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ANNO V, Pisa, Domenica IO Ottobre 1897. Num. 41. Il Ponte di Pisa Giornale della Città e Provincia. 11 Ponte si passa ogni domenica. — Il pedaggio costa un Nobile. - Con mesta e sondo prima si non- tendevano il Ponte: oggi, per averlo, basta lo Rendo solo.- (11i spurghi ai buttano in Arno.— Alle lettere senza francobollo è vietato il libero tranaito. il ~ridenti in prima pagina L.2, in seconda L. 1; in terza LO, 50: in quarta L. 0,25. per ogni linea e spazio di linea, Ufflei di Redazione o tratainistrazione iu Piazza dei Cavaliorì, 6, pianterreno. [Conto corrente con la Postai, IL PATRONATO PER LA SCUOLA La gentile istituzione, dagli orizzonti nebu- losi dei filantropi della nuova scuola e dalle fosforescenze vaghe e lusinghiere di una carità più accademica che reale, è stata ora avviata nel campo sicuro e promettente della organiz- zazione più feconda. In una parola, dall'articolo del giornale siamo arrivati al Comitato, alle prime basi, per essere più esatti, di un Comitato, di un' associazione, che se riveste perora l' abito di una provvi- sorietà necessaria, non ha perciò meno vive e meno liete le speranze della riuscita. Il patronato per gli alunni poveri delle scuole elementari si può dire già assicurato. Sotto un punto di vista speciale, e subordinato a ragioni di principii economici sociali, se ne occupò qualche mese fa la nostra Camera del lavoro ; poi fu la stampa, e primo fra questa fu il Ponte di Pisa, lo ricordiamo oggi con grande piacere, che fece sentire la sua voce e risvegliò i neghittosi, perché a Pisa, colta, gentile e umanitaria, non dovesse essere ser- bato come all'ultima delle città d'Italia l'onore di farsi promotrice di si nobile ed umano istituto. L idea, e questa volta era proprio un' idea sana e buona, non cullata da nessuna meschina ambizione, non alimentata da nessun tornaconto personale, trovò calde simpatie presso l'asso- ciazione degli insegnanti e presso altri volen- terosi, che riuniti in modesta ma pur autore- vole adunanza, rappresentatrice di tutte le varie forze vive del paese — le forze dell' ingegno, del grado e del censo — hanno gettato le prime basi per la costituzione matura e feconda della grande società. Il Comitato provvisorio, composto di elette persone, ha già diramato lettere d' invito per l'adesione alla iniziativa umanitaria a quanti cittadini, messa da banda ogni volgare rap- presaglia di partiti ed ogni altra malsana pru- rigine di occulte e non confessabili cupidigie di .. .. gloria, possano sul serio cooperare al successo dell'opera altamente civile e pietosa. Poi, da questo numeroso Comitato provvi- sorio, ed insistiamo sul provvisorio perché quello definitivo sarà formato da tutti coloro che daranno senza ulteriori e inutili e leggere contestazioni il loro contributo per la fonda- zione e la prosperità del patronato, sarà diretto alla cittadinanze un manifesto ; sarà composto un vero e proprio patronato di signore; saranno prescelti e messi in pratica i mezzi più ac- conci a costituire il primo fondo; e sarà fatto appello, oltre che alla potenza contributiva dei privati, anche alle casse delle associazioni uma- nitarie e delle pubbliche amministrazioni. Il Comitato è sicuro di riuscire nell'intento; perché la iniziativa generosa, che ha dato cosi eccellenti frutti in molte altre città, che in un Camune d'Italia rappresenta già una delle funzioni ed uno dei servizi dell'amministra- zione municipale, prima tutrice degli interessi dei cittadini, è degna dello zelo, della pietà, della simpatia di tutti gli uomini di cuore. Certo, qui da noi il patronato non deve al- l' inizio della sua vita allargare di troppo i confini della sua modesta missione. E se è vero che uno dei primi e dei più urgenti suoi uf- fici debba essere quello di provvedere alla re- fezione dei fanciulli poveri nella scuola, si limiti nella prima sua affermazione a questo beneficio soltanto : sarà già un gran passo sulla via delle migliori conquiste. Nella scuola pur troppo c' è tutta la mani- festazione della vita; e come si ha nella vita lo spettacolo per il quale Chamfort divise in due grandi sezioni la famiglia sociale: quelli che hanno più appettito che desinari, e quelli che hanno più desinari che appetito; così nella scuola si riverberano le condizioni della fa- miglia : e accanto ai fanciulli agiati o bene- stanti che hanno il vantaggio di istruirai colla pancia piena si trovano i piccoli miserabili i quali debbono contrastare fra lo studio e l'ap- petito inutilmente colla pancia vuota. E mi pare di averlo scritto un'altra volta : in questo modo non sarà più uguale il trat- tamento, non si avranno più condizioni uguali; e dovrà di necessità essere educato all'odio, allo sdegno e alla vendetta contro la società, iniqua e matrigna, il cuore dei fanciulli mi- serabili, e dovranno fremere nelle piccole ani- me il sentimento e l' istinto della rappresaglia e della lotta. E questo avverrà a danno di ciò che dovrà formare l'abito psicologico e specialmente in- tellettuale dei bambini; e non mi trattengo a parlare di quell'esaurimento organico che è causa alla prima età di tutte quelle innume- revoli ed incurabili malattie che hanno la loro origine nella cattiva e deficiente alimentazione dei corpi. La scuola, se vuole essere veramente, soli- damente educatrice, non deve ai primi bagliori della vita far rimarcare ai fanciulli queste ter- ribili differenze; ed ecco perchè nella scuola, per un equo ed umano trattamento, deve es- sere, prima di ogni altra cosa, impartita ugual- mente a tutti l' istruzione; a tutti, dico, nelle stesse condizioni, senza che l'adagio latino ,nens sana in eorpore sano sia per alcuni uno scherno ed una irrisione. Su queste basi modeste, collo scopo cioè di assicurare almeno perora la refezione giorna- liera nelle scucile ai fanciulli poveri, sorge il patronato, già accolto e salutato con plauso dalla cittadinanza e dalla stampa. Alle signore, che comporranno col titolo di patronesse il Comitato di onore, spetta il com- pito più gentile e più dolce. A loro, che delle miserie umane e delle sventure dei fanciulli, inconsapevoli ed irresponsabili di tante colpe, sentono più viva e acuta la pietà, per il de- licato ufficio femminile, apparterrà la gloria del successo. Esse sapranno colla loro grazia e colla loro bontà rendere accetta e fraterna l'opera di amore. Se ci sono delle gravi disuguaglianze nella vita è mestieri colmarle, modificarle, raddol- cirle col fascino della fratellanza, col tesoro di quel beneficio che non è mai un' umiliazione per chi lo riceve. Su quest' argomento anzi io prometto tino da ora di ritornare diffusamente, per combat- tere le rigide teorie di egregi cittadini che militano politicamente in altro campo e che rinserrano dietro le barriere di formule troppo austere e troppo lontane dalla pratica il fervore della loro beneficenza. Essi dicono, che senza i proventi della ca- rità cittadina, deve provvedere il Comune, an- che se è in condizioni disgraziate come quello di Pisa, a tutti i bisogni, a tutti i servizi pubblici ; e fanno assegnare — e siamo per- fettamente d'accordo — anche la refezione agli alunni poveri fra i diversi obblighi di questi servizi. Certo sarebbe una bella cosa; • e sarebbe il meglio davvero che si potesse ottenere : ma quando il Comune o non vuole o non può assumersi tale incarico, deve pure intervenire senza esitazioni, senza ritardi, la energia pri- vata. Coni si può sempre rispondere quello che rispose la figlia del Principe Colonna per un certo affare al Vescovo di Urbino : contentia- moci di fare il bene; e faccia il meglio chi può. Il meglio pur troppo è lontano a conqui- starsi; contentiamoci di fare, per ora:, mode- stamente, il bene ! li ano 2Zazzt. ' FINANZA COMUNALE Su una corrispondenza di altro giornale ho letto una considerazione che potrebbe fare impressione: quella, che appena la finanza municipale è passata in altra direzione, il disavanzo è salito di molto. Nel- l' anno 1892 fu di 88 mila lire, nel 1893 di 62 mila lire, nel 1894 di 31 mila lire. Nel 1895, primo anno dell'Amministrazione nuova. ascese a 150 mila lire. Il pubblico ignaro delle condizioni vere dell'azienda comunale può, dunque. lo riconosco, esser tratto ad esclamare: i vecchi non sapevano far di conto, sba- gliavano a milioni. ma è bastato che se ne andassero perchè il disavanzo quintuplicasse, perché la finanza municipale cadesse proprio nelle mani dell' ultimo padrone! Questa constatazione e l'apprezzamento che ne è stato provocato, meritano più larga discussione di quanto sia oc.corso per rispondere al sig. Dedirani. Il disavanzo del 1895 giunse, è verissimo, a 150 mila lire; e le cifre delle altre amiate sono tutte esat- tamente conformi ai risultati della contabilità ufficiale. Ma se le premesse numeriche stanno bene, altrettanto non è a dirsi delle conseguenze! Prima di tutto la gestione 1895 si svolse con un preventivo compilato dalla passata Amministrazione, e questa medesima lo esercitò per oltre +in terzo. Il provento del Dazio Consumo era stato previsto in una altissima misura affatto immaginaria, come a suo tempo era stato avvertito. Parecchie spese fra le importanti eransi volute iscrivere nel preventivo. per somme che l'esperienza degli anni passati dimostrava assolutamente deficienti. Un grosso disavanzo doveva, dunque. verificarsi. E che non vi avesse influenza l'o- pera della nuova Amministrazione. che resse l'eser- cizio per meno di nove mesi, lo prova il fatto che il consuntivo fu approvato senza contestazioni da parte della minoranza. Questo basterebbe per togliere ogni valore all'ar- gomentazione surriferita. Ma v' ha dell' altro da osservare; ed è bene che se ne parli, perché si tratta di una questione di massima che può interessare molto anche l'avvenire. I disavanzi dell'Amministrazione cessata erano tutti fittizi (ed alcuni revisori dei conti lo rilevarono) per- ché ridotti piccoli con un mezzo altrettanto comodo quanto quello che serviva per fare apparire maggiori i miglioramenti patrimoniali. Buona parte delle spese si faceva non sulla com- petenza dell'anno. ma attingendo direttamente i fondi dal patrimonio, cioè dal resto del Mutuo dei 20 mi- lioni. Per alcuni casi ciò avveniva con deliberazione di Consiglio; per altri molti no. Il Consiglio non ne veniva legalmente a cognizione che all'applicazione dei consuntivi: dico legalmente, perchè effettivamente ne restava sempre all'oscuro. Per alcune eccezionalissime e grosse spese giusto e adottato da tutti i Comuni è il sistema. Il male veniva dall'estensione sua, la quale faceva si che all'infuori del bilancio annuo si facessero spese di carattere affatto ordinario. Colla competenza non si poteva certamente pagare nell'anno 1891 il con- corso di 125 mila lire per la Tratuvia di Boccadarno; e nell'anno seguente doveva farsi altrettanto per stan- ziare 403 mila lire occorrenti al riordinamento dei no- stri aquedotti: e nell'uno come nell'altro caso fu il Consiglio che così deliberò. Cosicché. e per la natura delle spese e pel procedimento tenuto nel deliberarla, nulla vi sarebbe a ridire. In tali casi non si poteva fare altro che gravare i bilanci futuri dell' interesse e dell'ammortamento dei capitali occorsi. Ma in moltissimi altri, riguardanti spedalità, cimi- teri, lastrici, restauri di locali, impianto d'illumina- zione pubblica, sgravii di quote inesigihili e perfino stipendi e gratificazioni, non si doveva ricorrere al patrimonio. Così facendo era naturale che i disavanzi venissero piccoli! La nuova Amministrazione abolì affatto tale sistema nella parte di esercizio 1895 che le spettò. 11 disavanzo riuscì apparentemente maggiore degli altri, ma almeno pei due terzi di quella gestione fu la genuina espres- sione della verità. Prendendo al solito la scrittura municipale quale è sui libri, è facile vedere quanto sarebbero stati mag- giori i disavanzi degli anni precedenti se cosi fosse stato fatto anche allora. Dal patrimonio furono tratte somme che invece dovevano figurare nel bilancio di competenza: per lire 41001,15 nel 1892; per lire 22545,72 nel 1893; II lire 116872,35 nel 1894. Di questa ultima somma parte figura nella contabilità del primo quadrimestre del 1895 che fu esercitato dall'Amministrazione yes. sate; ma gli stauzianienti delle spese si riferiscono al tempo precedente. Nel triennio 1892, 93, 94 furono dunque fatte extra- bilancio tante spese da costituire un totale di lire 210.119,22. Il complesso dei disavanzi ufficiali del me- desimo triennio apparirebbe di lire 180524,87; tua non è neppur la metà del reale, dovendovisi aggiungere la cifra precedente. che lo fa salire a lire 390944,09, e dà perciò una media annua di lire 130314,69. Il disavanzo dell'anno 1895 risultò di lire 150095,29. Vi fu, dunque, un'eccedenza sulla media del trien- nio di circa 20 mila lire; ma questa é subito spiegata pensando che nel preventivo 1,890TAnuninistrazione passata volle senza ragione annientare la previsione del provento del Dazio Consunto di lire 170(X) al di- sopra di quella del preventivo precedente. Eseguito bene il confronto risulta, dunque, che consuntivo 1895 ebbe un esito numericamente quasi identico a quello che mediamente si era verificato nel triennio avanti. Ora se si pensa ai tanti lavori stradali eseguiti in più dalla nuova Amministrazione nell'anno 1895, lavori che fecero gridare al finimondo delle finanze comunali, se di questo si tien conto ed anche si ric.ordano altri miglioramenti di servizi. chiara ed è inoppugnabile nasce la conseguenza che i nuovi amministratori, spendendo quanto i vecchi, corrispo- sero assai più alle pubbliche esigenze. Da qualcuno potrebbe forse obiettarsi che se nel triennio 1892-94 furono spese 210 mila lire all'infuori dei bilanci di competenza anche alcune entrate vi fu- rono che non figurarono sui medesimi. Per le minute ed ordinarie sopravvenienze di ge- stione l' obiezione sarebbe giusta; ma pur troppo la entità loro è stata per la parte attiva del tutto in- significante. Nell'anno 1894 si registrarono extra-bi- lancio lire 80131,85, per liquidazione di varii crediti attinenti alle opere di difesa dall'Arno; ma tale som- ma non può evidentemente imputarsi a diminuzione della cifra dedotta per rappresentare il disavanzo vero dell'anno 1894. Poteva, anzi doveva, servire a MO- p- ire parte di questo; come il residuo credito sul- 1' uffizio dei Fiumi e Fossi ha servito (con dolore del notissimo sig. Rovini) a ripianare i disavanzi del 1895 e del 1896; ma di nissuna influenza era suscettibile sulla determinazione della deficienza nel bilancio di gestione. Del resto non era soltanto col ricorrere al patri- monio che i disavanzi si rendevano minori. A quel- l' attingimento immediato dal patrimonio, senza pas- sare per la competenza, e quindi pel disavanzo annuo, si prestava da noi lo speciale conto della scrittura pisana chiamato « avanzi e disavanzi un conto che è razionalissimo in sè, iria che doveva venire disci- plinato con norme alquanto diverse. Oltre questo mezzo del tutto locale è appena ne- cessario dire che si usava quello ben noto ai Comuni in genere. anzi a tutte le Amministrazioni pubbliche, e che poggia sul conto dei famosi residui. Quando, specialmente ad anno avanzato. il bilancio non lasciava che scarso margine. l'imputazione di va- rie spese si faceva sui residui generali. Col ricorrere al conto avanzi e disaranzi per trovar Posto a una spesa si aumentava subito lo stato pas- sivo del preciso importare di questa. Coll'espediente dei residui lo stato passivo restava, invece, li per li inalterato, ma in seguito veniva il male. Stornando dai residui generali, una locuzione che in sè non diceva nulla, bisognava in seguito speci- ficare, applicare a un titolo determinato. Per supplire a una spesa di impianto di nuovi lam- pioni. stanziata sui residui generali, occorreva prima o poi, se il titolo speciale non aveva residuo, o se que- sto non bastava. togliere altrettanta somma dal cre- dito di qualche altro conto, per esempio da quello di lavori a strade in campagna. Cogli stanziamenti tutti lesinati accadeva presto che restava a corto il fondo rimasto passivo di storno; quindi bisognava O ricorrere all'attivo patrimoniale, o fare un altro storno da residui, e forse un' altro ancora, levando una cifra da un posto per metterla in un altro; ma poi, dopo questo giuoco a scacchi cogli storni, tini- vasi colla necessita di ricorrere al coglitelo e sovrano mezzo del conto avanzi e disavanzi. Qui si fluiva (con un certo ritardo) se le spese stanziate volevansi tutte eseguire. Cos• Si gettava il seme di quel disordine del servizio di cassa che è giunto al grado di malore dif- ficilmente sanabile, così si lasciava una gravosa ere- dita agli esercizi avvenire, così si diminuivano arti- ficiosamente i disavanzi annuali, queste cifre che per 3Z-1` ta u li VA t-•-ei reti // ' ga • ri _ é L czt, .13

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ANNO V, Pisa, Domenica IO Ottobre 1897. Num. 41.

Il Ponte di PisaGiornale della Città e Provincia.

11 Ponte si passa ogni domenica. — Il pedaggiocosta un Nobile. - Con mesta e sondo prima si non-tendevano il Ponte: oggi, per averlo, basta lo Rendosolo.- (11i spurghi ai buttano in Arno.— Alle letteresenza francobollo è vietato il libero tranaito.

il ~ridenti in prima pagina L.2, in seconda L. 1;in terza LO, 50: in quarta L. 0,25. per ogni linea espazio di linea,

Ufflei di Redazione o tratainistrazione iuPiazza dei Cavaliorì, 6, pianterreno.

[Conto corrente con la Postai,

IL PATRONATO PER LA SCUOLALa gentile istituzione, dagli orizzonti nebu-

losi dei filantropi della nuova scuola e dallefosforescenze vaghe e lusinghiere di una caritàpiù accademica che reale, è stata ora avviatanel campo sicuro e promettente della organiz-zazione più feconda.

In una parola, dall'articolo del giornale siamoarrivati al Comitato, alle prime basi, per esserepiù esatti, di un Comitato, di un' associazione,che se riveste perora l' abito di una provvi-sorietà necessaria, non ha perciò meno vive emeno liete le speranze della riuscita.

Il patronato per gli alunni poveri delle scuoleelementari si può dire già assicurato. Sottoun punto di vista speciale, e subordinato aragioni di principii economici sociali, se neoccupò qualche mese fa la nostra Camera dellavoro ; poi fu la stampa, e primo fra questafu il Ponte di Pisa, lo ricordiamo oggi congrande piacere, che fece sentire la sua voce erisvegliò i neghittosi, perché a Pisa, colta,gentile e umanitaria, non dovesse essere ser-bato come all'ultima delle città d'Italia l'onoredi farsi promotrice di si nobile ed umano istituto.

L idea, e questa volta era proprio un' ideasana e buona, non cullata da nessuna meschinaambizione, non alimentata da nessun tornacontopersonale, trovò calde simpatie presso l'asso-ciazione degli insegnanti e presso altri volen-terosi, che riuniti in modesta ma pur autore-vole adunanza, rappresentatrice di tutte le varieforze vive del paese — le forze dell' ingegno,del grado e del censo — hanno gettato le primebasi per la costituzione matura e feconda dellagrande società.

Il Comitato provvisorio, composto di elettepersone, ha già diramato lettere d' invito perl'adesione alla iniziativa umanitaria a quanticittadini, messa da banda ogni volgare rap-presaglia di partiti ed ogni altra malsana pru-rigine di occulte e non confessabili cupidigiedi .. .. gloria, possano sul serio cooperare alsuccesso dell'opera altamente civile e pietosa.

Poi, da questo numeroso Comitato provvi-sorio, ed insistiamo sul provvisorio perchéquello definitivo sarà formato da tutti coloroche daranno senza ulteriori e inutili e leggerecontestazioni il loro contributo per la fonda-zione e la prosperità del patronato, sarà direttoalla cittadinanze un manifesto ; sarà compostoun vero e proprio patronato di signore; sarannoprescelti e messi in pratica i mezzi più ac-conci a costituire il primo fondo; e sarà fattoappello, oltre che alla potenza contributiva deiprivati, anche alle casse delle associazioni uma-nitarie e delle pubbliche amministrazioni.

Il Comitato è sicuro di riuscire nell'intento;perché la iniziativa generosa, che ha dato cosieccellenti frutti in molte altre città, che in unCamune d'Italia rappresenta già una dellefunzioni ed uno dei servizi dell'amministra-zione municipale, prima tutrice degli interessidei cittadini, è degna dello zelo, della pietà,della simpatia di tutti gli uomini di cuore.

Certo, qui da noi il patronato non deve al-l' inizio della sua vita allargare di troppo iconfini della sua modesta missione. E se è veroche uno dei primi e dei più urgenti suoi uf-fici debba essere quello di provvedere alla re-fezione dei fanciulli poveri nella scuola, silimiti nella prima sua affermazione a questobeneficio soltanto : sarà già un gran passosulla via delle migliori conquiste.

Nella scuola pur troppo c' è tutta la mani-festazione della vita; e come si ha nella vitalo spettacolo per il quale Chamfort divise indue grandi sezioni la famiglia sociale: quelliche hanno più appettito che desinari, e quelliche hanno più desinari che appetito; così nella

scuola si riverberano le condizioni della fa-miglia : e accanto ai fanciulli agiati o bene-stanti che hanno il vantaggio di istruirai collapancia piena si trovano i piccoli miserabili iquali debbono contrastare fra lo studio e l'ap-petito inutilmente colla pancia vuota.

E mi pare di averlo scritto un'altra volta :in questo modo non sarà più uguale il trat-tamento, non si avranno più condizioni uguali;e dovrà di necessità essere educato all'odio,allo sdegno e alla vendetta contro la società,iniqua e matrigna, il cuore dei fanciulli mi-serabili, e dovranno fremere nelle piccole ani-me il sentimento e l' istinto della rappresagliae della lotta.

E questo avverrà a danno di ciò che dovràformare l'abito psicologico e specialmente in-tellettuale dei bambini; e non mi trattengo aparlare di quell'esaurimento organico che ècausa alla prima età di tutte quelle innume-revoli ed incurabili malattie che hanno la loroorigine nella cattiva e deficiente alimentazionedei corpi.

La scuola, se vuole essere veramente, soli-damente educatrice, non deve ai primi baglioridella vita far rimarcare ai fanciulli queste ter-ribili differenze; ed ecco perchè nella scuola,per un equo ed umano trattamento, deve es-sere, prima di ogni altra cosa, impartita ugual-mente a tutti l' istruzione; a tutti, dico, nellestesse condizioni, senza che l'adagio latino ,nenssana in eorpore sano sia per alcuni uno schernoed una irrisione.

Su queste basi modeste, collo scopo cioè diassicurare almeno perora la refezione giorna-liera nelle scucile ai fanciulli poveri, sorge ilpatronato, già accolto e salutato con plausodalla cittadinanza e dalla stampa.

Alle signore, che comporranno col titolo dipatronesse il Comitato di onore, spetta il com-pito più gentile e più dolce. A loro, che dellemiserie umane e delle sventure dei fanciulli,inconsapevoli ed irresponsabili di tante colpe,sentono più viva e acuta la pietà, per il de-licato ufficio femminile, apparterrà la gloria delsuccesso.

Esse sapranno colla loro grazia e colla lorobontà rendere accetta e fraterna l'opera diamore.

Se ci sono delle gravi disuguaglianze nellavita è mestieri colmarle, modificarle, raddol-cirle col fascino della fratellanza, col tesoro diquel beneficio che non è mai un' umiliazioneper chi lo riceve.

Su quest' argomento anzi io prometto tinoda ora di ritornare diffusamente, per combat-tere le rigide teorie di egregi cittadini chemilitano politicamente in altro campo e cherinserrano dietro le barriere di formule troppoaustere e troppo lontane dalla pratica il fervoredella loro beneficenza.

Essi dicono, che senza i proventi della ca-rità cittadina, deve provvedere il Comune, an-che se è in condizioni disgraziate come quellodi Pisa, a tutti i bisogni, a tutti i servizipubblici ; e fanno assegnare — e siamo per-fettamente d'accordo — anche la refezione aglialunni poveri fra i diversi obblighi di questiservizi.

Certo sarebbe una bella cosa; • e sarebbe ilmeglio davvero che si potesse ottenere : maquando il Comune o non vuole o non puòassumersi tale incarico, deve pure interveniresenza esitazioni, senza ritardi, la energia pri-vata.

Coni si può sempre rispondere quello cherispose la figlia del Principe Colonna per uncerto affare al Vescovo di Urbino : contentia-moci di fare il bene; e faccia il meglio chi può.

Il meglio pur troppo è lontano a conqui-starsi; contentiamoci di fare, per ora:, mode-stamente, il bene !

li ano 2Zazzt.'

FINANZA COMUNALESu una corrispondenza di altro giornale ho letto

una considerazione che potrebbe fare impressione:quella, che appena la finanza municipale è passatain altra direzione, il disavanzo è salito di molto. Nel-l' anno 1892 fu di 88 mila lire, nel 1893 di 62 milalire, nel 1894 di 31 mila lire. Nel 1895, primo annodell'Amministrazione nuova. ascese a 150 mila lire.

Il pubblico ignaro delle condizioni vere dell'aziendacomunale può, dunque. lo riconosco, esser tratto adesclamare: i vecchi non sapevano far di conto, sba-gliavano a milioni. ma è bastato che se ne andasseroperchè il disavanzo quintuplicasse, perché la finanzamunicipale cadesse proprio nelle mani dell' ultimopadrone!

Questa constatazione e l'apprezzamento che ne èstato provocato, meritano più larga discussione diquanto sia oc.corso per rispondere al sig. Dedirani.

Il disavanzo del 1895 giunse, è verissimo, a 150mila lire; e le cifre delle altre amiate sono tutte esat-tamente conformi ai risultati della contabilità ufficiale.Ma se le premesse numeriche stanno bene, altrettantonon è a dirsi delle conseguenze!

Prima di tutto la gestione 1895 si svolse con unpreventivo compilato dalla passata Amministrazione,e questa medesima lo esercitò per oltre +in terzo.

Il provento del Dazio Consumo era stato previstoin una altissima misura affatto immaginaria, come asuo tempo era stato avvertito. Parecchie spese fra leimportanti eransi volute iscrivere nel preventivo. persomme che l'esperienza degli anni passati dimostravaassolutamente deficienti. Un grosso disavanzo doveva,dunque. verificarsi. E che non vi avesse influenza l'o-pera della nuova Amministrazione. che resse l'eser-cizio per meno di nove mesi, lo prova il fatto cheil consuntivo fu approvato senza contestazioni daparte della minoranza.

Questo basterebbe per togliere ogni valore all'ar-gomentazione surriferita.

Ma v' ha dell' altro da osservare; ed è bene che sene parli, perché si tratta di una questione di massimache può interessare molto anche l'avvenire.

I disavanzi dell'Amministrazione cessata erano tuttifittizi (ed alcuni revisori dei conti lo rilevarono) per-ché ridotti piccoli con un mezzo altrettanto comodoquanto quello che serviva per fare apparire maggiorii miglioramenti patrimoniali.

Buona parte delle spese si faceva non sulla com-petenza dell'anno. ma attingendo direttamente i fondidal patrimonio, cioè dal resto del Mutuo dei 20 mi-lioni. Per alcuni casi ciò avveniva con deliberazionedi Consiglio; per altri molti no.

Il Consiglio non ne veniva legalmente a cognizioneche all'applicazione dei consuntivi: dico legalmente,perchè effettivamente ne restava sempre all'oscuro.

Per alcune eccezionalissime e grosse spese giustoe adottato da tutti i Comuni è il sistema.

Il male veniva dall'estensione sua, la quale facevasi che all'infuori del bilancio annuo si facessero spesedi carattere affatto ordinario. Colla competenza nonsi poteva certamente pagare nell'anno 1891 il con-corso di 125 mila lire per la Tratuvia di Boccadarno;e nell'anno seguente doveva farsi altrettanto per stan-ziare 403 mila lire occorrenti al riordinamento dei no-stri aquedotti: e nell'uno come nell'altro caso fu ilConsiglio che così deliberò. Cosicché. e per la naturadelle spese e pel procedimento tenuto nel deliberarla,nulla vi sarebbe a ridire. In tali casi non si potevafare altro che gravare i bilanci futuri dell' interessee dell'ammortamento dei capitali occorsi.

Ma in moltissimi altri, riguardanti spedalità, cimi-teri, lastrici, restauri di locali, impianto d'illumina-zione pubblica, sgravii di quote inesigihili e perfinostipendi e gratificazioni, non si doveva ricorrere alpatrimonio. Così facendo era naturale che i disavanzivenissero piccoli!

La nuova Amministrazione abolì affatto tale sistemanella parte di esercizio 1895 che le spettò. 11 disavanzoriuscì apparentemente maggiore degli altri, ma almenopei due terzi di quella gestione fu la genuina espres-sione della verità.

Prendendo al solito la scrittura municipale qualeè sui libri, è facile vedere quanto sarebbero stati mag-giori i disavanzi degli anni precedenti se cosi fossestato fatto anche allora.

Dal patrimonio furono tratte somme che invecedovevano figurare nel bilancio di competenza: perlire 41001,15 nel 1892; per lire 22545,72 nel 1893;

II lire 116872,35 nel 1894. Di questa ultima sommaparte figura nella contabilità del primo quadrimestredel 1895 che fu esercitato dall'Amministrazione yes.sate; ma gli stauzianienti delle spese si riferisconoal tempo precedente.

Nel triennio 1892, 93, 94 furono dunque fatte extra-bilancio tante spese da costituire un totale di lire210.119,22. Il complesso dei disavanzi ufficiali del me-desimo triennio apparirebbe di lire 180524,87; tua nonè neppur la metà del reale, dovendovisi aggiungerela cifra precedente. che lo fa salire a lire 390944,09,e dà perciò una media annua di lire 130314,69.

Il disavanzo dell'anno 1895 risultò di lire 150095,29.Vi fu, dunque, un'eccedenza sulla media del trien-

nio di circa 20 mila lire; ma questa é subito spiegatapensando che nel preventivo 1,890TAnuninistrazionepassata volle senza ragione annientare la previsionedel provento del Dazio Consunto di lire 170(X) al di-sopra di quella del preventivo precedente.

Eseguito bene il confronto risulta, dunque, checonsuntivo 1895 ebbe un esito numericamente quasiidentico a quello che mediamente si era verificatonel triennio avanti. Ora se si pensa ai tanti lavoristradali eseguiti in più dalla nuova Amministrazionenell'anno 1895, lavori che fecero gridare al finimondodelle finanze comunali, se di questo si tien conto edanche si ric.ordano altri miglioramenti di servizi. chiaraed è inoppugnabile nasce la conseguenza che i nuoviamministratori, spendendo quanto i vecchi, corrispo-sero assai più alle pubbliche esigenze.

Da qualcuno potrebbe forse obiettarsi che se neltriennio 1892-94 furono spese 210 mila lire all'infuoridei bilanci di competenza anche alcune entrate vi fu-rono che non figurarono sui medesimi.

Per le minute ed ordinarie sopravvenienze di ge-stione l' obiezione sarebbe giusta; ma pur troppo laentità loro è stata per la parte attiva del tutto in-significante. Nell'anno 1894 si registrarono extra-bi-lancio lire 80131,85, per liquidazione di varii creditiattinenti alle opere di difesa dall'Arno; ma tale som-ma non può evidentemente imputarsi a diminuzionedella cifra dedotta per rappresentare il disavanzo verodell'anno 1894. Poteva, anzi doveva, servire a MO-p-ire parte di questo; come il residuo credito sul-1' uffizio dei Fiumi e Fossi ha servito (con dolore delnotissimo sig. Rovini) a ripianare i disavanzi del 1895e del 1896; ma di nissuna influenza era suscettibilesulla determinazione della deficienza nel bilancio digestione.

Del resto non era soltanto col ricorrere al patri-monio che i disavanzi si rendevano minori. A quel-l' attingimento immediato dal patrimonio, senza pas-sare per la competenza, e quindi pel disavanzo annuo,si prestava da noi lo speciale conto della scritturapisana chiamato « avanzi e disavanzi un conto cheè razionalissimo in sè, iria che doveva venire disci-plinato con norme alquanto diverse.

Oltre questo mezzo del tutto locale è appena ne-cessario dire che si usava quello ben noto ai Comuniin genere. anzi a tutte le Amministrazioni pubbliche,e che poggia sul conto dei famosi residui.

Quando, specialmente ad anno avanzato. il bilancionon lasciava che scarso margine. l'imputazione di va-rie spese si faceva sui residui generali.

Col ricorrere al conto avanzi e disaranzi per trovarPosto a una spesa si aumentava subito lo stato pas-sivo del preciso importare di questa. Coll'espedientedei residui lo stato passivo restava, invece, li per liinalterato, ma in seguito veniva il male.

Stornando dai residui generali, una locuzione chein sè non diceva nulla, bisognava in seguito speci-ficare, applicare a un titolo determinato.

Per supplire a una spesa di impianto di nuovi lam-pioni. stanziata sui residui generali, occorreva primao poi, se il titolo speciale non aveva residuo, o se que-sto non bastava. togliere altrettanta somma dal cre-dito di qualche altro conto, per esempio da quellodi lavori a strade in campagna. Cogli stanziamentitutti lesinati accadeva presto che restava a corto ilfondo rimasto passivo di storno; quindi bisognavaO ricorrere all'attivo patrimoniale, o fare un altrostorno da residui, e forse un' altro ancora, levandouna cifra da un posto per metterla in un altro; mapoi, dopo questo giuoco a scacchi cogli storni, tini-vasi colla necessita di ricorrere al coglitelo e sovranomezzo del conto avanzi e disavanzi. Qui si fluiva (conun certo ritardo) se le spese stanziate volevansi tutteeseguire. Cos• Si gettava il seme di quel disordine delservizio di cassa che è giunto al grado di malore dif-ficilmente sanabile, così si lasciava una gravosa ere-dita agli esercizi avvenire, così si diminuivano arti-ficiosamente i disavanzi annuali, queste cifre che per

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opinioue pubblica sono gl' indici dell'andamento fi-nanziario.

Abolendo d'un tratto tale irregolare sistema e vo-lendo che il consuntivo dicesse la verità, come lanuova Amministrazione si era proposto, era necessarioche nell'anno di transizione il disavanzo scattasse etoccasse un'altezza mai raggiunta dagli antichi risul-tati, tutti illusorii.

Queste ragieni sono così manifeste che mi augurovederle riconosciute da quel cortese mio contraila-tore a cui ora rispondo. Coi dati che aveva sono ioil primo a dire che era facile l'esser tratto a ragio-nare conle egli ha ragionato. Voglia darsi la briga diponderare sulle circostanze che sono venuto espo-nendo, faccia tutte le veriticazioni che crede, e perle quali sarei lieto di potermi prestare onde facili-targliene- i mezzi, eppoi sono certo che non addurràpiù il confromo del triennio 1892-94 coll'annata 1895a prova della abilità finanziaria dell'Amministrazionepassata e della inabilità della nuova. Q.

L' iffilinid 31111a ricchozza mobilo---••••■■••••••---

Da un capo all'altro della penisola è sorto un gridod'indignaziiine contro gli agenti delle imposte chevengono ad esigere dai contribuenti il doppio di quelloche essi pagano attualmente al fisco.

A Milano, a Genova, a Napoli, a Roma, dapper-tutto l'esasperazione è uguale, cioè è viva ed acutacome nella nostra citta; e non si riparmia nemmenoil Governo che si ritiene autore e responsabile di que-sti nuovi abusi.

La colpa, perii, non è interamente degli agenti, madel sistema ingiusto ed al tempo stesso bizzarro, chenessun ministro italiano si è presa mai la pena dicorreggere.

Non si conosce infatti, che un solo ed unico mezzoper aumentare l'incasso dell'imposta sulla ricchezzamobile; e consiste nell'esigere sempre di più dai con-tribuenti già inscritti sui ruoli.

Questi infelici sono i capri espiatori delle esigenzedel fisco: giacchè si hanno sotto mano si servono adovere.

Per la semplice ragione che essi pagano cento, siforzano a pagare centocinquanta, e ciò per il capric-cio unico del signor agente.

Che i vostri affari vadano o bene o male, che ilvostro commercio sia prospero o meno, poco importa.Vi si domanda di pagare centocinquanta, e siete ves-sati senza pietà, fino a che, per farla breve, accon-sentite a pagarne centoventicinque.

Tale è la consuetudine; e tutti i ministri ne di-vengono più o metto schiavi.

Ora l'ingiustizia di questo sistema consiste in ciò:che gli agenti consacrano tutto il loro tempo, tuttala loro attività, a colpire i contribuenti digià cono-sciuti e tassati, non curandosi di ricercare e di in-scrivere a ruolo coloro che al fisco non pagano unsoldo.

Soprattutto nelle grandi città vi sono migliaia emigliaia di persone, di cui molte assai ben provviste,che non pagano assolutamente nulla.Se gli agenti facessero ben attenzione ne trovereb-

bero parecchie, ed otterrebbero da costoro legittima-mente ciò che esigono crudelmente dalle loro vit-time.

Un ministro abile e intelligente — e l' on. Brancaè uno e l'altro — dovrebbe spingere l'agente aricercare i contribuenti che noi ci permettiamo dichiamar vergini, nel senso che essi non pagano uncentesimo

Ci() gli tornerebbe certamente utile, e non solle-verebbe gli odi atroci contro il Governo, e talvoltaanche contro le istituzioni dello Stato.

TESTE e TASTIimi.

Mi/à della Bohème, la Mimi di Merger, lache ha inspirata la musica passionale e avventurosadel Puceini — al secolo Anaide L. . . — è ancoraviva. Eh' è ora un' elegante ed amabile vecchiettadi sessantacinque anni che serba una religiosa me-moria dell' uomo celebre del quale fu l• amica, lacompagna devota e anche un po l' infermiera percirca dieci anni.

Anni sono, 'Anaide aveva in via Taltbata unnegozio, di mobili e oggetli d• arte che ricordali gliantiquari. Spesso a quella hotteguccia scendeva laRejane, la celebre artista, e vi s' incontravano So-vente Dumas figlio. Meiseonnier, Monselet e Rie hepi n .

Da quasi sette anni Mimi ha lasciato la sua bot-teguecia di via Mattoni per vivere del poco che ha

guadagnato; perchè, o prosaica fine di secolo,la ideale Miims 't. è capitalista!

Automatismo.I trionfi dell'automatismo. .111' esposizione di Bru-

xelles, oltre il Bar automatico nei suoi ultimi per-fezionamenti, funzionano le trattorie elettro-automa-

tiche, grazie allo quali senza bisogno di elaborarelin Menti, di spolmonarsi e di dar maneie, al magicotocco di un bottone e facendo, scivolare qualche mo-neta giù per un buco, eorge dinanzi a voi un pranzopiù o meno succolitnto. Forni, caffè, spacci dì ta-bacco automatici. pianoforti, orelieSlre automatiche

e perfino agenzie matrimoniali automatiche,

se la scienza arrivasse a inventare un suldacliindiautomatico! Il problema della fitlidità innaaaetliberisoluto.

>e<Nozze.A Siena sono stati celebrati gli sponsali dell' a-

mico Signor Mario Ciompi, figlio del Cav. Raffaellodi Pontedera, colla Signorina Amelia Chidoli.

Alla coppia lieta, cui sorride roseo l' avvenire,hanno inviato da ogni parte amici, conoscenti econgiunti Celi -citazioni ed auguri.

Auguri fervidi, schietti, di eterna luna di miele-anche dal Ponte.

>-<Serate liete.Da ieri sera, alla Società degli impiegati e pen-

sionati e iv ili, ricominciarono i trattertinient i familiari,i quali si ripeteranno secondo il s'alito e salvo ilcaso di feste speciali, il secondo e il quarto sabatod'ogni mese.

>-‹I versi.Questo Autunno, di Capelvenere.

Sulle tristi corone inariditegià il primo soffio gelido spirò;e sciolto il crin, la tenerella vite,mesta, a terra, piangente reclinò

in aria un turbinio di foglie biondeche il vento a mille sollevò dal suol,e le deboli piante moribondechieggono invano un caldo bacio al sol.

... Io, dietro i vetri, osservo che il giardinonostro è senza sorrisi e senza fior,ma che importa se il verno ò ormai vicinoe se regna per tutto lo squallor?...

... E mi volgo ... serena, sorridente

... e ti guardo ... sei qui ... sei sempre tu...cum' è bello il tuo sguardo risplendente:... Che m' importa se il sole non più?...

I .a moda.Nel prossimo inverno, a cui ci evviciniaino a gran

passi, trionferanno nella loro molle morbidezza ilvelluto e la pelliccia.

Anche la lontra, la martora, e il chiucuilla avranno. 'sempre un forte predominio.

Per l' acconciatura : la giacchetta uguale al vestito;i mantelli col bavero rialzato: le cappottine piccoleed eleganti.

I cappelli: rotondi, grandissimi, carichi di pennedi struzzo.

Per i balli, gli abbigliamenti saranno splendidipei due generi di stoffa che dovranno armonizzareinsieme: il velluto col velo, il pizzo col broccato.

I vestiti da società ritorneranno adornati dei lunghistrascichi, già caduti in disuso. Forse sono la di-sperazione delle signore molto amanti della danza;ma, non e' é dubbio, danno un aspetto di signorilitàed un fascino matronale, imponente e solenne.

>-<Canti.Ecco un fresco canto popolare toscano.

Ragazzettina, la ragion di vuole;Un cor che ama vuol essere amato.Di tutti i tempi non son le viole,E sempre non si vivo in uno stato.E sempre in uno stato non si vive.Chi l'ha le buone nuove, e ohi cattive:E sempre in uno stato non si sta.Chi l'ha le buone nuove, e chi non l' ha.

Grani d' oro.Questo è di Tormnaseo.Saper leggere è inutile, se non s' impara a ragio-

nare e ad operare.><

Per finire.Il cliente (dal — . nelle lei lavora adesso

col motore, non è vero ?Il Adunati° — 1'erela3 mai ?Il cliente — Perché nei salami si sente la forza

dei cavalli.

COSE ARTISTICHEME.

E« Chiesa di :4. ki •fMel'Al•O.

Dobbiamo tornare ancora a trattare il medesimoargomento, preoccupati di dovere assistere alla lentasi, ma pur troppo inevitabile mina della nostra Chie-sa, dichiarata dal Governo monumento nazionale. •

Il tempio di San Francesco è oggi ridotto a talecondizione, che se non si provvede davvero ad unpronto ed energico restauro, ci sarà il • caso di farepresto la storia di un monumento che fu. •

Non serve la solita scusa, della mancanza di fondi,perché questi, da quanto sappiamo, vi sono e non in-differenti. Persone, alle quali prestiamo intiera fidu-cia, ci assicurano che vi sono circa 30,000 lire di sot-toscrizioni, colle quali si potrebbero eseguire intantoquei lavori di prima necessita ; ed altro denaro po-trebbe essere raccolto dalla munificenza di quei cit-tadini che sono amanti dell'arte e della storia, o cheper gr innumerevoli sepolcri delle più antiche ed il-lustri famiglie pisane collocati nel tempio, hanno ildovere di conservarlo e di restaurarlo per il decorodella città nostra, e per un alto omaggio di reve-renza nei loro sepolcri.

Se da quello tombe potessero uscire delle voci, iVernagalli, i Gualandi, gli Appiani, i Sismondi, i Mo-riconi, gli lipezzinghi, i Lauta, i Lanfranclii, i Grilli.i Visconti, i Gambacorti e tanti altri ancora, dovreb-bero protestare contro i loro tardi nepoti che glihanno abbandonati all'incuria più mostruosa e allarovina, nelle lor tombe:

Francesco da Buti, fra i più celebri professori delnostro Ateneo,autore del commento alla Divina, Com-media, morto il '25 luglio 1406, giace nella sua tombaignorato e negletto. Per buona sorto rimane tuttora

un marmo con questa iscrizione: S. Magistri Fran-eisci dootoris graminatice, Oljkfl &doli Baliliorum heredumq. suor.

Restaurata la chiesa, vi si potrebbe elevare il pul-pito di Giovanni, che trovasi attualmente disfattonella sagrestia, a danno dell'estetica e dell'arte. Peril luogo più acconcio al suo collocamento ci sembradovesse scegliersi uno dei pilastri ottangolari dellacrociata.

Il campanile, che il Morrona attribuisce al disegnodi Niccola o Giovanni Pisano, mancante della pira-mide, distrutta nel 1788, minaccia addirittura di ro-vinrre da un momento all'altro.

Purtroppo dobbiamo nutrire la convinzioni:i che lenostre parole lasceranno il tempo che trovano; maci è gia grande conforto l'avere espresso il nostropensiero ed avere indicato il pericolo e il disonore

All'egregio Cav. Avvocato Luigi Situoneschi, elettocultore ed erudito illustratore delle glorie artistichepisane; e che degnamente presiede ora alla direzionedel Museo Civico, rivolgiamo la preghiera che an-ch' esso colla sua ragguardevole ed efficace autoritàvoglia in qualche modo interessare la Commissioneconservatrice dei monumenti, per i necessari restauridella Chiesa di S. Francesco e sappia con zelo e conenergia completare le pratiche iniziate dal suo pre-decessore Cav. I. B. Supino, del quale è tuttora franoi grato ricordo della operosità versatile.

Al Cav. Simoneschi autorevole e intelligentissimonon faranno certo difetto abnegazione e ardore perottenere l' esecuzione degli invocati, urgentissimi re-stauri che reclama la cittadinanza coi suoi voti, collesue proteste, sdegnata che fra tante altre cose rovi-nino ora anche i gloriosi monumenti dei padri.

SENTIIIENTILISNO LETTERARIOIl 18 luglio del 1826 giungeva a Bologna Giacomo

Leopardi: erano a riceverlo il Giordani e il Brighential primo già noto e singolarmente diletto, al secondonuovo affatto, essendo quella la prima volta che glisi offriva l'occasione di conoscer di persona il Poeta.Il Brighenti, appena avvicinatolo non potè nascon-dere a sò stesso un senso improvviso di disgusto edi meraviglia.

Quando lo vide scender dal legno con un certoberrettino di maglia, una palaudra del tempo diPio VI, un po' gobbo, magro e cogli occhi abbarba-gliati e cisposi, gli parve impossiiiile che il Leopardidovesse essere quel mare di scienza che il Giordaiiigli aveva detto.

Vedete dove va a ficcarsi la scienza, direte voi:nella gobba e nella cispa: Eppure è cui : Quando

; di un uomo noto per fama l'ammiratore lontanocomincia a tingersi nella mente un' ituagine che se-conde lui dovrebbe avvicinarsi al vero, avviene sem-pre queste fenomeno: che rimugino pensata nonrisponde all'atto alla realtà. E siccome per lo piùchi ammira uno scrittore o un artista per la perfe-zione dell' opere sue aula pensare perfetta come quellela sua figura, è costretto a provare un'amara delu-sione la prima volta che avvenuto il tanto deside-rato incontro s'accorge che la sua non era che im-maginazione. Peccato! Lui così divino nei canti, cosìpassionate nelle lettere, così profondo noi pensierifilosofici, è un ometto gobbo, giallo, cisposo, vestitomale. Pare impossibile e invece dovrebbe essere sem-plicemente naturale. Così ogni volta che un criticoun biegrafu fragando nei vecchi archivi trova do-cumenti intorno' alla vita intima, famigliare, d'ungrande, che ne rivelano a un tratto i caratteri menonobili e meno onorevoli, si grida la croce addosso aquel povero critico che ha speso chi sa quanto tempoe fatica per imbandir nuove notizie alla ingordigiadel pubblico, perchè la figura di quel grande Artista,di quel sommo Poeta viene ad essere ora deturpatada mano improvvida e irreverente. E il solito fu-scello nell' occhio dell' innamorato che è diventatouna trave! E un morboso sentimentalismo letterariodi cui bisogna guarire.

Guardate: due domeniche fa il Ponte pubblicò un ar-ticolo di Ettore Botteghi sul Leopardi a Pisa »,intorno cioè alla vita domestica che ei condusse quiparte dell'inverno del '27 fino al giugno del '28. Par-lando del come viveva in casa di certi Soderini ,l'articolista fornisce ai lettori alcune notiziole sulleabitudini più semplici e giornaliere p. es. che man-giava pochis-zimo, che si scaldava i piedi con una pa-dellina, che è stato perfino quattro giorni a mangiarcioccolata e caffè (non siamo ancora allo semplici melecotte), che beveva pochissimo, vestiva sudicissimo, edaltre cose. Ora, un lettore spassionato che non abbiaaddosso quel mal d'amore che ?inno pur troppo troppiletterati, potrà pensare : che bisogno c' era che il sig.Botteghi si prendesse la briga di farei sapere questocose intorno al Leopardi? Che ci guadagna il futurobiografo del Poeta ? Che importanza hanno questenotizie'? Niente, nessuna; e penserebbe bene se di-cesse: meglio sarebbe stato non averne fatto di nulla.

Invece un diluvio di lettere si è scatenato sullapovera redazione del Ponte la quale non puo rispon-dere a tutti. P stato un gridare allo scandalo, unbociare che è una indegnità scrivere intoni° a unadelle più pure glorie d'Italia queste cose così degra-danti, nauseanti. C'è perfino chi ha scritto che perquesto articolo il Leopardi à sceso d'un gradino l'ar-

dua scala della gloria: A una iperestesia derivanteda un falso e ridicolo concetto: che un uomo, perchégrende artista, poeta o filosofo. non sia un uomo mor-tale Povero Quintiliano che fino dal suo buon tempoantico a proposito di scrittori celebri non si peritavadi dire: Salnliii, homiies tusneiz. Chi lo ha ascoltato?

Via, un po' di serenità! Siamo una volta più seninei nostri giudizi. più calali nelle nostre sensazioni.Se qualcuno avesse ripetuto le parole del Chiarini:

notizie; si ma quando servono a mettere in ino-stra le debolezze e gli errori dei grandi uomini, me-glio il silenzio » avrebbe almeno ripetuto a spropositouna santa verità. C'è una vera smania, tutta modernadi frugare e ricercare nei particolari più intimi, lavita degli uomini illustri, di voler essere scientifici,dicon taluni, anche in queste remote biografie da nontralasciar nemmeno la nota del bucato: insomma difare e sfere e rifare ; secondo la più scrupolosa ve-rità la storia delle loro azioni; ed è una vana, pom-posa e morbosa curiosità. Ma che farei E l'indirizzomoderno degli studi, l'anatomico indirizzo di alcuniscrittori,che posiamo con tutte le forze dell'animo ira-to o nauseato riprovare, ma scalmanarsi e bandire unacrociata contro queai illusi è a sua volta una puerileillusione. Stefano Grosso in un prezioso opuscolo pernozze, che a giorni vedrà la luce, scrive a propositodi epistulari svelatiti certe azioni della vita privatadi uomini illustri, che pochi vorrebbero conoscere:

Dicono alcuni che l'anima d' un grande scrittorenon è nelle piccole miserie della vita privata, ma ètutta intera negli sritti suoi meditati ». Di questialcuni sun io che ho creduto sempre o credo ancheoggi doveroso distinguere l'uomo dallo scrittore, dal-l'artista, dal filosofo. e che seguace del metodo sto-rico in letteratura mi piace studiar gli uomini e loopere loro nel tempo in cui vissero, con ogni assiduacura nell'analisi di quelle e di questo sì, ma senzaminuta ed inutile pedanteria.

Del resto io non condanno coloro che per amor disapere per eccessiva reverenza ai Grandi del pensieroricercano in ogni minima manifestazione della loro vi-ta la loro individualità, voglio soltanto rilevare unandano che mi pare riprovevole: quello di voler cre-dere ogni coccio rotto un tesoro e ogni pezzo di cri-stallo un brillante; e d'altro canto trovar tanti schiz-zinosi che quando leggono una notizia frivola oinutile della vita d'un grand' uomo s' impensierisconoe dubitano che ne vengan menomate la gloria e lagrandezza.

Stiano tranquilli: il Leopardi anche dopo tutte leindelicatezze dei passati, presenti e futuri biografisarà sempre il cantore della Ginestra e dell'ode aSilvia; il De Mus.set dopo tutti gli Strappi fatti alvelo che copriva il suo sacrario d'amore, dopo tuttele rivelazioni sul suo abitualo alcoolismo, sarà sem-pre il dolce e armonioso poeta che ha fatto e faràvibrare tutti i cuori passionati e gentili.

MARIO FITNAL

Corriere dello SportLo stallone "The Mayor„*nociso.

Lo stallone The Mayor fu ucciso per ordine delMinistero nel macello di Ferrara.

The Mayor era di ungile inglese, e la decisionedel Ministero fu provocata da continui rapporti delcomando di Ferrara per la sua ferocia di mordere

tutti quanti l'avvicinavano e per aver fatto parecchievittime.

Lo stallone, che costò la bella sonmma di 10 milalire, fu venduto per 91) lire.

Gli stalloni acquistati dallo Stato.

in questi giorni sono arrivati al deposito cavallistalioni di Pisa cinque riprodattori di puro e mezzosangue orientale, acquistati, per conto del Ministerodi agricoltura, dal coloauello Berta dell' Haras erarialedi Babolna, in Ungheria.

I riproduttori di nuovo acquisto, Lutti nati, a Ba-bolna. nel 1891, sono i seguenti:

I) o Bajan, p. s. arabo (da O Bajan, originale arabo• Gazlan).

2.) B.Ijan mezzo s. arabo (da Obajn, originale araboe Koheilan mezzo sangue arabo).

3.) Dsingiskhan mezzo sangue arabo (da Dsingiskhau,p. s. arabo allevato in Babolna e Sgagya VIII figlia dimezzo sangue arabo).

4.1 Shagya X mezzo a. arabo (da Shagya, mezzo san-gue arabo, allevato in Balbona, e Gazland p. 8. arabo).

5.) Gazlan 1. mezzo s. arabo (da Gazlan 1., p. 2. araboallevato in 13albona a Zarif III mezzo sangue arabo.

R éNrer ieCapricciosa.

Le poche viti non offrivano tralci, nudi erano iciglioni, gli argini, i prati, solo gli ulivi mostravanole loro foglie di un verde smorto e qualche poveropesco stendeva le braccia quasi a implorare un po' diverzura dal cielo.

Ella sola metteva una nota gaia nella mestizia diquel luogo, fra quei pallidi ulivi. Ai di lei piedi eglila guardava rapito ed ella rideva di un riso squil-lante, scuotendo i fulvi ricci della leggiadra testina.

— Senti, Silvera, in questo mesto luogo, lontano ,dai rumori del mondo, vorrei avere una bella casina,vivere oguora qui insieme, soli. Ti piacerebbe, cara ?Vedi, fanciulla, sembri un raggio di sole in questesolitudini . . .

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Silvera mia, ti voglio tanto bene, tu sarai il sor-riso della mia vita, l'angelo consolatore dei mieigiorni. la madre dei miei figli ... ed io ti amerò, tiamerò sempre come adesso, sai? Come eternamentesi atuano gli Angeli in Cielo.

-- Sempre? Davvero? Me lo prometti? fece leischerzosa e con tini ironia.

— Te lo giuro — e quasi in atto solenne ci ledepose un bacio sulla candida fronte.

— Coglimi allora quel fiore, quel bel fiore violettoche spicca fra quelle piante appassite. là sul cigliodi quella balza. Voglio seccarlo fra le pagine di unlibro per mostrartelo nel giorno che cesserai d'a-marmi.

— No, Silvera, non dire così .Dammi quel fiore, e vedrai che verrà un giorno

— Taci, taci, te ne prego.No, voglio quel fiore, lo voglio.

— Silvera, vedi, per cogliere quel fiore bisognaarrampicarsi sul terreno umidiccio e al di là dellabalza è un profondo burrone ..

— Non sei gentile, non è vero che mi vuoi bene ....

4PEgli sale acchiappandosi alle piante. sale... ecco ...

è sul ciglio della balza, allunga la mano, coglie il belfiore violetto, lo getta sul prato . . .

Oh ! Dio, un piede gli è scivolato ed egli cade aprecipizio dalla parte opposta, nel burrone pauroso.

Mentre Silvera l'accoglie il fiore. un grido giungea lei: Capricciosa! ... Capricciosa! ...

g? WUna giovane donna dalle chiome fulve e disciolte,

dal volto pallido e mesto, si aggira di notte sotto gliulivi deserti, e ai piedi di una balza s'inginocchia egetta grida lamentose, e singhiozza soìnmessa.

È Silvera. la capricciosa fanciulla che piange l'a-more perduto, che straziata dal rimorso chiede alCielo pace e perdono. MADRESELVA.

ELZEVIRI E BODONIANI* •

Il collocamento delle lapidi in onore degli uominiillustri è stata una buona cosa; tna al solito, la buonacosa hanno fatto a metà e sotto certi puliti di vistahanno fatto anche male, perché dal lato dell'esteticae del buon senso io vedo che si è finito per illu-strare qualche cosa di più che il ricordo degli uo-mini illustri.

Tolta la iscrizione in onore di Byron al palazzoToscanelli, in elzeviro puro; le altre lapidi hanno unaridda spaventosa di caratteri bodoniani, lapidari eperfino egiziani, o dell'uno o dell'altro insieme congrande offesa all'austerità del ricordo marmoreo ealla armonia dell' epoca, degli eventi e dello stile.

In piazza Cavalieri. ad esempio, la epigrafe collo-cata ad un lato del palazzo della Scuola Normale, ecollocata così in alto che c'è da domandarsi per chi ciè stata posta se non si arriva a leggerla, ha uno stranoconnubio di egiziano e di lapidario e perfino di uncarattere e dell' altro nella stessa riga. e di più haconfusione di numeri arabi e di numeri romani; taleun pasticcio, una discordanza, un' ingiuria insommaa tutte le regole dell' armonia, della correttezza e del-l' estetica, che io consiglio subito di scolpirla di nuovoe di scolpirla soltanto in elzeviri, come già nellapiazza risaltano alia iscrizione della Chiesa, e di col-locarla poi più in basso, in luogo visibile e dove possaessere letta.

E quel che si dice di queste lapidi illustrative, puòessere ripetuto per le mostre delle strade. su per giùindecentissime tutte ed eseguite con molta varietàdi concetto si che per una taccagneria vergognosae risibile dalla lastra di marino scolpito si arriva finoalle più turpi rivelazioni del pennello a traverso atinte sbiadite e scolorite ed una grottesca esposizionecalligralica in cui non appare altro ornamento chequello dell' ignoranza.

Ebbene: bisogna amare e rispettare sopra tuttol'ordine, il gusto artistico, la correttezza dello stile.E non si dica che sono minuzie; perchè le minuzie,diceva Michelangelo, formano la perfezione; e certoin Pisa noi dimostriamo al visitatore, al forestierotroppo meschina prova della nostra intelligenza collebarbare mostre delle strade. che non sarebbero tol-lerate a Navacchio, e colle brutte inesplicabili lapididi tipi e di caratteri.

i/ gobbo Amelunghi.

Al Palazzo dei Signori della RepubblicaIl Consiglio provinciale è convocato per domani,

11 ottobre, a ore 9, all'oggetto di continuare la trat-tativa degli affari non esauriti nella seduta del 26del passato mese, e discutere gli altri che, coi primi,sono indicati nel seguente Ordine del giorno:

Comunicazioni. — Deliberazione d' urgenza. Deputa-tizia 5 ottobre 18117. Deviazione d' acqua d' Arno. Con-cessione al signor Andrea Bellinoioni di Pontedera. —Approvazione delle deliberazioni prese dalla deputazioneprovinuiale il 5 corrente per prelevamenti dal fondo diriserva e per imputazione loro alle seguenti categorie:a) S. art. 5 per lire 100, 0) — 13.s art. l per lire 100,00.— Provincia di Pisa e Comune di Pisa. Rapporti finan-ziari tra le due Amministrazioni. — Bilancio preventivodel 18418. — Via Massetaua. Cant. IL Correzione della sa-lita della Lanfredina. — Via Provinciale Fiorentina.Cant. III. Nuovi lavori di sistemazione di scoli, cordo-nati e zanelle fra San Prospero e Navacchio. — Via del

Dittorale. Lavori di ricostruzione e di ampliamento di

alcune chiaviche. — Domanda del Comizio Agrario perun sussidio allo scopo di istituire in questa città, a van-taggio dei nostri agricoltori un ufficio di consultazioniagrarie ed un magazzino di deposito di prodotti utilialla agricoltura. Proposta del oons. Landucoi. — Sorteg-gio della metà dei consiglieri assegnati alla Provinciada dovere essere sostituiti nella elezione del 1898.

Act faRrucche e ffi6tts..-••■•■••-■•••■•

Al Politeama Pisano.

Stasera un altro pienonc. un altro successo col-i ultimo concerto popolare.

Allo spettacolo prenderà parte il baritono EniilioBarbieri che insieme ad un basso appositamente scrit-turato canterà il Duo dei Puritani con accompagna-mento di orchestra.

11 trattenimento avrà anche una parte drammatica:e per questo è da notarsi l'intervento delle signo-rine Luchi e Galli.

Siederà al piano il Maestro sig. Alfredo Togreeti.

I successi di Zacconi a Vienna.Un nuovo grande successo ha avuto Ermete Zac-

coni al Carltheater di Vienna per l'interpretazionedel Kean.

Dopo la recita dei Disonesti, mentre Zacconi nelsuo camerino attendeva a vestirsi, vi si precipitò unasignora vestita a bruno, con le lagrime agli occhi, inpreda — si vedeva — alla commozione più viva. EraAdele SamLsock, la prima attrice del « Burgtheater »che andava a porgere a Zacconi le sue congratula-zio n i.

Le Vini „ del Puccini.A :Vane/Lesisi. l' opera del maestro Puocini, Le Vifli,

datasi in inglese, ottenne uno splendido successo.Fu bissata la preghiera e si ebbero cinque chiamate

dopo il primo atto e dodici dopo il secondo.Ciò alla prima rappresentazione; alle susseguenti poi

l' entusiasmo ed il favor., del pubblico crebbero lieta-mente.

una Villa a

Si affitta o si vendein posizione ame-

na ed elevata, ed in prossimità della Stazione ferro-viaria. — Per le t r attati ve dirigersi: al colonoGiovanni Corti, RIGOT.I.

Su e giù per la ProvinciaPontedera (9). [0.] — Martedì i commessi dello

Stabilimento Ligure-Toscano offrirono ai propri pa-droni, coniugi Bellincioni, una elegantissima perga-mena in ricordo delle loro nozze d'argento.

La pergamena è i.pera squisita del valente pittoreVincenut Ceccauti. E disegnata con fine gusto edeseguita con intelletto d'arte.

Ecco la dedica :« A Gemma Zeppini, a Benigno Bellincioni — nel

25.° anniversario del loro matrimonio — coloro chene conobbero le virtù nobilissime — devoti — gratie ~ori offrono ».

La pergamena raccoglie le seguenti firme: Simo-peschi G. - Gronchi C. - Bellincioni C. - Coi A. -Morganti G. - Belli G. - Lami C. - Vespi A. - Cei B. -Vespi G. - Franchi F. • Nassi O. - Panicucci E. -Busdragli C.

Anche i tigli delP egregio signor Benigno offrironoai genitori uno stupendo piumino ricco di rabeschiin oro e in argento.

Pure l'avvocato Lami presentò alla famiglia Bel-lincioni, a lui carissima, un ricordo stimabile.

Laiatioo (9). [S.] — La fiera di beneficenza èriuscita benissimo, e l' intasco ascende a circa lire 500.La elargizione degli oggetti donati per la lotteriaè stata copiosa ed ha rivelato la gentilezza dellesignore Giulia Gotti e Laura Masi, delle sorelle Ba-'estri, ed indistintamente di tutto le famiglie del paesee di quelli vicini. In quanto poi alla disposizione eaddobbo della Sala non dobbiamo solamente elogio

L1 sig. Getti Niccola nostro esattore, ma altresì al-l' ufficiale postale sig. Callai Ottavio, i quali hannoavuto un gusto tutto speciale, meritando le congra-tulazioni generali.

Bagni S. Giuliano (5). [Nieeolino] — Dome-nica scorsa la nostra Società di tiro a segno iniziole esercitazioni regolamentari nel poligono della So-cietà di Pisa.

I tiratori erano quaranta, guidati dall'infaticabilee solerte Presidente signor Paolo Carina.

I risultati di questo primo tiro furono assai sod-disfacenti.

Fra le società della provincia che non hanno po-ligono proprio, la nostra è la prima che funzionaregolarmente perchè le premure della presidenza, lozelo dei soci e la concordia dà pensieri e delle aspi-razioni hanno dato all'idea forza viva di successo edi fortuna.

— Giovedì 7 corrente ebbe luogo al Casino ungraditissimo trattenimento di prestidigitazione ese-guito con mirabile destrezza e con singolare maestriadall'esimio artista Conte Arturo Marulli. Poi si ballo:e la danza, in cui si volle ripetutatnente lo skolinq,si protrasse animatissima fino alle ore una.

Speriamo che queste teste e trattenimenti variati,intesi a tenere negli animi dell'eletta colonia vil-leggiante vivo ricordo di San Giuliano, valgano afarla perseverare, anco per l'avvenire, a preferirlo,come merita, agli altri siti di villeggiatura.

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Giudici, Giudizi e GiudicatiLa fine del fallimento della Banca Popolare.

Con sentenza del Tribunale Civile del i ottobre fuomologato il concordato concluso il 25 settembre u. s.e fu ordinato che, merce il completo adempimentodegli obblighi assunti dal concordato resti revocatala sentenza dichiarativa del fallimento rispetto • alprocedimento penale contro gli ex-aniniinistratori egli ex•sindacj per bancarotta semplice.

R..1.301.5-x-tbz.1./airi.eniatC).La FAMIGLIA GARZI.:1.1.• mentre ringrazia sentitamente

coloro che si interessarono, durante il lungo periodo,alla malattia del compianto Graziano GarZellel e pre-sero parte al trasporto della salma, fa le sue scuse aquelli cui non fos.ie pervenuta speciale partecipazione.

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tutino solenne di S. Teresa. In S. Giovannino Novena diS. Raffaele Arcangelo.

15 VEN. S. Teresa di Gesù Verg. Festa solenne in S.Torpè e al Carmine.

16 SAR. S. Gallo Ab.

(I giorno 10: L. P. a ore 17 e in. 42.Il patronato per gli alunni poveri. — Dietro

invito. emanato dell' ispettore scolastico alla Prefet-tura Signor Giusti, dall'ispettore scolastico municipaleProf. Della Pura e dal Presidente della società fra gliinsegnanti Prof Netti, si riunirono Martedì scorso nellasala delle adunanze al . palazzo Gambitcorti alcunieletti cittadini allo scopo di gettare le basi del patronato per gli alunni poveri delle scuole elementari.

Il Signor Giusti illustrò con belle parole lo scopoe la missione di questo patronato. Poi, discusse al-cune formalità e concordati i vari metodi più adattia raccogliere oblazioni dalla cittadinanza e ad isti-tuire il primo fondo, fu approvata la proposta diindirizzare un manifesto al pubblico ; fu nominatauna Commissione provvisoria; fu deliberato di chia-mare a comporre il comitato provvisorio tutte lerappresentanze delle diverse classi: e furono per ac-clamazione eletti Presidenti onorari il Prefetto, ilSindaco e il R. Provveditore agli studi.

Del Comitato definitivo, resta inteso, faranno partetutti coloro . che doventeranno in un modo o nel-l' altro sottoscrittori a beneficio del patronato.

Già un'. gran numero •di adesioni è pervenuto allaCommissione provvisoria, la quale è grata agli ade-renti. alla stampa, e specialmente ai corrispondentidei giornali: la Tribuna, la Nazione, il Fieramosca,il Corriere . ,Italiano, il Don Chisciotte, il Resto delCarlino, 'il Tele grafo, il Tirreno, il Secolo, e il PopoloRomano, che con parole' gentili di incoraggiamento edi augurio hanno espresso i loro voti più sinceri perla riuscita di si nobile impresa.

Pretori In Provincia. — L'avvocato' . Dario Mo-diano è stato nominato vice-pretore presso la R. Pre-tura di Pontedera; e l'avvocato Albanese già aggiuntogiudiziario un anno e mezzo fa al nostro Tribunale,è stato nominato pretore a Vicopisano.

R. UniVersità. — Il Rettore dà annunzio che es-sendo stata data dall'on. Codronchi, Ministro della Pub-blica Istruzione, tit prordga degli esami. questi avrannoluogo il 2 Novembre .pross.iino.

La solenne inaugurazione degli studi che dovevaaver luogo il giorno 4, è rimandata di quindici giorni.

Fu già annunziato che l'illustre Prot .. Battelli avreb-be letto il discorso 'inaugurale.

Solenni Feste religiose e civili alla Madonna disotto gli Organi che si venera nella Pritnaziale Pisana.

Il bel vol. in sedicesimo di pag. 284 è già in ven-dita alla Tipografia Arcivescovile Orsolini Prosperie ai Negozio di Oggetti Sacri La Croce Pisana diMariano Filidei.

Oltre alla descrizione di tinti gli tievenimenti suc-cessi nei tre mesi dell'è' féste, trovausi in riassunto eper disteso i prograernai e i discorsi più importantidei vari Pellegrinaggi. —

Si vende al prezzo -di lire 1MC4.

Onorificenza. — L'egregio Dott. Prof. OltavianoMarchionneschi è stato insignito cavaliere Dell' ordinedella Corona d'Italia.

Tante congratulazioni al valoroso professionista.Congedo. -- Alcuni amici, medici-chirurghi all'O-

spedale e colleghi del Dottor Giovanni Soldaini cimandano:

Il compagno nostro è andato a Caldana, nella pro-vincia di Grosseto, dove ha vinto il concorso 1)01' ilposto di medico-chirurgo condotto. Noi gli facciamocongratulazioni per il nuovo ufficio, sebben dolentidi non averlo più nella nostra famiglia; e gli invia-mo auguri ilì una brillante e fortunata carriera.

Esenzione dalla prossima chiamata dei mi-litari di M. T. ascritti alle Compagnie costiere.— Siamo lieti di annunziare, per informazioni assunteda fonte ineccepibile, che per l' esenzione dei militaridi milizia territoriale, ascritti alle compagnie costiere,dalla chiamata alle armi ordinata con R. Decreto indata 11 Agosto p. p. saranno stabilite norme analo-ghe a quelle che sogliono applicarsi alle chiamatoalle armi in genere a scopo di esenzione. È certoquindi che senza tener conto di altre e maggiori fa-cilitazioni che di volta in volta vengono stabilite dalMinistero colla pubblicazione del manifesto specialedi chiamata potranno essere dispensati dalla chiamatastessa quei militari, in essa compresi, i quali si tro-vano nei casi previsti dall' art. della legge 2 Luglio1882 sul tiro a segno nazionale e negli articoli 21-e 5 del relativo regolamento, di aver cioè frequen-tato il tiro a segno nei due anni precedenti alla chia-mata. È però da avvertire che il Ministero anche perle altre chiamate già avvenute nel corrente anno. hadispensato i militari che avevano frequentato il tiroa segno per due anni anche non consecutivi.

Volevano morire. — Un povero calzolaro, certoRossi, sopriummuinato Moneta, si rinchiudeva nellasua botteguccia, dava fuoco ad alcuni stracci e ten-tava asfissiarsi, se non che da alcuni pietosi chesfondarono l'uscio fu salvato; e il giovane Zargani.venditore di abiti, si tirava un colpo di rivoltella indirezione del cuore. ma fortunatamente il colpo nont'u letale.

Ambedue sono ora in condizioni non gravi.Un ferimento. — Lunedì mattina, alle ore 10,

nella via S. Antonio certo Luigi Micheletti, operaiodisoccupato, di anni 21, per vecchi rancori, il -derivatre colpi di coltello alle spalle della donna più checinquantenne Margherita Tolomei.

Per quanto le ferite siano gravissime, la Traimiciè ora fuori di pericolo.

Il feritore fu subito arrestato.Un omicidio. — Martedì notte. circa le ore 23,

nella fiaschetteria di certo Conticini Ulderigo. nel Lun-garno Gambacorti, giuocavano a tre sette certi Bel-latalla Livio fu Ferdinando di anni 25, Boschi Um-berto di Gaetano di anni 20. Terenzoni Alcibiade fuMassimiliano di anni 19, e Bargellini Aristide dettoBahounine fu Luigi di anni 20; venuti a parole gliultimi due per questione di punti, il Terenzoni in-ferse una tremenda coltellata al destro costato alBargellini, producendogli una ferita gravissima.

11 feritore si dava alla fuga ed al Ponte di mezzoveniva arrestato dalla guardia di P. S. Civitelli e dalvice brigadiere Pivessa, mentre il Bargellini dallaPubblica Assistenza veniva sollecitamente trasportatoai RB. Spedali. ove i medici gli eseguirono indarnola laparatomia.

Giovedì mattina il Bargellini morì.Contro il domicilio coatto. — L' unitine socia-

lista pisana, ha distribuito un manifesto, col qualeinvita tutti gli uomini di senno e di cuore, a combat-tere la legge sul domicilio coatto.

Grand H6tel Nettano. — Col 1. del corr. Ottobreè stato attivato un Servizio di Déjeuners, Pranzi ePensioni come appresso:

Déjeuner a lire 1,50: Pane, vino, minestra o uova,un piatto guarnito a scelta, frutta, formaggio.

Pranzo a lire 2,50: Pane, vino, minestra, due piattiguarniti a scelta, frutta, formaggio.

PENSIONE MENSILE: Déjeuner e Pranzo a lire 3,30 algiorno. — Déjeutier: Pane, vino, minestra o uova, unpiatto guarnito a scelta, frutta, formaggio.

Pranzo: Pane, vino. minestra, due piatti guarniti ascelta, frutta, formaggio.

PENSIONE IdENSILE : Déjeuner e Pranzo a lire 4,00 algiorno. — Déjeuner : Pane, vino a volontà, minestrao uova, un piatto guarnito a scelta, frutta, formaggio.

Pranzo: Pane, vino a volontà, minestra, due piattiguarniti a scelta, dolce, frutta, formaggio.

Sconto mensile del 20 per 100 sui prezzi della listagiornaliera. — Déjeuner di table d' liete, a lire 3,00(vino compreso) — Pranzo di table• d' tifate a lire 4,00(vino compreso). — Pensione completa con camerada lire 5,00 in più al giorno.

Il Nettano ha acquiatato altresì la Ditta dell'albergoRoma-Europa.

Polizia municipale. — Resultato del servizio diPolizia nel mese di settembre 1897. CONTRAVVENZIONI:

ai regolamenti municipali 86, al regolamento dei ve-locipedi 18, al regolamento per le vetture pubbliche42, al regolamento di polizia stradale 27, al codicepenale 21, al regolamento per la vuotatura dei pozzineri 6. al regolamento per la tassa sui cani 44, alcapitolato per l'illuminazione a gai 2, al regolamentosulle affissioni 5, alla legge di pubblica sicurezza 2,cani requisiti dagli agenti municipali 23. atti di denun-zia per ingiurie 2. oggetti rinvenuti e denunziati a(mesi: Ufficio 2, Vetturini sospesi dall'esercizio in se-guito a condanna della R. Pretura per contravven-zione 3 (art. 69 del regolamento).

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Mila no.Lo studio di un carattere femminile troppo squi-

sito e di una alterezza pudica e pensosa dà la figuradi Elena Daviiii. Essa .cura e cresce la propria pas-sionalitit, ue fa una missione di amore e di sacri-ficio, sospettosa guardando ai casi della vita che lestanno d'attorno. Dai fatti luttuosi o giulivi, svoltisisotto gli occhi di lei, ha una motivazione ed un rap-porto donde conosce la propria coscienza. Così, dallamorbida e penosa vita elaustrale del collegio, insof-ferente delle azioni altrui che le turbano l'armoniadel suo sentire, irritata e ribelle, all' incontro ed al-1' amore del prescelto Massimo Squillace, si svolge esi compensa tutta la sua effusione, tutto il suo ca-rattere. Costei certo era destinata alt' angoscia, talevisse cosi moriva. Ed acuendo questa sua delica-tezza, dopo la prova dell'amore sfortunato, rivale l im-magine di una morta, delitto l' offesa plateale e vil-lana della destra dell'amato sopra le sue -guancie.sfiduciata, triste, ignorando una pace nell'avvenire,volava sé stessa alla più alta idealità che per allorale poteva sorridere, si disse di Cristo e dei poveriilluminata, fuitasticai isterica, morbosa, ebbe visioni,intendimenti di dogmi nuovi, una religione.

D'intorno a sé, arrivata a questa crisi, sviluppòuna putzzesea azione e le sorelle, dominate dall'in-flusso, piegarono a lei e vissero in una monasticacomunità. Donde gli insulti ai fiori del davanzale ealle mollezze della casa, donde gli abiti bruni quasicilici e le penitenze e il vaneggiare nella notte. lnuna Pasqua d'Aprile, dopo l' elevazione di Cristo dallatomba all &n'Amo, la catastrofe, 1' olocausto dei corpigiovanili smunti, inutili. alla divina vanità sotto lesvolgersi del braciere di ferro del vapore letale.

Questo, Le sorelle del Gigli, il quale snoda la pro-pria tela, in modo limpido e chiaro, alcune volte in-terrompendo la fucile dicitura per annebbiarsi comeil soggetto lo comandi, altre volte per sfolgorare. Lucied toltine che rispondono al perché dell' opera. checertamente troverà il suo successo tra le lettrici no-stre, le quali saranno grate all'autore delle care in-time speculazioni. del triste piacere doloroso di ve-dersi un cotal poco comprese nella lettura. Le mi-gliori pagine del volume sì trovano nei capitoli X,xx e nell'ultimo, ai quali rimando coloro che amanogustare della buona lingua e di una fine psicologia.

A. Cambi.

Dopo lunga o putioiissimit malattia olio gli avevoconsumato l'organismo ed esaurita la fibra fortissima,è morto, il giorno i> del °orrende, Paola Cerri Che ebbeonore schietto di popolano od espansione di generositàe di abnegirsioni di amico sincero.

Alla finiglia desolata por la perdita del suo PA.01.0

mandiamo condoglianze affett.ms , .

STATO CIVILEdal 2 settembre ali' 8 ottobre 1897.

NASCITE,Leyigtime Maschi I I. - Femmine 21. - Nati morti 2

MATRIMONI.Paolucci Luigi, capitano contabile 5 ° Bersaglieri, di Roma,

con Toniasi Amelia, benestante, di Pi-, celibi - Citai Re-

uteri, bracciante, vedovo, di barbaricina, con Sbrana Isole, att.IL casa, nubile, di Madonna dell' Acqua - Borsacchibracciante, con Ghinassi Enrichotbi, sarta, celibi di S Pieroa Grado - Donati Ulivo, bracciente, con Vasolli Soffiala,tesidera, celibi, di oratoio - Polacchi Auzueto, peusiouatopensionato Regio. con Tassi Rosa. att. a casa, celibi, di SiinMarco alle Cappello - Lumini Ovest°, bracciante. con FavaElide, att. e c41911, celibi, di S. Erineto - Masi glovsani, 1111i.

cenare, con elimini Ida, int. a casa, celibi, di S, Giovanni alGetano - Noi-si Augusto, vetraio, con Gholurducei Ada Les-eiera, celibi, di Pisa - Meitcci Amedeo bracciante, di S. l'io

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La salute a Pisa. - Denunzie di malattie infet-tive pervenute all'Ufficio d' Igiene Municipale dal di2 al d1 8 ottobre 1897.

Febbre tifoidea n. 8 (di cui (i extra moenia.), scar-lattina 1, eresipela 1, tubercolosi 1, morbillo 6.

IsPEZIONI: Ui mercati e alle pescherie n. 8, agli spaccidi commestibili 56, alle latterie 4, alle abitazioni 16,diverse 2.

ANALISI: per sostanze alimentari n. H, per acquepotabili e pozzi 38.

CONTRAVVENZIONI: alle Leggi ed ai Regolainenntisanitari n. 17.

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Premi giornalieri sul reaultato di tre serie una perciascuna posizione.

Tiratori scelti ministeriali.2.° premio: Medaglia d'argento di stile barocco,

Salvestroni Einerenziauo, p. 102.Tiratori scelti sociali.

2.° premio: Medaglia d'argento stile barocco, Vol-terrani Cesare, p. 90.

Tiratori di prima categoria.2.° premio: Medaglia d'argento stile barocco, For-

mini Luigi, p. 74.Tiratori di seconda categoria.

2." premio: Medaglia d'argento stile barocco, Sal-~troni Giovanni, p. 49.

Il primo premio non venne assegnato in nessuna Ca-tegoria per mancanza del prescritto numero dei concor-renti.

GARA DELLE SAGOME. (./i. 200).1.° premio: Medaglia d'argeritn stile barocco, Petri

Giov. Dario: p. 61.2.° premio: Medaglia d'argento di primo grado,

Bartorelli Giuseppe, p. 55.3. premio: Medaglia d'argento di primo grado,

Salvestroni Giovanni, p. 54.4.° premio: Medaglia d'argento di secondo grado,

Antonietti Emilio, p. 51.5:-' premio: Medaglia d'argento di secondo grado,

Claudon Luigi, p. 38.6.° premio: Medaglia d'argento di terzo grado,

bbiana Eugenio, p. ;I-5.7.° premio: Medaglia d'argento di terzo grado,

Riglet Amato, p. 27.premio: Medaglia d' argento di terzo grado,

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I Lucca e 4,40 - 9,21 - 12,40 - 17,33 - 20,22 - 23,40I Firenze e 4,52 - 8,58 - 11,32 - 17,10 - 20,5 - 23,35• Spezia, e Genova 2,52 - 4,30 - 4,50 - 9,10 - 11,45' - 14,20 - 15,20 - 20,42 2 - 22,32• Roma linea C. Salvetti par. 2,53 - 3,25 - 5,45 - 11,47 - 23,47• Collesal -vetti par. 2,33 - 3,25 - 5,45 - 11,47 - 17,05 - 17,17 - 23,47• P'ontedera » 4,52 - 8,58 - 11,32 - 14,32 - 17,10 - 20,05 - 23,35• Viareggio 4,30 - 4,50 - 9,10 - 11,45 - 14,20 - 15,20 - 20,42 - 22,32

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Lacca, e 7,55 - 9,37 - 14,30 - 19,58Firenze e 8,27 - 8,56 - 11,25, - 14,03, 20,05 - 22,4Spezia e Genova ar. 2,46 - 3,16 - 4,40 - 8,05 3 - 11,24-15,44 - 16,45 - 21,55 - 23,23Roma, linea C. Salvetti arr. 2,44 - 4,13 - 19,10 - 22,8Collesall -vetti arr. 4,13 - 8,40 - 13,35 - 19,10 - 22,08ponteciern e 6,45 - 8,27 - 8,56 - 11,25 - 14,3 - 16,59 - 20,05 - 22,04

• Viareggio 2,46 - 3,16 - 4,40 - 8,05 - 11,24 - 15,44 - 16,45 - 21,55 - 23,23

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» da Calci per Nava.cchio 7,43 - 9,40 - 10,48 - 12,10 - 14,30 - 17,10 - 19,8 - 19,57e da Pisa per Calci 6 - 7,33 - 9,30 - 1 2 - 14,20-17,1-18,39

Per Marina 5,10 -7 - 10,15 -13,20 -15,35-18,6-19,40 - 20,314

Da Marina. 6 - 8-11,15 - 14,21 - 16,45 - 18,54 - 20,31 - 21,30 4

Arr. a Filma 6,43 - 8,43- 11,58 -15, 4-17,28-18,48-19,37 21,14-22,13'I a Marina 5,53 - 7,43-10,58- 14,3-16,18-18,49-20,23-21,144