convegno firenze - 21.11.2015

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OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO ONA Onlus Atti della Conferenza Responsabilità penale per esposizione all’amianto. Tra dolo, dolo eventuale, colpa e nesso causale Firenze, 21 novembre 2015 Auditorium della Regione Toscana

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Page 1: Convegno Firenze - 21.11.2015

OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO

ONA Onlus

Atti della Conferenza

Responsabilità penale per esposizione all’amianto.

Tra dolo, dolo eventuale, colpa e nesso causale

Firenze, 21 novembre 2015

Auditorium della Regione Toscana

Page 2: Convegno Firenze - 21.11.2015

©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus

Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-99182-12-0

Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma

http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email [email protected]

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume.

Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o

commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell’Editore.

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Atti della Conferenza

Responsabilità penale per esposizione all’amianto.

Tra dolo, dolo eventuale, colpa e nesso causale

Firenze, 21 novembre 2015 Auditorium della Regione Toscana

Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali

Prima edizione: 31 gennaio 2016

ISBN 978-88-99182-12-0

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Organizzazione del Convegno

Segreteria Organizzativa Anna Corbi

Atti a cura di Michele Rucco

Segretario Generale ONA Onlus

Grafica Marco Vinicio Zonin

Architetto

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Programma dei lavori del 21 novembre 2015

Auditorium Regione Toscana - Firenze

La responsabilità penale per esposizione ad amianto Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto pag. 8

Meso carcinogensis a "cautionary tale" La carcinogenesi del mesotelioma: una storiella ammonitrice Prof. Luciano Mutti, titolare della cattedra di Oncologia Medica e Ricerca Oncologica della Facoltà di Medicina presso l’Università Salford di Manchester e Componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA pag. 32

► L’epidemia di patologie asbesto-correlate e la sorveglianza

sanitaria degli ex-esposti: i criteri di Helnsinki 2014 Prof. Pietro Sartorelli, , ordinario di Medicina del Lavoro presso l'Università di Siena, Componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA. pag. 41

Amianto e forze armate. Riflessioni medico legali.

Dott.ssa Lucia Astore, Medico legale, Psichiatra Forense e Neurologo. pag. 56

► Scuole all’amianto. Riassunto della storia del biennio dell’Istituo

Leonardo da Vinci Prof. Luciano Macrì, Dirigente sindacale FLP – Federazione Lavoratori Pubblico Impiego e Componente RSU dell’ITI L. da Vinci – Firenze pag. 59

Le scuole fiorentine sono in una situazione drammatica. Arianna Xekalos, Consigliere comunale del Comune di Firenze. pag. 75

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Appendice

Locandina

Comunicato stampa

Rassegna Stampa – ANSA 18.11.15

Il problema amianto nelle scuole

La Cooperativa Vapordotti

La Cooperativa Vapordotti (video)

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Relazioni e

Presentazioni

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

21/11/2015 ore 9,00

presso Auditorium della Regione TOSCANA

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Il Tribunale di Torino

affermò per la prima

volta che le fibre di

amianto sono

dannose per la

salute umana con la

Sentenza del 31

ottobre 1906.

Sentenza del Tribunale di Torino31 ottobre 1906

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Sentenza della Corte di Appellodi Torino del 1907

Nel 1907,la Corte d'Appello di Torino conferma la

decisione del Tribunale, e rigettava definitivamente le

richieste risarcitorie avanzate da industriali dell’amianto e ha

assolto l’editore e il direttore del giornale “Il progresso del

Canavese e delle Valli di Stura”che avevano sostenuto le

rivendicazioni dei lavoratori dell’amianto, affermando che le loro aspettative di vita erano di molto inferiori rispetto al resto

della cittadinanza.

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

“E’ … certo ed incontestabile che l’integritàpersonale dell’uomo e la sua salute (sommi beniche trascendono dalla sfera dell’individuo perassurgere ad importanza sociale, comenecessaria premessa della conservazione e delmiglioramento della specie) sono protette nonsoltanto dal contratto, ma altresì da numeroseleggi di pulizia sanitaria e perfino dal CodicePenale” (Corte di Cassazione Civile, Sentenzan. 2107 del 28.04.1936, pubblicata il17.06.1936), e “le forme assicurativepredisposte per garantire gli operai contro talunemalattie professionali tassativamente elencate,non dispensano i datori di lavoro dall’obbligocontrattuale di usare la dovuta diligenza nellapropria azienda, per evitare danni ai lavoratori(anche se compresi nella previdenzaassicurativa), adottando tutti i mezzi protettiviprescritti o suggeriti dalla tecnica e dallascienza”.

Sentenza della Corte di Cassazione28 Aprile 1936 n. 2107

Il diritto alla salute nellasua dimensione individuale e collettiva

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Il dovere di prevenzione, che l’art. 17 r.d. 14aprile 1927, n. 530, sull’igiene del lavoro,impone per il lavoro che si svolga in ‘localichiusi’ va osservato in tutti quei casi in cui illuogo di lavoro, pur non essendocompletamente chiuso, non sia tale dapermettere comodamente e senza pericolo lauscita dei vapori e di qualsiasi materianociva”: la colpa risiede nell’assenza di“aspiratori” in “locali non perfettamentechiusi” e di “maschere per i lavoratori” e nellanegligenza e imprudenza rispetto “allarmedato dagli scienziati” sulla pericolosità dellepolveri (Cass. Sent. n. 682 del 20.01.1941,pubblicata il 10.03.1941, Soc. acciaierieelettr. c. Panceri) …

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

Sentenza della Corte di Cassazione20 gennaio1941 n. 682

Il rispetto delle norme di prevenzione tecnica e protezione individuale

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

“…né può costituire un esonero il fatto che “glioperai non avevano mai denunziato disturbi […]perché la silicosi insidia insensibilmentel’organismo del lavoratore fino alle manifestazionigravi che causano l’incapacità al lavoro sicché illavoratore non è in grado di accorgersene inprecedenza”, poiché l’art. 2 del r.d. 530 del 1927,“prescrive al datore di lavoro di avvertirepreventivamente il lavoratore del pericolo, diindicargli i mezzi di prevenzione adatti” e l’art. 17“prescrive l’aspirazione della polvereimmediatamente vicino al luogo ove vieneprodotta” (Corte di Cassazione, II^ SezioneCivile, Sentenza n. 686 del 17.01.1941), cuicorrisponde la norma di chiusura di cui all’art.2087 c.c. (r.d. 16.03.1942, n. 262), con la qualesi impone all’imprenditore di “adottarenell'esercizio dell'impresa le misure che, secondola particolarità del lavoro, l'esperienza e latecnica, sono necessarie a tutelare l'integritàfisica e la personalità morale dei prestatori dilavoro”.

Sentenza della Corte di Cassazione7 gennaio1941 n. 686

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

poiché per le “malattie professionalinon garantite da assicurazioneobbligatoria il datore di lavoro nonpuò esimersi da responsabilità sel’evento dannoso si sia prodotto persua colpa” (Corte di Cassazione,Sentenza 17.01.1941, Soc. off.elettroferro Tallero c. Massara)

Sentenza della Corte di Cassazione17 gennaio1941

Obbligo di riconoscimento ed indennizzo anche per le malattie non inserite nelle tabelle

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Con la legge n. 455 del 12.04.1943, l’asbestosi viene contemplata tra le malattie di origine professionale indennizzabili dall’INAIL.

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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PRODUZIONE E IMPORTAZIONE DI AMIANTO IN ITALIA DAL 1946 AL 1992

Fonte: O.N.A. 9

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Produzione nazionale di amianto grezzo Italia e Stati Uniti d'America; tonnellate; anni: 1945-1992

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

Orange:United States

Red: Italy

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L’amianto in Italia

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ØMateriali contenenti amianto in matrice

compattaà 32 milioni di tonnellate

ØAmianto friabile à alcuni milioni di

tonnellate

ØAmianto bonificato à 500mila tonnellate

(meno del 2% del totale)

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Principio di precauzione e rischio zero come forma di prevenzione primaria.

Mondo pulito = Salute

Mondo inquinato = Malattia

(René Truhaut e Giancarlo Ugazio)

Patologia Ambientale

Salute Ambientale

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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AMIANTO AMIANTO KILLERKILLER

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Dati pubblicati nel 2012 nel “Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM – Inail - ISPESL) –Quarto Rapporto”, che mostra l’aumento dei casi di mesoteliomi in Italia:

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

Fonte INAIL

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E’ confermato che in Italia più di 5.000 persone ogni anno perdono la vita in seguito a patologie asbesto correlate (stime prudenziali che non tengono contodelle altre patologie asbesto correlate).

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I dati dell’epidemia in corso:

Source O.N.A. 2015

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

Stime ONA

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La lobby dell'amianto (1)Relazione scritta il 20 dicembre 1976, da Ermanno Martini, ingegnere e dipendente della ditta "Amiantifera" di Balangero (Torino). La relazione è stata utilizzata nel corso tenuto a Neuss(Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre 1976 a Wirtschaftsverband Asbestzement e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di cemento-amianto], organizzato da Stephan Schmidheiny. In questo rapporto è possibile leggere la frase "Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dottor Selikoff e astenersi dal citarlo".

Vi fa riferimento la Sentenza del Tribunale di Torino n. 565 del 2012 (caso Eternit)

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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La lobby dell'amianto è riuscita ad influenzare le decisioni del Governo Italiano affinché in Italia non fossero introdotti i limiti di soglia: Nota scritta a mano su un "incontro" presso la "Assocemento" di Roma, il 17 novembre 1978.Questa nota è stata trovata fra le carte del Consiglio di Amministrazione della società"Amiantifera diBalangero" (Torino) e ora si tiene presso l'Archivio di Stato di Torino. (Società di produzione di amianto chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla produzione dei lavoratori, "l'ENPI ha aderito a questa richiesta ... Il ministro della Salute ha confermato questo fatto." - Torino, Archivio di Stato).

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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La responsabilità penale per esposizione ad amianto

La Corte di Cassazione ha assolto

per prescrizione Stephan Schmidheiny, che è ora imputato di omicidio volontario in

un procedimento penale sospeso

perché gli atti sono stati rinviati alla Corte

Costituzionale.

Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte Presidente del Consiglio e già Presidente dell’Unione

Europea, Prof. Romano Prodi

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Piano nazionale amianto del Governo Monti

Ø Termine della mappatura;

Ø Sensibilizzazione ed informazione;

ØStudio del problema amianto, per cercare una soluzione;

ØUtilizzo delle discariche;

Ø Sottovalutazione dei dati relativi alla presenza di amianto edell’epidemia in corso;

Ø Limitazione del problema amianto ai soli siti Eternit (e apochi altri).

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Piano nazionale amianto dell’ONA Onlus

I. PREVENZIONE PRIMARIA.

ØDecontaminazione dei luoghi di vita e di lavoro, con labonifica, attraverso un piano pluriennale nazionale dimodernizzazione infrastrutturale e di rilancio industriale,attraverso la detrazione fiscale delle spese, l’utilizzo dei fondistrutturali europei, e dei finanziamenti della cassa depositi eprestiti;

Ø Governo pubblico dell’economia, attraverso una costituzionedell’economia, che detti regole precise, con lo Stato arbitro, ingrado di intervenire per interdire eventuali distorsioni dellibero mercato e per fini sociali;

ØValorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà.

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Piano nazionale amianto dell’ONA Onlus

II. PREVENZIONE SECONDARIA.

ØRicerca scientifica, con la valorizzazione delle esperienze edei risultati conseguiti a livello internazionale;

Ø Sorveglianza sanitaria per i cittadini e lavoratori esposti afibre di amianto;

ØIstituzione di una cabina di regia, per la costituzione di ununico protocollo nazionale, applicabile ai casi di patologieasbesto correlate.

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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Piano nazionale amianto dell’ONA OnlusIII. PREVENZIONE TERZIARIA E TUTELA GIURIDICA DELLE VITTIMEDELL’AMIANTO.

ØIndagini epidemiologiche riferite a tutte le patologie asbesto correlate;

Ø Istituzione del Registro degli esposti ad amianto;

ØAggiornamento delle tabelle INAIL, con l’indennizzo di tutte le patologieasbesto correlate;

ØIstituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro;

ØRiforma legislativa, che porti all’abrogazione della norma di cui all’art. 254 delD.Lgs. 81/08;

ØAbrogazione del termine di decadenza per i benefici contributivi peresposizione ad amianto per coloro che non hanno presentato la domanda entro il15 giugno 2005;

ØPensionamento anticipato per coloro che hanno patologie asbesto correlate,anche qualora non abbiano ancora età pensionabile.

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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“Quante vite umane

potevano essere salvate se gli studi di Gardner non fossero stati censurati!”(Abrams)

Grazie.

La responsabilità penale per esposizione ad amianto

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L. MuttiMeso Carcinogensis a “cautionary tale”

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“La Fontana di Trevi”

“La fibra killer”

“Chi ha causato la prima cellula tumorale ?”

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P13K

AKT

Cell survivalmTOR

NFKB

NADPH oxidase

ROS H2O2 OH

IKB

NFKBPARP-1

activation

Cell death DNA repairInflammatory gene expression

AsbestosVEGFR EGFRMETPDGFR

ERβ

Cyclin B1Survivin

Cell cycle arrest

Grb2SOS

RASRAF

MEKERK

Proliferation

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AktAkt--PP7 d7 d

30 d30 d60 d60 d

ASBESTOS-INDUCED CELLS TRANSFORMATION IS CUMULATIVE DOSE- DEPENDENT

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Asbestos induces PARP1 activationPARP1 inhibitor 3-ABA decreases

asbestos cytotoxicity

HMGB1

Untreated ActD

HMGB1 is released from HM into the extracellular space

after asbestos exposure

Asbestos induces cell death via PARP1 actvitation and release ofHMGB1 in turn promotingTNF-

α secretion by macrophages

H2O2 Asbestos

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PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379

Cell Death and Disease (2015) 6, e1786

Aspirin Delays Mesothelioma Onset and Progression

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Inflammation/Apoptosis Cross Talk

Via PARP-1activation

Cell deathHBM1

TNFα by MaNF-κB

Sustained InflammationDecreased Apoptosisand Cell transformation

Asbestos(TKR activation)

Signaling activation

Increased resistance to genotoxicity

= MPM Carcinogenesis

+

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TAKE -HOME MESSAGE

Asbestos activates biochemical signaling leading to cell transformation

Asbestos-dependent sustained inflammation participates at signaling activation “random” DNA damage and promotes carcinogenesis

Sustained inflammation promotes “metachronous”carcinogenesis with progressive multi-nodal macroscopic pattern

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“Here is Edward Bear, comingdownstairs now, bump, bump, bump,on the back of his head, behindChristopher Robin. It is, as far ashe knows, the only way of comingdownstairs, but sometimes he feelsthat there really is another way, if onlyhe could stop bumping for a momentand think of it”

A.A. Milne 1926

Illustration E.H.Shepard 192614

“If you always do what you always did, you always getwhat you always got”Mark Twain

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L’EPIDEMIA DI PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE E LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI:

I CRITERI DI HELSINKI 2014

Prof. Pietro SartorelliMedicina del Lavoro

Dipartimento di Biotecnologie medicheUniversità degli Studi di Siena

CONFERENZA ONAResponsabilità legale per esposizione all’amiantoTra dolo, dolo eventuale e colpa e nesso causale e le tutele civilistiche

Firenze 21 Novembre 2015

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World Health Organization WHO

Più di 107.000 persone all’anno morte per malattie da amianto contratte nell’attività lavorativa

La IARC ha riscontrato sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo di tutti i tipi di amianto

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Le stime riguardano praticamente solo il mesotelioma pleurico

non tengono conto del cancro del polmone molto più frequentee delle patologie asbesto-correlate non neoplastiche che interessano il 25-30% dei lavoratori ex esposti con larga

prevalenza di placche pleuriche benigne

Per la complessità diagnostica anche il mesotelioma pleurico sembra essere sottonotificato

possibilità che a Trieste il 45% dei mesoteliomi fosse non diagnosticata (Delendi e coll. IARC 1991)

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Il rischio da amianto è sicuramente di tipo

respiratorio

IARC 2012 : ruolo dell’esposizione prof. ad asbesto permesotelioma maligno, cancro polmone,laringe e ovarico

Rischio gastroenterico non dimostrato

associazione con cancro colon-retto e faringeal limite dell’evidenza

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Attuazione della sorveglianza sanitaria degli ex esposti

Necessaria sorveglianza sanitaria degli ex esposti per motivi

• clinici• medico-legali• epidemiologici• di giustizia sociale

Devono essere impiegati criteri diagnostici standardizzati in particolare per la TC (ILO, ICOERD)

Prestazioni sanitarie di tipo preventivo che non devono essere gravate da pagamenti

Programmi di screening da riservare alle popolazioni a rischio elevato

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Screening: protocolli diagnostici standardizzati applicati supopolazioni a rischio → efficacia provata conmetodi statistici

Sorveglianza sanitaria: attraverso l’approccio clinico si arrivaa definire un percorso diagnostico chetiene conto di esposizione eipersuscettibilità del soggetto

si deve definire un profilo di rischio individuale per impostare correttamente tipo e frequenza degli accertamenti sanitari

in termini di costo/beneficio e rischio/beneficio

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Nel febbraio 2014 i partecipanti allaInternational Conference on

monitoring and surveillance of asbestos-related diseases

sottoscrivevano laHelsinki Declaration

approvata anche dalla ICOH(International Commission on

Occupational Health)

Alla Dichiarazione di Helsinki ha fatto seguito la pubblicazione di un consensus report che aggiorna i noti Helsinki Criteria del 1997 sulla diagnosi e l’attribuzione all’asbesto delle fibrosi interstiziali polmonari e dei cancri

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Dichiarazione di Helsinki 2014

• Le patologie asbesto-correlate devono essere diagnosticate più precocemente possibile sia per l’impiego appropriato delle misure preventive e terapeutiche disponibili sia per il loro riconoscimento medico-legale

• Per le popolazioni lavorative a maggior rischio si raccomanda di valutare gli screening del cancro del polmone

• I lavoratori ex esposti devono essere informati del significato degli accertamenti effettuati i cui costi non possono in alcun modo gravare sui lavoratori stessi

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Criteri di Helsinki 2014 sulla diagnosi e l’attribuzione all’asbesto delle fibrosi interstiziali polmonari e dei cancri

• Un programma generale di follow-up nei lavoratori esposti all’amianto dovrebbe essere stratificato in funzione dell'intensità, latenza e durata dell'esposizione

• Follow-up dei lavoratori altamente esposti proseguito fino a 30 anni dopo la cessazione dell'esposizione

• Raccomandato l'uso della classificazione ICOERD della TC• Biomarcatori ematici quali le proteine della famiglia della

mesotelina al momento non sufficientemente sensibili/specifici per impieghi diagnostici e di screening

Page 50: Convegno Firenze - 21.11.2015

Criteri di Helsinki 2014

Diagnosi istologica dell’asbestosi: fibrosi interstiziale diffusa con presenza di corpuscoli o conteggio di fibre di amianto che rientri nel range registrato per l’asbestosi

l’esito negativo della concentrazione di corpuscoli e fibre di asbesto non esclude né una potenziale

esposizione pregressa né la possibilità di insorgenza di patologie asbesto-correlate

con un risultato positivo invece la probabilità di seri danni alla salute è aumentata

Page 51: Convegno Firenze - 21.11.2015

Partecipanti NLST: età 55-74 anni con storia di fumo di

sigaretta ≥ 30 pacchetti/anno(se ex fumatori interruzione

fumo da <15 aa)

efficacia dello screening con TC low dose

In analogia al trial nazionale sullo screening per ilpolmone degli USA (National Lung Screening Trial - NLST)si raccomanda che per i lavoratori esposti all’amianto a rischio più elevato si valuti la possibilità di programmi

di screening per il tumore del polmone

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Gruppo tecnico di lavoro coordinato da ISPO che tiene conto di:• Piano Nazionale Amianto 2013• esperienze di sorveglianza sanitaria nazionali e regionali• specifici progetti CCM 2012 (Veneto, Lazio)• risultati degli studi epidemiologici• Criteri di Helsinki 2014

Effettuata una fase di sperimentazione per:• definizione delle esposizioni che attivano la sorveglianza sanitaria• procedure di comunicazione e follow-up• costi

Linee di indirizzo della Regione Toscana sulla sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto

(Decreto Dir. n.1826 del 26.04.2012 della Regione Toscana)

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Stima dei costi del protocollo di sorveglianza sanitaria proposto nel documento linee di indirizzo

Sottoprogetto B (DGRT n.590 del 14-7-2014)

E’ stato stimato il numero di soggetti che potrebbero essere invitati sulla base della distribuzione dei lavoratori

viventi al 2010 inclusi nelle coorti toscane dell’amianto ed i relativi costi

• presumibile 30.000 lavoratori ex-esposti• sorveglianza sanitaria nel periodo 2016-2024• fino a 79 aa di età (30 aa dalla cessazione)

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Documento proposta ottobre 2013

contributo alla definizione del protocollo nazionale nell’ambito CCM Veneto approvato dalla Conferenza delle Regioni e Province

Autonome nel maggio 2015

Aggiornamento nel novembre 2015 con inclusione delle raccomandazioni dei Criteri di Helsinki 2014 e dei dati scaturiti

dalla fase di sperimentazione

La Regione Toscana potrà deliberare atti attuativi del programma di sorveglianza sanitaria proposto

Linee di indirizzo della Regione Toscana sulla sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto

(Decreto Dir. n.1826 del 26.04.2012 della Regione Toscana)

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AMIANTO E FORZE ARMATE

RIFLESSIONI MEDICO – LEGALI

Dr.ssa Lucia Astore Specialista in: Medicina Legale e delle Assicurazioni Psichiatria Forense e Criminologia Clinica Neurologia CTU del Tribunale Esperta in Medicina Legale Militare Via della Mattonaia 35 – 50121 Firenze – Tel. 055.2345154 – 3333599772 mail: [email protected] [email protected]

RIASSUNTO

Viene trattata la problematica medico – legale dell’Amianto nelle Forze Armate, in particolare l’Aviazione e la Marina Militare, finalizzata

- sotto il profilo civile e penale a approfondire il diritto alla causa di servizio, all’Equo Indennizzo, al risarcimento del danno biologico

- sotto il profilo psichiatrico forense : al risarcimento del danno biologico di natura psichica sia ai militari affetti dalle gravi conseguenze della asbestosi sia agli eredi.

TESTO

I Diritti delle Forze Dell’Arma dovrebbero coincidere con quelle di altri soggetti civili quali i dipendenti pubblici esposti all’amianto, ma questo non sempre si verifica.

In ambito civile: al di là degli aspetti legislativi il diritto si concretizza: - in caso di soggetti in vita, con una forma di risarcimento del cosìdetto danno biologico che nel caso specifico deve concretizzarsi non solo nel riconoscimento della causa di servizio; - in caso di decesso, con una forma di risarcimento del danno biologico da lutto degli eredi (moglie e figli) oltre la pensione privilegiata alla moglie o al figlio inabile al 100%.

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Nel primo caso, una volta ammesso il nesso causale e temporale, a mio avviso oltre alla c.d.s. dovrebbe essere risarcito, come comunemente avviene, anche il danno alla salute, quel danno biologico interessante la capacità lavorativa generica e specifica del soggetto portatore di infermità causate dall’esposizione all’amianto. Ben sappiamo come l’asbestosi abbia un indice di interessamento di organi plurimo, la cui espressione più grave è data proprio dal mesotelioma. Il problema del risarcimento del DPTS o del Disturbo dell’Ansia con i suoi aspetti depressivi è a tutt’oggi minimizzato e la stessa legislazione da diverse versioni sull’autenticità di questo diritto . Non dimentichiamoci infine anche i risvolti pensionistici che nei militari sono del tutto sacrificati. L’INAIL il 03.02.2015 ha firmato un accordo con il Ministero della Difesa per la prevenzione dal rischio amianto in particolare nell’ambito di siti, ambienti, aeromobili dei reparti delle Forze Armate. Un atto estremamente importante ma a tutt’oggi in fieri.

In ambito penale: oltre la responsabilità oggettiva degli Enti di appartenenza ad esempio Marina Militare e Aviazione, i più a rischio sia singolarmente sia come Ministero della Difesa che li rappresenta, ritengo di sposare con una certa correttezza l’ipotesi che le medesime presunte inosservanze del datore di lavoro possono costituire fattispecie delittuose che integrano i reati di lesione personale o di omicidio, pertanto attribuibili solo con una evidente ed assoluta certezza della sussistenza del fatto reato e della altrettanto certa individuazione del suo responsabile quando una condotta diversa, nell’ambito della tutela della salute del lavoratore, avrebbe potuto evitare in maniera concreta o significativa lo svilupparsi della patologia. Una riflessione importante va fatta sulla soluzione giuridica proposta dalla Procura di Torino , alla base del processo penale presso il Tribunale di Torino, del quale si riportano due ordinanze (ordinanza del Tribunale di Torino, 1 marzo 2010 e 12 aprile 2010, Pres. Casalbore). Si tratta di un procedimento di particolare interesse, perché per la prima volta la Procura ha deciso di non contestare ai responsabili dell’esposizione i reati di omicidio o di lesioni colpose in relazione ai singoli soggetti che hanno contratto il mesotelioma, bensì i reati di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, aggravato dalle verificazione del disastro o dell’infortunio (cui all’art. 437 co. 2 c.p.) in relazione alle patologie (non solo mesoteliomi, ma anche asbestosi e tumori polmonari) insorte tra i lavoratori, e del reato di disastro doloso (cui all’art. 434) in relazione ai moltissimi casi di mesotelioma verificatisi nella popolazione di Casale Monferrato, in ragione della pervasiva diffusione dell’amianto anche al di fuori degli impianti ove la sostanza veniva lavorata. In tale procedimento quindi si contestano, invece dei consueti reati di danno che presuppongono la prova della causalità individuale tra l’esposizione alla sostanza e le singole patologie

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insorte tra gli esposti, i reati di pericolo, in relazione ai quali per l’accusa è sufficiente fornire la prova che l’esposizione abbia cagionato un pericolo per la salute della popolazione. Ma l’aspetto più innovativo del processo di Torino è ancora un altro: la contestazione di reati di pericolo non ha impedito, infatti, alla Procura di indicare nel capo di imputazione tutti i singoli soggetti (centinaia di persone) che secondo l’ipotesi accusatoria sono morti o si sono ammalati in ragione dell’esposizione. In sostanza, l’impostazione della Procura di Torino è che per contestare non solo gli illeciti di pericolo, ma anche le aggravanti relative alla verificazione degli eventi “disastro” o “infortunio” non sarebbe necessario accertare i singoli nessi causali tra l’esposizione, da un lato, e la morte o le lesioni, dall’altro, essendo sufficiente bastando l’evidenza epidemiologica che l’esposizione abbia cagionato un danno alla popolazione. Tale impostazione è stata fatta propria dal Tribunale di Torino nell’ordinanza 12 aprile 2010, dove – nel respingere le richieste delle difese di ammettere le prove necessarie per provare i singoli nessi causali – espressamente si afferma che “l’aggravante è costituita dal conseguimento di un infortunio al quale è equiparata la malattia professionale del lavoratore che, tuttavia, non si identifica con le specifiche lesioni personali subite da singoli lavoratori e ben può essere accertato in modo assolutamente impersonale, ad esempio anche attraverso accurate indagini epidemiologiche”. Si profila – nonostante l’estrema sinteticità della motivazione sul punto, legata anche dal fatto che si tratta di una mera ordinanza istruttoria – la possibilità che si pervenga ad un’affermazione di responsabilità per l’evento sulla base della mera evidenza epidemiologica: una prospettiva che può mutare radicalmente il quadro giurisprudenziale.

CONCLUSIONI

Emerge chiaramente come a tutt’oggi il problema del risarcimento del danno in ambito civilistico e penale sia ancorato ad un percorso senza dubbio ancora parzialmente soggettivo e molto difficile. Le mie esperienze in questo campo – sotto il profilo medico – legale e psichiatrico forense – sono risultate positive sull’intenzionalità di tutti a procedere in tal senso. Purtroppo i freni burocratici ed istituzionali non sempre concretizzano la difesa del singolo cittadino, in particolare nell’ambito delle Forze Armate.

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Scuole all’amianto Prof. Luciano Macrì ONA Firenze

Dirigente sindacale FLP – Federazione Lavoratori Pubblico Impiego Componente RSU dell’ITI L. da Vinci – Firenze

Essere stato allievo della prestigiosa scuola ITI Leonardo da Vinci di Firenze mi ha sempre riempito di orgoglio, ma aver insegnato negli ultimi 40 anni nella medesima scuola in cui l’ARPT dichiarava essere presenti 6000 metri quadrati di amianto, suscita in me molte preoccupazioni. Andiamo per ordine. Nel 1965 la passione di un quattordicenne per l’Elettronica aveva trovato in questa scuola il suo completo appagamento. L’Istituto Tecnico in quegli anni consisteva di un Biennio di base ed un Triennio di specializzazione. Le iscrizioni erano talmente elevate numericamente che il Comune decise addirittura di costruire due nuovi edifici, allora definiti “prefabbricati”, che per legge avrebbero dovuto servire per un periodo di 25 anni e quindi abbattuti: si trattava del Biennio e della Mensa della scuola, il tutto rigorosamente definito all’avanguardia. In quegli anni in Italia non si parlava di pericolo dell’amianto, erano gli anni d’oro degli stabilimenti ETERNIT, eppure da tempo si conoscevano universalmente i pericoli dell’asbesto, tanto che i nazisti negli anni ’40 usufruivano di mano d’opera ebrea e non ariana per la lavorazione di questo materiale. Nel 1992 in Italia fu emanata una Legge sull’amianto, ma fu presa sottogamba, tant’è che negli edifici pubblici si faceva finta di nulla. A Firenze già negli anni ‘90 il Comune, tramite l’Assessore Catia Franci, rassicurava tutti: il Biennio dell’ITI verrà abbattuto e ricostruito nuovo, con progetto identico a quello del Professionale nuovo (che aveva il tetto in amianto ma nessuno lo dichiarava apertamente). Purtroppo nel 1993 l’assessore morì e le promesse politiche non furono successivamente mantenute, quindi si arrivò ai ferri corti, dopo pesanti lotte fra l’insegnante allora responsabile della sicurezza dei lavoratori, la Presidenza dell’ITI e il Comune di Firenze. Nel 1997 un’ispezione ASL/ARPAT del Biennio, sentenziò che la struttura andava chiusa a causa della presenza del peggior tipo di amianto che si potesse riscontrare, e cioè di tipo friabile non compatto. Quindi l’atto di chiusura del 1997 indicava che non era possibile nessun tipo di bonifica, la ASL richiedeva la demolizione del plesso e la sua totale ricostruzione. Per due o tre ani il Comune cercò di trovare una soluzione proponendo lo spostamento temporaneo del Biennio nei locali della scuola Calamandrei, a circa 100 metri dal Biennio: peccato che anche questo edificio fosse in amianto, quindi non se ne fece di nulla. Nota: da svariati anni questa struttura è stata demolita e ricostruita.

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Gli insegnanti, me compreso, non protestarono per paura che la scuola venisse chiusa con conseguente perdita del posto di lavoro. Brutto a dirsi ma è la verità: prima il lavoro e poi la salute, come nell’ottocento…. Dopo il 2000 il Biennio, piano piano, andò in dismissione e venne utilizzato marginalmente, finché di fatto non venne chiuso nel 2004/2005. Nel 2007 il Comune di Firenze, nell’ambito di una pesante e ben nota crisi economica, passò la scuola allo Stato perché, come ebbe a dire l’allora Assessore all’Istruzione Daniela Lastri ”Solo lo Stato ha le necessarie risorse per risollevare questa gloriosa scuola”. La gestione statale, invece di investire soldi nelle strutture e non solo, riaprì il “malandato Biennio”, chiuso dalla ASL ormai da dieci anni. Nessuno ha mai avuto accesso alle carte relative al provvedimento di riapertura, mentre sono disponibili quelle di chiusura ASL. Dal 2007 il Biennio (chiuso dalla ASL) è rimasto aperto, mentre molte altre scuole, mai chiuse dalla ASL sono state abbattute e ricostruite: mi riferisco alla Calamandrei, la Calvino, la Dino Compagni; altri plessi sono stati chiusi in attesa di demolizione, come il plesso di fianco alla Sassetti a Novoli e la ex succursale della Pascoli a Villamagna. Non sono certo immagini che fanno di Firenze la città degna di essere patrimonio mondiale dell’umanità, così come dichiarata nel 1986 dall’UNESCO. Sarà un caso che l’UNESCO ha minacciato la città di toglierle il suo patrocinio? Queste scuole all’avanguardia, si fa per dire, certo non aiutano a dare una buona immagine della città a livello mondiale, e se non stiamo attenti rischiamo di finire come Roma sulle pagine e le tv di tutto il mondo. Tutta questo preambolo per arrivare a dire che negli anni ‘90 non c’erano soldi per rifare il Biennio, nel 2000 idem, così come adesso nel 2015 non ci sono ancora soldi: ma ci saranno nel 2016, anno promesso come risolutivo? Campa cavallo che l’erba politica cresce. Intanto il pericolo, attestato da ASL e ARPAT, c’è e ci rimane, di conseguenza io non voglio andare a lavorare in un ambiente pericoloso per la mia salute. Perché scuole senza provvedimento scritto di chiusura sono state rifatte da anni mentre il Biennio dell’ITI no? Spiegatemelo. Ad oggi sono i9n attesa di una risposta che non può essere quella legata al fatto che per la sua ricostruzione occorrono 7.000.000 di € E l’ITI non è l’unica scuola di Firenze in amianto bensì, come scritto e agli atti in una interrogazione al Comune di Firenze del Movimento 5 Stelle a firma del Consigliere Xekalos, ve ne sono perlomeno altre 3 o 4, più l’ex mensa del Biennio ITI (nel frattempo diventata una eccellenza, ovvero la Scuola di Tecnologie Industriali).

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In un intervento nel corso della Conferenza “Amianto e Geotermia”, tenutasi il 19 Settembre 2015 presso l’Auditorium della Regione Toscana, ho proiettato le immagini (poco edificanti) delle altre scuole in amianto ancora aperte a Firenze e di quelle abbandonate, fra cui l’attuale Centro Sociale di Via Villamagna, che era l’ex succursale dell’Istituto Pascoli, tuttora in attività. Chi ha avuto modo di seguire lo streaming delle conferenza sarà rimasto sconvolto dalle immagini che mostrano una Firenze scolastica vintage all’amianto. Purtroppo. Per uno strano scherzo del destino, le immagini del mio intervento sono andate perdute, rimangono a memoria solo le mie parole.. Infine, a mio avviso se una scuola doveva avere la precedenza nella ricostruzione questa era il Biennio dell’ITI dove, tra parantesi, la maggior parte dei i lavoratori (tra cui il sottoscritto) è li da 40 anni, e quindi la sua pericolosità è notevolmente maggiore rispetto a quella di scuole da sempre statali dove è stata possibile una rotazione del personale. Confesso di essere estremamente preoccupato per la mia salute tanto che, nonostante le autorità sanitarie e la ASL di Firenze siano contrari ad effettuare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e degli studenti dell’ITI, io insieme ad altri miei colleghi abbiamo fatto ricorso alla possibilità prevista dalla legge di rivolgersi ad un Centro di Medicina del Lavoro dove effettuare esami di accertamento diagnostico del nostro stato di salute come lavoratori esposti all’amianto. In questo centro universitario di Medicina del lavoro i medici che hanno ascoltato la descrizione della nostra situazione sono rimasti perplessi e ci hanno consigliato vivamente di effettuare la sorveglianza sanitaria, che hanno giudicato perfettamente legittima. Non si capisce perché il Biennio ITI non sia pericoloso mentre la Dino Compagni lo sia: la faccenda è quantomeno strana, contorta e inspiegabile. L’unica cosa certa è che tutti i lavoratori che sono stati alla Dino Compagni farebbero bene a chiedere la sorveglianza sanitaria. Tutto ciò mi è risultato chiarissimo dopo la partecipazione al recente Convegno Nazionale del 21 e 22 Settembre 2015 tenuto al CNR di Pisa intitolato “L’amianto e le patologie amianto correlate: diagnosi, terapia e sorveglianza sanitaria degli ex-esposti”. La parte del Convegno relativa alla sorveglianza sanitaria ha occupato quasi 4 ore con l’intervento di 10 relatori. Quindi è fuori d’ogni dubbio che vada fatta la sorveglianza sanitaria e che non esista, secondo illustri scienziati, un rischio basso quando si tratta di amianto, ma esista rischio, e basta! E allora, poniamo fine alle scuole di amianto presenti ancora a Firenze, e non solo. La Buona Scuola inizia dai buoni edifici, e purtroppo in Italia sono ancora 2400 le scuole di amianto aperte e frequentate dai nostri ragazzi e dai nostri lavoratori della scuola!

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Faccio presente che si sta facendo largo l’ipotesi di procedere ad un rilevamento statistico relativo ai lavoratori e agli studenti che hanno frequentato l’ITI Leonardo da Vinci negli ultimi 30 anni, in particolare per focalizzare i decessi avvenuti in questi anni.

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SCUOLE ALL’AMIANTORIASSUNTO DELLA STORIA DEL

BIENNIO DELL’ISTITUTO LEONARDO DA VINCI

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Essere stato allievo della prestigiosa scuola ITILeonardo da Vinci di Firenze mi ha sempreriempito di orgoglio, ma aver insegnato negliultimi 40 anni nella medesima scuola in cuil’ARPT dichiarava essere presenti 6000 metriquadrati di amianto, suscita in me moltepreoccupazioni.

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Ma andiamo per ordine.Nel 1965 la passione di un quattordicenne per l’Elettronica avevatrovato in questa scuola il suo completo appagamento. L’IstitutoTecnico in quegli anni consisteva di un Biennio di base ed un Triennio dispecializzazione. Le iscrizioni erano talmente elevate numericamenteche il Comune decise addirittura di costruire due nuovi edifici, alloradefiniti “prefabbricati”, che per legge avrebbero dovuto servire per unperiodo di 25 anni e quindi abbattuti: si trattava del Biennio e dellaMensa della scuola, il tutto rigorosamente definito all’avanguardia. Inquegli anni in Italia non si parlava di pericolo dell’amianto, erano glianni d’oro degli stabilimenti ETERNIT, eppure da tempo si conoscevanouniversalmente i pericoli dell’asbesto, tanto che i nazisti negli anni ’40usufruivano di mano d’opera ebrea e non ariana per la lavorazione diquesto materiale.

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Nel 1992 in Italia fu emanata una Legge sull’amianto, mafu presa sottogamba, tant’è che negli edifici pubblici sifaceva finta di nulla.A Firenze già negli anni ‘90 il Comune, tramite l’AssessoreCatia Franci, rassicurava tutti: il Biennio dell’ITI verràabbattuto e ricostruito nuovo, con progetto identico aquello del Professionale nuovo (che aveva il tetto inamianto ma nessuno lo dichiarava apertamente).Purtroppo nel 1993 l’assessore morì e le promessepolitiche non furono successivamente mantenute, quindisi arrivò ai ferri corti, dopo pesanti lotte fra l’insegnanteallora responsabile della sicurezza dei lavoratori, laPresidenza dell’ITI e il Comune di Firenze.

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Nel 1997 un’ispezione ASL/ARPAT del Biennio, sentenziò chela struttura andava chiusa a causa della presenza del peggiortipo di amianto che si potesse riscontrare, e cioè di tipofriabile non compatto. Quindi l’atto di chiusura del 1997indicava che non era possibile nessun tipo di bonifica, la ASLrichiedeva la demolizione del plesso e la sua totalericostruzione. Per due o tre ani il Comune cercò di trovare unasoluzione proponendo lo spostamento temporaneo delBiennio nei locali della scuola Calamandrei, a circa 100 metridal Biennio: peccato che anche questo edificio fosse inamianto, quindi non se ne fece di nulla.Nota: da svariati anni la struttura del Calamandrei è statademolita e ricostruita.

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Gli insegnanti, me compreso, non protestarono per paurache la scuola venisse chiusa, con conseguente loroperdita del posto di lavoro. Brutto a dirsi ma è la verità:prima il lavoro e poi la salute, come nell’ottocento….Dopo il 2000 il Biennio, piano piano, andò in dismissionee venne utilizzato marginalmente, finché di fatto nonvenne chiuso nel 2004/2005.Nel 2007 il Comune di Firenze, nell’ambito di una pesantee ben nota crisi economica, passò la scuola allo Statoperché, come ebbe a dire l’allora Assessore all’IstruzioneDaniela Lastri ”Solo lo Stato ha le necessarie risorse perrisollevare questa gloriosa scuola”.

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La gestione statale, invece di investire soldi nelle strutture e non solo, riaprì il“malandato Biennio”, chiuso dalla ASL ormai da dieci anni.Nessuno ha mai avuto accesso alle carte relative al provvedimento diriapertura, mentre sono disponibili quelle di chiusura ASL.Dal 2007 il Biennio (chiuso dalla ASL) è rimasto aperto, lo è tuttora, mentremolte altre scuole, mai chiuse dalla ASL sono state abbattute e ricostruite: miriferisco alla Calamandrei, la Calvino, la Dino Compagni; altri plessi sono statichiusi in attesa di demolizione, come il plesso di fianco alla Sassetti a Novoli ela ex succursale della Pascoli a Villamagna. Una città di cultura come Firenze,degna di essere patrimonio mondiale dell’umanità, così come dichiarata nel1986 dall’UNESCO, non merita un tale degrado scolastico.Sarà un caso che l’UNESCO ha minacciato la città di toglierle il suo patrocinio?Se non stiamo attenti rischiamo di finire come Roma sulle pagine e le tv ditutto il mondo.

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Tutto questo preambolo per arrivare a dire che negli anni ‘90non c’erano soldi per rifare il Biennio, nel 2000 idem, cosìcome adesso nel 2015 ancora i soldi non ci sono: ma cisaranno nel 2016, anno promesso come risolutivo? Campacavallo che l’erba politica cresce.Intanto il pericolo, attestato da ASL e ARPAT, c’è e ci rimane, diconseguenza io non voglio andare a lavorare in un ambientepericoloso per la mia salute. Perché scuole senzaprovvedimento scritto di chiusura sono state rifatte da annimentre il Biennio dell’ITI no? Spiegatemelo.Ad oggi sono in attesa di una risposta che non può esserequella legata al fatto che per la sua ricostruzione occorrono7.000.000 di €

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E l’ITI non è l’unica scuola di Firenze in amianto bensì, come scritto eagli atti in una interrogazione al Comune di Firenze del Movimento 5Stelle a firma del Consigliere Xekalos, ve ne sono perlomeno altre 3 o4, più l’ex mensa del Biennio ITI (nel frattempo diventata unaeccellenza, ovvero la Scuola di Tecnologie Industriali).In un intervento nel corso della Conferenza “Amianto e Geotermia”,tenutasi il 19 Settembre 2015 presso l’Auditorium della RegioneToscana, ho proiettato le immagini (poco edificanti) delle altre scuolein amianto ancora aperte a Firenze e di quelle abbandonate, fra cuil’attuale Centro Sociale di Via Villamagna, che era l’ex succursaledell’Istituto Pascoli tuttora in attività. Chi ha avuto modo di seguire lostreaming delle conferenza sarà rimasto sconvolto dalle immagini chemostrano una Firenze scolastica vintage all’amianto.Purtroppo, per uno strano scherzo del destino, le immagini del miointervento sono andate perdute, rimangono a testimonianza solo lemie parole..

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Infine, a mio avviso, se una scuola doveva avere la precedenza nellaricostruzione, questa era il Biennio dell’ITI dove, tra parantesi, la maggiorparte dei i lavoratori (tra cui il sottoscritto) è li da 40 anni, e quindi la suapericolosità è notevolmente maggiore rispetto a quella di scuole da semprestatali dove è stata possibile una rotazione del personale.Confesso di essere estremamente preoccupato per la mia salute tanto che,nonostante le autorità sanitarie e la ASL di Firenze siano contrari ad effettuarela sorveglianza sanitaria dei lavoratori e degli studenti dell’ITI, io insieme adaltri miei colleghi abbiamo fatto ricorso alla possibilità prevista dalla legge dirivolgersi ad un Centro di Medicina del Lavoro dove effettuare esami diaccertamento diagnostico del nostro stato di salute come lavoratori espostiall’amianto.In questo centro universitario di Medicina del Lavoro i medici che hannoascoltato la descrizione della nostra situazione sono rimasti perplessi e cihanno consigliato vivamente di effettuare la sorveglianza sanitaria, che hannogiudicato perfettamente legittima.

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Non si capisce perché il Biennio ITI non sia pericoloso mentre la DinoCompagni lo sia: la faccenda è quantomeno strana, contorta einspiegabile. L’unica cosa certa è che tutti i lavoratori che sono stati allaDino Compagni farebbero bene a chiedere la sorveglianza sanitaria.Tutto ciò mi è risultato chiarissimo dopo la partecipazione al recenteConvegno Nazionale del 21 e 22 Settembre 2015 tenuto al CNR di Pisaintitolato “L’amianto e le patologie amianto correlate: diagnosi, terapiae sorveglianza sanitaria degli ex-esposti”. La parte del Convegnorelativa alla sorveglianza sanitaria ha occupato quasi 4 ore conl’intervento di 10 relatori.Quindi è fuori d’ogni dubbio che vada fatta la sorveglianza sanitaria eche non esista, a detta di illustri scienziati, un rischio basso quando sitratta di amianto, ma esista rischio, e basta!E allora, poniamo fine alle scuole di amianto presenti ancora a Firenze,e non solo.

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La Buona Scuola inizia dai buoni edifici, e purtroppo in Italia sonoancora 2400 le scuole di amianto aperte e frequentate dai nostriragazzi e dai nostri lavoratori della scuola!Faccio presente che si sta facendo largo l’ipotesi di procedere ad unrilevamento statistico relativo ai lavoratori e agli studenti che hannofrequentato l’ITI Leonardo da Vinci negli ultimi 30 anni, in particolareper focalizzare i decessi avvenuti in questi anni.

Prof. Luciano Macrì - ONA FirenzeDirigente sindacale FLP – Federazione Lavoratori Pubblico ImpiegoComponente RSU dell’ITI L. da Vinci – Firenze

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Le scuole fiorentine sono in una situazione drammatica Arianna XEKALOS

Consigliere comunale del Comune di Firenze

Le scuole fiorentine sono in una situazione drammatica. Spesso invece di demolirle e ricostruirle, si fa una costante e continua manutenzione, senza mai risolvere davvero il problema, nonostante il Sindaco sia, o comunque dovrebbe essere, il responsabile della salute dei cittadini. In particolare, a Firenze sono sempre di più le scuole che scopriamo avere amianto al loro interno. - l’ITI L. Da Vinci - l’ITIS Meucci in via del Filarete - l’ITIS Galileo Galilei in via del Filarete - L’Istituto professionale Sassetti – Peruzzi in via San Donato - L’Istituto professionale Buontalenti in via dei Bruni - Il liceo Scientifico Niccolò Rodolico in via Baldovinetti Recentemente a questo elenco si è aggiunta la scuola Damiano Chiesa, in via di Tozzoli. Il problema è già stato sollevato in Comune, per tutte le scuole elencate. Abbiamo inoltre presentato numerose interrogazioni per avere chiarimenti in merito, per sapere se il Comune era a conoscenza di queste situazioni, se e cosa si prevede di fare. Per la scuola L. Da Vinci ad esempio, abbiamo richiesto: - i documenti di valutazione di rischio - i verbali delle riunioni periodiche - il programma di manutenzione straordinaria ed ordinaria - la scheda di sicurezza dei prodotti utilizzati per eventuali verniciature Non solo, abbiamo chiesto anche se i dipendenti ancora in servizio e quelli in pensione fossero stati sottoposti a sorveglianza sanitaria. Mai nessun atto e nessuna risposta è arrivata. Una delle ultime scuole su cui abbiamo lavorato è l’ITI Meucci. Abbiamo infatti scoperti recentemente che nel 2001 è stato fatto un censimento sui materiali contenenti amianto nella scuola, e sono: - due oggetti posti sul tetto - materiale fibroso (lana di vetro) all’interno della scuola - un cassone di 1000 lt presente nel locale del sottotetto Abbiamo quindi presentato immediatamente una interrogazione per sapere se e cosa è stato smaltito dal 2001, quali materiali rimangono da smaltire, se la lana di vetro è stata smaltita o si prevede di smaltirla. Ai materiali contenenti amianto abbiamo aggiunto la lana di vetro, perché anch’essa è cancerogena, come l’amianto.

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La cosa che balza agli occhi e che hanno utilizzato fino al 2000 l’amianto attraverso indumenti con fibra di amianto, grembiuli e forni, nonostante la legge che vieta l’amianto è del 1992. In pratica si autoaccusano Siamo poi venuti in possesso della mappatura di amianto nel territorio fiorentino presentata dalla Asl nel 2007, l’ultima pubblicata e visibile a tutti. Da questa mappatura se ne ricava sia che le scuole elencate precedentemente non sono le uniche che presentano amianto al loro interno, sia che non si parla solo di edifici scolastici. All’elenco quindi si aggiungono: - la scuola media Calamandrei – Rosai via Panciatichi e via Circondaria - l’azienda ospedaliera di Careggi in via Pieraccini - la scuola elementare Don Lorenzi Milani in Piazza Dolci 1 - il Pio Istituto Sant’Anna - la scuola elementare Mameli, via Corsali

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Appendice

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Comunicato stampa Convegno del 21.11.2015 presso l’Auditorium della

sede della Regione Toscana.

Il giorno 21.11.2015, a partire dalle ore 09:00 (e fino alle ore 13:00), si terrà presso l’Auditorium della sede della Regione Toscana (in Firenze, Via Cavour n. 4), l’incontro di studio sul tema “La responsabilità penale per esposizione ad amianto, tra dolo, dolo eventuale e colpa e nesso causale e le tutele civilistiche”.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming, sul link: http://www.consiglio.regione.toscana.it/default.aspx?nome=M5S; gli atti saranno pubblicati nella collana dei Quaderni dell’ONA, e in video e quindi sempre consultabili all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=JrSy-NJSoLs.

A partire dalle ore 09:00, dopo il saluto delle Autorità e le dichiarazioni alla stampa, verrà rappresentato l’inno cantato dal Sig. Marco Chiavistrelli, cui faranno seguito gli interventi dei rappresentanti delle vittime e dei loro comitati, ivi compresi i rappresentanti territoriali dell’ONA ONLUS.

I lavori proseguiranno con due sessioni:

La prima di approfondimento oncologico, di medicina del lavoro e di medicina legale, rispettivamente con la relazione del Prof. Luciano Mutti, titolare della cattedra di Oncologia Medica e Ricerca Oncologica della Facoltà di Medicina presso l’Università Salford di Manchester, che illustrerà i risultati delle ultime ricerche e quindi sui più recenti approcci diagnostici e terapeutici al mesotelioma, tumore polmonare e altre patologie asbesto correlate, e sulla rilevanza di qualsiasi esposizione ai fini dell’insorgenza e/o dell’abbreviazione dei tempi di latenza di queste patologie, e sulle lesioni biologiche/molecolari, anche prima che si giunga alla manifestazione clinica della patologia; cui farà seguito la relazione del Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso l'Università di Siena, il quale illustrerà i criteri di Helsinki alla luce della recente revisione, con particolare attenzione anche alla prevenzione primaria e cioè alla centrale, decisiva, importanza di evitare ogni forma di esposizione ad amianto come unico strumento per sconfiggere le patologie asbesto correlate; e con la sintesi medico-legale del Prof. Marco Di Paolo, professore presso l'Università di Pisa, autore di pubblicazioni in materia di nesso causale e/o di causalità della colpa, anche alla luce dei criteri di Helsinki, e la Dott.ssa Lucia Astore, medico legale, psichiatra forense, criminologa, neurologa e CTU del Tribunale di Firenze.

La seconda verrà introdotta dall'On.le Avv. Alfonso Bonafede, vice presidente della commissione giustizia della Camera dei Deputati, il quale

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traccerà un quadro sintetico delle diverse proposte di legge al vaglio della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati in materia di amianto e di sicurezza sul lavoro; il Dott. Maurizio Ascione, sostituto procuratore della Repubblica di Milano, traccerà un quadro sintetico delle ultime pronunce giurisprudenziali in materia di accertamento e determinazione del nesso causale in materia di patologie asbesto correlate in sede penale; il Dott. Marco Sacquegna, GIP presso il Tribunale di Livorno, interverrà in ordine ai profili della colpa e della causalità della colpa in materia di responsabilità penale; l’Avv. Ezio Bonanni illustrerà i profili di responsabilità civile e di tutela risarcitoria di tutti i danni in favore delle vittime primarie e dei loro familiari.

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Il problema dell'amianto nelle scuole, in particolare quelle fiorentine: questo il tema della conferenza dell'Osservatorio nazionale sull'amianto - ONA Onlus tenutasi in Palazzo Vecchio a Firenze il 10 aprile 2015 Hanno presenziato l’Avv. Ezio Bonanni e l’On.le Alfonso Bonafede (Vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati), e sono state rese pubbliche le iniziative che l’ONA Onlus assumerà anche in via giudiziaria, oltre alla pubblicazione dei dati epidemiologici sui casi di patologie asbesto correlate che hanno colpito insegnati e personale non docente, per via dell’esposizione ad amianto. "In più di 2.400 scuole - afferma l'Ona Onlus - ci sono materiali che contengono amianto e che costituiscono una fonte di rischio per la salute di più di 350.000 alunni e di 50.000 dipendenti del Ministero dell’Istruzione, senza considerare gli altri edifici pubblici e alcune università. Indagini epidemiologiche hanno messo in luce decine di casi di mesotelioma e di altre patologie asbesto correlate tra ex docenti e personale non docente, che hanno portato l’Ona ad insistere affinché si avviino le bonifiche. È il caso della scuola 'Falcone' di Roma, come quella 'Da Vinci' di Firenze". "Vietato appendere chiodi, vietato graffiare le pareti, vietato chiudere violentemente porte e finestre, vietato persino correre nei corridoi e spostare banchi, sedie e cattedre: dai muri potrebbero fuoriuscire fibre di amianto'. E' questo l'elenco - rivela l'Ona Onlus - delle 'norme di comportamento' affisse in tutte le 16 classi dell'Istituto tecnico Leonardo da Vinci di Firenze, che hanno portato la coordinatrice del Comitato delle mamme degli alunni esposti ad amianto, Antonella Franchi, a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze, che ha già avviato le indagini". Il procedimento è seguito con particolare attenzione, oltre che dall’Avv. Ezio Bonanni, anche dall’Avv. Saverio Rossi, che stanno già compiendo indagini difensive. "La prima denuncia sulla presenza del materiale cancerogeno all'interno del plesso scolastico - ricorda l'Ona Onlus - risale al 1997: all'epoca il sopralluogo e le analisi svolte dal Dipartimento provinciale dell'Arpat e recepite dalla Usl competente, in particolare sull'edificio del Biennio, appurarono che 'il manufatto, realizzato con pannelli di tipo sandwich, è costituito per le due parti esterne in fibro cemento con presenza di amianto crisotilo, per la parte interna in cartone amianto con presenza di amianto crisotilo'. In quell'occasione l'Arpat, che inviò anche un'informativa alla Procura della Repubblica di Firenze per inosservanza della norme in materia di prevenzione degli infortuni e igiene sul lavoro, indicò una direttiva chiara: demolire l'edificio e ricostruirlo. 'Ci preme osservare - si legge ancora nel documento dell'Arpat - che sebbene siano state predisposte misure atte a contenere il rischio amianto nell'edificio, indubbiamente tale attività risulta assai onerosa sia per le risorse da impiegare sia per il livello di attenzione necessario alla sorveglianza, oneri peraltro destinati a crescere nel corso degli anni. Si rende quindi opportuna la richiesta della sostituzione dell'immobile con un altro più adatto". "A distanza di 18 anni - sottolinea l'Ona Onlus - la struttura del Biennio, ancora oggi di proprietà di Palazzo Vecchio come tutto il gigantesco complesso, è ancora lì, con il suo scheletro di amianto, invisibile e pauroso come un fantasma. Nel frattempo, alcune opere di

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bonifica sono state fatte: il Comune è intervenuto, l'ultima volta l'anno scorso, per rimuovere il tetto e il controsoffitto, come spiegato dal vicesindaco Cristina Giachi durante il Consiglio comunale dello scorso 23 febbraio". Ciò non è sufficiente - afferma l'avvocato Ezio Bonanni, presidente Ona Onlus e che con l’avvocato Saverio Rossi assiste la Franchi nel procedimento giudiziario -, perché è necessario che ci sia la bonifica a che si accertino le eventuali responsabilità. L’Ona Onlus chiederà che si istituiscano controlli sanitari su tutti coloro i quali hanno frequentato l’istituto Leonardo Da Vinci e gli altri contaminati". L'ONA mette a disposizione il link alle immagini (pubblicate in esclusiva da AFFARITALIANI.IT) che documenterebbero come alcuni operai per diverse ore hanno maneggiato e tagliato con il flessibile il materiale cancerogeno, mentre insegnanti e studenti facevano lezioni nelle classi: http://www.affaritaliani.it/coffee/video/roma/amianto-bonifica-senza-protezioni-video-verita--parte-1 362461.html http://www.affaritaliani.it/roma/bonificano-amianto-senza-protezioni-con-gli-studenti-in-classe-video-choc-362560.html.

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http://www.affaritaliani.it/roma/9-anni-trova-conserva-sassi-amianto-chiusa-la-scuola-la-mamma-non-s-arrende-385482.html

9 anni: trova e conserva sassi d'amianto. Chiusa la scuola, la mamma non s'arrende LA STORIA. Valentina è un bimba di una materna in provincia di Livorno. Conserva per anni piccoli sassi sino alla scoperta: è amianto. La mamma Antonella continua la crociata per avere giustizia e si affida all'Ona. LA LETTERA DELLA PICCOLA Martedì, 29 settembre 2015 - 13:40:00

Ha raccolto sassolini per un un anno intero per poi scoprire all'improvviso che tutti quei pezzettini conservati gelosamente in un grande vaso di vetro, erano “brutti e cattivi”. E che quella sua passione tutta infantile di collezionare sassi, era la cosa più pericolosa che potesse capitarle. La storia di Valentina è una storia vera, così come vero è il nome della bimba che oggi, all'età di nove anni, decide di raccontare, scrivere e consegnare in una lettera ad affaritaliani.it il momento in cui ha conosciuto il significato della parola “amianto”. Tutto comincia nel 2011 quando la bimba inizia a frequentare la scuola materna comunale “Finestra sul mondo”, una bellissima struttura immersa nella campagna, nel territorio di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno, con un centinaio di alunni. La piccola inizia la sua raccolta di sassolini che consegna alla mamma perché possano essere conservati. Quei sassolini diventano compagni di giochi, strumenti per imparare a contare e a scrivere lettere sui marciapiedi. Fino a quando uno dei genitori dei bimbi che frequentano l'asilo si fa venire il dubbio: quei sassi sono troppo friabili ed hanno forme molto strane. Scoppia l'allarme e partono le operazioni di verifica: sopralluoghi e carotaggi. Si scopre che il terreno del giardino è intriso di amianto, che basta scavare qualche palmo per trovare scarti frantumati, piccole scaglie polverose. E che anche nei campi che circondano la struttura, appena fuori il cancello, sono sparse lastre di copertura in eternit. Interviene l'Osservatorio Nazionale Amianto con un esposto e nel giro di una settimana, il 19 marzo 2012, la scuola viene chiusa. “Fino ad allora l'amianto non sapevo nemmeno cosa fosse” racconta la mamma Antonella, che oggi è la coordinatrice nazionale genitori dei ragazzi esposti dell'Ona. Una scoperta che coincide con l'inizio di un incubo e di una dura battaglia legale. Guidata dall'avvocato Ezio Bonnani, presidente dell'Ona, la signora Antonella presenta una denuncia contro ignoti alla Procura di Livorno: i tempi della giustizia sono lunghi e dopo tre anni, proprio quando si sperava in un vero interessamento da parte delle autorità, nel settembre del 2014, arriva la richiesta di archiviazione delle indagini.

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“Da mamma cerco di continuare a lottare ma ogni tanto ho qualche momento di cedimento, soprattutto quando penso a quello che potrebbe accadere alla mia bambina tra trent'anni” si confida la signora Antonella. Ora il giudice dovrà pronunciare sul ricorso presentato dall'Ona contro la richiesta di archiviazione. Quella che ha frequentato Valentina è solo una della 2.400 scuola italiane contaminate dal micidiale minerale.

(V. Renz.)

LA LETTERA

“Mi chiamo Valentina sono la figlia di questa grande mamma, che combatte tutti i giorni per togliere questa schifezza dalle scuole. La mia storia inizia all'età di soli 4 anni quindi la racconterò un po a modo mio troppo piccola per ricordare tutto. La mia scuola si chiama FINESTRA SUL MONDO e lo era veramente. Un giardino meravigliosi con tanti giochi ....io sono un po fissata con raccogliere sassolini sono un po come la mamma quando lo rivedo mi ricorda .Vicino allo scivolo ci sono tantissimi sassolini e io ogni giorno mi riempi o le tasche del mio grembiulino e via di corsa li porto a casa tutti i giorni la mamma li mette in un grande barattolo di vetro sono i ricordi della mia scuola. Ma un giorno tutto questo non succede più la mamma butta via tutto pure il grande barattolo. Io non chiedo .......ma chiedo il giorno dopo quando arrivando a scuola le maestre ci dicono che non possiamo andare più nel nostro giardino .La mamma mi dice che nel giardino c'è una cosa che danneggia la salute... In pochi giorni la mia mamma con un suo amico fanno chiudere pure la scuola e li inizia un grande lavoro che io non sono in grado di spiegare troppo piccola ...Però so ché tu hai la forza di non lasciar perdere la forza di non dimenticare, la forza di lottare la forza di sorridere anche quandoi non ' ne hai voglia. Non so se vincerai questa battaglia , ma sono sicura che c'è lai messa tutta... Quel giorno ho imparato una nuova parola Amianto... Vorrei dire grazie alla mamma e al suo amico Bonanni per aver dato ad altri bambini la scuola che io non ho avuto....”

Valentina

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Beppe Grillo sostiene la battaglia dell'ONA per la sicurezza delle scuole.

L'Osservatorio Nazionale Amianto ringrazia pubblicamente Beppe Grillo per il sostegno nella richiesta di messa in sicurezza delle scuole italiane afflitte non solo dal rischio amianto, ma anche da altri problemi. Per approfondimenti: http://www.beppegrillo.it/2015/12/lamianto_uccide_ancora_le_proposte_m5s_per_eliminarlo.html; http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/02/scuole-grillo-andarci-e-come-lanciare-moneta-45-senza-certificato-agibilita-e-54-non-in-regola-su-antincendio/2346037/; http://www.firstonline.info/a/2016/01/02/grillo-nelle-scuole-si-rischia-la-pelle-renzi-evit/64f68047-c36c-4fa0-af93-34ef6d315780 http://www.beppegrillo.it/2015/06/amianto_nelle_s.html

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http://www.beppegrillo.it/2015/06/27/amianto_nelle_s.html

27 Giugno 2015

Amianto nelle scuole: i numeri della strage "Sono 63 le persone decedute per mesotelioma, il terribile tumore maligno causato dall'amianto nell'ambito professionale dell'istruzione tra il 1992 e il 2012, lo 0,4% delle esposizioni da amianto documentate. Un numero abnorme per un ambito professionale che teoricamente non dovrebbe essere "a rischio". L'analisi è relativa al rapporto 2015 del Registro nazionale Mesoteliomi. "Il Governo il 19 maggio durante la discussione del DDL "buona scuola" dette parere contrario alla Camera all'emendamento del Movimento 5 Stelle che intendeva destinare risorse per la bonifica dell'amianto nelle scuole - sottolinea Alberto Zolezzi, firmatario dell'emendamento - Secondo l'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) sono almeno 2.400 le scuole italiane infarcite di amianto; in alcune, come l'Istituto "Leonardo Da Vinci" di Firenze durante il mandato da Sindaco dell'attuale capo del Governo erano esposti anche cartelli che invitavano a camminare con leggerezza per non sollevare le fibre di amianto presenti sotto al pavimento". "Secondo il rapporto 2015 del Registro Nazionale sono 63 le persone decedute nell'ambito professionale dell'istruzione nel periodo fra il 1992 e il 2012, lo 0,4% delle esposizioni ad amianto documentate; lo stesso rapporto indica che per ogni mesotelioma c'è almeno un tumore polmonare da amianto, suggerendo che oltre 120 persone siano decedute nel settore dell'istruzione per tumori da amianto dal 1992 al 2012. E deve essere rilevato che non tutti i casi sono rilevati dal RENAM (Registro nazionale mesoteliomi) per un numero imprecisato di diagnosi mai eseguite". "Il RENAM va potenziato, altro che indebolito come sta avvenendo - sottolinea Zolezzi - Questo dimostra come il rischio non sia trascurabile e che è inaccettabile che il Governo non si faccia carico della bonifica per tutti gli edifici pubblici ma in primis per le scuole, dove gli studenti sono più a rischio per la prolungata latenza delle patologie asbesto correlate". L'8-10% dei casi, per i quali sono state ricostruite le modalità pregresse di esposizione, è dato da individui esposti per motivi ambientali (residenza) o per motivi familiari (convivenza con familiari professionalmente esposti) ed è necessario che il Governo dia seguito al più presto agli impegni assunti con la risoluzione 8-00111 approvata in Commissione ambiente alla Camera il 20 maggio 2015 e votata all'unanimità (primo firmatario Zolezzi per il Movimento 5 Stelle) in cui si indica un planning di bonifica, smaltimento e ricerca. Oggi si chiede la fiducia a un Governo assassino di democrazia, uccidere la scuola vuol dire privare una Nazione di futuro". M5s Camera

Postato da Beppe Grillo alle 12:04 in Minipost

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IlFattoQuotidiano.it/Scuola

Scuole, Grillo: “Andarci è come lanciare moneta, 45% senza certificato agibilità e 54% non in regola su antincendio” http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/02/scuole-grillo-andarci-e-come-lanciare-moneta-45-senza-certificato-agibilita-e-54-non-in-regola-su-antincendio/2346037/ Il leader M5S in un post sul blog cita i dati del rapporto 'Illuminiamo il futuro 2030' di Save The Children e invita i genitori a dare ai figli "oltre alla carta igienica anche un piccolo estintore, non si mai". Poi l'attacco all'esecutivo: "Ha pensato bene di prorogare di un ulteriore anno l'adeguamento antincendio. Tanto la pelle la rischiano gli studenti"

Di F. Q. 2 gennaio 2016

Beppe Grillo attacca il governo sul mancato rispetto delle promesse in tema di sicurezza delle scuole. “Recarsi in una scuola oggi è come lanciare una moneta: testa crolla, croce regge”, scrive il leader M5S sul blog. “Secondo il rapporto ‘Illuminiamo il futuro 2030′ di Save The Children in Italia il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico”. “Il 60% degli alunni di 15 anni frequenta scuole non adeguate a garantire la qualità dell’apprendimento”, continua Grillo nel post, che ha l’hashtag #ScuoleSicure. “Perfino respirare in classe è pericoloso: secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) sono almeno 2.400 le scuole italiane che registrano la presenza di amianto, tra il 1993 e il 2012 sono morti 63 addetti all’istruzione (soprattutto maestre elementari) a causa del tumore provocato dall’amianto”. Segue l’attacco all’esecutivo: “Con il nuovo anno l’andazzo non cambia. La prima proroga per l’adeguamento antincendio negli edifici scolastici scadeva il 31 dicembre 2015, ma il governo ha pensato bene con il decreto Milleproroghe 2016 di prorogare di un ulteriore anno fino al 31 dicembre 2016“. “A forza di proroghe – è la conclusione – non ci si adegua mai, tanto la pelle la rischiano gli studenti. Bisogna aspettare che una scuola vada a fuoco e poi, forse, si farà qualcosa. Quest’anno oltre alla carta igienica ai vostri figli date anche un piccolo estintore, non si mai”. Grillo ricorda poi quando Renzi promise: “Ogni settimana mi recherò nelle scuole per dare un segnale simbolico, che da lì riparte il Paese”: “Era il 24 febbraio 2014, quasi due anni fa, e il Bomba faceva una delle tante promesse mai mantenute. Si recò a Treviso due giorni dopo, fu contestato e costretto a fuggire da un’uscita secondaria per non incontrare i cittadini. Poi fu la volta di Siracusa, per rimediare alla figuraccia di Treviso fecero intonare ai bambini una canzoncina per il premier in un grottesco remake di propaganda fascista, ricordate? Anche lì venne contestato dai precari e nelle scuole non lo si rivide più. Non si sa se solo per evitare ulteriori figuracce o per paura che una scuola gli crolli in testa, perché il Bomba sa che la situazione nelle scuole è drammatica”.

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La Cooperativa Vapordotti In occasione della Conferenza “Patologie ambientali e lavorative in

Toscana. Epidemiologia e geotermia”, tenutasi a Firenze il 19 settembre 2015, è stato presentato l’inno dell’Associazione Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus.

L’inno è stato scritto, musicato e cantato da Marco Chiavistrelli, lavoratore vittima dell’amianto che ha dato voce alla storia della Cooperativa Vapordotti di cui il Sig. Franco Berti è l’ultimo sopravvissuto; l’inno può essere visionato al link https://youtu.be/wGZVoxF4yYY.

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La registrazione del Convegno del 19 settembre 2015 può essere visionata al link https://www.youtube.com/watch?v=vjsAsgkADU8.