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RESOCONTO STENOGRAFICO VIII LEGISLATURA Consiglio Regionale del Lazio Seduta n. 142 di Mercoledì 23 Settembre 2009 Servizio Aula - Area Resocontazione

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RESOCONTO STENOGRAFICO

VIII LEGISLATURA

Consiglio Regionale del Lazio

Seduta n. 142

di

Mercoledì 23 Settembre 2009

Servizio Aula - Area Resocontazione

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VIII LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 23 SETTEMBRE 2009

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

142.

SEDUTA DI MERCOLEDI’ 23 SETTEMBRE 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ASTORRE

INDI DEL VICEPRESIDENTE LUCHERINI (ore 16,17)

INDI DEL PRESIDENTE ASTORRE (ore 16,22)

**********

Ufficio di Presidenza

Presidente: Bruno Astorre (Pd-U) Vicepresidenti: Carlo Lucherini (Pd-U), Bruno Prestagiovanni (An-Pdl)

Consiglieri Segretari: Romolo Del Balzo (FI-Pdl), Massimo Pineschi (LcM-Pd), Anna Evelina Pizzo (SL) Gruppi consiliari: Alleanza Nazionale verso il PDL: An-Pdl; Forza Italia verso il PDL: FI-Pdl; Gruppo Misto: Misto; Italia dei Valori con Di Pietro: Idv; Lista civica per il Lazio: LcL; Lista civica Pietro Marrazzo per il Partito Democratico: LcM-Pd; Lista Storace: LS; Movimento libertà e solidarietà: Mls; Movimento per le Autonomie: Mpa; Partito dei Comunisti italiani: PCom; Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: Prc-Se; Partito Democratico-L’Ulivo: Pd-U; Repubblicani, Liberali e Riformatori: Rlr; Sinistra e libertà: SL; Socialisti democratici italiani: Sdi; Socialisti riformisti verso il PDL: Sr-Pdl; Unione dei Democratici Cristiani e di Centro: Udc; Unione di centro per la Costituente: UcC. Giunta regionale: Presidente e Commissario ad acta per la sanità: Piero Marrazzo; Vicepresidente ed Assessore Urbanistica: Esterino Montino; Assessori: Agricoltura: Daniela Valentini; Ambiente e Cooperazione tra i popoli: Filiberto Zaratti; Bilancio Programmazione economico-finanziaria e partecipazione: Luigi Nieri; Cultura, Spettacolo e Sport: Giulia Rodano; Istruzione, diritto allo studio e formazione: Marco Di Stefano; Lavori pubblici: Vincenzo Maruccio; Lavoro, pari opportunità e politiche giovanili: Alessandra Tibaldi; Mobilità: Franco Dalia; Piccola e media impresa, commercio, artigianato, Conf. Stato-Regioni e Conf. Regioni e Unificata: Daniele Fichera; Politica delle sicurezze: Luigina Di Liegro; Politiche della casa: Mario Di Carlo; Risorse umane, Demanio e Patrimonio: Francesco Scalia; Sviluppo economico, Ricerca, Innovazione e Turismo: Claudio Mancini; Tutela dei consumatori e Semplificazione amministrativa: Anna Salome Coppotelli.

INDICE Comunicazioni del Presidente………………...4 Approvazione processi verbali………………...4 Commemorazione dei sei militari morti a Kabul PRESIDENTE…………………………………..4 Comunicazioni del Presidente ai sensi dell’art. 42 dello Statuto regionale PRESIDENTE…………………………………..5

MARRAZZO, Presidente della Giunta…………6 Dibattito PRESIDENTE…… 9,11,13,14,15,17,23,24,25,27 ………………..29,30,32,33,36,37,40,42,46,48,49 MOSCARDELLI (Pd-U)………………………..9 PIGLIACELLI (FI-Pdl)………………………..11 ROBILOTTA (Sr-Pdl)…………………………12 FORTE (Udc)………………………………….14 COLAGROSSI (Idv)…………………………..17 DEL BALZO (FI-Pdl)…………………………18 GROSSO (PCom)……………………………...20

Seduta precedente n. 141 di Venerdì 11 e Mercoledì 16 Settembre 2009

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VIII LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 23 SETTEMBRE 2009

CICCHETTI (An-Pdl)…………………………21 BRANCATI (Rlr)……………………………...23 FONTANA (SL)……………………………….24 PEDUZZI (Prc)………………………………..27 DE GASPERIS (FI-Pdl)……………………….30 PRESTAGIOVANNI (An-Pdl)………………..33 ALAGNA (LcL)………………………………..37 MASELLI (FI-Pdl)…………………………….40 ARMENI (FI-Pdl)……………………………..42 PINESCHI (LcM-Pd)…………………………..44 MARRAZZO, Presidente della Giunta………..47 Mozione n. 425 dei consiglieri Fontana, Schietroma, Pizzo, Laurelli, Massimi, Colagrossi, Bucci, Robilotta, Parroncini, Carapella, Perilli, Celli, Brancati, Mariani, Cicchetti, Armeni, Moscardelli, Grosso, Forte e Tibaldi concernente: “Prevenzione e lotta all’omo-transfobia” Inserimento, inversione dell’ordine del giorno e votazione PRESIDENTE…………………………………50 Allegato - Interrogazioni e mozioni annunziate…………53

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Atti consiliari Regione Lazio

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La seduta inizia alle ore 14,51

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ASTORRE

PRESIDENTE. La seduta è aperta. Abbiamo iniziato alle ore 14,30 perché questa mattina abbiamo partecipato con il Presidente Marrazzo ai funerali in forma privata che si sono svolti a Lubriano, in provincia di Viterbo, del ragazzo rimasto ucciso nell’attentato a Kabul. Al termine delle comunicazioni di rito osserveremo un minuto di silenzio. Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE. Comunico, al sensi dell'articolo 55 del Regolamento del Consiglio regionale, che sono state presentate le seguenti Proposte di legge e di deliberazione: Proposta di legge n. 519 del 22 settembre 2009 di iniziativa del Consigliere Peduzzi concernente: "Modifiche alla legge regionale 6 aprile 2009 n. 10 "Disposizioni in materia di alimentazione consapevole e di qualità nei servizi di ristorazione collettiva per minori"" assegnata alle commissioni: II Affari comunitari e internazionali, IV Agricoltura; Proposta di legge n. 520 del 22 settembre 2009 di iniziativa dei Consiglieri Grosso, Peduzzi e Schietroma concernente: "Assistenza indiretta e vita indipendente" assegnata alle commissioni: IX Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, VI Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione, XIV Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università, XIII Sanità. Comunico che sono state presentate le interrogazioni dal n. 1895 al n. 1902 e le mozioni dal n. 422 al n. 426 tutte distribuite in copia ai Consiglieri. Le interrogazioni saranno iscritte all'ordine de! giorno secondo i termini stabiliti nell'articolo 101, terzo comma del Regolamento e le mozioni

secondo i termini stabiliti nell'articolo 93, primo comma del Regolamento a meno che il Consiglio non decida di anticiparne la discussione.

Se non vi sono obiezioni, così resta stabilito. (Così resta stabilito) Comunico inoltre che: - il Consigliere Romolo Del Balzo ha sottoscritto la proposta di legge n. 515 del 24 agosto 2009; - i Consiglieri Pineschi e Ciaraldi hanno sottoscritto la proposta di legge n. 517 del 10 settembre 2009. Comunico, infine, che gli Assessori Francesco Dalia, Mario Di Carlo, Giulia Rodano, Alessandra Tibaldi e il Consigliere Francesco Saponaro, saranno assentì nella seduta odierna perché impegnati in attività istituzionali ed ai sensi dell'articolo 34, comma 5 del Regolamento del Consiglio regionale saranno computati come presenti al fini della fissazione del numero legale.

***** Approvazione processi verbali PRESIDENTE. E’ stato distribuito per l’approvazione da parte del Consiglio il verbale relativo alla seduta n. 140 dell’11 settembre 2009. Se non vi sono obiezioni il verbale si intende approvato. (E’ approvato)

*****

Commemorazione dei sei militari morti a Kabul PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di osservare un minuto si silenzio in memoria dei sei ragazzi che sono rimasti uccisi e come

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manifestazione di vicinanza alle famiglie degli altri che sono rimasti feriti nell’attentato a Kabul. In particolare c’è un cittadino laziale, un ragazzo di 26 anni, questa mattina abbiamo partecipato con il Presidente Marrazzo e con l’assessore Parroncini ai funerali a Lubriano, un paesino della provincia di Viterbo, al confine con Orvieto e ragionavamo proprio con il Presidente - tra l’altro una bellezza dei luoghi incomparabile, vicino a Civita di Bagnoregio, un paesino che è veramente una bomboniera, come ce ne sono tanti nel Lazio e che ho conosciuto in questi anni di attività istituzionale - che è veramente dura morire comunque, ma certo andare a morire da Lubriano a Kabul, con quei genitori che avevano questo figlio unico, genitori del popolo, genitori umili, la fidanzata con la quale stava facendo i programmi per sposarsi, quindi una situazione comunque brutta che non dovrebbe capitare a nessuno, però credo che il Consiglio regionale sia chiamato ad esprimere con un minuto di silenzio la propria vicinanza a tutti i ragazzi che nell’adempimento del loro dovere lasciano la vita per la nostra Patria. Grazie. (L’Assemblea osserva un minuto di silenzio) (Applausi) Prima di riprendere i lavori, vi chiedo di rimanere in piedi, sospendo il Consiglio regionale per un secondo. Noi adesso ascolteremo l’Inno d’Italia, la decisione che prendo è che ogni volta che c’è un morto civile o un morto militare per cui ci sono i funerali di stato - come c’è stato in passato per gli operai della Thyssen, come c’è stato questa volta del Lazio -, ogni volta che viene decretato un funerale di stato per un cittadino del Lazio, il Consiglio regionale in ulteriore onore alla persona che è deceduta o nell’adempimento del dovere per la Nazione o nell’adempimento del proprio lavoro o della propria sofferenza quotidiana, noi ascolteremo l’Inno d’Italia che ci richiama tutti ad essere uniti, solidali e fratelli.

(La seduta è sospesa alle ore 14,58 e riprende alle ore 14,59)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ASTORRE

PRESIDENTE. La seduta riprende. Ringrazio tutti i capigruppo che all’unanimità hanno sostenuto questa programmazione. Iniziamo adesso il Consiglio regionale dando la parola al Presidente Marrazzo per la comunicazioni ai sensi dell’articolo 42 dello Statuto regionale. Prima di dare la parola al Presidente, però, voglio comunicare all’Aula quello che abbiamo deciso in Conferenza dei capigruppo. Noi avremmo deciso e proponiamo, naturalmente, di dare, dopo avere ascoltato le Comunicazioni del Presidente, la parola ad ogni capogruppo che avrà diritto di parlare per dieci minuti e per i gruppi numericamente più rilevanti, che superano i cinque consiglieri, in particolare il Partito democratico, Alleanza nazionale, Forza Italia e Sinistra e libertà, c’è un tempo di trenta minuti per fare parlare anche altri consiglieri.

Ora naturalmente questa è una indicazione per poter svolgere i lavori della seduta consiliare in maniera spedita e per arrivare ad una chiusura intorno alle 19,00, ma trattandosi di argomento rilevantissimo, fermo restando che i capigruppo dovrebbero parlare per 10 minuti, ci sarà un po’ di elasticità per far parlare eventualmente anche altri consiglieri. Ringrazio il Presidente Marrazzo per la sua sollecitudine ad essere presente subito in Aula per le comunicazioni che gli competono.

***** Comunicazioni del Presidente ai sensi dell’art. 42 dello Statuto regionale PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Comunicazioni del Presidente ai sensi dell’art. 42 dello Statuto regionale.

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Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà. MARRAZZO, Presidente della Giunta. Signor Presidente del Consiglio, le rinnovo gli auguri di buon lavoro e nel salutare le colleghe ed i colleghi ricordo, come da lei stesso rammentato poc’anzi, che sono qui per comunicare, ai sensi dello Statuto regionale, le modifiche apportate agli assetti di Giunta. Permettetemi innanzitutto di ringraziare ancora una volta i neoeletti parlamentari europei Guido Milana, Silvia Costa e Francesco De Angelis, un saluto e un augurio di buon lavoro anche al collega Alfredo Pallone e ai consiglieri subentranti Tonino D’Annibale, Ettore Urbano, Fabio Schietroma e Sandro De Gasperis. Voglio cogliere l’occasione anche per fare gli auguri al nuovo Presidente del Consiglio e lo faccio con il desiderio di sottolineare la volontà rinnovata di una stretta collaborazione tra la Giunta regionale ed il Consiglio su tutti i provvedimenti di legge che ci aspettano da qui alla fine della legislatura. Sono convinto che tale collaborazione potrà invertire una tendenza delle assemblee che a volte si manifesta e cioè che all’approssimarsi delle scadenze elettorali si riduca l’attività di lavoro e soprattutto quella di produzione legislativa. Passo dunque alle comunicazioni relative ai nuovi assetti di Giunta. Comunico che il nuovo assessore all’istruzione, diritto allo studio e formazione professionale è Marco Di Stefano; il nuovo assessore alle politiche delle sicurezze, che comprende le competenze sulle politiche sociali, sull’assistenza e sulla sicurezza, è Luigina Di Liegro; il nuovo assessore con delega ad energia, rifiuti, enti locali, porti e aeroporti, è Giuseppe Parroncini. Inoltre ho definito le nuove deleghe per tre assessori già presenti in Giunta. Ad Anna Coppotelli è stata affidata la tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa; a Vincenzo Maruccio quella ai lavori pubblici; a Daniele Fichera la delega alla piccola e media impresa, commercio e artigianato, rapporto con la Conferenza Stato-

Regioni, Conferenza delle Regioni unificate e i rapporti con il Consiglio. I nuovi equilibri di Giunta sono l’occasione, io penso, per ricalibrare l’assetto di governo e, nell’ultimo scorcio di legislatura, per dare il necessario rilievo a quelli che considero elementi distintivi della nostra iniziativa politica e amministrativa. E’ evidente, equilibri nelle persone e negli assetti dovuti innanzitutto alle elezioni europee e all’esito che hanno avuto nei nostri confronti, ma non solo, desidero dire con un rinnovato slancio, per concludere la legislatura e per dare il senso alla coalizione di centrosinistra che io guido, di saper guardare al futuro e alla prossima legislatura 2010/2015 con la capacità di definire quelle che sono le grandi politiche di interesse collettivo, penso in primo luogo, dunque, al nuovo assessorato alle politiche delle sicurezze. Si tratta di una scelta significativa che vuole tenere insieme il complesso di un nuovo e moderno welfare che sappia garantire da un lato la sicurezza fisica dei cittadini rispetto alla criminalità, criminalità comune e criminalità organizzata, e un più generale rispetto della legalità da parte di tutti, dall’altro che produca quel complesso di sicurezze sociali che derivano dalle politiche attive di protezione dei più deboli e delle fasce svantaggiate della società. Non bisogna alimentare le paure ma dare, al contrario, la concreta percezione ai cittadini che le istituzioni sono presenti, sono vigili e sono soprattutto vicine a loro. Dunque la crisi economica, dobbiamo saperlo con grande coscienza e consapevolezza, sta lasciando sul terreno macerie di disperazione e di marginalità che concorrono a creare un clima prima di insicurezze e poi di intolleranze. La nostra deve essere una risposta complessiva che non lascia spazio a chi non rispetta la legge, risposte decise, però allo stesso tempo vuole guardare e intervenire sulla radice del problema e non galleggiare in superficie.

Allo stesso tempo abbiamo pensato di disegnare un assessorato che potesse cogliere una grande sfida di modernizzazione del nostro territorio e guardare quindi alla

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connessione tra le reti energetiche delle grandi reti infrastrutturali come porti e aeroporti.

Sui rifiuti stiamo lavorando in collaborazione istituzionale con la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il Comune di Roma, con la Provincia di Roma e con tutti gli enti locali interessati, per ribadire che l’uscita dal commissariamento e dall’emergenza ha posto basi solide allo sviluppo di un sistema moderno e razionale di gestione del ciclo dei rifiuti e della raccolta differenziata.

In questi mesi che rimangono fino al termine, alla conclusione della legislatura, al collega Parroncini spetterà il compito di finalizzare il lavoro sul sistema aeroportuale regionale. Non possiamo cadere nel vizio tutto italiano che vede rimesse in discussione continuamente decisioni che riguardano l’assetto strategico delle infrastrutture al servizio dei territori, scelte che è nostro compito rendere irreversibili senza tentennamenti, dubbi e campanilismi dannosi.

Viterbo e Frosinone si devono fare, si devono fare insieme proprio per evitare il cannibalismo che ha ucciso Malpensa e il sistema aeroportuale lombardo. Nel Lazio ciascuno scalo avrà una vocazione precisa, una utenza definita e un modello di business compatibile e sostenibile. Dunque la parola d’ordine della politica, di tutta la politica, è difendere Roma e il Lazio, un unico hub che abbia un sistema intercontinentale, internazionale e regionale.

Oggi e in questa sede io credo sia giusto anche ribadire che la Regione Lazio, insieme ad altre Regioni, farà ricorso alla Corte Costituzionale sulla decisione del Governo nazionale di ricorrere al nucleare. I nostri territori già vedono una presenza notevole di impianti di produzione di energia tradizionale. La sfida semmai è altra e diversa, quella di aumentare sempre di più il ricorso a energie rinnovabili e alternative. Il Lazio andrà in questa direzione e dove qualcuno vorrebbe costruire una centrale nucleare, presto - parliamo di mesi - vedrà la luce del più grande impianto fotovoltaico di

Europa grazie al lavoro svolto da questa Regione.

Credo che sulle altre competenze assessorili ci sia solo da ribadire l’impegno con il quale i colleghi Coppotelli, Fichera e Maruccio dovranno proseguire nell’azione di governo intrapresa. Penso soprattutto alle attività produttive e alle infrastrutture. E’ necessario portare a compimento il lavoro che abbiamo svolto in questi anni. Mi viene in mente il monitoraggio per il completamento di tutte quelle opere pubbliche che sono state già cantierate, una su tutte, la Sora-Ferentino-Frosinone, che consegneremo ai cittadini entro la fine dell’anno grazie anche ad uno degli ultimi lavori svolti dal Presidente Astorre, come anche la conclusione dell’iter dei lavori per quanto riguarda il casello di Ferentino, ma penso anche all’avvio della gara Roma-Latina. Siamo chiamati, alla fine di questo anno e all’inizio del prossimo, a dare un segnale forte, a bandire la gara e dare il segno nella intermodalità. E anche su questo devo ricordare l’impegno, a sud e a nord, sulle ferrovie, come la ferrovia Roma-Viterbo e ciò che stiamo facendo sulla Roma-Latina.

Ma in una fase di crisi come questa non basta il welfare, è nel sostegno al sistema delle imprese che si deve proseguire in un’attività forte che dia risposte immediate alle aziende, risposte anticicliche con effetti immediati.

Non possiamo prenderci il lusso - ovverossia il lusso del tempo delle burocrazie - che chi è sul mercato possa immaginare di considerare la politica dei due orologi. Ce n’è uno solo ed è quello di far quadrare i conti.

Allo stesso modo dovremo continuare a lavorare con attenzione con le associazioni dei consumatori, siamo una Regione che ha svolto un’attività fondamentale di cuscinetto istituzionale e sociale nel cosiddetto switch off e successivo switch over, non dicendo “no”, ma portando le ragioni dei cittadini. Come penso anche che le infrastrutture immateriali saranno una delle scommesse fondamentali su cui porteremo un saldo positivo alla fine della legislatura.

Tutte queste sono competenze importanti e

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mi rivolgo soprattutto alla maggioranza, alla mia maggioranza, alla maggioranza di centrosinistra.

Noi governiamo con consapevolezza da quattro anni e mezzo una grande Regione e abbiamo svolto un grande lavoro.

Qualcuno ci dice e ci ricorda che siamo donne e uomini di governo che qui governeranno sino alla fine della legislatura. Lo abbiamo fatto negli anni passati, lo faremo nei mesi futuri.

Dobbiamo portare a compimento ciò che è stato deciso in precedenza e impostare il lavoro per il futuro.

Mancano circa sei mesi alle elezioni e credo che sia opportuno alla presenza del nuovo Presidente del Consiglio sottolineare come la politica regionale veda in questa Assemblea la sede più alta di discussione e decisione; una sede nella quale negli ultimi quattro anni il confronto si è sempre distinto per avere ad oggetto i temi e i provvedimenti con un dibattito serrato, critiche anche dure, ma riconosco ai consiglieri di opposizione e ai consiglieri di maggioranza che tutto ciò si è svolto con reciproca lealtà. Di fronte a quello che è l’imbarbarimento della politica nel nostro Paese possiamo dire con vanto che c’è un “modello Lazio” nei rapporti tra maggioranza e opposizione, ed è quello che abbiamo costruito insieme, lo dobbiamo difendere insieme.

Io sono contro la delegittimazione di un avversario e noi dobbiamo sapere che non vale nulla se non la difesa della dignità del tuo avversario, se questo fosse messo in rapporto alla vittoria. Difendiamolo insieme tutto questo.

La campagna elettorale ci dovrà vedere impegnati sui temi, come si è fatto. Io sono stato oggetto - come è giusto che sia - di critica su tutti i temi. Ciò ha fatto bene a me, alla mia maggioranza, ma, io penso, a tutto il “sistema Lazio”.

Io non sono mai stato denigrato da voi, come è accaduto per altri esponenti politici o di altri settori vitali del nostro Paese, come non lo è stato nessuno di noi. E io sarò garante in questi mesi che tutto questo continui insieme.

I cittadini si aspettano da noi risposte politiche ai loro drammi individuali, risposte ai loro bisogni, c’è ansia. Probabilmente un ragazzo di ventisei anni che parte da Lubriano e muore a Kabul ci rappresenta nel più alto dei valori la difesa della pace, la difesa della convivenza e della solidarietà civile nel suo Paese e nel mondo. Oggi una cosa va detta con chiarezza, quei nostri militari in Afghanistan e nelle altre missioni di pace non possono essere abbandonati. Anche un’Assemblea come la nostra, quando giustamente si confronterà su temi come la sicurezza, la pace, l’impegno dei militari, si ricordi che tanti ragazzi, come il nostro ragazzo, Giandomenico di Lubriano, sono caduti per tutti noi. La politica oggi qui in quest’Aula, quando ci occupiamo di sanità, quando ci occupiamo di rifiuti, quando ci occupiamo di dinamiche di sviluppo produttivo, quando ci occupiamo dei temi a noi consoni, deve sempre sapere che è un’Assemblea elettiva, dove la politica in un certo momento deve sapere ed essere consapevole di ciò che ci unisce e di ciò che ci condivide.

Cito con grande onore di essere stato ieri al San Gallicano, che molti di voi dai banchi del centrosinistra e del centrodestra avete difeso come esperienza di questa città, come esperienza di sanità, come esperienza di integrazione sociosanitaria, come porta d’accesso per gli immigrati, ebbene ieri il sottosegretario Letta, il sottosegretario Curzi e il Presidente Marrazzo erano a dire grazie insieme, e tutto ciò era un risultato portato a casa mentre noi ci confrontiamo sul commissariamento e la riorganizzazione della sanità.

Io mi aspetto nei prossimi sei mesi, sulle riforme infrastrutturali come gli aeroporti, le autostrade, le decisioni sull’energia, sui rifiuti, su tutto questo, che si sappia insieme ciò che ci unisce e ciò che ci divide. Ciò che ci unisce io credo che abbia un solo valore, sono i diritti rappresentati dalla Carta costituzionale, quando questi portano un nome e un cognome, che è la firma di tutti coloro i quali all’epoca la votarono. Ecco perché queste comunicazioni per la mia

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maggioranza hanno un significato, sono le comunicazioni su cui si tirano le somme di un lavoro fatto per concluderlo bene e per saper guardare al futuro. A voi portiamo oggi il nostro lavoro, sapendo che su questo molte cose ci dividono, ma adesso sono qui con rispetto ad ascoltare gli interventi dei capigruppo e degli altri consiglieri. Dibattito PRESIDENTE. Sono aperte le iscrizioni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Moscardelli.

Ricordo possibilmente di stare nei dieci minuti. Apprezzo il Presidente Marrazzo che comunicazioni così importanti le ha date in tredici minuti. Noi abbiamo cose molto intelligenti da dire. Nel Parlamento europeo e nel Parlamento inglese con tre minuti si dice tutto.

Prego, consigliere Moscardelli. Ne ha facoltà.

MOSCARDELLI (Pd-U). Signor Presidente del Consiglio regionale, signor Presidente della Regione e colleghi consiglieri, le recenti elezioni europee hanno determinato la necessità da parte del Presidente di nominare i nuovi assessori della Giunta regionale. Il Presidente Marrazzo ha scelto nella sua autonomia i nuovi assessori a cui vanno gli auguri di buon lavoro del gruppo del Partito democratico.

Il Presidente ha valutato la situazione, ha ricevuto dal gruppo del Pd tutto il sostegno necessario per affrontare questa fase ed ha operato nella direzione del rafforzamento della coalizione e dell’azione di Giunta.

Il gruppo del Partito democratico ribadisce il proprio appoggio al Presidente Marrazzo ed è unito nel sostenere l’azione di governo della maggioranza, che deve essere impegnata in modo compatto per lavorare al meglio in questa fase in cui occorre affrontare alcuni passaggi importanti. Il bilancio dell’azione di governo è molto positivo e tuttavia i prossimi mesi sono utili per conseguire ancora obiettivi importanti sia sotto il profilo legislativo, che di scelte di

governo. L’elezione a Presidente del Consiglio di

Bruno Astorre, a cui rinnovo gli auguri per l’importante ruolo istituzionale che è stato chiamato ad assolvere, è avvenuta in una condizione di compattezza della maggioranza, ma anche in un clima sereno con l’opposizione, espressione dell’autorevolezza della candidatura.

La coalizione di centrosinistra, dopo le scelte del Presidente Marrazzo esce rafforzata ed equilibrata, pronta a lavorare per la costruzione di un’ampia e forte proposta di governo per il Lazio da proporre ai cittadini a marzo prossimo, guidata da Piero Marrazzo e basata sull’accordo programmatico.

Il confronto con il centro democratico è tema centrale all’attenzione delle forze politiche di centrosinistra. Le scelte operate dal Presidente della Giunta sono state orientate a concentrare l’attenzione su settori delicati, come quello delle politiche della sicurezza, secondo una concezione avanzata che comprende le politiche sociali come fattore determinante del tema della sicurezza delle comunità. Così per l’energia, i rifiuti, i porti, gli aeroporti si è operato nel senso di porre le basi per un’azione ancora più incisiva anche per il futuro attraverso l’istituzione di un assessorato nuovo.

La scelta delle personalità e le competenze era ampia per il Presidente e il gruppo del Partito democratico si è rimesso alla sua autonoma valutazione.

Con grande trasparenza diciamo che un altro dei temi in discussione era la rappresentanza delle Province. Si poteva cogliere l’occasione per dare una rappresentanza anche a Latina e Rieti. In tutti i territori provinciali il governo regionale ha prodotto uno sforzo straordinario in termini di risorse e di infrastrutture, in coerenza con il progetto di sviluppo dell’intero Lazio, di cui il Presidente Marrazzo e il centrosinistra si sono fatti interpreti. Le risorse impegnate, le infrastrutture e i servizi programmati, la fase di realizzazione delle opere pubbliche hanno dato il segno di una vera svolta per il Lazio. E’ un grande merito del Presidente, del centrosinistra, aver compreso che la sfida

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per Roma e per le Province si gioca sul terreno delle politiche di riequilibrio e di sviluppo dell’intera Regione. Come per l’Italia il tema dello sviluppo del Mezzogiorno non è un freno, ma la scommessa da vincere per rendere competitivo tutto il nostro Paese, così non era possibile continuare ad ignorare che il tema centrale per il futuro del Lazio era ed è nel rapporto tra Roma e Lazio, superando l’idea che Roma da sola potesse risolvere ogni problema.

La Regione per la prima volta ha segnato in questi cinque anni una svolta rispetto ad una timida consapevolezza passata che stentava a tradursi in azioni di governo. Pensiamo alle grandi opere infrastrutturali, come la Roma- Latina e la bretella Campoverde, Cisterna-Valmontone. Pensiamo alla Orte-Civitavecchia, alla Sora-Frosinone, ad altre opere anche citate nell’intervento del Presidente, insieme ad una serie di interventi importanti per il territorio, il decentramento dei servizi, a partire dalla istituzione per la prima volta dei DEA di secondo livello fuori dalla città di Roma.

Pensiamo alla localizzazione degli aeroporti sulle Province di Viterbo e Frosinone, che pure ha suscitato polemiche, ma che si è confrontata con la reale agibilità delle scelte. Come è stato per Latina, che altrimenti sarebbe aeroporto già dai tempi della giunta di centrodestra, che ha affrontato le stesse difficoltà rimaste oggi e che hanno determinato le scelte attuali.

Occorre proseguire e lavorare ancora con più determinazione in questa missione del governo regionale, ossia far leva sulla città di Roma la cui crescita è legata allo sviluppo dell’intero Lazio, superando l’idea di antagonismo ineluttabile ed oggi, invece, anacronistico.

I dati dell’azione di Governo, come Pd, li rivendichiamo con forza e con la consapevolezza di aver concorso, insieme alle altre forze del centrosinistra e con la guida di Marrazzo, a segnare questa svolta che è nella direzione di un futuro di sviluppo e di riscatto dei territori.

Inoltre, come esiste un tema di Roma e del

rapporto con la sua Provincia dentro un contesto di integrazione per la città metropolitana, così c’è il tema dell’assetto del Lazio e dell’integrazione possibile tra le Province del Lazio nord e del Lazio sud per favorire programmi di sviluppo integrato e creare le condizioni di un maggiore equilibrio regionale.

Dentro questo contesto, il tema della rappresentanza nelle istituzioni regionali non è secondario e centrodestra e centrosinistra non hanno avuto la consapevolezza necessaria, in questi quindici anni, del nuovo sistema di elezione diretta.

L’occasione della riforma della legge elettorale è un tassello del quadro rappresentato, anche se di primaria importanza. Maggioranza ed opposizione si sono impegnate ad affrontarlo in tempi rapidi e il Pd è impegnato a perseguire proposte condivise che tengano conto delle diverse esigenze presenti.

Su questo piano non sono possibili forzature, ma neppure immobilismi. L’attenzione sull’efficacia delle misure anticrisi, con una crisi che colpisce anche il Lazio, come il nostro Paese, in maniera molto forte, tuttavia ha visto da subito la Regione Lazio impegnata, già dalla finanziaria per il 2009, con un pacchetto anticrisi e così con altre misure e risorse a sostegno delle imprese, dei cittadini, delle famiglie.

Il piano sanitario regionale, che il commissario Presidente Marrazzo ha voluto fosse oggetto di confronto in Commissione - e ringrazio il Presidente Canali del lavoro egregio che sta svolgendo - così come l’attenzione e il confronto nel dibattito che sarà svolto in Aula; il piano energetico, importante strumento pronto che deve essere approvato il prima possibile; la questione rifiuti, la legge per i precari, la prosecuzione del programma infrastrutturale, le politiche dell’istruzione e formazione del welfare impegnano la maggioranza a lavorare in modo serrato nei mesi che abbiamo davanti.

Ci sono importanti leggi, come quella sull’assistenza, quella della riforma dei servizi sociali, quella sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia, che sono pronte ad

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andare in Aula. Questo quadro impegnativo per il

centrosinistra e per il Consiglio vedrà il Pd unito a sostegno del Presidente Marrazzo, oggi e per le prossime elezioni regionali.

Grazie.

PRESIDENTE. Voglio dire una cosa, chiedo possibilmente agli assessori di venire in Aula. Siccome sono presenti sostanzialmente tutti gli assessori, chiedo di venire in Aula perché questo è un dibattito che molto probabilmente li toccherà.

Per il rispetto anche dei consiglieri - anche se fosse uno -, dei consiglieri attenti, invito gli altri consiglieri a non trasformare quest’Aula in un momento di conversazioni piacevoli anche ad alta voce.

Quindi se si deve parlare o se si vuole parlare ci si può accomodare. In dibattiti così importanti si sta in Aula e si ascolta. Se non si vuole ascoltare si va fuori, non si crea una situazione che è spiacevole.

Io invito gli assessori a venire in Aula e ringrazio il consigliere Moscardelli che è stato nei tempi, essendo anche il capogruppo di venticinque consiglieri, quindi del gruppo assolutamente più cospicuo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pigliacelli. Ne ha facoltà.

PIGLIACELLI (FI-Pdl). Signor Presidente, colgo l’occasione per rinnovarle gli auguri di buon lavoro.

Siamo ormai a pochi mesi dalla scadenza naturale di questa amministrazione regionale e ci ritroviamo a dover affrontare un importante cambiamento della Giunta, l’ennesimo cambiamento di questa Giunta. Attenzione, però, quando dico “importante”, Presidente, sia ben chiaro che non intendo riferirmi certo ai problemi e alle urgenze del nostro territorio, per i quali da tempo credo la maggioranza abbia abbandonato ogni velleità. Quando dico “importante” penso agli equilibri e alle logiche interne dello stesso schieramento di centrosinistra e di questa maggioranza.

In buona sostanza questo “rimpastino” rappresenta quello che ritengo sia una sorta di

tagliando finale in vista delle prossime ed imminenti elezioni regionali. E pazienza se, come al solito è successo e continua a succedere, è la gente a pagare il prezzo più alto dell’incapacità dimostrata nell’affrontare i tanti e gravosi problemi di questo territorio regionale.

Un simile scenario tuttavia non presenta alcuna novità ovviamente rispetto a quella che in questi anni suo malgrado, caro Presidente Marrazzo, è stata la sua principale occupazione, sedare e nascondere le molte ed aspre liti all’interno della squadra di governo e più in generale della sua maggioranza. E, me lo lasci dire, sono convinto che anche lei nel suo animo tutto sommato sia rammaricato di ciò. Ma tant’è.

Per non parlare poi della sua presenza in Consiglio regionale, Presidente, più volte implorata e praticamente raramente esaudita. Non voglio tornare troppo indietro nel tempo, e quindi anche prendendo come esempio solo l’ultimo anno possiamo notare come lei, Presidente Marrazzo, abbia frequentato molto poco quest’Aula dimostrando a mio parere scarso interesse per le prerogative dei lavori del Consiglio regionale.

Vede, Presidente, limitarsi a fare in Aula un bel discorso o anche una bella replica, ma che non toccano le principali criticità dell’azione di governo, non significa partecipare attivamente ai lavori, ma solo adempiere ad una per lei forse anche fastidiosa incombenza istituzionale.

Ancora, nel corso dell’ultimo anno è stata maggiormente messa in risalto, e di ciò gliene va dato atto, la sua grande abilità di uomo di comunicazione, bravo a mostrare pubblicamente il lato migliore di sé e a schivare in scioltezza ogni polemica o veleno, soprattutto se questo proveniva dalla sua stessa parte politica.

Altro tasto dolente l’inerzia e l’incapacità dimostrata dal governo regionale nel gestire alcune fondamentali questioni. Giusto per citarne qualcuna, penso al cosiddetto “piano casa” approvato grazie ad una serie di compromessi al ribasso che certamente ne pregiudicheranno la sua effettiva attuazione e per il quale mi associo alle tante e numerose

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richieste per pervenire ad una sua modifica. Penso poi all’irrisolto tema del latitante

piano sanitario, per il quale si continua a prendere tempo e su cui anche - e questo è molto preoccupante, Presidente - la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha espresso una grande preoccupazione nella sua relazione annuale sulla gestione del comparto sanitario.

Penso poi alla prossima finanziaria, per la quale il neo Presidente Astorre ha giustamente auspicato un iter il più possibile semplice e celere. Voglio fare mio questo auspicio, ma allo stesso tempo non posso non affermare che, qualora dovessimo ravvisare in quel documento solo ed esclusivamente spot elettorali, allora interverremmo con tutti i mezzi che in questo consesso ci vengono messi a disposizione, che per la verità non sono molti.

Per tornare al motivo della sua gradita visita, caro Presidente, cioè la redistribuzione di alcune deleghe, è rimasto davvero poco da dire se non che ci troviamo di fronte all’ennesima alchimia tattica nel maldestro tentativo di concludere con onore l’attuale esperienza amministrativa.

Chiaramente intendo rivolgere ai nuovi assessori il mio sincero augurio di buon lavoro, anche perché sono persone competenti e capaci, ma mi sia consentito dire che ora come ora è francamente difficile pensare che la loro opera, da qui fino a marzo, possa essere tanto più di una semplice timbrata di cartellino o di una qualche isolata occasione di pubblica visibilità.

Dico questo perché, come è certamente noto a tutti, affinché l’azione di un assessore possa realmente essere avvertita dalla gente dovrebbe svolgersi almeno nell’arco di un anno, e dico “almeno”.

Dobbiamo essere sinceri, tra pochi mesi questo Consiglio verrà sciolto e l’attività politica della Regione sarà tutta indirizzata alla campagna elettorale. Alla luce di ciò, mi chiedo ad alta voce se a questo punto non sarebbe stato meglio procedere ad una redistribuzione delle deleghe - come in parte è stato fatto - tra gli assessori rimasti, che erano piuttosto numerosi, non erano pochi,

anziché nominarne nuovi che, a prescindere dalla loro competenza, che sottolineo essere notevole, non avranno letteralmente il tempo di prendere in mano le carte.

Concludo auspicando, Presidente, che in questi ultimi mesi si possa mettere mano ad almeno l’uno per cento delle molte questioni che sono sul tavolo e che non sono state mai veramente affrontate, nell’attesa di conoscere il giudizio, a mio parere scontato, che i cittadini daranno nel segreto delle urne ai cinque anni di amministrazione del centrosinistra.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Pigliacelli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Robilotta. Ne ha facoltà.

ROBILOTTA (Sr-Pdl). Grazie, Presidente. La ringrazio per questo Consiglio, la ringrazio anche per aver voluto all’inizio di seduta far sentire l’inno di Mameli. Posso comunicare che sto presentando una proposta di legge affinché l’inno di Mameli diventi l’inno ufficiale della Regione Lazio e una proposta di legge da presentare al Parlamento affinché l’inno di Mameli diventi finalmente, per legge, l’inno ufficiale della Repubblica italiana. Prendo un minuto su una vicenda che non c’entra niente con la vicenda del rimpasto, ma approfitto della presenza del Presidente della Regione.

Leggo sui giornali, Presidente, che lei sta nominando il direttore generale della Asl di Civitavecchia che sta nelle sue competenze. Chiedo soltanto di sapere che fine ha fatto la verifica, chiedo soltanto di sapere che fine fanno i revisori dei conti delle Asl che sono scaduti a luglio, se vengono nominati da lei o se come bontà vorrà, i suoi uffici vorranno inviare la documentazione al Consiglio affinché il Consiglio inizi come previsto dalla legge regionale la nomina dei revisori dei conti.

Io sui direttori generali, Presidente, le dico solo che se li nomina direttori generali e non commissari stia attento a prevedere la decadenza a fine legislatura. Questo vorrei che restasse agli atti, ufficialmente lo dico

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perché resti nel verbale del Consiglio. La Corte Costituzionale differentemente da

come sostengono i suoi uffici, cioè gli uffici del Presidente della Regione, non ha abrogato l’articolo dello Statuto che prevede lo spoil system, ha cassato la legge di applicazione. Allora farlo oggi, nominare direttori regionali delle Asl che scavalchino la legislatura potrà costituire un contenzioso amministrativo, sarebbe opportuno che lei li nomini commissari o che preveda dentro il contratto comunque la scadenza a fine legislatura.

Io rispetto alle cose dette dal Presidente, al rimpasto, cercherò di dire poche cose, soprattutto di analizzare con il rimpasto qual è, a mio modo di vedere, la situazione politica di oggi.

Lei ha detto, Presidente, che esce rafforzato dalla coalizione di maggioranza di centrosinistra. Be’, a vedere il rimpasto a me non pare. Una corrente importante del Partito democratico, come quella di Bettini e Meta, ha detto di no al rimpasto e ha chiesto alla collega Laurelli, che ha fatto un sacrificio, e colgo l’occasione...

(Interruzione di un consigliere).

Non è bassa politica. E’ politica, non è

bassa politica!

PRESIDENTE. Non si interrompono i consiglieri mentre parlano. Il consigliere si rivolga al Presidente.

ROBILOTTA (Sr-Pdl). Chiedo scusa se non ho fatto gli auguri ai nuovi assessori, a tutti gli assessori.

E ha detto di no al rimpasto una corrente importante, non tanto dalle percentuali che prenderà nel congresso a livello nazionale, ma perché Bettini, Meta e De Angelis hanno sempre avuto un peso importante in questa Regione. Nella distribuzione delle deleghe lei ha tolto ruolo ai socialisti dello Sdi, declassificando la delega dai servizi sociali ad un’altra delega meno importante, ha rafforzato il ruolo della lista Di Pietro, ha rafforzato di molto il ruolo di Sinistra e Libertà, facendo delle scelte politiche. Ha

tenuto fuori dal rimpasto - credo sia una scelta politica significativa rispetto alla coalizione che l’ha eletta Presidente, anche rispetto all’elettorato che lei ha preso in maniera significativa - Rifondazione comunista e il Pdc. Quindi lei con questo rimpasto ha sancito un cambiamento della sua maggioranza, che non è più quella originaria che l’aveva eletto, ma certificando che Rifondazione comunista non è nella Giunta, è all’opposizione oggi ed è all’opposizione della sua maggioranza, del governo che oggi sta governando questa Regione.

Io non ho condiviso tecnicamente alcune scelte di divisione delle deleghe, penso a quella dei rifiuti, faccio gli auguri a Parroncini, ma come si fa a tenere l’ambiente da una parte ad un assessore e i rifiuti a un altro? Se non perché questo si può giustificare per il fatto che si danno i rifiuti ad un esponente del Partito democratico e non all’assessore all’ambiente - penso poi alla VIA, penso ai comitati tecnici -, perché l’assessore all’ambiente non la pensa politicamente, sulla gestione dei rifiuti, che lei ha detto che è una questione importante, che atterrà anche il prosieguo di questa legislatura, come la pensa la maggioranza.

D’altra parte sulla scelta che ha fatto importante - io lo riconosco - di Albano, sulla quale io sono sempre stato a favore, lei nega tutti i giorni la contrarietà del suo assessore regionale ai rifiuti, di un pezzo importante di Sinistra e Libertà che sta nella sua Giunta, della lista Di Pietro, dove il Presidente della Commissione rifiuti ogni giorno dice e attacca che è stato un errore aprire Albano, dicendo che se lei, invece di prendere la decisione su Albano come commissario del Governo, avesse dovuto prenderla come Giunta o come maggioranza politica, lei in quest’Aula non aveva la maggioranza per prenderla. Ecco perché quella decisione è importante, ecco perché lei tiene i cocci di una maggioranza che non è una maggioranza politica omogenea nel prendere le decisioni. Tant’è vero che le uniche decisioni importanti che avete preso in Giunta - penso a quella sulla Roma-Latina o a quell’altra

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sull’Aurelia - sono tutte decisioni che hanno spaccato la Giunta. Quindi lei dà la delega a Parroncini, per fortuna, perché sa che l’assessore regionale all’ambiente di Sinistra e Libertà sta su una posizione politica sulla gestione dei rifiuti che è all’opposto di quella che potrebbe avere il Partito democratico.

Io chiudo su una cosa, non me ne voglia nessuno, ma credo che sia lei che l’assessore Di Stefano a quest’Aula qualcosa la dobbiate dire. Ognuno di noi è libero di dire quello che vuole anche in Aula, però quando si assumono delle posizioni istituzionali forti è bene che si chiariscano le posizioni in Aula. Io leggo solo dai giornali di un po’ di tempo fa, quando un assessore dice: “Mi toglierò lo sfizio di leggere tutte le delibere sulla sanità che ho votato sempre in bianco, perché portate puntualmente in Giunta fuori sacco, voglio capire cosa ho votato, soprattutto ora, perché da stralci di intercettazioni sembrerebbe che alcune di queste delibere non sono state istruite dai nostri uffici, ma da dipendenti di società private”, c’è bisogno che lei, Presidente, dica se questo è vero oppure no, cioè se lei smentisce quello che oggi è diventato un suo assessore o meno.

Io non ho niente di personale né con lei, né con l’assessore, e spero che non ve la prendiate, ma un Presidente della Regione - io non avrei fatto questo intervento se il collega Di Stefano fosse rimasto consigliere - ha il dovere di chiarire queste cose, ha il dovere di chiarire la questione dei “pizzini”!

Vede, non lo scrivo io, ma due giorni fa Il Riformista, quello che Franceschini dice essere l’organo del Partito democratico, anzi Franceschini lo accusa di essere l’organo di una corrente del Partito democratico, ha scritto due giorni fa: “Cinque o sei mesi fa abbiamo espletato un “concorso interno” - tra virgolette - per funzionari che non si faceva da anni. Ebbene, io ho ricevuto raccomandati e pizzini da ogni parte, a tutti livelli, anche da importanti esponenti della Giunta, più importanti di assessori e li ho rispediti ai mittenti”. Ci dica da chi ha ricevuto questi pizzini, più importante della Giunta e degli assessori chi c’è?

Lei smentisca, Presidente, ha il dovere di

farlo, perché quest’Aula ha il dovere di sapere, l’assessore avrebbe il dovere di chiarirle queste cose, se sono state dovute al momento, a quello che è successo - può capitare - o se invece l’ha detto con dovizia di fatti.

Io chiudo con l’ultima frase, visto che siamo quasi in campagna elettorale, che è sempre scritta ne Il Riformista, che dice: “il caso Di Stefano rappresenta l’emblema del “marrazzismo”, di quell’arte con cui da quasi un lustro l’omonimo governatore guida la Regione Lazio sottratta alle grinfie storaciane, bianco e nero con mille sfumature di grigio in mezzo, media aritmetica tra lo scaltro Mister Wolf di Tarantino e l’impacciato Paperino della Disney. Il mandato da Rai3 compare e scompare, boccia e promuove, fa e disfa, annuncia e smentisce, ottenendo sistematicamente lo stesso risultato che l’intera classe dirigente del Pd laziale, chi con profonda ammirazione, chi con profondo disprezzo, gli riconosce all’unanimità, non si sa mai se a straragione o torto marcio, perché alla fine non si capisce mai nulla di quello che fa”.

Io le esprimo solidarietà per quello che ha scritto Il Riformista, perché la conosco da troppo tempo per sapere che lei non è così, e capisco anche i motivi per cui lei, innervosito da questo, ha detto che se il Pd fa le primarie lei si candida.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Robilotta, rassicurandola che a questo mondo, fino al Padreterno c’è sempre qualcuno sopra di noi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Forte. Ne ha facoltà.

FORTE (Udc). Grazie Presidente, le annuncio che parlando a nome della Costituente di centro noi, con un solo intervento, uniremo tutti i gruppi aderenti alla Costituente di centro, quindi risparmieremo, credo, anche dei minuti.

Prima di iniziare il mio intervento sulle comunicazioni del Presidente, però, signor Presidente del Consiglio, se è possibile alzare un po’ il microfono…

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PRESIDENTE. Scusi consigliere Forte, la interrompo, scusi tanto, per dirle che alle ore 16, fra un quarto d’ora, chiudiamo le iscrizioni a parlare, grazie.

Scusi dell’interruzione.

FORTE (Udc). No, io volevo, visto che mi sembra che lei stia cercando, e ha il nostro appoggio e il nostro plauso, anche se verso la fine della legislatura, di mettere riparo a qualche stortura che c’è stata in questi quattro anni e mezzo nella gestione dell’Aula, pregarla, Presidente Astorre, se quando c’è una seduta e si verificano casi straordinari di cronaca, che possono capitare - in particolare, mi riferisco all’incendio che c’è stato ieri nella casa di cura San Francesco Caracciolo - il Consiglio, così come avviene nei Parlamenti, al di là dell’ordine del giorno, si interrompa e venga data comunicazione da parte del governo che mette semplicemente al corrente di quello che è successo, senza aprire dibattiti o polemiche, ma soltanto per farci sapere quello che è successo. In questo caso si tratta di una struttura sanitaria della nostra Regione, abbiamo una responsabilità amministrativa, c’è una Asl, l’ho letto dai giornali, allora le cose che il Presidente Montino ha detto sui giornali potrebbe venire qui e dircele a noi che rappresentiamo gli elettori.

Chiudo questo mio suggerimento costruttivo, signor Presidente, non ruberò molto tempo, perché alcune delle riflessioni che farò oggi le avevo già fatte la settimana scorsa in occasione della sua elezione.

Ho sentito il discorso di alcuni colleghi che parlano del fatto che da qua a qualche mese dovremo affrettarci perché il lavoro è tanto, credo che questa già sia una ammissione che quello che abbiamo fatto in quattro anni e mezzo è stato poco. Poco soprattutto, ripeto, sui grandi temi e sui grandi atti di competenza di questo Consiglio.

Mi riferisco - sono stati elencati negli interventi che mi hanno preceduto - al piano rifiuti, al piano trasporti, al piano territoriale regionale generale e al piano sanitario.

A tal proposito, Presidente, prendo atto della sua scelta, e le fa onore, di portare la

discussione in Consiglio regionale, di aprire un confronto con il Consiglio, però sento - lo dico perché lo sento da voci di corridoio, non avendo rappresentanti in Commissione sanità - che giovedì prossimo si vorrebbe approvare il piano sanitario. Siccome io non ho saputo…

(Interruzione di un consigliere).

Mi dicono domani si voglia approvare il

piano sanitario. La discussione credo che non sia neanche iniziata o se è iniziata noi non vi abbiamo partecipato.

Siccome è un documento, io ho iniziato a leggermelo, probabilmente avrò delle difficoltà dovute alla mia inesperienza, comunque sono mille pagine e non si fa dalla mattina alla sera, se questo confronto, dopo quattro anni e mezzo, vuole essere un confronto serio e trasparente credo che si debba dare pure un minimo di tempo per analizzarlo, studiarlo e un tempo congruo per un confronto tra i vari partiti.

Quanto all’operazione, al cosiddetto “rimpasto”, a questo “Marrazzo bis”, stiamo parlando di un vero e proprio “Marrazzo bis”, perché sentendo la presentazione del Presidente ci troviamo di fronte a tre assessori nuovi di zecca e allo spostamento di tre assessori in altri dipartimenti, quindi un movimento che incide su ben sei assessorati.

Se pensiamo che fino alla tanto vituperata Prima Repubblica questa Regione aveva nove assessorati, capiamo che va ad incidere nelle leve fondamentali di questa Regione.

Ebbene, Presidente, la prima riflessione che mi viene da fare da politico di provincia è che mi sarei aspettato anche un passaggio dal mio collega Moscardelli, e capisco pure il perché allora la Provincia di Latina in questo Consiglio, così come in quello precedente, non riesce ad avere un rappresentante in Giunta, visto l’intervento del collega Moscardelli, che pure era dato come uno dei papabili, ebbene tre Presidenti del Consiglio, ventisei assessori, non c’è stato un esponente della Provincia di Latina, la Provincia più popolosa nel Lazio dopo Roma.

Al di là di tutti i ragionamenti che

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vogliamo mettere in campo, io credo che questo si sia rivelato un vero e proprio handicap per la sua Giunta, oltre che chiaramente per la mia Provincia, perché una serie di scelte che sono state prese sono state prese sulla pelle dei cittadini della mia Provincia e del territorio che rappresento.

Vogliamo parlare dell’aeroporto? Ebbene sull’aeroporto, visto che ho sentito parlare di discussioni franche e aperte, assessore Parroncini - al quale faccio i miei più sentiti auguri -, sull’aeroporto in quest’Aula non ne abbiamo mai discusso, neanche nelle Commissioni competenti.

Io parlo almeno di discussione, non si è mai discusso, è stata fatta una scelta su Viterbo con un criterio, almeno lì, e un percorso messi in campo dal Ministro all’epoca, condivisibile o meno, comunque c’è stato un percorso, quello di Frosinone è stato scelto attraverso, non lo so, una e-mail, una chat-line, ma di certo non in una discussione avvenuta presso le sedi competenti, e cioè le istituzioni regionali.

Io spero a tal proposito che non si voglia far passare la pur stimata dottoressa Di Liegro, che stimo, solo per le sue provenienze “gaetane”, come rappresentanza della Provincia di Latina, ma quello a cui mi riferisco non deve essere un dato geografico, deve essere un dato chiaramente politico. Ecco, Presidente, secondo me questa è stata una cosa che la accomuna…

(Interruzione di vari consiglieri).

Io posso pure terminare. Volevo esprimere

due concetti, visto che ho detto che utilizzerò anche meno del tempo. Uno l’ho espresso, ed è questo della scarsa rappresentatività che poi ha determinato uno scarso peso nelle scelte da parte della mia provincia, la Provincia di Latina.

Vede, Presidente, si sente parlare di accordi e di future alleanze, ebbene registriamo che lei un passo avanti sotto questo profilo, un segnale concreto ha iniziato a darlo dando una definizione più chiara della sua futura alleanza, con un limite a sinistra che arriva, appunto, a Sinistra e Libertà, una cosa di cui

prendiamo atto, escludendo forze che sono incompatibili con una coalizione dove vi sono partiti moderati e credo anche di ispirazione cattolica, incompatibili da un punto di vista proprio dei valori, Presidente.

C’è ancora un altro punto, quello che noi chiediamo, della discontinuità, e su questo credo ci sia ancora tanto da fare, è quello del riequilibrio territoriale, Presidente, che dovrebbe essere uno dei ruoli fondamentali di questa Regione, cioè l’istituzione Regione che dovrebbe essere il luogo dove si riequilibrano le disfunzioni sociali, economiche, demografiche della nostra Regione, invece sotto questo punto di vista, così come ho cercato di dirle, c’è stata una continuità tra la sua Giunta, il suo governo e la Giunta Storace, entrambe unite da un ostracismo nei confronti della Provincia di Latina.

Io credo che il prossimo governo regionale invece debba cercare di rappresentare tutti i territori della nostra Regione e solo così la Regione potrà svolgere al meglio il proprio ruolo.

Quanto alle cose da lei annunciate sul programma di fine legislatura, noi così come abbiamo sempre fatto, e ce ne darà atto anche quest’Aula, siamo disponibili ad un confronto trasparente, pragmatico. Qualora ci sarà la scelta di portare in quest’Aula, in questo Consiglio, gli atti programmatici che questo Consiglio deve ancora approvare, noi, scevri da posizioni ideologiche e strumentali, ci confronteremo con un’unica stella polare, quella di tutelare gli interessi dei cittadini di questa Regione che non si rassegnano a vederci litigare da qui alla prossima campagna elettorale che è ancora lontana. Lo dico a lei, Presidente Marrazzo, lo dico ai colleghi, questa Regione non si può permettere sei mesi di campagna elettorale. Dobbiamo cercare di dare le risposte - chiaramente questo dipende dalla maggioranza, l’opposizione deve però fare la sua parte -, le risposte che per qualche problema magari si è ritardato a dare in questi mesi.

Vedete, colleghi, le elezioni arriveranno, verrà scelto un governo, e quei problemi che

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ci troviamo, anzi quelle emergenze che oggi ci troviamo sul tappeto se le ritroverà pari pari il prossimo governo regionale al di là del colore politico, al di là di chi governerà. La sanità, i rifiuti, le infrastrutture sono problemi che arrivati a questo punto riguarderanno anche il prossimo governo regionale al di là del suo colore.

Io credo che si possa fare ancora tanto in questa legislatura e da parte dell’Udc, così come abbiamo fino ad oggi dimostrato, c’è la disponibilità a cercare di affrontare i problemi che da qui alla fine della legislatura potranno essere affrontati e risolti.

Vi ringrazio per l’attenzione.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Forte. Ringrazio anche l’Aula per il contegno e per il rispetto verso gli oratori. Continuo, visto che tutti gli assessori che non erano giustificati sono presenti in Consiglio, ad invitare gli assessori che sono nei locali del Consiglio a venire ad ascoltare questo interessante dibattito.

Ha chiesto di parlare il consigliere Colagrossi. Ne ha facoltà.

COLAGROSSI (Idv). Caro Presidente, cari colleghi consiglieri, il nuovo assetto della Giunta guidata dal Presidente Marrazzo e l’insediamento ufficiale dell’amico e collega Bruno Astorre alla Presidenza del Consiglio regionale non possono che trovare riscontro positivo da parte del Gruppo dell’Italia dei Valori.

I primi complimenti vanno al Presidente Marrazzo per aver risolto con una eccellente conduzione politica una distribuzione delle deleghe che coniuga l’efficienza amministrativa con gli equilibri politici dell’elettorato regionale.

Ad Astorre rinnoviamo gli auguri di buon lavoro, siamo certi che l’equilibrio e il buonsenso che lo hanno contraddistinto fino ad oggi nella sua azione politica lo guideranno nell’assolvimento di questo mandato istituzionale, in un momento particolarmente delicato in cui pochi mesi ci separano dalle elezioni che porteranno al rinnovo del Consiglio regionale.

Siamo certi di aver riposto la fiducia nell’uomo giusto al quale ribadiamo la ferma intenzione del Gruppo dell’Italia dei Valori a continuare nel cammino di collaborazione tanto con l’istituzione che egli rappresenta, quanto con la maggioranza di cui siamo parte in maniera convinta. Dunque, Presidente, buon lavoro.

Mi sia permesso, però, in questo contesto anche un po’ di orgoglio per la nostra compagine, Italia dei Valori. La nomina dell’assessore ai lavori pubblici dell’amico e onorevole Vincenzo Maruccio è per noi il coronamento di un lavoro di squadra. All’amico Maruccio, che sono certo ricoprirà il nuovo incarico con dedizione, rivolgo, a nome del Gruppo, le congratulazioni per gli apprezzamenti ricevuti dalla società civile nella sua funzione di assessore alle politiche dei consumatori, smorzando con testimonianze al di sopra delle parti, le polemiche che qualche esponente dell’opposizione ha provato invano a sollevare nei suoi confronti. In questo senso anche la sua nomina trova piena cittadinanza.

E’ diventato ormai chiaro a tutti, anche a chi ostentatamente vuole continuare a far finta di niente, che l’Italia dei Valori non è un turista di passaggio nello scenario politico regionale. Il successo che gli elettori ci hanno voluto tributare alle ultime europee, facendoci diventare la seconda forza politica del centrosinistra nel Lazio, passando dall’uno per cento del 2005 al 9,1 di giugno scorso non è frutto del caso, o, come qualche detrattore vorrebbe insinuare, di un semplice voto di opinione.

Siamo il partito che più di tutti nel centro Italia ha raccolto i frutti di una politica coordinata tra il vertice nazionale con le rappresentanze locali…

PRESIDENTE. Scusi, consigliere Colagrossi. Sono chiuse le iscrizioni a parlare.

COLAGROSSI (Idv). La prova è nel numero di preferenze espresse per i nostri candidati e non soltanto un generico sbarramento del simbolo. Il successo, però, non ci ha cambiato, ora più che mai vogliamo restare il

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partito della gente normale e continuare a lavorare nell’ambito del Consiglio regionale perché molto c’è ancora da fare.

Siamo d’accordo con lei, Presidente Astorre, quando tra le priorità di questo Consiglio di fine legislatura pone la questione del precariato e della legge elettorale. Come Italia dei Valori abbiamo fatto nostra e non da oggi la necessità di stabilizzazione per tutti i tipi di precariato della Regione Lazio.

La nostra attenzione alle problematiche reali e quotidiane dei cittadini nasce dalla convinzione che attraverso la certezza del lavoro passino molte sfumature, ma, tra queste, quelle prioritarie di una serena conduzione della famiglia, di un decoro personale e civile i cui benefici si riflettono anche nella società presa nel suo insieme.

Ai precari della Regione Lazio diciamo a chiare lettere che l’Italia dei Valori è dalla loro parte senza “se” e senza “ma”. E’ una questione di giustizia, di dignità della persona che non può consentire proroghe, soprattutto quando si è in presenza di squilibri sociali evidenti. Qui si incrocia anche il tema della legge elettorale.

Alle altre forze progressiste e democratiche ribadiamo la nostra disponibilità all’elaborazione di una proposta di legge che metta a punto la possibilità di un Consiglio regionale che sia realmente espressione dell’elettorato, senza nomine tenute dall’alto. e che nello stesso tempo consenta anche la certezza di amministrazione.

Sono temi importanti, cari colleghi - e mi rivolgo soprattutto a quelli della maggioranza - sui quali siamo chiamati a prendere una posizione netta, così come dovremo combattere anche per i destini degli ospedali nei piccoli centri, i quali, dopo i provvedimenti del Governo centrale, rischiano seri ridimensionamenti se non addirittura la chiusura.

Come maggioranza, abbiamo motivi per essere soddisfatti del lavoro fatto fino ad oggi, sono sicuro che i cittadini sapranno apprezzare un impegno di governo regionale gravemente condizionato negli ultimi anni da un debito della sanità non creato da noi, ma

da noi sicuramente gestito nel migliore dei modi.

Senza cadere mai negli ideologismi, questa maggioranza regionale è in grado di dare risposte a tutti gli strati della società, da quelli più deboli a quelli più produttivi, gettando le basi per un Lazio del futuro. Tutto questo nonostante una carenza di risorse del tutto inedita per una Regione come la nostra, riuscendo a dare risposte anche in questa contingenza economica flagellata da una crisi di portata mondiale.

Abbiamo lavorato bene, ma guai se la soddisfazione ci facesse sentire arrivati al traguardo. Con un quadro politico nazionale, dal quale arrivano sussulti di futuri e imponderabili movimenti, abbiamo il dovere, noi massimi rappresentati dei governi locali, di rispondere nel modo più chiaro, lavorare oltre agli interessi particolari ad esclusivo beneficio della nostra gente.

Quindi, caro Presidente, come lei sa, l’Italia dei Valori è stata a lei legata in questi quattro anni e mezzo e sicuramente sarà al suo fianco nell’eventuale battaglia che noi intraprenderemo fra sei mesi e che sicuramente ci porterà di nuovo a questo governo.

PRESIDENTE. Grazie consigliere Colagrossi e grazie anche delle parole personali di stima.

Ha chiesto di parlare il consigliere Del Balzo. Ne ha facoltà.

DEL BALZO (FI-Pdl). Signor Presidente, intendo innanzitutto formularle anche in questa sede le mie più sentite congratulazioni per la sua elezione. Sono convinto che la sua grande esperienza e la sua storia politica, ispirata ai più alti valori della democrazia, possa costituire quel valore aggiunto al lavoro dell’Aula che il suo alto incarico richiede.

Ho ascoltato con molta attenzione il programma che lei ha presentato a quest’Aula. Dal suo discorso è emersa con chiarezza la sua volontà di portarlo a termine ed anche la sua capacità di poterlo fare.

Lei, Presidente, è uomo politico, è uomo di ascolto e poi di mediazione e, dunque, il

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Presidente che potrebbe concludere con successo un iter da tempo avviato su alcune questioni sulle quali quest’Aula è sovrana. Mi riferisco in particolare all’approvazione della nuova legge elettorale e alla soluzione del problema del precariato.

Su questi temi il lavoro è stato fin qui lungo ma non è giunto a conclusione, questo è accaduto in parte per la loro rilevanza e complessità. Ma l’ostacolo maggiore ad una soluzione dei problemi - in particolare di quello relativo alla nuova legge elettorale - è stato fino ad oggi la divisione della maggioranza, non solo tra i partiti, ma anche al loro interno.

Le divisioni interne alla maggioranza hanno fatto finora mancare al Consiglio quella solidità istituzionale che è necessaria per garantire continuità all’azione legislativa. Una solidità che, invece, per responsabilità istituzionale, non avrebbe trovato ostacoli da parte della principale componente dell’opposizione, ovvero il Pdl.

Queste divisioni costituiscono una grave ipoteca sul programma che lei, Presidente, ha annunciato. Se lei è uomo di buona volontà, se lei è il valore aggiunto a quest’Aula, tuttavia quest’Aula non è compatta. Se gran parte dell’opposizione può garantire la sua collaborazione istituzionale alle soluzioni che cerchiamo, lo stesso non si può dire della maggioranza. In particolare c’è rischio sulla legge elettorale.

Ad oggi abbiamo proposte di legge, ma ostacoli apparentemente insormontabili si pongono sulla strada di quell’unanimità che per una legge come questa sarebbe auspicabile. Penso al nodo del listino, sul quale si registrano forti divisioni, che non possono essere conciliate se non sminuendo il senso stesso dalla nuova legge. Non credo cioè che si possa trovare una soluzione intermedia tra l’inserimento e il non inserimento del listino e del premio di maggioranza nella nuova legge elettorale. Credo invece che sia necessario decidere con coraggio per una delle due soluzioni, ovvero eliminare il listino oppure no.

Credo che una soluzione vada cercata sui principi prima che sulle convenienze

immediate, e sono convinto che una nuova legge elettorale possa avere un senso solo se il listino verrà eliminato.

Ma trovare il consenso necessario su questa soluzione è compito gravoso che comporta, Presidente, qualche rinuncia.

C’è poi l’altra importante questione della percentuale di sbarramento, sulla quale è impossibile trovare una soluzione capace di raccogliere l’unanimità dei consensi di quest’Aula consiliare.

C’è bisogno di larghe intese, Presidente, c’è bisogno di fare politica in modo alto, guardando alla riforma delle assemblee elettorali e della politica stessa che ormai da quindici anni è in atto nel nostro Paese. C’è bisogno di guardare con coraggio al bipolarismo come base per un’alternanza che si attui con l’elezione e non a colpi di mano o inciuci, un bipolarismo capace quindi di quella trasparenza che è la prima cosa che i cittadini chiedono oggi alla politica. C’è bisogno di guardare ad un bipolarismo in cui siano gli uomini a contare, gli uomini presenti sul territorio, capaci di rappresentare con efficacia la volontà dei cittadini e costretti a rendere loro conto personalmente della fiducia da essi ricevuta.

Per questo credo sia necessario cancellare il fenomeno di nomi e volti che nel corso della legislatura possono risultare slegati da un programma elettorale, subito dopo la breve fase elettorale.

Da parte nostra c’è la massima disponibilità a trovare in tempi utili una soluzione a queste problematiche, c’è la massima disponibilità ad ascoltare, confrontarsi e discutere. Sì a mediazioni, no a soluzioni dimezzate.

Presidente, siamo certamente per l’ascolto di tutte le componenti politiche del Consiglio, e siamo certamente per la mediazione, ma non per arrivare a mezze decisioni e a mezze soluzioni. In altre parole chiediamo che la mediazione sulla legge elettorale rimanga una questione di metodo, chiediamo che riguardi altre parti del testo, ma che non entri nella parte più importante del merito del testo legislativo, sulla quale soluzione di mediazione rischiano di esserci soluzioni dimezzate. Chiediamo insomma, Presidente,

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che sulla legge elettorale quest’Aula approvi una legge costruita su fondamenta solide.

Diremo no a soluzioni pasticciate, ma su una legge elettorale chiara e coerente lei avrà certamente il nostro consenso. E’ con questo impegno che le rinnovo, Presidente, i miei migliori auguri di buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Grosso. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

LUCHERINI

GROSSO (PCom). Io ho ascoltato le dichiarazioni del Presidente in merito a questo ultimo rimpasto nella Giunta. Devo dire che le prime reazioni che ho avuto sono state proprio di sconcerto rispetto alle cose che ha detto e su come poi queste cose possono realmente diventare azioni politiche. Su una cosa mi trovo d’accordo col Presidente Marrazzo, che più che mai c’è bisogno di dare delle risposte politiche ai nostri cittadini del Lazio, ma credo che quello che è avvenuto in questi giorni, come assetto di Giunta, sia un’ulteriore risposta soltanto ad una forza politica all’interno della maggioranza e non certo di utilità ai cittadini della Regione Lazio.

Sette mesi fa il Presidente è venuto in Aula dove, appunto, ci fu di nuovo un cambio di questa Giunta, dove ad un assessore del Pd fu tolto l’assessorato per fare entrare un altro esponente del Pd ed è stata fatta fuori una forza politica, per cui una netta decisione, che poi è andata anche a concretizzarsi nelle dichiarazioni fatte dal Presidente Marrazzo, di non voler più all’interno della sua maggioranza una forza di sinistra comunista. Quindi, diciamo, un quadro completamente capovolto da quello che è stato l’inizio di questa coalizione. Dopo di noi c’è stato anche il passaggio di Rifondazione all’opposizione. Comunque anche se si è tentato di annacquare questa cosa rimane un atto grave. Per cui lei venne in Aula dicendo che aveva la necessità di rafforzare la sua Giunta, proprio per rilanciare e rifare un patto di fine Legislatura.

Io vorrei parlare non come consigliera, ma come cittadina semplice, come pensiamo di far capire fuori questo rilancio, questo patto di fine legislatura, questo riassetto di governo, questo rinnovato slancio quando poi sappiamo perfettamente che i tempi, da oggi a quando saremo chiamati alle urne, considerata anche la chiusura dei quarantacinque giorni del Consiglio prima delle elezioni, non consentiranno nel modo più assoluto di portare a termine le proposte che lei ha oggi enunciato e che possono essere condivisibili o no, ma non ci saranno i tempi tecnici per poterle portare avanti allo stato in cui siamo oggi.

Allora io mi chiedo come può essere che uno stesso assessore venga tolto perché la Giunta deve essere rafforzata e poi venga rimesso perché la Giunta ha bisogno di un rinnovato slancio! Diventa contraddittorio far capire questa cosa all’esterno, con tutta la stima - non ho nulla di personale, anzi ho simpatia per il collega Di Stefano - però letta così, fuori, sembra una manovra veramente che sconcerta l’opinione pubblica.

Per cui, oltre al cambio della coalizione che lo ha eletto, lei ha parlato di un nuovo welfare, ha parlato della sicurezza e sa quanto io nel mio piccolo, prima come Presidente della Commissione e adesso come consigliera semplice, le abbia sempre detto: “Guardi, Presidente, che dopo la sanità il sociale è quello che ricade immediatamente sulla testa dei nostri cittadini”, oggi ci troviamo al terzo cambio di assessore, in un assessorato che per me doveva essere il fiore all’occhiello della Giunta regionale del Lazio, perché è una grande Regione. Purtroppo questo non sarà questo e non a causa del neoassessore,, a cui faccio gli auguri, mi metterò a disposizione per quel poco che lei riterrà utile per questo periodo facendo ancora parte della Commissione, perché comunque il fatto che qualcosa per i cittadini si possa fare va oltre lo stare in maggioranza o non starci, è un qualcosa che io sento al di là.

Be’, siccome credo che governare sia anche andare al di là di quelle che possono essere, invece, logiche solo interne a interessi

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politici, io le rappresento anche l’amarezza nel non avere Luisa Laurelli oggi nella nostra Giunta. E non ne parlo perché è donna o perché facente parte di una mozione, che neanche mi riguarda perché non faccio parte di quel partito, ma in quanto persona che ha dimostrato in questi anni di legislatura, con una Commissione così delicata, al limite del rischio, una grande capacità. Ecco, forse la sua presenza in Giunta realmente avrebbe potuto essere uno slancio anche se ci mancano pochi mesi.

Il rammarico è quello di non aver avuto Luisa Laurelli in Giunta, forse avrebbe meritato di entrare in questa Giunta prima, ma non perché è donna, non per una mozione, ma per le capacità che ha dimostrato in questi anni.

Io sulla politica più generale di questa Regione ho dei grossi dubbi rispetto a quello che accadrà fra sei mesi e francamente non riesco a capire, Presidente, come il centrosinistra possa pensare di andare alle elezioni e magari di vincere quando ancora non sappiamo, abbiamo sondaggi, abbiamo interviste, non si sa tra Udc e Sinistra e Libertà, l’Italia dei Valori che dice: “Se c’è l’Udc l’Italia dei Valori sta fuori”, per cui diciamo è una cosa ancora molto, molto da definire. Allora, siccome il mandato da Presidente lo dovrà avere con il voto dei cittadini e non perché con tacito assenso rinnova i suoi cinque anni, credo che questa manovra sicuramente non porterà a questo purtroppo e con rammarico. Chiudo l’intervento facendo anche una piccola critica. Noi abbiamo fatto oggi un minuto di silenzio, abbiamo ascoltato l’inno italiano, quindi una rivendicazione anche di orgoglio di patria, di essere italiani. Le chiedo gentilmente, Presidente, per chi non è a conoscenza della lingua inglese, visto che siamo in un’Aula dove fortunatamente possiamo essere tutti ascoltati, se durante i suoi interventi può usare termini in lingua italiana invece che inglese. Grazie. PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il

consigliere Celli. Non lo vedo in Aula. Ha chiesto di parlare il consigliere Cicchetti. Ne ha facoltà. CICCHETTI (An-Pdl). Non manca l’enfasi, sempre più solitaria, sottolineo, del Presidente che vuole ricandidarsi nell’illustrare presunte conquiste di questa Giunta, manca la sostanza di una gestione dimostratasi capace di uscire dalla banalità. Non credo che questa legislatura, ed in questo mi ripeto, venga consegnata alla storia come una delle più significative dell’esperienza regionale del Lazio. I motivi possono essere molti, compresi quelli della congiuntura storica che stiamo vivendo, ma questa esperienza certamente non brilla per significato e per capacità di concludere, direi.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ASTORRE

Oggi ci si porta un rimpasto di giunta, l’ennesimo. Ognuno di noi capisce bene che qualunque tipo di scelta lascia fuori qualche istanza, qualche ambizione, qualche problema, qualche speranza, e non è questo, cioè quello delle ambizioni mutilate, che sicuramente fa la storia di un consesso, sono i segnali di direzione di marcia che transitano attraverso i rimpasti di giunta che sono suscettibili di fare la storia di una amministrazione. Io proverò a non guardare con l’occhio critico dell’uomo di destra questa esperienza. Sarei scontato, sarei ripetitivo dopo quattro anni di battaglie all’interno del Consiglio. Proverò a guardare con gli occhi di chi ha votato centrosinistra per capire se questa vicenda amministrativa ha ancora un significato, è capace di nutrire ancora qualche speranza, è capace di suscitare qualche entusiasmo. Ed allora mi rendo conto, guardando con gli occhi di chi vi ha sostenuto, che c’è un profondo divario tra le speranze suscitate e le cose realizzate. Colmano questo divario soltanto le parole d’ordine e l’enfasi che il Presidente, ancora stimolato e addirittura con voglia di ricandidarsi, riesce a spargere.

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Questa è una amministrazione che si è presentata con l’ambizione, l’illusione, la presunta volontà di dare speranza a quel vasto mondo di precari che abbiamo visto in opera in varie manifestazioni, quelli vestiti con i lenzuoli al Sant’Andrea, i “fantasmi”, quelli che hanno passato giornate o nottate di fronte all’ingresso del Consiglio regionale, che speravano in una Regione di sinistra per vedere confermate le loro convinzioni. Credo che siano profondamente delusi, così come sono delusi tutti quelli che durante i vari momenti dei rimpasti di questa Giunta hanno visto qualcuno uscire e poi rientrare. Mi riferisco all’assessore Di Stefano, cacciato come “reprobo” oggi con il laticlavio del vincitore, un uomo che aveva denunciato pressioni inaudite, che aveva parlato di “pizzini”, che aveva usato un linguaggio talora oscuro, talora minaccioso ed oggi tornato agli onori della Giunta. Le indecisioni e la condotta ondivaga in materia di sanità, una Giunta che aumenta la dotazione al Campus Bio-Medico e massacra i presidi ospedalieri periferici, anche se l’assessore all’urbanistica, e alla “veterinaria”, come lo chiamo io, perché la sanità è di pertinenza del Commissario, si dà da fare e si spertica per andare in giro a dare rassicurazioni. E non si dica che la colpa è del Governo, perché bisogna essere onesti! Si può chiedere tregua su questa materia, ma non si può dire che la colpa è del Governo, perché chi firma deve onorare la propria firma, chi ottiene anche un premio per poter salvare e rimettere in piedi un organismo malato da anni, e non per una ragione attribuibile a qualcuno specificatamente, deve poi essere conseguente. Allora questo comportamento ondivago, incerto, che potrebbe anche sembrare furbesco, io non credo che appaia lineare, corretto, capace di suscitare volontà di conferme al vostro elettorato. Si caccia quasi con ignominia un direttore generale, che poi vince in tutte le sedi, parlandone in termini spregiativi, quasi fosse il rappresentante di tutti i mali di una gestione sanitaria e poi lo si rimette a cavallo

di un’altra azienda sanitaria. Io credo che ce ne sia per poter dire che l’elettorato che aveva creduto a questa maggioranza non abbia più ragioni, motivi né di soddisfazione né di accettazione. Si cerca di mantenere in piedi una maggioranza distribuendo a chi appare più forte al momento assessorati come quello ai lavori pubblici che, beato chi si contenta, ma è sostanzialmente in questo momento una scatola vuota, non c’è rimasto nulla da decidere in materia di lavori pubblici, c’è soltanto un’operazione di prestigio per lasciar dire a qualcuno che la grande battaglia dell’Italia dei Valori ha avuto un qualche effetto. Credo quindi che i segnali che vengono da questa Giunta siano sostanzialmente quelli di uno scorato protrarsi della necessità di andare avanti quasi per forza, senza dare quel margine di novità, quei segnali di capacità di rinnovamento che tutto l’elettorato apprezzerebbe e in particolar modo chi ha sostenuto questa maggioranza. Si danno segnali di cattiva volontà nei confronti delle Province. Non c’è solo Latina, c’è anche Rieti che in nessun rimpasto di Giunta è riuscita a rientrare. Capisco che Rieti è la più piccola, ma Latina è la più grande e non si può dire che vi provvederà qualcun altro perché poi le vicende della politica le conosciamo tutti e le tentazioni a provvedere per la propria zona sono sempre più forti di qualsiasi elemento di ragionevolezza. La più grande e la più piccola delle province del Lazio rimangono fuori anche da questo rimpasto. Per una volontà punitiva? Forse non lo credo, sicuramente per trasandatezza, per banale calcolo di bottega, ecco perché manca l’alito delle grandi imprese a questa maggioranza, manca la forza della capacità di iniziativa innovatrice che rompa con un passato che i cittadini di questa regione sentono di non poter tollerare più, quello appunto dei piccoli calcoli di bottega, quello degli interessi di corrente in nome dei quali ancora una volta vengono macinate persone, rappresentanze territoriali, interessi dei siti. Non ci sembra quindi un’operazione degna

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di essere ricordevole quella che è stata compiuta, ci sembra un tentativo di rabberciare una situazione sempre più pregiudicata per la quale si tenterà, nell’ultimo periodo che ci separa dalla campagna elettorale, a mo’ di giustificazione, di ingaggiare una guerra con il Governo nazionale, perché visto il fallimento su tutta la linea, vista la legislazione di scarso pregio prodotta in questi anni, non ci sarà di meglio che ingaggiare la battaglia contro il Governo - il Governo che nega, il Governo che vuole chiudere gli ospedali -, dimenticando gli impegni presi, dimenticando i discorsi fatti, dimenticando le carte sottoscritte, dimenticando che dopo quattro anni e mezzo non è più possibile fare riferimento ai tempi pregressi perché una maggioranza deve essere comunque adulta e se non lo è dopo quattro anni e mezzo non lo sarà mai più. Quindi c’è quest’aria, l’aria di ingaggiare la guerra contro il Governo, per poter fare una campagna elettorale che da sinistra non ha altre frecce all’arco. Non si può dire alla gente, alla buona povera gente, gente normale che ha votato centrosinistra, che è stata fatta una legge per il controllo dei prezzi, che nessuno in un sistema del genere potrà mai attuare! Tant’è che i prezzi vanno per loro conto, come è normale che sia in un sistema di questo tipo. Tanto il controllo dei prezzi, al di là della demagogia, si riesce a fare solo nei regimi autoritari, non si riesce a fare nei regimi democratici e liberali. Allora non si può andare con questo scarso carnet al confronto elettorale, ecco perché si incrudisce la battaglia sulla sanità e si vuole spostare l’obiettivo dall’incapacità dimostrata in questi quattro anni, ad una presunta volontà punitiva di un Governo che ha elargito, che ha compreso, che ha modificato anche una legge per poter nominare un commissario che non suonasse offesa mortale nei confronti del Presidente, di questo Presidente o di tutti quelli che saranno probabilmente e prossimamente commissariati per la stessa ragione. E allora, colleghi, ci pare di poco momento questo scorcio di Consiglio che corre verso la fine dell’attività e che non è riuscito a darsi,

nemmeno in una fase del genere, in una fase storicamente delicata, quello slancio di cui i cittadini avvertono profondamente il bisogno. Non c’è capacità di innovazione con il centrosinistra, diciamo noi, ma con questo centrosinistra dicono anche i vostri elettori. La speranza è affidata alle nuove elezioni. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Cicchetti. Io non ho capito se il consigliere Celli ha rinunciato alla parola. Comunque adesso do la parola alla consigliera Brancati, poi se il consigliere Celli non sarà presente lo considererò rinunciatario e darò la parola al consigliere Fontana. Ha chiesto di parlare la consigliera Brancati. Ne ha facoltà. BRANCATI (Rlr). Grazie, Presidente. Mi sembra ieri, Presidente Marrazzo, che in un momento particolare, il 2005, anno della morte del Pontefice Giovanni Paolo II, riuscimmo inaspettatamente a vincere le elezioni regionali quando in verità ben pochi erano quelli pronti a scommettere su questa vittoria. Avvenne l’imprevisto che ci portò in quest’Aula dove ci siamo tirati su le maniche fin dal primo giorno, cercando di superare, giorno per giorno, quegli scogli che affioravano quotidianamente, a partire da quel grande buco scoperto sulla sanità e gli scandali che in quei giorni campeggiavano sui giornali. Era una coalizione motivata per rimettere in sesto i bilanci, coesa e non rissosa, come purtroppo invece abbiamo assistito molte volte nella sinistra, forse anche per la sua conduzione super partes, moderata, di tradizione riformista. Nel tempo però i partiti hanno ceduto al vecchio vizio di imporre la forza dei numeri a fronte di una gestione più democratica, forzando anche inopportunamente sulle richieste a discapito della coesione di coalizione. Non facciamo a lei, Presidente, una colpa di comportamenti che non la riguardano in prima persona se non nella sua funzione di massima rappresentanza che lei esercita, ma, nonostante tutto, la maggioranza ha tenuto con lei nelle scelte impegnative, per cui è

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stata chiamata per esempio, in ultimo, all’assestamento di bilancio che abbiamo votato e adesso alla nomina del Presidente del Consiglio, una larga maggioranza che lei ha saputo tenere salda attorno alla sua conduzione. Non entro nelle scelte delle persone che sono state nominate in Giunta e che lei ha fatto, mi auguro però che in questo fine legislatura si possano fare poche azioni concrete ma visibili. Per esempio pochi temi, pochissimi, i temi dell’ambiente, temi ormai mondiali, a cui il territorio non si può sottrarre, perché sulla salute, come sulla sicurezza, non si fanno sconti, bisogna ripristinare le regole, perché non avvenga più nella nostra regione una seconda “Valle del Sacco”! L’avvio di un percorso, Presidente, di soluzione al problema del precariato, perché è una situazione, quella dei precari, che offende la dignità di quei lavoratori e non mi dilungo molto su questo argomento, di cui si parla continuamente, ma comunque avviare un percorso che porti alla stabilizzazione e cominci a dare delle risposte ai lavoratori che si trovano in queste condizioni.

Il tema dei rifiuti, Presidente, e dell’energia. Per fortuna, devo dire per fortuna, siamo riusciti a non far diventare il Lazio come la Campania. Attenzione alle imprese, lei ha citato questo nel suo discorso, ecco, in un momento di crisi come questo, dobbiamo rivolgere grandissima attenzione alle imprese e agli artigiani perché hanno bisogno di sostegno.

La mobilità, Presidente. Lei è molto attento al problema dei consumatori. Certo, questo susseguirsi di poltrone in breve tempo all’assessorato ai consumatori non aiuta in una seria politica in questo settore, ma sulla mobilità io non intervengo per quello che è il settore delle infrastrutture, perché molti progetti sono stati finanziati, ma per quella che è la qualità dei servizi, per cui chiunque venga preposto a questo lavoro, compreso l’assessorato ai consumatori che io credo debba fare delle azioni concrete e dare delle risposte, per esempio intervenire con le aziende che stipulano i contratti, perché i

pendolari che quotidianamente si spostano viaggino in situazioni migliori e non da terzo mondo come denunciano gli utenti stessi.

L’ultima cosa, per esempio, questo assessorato non ha fatto menzione, non ha fatto parola del problema dei taxi. I taxi sono i più cari. Campeggia sui giornali questa notizia. Allora, non c’è attenzione a quello che accade, i taxi che riguardano la nostra città, forse anche la nostra Regione, sono i più cari d’Europa, quindi questo è un cattivo servizio sia ai cittadini, sia ai consumatori che ai turisti che vengono qui, ed è un cattivissimo biglietto da visita.

Concludo qui il mio breve intervento. Formulo gli auguri ai neo assessori nominati, al Presidente del Consiglio che già ho avuto modo di apprezzare per la serietà di conduzione e per il rispetto dei tempi che ha imposto.

PRESIDENTE. Grazie, consigliera Brancati, i suoi interventi non sono mai inusuali e sempre molto attenti.

Io do a questo punto, non vedendo il consigliere Celli, la parola al consigliere Fontana, si prepari poi il consigliere Peduzzi, credo che, andando di questo passo, verso le 18,30 concluderemo i nostri lavori e ascolteremo la replica del Presidente Marrazzo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana. Ne ha facoltà.

FONTANA (SL). Grazie, Presidente. E’ scontato, è ovvio che ormai in vista della campagna elettorale anche il dibattito in Consiglio possa essere condizionato da un clima sostanzialmente pre-elettorale.

Mi soffermerò poco su questo aspetto del confronto tra di noi in maniera spero simpatica e bonaria perché ho ascoltato con attenzione ed interesse il collega Cicchetti preoccupato del rapporto, dell’empatia tra l’elettorato di centrosinistra e la maggioranza guidata dal Presidente Marrazzo!

Io penso che invece farebbe meglio il consigliere Cicchetti a preoccuparsi dell’empatia tra l’elettorato di centrodestra nel confronto, nell’azione di governo

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sviluppata per la Regione Lazio dalla nostra maggioranza rispetto alle decisioni assunte dal Governo e dal sostegno che da questo Governo, da questa maggioranza di centrodestra è arrivato.

Cito una dato di cronaca recente che riguarda gli ammortizzatori sociali, il lavoro, il tema del lavoro, è una grande emergenza, una grande preoccupazione, be’, noi abbiamo una situazione nella quale dei 440 milioni di euro annunciati di stanziamenti nazionali per gli ammortizzatori sociali ce ne sono 60, veri! E la Regione Lazio è la Regione che sull’occupazione ha approvato la legge sul reddito sociale e ha stanziato - io ascolto e non interrompo mai - somme significative impegnando molte risorse del fondo sociale europeo.

Lo stesso discorso lo possiamo fare per un altro tema di grande rilievo che è quello del diritto alla casa, dell’edilizia residenziale pubblica.

Noi abbiamo approvato un Piano casa in cui abbiamo impegnato la Regione a stanziare un miliardo di euro nei prossimi dieci anni…

PRESIDENTE. Invito i consiglieri a non fare dibattito tra di loro e a lasciar parlare il consigliere Fontana.

FONTANA (SL). Io parlo lo stesso, non c’è problema. Se dico cose che suscitano un dibattito ne sono lieto. Un miliardo di euro nei prossimi dieci anni per costruire nuove case popolari. Sarà interessante fare un confronto, numeri alla mano, con le risorse che il Governo ha messo a disposizione per rispondere ad un altro tema sociale di grande rilievo.

Poi su un tema, un’altra questione specifica che è quella legata alla sanità, per carità, si può dire tutto, ci confronteremmo ancora, ma insomma è un dato di fatto che ci sono somme che spettano ai cittadini del Lazio e che i cittadini del Lazio ancora attendono, che fanno riferimento a tasse già versate e a somme dovute!

E allora, voglio dire, è interessante, sarà interessante, ripeto, fare un confronto in

campagna elettorale su questi temi. Ma, per andare dai numeri anche alla

sostanza politica, il Presidente Marrazzo oggi ha dato un annuncio all’Aula che io ritengo molto importante e che mi permetto di sottolineare, perché ci sono alcune questioni sulle quali, anche per i cittadini, la differenza tra centrodestra e centrosinistra si capisce subito, è facilmente individuabile.

Il Presidente Marrazzo ha annunciato che la Regione Lazio ricorrerà alla Corte costituzionale contro la legge che vuole imporre alle Regioni la localizzazione dei siti delle nuove centrali nucleari.

Mi auguro che su questa decisione tutta, come dire, l’intera classe politica della Regione Lazio sostenga la scelta fatta dal Presidente Marrazzo… (Interruzione del consigliere Robilotta)

PRESIDENTE. Consigliere Robilotta… FONTANA (SL). Ho letto… PRESIDENTE. Un attimo, consigliere Fontana, decido io se continua a parlare o meno! FONTANA (SL). Prego. PRESIDENTE. Consigliere Robilotta, quando ha parlato lei nessuno l’ha interrotta e io sarò garante che qualsiasi cosa lei dica nessuno la interrompa… FONTANA (SL). Non riuscirà a interrompermi il collega Robilotta! PRESIDENTE. Però la invito, nonostante il suo carattere un pochino effervescente, che naturalmente la porta ad essere così, di far parlare tutti i consiglieri.

Questa è un’Aula consiliare di un organismo legislativo, non un campo di bocce!

Grazie. FONTANA (SL). Grazie, Presidente, tanto comunque non riuscirà il collega Robilotta ad

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interrompermi. Dicevo, è questione rispetto alla quale è

semplice vedere le differenze. Anche perché ho letto positivamente dichiarazioni di autorevolissimi esponenti del centrodestra regionale, uno di questi mi si dice papabile candidato anche a competere con il Presidente Marrazzo alle prossime elezioni regionali, l’on. Rampelli, che dice che il Lazio deve essere nuclear free, cioè lui le centrali nel Lazio non le vuole!

Ecco, quindi vedremo se il centrodestra in Consiglio regionale sosterrà questa iniziativa del Presidente Marrazzo contro una legge decisa dal Governo e sostenuta dalla maggioranza di centrodestra in Parlamento.

Noi abbiamo fatto una scelta diversa, abbiamo deciso di investire con decisione su quella che si chiama “clean economy”, oggi è su tutti i giornali un fatto positivo che ci dovrebbe riguardare, e vorrei avviarmi a concludere per toccare alcuni temi che invece penso possano essere, questi sì, al riparo da polemiche comprensibili e legittime.

Mi riferisco ai i temi dei cambiamenti climatici. Ci sono state prese di posizione molto significative del presidente Obama e della leadership cinese, del premier cinese Jintao che annunciano l’assunzione dei cambiamenti climatici come priorità globale. Abbiamo dieci anni di tempo per evitare una catastrofe, questo ormai non lo dicono soltanto gli ambientalisti, gli ecologisti e quant’altro, lo affermano presidenti di nazioni importanti, è il tema al centro del dibattito politico internazionale e interroga la vita dei nostri cittadini, anche in questa regione.

Noi abbiamo fatto bene, Presidente, ad investire con decisione sulle energie rinnovabili, io voglio ricordare che questa è la Regione che ha investito già 1.130.000.000 di euro per le politiche ambientali in cinque anni.

Bene abbiamo fatto, abbiamo ottenuto livelli importanti di produzione energetica da fonti rinnovabili nella nostra Regione e possiamo sicuramente raggiungere traguardi ancora più ambiziosi anche nei prossimi mesi.

Rimane una priorità della nostra azione di governo e del programma con cui ci presenteremo alle elezioni regionali con lei Presidente candidato. Quindi è stata dimostrata una lungimiranza da parte di questa maggioranza nella scelta di una strada chiara, si punta sulle energie rinnovabili, sulla clean economy, per creare lavoro, produrre energia e si dice “no” al nucleare.

C’è poi una questione che riguarda un tema, sul quale potremmo penso ragionare insieme, che ha a che fare con la legalità, con le sicurezze.

Questo è il nuovo assessorato, ne approfitto intanto per fare gli auguri di buon lavoro all’assessore Luigina Di Liegro, ma anche, permettetemelo, per riconoscere in maniera non formale, non è mio costume, il grande lavoro che è stato svolto dall’assessore alle politiche sociali Anna Coppotelli e dall’assessore alla sicurezza Daniele Fichera, il grande lavoro che hanno fatto in questi anni di impegno su questioni assai delicate. E penso che abbiano dimostrato tutti e due, e per quanto riguarda - lo voglio dire - in particolare l’assessore Coppotelli, grande senso di responsabilità politica e istituzionale nell’accettare i nuovi incarichi che ha assegnato loro il Presidente Marrazzo che, nella sua autonomia e indipendenza, ha fatto le scelte che riguardano i nuovi assetti di Giunta.

L’Assessorato alle politiche per le sicurezze, vedete, anche qui noi abbiamo dimostrato che è vero, non è un infingimento, che, ripeto, al netto delle polemiche in questo Consiglio regionale, per merito di tutti noi penso, si è anche lavorato con un clima politico positivo, di confronto di merito e si sono anche assunte decisioni condivise con voto unanime.

Una di queste ha riguardato in particolare - e lo voglio sottolineare - la questione dell’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, grande questione di legalità anche nella Regione Lazio. Azione, questa, di contrasto ai capitali di provenienza mafiosa per la quale è stata riconosciuta - e non ho nessuna difficoltà a farlo - anche un’azione positiva da parte del Governo. E’ stato riconosciuto da

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associazioni importanti - penso a Libera -, nell’ambito delle polemiche, ma quando il dato è obiettivo è obiettivo, un forte impegno per aggredire i patrimoni mafiosi.

Mi auguro che mercoledì 30 - la Commissione bilancio l’ha approvata con voto unanime - si possa discutere e approvare insieme la legge che istituisce nella Regione Lazio, prima Regione d’Italia, l’agenzia per la promozione dell’uso sociale dei beni confiscati alle mafie.

Ecco, questi sono segnali che possiamo dare insieme in questo scorcio di legislatura, anche in un clima che è un clima ovviamente - non potrebbe essere in maniera diversa - da campagna elettorale di fatto.

Di temi e di questioni da affrontare nel merito ne avremo diverse, il Piano sanitario regionale, il Piano energetico regionale, la questione legata al Piano regionale dei rifiuti, alle normative che dobbiamo ancora approvare, insomma, materie da discutere ed anche provvedimenti da approvare, ma ricordo - altrimenti mi sfugge - una legge importante, anche questa pronta per l’esame dell’Aula, che è la legge che riforma il sistema dei servizi sociali nella Regione Lazio, che recepisce leggi nazionali importanti.

Concludo, Presidente. Sinistra e Libertà sostiene con convinzione l’azione del Presidente Marrazzo, senza mai nascondere, quando ci sono state, le questioni e le vicende puntuali su cui si possono avere opinioni diverse, ma questo credo che capiti non solo nel centrosinistra, di avere opinioni diverse.

Taccio le questioni su cui nel centrodestra ci sono legittimamente opinioni diverse. Le taccio, non m’interessano, sono consistenti. Senza mai nascondere queste differenze, abbiamo dimostrato in questi anni che questa maggioranza è in grado di trovare il suo equilibrio e di presentarsi in Aula con la compattezza necessaria per sostenere le scelte di governo che vengono fatte.

Lo abbiamo dimostrato e lo dimostreremo anche quando ci dovremo presentare agli elettori alla prossima campagna elettorale.

PRESIDENTE. Naturalmente è anche

auspicio di questa Presidenza che su determinate tematiche, come quella della lotta alla criminalità organizzata e alla mafia, si possano registrare - come si sono registrate in Commissione - le maggioranze più ampie, perché credo che sia dovere di tutti contrastare alcuni fenomeni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Peduzzi. Ne ha facoltà.

PEDUZZI (Prc-Se). Signor Presidente, sento un tono, un clima di questa nostra discussione, dopo le comunicazioni del Presidente, dopo l’inizio dei nostri lavori con questo atto formale e, direi, formalistico che non esamina a fondo un dramma, quello che ha riguardato gli effetti di questa logica del terrorismo, guerra-terrorismo, e che sta dando conseguenze disastrose non solo sul piano di vite umane, di lutti e di cordogli necessari da sottolineare anche sul piano istituzionale, ma penso da affrontare con ben altro clima che non quello semi-patriottico che sembra avvolgere e nascondere, invece, tematiche di importanza rilevante sulle scelte delle nostre politiche estere dei nostri ultimi Governi.

Io pensavo di manifestare un mio sconcerto rispetto alle comunicazioni del Presidente, derivante dal fatto che credo che la conseguenza di questo rimpasto, il riassetto, assegnazioni di impegni, scomposizione e ricomposizione della Giunta, sottolineino il fatto che tutto sta assumendo un’ottica di battaglia e di lotta politica interna alle correnti congressuali del Pd.

Purtroppo anche questa nostra Istituzione, il ruolo di questa nostra Assemblea consiliare spesso subisce queste conseguenze. Io ritengo però che di questo si preoccupino in pochi, questa è una questione che riguarda gli addetti ai lavori, forse qualche centinaio, forse un migliaio di persone nel Lazio. Io credo invece che il dramma che sta assumendo la questione del governo, la questione dei contenuti delle politiche del governo regionale, riguardi la distanza rispetto alle aspettative sociali che in questa nostra Regione vanno crescendo e vanno assumendo sempre più i connotati di un

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dissenso, di una lotta, di un movimento che intorno alle questioni programmatiche, che nel merito molti colleghi hanno sfiorato e accennato, e che lo stesso Presidente della Giunta ci ha ricordato essere ormai compito finale di questi ultimi mesi del governo, si stanno portando avanti.

In questo senso io mi appello a una questione. Come diceva il collega Fontana siamo molto sensibili all’autonomia e al ruolo di questa Istituzione, soprattutto quando la centralizzazione delle decisioni lede il diritto costituzionale di un ente, di una Regione, nel governo delle sue politiche. Questo avviene sul piano energetico, lo accennava il collega Fontana, noi abbiamo presentato già un ordine del giorno, abbiamo sollecitato la Giunta e il Presidente ad intervenire nei termini in cui mi sembra ci abbia assicurato oggi, con la sua comunicazione rispetto al Governo, per quanto riguarda la legge che imporrebbe alla Regione Lazio siti decisi a livello governativo.

Penso che altrettanto valga rispetto a quanto stamattina ci viene annunciato con la deposizione di una proposta di legge governativa alla Camera per quanto riguarda le leggi elettorali delle Regioni. Mi sembra che queste Regioni abbiamo ormai leso il diritto anche a determinare costituzionalmente il modo in cui eleggere i propri organismi e le proprie assemblee elettive, perché il Governo determina scelte che centralmente fanno apparire la necessità di una semplificazione che nasconde la voglia di esclusione dalla rappresentanza di milioni e milioni di cittadini.

Ulteriori sbarramenti si propongono nelle elezioni per i Comuni, per le Province, per le Regioni, secondo una logica che corrisponde a spazzare via la dialettica e la battaglia politica dentro le sedi istituzionali.

Qui oggi mi sembra che sia significativo e interessante l’annuncio di un clima oramai disteso e definito di rapporti politici e di nuove prospettive politiche. Mi sembra che l’intervento del collega Forte ci faccia comprendere una disponibilità, quindi una voglia, un desiderio, una opzione politica che

la maggioranza ormai ridotta e costituita così com’è oggi, rappresentata dal governo della Regione Lazio e dal Presidente Marrazzo, possa avere nella sua scelta politica un ammodernamento moderato, una sua composizione, un suo allargamento in questa direzione.

Lo avevamo compreso, lo avevamo capito ma non per quanto questo corrisponda ad una necessità dei partiti. Rifondazione, partito dei Comunisti italiani, Socialismo duemila, la nostra federazione - diciamo il mondo che è intorno a questa nostra composizione sociale - vanno determinando una critica sempre più dura e forte alle politiche regionali, non hanno paura di quanto si determini sul piano delle alleanze partitocratiche. Penso che il dramma sia quanto ci si allea e ci si mette insieme sul piano dei contenuti politici.

Il 25 saremo in molti a Fondi con una manifestazione ed una mobilitazione nazionale promossa dalle associazioni, dal movimento, dalle forze politiche della sinistra e dell’arco costituzionale, non ho ancora intravisto l’interesse e l’adesione dell’Udc a questa mobilitazione.

Io speravo che oggi il Consiglio regionale si determinasse così come si è determinato per le mobilitazioni prossime a Roma, abbastanza unitarie sul piano del fronte istituzionale, Comune, Provincia e Regione contro le violenze e gli atti di violenza che si vanno registrando nella nostra Regione, e altrettanto rispetto alla lotta alla criminalità organizzata, si potesse intravedere una scelta anche del nostro livello istituzionale.

Questo non avviene. Questo complicherebbe evidentemente le adesioni a quella manifestazione che pur vede presenti il Pd, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, i movimenti e le associazioni locali che lottano contro la criminalità organizzata. Io pensavo che questo fosse un elemento di valore, di quei valori a cui qualcuno accennava e che ci debbono vedere uniti e ricostruire un senso della nostra appartenenza anche nazionale. Io credo che questo non stia avvenendo.

Così come sta avvenendo il contrario di quanto noi contestiamo al Governo. Noi

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diciamo al Governo: “Non puoi ledere i diritti di rappresentanza e il ruolo di questa nostra Regione”, penso che la Regione non dovrebbe ledere i diritti e la rappresentanza delle nostre comunità locali, dei movimenti che si esprimono democraticamente, che allargano e fanno progredire la nostra democrazia. Invece mi è sembrato in alcuni accenni, anche della relazione del Presidente Marrazzo, ma soprattutto in qualche comunicazione sulla stampa di questi ultimi giorni, che a fronte di una drammatica condizione di dignità offesa di centinaia e centinaia di famiglie e di cittadini, soprattutto di bambini e di donne, relegati nei lager dei centri di accoglienza nei quali sono stati messi dopo gli sgomberi delle occupazioni cosiddette illegali, alle quali pensavo si dovesse rispondere con una fuoriuscita e con un soddisfacimento di un bisogno essenziale, quello del diritto all’abitare, questo non è avvenuto e non sta avvenendo.

Decine e decine di bambini sono relegati in lager dai quali non possono uscire, non possono andare a scuola, non possono essere iscritti all’asilo, vivono in condizioni alimentari, igieniche e sanitarie disastrose. Li abbiamo visitati e li abbiamo incontrati. Abbiamo registrato addirittura fisicamente il calo di peso dei bambini piccoli, che entrano in questa condizione con 12, 13 chili di peso e ne escono dopo quattro giorni con 9, 10, quindi con un abbattimento della certezza della salute e della dignità.

Io pensavo che per legalità si intendesse ripristinare i diritti e la dignità di questi cittadini, invece per legalità mi sembra che ci siano stati frasi come ad esempio quella che l’assessore alla casa ha espresso dicendo: “Pugno duro contro le occupazioni illegali”. Ma è chiaro che l’occupazione è una condizione estrema che la gente effettua, fa quando occupa uno spazio perché non sa dove andare. Io penso che la soluzione di quel problema si affronti…

PRESIDENTE. Consigliere Peduzzi, la interrompo un attimo.

A me sembra che il consigliere Peduzzi stia dicendo cose molto interessanti, anche se

naturalmente possono essere opinabili, ma non mi pare che ci sia il clima nell’Aula giusto che c’è stato su altri interventi.

Quindi come abbiamo rispettato gli altri consiglieri, invito l’Aula a rispettare il consigliere Peduzzi, che testé invito anche ad avviarsi alla conclusione.

PEDUZZI (Prc-Se). Grazie, Presidente. Il rispetto non si riceve con gli appelli, si conquistata sul campo. Evidentemente non è questo il campo più adatto per registrare quel consenso che io riesco ad avere quando invece magari fra la gente, fra le persone, fra chi lotta si raggiunge più facilmente.

Penso quindi che noi siamo di fronte ad una logica che per quanto si voglia verniciare di sinistra e di progressivo intervento, alla luce delle politiche governative di questi ultimi mesi, sta riguardando invece una svolta ed una linea di moderazione reazionaria. Si sono sposati gli interessi forti di questa nostra Regione, si vanno determinando scelte che sanciscono i processi di privatizzazione, non si opera al risanamento, internalizzazione e stabilizzazione del lavoro soltanto perché si deve continuare a rispondere all'appalto, alle gare e quindi alla diffusione di ingenti risorse, soprattutto nella sanità, che ancora vanno ad ingrassare imprese che non rispettano neanche il diritto dei lavoratori e la certezza occupazionale per questi.

Non si operano interventi che comporterebbero una riduzione dei costi e una possibilità, anche per l’Amministrazione, di intervenire con soluzioni socialmente utili e anche economicamente vantaggiose. Si aprono dei processi che riguardano le agenzie regionali - questo lo sottolineo al Presidente Marrazzo, tanto sensibile al rispetto della legalità -, che stanno riguardando l’avvio di concorsi per assunzioni alla presenza di ingenti presenze di precariato dentro le stesse agenzie. Questo avviene all’Arsial, avviene all’Aremol, avviene all’Arpa, sta avvenendo dappertutto. A fronte di un impegno che via via, mese per mese, ormai anno per anno viene derogato, di intervenire per quanto riguarda la stabilizzazione e la possibilità di

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lotta al precariato concreta e non con annunci e con pretese teoriche e astratte, che invece riguardano questi lavoratori.

Noi continueremo a sollecitare, a mobilitare, a premere in questa direzione. Questa mattina abbiamo avuto un’audizione nella Commissione lavori rispetto al Cosisan, a questo consorzio che poteva rappresentare, per quanto riguarda la spesa farmaceutica, una ripresa della internalizzazione di lavoro e di competenza che la Regione deve avere su questo campo. Si sta annunciando anche su quel terreno un nuovo appalto, una nuova gara, quindi una nuova dispersione di risorse intorno ad interessi che riguarderanno ovviamente l’ingordigia di imprese che su questo terreno della sanità, dei servizi e dei settori esternalizzati hanno fatto ricchezza del patrimonio e delle risorse pubbliche. Io penso che, in conclusione, quel rispetto per le comunità e per i bisogni che i cittadini esprimono vada concretizzato.

Noi abbiamo tra l'altro - e concludo - sottolineato anche l’urgenza, con una mozione che cercheremo di portare in Aula rispetto all’aeroporto di Frosinone, che il nuovo assessore dovrebbe considerare con attenzione. Si chiede che prima di ogni opera di accettazione dei progetti, vengano questi sottoposti alla VIAS (Valutazione Impianto Ambientale Speciale) per quanto riguarda quel territorio - che motiviamo nella mozione stessa - che ben rappresenta questa necessità. Noi vorremmo che alle affermazioni di principio e di titolo e di annuncio elettorale, corrispondessero i fatti, per rispondere con i fatti ad un dissenso e ad un malumore che nei territori ormai si palpa ogni giorno di più e che ci fa registrare una contestazione e un movimento che sta assumendo le dimensioni di una critica da sinistra e alternativa a questo modello di governo.

PRESIDENTE. Sulla lotta alla mafia credo che, se noi mercoledì riuscissimo ad approvare la legge, daremmo - al di là delle manifestazioni legittime e degli interventi in Consiglio - anche con il suo contributo e al contributo di tutti, una risposta ferma e importante.

Ha chiesto di parlare il consigliere De Gasperis. Ne ha facoltà.

DE GASPERIS (FI-Pdl). Signor Presidente, colleghi consiglieri, io vorrei iniziare questo intervento con una frase che soleva ripetere il Presidente Kennedy: “Non diremmo mai la verità se non dicessimo cose che potranno dispiacere a qualcuno”. Per questo, il mio intervento sarà un intervento diretto a dire quello che pensa la gente, piuttosto che quello che magari può dire la politica in certe circostanze.

E’ chiaro che se c’era bisogno di avere una conferma sulla vera natura di questa maggioranza, ed in particolare sul fatto che la stessa è interessata solo alla spartizione delle poltrone per mantenere gli equilibri tra forze politiche in continuo litigio e contrasto tra loro, questa è arrivata con l’ultimo rimpasto di Giunta.

In pratica si è assistito, ancora una volta, ad una spartizione delle poltrone con ripartizione delle stesse anche tra soggetti che già facevano parte della vecchia Giunta, chiamiamola così.

In questi quattro anni e più di amministrazione regionale abbiamo assistito alla nomina di ben tre Presidenti del Consiglio regionale e ben ventisei assessori con notevole aumento degli stessi rispetto a quelli delle precedenti Giunte regionali. Ma non solo, figurano ancora una volta, anche nelle nuove nomine, assessori esterni, e questo ha un duplice significato. Dal mio punto di vista vorrei far osservare ai colleghi della maggioranza che probabilmente non sono all’altezza di ricoprire un incarico assessorile. Se il Presidente della Regione nell’esercizio delle facoltà che gli conferisce lo Statuto regionale nomina ben cinque assessori esterni al Consiglio regionale significa che la maggioranza che lo sostiene non contempla consiglieri regionali in grado di ricoprire un incarico assessorile.

Ciò - ed è la seconda considerazione - comporta anche, per chi come il Presidente predica sempre bene, un aumento non indifferente di spesa. Perché l’assessore esterno pur non essendo consigliere regionale

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ha diritto comunque a tutte le indennità previste per legge.

Insomma abbiamo assistito anche ad assessori esterni promossi sul campo. L’assessore Maruccio passa dalla tutela dei consumatori ai lavori pubblici prendendo il posto del Presidente del Consiglio e questo probabilmente per quella ragione che il Presidente Marrazzo ha spiegato all’inizio del suo intervento e cioè - ripeto testualmente - per garantire gli equilibri conseguenti alle elezioni europee.

Ancora una volta - questo lo devono sapere i cittadini e gli elettori del Lazio del Lazio - non si compone una Giunta nel rispetto della volontà popolare che ha espresso la sua volontà nell’urna elettorale, ma solo e soltanto secondo le logiche dei partiti, delle correnti, delle mozioni di chi va avanti a seconda delle ultime elezioni che si sono svolte.

A ciò si aggiunga anche che alla fine con questo ricorso agli assessori esterni non viene premiato chi si è sottoposto al giudizio degli elettori, non viene premiato chi è stato votato per sedere in quest’Aula e ancora una volta ciò significa, e qui ribadisco il concetto che questo Consiglio deve riacquistare la centralità nell’amministrazione di questa Regione, che le decisioni vengono prese al di fuori del Consiglio regionale, nelle segreterie dei partiti.

Ebbene, Presidente Marrazzo, un politico, un amministratore non si giudica dalle belle parole che sa dire nelle varie circostanze, ma dai fatti che poi materialmente pone in essere una volta eletto.

Io non penso che quegli elettori che quattro anni fa ritennero di darle fiducia perché la giudicavano da quanto lei trasmetteva apparendo in televisione, non so se oggi confermerebbero quella fiducia sapendo poi di fatto come è stata posta in essere.

La sua è una continua ricerca di equilibri politici, di mantenere insieme una maggioranza che non può stare insieme perché è contraddittoria, perché vuole tutto e il contrario di tutto. Ecco perché non si riesce a fare nulla per il bene dei cittadini, non si

riescono a prendere le decisioni sulla sanità nonostante ci sia un commissariamento in atto che lei ha accettato, e anche qui non si riesce a fare nulla in materia di pianificazione.

L’ultima legge sul Piano casa è stata un disastro che sta creando serie difficoltà ai Consigli comunali, che non riescono ad attuarla e a recepirla. Così anche una legge che richiama il Piano territoriale paesistico regionale nel suo testo, un piano che sino ad oggi è stato solo adottato e che, in sede di osservazioni, ha ricevuto oltre 10.000 contestazioni da parte dei Comuni del Lazio e dei privati cittadini.

Ebbene, un piano solo adottato, non ancora approvato definitivamente, viene inserito in un testo di legge che diventa poi vincolante per chi vuole costruire ampliando la propria abitazione già esistente.

Mi piace dire in questa sede che ho presentato un’interrogazione urgente in Aula per sapere quante osservazioni sono effettivamente arrivate al Ptpr e se non si ritiene, alla luce di questa miriade di osservazioni, di revocare lo stesso invio di autotutela come molti Consigli comunali hanno richiesto alla Regione.

Inoltre non si riesce a fare nulla sul precariato. Abbiamo ascoltato solo belle parole e belle intenzioni. Abbiamo visto cooperative tenute a manifestare davanti alla Regione per giorni e giorni che poi sbottano in quei comportamenti e atteggiamenti che sappiamo essere avvenuti. Non si può continuare ad illudere chi ha già tante difficoltà, alle parole devono seguire i fatti, ma se si agisce per logiche politiche, non guardando in faccia i problemi della gente, non si risolve la questione.

Peraltro, il più delle volte, i problemi della gente non hanno un colore politico. Sono problemi e basta. Il problema del lavoro non è di sinistra, né di centro, né di destra, però ci si vuole fare demagogia, ci si vuole giocare sopra. Si vogliono tenere le persone legate a decisioni che non vengono prese. Quindi non ritengo che dalle parole si possa passare ai fatti con queste premesse.

Ci sono assessori che vengono nominati

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perché bisogna recuperare delle situazioni. A febbraio l’assessore Scalia veniva nominato tale perché doveva allontanarsi dalla Presidenza della Provincia di Frosinone, ben tre mesi prima che si tenessero le elezioni, che il centrosinistra ha puntualmente perso e dopo 15 anni il centrodestra ha riconquistato la Provincia di Frosinone.

Per nominare l’assessore Scalia tale nella Giunta, veniva defenestrato l’assessore Di Stefano che teneva memorabili discorsi, che invito tutti ad andare a rileggere, perché le parole volano ma le cose scritte rimangono.

Ebbene, l’assessore Di Stefano, in un celebre discorso tenuto a febbraio, le diceva Presidente – e lei oggi gli ha rinnovato la fiducia -: “Marrazzo non è un leader sopra le parti, non ha scelto di essere indipendente, ma di essere sotto schiaffo di Morassut e Fioroni”. E lei oggi, Presidente, gli riconferma la sua fiducia. Con questi presupposti si può andare lontano? Io penso di no.

Ho fatto il sindaco per dieci anni e se ho sfiduciato un assessore non l’ho poi rimesso in Giunta, perché la fiducia è una cosa seria, non si dà e non si toglie a seconda delle convenienze politiche e demagogiche del momento. Siamo uomini o siamo caporali?

Mi sembra che qui si operi solo ed esclusivamente per opportunismo politico e per demagogia, cercando comunque di arrampicarsi sugli specchi in una situazione che, mi rendo conto, per voi della maggioranza non è facile, perché poi i nodi arrivano al pettine e, come si dice, i conti si pagano, perché bisogna comunque confrontarsi con l’elettorato.

Si è fatto ricorso, dicevo, ancora alla nomina…

PRESIDENTE. Consigliere De Gasperis, sarebbe terminato il tempo a sua disposizione…

DE GASPERIS (FI-Pdl). Non mi pare. Sono tre minuti che sto parlando. Io sapevo di avere dieci minuti a disposizione…

PRESIDENTE. No, lei sta parlando dalle

17,10, sono le 17,19.

DE GASPERIS (FI-Pdl). Presidente, capisco che magari quando qualcuno parla in maniera non piacevole si cerca di limitare il tempo… PRESIDENTE. Dica tutto quello che vuole dire, fino alla fine. DE GASPERIS (FI-Pdl). Non sono molto logorroico, cercherò di essere il più conciso possibile.

Vado a concludere dicendo innanzitutto che non condivido quello che ha detto il Presidente in merito alle centrali nucleari, perché forse proprio in virtù di quella ideologia l’Italia, dopo il famoso referendum sul nucleare, ha pagato cara una scelta inopportuna, perché l’Italia acquista l’energia dalla Francia, le cui centrali nucleari sono sulle Alpi al confine con l’Italia.

Quindi queste sono affermazioni di principio che possono essere valide, io non contesto chi la pensa in maniera diversa, però poi bisogna fare i conti con la realtà, bisogna capire gli altri attorno a noi cosa fanno, come lo fanno e quali rischi possono derivare anche per noi.

E poi alcune contestazioni, alcune contraddizioni. Il Presidente Marrazzo ha detto, ovviamente, che non si può delegittimare l’avversario, e in questo condivido, Presidente. Però in quest’Aula la pratica comune è quella dei subemendamenti. La prima cosa che ho capito, facendo il consigliere di opposizione, è che io posso proporre tutti gli emendamenti che voglio, poi però la maggioranza “cala” - si dice così tecnicamente - il subemendamento e il mio emendamento, che era proposto con tutte le buone intenzioni per migliorare il testo della legge…

Lo ripeto per il Presidente Astorre. Presidente Astorre, io lo ripeto questo concetto perché credo che sia importante. Il Presidente Marrazzo ha testé detto che non bisogna delegittimare l’avversario, però la pratica del Consiglio regionale è che le minoranze presentano gli emendamenti, sicuramente con l’intenzione di partecipare a

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migliorare il testo di una legge che riguarda tutti i cittadini, a prescindere dalle appartenenze politiche, però poi la maggioranza cala il subemendamento e tutti gli emendamenti presentati dalle minoranze diventano carta straccia, vengono spazzati via. Non mi pare che sia un bell’esempio di democrazia.

Quando la maggioranza nazionale approvava determinati provvedimenti in Parlamento, le minoranze insorgevano dicendo che Berlusconi faceva le leggi a colpi di maggioranza. A me pare che il Piano casa, in quest’Aula, sia passato a colpi di maggioranza, perché gli emendamenti della minoranza non sono stati minimamente inseriti nel testo della legge.

Non avete fatto, perché non la riconosco mia e non la riconosciamo nostra, non avete fatto una buona legge sul Piano casa. Quella legge sarà riscritta dalla maggioranza di centrodestra quando riconquisterà, nella prossima primavera, questa Regione, perché i cittadini sono delusi, pensavano, sulla base di quello che era emerso dal dibattito nazionale, di poter ampliare del 20 per cento la propria abitazione, che esiste, che c’è, non è una nuova costruzione, e si sono trovati di fronte ad una normativa regionale piena di contraddizioni, di lacci, di lacciuoli, di richiami al Ptpr, alla legge 38 e a tanti altri limiti che esistono solo e soltanto in questa Regione. Perché qui non si vuole che il cittadino costruisca. Andiamo a vedere cosa fanno le Regioni a confine con noi, è pur sempre Italia, non è un altro stato, non è un’altra sovranità.

Non è giusto che il cittadino del Lazio non possa fare quello che invece può fare il cittadino dell’Abruzzo, della Toscana o di altre Regioni. Questo solo perché si operano scelte territoriali ideologiche, non si guarda al problema e all’esigenza del cittadino, ma solo e soltanto alle proprie convinzioni politiche.

E poi, ancora un’altra contraddizione e chiudo, il Presidente Marrazzo diceva che ieri, facendo riferimento ad un incontro bipartisan al San Gallicano, è stato con il Sottosegretario Letta e con il Sottosegretario Curzi, e quindi che si può fare un discorso

sulla sanità. Oggi, però, venendo qui a Roma, ho visto dei manifesti fatti affiggere dal Pd di chiaro intento demagogico dove si dice che la Regione è contro il Governo che vuole, quest’ultimo, chiudere gli ospedali.

Delle due l’una, Presidente Marrazzo, o si prendono delle decisioni condivise su una materia delicata o non si può dire in questa sede che si vuole operare bipartisan su alcuni argomenti e poi fare manifesti demagogici dicendo “siamo contro il Governo perché i cattivi sono loro, quelli che vogliono chiudere gli ospedali”! Non mi pare che lei diceva queste cose quando incontrava i sindaci delle Province in materia di sanità.

Alla luce di tutto questo - e concludo signor Presidente - io credo che di contraddizioni ce ne sono tante e voglio concludere parafrasando una famosa frase di un mio conterraneo: “Fino a che punto abuserete della pazienza dei cittadini del Lazio?”.

PRESIDENTE. Allora doveva dire “Usque tandem Catilina abuteris patientiæ nostræ”, o lo dice bene o lo dice male. Grazie, consigliere De Gasperis.

Consigliere De Gasperis, in questo caso non ha fatto tanto onore al suo predecessore, oppure al suo nome, era un trentino, quindi era noto soprattutto per la concisione dei suoi interventi.

Invito i consiglieri Armeni e Maselli ad avvicinarsi alla Presidenza perché abbiamo qualche problema con i tempi di Forza Italia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Prestagiovanni. Ne ha facoltà.

PRESTAGIOVANNI (An-Pdl). Grazie, Presidente.

Dopo la sua dotta citazione in latino è con un certo imbarazzo che tento di sviluppare un intervento. Un intervento che entrerà immediatamente nel merito dell’argomento all’ordine del giorno, cercando di rispettare quello che diceva il Presidente Marrazzo, dove non ci deve essere la delegittimazione dell’avversario, ma ci deve essere una piena assunzione di responsabilità, da parte di ognuno di noi, qualsiasi ruolo svolgiamo in

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quest’Aula, Presidente. Lo accennava il collega De Gasperis,

credo che lei si sia contraddistinto nella storia di questa Regione per un turnover impressionante nella sua Giunta. Credo che sarà iscritto nel libro d’oro della Regione come quel Presidente, o quel Governatore - così va di moda adesso - che ha prodotto un numero enorme di assessori, che però è riuscito anche a dare tante, tante risposte alla sua coalizione!

Abbiamo assistito a tre Presidenti del Consiglio regionale, uno legittimamente sostituito perché ha assunto un nuovo incarico, l’altro sostituito ancora non si capisce bene per quale motivo, e questo magari ce lo spiegherà lei in un suo libro, quando avrà più tempo, e ci spiegherà anche quali sono state le sue ansie e i suoi tormenti in questi anni di Presidente della Giunta regionale.

Ma ha prodotto soprattutto un turnover di assessori che ha visto la presenza di ben ventisei assessori avvicendarsi nella Giunta. Ricorderete Bonelli, sostituito perché andato a fare il deputato, o Massimo Pompili, Vicepresidente della Giunta, che poi tuona attraverso le agenzie di stampa in disaccordo sul rimpasto!

Allora, Presidente Marrazzo, io vengo da una scuola politica datata, quando ancora esisteva il sistema dei partiti, c’erano le coalizioni, partiti che formavano i gruppi consiliari, i gruppi consiliari che eleggevano il Presidente, che era il punto di riferimento di una maggioranza e aveva il dovere di mantenere i giusti equilibri tra le forze politiche. Capitava un rimpasto di Giunta per dare nuova forza, nuovo vigore e slancio alle iniziative politiche, cose che lei dichiara per l’ennesima volta - mi consenta, nulla di personale - in quest’Aula di voler fare attraverso un rimpasto di giunta, perché lo abbiamo sentito quando è stato sostituito Battaglia, lo abbiamo sentito quando Montino ha sostituito Pompili, e via discorrendo.

Se mi consente, non ci crediamo più, perché attraverso le sue dichiarazioni mi sembra di vedere più che altro una sorta di

cortina fumogena per nascondere agli occhi dei cittadini del Lazio, non dei consiglieri regionali, con quelli non ci riesce, i problemi di una maggioranza, una maggioranza che si tiene insieme grazie ad equilibri molto precari all’interno non delle forze politiche che la compongono - e anche su questo dovremmo aprire una ulteriore parentesi -, ma all’interno del Partito democratico perché abbiamo letto dai giornali qual è stato il criterio, il metodo che ha portato all’indicazione dei nuovi assessori.

Abbiamo appreso sempre dai giornali e dalle agenzie di stampa le dichiarazioni del gran rifiuto della collega Laurelli che legittimamente per la sua storia, per la sua militanza, per il suo impegno politico, per le sue capacità, per la sua conoscenza ambiva ad andare a fare l’assessore. Abbiamo letto dalle agenzie di stampa che la collega Laurelli non rientrava perché c’è stata la mozione Marino, la mozione del Partito democratico che ha indicato che non bisognava entrare in Giunta. Allora su questo viene meno l’autonomia del Presidente a cui spesso ci si richiama.

Sono personalmente dispiaciuto questa sera che non ho potuto risentire l’intervento in Aula del collega Celli. Presidente Marrazzo, la invito a rileggere l’intervento del collega Celli della seduta scorsa, in cui si salutava l’elezione del collega Astorre, perché credo che questo dia spunto ad una serie di riflessioni molto importanti dal punto di vista politico e culturale, a prescindere dalle nostre appartenenze.

Il collega Celli nella seduta del 16 settembre parlava dello sbilanciamento troppo a favore degli esecutivi portato dalla nuova legge elettorale. E credo che su questo tutti coloro che fanno attività politica dovrebbero in qualche modo riflettere. Però il collega Celli sollevava un altro problema, che era quello del famoso “carro”, il carro che andava condotto da un guidatore che doveva tener conto di tutte le posizioni politiche e culturali, comprese quelle delle minoranze che avevano dato un giusto contributo per vincere le elezioni, esprimendo un dissenso rispetto a questa sua azione, a questa scelta

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univoca da parte del Partito democratico, quindi riconoscendo un’assenza di quel guidatore del carro che dovrebbe essere impersonato dal Presidente Marrazzo.

E’ la posizione di un singolo consigliere? Be’, mi sembra di no. Mi sembra di no perché da questa maggioranza sono ufficialmente uscite due forze politiche che hanno dato un contributo alla sua elezione. Mi riferisco ai colleghi di Rifondazione comunista e mi riferisco ai colleghi dei Comunisti italiani, che hanno esplicitato in maniera chiara le loro posizioni.

Così come nella sua relazione io non ho trovato nessuna risposta ad affermazioni pesanti ed importanti che espresse attraverso le agenzie di stampa - l’ultima del 18 settembre - la collega Brancati, che arriva ad affermare che: “Lei ha perso un’importante occasione per dare un segnale di trasparenza e rinnovamento con questo rimpasto di giunta” e afferma: “E’ singolare l’avvicendamento di poltrone in pochissimo tempo, dall’Assessorato dei consumatori anche alla nomina di un assessore precedentemente esonerato senza tener conto alcun conto del merito in una Giunta con troppi figuranti e mandatari. Il caso dei consumatori è esemplare. Infatti non bastano truffatori e virtuosi del raggiro in tutti i settori economici e finanziari, ma a questa vergogna si aggiungono anche gli organismi istituzionali perché il susseguirsi di tre assessori in poco tempo significa aver scelto male chi doveva condurre tale delega e non rispettare il lavoro che era stato avviato”.

Queste sono affermazioni importanti, affermazioni gravi, e io mi sarei aspettato nella relazione di oggi l’illustrazione del criterio, del metodo che ha portato al rimpasto di Giunta, una spiegazione da parte del Presidente Marrazzo, spiegazione che non è arrivata.

Si è parlato di rilancio delle attività. Io faccio i miei personali auguri a tutti gli assessori, coloro che hanno cambiato delega e i neonominati assessori, gli faccio i miei migliori auguri perché se dovessero realizzare tutto ciò che lei auspica da loro in questi cinque mesi, perché tanto manca, caro

Presidente Astorre, cinque mesi, allo scioglimento del Consiglio regionale, forse anche qualcosa in meno se verrà confermata la data del 21 e 22 marzo, dovranno essere dotati di poteri straordinari. Ma soprattutto non riusciamo a capire la logica in base alla quale si è arrivati a queste nomine.

E’ stato nominato, finalmente - e siamo tutti felici per lui - assessore Giuseppe Parroncini, collega di lungo corso, assessore ai porti, agli aeroporti e io proporrei per lui anche una delega più ludica, che possa essere quella ai parchi giochi, così aumenta le sue competenze! Però il Presidente Marrazzo non ci ha spiegato come il collega Parroncini dovrà interfacciare la sua attività importante con quella dell’assessore ai trasporti, che, caso strano, insieme ad alcuni amici della sua componente interna del Partito democratico, oggi è fisicamente assente da questo dibattito. Allora è Dalia che commissaria Parroncini o Parroncini che commissaria Dalia? Parroncini, assessore all’aria o Dalia assessore d’aria? La domanda sorge spontanea, direbbe qualcuno! Un Assessorato nuovo, tutto da realizzare, su scelte parzialmente discusse, seppur fugacemente in questa Assemblea, che non vedono, però, la giusta sinergia tra l’assessore ai trasporti, che in qualche modo ha competenza, nei confronti dell’assessore che dovrà realizzare il sistema portuale e aeroportuale. Capite che su questo ci può essere un bellissimo imbarazzo.

Ma lei è bravo, Presidente Marrazzo, lei dal punto di vista comunicativo è uno dei migliori presidenti di questa Regione, d’altra parte la sua esperienza professionale la porta a questo. Dal punto di vista comunicazionale, lei è il più bravo, guardando le agenzie stampa di questi minuti, di questi pochi minuti, escono messaggi che per chi non è addetto ai lavori vedono prospettare uno scenario completamente diverso da quello che viviamo.

In particolare, molte agenzie di stampa sono dedicate al rilancio della sanità, i servizi alla persona. Ma posso fare una domanda al Presidente Marrazzo? Ma allora se c’è stato un ingresso, un reingresso, un sub-ingresso,

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uno scambio di poltrone assessorili, chi entra, chi esce, chi va, chi viene, e c’è un discorso di merito, per quale motivo il collega Battaglia non è rientrato in Giunta? Forse perché il suo essere uomo moderato, educato, che non ha mai avuto un atteggiamento sopra le righe, che non lo ha portato ad esternazioni importanti - né in Aula, né su Facebook, né in assemblee con i dipendenti regionali - lo ha portato ad essere relegato ad un ruolo importante, ma all’interno del Consiglio. Perché Battaglia con tutti i suoi difetti - non ho condiviso molte cose di ciò che ha fatto - però aveva individuato una sua linea strategica, una sua linea di azione per la riorganizzazione del sistema sanitario con scelte da me non condivise, ma per lui chiare. Da quando è andato via Battaglia, c’è stata la successione, la vicenda Cosisan - veniva ricordato prima - è rimasta ferma a come stava, parlavamo della gara per l’internalizzazione del servizio tre anni fa, ne stiamo parlando oggi, dicendo che dovremmo farlo in quattro mesi e mezzo, cinque. Sulla vicenda del consorzio Ri.Rei, io sono stato uno tra i primi a contestare quella scelta, però è una sua scelta. Quella sua scelta, per me sballata, ancora oggi grava sulla pelle e sulle spalle dell’utenza e dei lavoratori del settore.

Questo rilancio da parte della sua Giunta per risolvere quei problemi non c’è stato. Lei comunica oggi, attraverso le agenzie, che la Giunta regionale farà ricorso, insieme ad altre Regioni, evidentemente lei avrà parlato già con altri Presidenti di Regione, con gli altri Governatori, posizione legittima, ma è sicuro di poterlo fare? Perché se il criterio, il metodo che ha portato al rimpasto di Giunta, seguendo le sue prerogative, è stato quello di accontentare gli esponenti delle varie mozioni, io sono curioso di vedere e di sapere se i rappresentanti nella Giunta dell’onorevole Bersani, dell’onorevole Realacci, dell’onorevole Chicco Testa, della Linda Lanzillotta, che si sono pubblicamente espressi in maniera diversa e difforme da ciò che lei dice sulla vicenda del nucleare, avranno la coscienza, la forza e la voglia, per non usare termini un pochino più grevi altrimenti il mio amico e collega Bruno

Astorre mi riprende, di votare una posizione del genere. Hai voglia che Fontana dice e si attacca alla posizione del mio amico personale e collega di partito Fabio Rampelli, che è l’autorevole posizione di un nostro deputato, importante, ma fa parte di quel dibattito interno a cui voi tanto siete abituati e che ci porta poi ad assumere posizioni condivise.

Quel dibattito che noi facciamo all’interno del Pdl e non usiamo le istituzioni per sviluppare questo dibattito. Perché il collega De Gasperis ha centrato l’argomento, basterebbe rileggere i resoconti stenografici della seduta del 25 febbraio quando un assessore, vittima all’epoca di un esonero da parte della Giunta, oggi rientrato, faceva delle affermazioni pesanti e diceva cose molto chiare, nette, trancianti sulla sua libertà e autonomia rispetto al sistema correntizio e al sistema dei partiti.

Cose dimenticate che io non voglio ritirar fuori per buona educazione e perché non mi interessa, così come non credo interessi alla gran parte dei cittadini, però interessa a tutti sapere qual è il criterio e il metodo.

Diciamocela tutta e ditelo chiaramente, questo è un rimpasto precongressuale del Partito democratico, che serve a dare soddisfazione alle varie mozioni e serve a garantire una rendita di posizioni a coloro che sono i disoccupati della politica! Perché, caro Presidente, lei ha utilizzato le istituzioni anche per dare risposte a coloro che erano impegnati in altre assemblee democratiche, in ruoli importanti di giunta e che grazie alla sua azione di governo regionale hanno trovato la soddisfazione.

Vogliamo parlare del Presidente della Lait, che è anche Presidente del Collegio degli esperti, che presto abdicherà al suo ruolo… (Interruzione di un consigliere)

PRESIDENTE. Consigliere Prestagiovanni, si rivolga alla Presidenza.

PRESTAGIOVANNI (An-Pdl). Mi interrompono, Presidente…

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PRESIDENTE. Deve chiudere, lei ha parlato per 20 minuti, credo battendo tutti i record odierni. PRESTAGIOVANNI (An-Pdl). Che presto lascerà il posto ad un importante assessore della Giunta Veltroni che deve trovare una sua collocazione. Potremmo andare avanti.

Allora se le istituzioni hanno un senso, se la politica ha un senso, caro Presidente lei deve darci delle risposte. Lei deve darci delle risposte e promuovere in quest’Aula, in maniera franca, un dibattito su quello che, dicevo all’inizio, è stato il messaggio che ha lanciato Peppe Celli nel suo intervento, su quella riflessione che dovremmo fare sullo strapotere, che viene dato ai governatori e ai sindaci, di scelta in nome di un’elezione diretta senza più una condivisione di progetti culturali e politici insieme alle forze politiche della sua maggioranza. Su questo, e chiudo Presidente Astorre, così credo di stare perfettamente nei tempi, vorremmo avere delle risposte.

Risposte vaghe sono arrivate nella sua relazione introduttiva. Io la prego, Presidente Marrazzo, di assumersi totalmente le sue responsabilità secondo le prerogative che le vengono date dalla legge nel rispetto di tutti quei cittadini che l’hanno votata, ma soprattutto nei confronti di coloro che non l’hanno votata e che riconoscono però il suo ruolo di Presidente di questa Regione e che aspettano da lei, da anni, ormai da quattro anni e mezzo, risposte su temi importanti che vengono invece rinviati di rimpasto in rimpasto a questo punto, mi viene da dire, perché ormai credo che siamo al terzo, quarto rimpasto di giunta a cui assistiamo e onestamente siamo stanchi e vorremmo essere qui a discutere di progetti e di programmi che interessino i cittadini anziché di cose così futili.

PRESIDENTE. Grazie consigliere Prestagiovanni per la moderazione con cui ha esposto le sue opzioni, non tanto degli accordi presi con il suo capogruppo, però il dibattito necessitava assolutamente di un una certa flessibilità che naturalmente si dà.

Il Presidente Marrazzo soddisferà le sue richieste, perché intorno alle 18,15 interverrà in replica, quindi credo che darà soddisfazione anche a quello che lei ha detto.

Intanto faccio distribuire una mozione sulla prevenzione e lotta all’omofobia che è stata firmata da tutti i Capigruppo e la sua approvazione oggi avrebbe un particolare significato simbolico in questo Consiglio regionale, visto che per domani il Campidoglio, insieme alla Regione e alla Provincia, ha promosso un’importante iniziativa proprio in questo senso.

Come ho detto dunque, faccio distribuire il testo della mozione che, dopo la replica del Presidente Marrazzo, verrà posta in votazione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alagna. Ne ha facoltà.

ALAGNA (LcL). Signor Presidente, intanto anch’io mi unisco ai colleghi che le hanno rinnovato gli auguri, e io mi permetto di aggiungere anche dei complimenti, perché mi pare che oggi lei sia al suo esordio come Presidente dell’Aula ma stia dimostrando un’ottima padronanza, un grande equilibrio, lo stesso che peraltro abbiamo notato nella prima Conferenza dei capigruppo da lei presieduta, ma questo è il motivo per cui il voto su di lei è stato un voto sereno, ampio e devo dire anche convinto.

Detto questo, io volevo partire da una considerazione che mi è sembrata interessante, che peraltro è stata ripresa anche da altri colleghi, all’inizio dell’ intervento del Presidente Marrazzo, quando ha sottolineato un suo convincimento che, devo dire, sta mettendo in pratica da alcuni anni, quello cioè di non considerare la politica come un mero luogo di scontro, dove ci siano dei nemici da abbattere, da delegittimare, ma come invece un momento di confronto, anche aspro, anche duro, ma un confronto di idee e di opinioni e possibilmente di modelli di società, modelli di sviluppo diversi. E le idee quando si confrontano non possono non riconoscersi a vicenda e debbo dire, perché il tema lo ha toccato il collega Cicchetti, che anche nel rapporto con il

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Governo il Presidente Marrazzo si è ispirato sostanzialmente a questo tipo di atteggiamento, un atteggiamento istituzionale, corretto, che peraltro è stato recentemente riconosciuto da giornali che non appartengono all’area di centrosinistra. Detto questo, sulla questione del rimpasto in sé, del cosiddetto “rimpasto”, poi si tratta di una ridistribuzione di deleghe assessorili, io personalmente avrei abbastanza poco da dire, se non sottolineare la differenza, visto che l’argomento l’ha tirato in ballo l’autorevole collega Prestagiovanni, di come ciò che è successo in questi giorni sia obiettivamente, oggettivamente diverso da quello che accadeva nella “Prima Repubblica”, così definita, e Prestagiovanni ricordava di essersi formato culturalmente in quel sistema politico, un sistema politico che peraltro ha governato questo Paese per decine di anni. Ma allora i rimpasti erano obiettivamente delle “robe” strane, che mettevano in difficoltà i governi, erano personalismi, giochi di corrente, erano solamente quello insomma, ed il rapporto tra le assemblee e gli esecutivi era un rapporto malsano sotto il profilo istituzionale. Quello al quale abbiamo assistito in realtà potremmo definirlo “tecnico”, insomma è innegabile, sino a prova contraria, che alcuni consiglieri regionali che erano anche assessori sono stati eletti in Parlamento europeo, hanno, come era ovvio, optato per il seggio a Strasburgo e quindi si sono creati dei vuoti, in primis quello alla Presidenza del Consiglio regionale e, come dire, il Presidente, cioè il comandante di quel “carro” di cui parlava Prestagiovanni ha dovuto in un ragionamento fatto con le forze politiche riempire queste caselle. E debbo dire che alcuni elementi forse non sono stati sottolineati abbastanza, ma nei giorni scorsi lo sono stati… Io ho un problema con il telefonino di Armeni, Presidente, non riesco a… PRESIDENTE. Consigliere Armeni, se può magari o uscire dall’Aula o… ALAGNA (LcL). Non volevo che lei

arrivasse a rimproverarlo… PRESIDENTE. No, ma visto che lei lo ha nominato, io non mi sarei mai permesso… ALAGNA (LcL). Sta vo dicendo, alcuni elementi importanti, ispirati anche ad una cultura del merito, perché io ho notato che alcuni assessori che si erano distinti all’interno della Giunta hanno avuto un riconoscimento di deleghe ancora più importanti, oppure l’ingresso della dottoressa Di Liegro che è stato ampiamente riconosciuto come un elemento importante rispetto al quale veramente non si possono fare delle obiezioni di carattere politico. Ecco, è una situazione sulla quale obiettivamente c’è abbastanza poco da dire, poi è evidente che quando ci sono delle caselle da riempire si parla di persone, ognuno ha le proprie aspettative, come è giusto che sia, quindi possono crearsi, come si creano, delle fibrillazioni, però da qui a dire, ha cercato di dirlo Prestagiovanni e secondo me non è riuscito nel suo intento, da qui a descrivere la maggioranza come una coalizione sull’orlo della disintegrazione, devo dire che non ci crede nemmeno lui, secondo me. Ma anche l’elezione del Presidente dell’Aula, che comunque è sempre un passaggio complesso, perché c’è un voto segreto, è una votazione complessa, devo dire che ha dimostrato esattamente il contrario ed anche poi quello che è successo dopo, l’assegnazione delle deleghe, mi pare che appartenga ad una buona politica, ci sono stati dei ragionamenti ma, insomma, nulla di importante. Dicevo prima, visto che sul “rimpasto”, chiamiamolo così tecnicamente, io personalmente oltre quello che ho detto avrei poco da dire, prendo spunto dal dibattito perché alcune cose le ho trovate interessanti, sono comunque inerenti al tema e le voglio con molta modestia raccogliere. Intanto dicevo che quella indicazione che il Presidente ha dato della sua azione politica, vale a dire il rispetto degli avversari o, comunque, di chi ha opinioni diverse,

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appartiene a schieramenti diversi sia stato accolto dall’Aula, io questo lo sottolineo come un elemento molto importante. Tutti gli interventi, compresi quelli di colleghi normalmente molto “effervescenti”, come ha definito prima il Presidente Astorre il collega Robilotta, sono stati improntati a questo clima di rispetto istituzionale dove si può dire tutto ma riconoscendo all’avversario politico la sua dignità ed il suo ruolo istituzionale e questo mi sembra che si possa dire. In particolare io ho apprezzato l’intervento, è stato uno dei primi, di Aldo Forte, a nome dell’Udc, non lo dico per piaggeria o per chissà quali scopi, anche perché non dipende da me l’esito delle future alleanze, però debbo dire che Forte ha fatto un ragionamento intelligenze, poi ha toccato in qualche modo l’argomento delle future alleanze, come è giusto che sia, perché io sono assolutamente d’accordo che gli ultimi sei mesi dovranno essere ispirati alla serietà nell’impegno di questo Consiglio, abbiamo cose importanti da fare, dobbiamo comportarci in modo serio, ci sono delle questioni aperte, ci sono degli argomenti molto importanti, come la riforma del sistema sociosanitario che finalmente arriverà in Aula, insomma abbiamo ancora delle cose molto serie da fare e non possiamo darci l’alibi della campagna elettorale, però siccome oltre ad essere dei legislatori ci occupiamo anche di politica è normale che si possa discutere anche di questo argomento.

Forte diceva che dei segnali sono arrivati dal rimpasto perché il rimpasto ha fatto nascere o, comunque, ha certificato l’esistenza di una maggioranza diversa da quella iniziale, in realtà perché, poi Forte aggiunge, l’Udc avrebbe difficoltà di natura ideologica ad essere parte di una maggioranza. Io dico intanto che il rimpasto non ha sancito assolutamente nulla, la storia di questi ultimi mesi che ha visto prima i Comunisti italiani, poi Rifondazione uscire dalla maggioranza, credo sia una storia che è antecedente, nulla c’entra, non viene né confermata né smentita da questo rimpasto. Semmai ricordo al collega Forte che,

comunque, la cultura di cui lui è espressione, quindi una cultura cattolica, ha avuto modo in questo Paese invece di sviluppare anche delle alleanze politiche, di governo, specialmente nella prima fase della storia di questa Repubblica. E’ un problema quello di Rifondazione comunista, ne ha parlato prima in particolar modo il collega Peduzzi che ha concluso il suo intervento con una dichiarazione molto forte, dicendo: “La sinistra…” come se questo termine fosse di proprietà di chi si dice anche “comunista”, “La sinistra è alternativa a questo modello di governo”. Io non voglio fare una battuta facile, perché sarebbe di cattivo gusto, e cioè dire che Peduzzi ed altri se ne sono resi conto quando sono rimasti senza rappresentanti in Giunta. L’ho detto ma non lo penso, penso però che quello sia stato un elemento che ha inasprito il rapporto tra Rifondazione, i Comunisti italiani e questa maggioranza, ma è difficile poter sostenere una tesi secondo la quale per tre anni si è governato insieme a persone e forze politiche con le quali non si condivide un modello di governo. Concludo su una questione che è stata tirata in ballo dal collega Prestagiovanni. Prestagiovanni dice che anche questo rimpasto in definitiva è un segnale di una maggioranza in crisi, con un Presidente o Governatore che non riesce a fare il proprio mestiere. Poi ho capito un po’ meno il riferimento a Celli, ma non c’è dubbio che, in primis, la riforma elettorale, l’elezione diretta abbia determinato delle conseguenze istituzionali che sono innegabili, però poi fa specie che lo schieramento al quale fa riferimento Prestagiovanni insista per una forma di presidenzialismo nel Paese e poi discuta, se una Regione non è più governata con i meccanismi della prima Repubblica, appunto di rimpasti, Presidenti ostaggio delle Aule eccetera eccetera, ma dove invece l’Esecutivo abbia una sua forza e partecipi con un ruolo importante all’indirizzo politico della Regione stessa.

Ma, tornando alla questione di fondo, cioè - e concludo, Presidente - che in questa maggioranza, e citano le dichiarazioni, ci

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sono state delle dichiarazioni di alcuni colleghi, però io concluderei guardando dall’alto la situazione di questa maggioranza.

Mi pare che sia ragionevole dire che la nostra maggioranza abbia un nucleo centrale rappresentato dal Partito democratico che, nonostante alcune difficoltà che esso ha incontrato nella sua nascita e oggi nelle sue fasi congressuali, rimane riferimento di un’area elettorale di circa il 30 per cento, quindi stiamo parlando di un grande partito riformista. Poi vi è una componente a sinistra del Partito democratico che ha acquisito una profonda cultura di governo, vi è poi Italia dei Valori che oggi - e giustamente lo ricordava il collega Colagrossi - è la seconda forza politica del centrosinistra e poi vi è un’area civica rappresentata dalla Lista civica Marrazzo che, come dire, raccoglie il consenso di tutti quei cittadini che si sentono appartenenti a questo schieramento ma non si sentono rappresentati dal sistema dei partiti.

Ricordo che questa area l’altra volta, ritengo anche la prossima volta, risultò decisiva per il risultato elettorale, la vittoria di Marrazzo.

Il pilota, o se preferite il comandante di questo carro, è il Presidente Marrazzo che, anche in virtù di quei ragionamenti che faceva prima, cioè quel richiamo ad una politica fatta di confronto di idee e non di scontro, lo dicono i sondaggi, io non sono tra quelli che deridono i sondaggi, sono cose importanti, i sondaggi ancora dicono che l’elettorato di questa Regione, il popolo della nostra Regione vede nel Presidente Marrazzo un’importante figura di riferimento con un grado di fiducia che sale, sale nonostante le difficoltà oggettive che sono state incontrate nel governo di questa Regione.

Concludo ringraziando il Presidente e scusandomi se ho sforato di qualche minuto i tempi assegnati.

PRESIDENTE. Grazie. Credo che saranno gli elettori a stabilire chi è gradito e chi meno perché avremo tutti quanti il momento elettorale.

La ringrazio per l’ampio e articolato intervento. Chiedo ai colleghi di Forza Italia

un po’ di brevità avendo i consiglieri del Gruppo di Forza Italia in precedenza abbastanza articolato il proprio pensiero.

Ha chiesto di parlare il consigliere Maselli. Ne ha facoltà.

MASELLI (FI-Pdl). Farò del mio meglio. Non essendo intervenuto nel dibattito scorso, colgo l’occasione, Presidente, di farle i migliori auguri per il suo nuovo incarico prestigioso, anzi direi prestigiosissimo, le dico solo, Presidente, che in quest’Aula, a mio modo di vedere, è mancato un arbitro, io spero che con la nuova elezione, con la sua nuova elezione quest’Aula si doterà, si ridoterà di un arbitro rispettoso delle regole, che faccia rispettare a tutta l’Assise le regole del nostro Statuto e del nostro Regolamento.

Credo che sia stato detto molto rispetto a questo dibattito. Ho ascoltato la relazione del Presidente Marrazzo e voglio dire subito che mi ha colpito un aspetto molto particolare. Ho notato che quando il Presidente parlava in quest’Aula c’era un forte brusio. Brusio provocato sicuramente da alcuni colleghi dell’opposizione, ma ho notato anche da molti colleghi della maggioranza. Non lo so, Presidente interpreti lei, però non credo che siano dei messaggi incoraggianti. Max Weber diceva che nella politica ci sono due categorie, c’è il politico carismatico, che ha il dono della gloria, e c’è il politico d’occasione. Non so lei, Presidente, in quale raggruppamento si sentirebbe più annoverato, però io credo che ancora una volta il suo intervento, e capisco la difficoltà oggi a spiegare per l’ennesima volta questo riassetto di Giunta, capisco le grandi difficoltà, però certo, Presidente, non è riuscito a dribblare queste porte che aveva davanti, è venuto qua, ha parlato di una “ricalibratura” di questo assetto di governo, di questo nuovo assetto di Giunta, Presidente, un po’ di lealtà - visto che è una parola che lei invoca sempre, specialmente quando incontra il popolo del Lazio - l’avrebbe dovuta dimostrare oggi qui in Aula e dire che anche questo assetto, questo spero ultimo, o comunque questo ennesimo assetto di Giunta le è servito per soddisfare, in una parola, le logiche

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spartitorie dei partiti che compongono la vostra coalizione.

Io ricordo, Presidente, il suo intervento molto accalorato e molto appassionato, perché qualche volta - me lo lasci dire - forse ha trasformato questa Istituzione in qualche sala da comizio, ricordo prima delle elezioni amministrative, delle elezioni provinciali a Frosinone tutte le sue manovre addirittura che lo portarono ad avere tre assessori della Provincia di Frosinone nella sua Giunta! E fa bene il collega Moscardelli a ricordare che esiste, e ha fatto bene anche il collega Forte, qualche altra Provincia in questa Regione, poi quella manovra, Presidente, non l’ha pagata, perché lei ha registrato una sonora sconfitta in quella Provincia. Vedo che però errare è umano, si può sbagliare, ma lei non fa tesoro degli errori che compie.

Ci ha parlato qui di nuovo e moderno stato sociale, di nuovo e moderno welfare, io francamente non ho ravvisato questo, ho solo registrato che dopo lunghi quattro anni e mezzo di legislatura avete approvato una legge sul reddito minimo garantito, una legge diciamo molto ideologica, Presidente, nella quale o comunque sulla quale è stata stanziata una cifra totalmente insufficiente, lei lo sa bene, una goccia nel mare.

Lei ha sempre parlato di merito, ha parlato di trasparenza, ha parlato di sobrietà, insomma, non sarebbe difficile metterla in difficoltà chiedendole una motivazione sulla bocciatura dell’assessore Di Stefano e poi sulla nuova promozione! Io ricordo che in quell’occasione noi, cercando di seguire un po’ la logica, prendemmo anche un po’ le difese dell’assessore Di Stefano, nel senso che ci sembrava una bocciatura, appunto, dettata solo da qualche logica controversa che regnava all’interno della sua maggioranza. Ci spiegò, tentò di spiegarci, di darci qualche motivazione, dopo alcuni mesi invece adesso di nuovo, rispetto alla sua “ricalibratura” - così l’ha chiamata - abbiamo visto con piacere che ha ripensato quella bocciatura e quindi lo ha ripromosso. E la cosa chiaramente a livello personale ci ha fatto piacere.

Ha parlato, Presidente, delle energie

rinnovabili, del grande successo della sua Giunta sulle energie rinnovabili, ha detto un “no” secco al nucleare, questo lo sapevamo, e quindi anche questa è una materia sulla quale ci sono delle posizioni completamente diverse. Sulle energie rinnovabili non mi sembra che questa Giunta si sia contraddistinta, basta parlare con gli operatori o vedere le poche risorse messe, Presidente, qui non siamo in una piazza, ma siamo in un Consiglio dove tutti quanti siamo informati, sappiamo i fondi che sono stati destinati, sappiamo il tempo che lei ha impiegato per arrivare alla decisione di realizzare un termovalorizzatore, ha impiegato quattro anni per dotare il Lazio di un nuovo termovalorizzatore e credo che quando lei si riconfronterà con il Sottosegretario Bertolaso i suoi dati non potranno essere certo confortati dalla Protezione civile, e tutti sappiamo che nel Lazio c’è necessità di altri termovalorizzatori.

Ha parlato delle infrastrutture. Ha detto che darà un segnale importante alla fine dell’anno o nei primi mesi dell’anno prossimo perché bandirà la nuova gara della Roma-Latina. Presidente, io credo che questo sia un esempio eclatante - per essere eleganti - di un cronico ritardo, perché lei ha smontato tutto quello che ha trovato e ha impiegato quattro anni e mezzo, e speriamo che basteranno quattro anni e mezzo perché ancora la gara non è stata bandita, insomma un’intera legislatura semplicemente per bandire una gara. Presidente Marrazzo, cinque anni per bandire una gara, ma quale segnale! Quale segnale! I cittadini del Lazio hanno dovuto aspettare cinque anni perché lei bandisse una gara per realizzare chissà quando questa nuova infrastruttura importante, importantissima.

E’ chiaro che oggi un semplice cittadino se si interrogasse direbbe: “Ma se il Presidente Marrazzo ha impiegato “solo” cinque anni per bandire una gara, figuriamoci quanto impiegherà per realizzare quest’opera”! Ma speriamo che a marzo in questa Regione cambierà completamente il clima.

Ha parlato di “modello Lazio”, Presidente

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Marrazzo, di reciproca lealtà tra maggioranza e opposizione. Io non credo di fare un intervento personale, ma io questa reciproca lealtà non l’ho mai registrata, le chiedo perlomeno di non arrivare alla presunzione di parlare di “modello Lazio”.

Ho visto che un’opposizione ha dato la disponibilità al confronto, è apprezzabilissima la pazienza di questa parte di opposizione che a fine legislatura ancora auspica o spera, molto pazientemente, in questa sua volontà di confrontarsi, non so se sia solo pazienza o qualcos’altro, ma per quanto riguarda il nostro gruppo, ormai capisce bene che a fine legislatura, non solo questo modello non c’è mai stato, non c’è stato mai confronto, potremmo citare qualsiasi materia, a cominciare dalla sanità, Presidente, quindi ad oggi le dico che da parte nostra non c’è assolutamente alcuna volontà di aprire qualsiasi tipo di confronto con lei e con la sua maggioranza.

Sulla sanità…

PRESIDENTE. Scusi consigliere Maselli, se comincia a parlare di sanità arriviamo a domani a mezzogiorno!…

MASELLI (FI-Pdl). No, ma io non parlo di sanità, apro solo una parentesi.

Credo che la gestione schizofrenica sia evidente a tutti.

Presidente, io volevo solo dirle, siccome lei parla di modello, parla di trasparenza, ha detto che sulle nomine sarebbe stato l’uomo più trasparente di tutti i Presidenti delle Regioni, insomma basta leggere l’ultima agenzia del suo assessore Rodano, per quanto riguarda l’Asp. Sulle Asl sappiamo tutto, la sua verifica ormai è diventata una pantomima, sono quattro anni e mezzo che i direttori generali non sono stati verificati, ma perlomeno sull’Asp, che è un’azienda tecnico-scientifica, speravo che almeno lì si fermasse, invece, anche lì è stato fatto un bando su misura, e non lo dico io, basta leggere le dichiarazioni di qualche suo assessore.

Quindi, Presidente, mi avvio alla conclusione, perché, come si dice, le parole

lasciano il tempo che trovano e i fatti sono quelli che contano. Lei ha sempre detto che si è riproposto di farsi garante non si sa di che cosa, e lei, a fine luglio, anzi, i primi di agosto, in quest’Aula, si è fatto garante di arrivare al raggiungimento di due obiettivi, sanare una volta per tutte la partita dei precari, alla quale siamo molto affezionati, ci è molto cara, ad oggi le nostre perplessità rimangono tutte, e la legge elettorale Presidente, spero di sbagliarmi, ma sono sicuro che lei, nonostante abbia preso impegni solenni qui in quest’Aula, non sarà neanche questa volta garante, perché io so bene le trattative che sono in corso, quello che lei sta dicendo ai suoi partiti e a qualche partito che lei aspirerebbe che si aggiungesse alla sua maggioranza.

Quindi neanche questa volta lei sarà garante di un impegno che ha preso qui in Aula rispetto alla legge elettorale.

Quindi io, Presidente, le chiedo che quando si fanno alcuni interventi sapendo che ci sono dietro di lei difficoltà forti e oggettive, perlomeno di essere più sobrio e di non parlare di modelli che sono modelli inesistenti, che non sono stati mai creati e mai portati avanti da lei.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Armeni. Ne ha facoltà.

ARMENI (FI-Pdl). Molto brevemente perché il pensiero del gruppo di Forza Italia-Pdl è stato ampiamente espresso dai miei colleghi che sono intervenuti in Aula.

Partecipo a questo dibattito semplicemente per la solennità dell’evento, vedo una sorta di celebrazione, Presidente, nei vostri occhi, nei vostri umori, una celebrazione di un risultato ottenuto, faticosamente ottenuto dopo mesi di sofferenze, siete riusciti a trovare una soluzione, una soluzione che mette un po’ d’accordo tutti quanti i componenti della vostra maggioranza, quindi celebrate oggi un risultato, mi chiedo che cosa celebrate invece per questa istituzione regionale!

Se qualcuno mi chiedesse di rappresentare con un disegno l’azione politica fatta da

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quattro anni e mezzo dalla Giunta di centrosinistra, a me verrebbe in mente subito un’ambulanza del 118, Presidente Marrazzo, con lei alla guida, tutto vestito bene, che rincorre sempre emergenze e ogni volta che lei rincorre e guida affannato nel traffico di Roma e di tutta la Regione Lazio, ogni volta che affronta una emergenza ha vicino l’assessore competente. E allora una volta la vediamo che corre con la sua ambulanza insieme a Montino per la sanità, un’altra volta con Montino per l’urbanistica, poi magari non so quale assessore di turno ai servizi sociali si è messo vicino, e poi anche per quanto riguarda i problemi di carattere politico, una volta ha il segretario di un partito, l’altra volta un rappresentante di un altro e un’altra volta il segretario di un altro partito.

Vede, dico questo, Presidente, perché io ho apprezzato, in parte quando lei parlava di “modello Lazio”, ma come concetto, non nello specifico e nel contenuto che lei ha voluto dare a questa espressione di “modello Lazio”.

E’ vero, i rapporti sono sempre stati sul reciproco rispetto, però anche qui mi sembra che l’opposizione a volte abbia manifestato una certa esclusione dalle decisioni politiche da parte della maggioranza che lei dirige.

Senza parlare, il collega De Gasperis lo ha citato prima, delle sessioni di bilancio. Io non ho mai capito per quale motivo nelle sessioni di bilancio voi avete sempre calato provvedimenti importanti che potevano, in qualche maniera, cambiare il percorso e il corso della storia della nostra Regione, li avete calati in assestamento di bilancio o di sessione di bilancio senza portarli in Commissione, senza un iter legislativo in Commissione.

“Modello Lazio” dicevo, contesto, mi permetta Presidente, il concetto, io avrei preferito oggi che lei avesse parlato, glielo dice uno dell’opposizione che andrà in campagna elettorale con i suoi programmi, che dirà su quello che avete fatto fino ad oggi, che non avete fatto nulla, ma dall’opposizione io avrei preferito, anche da singolo cittadino, che per lei oggi il

significato di “modello Lazio” fosse stato “modello sanità”, “modello trasporti”, “modello servizi sociali”, “modello rifiuti”.

Questi sono i modelli che noi avremmo voluto sentire da lei. Per carità, sentiamo il modello del reciproco rispetto istituzionale, a noi, a noi cittadini del Lazio avrebbe fatto molto più piacere sentire dei modelli diversi.

Le emergenze di cui parlavo prima, ecco, ho questa immagine di voi e di lei, Presidente Marrazzo, che rincorre le emergenze. Non siete stati in grado in questi cinque anni di anticipare le trasformazioni sociali della nostra Regione per poterle governare e per poterle gestire, vi siete ridotti a dei semplici registratori dei cambiamenti sociali.

Questo è quello che io registro anche con amarezza, mi permetta Presidente, perché per i cittadini del Lazio, per i vostri elettori le aspettative erano completamente diverse, e oggi avete compiuto l’ennesimo rimpasto, l’ennesimo cambiamento di assessori, ce ne sono stati tanti, mi sembra che qualcuno l’ho anche citato per nome e cognome.

Servizi sociali. L’ho già detto, lo ripeto alla noia, avete cambiato due assessori, questo è il terzo assessore, siete andati a prendere un nome, secondo me avete preso un nome, Presidente, rispettabilissimo, ve lo dice uno che con quel nome ha fatto tanto negli anni passati, ve lo dice uno che viene da quel mondo, però non potrà fare altro che altri proclami e altre enunciazioni di principio.

Il tempo è scaduto, anche lì il punto di ritorno per qualcosa, per programmare qualcosa, per pianificare qualcosa, non ci sta, non c’è più, e il Piano socio-assistenziale non lo avete mai pensato, non concepito, non lo avete mai pensato! Quello sanitario lo affronterete domani, ecco, Presidente, e concludo così farò un favore istituzionale, e se lo merita, al Presidente Astorre, io dico che il “modello Lazio”, sì, ben venga, noi lo presenteremo nei nostri programmi il modello Lazio, con nostre idee, alternative a tutto quello che avete fino a oggi portato avanti, alternative alla vostra concezione di pensare una Regione Lazio come l’avete pensata fino ad oggi, in tutti i suoi settori.

Con questi programmi noi ci

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rappresenteremo e ci confronteremo con l’elettorato per rappresentare un vero e definitivo momento di discontinuità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Pineschi. Ne ha facoltà.

PINESCHI (LcM-PD). Signor Presidente, cercherò di essere breve perché sono l’ultimo intervento, per dare anche spazio al Presidente Marrazzo di poter rispondere alle numerose istanze che sono state sollevate nei vari interventi dei miei colleghi.

Innanzitutto voglio fare gli auguri a lei, Presidente, oggi è il suo primo giorno come Presidente del Consiglio ordinario, è la prima seduta che presiede, so che cosa vuol dire stare seduti su quello scranno, è un grande onore, un grande privilegio, ma anche una grande responsabilità. So quanto lei senta questa responsabilità e di questo me ne compiaccio, è una garanzia per tutti quanti noi, è una garanzia per l’Aula, quindi le rinnovo gli auguri di buon lavoro, gli stessi che voglio rivolgere a tutti gli assessori.

Passo, in maniera abbastanza diretta, al tema in discussione. Oggi abbiamo ascoltato le comunicazioni del nostro Presidente Marrazzo sul rimpasto di Giunta, ma soprattutto il Presidente ci ha ricordato, a nome di tutta la maggioranza, quanto è stato fatto e quanto dobbiamo fare da qui ai prossimi mesi, alla fine della legislatura.

Sul passato, non c’è dubbio, e credo che i fatti lo dimostrino, sul fatto che il bilancio è più che positivo.

Numerosissimi sono stati i provvedimenti varati dalla Giunta e dal Consiglio, sono state date moltissime risposte alla crisi economica, all’insicurezza sociale e sono stati realizzati diversi provvedimenti, sono cinque anni di attività da elencare.

Cercherò di procedere sommariamente per flash. Tuttavia, ricordiamo i moltissimi interventi effettuati in questi anni sulla ricerca, sul sociale, su settori strategici come l’audiovisivo, sui lavori pubblici, sulla scuola, sul lavoro, sul precariato, sulla viabilità, sull’agricoltura, sul commercio.

Ricorderete il testo unico sul commercio

che abbiamo stilato, era tanto tempo che c’era questa necessità di riordinare le varie normative in materia di commercio.

Le iniziative legislative che abbiamo intrapreso anche per il riordino istituzionale. Ricordiamo il Cal, il Crel, numerose leggi rispetto anche ai problemi del disagio sociale e soprattutto della povertà sociale.

Io vado molto orgoglioso della legge sul reddito di cittadinanza. Siamo la prima Regione ad averla fatta, una legge importante che, stabilendo il reddito minimo garantito, sicuramente ci pone all’avanguardia come Regione nella lotta alla povertà.

Ma ci sono tantissime altre leggi in cantiere che stiamo portando in questi giorni in Consiglio e che saranno sicuramente approvate prima della fine della legislatura.

Ieri in Commissione bilancio abbiamo dato il via alla norma finanziaria, quindi all’intera legge per quanto riguarda la redistribuzione dei beni confiscati alle mafie e dati alle istituzioni per l’uso sociale. E’ sicuramente un provvedimento molto importante, è un provvedimento che ci qualifica.

Ricorderete che quest’estate, in sede di assestamento di bilancio, abbiamo approvato il piano casa che è stato un riordino dell’intera materia, è stata sicuramente una legge molto importante che ha anche facilitato e riorganizzato una normativa edilizia, un settore in cui si sentiva sempre più il bisogno di una riforma, anche per dare certezze ai nostri cittadini, e che ha garantito sicuramente le problematiche dell’edificabilità con la tutela e lo sviluppo dell' ambiente.

Come sempre, quindi, abbiamo cercato di creare uno sviluppo sostenibile, anche in materia normativa.

Quanto al futuro, abbiamo ancora tante cose da fare, ogni giorno portiamo avanti iniziative nuove, le ha citate bene il Presidente, le hanno ricordate anche gli altri colleghi. Penso alla Ferentino-Frosinone, una serie di interventi e di opere che l’hanno vista protagonista, Presidente, nella sua veste di assessore ai lavori pubblici.

Stanno aprendo i cantieri della Roma-Latina, nei prossimi giorni si varerà il nuovo

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piano sanitario regionale, la situazione dei rifiuti è ormai fuori dall’emergenza, nonostante tutta una serie di persone remassero contro e creassero sicuramente una situazione di pessimismo.

Possiamo dire veramente che per quanto riguarda i rifiuti siamo fuori dall’emergenza e gli allarmismi che spesso l’opposizione ha cercato di portare avanti, del resto svolge il suo compito, è normale che sia così, però sono destituiti di qualsiasi fondamento.

Un vanto che voglio rivendicare come maggioranza che governa questa Regione è il fatto che abbiamo detto con decisione “no” al nucleare. Questa Regione, in maniera veramente qualificante, ha detto “no” al nucleare e “sì” alle energie rinnovabili alternative, sono d’accordissimo con l’intenzione di portare avanti il ricorso alla Corte costituzionale.

Il nucleare è nocivo e pericoloso, non lo dico io, lo dice Rubbia, lo ha detto anche in questi giorni, è cronaca di questi giorni la notizia delle navi ritrovate - di cui si è fatto menzione - nel Tirreno, che sono state affondate insieme alle scorie.

Sono problemi importanti, che vanno considerati e con i quali dobbiamo fare i conti. Un ulteriore motivo di orgoglio, visto che stiamo rivendicando gli orgogli della nostra maggioranza, è anche aver salvato l’hub di Fiumicino e la sua vocazione internazionale, nonostante il “partito” di Malpensa abbia cercato soluzioni diverse.

Abbiamo poi tutti insieme cercato di dare ulteriori aeroporti al territorio, le realtà dell’aeroporto di Viterbo e di Frosinone sono ulteriori dimostrazioni di questo nostro intento.

Su questo voglio fare una battuta rispetto a quello che diceva il collega Prestagiovanni. Diceva che al collega Parroncini è stato dato un assessorato ai porti, ha fatto questo parallelo con l’assessore Dalia, parlando di porti e aeroporti, e certo, proprio perché facciamo seriamente, c’è bisogno che qualcuno le porti avanti queste cose, come abbiamo fatto fino ad adesso, e dobbiamo a questo punto, proprio nella fase terminale, nella fase esecutiva, dargli un ulteriore

impulso. Quindi io credo che sia stato fondamentale e importante costituire un assessorato ad hoc, proprio per dare continuità a quanto avevamo realizzato per l’istituzione di questi nuovi aeroporti.

Quindi esprimo adesione e soddisfazione per tutte le cose che sono state fatte e credo che sicuramente sia un esempio, il Lazio, di buongoverno.

Mi è piaciuto molto e mi ha convinto anche quello che diceva prima il Presidente Marrazzo a proposito di un “modello Lazio”, sui rapporti tra maggioranza e opposizione e tra le forze politiche in generale.

A me non è mai piaciuta la politica urlata, credo che la politica debba essere sempre condotta nel rispetto delle posizioni di ciascuno, trovo che sia sempre più convincente il discorso di ciò che ci unisce e ciò che ci divide, ciò che ci unisce sicuramente sono i valori costituzionali e quindi anche la libertà di confronto democratico, ciò che ci divide devono essere le proposte e non una politica di delegittimazione.

Allora, senza voler creare nessuna polemica, ma proprio perché credo fortemente in questo modello Lazio, anche nei rapporti tra maggioranza e opposizione, e chiaramente comprendendo quello che deve fare l’opposizione e anche il tono sobrio riconosciuto da lei, Presidente, vorrei dire alcune cose. La mia è una piccola replica su alcune questioni rispetto a quanto dicevano i consiglieri De Gasperis, Prestagiovanni e Maselli.

Il consigliere De Gasperis diceva, a proposito del nostro modo di calare il subemendamentone in sede di bilancio, che avremmo violato più volte la democrazia, facendo riferimento a una serie di emendamenti che invece l’opposizione avrebbe presentato e che noi non abbiamo fatto discutere.

Dobbiamo essere onesti, poi possiamo dire tutto e il contrario di tutto, però quando ci sono 2000 emendamenti strumentali, come da una parte esiste il diritto dell’opposizione di presentare 2000 emendamenti, esiste anche il diritto della maggioranza di difendersi dai

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2000 emendamenti ostruzionistici. Quindi siamo in normali manovre d’Aula

che sono fisiologiche e che non attentano sicuramente alla democrazia. E’ un atteggiamento ostruzionistico che può attentare alla democrazia, ma non sicuramente una difesa della democrazia stessa quando vuole imporre delle scelte di governo e di una maggioranza.

Allo stesso modo, diceva il consigliere Prestagiovanni che in questo rimpasto sarebbero state date deleghe a disoccupati della politica. Non mi sembra ci siano stati disoccupati della politica che siano stati investiti in questo rimpasto…

(Interruzione del consigliere Prestagiovanni)

PRESIDENTE. Consigliere Prestagiovanni, per cortesia non interrompa il consigliere Pineschi che è in conclusione. Le manca un minuto consigliere Pineschi.

PINESCHI (LcM-Pd). Il consigliere Prestagiovanni faceva riferimento a soluzioni esterne.

Mi sembra che qui francamente…

(Interruzione del consigliere Prestagiovanni) Con grande simpatia devo dirgli che quello

che diceva era errato, perché non esiste nessun disoccupato della politica che è diventato assessore. Erano nostri colleghi, erano già qui come consiglieri regionali.

Per quanto riguarda l’assessore Di Liegro, come sapete, era Presidente di un importante ente regionale come l’Asap, quindi non c'è nessun disoccupato della politica, anzi sono energie di questa Regione che sono state messe in campo.

Comunque il compito del Presidente Prestagiovanni, giustamente, è anche quello di mettere un po’ di zizzania!

Concludo, parlando del brusio. Si è voluto dire - mi rivolgo con grande simpatia al collega Maselli, consentitemi a quest’ora di sdrammatizzare questa questione - di aver sentito un brusio, che sarebbe sintomo del fatto che qualcosa non va bene.

Io dico che è il contrario, credo che da cinque anni siamo stati anche dei protagonisti di questo brusio, che sono le chiacchiere che in questo Consiglio si fanno tra consiglieri in maniera molto legittima, anzi anche rispetto al passato mi sembra proprio che il brusio sia nella regola.

Quindi questo sta a dimostrare come invece questo Consiglio da cinque anni è stabile, è compatto, è sempre più stretto intorno al Presidente Marrazzo per quanto riguarda la maggioranza, a cui noi confermiamo sempre più la nostra fiducia e il nostro impegno.

Vada avanti, Presidente, noi siamo con lei, riteniamo di poter portare a termine la nostra legislatura come coalizione di buongoverno e sono sicuro che questo gli elettori lo capiranno e ci premieranno anche nella prossima tornata elettorale.

PRESIDENTE. Io mi accingo a dare la parola al Presidente Marrazzo per la replica finale.

Voglio ringraziare tutta l’Aula per la dignità con cui è stato tenuto questo dibattito, ma anche e soprattutto per la dignità con cui avete consentito a tutti i consiglieri di parlare. E’ una cosa fastidiosissima parlare tra sghignazzi, urla o telefonini che trillano. Io credo che ogni consigliere, dal primo all’ultimo in ordine alfabetico, abbia il diritto di esprimere la propria opinione.

Oggi ben diciassette consiglieri hanno parlato, si è parlato per più di tre ore, praticamente tutti - mi scuso con il consigliere Desideri, che essendo intervenuto più tardi, quando avevamo chiuso la prenotazione, non ha potuto parlare, ma io credo che potrà in seguito rifarsi -, tutti coloro i quali hanno voluto parlare, hanno parlato i gruppi maggiori hanno usato tutto il tempo a loro disposizione, quindi c’è stata da parte della maggioranza una compattezza sulle posizioni del Presidente e da parte dell’opposizione una giusta critica sull’operato del Presidente, come compete ad una democrazia.

Voglio dire, dopo la replica del Presidente Marrazzo, di fermarci un minuto per approvare questa importante mozione per la

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lotta all’omofobia e ricordo a tutti che mercoledì prossimo alle 11.00 inizieremo il Consiglio per le leggi. Alle 11.00 si inizierà e se non ci saranno le condizioni, si rischierà che poi chi non arriva avrà le decurtazioni sull’indennità che tutti quanti noi conosciamo.

Ha chiesto di parlare il Presidente Marrazzo. Ne ha facoltà.

MARRAZZO, Presidente della Giunta. Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, mi dovete consentire, voi mi fate i complimenti per le mie capacità comunicative, non fosse altro perché ho lavorato in questo settore, però vorrei dire che questa volta forse ho comunicato male su quello che io intendevo come “modello Lazio”.

Io ho seguito - credo, come tutti voi - ciò che è accaduto in questo Paese negli ultimi mesi e credo che noi, che apparteniamo all’agorà politica di questa Regione, non abbiamo mai utilizzato comportamenti di delegittimazione della persona, dell’avversario, arrivando alla delegittimazione personale, entrando nella vita delle persone. E io quindi mi riferivo evidentemente a ciò che credo che sia un patrimonio che noi dobbiamo considerare fondante. Ecco perché poi non mi sarei mai permesso di andare oltre, perché è giusto, io veramente, rimanendo, come vedete, sempre seduto ad ascoltare i vostri interventi a volte non condividendoli, spesso sono interessato e trovo nelle vostre critiche comunque un’onestà intellettuale, politica, ecco perché lo dico al consigliere De Gasperis che è entrato da poco, ma che ho avuto il piacere di conoscere sul territorio nell’espletazione sua e di altre rappresentanze istituzionali. Vede, io sono convinto che quest’Aula possa fare uno scatto di reni, ad esempio, se arriverà a discutere della legge elettorale, potrebbe anche poi passare all’approvazione di un regolamento, perché il subemendamento, in realtà, vede, rappresenta quello che è l’utilizzo del voto di fiducia solamente surrettizio e che può far perdere contributi importanti della opposizione, perché non c’è

forse la costruzione di un percorso che aiuti anche - il Presidente Pineschi lo ha ricordato per la sua esperienza – a capire se in quegli emendamenti si annidino anche elementi strumentali evidentemente di ostruzionismo, mentre magari in quegli stessi emendamenti ci sono invece contributi importanti dell’opposizione. Quindi, per esempio, l’invito che faccio al Presidente D’Amato, ma in realtà al Presidente Astorre e a tutti i consiglieri e i Presidenti di Commissione che hanno competenza sulla materia, è che sarebbe bene se noi lasciassimo al nuovo Consiglio regionale un regolamento per quanto riguarda la formazione dei gruppi, per quanto riguarda il voto.

Per esempio lei ha ricordato incidentalmente la decurtazione. Se mi è consentito, Presidente Astorre, io credo che quest’Aula debba arrivare al voto elettronico, come nelle altre aule, come in Parlamento. Questo aiuterebbe di più ad avere un certo comportamento.

Ho ascoltato il consigliere Maselli - non c’è l’assessore Zaratti quindi posso rispondere benissimo io -, perché dobbiamo sempre in questa fase andare a volte ad utilizzare alcuni dibattiti, mi spiace che non ci sia perché voglio dirlo, quando dice che in cinque anni non si è fatto nulla per le energie alternative rinnovabili e siamo all’anno zero, allora io dico che quando sono diventato Presidente e mi sono insediato si produceva nel Lazio un megawatt di energie alternative, di cui lo 0,5 da fotovoltaico. Sono dati ufficiali che potrò dare al consigliere Maselli. Io gli do i dati di oggi, in questo momento mentre parlo sono attivi quaranta megawatt, oltre cento lo saranno tra tre mesi. Ne sono stati autorizzati altri e quindi nel 2010 arriveremo a 250 megawatt di energie alternative. Vedete, mi si può dire che è poco, che bisogna fare di più, e questo è nella logica, ma questo è un dato.

Non voglio entrare nel merito perché le letture sono sempre tante ed è giusto non contrastare il giudizio che è stato dato dall’opposizione, ma voglio invece riprendere il punto di partenza. Tra pochi giorni il Presidente Canali terminerà con voi

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il lavoro e si parlerà di un tema che è il tema del Piano sanitario regionale che come sapete poi sarà non approvato da quest’Aula ma licenziato con la firma del Commissario. Però c’è stato un lungo apporto.

Allora anche qui di tutto si può dire ma non certo che io come Presidente abbia avuto un atteggiamento nei confronti del Governo di non solidarietà istituzionale, di non lealtà e di non trasparenza. E lo stesso devo dire del Governo. Su alcuni temi a volte possiamo non pensarla allo stesso modo con i Ministri competenti, però una questione è chiara, io, dopo che era stata inviata una bozza sulla rete ospedaliera alla luce delle risposte del territorio - è evidente che mi era stata preparata dagli uffici competenti dopo un lavoro - e dopo determinate questioni ho deciso che prima della rete ospedaliera avrei approvato il Piano sanitario e poi, poiché lì dentro ci sono i criteri per la rete ospedaliera, avrei proceduto in quel senso.

Anche qui non mi ricordo se l’ha detto Prestagiovanni o Cicchetti, allora capiamoci, scusate, io sono pronto a dirvi che non ho nessuna voglia su questa rete ospedaliera di fare una campagna elettorale sul chi, sul quanto e sul dove, però lo dobbiamo decidere insieme perché tanto a farla girare ci vuole poco la pallina, ma in realtà lo sappiamo tutti, la Conferenza Stato-Regioni nel rapporto col Governo sta provando a definire gli standard, nel Lazio si stanno immettendo attraverso un piano commissariale, questi hanno delle ricadute, vorrei dire che su questo io ho fermato le macchine solo per dire al Governo che non si fanno le riforme con i carri armati - ho usato questa terminologia in un articolo su un giornale -, perché ritengo che si debba tentare sino in fondo di avere il consenso dei sindaci, dei territori, e non ho mai detto che me lo impone il Governo, questo deve essere chiaro, il Governo e il Commissario stanno lavorando su standard.

Ho citato ieri il San Gallicano per dire che probabilmente in molte realtà potremmo non chiudere un ospedale ma riconvertirlo in ospedale di territorio, penso a Subiaco o altri. Ma questo si fa nella misura in cui tutti non utilizziamo questa fase per svolgere

un’attività di campagna elettorale, questo sia chiaro.

Io ho fermato quella rete ospedaliera che è una bozza, io non l’ho mai mandata né firmata come decreto. Anche qui, molti di voi conoscono i Sindaci, conoscono i Presidenti di Provincia, io non voglio andare ad uno scontro con il Governo, né dire che il Governo sta facendo qualcosa, o io sto facendo altro! Insieme, e allora sarà una riforma.

Consigliere Robilotta, non entro nella parte politica, ma mi consentirà che sulla sanità dove lei interviene molto, ad esempio adesso il Piano sanitario ce l’ha in Aula, dalla Commissione arriverà in Aula, credo che verrà iscritto…

(Interruzione del consigliere Robilotta)

MARRAZZO, Presidente della Giunta. Non ho sentito, se lo può dire più forte…

(Interruzione del consigliere Robilotta)

PRESIDENTE. Presidente Marrazzo, non interloquisca con i consiglieri, per cortesia! MARRAZZO, Presidente della Giunta. Colgo l’occasione solo per dire che i manifesti mi sembrano… PRESIDENTE. Quello che vale per gli altri consiglieri qui in Aula vale anche per lei.

MARRAZZO, Presidente della Giunta. Va bene. Voglio dire che sulla sanità, sui rifiuti e sulla questione come quella della riforma elettorale e del Regolamento, ho invitato il Presidente Canali e la Commissione a portare in Aula, a licenziare un’altra legge importante, quella delle carriere, amministrative e dei medici.

Sono temi sui quali confronterete la forza di questa maggioranza. Allora sono pie illusioni, questa è una maggioranza compatta con il suo Presidente e andremo alle elezioni compatti.

La critica su quello che ha fatto questa maggioranza è evidente, è lecita, me la

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prendo, quindi non volevo imporre niente a nessuno. Consigliere Armeni, lei giustamente rivendica il modello che il suo partito, la sua maggioranza porteranno agli elettori, io parlavo di un clima, e lo voglio dire pubblicamente, sono riuscito nei momenti più difficili a dialogare con un Governo di centrodestra, gliel’ho sempre riconosciuto, e riconosco che il clima di questo dibattito oggi a me fa dire che nel Lazio e a Roma io sto lavorando con il Sindaco Alemanno, con il Presidente Zingaretti e con altri sindaci, nella logica di un confronto in questo momento a volte anche difficile. Domani si va a un corteo insieme, e fra poco credo che si voterà anche un ordine del giorno.

Questo è semanticamente definito un “rimpasto”. Vorrei vedere, il Presidente della Regione aveva il dovere di riformulare la Giunta, “ricalibrarla”, ho detto, in relazione a un evento che sono le elezioni. I ventisei sono collegati a sedici assessori, pochi o molti lo decideranno giustamente gli elettori.

Io sono fortemente convinto che noi come maggioranza abbiamo svolto un grande lavoro e continueremo a svolgerlo. Questa Giunta è una giunta che porterà a casa risultati, quando presenteremo il Piano sanitario regionale parleremo di sanità e parleremo dei risultati raggiunti.

Mi viene facile, ma vorrei dire che i chilometri che abbiamo costruito su gomma sono sicuramente una quota di attività. Vorrei solo citare la Sora-Ferentino-Frosinone, vorrei dire da quanti anni, decenni, un trentennio, se ne parlava, e noi saremo quelli che la riconsegneranno agli elettori, cioè ai cittadini.

Per concludere, ringrazio l’Aula per come mi ha accolto, ringrazio la mia maggioranza, ringrazio l’opposizione. Sulla legge elettorale dico pubblicamente che è una legge troppo importante, la dobbiamo discutere insieme e ci vuole una larga maggioranza.

Credo che si possa raggiungere una mediazione tra le necessità di rappresentanza dei territori e quello che rappresenta evidentemente l’attuale formula. Vorrei dire all’Aula, attenzione, il Parlamento sta per votare un passaggio fondamentale sui livelli,

e quindi sulle soglie per quanto riguarda gli sbarramenti. Anche su questo direi che dovremmo esercitare come Aula il nostro diritto a votare una legge che riteniamo la più adatta per la rappresentanza dei cittadini e dei partiti.

Il Regolamento suggerisco di farlo viaggiare perché ritengo che sarebbe un segnale importante. Non so se l’ho citato, ma si parlerà di rifiuti qui in Aula perché ci sarà anche qui, è incardinato, il Piano regionale dei rifiuti, anche qui è un ottimo momento, mi pare che in questa fase si porteranno a compimento vari provvedimenti, c’è il Piano energetico, e poi tutte le leggi evidentemente che nella sua legittima autonomia la Conferenza dei capigruppo con la Presidenza decideranno di portare all’attenzione di quest’Aula.

Chiudo da dove sono partito. Io non mi iscrivo a nessuna associazione di quale tipologia di Presidente appartenga. Io sono il Presidente della Regione, io sono a capo di una maggioranza, io porterò con orgoglio questa maggioranza di fronte agli elettori. Mi viene da dire che qualcuno non credeva che iniziassero i lavori al San Giacomo e che lo riaprissimo. Inizieranno i lavori e lo riapriremo, e quello sarà un modello di sanità. Anche lì lo farò tenendo presenti le varie posizioni e darò anche le date, e lo sto facendo anche con il contributo del Sindaco Alemanno che oggi si è espresso, del professor Aiuti e del Presidente del Municipio. Ecco, questo sia chiaro.

Ringrazio i gruppi che hanno scelto - e lo sottolineo, ed è stato il segnale che loro hanno voluto mandare all’opposizione - di far parlare solo i capigruppo, questo è il segnale che non è “un’armata Brancaleone”, ma è un gruppo di donne e di uomini che hanno la consapevolezza e la responsabilità di proseguire in un viaggio che per me è un viaggio importante nelle risposte ai bisogni dei cittadini.

Grazie. (Applausi) PRESIDENTE. Grazie, Presidente. La voglio

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ringraziare anche per la puntualità con cui è intervenuto, ma soprattutto perché è stato ad ascoltare tutti gli interventi.

Soltanto una cosa voglio dire, sulla legge elettorale, faremo tutto quanto è in nostro potere perché il Parlamento non si azzardi a mettere becco sulla legge elettorale delle Regioni. Al Parlamento spetta di legiferare sulle leggi elettorali dei Comuni e delle Province, ma le Regioni sono assemblee legislative e quindi deliberano in proprio.

Grazie, Presidente.

*****

Mozione n. 425 dei consiglieri Fontana, Schietroma, Pizzo, Laurelli, Massimi, Colagrossi, Bucci, Robilotta, Parroncini, Carapella, Perilli, Celli, Brancati, Mariani, Cicchetti, Armeni, Moscardelli, Grosso, Forte, Tibaldi concernente: “Prevenzione e lotta all’omo-transfobia” Inserimento, inversione dell’ordine del giorno e votazione PRESIDENTE. Vi chiedo un minuto di pazienza… Consigliera Brancati, è stata tanto brava tutt’oggi, le chiedo un minuto di pazienza.

Ho fatto distribuire la mozione n. 425 concernente: “Prevenzione e lotta all’omofobia”, firmata praticamente da tutti i Capigruppo consiliari del Consiglio, chiedo all’Aula l’inserimento.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della mozione n. 425. (Il Consiglio approva all’unanimità)

Chiedo all’Aula di poterla anticipare rispetto alle altre mozioni per poterla votare subito.

Pongo in votazione l’inversione dell’ordine del giorno per l’anticipazione della mozione n. 425. (Il Consiglio approva all’unanimità)

Se siete d’accordo salterei l’illustrazione

perché avete firmato tutti quanti la mozione il cui primo firmatario è Enrico Fontana e quindi passerei alla votazione direttamente, se il consigliere Fontana me lo permette. Grazie.

Pongo in votazione la mozione n. 425 che così recita:

Premesso che: - Il Parlamento europeo il 18 gennaio 2006 ha approvato più risoluzioni attraverso le quali invita gli Stati membri ad agire per contrastare i diversi fenomeni in cui la omo-transfobia si manifesta - P6_TA(2006)0018, P6_TA(2006)0273, P6_TA(2007)0167 -; - La Costituzione della Repubblica Italiana (art. 3) stabilisce che: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese; - La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani all’articolo 2, comma 1 recita: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.” - La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) all’articolo 1 recita: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”. E all’articolo 21 ribadisce: “E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale,

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il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”.

Considerato che: - Il 17 maggio del 1991 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”; - Presso il Parlamento Europeo è in preparazione una specifica direttiva sulla prevenzione e la lotta all’omofobia, mentre presso la Commissione giustizia della Camera è allo studio un testo unificato per introdurre nel codice penale l’aggravante inerente all’orientamento sessuale della persona offesa dal reato e all’identità di genere; - Una cultura diffusa ancora oggi anche in Italia spinge a considerare le persone omosessuali, transessuali e transgender come perverse o malate, rendendole spesso oggetto di scherno e discriminazione e obbligandole a nascondersi e spesso a rinunciare, per paura di essere scoperte, al diritto di denunciare maltrattamenti, percosse, furti o ricatti;

Tenuto conto che: - In Italia non ci sono specifiche politiche tese a contrastare le forme di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, transessuali o tansgender e non esistono dati statistici utili per valutare il fenomeno; - I dati statistici (2009) dell’Agenzia UE per i diritti fondamentali dimostrano che l’omofobia è un fenomeno socialmente in piena diffusione nei paesi europei ed in molti casi tollerata se non sostenuta apertamente da esponenti politici ed istituzionali; - La lotta all’omofobia e alla trans fobia non riguarda solo le persone omosessuali, transessuali o transgender, ma interessa l’autorità pubblica e la volontà collettiva ella società, soprattutto se si considera che le difficoltà hanno spesso inizio sin dalla scuola, non sempre adeguatamente preparata ad affrontare l’argomento; - I ripetuti e recenti episodi di violenza e di aggressione omofobica e transfobica dimostrano senza ombra di dubbio e con

drammatica evidenza il clima di intolleranza e insicurezza cui è sottoposta l’intera categoria dei cittadini omosessuali, transessuali o transgender.

Tutto ciò premesso e considerato, Il Consiglio regionale del Lazio

Palude e sostiene

- l’iniziativa dell’Italia di aderire alla proposta di de criminalizzazione universale dell’omosessualità presso l’Onu, presentata dalla presidenza di turno francese dell’Unione Europea, e accolta da tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea.

Invita il Governo italiano: - a predisporre una vasta campagna comunicativa e socio-culturale per contrastare il fenomeno dell’omofobia e della trans fobia, che preveda iniziative formative nelle scuole, nella pubblica amministrazione, tra le forze dell’ordine nonché nei luoghi di lavoro con specifici programmi di “diversity management”; - a dotare l’Istat dei fondi necessari per il finanziamento dell’indagine contro le discriminazioni per orientamento sessuale; - a promuovere l’introduzione nei programmi scolastici di ogni ordine e grado di elementi formativi che conferiscano agli studenti autonomia e capacità di analisi, nonché spirito critico contro ogni forma di violenza e di discriminazione sessuale, ai fini della promozione di una reale autodeterminazione delle persone e a verificare che le istituzioni scolastiche controllino il materiale scolastico adottato dai docenti affinché non contenga stereotipi sessisti o discriminatori.

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale:

- ad adottare iniziative utili a far sì che la giornata mondiale contro l’omofobia abbia nella Regione Lazio un’adeguata risonanza e veda il massimo coinvolgimento delle istituzioni regionali;

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- a promuovere, anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura omofobica e transfobica; - a promuovere, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, interventi nella scuola, perché istituzione deputata all’educazione dei futuri cittadini ad una cultura delle diversità e quindi luogo principale per lo sviluppo di iniziative dedicate alla lotta contro le discriminazioni. (Il Consiglio approva all’unanimità)

Il Consiglio sarà convocato a domicilio, sapete già per mercoledì prossimo alle ore 11.

La seduta è tolta. La seduta termina alle ore 18,52

Revisore: Stefano Mostarda

************************************ Il Responsabile della Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda

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ALLEGATO Interrogazioni N. 1895 del 9 settembre 2009 Oggetto: Incompatibilità nomine vertici Agenzia Sanità Pubblica. I1 sottoscritto Consigliere, PREMESSO - Che i Senatori Lucio Alessio D’Ubaldo Domenico Gramazio ricoprono rispettivamente le cariche di Presidente e di componente del CDA di Laziosanità - Agenzia di Sanità Pubblica; CONSIDERATO - Che la Legge 15 Febbraio 1953, N.60 (GU N.051 del 02/03/1953) concernente "Incompatibilità Parlamentari" all'Art 2 stabilisce che: "Fuori dai casi previsti nel primo comma dell'Art. I , i membri del Parlamento non possono ricoprire cariche, né esercitare funzioni di amministratore, presidente liquidatore, sindaco o revisore, direttore generale o centrale, consulente legale o amministrativo con prestazioni di carattere permanente, in associazioni o enti che gestiscono servizi di qualunque genere per conto dello Stato o della Pubblica Amministrazione, o ai quali lo Stato contribuisca in via ordinaria, direttamente o indirettamente";

VISTO - Che i Senatori D'Ubaldo e Gramazio ricadrebbero, di conseguenza, nella fattispecie indicata;

CONSIDERATO - Che, anche laddove non esistesse una legge dello Stato, che configurasse l'evenienza rammentata, rimarrebbero in ogni caso atri aspetti di carattere morale legati quantomeno al cumulo delle cariche, e ancora alla necessità di garantire una funzionalità delle responsabilità che vengono assunte;

INTERROGA I1 Presidente della Regione Lazio on. Piero

Marrazzo per sapere: - Come intenda procedere la Regione al fine di verificare la situazione di quanti si trovino nel contesto delle incompatibilità indicate dalla Legge 15 Febbraio 1953, N.60, e quali azioni intenda intraprendere per sanare eventuali situazioni di incompatibilità.

Celli N. 1896 del 10 settembre 2009 Oggetto: Nuovo assetto delle Comunità Montane del Lazio. Premesso che: • le Comunità Montane sono enti locali costituiti fra comuni montani e/o parzialmente montani nel rispetto di quanto disposto dal dettato della legge 31 gennaio 1994, n. 97 "Nuove disposizioni per le zone montane". • le sopracitate Comunità Montane del Lazio, sulla scorta di quanto disposto dalla legge regionale 22 giugno 1999, n. 9 "Legge sulla Montagna" - di recepimento della suddetta L.97/1994 - hanno il compito di salvaguardare e tutelare il territorio montano, con particolare riguardo alla difesa dell'ambiente naturale nonché alla valorizzazione delle risorse umane, culturali e delle attività economiche connesse. Considerato che: • ogni Comunità Montana è dotata di completa soggettività e di specifiche capacità in relazione alle competenze attribuitegli e conferitegli. • ogni comunità ha una propria specificità, che tiene conto delle aspettative e della peculiarità del territorio e soprattutto dello sviluppo economico, sociale e culturale che potrebbe essere decelerato dalla sfavorevole collocazione territoriale in cui è sita la zona in questione. Ritenuto che • la L.R. 02 Dicembre 2008 n° 20 dispone il contenimento della spesa pubblica relativa agli

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organi delle comunità montane ed il riordino delle stesse determinando l'esclusione di alcuni territori che fino ad oggi godevano della "Specialità" in quanto appartenenti alla comunità montana. • i criteri in base ai quali è avvenuto il riordino e quindi la riduzione delle comunità montane del Lazio risultano essere si laconici, ma anche manchevoli di precise direttive che rendano gli stessi inequivocabili. TUTTO CIO' PREMESSO CONSIDERATO

E RITENUTO

Il sottoscritto consigliere regionale Romolo Del Balzo

INTERROGA

I1 Presidente della Regione Lazio On. Piero Marrazzo e l'Assessore Enti Locali On. Daniele Fichera;

per sapere: • per quali motivi sono stati esclusi da alcune Comunità montane solamente comuni la cui percentuale di territorio montano non raggiunga la soglia del 75% o la cui popolazione montana sia inferiore al 55% della popolazione residente prevista dalla nuova normativa e non anche comuni costieri e comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti; • per avere chiarimenti in merito al punto 8 dell'art. 8 della L.R. n. 20 del 2008 nella parte in cui sancisce che sono comunque assicurati i benefici previsti dalla legislazione nazionale e comunitaria ai comuni facenti parte di comunità montane che per effetto della suddetta legge di riordino ne risultino esclusi

Del Balzo N. 1897 del 11 settembre 2009 Oggetto: Probabile assegnazione, a titolo completamente gratuito, ad associazioni e/o cooperative, di un'area di proprietà ATER Comune di Roma.

PREMESSO CHE • a chi scrive risulta che l'area di proprietà ATER del Comune di Roma, compresa tra la torre

Medioevale di Via Marcio Rutilio e Viale Palrniro Togliatti (la medesima aera occupata diversi anni fa dal Teatro Tenda Orfei), ricadente nel Municipio VIII, Quartiere Torre Spaccata, sarebbe in procinto di essere assegnata a titolo completamente gratuito, dal Consiglio di Amministrazione dell'ATER Comune di Roma (il CdA ATER è convocato per lunedì 14 settembre 2009 prossimo, alle ore 10.00); • l'area in questione sarebbe, per quanto risulta a chi scrive, parzialmente interessata da vincoli archeologici, oltreché destinata, secondo le intenzioni del Municipio VI11 e del Comune di Roma, ad essere adibita a Verde Pubblico, come previsto dal PRG del Comune di Roma; • il Municipio VIII ha già intrapreso un progetto di valorizzazione dell'intera zona in cui ricade anche l'area in questione, a ridosso del cantiere Metro C;

CONSIDERA T0 CHE • lo stato di degrado in cui versa l'area ha già causato ai residenti della zona diversi problemi; • nel mese di ottobre 2008 - come denunciato dal Comitato di Quartiere Torrespaccata al Municipio e all'ATER stessa - in quest'area, occupata parzialmente da calcinacci, era stato dapprima installato un gazebo e poi costruita, senza alcuna autorizzazione, da alcune persone che presidiavano l'area, una casetta in legno poi smantellata grazie all'intervento dei Vigili Urbani del Municipio VIII; • alcuni cittadini che hanno proprietà confinanti con detta area sarebbero interessati ad un eventuale affidamento, versando all'Ater anche un canone annuale, al solo fine di assicurare una continua pulizia dell'area in modo da renderla fruibile anche al quartiere;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E L'ASSESSORE ALLE POLITICHE DELLA

CASA

per avere informazioni in merito a tale probabile affidamento ad associazioni e/o cooperative dell'area di proprietà ATER compresa tra la torre Medioevale di Via Marcio Rutilio e

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Viale Palmiro Togliatti;

per sapere se l'Amministrazione Regionale intenda sollecitare I'ATER Comune di Roma a desistere dall'intendimento di assegnare l'area (a titolo gratuito), in attesa che venga convocato un incontro congiunto con i Cittadini, con l'Amministrazione Comunale e con l'Amministrazione Municipale, al fine di trovare una soluzione condivisa sulla gestione dell'area in questione.

Prestagiovanni N. 1898 del 14 settembre 2009 Oggetto: Interventi di protezione civile nel Comune di Morlupo diretti a fronteggiare i danni conseguenti gli eventi atmosferici dei mesi di novembre e dicembre 2008. Premesso che • A seguito degli eventi atmosferici dei mesi di novembre e dicembre 2008 nel Comune di Morlupo franava una scarpata in via degli Orti in corrispondenza dei civici 8, 10, e 12; • Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco in data 11 dicembre 2008 nel riscontrare l'entità e la natura dello smottamento segnalava la necessità della chiusura immediata al transito veicolare e pedonale di via degli Orti e lo sgombero cautelativo delle abitazioni di pertinenza del fronte di frana con ingresso dai civici 8, 10 e 12 di via degli Orti e dai civici dal 97 al 115 di Corso Umberto; • Il Comune di Morlupo in data 11 dicembre 2008 ha provveduto all'evacuazione delle persone residenti nelle suddette abitazioni, e precisamente: dieci nuclei familiari per un totale di ventidue persone di cui tre minori, provvedendo alle necessarie sistemazioni; • Il Comune di Morlupo in data 16 dicembre 2008 ha inoltrato al presidente della Giunta Regionale del Lazio la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale; • I1 presidente del Consiglio dei Ministri, con propria Ordinanza n. 3734 del 16 gennaio 2009, ha impartito disposizioni inerenti i primi interventi urgenti per fronteggiare i danni conseguenti agli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio nazionale nei mesi di novembre e dicembre 2008, e che con ordinanza del 7 maggio 2009 ha ripartito i relativi fondi

attribuendo alla Regione Lazio € 41.324.730,75 per le spese di prima emergenza ed € 13.033.396,91 per le risorse di cui all'articolo 9 comma 2 della medesima O.P.C.M. 3734/09; • La Regione Lazio avrebbe stabilito per il Comune di Morlupo uno stanziamento di € 22.404 come rimborsi per le spese sostenute per la prima emergenza e che, a favore del Comune medesimo, sarebbero stati individuati interventi di ripristino e messa in sicurezza; • Ad oggi, non sono stati ancora erogati i fondi individuati e non sono stati posti in atto gli interventi di messa in sicurezza; • Permane lo stato di pericolo per la zona oggetto di sgombero, unita ad una emergenza igienico-sanitaria in quanto il dissesto ha interessato anche un tratto di collettore fognario; • Permane lo stato di disagio per le famiglie; Tutto ciò premesso Il sottoscritto consigliere regionale

INTERROGA il Presidente della Giunta, anche nella sua qualità di commissario, per conoscere: 1. Quanti e quali atti al riguardo sono stati adottati o approvati dalla Giunta regionale o dal Presidente stesso; 2. Quale azione si intende intraprendere per porre fine allo stato di disagio di interi nuclei familiari del Comune di Morlupo e della cittadinanza tutta colpita dalle ordinanze di sgombero e di chiusura della viabilità; 3. I motivi che impediscono alla Regione Lazio di fissare tempi certi per il rientro delle famiglie nei propri alloggi.

Lollobrigida N. 1899 del 15 settembre 2009 Oggetto: Finanziamenti recupero centri storici. I1 sottoscritto, Consigliere Regionale del Lazio

PREMESSO - Che da poco è stato approvato dal Consiglio Regionale il Piano Casa e che il recupero degli edifici dei centri storici è un intervento altrettanto importante per la popolazione che risiede nel Lazio;

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- Che numerosi Comuni hanno fatto richiesta all'ente regionale per ricevere finanziamenti a tale scopo; - Che a molti Comuni è stato approvato il progetto per il recupero degli edifici del centro storico; - Che di conseguenza sono stati destinati finanziamenti per le opere di cui sopra; - Che tali finanziamenti, purtroppo non sono stati ancora erogati a favore dei richiedenti; - Che tale situazione lascia le amministrazioni comunali in fase di stallo perché non possono procedere con l'iter burocratico;

INTERROGA: I1 Presidente della Giunta Regionale On. Piero Marrazzo e l'Assessore All'Urbanistica e Territorio On. Esterino Montino per sapere: a) Che cosa sta rallentando l'erogazione dei finanziamenti per il recupero degli edifici dei centri storici; b) Come si intende procedere per affrontare la problematica in oggetto; c) Se si vuole intervenire al più presto al fine di sbloccare questa situazione; d) Quali sono i tempi di attuazione dei provvedimenti eventualmente individuati.

D 'Ovidio N. 1900 del 15 settembre 2009 Oggetto: Struttura destinata ad ospitare una Casa Famiglia a Vetralla (VT), finanziata con fondi europei, terminata ma ancora inoperante.

PREMESSO CHE • nel 2004 il Comune di Vetralla, grazie a un finanziamento dell'unione Europea, ha programmato l'apertura di una Casa Famiglia per sostenere situazioni di forte disagio minorile all'interno del Distretto Socio-Sanitario VT 4; • la struttura, prevista nel Piano di Zona Distrettuale, anno 200612007, approvato con Delibere di Giunta e di Consiglio dai 13 comuni che compongono il distretto, avrebbe dovuto rispondere alle necessità d'urgenza (come ampiamente motivato nello stesso piano - pagg. 8-12) per il territorio dei 13 comuni, con Vetralla Comune capo-fila che fin dall'inizio, nel 2004,

aveva messo a disposizione la struttura dell'ex Scuola elementare di Mazzocchio; • come previsto dal bando DOCUP era stato stabilito un accordo con il consorzio CO.PER.NI.CO per la gestione dello stesso servizio (Delibera di Giunta n. 228 del 2004), con l'impegno da parte della Coop. Aurora a garantire - a servizio avviato - l'invio di minori già in carico al servizio sociale distrettuale; • la struttura avrebbe avuto una forte valenza socio-educativa e referenziale al territorio, dando la possibilità ai minori, "disseminati" fuori provincia e oltre, a rimanere nel proprio territorio e nel proprio tessuto sociale; • la struttura comporterebbe vantaggi in termini d'integrazione sociale e di nuovi posti d'occupazione; • la struttura ridurrebbe di molto il grande impegno economico che Vetralla e Comuni limitrofi sostengono nel proprio bilancio per i numerosi casi di bambini dati in affido familiare o presso varie strutture di accoglienza spesso lontani dal territorio (moltissimi fuori provincia), e che sarebbero, dall'epoca, in forte aumento; • l'ex edificio scolastico di Mazzocchio è stato ristrutturato grazie ai finanziamenti della Comunità Europea inerenti al DOCUP OB.2 Lazio 2000-2006 - Asse 111 "Valorizzazione dei Sistemi Locali relativi all'esercizio finanziario anno 2005"; • il progetto sarebbe stato finanziato per il costo totale di Euro 410.000,00, di cui il 10% a carico dell'amministrazione comunale;

CONSIDERATO CHE • nonostante l'impegno di una ingente somma di fondi europei vincolati, a tutt'oggi la struttura non è stata avviata; • i lavori sono terminati da oltre un anno, ad aprile 2008, data alla quale mancava soltanto la liquidazione; • una Delibera Comunale solo del 17 ottobre 2008 liquida finalmente la ditta appaltatrice dei lavori;

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• in questi giorni, due classi di scuola materna sono state ospitate all'interno della struttura, ormai finita, che doveva essere destinata alla Casa Famiglia. Non varrebbe a giustificare questo "cambio di destinazione" la necessità di attendere i1 completamento del piano di rifacimento e messa in sicurezza delle scuole, dal momento che a riguardo va registrata un'altra grave negligenza nel rispetto dei tempi previsti: i fondi necessari alla messa in sicurezza delle scuole sarebbero infatti disponibili sin dal 2006, ma i relativi lavori non sono ancora nemmeno stati avviati; • a questo proposito, merita di essere puntualizzato che nell' "atto di impegno" il sindaco di Vetralla si era impegnato a:

1. rispettare il cronoprogramma previsto per la realizzazione dell'iniziativa, che avrebbe dovuto essere redatto tenendo conto che gli atti finali di rendicontazione avrebbero dovuto essere trasmessi alla Regione entro e non oltre il 30 settembre 2008 (punto 11);

2. "non variare la destinazione dell'edificio dell'intervento per un periodo non inferiore a venti anni" la struttura (punto 12);

RILEVAT0 CHE • tra il 2007 e il 2008, all'interno dell'Amministrazione Comunale di Vetralla è avvenuto un "rimpasto", il quale avrebbe determinato una stagnazione dell'azione amministrativa lamentata da tutta la popolazione, e i cui risvolti politici sono assai probabilmente tra i principali responsabili dell'attuale stasi del progetto;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA L'ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI

per sapere quali provvedimenti l'Amministrazione Regionale voglia adottare al fine: a) di conoscere se l'Amministrazione Comunale ha rispettato i tempi del progetto come da cronoprogramma; b) di dare alla struttura la destinazione per la quale è stata concepita, che tanti benefici apporterebbe al territorio;

c) di scongiurare provvedimenti sanzionatori provenienti dalle opportune sedi europee competenti per cattivo utilizzo di fondi comunitari.

Prestagiovanni N. 1901 del 16 settembre 2009 OGGETTO: Mancata attribuzione indennità di coordinamento art.10 CCNL 2000/2001 Dott.ssa Rotili Maria e mancato inquadramento nella posizione economica DS.

PREMESSO: - Che l'art.10 del CCNL 200012001 comparto sanità prevedeva l'attribuzione di una indennità per gli appartenenti alla categoria D che svolgevano attività di coordinamento all'interno della propria struttura operativa; - Che tale indennità prevista per i funzionari appartenenti alla categoria D consegue, pertanto, alla effettiva esplicazione della funzione di responsabilità e coordinamento all'interno della unità operativa di appartenenza essendo connessa al grado ricoperto ed alla responsabilità esecutiva che va ad assumere il funzionario stesso. CONSIDERATO: - Che la Sig.ra Rotili Maria, quale vincitrice di concorso, è stata nominata capotecnico di radiologia in ruolo in data 29/9/1980 come da delibera n°420 del 30/9/1980. Nel 1990 con delibera n°3 del 7/6/90 del commissario ad Acta dell' ex Unità SL ROMA2 furono riconosciute le mansioni di ruolo capo-tecnico radiologia coordinatore (8° livello); - Che altresì in data 12/11/98 con delibera n°2690 della AUSL RM/A venne attribuita alla Sig.ra Rotili Maria la posizione funzionale di "Operatore professionale coordinatore" a seguito di selezione dei candidati al ruolo sanitario - profilo professionale – essendosi classificata prima in graduatoria con decorrenza giuridico - economica dal 1/12/95 (art.45); - Che in data 5/4/2001 con disposizione di servizio n°8 la Direzione sanitaria della U.S.L. RM/A dispose il trasferimento della suddetta Sig.ra Rotili al presidio di Piazza G. da Fabriano per ivi svolgere la funzione di Capo Tecnico di radiologia, nella considerazione che tale presidio era carente di detta figura professionale; - Che in data 20/11/2006 la suddetta Sig.ra Rotili Maria è stata trasferita dal presidio di Piazza G.

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da Fabriano al Centro S. Anna, sito in via Garigliano n°55, con le funzioni proprie della qualifica di appartenenza e demansionata, incomprensibilmente e senza motivo, da Capo Tecnico di Radiologia Medica a Tecnico di Radiologia Medica.

ATTESO: - Che, nonostante la qualifica, il ruolo e il grado di responsabilità ricoperto dalla Sig.ra Rotili Maria all'interno dell'ambulatorio di Piazza G. da Fabriano, alla stessa è stata negata l'indennità di coordinamento prevista dal CCNL; - Che alla stessa Sig.ra Rotili Maria oltre alla mancata attribuzione della indennità suddetta non è stato applicato l'articolo 19 comma 1 sub. B CCNL del 19/4/04 che consente l'inquadramento al livello economico DS, atteso che tale procedura è stata applicata nei confronti di alti dipendenti appartenenti alla stessa qualifica professionale, discriminando così la sola Sig.ra Rotili.

VISTO: - Che la Sig.ra Rotili Maria a più riprese e in varie date ha presentato ricorsi gerarchici e istanze di chiarimento per l'atteggiamento omissivo e discriminatorio dell'Azienda RM/A nei suoi confronti.

PRESO ATTO: - Che a seguito di una di queste istanze, il Direttore dello stesso distretto della ASL RM/A specificava che: "dopo aver esaminato gli atti, a parere dello scrivente, la domanda dell'interessata appare fondata, si richiede alla S.V. se il periodo di assenza dal servizio per malattia possa incidere sulla applicazione dell'art. 10 del CCNL, necessaria per la predisposizione del relativo atto di riconoscimento ed autorizzazione al pagamento della indennità economica di Coordinamento"; - Che nonostante il parere favorevole del Dirigente Superiore alla Sig.ra Rotili non fu mai riconosciuta l'indennità di Coordinamento con il pretesto che la stessa, in quel periodo era assente per malattia per cause di servizio;

RILEVATO: - Che l'assenza per malattie per cause di servizio non è motivo valido e legittimo ma appare, piuttosto, pretestuoso ed illogico nel non volere corrispondere quanto, ai fini operativi e

contrattuali, dovesse essere riconosciuto alla Sig.ra Rotili.

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE:

PER SAPERE:

1. Se ragioni di trasparenza, imparzialità e correttezza vogliano indurre SS.LL. a richiedere alla ASL RM/A notizie in merito alla mancata corresponsione dell'indennità ex art. l0 CCNL del 2000/2001 alla Sig.ra Rotili, ed il mancato inquadramento della stessa nella posizione economica DS; ovvero se non ritengano opportuno, assumere gli atti sostitutivi necessari per eliminare comportamenti discriminatori ed omissivi nei confronti della suddetta dipendente sanitaria ed il ripristino della correttezza ed imparzialità della azione amministrativa cui devono attenersi le PA.

Bafundi N. 1902 del 17 settembre 2009 Oggetto: Incongruità nell'applicazione della legge regionale n.4 del 20 marzo 2009: "Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati".

Il CONSIGLIO REGIONALE del LAZIO

Premesso che: • il Consiglio Regionale del Lazio il 20 marzo 2009 ha approvato la legge, n. 4 (Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati o precariamente occupati); • la Regione Lazio nell'anno in corso ha avviato la sperimentazione della legge; • il prossimo 30 settembre 2009 scadrà la prima tornata di raccolta delle domande per accedere al beneficio della legge.

Considerato che : • la legge all'art.4 definisce come requisiti, tra gli altri requisiti, l'essere disoccupati, inoccupati e precariamente occupati, iscritti al Centro Per l'Impiego e aver percepito nell'anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito personale imponibile non superiore agli 8000 euro.

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Considerato inoltre che : • I'individuazione di tale soglia di reddito è strettamente connessa allo status di disoccupato; • secondo I'art.4 del D.Lgs. n. 181/2000 infatti, la perdita dello stato di disoccupazione per i soggetti che lavorano è legata al superamento o meno di un reddito annuale "non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione", ad oggi fissato in una somma pari ad euro 8.000,00 per il lavoro dipendente; • per quanto riguarda i lavoratori autonomi forniti di partita Iva tuttavia, lavoratori compresi nel bacino a cui si riferisce la stessa legge n.4 della Regione Lazio, il D.Lgs. n. 181/2000 specifica che la soglia di reddito per mantenere lo statuto di disoccupazione in caso di prestazioni lavorative è fissata a euro 4800 reddito minimo personale escluso da imposizione.

Preso atto che : • tutti coloro che risultano avere un lavoro autonomo, che dimostrano di aver recepito nell'anno precedente alla richiesta un reddito compreso tra i 4800 e gli 8000 euro, risultano essere esclusi dai benefici della legge in quanto, nonostante rispettino la soglia reddituale stabilita come requisito, sono impossibilitati a risultare iscritti ai centri per l'impiego.

Preso atto inoltre che : • in questo modo si stabilisce di fatto l'impossibilità di presentare la domanda per accedere ai benefici della legge ad una fascia di lavoratori che rispetterebbero i requisiti della legge stessa; • i lavoratori autonomi risulterebbero discriminati rispetto ai lavoratori dipendenti nonostante costituiscano una componente importante del mercato del lavoro regionale e soffrano particolarmente l'assenza di strumenti di protezione contro la precarietà e la disoccupazione.

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

PER SAPERE: • quali azioni intenda intraprendere per tutelare i lavoratori autonomi da quella che potrebbe rappresentare una discriminazione rispetto alle finalità che si propone la stessa legge n. 4 del 20 marzo 2009.

Mariani

***** Mozioni N. 422 del 10 settembre 2009 Oggetto : "Sostegno agli abitanti di Ashraf'.

PREMESSO: • Che il giorno 28 Luglio 2009 le forze irachene hanno sferrato un violento attacco contro i 3500 residenti iraniani di Ashraf; • Che il bilancio dell'operazione in merito alle vittime ha avuto risvolti tragici; • Che questi atti di violenza sono stati istigati ed ordinati dal regime Iraniano, che dopo aver represso brutalmente le rivolte in patria all'indomani delle elezioni del 12 Giugno, ha esportato una strategia del terrore in Iraq spingendo il Governo iracheno a soffocare la Resistenza Iraniana in cambio di una presunta collaborazione tra i due paesi; • Che dal giorno 29 luglio sono stati organizzati sit-in e scioperi della fame in 100 città, negli Stati Uniti, in Europa ed in Australia; • Che le condizioni in cui vessano le persone che hanno iniziato lo sciopero della fame peggiorano di giorno in giorno;

CONSIDERATO • Che dalle principali fonti di informazione internazionali giungono notizie estremamente preoccupanti in merito alla situazione della città Ashraf, dove da più di 20 anni risiedono 3.400 iraniani oppositori democratici del regime teocratico di Teheran; • Che la città di Cuneo ha instaurato un rapporto di gemellaggio con la città di Ashraf dichiarandola" Città Sorella di Resistenza"; • Che da fonti provenienti dai dissidenti iraniani si sarebbe verificato un attacco da parte delle forza irachene dove sarebbero stati usati lacrimogeni, manganelli, idranti ed armi da fuoco, provocando 12 vittime e 400 feriti; • Che decine di residenti di Ashraf sarebbero stati arrestati e di loro non si ha alcuna notizia; • Che il governo di Bagdad ha affermato che l'operazione portata avanti ad Ashraf non ha comportato né morti ne altre gravi conseguenze tra i residenti; • Che la competenza sul territorio di Ashraf è passata, alla fine del mese di febbraio 2009, dalle

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forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti alle autorità irachene attraverso un accordo con cui entrambe le parti si impegnano a garantire ai residenti un futuro sicuro ed un trattamento umano; • Che i residenti hanno più volte segnalato il peggioramento delle loro condizioni dopo la partenza delle forze americane; • Che il giorno 24 Aprile 2009, il parlamento Europeo, aveva invitato il governo di Bagdad a rispettare le convenzioni internazionali che proteggono i residenti di Ashraf, in quanto rifugiati; • Che interventi nei confronti dei residenti di Ashraf sono giunti anche dal parlamento del Regno Unito; • Che l'Onorevole Zamparutti ha chiesto al governo americano di riprendere l'attività di protezione dei residenti di Ashraf, ai sensi dell'art.45 della Quarta Convenzione di Ginevra, che prevede , che nel caso in cui il secondo paese ( Iraq) prescelto non riesca a mantenere il suo impegno in merito alla protezione di Ashraf, automaticamente la protezione deve ritornare di competenza del primo paese ( Stati Uniti);

IL CONSIGLIO REGIONALE Esprime totale solidarietà ai residenti di Ashraf IMPEGNA Il Presidente della Giunta Regionale ad intervenire presso il Governo, nella persona del Ministro degli Esteri On,Franco Frattini e presso il Presidente della Repubblica, a tutela dell'incolumità e dei diritti dei residenti di Ashraf per evitare che vengano costretti ad abbandonare il loro territorio, in evidente violazione del diritto umanitario internazionale e della IV Convenzione di Ginevra;per promuovere l'istituzione di un osservatorio internazionale sotto l'egida delle Nazioni Unite ed affiche' sia data la massima visibilità sugli organi di informazione per tenere alta l'attenzione anche nel nostra paese sul dramma dell'enclave di Ashraf.

Colagrossi,Bucci N. 423 del 11 settembre 2009

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE

Premesso

- che da fonti giornalistiche è stata resa nota la vicenda del sig. Lal Mohammad, contadino quarantenne della regione dello Oruzgan, in Afghanistan, che lo scorso 20 agosto per partecipare alle elezioni presidenziali nel suo Paese, ha subito il taglio del naso e di un orecchio ad opera dei Talebani, come punizione per aver provato ad esercitare il suo diritto-dovere di voto, espressione massima di libertà e democrazia; - che la Regione Toscana, riuscita a mettersi in contatto con lui, ha deciso di invitarlo a Firenze per offrire le cure mediche necessarie per ricostruire naso e orecchio mutilati; - che l'ambasciata italiana a Kabul si è attivata presso le autorità afghane per risolvere il problema della mancanza di qualsiasi tipo di documento d'identità o passaporto da parte dell'uomo ferito, fondamentale per uscire dall'Afghanistan; - che si sono ottenute garanzie sul rilascio di un permesso ad hoc per consentire all'Italia di concedere il visto al contadino e a suo figlio maggiore di 18 anni, che lo accompagnerà in Toscana; Tutto ciò premesso: il Consiglio regionale impegna il presidente della

Regione ad intraprendere presso le autorità competenti tutte le iniziative per far sì che il sig. La1 Mohammad possa il più rapidamente possibile lasciare il suo Paese per venire in Italia e così ricevere le cure e l'assistenza, anche psicologica, necessarie ai fini del suo recupero.

Brancati,Celli,Battaglia,Moscardelli Mariani,Zanon,Laurelli,Luciani E.

Parroncini,Carapella,Pineschi,Di Resta Gargano,Massimi,Perilli

N. 424 del 16 settembre 2009 Oggetto: Variante ASI relativa all'area intermodale dell'aeroporto di Frosinone.

Premesso che: • la Regione Lazio, con Delibera di Giunta n. 234 del 07 aprile 2009 sottopone a Valutazione Ambientale Strategica (di seguito VAS) la

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realizzazione dell'aeroporto di Frosinone; • l'Art. 4 (Obblighi generali) della Direttiva 2001/42/CE (VAS) in merito a ciò è chiara: "La valutazione ambientale di cui all'articolo 3 deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all'avvio della relativa procedura legislativa." Trattasi di un iter programmatico che, alla luce degli obiettivi, sia nelle condizioni di garantirne piena consapevolezza sulle scelte da adottare anche in base alle possibili alternative in ambito territoriale e ambientale; • la VAS prevede ed include, al fine decisionale complessivo, percorsi di partecipazione e coinvolgimento pubblico, ove per pubblico all'Art.2, lettera d, della Direttiva 2001/42/CE si intende: "una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa o la prassi nazionale, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi". Coinvolgimento che deve avvenire in base all'Art. 6 comma 2, della Direttiva 2001/42/CE, cioè: "prima dell'adozione del piano o del programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa". Considerato che: • risulta conseguente e necessario subordinare a questa specifica VAS ogni altra procedura che intende avviare analisi e indagini territoriali locali, come prevede l'eventuale Variante ASI in oggetto, volta alla determinazione della destinazione d'uso dei 300 ettari, oggi parzialmente destinati all'agricoltura, ove si prevede l'area intermodale dell'aeroporto di Frosinone; • la suddetta area geografica da sottoporre a VAS è parte integrante della Valle del Sacco, a cui è stato già riconosciuto lo stato di emergenza socio-economico-ambientale dal D.P.C.M. del 19/05/2005; • nell'area interessata (Comuni di Ferentino e Frosinone) la cittadinanza residente e l'associazionismo locale, in più modi e occasioni, hanno manifestato il proprio dissenso, al momento ripreso da una petizione popolare per la raccolta di firme contro l'ipotesi della Variante ASI.

Tutto ciò premesso e considerato: il Consiglio regionale del Lazio impegna il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti a rinviare l'approvazione della Variante ASI relativa all'area intermodale dell'aeroporto di Frosinone, in subordine agli esiti della

Valutazione Ambientale Strategica e sua definitiva approvazione.

Peduzzi N. 425 del 16 settembre 2009 Oggetto: Prevenzione e lotta all'omo-transfobia

Premesso che: - Il Parlamento Europeo il 18 gennaio 2006 ha approvato più risoluzioni attraverso le quali invita gli Stati membri ad agire per contrastare i diversi fenomeni in cui la omo-transfobia si manifesta P6_TA(2006)0018, P6_TA(2006)0273, P6_TA(2007)0167-; - La Costituzione della Repubblica Italiana (art. 3) stabilisce che: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. - La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani all'articolo 2, comma l recita: "Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione." - La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (2000/C 364/01) all'articolo l recita: "La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata". E all'articolo 21 ribadisce: "E' vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali".

Considerato che: - Il 17 maggio del 1991 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato

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l'omosessualità una "variante naturale del comportamento umano"; - Presso il Parlamento Europeo è in preparazione una specifica direttiva sulla prevenzione e la lotta all'omofobia, mentre presso la Commissione giustizia della Camera è allo studio un testo unificato per introdurre nel codice penale l'aggravante inerente all'orientamento sessuale della persona offesa dal reato e all'identità di genere; - Una cultura diffusa ancora oggi anche in Italia spinge a considerare le persone omosessuali, transessuali e transgender come perverse o malate, rendendole spesso oggetto di scherno e discriminazione e obbligando le a nascondersi e spesso a rinunciare, per paura di essere scoperte, al diritto di denunciare maltrattamenti, percosse, furti o ricatti;

Tenuto conto che: - In Italia non ci sono specifiche politiche tese a contrastare le forme di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, transessuali o transgender e non esistono dati statistici utili per valutare il fenomeno; - I dati statistici (2009) dell'Agenzia DE per i diritti fondamentali dimostrano che l'omofobia è un fenomeno socialmente in piena diffusione nei paesi europei ed in molti casi tollerata se non sostenuta apertamente da esponenti politici ed istituzionali; - la lotta all'omofobia e alla transfobia non riguarda solo le persone omosessuali, transessuali o transgender, ma interessa l'autorità pubblica e la volontà collettiva della società, soprattutto se si considera che le difficoltà hanno spesso inizio sin dalla scuola, non sempre adeguatamente preparata ad affrontare l'argomento; - i ripetuti e recenti episodi di violenza e di aggressione omofobica e transfobica dimostrano senza ombra di dubbio e con drammatica evidenza il clima di intolleranza e insicurezza cui è sottoposta l'intera categoria dei cittadini omosessuali, transessuali o transgender.

Tutto ciò premesso e considerato, Il Consiglio Regionale del Lazio

Plaude e sostiene

- l'iniziativa dell'Italia di aderire alla proposta di decriminalizzazione universale dell'omosessualità presso l'Onu, presentata dalla presidenza di turno francese dell'Unione Europea, e accolta da tutti gli

altri Paesi dell'Unione Europea.

Invita il Governo italiano: - a predisporre una vasta campagna comunicativa e socio-culturale per contrastare il fenomeno dell'omofobia e della transfobia, che preveda iniziative formative nelle scuole, nella pubblica amministrazione, tra le forze dell'ordine nonché nei luoghi di lavoro con specifici programmi di "diversity management"; - a dotare l'Istat dei fondi necessari per il finanziamento dell'indagine contro le discriminazioni per orientamento sessuale; - a promuovere l'introduzione nei programmi scolastici di ogni ordine e grado di elementi formativi che conferiscano agli studenti autonomia e capacità d'analisi, nonché spirito critico contro ogni forma di violenza e di discriminazione sessuale, ai fini della promozione di una reale autodeterminazione delle persone e a verificare che le istituzioni scolastiche controllino il materiale scolastico adottato dai docenti affinché non contenga stereotipi sessisti o discriminatori.

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale: - ad adottare iniziative utili a far sì che la giornata mondiale contro l'omofobia abbia nella Regione Lazio un'adeguata risonanza e veda il massimo coinvolgimento delle istituzioni regionali; - a promuovere, anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative destinate a sensibilizzare l'opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura omofobica e transfobica; - a promuovere, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, interventi nella scuola, perché istituzione deputata all'educazione dei futuri cittadini ad una cultura delle diversità e quindi luogo principale per lo sviluppo di iniziative dedicate alla lotta contro le discriminazioni.

Fontana,Schietroma,Pizzo,Laurelli,Massimi Colagrossi,Bucci,Robilotta,Parroncini

Carapella,Perilli,Celli,Brancati N. 426 del 16 settembre 2009 Oggetto: Ipotesi di realizzazione discarica ad Allumiere o a Riano.

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IL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

PREMESSO CHE - Che su un articolo apparso oggi sul quotidiano La Repubblica l'amministratore delegato Ama afferma di aver individuato come sito per la realizzazione della nuova discarica di Roma Allumiere e in come seconda ipotesi Riano dove già sono stati effettuati dei sopralluoghi tecnici - Che per oggi pomeriggio a questo proposito è previsto un vertice con il Governo a cui parteciperà il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso.

CONSIDERATO - Che la scelta di Allumiere e Riano è avvenuta in assenza di qualsiasi consultazione con gli enti interessati, vale a dire i Comuni di Allumiere e di Riano, la Provincia di Roma e la Regione Lazio.

IMPEGNA Il Presidente della Giunta e l'Assessore competente all' Ambiente a prendere tutte le iniziative affinché si attivino per scongiurare l'ipotesi di realizzare una discarica ad Allumiere o a Riano e per ribadire che il sito della discarica che deve sostituire Malagrotta deve essere individuato all'interno dei confini del Comune di Roma.

Lucherini,Parroncini,Ponzo,Foschi

Il Responsabile della Sezione Resocontazione Stefano Mostarda