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Consiglio Nazionale dei Geologi 29 giugno 2017

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Consiglio Nazionale dei

Geologi

29 giugno 2017

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laCittà QUO'.fl:DIAN'O DI SALERNO E PROVINCIA

LA MAPPA

Qµarantainila beni culturali a rischio per le alluvioni

uarantamila beni cul -turali - tra cui musei, siti archeologici, pa-

lazz uartieri - a rischio di alluvione e più di 35mila a rischio frana in tutto il territorio nazionale.

Sono alcuni dei dati sullo stato del rischio idrogeologico e idraulico emersi in occasione della presentazione della "mappa del rischio" elaborata dall'Ispra e del Piano degli interventi di #italiasicura, la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche che ha organizzato il convegno "La Cultura da salvare. Beni culturali e rischi naturali" nella sede del Cnr di Roma. Nel dettaglio, i beni culturali a rischio alluvioni sono complessivamente 40.393 nello scenario di rischio massimo, quelli a rischio frane sono 38.829, di cui 10.909 nelle classi a pericolosità elevata e molto elevata. L'Ispra ha iscritto i beni culturali tra gli indicatori nazionali sul rischio idrogeologico insieme alla popolazione e alle imprese, in quanto «obiettivi prioritari in termini di salvaguardia della vita umana, delle attività produttive e dei servizi e del patrimonio culturale». La risposta che il governo con il Piano degli interventi di #italiasicura fornisce a tale situazione di rischio contempla oltre 1.500 cantieri in corso o ultimati e quasi 10 miliardi di euro a disposizione per i prossimi anni, due dei quali recuperati dalla vecchia programmazione del 2000-2014 per una grande opera di prevenzione del dissesto idrogeologico e di mitigazione del rischio. Al convegno hanno partecipato tra gli altri il coordinatore della Struttura Erasmo D'Angelis, il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, la sottosegretaria al ministero dei Beni culturali Ilaria Borletti Bui toni.

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Data 29-06-2017

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Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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29/6/2017 Tsunami split payment per costruttori e progettisti: dal 1° luglio niente Iva anche da Fs, Anas e municipalizzate

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29 Giu 2017

Tsunami split payment per costruttori eprogettisti: dal 1° luglio niente Iva anche daFs, Anas e municipalizzateMauro Salerno

Uno tsunami che rischia di travolgere costruttori e progettisti. È l'immagine che il settore dellecostruzione associa all'allargamento della platea di enti e società che dal primo luglio, cioèdopodomani, dovranno cominciare usare la tecnica dello «split payment» quando si tratterà dipagare appaltatori e fornitori. Per chi non mastica il gergo fiscale significa che a saldo dellefatture un numero crescente di stazioni appaltanti non riconosceranno più l'Iva a costruttori,progettisti e fornitori, ma dovranno versarla direttamente allo Stato.

Lo split payment in realtà funziona già dal 2015 negli appalti pubblici. Allora cosa c'è di nuovo?La novità è che la manovrina di primavera, oltre a prorogare la misura che sarebbe scaduta afine anno fino a tutto il 2020, ha allargato pesantemente l'elenco di soggetti che obbligati aversare l'Iva direttamente allo Stato e non più alle imprese, in nome della lotta all'evasionefiscale. Prima a essere interessati dalla misura erano soltanto le amministrazioni pubbliche.Cioè, in pratica solo Comuni, province e Regioni, tra gli enti più interessati dal sistema degliappalti. Dal primo luglio questo steccato salta. E nel recinto dello split payment finiscono anchetutte le società partecipate. Dunque, anche Consip, Ferrovie, Anas, ex municipalizzate, ordiniprofessisonali. Insomma praticamente tutte le stazioni appaltanti.

Il mercato di riferimento Qualche numero ci aiuta a capire le dimensioni del fenomeno, limitandoci al settore delle operepubbliche. In base ai dati Cresme, nel 2016 amministrazioni centrali dello Stato, Comuni, regionie province hanno bandito gare per di 9 miliardi su un totale di 19,7. In questa quota sono iComuni a fare la parte del leone con bandi per 4,7 miliardi. Con l'allargamento dello «split» allesocietà partecipate imprese e progettisti cominceranno a non riceve più l'Iva anche dalleFerrovie (gare per 1,6 miliardi nel 2016), dall'Anas (appalti per 2,3 miliardi) e da tutte le altreaziende speciali (3,1 miliardi), senza contare i rivoli riferiti a una serie di altri entri, come adesempio quelli che si occupano di edilizia abitativa (790 milioni). Insomma, a stare stretti, dalprimo luglio, il campo di applicazione dello split payment abbraccerà un nuovo mercato di altri9 miliardi. Finendo per assorbire tutto il mercato di riferimento per costruttori e professionistiattivi nel settore pubblico.

Gli effetti sulle imprese e i progettisti Un settore che di suo già non naviga nell'oro e che sconta gli effetti di una crisi in atto da circadieci anni, da dopodomani dovrà fare i conti con una nuova stretta di liquidità. «Che avrà effettidevastanti - attacca Antonio Ciucci, Ad della Ircop Costruzioni generali -. Soprattutto perché siapplicherà a imprese che oramai tra concorrenza esasperata e cora ai ribassi hanno marginalitàmolto basse e da domani si vedranno costrette ad anticipare l'Iva per conto dello Stato, in attesadi rimborsi che hanno tempi medi di 8-12 mesi».

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29/6/2017 Tsunami split payment per costruttori e progettisti: dal 1° luglio niente Iva anche da Fs, Anas e municipalizzate

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«Quando si tratterà di pagare fornitori e materiali - esemplifica Alfredo Ingletti, presidente dellasocietà di ingegneria 3TI progetti - dovremo versare costo più Iva, dunque diciamo uncorrispettivo di 122. Quando si tratterà di essere pagati per il progetto per cui abbiamoacquistato questi servizi o materiali riceveremo 78. Basta questo a far capire quanto èinsostenibile questa operazione. A voler stare bassi, significa che su un fatturato di cinquemilioni almeno un milione se ne andrà in costi Iva».

Questo è il punto cruciale, perchè l'Iva dovrebbe essere un'imposta neutrale - non un costo - perle imprese. E gli effetti dello split payment non sarebbero così pesanti se funzionasse lamacchina dei rimborsi. «È vero che una qualche accelerazione c'è stata- riconosce MarcoZandonà, direttore del servizio fiscale dell'associazione costruttori (Ance) -. Ora sarà l'Agenziadelle Entrate a rimborsare direttamente l'Iva con i propri fondi. L'obiettivo dichiarato sarebbequello di limitare i tempi di rimborso a tre mesi. Ma è una speranza, mentre spesso i tempisalgono anche a sei mesi o addirittura un anno». Ci sono imprese, segnala Zandonà «cherischiano di chiudere nel frattempo». Già oggi «molti costruttori sono stati costretti a chiederefinanziamenti bancari per poter pagare l'Iva». Da dopodomani il fenomeno rischia di allargarsi amacchia d'olio.

Le soluzioni alternative proposte dai costruttori Secondo i dati citati dall'Agenzia delle Entrate l'applicazione dello split payment avrebbepermesso allo Stato di recuperare 3,5 miliardi di gettito Iva tra il 2015 e il 2016. «Nessuno mettein dubbio la finalità - continua Zandonà - ma bisogna trovare un modo per neutralizzare glieffetti che rischiano di essere disastrosi per l'intero settore degli appalti e delle forniturepubbliche». Tre le idee messe sul piatto dall'Ance, in vista della prossima legge di Bilancio. Laprima è il rimborso immediato dell'iva. «Ora la richiesta può essere fatta ogni tre mesi. Poi, se vabene, bisogna attenderne altri tre o sei - dice Zandonà -. Bisogna permettere di chiedere irimborsi quanto meno mese per mese». La seconda proposta è quella di rendere l'impostaneutra, consentendo alle imprese che non ricevono l'Iva dalle società pubbliche e dallepartecipate di non versarla ai propri fornitori e noleggiatori, sfruttando lo schema del «reversecharge»: in pratica una sorta di split payment tra privati (che ora vale solo per i subappalti).Terza idea: «Visto che l'intento dichiarato dallo Stato è quello di recuperare soprattutto lamicroevasione Iva - conclude Zandonà - proponiamo di applicare lo split payment soltanto aoperazioni sotto una certa soglia». Così, è il ragionamento, si manterrebbe l'obiettivo, ma se nelimiterebbe gli effetti negativi sulla cassa delle imprese.

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29/6/2017 Split payment/2. Definito dall'Economia l'elenco delle Pa, degli enti e delle società coinvolte

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29 Giu 2017

Split payment/2. Definito dall'Economial'elenco delle Pa, degli enti e delle societàcoinvolteAnna Abagnale e Benedetto Santacroce

L’ambito soggettivo dello split payment è finalmente definito. Il ministero dell’Economia edelle finanze, con decreto del 27 giugno, ufficializza gli elenchi di pubbliche amministrazioni,enti e società, nei cui confronti, dal 1° luglio, sarà obbligatorio fatturare con il meccanismo dellascissione dei pagamenti.

Sono risolti così i dubbi e le incertezze sollevati dagli operatori nei giorni passati circa ilperimetro dei soggetti a cui è stata estesa la disciplina dello split. Come emerge dalla relazioneillustrativa del decreto, questi elenchi - l’inclusione nei quali determina un effetto costitutivo -sono disciplinati in modo tale da permetterne un aggiornamento tempestivo e progressivo, pergarantire una semplificazione delle procedure di fatturazione dei fornitori delle Pa, delle societàda queste controllate e delle quotate.

Nel dettaglio, il decreto, nel modificare il precedente decreto del Mef del 23 gennaio 2015,introducendo gli articoli 5-bis e 5-ter, individua in maniera puntuale rispettivamente lepubbliche amministrazioni e le società, che hanno l'obbligo di versare l’Iva indicata in fatturadirettamente all’Erario, in luogo dei loro fornitori.

Quanto alla prima categoria, per le fatture emesse dal 1° luglio 2017 al 31 dicembre 2017, lo splitpayment si applica a tutte le Pa individuate dall’Istat secondo quanto disposto dalla legge196/2009, indicate nell’elenco pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 settembre 2016.Dall’anno prossimo, e per anni successivi, lo split riguarderà gli stessi soggetti, così comeelencati nella lista pubblicata in Gazzetta entro il 30 settembre dell’anno precedente.

Per quanto l’individuazione delle altre società, per le operazioni per le quali è emessa fattura dal1° luglio al 31 dicembre 2017, vanno in split quelle nei confronti delle società controllate o inclusenell’Indice FTSE MIB, che risultano, al 24 aprile 2017 – data di entrata in vigore del Dl 50/17 –,nell’elenco pubblicato sul sito del Mef.

Per le cessioni/prestazioni per le quali è emessa fattura nel 2018, nonché negli anni successivi,la disciplina dello split payment riguarderà gli stessi soggetti – società controllate e quotate –risultanti tali al 30 settembre dell'anno precedente.

L’individuazione di questi soggetti è periodica e continua. Infatti, entro il 20 ottobre di ciascunanno è compito del Mef rendere pubblico un elenco provvisorio, rispetto al quale le societàpossono, nel termine di 15 giorni, segnalare errori o incongruenze. L’elenco definitivo, emanatocon decreto, entro il 15 novembre di ciascun anno, ha effetti a partire dall’anno successivo.

Se l’inclusione negli elenchi avviene in corso d’anno entro il 30 settembre, la disciplina dellosplit coinvolgerà le nuove società controllate e quotate, nei cui confronti sono effettuate

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operazioni per le quali è emessa fattura a partire dal 1°gennaio dell’anno successivo; sel'inclusione avviene dopo il 30 settembre, la fatturazione in split nei confronti delle stesse èrinviata al 1°gennaio del secondo anno successivo. Viceversa, se il controllo/inclusionenell’indice FTSE MIB viene a mancare in corso d’anno, entro il 30 settembre continuerà adapplicarsi l’articolo 17-ter del Dpr 633/72 alle fatture emesse fino al 31 dicembre dello stessoanno; dopo il 30 settembre, alle fatture emesse fino al 31 dicembre dell’anno successivo.

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29/6/2017 Antisismica: a Reggio Calabria, Foligno e Feltre i primi cantieri-pilota di Casa Italia

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29 Giu 2017

Antisismica: a Reggio Calabria, Foligno eFeltre i primi cantieri-pilota di Casa ItaliaMassimo Frontera

Giorni decisivi per il dipartimento di Casa Italia, dedicato alla prevenzione antisismica, inparticolare del patrimonio residenziale, pubblico e privato. Secondo indiscrezioni, il decreto cheapprova il regolamento funzionale della struttura, conferendole concretamente la possibilità dioperare, è pronto per le ultime firme, date per imminenti. E si stringe il cerchio sul futurocapodipartimento che sarà nominato dal governo. Non appena la struttura sarà operativa, andranno in gara i primi bandi di gara per realizzare idieci cantieri-pilota per "insegnare" come intervenire nel risanamento antisismico in modo"light", cioè attuando il miglioramento sismico senza allontanare i residenti. In occasione di recenti incontri pubblici di carattere tecnico è già stato riferito che i primiinterventi a partire saranno nei comuni di Reggio Calabria, Foligno e Feltre, anche se non sonostati ancora individuati i condomini oggetto dell'intervento. Il coordinatore di Casa Italia,Giovanni Azzone, intervenendo oggi al congresso degli ingegneri di Assisi ricorderà il lavorofatto in questi mesi dalla struttura di Palazzo Chigi, e riassumerà le principali tappe cheporteranno all'avvio dei cantieri. Tra le ipotesi più accreditate c'è quella di mandare in gara gliinterventi con appalto integrato, da parte di Invitalia, sulla base di progetti definitivi. L'iniziativa, come è noto, si avvale anche di alcuni tecnici del gruppo G124, promosso da RenzoPiano. Nel bilancio delle cose fatte, Azzone, parlando agli ingegneri ricorderà il lavoro sul "repository",la banca dati sulla pericolosità dei comuni e degli immobili in tutto il Paese, con un lavoroparticolarmente avanzato fatto con l'Istat, che potrebbe essere presentato pubblicamente abreve. Tra i compiti che attendono il futuro dipartimento di Casa Italia c'è poi la diagnosi "speditiva"sugli edifici privati in 650 comuni, con un finanziamento di 500 milioni stanziato dallamanovrina.

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29/6/2017 Cassazione: il project manager di società partecipate risponde dei reati propri del pubblico ufficiale

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29 Giu 2017

Cassazione: il project manager di societàpartecipate risponde dei reati propri delpubblico ufficialeAlessandro Galimberti

Il project manager di una società partecipata risponde dei reati propri del pubblico ufficiale e/odell’incaricato di pubblico servizio. A determinare la sussistenza del reato proprio non è tanto laqualifica formale ma piuttosto le funzioni espletate nel ruolo e, anche, quelle svolte all’internodella squadra incaricata di realizzare le opere previste dall’appalto.

La Quinta penale della cassazione -sentenza 31676/17, depositata ieri - entra nel delicato etalvolta grigio rapporto tra impresa pubblica e privata, decidendo sull’impugnazionedell’ordinanza cautelare relativa a un gruppo di indagati dell’inchiesta sui lavori ai terminaldell’aeroporto di Malpensa.

In particolare il ricorso analizzato dalla Quinta riguarda il project manager e assistente alladirezione lavori delle opere, a cui la Procura prima e il Gip di Milano poi hanno riconosciuto laqualifica di pubblico ufficiale per applicare le misure cautelari. Secondo i difensori dell’indagato- contrattualmente un semplice “quadro” di un’impresa partecipata da Fnsi - mancano ipresupposti per riconoscere, in capo alla persona in questione, i poteri di manifestazione dellavolontà della Pa e anche quelli certificativi è autoritativi, avendo il tribunale inoltre ignoratol’effettivo ruolo di “tecnico di supporto”, cioè con mansioni esclusivamente esecutive, ricopertodel project manager.

La Corte ha invece avallato l’operato del Gip, valutando anche il versante oggettivo (cioèsocietario) in cui sarebbero maturati i reati contestati (corruzione, oltre a varie ipotesi di illecitilegati dalla associazione per delinquere).

Innanzitutto la Quinta giustifica la natura di enti pubblici di Ferrovie Nord e Nord Ing. (unbraccio operativo del gruppo) nella lettura del dlgs163/2006 (l’abrogato codice degli appalti,articolo 3, «qualsiasi organismo istituito per soddisfare specificamente esigenze di interessegenerale») ma più avanti contestualizza anche le specifiche mansioni svolte dall’indagato «inqualità di importante collaboratore della squadra di direzione lavori» .Proprio in questocontesto, scrive la Corte, «il tribunale ha ravvisato lo svolgimento di una pubblica funzione», inquanto all’indagato erano di fatto riconosciuti poteri deliberativi e certificativi per contodell’autorità pubblica. In questo specifico ambito, argomenta il relatore, è possibile quaiifiicarel’attività contestata come funzione pubblica , e non pubblico servizio.

L’aspetto fattuale nell’inquadramento giuridico dei comportamenti è più rilevante di quellopuramente formale, continua la Quinta penale, perchè «pur rivestendo formalmente un ruolosubordinato rispetto a quello dell’ingegnere direttore dei lavori, l’indagato era in realtà il veroreferente di (…) per la progettazione esecutiva , e in tale veste ne ha seguito ogni fase ancheantecedente e successiva all’aggiudicazione del subappalto».

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29/6/2017 Ingegneri/1. Nel 2016 record di assunzioni: 26.540 professionisti nel mercato privato

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29 Giu 2017

Ingegneri/1. Nel 2016 record di assunzioni:26.540 professionisti nel mercato privatoGiuseppe Latour

Ossigeno per gli ingegneri dal mercato privato. Ieri mattina ad Assisi è partito il 62esimoCongresso nazionale della categoria, con la relazione introduttiva del presidente del Cni,Armando Zambrano. L'appuntamento è il primo del nuovo ciclo di Governo del Consiglionazionale, dopo le elezioni dello scorso inverno. E, come testimoniano le analisi del Centrostudi, ha sancito qualche importante segnale di ripresa della congiuntura: mai, dopo l'iniziodella crisi, le assunzioni nel settore privato erano andate così bene come è accaduto nel corso del2016.

Da una parte, per gli ingegneri c'è una contrazione dei redditi professionali «oramai daconsiderarsi strutturale», come ha spiegato Zambrano. E ci sono novità destinate a crearemoltissimi problemi, come l'attivazione dello split payment dal primo luglio: «La drasticacontrazione della liquidità determinata dal mancato incasso dell'Iva comporterà per iprofessionisti il crescente ricorso a fonti di finanziamento bancario». Eppure, qualche segnale divitalità c'è e arriva proprio dalle imprese. «Il numero di laureati in ingegneria assorbiti dalsistema produttivo italiano – ha detto il presidente Cni - ha registrato il picco massimo mairaggiunto da quando il Centro studi ha cominciato, sedici anni fa, l'analisi dei dati sulleassunzioni».

I numeri presentati ieri parlano di 26.540 assunzioni di ingegneri nel corso del 2016. Qualcheconfronto consente di pesare questa performance. Nel 2015 eravamo poco sopra quota 23mila enel 2014 poco sotto le 18mila unità. Addirittura, se risaliamo al 2012, scendiamo a circa 15milaassunzioni. Quindi, nel 2016 l'incremento è stato di tredici punti e nel giro degli ultimi cinqueanni addirittura di oltre 48 punti. Per trovare un andamento simile bisogna tornare al 2008,ultima occasione nella quale è stata superata quota 26mila.

L'analisi delle specializzazioni più richieste consente di capire come si sta muovendo il mercato.Poco meno della metà delle assunzioni (11.790) è arrivata nel comparto dell'ingegneriaelettronica e dell'informazione. Il 26% (7.090) è stato assorbito nel settore dell'ingegneriaindustriale. Subito dietro (5.610) ci sono le assunzioni di ingegneria gestionale edell'automazione. A soffrire di più, invece, è l'ingegneria civile e ambientale, poco sopra iduemila assunti.

Ed è proprio la crisi delle specializzazioni legate all'ingegneria civile un altro dei segnali disofferenza confermati ieri dalla relazione di Zambrano. Una sofferenza che si riverbera sull'albo,dal momento che gli ingegneri civili e ambientali sono gli unici per i quali l'accesso agli elenchi èessenziale per l'esercizio dell'attività lavorativa. Questa situazione, allora, comporta unaconseguenza evidente: molti professionisti non hanno più bisogno dell'iscrizione. «In sostanza

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29/6/2017 Ingegneri/1. Nel 2016 record di assunzioni: 26.540 professionisti nel mercato privato

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– ha sottolineato Zambrano - circa due laureati su tre non svolgono l'esame di Stato perl'abilitazione all'esercizio della professione. Non solo: negli ultimi anni si è intensificata latendenza a sostenere l'esame di Stato, senza però procedere all'iscrizione». Tra tutti i potenzialinuovi ingegneri, «quattro laureati su cinque circa non si iscrivono all'albo professionale».Questa fuga dall'albo, però, non è una condanna, secondo il presidente. L'impegno per il futuro,infatti, è di «costruire ordini sempre più capaci di essere attrattivi per i giovani e fornire serviziai propri iscritti».

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29/6/2017 Ingegneri/2. Zambrano: « Jobs act autonomi non resti sulla carta, subito l'attuazione»

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29 Giu 2017

Ingegneri/2. Zambrano: « Jobs act autonominon resti sulla carta, subito l'attuazione»Giuseppe Latour

Il Jobs act degli autonomi non resti solo sulla carta. Soprattutto sul fronte della sussidiarietà, ladelega ai professionisti di nuove competenze in materia di atti della pubblica amministrazione.Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha aperto ieri ad Assisicon la sua relazione il 62esimo Congresso della categoria chiedendo al Governo di dare seguitoai suoi impegni, trasferendo subito ai professionisti con i decreti delegati nuove competenzesulle autorizzazioni. Ma non solo: bisogna anche andare oltre i contenuti della legge n. 81 del2017 e introdurre l'equo compenso nei lavori privati. Senza dimenticare l'allarme sullo splitpayment, in arrivo dal prossimo primo luglio per i professionisti: rischia di stritolare le partiteIva.

Il mercato, dopo anni di sofferenza, comincia a dare qualche segnale di ripresa:«Particolarmente incoraggiante per il settore dell'ingegneria – ha detto Zambrano - è il datorilevato dal Centro studi Cni sulle gare d'appalto per le attività di progettazione nel campodell'ingegneria ed architettura. Tra gennaio e maggio 2017 gli importi a base d'asta hannoraggiunto livelli ragguardevoli, pari a 162 milioni di euro, il 129% in più rispetto ai primi cinquemesi dello scorso anno». Un risultato portato anche dalla riforma del Codice appalti di aprile del2016.

Buone notizie anche sul fronte del mercato privato. Il numero di laureati in ingegneria assorbitidal sistema produttivo italiano ha registrato il picco massimo da sedici anni a questa parte: leassunzioni sono state circa 26.500 nel 2016, oltre 3mila in più rispetto all'anno prima. I corsi iningegneria sono in assoluto i più richiesti nel panorama universitario italiano, tanto che la quotadi immatricolati che ha intrapreso un corso di laurea in ingegneria è pari al 15,6% del totale degliimmatricolati.

Qualche segnale negativo arriva per alcune specializzazioni: «Se la fase congiunturale appareassai favorevole per gli ingegneri del ramo industriale e dell'informazione, altrettanto non sipuò dire per i liberi professionisti e per gli ingegneri del settore civile ed ambientale, con pesantiricadute, immediate, ma soprattutto in prospettiva, sull'albo professionale che ha drasticamenteridotto negli ultimi anni l'appeal nei confronti dei giovani laureati». I numeri dicono che circadue laureati su tre non svolgono l'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione.Non solo: «Negli ultimi anni si è intensificata la tendenza a sostenere l'esame, senza peròprocedere all'iscrizione all'Albo. Con la conseguenza, dunque, che tra tutti i potenziali nuoviingegneri, quattro laureati su cinque circa non si iscrivono all'albo professionale».

Molti problemi potrebbero arrivare dallo split payment, la regola che impone dal prossimoprimo luglio ai professionisti di non incassare più l'Iva versata dalla Pa. «Questo meccanismo,

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29/6/2017 Ingegneri/2. Zambrano: « Jobs act autonomi non resti sulla carta, subito l'attuazione»

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come è facile intuire, rischia di stritolare i liberi professionisti italiani: infatti la drasticacontrazione della liquidità determinata dal mancato incasso dell'Iva comporterà per iprofessionisti il crescente ricorso a fonti di finanziamento bancario, con conseguente aumentodegli oneri per interesse». Senza considerare, inoltre, che i compensi dei professionisti sono giàsoggetti alla ritenuta d'acconto.

In questo contesto, molte delle prospettive più interessanti sono legato al Jobs act degliautonomi, la legge n. 81 del 2017. In particolare, Zambrano ha parlato dell'articolo 5 che prevedela pubblicazione di un decreto attraverso il quale saranno indicati atti della Pa da rimettere alleprofessioni organizzate: «La grande maggioranza degli ingegneri è pronta ad assumersi laresponsabilità di dare avvio ad opere di bassa-media complessità sostituendosi alla pubblicaamministrazione nelle procedure autorizzatorie». Importante, quindi, che il decreto attivi unadelega ampia.

C'è, poi, un passaggio che non è entrato nel Jobs act, che però è strategico per gli ingegneri:l'equo compenso per le prestazioni verso i privati. Si tratta di una «misura solo esaminata manon introdotta, senza la quale il Jobs act resta un provvedimento soddisfacente, ma gravementeincompleto». Per il Cni servono parametri di riferimento per le prestazioni private, che fissinostandard minimi di qualità e di retribuzione, in modo da dare un riferimento al mercato deilavori privati.

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Tortorici, CNG: Falde idriche sotterranee a rischio per la carenza di acqua 29 giugno 2017 umbriaecultura

“La perdurante scarsezza delle precipitazioni, nella primavera appena trascorsa, ha causato un abbassamento dei livelli d’acqua in fiumi, negli invasi e nelle falde sotterranee”. Lo afferma Fabio Tortorici, Presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi. “A grande scala – continua Tortorici – stiamo assistendo a cambiamenti climatici che ci stanno portando verso una desertificazione di parte del nostro territorio, ma la siccità è un fenomeno naturale che periodicamente si ripresenta con picchi che mettono a dura prova l’uomo, le sue attività produttive e l’ambiente. Malgrado questo fenomeno si verifichi ripetutamente, non si è riusciti a mettere in campo, per tempo, misure di contrasto alla siccità. Da decenni i geologi hanno lanciato il loro grido di allarme sulla questione ‘risorse idriche’, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo”.

Partendo dall’elemento primario “acqua” – spiega il Presidente della Fondazione – questa andrebbe emunta dal sottosuolo in maniera razionale e cosciente, ma oggi non è possibile stabilire i reali e globali quantitativi utilizzati a causa degli innumerevoli prelievi abusivi. La conseguenza di questi sfruttamenti illegali è quella di rendere aleatorie le stime dei bilanci idrici: non si ha una misura del reale deficit irriguo e potabile. Vediamo l’effetto della scarsità d’acqua dove e quando questa viene a mancare, ma non abbiamo una misura degli eccessi e sprechi con cui questa viene sottratta dalle falde, alterandone gli equilibri.

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Altro annoso problema sono le reti – sia irrigue che ad uso potabile – e gli invasi colabrodo. Numerosi Comuni italiani hanno perdite superiori al 60 per cento nelle reti acquedottistiche, ne consegue che ci vorrebbero maggiori investimenti per la realizzazione di nuove condotte.

“La risorsa idrica – prosegue Tortorici – deve essere innanzitutto risparmiata, tutelata e sfruttata con ulteriori e mirate opere di captazione (ed eventualmente trattenuta da opere artificiali), solo dopo avere stabilito quali aree del nostro territorio e in che misura sono le più carenti. In questi giorni si discute della possibile realizzazione di nuovi bacini, ma sono così necessarie nuove cattedrali nel deserto? Non sarebbe prima il caso di conoscere il problema in termini numerici e scientifici con realistici bilanci idrogeologici e poi risolverlo con interventi puntuali? I mancati introiti dai canoni demaniali, evasi dagli innumerevoli sfruttamenti abusivi, non potrebbero essere recuperati con azioni di ‘Polizia idrica’ e impiegati per contribuire alla realizzazione di nuove opere?”.

È dunque fondamentale per il geologo “ripartire dall’educazione di adulti e bambini, di cittadini comuni e amministratori, di un utilizzo attento della risorsa idrica e del rispetto del territorio. Se questo non avverrà, le nostre parole rimarranno gettate al vento e continueremo ad alternare i dibattiti tra siccità e bombe d’acqua”.

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Ricostruzione: nominati i componenti

dell'Osservatorio Nazionale Mercoledi 28 Giugno 2017, 16:44

Al fine di vigilare sull'attività svolta dai professionisti nella ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici,

è stato istituito l'Osservatorio nazionale della ricostruzione, i cui componenti sono stati nominati oggi con

decreto del commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani

Il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, ha nominato con apposito decreto (no 9 del

28 giugno 2017), i componenti dell'Osservatorio nazionale della ricostruzione.

Compito dell'osservatorio è quello di vigilare sull'attività svolta dai professionisti nell'ambito

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dell'attività di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici e di propone al Commissario le

sanzioni da applicare. La struttura è composta da tre rappresentanti della struttura commissariale e

da quattro rappresentanti della Rete delle professioni dell'area tecnica e scientifica.

Questi i componenti dell'Osservatorio:

componenti effettivi

Cons. Raffaele Greco, Consigliere Giuridico del Commissario Straordinario del Governo, con funzioni di

Presidente dell'Osservatorio;

Arch. Alfiero Moretti, Direttore Ufficio speciale per la ricostruzione Regione Umbria, componente effettivo e

Vicepresidente dell'Osservatorio

Dott.ssa Daniela Del Bello, Dirigente dell'Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Marche,

componente effettivo;

Ing. Armando Zambrano, componente effettivo

Arch. Walter Baricchi, componente effettivo

Geom. Ezio Piantedosi, componente effettivo;

Dott. geol. Francesco Peduto componente effettivo:

componenti supplenti

Per. Ind. Giampiero Giovannetti

Dott. Agr. Rosanna Zari

Per. Agr. Lorenzo Benanti

Dott. Chim. Nausicaa Orlandi

In caso di assenza o di impedimento del Presidente, le relative funzioni sono assunte dal Vicepresidente

dell'Osservatorio. L'Osservatorio si riunisce periodicamente su convocazione del Presidente. Con propria

deliberazione, l'Osservatorio determina le modalità di funzionamento e la propria organizzazione interna.

Per la partecipazione all'Osservatorio non è prevista la corresponsione di gettoni di presenza,

compensi o altri emolumenti comunque denominati, né il rimborso delle eventuali spese

sostenute.

Salvi i casi di revoca o di dimissioni, i componenti dell'Osservatorio durano in carica fino al 31 dicembre

2018.

red/pc

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Terremoto centro Italia, nominati i componenti dell'Osservatorio Nazionale della Ricostruzione 29/06/2017

Il commissario per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016 Vasco Errani ha firmato il decreto 28 giugno 2017, n. 9 con il quale vengono nominati i componenti dell’Osservatorio Nazionale della Ricostruzione.

In particolare, l’Osservatorio Nazionale della Ricostruzione è composto da tre rappresentanti della struttura commissariale e da quattro rappresentanti della Rete delle professioni dell’area tecnica e scientifica. Vigila sull’attività svolta dai professionisti nell’ambito dell’attività di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici e propone al Commissario le sanzioni da applicare. Salvi i casi di revoca o di dimissioni, i componenti dell’Osservatorio durano in carica fino al 31 dicembre 2018.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Documenti Allegati

Decreto

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Terremoto centro Italia, altri 29 milioni di euro per il recupero di 111 chiese 29/06/2017

Dopo i primi 14,3 miliardi di euro per far partire i lavori su 69 chiese, il Commissario per la ricostruzione Vasco Errani ha firmato l'Ordinanza n. 32 del 21 giugno 2017che disciplina in modo dettagliato tempi di intervento e risorse finanziarie (29 milioni di euro) per il secondo programma di interventi di recupero edilizio e messa in sicurezza di 111 chiese (19 in Abruzzo, 15 nel Lazio, 59 nelle Marche, 18 in Umbria) danneggiate e rese inagibili dalle scosse di terremoto che dal 24 agosto hanno colpito il centro Italia.

L’avvio dei cantieri, finanziati dallo Stato con oltre 29 milioni di euro, consentirà la riapertura di 100 luoghi di culto di proprietà delle Diocesi e 11 di proprietà del Ministero dei Beni culturali e del Fondo edifici di culto.

Per le chiese di proprietà delle Diocesi, i progetti devono essere presentati entro 30 giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza agli Uffici speciali regionali per la ricostruzione. I lavori possono essere affidati solo a imprese scelte tra “almeno 5 ditte individuate nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza e rotazione”, iscritte al registro Antimafia, in regola con gli obblighi contributivi e previdenziali. Nei 30 giorni successivi, gli Uffici speciali regionali per la ricostruzione curano l’istruttoria e determinano l’importo massimo ammesso a contributo. In seguito, i presidenti di Regione vicecommissari, autorizzano l’intervento e adottano il decreto di concessione del contributo. Infine gli uffici speciali

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provvedono alla liquidazione del contributo ai soggetti attuatori. Per gli interventi di importo inferiore ai 40mila euro, la somma viene erogata a conclusione dei lavori. Per i lavori che superano i 40mila euro, può essere erogato un anticipo del 10% a conclusione dell’istruttoria, un ulteriore anticipo fino al 50% all’avvio del cantiere ed ulteriori pagamenti a stati di avanzamento dei lavori fino al 90% dell’importo totale.

Per le chiese di proprietà pubblica, il Ministero dei Beni culturali entro 30 giorni invia i progetti all’ufficio del Commissario per la ricostruzione che nei 30 giorni successivi provvede all’istruttoria. Subito dopo, in caso di esito positivo, rilascia l’autorizzazione all’apertura dei cantieri e adotta il decreto di concessione di contributo.

Sono in scadenza, intanto, i termini per la presentazione dei progetti relativi al primo programma di interventi di messa in sicurezza di 69 chiese finanziato dallo Stato con oltre 14 milioni di euro (Ordinanza 23 del 6 maggio). In entrambi i programmi, investimento complessivo superiore a 44 milioni di euro, la scelta degli edifici religiosi da riparare è stata concordata con le Diocesi del territorio.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Documenti Allegati Ordinanza

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ANAC: Tracciabilità dei flussi finanziari 29/06/2017

L'ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione), con la Delibera n. 556 del 31 maggio 2017, ha provveduto all'aggiornamento della determinazione n. 4 del 7 luglio 2011recante "Linee guida sulla tracciabilità dei flussi finanziari ai sensi dell'art. 3 della legge 13 agosto 2013, n. 136" alla luce delle novità introdotte con il Codice dei contratti pubblici ci cuial decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e con il decreto legislativo 19 aprile 2017, n. 56 recante “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50”.

Le nuove linee guida entreranno in vigore 15 (quindici) giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e si applicano ai contratti per i quali, alla data di entrata in vigore delle stesse, non siano già state compiute le attività indicate al paragrafo 5.2 per la richiesta del CIG.

Con riferimento al settore dei servizi di ingegneria e architettura, le norme sulla tracciabilità si applicano a tutti i soggetti di cui all’art. 46, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f),del Codice e, quindi, anche ai professionisti ed agli studi professionali, che concorrono all'aggiudicazione degli appalti aventi ad oggetto i predetti servizi. Ciò, sia perché lo scopo della norma è quello di tracciare tutti i flussi di denaro pubblico (senza

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ovviamente escludere persone fisiche) sia perché la nozione di impresa non può che essere quella prevista dalla normativa comunitaria sotto il profilo della figura dell’operatore economico (persona fisica o giuridica) sia, ancora, perché è lo stesso Trattato europeo a non consentire discriminazioni fra persone fisiche e giuridiche operanti nello stesso ambito.

L’ANAC ha modificato la determinazione n. 4/2011 nelle parti interessate dalla nuova disciplina introdotta dal Codice e dal relativo Correttivo ed, in particolare, si evidenzia l’applicazione degli obblighi di tracciabilità anche agli “appalti di servizi”esclusi dal Codice ai sensi degli artt. 17 e 17-bis, ai quali si applicano comunque i principi generali dell’evidenza pubblica ex art. 4 del Codice medesimo, ad eccezione dei casi espressamente individuati nella determinazione in esame, per i quali la ratio e le finalità sottese alla l. 136/2010 hanno consentito di ritenere non necessaria l’applicazione delle pertinenti disposizioni normative.

La disciplina in tema di tracciabilità è stata ritenuta applicabile anche al contratto di sponsorizzazione cd. “tecnica”, di cui all’art. 19, comma 2, del Codice, avente ad oggetto l’acquisizione o la realizzazione di lavori, servizi o forniture direttamente a cura e spese dello sponsor. In tal caso, infatti, l’apporto di denaro privato è correlato alla realizzazione di lavori, servizi o forniture pubblici ed integra la fattispecie di cui all’art. 3, comma 1, secondo periodo, della legge n. 136 del 2010.

Ai fini dell’aggiornamento della determinazione n. 4/2011 l’Autorità ha altresì semplificato la parte relativa alle finalità dell’istituto, trattandosi ormai di uno strumento consolidato nel panorama giuridico nazionale ed ha anche eliminato, per le medesime ragioni, il paragrafo relativo al periodo transitorio.

La determina, infine, non contiene disposizioni sul versamento del contributo all’Autorità dovuto dalle stazioni appaltanti, dagli enti aggiudicatori e dagli operatori economici, dal momento che tali aspetti sono definiti nelle delibere annualmente emanate dall’Autorità ai sensi dell’art. 1, commi 65 e 67, della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Consiglio di Stato: Qualificazione del contraente generale post correttivo 29/06/2017

Il Presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) Raffaele Cantone ha chiesto al Consiglio di Stato un parere in ordine alla portata degli artt. 197 e 199 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici).

Il quesito ha ad oggetto la competenza, a seguito del decreto legislativo 19 aprile 2017, n. 56 (Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50), ad adottare gli atti di attuazione del sistema di qualificazione del contraente generale: in particolare, il dubbio è sorto in quanto dalla lettura del citato articolo 197 sembra che la competenza sia dell’ANAC mediante l’adozione di linee guida, mentre dalla lettura del citato articolo 199 sembra che la competenza sia del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti mediante l’adozione di un decreto. Infatti, successivamente all’entrata in vigore del decreto legislativo n. 56/2017, era sorto un possibile contrasto tra l’art. 197 e l’art. 199 del Codice dei contratti, restando dubbia di chi fosse la competenza - tra ANAC e MIT - sulla disciplina della materia. Il Consiglio di Stato, nel fornire la risposta al quesito con il parere 21 giugno 2017, n. 1479 ha ricostruito la normativa che nel tempo si è succeduta in relazione al sistema di qualificazione degli operatori economici e del contraente generale. Alla luce della ricostruzione effettuata i giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto che la volontà del legislatore sia stata quella di “estendere” anche al contraente generale la modifica che ha riguardato le disposizioni generali di qualificazione.

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Il Consiglio di stato ha quindi stabilito che il sistema generale di qualificazione del contraente generale, coerentemente con quanto previsto all’art. 83, coma 3, del d.lgs. n. 50 del 2016, deve essere disciplinato mediante decreto ministeriale; ciò, in ragione della natura “intrinsecamente normativa” del suo contenuto (cfr. Consiglio di Stato, con il parere 1° aprile 2016, n. 855).

A tale conclusione, il Consiglio di Stato è pervenuto all’esito dell’analisi del dato letterale e della ragione sistematica dell’intervento correttivo.

Sul piano letterale, il legislatore ha modificato espressamente il regime transitorio di cui agli artt. 199 e 216, comma 27-bis, relativi al contraente generale, mediante un espresso richiamo al decreto di cui al secondo comma dell’art. 83. La mancata modifica anche dell’art. 197, per quanto si tratti della norma che pone la disciplina a regime, non può avere valenza determinante, proprio in ragione del fatto che la stessa non è stata oggetto di modifiche.

Sul piano della ragione sistematica, il legislatore del 2016 ha effettuato una chiara opzione a favore del sistema “unitario” che eviti differenziazioni di regime del sistema qualificazione dipendenti dalla presenza di un qualsiasi operatore economico ovvero di un contraente generale. In questo senso depone l’attribuzione alle SOA dei compiti di attestazione che nel precedente sistema erano affidati, per il solo contraente generale, ad un decreto ministeriale. Deve, pertanto, presumersi che il legislatore del 2017 abbia inteso continuare lungo questo percorso unitario, estendendo anche al contraente generale la modifica che ha riguardato la natura delle fonti di regolazione. Del resto, si sottolinea nel parere, è la valenza intrinsecamente normativa dell’atto che giustifica la sua veste regolamentare. Ed è indubbio che tale valenza l’atto l’abbia anche quando esso trovi applicazione nell’ambito della disciplina del contraente generale.

In relazione al sistema di qualificazione nel parere il Consiglio di Stato ha segnalato, poi, alcuni errori materiali, conseguenza di un mancato coordinamento normativo che possono essere corretti con un avviso di rettifica. In particolare, tale avviso dovrà sostituire i riferimenti alle linee guida contenuti nell’art. 83, comma 2 e nell’art. 216 con il riferimento al “decreto di cui all’art. 83, comma 2”.

In relazione al sistema di qualificazione del contraente generale, che è l’oggetto specifico del parere, la Commissione speciale ha sottolineato come la misura più idonea per ridare coerenza al sistema sia rimessa al legislatore. In questo caso, infatti, la difficoltà del ricorso al mero avviso di rettifica deriva dal fatto che non è sufficiente una mera sostituzione delle espressioni “linee guida” con “decreto di cui al secondo comma dell’art. 83”. Ciò in quanto, il sistema di qualificazione rimane comunque affidato ad una pluralità di atti (linee guida e decreti regolamentari) che presentano un contenuto eterogeneo. E’ dunque necessaria una modifica sostanziale della norma.

Il parere è stato trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri e per esso al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (DAGL) per le valutazioni di competenza.

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Fondo di Kyoto, proroga al 30 giugno 2018 per l'efficientamento energetico degli edifici scolastici 29/06/2017

Nuova proroga dei termini per la presentazione delle domande di ammissione ai finanziamenti agevolati per migliorare l’efficienza energetica delle scuole (Fondo Kyoto).

La precedente scadenza del 30 giugno 2017 (già rinviata con decreto n. 282 del 14/10/2016) per la presentazione delle domande per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici scolastici, è stata nuovamente prorogata con decreto n. 169 del 27/06/2017 firmato ieri dal Ministro Gian Luca Galletti.

I finanziamenti agevolati, a valere sulle risorse del “Fondo rotativo di Kyoto”, sono destinati a progetti di riqualificazione energetica degli edifici scolastici di ogni ordine e grado, dagli asili alle università. Il Fondo consente di finanziare anche opere di adeguamento alla normativa antisismica, fino ad un massimo del 50% del valore del progetto. Il decreto di proroga, firmato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, è online sul sito del Ministero e a breve verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

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“La riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico italiano – ha affermato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – rientra nelle politiche di efficienza che stiamo portando avanti, in linea con gli impegni presi nell’accordo di Parigi e ribaditi al G7 Ambiente di Bologna. Puntare sulle scuole – conclude Galletti - significa investire su strutture più accoglienti, funzionali e sicure, vuol dire scegliere un futuro più sostenibile per i nostri figli”.

Ricordiamo che il bando, così come riprogrammato dal DM n. 40/2016, promuove, attraverso la concessione di finanziamenti a tasso agevolato (0,25%), la realizzazione di interventi di efficientamento energetico sugli edifici di proprietà pubblica destinati ad uso scolastico ed universitario, ivi compresi gli asili nido e gli istituti per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).

Possono accedere ai prestiti agevolati:

i Soggetti pubblici proprietari degli immobili; i Soggetti pubblici che a titolo oneroso o gratuito hanno in uso gli immobili pubblici

sopra descritti; i Fondi di investimento chiusi, costituiti ai sensi dell’articolo 33,comma 2, del

decreto legge 6 luglio 2001,n. 98, convertito con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111 e s.m.i.

Le risorse disponibili ammontano ad euro 247.093.955,15 e saranno assegnate sulla base dell’ordine cronologico di ricezione delle istanze, previo verifica della corretta compilazione e delle completezza documentale delle stesse.

Le modalità di accesso al bando, di concessione e di erogazione dei finanziamenti a tasso agevolato, sono contenute nel Decreto interministeriale n. 66 del 14 aprile 2015 (Gazzetta Ufficiale n. 109 del 13 maggio 2015).

I moduli di domanda di ammissione all’agevolazione da compilare per la presentazione delle istanze sono allegati in calce al DM 40/2016.

Per accedere alla procedura guidata di compilazione delle domande CLICCA QUI

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Fondo Investimenti, Padoan: ‘a breve la lista degli interventi’ di Paola Mammarella

Il Ministro dell’Economia in audizione ha assicurato che i 47 miliardi di euro arriveranno ai

ministeri competenti a settembre

29/06/2017 – Sarà disponibile a breve la lista dettagliata degli interventi da finanziare con il Fondo Investimenti. Lo ha reso noto il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, intervenuto in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Il Fondo Investimenti, che ha una dotazione di 47 miliardi di euro da utilizzare in quindici anni, lo ricordiamo, è stato istituito dalla Legge di Bilancio 2017 e le risorse sono state ripartite col dpcm del 29 maggio 2017, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

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Fondo Investimenti, a breve dati dettagliati Durante l’esame in Commissione Bilancio, nei giorni scorsi, sono state espresse perplessità sui contenuti del decreto, che avrebbe dovuto riportare una lista analitica delle spese. Il Governo ha indicato invece le risorse da assegnare ad ogni Ministero e la tipologia di interventi per cui dovranno essere usate. Il Ministro Padoan ha spiegato che, quelli indicati nel dpcm, sono solo degli ordini di grandezza per dieci capitoli di spesa, ma i dati più dettagliati sono disponibili e saranno presto diffusi. Le risorse, ha illustrato Padoan, arriveranno ai ministeri a settembre e saranno pronte per essere spese.

Fondo Investimenti, la ripartizione di massima Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è stata confermata l'impostazione di base del dpcm. Al momento si sa che la quota maggiore del Fondo, circa 20 miliardi di euro, andrà alle infrastrutture. 9,9 miliardi al contratto di programma Rfi 2017-2021. Saranno finanziate anche le ferrovie locali non rientranti nella rete di Rfi. Altri 5 miliardi saranno destinati agli investimenti Anas per la realizzazione e manutenzione delle reti stradali. Le altre risorse saranno suddivise tra il Fondo progettazione del Ministero delle Infrastrutture, previsto dal Codice Appalti, la realizzazione di infrastrutture portuali e il Mose di Venezia. Alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, da effettuare anche nell’ambito del programma Casa Italia, sono stati destinati quasi 8 miliardi di euro. Con 1,7 miliardi saranno finanziati interventi per la rimozione delle barriere architettoniche, il risanamento ambientale e la difesa del suolo, la manutenzione della rete idrica, l'edilizia sanitaria, l'edilizia residenziale pubblica, la realizzazione di impianti sportivi e di musei. Un altro stanziamento da 1,7 miliardi finanzierà l’informatizzazione della giustizia e il sostegno alle esportazioni. Sono stati infine stanziati 2 miliardi per la ricerca spaziale e la ricerca scientifica, tecnologica e sanitaria e 12,8 miliardi per i programmi ad alta tecnologia del ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero della Difesa e gli investimenti della Difesa.

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Split payment Professionisti dal 1 luglio: un vero mare magnum. Come funziona e gli enti coinvolti del 29/06/2017

Dal 1° luglio parte ufficialmente il meccanismo fiscale per il quale, a saldo delle fatture, un numero crescente di stazioni appaltanti non riconosceranno più l'Iva a costruttori, progettisti e fornitori, ma dovranno versarla direttamente allo Stato. Le conseguenze per i professionisti e i possibili rimedi

C'è dentro di tutto. Comuni, società partecipate, Ministeri, ma anche Ferrovie dello Stato e Anas. Lo split payment le tocca tutte, e le tocca forte: dal 1 luglio parte ufficialmente il meccanismo fiscale per il quale, a saldo delle fatture, un numero crescente di stazioni appaltanti non riconosceranno più l'Iva a costruttori, progettisti e fornitori, ma dovranno versarla direttamente allo Stato. L'elenco di tutti gli enti coinvolti l'ha fornito il MEF, assieme al decreto del 27 giugno che regolamenta le novità in materia.

Tutto è figlio di quanto disposto dall'art.1 del DL 50/2017, la cd. Manovrina correttiva recentemente pubblicata in Gazzetta dopo la conversione in legge (con modifiche). Rispetto a ciò che succede già dal 2015 negli Appalti pubblici, e che è stato prorogato a tutto l'anno 2020, e' stato allargato notevolmente l'elenco di soggetti che obbligati a versare l'Iva direttamente allo Stato e non più alle imprese, in nome della lotta all'evasione fiscale.

Prima e dopo la Manovrina Prima a essere interessati dalla misura erano soltanto le amministrazioni pubbliche, cioè Comuni, province e Regioni, tra gli enti più interessati dal sistema degli appalti. Dal primo luglio invece lo split payment coinvolgerà anche tutte le società partecipate pubbliche, tra le quali ricordiamo Consip, Ferrovie, Anas, ex municipalizzate, ordini professionali. Un vero e proprio mare magnum.

Gli elenchi aggiornati degli enti Il decreto del 27 giugno del MEF modifica il precedente decreto del 23 gennaio 2015, introducendo gli articoli 5-bis e 5-ter e individuando rispettivamente le pubbliche amministrazioni e le società che hanno l'obbligo di versare l’Iva indicata in fattura direttamente all’Erario, in luogo dei loro fornitori. Queste sono contenute in elenchi separati e consultabili:

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A) tutte le pubbliche amministrazioni (regioni, comuni, province, ministeri) inserite nel conto economico consolidato, individuate ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196; B) le società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codice civile (controllo di diritto), direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri; C) le società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 2), del codice civile (controllo di fatto), direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri; D) le società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codice civile (controllo di diritto), direttamente dalle regioni, province, città metropolitane, comuni, unioni di comuni; E) le società controllate direttamente o indirettamente, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codice civile (controllo di diritto), dalle società di cui sopra; F) le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana. Per garantire maggior trasparenza, il Dipartimento delle finanze ha svolto una ricognizione delle amministrazioni pubbliche e delle società destinatarie della disciplina sulla scissione dei pagamenti predisponendo questi elenchi che si possono scaricare sulla pagina dedicata. L’individuazione di questi soggetti è periodica e continua. Infatti, entro il 20 ottobre di ciascun anno è compito del Mef rendere pubblico un elenco provvisorio, rispetto al quale le società possono, nel termine di 15 giorni, segnalare errori o incongruenze. L’elenco definitivo, emanato con decreto, entro il 15 novembre di ciascun anno, ha effetti a partire dall’anno successivo. Importante: se l’inclusione negli elenchi avviene in corso d’anno entro il 30 settembre, la disciplina dello split payment coinvolgerà le nuove società controllate e quotate, nei cui confronti sono effettuate operazioni per le quali è emessa fattura a partire dal 1°gennaio dell’anno successivo. Se invece l'inclusione avviene dopo il 30 settembre, la fatturazione in split nei confronti delle stesse è rinviata al 1°gennaio del secondo anno successivo. Se, infine, il controllo/inclusione nell’indice FTSE MIB viene a mancare in corso d’anno, entro il 30 settembre continuerà ad applicarsi l’articolo 17-ter del Dpr 633/72 alle fatture emesse fino al 31 dicembre dello stesso anno; dopo il 30 settembre, alle fatture emesse fino al 31 dicembre dell’anno successivo. Mercato di riferimento ed effetti sui progettisti/professionisti I dati del Cresme parlano chiaro: 9 miliardi di gare su un totale di 19.7 nel 2016 sono stati banditi dalle PA, 4.7 dai soli comuni. Bene: nel 2017 quei 9 miliardi raddoppieranno, perché con l'allargamento del meccanismo alle società partecipate imprese e progettisti cominceranno a non riceve più l'Iva anche dalle Ferrovie (gare per 1,6 miliardi nel 2016), dall'Anas (appalti per 2,3 miliardi) e da tutte le altre aziende speciali (3,1 miliardi), oltre che dai vari enti di edilizia

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abitativa (790 milioni). Di fatto, lo split payment interesserà tutti i professionisti attivi nei lavori pubblici.

In concreto, gli effetti saranno pesanti perché si tratterà di anticipare l'Iva per conto dello Stato, in attesa di rimborsi che hanno tempi medi di 8-12 mesi. Tale rimborso spetta all'Agenzia delle Entrate che si è posta un'obiettivo di tre mesi, ma si riuscirà a rispettarlo o almeno ad avvicinarsi?

L'IVA perderà la sua neutralità diventando un costo per imprese e professionisti: nel momento in cui si pagheranno fornitori e materiali, infatti, ci sarà da versare costo più Iva, per un corrispettivo di 122 (100 più 22% Iva). Quando si tratterà invece di essere pagati per il progetto per cui sono stati acquistati quei servizi o materiali verrà corrisposto 78 (100 meno il 22% Iva). Coi rimborsi ritardati di cui sopra, è evidente che si tratta di un costo non indifferente da sostenere.

I possibili rimedi L'ANCE ha già chiesto che i rimborsi vengano fatti di mese in mese. In alternativa, si propone di rendere l'imposta neutra, consentendo ad imprese e professionisti che non ricevono l'IVA dai soggetti pubblici dell'elenco di non versare a loro volta l'imposta a fornitori e noleggiatori, in una sorta di split payment tra privati ora in vigore solo per i subappalti.

Il terzo e ultimo rimedio potenziale, infine, sarebbe quello di applicare il meccanismo solo sotto una certa soglia, visto che l'obiettivo è combattere la 'micro-evasione'.

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Zambrano:dobbiamo assumerci il rischio di fare scelte, di trovare soluzioni che ci rendano piu forti del 29/06/2017

Il 62° Congresso degli Ingegneri italiani è stato aperto dalla relazione del Presidente CNI che ha esortato a lavorare per dare più forza alla categoria e a tutto il mondo delle professioni.

“Noi ingegneri dobbiamo essere più umili, stare più con i piedi per terra. La politica ci darà risposte solo se saremo più forti, se diventeremo più numerosi, se sapremo metterci assieme, come è stato già fatto con la Rete Professioni Tecniche”. Queste le parole di Armando Zambrano, Presidente del CNI, pronunciate nel corso della relazione introduttiva dei lavori del 62° Congresso degli Ordini degli Ingegneri d’Italia. “Questo – ha aggiunto - è necessario ma ancora non basta. Come Rete abbiamo fatto un grande lavoro sul rischio sismico, ottenuto dei risultati col Jobs Act autonomi. Tuttavia, lavorando ci siamo resi conto che oggi nemmeno l’attività di lobbing svolta all’interno delle istituzioni è più sufficiente. Dobbiamo trovare il coraggio di aumentare la nostra massa critica, ragionando anche assieme alle altre professioni ordinistiche. Abbiamo l’assoluta necessità di essere ascoltati”.

Zambrano, poi, ha lamentato la scarsa attenzione del Ministero della Giustizia nei confronti delle questioni ancora aperte del mondo della professione ingegneristica. “L’attuale Ministro della Giustizia non ha fatto nulla per la nostra categoria. Eppure sul piatto ci sono questioni di vitale importanza per noi quali, ad esempio: l’assicurazione professionale; le società tra professionisti e il loro complesso inquadramento fiscale; le società di ingegneria e il loro tentativo di operare nel mercato privato senza rispondere agli obblighi cui sono sottoposti i professionisti; il tirocinio e la riforma esame di stato; la riforma dell’organizzazione territoriale e quella del sistema elettorale”.

“Corriamo il rischio – ha concluso Zambrano - può voler dire molte cose. Una tra queste è quella di sforzarci di trovare soluzioni che ci rendano ancora più forti. Per fare questo dobbiamo prenderci il rischio di fare delle scelte”.

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La giornata è stata aperta dal saluto iniziale del Presidente dell’Ordine Ingegneri di Perugia Roberto Baliani che ha detto: “Occorre un cambio di paradigma che rafforzi la fiducia in coloro che, per competenze tecniche e conoscenza dei processi, rivestono un ruolo di guida e di indirizzo nelle scelte politiche. E’ questo il messaggio che vorrei partisse con forza e chiarezza da questo congresso, un messaggio lanciato da una categoria unita. Siamo in Umbria e parlando di rischio, non possiamo prescindere da quello sismico e dai suoi effetti, in cui il contributo degli ingegneri e degli altri tecnici della Rete Professioni Tecniche, è come sempre fondamentale e insostituibile, sia nella gestione dell’emergenza che nell'importante fase della ricostruzione”.

Sono intervenuti, per i saluti istituzionali, Stefania Proietti (Sindaco di Assisi), Catiuscia Marini (Presidente Regione Umbria), Franco Moriconi (Rettore Università Perugia), Giorgio Mencaroni (Presidente Camera Commercio Perugia), Alfiero Moretti (Protezione Civile Regione Umbria), Giuseppe Santoro (Presidente Inarcassa), Piero Torretta (Presidente UNI), Andrea Sisti (Presidente Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali) e Francesco Peduto (Consiglio Nazionale Geologi). A completare il programma della mattinata la lectio magistralis del Prof.Salvatore Natoli (Università Bicocca Milano) che si è occupato del buon uso del mondo nell’età del rischio.

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29/6/2017 Sisma Centro Italia, nominati i componenti dell’Osservatorio nazionale della ricostruzione

Giovedì 29 Giugno 2017

Sisma Centro Italia, nominati i componenti dell’Osservatorionazionale della ricostruzione

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Sisma Centro Italia, nominati i componenti dell’Osservatorio nazionale della ricostruzioneL'Osservatorio è composto da tre rappresentanti della struttura commissariale e da quattro rappresentanti dellaRete delle professioni dell’area tecnica e scientifica

Con il decreto n. 9 del 28 giugno 2017, il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, ha nominato icomponenti dell’Osservatorio nazionale della ricostruzione.

L'Osservatorio è composto da tre rappresentanti della struttura commissariale e da quattro rappresentanti dellaRete delle professioni dell’area tecnica e scientifica. Vigila sull’attività svolta dai professionisti nell’ambito dell’attivitàdi ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici e propone al Commissario le sanzioni da applicare.

Salvi i casi di revoca o di dimissioni, i componenti dell’Osservatorio durano in carica fino al 31 dicembre 2018.

COMPOSIZIONE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE DELLA RICOSTRUZIONE POST – SISMA. “Fatte salve leipotesi di revoca o di dimissioni, a decorrere dalla data di pubblicazione del presente provvedimento sul sitoistituzionale del Commissario straordinario del governo e fino alla data del 31 dicembre 2018, sono nominaticomponenti dell’Osservatorio nazionale della ricostruzione post- sisma:

- il Cons. Raffaele Greco, Consigliere Giuridico del Commissario Straordinario del Governo, con funzioni diPresidente dell’Osservatorio;

– l’Arch. Alfiero Moretti, Direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Umbria – componenteeffettivo e Vicepresidente dell’Osservatorio;

- la Dott.ssa Daniela Del Bello, Dirigente dell’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Marche –componente effettivo;

- l’Ing. Armando Zambrano – componente effettivo;

- l’Arch. Walter Baricchi – componente effettivo;

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29/6/2017 Sisma Centro Italia, nominati i componenti dell’Osservatorio nazionale della ricostruzione

- il Geom. Ezio Piantedosi – componente effettivo;

- il Dott. geol. Francesco Peduto – componente effettivo;

- il Per. Ind. Giampiero Giovannetti – componente supplente;

- il Dott. Agr. Rosanna Zari – componente supplente;

- il Per. Agr. Lorenzo Benanti – componente supplente;

- il Dott. Chim. Nausicaa Orlandi – componente supplente.

In caso di assenza o di impedimento del Presidente, le relative funzioni sono assunte dal Vicepresidentedell’Osservatorio.

L’Osservatorio si riunisce periodicamente su convocazione del Presidente. Con propria deliberazione, l’Osservatoriodetermina le modalità di funzionamento e la propria organizzazione interna.

Per la partecipazione all'Osservatorio non è prevista la corresponsione di gettoni di presenza, compensi o altriemolumenti comunque denominati, né il rimborso delle eventuali spese sostenute.”

ENTRATA IN VIGORE ED EFFICACIA. Il provvedimento “è efficace dalla data della sua pubblicazione sul sitoistituzionale (www.sisma2016.gov.it) del Commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territoridei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dall’evento sismico del 24 agosto 2016”.

decreto-osservatorio-nazionale-della-ricostruzione

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29/6/2017 Beni culturali e rischi idrogeologici: le Mappe di Ispra

Giovedì 29 Giugno 2017

Beni culturali e rischi idrogeologici: le Mappe di Ispracasaeclima.com /ar_31858__beni-culturali-rischi-idrogeologici-le-mappe-ispra.html

Beni culturali e rischi idrogeologici: le Mappe di IspraPresentata la mappa nazionale dei beni culturali esposti a rischio alluvioni e frane, con un quadro delle criticità, ilPiano degli interventi in corso e delle opere di sicurezza previste

“La Cultura da salvare: beni culturali e rischi naturali. La Mappa e il Piano nazionale degli interventi” è il titolo el’obiettivo del convegno che Italiasicura, la struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico della Presidenza delConsiglio, ha organizzato ieri, in collaborazione con i Ministeri dell'Ambiente, dei Beni culturali, della Coesioneterritoriale e del Mezzogiorno, la Protezione Civile e l’Ispra, nella Sala CNR in Piazzale Aldo Moro a Roma.

Con 51 siti Unesco, oltre 200.000 beni architettonici, monumentali e archeologici, 3.400 musei e circa duemila areee siti archeologici, l'Italia ha il primato mondiale dei beni culturali Patrimonio dell'Umanità.

Il nostro paese è uno straordinario museo all'aperto ma particolarmente esposto a frane, alluvioni, terremoti,subsidenza, erosione costiera ed eruzioni vulcaniche.

La giornata di lavoro è stata l’occasione per presentare la mappa nazionale dei beni culturali esposti a rischinaturali, con un quadro delle criticità, il Piano degli interventi in corso e delle opere di sicurezza previste.

Focus sulle aree terremotate del centro Italia, su Pompei, Roma, Venezia e Firenze, sulle condizioni di rischio e leopere di tutela, le misure in corso in particolare per la riduzione del rischio idrogeologico, tecniche e tecnologie per ilmonitoraggio e la salvaguardia, gli investimenti previsti.

Nelle diverse sezioni tematiche sono intervenuti alcuni tra i massimi esperti nel settore dei beni culturali e dellaprevenzione, delle Reti delle Professioni e di diverse università.

LE MAPPE DI ISPRA. Ispra ha predisposto la mappa (nell'immagine qui sotto a sinistra) che indica i beni culturali arischio alluvione in aree a pericolosità media, e la mappa (a destra) dei beni esposti a rischio frane.

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29/6/2017 Split payment dal 1° luglio, online le modalità di attuazione e gli elenchi delle PA

Giovedì 29 Giugno 2017

Split payment dal 1° luglio, online le modalità di attuazione egli elenchi delle PA

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Split payment dal 1° luglio, online le modalità di attuazione e gli elenchi delle PAPubblicato il decreto del Mef e gli elenchi delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato,delle società controllate da Pa e delle società quotate incluse nell’indice Ftse Mib

Il 27 giugno scorso è stato emanato il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze che fissa le modalità diattuazione dell’art. 1 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, in materia di scissione dei pagamenti ai fini dell’IVA –split payment.

Ai sensi del capoverso 5-ter di detto decreto, sono stati pubblicati gli elenchi delle pubbliche amministrazioni inseritenel conto economico consolidato, delle società controllate da pubbliche amministrazioni centrali e locali, nonchédelle società quotate incluse nell’indice FTSE MIB.

I soggetti interessati possono segnalare eventuali mancate o errate inclusioni negli elenchi entro il 6 luglio 2017.

Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 27 giugno 2017

Elenchi dei soggetti

L’articolo 1, comma 629, lettera b), della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), ha introdottol’articolo 17-ter del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, che ha stabilito, per talune pubbliche amministrazioni acquirenti dibeni e servizi, un meccanismo di scissione dei pagamenti da applicarsi alle operazioni per le quali detteamministrazioni non siano debitori d’imposta ai sensi delle disposizioni generali in materia di IVA.

In base a questo meccanismo le pubbliche amministrazioni, dal 1° gennaio 2015, versano direttamente all’erario,con le modalità e nei termini indicati nel decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 23 gennaio 2015,l’imposta sul valore aggiunto che è stata addebitata loro dai fornitori.

Con l’articolo 1 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n.96, il meccanismo della scissione dei pagamenti è stato esteso, per le operazioni per le quali è emessa fattura a

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29/6/2017 Split payment dal 1° luglio, online le modalità di attuazione e gli elenchi delle PA

partire dal 1° luglio 2017, a:

A) tutte le pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato, individuate ai sensi dell’articolo 1,comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

B) le società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codice civile (controllo di diritto),direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri;

C) le società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 2), del codice civile (controllo di fatto),direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri;

D) le società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codice civile (controllo di diritto),direttamente dalle regioni, province, città metropolitane, comuni, unioni di comuni;

E) le società controllate direttamente o indirettamente, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codicecivile (controllo di diritto), dalle società di cui sopra;

F) le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana.

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29/6/2017 Ddl piccoli Comuni, via libera senza modifiche dalla Commissione Ambiente del Senato

Giovedì 29 Giugno 2017

Ddl piccoli Comuni, via libera senza modifiche dallaCommissione Ambiente del Senato

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Ddl piccoli Comuni, via libera senza modifiche dalla Commissione Ambiente del SenatoIl disegno di legge prevede semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamentoda riconvertire in alberghi diffusi. Previste anche opere di manutenzione del territorio con priorità alla tuteladell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico

Via libera dalla Commissione Ambiente del Senato al disegno di legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni,senza modifiche rispetto al testo varato dalla Camera il 28 settembre 2016.

“Un testo, di cui è relatore il Senatore Stefano Vaccari, nato a partire da una mia proposta di legge cui si è collegataquella della collega Terzoni, che aiuterà l’Italia ad essere più forte e coesa”, sottolinea il presidente dellacommissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. “Proprio per questo è importante che il provvedimento arrivipresto in Aula a Palazzo Madama per il via libera definitivo, ci sono tutte le condizioni perché ciò accada.L’importanza dei Piccoli Comuni – evidenzia Realacci - si è vista anche nel terremoto con il ruolo svolto da tantiSindaci. I nostri 5.585 Piccoli Comuni amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre 10milioni di italiani. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità,le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Anche la rinascita delle zone colpite dal sisma parte da un investimento suiPiccoli Comuni, sulla bellezza, sulla qualità e sull’innovazione”.

Vediamo, con l'ausilio del dossier della Camera, le principali novità contenute nel ddl, recante “Misure per ilsostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonchédisposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici”.

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29/6/2017 Ddl piccoli Comuni, via libera senza modifiche dalla Commissione Ambiente del Senato

Il testo unificato contiene misure che riguardano i comuni con popolazione residente fino a 5.000; ai fini deifinanziamenti disposti dalla legge, i piccoli comuni sono definiti come i comuni con popolazione residente fino a5.000 abitanti o istituiti a seguito di fusione tra comuni aventi ciascuno popolazione fino a 5.000 abitanti, cherientrino in una delle tipologie elencate (tra le quali rileva il disagio insediativo, le unioni di comuni montani, ecc...).Le finalità generali delle varie misure attengono, tra l'altro, al sostegno dello sviluppo economico, sociale,ambientale e culturale, alla promozione dell'equilibrio demografico, favorendo la residenza in tali comuni, alla tutelae valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, nonché al sistema dei serviziessenziali, con l'obiettivo di contrastare lo spopolamento (art. 1).

I piccoli comuni, anche in forma associata, possono istituire centri multifunzionali in cui concentrare la fornitura diuna pluralità di servizi per i cittadini (in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale,turistica, commerciale, di comunicazione e di sicurezza), nonché lo svolgimento di attività di volontariato e diassociazionismo culturale (art. 2).

FONDO PER LO SVILUPPO DEI PICCOLI COMUNI . Si prevede l'istituzione di un Fondo per lo sviluppo strutturale,economico e sociale dei piccoli comuni per il finanziamento di investimenti per: l'ambiente e i beni culturali; lamitigazione del rischio idrogeologico; la salvaguardia e la riqualificazione urbana dei centri storici; la messa insicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici; lo sviluppo economico e sociale; l'insediamento dinuove attività produttive. Il Fondo ha una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro perciascuno degli anni dal 2018 al 2023 (art. 3).

Ai fini dell'utilizzo delle suddette risorse, si prevede la predisposizione di un Piano nazionale per la riqualificazionedei piccoli comuni e un elenco di interventi prioritari assicurati dal Piano nazionale.

RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE DEI CENTRI ST ORICI. I piccoli comuni possono individuare, all'interno delperimetro dei centri storici, zone di particolare pregio, dal punto di vista della tutela dei beni architettonici e culturali,da riqualificare mediante interventi integrati pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione urbana, nel rispetto delletipologie e delle strutture originarie, attraverso gli strumenti previsti dalla vigente normativa statale e regionale inmateria. Per la realizzazione degli interventi i comuni possono anche avvalersi del Fondo per lo sviluppo strutturale,economico e sociale dei piccoli comuni istituito dall'art. 3. Quanto alla tipologia dei predetti progetti integrati, si tratta,tra l'altro, di interventi di: risanamento, conservazione e recupero del patrimonio edilizio da parte di soggetti privati;realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico; manutenzione straordinaria e riuso del patrimonio edilizioinutilizzato; consolidamento statico e antisismico degli edifici storici; miglioramento dei servizi urbani.

Per le citate finalità, i comuni possono promuovere nel proprio territorio la realizzazione di alberghi diffusi, comedefiniti ai sensi delle disposizioni emanate dalle regioni e dalle province autonome.

ULTERIORI MISURE. Ulteriori misure riguardano la facoltà per i piccoli comuni di:

- acquisire e riqualificare immobili per contrastare l'abbandono di terreni e di edifici dismessi o degradati (art. 5);

- acquisire stazioni ferroviarie dismesse o case cantoniere per destinarle a presidi di protezione civile o sedi dipromozione di prodotti tipici locali, acquisire il sedime ferroviario dismesso e non recuperabile all'esercizioferroviario, principalmente per la destinazione a piste ciclabili, nonché realizzare circuiti e itinerari turistico-culturalied enogastronomici, volti alla rinnovata fruizione dei percorsi connessi alla rete ferroviaria storica (art. 6);

- stipulare convenzioni con le diocesi cattoliche e le rappresentanze delle altre confessioni religiose, che hannoconcluso intese con lo Stato italiano, per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari deglienti ecclesiastici (art. 7);

- relativamente alle aree, nelle quali non vi è interesse da parte degli operatori a realizzare reti per la connessioneveloce e ultraveloce, beneficiare delle misure (previste dalla deliberazione del Comitato interministeriale per laprogrammazione economica n. 65/2015) per le aree a fallimento di mercato in attuazione della Strategia italiana perla banda ultralarga, volte a favorire la diffusione delle infrastrutture in banda ultralarga; per tali finalità, inoltre, siprevede la precedenza nell'accesso ai finanziamenti pubblici previsti dalla normativa vigente per la realizzazione deiprogrammi di e-government e la priorità ai piccoli comuni, anche in forma associata - da parte del Ministro per la

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29/6/2017 Ddl piccoli Comuni, via libera senza modifiche dalla Commissione Ambiente del Senato

semplificazione e la pubblica amministrazione - nella individuazione delle iniziative di innovazione tecnologica per icomuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti (art. 8);

- favorire, con differenti modalità (utilizzo di reti telematiche già esistenti, convenzioni con società Poste italianeS.p.A.) l'utilizzo dei servizi postali e dell'effettuazione di pagamenti; si prevede inoltre anche la possibilità dei piccolicomuni di affidare a Poste italiane S.p.A. la gestione dei servizi di tesoreria e di cassa. (art. 9);

- promuovere il consumo e la commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta o achilometro utile (artt. 10 e 11). I piccoli comuni possono promuovere il consumo e la commercializzazione di taliprodotti, favorendone l'impiego da parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica. Nei bandi di garapromossi dai piccoli comuni per la fornitura di servizi legati alla ristorazione collettiva costituisce titolo preferenzialeper l'aggiudicazione l'utilizzo dei prodotti prima richiamati, inclusi quelli biologici, in quantità superiori ai criteri minimiambientali. I piccoli comuni devono, altresì, destinare specifiche aree per la realizzazione dei mercati agricoli per lavendita diretta, riservando prioritariamente i posteggi agli imprenditori agricoli che vendono i prodotti agricoli edalimentari provenienti da filiera corta e a chilometro utile.

I comuni che esercitano obbligatoriamente in forma associata le funzioni fondamentali mediante unione di comuni ounione di comuni montani avranno l'obbligo di svolgere le funzioni di programmazione in materia di sviluppo socio-economico, e quelle che riguardano l'impiego delle occorrenti risorse finanziarie, anche derivanti dai fondi strutturalidell'Unione europea. È fatto divieto di ricorrere alla creazione di nuovi soggetti, agenzie o strutture comunquedenominate per lo svolgimento di tale compito (articolo 12).

Con riferimento ai servizi di trasporto e all'istruzione, l'articolo 13 prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri,su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia edelle finanze e d'intesa con la Conferenza Stato-regioni, predisponga, in coerenza con la strategia nazionale per losviluppo delle aree interne del Paese, il Piano per l'istruzione destinato alle aree rurali e montane. Il Piano deveavere particolare riferimento al collegamento dei plessi scolastici ubicati in tali aree, all'informatizzazione e allaprogressiva digitalizzazione. Nell'ambito del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) e dei DocumentiPluriennali di Pianificazione (DPP), sono individuate apposite azioni destinate alle aree rurali e montane, conparticolare riguardo al miglioramento delle reti infrastrutturali, nonché al coordinamento tra i servizi, pubblici eprivati, finalizzati al collegamento tra i comuni delle aree rurali e montane, nonché al collegamento degli stessi con icomuni capoluogo di provincia e regione.

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29/6/2017 L'inquinamento riduce l'efficienza energetica del fotovoltaico

Giovedì 29 Giugno 2017

L'inquinamento riduce l'efficienza energetica del fotovoltaicocasaeclima.com /ar_31853__inquinamento-efficienza-energetica-fotovoltaico.html

L'inquinamento riduce l'efficienza energetica del fotovoltaicoSecondo uno studio statunitense le polveri sottili che si depositano sui pannelli ne riducono l'efficienza di oltre il 25%

Oltre a rappresentare un rischio per la salute, l'inquinamento atmosferico potrebbe essere

una grave minaccia anche per l'industria solare. Un gruppo di ricercatori della Duke University, USA, ha stimato chele polveri sottili che si depositano sui pannelli fotovoltaici possono ridurne l'efficienza energetica di oltre il 25%.

Sebbene le percentuali varino da paese a paese, quelli più colpiti dal fenomeno sono i paesi che stanno attualmenteinvestendo di più nell'energia solare: Cina, India e alcune nazioni della regione EMEA.

"Mentre alcuni colleghi indiani ci stavano mostrando alcuni impianti fotovoltaici sono stato colpito dalla loro sporciziain superficie- spiega Michael Bergin, professore di ingegneria civile e ambientale presso la Duke University e autoreprincipale dello studio. "Ho subito pensato che lo sporco poteva influenzare l'efficienza dei pannelli ma non vi eranostudi che dimostrassero questa supposizione. Così abbiamo deciso di sviluppare un modello per indagare ilfenomeno."

Grazie alla collaborazione con un team della University of Wisconsin di Madison e dell’Institute of Technology-Gandhinagar, in India, Bergin ha iniziato a misurare le perdite energetiche dei pannelli nel tempo in base al grado disporcizia e ha verificato che dopo ogni operazione di pulizia i moduli mostravano un aumento del 50%nell'efficienza.

Le particelle nocive riflettono i raggi solari

I ricercatori hanno quindi analizzato la composizione dello strato di sporco scoprendo che il 92% era rappresentatoda comune polvere e il restante da ioni e carbonati derivanti dalle attività umane. Sebbene si tratti di una quantitàirrisoria i ricercatori hanno dimostrato come questa incidesse pressoché allo stesso modo della polvere. Il motivo varicercato soprattutto nella capacità che le particelle nocive hanno di riflettere i raggi solari, diminuendo quindi lacapacità dei moduli di catturarli.

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29/6/2017 L'inquinamento riduce l'efficienza energetica del fotovoltaico

"Le particelle artificiali sono inoltre piccole e appiccicose, il che le rende molto più difficili da pulire- ha spiegatoBergin, sottolineando come la soluzione che può sembrare a portata di mano, quella di pulirli con una certafrequenza, non sia da considerare perché il rischio di danneggiamento è molto elevato.

India e Cina gravemente danneggiate

Il modello è stato applicato su campioni in tutto il mondo ed è emerso che, mentre gli Usa non sono particolarmenteminacciati dal fenomeno, la situazione è preoccupante nell''India settentrionale e nella Cina orientale, dove sonostate stimate perdite tra il 17 e il 25 per cento o più, in caso di pulizie mensili. Se le pulizie avvengono ogni duemesi, le percentuali salgono fino al 35%.

Le perdite, anche in termini economici, sono importanti. Secondo lo studio la Cina sta perdendo decine di miliardi didollari ogni anno per colpa dell'inquinamento e i ricercatori sottolineano come questo sia un altro motivo per cuibisogna investire sempre più in misure volte alla riduzione delle emissioni nocive.

Lo studio, pubblicato a giugno su Environmental Science & Technology Letters, è stato sostenuto dall'Agenzia degliStati Uniti per lo Sviluppo Internazionale.

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29/6/2017 Al via il 62° Congresso Nazionale degli Ingegneri

Mercoledì 28 Giugno 2017

Al via il 62° Congresso Nazionale degli Ingegnericasaeclima.com /ar_31847__al-via-sessantadue-esimo-congresso-nazionale-degli-ingegneri-.html

Al via il 62° Congresso Nazionale degli IngegneriNella sua relazione introduttiva il presidente del Cni Armando Zambrano ha lamentato la scarsa attenzione delMinistero della Giustizia nei confronti delle questioni ancora aperte del mondo della professione ingegneristica

Si è aperto oggi mercoledì 28 giugno il 62° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, in programmafino al 30 giugno a Perugia e ad Assisi (Santa Maria degli Angeli).

Il 62° Congresso dal titolo “Corriamo il rischio” è stato aperto dalla relazione introduttiva del Presidente CNI che haesortato a lavorare per dare più forza alla categoria e a tutto il mondo delle professioni.

“Noi ingegneri dobbiamo essere più umili, stare più con i piedi per terra. La politica ci darà risposte solo se saremopiù forti, se diventeremo più numerosi, se sapremo metterci assieme, come è stato già fatto con la Rete ProfessioniTecniche”, ha dichiarato Armando Zambrano, Presidente del CNI. “Questo – ha aggiunto - è necessario ma ancoranon basta. Come Rete abbiamo fatto un grande lavoro sul rischio sismico, ottenuto dei risultati col Jobs Actautonomi. Tuttavia, lavorando ci siamo resi conto che oggi nemmeno l’attività di lobbing svolta all’interno delleistituzioni è più sufficiente. Dobbiamo trovare il coraggio di aumentare la nostra massa critica, ragionando ancheassieme alle altre professioni ordinistiche. Abbiamo l’assoluta necessità di essere ascoltati”.

POCA ATTENZIONE DAL MINISTRO ORLANDO. Zambrano, poi, ha lamentato la scarsa attenzione del Ministerodella Giustizia nei confronti delle questioni ancora aperte del mondo della professione ingegneristica. “L’attualeMinistro della Giustizia non ha fatto nulla per la nostra categoria. Eppure sul piatto ci sono questioni di vitaleimportanza per noi quali, ad esempio: l’assicurazione professionale; le società tra professionisti e il loro complessoinquadramento fiscale; le società di ingegneria e il loro tentativo di operare nel mercato privato senza rispondereagli obblighi cui sono sottoposti i professionisti; il tirocinio e la riforma esame di stato; la riforma dell’organizzazioneterritoriale e quella del sistema elettorale”.

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29/6/2017 Al via il 62° Congresso Nazionale degli Ingegneri

“Corriamo il rischio – ha concluso Zambrano - può voler dire molte cose. Una tra queste è quella di sforzarci ditrovare soluzioni che ci rendano ancora più forti. Per fare questo dobbiamo prenderci il rischio di fare delle scelte”.

La giornata è stata aperta dal saluto iniziale del Presidente dell’Ordine Ingegneri di Perugia Roberto Baliani che hadetto: “Occorre un cambio di paradigma che rafforzi la fiducia in coloro che, per competenze tecniche e conoscenzadei processi,rivestono un ruolo di guida e di indirizzo nelle scelte politiche. E’ questo il messaggio che vorrei partissecon forza e chiarezza da questo congresso, un messaggio lanciato da una categoria unita. Siamo in Umbria eparlando di rischio, non possiamo prescindere da quello sismico e dai suoi effetti, in cui il contributo degli ingegnerie degli altri tecnici della Rete Professioni Tecniche, è come sempre fondamentale e insostituibile, sia nella gestionedell’emergenza che nell'importante fase della ricostruzione”.

Sono intervenuti, per i saluti istituzionali, Stefania Proietti (Sindaco di Assisi), Catiuscia Marini (Presidente RegioneUmbria), Franco Moriconi (Rettore Università Perugia), Giorgio Mencaroni (Presidente Camera CommercioPerugia), Alfiero Moretti (Protezione Civile Regione Umbria), Giuseppe Santoro (Presidente Inarcassa), PieroTorretta (Presidente UNI), Andrea Sisti (Presidente Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e deiDottori Forestali) e Francesco Peduto (Consiglio Nazionale Geologi). A completare il programma della mattinata lalectio magistralis del Prof.Salvatore Natoli (Università Bicocca Milano) che si è occupato del buon uso del mondonell’età del rischio.

Leggi anche: “Corriamo il Rischio”: Ingegneri italiani a Congresso dal 28 al 30 giugno

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29/6/2017 Fondo Kyoto per efficientamento edifici scolastici: scadenza domande prorogata di un anno

Mercoledì 28 Giugno 2017

scadenza domande prorogata di un annocasaeclima.com /ar_31843__fondo-kyoto-efficientamento-edifici-scolastici-scadenza-domande-prorogata-un-

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Fondo Kyoto per efficientamento edifici scolastici: scadenza domande prorogata di un annoIl Ministero dell'Ambiente ha prorogato al 30 giugno 2018 la scadenza per la presentazione delle domande

Il Ministero dell'Ambiente ha prorogato al 30 giugno 2018 la scadenza per la presentazione delle domande per gliinterventi di efficientamento energetico degli edifici scolastici.

I finanziamenti agevolati, a valere sulle risorse del “Fondo rotativo di Kyoto”, sono destinati a progetti diriqualificazione energetica degli edifici scolastici di ogni ordine e grado, dagli asili alle università.

Il Fondo consente di finanziare anche opere di adeguamento alla normativa antisismica, fino ad un massimo del50% del valore del progetto.

Il decreto di proroga, firmato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, è online sul sito del Ministero e a breveverrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

Ricordiamo che prima di questa proroga il termine entro cui presentare le istanze era fissato per le ore 17 del 30 giugno 2017.

È previsto uno stanziamento totale di 350 milioni per il miglioramento di almeno due classi di efficienza energetica negli edifici scolastici.

Per gli Enti Locali è prevista la possibilità di contrarre mutui a tasso agevolato pari allo 0,25% avvalendosi di Cassa e depositi e prestiti, per finanziare interventi in un arco temporale massimo di 3 anni dalla data di inizio lavori.

scarica il DM 169 del 27.06.2017 - Proroga