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Comunità Parrocchiale S. Cristina Tarantasca \I Priore Don Angelo Testa nel 60° di sa cerdozio e 25 ° di parrocchia, a tutte le famiglie per- ché insieme ringraziamo il Signore e siamo sempre più uniti come figli di Dio e come fratelli nella comunità parrocchiale. 29 Giugno 2009

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Page 1: Comunità Parrocchiale S. Cristina Tarantasca · Così si faceva per lo zucchero e gli altri alimenti. ... silenziosamente all'incontro col Padre celeste e di là continuano a vegli

Comunità Parrocchiale S. Cristina Tarantasca

\I Priore Don Angelo Testa nel 60° di sacerdozio e 25° di parrocchia, a tutte le famiglie per­ché insieme ringraziamo il Signore e siamo sempre più uniti come figli di Dio e come fratelli nella comunità parrocchiale. 29 Giugno 2009

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60° di Sacerdozio Il 29 giugno 1949, Solennità dei Ss. Aposto­

li Pietro e Paolo, nella cattedrale di Saluzzo, fui ordinato sacerdote da Mons. Egidio Luigi Lanzo, insieme a 7 compagni diaconi.

Sono passati da a llora 60 anni di sacerdozio ed è giusto che ringrazi il Signore per tutti i doni r icevuti in questo lungo periodo di mini­stero sacerdotale. Basterebbe ricordare le ol­t re 24. 000 Messe ce lebrate, centinaia di Bat­tesimi amministrati) i m atrimoni celebrati, le migliaia di fedeli assolti nel sacram ento dell a Riconciliazione; gli incontri di catechesi con i bambini, i giovani, gli adu lt i. Quante fami­

glie incontrate nei vari campi di apostolato, Sacerdote per sempre (29-6-1949) nei vari luogh i in cui sono stato chiamato ad L ___ -'-__ -'-____ -'...J

esercitare il ministero sacerdotale.

25° anno di Parrocchia a S. Cristina (Tarantasca) Oltre il 6 0° di sacerdozio, un ' altra data ancora vorrei r icordare con voi, in

questo numero speciale del Bollettino:

il IO giugno 1984, So lennità di Pentecoste, lasciai la Parrocchia di Rore (Sampeyre), per fare l'ingresso come parroco a S. Cristina (Tarantasca).

Sono 25 ann i che ci conosciamo, che ci vogliamo bene, che lavoriamo insieme, che cerchiamo di condividere gioie e dolori di questa nostra C o­munità Parrocchiale; ricorderemo più avanti alcune iniziative che abbiamo realizzato insieme.

Certo no n potrei mai ringraziare degnamente il Signore per tante grazie ricevute in tutti questi anni di sacerdozio e di parrocchia, per questo chiedo anche a voi di unirv i a me per dire insieme grazie al Signore.

E insieme al ringraziamento chiedo a voi una preghiera perché il Signore mi perdoni per tutto il male compiuto, per tutto il bene che avre i potuto fare, per tutte le vo lte che non ho risposto alla grazia di Dio.

Il Signore abbia pietà di me nella sua infi nita misericordia e mi conceda di essere almeno in questi ultimi anni di vita un sacerdote secondo il suo Cuore, ed a tutti di essere una comunità sempre p iù uni ta nell' ascolto della Parola di Dio e ne lla testimonianza dell a fede.

/I priore: Don Angelo Testa

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Padre Luigi, da 60 anni Missionario della Consolata

Nella festa dell'Epifania del 1949, Padre Luigi, finito il noviziato nel­la Certosa di Pesio, faceva la professione di vita religiosa iniziando cosÌ 60 anni fa il suo impegno di Miss ionario nell'Istituto Missionari Con­solata di Torino. Tre anni dopo, nel 1952, veniva ordinato Sacerdote nel Duomo di Torino dal Cardinale Maurilio Fossati.

È giusto ricordare il momento in cui c'è una svolta nella vita, consa­crandosi completamente a Dio nella professione religiosa di Missionario. Padre Luigi completò poi gli studi nell'Inghil­terra nella conoscenza della l ingua inglese per andare poi nell'Africa a svolgere la sua attività di Missionario nel Kenia. Nella capitale Nairobi curò la costruzione del Santuario della Conso­lata, attendendo alla for­mazione della gioventù africana, particolannen­te nei vari tipi di scuola.

Ora da parecchi anni è nel Canada dove era andato per curare le vocazioni miss ionarie all'Isti­tuto della Consolata.

Uniamoci nella preghiera di ringraziamento anche per il traguardo degli 80 anni compiuti da Padre Luigi da alcuni mesi: il Signore lo accompagni con la sua grazia e susci ti tante vocazioni missionarie per l'annuncio del Vangelo nella Grande famiglia della Chiesa.

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~ 60° di Sacerdozio (/949 - 2009) ,

Come chi ha percorso un lu ngo cammino s i ferma a gua rdare la strada percorsa, così agl i anziani piace riandare agli anni passati per rivivere le esperienze ed i ricordi. Vogli o insi eme a voi anche ringraziare il Signore per le tante grazie concesse e chiedere perdono per le tante malefatte da parte mia. Vorre i che fosse vero ciò che è stato scritto di me ne ll e pagine prece­denti ; per q uesto sento il dove re di chiedere perdono a Dio.

Voglio in queste pagine ricordare anche a lcune date ed alcune persone che mi sono state vicine e che mi hanno accompagnato al sacerdoz io e nel mio m inistero pastorale.

L'infanzia a Verzuolo (1926 - (937)

Sono nato a Verzuolo il 15-05-1926, settimo di una fam igli a di nove figli (Sebastiano, Fe li c ita, Giuseppe, Celestino, C lara, Mario, Angelo, Luigi e Attilio) . Ringrazio il Signore che mi ha fatto nascere in una famigl ia nume­rosa, povera, ma molto ricca di fede.

La famiglia Testa nel 1933

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In questo 60° di sacerdozio vogli o ricordare la famiglia ed in modo spe­ciale papà e mamma per un dovere di gratitudine: se sono sacerdote, dopo Dio lo devo a loro.

Dopo la famiglia devo ringraziare la Parrocchia di S. Maria (Verzuolo) dove sono stato battezzato e istruito ne lla fede: è stata come la mia se­conda casa dove mi recavo alme no due vo lte al giorno, a l mattino per la Messa, a ll a sera per il Rosario e la benedi zione; spesso a nche il pomeriggio ali' oratorio.

Ringraz io i sacerdoti della Parrocchia che mi hanno accompagnato nella mia infanzia e g iovinezza; i parroci: Don Botta Giuseppe, Don Fino Gio­vanni; i vice-parroci: Don Lingua Antonio, Don Abell o Chiaffredo, Don Demaria Michele.

Gli anni del Seminario (1937-1949) e della guef'f'a (1940-1945)

Finita la quinta e lementare (anno 1937) entrai in Seminario a Saluzzo per iniziare la v ia al sacerdozio, dove già mi aveva preceduto un fratello mag­giore, don Celestino. I primi ann i del gi nnasio (allora no n c'erano ancora le medie) fu rono mo lto belli; gli stud i andavano bene, le partite al pallone, a palla avve le nata, a l/mattone", a Hbarra", a bandiera, erano molto accese,

4 perché i compagni non mancavano: ne l Seminario S. Agostino c'erano o ltre 100 stude nt i.

Po i purtroppo venne la guerra a complicare parecchio le cose, specia l­mente da l punto di vista alimentare. Nel 1940 si dovette terminare prima l'anno scolastico e sgomberare in fretta il Seminario che venne req ui sito come ospedale, perché il lO gi ugno era scoppiata la guerra sul fronte fran ­cese.

Quelli della guerra furono anni ve ram ente terribili ; anche Verzuolo per la presenza delle C artiere Burgo fu bomba rdata dagli aere i americani, a Saluzzo fu bombardata la stazione ferroviaria; c i furono poi dei morti nella lotta partigiana. Tre fratelli fu rono militari in ma nsioni diverse.

Ma soprattutto furono gli anni della grande fam e.

Talvo lta a rrivati a casa, papà o mamma tagli ava un pezzetto di pa ne cia­scuno e lo distribuiva dicendo: ICquesto deve servi re fino a domani, perché sapete che no n ce n 'è altro" . Spesso lo s i a ndava a nasconde re perché il fratello no n lo trovasse e non ce lo mangiasse. Così si faceva per lo zucchero e gli a ltri a limenti. Spesso però i fratellini più piccoli piangevano per la fame ed a ll ora papà, costretto a far e talvo lta 24 o re in fabbrica senza uscire, si privava a nche del suo pezzo per darlo ai più piccoli.

Mi ricordo che una volta, disperato, non potendo più resistere per la fame, andai a bussare a ll a porta del Rettore, Mons. Ghi rardotti, e gli dissi piangen­do: (/Signor rettore, o mi trova un pezzo di pane o io scappo perché non ce

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la faccio più" (ma dove sarei pot uto scappa-re , dato che anche a casa il pane mancava?) . Il rettore mi lasciò sfogare, poi mi disse: l'mio caro Angelo, non disperare, la Provv idenza c'è anche per te". Poi entrò in camera, quel giorno era stato ad Envie dai suoi parenti che gli avevano dato una pagnotta di pane. M e la diede, l' affe rrai e mi misi a saltare dalla gio ia, incapace quasi a mangiarlo: da tanto tempo non avevo più visto un pe zzo così grosso di pane bianco.

Gli anni della gue rra fu rono terri bili an­che perché papà restò solo a lavorare; dove­va mandare aiuti ai tre figli militari, doveva provvedere per gli stud i ai tre figli in Semina- Studente ginnasiale

ri o. Per fortuna che allora, mancando gli o pe-rai perché tutti j giovani erano in guerra, si poteva fare molte ore di lavoro in fabbri ca: papà lavorò notte e giorno, faticando molto e mangiando poco; fece i cosiddetti "salti mortali " per tirare avanti la baracca e perché noi potessimo seguire la nostra vocaz ione a l sacerdozio.

E mamma non fu da meno: a lzarsi di buon mattino per la Messa in Parroc-chia, poi in fretta a casa dove l'attendevano grossi bucati ... senza lavatrice, 5 magari con il ghiaccio a l " bialot" ; mucchi di vestiti da rammendare, perché a comperarne dei nuovi non c' era nemmeno da pensarei; preparare i pasti senza il necessario da mettere ne lla padella e ne lla pentola su l focolare; an-dare a Saluzzo t utti i sabati a piedi (perché mancavano i soldi da prendere il tram) a t rovare i tre fig li in Seminario e portare il cambio dei vestiti .

Dopo i genitori , devo ringraziare i be nefattori che c i a iutarono a pagare la retta in Seminario, a comperare la veste tal are che allora si indossava all' ini­z io del liceo. Qualche volta sono a ndato anche suonare il campane llo alle porte delle famigli e più ricche di Verzuolo per chiedere un a iu to finanziario ed ho capito allora quanto è umiliante chiedere l'elemosina per vivere.

Gli anni del Seminario, a parte la grande fame, furono mo lto belli perché vissuti in mezzo a tanti amici che seguivano lo stesso ideale, guidati da ot­t imi sacerdoti come professori e guide spirituali .

Purtroppo nell' april e 1941, mentre facevo la quarta ginnasio, giunse in gio rno da ll' Afri ca una lettera che annunciava la morte della sorell a Suor Cire nea, suora missionaria de ll a Consolata.

Era andata a trovare un abissino gravemente ammalato, contrasse la ma­lattia anche lei e morì a 28 anni , dando la vita per que i morettini che aveva tanto amato. Padre Farina, missionario della Consolata che l' assitette nel­la sua agonia, le disse, come poi ci ri ferì: "Suor Cirenea, ora che lei va in paradiso, preghi che un suo frate llo venga come missio nario al suo posto".

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ff C erto che lo farò", rispose la sorell a, e mantenne la promessa, a lcuni anni do po infatti il frate ll o Luigi, che studiava con me in Semi nario, sentì la vo­caz ione miss ionaria e mi disse: ffCaro Ange lo, io vado a Torino dai Missio­na ri della C o nsolata".

E così term inò a Torino i suoi studi teologici e partì come missionario per le terre africane.

E finalm ente cessò anche la guerra: i t re figl i mi li tari potero no tornare a casa sani e salvi, anche se uno era stato prigioniero in Germania in un cam­po di concentrame nto; i tre fig li in Se minario, uno a ll a vo lta, gi unsero tutti a l sacerdoz io. Do po tanto lavoro, tanta fame e tanta sofferenza i genito ri ebbero la conso la zio ne di essere di nuovo con i loro fig li e vederli raggi unge­re la meta a cui erano stati chiamati; furon o quelli anni di g io ia, di sereni tà , di ricordi.

Ora papà e mamma, come il vecchio Simeone, potevano lasciare questo mondo, attesi da Dio per il p rem io de l loro lavoro, de i loro sacr ifi c i, del la loro vita profondam ente cri stiana. N o n lasc iavano a i fig li de ll e r icchezze materiali , ma il tesoro più be llo, che è que llo de lla fede, de ll'ese mpio, di una educaz io ne veramente crist iana.

Prima mamma (1955), poi pa pà (1 957), se ne anda rono da questa vita silenziosamente a ll'incontro co l Padre ce leste e di là con t inuano a vegli a re in preghie ra sui fi g li pe rché abb ia no ad imitare i loro esempi .

6 Mi sono fermato più a lungo a pa rl a re de lla famigli a e dei ge nitori , pe rché più vado avanti negli anni, p iù mi accorgo dell' importa nza fonda me nta le della famigli a e de i genitori ne ll 'educazione e ne l seguire la vocazio ne de i figli. Sono stat i i genitori a darci un ' educazione cri stiana ; non hanno ostaco­lato la nostra vocaz ione al sacerdozio, come purtroppo fanno molti genitori a l giorno d' oggi e dire che non uno, ma più figli e fi gli e chiesero loro il pe r-

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I

'---------~~~-- _ .. ~ Mamma la sorella Felicita (Suor Cirenea) Papa

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messo di consacrarsi a Dio. Papà ripeteva soltanto: lI pensate bene a quello che fate e, se quella è la vostra strada, io sono ben contento, cercherò di lavora­re di più e voi fate il vostro dovere" .

E mamma ad ac­compagnarci con la preghiera, oltre che venIre settimanal­mente a trovarci in Seminario a piedi , con tanta fatica, ci seguiva con i SUO I

consigli, soffriva delle nostre biric-chinate, gioiva del I tre fratelli Testa sacerdoti: nostro progresso (da sinistra) P. Luigi, D. Celestino, D. Angelo negli studi, nella L-__ --'-___ -'--_-=--'-___ -'-_-''-___ -'

preghiera, nella formazione cristiana.

Quante lacrime di consolazione quando prima Don Celestino il 29 Giugno 1942 , poi Don Angelo il 29 Giugno 1949 ed infine Padre Luigi il 29 Giugno 1952 fummo consacrati sacerdoti: poi la prima Messa in Parrocchia, poter dare la Comunione a papà e mamma, dar loro la benedizione, circondati da tutta la comunità parrocchiale.

Sono papà e mamma ancora che ci accoglievano con gioia quando tor­navamo ogni tanto a casa dalle parrocchie dove esercitavamo il ministero sacerdotale.

Ai genitori dunque il primo grazie per la vita, per l'educazione cristiana, per il sacerdozio. Nelle Messe in loro suffragio la liturgia ci fa dire questa pre­ghiera: "O Dio, che ci comandi di onorare il padre e la madre, apri le braccia della tua misericordia ai nostri genitori defunti , perdona i loro peccati e fa' che un giorno possiamo rivederli con gioia nella luce della tua gloria".

Un secondo ringraziamento vada ai fratelli ed alle sorelle, che ci hanno dato il buon esempio e con il loro lavoro hanno permesso a noi di continuare gli studi e di poter arrivare al sacerdozio.

Vice-Parroco a Bagnolo Piemonte (1949-1959)

Ed ecco il gran giorno de ll' ordinazione sacerdotale: 29 giugno 1949, So­lennità dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Allora si usava ricevere l'ordinazione

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sace rdotal e in questo giorno che era festa di precetto. Si terminava la scuola verso metà giugno, poi una settimana di eserciz i spi rituali e di preparazione e infine l'ordinazione sacerdotale tutti insieme in cattedrale.

Que l giorno fummo consacrati dal Vescovo di Sa luzzo Mons. Egidio Luigi Lanzo otto diaco ni dello stesso corso di t eologia: Don Banchio Anto nio da Barge, Don Ceirano Eugenio da Scarnafigi , Don Dao Ettore da Elva, Don Fo­restello Carlo da Envie, Do n Ge una Chiaffredo da Bagnolo P. , Don Gottero Natale da Pratavecchia, Do n Romano Chiaffredo da Va lmala, Don Testa An-ge lo da Ve r- ,-_____________________ _ ----,

zuolo.

Fu un gior­no di gra n­de gioia e di grande fest a, comp letata poi da lla ce­l e br azione so lenne ne ll a propria ch ie­sa parroc­chial e: dopo un cammino di studio, di preghiera e di sacrificìo si era raggiunto i I sacerdozio.

Ora JnlZl a - In piedi da sinistra: D. Ceirano, D. Testa, D. Gottera, D. Forestello, va la v ita nel D. Romano - seduti da sinistra: D. Geuna, D. Dao, D. 8anchio L-______________________________ ~

ministero pa­stora le.

Fui assegnato come vice-parroco prima ne lla Parrocchia di Villaretto Ba­gnolo, una parrocchia di oltre 1000 abitanti sotto la guida di un santo par­roco, Don Bianco Luigi. Questo sacerdote fu un vero padre pe r me, prete novello di appena 23 anni .

Subito feci conoscenza con la popolazione, specialmente con la gioventù: fu un tempo molto bello. Purtroppo dopo appena 4 mesi, il Vescovo mi chia­mò a lla Parrocchia centrale d i Bagnolo P iemonte. Allora era parroco Don Poetto Giuliano, che fu uffici a le degli alpini nella prima guerra mondiale, decorato con due medaglie d'arge nto a l valor militare. Anche lui continuò verso di m e l'opera di guida spirituale, affidandomi nuovi campi di lavo­ro: apost o lato tra i giovani, cantoria parrocchia le. catechismi, chierichetti, battesimi, gruppo della fil odrammatica.

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Nella Parrocchia di S. Pietro in Vincoli di Bagnolo Piemonte passai i primi d ie ci anni del mio sacerdozio; furo no anni molto belli, gli anni de ll a giovi­nezza, pien i di e ntusiasmo: a llora l'Azione Cattolica era molto fiorente. Con un folto gruppo di giovani ci trovavamo due volte a ll a settimana per la scuola d i cultura re lig iosa.

Fu in q uel tempo che fiorirono anche parecchie vocaz ioni sacerdotali: Don Priotto Michelange lo, Don Brarda Emanuele, Don Fenoglio Rocco, Don Brunofranco Filippo, Don Angelo Abello: vocazioni che nacque ro so­prattutto nel gruppo chierichetti che era molto numeroso.

C'era poi la cantori a parrocchiale, formata da molti elementi , che esegui­va come si usava allora, Messe so le nni a due-tre voci dispari e mottetti vari che rendevano più solenni le varie feste del!' an no.

Pensavo di continuare la mia attività a Bagnolo Piemonte, quando im­provvisamente nell' autunno de l 1959 fui chiamat o dal Vescovo al Semina­rio di Saluzzo.

Insegnante nei Seminari (1959-1996)

All'inizio dell'anno scolastico 1959 -1 960 il nuovo rettore del Seminario S. Agostino, Don Geuna Chiaffredo, chiese a l Vescovo che m i trasferisse da Bagnolo Piemonte in Seminario come insegnante, anche perché avevo già .9 aiutato negli studi alcuni ragazzi che poi erano entrati in Seminario.

Così iniziai il mio nuovo impiego nella scuola che sarebbe durato per oltre 37 anni, prima nel Seminario di Saluzzo, poi anche dal 1979 nel seminario di Cuneo.

Furono molto be lli anche gli a nn i dell'insegnamento, sia perché mi pia­ceva questo genere di lavoro, sia per l'ambiente giovanile del seminario ed

Professori Seminario Cuneo - 1996 (il quinto in piedi da sinistra) l'attuale Vescovo di Saluzzo

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i colleghi professori, tra cui avevo tre compagni di corso, Don Geuna che era anche rettore del Seminario S. Agostino, Don Gottero, vice-rettore che poi partì come missionario in Cameroun, Don Oao, rettore del Seminario di S. Nicola. Molto bello anche l'ambiente del Seminario di Cuneo dove mi trovai molto bene.

Intanto mentre vivevo in Seminario, il Vescovo mi aveva assegnato come vice-parroco festivo, prima nella parrocchia di S. Agostino a Saluzzo, poi a Pagno come aiutante al parroco Don Chialvo:. poi a Villanova Solaro con Don Fusero, il parroco poeta piemontese.

Anche in queste parrocchie mi trovai bene e potei fare nuove esperienze di catechesi e di oratorio.

Parroco a Rore (Sampeyre): 1971-1984 A marzo del 1971, dopo alcuni mesi di grave malattia, moriva a 53 anni

il parroco di Rore, Don Testa Celestino, il fratello che mi aveva preceduto nel sacerdozio. Era stato in tempo di guerra vice-parroco a Rossana, poi parroco a. Pratoguglielmo di Paesana fino al 1955, da allora parroco a Rore per 16 anni.

Negli ultimi mesi della sua malattia ero andato a Rore come aiutante di Don Celestino, che offriva ai Roresi dopo 15 anni di ministero, il suo ultimo

10 servizio; il più prezioso, quello della sofferenza.

Proprio per essere stato vicino a lui nella sofferenza chiesi al Vescovo di poter continuare come parroco la sua missione in mezzo ai Roresi.

Priore a S. Cristina: 1984-2009 (250 di parrocchia)

Nel maggio 1984, a seguito della morte di Don Rossi, parroco di S. Cristi­na Tarantasca, il Vescovo di Saluzzo, Mons. Fustella mi nominava a reggere questa parrocchia, anche per attendere più facilmente al compito di inse­gnante nei due Seminari di Saluzzo e di Cuneo, trovandosi tale parrocchia esattamente a metà strada tra le due città.

1110 Giugno del 1984, solennità di Pentecoste, feci l'ingresso a S. Cristina, "accolto con tanta gioia da tutti. Sono passati 25 anni dal giorno in cui sono venuto come parroco in mezzo a voi: in questo tempo abbiamo avuto modo di conoscerci, condividendo gioie e dolori.

Insieme abbiamo cercato di formare una comunità in cui si cerca di amare Dio é' di vivere uniti fra di noi: insieme abbiamo anche provveduto all'ab­bellimento e ristrutturazione della chiesa parrocchiale, per renderla sem­pre più accogliente, pulita e invitante alla preghiera.

Ricordiamo alcuni lavori più importanti realizzati anche col vostro con­tributo:

nel 1984 abbiamo sistemato i banchi, rendendoli più confortevoli , e do-

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La Chiesa di S. Cristina Taran tasca

tato la chiesa di un organo a canne che contribuisce a rendere più belle le nostre celebrazioni liturgiche;

nel 1985 si è riparato il campanile, rinnovando le strutture e l'orologio, aggiungendo quattro nuove campane in modo da poter fare un piccolo con­certo;

nel 1986 si è rinnovato il t etto e restaurata completamente la facciata della chiesa;

ne l 1987 si è restaurata la casa canonica, rinnovando il tetto, l'impianto di riscaldamento e aggiungendo nuove camere;

nel 1988 finalmente si è dato inizio ai lavori di restauro della volta e dei muri inte rni della ch iesa per risanarli dalle infiltrazioni d'acqua e dall'umi­dità; nell'ottobre di quell' anno si sono cominc iati i lavori di pittura e di de­corazione di tutta la chiesa, lavori terminati per la Pasqua del 1989. In quel­l'anno fu costruita anche la tomba della parrocchia, per ricordare i parroci ed i benefattori defunti, che serve anche come cappella per la celebrazione della Messa, specialmente nel giorno della Commemorazione dei defunti.

Intanto in questi anni si è cercato di tenere a posto la casa dell' ex-asilo, perché servisse come luogo di ritrovo per la gioventù e di catechesi per tut­ti. Si sono rifatti t e tti, la terrazza, i canali di sco lo, la tinteggiatura interna ed esterna. Si è pure provveduto un nuovo sistema di riscaldamento, una nuova recinzione dei campi da gioco.

N el 1993 si è sistemata la piazza con l'asfalto ed il porfido all'ingresso dell'as ilo. Nella chiesa si sono rinnovati negli anni seguenti l'impianto de i

Il

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microfoni e tutto l'impianto elettrico secondo le sue nuove norme.

In questi ultimi anni poi (2007) si è rifatto completamente il tetto della chiesa, si sono riparati tutti i guasti alla pittura dovuti alle infiltrazioni d'ac­qua (2009) si è anche riparato l'impianto dell'orologio e delle campane.

Tutto questo si è potuto realizzare con i lasciti di benefattori della parroc­chia e con il contributo di tutti voi, oltre tutto questo poi vi devo ringrazia­re anche per tutte le offerte con cui contribuite alle varie iniziative parroc­chiali, diocesane e mondiali: giornata del seminario} missioni} S. infanzia} lebbrosi} Quaresima di fraternità} pro terremotati, Movimento per la vita} Progetto Gemma ecc.

Di tutto questo bene vi ringrazio di cuore, anche a nome di tutti i poveri: dobbiamo avere sempre più solidarietà con chi soffre ed è p iù povero di noi. Sovente vi ripeto che sono questi i soldi meglio spesi, che rendono di più presso la l'banca di Dio" e che torneranno un giorno centuplicati.

Gli anni della sofferenza (1996-1997)

Come nella vita di ogni persona si alternano le gioie e i dolori, così giun-sero ançhe per me i giorni della sofferenza.

12 1\ 2 ottobre 1996, mentre tornavo dal Seminario di Cuneo per fare una riunione alle mamme, un violentissimo incidente automobilistico mi ferma­va all' incrocio di S. Cristina.

Persi conoscenza che non riacquistai se non 40 giorni dopo.

So che siete accorsi tutti a portare aiuto in qualche modo; con grande angoscia avete visto l'elicottero che portava all'ospedale il vostro parroco, che temevate giustamente di non vedere più tornare.

Vi ringrazio di quanto avete fatto per me in quel momento e nei giorni seguenti , soprattutto con la vostra assidua e fervente preghiera, con il ser­vizio, le visite all' ospedale.

A Natale vi scrivevo dall' ospedale: "abbiamo passato giorni di ansia, di sofferenza, di speranza, di gioia. 1\ Signore non ha voluto che ci separassi­mo per sempre".

Oltre che a voi tutti, un ringraziamento speciale vada ancora a Don Aldo Busso (ora diventato diacono) per tutto l'impegno, la generosità, la premu­ra, il servizio: ha saputo mantenere viva la parrocchia in tutto quel tempo e risvegliare in voi la speranza. 1\ Signore lo ricompensi e lo aiuti a continuare il suo cammino verso il sacerdozio.

1\ 2 febbraio 1997, festa della candelora e Giornata della Vita, ritornai a S. Cristina in mezzo a voi, dopo quattro mesi esatti dall'incidente del

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2 ottobre 1996. Sul bollettino par­rocchiale del feb­braio 1997 scrive­vo: l/Voi mi avete

accolto con tanta gioia, dopo tanti mesi di preghiere, di preoccupazioni, di ansia; anche il vostro parroco ha riVisto con gioia e commozione S. Cristina, la sua popolazione, la sua chiesa, che è un po' come la sua sposa. Dobbiamo /I ritorno dall'ospedale: 2-2-1997 davvero ringrazia- L-______________________________________________ --"

re il Signore che non solo mi ha conservato in vita, ma ha fatto sì che guarissi bene ed abba­stanza velocemente, ed ha voluto così ricomporre la nostra famiglia parroc­chiale, perché insieme lodiamo ed amiamo il Signore e ci vogliamo sempre più bene tra di noi ".

Ringrazio il Signore anche per questa parentesi di sofferenza nella mia vita, come per altre sofferenze fisiche e morali incontrate specialmente in questi ultimi anni; quando si passa attraverso queste esperienze di dolore, non solo si riesce ad appr.ezzare il grande dono della salute, ma anche àd offrire tutto al Signore in penitenza dei nostri peccati ed a capire meglio chi è nella sofferenza.

Il Parroco e la Comunità Parrocchiale

È da 25 anni che ci conosciamo, ci comprendiamo e ci amiamo; abbiamo vissuto insieme gioie e dolori, abbiamo lavorato e pregato insieme.

Nel primo bollettino parrocchiale del 1984, in cui vi porgevo il mio primo saluto, scrivevo:

CI ~ amore che avete portato ai vostri sacerdoti, l'attesa che avete anche nei miei confronti, mi conforta di venire tra voi come un fratello per vivere insieme l'esperienza della fede. Con la grazia dello Spirito Santo cresce in noi questo dono nel!' ascolto attento della Parola di Dio, nella celebrazione eucaristica e nella carità vicendevole".

Abbiamo realizzato tutto questo? Qualcosa certo è stato fatto in questa direzione e continueremo a farlo con l'aiuto di Dio.

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Purtroppo non ci sentiamo ancora tutti uniti come un solo popolo di Dio; qualche famiglia, per fortuna poche, non partecipa a ll a vita della Comunità parrocchiale; qualche persona, specialmente tra i giovani, si è dimenticata

un po' di Dio, tutti poi dobbiamo fare ancora un lungo cammino per cresce-re sempre più nella fede e nell ' amore vicendevole. .

* * * * * Giunti al termine di questa lunga chiacchierata con voi, vi ringrazio di

avere avuto la costanza di leggere tutte queste pagine.

60 anni di sacerdozio sono tanti e ancora di più (83) gli ann i della mia vita; riandare al tempo passato mi è servito a capire di più quanto il Signore ha avuto pazienza con me e mi ha voluto bene; per questo lo ringrazio an­cora con voi e gli chiedo perdono.

Ringrazio anche voi di avere avuto pazienza con m e in tutti questi anni. Vi chiedo scusa se qualche volta avessi offeso qualcuno o preso qualche iniziativa che non vi piaceva. Per parte mia mi impegnerò, per il tempo che il Signore vorrà, a spendere pe r voi il tempo che mi rimane ancora da vivere.

Lo Spirito Santo ci aiuti e ci colmi dei suoi bene!

Maria Immacolata ci protegga!

A tutti ancora, grazie!

/I Priore: Don Angelo Tes ta

Incontro con il Papa Paolo VI

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I Parroci di S. Cristina La nostra parrocchia fu costituita nel

1921; per questo nel 1996 abbiamo ce­lebrato i 75 anni della sua fondazione.

Prima del 1921 la Chiesa di S. Cristi­na era una semplice cappellania alle dipendenze della parrocchia di Taran­tasca, per cui a S. Cristina non si fa­cevano né i battesimi, né i matrimoni , né le sepolture, perciò i relativi registri in iziano solo dal 1921.

Don Castelli Giovanni: 1921- 1951

Don Giorsetti Luigi: 1958 - 1981

La Chiesa di S. Cristina esiste già da almeno 200 anni, perché c'é un docu­mento che attesta che i massari, sta­vano già allora organizzando la festa patronale.

Il 25 settembre 1921 per richiesta di Mons. Oberti , vescovo di Saluzzo, si ottenne con regio decreto l'assenso all'erezione della nuova Parrocchia di S. Cristina di Tarantasca.

Dal 1921 al 1999 i parroci sono stati cinque:

Don Pansa Chiaffredo: 1951 - 1958

Don Rossi Giuseppe: 1981 - 1984

Don Testa Angelo: 1984 - (2009)

Preghiamo il Signore perché tenga sempre viva e unita la nostra Comunità Parroc­chiale e ricompensi i parroci per quanto hanno fatto come pastori di S. Cristina.

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