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1 Comunità. Reg Tribunale di Trento n° 9/2010 di data 16/06/2010 Prop. e Direttore: Mario Magnani, Sede: Gruppo Consigliare Misto via Manci 22 Direttore Responsabile: Claudio Rensi, n° 104150 - Stampa: Rotooffset Paganella, Trento Cari cittadini, se la crisi politica del nostro Paese non occupasse le prime pa- gine di tutti i quotidiani nazionali e stranieri, aumentando le preoccu- pazioni quotidiane di tutti gli ita- liani e di tutti noi, avrei volentieri evitato di iniziare questo nuovo numero di “Comunità” parlando di un’amara realtà che è sotto gli occhi di tutti. Una debacle, quella - te ogni giorno sul disorientamento - dini, confusi dall’assenza totale di riferimenti, non solo politici, ma – peggio – etici e morali. In questo contesto di degra- do e di rapido declino dei costumi, oltre che delle idee e delle linee programmatiche, poche settima- ne fa i trentini sono stati chiamati alle urne per eleggere i loro rap- presentanti al vertice delle neonate Comunità di Valle. A vincere non sono stati questo o quel candidato, ma l’astensionismo. I seggi, qua- si disertati, sono stati un chiaro segnale di allarme, non tanto – o non solo – per la riforma istituzio- nale e il cambiamento imposto al territorio anche in un’ottica di ri- organizzazione delle risorse, ma un allarme nei confronti della vita civile, delle istituzioni, della clas- se che dovrebbe rappresentare le esigenze della collettività. Manca- re a questo appuntamento – forse troppo a lungo ignorato anche dal mondo dell’informazione, che, non è entrata davvero nel vivo, ha seguito a spizzichi e bocconi la na- scita del progetto Comunità di Val- di una bella scrollata di spalle, un “me ne frego” collettivo. Forse un sano mea culpa do- vrebbero farselo in molti, anche a livello locale. Per esempio, chie- dendosi quanto hanno realmen- te coinvolto la popolazione in un cambiamento che la dovrebbe in- teressare da vicino e quanto è stato fatto per far comprendere che l’ele- zione dei presidenti di Comunità in via diretta può realmente incidere sulla vita del territorio e dare una responsabilità diffusa, portando le decisioni più vicine ai cittadini. Tant’è – di chiunque sia la La crisi politica del nostro Paese Auguri di Buon Natale e sereno 2011 SECONDA edizione.indd 1 30/11/2010 10.43.42

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Comunità - numero 2-2010

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Comunità. Reg Tribunale di Trento n° 9/2010 di data 16/06/2010Prop. e Direttore: Mario Magnani, Sede: Gruppo Consigliare Misto via Manci 22Direttore Responsabile: Claudio Rensi, n° 104150 - Stampa: Rotooffset Paganella, Trento

Cari cittadini, se la crisi politica del nostro

Paese non occupasse le prime pa-gine di tutti i quotidiani nazionali e stranieri, aumentando le preoccu-pazioni quotidiane di tutti gli ita-liani e di tutti noi, avrei volentieri evitato di iniziare questo nuovo numero di “Comunità” parlando di un’amara realtà che è sotto gli occhi di tutti. Una debacle, quella

-te ogni giorno sul disorientamento

-dini, confusi dall’assenza totale di riferimenti, non solo politici, ma – peggio – etici e morali.

In questo contesto di degra-do e di rapido declino dei costumi, oltre che delle idee e delle linee programmatiche, poche settima-ne fa i trentini sono stati chiamati alle urne per eleggere i loro rap-presentanti al vertice delle neonate Comunità di Valle. A vincere non sono stati questo o quel candidato, ma l’astensionismo. I seggi, qua-si disertati, sono stati un chiaro segnale di allarme, non tanto – o non solo – per la riforma istituzio-nale e il cambiamento imposto al territorio anche in un’ottica di ri-

organizzazione delle risorse, ma un allarme nei confronti della vita civile, delle istituzioni, della clas-se che dovrebbe rappresentare le esigenze della collettività. Manca-re a questo appuntamento – forse troppo a lungo ignorato anche dal mondo dell’informazione, che,

non è entrata davvero nel vivo, ha seguito a spizzichi e bocconi la na-scita del progetto Comunità di Val-

di una bella scrollata di spalle, un “me ne frego” collettivo.

Forse un sano mea culpa do-vrebbero farselo in molti, anche a livello locale. Per esempio, chie-dendosi quanto hanno realmen-te coinvolto la popolazione in un cambiamento che la dovrebbe in-teressare da vicino e quanto è stato fatto per far comprendere che l’ele-zione dei presidenti di Comunità in via diretta può realmente incidere sulla vita del territorio e dare una responsabilità diffusa, portando le decisioni più vicine ai cittadini.

Tant’è – di chiunque sia la

La crisi politica del nostro Paese

Auguri di Buon Natale e sereno 2011

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secondaria – resta l’amaro dato di fatto: meno della metà degli aventi diritto al voto si è presentato all’ap-puntamento del 24 ottobre. Un dato inconfutabile, come inconfu-tabile è stata la delusione di molti. Non era mai accaduto in Trentino! Non il misero 44% di votanti, ma quel messaggio di disinteresse ur-lato tanto dai giovani, quanto dagli adulti e dagli anziani, che questo Trentino lo portano nel cuore da decenni e che ora sembrano aver issato bandiera bianca, rinuncian-do al loro diritto ad esprimere una preferenza, un’opinione, una presa di posizione, una scelta.

A mio avviso, ciò che non è -

to alle Comunità di Valle, ovvero un baluardo a difesa del territorio,

isolare la comunità dai territori cir-costanti, ma per valorizzarne le pe-culiarità, tutelarne le tradizioni e la storia e difenderne le esigenze. Un ruolo, questo, che mi riporta alla mente un’altra realtà ingiustamente presa di mira negli ultimi tempi: le

nostre A.S.U.C.. Le “Amministra-zioni Separate degli Usi Civici”, una su tutte quella di Lona Lases, si sono viste attaccate anche dalla

Vescovi, che nella sua relazione - di fronte all’uditorio dell’affollata assemblea annuale - non ha fatto mancare critiche alle A.S.U.C., così come al progetto Comunità di Valle. Nel primo caso il casus belli affonda le radici nell’annosa que-

secondo caso il dissenso nasceva dal numero degli amministratori richiesti dalla frammentazione del territorio Trentino.

L’unico vero rischio che intravvedo, invece, è quello che troppi livelli di istituzioni possa-no rafforzare – come è giusto – il dialogo, ma rallentare il processo decisionale. “Tante parole, pochi fatti” è, da sempre, il male peggio-re del nostro Paese e questi, inve-ce, sono tempi in cui è necessario e urgente rimboccarsi le maniche e fare, decidere, cambiare. Cambiare partendo dal basso, dalle necessità della gente, dai bisogni del territo-rio.

E qui nasce un’esigenza po-litico - amministrativa di cui sono convinto sostenitore: quella di coinvolgere i cittadini partendo dal basso, attuando quindi la sussidia-

livello superiore ciò che può fare il livello inferiore”. E’ un modo diverso di concepire la politica, che serve ad avvicinare i cittadini ai diversi livelli di responsabilità, partendo dalla conoscenza e dalla soluzione dei problemi concre-

ti e quotidiani delle persone, cioè dall’amministrazione. Con questo

risorsa, un modo anche per recu-perare il disinteresse e l’astensio-nismo.

Un progetto, quasi una ne-cessità di coinvolgere tutti i ter-ritori, i cittadini, i comuni e della cui bontà e riuscita è francamente

-

il Trentino di domani deve essere chi sa amministrare e quindi go-vernare, che dialoghi con i rap-presentanti di tutte le esperienze amministrative nate sul territorio, nei piccoli, medi e grandi comuni, dando così la certezza ai cittadini che le loro istanze troveranno ve-ramente ascolto ed accoglimento a livello provinciale. Ciascuno sarà effettivamente rappresentato: cia-scun territorio, ma anche ciascun cittadino che si riconosce nella li-sta del suo paese dovrebbe avere un collegamento provinciale.

Dobbiamo recuperare i veri principi della democrazia con una novità fondamentale: quella della condivisione delle linee program-matiche e degli obiettivi a tutti i livelli. Non chiusure e solo inte-ressi locali, ma la ricchezza delle differenze declinate in un progetto politico comune che metta in rete le esperienze per governare i ter-ritori.

Ecco, allora, che i valori an-tichi, ma sempre attuali, immessi nelle leggi daranno una spinta nuo-va e convincente a chi le deve ap-plicare. Cambiamenti “importan-ti”, come la raccolta differenziata,

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diventeranno un obiettivo comune alla cittadinanza senza bisogno di imposizioni, controlli serrati, mi-

-ti, guerre intestine per palleggiarsi,

bollente dell’inceneritore e, in ogni caso, ritrovarsi con le discariche al collasso ed un impianto che, come deciso, verrà fatto comunque.

Se vogliamo che il Trentino sia davvero ogni giorno, in ogni angolo, come quello che “vendia-mo” nelle pubblicità per attrarre i turisti – un’isola verde, pulita e accogliente, quasi “una perla” nel contesto italiano – non serve altro che ascoltare e coinvolgere tutto il territorio e cercare dal basso, con gli amministratori, le istanze a cui dare poi risposta unitaria e sinergi-ca a livello provinciale.

disoccupati aumentano ed i giova-ni faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro. Le famiglie raccolgo-no al loro interno tutti i problemi, contribuendo a risolverli, e non

-

le leggi in discussione (famiglia, -

sa migliorare la qualità della vita dei trentini. Lo strumento dell’Au-tonomia, che dobbiamo difendere ogni giorno, ci aiuterà in questa

Mario MagnaniConsigliere Provinciale

Proposta di MozioneDisciplina dell’Assistenza odontoiatrica in provincia di Trento

PProposta di MMozioneDDisciplinna dell’AAssistenzaa odontooiatrica inn pprovinciaa di Trennto

L’art. 2 della legge pro-

n. 22 “Disciplina dell’Assistenza odontoiatrica in provincia di Tren-to” sottolinea come, nell’ambito dell’attività di promozione della salute e di prevenzione delle malat-tie assicurata dal servizio sanitario provinciale, la Provincia riconosca carattere prioritario alla prevenzio-ne e alla cura precoce delle malat-tie dentarie a favore dei soggetti in età infantile ed evolutiva.

Le recenti polemiche apparse sulla stampa locale e le ancor più recenti interrogazioni presentate da

-ziamento della legge, rischiano di porre in ombra la volontà del legi-slatore laddove, nell’articolo 2 del-la legge, enfatizzando il ruolo della prevenzione, riversa il maggior in-teresse per una sanità pubblica for-temente orientata in tale direzione.

La scelta del legislatore era supportata dall’evidenza che l’as-sistenza odontoiatrica rappresenta il settore cui il Servizio Sanitario

-mente dedicato un impegno limi-tato, malgrado le molteplici im-plicazioni di carattere sanitario e sociale collegate a questo tipo di assistenza.

Impegno limitato, non per -

ziamento di una domanda sempre maggiore pone il problema della sostenibilità di qualsiasi intervento in ambito odontoiatrico. La pre-venzione, avendo come oggetto l’individuazione di modalità ope-rative volte a ridurre l’incidenza delle malattie, è la modalità che, unica, sembra in grado di garanti-

pubblico ed una sostenibilità eco-nomica a medio periodo.

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a dare piena attuazione alla legge provinciale del 12 dicembre 2007,

-sa e rafforzando il ruolo del pubblico nella prevenzione odontoia-trica, in attuazione di quanto previsto dall’art. 6 della l.p. n. 22 del 2007 - in modo particolare per quanto riguarda la prevenzione

direttive da recepire con ulteriori deliberazioni nell’anno 2011;

a rafforzare il confronto con la “C.A.O.” (Commissione dell’Albo -

re una migliore collaborazione tra pubblico e privato, in partico-lare per l’età evolutiva, consentendo al pubblico un monitorag-gio costante della salute orale di tutta la popolazione pediatrica; a mettere in atto i controlli e la vigilanza prevista dalla D.G.P. n. 1.886/2008 e a presentare annualmente al Consiglio provinciale la relazione prevista dall’art. 8 della legge provinciale n. 2 del 2007.

Il Consiglio provinciale impegna la Giunta

Tale prospettiva, il ruolo e l’impegno della odontoiatria pub-blica devono rappresentare l’inte-resse prioritario nella programma-zione sanitaria provinciale e non possono essere messe in secondo piano rispetto ad una odontoiatria convenzionata o indiretta la cui governance non può essere assicu-rata.

Nell’ottica di dare applica-zione al sopracitato art. 2, la Giun-ta provinciale ha emanato, nel cor-

proprie deliberazioni volte a darne

A tale riguardo le delibera-zioni della Giunta provinciale per l’attuazione della legge, per l’anno

-chiamato, come prioritario, l’in-tervento di prevenzione per l’età evolutiva, individuando l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanita-ri quale unico soggetto erogatore delle prestazioni per quest’area.

A voler sottolineare la volon-tà di dare piena attuazione al ruo-lo prioritario assegnato alla pre-venzione, la Giunta provinciale, mediante propria deliberazione n.

-visto l’assegnazione all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di un Odontoiatra da destinare pre-valentemente alle attività connesse con lo sviluppo della prevenzione primaria.

attuazione alla legge provinciale n.

-le, mediante propria deliberazione

previsto il potenziamento dell’as-sistenza odontoiatrica erogata dalle strutture dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari sul territorio.

Allo scopo di dare concretez-za a tale potenziamento, le delibere

-latoriale a tempo indeterminato per la specialità di odontoiatria, e la n.

assegna all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari un importo

-nato al potenziamento della rete di

ambulatori pubblici per l’assisten-za odontoiatrica presso gli ospeda-li e i distretti della Provincia.

Tenuto, altresì, conto della necessità di dare operatività com-pleta alla legge e alle deliberazio-ni sopra citate, per ottemperare agli obiettivi di tutela della salute odontoiatrica di tutti i cittadini, in particolare di quelli con scarsa ca-pacità economica.

Considerato, inoltre, che, -

promettere il miglioramento del servizio odontoiatrico pubblico - in modo particolare per quanto riguarda la prevenzione – e tenuto conto che quanto deliberato non è stato attuato,

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Relazione al Consiglio Provinciale sulla situazione delle norme di attuazione all’esame della Commis-sione paritetica dei dodici

Di seguito si riporta l’elenco delle norme di attuazione all’esa-me della Commissione paritetica

dello statuto Speciale per il Trenti-no-Alto Adige, con la descrizione dei contenuti principali.

La proposta di norma di at-tuazione abilita la Provincia a disciplinare con legge i criteri e modalità di accertamento della co-noscenza della lingua e della cul-tura ladina, mochena e di quella

delle forme di tutela delle mino-ranze linguistiche previste dalla medesime norme di attuazione. La

rendere più funzionale il predetto accertamento oggi regolato in det-taglio in norma di attuazione.

Approvata dalla Commis-sione ed all’esame per il varo de-

Ministri.

-pletamento del riordino della me-dicina penitenziaria ha previsto il trasferimento al servizio sanitario nazionale di tutte le funzioni sani-tarie svolte dall’amministrazione penitenziaria, per le regioni a sta-tuto speciale il trasferimento deve avvenire con norme di attuazione.

Con la norma di attuazione proposta si completano le compe-tenze della Provincia in materia di tutela della salute, prevedendo il trasferimento alle Province delle funzioni dello Stato relative all’as-sistenza sanitaria ai detenuti e agli internati negli istituti penitenziari, compreso il personale che attual-mente svolge tali funzioni.

La proposta prevede forme di coordinamento tra servizi sani-tari e amministrazione penitenzia-ria, ferme le competenze in capo agli organi statali in materia di si-curezza all’interno delle strutture

persegue l’obiettivo del migliora-mento della situazione carceraria trentina ed altoatesina mediante la ricerca di sinergie fra le Province autonome e lo Stato, razionaliz-zando ed ottimizzando le risorse attualmente messe a disposizione dagli Enti predetti.

Approvata dalla Commis-sione ed all’esame per il varo de-

Ministri.

La norma prevede il supera-mento del controllo preventivo di legittimità sugli atti nonché la pre-visione della possibile integrazio-

Tutela delle popolazioni

della provincia di Trento

Tuteela ddelle poopolaazionii

dellaa provinciia di TrenttoDisposizioni in materia di assistenza sanitaria ai de-tenuti e agli internati negli istituti penitenziari

DDispoosiziooni iin materiia di aassisstenzaa sannitariia aii de-ttenutti e aagli innternnati nnegli iistituuti pennitennziarii

Controllo della corte dei contiControlloo dellla cortedei cconti

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ne della sezione di controllo con un componente individuato da ciascu-na Provincia coerentemente con quanto stabilito dal nuovo titolo V

successivamente attuato dall’arti-

n. 131 (Disposizioni per l’adegua-mento dell’ordinamento della Re-

che ha delineato il nuovo sistema dei controlli della Corte dei Conti nei confronti di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.

La norma proposta inoltre

al titolo VI dello Statuto speciale di autonomia, approvate secondo

dello stesso dalla legge 23 dicem-

--

le, ponendo in capo alle Province il controllo sulla gestione e la vi-

pubblica relativamente agli enti lo-cali, ai propri enti e organismi stru-mentali, alle aziende sanitarie, alle università non statali, alle Camere di commercio e agli altri enti o or-ganismi ad ordinamento regionale

in via ordinaria.

Approvata dalla Commissio-ne ed all’esame della Presidenza del Consiglio dei Ministri

La proposta di norma di at--

ramento della funzionalità degli

giustizia amministrativa di Trento, mediante delega alla Provincia au-tonoma di Trento delle funzioni ri-guardanti l’attività di supporto or-ganizzativo e strumentale a favore della Sezione di Trento del TRGA.

Tali funzioni consentono la stabilizzazione in capo alla Provin-cia dell’attività di competenza del personale tecnico amministrativo assegnato al predetto Tribunale, ivi compreso il segretario genera-le, nonché delle spese di funzio-namento del medesimo Tribunale, escluse le spese per il personale di magistratura.

Il TRGA di Trento ha dovu-

-

di coprire i posti del personale di segreteria mediante comando di dipendenti di ruolo provenienti da enti diversi (Province autonome, Regione, Enti locali e successiva-

-

zione di generale provvisorietà è ancora in essere. Si prevede che il personale ad oggi in posizione di comando presso il TRGA pos-sa richiedere l’inquadramento nel ruolo del personale della Provincia con l’assenso da parte dell’Ammi-nistrazione di appartenenza.

Approvata dalla Commissio-ne ed inviata per l’ultimo parere alla Presidenza del Consiglio di

-vo varo da parte del Consiglio dei Ministri

Con la norma di attuazione proposta si completano le compe-

Disposizioni in materia di personale tecnico ammini-strativo del TRGA di Trento

DDispoosiziooni inn maateriaa di ppersoonale tecnnico ammmini-sstratiivo deel TRRGA ddi Treento

Delega delle funzioni dello DDelegga deelle ffunziooni ddello

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Lettera a Magnanitenze delle Province autonome in materia archivistica.

Già con le norme di attuazio---

grate le competenze delle Province in materia tutela e conservazione degli archivi attraverso il trasferi-mento alla Provincia di Trento del-le funzioni relative alla custodia e alla manutenzione di archivi e di una notevole serie di documenti e di archivi conservati presso l’ar-chivio di Stato di Trento, ritenuti di interesse provinciale.

Con la norma di attuazione in esame si propone completare le competenze della Province in materia archivistica con la sop-pressione dell’archivio di Stato di Trento e di Bolzano e la delega alle Province delle relative funzioni per il relativo territorio. La norma prevede il trasferimento alle Pro-vince degli archivi e dei documenti conservati nell’archivio di Stato ai

-zione attraverso l’individuazione effettuata d’intesa con l’ammini-strazione archivistica dello Stato.

Caro Magnani,

seguo sempre con interesse gli avvicendamenti politici della politica provinciale

piccolo periodico, di aprire un sito internet e di aggiornare i cittadini – con co-

stanza ma senza troppi fronzoli – sulle questioni di maggiore attualità. Iniziative

comincia l’azione.

Vengo al punto: i giovani. Lei parla bene, i nostri ragazzi sono lontani

anni luce dalla politica. Bisogna riavvicinare i giovani alla vita del territorio e

farli sentire partecipi di una cittadinanza attiva sia per una loro consapevolezza,

sia per dare nuova e necessaria linfa alla classe politica locale. Insomma: largo

politica da decenni e i nomi sono sempre gli stessi, legislatura dopo legislatura.

-

zioni vuole ancora togliersi? Quale ruolo vorrebbe avere nel Trentino del futuro?

-

Cari saluti,

Giovanni, Cles

Caro Giovanni,

questa sua lettera da un lato mi lusinga, dall’altro mi spinge a mettere

nero su bianco un paio di considerazioni. La prima riguarda un interrogativo che

aleggia nella sua lettera ma che, forse per pudore o educazione, non ha messo per

iscritto. Ovvero: caro Magnani, non ti sei un po’ stancato di fare politica? Oppu-

re: cosa pensi di poter dare ancora al Trentino? E qui, caro Giovanni, mi sento

di poter affermare con convinzione che se è vero – e io per primo ho sollevato

il tema – che il territorio ha bisogno di nuove forze giovani, è pur vero che non

esiste futuro senza storia e senza memoria del passato. Non si può sostituire tutta

la classe politica e ripartire da zero solo con i giovani che, per quanto volenterosi,

hanno bisogno di punti di riferimento credibili. Vorrei, invece, coinvolgerli valo-

rizzandoli, considerando il loro impegno una risorsa per il nostro futuro. Bisogna

attivare un collegamento continuo di informazione contribuendo così ad un rin-

novamento del modo di fare politica spiegando le ragioni profonde che sono alla

base di chi si occupa di pubblica amministrazione.In questo senso penso di poter

dire con il massimo della modestia e dell’onestà intellettuale di aver maturato

giustamente, suggeriva.

Cordiali saluti,

Mario Magnani

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Quale sanità per i trentini?Intervento del Consigliere Provinciale Mario Magnani

“Signor Presidente, colle-ghi, anch’io voglio esprimere la soddisfazione perché si arriva oggi a discutere in quest’Aula il

la riforma della sanità in Trenti-no, che ad oggi risulta disciplina-

anni dopo, riusciamo a discutere una legge di riforma della sanità, con un lavoro intenso, che ci ha portato, come diceva prima anche l’assessore Rossi, che ringrazio. Di sanità a livello nazionale, e n’è parlato, se ne parla per da sempre, ogni Governo ci aggiunge qualco-

-gionare su quale sanità vogliamo in futuro per il Trentino. Volevo sottolineare perché si fa una rifor-ma sanitaria a sedici anni da un’al-tra in Trentino. Alcune ragioni le ha già illustrate l’Assessore, ma credo che, in una società in forte evoluzione, assistiamo ad un au-mento sempre crescente di bisogni e di richieste di salute che per loro natura interrogano i responsabi-li della cosa pubblica e che sono determinate dall’aumento delle malattie cronico-degenerative - questa è una conseguenza eviden-temente dell’allungamento della vita media - dallo sviluppo tecno-logico per la diagnosi e per la te-rapia, dal ricorso sempre maggio-re alla medicina preventiva e dalla giusta e doverosa attenzione che

i cittadini ripongono sulla qualità della vita (questo è un tema ricor-rente e sempre più importante per

Compito, quindi, della poli-tica è, in questa circostanza, saper prevedere i bisogni, individuare gli obiettivi, stanziare le risorse necessarie a garantire, attraverso modelli organizzativi adeguati,

-

dei servizi e dall’universalità delle prestazioni, in una parola, dall’e-quità sociale.

Se vogliamo fare una bre-

è stato approvato il primo testo di riforma della sanità in Trentino dalla Giunta provinciale che, poi, non è approdato all’Aula nella le-gislatura nella quale io ricoprivo il ruolo di Assessore alla Salute. Nella scorsa legislatura ne è stato

dall’assessore Andreolli. Uno suc-

-

-sta legislatura l’esperienza mi ha portato a presentare - il 22 aprile

-la sanità che ha avuto il merito di trascinare, da una parte, la reazio-ne e lo stimolo alla Giunta, che poi è arrivata con il suo testo di legge, e abbiamo aspettato che la Giunta approfondisse questi aspet-

-ta la mia esperienza, il mio modo di vedere la riforma della sanità - dettata dall’evolversi delle pro-blematiche in questi anni -, poteva avere condivisione da parte di chi è più tecnico di me. L’altro obiet-tivo, l’altro aspetto che mi ponevo, dopo l’esperienza di due legislatu-re andate a vuoto, è questo: se noi parliamo di sanità all’inizio della legislatura, concludiamo positi-vamente, come avviene in questo

della legislatura, quando i pensieri dei consiglieri sono più rivolti ad altri obiettivi rispetto ai contenuti stessi di una legge di riforma del sistema sanitario che è molto im-portante per i cittadini, per la sa-lute dei cittadini e per tutto, credo che non riusciamo a cogliere l’o-biettivo con lucidità, essenzialità e capacità di dare risposte concrete ai cittadini.

Per questo dico che sono soddisfatto che l’esito della presen-tazione del mio disegno di legge

presentazione del disegno di legge della Giunta provinciale e a febbra-io quello del consigliere Morandi-ni e poi sono stati presentati i dise-gni di legge Bombarda che hanno

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completato il quadro e, leggendo i disegni di legge, sostanzialmente, si capiva che avevamo un modo abbastanza unitario, abbastanza condiviso di vedere la sanità in Trentino. Infatti, nessuno ha mes-so in discussione l’Azienda unica provinciale, nessuno ha messo in discussione l’impostazione base di

dell’erogazione dei servizi sanitari all’interno della nostra provincia. Quindi, credo che questi disegni di legge avevano poche differen-ziazioni e, per questo motivo, si è

-di, il mio disegno di legge voleva avere una continuità, migliorando i testi precedenti, tenendo presente anche gli elementi che potevano in qualche modo innovare l’impianto della sanità trentina. E questo si è potuto fare con un costante con-fronto con i cittadini, con gli ope-ratori sanitari, con le associazioni, con gli enti, con chi, in effetti, ogni giorno ha bisogno di questi servizi. Con il contributo di molti, credo

oggi in Aula sia un buon lavoro. Abbiamo accelerato i tempi

in questo modo. Siamo, all’inizio di questa legislatura, in Aula a di-scutere e ad approvare un disegno di legge di riforma della sanità in Trentino che era una delle riforme che mancava nel panorama di que-sta maggioranza di governo delle ultime tre legislature.

Credo, quindi, che con que-sta riforma sia possibile fare scelte strategiche, non scelte puntiformi come siamo stati costretti a fare nelle legislature precedenti, non avendo strumenti programmatori legislativi organici, ma interve-nendo sui singoli problemi. Quin-di, l’iter in Commissione, in dieci

realtà udite, è stata l’occasione di un approfondimento. I commissari lo sanno, abbiamo ascoltato tutti e voglio dire grazie, quindi, ai pre-sentatori, ai commissari, ai fun-zionari sia della Commissione che dell’Assessorato, per questa capa-

cità di ascolto e per questo sforzo nel cercare di fare sintesi di quello che si ascoltava e, quindi, del risul-

Le carenze, le critiche e le proposte che si sono avute in questi anni si traducono in alcuni obiettivi:

Sembra una contraddizione in que-sti anni, ma più politica sanitaria

ne parla in Consiglio, vuol dire che

della Provincia e il ruolo dell’A-zienda sanitaria. Il ruolo della Pro-vincia è un ruolo di programma-

promozione della salute - mi augu-ro, caro Assessore, che sul piano della salute dei cittadini già si la-vori in Assessorato! - perché, se il piano della salute dei cittadini - e lo stiamo dicendo da due legisla-ture - deve avere la durata di una legislatura, bisogna approvarlo all’inizio della legislatura. Quindi,

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siccome questo è già nel disegno di legge, mi auguro che da qui a sei mesi arrivi il piano e, siccome questo non verrà più in Aula per l’approvazione, ma sarà oggetto di grande dibattito, mi auguro che l’Assessore stia già lavorando a questo e che, nel giro di sei mesi, si possa approvare il piano della sa-lute dei cittadini in modo da avere una programmazione che valga per questa legislatura. Se lo presentia-

-mo male. È un consiglio, ma sono

-rando al piano.

Quindi, questo ruolo di pro-grammazione della Provincia cre-do vada ripreso.

-to. Abbiamo detto che abbiamo bi-sogno che le comunità locali par-tecipino ed ecco il Consiglio per la salute nelle comunità locali, la Conferenza dei consigli della salu-te. Quindi, le occasioni, se i territo-ri vorranno, ci sono. Anche su que-sto c’è molto da dire, perché anche

per il passato c’era questa possibi-lità, ma molte volte gli enti loca-li - e qui è evidente che la riforma istituzionale porterà qualcosa di nuovo, mi auguro - si interessava-no di sanità o di politiche sociali solo quando c’era qualche proble-ma e non in modo continuativo per costruire la programmazione sani-taria e le politiche sociali.

Altra istituzione importante che è maturata negli anni, il Con-siglio Sanitario Provinciale, che non ha mai funzionato con l’o-biettivo che ci eravamo dati all’i-nizio: avrebbe dovuto coinvolgere gli operatori sanitari non in senso sindacale, ma come organo di con-

con la mente sgombra da interes-si sindacali, per poter consigliare, suggerire e compartecipare alla programmazione sanitaria della sanità trentina, così come i cittadi-ni e le associazioni. C’è inoltre la Consulta provinciale per la salute,

risultati. Il Comitato di Indirizzo

e di Valutazione che era presente

legge: si è passati, con l’articolo 14 del testo unico - questo sentendo e prendendo anche a spunto quello che diceva il consigliere Moran-dini – all’Osservatorio per la sa-

E’ infatti nodale avere all’interno della sanità, in un Assessorato, un comitato che sia formato da esperti e che riesca a suggerire e a parteci-pare alla programmazione, ma ciò

-to programmato, se gli obiettivi, se il piano della salute dei cittadi-ni è stato attuato principalmente sotto gli aspetti tecnico-operativi. Questo è l’elemento di maggiore novità all’interno della legge di ri-

alcuni apparati e dell’assetto orga-nizzativo. Quindi, più controllo dei risultati raggiunti.

diciamo “meno verticismo e più gestione collegiale”. Questa col-legialità si è recuperata attraverso il consiglio di direzione che è un organo più democratico, quindi un organo che, certo, mantiene le responsabilità in capo al direttore generale, ma abbiamo un direttore amministrativo, un direttore sani-tario, un direttore socio-sanitario

raccordare la sanità e le politiche sociali.

Ci sono poi i dipartimenti. I dipartimenti che, per poter funzio-nare, devono essere dipartimenti democratici, nei quali i responsa-bili delle singole unità operative e

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del capo dipartimento che, certo, è nominato dal direttore generale, però deve essere riconosciuto nel-la sua autorevolezza se vogliamo che funzioni su tutto il territorio provinciale, facendo funzionare quell’ unità operativa provincia-le, che evidentemente è la mes-sa in rete di tutti gli ospedali che esistono in Trentino, cercando in qualche modo di dare una mission ad ogni struttura ospedaliera e, in qualche modo, riportare il tutto, nella centralità del nuovo ospedale del Trentino, che attualmente è il Santa Chiara, in questa rete ospe-daliera, che ha un suo direttore del servizio ospedaliero.

-zione, una maggiore partecipazio-ne degli operatori socio-sanitari, perché abbiamo detto che, se non c’è il coinvolgimento degli opera-

il consiglio sanitario provinciale, che è formato da operatori sanita-ri, dà un suggerimento alla Giunta che mette nella programmazione una determinata scelta, non po-tranno, poi, gli stessi operatori op-porsi a quella determinata scelta perché hanno compartecipato alla scelta. E qui mi riferisco anche alla razionalizzazione dei punti nascita com’è stata fatta per il passato: se si fosse utilizzato questo metodo, sarebbe stato più facile trovare la condivisione.

-nitaria. Su questo tutti i disegni di legge hanno avuto un grande mi-glioramento dalle audizioni. Ab-biamo sentito gli enti locali, la co-

operazione, le cooperative sociali e vari enti, dai quali è emerso con chiarezza che va creato un grande raccordo con la legge 13 sulle po-litiche sociali e in questo credo che giocherà un ruolo fondamentale la comunità di valle.

la Provincia dava all’Azienda spa-riscono, per fortuna, perchè se ri-usciamo a fare il piano sanitario, quindi dare all’Azienda quella pro-grammazione di legislatura per la quale l’Azienda ha gli obiettivi ad ampio raggio e può programmare per più anni, ma la Giunta può sempre dare obiettivi all’Azienda, i quali, però, diventano facoltativi ed in caso di necessità.

Oltre a questo, un altro ele-mento sicuramente importante, ma che non trova l’Azienda e la sanità all’anno zero, è l’introduzione del-la sanità elettronica, cioè la cartella clinica digitalizzata. Qualsiasi me-dico dell’Azienda sanitaria, con il codice, con la tessera del paziente, può effettivamente ricostruire la storia del paziente stesso e, quin-di, intervenire in modo appropria-to rispetto ai problemi. Credo che questo sia un altro passo avanti im-portante di modernizzazione della sanità in base alle nuove tecnolo-gie.

L’altro aspetto importante è la camera conciliativa. Se ne parla da anni e siamo partiti negli anni

state fatte delle ricerche e degli studi, è stato discusso in quest’Au-

all’interno della legge. Questo po-trà dare una mano sia ai professio-

nisti che ai cittadini. Altro punto da sottolineare è

la gestione delle liste d’attesa che è stata inserita in questo disegno di legge. Credo che questo sia il tema di tutte le sanità del mondo. Gestire le liste d’attesa è il tema della sanità. Allora, siccome que-

rendiamocene conto, e siccome è

su questo dobbiamo anche par-lare in modo chiaro ai cittadini: questo problema si gestisce lavo-rando sull’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, quindi lavo-rando sulle priorità delle urgenze, i famosi RAO, per capirci, e lavo-rando sul governo della domanda delle prestazioni sanitarie, perché

delle prestazioni sanitarie richieste sono inutili, anzi, dannose. Allora, credo che in questo sia fondamen-tale la riforma della medicina del territorio, la riforma della medici-na di base, la riforma della medici-na dei pediatri di base e della con-

sia la presa in carico del cittadino e del paziente, ci sia la continuità di cura. E qui vorrei fare una digres-sione proprio per voler sottolineare la presa in carico. Vorrei citare un libro di Tiziano Terzani dal titolo “Un altro giro di giostra”, non so se l’avete letto, che fa riferimento al rapporto umano medico-pazien-te, all’umanizzazione della sanità e qui introduciamo il tema delle medicine complementari. Dico questo perché lui, appena saputo della diagnosi di cancro, dice “mi sentivo un animale ferito. Non sa-

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pevo se ritirarmi in una tana e star lì fermo e non muovermi più, op-pure innanzitutto scegliere dove curarmi e, in particolare, come curarmi. Chemioterapia, radiotera-pia, chirurgia con tutte le loro – si dice – devastanti conseguenze non sono più le sole alternative, anzi, oggi, che tutto è messo in discus-

-le è visto con sospetto, che ogni autorità ha perso prestigio e che ognuno si sente in diritto – lui dice – senza alcun ritegno di giudicare tutto e tutti, è diventato sempre più di moda dir male della medicina classica e un gran bene di quella alternativa, nomi, se non altro, suonano più attraenti: la ayurve-dica, la pranoterapia, agopuntu-ra, yoga, omeopatia, erbe cinesi e,

no. C’è sempre un sentito dire, una persona di cui qualcuno racconta, una storia che sembra essere fatta apposta per essere creduta e dare speranza in una di queste sempre più numerose cure. Non le presi sul serio neanche per un attimo”. Quindi è il tema del prendersi in

nella cura e in chi la somministra è un fattore importantissimo”. Direi che questo è fondamentale nel pro-cesso di guarigione.

Ancora, scrive: “L’approc--

vo scelto faceva sì che il mio pro-blema di salute fosse più o meno quello di un’automobile guasta che, assolutamente indifferente alla prospettiva di essere rottama-

meccanico e non il problema di una

persona che, coscientemente con tutta la sua volontà, intende essere riparata e rimessa in marcia. A me, come persona, infatti, i bravi me-dici aggiustatori chiedevano poco o nulla: bastava che il mio corpo fosse presente agli appuntamenti

-lo ai vari trattamenti. Più stavo con la scienza e la ragione, più mi cre-sceva dentro la curiosità per la ma-gia e la follia delle alternative che avevo scartato all’inizio, non certo perché credessi di aver sbagliato strada, è la prima che suggerirei a tutti di prendere in considerazione, ma perché sentivo che quella stra-

da, pur essendo probabilmente la migliore, aveva i suoi limiti e che altrove, cioè percorrendo altre vie, potevo trovare qualcosa d’ altro. Non certo qualcosa di alternativo, ma forse qualcosa di complemen-tare”. Ecco la visione dell’uomo nella sua interezza, la capacità di prendersi carico di tutte le proble-matiche dell’uomo che non rin-negano i progressi della scienza o

però, mettono in evidenza questa necessità della persona di avere una medicina umana che si renda conto dell’interezza della persona.”

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