comune di calenzano agevolazioni ed incentivi per la ... 5.pdf · gli incentivi previsti e che...

36
Pagina 1 di 36 COMUNE DI CALENZANO AGEVOLAZIONI ED INCENTIVI PER LA PROMOZIONE DELLA QUALITA’ E DELLA SOSTENIBILITA’ IN EDILIZIA I criteri e gli indirizzi, oggetto del presente regolamento, sono volti ad incentivare la consapevolez-za del valore della sostenibilità ambientale e della qualità costruttiva associata ad interventi di riqua-lificazione urbana ed edilizia (sostenibilità outdoor), oltre a rendere realizzabili condizioni di benes-sere psicofisico e di salubrità degli ambienti interni (sostenibilità indoor). In questa ottica gli interventi edilizi dovranno essere realizzati in modo da interagire ed utilizzare le potenzialità ambientali del territorio, e nello stesso tempo, essere parte degli obiettivi di salvaguardia e di sostenibilità dello stesso. Il sistema delle Regole Il presente Regolamento e le Norme di indirizzo in esso contenute definiscono i requisiti di qualità e di sostenibilità cui un’opera edilizia deve aderire per accedere alla riduzione degli oneri di urbanizzazione ed agli incrementi volumetrici. Sono oggetto del presente Regolamento tutti gli interventi edilizi che, a partire dalle condizioni minime qualitative richieste per legge o regolamento, raggiungano ulteriori e più alti livelli prestazionali rispetto allo standard. Questi livelli sono riferiti al: risparmio di risorse ambientali primarie (suolo, acqua, ecc.); risparmio energetico (riduzione dei consumi di energia ottenuti grazie a dispositivi architettonici bioclimatici o all’uso di tecnologie ed impianti a questo scopo deputati); qualità della vita (scelte insediative atte a prevenire l’impatto di agenti aggressivi esterni e per il miglioramento del confort abitativo. Questo è possibile attraverso il rilievo dei fattori climatici del territorio come ad esempio i venti dominanti, ciclo dell’acqua, soleggiamento etc. e delle fonti di inquinamento);

Upload: others

Post on 17-Jun-2020

6 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Pagina 1 di 36

COMUNE DI CALENZANO AGEVOLAZIONI ED INCENTIVI PER LA PROMOZIONE DELLA QUALITA’ E DELLA SOSTENIBILITA’ IN EDILIZIA I criteri e gli indirizzi, oggetto del presente regolamento, sono volti ad incentivare la

consapevolez-za del valore della sostenibilità ambientale e della qualità costruttiva associata

ad interventi di riqua-lificazione urbana ed edilizia (sostenibilità outdoor), oltre a rendere

realizzabili condizioni di benes-sere psicofisico e di salubrità degli ambienti interni

(sostenibilità indoor).

In questa ottica gli interventi edilizi dovranno essere realizzati in modo da interagire ed

utilizzare le potenzialità ambientali del territorio, e nello stesso tempo, essere parte degli

obiettivi di salvaguardia e di sostenibilità dello stesso.

Il sistema delle Regole Il presente Regolamento e le Norme di indirizzo in esso contenute definiscono i requisiti di

qualità e di sostenibilità cui un’opera edilizia deve aderire per accedere alla riduzione degli

oneri di urbanizzazione ed agli incrementi volumetrici.

Sono oggetto del presente Regolamento tutti gli interventi edilizi che, a partire dalle condizioni

minime qualitative richieste per legge o regolamento, raggiungano ulteriori e più alti livelli

prestazionali rispetto allo standard.

Questi livelli sono riferiti al:

risparmio di risorse ambientali primarie (suolo, acqua, ecc.);

risparmio energetico (riduzione dei consumi di energia ottenuti grazie a dispositivi

architettonici bioclimatici o all’uso di tecnologie ed impianti a questo scopo deputati);

qualità della vita (scelte insediative atte a prevenire l’impatto di agenti aggressivi

esterni e per il miglioramento del confort abitativo. Questo è possibile attraverso il

rilievo dei fattori climatici del territorio come ad esempio i venti dominanti, ciclo

dell’acqua, soleggiamento etc. e delle fonti di inquinamento);

Pagina 2 di 36

salubrità degli ambienti (attenzione alla scelta dei materiali da costruzione ed all’uso di

accorgimenti costruttivi utili a migliorare la qualità biologica e psicologica degli

ambienti).

In particolare si dovrà:

favorire per quanto e possibile la corretta esposizione al sole degli edifici in funzione

della tipologia individuata, ad esempio per gli edifici in linea la disposizione sull'asse

est- ovest per favorire il massimo soleggiamento e per ottenere affacci contrapposti

sud (funzioni principali) e nord (spazi di servizio).

Valutazione delle modalità con cui dal punto di vista dell'irraggiamento solare i diversi

edifici interagiscono tra loro.

Differenziazione funzionale dei fronti e delle dimensioni delle forature in funzione

dell'orientamento (necessita di verifica dell'illuminazione naturale degli ambienti).

Valutazione della posizione degli edifici rispetto a fonti potenzialmente inquinanti

(acustiche, elettromagnetiche, radon, ecc.)

Accesso agli incentivi Per usufruire delle agevolazioni previste, i soggetti proponenti devono sottoscrivere una

dichiarazione d’obbligo con la quale si richiede l’accesso agli incentivi con allegata

documentazione tecnica necessaria che dimostri il raggiungimento degli obiettivi di qualità

ecosistemica evidenziati.

Gli incentivi previsti e che valgono per le nuove costruzioni, per interventi di ristrutturazione

urbanistica e interventi su edifici esistenti di cui alla L.R. n° 52 del 14/10/1999, Art.4 comma 2

lett. b, c,d, consistono sia in sconti sugli oneri di urbanizzazione che su premi volumetrici.

Le percentuali per la riduzione degli oneri e per l’accesso agli ulteriori premi volumetrici sono

assegnate in base al raggiungimento degli obiettivi di qualità ecosistemica e bioecologica

(sostenibilità indoor ed outdoor) attestati da apposita relazione tecnica, con riferimento alle

specifiche prestazionali individuate nelle successive schede.

Valgono in ogni caso le seguenti regole: Extra spessori murari

Pagina 3 di 36

Ai fini del calcolo delle volumetrie urbanistiche, delle superfici coperte e della Sul sono esclusi

i seguenti extra spessori:

La parte delle murature esterne, siano esse portanti o tamponature eccedenti i 30 cm

di spessore finito. La porzione di muratura extra spessore non può in ogni caso

superare i 30 cm., comprensivi di eventuali intercapedini vuote fino ad un massimo di

6 cm. Nel caso di “pareti ventilate” è ammessa un’intercapedine vuota fino ad un

massimo di 3 cm.

Dovranno in ogni modo essere rispettate le distanze minime dai confini di proprietà, dai

fabbricati, e dalle strade previste da leggi e regolamenti.

La porzione superiore e non strutturale dei solai interpiano sino ad un extra spessore

massimo di 15 cm ad interpiano (evidenziandone la funzione dal punto di vista

dell’isolamento termico e/o acustico). Le stesse modalità sono applicate alle

coperture praticabili. Nel caso di tetto verde o di tetto ventilato l’incremento di

spessore del pacchetto sarà funzionale alle caratteristiche tecniche della soluzione

prescelta.

Le precedenti norme si applicano compatibilmente con la salvaguardia delle facciate di valore

storico artistico ed ambientale.

Soluzioni per il risparmio energetico e di Architettura bioclimatica Ai fini del calcolo della volumetria, della superficie coperta e della Sul di un edificio destinato

ad uso residenziale e terziario (turistico ricettivo, commerciale e direzionale), sono esclusi dai

computi urbanistici le seguenti superfici e volumi finalizzati espressamente all’ottenimento del

comfort ambientale e risparmio energetico attraverso il miglioramento della coibentazione e lo

sfruttamento del massimo soleggiamento durante la stagione più fredda:

Verande e serre solari non riscaldate disposte nei fronti da sudest a sudovest con

funzione di captazione solare che abbiano la superficie esterna, riferita a pareti e

copertura, vetrata per almeno il settanta per cento. Il volume delle serre non può

superare il venti per cento del volume riscaldato dell’edificio; deve in ogni caso essere

accuratamente previsto l’adattamento delle serre alla stagione più calda mediante

schermature, aperture etc.

Pagina 4 di 36

Spazi collettivi interni coperti o racchiusi da vetrate quali corti chiuse, spazi

condominiali coperti e climatizzati naturalmente, progettati al fine di migliorare il

microclima del complesso edilizio, con incidenza fino ad un massimo del venticinque

per cento della superficie coperta dell’edificio.

Le finalità e le funzionalità dei punti precedenti devono essere certificate da specifica

relazione firmata da un tecnico competente e contenente il calcolo dell’energia risparmiata

mediante l’adozione delle tecniche sopracitate, nonché la verifica del benessere

termoigrometrico durante tutto l’arco dell’anno. Il calcolo tecnico allegato deve documentare

che i volumi così realizzati e relativi ai punti 1. e 2. assicurano un contributo energetico

superiore almeno del 20% di quello previsto dalla normativa vigente.

Le medesime strutture dovranno in ogni caso garantire il rispetto dei requisiti di illuminazione

e aerazione degli ambienti che vi si affacciano, secondo le norme regolamentari e sanitarie

vigenti.

Individuazione dei punteggi conseguibili per ogni categoria di intervento individuata per l’accesso agli incentivi. Il presente regolamento individua tre categorie di intervento che evidenziano ciascuna un

punteggio conseguibile, la somma dei punti conseguiti indica l’incentivo cui si ha diritto.

Di seguito sono riportate le descrizioni ed i contenuti delle schede da compilare per l’accesso

agli incentivi:

Scheda A) Analisi del sito;

(La compilazione di questa scheda non attribuisce punteggio ma costituisce

prerequisito per l’accesso agli incentivi).

Scheda B) Risparmio energetico ed uso di risorse rinnovabili.

Scheda C) Tecnologie Bioedili per il risparmio delle risorse e per la salubrità degli

ambienti interni.

Scheda D) Riqualificazione ed estensione elementi naturali.

Le Schede Scheda A) - Analisi del sito

elementi da analizzare nella scheda:

Pagina 5 di 36

Clima Igrotermico e precipitazioni

Disponibilità di fonti energetiche rinnovabili o assimilabili

Disponibilità di luce naturale

Campi elettromagnetici

Clima acustico

Scheda B) - Risparmio energetico ed uso di risorse rinnovabili Risparmio energetico

ed uso di risorse rinnovabili

La relazione del tecnico dovrà dimostrare

il risparmio energetico ottenuto

dall’applicazione di uno o più punti della

tabella esemplificativa.

Risparmio Energ. +20 % = 40 punti

Risparmio Energ. +30 % = 50 punti

Risparmio Energ. +40 % = 60 punti

B1

B2

B3

B4

B5

B6

Interventi sul tessuto urbano

Valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili

Ad es. Utilizzo di serre solari (secondo quanto già

descritto nel sistema delle regole valevoli sempre);

Interventi sugli involucri

Ad es. Privilegiare l’esposizione, coperture ventilate etc.

Interventi sugli impianti per il raffrescamento e

riscaldamento ambientale

Ad es. utilizzazione di impianti che favoriscono il risparmio

energetico ed il benessere psico-fisico interno

(riscaldamento radiante a pavimento o a parete, a soffitto

etc.)

utilizzazione di sistemi centralizzati di produzione del

calore e di contabilizzazione singola dei consumi;

utilizzazione di impianti solari per la produzione dell’acqua

calda e/o per la loro integrazione negli impianti di

riscaldamento;

Illuminazione naturale

Altre modalità che il tecnico dovrà descrivere attenendosi

ai principi ecosostenibili e biocompatibili delle presenti

linee guida

Scheda C) Tecnologie Bioedili per il risparmio delle risorse e per la salubrità degli ambienti

interni Tecnologie Bioedili per il risparmio delle

risorse e per la salubrità degli ambienti

interni

C1) Materiali naturali e/o tradizionali, materiali riciclabili.

Strutture

C1.1. Strutture orizzontali – punti 3

C1.2. Strutture verticali portanti – punti 10

Pagina 6 di 36

C1.3. Strutture verticali non portanti – punti 3

C1.4. Copertura – punti 3

Finiture

C1.5 Rivestimenti – punti 3

C1.6 Pavimenti – punti 3

C1.7 Intonaci – punti 3

C1.8 Pitture – punti 3

C1.9 Trattamenti – punti 3

C1.10 Collanti e leganti – punti 3

C1.11 Coibentazioni – punti 3

C1.12 Impermeabilizzazione – punti 3

Impianti

C1.13 Impianto elettrico per la riduzione del campo

elettromagnetico indoor, costituito almeno da:

• Disgiuntore di rete

• Schermatura cavi zona notte

• Schermatura scatole derivazione zona notte Punti 6

C1.14 Miglioramento del clima acustico oltre quanto stabilito dalla

normativa vigente.

• Maggiore isolamento e protezione degli ambienti in presenza di

forti emissioni (forte inquinamento acustico) punti 20

• Maggiore isolamento e protezione degli ambienti in presenza di

medie emissioni (medio inquinamento acustico) punti 10

C2) Fitodepurazione ed acque

C.2.2 Fitodepurazione punti 10

C3) Incremento delle superfici drenanti oltre i minimi stabiliti dalla

normativa vigente (almeno +25%) punti 5 C4) Interventi sul ciclo

dell’acqua

C.4.1 Erogatori a riduzione di portata punti 3

C.4.2. Cisterne per la raccolta di acqua piovana per uso non

potabile punti 10

C.4.3. Cassette WC a doppio pulsante punti 3

C.4.4. Presenza di rete duale punti 15

C5) Valutazione della presenza di Radon ed interventi per la

riduzione in caso di superamento della concentrazione oltre i limiti

di legge

• Solo misurazione punti 3

• Isolamento ed altri interventi per l’eliminazione del gas punti 10

Pagina 7 di 36

Scheda D) Riqualificazione ed estensione elementi naturali

Riqualificazione ed estensione

elementi naturali

Verde D1) Incremento delle aree verdi oltre i minimi

stabiliti dalla normativa vigente.

• Incremento + 10% - punti 15

• Incremento dal 10% al 20% - punti 20

• Incremento oltre il 20% - punti 25

La quantificazione degli incentivi Il presente regolamento definisce e individua gli incentivi concessi applicando un criterio

premiante che consente, oltre all’ottenimento di scaglioni sempre maggiori di sconto sugli

oneri di urbanizzazione secondaria, anche dei bonus volumetrici per gli interventi di maggiore

qualità ecosistemica. I bonus volumetrici non sono applicati agli edifici a destinazione

produttiva o commerciale, agli edifici ricadenti in zona A o in zona agricola.

TABELLA PUNTEGGI 1. NUOVE COSTRUZIONI

Punteggio conseguito sconto urbanizzazione secondaria Condizioni cumulative

50/69 30 %

70/89 40 %

90/109 50 %

Fino a 400 mq Sul consentita il benefit volumetrico, pari al 5% della Sul, scatta da 70 punti in avanti

Da 110 in avanti 70 %

Sopra 400 mq di Sul consentita il benefit volumetrico, pari al 5% della Sul, scatta da 110 punti in avanti

2. INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE Punteggio conseguito sconto urbanizzazione

secondaria Condizioni cumulative

50/69 30 %

Pagina 8 di 36

70/89 40 % Il benefit volumetrico, pari al 5% della Sul, scatta da 70 in avanti

90/109 50 %

Da 110 in avanti 70 % Il benefit volumetrico, pari al 10% della Sul, scatta da 110 punti in avanti

Diritto alle agevolazioni e controllo sulle opere eseguite

Per accedere alle agevolazioni previste è necessario sottoscrivere una dichiarazione

d’obbligo.

A garanzia dell’ottemperanza di quanto previsto dagli incentivi e dalle agevolazioni

per la Bioarchitettura, sarà chiesta fidejussione bancaria o assicurativa pari all’importo

degli incentivi previsti. Nel caso di incrementi di Sul la non ottemperanza di quanto

previsto comporterà la revoca dell’atto autorizzativo e la conseguente applicazione

della vigente normativa in materia di illeciti edilizi.

Il professionista incaricato del progetto dovrà illustrare con appositi elaborati grafici,

tabelle dimostrative e particolari costruttivi la rispondenza del progetto ai requisiti per

cui si intende avvalersi degli incentivi.

Il Direttore dei Lavori dovrà asseverare la rispondenza delle opere eseguite al

progetto che ha ottenuto gli incentivi.

La fine dei lavori dovrà essere corredata da elaborati grafici che attestino la

conformità delle opere alle linee guida ed alle schede di cui sopra., da

documentazione fotografica eseguita in corso d’opera e da certificazioni e/o schede

tecniche dei materiali impiegati. Le opere eseguite in difformità da quanto dichiarato

saranno soggette alla applicazione della vigente normativa in materia di illeciti edilizi. TIPOLOGIE DI INTERVENTO PREVISTE, DESCRIZIONE E QUANTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI Di seguito si descrivono le tipologie di intervento previste, si descrivono nel dettaglio le

modalità di attivazione degli interventi, si individuano gli obiettivi che le diverse tipologie di

intervento devono consentire.

Scheda A) - Analisi del sito

Pagina 9 di 36

a) Indicazioni per la redazione della documentazione di Analisi del Sito e per il monitoraggio e

riduzione dei fattori potenzialmente inquinanti

Gli elementi oggetto dell’analisi del sito possono essere distinti in:

agenti fisici caratteristici del sito,

fattori ambientali.

Gli agenti fisici caratteristici del sito sono gli elementi che agiscono sull’opera/edificio da

realizzare, condizionando il progetto edilizio e divenendo dati del progetto. La conoscenza

degli agenti fisici caratteristici del sito è necessaria per:

l’uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche al fine di realizzare il benessere

ambientale (igrotermico, visivo, acustico, etc.);

l’uso razionale delle risorse idriche;

soddisfare le esigenze di benessere, igiene e salute (disponibilità di luce naturale,

clima acustico, campi elettromagnetici, accesso al sole, al vento, ecc.).

I fattori ambientali sono invece quegli elementi dell’ambiente che sono influenzati dal

progetto. Non sono perciò, di norma, dati di progetto ma piuttosto elementi di attenzione o

componenti dello studio di impatto ambientale (SIA) eventualmente da effettuare per l’opera

da progettare ai sensi delle normative vigenti (es.: qualità delle acque superficiali o livello di

inquinamento dell’aria). La conoscenza dei fattori ambientali interagisce con i requisiti legati

alla salvaguardia dell’ambiente durante la vita dell’opera progettata:

salvaguardia della salubrità dell’aria;

salvaguardia delle risorse idriche;

salvaguardia del suolo e del sottosuolo;

salvaguardia del verde e del sistema del verde;

salvaguardia delle risorse storico culturali.

Si ritiene importante segnalare come, nel processo progettuale, i requisiti legati alla

salvaguardia dell’ambiente definiscano gli obiettivi di eco-sostenibilità del progetto ma che

questi obiettivi, per essere raggiunti, debbano basarsi sui dati ricavati da una specifica analisi

del sito

Pagina 10 di 36

Di seguito sono riportati alcuni elementi di metodo per la redazione della documentazione di

Analisi del Sito in riferimento agli agenti fisici caratteristici del sito, mentre per i fattori

ambientali, non essendone richiesta l’analisi, si rimanda alle normative vigenti1.

A.1 Clima Igrotermico e precipitazioni

Vanno reperiti i dati relativi alla localizzazione geografica dell’area di intervento (latitudine,

longitudine e altezza sul livello del mare).

In secondo luogo vanno reperiti i dati climatici (si vedano la norma UNI 10349, i dati del

Servizio meteorologico dell’ARPAT, le cartografie tecniche e tematiche regionali, ecc.):

andamento della temperatura dell’aria: massime, minime, medie, escursioni termiche;

andamento della pressione parziale del vapore nell’aria;

andamento della velocità e direzione del vento;

piovosità media annuale e media mensile;

andamento della irradiazione solare diretta e diffusa sul piano orizzontale;

andamento della irradianza solare per diversi orientamenti di una superficie;

caratterizzazione delle ostruzioni alla radiazione solare (esterne o interne

all’area/comparto oggetto di intervento).

I dati climatici disponibili presso gli uffici meteorologici possono essere riferiti:

ad un particolare periodo temporale di rilevo dei dati;

ad un “anno tipo”, definito su base determinista attraverso medie matematiche di dati

rilevati durante un periodo di osservazione adeguatamente lungo;

ad un “anno tipo probabile”, definito a partire da dati rilevati durante un periodo di

osservazione adeguatamente lungo e rielaborati con criteri probabilistici.

1 Si veda in particolare: Direttiva 85/337/CEE, Direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. Direttiva 96/61/CE, Direttiva del Consiglio sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento. Direttiva 97/11/CE, Direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. Legge 8/7/86, n. 349, Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale. D.P.C.M. 27/12/88, Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6, L. 8 luglio 1986, n. 349, adottate ai sensi dell'art. 3 del D.P.C.M. 10 agosto 1988, n. 377. D.P.R. 27 aprile 1992, Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale e norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, per gli elettrodotti aerei esterni. D.P.R. 12 aprile 1996, Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art. 40, comma 1, della L. 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale. L.R. 18 maggio 1999, n. 9, Disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale.

Pagina 11 di 36

Gli elementi reperiti vanno adattati alla zona oggetto di analisi per tenere conto di elementi

che possono influenzare la formazione di un microclima caratteristico:

topografia: altezza relativa, pendenza del terreno e suo orientamento, ostruzioni alla

radiazione solare ed al vento, nei diversi orientamenti;

relazione con l’acqua;

relazione con la vegetazione;

tipo di forma urbana, densità edilizia, altezza degli edifici, tipo di tessuto (orientamento

edifici nel lotto e rispetto alla viabilità, rapporto reciproco tra edifici), previsioni

urbanistiche.

Alcuni dati climatici (geometria della radiazione solare, irradianza solare) sono utili anche per

l’analisi della disponibilità di luce naturale.

A.2 Disponibilità di fonti energetiche rinnovabili o assimilabili

Va verificata la possibilità di sfruttare fonti energetiche rinnovabili, presenti in prossimità

dell’area di intervento, al fine di produrre energia elettrica e calore a copertura parziale o

totale del fabbisogno energetico dell’organismo edilizio progettato (si vedano le fonti

informative del punto 1 ed eventuali fonti delle aziende di gestione dei servizi a rete). In

relazione alla scelta progettuale vanno valutate le potenzialità di:

sfruttamento dell’energia solare (termico/fotovoltaico) in relazione al clima ed alla

disposizione del sito;

sfruttamento energia eolica in relazione alla disponibilità annuale di vento; sfruttamento

di eventuali corsi d’acqua come forza elettromotrice;

sfruttamento di biomassa (prodotta da processi agricoli o scarti di lavorazione del

legno a livello locale) e biogas (produzione di biogas inserita nell’ambito di processi

produttivi agricoli);

possibilità di collegamento a reti di teleriscaldamento urbane esistenti;

possibilità di installazione di sistemi di microcogenerazione e teleriscaldamento.

E’ poi utile un bilancio delle emissioni di CO2 evitate attraverso l’uso delle energie

rinnovabili individuate.

A.3 Disponibilità di luce naturale

Pagina 12 di 36

Si valuta la disponibilità di luce naturale (a e b) e la visibilità del cielo attraverso le ostruzioni

(c).

a) valutazione del modello di cielo coperto standard CIE ( Comitèe Internationale Eclairage -

Comitato Internazionale Illuminazione naturale), per la determinazione dei livelli di

illuminamento in un’area si definisce il modello di cielo (visto come sorgente di luce)

caratteristico di quel luogo, determinando la distribuzione della luminanza della volta celeste

specifica del luogo (in assenza di quello specifico del sito si assume come riferimento il cielo

standard della città nella quale si progetta);

b) valutazione del modello di cielo sereno in riferimento alla posizione del sole per alcuni

periodi dell’anno (per esempio uno per la stagione fredda, gennaio, uno per la stagione calda,

luglio); la posizione apparente del sole è determinata attraverso la conoscenza di due angoli,

azimutale e di altezza solare, variabili in funzione della latitudine e longitudine e consente di

valutare la presenza dell’irraggiamento solare diretto, la sua disponibilità temporale e nonché

gli angoli di incidenza dei raggi solari sulla zona di analisi (raggi solari bassi o alti rispetto

all’orizzonte).

c) valutazione della visibilità del cielo attraverso le ostruzioni esterne - L’analisi delle

ostruzioni è già stata richiamata al punto 1 – clima igrotermico e precipitazioni:

ostruzioni dovute all’orografia del terreno (terrapieni, rilevati stradali, colline, ecc.);

ostruzioni dovute alla presenza del verde (alberi e vegetazione che si frappongono tra

l’area ed il cielo), con oscuramento variabile in funzione della stagione (alberi

sempreverdi o a foglia caduca);

ostruzioni dovute alla presenza di edifici, esistenti o di futura realizzazione secondo la

vigente pianificazione urbanistica generale o attuativa.

A4. Clima acustico Occorre reperire la zonizzazione acustica del Comune ai sensi della “Legge quadro

sull’inquinamento acustico”, n.447 del 1995 e i relativi decreti attuativi e della relativa

normativa regionale, al fine di valutare la classe acustica dell’area di intervento e quella delle

aree adiacenti. Successivamente occorre la rilevazione strumentale dei livelli di rumore

esistenti con localizzazione e descrizione delle principali sorgenti di rumore; valutazione dei

relativi contributi alla rumorosità ambientale specificando i parametri di misura (posizione,

periodo, durata, ecc.);

Pagina 13 di 36

A.5 Campi elettromagnetici (vedi anche: ”L’inquinamento elettromagnetico”, Linee guida per la pianificazione e la edificazione sostenibile e per la tutela

del territorio, Vol. 1). Per un intorno di dimensioni opportune (sotto specificate) è necessario analizzare:

se sono presenti conduttori in tensione (linee elettriche, cabine di trasformazione, ecc);

se sono presenti ripetitori per la telefonia mobile o radio.

Nel caso di presenza di queste sorgenti sarà necessaria un’analisi più approfondita volta ad

indagare i livelli di esposizione al campo elettrico ed elettromagnetico degli utenti del progetto

con particolare riferimento ai limiti di legge (si vedano il D.M. 381/98 e la L.R. 30/2000).

In particolare, per le sorgenti elettriche, si consiglia l’analisi dei livelli di esposizione in

presenza di conduttori che distino dall’area di intervento meno di:

100 m nel caso di linee elettriche aeree ad altissima tensione (200 - 380 kV);

70 m nel caso di linee elettriche aeree ad alta tensione (132 – 150 kV);

10 m nel caso di linee elettriche aeree a media tensione (15 – 30 kV);

10 m nel caso di cabine primarie;

5 m nel caso di cabine secondarie (cabine di trasformazione MT/BT).

In caso di presenza di sorgenti elettriche entro le distanze indicate sarà necessario valutare,

attraverso prove sperimentali, i livelli del campo elettrico e magnetico attraverso misure in

continuo su un periodo di almeno 12 ore o comunque in corrispondenza dei momenti di

massimo carico del conduttore.

Vista la facilità con cui il campo elettrico è schermato dall’involucro edilizio, sarà possibile

limitare le misure alle aree ove è prevista permanenza prolungata di persone all’esterno

(giardini, cortili, terrazzi).

Nel caso di antenne per la telefonia mobile, dovranno essere presi in considerazione gli

impianti ricadenti entro un raggio di 200 m dall’area oggetto di intervento.

I rilievi di campo elettromagnetico andranno effettuati per un arco di tempo significativo

(almeno 24 ore) o in corrispondenza del periodo di maggior traffico telefonico. I rilievi

dovranno essere effettuati secondo il D.M. 381/98.

Pagina 14 di 36

Scheda B) - Risparmio energetico ed uso di risorse rinnovabili (vedi anche: ”Fonti energetiche tradizionali e problematiche ambientali” e “Allegato 1”, Linee guida per la pianificazione e la

edificazione sostenibile e per la tutela del territorio, Vol. 1)

Le presenti linee guida possono contribuire all’obiettivo strategico di diminuire le potenze

installate assolute e specifiche (kW/m2), dei consumi energetici assoluti e specifici

(GJ/m2/anno) e alla riduzione delle emissioni in atmosfera a parità di prestazioni e

migliorando il servizio reso.

Le presenti linee guida, in accordo gli articoli 1, 4, 5, 8, 25 e seguenti della Legge 9 gennaio

1991, n. 10 e successive modificazioni ed integrazioni, fissano criteri generali tecnico-

costruttivi, tipologici ed impiantistici atti a facilitare e valorizzare l’impiego di fonti energetiche

rinnovabili ed assimilate per il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda

sanitaria, l’illuminazione, la dotazione di apparecchiature elettriche degli edifici in relazione

alla loro destinazione d’uso e rapporto con il tessuto urbano e territoriale circostante.

B.1 Interventi sul tessuto urbano

a) Nel processo di progettazione energetica delle aree su cui deve sorgere un nuovo

complesso di edifici è essenziale ottenere un’integrazione ottimale tra le caratteristiche del

sito e le destinazioni d’uso finale degli edifici, al fine di recuperare energia, in forma attiva e

passiva.

b) A tale scopo prima della fase di definizione della disposizione delle strade e degli edifici, va

redatta una relazione descrittiva del sito contenente:

caratteristiche fisiche del sito, come pendenze, vie di scorrimento dell'acqua, percorso

del sole nelle diverse stagioni, etc.;

contesto del sito: edifici e strutture adiacenti, relazione dell'area con strade esistenti,

altre caratteristiche rilevanti (viste sul panorama circostante, orientamento

dell'appezza-mento...);

le ombre prodotte dalle strutture esistenti sul sito o adiacenti;

gli alberi sul sito o adiacenti, identificandone la posizione, la specie, le dimensioni e le

condizioni;

direzione, intensità, andamento annuale dei venti prevalenti.

Pagina 15 di 36

c) Sulla base dell'analisi precedente, il tracciato delle strade, dei lotti da edificare e dei singoli

edifici si dovrà tendere a:

garantire un accesso ottimale alla radiazione solare per tutti gli edifici, in modo che la

massima quantità di luce naturale risulti disponibile anche nella peggiore giornata

invernale (21 dicembre);

consentire che le facciate ovest degli edifici possano essere parzialmente schermate

da altri edifici o strutture adiacenti per limitare l'eccessivo apporto di radiazione termica

estiva, se ciò lascia disponibile sufficiente luce naturale;

garantire accesso al sole per tutto il giorno per tutti gli impianti solari realizzati o

progettati;

trarre vantaggio dai venti prevalenti per strategie di ventilazione/raffrescamento natu-

rale degli edifici e delle aree di soggiorno esterne (piazze, giardini...);

predisporre adeguate schermature di edifici ed aree di soggiorno esterne dai venti

prevalenti invernali.

B.2 Valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili nelle diverse tipologie edilizie

Come previsto dall’art. 26 della Legge 9 gennaio 1991, n. 10 negli edifici di proprietà

pubblica o adibiti ad uso pubblico è fatto obbligo di soddisfare il fabbisogno

energetico degli stessi, per il riscaldamento, il condizionamento, l’illuminazione e la

produzione di acqua calda sanitaria, favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia o

assimilate, salvo impedi-menti di natura tecnica ed economica, da dimostrare da

parte del progettista nella relazione tecnica. In particolare, se non si verificano tali

impedimenti, l’impiego di fonti rinnovabili è indicato nella misura del 20% del

fabbisogno energetico dell’edificio.

Per gli edifici di proprietà privata, qualunque ne sia la destinazione d’uso vale quanto

stabilito al punto precedente. In particolare, se non si verificano tali impedimenti,

l’impiego di fonti rinnovabili è indicato nella misura del 10% del fabbisogno energetico

dell’edificio.

A meno di documentati impedimenti di natura tecnica, economica o funzionale, in

fase di progettazione, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere possibilmente

posizionati con l’asse longitudinale principale lungo la direttrice est-ovest con una

tolleranza di 30 gradi e le interdistanze fra edifici contigui all’interno dello stesso lotto

Pagina 16 di 36

devono garantire nelle peggiori condizioni stagionali (21 Dicembre) assenza di

ombreggiamento, a causa degli edifici circostanti.

Serre solari. Sia nelle nuove costruzioni che intervenendo su edifici esistenti è

opportuno prevedere la realizzazione di serre solari.

Negli edifici adibiti a residenza con tetto piano o sulle falde esposte a sud, sud-ovest

si suggerisce di prevedere una coppia di tubi ben isolati, o vano tecnico, di

collegamento fra il collettore di distribuzione dell’acqua calda di ciascun appartamento

e il tetto dell’e-dificio per l’eventuale installazione di collettori solari per la produzione

di acqua calda.

Negli edifici adibiti a residenza si suggerisce di privilegiare gli impianti di

riscaldamento centralizzati con contatore di calore per appartamento.

Per le seguenti categorie di edifici si indicano le tecnologie di utilizzo delle fonti rin-

novabili di energia e di risparmio energetico da adottare, a meno che non sia

dimostrata con apposita relazione, l’impossibilità tecnica o l’assenza di convenienza

economica. h.1) Edifici adibiti a residenza con carattere continuo e assimilabili:

sistemi di captazione solare per il riscaldamento di ambienti e per la produzione di

acqua calda per gli usi igienici e sanitari, con superficie non inferiore 20% della

superficie utile;

impianti di micro-cogenerazione alimentati a gas anche abbinati con macchine

frigorifere ad assorbimento;

pompe di calore per climatizzazione estiva-invernale, ove possibile azionate mediante

motore a combustione interna a gas;

impianti di condizionamento a gas (ad assorbimento) purché i consumi di energia

primaria siano inferiori a quelli di una macchina equivalente a compressione di vapori

saturi alimentata elettricamente;

h.2) Edifici adibiti ad uffici o assimilabili, supermercati, ipermercati o assimilabili, cinema,

teatri e sale riunione:

Pagina 17 di 36

sistemi di captazione solare per il riscaldamento di ambienti e per la produzione di

acqua calda per usi igienici e sanitari, con una superficie non inferiore al 20% della

superficie utile;

pompe di calore per climatizzazione estiva-invernale, ove possibile azionate mediante

motore a combustione interna a gas;

impianti di cogenerazione abbinati con macchine frigorifere ad assorbimento;

impianti di condizionamento a gas (ad assorbimento) purché i consumi di energia

primaria siano inferiori a quella di una macchina equivalente a compressione di vapori

saturi alimentata elettricamente;

Per questa tipologia di edifici si dovrà certificare l’adozione di tutti i sistemi tecnologica-

mente disponibili per la riduzione del fabbisogno di energia per il raffrescamento.

h.3) Edifici adibiti ad ospedali, cliniche o case di cura

sistemi di captazione solare per il riscaldamento di ambienti e per la produzione di

acqua calda per usi igienici e sanitari;

impianti di cogenerazione di energia elettrica e termica per strutture ospedaliere, ove

possibile con abbinamento con macchine frigorifere ad assorbimento;

h.4) Edifici ed impianti adibiti ad attività sportive;

pompe di calore, ove possibile azionate da motore alimentato a gas, destinate a

piscine coperte riscaldate per deumidificazione aria-ambiente e per riscaldamento aria-

ambiente, acqua-vasche e acqua-docce;

pannelli solari piani per la produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari destinata

a docce in impianti sportivi con particolare riferimento ai campi all’aperto;

pannelli solari piani per il riscaldamento dell’acqua delle vasche delle piscine;

pannelli fotovoltaici (PV) per una copertura della potenza di picco diurna equivalente o

superiore al 2%. h.5) Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili

sistemi di captazione solare per il riscaldamento di ambienti e per la produzione di

acqua calda per usi igienici e sanitari;

Pagina 18 di 36

i) I suggerimenti di cui al precedente punto h) decadono qualora l’edificio sia progettato al fine

di sfruttare tecniche e tecnologie di riscaldamento e raffrescamento naturale o “passivo”, e sia

dimostrato che:

nel periodo invernale il consumo di energia primaria è inferiore a quella prevista dal

“fabbisogno energetico normalizzato per la climatizzazione invernale” calcolato come

indi-cato nel comma 7 dell’art. 8 del DPR n° 412 del 26 agosto 1993 di una

percentuale superiore al 10%;

nel periodo estivo il valore massimo della temperatura operante nell’ambiente più

sfavorito, calcolata in assenza di impianto di climatizzazione, sia inferiore del 10% a

quella massima esterna.

B.3 Interventi sugli involucri2

a) Al fine di limitare la trasmissione del calore attraverso i componenti opachi dell'involucro

edilizio, limitando gli apporti solari estivi indesiderati e le dispersioni termiche invernali,

occorre agire su:

la scelta dei materiali di tamponatura perimetrale la scelta di serramenti esterni che

garantiscano dispersioni contenute sia dal punto di vista conduttivo che da quello della

tenuta all'aria;

la realizzazione di tetti ventilati e l'uso di guaine schermanti per la protezione

dall’inquinamento elettromagnetico;

evitare e limitare ponti termici strutturali e di forma.

La massa termica dell'edificio costituisce un elemento non trascurabile nella de-terminazione

dei fabbisogni energetici. Anche in questo caso la possibilità di sfruttare l'inerzia delle pareti e

2 L'adempimento delle norme previste in attuazione della legge 10/91 orienta il progettista verso l'adozione di misure atte a limitare le dispersioni di energia attraverso l'involucro. Tuttavia ciò non garantisce per niente una minimizzazione dei consumi durante l'intero anno poiché alcune delle misure necessarie a limitare il fabbisogno energetico per riscaldamento possono non essere efficaci nei confronti dei fabbisogni per raffrescamento e viceversa. Un’analisi di questo tipo è attuabile solo mediante l'uso di strumenti di calcolo complessi (come DOE-2, TRNSYS, ESP, BLAST,) che forniscano, sulla base di una simulazione annuale, un bilancio energetico completo, cioè i valori di consumo di energia e domanda di potenza per le diverse ore del giorno lungo tutto l'arco dell'anno. Inoltre i tradizionali metodi di progettazione impiantistica fanno uso di metodi semplificati (regime stazionario o regime transitorio parametrizzato). L'uso dei software citati, tutti operanti su regimi transitori, permette invece di ottimizzare la progettazione dell'involucro in funzione delle prestazioni invernali ed estive e di definire con maggiore precisione le dimensioni degli impianti evitando inutili ed inefficienti sovradimensionamenti.

Pagina 19 di 36

degli elementi strutturali per ottenere risparmi energetici può essere valutata con modelli di

simulazione anche al fine di ottimizzare la disposizione dei materiali isolanti.

b) Una serie di accorgimenti consente di controllare la radiazione solare allo scopo di

utilizzare i guadagni di calore in inverno e di ridurre i carichi estivi. Nello specifico è

opportuno:

privilegiare l'esposizione a sud delle superfici vetrate (poiché possono essere

facilmente schermate), e mantenere limitata l'ampiezza delle superfici vetrate esposte

ad ovest che possono aumentare drammaticamente i carichi di condizionamento estivo

durante le ore calde del pomeriggio;

evitare l'ingresso di radiazione solare diretta in estate mediante l'uso di aggetti o altri

elementi fissi esterni che non ne impediscano l'ingresso in inverno.

c) Gli aggetti orizzontali per riparare le finestrature sono fortemente raccomandati sulle

facciate con orientamento sud, sud-est, e sud-ovest, dove le superfici vetrate devono essere

mantenute completamente in ombra durante le ore centrali della giornata. Le schermature

possono essere strutture semplici e relativamente leggere sia dal punto di vista strutturale

che architettonico, contribuendo ad arricchire visualmente la facciata. L'effetto sul carico

termico e sul comfort (riduzione della temperatura esterna ed interna delle superfici vetrate) è

rilevante, senza penalizzare il contributo delle vetrate alla com-ponente naturale

dell'illuminazione. La riduzione della temperatura della superficie interna delle vetrate

consente un utilizzo completo dello spazio interno, in alternativa, o aggiunta, la schermatura

delle parti vetrate ed opache delle facciate può essere realizzata tramite vegetazione

decidua.

d) L'uso di vetri doppi è fortemente raccomandato per tutte le esposizioni in quanto di grande

efficacia sia dal punto di vista energetico che economico. Per le facciate rivolte ad ovest è

raccomandato l'uso di vetri doppi selettivi con cavità contenente gas a bassa conduttività, e

con un valore del rapporto tra l’energia luminosa trasmessa e l’energia solare totale

trasmessa, Ke, maggiore di 1; lo stesso valore di Ke è raccomandato anche per le altre

esposizioni. Sulla facciata nord sono raccomandati vetri doppi, con gas a bassa conduttività e

almeno una superficie basso-emissiva.

Pagina 20 di 36

e) L'uso di materiali di finitura superficiale opportuni, selezionati in base al loro indice di

riflessione solare (Solar Reflectance Index) deve consentire di diminuire l'albedo del tetto e

delle facciate.

f) Disporre collettori solari sul tetto consente di schermare il tetto stesso e di utilizzare la

radiazione solare intercettata.

g) Tetti ventilati o schermi orizzontali sul tetto dotati di superfici riflettenti/basso emissive

riducono l'irraggiamento diretto ed il re-irraggiamento.

h) La ventilazione del tetto va abilitata in estate e disabilitata nella stagione di riscaldamento.

i) Oltre a quanto previsto dal D.P.R. 412/93 gli edifici dovranno rispondere ai seguenti

requisiti:

durante il periodo estivo, compreso tra il 1 giugno ed il 30 settembre, il valore massimo

della temperatura operante dell’ambiente più sfavorito calcolata in assenza di impianti

di climatizzazione, non deve superare il valore massimo della temperatura esterna;

il livello di illuminamento naturale degli ambienti di nuovi edifici o ristrutturati deve

essere contenuto in relazione alla destinazione d’uso ed alla localizzazione.

l) Al fine di garantire che il controllo della radiazione solare non impedisca la ventilazione

naturale e non determini una domanda aggiuntiva di illuminazione artificiale:

è sconsigliata l’adozione di vetri riflettenti (con coefficiente di trasmissione luminosa nel

visibile inferiore al valore precedentemente indicato) per una superficie corrispondente

almeno a quella imposta dalle norme vigenti per l’illuminazione naturale;

è raccomandato l’uso di oscuranti esterni ad elementi orizzontali regolabili (quali ad

es.: persiane scorrevoli, veneziane ecc.);

le aperture vetrate degli edifici dovranno essere dotate di vetri camera con almeno due

lastre separate da intercapedine. E’ prevista una deroga nel caso sia comprovata la

necessità di soddisfare altri requisiti funzionali (esempio: adozione di cristalli

antisfonda-mento quando necessari).

B.4 Interventi sugli impianti per il raffrescamento/riscaldamento ambientale

a) La progettazione dell'involucro edilizio consente la riduzione dei carichi per riscaldamento e

per raffrescamento. Solo dopo aver accuratamente progettato l'involucro secondo le linee

guida precedenti ci si occuperà di dimensionare gli impianti di riscalda-

mento/raffrescamento/controllo dell'umidità.

Pagina 21 di 36

b) Per quanto concerne il riscaldamento invernale, si cercherà di privilegiare il ricorso ad

impianti centralizzati, prevedendo, laddove si sta progettando una rete di teleriscaldamento o

un impianto di cogenerazione, i dispositivi per il futuro allacciamento alla rete. E’ del tutto

sconsigliato il ricorso alle caldaie singole.

c) In ogni caso il sistema di distribuzione del calore dovrà prevedere la parzializzazione delle

utenze, l'installazione per ciascuna di esse di sistemi di termoregolazione locale e quindi la

contabilizzazione del calore per ogni singola utenza presente (vedi anche L.10/91).

d) Analoghi sistemi di controllo e contabilizzazione vanno previsti anche nel caso di impianti

centralizzati per il condizionamento estivo.

e) Per quanto riguarda il raffrescamento ambientale si raccomanda fortemente l'uso di sistemi

che utilizzino come sorgente energetica il calore prodotto nella centrale cogenerativa. L'uso di

gruppi refrigeranti ad assorbimento alimentati ad acqua calda permette, infatti, di

incrementare la convenienza energetica ed economica dell'intero sistema di produzione,

distribuzione e uso dell'energia nell'area in esame.

f) L'eventuale aggravio delle spese di investimento potrà essere compensato in due distinti

modi:

nel caso sia l'utente finale ad acquistare calore e gestire un proprio impianto di

raffrescamento, il prezzo dell’energia termica estiva deve tenere conto del vantaggio

derivante ai gestori dell'impianto di cogenerazione dalla possibilità di utilizzo anche

estivo del calore prodotto;

nel caso sia il gestore della rete a vendere freddo all'utente, il prezzo praticato deve

tenere conto degli oneri di ammortamento e gestione degli impianti oltre che di

produzione del calore necessario, ma risultare competitivo rispetto al costo della

frigoria ottenuta da impianto a compressione di vapore convenzionale.

g) L'uso di pannelli radianti integrati nei pavimenti o nelle solette dei locali da climatiz-zare

assicura condizioni di comfort elevate con costi di installazione competitivi. Sfruttando l'effetto

radiativo di grandi superfici di scambio è possibile lavorare con temperature dell'acqua più

basse in inverno e più alte in estate con notevole aumento dell'efficienza dell'impianto di

cogenerazione e raffrescamento.

h) In ogni stanza è fortemente raccomandato l'uso di valvole termostatiche con sensore di

temperatura separato dalla valvola, posta ad una distanza tale da non risentire da disturbi

dovuti a effetti radiativi diretti. Tale misura ha lo scopo di garantire:

Pagina 22 di 36

un controllo della temperatura in ogni locale e quindi un elevato livello di comfort;

la riduzione degli sprechi connessi a condizioni disuniformi nell'edificio ed il pieno

utilizzo degli apporti solari invernali gratuiti attraverso le vetrate.

i) Il controllo della purezza dell'aria e dell'umidità relativa deve essere garantito da un sistema

di ventilazione meccanica dimensionata per un valore di ricambi d'aria strettamente

necessario secondo le indicazione della normativa italiana e del Regolamento di Igiene,

possibilmente adottando strategie di ventilazione controllata in base alla domanda. Allo scopo

di ridurre il consumo energetico del sistema di distribuzione dell'aria occorre utilizzare:

condotti e diffusori che garantiscano perdite di carico ridotte;

ventilatori con motori ad alta efficienza e controllo della velocità.

È fortemente raccomandato che i circuiti di mandata e di ripresa dell'aria siano fra loro

interfacciati mediante un recuperatore di calore stagno per consentire un recupero energetico

di almeno il 50%.

l) Occorre verificare la convenienza energetica dell'uso notturno dei sistemi di venti-lazione

meccanica se le caratteristiche dell'edificio sono tali da prefigurare la possibilità di sfruttarne

la capacità termica per "conservare" il freddo notturno per il giorno successivo.

m) L'uso del terreno come serbatoio/sorgente di calore permette di pre-raffreddare o pre-

riscaldare l'aria (o l'acqua) "gratuitamente". Ad esempio il preraffrescamento dell'aria in estate

ed il preriscaldamento in inverno può essere ottenuto attraverso la realizzazione di un

condotto sotterraneo attraverso cui far circolare l'aria di ricambio prima di immetterla in

ambiente.

n) La produzione di acqua calda sanitaria è preferibile sia effettuata utilizzando il fluido

termovettore distribuito dalla rete o, in alternativa, mediante l'utilizzo di pannelli solari con

integrazione da teleriscaldamento o a gas, oppure mediante pompe di calore. L'uso di

semplici boiler elettrici comporta sprechi energetici ed economici non compatibili con criteri

progettuali orientati alla sostenibilità, quindi sono del tutto sconsigliati.

B.5 Illuminazione naturale

È fortemente raccomandato l'utilizzo appropriato dell'illuminazione naturale ovunque

fattibile e la sua integrazione con illuminazione artificiale ad alta efficienza. Le

strategie da considerare per l'ammissione di luce naturale sono:

Pagina 23 di 36

• vetrate verticali

• lucernari

• guide di luce (cioè sistemi riflettenti o diretti di captazione della luce naturale)

Qualunque sia la strategia adottata nel caso specifico, è fortemente raccomandato

adottare colori chiari nelle finiture superficiali degli interni, onde minimizzare

l'assorbimento della radiazione luminosa.

Le vetrate verticali sono il mezzo più semplice per fornire illuminazione. Una superficie

vetrata pari a circa il 20% del pavimento può fornire illuminazione adeguata fino ad una

profondità di circa una volta e mezzo l'altezza della stanza. Profondità maggiori

richiedono altri accorgimenti (per esempio lamine orizzontali ad alto coefficiente di

riflessione possono guidare la luce a profondità maggiori).

Sulle facciate nord sono fortemente raccomandati vetri doppi, con trattamento selettivo

(con Ke >1), riempiti con gas a bassa conduttività. La proprietà di selettività consente

di bloccare la maggior parte della radiazione infrarossa in ingresso in estate ed in

uscita in inverno senza ridurre significativamente l'apporto di luce naturale.

Vetri dello stesso tipo sono consigliati sulle facciate orientate prevalentemente a sud,

ovest ed est, a meno che le vetrate non siano schermate con aggetti o vegetazione.

È fortemente consigliato che le vetrate con esposizione S, S-E e S-W dispongano di

protezioni orizzontali esterne come specificato precedentemente, progettate in modo

da non bloccare l'accesso della radiazione solare (e dunque anche luminosa) diretta in

inverno Si consiglia di ridurre al minimo la superficie dei telai che intercetta la

radiazione.

I lucernari sono un mezzo estremamente efficace per l'illuminazione naturale degli

ultimi piani degli edifici, anche nelle parti centrali lontane dalle pareti perimetrali. Per

evitare aggravi al carico di raffrescamento occorre però evitare lucernari orizzontali ed

adottare tipologie a vetrata verticale o quasi verticale, oppure shed orientati a nord, in

modo da im-pedire l'accesso alla radiazione diretta durante l'estate e dirigere verso

l'interno la radiazione luminosa in inverno.

I condotti/guide di luce possono essere di diversi livelli di complessità. Nel presente

contesto si consiglia l'adozione di tipologie semplici che possano guidare verso il

basso e/o l'interno la luce che piove nei pozzi centrali degli edifici, o la creazione di

condotti di luce nelle zone interne degli edifici più massicci.

Pagina 24 di 36

Per la progettazione dei sistemi di illuminazione per interni negli edifici che saranno

realizzati si raccomanda fortemente di avvalersi di quanto esposto nell’Appendice 3

dove sono elencati, a seconda del tipo di locale, i valori standard di potenza installabile

per l'illu-minazione, insieme con i relativi livelli medi di illuminamento raccomandati in

relazione ai diversi compiti visivi. Tali standard (attorno ai 10 W/m2 di potenza totale

installata conside-rando lampada e alimentatore), garantiscono un corretto uso

dell'energia evitando sprechi o sottodimensionamenti e sono raggiungibili con

l'applicazione di tecnologie e componenti impiantistici ampiamente sperimentati nella

pratica illuminotecnica.

E' fortemente raccomandato l'uso di illuminazione fluorescente ad alta efficienza con

alimentazione elettronica. Gli apparecchi illuminanti dovrebbero contenere/integrare

riflettori a geometria ottimizzata per ridurre il numero di riflessioni ed avere alto

coefficiente di riflessione (maggiore o uguale al 95%).

Le schermature antiabbagliamento devono adempiere la loro funzione senza indebite

riduzioni di flusso luminoso. In particolare è fortemente sconsigliato l'uso dei vecchi tipi

di schermatura realizzati con un contenitore traslucido, responsabili di elevatissime

perdite di flusso.

Per quanto riguarda i controlli, sono fortemente raccomandati:

• Interruttori locali. L'impianto di illuminazione deve essere sezionato in modo che

ogni postazione o area funzionale possa essere controllata da un interruttore (a

muro, a cordicella, o con comando remoto ad infrarossi) per consentire di

illuminare solo le superfici effettivamente utilizzate.

• Interruttori a tempo. Nelle aree di uso infrequente (bagni, scale, corridoi) è

sempre economicamente conveniente l'uso di controlli temporizzati, ove non

siano presenti sensori di presenza.

• Controlli azionati da sensori di presenza. I sensori di ottima sensibilità e basso

costo attualmente sul mercato permettono un uso generalizzato di questo tipo di

controlli almeno nelle aree a presenza saltuaria. Se ne consiglia fortemente

l'uso.

• Controlli azionati da sensori di illuminazione naturale. Nelle aree che

dispongono di luce naturale ed in particolare in quelle servite da dispositivi di

miglioramento dell'illuminazione naturale (vetri selettivi, condotti di luce etc.) è

Pagina 25 di 36

consigliato l'uso di sensori di luce naturale che azionino gli attenuatori della luce

artificiale in modo da garantire un illuminamento totale costante sulle superfici di

lavoro e consistenti risparmi di energia.

Scheda C) Tecnologie Bioedili per il risparmio delle risorse e per la salubrità degli ambienti

interni (vedi anche: “Inquinamento indoor: i principali fattori di inquinamento presi in esame in una progettazione Bioecologica” e

“Allegato 2”, Linee guida per la pianificazione e la edificazione sostenibile e per la tutela del territorio, Vol. 1)

C.1 I materiali da costruzione

Il 5/05/2000 è entrato in vigore il D.M. 2 aprile 98 il quale rende operativa la Direttiva Europea

n° 89/106 CEE del 21/12/88 ed entra nel merito delle caratteristiche dei materiali da

costruzione presenti nell’articolo 32 della Legge n° 10/1991.

La Direttiva comunitaria già recepita in Italia con il D.P.R. n° 246 del 21/04/1993 stabilisce

che: le “opere di edilizia e di ingegneria civile siano concepite e realizzate in modo da non

compromettere la sicurezza delle persone, dove per sicurezza delle persone s’intende anche

il rispetto di requisiti essenziali ai fini del benessere generale, quali:

la salute;

la curabilità;

i risparmi energetici;

la tutela dell’ambiente.

In particolare nell’allegato I° del citato D.P.R., per quanto riguarda le caratteristiche dei

materiali relativamente ad Igiene – Salute ed Ambiente precisa:

L’opera deve essere concepita e costruita in modo da non compromettere l’igiene e la salute

degli occupanti o dei vicini e in particolar modo non provocare:

sviluppo di gas tossici;

presenza nell’aria di particelle o di gas pericolosi;

emissioni di radiazioni pericolose;

inquinamento o tossicità dell’acqua o del suolo;

difetti nell’eliminazione delle acque di scarico, dei fumi e dei rifiuti solidi o liquidi;

formazione di umidità su parti o pareti dell’opera.

Pagina 26 di 36

Per quanto riguarda gli aspetti energetici l’art. 32 stabilisce che “Ai fini della

commercializzazione, le caratteristiche e le prestazioni energetiche dei componenti degli

edifici devono essere certificate secondo le modalità stabilite con apposito decreto”

Decreto oggi finalmente reso esecutivo e che precisa: “l’inosservanza delle prescrizioni di cui

all’art. 32 della legge n° 10/91 è punita con sanzione amministrativa da un minimo di cinque

milioni (2582,28 Euro) ad un massimo di £ cinquanta milioni (25822,24 Euro)”.

Negli interventi di Bioarchitettura in qualsiasi misura, disciplinati e diretti dall’Amministrazione

Comunale, devono essere impiegati materiali sani e non suscettibili di indurre effetti dannosi

per le persone o per l’ambiente almeno per il 70% del loro totale per le caratteristiche non

obbligatorie ai fini di legge.

Per cui è prescritto:

l’uso di materiali sani e/o naturali secondo le definizioni Comunitarie (è definito

materiale sano un materiale che non contiene prodotti di sintesi in percentuale

superiore al 5%);

secondo quanto previsto dai regolamenti per il rilascio degli attestati di Eco Label dei

materiali da costruzione;

in ogni caso quanto già definito per legge ed indicato nel D.P.R. n° 246 del 21/04/1993

e nell’art 32 della legge 10/9;

l’uso di materiali tradizionali, di provenienza locale, riciclati e riciclabili.

C.2 Fitodepurazione (vedi anche: “La Fitodepurazione ”, Linee guida per la pianificazione e la edificazione sostenibile e per la tutela del territorio,

Vol. 1)

C.2.1. Normativa di riferimento

Principali norme in materia di scarichi civili che non recapitino in pubblica fognatura

Legge 10 Maggio 1976 n. 319, “Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento

(G.U. n. 141 del 29/05/76) e successive modificazioni (L. 08/10/76 n. 690; L. 24/12/79

n. 650);

Pagina 27 di 36

Allegato 5 della Deliberazione Comitato dei Ministri per la tutela delle acque

dall’inquinamento 4 febbraio 1977, “Criteri, metodologie e norme tecniche generali di

cui all’articolo 2 lettere b), d), e) della legge 10 maggio 1976, recante norme per la

tutela delle acque dall’inquinamento (supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n.

48 del 21/2/1 977);

Delibera Comitato Internazionale del 30 dicembre 1980, “Direttive per la disciplina

degli scarichi delle fognature pubbliche e degli insediamenti civili che non recapitino in

pubbliche fognature (G. U. n. 9 del 10/1/1981);

Decreto Presidente della Repubblica 24/5/1988 n. 236, “Attuazione della direttiva CEE

n. 80/778 concernente la qualità delle acque destinata al consumo umano, ai sensi

del-l’art.15 della legge 16/4/1987, n. 183” (G.U. n. 60 del 30/ 06/1 988);

Allegato B del Piano Regionale di Risanamento delle Acque (supplemento al BUR n.

66 del 15/1 2/1 989);

Legge 7/5/95 n. 72, con modificazioni del Decreto Legge 17/3/95 recante modifiche

alla disciplina degli scarichi;

Direttiva Comunitaria 271/91 recepita in Italia con il Testo Unico sulle Acque del

29/5/1999;

C.2.2. Fitodepurazione

L’utilizzo di impianti a fitodepurazione come recapito finale dei liquami provenienti dal trat-

tamento delle acque reflue è ammesso nelle zone sprovviste di pubblica fognatura, se-condo

quanto previsto dal presente Regolamento.

L’impianto a fitodepurazione (impianto fitodepurativo assorbente) sfrutta il potere de-

purativo di determinati tipi di vegetazione ed è costituito sostanzialmente da uno o più

letti assorbenti, sul fondo dei quali corre una tubazione disperdente che rilascia il

liquame in prossimità dell’apparato radicale delle piante.

I letti assorbenti sono costituiti da vassoi di estensione complessiva commisurata alla

potenzialità dell’impianto e realizzati in materiale atto a garantirne la tenuta

(calcestruzzo, resina poliestere od altro idoneo materiale). Sul fondo dei letti è steso

uno strato di ghiaietto (pezzatura mm. 8-15) dello spessore di almeno cm. 30. Al di

sopra del ghiaietto è riportato uno strato di terreno vegetale di spessore non inferiore a

Pagina 28 di 36

cm. 40. Il terreno vegetale viene quindi adeguatamente piantumato con arbusti

sempreverdi od altra vegeta-zione idrofila.

Il liquame chiarificato in uscita dal dispositivo di trattamento (tipicamente, ma non ne-

cessariamente, una fossa settica tipo Imhoff) deve essere condotto, mediante

tubazione a tenuta, in un pozzetto da cui deve essere poi immesso nella condotta

disperdente. Detta condotta corre sul fondo del letto assorbente, immersa dalla strato

di ghiaietto, ed è costi-tuita da tubazioni microfessurate continue, posate con

pendenza non superiore allo 0,4%.

Il livello del liquame nell’impianto sarà determinato dal livello del pozzetto di distribu-

zione è dovrà corrispondere alla strato di ghiaietto posato sul fondo del letto

assorbente. Da qui i liquidi saranno assorbiti, per capillarità, dall’apparato radicale

delle piante collocate nel soprastante strato di terreno vegetale.

In uscita dall’impianto, sul lato opposto a quello di ingresso del liquame, deve essere

posto un secondo pozzetto di ispezione e da questo deve dipartire una tubazione di

troppo pieno di sicurezza che consente il celere deflusso di improvvisi ed eccessivi

apporti me-teorici, mantenendo il liquido nell’impianto ai livelli di progetto. La tubazione

di troppo pieno smaltirà l’eccesso di acqua nel suolo mediante un breve tratto di

tubazione disperdente per sub-irrigazione.

Le dimensioni dei letti assorbenti e della superficie piantumata dovranno essere tali da

garantire sufficienti livelli di depurazione ed evitare la formazione di reflui effluenti. A tal

fine l’impianto dovrà presentare una estensione (superficie della faccia superiore dello

strato di ghiaietto) di almeno mq. 1,50 per ogni abitante equivalente, con un minimo

assoluto di mq. 6.

La vegetazione da piantumare dovrà essere costituita da arbusti o fiori con spiccate

caratteristiche idrofile, quali ad esempio:

Arbusti Fiori Aucuba Japonica Bambù Calycantus Florindus Cornus Alba Cornus Florida Cornus Stolonifera Cotoneaster Salicifolia Kalmia Latifolia

Auruncus Sylvester Astilbe Elymus Arenarius Felci Iris Pseudoacorus Iris Kaempferi Lythrum Officinalis Nepeta Musini

Pagina 29 di 36

Laurus Cesarus Sambucus Nigra Thuya Canadensis

Lythrum Officinalis Nepeta Musini Petasites Officinalis

Per l'esercizio si controllerà periodicamente che non vi sia intasamento della

tubazione disperdente, che non si manifestino impaludamenti superficiali, che non

aumenti il numero delle persone servite ed il volume di liquame giornaliero disperso.

C.3 Riduzione dell'impermeabilizzazione superficiale

Tutti gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica nonché la realizza-

zione di sistemazioni esterne, parcheggi, viabilità pedonale e meccanizzata, rilevati e simili

sono soggetti alle disposizioni in materia di riduzione dell’impermeabilizzazione superficiale di

cui all’art. 4 comma 10 della Delibera del Consiglio Regionale 21 giugno 1994 n. 230; ai fini

dell’ottenimento delle agevolazioni, le superfici minime drenanti, definite dalle leggi vigenti

deve essere incrementato almeno del 30%.

Le disposizioni di cui al citato art. 4 comma 10, si applicano anche nel caso di interventi di

nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica che interessino aree od edifici che pre-

sentino superficie permeabile inferiore a quella prescritta. In tali casi la superficie permea-bile

dovrà essere incrementata sino al raggiungimento di detta misura minima.

C.4 Interventi sul ciclo dell'acqua (vedi anche: “Il recupero delle acque piovane”, Linee guida per la pianificazione e la edificazione sostenibile e per la tutela

del territorio )

Dovrà essere previsto un sistema di raccolta e di riutilizzazione delle acque meteoriche e/o

una loro dispersione negli spazi a verde attraverso un idoneo progetto di smaltimento. Tale

progetto dovrà garantire la dispersione per processi lenti delle acque meteoriche, raccolta ed

un loro impiego per usi no pregiati (irrigazione aree verdi, servizi igienici, ecc.) oltre ad un

adeguamento delle reti idriche scolanti.

Va ridotto il consumo d'acqua mantenendo o migliorando la qualità del servizio agli utenti

adottando alcune tecnologie ampiamente provate e di facile applicazione:

Pagina 30 di 36

temporizzatori che interrompono il flusso dopo un tempo predeterminato, even-

tualmente comandati da fotocellule (ma anche modelli ad azionamento manuale

consentono ottimi risultati)

sciacquoni per WC a due livelli (flusso abbondante, flusso ridotto) o con tasto di fermo

per graduazione continua; si consiglia di evitare gli sciacquoni a rubinetto perché

possono causare problemi di rumorosità e producono sprechi notevoli in caso di

dimenticanze anche sporadiche

miscelatori del flusso d'acqua con aria, acceleratori di flusso ed altri meccanismi che

mantenendo o migliorando le caratteristiche del getto d'acqua, riducono il flusso da

15-20 litri/minuto a 7-10 l/m e sono disponibili per rubinetti e docce.

Il risparmio di acqua calda e fredda consente di ripagare il leggero sovracosto di questi ap-

parecchi in pochi mesi, se applicati in fase di progettazione possono consentire grandi ri-

sparmi nel dimensionamento dei boiler e dei pannelli solari; in questo caso il costo totale di

impianto (rubinetti, docce e impianto di produzione acqua calda) è addirittura ridotto.

Recapito finale

Le acque pluviali possono essere smaltite mediante:

convogliamento in pubblica fognatura bianca o mista;

convogliamento in acque superficiali;

dispersione nel suolo;

accumulo in cisterna per uso irriguo, antincendio e simili (fermo restando che le even-

tuali tubazioni di troppo pieno devono comunque condurre ad una delle altre

destinazioni ammesse).

Quando possibile ed opportuno, deve essere privilegiato il reimpiego delle acque pluviali per

usi non pregiati e comunque compatibili con la loro qualità (irrigazione aree verdi, ci-sterne di

accumulo, ecc.) oppure la dispersione delle medesime, mediante processi lenti, negli spazi

verdi.

C.5 Il Radon (Tratto da “L’inquinamento da Radon”, Linee guida per la pianificazione e la edificazione sostenibile e per la tutela del

territorio, Vol. 1)

Pagina 31 di 36

Il radon e' un gas radioattivo presente nel suolo e nei materiali da costruzione; una volta

prodotto tende a diffondersi nelle abitazioni.

Quando è inalato, decade emettendo particelle radioattive ed aumenta il rischio di cancro ai

polmoni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul

Cancro e l'EPA hanno classificato il Radon come uno dei 75 agenti di cui vi è evidenza certa

di cancerogenità per l'uomo.

Il radon decade velocemente emettendo particelle radioattive (alfa) le quali anche legandosi

al particolato presente nell'aria, si fissano sulle superfici del tessuto polmonare.

Le radiazioni così emesse, danneggiano il DNA cellulare, lunghe esposizioni al radon sono

causa certa di cancro.

a) come il radon entra negli ambienti

Il radon si espande liberamente nell'atmosfera e di solito in ambienti aperti non raggiunge mai

concentrazioni considerate pericolose.

Negli ambienti chiusi, come ad esempio le abitazioni ed i luoghi di lavoro, si concentra

risalendo dal sottosuolo ed entrando attraverso il contatto terreno fondazioni tramite fessure

anche microscopiche. Il radon è presente anche nei materiali da costruzione provenienti da

terreni particolarmente ricchi di uranio ed in alcuni casi nelle acque.

b) la legislazione Italiana

Il Decreto Legislativo 241 del 26 Maggio 2000, rappresenta l’attuazione della Direttiva

96/29/Euratom in materia di protezione sanitaria della popolazione contro i rischi derivanti

dalle radiazioni ionizzanti.

Tale decreto prevede, tra l’altro, l’individuazione delle attività lavorative e dei luoghi in cui

esiste un reale pericolo di esposizione a prodotti di decadimento del radon e del toron.

Per quanto riguarda le abitazioni private non esiste un obbligo di legge, ma nel 1990 sia la

ICRP (International Commission on Radiological Protection) che la Commissione Europea

hanno raccomandato che non sia superato il limite di 200 Bq/m3 nelle abitazioni di nuova

costruzione e di 400 Bq/m3 in quelle esistenti e che siano prese immediate misure qualora il

presente limite sia superato.

c) come si misura il radon

Esistono diversi modi per misurare la presenza di radon nelle abitazioni, si possono eseguire

con strumenti e dosimetri passivi. I primi danno una misura puntuale e immediata, spesso

Pagina 32 di 36

sono utili per approfondire l’indagine o per eseguire uno screening veloce, di contro non

danno una misura mediata nel tempo (a meno di non immobilizzare uno strumento assai

costoso in un solo luogo per molti giorni). I dosimetri passivi, molto economici, danno invece

una media misurata durante il periodo di esposizione (da due settimane a tre mesi), ne

esistono di vari tipi, ma i dosimetri a tracce CR-29 sono i più usati al mondo perché ritenuti i

più affidabili.

Non esiste un metodo standard per il posizionamento dei dosimetri in un ambiente, due

tipologie abitative diverse, ubicate sugli stessi terreni e costruite con gli stessi materiali,

possono avere concentrazioni di radon molto differenti.

Tuttavia si può suggerire di posizionare i dosimetri nelle stanze ove si risiede più a lungo

(ricordarsi che in camera da letto trascorriamo almeno 6-8 ore al giorno), almeno uno per

piano, e di non variare le abitudini di vita. Posizionare un dosimetro in una casa che si chiude

per le vacanze, darà sicuramente un risultato diverso dalla situazione standard, perché

nessuno per giorni aprirà porte e finestre. Bisogna anche tener conto delle condizioni

ambientali e della stagione durante la quale si operano le misurazioni, infatti, durante le

stagioni invernali, è minore il ricambio d’aria, la pressione atmosferica aumenta o diminuisce

l'espansione del gas radon, terreni umidi o ghiacciati, aumentano la pressione di radon sotto

le fondazioni delle abitazioni.

d) I dosimetri

I dosimetri sono costituiti da lastrine poste in contenitori di plastica antistatica in cui il radon

entra per diffusione.

I dosimetri sono trasportati in buste sigillate in alluminio per permettere una lunga

conservazione. Il tempo di esposizione va da 1 a 3 mesi per i dosimetri Alpha Track Detector

e da 10 a 40 giorni per i Rapidos™

L'analisi della scansione dell’immagine avviene tramite le tecniche più moderne. Entrambi i

dosimetri forniscono un’esatta misurazione della concentrazione di Radon attraverso una

semplice procedura: dopo averli estratti dal loro contenitore protettivo (una busta di alluminio

a chiusura ermetica), si annota il numero riportato sul dosimetro, dell'ora e della data di inizio

dell'esposizione e si posizionano nell’ambiente da rilevare per il tempo necessario.

Al termine dell'esposizione, prima di richiuderli nel loro involucro protettivo, si annota la data e

l'ora di fine esposizione, si spedisco al laboratorio competente ed entro pochi giorni è fornito il

dato certificato espresso in Bq/m3.

Pagina 33 di 36

Quindi, non sono soggetti ad urti, non necessitano di corrente, non possono essere in alcun

modo pericolosi per i bambini o gli animali, si possono toccare e spostare (non di molto)

durante le pulizie di casa.

e) come si elimina il radon

Qualora la concentrazione di radon risultasse elevata il primo intervento di facile realizzazione

è l'aumento della ventilazione, degli ambienti stessi, ma se proviene dal sottosuolo, delle

cantine. Spesso è sufficiente sfruttare la ventilazione spontanea semplicemente aprendo

delle piccole prese d’aria negli scantinati.

Si può invece forzare il ricambio d’aria, sotto le abitazioni, inserendo delle apposite tubature.

Nei casi in cui le concentrazioni risultino molto elevate si può isolare, con le tecnologie

adeguate l'abitazione dal sottosuolo e, specialmente quando la presenza di radon nei terreni

ove si intende costruire e nota, è molto economico, isolare le fondazioni sin dall’inizio.

Se il radon proviene dai materiali di costruzione, oltre alla ventilazione degli ambienti, si

possono isolare tali materiali, con apposite guaine e vernici. Anche in questo caso, la

preventiva scelta di materiali di costruzione garantiti radon free, non influiscono di molto sulle

spese iniziali e risolvono il problema alla base.

Scheda D) Riqualificazione ed estensione elementi naturali (vedi anche: “Il giardino e le aree verdi”, Linee guida per la pianificazione e la edificazione sostenibile e per la tutela del

territorio, Vol. 1)

In diverse ricerche sperimentali è stato misurato il consumo energetico di edifici campione,

con condizionamento meccanico dell’aria, in assenza e in presenza di vegetazione nello

spazio circostante l’edificio.

Ad esempio i risultati della sperimentazione condotta sull'edificio di una scuola materna di 120

mq, riferiti a due giorni di misura - uno con il terreno circostante l’edificio non coltivato, l’altro

con il terreno sistemato a verde (con arbusti completamente sviluppati e piccoli alberi alti da 2

a 8 mt.) ha dimostrato che le temperature del terreno sistemato a verde, riesce a mantenere

temperature più o meno costanti nell’arco delle 24 ore e comprese tra i 30-35 °C, nella

stagione estiva, al contrario lo stesso terreno incolto, di notte raggiunge i 25°C, mentre di

giorno sfiora i 45°C, costringendo ad una consequenziale regolazione dell’impianto di

condizionamento e quindi a maggiori costi energetici di calore.

D.1 Interventi sull’albedo e l’uso del verde

Pagina 34 di 36

a) Andranno studiate tutte le forme per ridurre l’effetto noto come "isola di calore3". Alcuni di

questi fattori possono essere mitigati con una certa efficacia per mezzo di un'adeguata

progettazione delle aree circostanti gli edifici;

b) Il controllo dell'albedo (coefficiente di riflessione totale, cioè su tutte le lunghezze d'onda)

della pavimentazione degli spazi pubblici (strade, marciapiedi, parcheggi, etc...) permette di

ridurre le temperature superficiali con effetti sul comfort esterno e sulla riduzione dei carichi

solari nel condizionamento degli spazi chiusi. Le superfici chiare hanno un'albedo più alta

delle superfici scure. La semplice scelta di materiali ad elevato albedo per la realizzazione

delle superfici urbane dovrà essere effettuata nella direzione della riduzione delle temperature

delle superfici (e quindi la quantità di energia che esse re-irraggiano) e sui carichi di

raffrescamento garantendo contemporaneamente effetti sul comfort e benessere delle

persone (evitare gli sbalzi termici freddo interno-caldo esterno);

c) Il ricorso al verde non soltanto ha un valore decorativo, ma dovrà essere progettato e

quantificato in modo da produrre effetti sul microclima dell'area mitigando i picchi di

temperatura estivi grazie all'evapotraspirazione; dovrà inoltre consentire l’ombreggiamento

per controllare l'irraggiamento solare diretto sugli edifici e sulle superfici circostanti durante le

diverse ore del giorno;

d) Per quanto riguarda gli edifici, è opportuno disporre la vegetazione o altri schermi in modo

tale da massimizzare l'ombreggiamento estivo delle seguenti superfici, in ordine di priorità:

le superfici vetrate e/o trasparenti esposte a sud e sud ovest

le sezioni esterne di dissipazione del calore degli impianti di climatizzazione, i tetti e le

coperture

le pareti esterne esposte a ovest, ad est ed a sud

posizionare le superfici capaci di assorbire radiazione solare (alberi, pergolati, etc) ad

una distanza compresa fra 1,5 e 6 metri dall’edificio

3 Tale fenomeno si esplica in termini generali in un aumento delle temperature medie dell'aria e della temperatura media radiante delle superfici. Questa alterazione delle caratteristiche climatiche assume caratteri particolarmente notevoli nella stagione estiva, con differenze di temperatura fra città e campagna dell'ordine di qualche grado centigrado. Ciò comporta inevitabilmente un aumento della domanda di energia per il condizionamento estivo degli ambienti interni, oltre che condizioni di marcato di comfort negli spazi esterni. Un altro effetto dell'isola di calore urbana è l'accentuazione delle condizioni favorevoli alla formazione di smog fotochimico ed in particolare alla formazione di ozono. In considerazione di questo duplice effetto sui consumi e sulla qualità dell'aria il governo federale degli Stati Uniti ed alcune delle maggiori città statunitensi stanno attuando una serie di azioni per la riduzione dell'effetto isola di calore. Fra le molteplici cause che generano un'isola di calore vi è la concentrazione di usi energetici (trasporti, produzione di calore), l'uso di materiali di finitura delle superfici con caratteristiche termofisiche sfavorevoli, la scarsa presenza di vegetazione e di specchi d'acqua.

Pagina 35 di 36

Le ore in cui, nella stagione estiva, l'effetto di schermatura consente maggiori risparmi, sono:

per superfici esposte ad ovest: dalle 14.30 alle 19.30

per superfici esposte a est: dalle 7.30 alle 12.00

per superfici esposte a sud dalle 9.30 alle 17.30

e) Per ottenere un efficace ombreggiamento degli edifici occorre che gli alberi utilizzati siano

piantati a distanze tali che la chioma venga a situarsi a:

non più di 1,5 metri di distanza dalla facciata da ombreggiare quando esposta ad est o

ovest;

non più di 1 metro di distanza dalla facciata da ombreggiare quando esposta a sud.

f) È consigliabile che anche le parti più basse delle pareti perimetrali degli edifici esposte a

est ed ovest, siano ombreggiate per mezzo di cespugli.

g) L'uso di rampicanti sulle facciate consente buone riduzioni dell'assorbimento della ra-

diazione solare in estate e una riduzione delle dispersioni per convezione in inverno.

h) Si consiglia inoltre, compatibilmente con vincoli di natura artistica ed architettonica, il

ricorso al verde anche per le coperture. Tale scelta, se correttamente applicata (isolamento

delle coperture, carichi strutturali, forme di manutenzione del verde ecc.) può avere il duplice

effetto di miglioramento dell’inerzia termica estivo-invernale e di drenaggio del de-flusso delle

acque meteoriche.

i) La riduzione degli apporti solari estivi indesiderati è massima quando alberi, cespugli e

copertura verde del terreno sono combinati opportunamente nella progettazione del

paesaggio dell'area.

j) Ogni intervento di piantumazione dovrà prevedere l'uso di essenze che dimostrino un buon

adattamento all'ambiente urbano, siano preferibilmente caratteristiche del luogo, ab-biano

solo in estate una chioma folta (in modo da consentire apporti solari invernali), parti-

colarmente se disposte a sud del sito

k) Per quanto riguarda l'ombreggiamento delle zone adibite a parcheggio o di altre parti

stradali utilizzate per lo stazionamento dei veicoli risultati rilevanti sono ottenuti attenendosi

alle seguenti prescrizioni, che in ogni caso non possono mai andare in deroga rispetto a

quanto previsto dall’art. 13 delle Nta:

almeno il 10% dell'area lorda del parcheggio sia costituita di copertura verde;

il numero di alberi piantumati garantisca che la superficie coperta dalla loro chioma sia

almeno il 50% dell'area lorda;

Pagina 36 di 36

il perimetro dell'area sia delimitato da una cintura di verde di altezza non inferiore a 1

m e di opacità superiore al 75%.

l) Sarà, infine, necessario predisporre un adeguato piano di irrigazione e manutenzione di

tutte le aree verdi previste.