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COMUNE DI AMANTEA (CS) PALAZZETTO DELLO SPORT

Lavori di completamento RELAZIONE TECNICA IMPIANTI

Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 1Revisione 0 Autore Perri di 59

INDICE 1. GENERALITA’ 2

1.1. Oggetto dell’appalto 2 1.2. Caratteristiche dell’impianto sportivo 3 1.3. Destinazione d’uso degli ambienti 3 1.4. Riferimenti normativi 4 1.5. Marchi 9 1.6. Documentazione di progetto 11

2. DESCRIZIONE DELLE OPERE 12 2.1. IMPIANTO ELETTRICO 12 2.2. Impianto di rivelazione automatica d’incendio 15 2.3. Impianti e mezzi di protezione antincendio 16

3. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO ED INSTALLAZIONE 18 3.1. CABINA DI TRASFORMAZIONE MT/BT 18

3.1.1. Generalità 18 3.1.2. Caratteristiche del prefabbricato di cabina 19 3.1.3. Quadro di media tensione 21 3.1.4. Trasformatore MT/BT 21 3.1.5. Accessori interni alla cabina e servizi a completamento 22

3.2. IMPIANTI ELETTRICI 23 3.2.1. Dati Tecnici di Progetto 23 3.2.2. Distribuzione Principale 23 3.2.3. Dimensionamento Delle Linee 24 3.2.4. Impianto di Illuminazione 25 3.2.5. Sistemi di Protezione 28 3.2.6. Rifasamento 30 3.2.7. Cavi per Energia e Segnali 30 3.2.8. Impianto di Terra di Protezione 30

3.3. IMPIANTI SPECIALI 33 3.3.1. Impianto Telefonico 33 3.3.2. Impianto di Rivelazione d’Incendio 33

3.4. IMPIANTI E MEZZI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO 40 3.4.1. Rete Idranti UNI45 40 3.4.2. Installazione dell’impianto 44 3.4.3. Attacco per motopompa VV.F. UNI70 47 3.4.4. Alimentazione Idrica Impianto Antincendio 48 3.4.5. Stazione di pressurizzazione 49 3.4.6. Estintori Portatili 58 3.4.7. Collaudi e verifiche periodiche 59

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Lavori di completamento RELAZIONE TECNICA IMPIANTI

Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 2Revisione 0 Autore Perri di 59

1. GENERALITA’

1.1. OGGETTO DELL’APPALTO

L’oggetto dell’appalto descritto nella presente relazione tecnica di progetto esecutivo è costituito di impianti tecnologici finalizzati al completamento del palazzetto dello sport del comune di Amantea in provincia di Cosenza, opera già in parte realizzata precedentemente all’intervento di cui trattasi. Le installazioni descritte nel seguito del documento e negli elaborati grafici allegati, sono intese tutte di nuova realizzazione e comprese nell’appalto laddove non sia esplicitamente indicata la loro preesistenza e/o l’esclusione dall’oggetto dell’appalto. Tutte le dotazioni impiantistiche esistenti allo stato di fatto nel fabbricato oggetto di intervento saranno interessate dalle nuove opere in appalto . Si intendono comprese nel presente appalto le seguenti opere impiantistiche di nuova realizzazione: • Cabina di trasformazione MT/BT di utente per l’alimentazione esclusiva degli impianti a

servizio del palazzetto; • impianto elettrico di distribuzione per i circuiti di illuminazione e di forza motrice delle

utenze interne al fabbricato; • impianto di illuminazione ordinaria e di sicurezza per i campi da giuoco, le aree aperte al

pubblico ed i servizi dell’impianto sportivo; • predisposizione per linea telefonica esterna; • impianto di rivelazione automatica e manuale d’incendio a sorveglianza dell’area di

giuoco, le aree aperte al pubblico ed i servizi dell’impianto sportivo; • impianto di estinzione ad idranti a protezione dell’intero volume interno del fabbricato; • sistema di alimentazione della rete idranti costituito di una stazione di pompaggio ed una

riserva idrica della capacità necessaria alla fase di scarica; • opere civili relative alla costruzione della cabina elettrica, alla posa del sistema di

alimentazione antincendio, alla realizzazione dei cavidotti esterni ed in generale le assistenze murarie necessarie alle installazioni impiantistiche interne.

Si intendono escluse dal presente appalto le seguenti opere impiantistiche: • impianti tecnologici non compresi nell’elenco di cui sopra; • impianti elettrici ed idrosanitari negli spogliatoi per gli atleti, gli spogliatoi per gli istruttori

e gli spogliatoi per gli arbitri ubicati a quota 0,00 del fabbricato poiché già realizzati all’interno di interventi precedenti al presente appalto;

• impianti elettrici ed idrosanitari nei servizi igienici per il pubblico ubicati a quota +4,00 del fabbricato poiché già realizzati all’interno di interventi precedenti al presente appalto;

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 3Revisione 0 Autore Perri di 59

• fornitura in opera del gruppo soccorritore per l’illuminazione di sicurezza dei campi da giuoco.

1.2. CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO SPORTIVO

L’impianto sportivo del palazzetto dello sport di Amantea è costituito di un unico corpo di fabbrica in cemento armato di volumetria interamente fuori terra ubicato all’interno di un’area attrezzata con parcheggi per autoveicoli, sistemazioni a verde e percorsi pedonali per l’accesso del pubblico. Il fabbricato a pianta rettangolare è provvisto di coperture ad altezze diverse, la maggiore delle quali corrisponde all’area dei campi da giuoco ed arriva alla quota di circa m +15,00. Questa copertura è prevista da realizzarsi con struttura portante in legno lamellare. Gli accessi sono disposti su tutti i quattro lati del fabbricato; nello specifico gli accessi sui prospetti di NE, NO e SO afferiscono alla quota 0,00 mentre gli accessi sul lato di SE afferiscono alla quota +4,00 serviti da due scale esterne a struttura in cemento armato. Alla quota 0,00 sono previsti: • gli spogliatoi ed i servizi igienici per atleti, istruttori ed arbitri; • i depositi per gli attrezzi sportivi nei volumi sotto le gradinate per il pubblico; • la biglietteria; • la sala di controllo dell’impianto sportivo; • un posto di pronto soccorso. Alla quota + 4,00 è previsto: un ballatoio per l’accesso del pubblico alle gradinate dall’alto; i servizi igienici per il pubblico divisi per donne e uomini. Sono altresì previste due tribune stampa alle quote +3,00 e +7,10. I collegamenti interni tra le diverse quote avvengono attraverso due corpi scala di tipo aperto ubicati negli angoli di NE e di NO 1.3. DESTINAZIONE D’USO DEGLI AMBIENTI

L’impianto sportivo è destinato allo svolgimento di attività atletica agonistica e non per diverse discipline sportive tra le quali: • pallavolo; • pallacanestro; • pallamano.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 4Revisione 0 Autore Perri di 59

Con riferimento all’attività agonistica è prevista la presenza di pubblico con una capacità massima dell’impianto inferiore alle 1000 persone. Per quanto detto l’impianto sportivo si identifica quale: • locale per pubblico spettacolo pertanto classificabile come attività soggetta a visite

periodiche di prevenzione incendi n°83 dell’elenco di cui all’allegato del D.M. 16 febbraio1982: “Locali di spettacolo ed intrattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti”;

• Impianto sportivo ricadente nell’ambito di applicazione del D.M. 18 marzo 1996: “ Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”.

1.4. RIFERIMENTI NORMATIVI

Gli impianti devono essere realizzati in ogni loro parte e nel loro insieme in conformità alle leggi, norme, prescrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni emanate dagli enti, agenti in campo nazionale e locale, preposti dalla legge al controllo ed alla sorveglianza della regolarità della loro esecuzione nonché perfettamente funzionanti, anche se non espressamente menzionati nei successivi capitoli: - leggi e decreti; - disposizioni dei Vigili del Fuoco di qualsiasi tipo; - norme CEI; 1.4.1.1 Legislazione vigente in materia di sicurezza e comfort nei luoghi di lavoro

legge 1 marzo 1968 nº 186: Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici; legge 18 ottobre 1977 nº 791: Attuazione delle direttive del consiglio della Comunità Europea (n° 72/23/CEE) relative alle garanzie di sicurezza che dovrà possedere il materiale elettrico; Decreto MSE 22 gennaio 2008 nº 37: Regolamento concernente disposizioni in materia di installazione degli impianti all’interno degli edifici; D.L.vo 9 aprile 2008 nº 81: Testo unico, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; 1.4.1.2 Legislazione di prevenzione incendi e prescrizioni del Comando Provinciale dei VV.F.:

D.M. 18 MARZO 1996 “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 5Revisione 0 Autore Perri di 59

D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n. 37 “Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’Art. 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59” D.M. 4 MAGGIO 1998 “Disposizioni relative alla modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all’uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del fuoco” D.M. 10 MARZO 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro” 1.4.1.3 Tutte le norme CEI ultima edizione e successive integrazioni ed in particolare:

CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici. EN 60079-10 fasc.2895 (1996) (30-31): Costruzione elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas; CEI 31-35 fasc.5024 (1999): Costruzione elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas; CEI 64-2 fasc.1431 (1990): Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione; CEI 64-4 III ed. fasc.1438, (1990-12) (oppure fasc.3748C, 1997, ristampa che comprende la seguente V1): Impianti elettrici in locali adibiti ad uso medico; CEI 64-4 Variante V1 fasc.2256V, (1994-01) ; Foglio d’interpretazione F.1 I ed., fasc. 4117; CEI 64-8/1 fasc. 4131 (1998): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 1; CEI 64-8/2 fasc. 4132 (1998): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 2; CEI 64-8/3 fasc. 4133 (1998)): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 3; CEI 64-8/4 fasc. 4134 (1998): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 4; CEI 64-8/5 fasc. 4135 (1998): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 5; CEI 64-8/6 fasc. 4136 (1998): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 6; CEI 64-8/7 fasc. 4137 (1998): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 7; CEI 64-8 V1 fasc. 5902 (2001): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua; CEI 64-8/7 V2 fasc. 5903 (2001): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - Parte 7: Ambienti e applicazioni particolari; Sezione 710: Locali ad uso medico; CEI EN 62305-1: Protezione contro i fulmini – Parte 1: Principi generali; CEI EN 62305-2: Protezione contro i fulmini – Parte 2: Valutazione del rischio;

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 6Revisione 0 Autore Perri di 59

CEI EN 62305-3: Protezione contro i fulmini – Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone; CEI EN 62305-4: Protezione contro i fulmini – Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture; CEI 64-13 fasc. 2403G (1994-10): Guida alla Norma CEI 64-4; CEI 64-14 I ed. fasc. 2930 (1996-12): Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori; CEI 64-51 Guida alla esecuzione degli impianti elettrici nei centri commerciali CEI 17-13/1 fasc.5862 (2000): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT); Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo (ANS); CEI 17-13/2 fasc.5863 (2000): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri elettrici per bassa tensione); Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre; CEI 7-13/3 fasc.1926 (1992): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) parte 3 :prescrizioni particolari per apparecchiature e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso Quadri di distribuzione (ASD); CEI 23-49 : Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari; CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare; CEI 11-1 fasc. 5025 (1999): Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata; CEI 11-1 V1 fasc. 5887 (2000): Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata; CEI 11-8 Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Impianti di terra; CEI 11-17 fasc. 3407 R (1997): Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – Linee in cavo; CEI 11-20 Impianti di produzione diffusa di energia elettrica fino a 3.000 kW; CEI 11-25 Calcolo delle correnti di corto circuito nelle reti trifasi e corrente alternata; CEI 11-37 fasc. 6957 R (2003): guida per l’esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di energia alimentati a tensione maggiore di 1kV; CEI 16-1 Individuazione dei conduttori isolati CEI 16-4 Individuazione dei conduttori isolati e dei conduttori nudi tramite colori CEI 20-19 Cavi con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750V; CEI 20-20 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750V; CEI 20-22 Prova dei cavi non propaganti l’incendio; CEI 20-24 Giunzioni e terminazioni per cavi di energia; CEI 20-27 Cavi per energia e per segnalazione sistemi di designazione; CEI 20-28 Connettori per cavi di energia;

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Lavori di completamento RELAZIONE TECNICA IMPIANTI

Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 7Revisione 0 Autore Perri di 59

CEI 20-33 Giunzioni e terminazione per cavi di energia a tensione non superiore a 0,6/1kV in C.A. 750 in C.C.; CEI 20-34 Metodi di prova per isolamenti a guaine dei cavi elettrici rigidi e flessibili (mescole elastometriche e termoplastiche); CEI 20-35 Prove sui cavi elettrici sottoposti al fuoco parte la prova di non propagazione della fiamma sul singolo cavo in verticale; CEI 20-36 Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici; CEI 20-37 Prova sui gas emessi durante la combustione dei cavi elettrici; CEI 20-38, cavi isolati con gomma non propaganti l’incendio e a bassa emissione di fumi e gas tossici; CEI 20-45, cavi isolati con mescola elastomerica, resistente al fuoco, non propagante l’incendio, senza alogeni(LS0H) con tensione nominale Uo/U di 0,6/1kV; CEI 17-11 Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori, sezionatori in aria e unità combinate con fusibili; CEI 23-3 Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari (CEI EN 60898); CEI 23-43, interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporate per installazioni domestiche e similari (CEI EN 61008-2-1); CEI 23-45, interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporate per installazioni domestiche e similari (CEI EN 61009-2-1); CEI 23-53, interruttori differenziali (RCD) per usi domestici e similari- Compatibilità elettromagnetica (CEI EN 61543); CEI 23-50 Prese a spina per usi domestici e similari; CEI 23-12 Prese a spina per usi industriali; CEI 23-18: Interruttori differenziali per usi domestici e similari; CEI 23-20 Dispositivi di connessione (giunzioni e/o derivazioni) per installazioni elettriche fisse domestiche e similari parte I ; CEI 23-21 Dispositivi di connessione (giunzioni e/o derivazioni) per installazioni elettriche fisse domestiche e similari parte 2.2 ; CEI 28-6 Coordinamento degli isolamenti per gli apparecchi nei sistemi a bassa tensione; CEI 31-30 Classificazione dei luoghi pericolosi; CEI 31-33 Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere); CEI 32-1 Fusibili a tensione non superiore a 1000V per C.A. e 1500 V per C.C (CEI EN 60269); CEI 33-1 Condensatori statici di rifasamento per impianti di energia a C.A. ; CEI 34-3 Lampade fluorescenti a doppio attacco – Specifiche di prestazioni (CEIEN 600081); CEI 34-12 lampade ad incandescenza per illuminazione domestica e similare- Prescrizioni di prestazioni (CEI EN 60064);

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 8Revisione 0 Autore Perri di 59

CEI 34-61 Alimentatori elettronici alimentati in corrente alternata per lampade fluorescenti tubolati- Prescrizioni di prestazioni (CEI EN 60929); CEI 34-21 Apparecchi di illuminazione parte I ; CEI 34-23 Apparecchi di illuminazione (CEI EN 60598); CEI 34-11 Portalampade a vite Edison (CEI EN 60238); CEI 17-06 Apparecchiature prefabbricate con involucro metallico ; CEI 70-1 Gradi di protezione involucri (CEI EN 60529); CEI 70-2 protezione delle persone e delle apparecchiature mediante involucri- Calibri di prova (CEI EN 61032); CEI 70-3 Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro impatti meccanici esterni (Codice IK)(CEI EN 50102); CEI 12-13: Apparecchi elettronici e loro accessori, collegati alla rete, per uso domestico o analogo uso generale – Norme di sicurezza; EN 60688: Trasduttori elettrici di misura per la conversione di grandezze elettriche alternate in segnali analogici o digitali; CEI 103.1: Impianti telefonici interni; UNI 10380 e varianti: Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale. UNI EN 12464-1 - Luce e illuminazione – Illuminazione dei luoghi di lavoro in interni UNI EN 1838 - Illuminazione di emergenza UNI 9316 – Impianti sportivi - Illuminazione per le riprese televisive a colori - Prescrizioni UNI 9821 - Impianti sportivi – collaudo illuminotecnico UNI EN 54 per i componenti dell'impianto di rivelazione incendio; Normativa del Concordato Italiano Incendio per la costruzione ed installazione degli impianti di rivelazione incendi; UNI 7421 - Locali Apparecchiature per estinzione incendi - Tappi per valvole e raccordi

per tubazioni flessibili UNI 7422 - Locali Apparecchiature per estinzione incendi - Requisiti delle legature per

tubazioni flessibili UNI 9487 - Apparecchiature per estinzione incendi – Tubazioni flessibili antincendio di

DN45 e 70 per pressione di esercizio fino a 1,2 MPa” UNI 9795 - Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale d'incendio. UNI 10779 - Reti idranti – Progettazione, installazione e manutenzione UNI EN 671-1 - Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - Naspi

antincendio con tubazioni semirigide UNI EN 671-2 - Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni -

Idranti a muro con tubazioni flessibili UNI EN 671-3 - Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni –

Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semirigide ed idranti a muro con tubazioni flessibili

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 9Revisione 0 Autore Perri di 59

UNI 804 - Locali Apparecchiature per estinzione incendi - Raccordi per tubazioni flessibili

UNI 810 - Locali Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a vite UNI 814 - Locali Apparecchiature per estinzione incendi - Chiavi per la manovra dei

raccordi, attacchi e tappi per tubazioni flessibili UNI 12292 - Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio antincendio UNI 12845 - Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione UNI 1452 - Locali Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione di acqua –

Policloruro di vinile non plastificato (PVC-U) UNI 10224 - Locali Apparecchiature per estinzione incendi - Raccordi per tubazioni

flessibili UNI 10225 - Locali Tubi e raccordi di acciaio non legato per il convogliamento di acqua e

di altri liquidi acquosi – Condizioni tecniche di fornitura UNI 12201 - Locali Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell’acqua

– Polietilene (PE) UNI 13244 - Locali Sistemi di tubazioni di materia plastica in pressione interrati e non per

il trasporto di acqua per usi generali, per fognature e scarichi – Polietilene (PE)

UNI 14339 - Locali Idranti antincendio sottosuolo 1.5. MARCHI

Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti dovranno essere adatti all'ambiente in cui verranno installati e dovranno essere tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità, alle quali possono essere esposte durante l'esercizio. Tutti i materiali dovranno avere caratteristiche e dimensioni tali da rispondere alle norme CEI UNI EN in vigore. Tutte le apparecchiature e i materiali impiegati devono essere dotati, dove applicabile, di marchio IMQ. Tutte le apparecchiature elettriche dovranno inoltre essere dotate di marcatura CE secondo le corrispondenti direttive europee. Si evidenzia che dal 01/01/96 la marcatura è obbligatoria per le macchine e per le apparecchiature che possono creare o essere influenzate da perturbazioni elettromagnetiche (direttiva comunitaria EMC 89/336, recepita in Italia con D.Lgs. 4

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 10Revisione 0 Autore Perri di 59

dicembre 1992 n.476) e dal 01/01/97 lo diventa per tutto il materiale elettrico (direttiva comunitaria DBT 73/23, recepita in Italia con legge 791/77).

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 11Revisione 0 Autore Perri di 59

1.6. DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO

Costituiscono parte integrante del progetto definitivo impiantistico, oltre alla presente relazione tecnica, gli elaborati grafici ed i documenti elencati nella tabella 1.

n. Codice Descrizione 2 I-02 Impianti elettrici – Protezione contro i fulmini – Valutazione del rischio 3 I-03 Impianti elettrici – Relazione di calcolo protezioni 4 I-04 Impianti elettrici – Relazione di calcolo illuminotecnico 5 I-05 Impianti antincendio – Relazione di calcolo idraulico 9 I-09 Impianti elettrici – Installazioni esterne – Planimetria generale cavidotti e

cabina MT/BT 10 I-10 Impianti elettrici – Piante a quote varie impianto di illuminazione ordinaria,

di sicurezza e di forza motrice 11 I-11 Impianti elettrici – Progetto illuminotecnico dei campo da giuoco 12 I-12 Impianti elettrici – Schema generale della distribuzione e schemi unifilari

delle protezioni 13 I-13 Impianti elettrici – Dettagli di installazione 14 I-14 Impianti antincendio – Pianta generale installazioni esterne e particolari

alimentazione idrica rete idranti 15 I-15 Impianti antincendio – Piante a quote varie rete idranti UNI 45 16 I-16 Impianti speciali – Schema generale e dettagli di installazione impianto di

rivelazione automatica e manuale d’incendio 17 I-17 Impianti speciali – Piante a quote varie impianto di rivelazione automatica

e manuale d’incendio 18 I-18 Impianti speciali – Piante a quote varie impianto di rivelazione automatica

e manuale d’incendio 19 I-19 Impianti speciali – Piante a quote varie impianto di rivelazione automatica

e manuale d’incendio Tab. 1 Elenco elaborati grafici di progetto impiantistico

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2. DESCRIZIONE DELLE OPERE

2.1. IMPIANTO ELETTRICO

L’impianto elettrico utilizzatore del palazzetto dello sport consiste di tre parti distinte: - Cabina di trasformazione MT/BT (20kV/400V) d’utente allacciata alla rete di media

tensione dell’ente erogatore; - Quadro elettrico generale d’impianto; - Distribuzione dei circuiti di illuminazione e di forza motrice; - Impianto di illuminazione ordinaria per i campi da giuoco, le aree aperte al pubblico ed i

servizi; - Impianto di illuminazione di sicurezza per i campi da giuoco, le aree aperte al pubblico

ed i servizi. - Dispersore di terra di cabina ed impianto di terra di protezione. Il sistema di distribuzione è del tipo TN-S pertanto con neutro messo a terra in cabina di trasformazione, insieme al centro stella del secondario del trasformatore, per mezzo del dispersore di terra della cabina. La tensione di alimentazione prevista è conforme ai valori normalizzati per la bassa tensione di 400V fase-fase e 230V fase-neutro. 2.1.1.1 Cabina MT/BT

La cabina di trasformazione MT/BT sarà conforme all’ultima edizione della specifica tecnica DK5600 ENEL per le cabine di utente e costituita di un prefabbricato in c.a. suddiviso in: • un vano ad uso esclusivo dell’ente erogatore per la derivazione della fornitura in MT

all’utente dall’anello di distribuzione locale; • un vano per l’alloggiamento dei misuratori di energia in MT; • un vano per la cabina d’utente dove sarà alloggiato il quadro di MT, il trasformatore

20kV/400V ed il quadro generale di bassa tensione di impianto (QGBT) La potenza installata prevista per il trasformatore è di 160 kVA. 2.1.1.2 Quadro elettrico generale del fabbricato (QEG)

La linea di alimentazione di bassa tensione per l’impianto interno al fabbricato proveniente dalla cabina sarà attestata su un unico quadro elettrico di comando e protezione denominato QEG installato all’interno della sala di controllo in posizione presidiata. Dal QEG partiranno tutti i circuiti di distribuzione verso le utenze interne al fabbricato.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 13Revisione 0 Autore Perri di 59

Tutte le linee in uscita dal QEG saranno protette contro le sovracorrenti ed i contatti diretti ed indiretti coordinatamente con l’impianto di terra mediante interruttori automatici. Il QEG sarà diviso in due sezioni:

• QEG/P – sezione utenze privilegiate commutabili sotto gruppo elettrogeno, • QEG/C – sezione utenze di continuità alimentate da UPS. Poiché il gruppo elettrogeno ed il gruppo di continuità statico sono esclusi dal presente appalto il quadro QEG sarà predisposto per le alimentazioni di emergenza ma, nel presente appalto, cablato per la sola alimentazione normale da cabina MT/BT. 2.1.1.3 Distribuzione elettrica

La distribuzione elettrica principale e secondaria sono previste realizzate interamente a vista come di seguito: la distribuzione principale è prevista in canale metallico staffato a parete o a soffitto, la distribuzione secondaria dalle cassette di derivazione fino agli apparecchi, alle prese a spina, ai punti di comando ecc., è prevista in tubazione di PVC rigido staffata a parete con scatole e cassette di derivazione anch’esse in PVC. Il grado di protezione è IP 44 garantito con impiego di pressatubi sulle connessioni. I circuiti saranno realizzati in cavo nei seguenti tipi in dipendenza dalle condizioni di posa: • conduttori isolati del tipo N07G9-K, non propaganti l’incendio, a bassissima emissione di

fumi opachi e gas tossici (CEI 20-22II, 20-35, 20-37, 20-38); • cavi multipolari in guaina del tipo FG7(O)R 0,6/1kV non propaganti l’incendio, a

bassissima emissione di gas corrosivi (CEI 20-13, 20-22II, 20-35, 20-37). 2.1.1.4 Illuminazione ordinaria

L’impianto di illuminazione ordinaria è previsto per garantire i livelli di illuminamento minimi per ciascun tipo di ambiente. Gli apparecchi illuminati saranno tutti di tipo a plafoniera per installazione a vista a parete. L’illuminazione ordinaria si distingue essenzialmente per le seguenti tipologie funzionali che prevedono l’impiego di apparecchi illuminanti di caratteristiche specifiche: - per l’illuminazione dei corridoi e degli accessi saranno impiegate plafoniere a tubi

fluorescenti con corpo metallico e schermo prismatico in policarbonato; - per l’illuminazione della sala di controllo e del posto di pronto soccorso saranno

impiegate plafoniere a tubi fluorescenti con corpo metallico e ottica di tipo idoneo per il lavoro al videoterminale;

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- per l’illuminazione dei magazzini ed all’esterno, in corrispondenza degli accessi del pubblico saranno impiegate plafoniere stagne a tubi fluorescenti con corpo e schermo in policarbonato;

- per l’illuminazione dell’area dei campi da giuoco saranno impiegati proiettori con ottiche diverse con lampade a scarica del tipo agli ioduri metallici ad arco lungo.

2.1.1.5 Illuminazione di sicurezza

Per l’illuminazione di sicurezza delle vie d’esodo sono stati previsti apparecchi ad alimentazione autonoma con accumulatori ed inverter elettronici previsti per il funzionamento in sola emergenza per la durata di un’ora. Per l’illuminazione di sicurezza dei campi da giuoco è stato previsto un circuito con alimentazione di sicurezza ad interruzione breve (< 0,5 s) garantita da un gruppo di continuità statico che alimenterà solo quattro dei trentotto proiettori previsti per l’illuminazione di quest’area. Gli apparecchi così alimentati garantiranno un livello di illuminamento in emergenza sufficiente alla evacuazione in sicurezza degli atleti verso le vie di esodo e saranno dotati di uno speciale cablaggio capace di garantirne l’immediata riaccensione a caldo contemporaneamente all’entrata in servizio del soccorritore. Si rammenta, come già detto, che il gruppo statico di continuità non sarà compreso nell’appalto in oggetto mentre saranno comprese le predisposizioni per il suo allaccio come descritte nell’elaborato grafico I-12.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 15Revisione 0 Autore Perri di 59

2.1.1.6 Impianto di terra

L’impianto di terra di protezione consisterà di un dispersore realizzato in conformità con la norma CEI 11-1 e la guida CEI 11-37 con un anello quadrato in corda di rame interrata attorno al perimetro della base della cabina di trasformazione e corredato con quattro elementi verticali costituiti di picchetti in acciaio ramato infissi nel suolo. Il nodo equipotenziale principale in cabina sarà connesso al collettore di terra all’interno del quadro generale di bassa tensione ubicato all’interno del fabbricato stesso della cabina. Dal collettore di terra di cabina partirà il conduttore di protezione principale assieme alla linea di alimentazione del QEG “QGBT-QEG/N” (vedasi elaborato I-12). Sul nodo equipotenziale principale saranno altresì attestati i conduttori equipotenziali principali per le masse estranee del fabbricato. 2.1.1.7 Impianto di protezione dalle scariche atmosferiche

L’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche non è oggetto del presente appalto in quanto la valutazione del rischio eseguita conformemente alla norma CEI EN 62305-2 I ed. ha evidenziato il valore del rischio per la perdita di vite umane inferiore al limite imposto dalla norma stessa. Non sono stati presi in considerazione i rischi per perdita di servizio e per danni economici derivanti a possibili danni alla struttura derivanti da eventi di fulminazione. 2.1.1.8 Impianto telefonico

L’impianto telefonico avrà natura di sola predisposizione all’allaccio di una utenza alla rete fissa dell’operatore telefonico. Il cavo di collegamento della presa di utente con il permutatore più vicino dell’operatore di rete fissa è escluso dal presente appalto. 2.2. IMPIANTO DI RIVELAZIONE AUTOMATICA D’INCENDIO

L’impianto è previsto a sorveglianza di tutte le aree del fabbricato oggetto dell’intervento di rifunzionalizzazione con l’esclusione dei soli servizi igienici per il pubblico per i quali la norma tecnica non richiede la sorveglianza. A causa della varietà di caratteristiche strutturali dei diversi ambienti è stato previsto l’impiego di due tipi di rivelatori automatici in dipendenza delle possibilità di posa:

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- rivelatori ottici puntiformi di fumo ove è possibile il fissaggio dei dispositivi a soffitto ad un’altezza utile per questi dispositivi;

- rivelatori ottici lineari di fumo ove l’altezza della copertura non permette l’impiego dei rivelatori puntiformi.

Il sistema è dotato altresì di punti di segnalazione manuale d’incendio ubicati in prossimità delle uscite di sicurezza in posizione segnalata. La segnalazione d’allarme avverrà presso la centrale di rivelazione con un dispositivo interno e sarà ripetuta in tutti gli ambienti per mezzo di targhe ottico-acustiche ed all’esterno del fabbricato con una sirena ubicata in prossimità dell’accesso della biglietteria. 2.3. IMPIANTI E MEZZI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO

2.3.1.1 Rete idranti UNI 45

L’impianto di estinzione manuale ad idranti UNI45 è previsto a protezione dell’intero volume interno del fabbricato. L’impianto sarà realizzato in conformità con la norma UNI 10779 e le prescrizioni del D.M. 18.03.1996. Esso si costituirà di una rete di distribuzione ad anello interna al fabbricato, alla quota +3,00, dalla quale saranno derivati gli stacchi verso gli idranti ed i montanti alle quote superiori. Le cassette idranti saranno del tipo a vista complete di manichette flessibili di lunghezza m 20 e lance a getto pieno. All’origine dell’impianto è previsto un attacco di mandata per autopompa dei VV.F. del tipo UNI70 ubicato al piano stradale sul perimetro dell’area esterna al fabbricato, dal lato della via comunale. 2.3.1.2 Sistema di alimentazione della rete idranti

L’alimentazione della rete idranti è prevista mediante un sistema, conforme alla norma UNI 12845, che integra un serbatoio di riserva idrica ed una stazione di pompaggio racchiusi in un involucro unico in acciaio da posarsi ad interro in un’area compresa tra le sistemazioni a verde esterne al fabbricato del palazzetto. La riserva idrica avrà una capacità utile di m3 30 sufficiente a garantire il fabbisogno della rete antincendio in fase di scarica per un’ora.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 17Revisione 0 Autore Perri di 59

Il reintegro della riserva idrica è previsto dall’acquedotto cittadino mediante una nuova utenza antincendio in grado di garantire una portata di circa 1,4 l/s. 2.3.1.3 Estintori portatili

A corredo della rete idranti descritta al paragrafo precedente sono previsti estintori portatili con capacità estinguente 13A 89BC come richiesto dal D.M. 13 marzo 1996.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 18Revisione 0 Autore Perri di 59

3. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO ED INSTALLAZIONE

3.1. CABINA DI TRASFORMAZIONE MT/BT

3.1.1. GENERALITÀ

La cabina di trasformazione di utente MT/BT è prevista del tipo monoblocco in cemento armato vibrato in struttura monolitica autoportante costruita ed assemblata in fabbrica. Questa soluzione è oggigiorno molto diffusa per tutte le tipologie di cabina per trasformatori con potenze fino a 1.600kVA, poiché rispondenti alle prescrizioni della norma CEI EN 61330 che considera un sito MT/B/ come un prodotto unico, garantito e certificato da un costruttore ben definito. La cabina prefabbricata in cemento armato vibrato, realizzata con struttura monolitica , dovrà essere conforme alla specifica di Unificazione Nazionale ENEL - DK 5600 all’interno della quale sono indicati anche gli ingombri e le dimensioni minime dei locali da adibire a Consegna Energia Enel e Misura Energia Enel : punto di consegna :il punto di consegna dell’energia è individuato ai morsetti di connessione delle terminazioni lato Enel (uscita TA) - il cavo di collegamento tra il Locale Enel e il punto di arrivo sul Locale Utente è quindi di proprietà e onere dell’utente. locali : per la realizzazione dell’allacciamento il cliente deve mettere a disposizione i seguenti locali

• un locale riservato all’impianto di consegna dell’Enel (locale di consegna) con accesso diretto da strada pubblica

• con dimensioni minime interne (comunque da verificare con tecnico di zona) di P 2,30 x L 3,00 x H 2,30 Mt

• un locale destinato alla misura dell’energia Enel (locale misura) con dimensioni minime interne di P 2,30 x L 1,20x H 2,30

Il fabbricato della cabina dovrà essere progettato per garantire: • Grado di sismicità S = 12 • Grado di protezione IP = 33 (standard) In particolare la struttura prefabbricata in cemento armato vibrato, oltre ad avere come riferimento le specifiche di unificazione ENEL, dovrà rispondere alle seguenti normative di riferimento: • legge 5 novembre 1971 N° 1086 (nuova disciplina per le opere in conglomerato

cementizio armato) • D.M. 09 Gennaio 1996 (norme tecniche per il calcolo l’esecuzione ed il collaudo delle

strutture in c.a. normale

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 19Revisione 0 Autore Perri di 59

• Circolare M.LL.PP. 15 Ottobre 1996 n. 252 (istruzioni per l’applicazione delle Norme tecniche per il calcolo)

• legge 2 febbraio 1974 N° 64 (Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche)

• D.M. 3 dicembre 1987 (norme per le costruzioni prefabbricate) • D.M. 16 gennaio 1996 ( norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche) • Circolare M.LL.PP. 10 Aprile 1997 n.65 (istruzioni per l’applicazione delle Norme

tecniche in zone sismiche) • D.M. 16 Gennaio 1996 (norme tecniche per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei

carichi e sovraccarichi) • Circolare M.LL.PP. 4 Luglio 1996 n.156 (istruzioni per l’applicazione delle Norme

tecniche per carichi e sovraccarichi). Le cabine elettriche in cemento armato perfabbricato costruite secondo la Norma CEI EN 61330 “sottostazioni prefabbricate ad alta tensione/bassa tensione“, che riguarda le cabine elettriche prefabbricate interamente costruite e provate in fabbrica per potenza fino a 1600kVA e soggette, quale prodotto industriale di fabbrica, alle prescrizioni e prove di tipo (eseguite sul prototipo e presso un laboratorio ufficiale riconosciuto) e di accettazione eseguite su ogni singolo prodotto. Le caratteristiche nominali della sottostazione prefabbricata sono le seguenti : tensione nominale : kV 20 livello d’isolamento nominale : kV 24 frequenza nominale e numero di fasi : 3F, 50Hz corrente nominale di servizio continuo per i circuiti principali : A 630 corrente ammissibile di breve durata per i circuiti principali e di terra valore nominale di picco ammissibile della corrente , per i circuiti principali di terra durata nominale del cortocircuito tensione di alimentazione nominale (comando e ausiliari) : V 230 frequenza di alimentazione nominale di apertura e di chiusura e dei circuiti ausiliari potenza massima nominale della sottostazione prefabbricata potenza nominale del trasformatore : kVA 160 perdite nominali del trasformatore : classe nominale dell’involucro 3.1.2. CARATTERISTICHE DEL PREFABBRICATO DI CABINA

La Cabina monoblocco è costituita da : • Struttura scatolare composta dalle quattro pareti laterali e dal pannello pavimento

realizzate con un unico getto di calcestruzzo aventi spessore minimo 80 mm

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• Pannello di copertura della struttura aventi spessore 80 mm • Eventuali pannelli di divisione interna, spessore 80 mm, a delimitazione dei locali Ente

Pubblico – Misure con le seguenti caratteristiche costruttive : • Calcestruzzo avente classe RcK 350 Kg/cm2. opportunamente additivato con

superfluidificante e con impermeabilizzante idonei a garantire una adeguata protezione contro le infiltrazioni di acqua per capillarità.

• Armatura metallica interna a tutti i pannelli costituita da doppia rete elettrosaldata e ferro nervato, entrambi in FeB44 K controllato.

• Collegamento mediante saldatura di tutte le armature metalliche in modo da realizzare e garantire una maglia equipotenziale di terra uniformemente distribuita in tutta la cabina onde consentire il collegamento elettrico all' impianto di terra esterno.

• Pannello di copertura avente spessore minimo in gronda di cm 8.00 e dimensionato in modo da supportare sovraccarichi accidentali di 400 Kg/mq.

• Pannello di pavimentazione avente spessore minimo di 80 mm e dimensionato in modo da supportare un carico permanente di 500 Kg/mq e i carichi concentrati dei trasformatori di tensione.

• Predisposizione del pannello pavimento di appositi cavedi, per il passaggio dei cavi MT/bt in entrata ed in uscita dalla cabina., e di inserti filettati per il fissaggio delle apparecchiature elettromeccaniche.

• Impermeabilizzazione della copertura mediante l’applicazione a caldo di una guaina bituminosa di mm 4.00 di spessore dopo aver trattato il sottofondo con una mano di Primer.

• Pareti interne, lisce e senza nervature, tinteggiate con pitture al quarzo di colore bianco. • Pareti esterne, tinteggiate con pitture al quarzo ad effetto bucciato, idonee a resistere

agli agenti atmosferici anche in ambiente marino, montano, industriale altamente inquinato.

• La struttura portante dovrà essere dimensionata e calcolata per consentire lo spostamento del monoblocco completo delle apparecchiature elettromeccaniche, trasformatore compreso.

• Il monoblocco dovrà essere dotato di dispositivi di sollevamento, costituiti da idonei inserti filettati, posizionati nello spessore delle pareti a contatto con il pannello di copertura in modo tale che dopo la posa in opera non rimangano in vista nella superficie esterna delle pareti onde evitare l’ossidazione che potrebbe macchiare e deteriorare il calcestruzzo

• e il rivestimento esterno; dopo il montaggio i dispositivi dovranno essere opportunamente ingrassati e chiusi con tappi o con idonei bulloni che impediscano l’ossidazione.

La cabina potrà anche essere posata su fondazione prefabbricata tipo vasca avente altezza esterna di cm 60 ( interna di cm 50) e dotata di n.30 fori diametro cm 17 a frattura

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prestabilita in modo da consentire l’ingresso e l’uscita dei cavi MT/bt nei quattro lati. (Attraverso una botola ricavata sul pavimento della Cabina e’ possibile accedere alla vasca) Le caratteristiche costruttive e i materiali dovranno essere identici a quelli impiegati per la costruzione della cabina monoblocco. L’uso della vasca di fondazione prefabbricata permette di eseguire opere edili sul posto veramente limitate , in quanto è necessario un semplice scavo e riportare sul fondo uno strato di calcestruzzo magro spianato di 8-10cm o un equivalente strato di sabbia ben costipata. 3.1.3. QUADRO DI MEDIA TENSIONE

Quadro di media tensione ad isolamento in SF6, come da specifica tecnica, montato e collegato in cabina. Costituito di un interruttore automatico in SF6 equipaggiato su almeno due fasi con Rele’ Elettronico regolabile a doppia soglia. Il quadro dovrà essere rispondente alla Norma CEI 17-6 fasc. 1183 - Involucri metallici da 1 a 72.5KV. Il collegamento tra il quadro do media tensione ed il trasformatore sarà realizzato con cavi del tipo RG7H1R – 32 di sezione pari a 35 mm2 provvisti di terminali termorestringenti. 3.1.4. TRASFORMATORE MT/BT

E’ prevista l’installazione all’interno della cabina di un solo trasformatore, del tipo in resina epossidica F1 E2 C2, per l’alimentazione dei carichi previsti in questo progetto con una riserva pari a più del 30% della potenza nominale di macchina. Il trasformatore sarà rispondente alle norme: • CEI 14-8 ediz. 1992 • CEI 14-12 ediz. 1993 • IEC726. Le caratteristiche principali saranno: tensione primaria : 20 kV livello di isolamento : 24 kV tensione secondaria a vuoto : 400 V potenza nominale: : 160 kVA perdite a vuoto : 660 W tensione di c.to c.to (Ucc): : 6 %

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3.1.5. ACCESSORI INTERNI ALLA CABINA E SERVIZI A COMPLETAMENTO

Accessori interni alla Cabina : montati e cablati • Punto luce costituito da plafoniera IP43 con lampada da 100W combinato da 16A a

250V composto da interruttore bipolare , presa bipolare e fusibili • Punto luce costituito da plafoniera IP65 con lampada a fluorescenza 1 x 36 W

combinato da 16Aa 250V composto da interruttore bipolare , presa bipolare e fusibili • Punto luce costituito da plafoniera IP65 con lampada a fluorescenza 1 x 36 W +

INVERTER avente autonomi a di 1h 30 min. combinato da 16a a 250V composto da interruttore bipolare , presa bipolare e fusibili

• Punto luce costituito da plafoniera IP65 con lampada a fluorescenza 2 x 36 W + INVERTER avente autonomi a di 1h 30 min. combinato da 16a a 250V composto da interruttore bipolare , presa bipolare e fusibili

• Aspiratore Elicoidale da 900/1500/2100/2800 mc/h IP44 con serranda a gravità , griglia antinfortunistica , e Termostato esterno. (In alternativa : Torrino Aspirante 2800 mc/h IP54 (380Vca)

• Sirena 220Vca , 97 db IP66 adatta al funzionamento continuo prolungato. • Interruttore di Emergenza con lampada presenza linea (presenza - assenza linea) • Presa bloccata 220 Volt - 16A - 380 Volt - 32 A • Collettore sonde PT100 del trasformatore in resina alla centralina termometrica (cavo

schermato 10 x 1.5 mm2 compreso terminali) • Collettore e anello di messa a terra interno , realizzato con piatto di rame mm 20 x 3,

morsetti e capicorda, compreso il collegamento delle masse metalliche, quadro MT, quadro BT, trasformatore, eventuali infissi , ecc.

• Telaio portante con lamiera forata / rete , IP20 per segregazione trasformatore in resina o olio (dimensioni a seconda delle varie disposizioni)

• Accessori antinfortunistici: Estintore a polvere, Lampada emergenza ricaricabile, Guanti isolanti, Pedana isolante, cartelli ammonitori vari, schema elettrico di cabina

• Alimentatore / soccorritore per circuiti ausiliari (trascinamento) tipo Ups o Hps (220 Vca - 220 Vca / 220 Vca - 48 24Vcc - Vca) montato e cablato in cabina.

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3.2. IMPIANTI ELETTRICI

3.2.1. DATI TECNICI DI PROGETTO

La potenza elettrica contrattuale della fornitura in BT dalla rete ACEA prevista di progetto per le parti comuni del mercato è pari a 90 kW. Si riassumono di seguito i principali dati di progetto:

Alimentazione : in BT da cabina di utente;

Potenza impegnata prevista : 90 kW;

Tensione di esercizio : 4000/230 V;

Distribuzione : Trifase;

Stato del neutro : Distribuito;

Sistema di messa a terra : TN-S; 3.2.2. DISTRIBUZIONE PRINCIPALE

La distribuzione principale ha origine dal quadro elettrico generale del fabbricato(QEG) dal quale partono le linee che alimentano direttamente i carichi. I dispositivi di protezione automatica delle linee per le utenze generali saranno installati esclusivamente all’interno del QEG. In questa fase di completamento dell’opera non si è evidenziata necessità di prevedere quadri di zona distribuiti in ambienti diversi, pertanto tutte le utenze saranno alimentate e comandate dal QEG. La distribuzione per le utenze generali sarà realizzata con condutture in doppio isolamento costituite da conduttori isolati infilati in tubazioni isolanti in PVC resistente alla prova al filo caldo a 850°C o cavi in guaina posati in tubazione di PVC rigido serie pesante. Le scatole e le cassette di connessione dovranno avere grado di protezione non inferiore ad IP44 con coperchio chiuso con viti e resistenti alla prova al filo caldo a 850°C.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 24Revisione 0 Autore Perri di 59

Le connessioni tra scatole e tubazioni dovranno essere realizzate con pressatubi e pressacavi al fine di garantire il la resistenza alla usura meccanica ed allo strappo ed il grado di protezione richiesto. I conduttori all’interno delle tubazioni dovranno essere del tipo N07G9-K conformi alle norme CEI 20-22II, 20-37 e 20-38 pertanto:

• non propaganti la fiamma e l’incendio; • a bassissima emissione di fumi opachi; • a bassissima emissione di gas tossici

tutti i conduttori dovranno avere le sezioni minime indicate sugli schemi dei quadri. Le connessioni all’interno delle cassette dovranno essere realizzate con singoli morsetti isolati o, per le sezioni maggiori, con morsettiere fissate alla cassetta stessa. Dove si rendesse necessario per condizioni particolari di posa, il cavo terminale dovrà essere riprotetto con guaina flessibile spiralata del tipo D-Flex o similare. 3.2.3. DIMENSIONAMENTO DELLE LINEE

Le linee elettriche sono state dimensionate per contenere entro i limiti del 4% la caduta di tensione percentuale (ΔV%) totale fra consegna ed utenza. In particolare: ΔV% max = 1% fra quadro generale di bassa tensione in cabina (QGBT) e quadro elettrico

generale di fabbricato (QEGF); ΔV% max = 3% fra quadro elettrico generale di fabbricato (QEGF) e apparecchi utilizzatori

sui circuiti terminali. L’impianto elettrico alimenta i seguenti tipi di carichi: - circuiti di prese a spina - impianti di illuminazione. Le potenze impegnate per i circuiti luce sono state stimate sulla base del tipo di apparecchi illuminanti previsto nel calcolo illuminotecnico.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 25Revisione 0 Autore Perri di 59

Dal calcolo delle correnti di impiego, la sezione dei cavi è stata desunta in funzione della portata, calcolata nelle tabelle UNEL, funzione della temperatura ambiente (assunta pari a 30° C), del tipo di posa, del raggruppamento di conduttori attivi. La verifica della caduta di tensione è stata effettuata tenendo conto non solo della resistenza, ma anche della reattanza dei cavi trascurata solo per piccole sezioni. 3.2.4. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE

3.2.4.1 Illuminazione ordinaria aree comuni

L’impianto di illuminazione ordinaria è progettato secondo le prescrizioni della norma UNI EN 12464-1. Il calcolo illuminotecnico è stato effettuato per: • le aree aperte al pubblico, • le aree riservate agli atleti e le vie d’esodo. Gli apparecchi illuminanti considerati nelle tabelle di calcolo per le aree comuni ed i corridoi di servizio sono di tipo generico a lampade fluorescenti 4x18W, con corpo e schermo in policarbonato, previsti posati a vista a soffitto. La temperatura di colore delle lampade è prevista intorno a 4000 °K Il grado di protezione minimo per gli apparecchi da interno dovrà essere pari a IP40 e IP65 per quelli previsti sui terrazzi, all’esterno degli accessi e nei magazzini degli attrezzi sportivi. Ciascun apparecchio dovrà essere rifasato internamente ed individualmente. I comandi di accensione degli apparecchi illuminanti sono previsti centralizzati sui quadri di piano per mezzo di sezionatori a valle degli interruttori automatici di protezione di ciascuno dei circuiti. 3.2.4.2 Illuminazione ordinaria area di giuoco

Il progetto illuminotecnica per l’area dei campi da giuoco è stato studiato sulla base prescrizioni emanate dalle federazioni sportive riconosciute dal CONI per la pratica degli sport a livello agonistico all’interno di questo impianto sportivo. I valori di illuminamento orizzontale e verticale così ottenuto è conforme altresì alla norma UNI 9316 contenente le prescrizioni per gli impianti di illuminazione idonei alle riprese televisive a colori.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 26Revisione 0 Autore Perri di 59

Gli apparecchi illuminanti scelti sono trentotto proiettori con ottiche miste (asimmetriche ed a fascio largo) armati ognuna con una lampada a scarica del tipo tubolare agli ioduri metallici ad arco lungo di potenza pari a 1.000W a 230V. Ciascun apparecchio sarà dotato di cablaggio tradizionale con reattore elettromeccanico e condensatori di rifasamento. L’impianto prevede tre circuiti di alimentazione distinti per gruppi di proiettori al fine di poter ottenere livelli di illuminamenti medi al suolo diversi in dipendenza delle necessità funzionali come specificato in dettaglio di seguito: • Livello di sicurezza: 130 Lux; • Livello allenamento: 425 Lux; • Livello riprese TV per attività su tutti i campi da giuoco 1073 Lux; Tab. 2 Valori di illuminamento minimi richiesti dalla FIBA (regolamento tecnico ufficiale

approvato 12/062004)

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 27Revisione 0 Autore Perri di 59

L’installazione degli apparecchi illuminanti è prevista sui ai due lati maggiori dell’area di giuoco ad altezza di circa 12 metri dal piano del parquet. I proiettori saranno fissati a vista lungo l’elemento strutturale costituito da una travatura che corre lungo l’intero perimetro del palazzetto a questa quota. 3.2.4.3 Illuminazione di sicurezza aree comuni

L’illuminazione di sicurezza è prevista per fornire l’illuminamento minimo, secondo quanto prescritto dalla norma UNI EN 1838, lungo le vie d’esodo in caso di guasto sui circuiti e/o per mancanza della tensione di rete sul QEGF. L’illuminamento di progetto lungo le vie di esodo è non inferiore al minimo di 5 Lux ad altezza di m 0,20 dal piano di calpestio richiesto dal D.M. 18.03.1996. L’impianto sarà realizzato con apparecchi illuminanti a tubi fluorescenti dedicati alla sola illuminazione di sicurezza, con funzionamento in sola emergenza, equipaggiati con gruppi inverter con alimentazione autonoma da accumulatori di autonomia non inferiore a 1h. Il tempo di intervento della illuminazione di sicurezza con tali apparecchi autonomi è non superiore a 0,5 sec. Nel calcolo illuminotecnico si considera cautelativamente il flusso del tubo fluorescente funzionante in emergenza (con energia erogata dal gruppo inverter) ridotto al 15% del valore nominale sotto alimentazione ordinaria da rete. In corrispondenza dei cambiamenti di direzione e delle uscite di sicurezza sono previsti apparecchi di sicurezza del tipo con pittogramma indicante la via d’esodo. I circuiti dell’impianto di illuminazione di sicurezza hanno origine dal QEG e sono distribuiti agli apparecchi illuminanti in sola emergenza per l’inibizione dell’accensione. Gli interruttori di comando e protezione dei circuiti luce sul QEG saranno equipaggiati ognuno con un contatto ausiliario aperto per intervento della protezione automatica. Tutti i circuiti di inibizione dell’illuminazione di sicurezza saranno attestati sul QEG e comandati da un circuito serie che collega i contatti ausiliari sopra descritti. In questo modo si garantisce l’intervento degli apparecchi collegati in sola emergenza al verificarsi di tre situazioni distinte: • al mancare della tensione di rete sul QEG;

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 28Revisione 0 Autore Perri di 59

• per apertura dell’interruttore di protezione di linea a seguito di un guasto per sovracorrente o verso terra.

3.2.4.4 Illuminazione di sicurezza campi da giuoco

L’illuminazione di sicurezza per l’area dei campi da giuoco è prevista per ottenere un livello di illuminamento utile all’esodo in sicurezza degli atleti in campo e delle altre persone presenti a bordo campo verso le uscite a quota 0,00. Il valore di illuminamento medio sul parquet è pari a circa 130 Lux ottenuti con il funzionamento di quattro dei proiettori impiegati anche per l’illuminazione in régime ordinario. L’alimentazione di questi proiettori è derivata dal QEG mediante circuito dedicato rispondente ai requisiti di sicurezza previsti dalla norma CEI 64/8 VI ed. Per questo circuito saranno impiagati cavi del tipo FTG10OM1, resistenti al fuoco 3h in conformità alle norme CEI 20-36 e 20-45. Il tempo di intervento dell’impianto di illuminazione di sicurezza per i campi da giuoco è di tipo breve (< 0,5 s) garantito da un gruppo di continuità statico allacciato al quadro QEG. Essendo le lampade a bordo degli apparecchi illuminanti di tipo a scarica, è stato previsto di corredare i quattro proiettori dedicati all’illuminazione di sicurezza con cablaggio del tipo a riaccensione rapida in grado di garantire il funzionamento degli apparecchi anche in caso di una eventuale interruzione di tensione pur brevissima per malfunzionamento del gruppo soccorritore. 3.2.5. SISTEMI DI PROTEZIONE

3.2.5.1 Protezione dalle sovracorrenti

I circuiti saranno protetti dai sovraccarichi e dal cortocircuito sul QEG con impiego di interruttori automatici provvisti di sganciatore termomagnetico. Le protezioni termomagnetiche dei circuiti avranno caratteristica di intervento secondo la curva C rispondenti alla norma CEI 23-3 IV. La portata dei cavi é valutata sulla base delle tabelle UNEL 35024/1 tenendo conto dei fattori relativi alla posa in opera. Dalle potenze di calcolo premesse si è proceduto al calcolo della sezione tecnica dei cavi nel seguente modo:

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 29Revisione 0 Autore Perri di 59

- calcolo della corrente di esercizio Ib < Iz;

- scelta della sezione del cavo in modo che Icc2⋅t < K2⋅S2, con Icc = corrente di corto

circuito in fondo linea, valutata tenendo conto delle condizioni di posa, del numero di

conduttori attivi vicini, della temperatura ambiente ecc.;

- calcolo della caduta di tensione, valutata trascurando la reattanza dei cavi, trattandosi di

piccole sezioni e ridotte lunghezze. La protezione dalle correnti di cortocircuito è comunque garantita dall’impiego di interruttori automatici con potere di interruzione di servizio Ics non inferiore al valore della corrente di cortocircuito trifase nel punto di installazione (Icc). Il valore della Icc massima per l’impianto si avrà sul quadro QGBT di protezione della linea di alimentazione del quadro generale QEG a valle del trasformatore in cabina ed è stimato non superiore a 15 kA in base alle caratteristiche della cabina MT/BT di utente a servizio del fabbricato. 3.2.5.2 Protezione dai contatti diretti

La protezione dai contatti diretti è realizzata mediante impiego di apparecchi e conduttori isolati adeguatamente per il livello di tensione di esercizio dell’impianto di 4000/230V. Il grado di protezione per tutti gli apparecchi e le condutture minimo è IP2X. Per ambienti ed applicazioni particolari il grado di protezione è stato scelto adeguato alle prescrizioni delle norme tecniche ed alle necessità funzionali e di sicurezza in generale. 3.2.5.3 Protezione dai contatti indiretti

La protezione dai contatti indiretti è realizzata mediante il collegamento al conduttore di protezione di tutte le masse metalliche e l’interruzione automatica dell’alimentazione dei circuiti. Sebbene il sistema di distribuzione è di tipo TN-S, essendo i circuiti in uscita dal QEG tutti terminali, si è preferito impiegare interruttori automatici provvisti di sganciatori differenziali (tipo AC rispondenti alle norme CEI 23-18.) la cui soglia di intervento è non superiore a 0,03 A e risultando così certamente coordinata con l’impianto di terra di protezione. La protezione differenziale é coordinata con l’impianto di terra affinché sia garantito che la tensione di contatto non possa mai superare i 50 Vca.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 30Revisione 0 Autore Perri di 59

Sui circuiti terminali il valore nominale della soglia di intervento degli interruttori differenziali è pari a 0,03A con caratteristica di intervento istantanea 3.2.6. RIFASAMENTO

Il fattore di potenza per l’impianto è legato alla natura dei carichi che saranno alimentati dall’impianto. Non è stato previsto Il rifasamento centralizzato dell’impianto poiché si assume, verosimilmente, che i carichi siano tutti rifasati internamente. Il rifasamento per l’impianto di illuminazione, come già detto, non sarà necessario poiché ciascun apparecchio sarà rifasato internamente. 3.2.7. CAVI PER ENERGIA E SEGNALI

Tutti i cavi elettrici impiegati nell’impianto dovranno essere almeno non propaganti la fiamma e l’incendio secondo ed a ridotta o ridottissima emissione di gas corrosivi CEI 20-22 II e CEI 20-35 e CEI 20-37. I conduttori unipolari impiegati per i circuiti terminali in tubazioni in vista o in traccia saranno del tipo N07G9-K isolati in gomma elastomerica (EPR), con tensione nominale 450/750V. I cavi in guaina, impiegati per l’alimentazione del QEGF dalla cabina, saranno del tipo FG7OR isolati in EPR con tensione nominale 0,6/1 kV. Le linee in cavo sono dimensionate anzitutto sulla base delle portate massime indicate per ogni tipo di posa dalle tabelle UNEL, ma anche considerando la necessità di contenere le cadute di tensione all’apparecchio utilizzatore entro il 4% misurato al punto di consegna dell’ente erogatore. 3.2.8. IMPIANTO DI TERRA DI PROTEZIONE

3.2.8.1 Generalità

Il sistema di messa a terra è di tipo TN-S con neutro a terra in cabina di utente e dispersore dell’utilizzatore interconnesso con quello dell’ente erogatore.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 31Revisione 0 Autore Perri di 59

Per quanto riguarda il lato di media tensione l’impianto di terra deve scongiurare i pericoli per le persone derivanti dalle tensioni di passo e di contatto in prossimità della cabina di trasformazione. Per quanto riguarda il lato di bassa tensione l'impianto di messa a terra qui descritto è usato a scopo di protezione ossia per prevenire effetti fisiologici dannosi derivanti dai contatti indiretti congiuntamente con la presenza degli interruttori differenziali. 3.2.8.2 Dispersore di terra

Il dispersore di terra dovrà essere realizzato in conformità con le caratteristiche descritte in seguito. Dovrà essere realizzato in corrispondenza della cabina intorno al perimetro del basamento della stessa e costituito di: - una corda di rame nudo di sezione 50 mm2, interrata ad una profondità non inferiore a

0,7 metri dal piano di campagna, chiusa ad anello e collegata al collettore di terra interno di cabina;

- quattro picchetti di acciaio ramato massiccio del diametro di almeno 25 mm infissi nel terreno(uno per angolo dell’anello quadrato) per una profondità di 5 metri circa e connessi alla corda interrata di cui sopra;

- per ciascun picchetto sarà provvisto un pozzetto in c.a.v. con coperchio per proteggere dagli agenti esterni la giunzione del picchetto con gli altri elementi del dispersore; si dovrà proteggere il morsetto di giunzione con un rivestimento adeguato.

Un conduttore di terra dovrà collegare il dispersore con il collettore principale che sarà posto in opera nel quadro elettrico generale di fabbricato (QEG); esso sarà realizzato con un conduttore di rame isolato giallo/verde di sezione 25 mm2 e dotato di un dispositivo di apertura che permetta di misurare la resistenza di terra. Questo dispositivo deve essere apribile solo mediante attrezzo ed assicurare la continuità elettrica. 3.2.8.3 Collettore generale di terra

Il collettore principale di terra sarà collegato con il dispersore di terra mediante il conduttore descritto al paragrafo precedente. Il collettore di terra deve essere una sbarra in rame al quale sono collegati i conduttori equipotenziali principali, quelli di protezione ed il conduttore di terra; esso sarà posto in opera nel locale contatori.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 32Revisione 0 Autore Perri di 59

I conduttori di protezione sono i conduttori che collegano le masse degli apparecchi elettrici al collettore di terra. 3.2.8.4 Conduttori di protezione

Per ciascun circuito in partenza dal quadro elettrico generale è previsto un conduttore di protezione della sezione uguale a quella dei conduttori di fase. La distribuzione del conduttore di protezione verso gli apparecchi utilizzatori è prevista assieme ai conduttori di fase con un conduttore giallo/verde di pari sezione, esso dovrà essere infilato nella stessa tubazione oppure fare parte della formazione del cavo. 3.2.8.5 Collegamenti equipotenziali

Tutte le masse estranee collegate a terra con i collegamenti equipotenziali principali di sezione non inferiore a 25 mm2. In particolare dovranno essere collegate a terra le seguenti masse: - tubazioni di adduzione dell’acqua sanitaria; - tubazioni della rete idranti; 3.2.8.6 Resistenza di terra

Per ogni circuito dell’impianto elettrico dovrà essere soddisfatta la condizione:

Z A ⋅ I A ≤ 5 0 Volt dove: Z A è la l’impedenza dell’anello di guasto, in Ohm; I A è la corrente nominale in Ampére che provoca l’interruzione automatica della tensione sul circuito.

Z A ⋅ ≤ 5 0 Volt/I A = 50V/1A = 50 Ohm

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3.3. IMPIANTI SPECIALI

3.3.1. IMPIANTO TELEFONICO

Come già detto, l’impianto telefonico interno palazzetto è previsto limitato alla sola predisposizione delle condutture per una linea telefonica esterna con presa di utente ubicata nella control room al piano terra. Le condutture saranno realizzate ad uso esclusivo della linea telefonica ed avranno origine da un pozzetto ubicato all’esterno del fabbricato in prossimità del limite dell’area di pertinenza dell’impianto sportivo lungo la via comunale da realizzarsi a cura ed onere dell’appaltatore ad uso dell’operatore di telefonia fissa per l’allacciamento della terminazione d’utente. Il cavo telefonico è escluso dal presente appalto e pertanto non dovrà essere né fornito né posato dall’Appaltatore e sarà posato a cura ed onere dell’operatore di telefonia fissa. Per semplificare l’infilaggio nelle tubazioni, queste dovranno essere fornite in opera provviste di filo pilota in acciaio al loro interno. 3.3.2. IMPIANTO DI RIVELAZIONE D’INCENDIO

A protezione degli ambienti del fabbricato è previsto un sistema di rivelazione automatica e segnalazione manuale d’incendio non collegato ad impianti di estinzione o altri sistemi di protezione. Il sistema è progettato e dovrà essere installato secondo le prescrizioni della norma UNI VVF 9795. I componenti del sistema (rivelatori, centrale di controllo ecc.) devono essere apparecchi conformi alla norma europea EN 54 e accompagnati da un documento di certificazione come previsto dal D.P.R. 29/7/1982 n°577. 3.3.2.1 Estensione della zona sorvegliata

La zona sorvegliata dall’impianto si estende alle seguenti aree: quota 0,00 - Spogliatoi atleti, istruttori ed arbitri; - Depositi attrezzi; - Sala di controllo; - Posto di pronto soccorso;

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 34Revisione 0 Autore Perri di 59

- Corridoio spogliatoi; - Campi da giuoco. Quota + 3,10 - Ballatoio tribuna stampa Quota + 4,00 - Accessi alle gradinate lato SE; - Corridoio gradinate e ballatoio; - Corpi scale; Quota + 7,00 - Ballatoio tribuna stampa Sono escluse dall’area sorvegliata dall’impianto i soli servizi igienici per il pubblico a quota + 4,00. Saranno sorvegliate mediante l’uso di rivelatori puntiformi di fumo (d’ora in poi RPF) tutte le parti della zona sorvegliata ad eccezione dei locali destinati ai servizi igienici. Per il solo volume a tutta altezza dei campi da giuoco è previsto l’impiego di rivelatori lineari a riflessione. Suddivisione in settori La zona sorvegliata è suddivisa in due settori ciascuno servito da un loop di rivelazione distinto dalla centrale : loop n°1 : rivelatori a quote +4,00 e +7,10 loop n°2 : rivelatori a quote +0,00 e +3,00 loop n°3 : pulsanti manuali di segnalazione alle varie quote 3.3.2.2 Tipo di rivelatore previsto

3.3.2.2.1 Rivelatori di fumo ottici puntiformi Per tutti gli ambienti della zona sorvegliata è previsto l’impiego di rivelatori di fumo puntiformi (d’ora in poi RPF) di tipo analogico ad effetto Tyndall con uscita on/off di tipo tradizionale. I dispositivi devono essere in grado di procedere ad una autocalibrazione per correggere gli effetti dell’invecchiamento e del possibile deposito di polveri nella camera ottica dove è situato il sensore.

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I dispositivi devono prevedere la possibilità di regolazione della soglia di intervento per evitare l’occorrenza di falsi allarmi. I RPF devono essere dotati di un LED per segnalare il corretto funzionamento (LED lampeggiante) o lo stato di allarme (LED acceso fisso). L’alimentazione di tali dispositivi deve avvenire in bassissima tensione di sicurezza (12-24V). 3.3.2.2.2 Rivelatori di fumo lineari I rivelatori lineari di fumo (d’ora in poi RLF), di tipo analogico tradizionale, saranno costituiti di un trasmettitore/ricevitore ad infrarossi ed un riflettore di fascio. Il trasmettitore genera un fascio a luce infrarossa, che viene ricevuto ed analizzato da un ricevitore. Quando del fumo si interpone fra trasmettitore/ricevitore e rilfettore, si provoca un'attenuazione del fascio luminoso e la conseguente riduzione del segnale che interessa il ricevitore. Il comportamento di risposta dovrà essere uniforme nella intera gamma di tipologie di incendio. Quando il segnale viene ridotto tra il 40% ed il 90% per un periodo di circa 5 secondi, deve essere attivato il segnale di allarme incendio. Se invece la riduzione del segnale è superiore al 90% per un tempo superiore al secondo, viene attivato il segnale di guasto. Il sistema deve essere dotato di un circuito per la compensazione automatica del segnale, a seguito di presenza di polvere, invecchiamento e variazione di temperatura. Il dispositivo dovrà essere forntio in lpera completo di riflettore per monitoraggio a distanze tra 10 e 30 metri. Le altre caratteristiche del rivelatore lineare sono: - portata compresa fra 10 e 100 metri - temperatura di esercizio: da -25°C a + 60°C - grado di protezione: IP 65 - conformità alla norma prEN 54-12 3.3.2.3 Criteri di installazione dei rivelatori

Per l’installazione dei rivelatori puntiformi si dovranno rispettare le seguenti condizioni di installazione: - distanza dal soffitto non superiore a m 0,20 - distanza tra un rivelatore e le pareti del locale sorvegliato non inferiore a m 0,5.

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- distanza tra un rivelatore e la superficie di correnti o travi posti al di sotto del soffitto, (oppure di elementi sospesi ad una distanza dal soffitto minore di cm 15) non inferiore a m 0,5.

- area specifica sorvegliata Amax è minore di 60 m2. I rivelatori lineari sono previsti a protezione: - delle aree a grande altezza dei campi da giuoco. Nel caso di soffitto con copertura piana, la collocazione dei rivelatori ottici lineari rispetto al piano di copertura deve essere compresa entro il 10% dell’altezza del locale da proteggere. Queste indicazioni possono essere variate, valutando l’eventuale necessità di posizionamenti diversi, in relazione alle caratteristiche tecniche indicate dai singoli costruttori ed in relazione ai seguenti parametri: a) caratteristiche e velocità di propagazione d’incendio dei materiali combustibili contenuti

nell’ambiente; b) variazioni delle temperature medie sotto copertura per effetto di persistenti riscaldamenti

o raffreddamenti prodotti da condizioni climatiche stagionali, impianti, macchine di processo, ecc.;

c) scarsa o inesistente coibentazione della copertura; d) condizioni di ventilazione, e/o variazioni di pressione ed umidità ambientali nei casi di

possibili principi d’incendio ad evoluzione covante, fredda, lenta e laboriosa; e) polverosità dell’ambiente. 3.3.2.4 Punti di segnalazione manuali

Il sistema fisso automatico di rivelazione d’incendio sarà completato con un sistema di segnalazione manuale d’incendio costituito da punti di segnalazione manuali (d’ora in poi PSM) di tipo indirizzato collegati alla centrale attraverso un loop distinto da quelli dei rivelatori di fumo. Sono previsti PSM a tutte le quote del fabbricato, disposti in prossimità delle uscite di piano in modo da essere raggiunti con un percorso non maggiore di 40 metri. I PSM saranno installati ad un’altezza compresa tra 1 e 1,4 metri dal piano di calpestio e per ognuno sarà possibile individuare sul posto il PSM azionato. 3.3.2.5 Centrale di controllo e segnalazione

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La centrale di controllo e segnalazione (d’ora in poi CCS) sarà installata al piano vendita nell’area dell’emiciclo, pertanto in posizione sorvegliata. Alla CCS fanno capo i RPF, i RLF ed i PMS. Essa sarà compatibile con i rivelatori impiegati e con le condizioni ambientali. La CCS sarà alimentata dal QEG con una linea dedicata. Nel caso in cui venga a mancare l’alimentazione di servizio la CCS è provvista di una alimentazione secondaria interna, costituita da una batteria di accumulatori elettrici capace di entrare in funzione entro 15 s e garantire il corretto funzionamento del sistema ininterrottamente per 72 h. Il gruppo di ricarica degli accumulatori deve essere in grado di riportare le batterie, qualunque sia la loro condizione, ad almeno l’80% della loro capacità nominale in non più di 24h. 3.3.2.6 Avvisatori acustici e luminosi di allarme

Sono previsti avvisatori di allarme costituiti da targhe ottico-acustiche installate in prossimità delle vie d’esodo e lungo i corridoi ai piani. Il segnale di comando degli avvisatori proviene dalla CCS. 3.3.2.7 Interconnessioni

Le interconnessioni tra i RPF, i PMS, gli elettromagneti e la centrale saranno effettuate esclusivamente con cavo rispondente alle norme CEI 20-22 4x0,5 schermato e twistato, posto in opera in tubazione a vista con grado di protezione non inferiore a IP44. Le interconnessioni della centrale con l’avvisatore acustico esterno e le targhe ottico-acustiche dovranno essere realizzati con cavo in guaina del tipo FTG10OM1, resistente al fuoco per 180’, rispondente alle norme CEI 20-36 e 20-45 e di sezione non inferiore a mm2 2x2,5. 3.3.2.8 Requisiti Generali dell’impianto

3.3.2.8.1 Caratteristiche generali Il sistema dovrà essere realizzato, in modo che la segnalazione d’allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati determini sempre una segnalazione ottica ed acustica di allarme incendio nell’unità Centrale di controllo e parallelamente sui pannelli remoti di allarme di zona che sono ubicati in ambienti presidiati.

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 38Revisione 0 Autore Perri di 59

La rivelazione dovrà consentire l’attivazione automatica delle seguenti operazioni: - ripetizione del segnale di allarme sulla sirena esterna - ripetizione del segnale di allarme sulle targhe ottico-acustiche. Tutte le apparecchiature costituenti l’impianto dovranno essere progettate e prodotte dallo stesso costruttore della Centrale, in modo da assicurare l’uniformità del sistema e la compatibilità di funzionamento. Il costruttore o il distributore dovrà produrre copia della certificazione NSEN - ISO 9001. Inoltre potranno essere richiesti reports di certificazioni internazionali in cui venga dimostrata la funzionalità di tutto il sistema secondo le ultime normative vigenti nell’ambito delle Norma EN 54, EN 50130/4 del dicembre 1995- Compatibilità elettromagnetica. 3.3.2.8.2 Composizione del sistema Il sistema è costituito da: - unità Centrale che gestisce tutte le utenze periferiche; - rivelatori di fumo (RPF e RLF) in tutti i locali come della zona sorvegliata; - pulsanti manuali d’allarme con vetro a frangere e protezione contro l’intervento

accidentale, posizionati nelle aree di fuga e/o di transito, in rispetto delle distanze secondo UNI 9795;

- pannelli luminosi con pittogramma “ALLARME INCENDIO” e sirena, posizionate nelle aree di fuga e/o di transito;

- dispositivo acustico (sirena o campana) da esterno ubicato in prossimità dell’accesso lato biglietteria.

L'apparecchiatura di controllo e segnalazione (Centrale di rivelazione) consiste in una unità centrale di gestione del sistema, capace di ricevere e di analizzare i segnali provenienti dai sensori, di fornire agli utenti una informazione sonora e visiva, di avviare automaticamente le sequenze di risposta all'allarme e di fornire i mezzi con i quali l'utente può interagire con il sistema. La filosofia del sistema sarà di tipo effettivamente distribuito e pienamente interattivo con apparecchiatura di controllo e segnalazione in grado di operare indipendentemente, nonché programmabile per quanto attiene alla Centrale per la rivelazione incendi. La Centrale sarà costruita modularmente, in modo tale da consentire la futura espansione del sistema, dovrà essere configurata in maniera semplice, al fine di rilevare con esattezza la zona nella quale si è verificato l'evento, unitamente agli effetti di causa ed effetto prodottisi nello stabile.

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Dovrà essere basata su microprocessori, e funzionare sotto un programma software multitasking. I programmi operativi ed i dati di configurazione dovranno essere contenuti nella memoria non volatile (Flash e/o Eprom). La Centrale dovrà rispondere ai requisiti di progettazione e gestione indicati nelle normative EN54, Parti 2 e 4, e dovrà essere testata, unitamente all'attrezzatura ausiliare ad essa associata, da un ente di verifica terzo ed approvato quale l'LPC, il VdS o il DNV. La Centrale dovrà incorporare un orologio a tempo reale che consenta l'attribuzione agli eventi della data e dell'ora alle quali si sono verificati

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 40Revisione 0 Autore Perri di 59

3.4. IMPIANTI E MEZZI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO

3.4.1. RETE IDRANTI UNI45

3.4.1.1 Generalità

La rete di idranti comprenderà i seguenti componenti principali: • alimentazione idrica; • rete di tubazioni fisse, a pettine, permanentemente in pressione, ad uso esclusivo

antincendio; • n° 1 attacco di mandata per autopompa; • n° 5 valvole di intercettazione; • n° 12 cassette Uni 45. Tutti i componenti saranno costruiti, collaudati e installati in conformità alla specifica normativa vigente, con una pressione nominale relativa sempre superiore a quella massima che il sistema può raggiungere in ogni circostanza e comunque non minore di 1.2 MPa (12 bar). Il dimensionamento della rete è stato eseguito in conformità con quanto prescritto da: - Norma UNI 10779-2007; - Norma UNI 12845-2005; - D.M. 18 marzo 1996 - Circolare Min. Int. 3 luglio 1967 n.75 - Lettera Circolare Min. Int. n. 5210/4118/4 del 17 febbraio 1975 3.4.1.2 Valvole di intercettazione

Le valvole di intercettazione, qualunque esse siano, saranno di tipo indicante la posizione di apertura/chiusura e conformi alle UNI EN 1074 ove applicabile. 3.4.1.3 Terminali previsti

I nuovi terminali previsti saranno tutti idranti di tipo UNI45, conformi alla norma UNI 671-1, alimentati ciascuno da una tubazione di diametro non inferiore a DN 40. Come criterio generale di protezione, l’ubicazione degli idranti è stata prevista secondo quanto prescritto dalla norma UNI 10779 in modo che ogni parte dell’attività, e dei materiali pericolosi ai fini dell’incendio in essa presenti, sia raggiungibile con il getto d’acqua di almeno un idrante ed in particolare che: - ogni apparecchio protegga non più di 1000 mq; - ogni punto dell’area protetta disti al massimo 20 m da essi;

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- nel caso di porta resistente al fuoco delimitante un compartimento, gli idranti devono essere posizionati sia all’interno del vano filtro, sia all’interno del compartimento.

Gli idranti previsti all’interno del palazzetto sono così ripartiti: quota 0,00 : n. 5 idranti quota +3,10 : n. 2 idranti quota +4,00 : n. 3 idranti quota +7,00 : n. 2 idranti TOTALE : n. 12 idranti. La custodia degli idranti dovrà essere a parete in vista (forma C prevista dalla norma UNI EN 671-2) dovrà essere installata in punti ben visibili nei pressi di ogni uscita o lungo le vie d’esodo, in posizione tale da non ostacolare, anche in fase operativa, l’esodo dai locali. La posizione di ciascun idrante dovrà essere inoltre evidenziata da apposito cartello di segnalazione. Per ciascun idrante è prevista una cassetta in lamiera metallica verniciata di colore rosso con portella del tipo a rottura prestabilita e contenente:

• Rubinetto idrante DN40, • tubazione appiattibile (manichetta) di diametro mm 52 di lunghezza pari a m 20,

conforme alla norma EN 1924-2, • lancia a getto pieno con bocchello da mm13. Le attrezzature saranno perennemente collegate alla valvola di intercettazione. E' stata inoltre eseguita la verifica della velocità massima raggiunta dall'acqua in tutti i tratti della rete; in particolare è stato verificato che essa non superi in nessun tratto il valore massimo di 10,00 m/s. 3.4.1.4 Tubazioni per idranti e naspi

Le tubazioni flessibili antincendio saranno conformi alla UNI EN 14540 (DN 45) e alla UNI 9487 (DN 70). 3.4.1.5 Tubazioni per idranti e naspi

Le tubazioni flessibili antincendio saranno conformi alla UNI EN 14540 (DN 45) e alla UNI 9487 (DN 70).

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Elaborato I-01 Data 18/02/2009 Pag. 42Revisione 0 Autore Perri di 59

3.4.1.6 Dati di progetto e criteri di dimensionamento

Si riassumono di seguito i dati, derivanti dalle seguenti norme tecniche UNI 10779 e dalle prescrizioni del D.M. 10.03.1996, che saranno assunti per il calcolo idraulico della rete idranti e qui impiegate per determinare il fabbisogno idrico di cui al paragrafo successivo: - Pressione minima idrante idraulicamente più sfavorito : 2 bar; - Portata minima della lancia idraulicamente più sfavorita : 120 l/min; - Lunghezza di una tubazione flessibile : 20 m; - Idranti funzionanti contemporaneamente : 3; - Portata minima alimentazione impianto : 360 l/min; - Portata minima per ciascuna colonna montante : 360 l/min; - Durata minima della scarica : 60 min; - Capacità utile minima della riserva : 21,6 m3. Le perdite di tipo distribuito saranno valutate secondo la seguente formula di Hazen-Williams: Il calcolo sarà effettuato fissando un limite alla perdita unitaria massima (per metro di tubo) che si desidera ottenere nelle tubazioni. 3.4.1.7 Calcolo delle Perdite di Carico Distribuite

Le perdite di tipo distribuito saranno valutate secondo la seguente formula di Hazen-Williams:

Hd = 60500000·L·Q1.85/(D4.87·C1.85)

dove:

60500000 = coefficiente di Hazen-Williams secondo il sistema S.I.

Hd = perdite distribuite [kPa]

Q = portata nel tratto [l/min]

L = lunghezza geometrica del tratto [m]

D = diametro della condotta [mm]

C = coefficiente di scabrezza

In particolare il coefficiente di scabrezza utilizzato nei calcoli è :

C = 120 per tubi di acciaio;

C = 140 per tubi di polietilene.

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Il calcolo è sarà effettuato fissando un limite alla perdita unitaria massima (per metro di tubo) che si desidera ottenere nelle tubazioni. Si è posta tale perdita pari a:

Descrizione C (Nuovo) C (Usato)

A8M-ACCIAIO non legato UNI 8863 Serie Media 120 84

P11-POLIETILENE PE 100 PN 16 UNI 10910-2 SDR 11 150 105

3.4.1.8 Calcolo delle perdite di carico localizzate

Le perdite di carico localizzate sono dovute ai raccordi, curve, pezzi a T e raccordi a croce, attraverso i quali la direzione del flusso subisce una variazione di 45° o maggiore (escluse le curve ed i pezzi a T sui quali sono direttamente montati gli erogatori); Esse sono state trasformate in "lunghezza di tubazione equivalente" come specificato nella norma UNI 10779 ed aggiunte alla lunghezza reale della tubazione di uguale diametro e natura. Nella determinazione delle perdite di carico localizzate si è tenuto conto che:

• quando il flusso attraversa un Ti e un raccordo a croce senza cambio di direzione, le relative perdite di carico possono essere trascurate;

• quando il flusso attraversa un Ti e un raccordo a croce in cui, senza cambio di direzione, si ha una riduzione della sezione di passaggio, è stata presa in considerazione la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione di uscita (la minore) del raccordo medesimo;

• quando il flusso subisce un cambio di direzione (curva, Ti o raccordo a croce), è stata presa in considerazione la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione d'uscita.

Per il calcolo viene impostata la prevalenza residua minima da assicurare ad ogni singolo terminale. In funzione della portata minima indicata dalle norme, poi si procede alla corretta scelta del coefficiente di efflusso, compatibilmente a quelli in commercio e indicati dai costruttori secondo norme CEE. Il calcolo idraulico ci porterà quindi ad avere, per ogni terminale considerato attivo, e in funzione del K impostato, la pressione reale e, conseguentemente, la relativa portata reale. A tal proposito, non è superfluo specificare che, nel calcolo che viene di seguito riportato, sono stati considerati esclusivamente quei terminali che, secondo norma, nel loro funzionamento simultaneo dovranno garantire al bocchello sfavorito le condizioni idrauliche minime appena citate.

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3.4.1.9 Prestazioni idrauliche minime di un idrante

Gli idranti oggetto della presente relazione sono di tipo a prestazione normale per i quali, in fase di scarica, le caratteristiche idrauliche minime richieste all’appendice B della norma UNI 10779 dovranno essere le seguenti:

- portata non minore a 0,0020 m3/s (2 l/s);

- pressione minima residua al bocchello 0,15 Mpa (1,5 bar).

La portata Q di un idrante, con una pressione P all’ingresso sarà determinata secondo la relazione:

Q [m3/s] = Q0·(10·P0[Mpa])1/2

Dove:

Q0 è la portata di 120 l/min alla pressione minima di 1,5 bar al bocchello;

P è la pressione effettiva al bocchello dell’idrante.

Pertanto, si avrà:

Q [m3/s] = 0,002[m3/s]·(10·P[Mpa])1/2

3.4.2. INSTALLAZIONE DELL’IMPIANTO

3.4.2.1 Tubazioni

Le tubazioni saranno installate tenendo conto dell'affidabilità che il sistema deve offrire in qualunque condizione, anche in caso di manutenzione e in modo da non risultare esposte a danneggiamenti per urti meccanici. Ancoraggio Le tubazioni fuori terra saranno ancorate alle strutture dei fabbricati a mezzo di adeguati sostegni, come indicati al paragrafo 3.2 della presente relazione. Drenaggi Tutte le tubazioni saranno svuotabili senza dovere smontare componenti significative dell'impianto. Essendo la zona dove sarà installato l’impianto definita, dalla vigente normativa, “sismica”, la rete di tubazioni sarà realizzata in modo da evitare rotture per effetto dei movimenti tellurici. Saranno impediti eccessivi spostamenti od oscillazioni dei tubi mediante appositi sostegni e ancoraggi e i movimenti inevitabili saranno consentiti senza pregiudizio della integrità e funzionalità dell’impianto. Negli attraversamenti di strutture o manufatti murati (fondazioni,

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pareti, solai, ecc..) saranno inoltre lasciate attorno ai tubi giochi adeguati, successivamente sigillate con lane minerali od altro materiale idoneo, opportunamente trattenuto. Alloggiamento delle tubazioni fuori terra Le tubazioni fuori terra saranno installate in modo da essere sempre accessibili per interventi di manutenzione. In generale esse non attraverseranno aree con carico di incendio superiore a 100 MJ/m2 che non siano protette dalla rete idranti stessa. In caso contrario si provvederà ad adottare le necessarie protezioni. Attraversamento di strutture verticali e orizzontali Nell’attraversamento di strutture verticali e orizzontali, quali pareti o solai, saranno previste le necessarie precauzioni atte ad evitare la deformazione delle tubazioni o il danneggiamento degli elementi costruttivi derivanti da dilatazioni o da cedimenti strutturali. Tubazioni Interrate Le tubazioni interrate saranno installate tenendo conto della necessità di protezione dal gelo e da possibili danni meccanici e in modo tale che la profondità di posa non sia minore di 0.8 m dalla generatrice superiore della tubazione. Se in qualche punto tale profondità non è possibile, si provvederà ad adottare le necessarie precauzione contro urti e gelo. Particolare cura sarà posta nei riguardi della protezione delle tubazioni contro la corrosione anche di origine elettrochimica. 3.4.2.2 Sostegni

Il tipo il materiale ed il sistema di posa dei sostegni delle tubazioni saranno tali da assicurare la stabilità dell’impianto nelle più severe condizioni di esercizio ragionevolmente prevedibili. In particolare: • i sostegni saranno in grado di assorbire gli sforzi assiali e trasversali in fase di

erogazione; • il materiale utilizzato per qualunque componente del sostegno sarà non combustibile; • i collari saranno chiusi attorno ai tubi; • non saranno utilizzati sostegni aperti (come ganci a uncino o simili); • non saranno utilizzati sostegni ancorati tramite graffe elastiche; • non saranno utilizzati sostegni saldati direttamente alle tubazioni ne avvitati ai relativi

raccordi. Posizionamento Ciascun tronco di tubazione sarà supportato da un sostegno, ad eccezione dei tratti di lunghezza minore di 0.6 m, dei montanti e delle discese di lunghezza minore a 1 m per i quali non sono richiesti sostegni specifici. In generale, a garanzia della stabilità del sistema,

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la distanza tra due sostegni non sarà maggiore di 4 m per tubazioni di dimensioni minori a DN 65 e 6 m per quelle di diametro maggiore. Dimensionamento Le dimensioni dei sostegni saranno appropriate e rispetteranno i valori minimi indicati dal prospetto 4 della UNI 10779 di seguito.

DN [mm] Min sez.netta [mq] Spessore min [mm] Dim. barre filettate

[mm] Fino a 50 15 2.5 M 8 Fino a 100 25 2.5 M 10 Fino a 150 35 2.5 M 12 Fino a 200 65 2.5 M 16 Fino a 250 75 2.5 M 20

3.4.2.3 Valvole di intercettazione

Le valvole di intercettazione della rete di idranti saranno installate in posizione facilmente accessibile e segnalata. La loro distribuzione nell’impianto sarà accuratamente studiata in modo da consentire l'esclusione di parti di impianto per manutenzione o modifica, senza dovere ogni volta metterlo completamente fuori servizio. Una, primaria, sarà posizionata in ogni collettore di alimentazione, onde garantire la possibilità di chiudere l’intero impianto in caso di necessità. Tutte le valvole di intercettazione saranno bloccate mediante apposito sigillo nella posizione di normale funzionamento, oppure sorvegliate mediante dispositivo di controllo a distanza. 3.4.2.4 Terminali

Per la protezione interna, ogni terminale sarà posizionato in modo che ogni parte dell’attività sia raggiungibile con il getto d’acqua di almeno uno di essi. Essi saranno ben visibili e facilmente raggiungibili. In generale: • ogni apparecchio non proteggerà più di 1000 mq; • ogni punto protetto disterà al massimo 20 m dagli idranti; Su tutti gli idranti terminali di diramazioni aperte su cui ci sono almeno due idranti, sarà installato un manometro di prova, completo di valvola porta manometro, così che si possa individuare la presenza di pressione all’interno della rete installata e, soprattutto, il valore di pressione residua al terminale di riferimento. In ogni caso il manometro sarà installato al terminale più sfavorito. 3.4.2.5 Segnalazioni

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Ogni componente della rete sarà adeguatamente segnalato, secondo le normative vigenti. Tutte le valvole di intercettazione riporteranno chiaramente indicata la funzione e l'area controllata dalla valvola stessa. Nel locale antincendio sarà esposto un disegno “as built” della rete antincendio con particolari indicazioni relativamente alle valvole di intercettazioni delle varie sezioni dell’anello antincendio. 3.4.3. ATTACCO PER MOTOPOMPA VV.F. UNI70

L’impianto sarà dotato, come già detto, di un attacco UNI 70 per autopompa dei Vigili del Fuoco che consentirà l'alimentazione della rete antincendio in condizioni di emergenza in soccorso alla alimentazione dalla stazione di pressurizzazione e relativa riserva idrica.

L’attacco sarà realizzato lungo la via comunale all’estremità NW dell’area dedicata all’impianto sportivo e protetto con apposito manufatto in muratura dotato di portella di chiusura con vetro frangibile . L’ attacco per motopompa sarà: - accessibile agli automezzi dei VV.F. in modo agevole e sicuro, in ogni tempo, anche

durante l'incendio; - adeguatamente protetto da urti o altri danni meccanici e dal gelo; - opportunamente ancorato al suolo o alle strutture del fabbricato; - opportunamente segnalato da apposito cartello per l'individuazione dello stesso e

indicante la sezione di impianto alimentata, la pressione massima di esercizio e le operazioni da effettuare per il buon funzionamento dell'impianto;

- dotato di tappo di protezione a chiusura rapida con catenelle di ancoraggio. Ed inoltre sarà costituito delle seguenti parti: - un attacco DN 70, dotato di attacco a vite con girello UNI 804, protetto contro l’ingresso di

corpi estranei e completo di valvola di intercettazione; - una valvola di scarico di sicurezza automatica tarata a 12 bar; - una valvola di non-ritorno, atta ad evitare fuoriuscita d’acqua dall’impianto in pressione,

esclusivamente del tipo a pressione differenziale e munita di portello di ispezione facilmente amovibile in modo da poter accedere facilmente a tutti gli organi interni: sarà indicata Pressione nominale, Diametro nominale e senso del flusso;

- una valvola di intercettazione, a valle della valvola di non ritorno, con dispositivo di blocco in posizione aperta per consentire l’intervento sui componenti senza vuotare l’impianto.

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Esso sarà accessibile dalle autopompe in modo agevole e sicuro, anche durante l'incendio L’attacco sarà contrassegnato in modo da permettere l'immediata individuazione dell'impianto che alimenta e sarà segnalato mediante cartelli o iscrizioni riportanti la seguente targa: 3.4.4. ALIMENTAZIONE IDRICA IMPIANTO ANTINCENDIO

3.4.4.1 Fabbisogno idrico della rete antincendio

Per la determinazione del fabbisogno idrico della rete, come prescritto all’art. 17 del D.M. 18.03.1996, si è assunto:

• funzionamento contemporaneo in fase di scarica dei 3 idranti UNI 45 in posizione idraulicamente più sfavorita.

Per la determinazione del fabbisogno idrico della rete, come prescritto all’art. 17 del D.M. 18.03.1996, si è assunto:

• portata minima per colonna pari a 360 l/min; • funzionamento contemporaneo di almeno due colonne.

Per le assunzioni di cui sopra la portata massima contemporanea che si determina è: l/s 6

la capacità utile minima della vasca di accumulo risulta (6x3600): 21.600 l.

L'alimentazione idrica, ad esclusivo servizio della rete idranti del complesso sportivo, avrà le caratteristiche previste dalle norme UNI 10779 e UNI 12845.

3.4.4.2 Reintegro dall’acquedotto

Nell’impianto in questione è previsto allaccio ad una utenza antincendio derivata dall’acquedotto comunale unicamente per l’alimentazione della riserva idrica e pertanto dovrà garantire le caratteristiche idrauliche minime richieste per il reintegro della capacità minima prevista di 30 m3 in 6h.

La portata minima della fornitura idrica antincendio risulterà pertanto:

30 m3/h / 6⋅3600 s = 0,0014 m3/s (1,4 kg/s)

ATTACCO DI MANDATA PER AUTOMPOMPA Pressione massima 1.2 MPa

RETE IDRANTI ANTINCENDIO

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3.4.5. STAZIONE DI PRESSURIZZAZIONE

La stazione di pressurizzazione e riserva antincendio consiste di un sistema integrato di alimentazione idrica per impianti antincendio da interro a norma UNI EN 12845 completo di un serbatoio di riserva idrica della capacità utile di m3 22 per acqua non adatta ad uso umano con annesso vano tecnico ad elevato contenuto tecnologico attrezzato con gruppo di pompaggio e con tutti gli accessori necessari secondo la norma UNI EN 12845. Il sistema deve essere progettato e realizzato in conformità alle norme EN 292-1/2, CNR UNI 10011, CEI 64-8. Il sistema deve essere munito del marchio CE secondo quanto prescritto dalle direttive del consiglio CEE n° 89/392/CE . La posa del sistema è prevista, come già detto ad interro previo scavo a sezione nelle dimensioni adeguate e realizzazione di un basamento in calcestruzzo armato con reti elettrosaldate al quale sarà ancorato l’involucro metallico del sistema con tiranti in acciaio. Per il sistema di alimentazione dovranno essere previsti i seguenti allacci:

• ad una nuova utenza idrica antincendio dall’acquedotto comunale per il reintegro del serbatoio di accumulo con un diametro prevedibilmente di 1”1/2;

• ad una rete di scarico per il troppo pieno del serbatoio che avrà un diametro prevedibilmente di 3”;

• alla rete idranti verso il fabbricato con origine dal tratto esterno interrato in PVC DN100.

Le dimensioni indicative indicative di ingombro del sistema sono: Diametro : mm 2.500; Lunghezza serbatoio : mm 6,750; Lunghezza vano tecnico : mm 3.250; Lunghezza totale : mm 10.500: Altezza totale : mm 2.600 Peso : kg 6.200 Ai paragrafi successivi sono descritte più in dettaglio le parti di cui si compone il sistema. 3.4.5.1 Caratteristiche del serbatoio di riserva idrica

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Lavori di completamento RELAZIONE TECNICA IMPIANTI

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Come già detto, la capacità complessiva utile della vasca di riserva utile minima necessaria è pari a 22 m3 per garantire il funzionamento per 60 minuti degli impianti antincendio in maniera indipendente dall’acquedotto cittadino. La vasca dovrà essere del tipo a pressione atmosferica, realizzata in acciaio FE360B – S235JR a norma UNI EN 10025 con collaudo di tenuta alla pressione di 1,5 bar e rivestimento esterno poliuretanico ed interno epossibituminoso con saldature interne ed esterne realizzate secondo processi certificati. Per essa sono previsti i seguenti elementi accessori: • Sostegni antirotolamento più golfari di ancoraggio alla platea che deve essere

predisposta nel caso lo scavo vada ad intercettare la falda acquifera al fine di evitare che la spinta idrostatica provochi il sollevamento del serbatoio;

• Anelli di rinforzo per rendere carrabile ad automezzi fino a 60 q.li solo la parte adibita a serbatoio (il serbatoio va interrato 1 metro al di sotto del piano campagna;

• soglia di ritenuta dei fanghi h. 100 mm; • Tubazioni di aspirazione complete di valvola di fondo, filtro e dispositivi antivortice per

ciascuna pompa del gruppo idrico; • manicotto di carico serbatoio da 1”1/2½ completo di valvola a galleggiante da 1”1/2½ in

acciaio INOX AISI 316 PN 10 per alte pressioni con sfera diam. 200 almeno, con attacco filettato

• manicotto di troppo pieno diametro 6"; • manicotto di sfiato diametro 6"; • Semipozzetto 1.200x1.200xh.100 mm con flangiatura predisposta per accoppiamento

con prolunga; • prolunga 1200x1200xh.700 flangiata con chiusino non carrabile in lamiera striata e

verniciata, una prolunga flangiata dimensioni secondo ingombro gruppo pompe xh.700 con chiusino e botola con resistenza al fuoco R60;

• golfari per il sollevamento; • anelli di rinforzo realizzati con piatto calandrato 100x12; • più filtro per ciascuna elettropompa o motopompa del gruppo idrico; E’ previsto un indicatore di livello leggibile dall’esterno. 3.4.5.2 Caratteristiche del vano tecnico

La stazione pompe sarà ubicata in un apposito locale, rispondente alle prescrizioni della norma UNI 11292, interrato e solidale con il serbatoio destinato esclusivamente all’impianto antincendio.

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Detto locale è separato dai restanti tramite elementi verticali e orizzontali resistenti al fuoco come minimo REI 60 ed ha almeno un accesso dall’esterno, con porta chiusa a chiave. Una copia della chiave dovrà essere disponibile sotto vetro in prossimità dell’ingresso. L’accesso alla stazione pompe sarà impedito a persone non autorizzate: gli addetti tuttavia potranno accedere senza difficoltà in ogni tempo. Il locale sarà protetto da sprinkler con derivazione dal più vicino punto accessibile sul lato a valle della valvola di non ritorno posta sulla mandata della pompa mediante una valvola di intercettazione sussidiaria bloccata in posizione aperta, abbinato ad un flussostato conforme alla EN 12259-5, per fornire un’indicazione visiva ed acustica del funzionamento degli sprinkler. Il dispositivo di allarme sarà installato in luogo presidiato dal personale come qual è la control room. Una valvola di prova e scarico avente un diametro nominale di 15 mm sarà posta a valle dell’allarme di flusso per consentire una prova pratica del sistema di allarme. Nella stazione pompe sarà mantenuta una temperatura non minore di 10°C ed una umidità relativa inferiore al 80%. Il mantenimento di una temperatura interna di almeno 15°C è considerato sufficiente a limitare la presenza di umidità relativa troppo elevata. Sarà garantita la ventilazione necessaria per i motori. L’impianto di riscaldamento dovrà essere dotato di un termostato cumulato agli altri allarmi del gruppo per avvertire il gestore dell’impianto che la temperatura all’interno del locale ha raggiunto valori non consentiti. Nel locale dovrà essere realizzato un impianto di illuminazione elettrico, comprensivo di illuminazione di emergenza e di presa di corrente a 230 Volt. Sarà inoltre installato un estintore a polvere da 6 kg di potenzialità almeno 34A144BC. Le chiavi di comando dei quadri di controllo, che non possono essere attaccate ai quadri dovranno essere disposte in apposita cassetta sotto vetro all’interno del locale stesso e una copia, assieme alla chiave di accesso al locale, dovrà essere messa nel locale sempre presidiato. La stazione pompe, le condotte e le relative apparecchiature saranno protetti contro gli urti. Gli spazi disponibili e l’ubicazione dei macchinari dovranno permettere le operazioni di manutenzione, anche in loco e di ispezione senza difficoltà. Per il locale tecnico sono previsti inoltre i seguenti elementi accessori: • semipozzetto secondo gruppo pompe da installare x h.100 mm con flangiatura

predisposta per accoppiamento con prolunga completo di grigliato elettroforgiato zincato (con funzione anticaduta) con maglia 25x76 e piatto 25x3 mm.

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• Scala pioli realizzata con tubo quadro 50x20 e pioli in lamiera bugnata. • Piano di calpestio realizzato in lamiera bugnata da 3+2 mm completo di elementi di

rinforzo per fissaggio gruppo di pressurizzazione. • due circuiti diaframmati per il funzionamento a portata nulla. • Sistema di protezione sprinkler del locale per gruppo di pompaggio, composto da nr.1

stacco diretto dal collettore di mandata da 1”¼, nr.1 valvola di intercettazione sussidiaria da1”¼, nr. 1 flussostato di allarme da collegare in locale presidiato, nr. 1 valvola di prova e scarico del sistema da ½”.

• tubazione di aspirazione per ogni pompa DN100 (vasp=0,78m/s), completa di valvola di fondo, piastra antivortice e filtro come previsto dalla UNI EN 12845 10.6.2.1, 10.6.2.2.

• tubazione di mandata verso rete antincendio; • condotta a ventilazione forzata DN 200 per ricircolo forzato aria vano tecnico, completa

di elettroventola comandata automaticamente dal quadro di bordo macchina; • condotta a ventilazione naturale DN 200; • manicotti per ingresso cavi elettrici; • condotta per espulsione gas di scarico; • termoventilatore industriale elettrico di potenza idonea in funzione antigelo; • luce di servizio per vano tecnico composta da plafoniera stagna fluorescente, IP 65 e

con sistema di Alimentazione autonomo per funzionamento in emergenza; • presa di servizio 220/24V; • pompa di drenaggio per eventuali perdite impianto completa galleggiante; • quadro elettronico di bordo macchina con protezioni automatiche distinte per la pompa

di drenaggio e per il termoconvettore, completo di trasduttore di livello. Il quadro consente di: - comandare il funzionamento della pompa pilota; - comandare il funzionamento della pompa di drenaggio; - comandare il funzionamento del termoconvettore; - comandare il funzionamento del ventilatore di ricircolo; - visualizzare costantemente il livello dell’acqua nel serbatoio; - impostare livello minimo e massimo dell’acqua; - arrestare il funzionamento della pompa pilota qualora si raggiunga un determinato

livello (protezione contro marcia a secco); - visualizzare la temperatura all’interno del vano tecnico; - impostare la temperatura minima e massima di funzionamento del termoconvettore; - visualizzare e gli assorbimenti della pompa pilota, della pompa di drenaggio e del

termoconvettore; - arrestare la pompa pilota, la pompa di drenaggio e il termoconvettore qualora si

superi l’assorbimento impostato per ogni singola apparecchiatura; - eseguire cicli di durata e frequenza variabile di ricambio forzato di aria all’interno del

vano tecnico attraverso un ventilatore.

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3.4.5.3 Caratteristiche del gruppo di pressurizzazione

Il gruppo di pressurizzazione sarà del tipo a norma UNI 12845 e UNI 10779 fornito dal costruttore assemblato e installato all’interno dei vani tecnici su basamenti separati in profilati di acciaio, completo dei documenti di prove e collaudi e dichiarazioni di rispondenza alle norme tecniche di riferimento con le seguenti caratteristiche: Portata Q : m3/h 21,6; Prevalenza H : m.c.a. 50; NPSH richiesto al punto di lavoro : m.c.a. 1; Il gruppo di pressurizzazione, montato in esecuzione sottobattente secondo norma UNI 12845, dovrà essere altresì marchiato CE e sarà costituito dagli elementi elencati di seguito. Motopompa primaria centrifuga monogirante normalizzata “END SUCTION” ad asse orizzontale del tipo “BACK PULL OUT” avente le seguenti caratteristiche:

- Aspirazione assiale e mandata radiale, secondo DIN 24255. - Collegamento pompa motore tramite giunto elastico spaziatore, come previsto dalla

UNI EN 12845 10.1. - Cuscinetti e albero motore lubrificati. - Motore Endotermico Ciclo Diesel 4 tempi raffreddato ad aria o ad acqua. Iniezione

diretta sul pistone e lubrificazione forzata con pompa ad ingranaggi. Supplemento di combustibile automatico per l’avviamento. Pre-riscaldatore olio per partenza a freddo alla massima potenza. Avviamento elettrico mediante doppia batteria.

- Corpo pompa in Ghisa GG25. - Girante in Ghisa GG25. - Albero in Acciaio C40. - Tenuta meccanica al Carburo di silicio/Grafite. - Camicia albero in Acciaio inox. - Giunti antivibranti. - Quadro elettrico realizzato in lamiera verniciata con grado di protezione IP54 ed in

accordo con le normative UNI EN 12845 con interruttore generale blocco porta e trasformatore per circuito ausiliari a bassa tensione.

- Pressione max: 10 bar - Temperatura max: 50°C - Numero di giri: 2900 1/min - Tensione: 1x230V, 50 Hz + neutro - Grado di protezione: IP 55

Elettropompa pilota centrifuga multistadio sommersa IN VERSIONE BOOSTER avente le seguenti caratteristiche:

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- Motore sommerso con camicia in AISI 304. - Corpo pompa AISI 304. - Giranti in materiale termoplastico caricato. - Tenuta meccanica con parasabbia. - Albero AISI 403. - Pressione max: 10 bar. - 20 avviamenti/ora max. - Temperatura max: 40°C. - Numero di giri: 2900 1/min - Tensione: 3x400V, 50 Hz + neutro - Grado di protezione: IP 55

Ogni pompa è corredata di: - Circuito di prova manuale; - due pressostati di avviamento per ogni pompa; - Valvole a farfalla di intercettazione sulla mandata ed in aspirazione; - Valvole di ritegno ispezionabili in mandata; - Tronchetti per attacco misuratore di portata e circuito diaframmatici; - Collettore di mandata; - Manometri e manovuotometri.

3.4.5.4 Installazione del gruppo di pompaggio

Il gruppo di pompaggio, fisso ad avviamento automatico, e tutto l'impianto idrico dovranno essere conformi a quanto disposto dalla norma UNI EN 12845 e sarà collegata al serbatoio di accumulo, in posizione soprabattente in quanto sarà rispettata una delle due seguenti condizioni: • il suo asse si trovi al di sopra del livello minimo x dell’acqua di oltre 2 m; • due terzi della capacità effettiva del serbatoio di aspirazione sia al di sopra dell’asse

della pompa. La condotta di aspirazione sarà orizzontale o avrà comunque pendenza in salita verso la pompa: per evitare la formazione di sacche d’aria sulla condotta stessa, sarà installato un vuoto-manometro in vicinanza della bocca di aspirazione della pompa stessa. Inoltre sarà garantito che l’ NPSH disponibile all’ingresso della pompa superi l’ NPSH richiesto di almeno 1 m con la massima portata richiesta e alla massima temperatura dell’acqua. Il diametro della tubazione di aspirazione non sarà inferiore a 80 mm e, contemporaneamente, sarà tale da garantire che la velocità non superi 1,5 m/s quando la pompa sta funzionando alla massima portata richiesta. L’altezza dal livello minimo dell’acqua

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all’asse della pompa non supererà i 3,2 metri. Nel punto più basso della tubazione di aspirazione sarà posizionata una valvola di fondo e, a monte di questo, un filtro in grado di bloccare oggetti con diametro superiore a 5 mm e con area di passaggio pari almeno a 1.5 volte il diametro di aspirazione. Il filtro potrà essere pulito senza dover svuotare la riserva. Ogni pompa avrà dei dispositivi automatici di adescamento in conformità al punto 10.6.2.4 della EN 12845. La condotta di mandata di ciascuna pompa sarà direttamente collegata al collettore di alimentazione dell’impianto e corredata nell’ordine di:

• un manometro tra la bocca di mandata della pompa e la valvola di non-ritorno; • una valvola di non-ritorno posta nelle immediate vicinanze della pompa, con a monte il

relativo rubinetto di prova; • un tubo di prova con relativa valvola di prova e misuratore di portata con scarica a vista;

saranno inoltre previsti degli attacchi per verificare la taratura dell’apparecchio tramite un misuratore portatile;

• un collegamento al dispositivo di avviamento automatico della pompa ; • una valvola di intercettazione. La pompa sarà ad avviamento automatico e funzionerà in continuo finché sarà arrestata manualmente. Saranno previsti dispositivi per il mantenimento di una circolazione continua d’acqua attraverso la/le pompe per evitarne il surriscaldamento quando il funzionamento è a mandata chiusa. E’ ammesso l’arresto automatico, essendo il sistema di pompaggio sia ad esclusivo utilizzo della rete di idranti. In tal caso l’arresto automatico può avvenire dopo che la pressione si sia mantenuta costantemente al di sopra della pressione di avviamento della pompa stessa per almeno 20 min consecutivi. 3.4.5.5 Apparecchi di misura

I misuratori di pressione o depressione avranno fondo scala non minore del 150% della massima pressione o depressione di esercizio prevista. Essi saranno collegati alle tubazioni tramite un rubinetto di intercettazione e corredati di un gruppo di prova che consenta il rapido collegamento di strumenti di controllo senza dover intercettare l'alimentazione. I misuratori di portata saranno di tipo idoneo per la verifica delle alimentazioni secondo i procedimenti indicati nelle UNI ISO 2548 e UNI ISO 3555 con tolleranza 1,5%. Gli indicatori di livello permetteranno la lettura diretta del livello sul posto; non sono ammesse spie direttamente incorporate nel fasciame dei serbatoi.

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Per ciascuno dei serbatoi saranno previsti i seguenti 4 galleggianti: • Galleggiante di arresto della pompa pilota. • Galleggiante meccanico l'apertura della valvola di reintegro. • Galleggiante elettrico d'allarme collegato al troppo pieno. • Galleggiante di allarme in caso di vasca vuota. 3.4.5.6 Impianto elettrico di alimentazione

L’alimentazione elettrica per il quadro di bordo macchina del gruppo di pressurizzazione sarà prelevata dal quadro QEG installato nel fabbricato del palazzetto attraverso una linea interrata dedicata come prescritto dalla Norma UNI 12845.

La linea di alimentazione sarà protetta dalle sovracorrenti direttamente sul QEG e realizzata con cavo in guaina tipo FG7OR in posa in cavidotto interrato e attestata direttamente sulla morsettiera del quadro del gruppo di pressurizzazione. 3.4.5.7 Impianto di sorveglianza ed allarme

Per la stazione di pressurizzazione antincendio sarà previsto un sistema di sorveglianza e di riporto remoto degli allarmi all’interno di un locale presidiato, costituito di accessori che possono normalmente essere forniti su richiesta dallo stesso costruttore del gruppo di pressurizzazione.

Il sistema sarà costituito di:

- un quadro per l’alimentazione indipendente degli allarmi ottico /luminosi di pompa in marcia, per la pompa di servizio, come previsto dalla UNI 12845. Il quadro deve essere composto di una cassetta metallica (IP55), interruttore generale di bloccaporta, caricabatteria, batteria, morsettiera e prevede il fissaggio a parete. Il quadro deve consentire l’alimentazione degli allarmi di sui quadri pompe;

- kit allarmi comprendente una sirena elettronica 12 Vcc per l’indicazione della pompa in marcia, un lampeggiante 12 Vcc di colore rosso per l’indicazione della pompa in marcia, una sirena 12 Vcc di colore giallo per l’indicazione di anomalia generale, un lampeggiante 12 Vcc di colore rosso per l’indicazione di anomalia generale;

- collegamenti dei contatti puliti posti all’interno dei quadri pompe di servizio sul gruppo di pressurizzazione con la ripetizione di allarme (lampeggianti e sirene) che saranno ubicati in un locale sorvegliato (verosimilmente nel corridoio di accesso dei servizi igienici.

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3.4.5.8 Dispositivi di scarico ed aerazione motopompa

Per lo scarico in atmosfera dei gas combusti della motopompa diesel contenuta nel gruppo di pressurizzazione sarà realizzata una tubazione verticale dal vano tecnico interrato fino in superficie.

Tale tubazione dovrà avere adeguato diametro scelto sulla base delle indicazioni fornite dal costruttore del gruppo e dovrà adeguatamente essere coibentato.

Il tratto uscente dal piano di campagna per un’altezza di circa 3 metri dal piano di calpestio) dovrà essere provvisto di controtubo esterno a quello di scarico con caratteristiche meccaniche adatte a resistere agli urti di persone o oggetti.

Alla sommità della tubazione di scarico dovrà essere previsto un cappellotto antipioggia automatico con apertura a sovrapressione.

L’allaccio del verticale ora descritto con la motopompa potrà essere realizzato con un tratto di tubazione flessibile adatta all’uso.

Per l’ingresso e l’espulsione dell’aria dal vano tecnico dovranno essere previste canalizzazioni in lamiera zincata fino alla superficie.

Le canalizzazioni dovranno essere adeguatamente protette contro la corrosione per il tratto interrato, inoltre alla loro sommità dovranno essere protette dalla pioggia e dall’ingresso di detriti e/o piccoli animali ed insetti. 3.4.5.9 Segnalazioni

Accanto alla pompa sarà visibile una scheda dati dell’installatore, con le seguenti informazioni: 1) scheda dati del fornitore della pompa; 2) una tabella che elenca i seguenti dati tecnici:

a) la curva della prevalenza generata; b) la curva della potenza assorbita; c) la curva dell'altezza netta assoluta di carico all'aspirazione (NPSH); d) l’indicazione della potenza disponibile per ogni motore e) la curva caratteristica pressione/portata del gruppo di pompaggio installato, al

manometro “C” della valvola di controllo, in condizioni di livello normale e minimo “X” dell’acqua, e al manometro di uscita della pompa nella condizione di livello normale di acqua;

3) una copia del grafico caratteristico dell’installazione (impianto e pompa); 4) la perdita di pressione, alla portata Qmax., tra la mandata della pompa e la stazione di

controllo idraulicamente più sfavorita.

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5) Inoltre, ogni interruttore installato sulla linea di alimentazione dedicata alla pompa antincendio sarà etichettato come segue, con lettere bianche su sfondo rosso alte almeno 10 mm:

ALIMENTAZIONE DEL MOTORE DELLA POMA ANTINCENDIO NON APRIRE IN CASO DI INCENDIO

In ogni caso la documentazione aggiornata, come i disegni di installazione, gli schemi dell’alimentazione principale e del trasformatore, dei collegamenti per l’alimentazione del pannello di controllo della pompa nonché del motore, dei circuiti di controllo degli allarmi e segnali, deve essere tenuta a disposizione nel locale della stazione di controllo o nella stazione di pompaggio. 3.4.6. ESTINTORI PORTATILI

Dovranno essere installati estintori portatili di tipo omologato, per classi di fuoco A, B, C, completi di staffe per applicazione a parete. All’interno della control room a quota 0,00, dove sono disposte apparecchiature elettriche ed elettroniche, va previsto un estintore di tipo a CO2 con carica di 5 kg e capacità estinguente pari a 89BC nei restanti ambienti va previsto il tipo a polvere con carica di 6 kg e capacità estinguente pari a 13A 89BC. Gli estintori portatili previsti all’interno del mercato sono così ripartiti:

quota 0,00 : n. 5 estintori a polvere da 6kg 13A 89BC;

quota +3,10 : n. 2 estintori a polvere da 6kg 13A 89BC;

quota +4,00 : n. 3 estintori a polvere da 6kg 13A 89BC;

quota +7,00 : n. 2 estintori a polvere da 6kg 13A 89BC;

control room : n. 1 estintore a CO2 da 5kg 89BC;

TOTALE : n. 13 estintori. L’altezza di installazione degli estintori portatili deve essere tale che la maniglia non sia ad altezza superiore ad un metro dal pavimento. L’ubicazione degli estintori deve essere segnalata con l’apposizione, in prossimità dell’apparecchio, di un cartello conforme al disposto del D.P.R. 10 giugno 1982 n.524.

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3.4.7. COLLAUDI E VERIFICHE PERIODICHE

3.4.7.1 Documenti da produrre

La documentazione di progetto sarà costituita dalla presente relazione tecnica e di calcolo, i layout dell’impianto con una planimetria riportante l’esatta ubicazione delle attrezzature, la posizione dei punti di misurazione e i dati tecnici caratterizzanti l’impianto stesso. La ditta installatrice, poi, avrà cura di rilasciare al committente apposita documentazione comprovante la corretta realizzazione ed installazione dell’impianto secondo progetto; inoltre consegnerà copia del progetto utilizzato per l’installazione, completo di tutti gli elaborati grafici e descrittivi, nonché il manuale d’uso e manutenzione dell’impianto stesso. 3.4.7.2 Collaudo degli impianti

Il collaudo includerà le seguenti operazioni:

• Accertamento della rispondenza della installazione al progetto esecutivo presentato; • Verifica di conformità dei componenti utilizzati; • Verifica della posa in opera “a regola d’arte”; • Esecuzione delle prove previste dalla norma UNI 10779 3.4.7.3 Esecuzione del collaudo

Saranno eseguite le seguenti prove minime, previo lavaggio delle tubazioni con velocità dell’acqua non minore di 2 m/sec, e avendo avuto cura di individuare i punti di misurazione, predisponendoli con un attacco per manometro:

• esame generale di ogni parte dell’impianto; • prova idrostatica delle tubazioni ad una pressione di almeno 1.5 volte la pressione di

esercizio, comunque non inferiore a 14 bar per 2 ore; • collaudo delle alimentazioni; • verifica del regolare flusso, aprendo completamente un terminale finale di ogni

diramazione principale di almeno 2 terminali; • verifica delle prestazioni di progetto (portate e pressioni minime) in merito a

contemporaneità, durata, ecc. Per le alimentazioni, il collaudo sarà eseguito in conformità a quanto indicato dalla norma UNI EN 12845.