commenti latini al « de mystica theologia » del pseudo-dionigi areopagita fino al grossatesta

22
COMMENTI LATINI AL «DE MYSTICA THEOLOGIA »DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA Author(s): Ulderico Gamba Source: Aevum, Anno 16, Fasc. 2/4 (APRILE-DICEMBRE 1942), pp. 251-271 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25819471 . Accessed: 18/06/2014 10:36 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Upload: ulderico-gamba

Post on 20-Jan-2017

218 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMMENTI LATINI AL «DE MYSTICA THEOLOGIA »DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINOAL GROSSATESTAAuthor(s): Ulderico GambaSource: Aevum, Anno 16, Fasc. 2/4 (APRILE-DICEMBRE 1942), pp. 251-271Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25819471 .

Accessed: 18/06/2014 10:36

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

.

Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR todigitize, preserve and extend access to Aevum.

http://www.jstor.org

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 2: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

C0MMENT1 L TINI AL DE MYSTICA THEOLOGIA

DEL PSEUDO -DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSS ATEST A

LA TEOLOG A MEDIEVALE E I COMMENT!

A proposito del Liber Sententiarum di Pier Lombardo, osserva il De

Ghellinck (1) che esso, sintesi di tutta la precedente produzione teol -

gica, ha due elementi preponderanti : la sottigliezza dialettica ed il rispetto dei testi tradizionali. In queste parole mi sembra definita la teolog a

m di vale che sa unire due elementi a prima vista contradditori. E il

Medioevo ha saputo fare qualche cosa di nuovo proprio nel commentare

i punti fermi della dottrina ereditata dall'eta patr stica. Sviluppare il pa trimonio ormai ricco della scienza teol gica cristiana, conciliare gli ap

parenti contrasti, illuminare le oscurit e stabilire il l game tra i vari

rami della teolog a patr stica : ecco la funzione ed il vanto della scienza

m di vale.

E un' opera grandiosa e complessa, che scruta tutto il patrimonio antico e tende al supremo ideale dell'eta di mezzo: all'unit , realizzata

attraverso una sintesi: prima il Liber Sententiarum di Pier Lombardo, e

poi, resosi questo insufficiente nel gigantesco sviluppo del pensiero nel sec. XIII, la Summa di S. Tommaso d'Aquino.

Il mezzo usato per raggiungere questo scopo la scienza dialettica, che in senso largo significa Y attivit della ragione.

Le lotte furibonde che agitarono i teologi medievali pro e contro la

dialettica, si chiusero con Taccettazione e la legittimazione di essa: il

problema era stato gi risolto da S. Agostino e non sarebbe forse stato

rinnovato ed acuito, se alcuni ingegni non avessero abusato di quell' arma

a doppio taglio che si prestava ai sofismi ed alie interpetrazioni voluta

(1) 1. DE GHELLINCK, Le mouvement th ologique du Xlfc si cle, Paris, 1914, pag. 6.

- 251 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 3: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

mente errate: e Tultima parola fu detta dall'equilibrio che afferm la

legittimit della dialettica, soltanto se contenuta nei binari sicuri della

tradizione patr stica, eco e sostanza dell' insegnamento perenne della

Chiesa.

Naturalmente, il fondamento patristico, base di tutta la teolog a m -

di vale, soprattutto Y opera dei Padri latini : i pi famosi tra essi do

minarono il pensiero del Medioevo : S. Ambrogio, S. Agostino, S. Leone, S. Gregorio. Anche i Padri greci ebbero la loro parte d'influsso sulla

scienza religiosa m di vale, ma in maniera secondaria, e solo in quanto furono fatti conoscere alF Occidente per mezzo di traduzione latine.

Di essi due soprattutto sono notevoli per Y influsso che esercitarono

in Occidente e per la storia delle loro traduzioni. Essendo ambedue

posteriori alla separazione del mondo occidentale da quello orientale, non ancora ufficialmente dichiarata nel campo religioso, ma gi netta

mente affermatasi in quello politico, passarono in Occidente solo pi

tardi, dapprima accolti con qualche incertezza, poi tenuti in grandissimo onore: Dionigi Areopagita e S. Giovanni Damasceno.

Il primo soprattutto esercit un influsso di primaria importanza sulla

scienza teol gica m di vale. Se, quanto al m todo, i suoi scritti non

poterono essere presi come guida dagli scolastici, perch troppo oscuri, ed il loro influsso rest molto addietro rispetto a quello di S. Agostino e dello Stagirita (1), tuttavia, quanto al pensiero, rappresentarono accanto

ad Agostino la base della m stica m di vale. Contribu a ci , come nota

il Th ry (2), T identificazione fatta dal suo primo traduttore, Y abate Ilduino, di Dionigi con Tomonimo discepolo di S. Paolo, nella sua Vita S. Dio

nysii (3), per eui a priori bisogna accettarne tutte le dottrine, come

l'espressione esatta del pensiero cristiano. Se alcune espressioni man

cano di precisione, se alcune dottrine sembrano male accordarsi con i

dati dogmatici gi saldamente stabiliti, l'errore non suo, ma di noi, che non comprendiamo pi la profondit dei suoi scritti. Di conseguenza si deve commentarlo, non discuterlo .

Di qui F origine ed il significato dei numerosi commenti all'Areopa

gitica, di eui mi fermo a considerare quelli riguardanti il De Mystica

Theologia .

(1) M. GRABMANN, Die Geschichte der scholastischen Methode, Freiburg, 1909, I, pag. 90.

(2) G. TH RY O. P., tudes dionysi nnes, Paris, 1932, Vol. I, pag. 156.

(3) MlGNE, P. L. CVI, 23 - 50.

- 252

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 4: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

LA VENUTA DI DIONIGI IN OCCIDENTE E LE PRIME TRADUZIONI

La questione dell' identit del Pseudo - Dionigi ormai lasciata da

parte: quello che va sotto il nome di Corpus Areopagiticum, composto dal De Coelesti o Angelica Hierarchia, del De Ecclesiastica Hierarchia, del De Divinis Nominibus, del De Mystiea Theologia, e di alcune Lettere,

un falso della IIa meta del V sec., prodotto delle teorie severiajie, che

tuttavia, pur riflettendo le idee dell' Henoticon, nella sua voluta oscurit

si pu interpretare in maniera ortodossa. Finora non stato possibile

giungere all'identificazione dell'autore: certo non fu n Dionigi Areopa

gita, il discepolo di S. Paolo, n il martire Dionigi, apost lo delle Gallie, di eui la tradizione aveva fatto tutt' uno con il creduto Vescovo d' Atene.

La questione gi risolta, e la sua storia ci porterebbe fuori del

campo (1). Notevole invece la storia dei primi contatti con Y Occidente.

Gli scritti di Dionigi sono citati da S. Gregorio Magno (2), dal Ve nerable Beda (3), dal Papa Martino I nel Concilio Lateranense del 649 (4), dal Concilio Ecum nico VI di Costantinopoli del 681 (5), nel Concilio Nazionale di Pari gi (825) contro l'Iconoclasmo (6): per le bre vissime citazioni suppongono non una traduzione completa, ma soltanto

la conoscenza di alcune parti dell'opera dionisiana (7). La prima notizia diretta in Occidente risale al 758, quando Paolo I

manda a Pipino il Breve un testo greco di Dionigi (8). Nell* 827 Michele, imperatore d'Orient , invia un altro esemplare a Ludovico il Pio (9):

(1) Su Dionigi v. BERWEG - GEYER, DE WULF eec.

(2) Hom. XXXIV in Eu. - MlGNE, P. L. LXXVI, 254. (3) In Evang. S. Marci Expositio

- MlGNE, P. L. XCII, 197.

(4) MANSI, X, 879. 967. (5) MANSI, XI, 371.

(6) MANSI, XIV, 421. 460.

(7) Dal modo cort eui introduce una frase di Dionigi ( De cael. Hier., MlGNE, P. L. LXXVI, 1254) : Fertur vero Dionysius Areopagita, antiquus videlicet et venerabilis pater, dicere quod,

- ricaviamo che questo Papa ( S. Gregorio Magno ) non ha letto Y opera di eui tratta. Si tratta soltanto di un unico luogo, che gli stato tradotto . P. LEHMANN, Zur

Kenntiss der Schriften des Dionysius Areopagita im Mittelalter in Revue B n dictine , Maggio 1923, pag. 81. sua volta C. WEYMANN ( Byzantinische Zeitschrift VI (1897), 642) suppone che Gregorio Magno venisse a conoscere Dionigi per mezzo di Eulogie

(8) M. G. H., Epistolae, HI, 529.

(9) Rescriptum Hilduini Abbatis ad Ludovieum. MlGNE, P. L. CVI, 16. - M. G. H. Epist. V, 328 segg.

- 253 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 5: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

il Codice greco ora 427 della Nazionale di Parigi, come ha dimostrato

F Omont (1). La prima traduzione latina opera di Ilduino, abate di Saint Denys.

La lunga e difficile questione se Ifduino avesse fatto una vera traduzione

fu definitivamente risolta dal Th ry, che scopri alcuni manoscritti della

traduzione di Ilduino che fu, come lo stesso Th ry dimostra, usata da

Incmaro di Reims nel suo De praedestinatione (2). La traduzione di Ilduino costitui la base di quelle successive. Essa

per era troppo letterale e T oscuro testo dionisiano dovette apparire

incomprensibile. Si decise quindi di rifare la traduzione e Carlo il Calvo ne incaric

Giovanni Scoto. Pu sembrare strano che la nuova versione (3) abbia

(1) H. OMONT, Manuscrit des oeuvres de S. Denys V Areopagite envoy de Con

stantinople Louis le D bonnaire in Revue des tudes grecques XVII (1904) pagg. 230 - 236.

(2) Il MANIT US ( Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, M nchen

1911, I, 326) aveva negato che Ilduino fosse autore d'una traduzione; il DE OHELLINCK

( op. cit. 70 - 72 ) sostenne il contrario, pur riconoscendo che arrivarono a noi soltanto le

citazioni contenute nella Vita Dionysii scritta da Ilduino stesso (MlGNE, P. L. CVI, 23-50). Il GRABMANN in un primo studio sulle traduzioni di Dionigi (Ps.-Dionysius Areopagita in lateinischen Uebersetzungen des Mittelalters in Beitr ge zur Geschichte des christ

lichen Altertums und der Byzantinischen Literatur.- Festgabe Albert Ehrhard zum 60 Geburts

tag dargebracht , Bonn, 1912) lasci incerta la questione; venne quindi il lavoro pi con clusivo del LEHMANN in R vue B n dictine Maggio 1923 pagg. 81 - 98 ed infine, dopo

la scoperta del TH RY, il GRABMANN riassume nel suo Mittelalterliches Geistesleben ( M n chen 1926), il risultato degli studi precedenti (I, 451).

Il P. G. Th ry ha raccolto i suoi vari studi su Dionigi nelle tudes dionysi nnes delle quali sono usciti finora il I vol. che tratta di Ilduino (Paris, 1932) edil II che con tiene il testo della traduzione (Paris, 1937). Gli argomenti del Th ry si fondano: a) sulla lettera Quantum muneris di Ludovico il Pio ad Ilduino, dove si parla d' una traduzione

fatta probabilmente con 1' aiuto di alcuni collaboratori ( M. G. H., Epist. V, 326 e P. L. CVI, 13-22); b) sui rescritto di Ilduino Exultavit cor meum a Ludovico il Pio (M. G. H., Epist., V, 330); c) sui Post beatam ac salutiferam di Ilduino (P. L., CVI, 23-50) che conosce tutte le opere di Dionigi e ne fa un compendio, non degli excerpta ; d) iden

tit di questa traduzione con quella del Cod. 903 (sec. XV) della Bibi. Reale di Brusselle

(Hier. eccl, e cael.), del ms. 15645 della Naz. di Parigi (tutto il Corpus Dionysianum), del ms. 27(32) della Bibi, di Boulogne sur meer (Lettere).

- Il Th ry conclude che tanto

Ilduino, quanto Scoto hanno tradott dallo stesso ms. greco della Naz. di Parigi (427) e lo dimostra fondandosi sulle particolarit della traduzione, sulle omissioni, sugli errori dovuti

alla forma onciale della scrittura. Dimostra infine che le citazioni di Incmaro sono tolte

non dalia Vita di Dionigi, ma dalia traduzione di Ilduino, v. TH RY, tud s dionysi nnes, I, Paris, 1932, pagg. 22 e segg.

(3) MlGNE, P. L., CXXII, 1030 -1154.

- 254 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 6: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

potuto sostituire la precedente da poco compiuta (1). Il Th ry pone il

problema e promette di risolverlo nei volumi seguenti delle sue Etudes

dionysi nnes (2). Certo, della versione d' Ilduino si perdette presto anche

il nome e Scoto fu considerato il primo traduttore del m stico bizantino.

Osserva il Lehmann che lo scomparire della pi antica traduzione

un successo dell' irlandese Giovanni, e poi anche di Giovanni Sarraceno e degli altri traduttori (3) e difatti, la traduzione di Scoto formo per i secoli seguenti la base per lo studio del Pseudo -

Dionigi. Andi* essa per era troppo letterale (4) ; perci verso la meta del se

c lo XII ne apparve una nuova per opera di Giovanni Sarraceno (5). La nuova traduzione, che fu edita dapprima a Strasburgo nel 1502

con altre traduzioni e commenti, a Colonia col commento di Dionigi Cartusiano nel 1556 e poi altre volte, fa preceder alle sing le opere di

Dionigi dei prologhi: quelli della Hier. Eccl, e della Hier. Cael. sono

dedicati a Giovanni di Salisbury, e quelli del De Divinis Nom. e del De Myst. Theol. air abate Odone di S. Denys, probabilmente Odone di Deuil.

Dopo la breve parafrasi di Tommaso Gallo, abate di Vercelli, che

esamino poi tra i commenti, viene la traduzione del Grossatesta, che

si pu assegnare ad un periodo che va dal 1235 al 1253; molto pi letterale e quindi pi oscura di quella del Sarraceno, che resto

la base dei Commenti di Alberto Magno, e, per il De Divinis Nominibus, di S. Tommaso.

Non mancarono in seguito altre versioni, specialmente nell' eta urna

nistica, tra le quali quella di Ambrogio Traversari, di Marsilio Ficino, ed

altre fino a quella del Corderius, riprodotta dal Migne nei voll. III e IV della sua Patrolog a greca.

(1) Il TH RY pone la data della traduzione di Ilduino dall* 830 all'835; Scoto fece la sua tra 1'860 e 1'862 (v. J. DE GHELLINCK, Litt rature tatine au moyen age, Paris, 1939,

I, Ul). (2) I, 167. (3) LEHMANN, art. cit., pag. 93.

(4) Lo notava lo stesso Scoto: Sin vero obscuram minusque apertam praedictae in

terpretationis seriem iudicaverit, videat me interpretem huius operis esse, non expositorem

(Lett, a Carlo il Calvo. P. L., CXXII, 1032 c, M. G. H. Ep., t. VI, 158). Anche Anastasio Bibliotecario lo rilevava, scrivendo allo stesso : Plurimum utilitati subtraxit, quia tanto

studio verbum e verbo elicere procuravit, quod genus interpretationis, licet et ipse ple rumque sequar, quantum illustres interpretes vitent, tua profecto sollers experientia non

ignor t. P. L., CXXII, 1027-28). (5) Su Giovanni Sarraceno v. Y art. Jean Sarazin dell* Histoire litt raire de la France

XIV (1817) pagg. 191-4, sui dati del quale il GRABMANN pone molti dubbi.

- 255

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 7: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

/ COMMENT! ALLA MYSTICA THEOLOG A

difficile calcolare Y influsso che i libri del Pseudo - Areopagita esercitarono durante tutto il Medio Evo ed anche nei secoli seguenti. Per il Biblmeyer (1) essi formarono Tossatura della speculazione m -

stica ; per il Grabmann offrirono soprattutto schemi, termini e formule

alla teor a della m stica; per il Levasti (2) essi furono la base di gran

parte del misticismo m di vale ed il canale per eui specialmente pene tro il neo -

platonismo nel Cristianesimo .

Tra le opere del Corpus Dionysianum il breve opuscolo De Mystica Theologia ha un* importanza tutta particolare. E qui che s' incontra per la prima volta quella divisione della teolog a in affermativa e negativa, che sara il filo pi evidente di eui si serviranno gli studiosi della Sco lastica (per es. il Grabmann nella Geschichte der scholastischen Metho

de ) per riconoscere gli influssi di Dionigi sui vari autori medievali (3). La teolog a affermativa giunge a Dio dalle perfezioni terrene fino ad

attribuire a Lui le perfezioni stesse nel grado pi alto : la teolog a nega

tiva, invece, giunge a Dio per via d'esclusione, negando le varie perfe zioni create, dall' nfima alla pi alta. E questa seconda teolog a che

F oggetto dell' opuscolo del Pseudo - Areopagita, ed ha costituito la base

per la m stica che fiorita nel clima m di vale attraverso la contempla zione di Dio e l'esclusione d'ogni cosa terrena.

Era naturale che il piccolo libro, cosi oscuro e difficile, appena tra

dotto, avesse bisogno d' un commento. Non era questa una facile impresa

perch essa richiedeva, oltre ad una perfetto conoscenza della teolog a

cattolica per non deviare dalia retta dottrina in punti assai difficili, anche

una certa esperienza m stica che sola pu appianare alcune difficolt .

Infine occorreva, non ultima, una buona conoscenza della lingua greca che permettesse di penetrare le profondit del pensiero nell'originale testo dionisiano.

(1) K. BiBLMEYER, Heinrich Seuses deutsche Schriften, Stuttgart 1907 p. 149* cit. dal

GRABMANN, Die Geschichte d. sch. M., II, 96.

(2) A. LEVASTI, / mistici, Firenze 1925, I, p. 27.

(3) La suddivisione della teologia in theotogia affirmationis e theologia negationis appare per la prima volta accanto aile altre divisioni della filosof a nel ms. 18478 della Naz. di Monaco (sec. XII) contenente il Commento di Gilberto a Boezio. (v. GRABMANN, op. cit., II, pp. 44-45).

- 256 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 8: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

Uno studio dei commenti agli scritti dell' Areopagita non esiste, tan

to meno di quelli alla Mystica Theologia . Non mi propongo di trattarli

compiutamente, perch lo scopo del mio lavoro pi strettamente limi

tato: sara sufficiente soltanto raccogliere i dati della moderna critica a

proposito dei vari commenti per mettere in luce Topera del Grossatesta.

Dal confronto con i commenti precedenti o attribuiti ad auton precedenti, risulter il vero valore delT opera esegetica del Lincolniese (1).

A) IL COMMENTO ATTRIBUITO A SCOTO

Un primo commento alla Mystica Theologia viene attribuito a Gio

vanni Scoto Eriugena, il secondo traduttore del Pseudo - Dionigi, non

potendo considerarsi come un vero lavoro esegetico completo quello di

Anastasio Bibliotecario, che aggiunse alcune glosse aile opere delT Areo

pagita, limitandosi a latinizzare alcune espressioni grecizzanti ed a tra

durre gli Scholia di S. Massimo (2). Moltissimi sono i manoscritti di quesT opera che stata pubblicata

dal Floss nella Patrolog a latina del Migne con il Commento alla Cae

lestis Hierarchia attribuito allo stesso Scoto ed il Prologo di quello alla Ecclesiastica Hierarchia (3). L'attribuzione si fondava sui ms. 574 (sec.

(1) Ho riassunto gi i principali dati di questo studio nell' introduzione al commento del Grossatesta al De mystica theologia che in corso di stampa nella collezione Orbis Romanus.

Mi propongo di trattare i rapporti del commento grossatestiano con quelli precedenti in un prossimo articolo.

(2) Si tratta di due specie di glosse. Le interlineari sono costituite di semplici paro le staccate, che hanno lo scopo di latinizzare la lingua di Scoto, sostituendone gli ellenismi

come symbolice, anagogia eec, con espressioni d' origine latina. Anastasio stesso se ne

dice autore nella lettera del 23-111-875 a Carlo il Calvo: Sed et sicubi opportunum fore conspexi, ex me quoque, quoniam aliter non potuit, paucissima quaedam, et quae

facilius ab intelligenti agnosci poterunt, interposui (MlGNE P. L. CXXII, 1027-1028 e M. G. H. Epistolae VII (Epist. Kar. Aevi). Berlin 1928, p. 432). Di quest'opera il Th ry ricorda, oltre ad alcuni mss. parigini, il 754 (XIII) e il 971 (XIII) della B. N. di Vienna, e il 236 (XII) della Bibi. Mon stica di Zwettl. Invece le glosse marginali sono costituite

dagli Scholia di S. Massimo tradotti dallo stesso Anastasio: in Austria il Th ry ricorda il ms. Ill di Heiligenkreuz (XII sec.). v. G. TH RY, Catalogue des manuscrits dionysiens des Biblioth ques d'Autriche in Archives d'histoire doctrinale et litt raire du moyen ge , Vol. X (1936), p. 168.

(3) MlGNE P. L., CXX I, 125-284.

- 257 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 9: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

XIV) di Vienna che porta il nome di Scoto, e sulla testimonianza di Giovanni Tritheim (Tritemius), abate di Spanheim, nel Catalogus Scrip torum Ecclesiasticorum (1), che attribuiva a Scoto quattro libri di com

menti a Dionigi (2). In seguito il Brilliantoff, in un* opera pubblicata a Pietroburgo nel

1898 suir influenza della teolog a orientale sulla teolog a occidentale

nelle opere di Giovanni Scoto Eriugena (3), negava T attribuzione

del commento a Scoto ed i suoi risultati venivano fatti conoscere

in una lettera scritta in tedesco, inviata da lui al Dr seke che Ia

pubblic (4). Infine il Th ry in un articolo (5) dimostrava Y errore di attribuzione.

In realt apparisce evidente che Topera non pu essere di Scoto

gi dalia sola osservazione che il testo commentato non nella versione

di Scoto, ma in quella del Sarraceno che venne circa tre secoli dopo, nel XII sec.

Quanto alTautore, il P. Th ry, alla fine d'un articolo sulla Cronolo

g a delle opere di Tommaso Gallo (6) del quale avro a riparlare in se

guito, pone, in una nota, T ipotesi che le glosse del Vercellese alla

Mystica Theologia debbano identificarsi nel presunto commento di Scoto, e nel recente articolo gi citato del vol. X delle Archives d' histoire

doctrinale et litt raire du moyen age (pag. 212) ripete T affermazione, promettendo un prossimo studio sulT argomento.

Finora dunque una semplice ipotesi che mi sembra per probabi lissima. Mi limito a segnalare alcune somiglianze, spesso perfettamente letterali, che ho osservato tra T Extractio del Vercellese e il Pseudo -

Scoto: baster come esempio la prima sezione del Cap. I.

(1) Opera hist rica, Francoforte 1601, I, 254.

(2) v. D. M. CAPPUYNS, Jean Scot Erig ne, Sa vie, son oeuvre, sa pens e, Louvain

Paris, 1933, pp. 216-217.

(3) A. BRILLIANTOFF, V/ijanie vostotschnago bogosiovia na sapadnoje W proisve deniach Joanna Scota Erigeni, Pietroburgo 1898, p. 34-35.

(4) J. DRASEKE, ZU Scotus Eriugena, Bemerkungen und Mitteilungen in Zeitschrift f r Wissenschaftliche Theologie , 1904, t. XL VII, p. 121-130.

(5) Uinauthenticit du commentaire de la Theologie mi st iq ue attribu a Jean Scot

Erig ne, in Vie Spirituelle , Marzo 1923, t. VIII, Supplement p. 137-153.

(6) Chronologie des oeuvres de Thomas Gallus, in Divus Thomas , Ciugno - Lu

glio 1934 (XXXVII) p. 385 nota 33. - Nel precedente articolo cit. della Vie Spirituelle del Marzo 1923 (Supplement) aveva gi notato l'influsso del Vercellese su quest*opera e

riteneva che essa fosse sorta nel Monastero degli Scozzesi di Vienna.

- 258 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 10: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

Ps. - Scoto (1) : Quae inspiciendo approbas et approbando inspicis. Vere. (2) : Inspectrix per approbationem.

Ps. - Scoto : Sapientiam ... quae sc. est optima portio Mariae.

Vere. : Sapientie que est optima portio Marie.

Ps. - Scoto : Qui est summus vertex Sacrarum Scripturarum nobis

quidem superignotus.

Vere. : Verbi. . . quod est summus vertex fontalis Sacrarum

Scripturarum superignotus.

Ps. - Scoto : In quo videlicet... v rtice sententiae Sacrae Scripturae

profundissime sunt clausae et absconditae et a ver

borum velaminibus absolutae.

Vere. : In quo verbo profunda misterio Scripturarum . . . sunt

clausa et abscondita et in arce simplicissima coareta

ta et a verborum sive symbolorum involucris absoluta.

Ps.-Scoto e Vere: Nee ratio investigando palp t, nee intelligentia contem

plando consid r t.

Bastano questi pochi esempi per dimostrare una dipendenza assai

stretta delle due opere. Al Commento del Pseudo - Scoto si riconnette la questione di quello

attribuito a Pietro Ispano. L'unico che abbia richiamato Tattenzione su

quest' opera il Grabmann, che ne indica come nico manoscritto il Clm.

7983 (sec. XIII) della Nazionale di Monaco, osservando, che esso si basa sulla traduzione del Sarraceno e riferendo Y incipit del proemio (3). In una

nota (4) esprime il dubbio che si tratti d' un altro autore dello stesso no

me, diverso dal famoso Pietro Ispano, che fu Papa Giovanni XXI : rileva

per che non conosciuto un altro scolastico omonimo e che nell'elen co delle opere di Giovanni XXI non si trova nulla di simile.

Un esame del lavoro pi recente, quello dello Stapper (5), su Pietro

Ispano non mi ha permesso di trovare alcun accenno ad opere teologi

(1) MlGNE, P. L. CXXII, 270 B C C.

(2) DIONYSII CARTUSIANI, Opera omnia, Tornad 1902 vol. XVI p. 454 A e B.

(3) M. GRABMANN, Mittelalterliches Geistesleben, M nchen 1926, I, 460.

(4) Ibid, nota 40 a p. 460.

(5) R. STAPPER, Papst Johannes XXI, M nster 1898. Purtroppo non c' nulla di pi recente.

- 259

-

Aevum - Anno XVI - IB

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 11: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUN CAZIONI

che, tanto meno ad un commento alla Mystica Theologia. Invece un

confronto del testo del Clm. 7983 della Nazionale di Monaco mi ha por tato ad una conclusione decisiva: si tratta n pi , n meno del Commento

del Pseudo - Scoto pubblicato nel Vol. CXXII del Migne. L'inizio Continence quattuor librorum tolto dal prologo di Scoto

a Carlo il Calvo (MlGNE, P. L. CXXII pag. 1033; Clm. 7983 f. 1-2). Segue (f. 2-3) il prologo del Sarraceno: Incipit prologus in libros beati Dionisii: Quoniam prudencie vestre serenitatem estratto dalia

lettera dedicatoria del Sarraceno ad Odone III di Taverney, abate di Saint Denys verso il 1167 (1). Dopo un commento agli altri libri di Dionigi, segue quello al De Mystica theologia , perfettamente eguale al Pseudo

Scoto, costituito da glosse marginali che circondano il testo del Sarraceno.

Notevole invece il proemio che segue al prologo del Sarraceno, di

eui gi il Grabmann aveva dato Y incipit e che riporto in appendice al

presente articolo. Esso porta il titolo : Incipit prohemium in expositio nem librorum beati Dyonisii a Petro Yspano editum (f. 4r).

Il proemio, non molto diverso, quanto ai concetti, da quello del

Vercellese (2), pi po tico quanto alla forma, rileva la profondit del pensiero dionisiano e la necessit di renderlo accessibile, per eui pre vio celesti radio, decrevi pro animo per planas verborum luculentias ipsius altas sententias, sicut Dominus dedit, exarare . Notevole pure Taccen no alla traduzione: Non autem in totum, sed in partem mihi hoc opus

arripio, qui hoc ipsum dudum ab alio orditum amore amoris divinis nunc

intexo . E chiaro che T autore accenna qui ad una traduzione altrui, no

tando che stata compiuta di recente : dudum ab alio orditum : dunque dev'essere contempor neo o di poco posteriore al Sarraceno (3). Certe

frasi ricordano il Vercellese : cosi Y ultimo invito a leggerne il testo

per compr ndeme bene la spiegazione (4).

Qliesti brevi cenni mi sembra possano portare un contributo notevole

alla determinazione, se non altro, dell'et in eui fu composto il Com

(1) v. G. TH RY, art. cit. in Archives d'histoire doctrinale et litt raire du moyen age . Vol. X, p. 212.

(2) il Prologo all' Extractio, che esamino poi tra le opere del Vercellese.

(3) Difatti il Sarraceno visse nella IIa meta del sec. XII; le glosse del Vercellese (v. pi avanti) sarebbero del 1232.

(4) "Quisqu s ergo cupis bane meam abstractionem / viter int elligere, prius textum

sepius curato recurrere" v. app. Il prologo e\Y Extractio del Vercellese termina pure: "co

niunctim itaque semper legantur purus texfus librorum et ista extractio " ed. cit. DIONYSII

CARTUSIANI vol. XV p. 29.

- 260 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 12: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

ment , che non in alcun modo attribuibile a Scoto. Quanto a Pietro

Ispano, non mi pare vi siano sufficienti argomenti per ammettere Ia sua

paternit : esso un po' troppo tardo e la grande fama che ebbe la sua

misteriosa figura basta a spiegare una simile attribuzione.

In conclusione, i dati cronologici che si possono ricavare anche da

questo prologo sembrano confermare 1'attribuzione del Commento del

Pseudo - Scoto al Vercellese. E una specie di parafrasi, un po' pi am

pia dell' Extractio di Tommaso Gallo, di eui parlero in seguito. S'ini

zia con la spiegazione del titolo del libro (Mystica theologia), del con tenuto, dello scopo, deir utilit . Segue una divisione in parti del capitolo, con un brevissimo cenno sui contenuto di ciascuna di esse: quindi, dopo la spiegazione del titolo del capitolo, vi una specie di parafrasi che

spiega soltanto alcune parole pi difficili ed esprime con altri termini,

possibilmente pi semplici, il pensiero di Dionigi. Piuttosto che come un

vero commento, il Pseudo - Scoto si presenta come un insieme di glosse.

B) IL COMMENTO ATTRIBUITO AD UGO DI S. VITTORE

Nei manoscritti 189 (XIV) e 288bis (XV) della Biblioteca del Mona stero di Subiaco, nel ms. 65 Urbinate Vaticano f. 280r-* 286v, nel Cod.

45 della Biblioteca dell'Ospedale di Cusa f. 79r-86r (XV), nel Clm. 18210 f. 94v-102v (XV) della Nazionale di Monaco, nel 5425 f. 169r 180r(XV) della Nazionale di Vienna, nei mss. 56 (B. 21) f. 219v - 230 v

(XV) e 363 (G. 23) f.82v-87v del Monastero Benedettino di Melk, nel cod. 29 f. 139v -144r (XV) del Monastero degli Scozzesi di Vienna ci

giunto un commento alla Mystica Theologia attribuito ad Ugo di S. Vittore.

Una simile attribuzione si spiega f cilmente per la fama del grande m stico che fu il pi famoso dei nuovi dottori fino alla venuta di S. Tommaso (1) tanto che il numero degli scritti contestati cosi gran de che si sarebbe tentati di tenerli tutti per dubbi, ed a mala pena si

potrebbe osare di appoggiarsi in qualche punto sull'autorit di questo maestro (2) . Seguendo questi criteri, Y Haur au, nel suo studio critico sulle opere di Ugo di S. Vittore, afferma che dei Commenti aile opere di Dionigi a lui attribuiti non autentico che quello al De Caelesti

(1) B. HAUR U, Hugues de Saint Victor, Paris 1859, p. 1. (2) Ibid. p. 7.

- 261

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 13: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

Hierarchia , T nico pubblicato dal Migne (1) Quelle glosse che si tro vano aggiunte agli altri trattati de l Pseudo -

Dionigi sono di Massimo il Confessore, filosofo cristiano e bizantino del VII sec lo, che non pu essere confuso in nessun modo con Ugo (2).

Meno categ rico, T Ostler, accennando di passaggio ai commenti

attribuiti ad Ugo ed esaminando il Clm. 18210 della Biblioteca Nazionale di Monaco, osserva che da parecchi assaggi sembra si debba giudicare che in parte si tratti di una semplice traduzione di Massimo il Confes sore . Egli nota inoltre che nel contesto si trova un accenno, come a

commenti precedenti, a quelli del Vercellese e del Lincolniese (3), segno evidente di post riorit (4).

Recentemente il P. Th ry (5) ha riesaminato la questione, ma da un

altro punto di vista. NelT intento di fare un quadro completo della diffu

sione del pensiero dionisiano nel Medio Evo, ha iniziato la pubblicazio ne di un catalogo di tutti i manoscritti riguardanti il Pseudo -

Areopagita, incominciando da quelli contenuti nelle Biblioteche austriache. Egli sta

bilis e, fondandosi su rilievi storici raccolti dal Vansteenberghe (6) che il Clm. 18210 di Monaco una copia del ms. 45 di Cusa. Inoltre il 4525 della Naz. di Vienna, proveniente da Aggsbach, sarebbe una copia esso

pure del 45 e da esso deriverebbe il 56 ( B. 21 ) di Melk, del quale sa rebbe una copia il 363 (G. 23) della stessa Biblioteca; da Melk poi de riverebbe il ms. 29 del Monastero degli Scozzesi di Vienna.

Mi sembra per che il dotto domenicano abbia voluto trarre delle

conclusioni esaminando soltanto una parte dei mss. che contengono il

commento attribuito ad Ugo e nella classificazione e nel giudizio sui sin

goli mss. si sia fondato soltanto su congetture (7). La completa soluzio

(1) P. L. CLXXV 923-1154.

(2) Op. cit. p. 49.

(3) Clm. 18210 f. 97 r, col. 1: "in Vercellensis et iincolniensis diet is expressius co nt i net ur su perius ".

(4) H. OSTLER, Die Psychologie des Hugo pon S. Viktor, M nster 1906 nei Bei tr ge zur Geschichte der Philosophie des Mittelalters , p. ll nota 3.

(5) G. TH RY, Catalogue des manuscrits dionysiens des Bibliot ques d'Autriche, in Archives d'histoire doctrinale et litt raire du moyen ge , vol. X e XI.

(6) E. VANSTEENBEROHE, Autour de la docte ignorance. Une controverse sur la th o

logie mystique au XVe si cle, Vol. XIV dei Beitr ge , M nster 1915, p. 110 n. 2; 116 n. 9; 151 n. 1.

(7) Egli stesso osserva nella prefazione che incomincia questa serie d' inventario dalle Biblioteche d'Austria per ragioni del tutto accidentali e pratiche , e a p. 193 esplicitamente dice di di non avere ancora confrontato tra loro questi manoscritti .

- 262 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 14: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZION

ne delle questioni riguardanti quest' opera potr venire quando si saranno

esaminati tutti i mss. conosciuti, tra i quali il 193 di Subiaco pi an

tico di tutti quelli esaminati dal Th ry, risalendo al sec lo XIV.

Il Th ry osserva che il suddetto commento una compilazione d'e

stratti del De divisione naturae e del Commento alla Gerarchia Ce

leste di Scoto e degli Scholia di S. Massimo (1); e non determina di pi su questo punto.

Un confronto diretto, da me fatto, del testo del ms. 18210 della Nazio

nale di Monaco, con gli Scholia di S. Massimo (2) ed il De divisione naturae (3) di Scoto mi ha permesso di stabilire quanto e come il sud

detto commento debba a queste sue fonti. Si tratta di veri estratti, riferiti

letteralmente, a modo di glosse inserite per spiegare alcune parole o

frasi del testo di Dionigi che richiedano speciale dilucidazione o diano

luogo a qualche questione filos fica o teol gica. Talvolta hanno l'aspet to di vere e proprie digressioni, aile quali il testo serve di pretesto, co

rne, per esempio, il brano sull' etimolog a del nome Dio, tolto dal libro I

del De divisione naturae di Scoto (P. L. CXXII, 452, 453 e 459). Dall'opera di Scoto il compilatore ha scelto quelle parti che pote

vano servir al suo scopo, prendendole dai Libri I, II e IV, come pure ha fatto di molti tra gli Scholia di S.Massimo alla Mystica Theologian che si prestavano a completare i primi. Alcuni brani non identificati hanno

pure l'aspetto di estratti: tuttavia non sono riuscito a trovare quei tratti

che, secondo il Th ry, sarebbero tolti dal Commento di Scoto alla Cae

lestis Hierarchia, nonostante un accurato esame del testo di questo pub blicato dal Migne nelle colonne 126-266 del vol. CXXII della Patrolog a latina. Infine vi sono alcune parole inserite qua e l nel testo stesso della versione di Dionigi, che quella di Scoto, a scopo esplicativo. Noto inoltre che due brani non identificati vengono introdotti coila pa rola glosa ( f. 102

r ) che dimostra la loro origine (4).

Quanto al tempo della composizione di questo commento, il Th ry (5) lo attribuisce alla IIa met del sec. XIII, fondandosi sull' osservazione gi fatte dall' Ostler riguardo alla citazione del Vercellese e del Lincolniese.

(1) TH RY, artic, cit., p. 195.

(2) MlGNE P. G. IV, 415 - 432.

(3) MlGNE P. L. CXXII, 440-1023.

(4) Molte sono le glosse medievali ai libri di Dionigi: difficile determinare a quali si riferisca il compilatore : probabilmente per queste appartengono ad un* altra recensione

degli Scholia di S. Massimo.

(5) Art. cit. p. 195.

- 263 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 15: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

Se questo vero, tenendo pure conto dell' osservazione dello stesso

Th ry (1) che S. Alberto Magno si serve per il suo Commento d' un ma

noscritto di questo genere, si potrebbe stabilire quasi con esattezza la

data della composizione. Infatti, come dico a proposito del Commento

di S. Alberto, il P. Pelster (2) ne stabilis e la data nella Ia meta del V decennio del sec. XIII. La nostra compilazione sarebbe dunque stata fatta

dopo il 1250 e prima del 1255. Mi sembra per che il troppo breve tempo che verrebbe assegnato

a questa composizione, dato che in questi 5 anni dovrebbero avere avu

to luogo sia la compilazione attribuita ad Ugo, sia il Commento di Al

berto, riesca a conferma d'un dubbio a proposito della nota riferita dal

T Ostler. Essa mi sembra piuttosto una glossa inserita pi tardi, anche se ora apparisce nel testo, come ho riscontrato oltrech nel 18210 di

Monaco anche nel 29 del Monastero degli Scozzesi di Vienna (3), che deriva dal ms. monacense, e pu essere il riflesso del dubbio sull'auten

ticit dell'opera, che nel sec. XV si era fatto strada nei monasteri te

deschi (4). Passata poi nel testo, sarebbe stata in seguito considerata

come facente parte della primitiva compilazione. Un argomento che conferma questa mia ipotesi nel fatto che il

ms. 29 del Convento degli Scozzesi, che , secondo il Th ry, copia del

18210 di Monaco, subito dopo il citato riferimento al Vercellese ed al Lincolniese aggiunge (f. 141): Hie patet quod illud commentum non est hugonis, cum ei longe post successerit Vercellensis qui etiam allegat in suis dictis Richardum, discipulum ipsius hugonis . Questa nota non

si trova invece nel 18210 di Monaco, di eui pure il ms. una copia; si spiegherebbe cosi anche il fatto che un'altra nota, pure dello stesso

ms. 29 di Vienna, non apparisce in quello di Monaco, ed la seguente:

Explicit commentum Hugonis de Sancto Victore super misticam theolo

gian! secundum aliquos, licet ex certis coniecturis videatur quod alius

composuerit (f. 144) (5).

(1) Ibid.

(2) P. F. PELSTER, Kritische Studien zum Leben und zu den Schriften Alberts des Grossen, Freiburg i. Br. 1920 p. 129-130.

(3) f. 141T.

(4) Il TH RY {art. cit. p. 194) riferisce il brano d'una lettera riferito dal VANSTEENBER OHE (op. cit. p. 204) di Vincenzo di Aggsbach a Giovanni di Weilheim di Melk (14-XII-1454) sulla dubbia autenticit del commento.

(5) Questa nota esiste pure nei mss. 56 (fol. 230v) e 363 (f. 87v) di Melk, dai quali deriverebbe il ms. 29 del Monastero degli Scozzesi di Vienna (v. TH RY, art. cit. p. 194).

- 264

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 16: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

L'amanuense del ms. 18210 di Monaco non attribuiva dunque impor tanza a questa nota, che in realt ha piuttosto un valore pratico: infatti

il continetur superius vuole significare che nello stesso ms. sono ri

feriti i Commenti del Vercellese e del Lincolniese che trattano argomenti

analoghi. Era dunque una nota ad uso del lettore, senza nessuno scopo critico. Difatti, se esaminiamo la sostanza del Commento, non vi trovia

mo nessun influsso n dell'opera del Vercellese n di quella del Lincol

niese, che pure sarebbero state assai utili ad un compilatore che ha

dovuto cercare nell'opera di Scoto e di Massimo i brani che si presta vano al suo scopo.

Concludendo, ritengo che l'argomento tratto dalia nota del ms. mo

nacense, riferita poi nei mss. che da esso derivano, non abbia un valore

decisivo ed il Commento del Pseudo - Ugo possa attribuirsi ad un* et

precedente. La parola decisiva potr venire anche qui dallo studio dei

mss. precedenti, dei quali forse non tutti sono stati elencati.

Non mi compito definir la questione: al mio scopo soprattutto int ressa stabilire la probabile precedenza di questa compilazione rispetto

al}'opera del Lincolniese per un possibile confronto.

C) / COMMENTI DI TOMMASO GALLO

Nella prima met del sec lo XIII un altro Can nico di S. Vittore si dedicava allo studio ed al commento dell' opera del Pseudo -

Dionigi, Tommaso Gallo. Abate di S. Andrea in Vercelli dal 1224 al 1243, vi in segn la teologia m stica dell' Areopagita e dopo 20 anni di assiduo

studio delle sue opere (1), ne pubblicava un* Extractio e un* Expla natio oltre ad alcune glosse.

Fino a pochi anni fa si conosceva solo 1' Extractio , pubblicata gi tra le opere di Dionigi nelle edizioni di Strasburgo (1502) e di Colonia (1536) (la Mystica Theologia anche con un*opera di Giovanni Eek - Au

gusta 1519), ed infine nell'edizione delle opere di Dionigi Cartusiano

(Tournai 1902 t. XV-XVI).

interessante pure 1'osservazione, che ho trovato nello stesso ms. 29, sullo stile di Ugo: "Videtur hie textus aliquibus quod non sit eius commentum nee stitus, sed alterius

imparis magno Hugonin. (f. 144) (1)

a Studui... sensu m, quem in i ps i s libris quibus oigiliis, quo labore per annos

viginti conceperam, stilo commuai eXprimere". (Abbatis Vercellensis in libros B. Dio

nysii Areopagitae prologust ed. cit. XV, 29).

- 265 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 17: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

Nel 1932 il P. Th ry pubblicava un articolo nel quale, in base ai dati storici raccolti dal Vansteenberghe ed allo studio diretto dei mano

scritti (1), dimostrava l'esistenza d'un vero commento, un' Explanatio della Mystica Theologia contenuta nei mss. 695 (che porta la data del 1343) e 4525 della Nazionale di Vienna, nei mss. B. 21 (56) e G 23 (363) di Melk, nel 355 della Biblioteca municipale di Metz (XV), nel 69 (f.131v ) del Merton College di Oxford, nell'8 G. IV (f.42v) del British Museum di Londra (sec. XIII), nell' F. 57 della Biblioteca della Cattedrale di Wor chester, oltre ad estratti di quest'opera uniti con altri ricavati dal Com

mento del Grossatesta, dei quali trattero in seguito (2). A questi, in un altro articolo (3), aggiungeva il Clm. 18210 della

Nazionale di Monaco. In questo stesso secondo articolo annunciava la

scoperta di tutto il testo completo dell' Explanatio del Vercellese a

tutte le opere del Pseudo - Dionigi nel ms. 695 della Nazionale di Vien

na e nel 69 del Merton College di Oxford (4). Nello stesso articolo so steneva pure, senza essere tuttavia riuscito ad identificarle, l'esistenzadi

alcune glosse dello stesso Tommaso Gallo, distinte dai due precedenti lavori esegetici, alla Caelestis Hierarchia ed alla Mystica Theologia (5),

(1) E. VANSTEENBERGHE, op. cit. Ecco i tcsti che hanno guidato il Th ry nelle sue ri cerche. Vincenzo di Aggsbach in una lettera del 1453 cita frasi del Commento del Ver cellese che non corrispondono all' Extractio ein quelle del 12-VI-1453 e 19-XII-1454

a Giovanni di Weilheim di Melk parla d'un Commentum Vercellensis super misticam

Theologian! , che invia a Melk ed a Tegernsee (Lettera a Corrado di Geissenfeld del

27-IX-1455), dove Bernardo di Waging l'usa nel Defejisorium laudatorii ignorancie e

nel De cognoscendo Deo. Inoltre Ugo di Balma, probabile autore del De Mystica Theologia pubblicato tra le opere di S. Bonaventura, cita pure un brano del Vercellese

diverso dall' Extractio (S. BONAV. Opera, Lugduni 1868, t. VIII, p. 680, CD) di eui il Th ry mostra l'identit col testo del nuovo commento da lui scoperto nel ms. B. 21

(50) f. 201V di Melk.

(2) G. TH RY, Les oeuvres dionysi nnes de Thomas Gallus in La Vie Spirituelle .

Die. 1932 Supplement p. 129-154.

(3) G. TH RY, Chronologie des oeuvres de Thomas Gallus Abb de Vercelli, in Divus Thomas i Piacenza, settembre - ottobre 1934, p. 494.

(4) Ibid. Maggio-Giugno 1934, p. 266. (L'art, diviso in 3 p ntate, nei fascicoli di

Maggio-Giugno pp. 265-277; Luglio - Agosto pp. 365-385, Settembre-Ottobre 469-496). (5) Ibid. Luglio-Agosto n. 4 p. 373-385. Infatti nel Cap. VII dell'Explanatio della

Cael. Hier. (mss. 696 di Vienna f. 138r c 69 di Oxford f.48v) scritto: "Mystica Theo

logia, secundum ea exposui bis " : ora Y Extractio non un vero commento, n mai il

Vercellese lo chiama con altro nome. Inoltre il "postillas pro parte tractavi" del prolo go citato dell'Extractio, accenna forse a queste glosse. Pi esplicito ancora il seguente

passo dell' Explanatio del De Div. Norn. : * Sicut in expositione illius libri ( Myst. Th. ) ante annos 10 declaravimus" (Vienna B. N. 695, f. 542; Oxford, Mert. Coll. 69 f. 93r)

- 266 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 18: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

proponendo il dubbio che le glosse a quest* ultimo libro possano essere

tutf uno con il presunto Commento di Scoto, che ho gi esaminato (1). Anzi crede di ritrovare in un altro passo dello stesso Abate di Vercelli

il proposito, forse mai realizzato, di scrivere un* altra opera sui libri di

Dionigi (2). Il Th ry riesce anche a stabilire la data delle varie opere esegetiche

di Tommaso Gallo. 1/ Extractio era terminata verso la fine del 1238, T Explanatio della Caelestis Hierarchia il 23 aprile 1243, quella della

Ecclesiastica Hierarchia il 28 febbraio 1244, quella del De divinis nomi

nibus il 28 maggio 1242, quella della Mystica Theologia nel 1241. Le

glosse sarebbero precedenti: per la Caelestis Hierarchia, del 1224 e per la Mystica Theologia, del 1232 (3).

In base a questi nuovi risultati delle ricerche sulF Abate di Vercelli, deve essere nuovamente ristudiata la sua posizione nella storia della

teolog a e della filosof a m di vale, sulle quali, secondo il Th ry, eser

cit un influsso di primaria importanza. Soprattutto notevolissimo il

contributo del Vittorino alla m stica. Gi il Grabmann aveva affermato

che il Gallo specialmente nella sua spiegazione del C ntico dei Can

tici ha offerto una Summa della M stica (4); ed ora il Th ry ha stabi lito che esistono non uno, ma tre commenti del Vercellese a questo libro della S. Scrittura (5).

Per il Th ry s' limitato finora al lato critico e storico. Al mio

scopo int ressa invece soprattutto determinare il carattere dell* opera del

Vercellese.

A parte le glosse, che probabilissimamente sono da identificarsi nel

Commento del Pseudo - Scoto gi esaminato, rimangono Y Extractio e

T Explanatio .

1/ Extractio una semplice parafrasi (6), secondo Y esatta d fini

(1) v. TH RY, art. cit., p. 385 nota 33.

(2) v. TH RY, ibid. Il passo il seguente: "Hoc igitur scolastice oentiletur et for sitan tractabitur in questionibus quas proponimus super libros Dionysii disputare " (Expla natio della Eccl. Hier. c. VII, ms. 695 di Vienna f. 150v; 69 di Oxford f. 61 *).

(3) Per stabilire queste date il Th ry si serve degli accenni alie altre opere contenuti negli stessi scritti del Vercellese; soprattutto usa il ms. 69 di Oxford per la datazione del F Explanatio e il 1128 di Klosterneuburg per Y Extractio ; per le glosse, i passi gi citati in nota.

(4) M. GRABMANN, Die Geschichte der scholastischen Methode, Freiburg 1911, II, 110. (5) Art. cit. in Divus Thomas , settembre - ottobre 1934, p. 469-492. (6) Non esatta l'affermazione del GRABMANN: Egli ha nuovamente tradotto e com

mentato gli scritti del Pseudo - Dionigi (Geschichte der sch. Meth. II, 110). L' Extractio una parafrasi, Y Explanatio commenta la traduzione del Sarraceno.

- 267 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 19: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

zione di Vincenzo di Aggsbach (1) : Tommaso Gallo non traduce letteral mente, ma secondo il senso, interponendo qualche breve spiegazione per una migliore comprensione del testo.

Lo scopo che si propone Y autore chiaramente espresso nel pro

logo o Praefatio abbatis Vercellensis super extractiones quattuor libro rum magni Dionysii (2). Osserva Tommaso Gallo di avere provato due

generi di difficolt nei libri dell' Areopagita : Tuna riguardante lo stile e Taltra la profondit del pensiero. Egli, ne tam pretiosos thesauros sa

pientiae duplex spelunca sepeliret , cerca di esporre il senso con uno

stile semplice e piano, aggiungendo alcune osservazioni non valde pro lixa per maggiore chiarezza, proponendosi, coll'ahito di Dio, di com

pletare in avvenire con pi diligenza la sua opera (3). Verso la fine del

prologo, ritiene opportuno accennare anche all'importanza degli scritti

di Dionigi che risulta chiaramente dalia lettura dei libri stessi e dalle spiegazioni di essi, sia quella di Anastasio a re Carlo, sia altre. Si tratta

qui delle glosse aggiunte al Corpus Dionysianum da Anastasio Bibliote

cario, desunte, come s* gi visto, in massima parte dagli Scholia di

S. Massimo, e di altri commenti precedenti, non sappiamo quali: forse

per la Caelestis Hierarchia quello di Ugo di S. Vittore, e per la Mysti ca Theologia quello del Pseudo-Ugo, forse gli Scholia di S.Massimo o

qualche altro ignoto commento, certo non molto chiaro se egli sente il

bisogno di presentare Y oscuro testo in forma pi popolare e se, come

egli stesso confessa in questo stesso prologo, ha studiato per 20 anni le

opere di Dionigi. Conclude il prologo col magnificare la divina sapienza contenuta in quegli scritti ed invitando alla lettura di essi.

In conclusione, quest'opera dell'abate di Vercelli ha soltanto fini

pratici e, piuttosto che sciogliere le difficolt , le elimina e rende intel

ligible ai profani Y oscuro testo di Dionigi, permettendo una lettura

facile e collegando tra loro i vari pensieri dell'autore (4).

(1) "Terciam translationem Vercellensis Ubrorum Dionysii in qua transtuiit non oerbum ex verbo, sed sensum ex sensu cum interposicione inter dum paucarum dictio

num pro meliori intellectu legencium (Lettera di Vine, di Aggsbach, 19-XII-1454, cita ta in VANSTEENBERGHE, op. cit.).

(2) Cosi si legge nell'ediz. di Strasburgo 1502, f. CCLXXVIIK (3) Questo mi sembra un nuovo accenno all' Explanatio : "diligentius completurus"

(ediz. cit. ibid.). (4) Dell'Explanatio pubblicata dal Th ry presso l'Haloua di Parigi non ho potuto

esaminare il testo. Dev'essere un'opera di maggior mole e di carattere pi scientifico

della precedente. Tuttavia essa pass in seconda linea rispetto all' Extractio , tanto che

se ne perdette il ricordo. Difatti, dopo gli autori del sec. XV, tutti monaci tedeschi, delle

- 268 -

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 20: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

D) IL COMMENTO DI S. ALBERTO MAGNO

Mi sembra pure opportune* un cenno sui Commento a Dionigi di S.

Alberto. Veramente il Pelster (1) arriva ad ammettere che il Commento

del Dottore di Colonia a Dionigi risale alla prima meta del quinto de

cennio del sec lo XIII, ma la difficolt di stabilire la cronolog a delle opere albertiane permette, e, mi sembra, rende opportuno questo cenno,

eui citazioni si servi il Th ry per la sua scoperta, il Commento fu assolutamente dimenti cato, mentre Y Extractio fu anche edita pi volte.

D'altra parte, il Commento del Grossatesta non deve derivare da quest'opera: e ne

una prova il fatto che esistette e fu abbastanza diffuso nel sec. XV un estratto che met teva accanto brani delle due opere: indice questo che l'uno non ripeteva, ma completava 1' altro. L' accostamento dei due autori si spiega per il loro comune indirizzo che sosteneva

la corrente anti - intellettualistica nella controversia m stica che agito i monasteri tedeschi

del sec. XV, dove ebbe origine 1'estratto, (v. il citato volume del VANSTEENBERGHE, XIV dei Beitr ge , che porta il sottotitolo: Une controverse mi st i que au XV si cle). Inoltre, mentre quasi certa la data della composizione dell' Explanatio (1241), non lo alfret tanto quella del Commento grossatestiano, che dovette essere quasi contempor neo.

Al Vercellese attribuito pure il trattato sulla M stica Teolog a, pubblicato sotto vari nomi, tra gli altri anche tra le opere di S. BONAVENTURA (Venetiis 1755, t. XI, p. 344-404). Il trattato ampio, ha non poche citazioni della M stica Theologia secondo la traduzione di Scoto ed attribuibile probabilmente al monaco certosino Ugo di Balma. Nella citata edizione a p. 344 gi espresso il dubbio: 1'autore

- nota l'edizione - ha uno stile

diffusus et obscurus , mentre quello di S. Bonaventura concisus quidem, sed in bre

vitate perspieuus .

Il DENIFLE, ( Kritische Bemerkungen zur Ger sen - Kempisfrage in Zeitschrift f r katholische Theologie IV (1882) p. 711 nota 1 ) si chiede se il Vercellese sia autore d' un grande trattato in dito De differentia mundanae theologiae atque divinae con un com

mento al De Cael. Hier, ad esso unito, e ne elenca i mss. (v. GRABMANN, Gesch. d. sch.

Methode, II, 110). (1) Il Pelster, per la datazione, si serve dei seguenti argomenti: 1) il m todo simi

le a quello del Commento alie Sentenze, m todo che pi tardi Alberto ha abbandonato nella parafrasi d'Aristotele e nella Summa -

2) Il Commento al De Eccl. Hier, segue il

Commento alie Sentenze, perch questo vi citato; nel Comm. al De Div. Nom. 1'autore

non riuscito a trovare che un probabile cenno al Commento alla Fisica di Aristotele;

pi innanzi sono citati interi libri dell'Etica Nicomachea, segno che 1'opera non appartie ne al primo periodo dell'attivit letteraria di Alberto - 3) La Metaf sica di Aristotele chiamata qua e l philosophia prima , ma anche spesso metaphysica ; pi tardi que st' ultimo termine fu sostituito quasi del tutto dal primo

- 4) Guglielmo di Tocco ( Vita

S. Thomae, 1.1, 662, 13 ) afferma che Alberto tenne le sue lezioni sui De div. norn., quan do S. Tommaso era ancora scolaro, ma probabilmente, come rileviamo dagli altri dati su

esposti, pubblic il suo lavoro qualche anno pi tardi. F. PELSTER, Kritische Studien zum Leben und zu den Schriften Alberts des Grossen, Freiburg i. Br. 1920, pp. 129-130.

- 269

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 21: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

potendosi considerare questo scritto per lo meno contempor neo all' o

pera del Orossatesta. Il Commento di Alberto pubblicato tra le sue

Opera omnia (1) ; ancora in dito il voluminoso commento al De di

vinis nominibus che il Grabmann definisce una grande opera piena di

profonda speculazione, che lascia sopratutto scorgere la corrente neo

platonica nella vita spirituale di Alberto (2). Notevole il m todo, simile a quello adoperato nel Commento alie

Sentenze : un'introduzione, a eui segue il testo nella traduzione del Sar

raceno, quia melior est (3), poi un breve commento testuale dopo una scolastica divisio textus , nel quale il commentatore non spiega

ogni parola, ma tocca ci soltanto che gli sembra notevole, soffermandosi

poi su alcune determinate parole che gli offrono materia ad ampie di

gressioni. Seguono i dubia e le relative responsiones .

La forma non molto diversa da quella dei trattati scolastici : e, pi che un vero commento, ricorda piuttosto qualcuno di questi ultimi; ci

risulta pi evidente nel confronto con 1'an logo lavoro del Grossatesta, che esaminer in un prossimo articolo.

CONCLUS I ONE

Riassumendo i risultati delle ricerche sui commenti alla Mystica Theo

logia precedenti o contemporanei a quello del Grossatesta, si possono stabilire i seguenti punti:

1) Il Commento del Pseudo - Scoto sembra debba essere identificato

colle glosse che Tommaso Gallo di Vercelli scrisse nel 1232, fondando

si sulla traduzione del Sarraceno ;

2) Il Commento attribuito a Pietro Ispano id ntico a quello del Pseudo - Scoto ;

3) Il Commento del Pseudo - Ugo di S. Vittore formato nella mas sima parte da brani degli Scholia di S. Massimo e del De divisione naturae di Scoto. Segue la versione di Scoto e mi sembra, contraria

mente all'opinione del Th ry e dell'Ostler, precedente ai Commenti del

Vercellese e del Grossatesta;

(1) Ediz. JAMMY, Lugduni 1651 c BORGNET, P risiis 1890-1899.

(2) M. GRABMANN, Mittelalterliches Geistesleben, M nchen 1926, II, 326.

(3) Prologo al Comm. al De Div. Norn, nel Clm. 6909 di Monaco (f. 111').

- 270

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 22: COMMENTI LATINI AL « DE MYSTICA THEOLOGIA » DEL PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA FINO AL GROSSATESTA

COMUNICAZIONI

4) Esistono tre commenti di Tommaso Gallo di Vercelli: a) le glos se, assai probabilmente identificabili nel Pseudo -

Scoto, scritte nel 1232

b) T Extractio (1238) c) Y Explanatio (1241). Seguono tutte le ver sioni del Sarraceno.

5) Il Commento di S. Alberto Magno fu composto probabilmente tra il 1250 ed il 1255. Anch'esso si fonda sulla traduzione del Sarraceno.

APPENDICE

PROEMIO AL COMMENTO DI DIONIGI

attribuito a Pietro Ispano Clm. 7938 della Nazionale di Monaco, f. 4r.

Incipit prohemium in expositionem librorum beati Dyonisii a Petro Yspano editum. Contemplativorum virorum eximius beams Dyonisius, illustrissimi Pauli predicatione

de tenebris philosophie mundane ad lumen sapientie divine revocatus, totus et totaliter cultui pietatis, operante in eo lumine veritatis, deditus est. Tandem, divinorum desiderio concita

tus, summa petens, corporeis sensibus mortificatus est. Quo in Deum altius crescente et

Deo in ipsum amplius deiscente, affectu inflammatus seraphico et intellectu radiatus che rubico, pelago summe dulcedinis et abysso eterni luminis immissus est et absortus. Intransque in thesauros sapientie, delibatus lumine et dulcedine, ad communem, non tarnen communiter, rediit intellectum. Cupiens autem profundos et altos divinorum intellectus quibus, Deo im

pregnante, erat gravidus, nobis communicare, dum promere voluit stilo quod sapiebat animo,

quia quod intelligebat erat subtilissimum, non potuit nobis illa pandere nisi per stilum altis simum. Ne autem sapientia abscondita et thesaurus invisus inutilitatem potius nobis afferant

obscuritatis quam fructum perferant claritatis, previo celesti radio decrevi pro animo per pla nas verborum luculentias ipsius altas sententias, sicut Dominus dedit, exarare. Non autem

in totum, sed in partem mihi hoc opus arripio qui hoc ipsum, dudum ab alio orditum, amore amoris divini nunc intexo. Et ne legentis animus prolixitatis fastidio a tam dulci

studio repellatur, de paragrapho in paragraphum de amurca duri textus educo oleum puris dumtaxat mentibus satis facilis intellectus. Quisqu s ergo cupis hanc meam abstractionem

leviter intelligere, prius textum sepius curato recurrere, ut quasi de sole sub nubilo menta

libus tuis oculis fulgeat aureus radius de occulto. - Amen.

ULDERICO GAMBA

- 271

-

This content downloaded from 185.2.32.24 on Wed, 18 Jun 2014 10:36:23 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions