collezione precolombiana campagner · 2019-07-10 · perù, bolivia, argentina mentre per il cile...

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Laura Laurencich Minelli Michele Colella Carolina Orsini Collezione Precolombiana Campagner Materiali tessili e fittili Volume secondo TREVISO Museo del Seminario Vescovile

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Laura Laurencich Minelli

Michele Colella

Carolina Orsini

Collezione

Precolombiana

Campagner

Materiali tessili e fittili

Volume secondo

TREVISO – Museo del Seminario Vescovile

INTRODUZIONI

Una collezione precolombiana dimenticata: la collezione Campagner

(Treviso)

Nell’ambito delle ricerche sulle collezioni americaniste custodite in Italia che

effettuo dagli anni 80 esaminai, nel 1989, la collezione andina con la relativa

documentazione raccolta dal trevigiano mons. Angelo Campagner (1916-

1993): egli appartiene a quel gruppo di missionari illuminati che, fin dai primi

passi del cristianesimo in terra americana, per meglio esercitare la loro

missione pastorale, intentano conoscere le radici storiche delle popolazioni che

incontrano.

Mons. Angelo lascia l’Italia nel 1948 per il Cile ove dapprima è destinato alla

cura pastorale dei dipendenti della miniera di salnitro (Antofagasta, parrocchia

di San Rafael de Chance, oficina Maria Elena), Nel 1954 è destinato alla

cattedrale di Antofagasta ove rimane fino al suo rientro nel 1970 in Italia

(Treviso) a causa della sua malferma salute. Durante i periodi di ferie dalla

cura pastorale cilena, si recava nella zona di S. Pedro de Atacama ma anche in

Bolivia (nei primi anni 50 e attorno al 1966) così come nelle regioni andine

dell’Argentina e del Perù per vedere e raccogliere dati e materiali sulle antiche

popolazioni.

Nei ritagli di tempo, studiava, insomma, la storia delle civiltà andine

precolombiane non solo attraverso i libri ma anche visitando gli scavi

archeologici che, in quegli anni, portavano alla luce potenti città, come

Tiahuanaco, ricchi commerci e curiose pratiche funebri. Dall’esame dei suoi

carteggi che gentilmente mi permise di consultare quando lo visitai nel lontano

1989, mi resi conto che, per coltivare lo studio delle civiltà andine

precolombiane, non solo ne discuteva con gli studiosi più in vista all’epoca ma

anche che, grazie a queste amicizie, visitava i siti archeologici principali e

raccoglieva, come scambi e doni, oggetti di queste culture antiche di Ecuador,

Perù, Bolivia, Argentina mentre per il Cile effettuava anche scavi che, per l’

epoca, possiamo dire archeologici. mons. Campagner e le sue carte mi

presentarono, infatti, discussioni scientifiche e studiosi della sua epoca che

avevo conosciuto attraverso i manuali di archeologia precolombiana dei tempi

lontani dei miei studi universitari: fra questi spicca Carlos Ponge Sangines,

allora direttore degli scavi di Tiahuanaco (Bolivia), l’archeologa peruviana

Rebeca Carrion Cachot ma anche mons. Gustavo La Paige, i cui primi scavi a

S. Pedro de Atacama (oggi conservati presso il Museo La Paige) sono

complementari con quelli effettuati da mons. Angelo dato che fu lui a guidarlo

sui siti archeologici della Regione.

La parte più consistente della collezione Campagner è quella sulle regioni del

Cile settentrionale con la cultura Atacama (Cile settentrionale). Dall’esame

delle sue carte e dalle conversazioni che effettuai con il monsignore nel lontano

1989 mi resi conto che egli realizzò scavi proprio nelle zone cimiteriali di

Atacama ovviamente secondo la metodologia corrente al suo tempo (anni 50-

60): cioè senza effettuare una serie stratigrafica di riferimento ma registrando

solamente il contesto dei reperti di una tomba: ciò solo quando egli stesso

effettuava gli scavi in una tomba integra, non precedentemente violata. Era

comunque preciso nel segnalare, anche per i reperti che gli erano stati regalati,

il donatore e il sito di provenienza che questi gli aveva dichiarato mentre, per

quanto riguarda i materiali tessili, il fatto che la tradizione archeologica di

allora non li considerasse materiali indicativi, lo portò a conservarne appena un

campionario che riunisce specificando genericamente che provengono dalle

tombe di San Pedro de Atacama (Campagner 1993: 197).

Ciononostante la collezione Campagner rimane da un lato una vasta e unica

documentazione sulle iconografie, sulle tecniche di lavorazione, sui materiali

usati da queste antiche popolazioni e dall’altro su quello che era l’ archeologia

americanistica degli anni 50-60 e sulla funzione che poteva avere per far

conoscere ai trevigiani usi e costumi di paesi tanto lontani.

Fin dagli anni 50, Campagner inizia infatti ad inviare a Treviso quanto andava

collezionando per documentare il mondo precolombiano che si stava

schiudendo davanti ai suoi occhi. Oggetti che, fin dal 1964, sono recensiti su

Treviso nostra (edito dall’ Associazione Tarvisium) e di cui, nel giugno 1965,

ne espone una selezione (alcune centinaia) presso il Liceo Scientifico della

città che il fratello Antonio Campagner, cultore di archeologia locale, correda

anche di un breve catalogo.

La totalità della raccolta conta circa 5000 oggetti: i 2/3 forniscono un’ampia

panoramica sull’arte litica andina, fra cui numerosissime le punte di lancia e di

freccia, e 1/3 è dedicato all’arte fittile, lignea e tessile. Collezione che mons.

Angelo dona, agli inizi degli anni ’80, al Seminario di Treviso ove è tuttora

custodita: nel 1993, neppure un mese prima della sua morte, viene aperta al

pubblico, corredata di un inventario ragionato di pugno di mons. Angelo:

Archeologia e Paletnografia precolombiana del Sud America. La raccolta nel

Seminario di Treviso. Volume che, pur scarsamente illustrato, rimane basico

per ulteriori studi sulla collezione Campagner assieme alla documentazione di

campo, alle lettere scambiate con gli archeologi americanisti dell’epoca che è

invece ancora custodita presso la famiglia del monsignore ma di cui auspico la

riunione con la collezione prima che vada dispersa.

A partire dal 2008, grazie ad un contributo della UAN (Unione Accademica

Nazionale, Roma) e successivamente (2011) della UAI (Unione Accademica

Internazionale) siamo riusciti a studiare la maggior parte della collezione

andina e a pubblicare il primo volume del catalogo della collezione Campagner

(Laurencich-Minelli e Colella, 2008) che riunisce 81 schede della collezione

sugli oggetti collegabili con le cerimonie del volo sciamanico della regione

archeologica di Atacama (Cile settentrionale). Ora, con le successive 99

schede, si intende perfezionare la documentazione sulla Regione archeologica

di Atacama pur estendendoci anche alla Bolivia e al Perù e si rimanda alle note

introduttive di Michele Colella e Carolina Orsini qui di seguito.

Laura Laurencich Minelli

Terrecotte in stile Negra Polida della Collezione Campagner ed altri

reperti provenienti dai contesti funerari della zona di Atacama (Cile)

In questa sezione si esamina un gruppo di terrecotte della zona di San Pedro de

Atacama che provengono da diverse necropoli della zona. Nella maggior parte

dei casi il collezionista, Angelo Campagner, menziona la necropoli di

provenienza anche se non specifica il contesto preciso di ritrovamento.

Negli ultimi trent’anni sono stati molto numerosi gli studi sui contesti funerari

di Atacama, dove si ritrovano inumazioni che coprono un vasto periodo

cronologico: le fasi di pertinenza del presente studio sono quelle che vanno dal

terzo all’ottavo secolo dopo Cristo, momento in cui nei corredi funerari si trova

la ceramica Negra Polida.

Per le indicazioni sulla cronologia dei reperti ci siamo basati sulla sequenza

elaborata da Lautaro Nuñez1 (1991) mentre le attribuzioni delle forme si

basano sugli studi di Myriam Tarragó2 (1976) sull’ampio campionario di

terracotta del Museo Gustavo le Paige di San Pedro di Atacama. La forma della

bottiglia classica di questa fase è la X (si veda scheda 21 inv. 149), presente

nella maggior parte dei casi con una decorazione sul collo in due varianti: la

variante A presenta un corpo più sferico e una decorazione più “realista” nel

volto stilizzato sul collo della bottiglia, collo che è spesso diritto o con le

labbra everse. La variante B presenta un corpo più ellittico, il collo bombato e

solo dei fori circolari di fattura regolare che alludono al volto stilizzato.

Esistono naturalmente molte forme intermedie, che non rientrano sì

esattamente in queste due varianti, ma che si collocano a metà, in questo caso

non è stata indicata la variante della forma.

Nel campionario di ceramica Negra Polida del Seminario di Treviso sono

rappresentate anche altre forme, che sono state schedate nella tipologia

corrispondente del campionario di Myriam Tarragó.

1 Cultura y conflicto en los oasis de San Pedro de Atacama. Santiago, Saber y Cultura, 1991.

Si tratta di una sintesi recente che riassume molti anni di studi archeologici nella zona.

2 Alfarería típica de San Pedro de Atacama (norte de Chile), “Estudios Atacameños”, 4, pp.

37-67,1976. Si tratta di una riedizione dello storico articolo Secuencias culturales de la etapa

agroalfarera de San Pedro de Atacama (Chile) presentato al XXXVII Congreso Internacional

de Americanistas, vol. 2, pp. 119-144, 1968 Buenos Aires.

Infine, le tecniche di fabbricazione delle bottiglie sono state desunte

dall’osservazione diretta, dall’uso di radiografie su un campione di esse, su

alcuni studi etnografici3 e di tipo quantitativo dalla stessa M. Tarragó nel già

citato articolo.

Conoscendo, se pur in maniera non precisa né sistematica, il sito funerario di

provenienza di ciascun pezzo, abbiamo potuto incrociare questo dato con la

foggia della bottiglia per cercare di specificare meglio la cronologia dello

stesso.

Per quanto riguarda la cronologia assoluta, abbiamo utilizzato la revisione di

Berenguer et al. della sequenza di Tarragó4, oltre che gli studi di Leandro

Bravo e Agustín Llagostera5 dove gli studiosi associano diversi tipi ceramici a

dei contesti funerari e ne forniscono delle datazioni assolute.

Le altre schede comprese in questa sezione riguardano reperti che non sono

compresi nella tipologia Negra Polida, e precisamente un flauto e alcune

ceramiche di produzione non atacameña. Tra queste ultime spiccano tre ciotole

o platos raccolte da mons. Campagner nella città di La Serena in stile diaguita6.

Carolina Orsini

3 Varinia Varela Guarda, Enseñanzas de alfareros toconceños: tradición y tecnología en la

cerámica, "Chungara", v. 34, 1, pp. 225-252, 2002. 4 J. Berenguer, A. Deza, A. Roman y A. Llagostera, La secuencia de Myriam Tarragó para

San Pedro de Atacama: Un test por termoluminiscencia, “Revista Chilena de Antropología”, 5,

pp. 17-54, 1986. 5 Solcor 3: Un aporte al conocimiento de la Cultura San Pedro. Período 500 a 900 DC,

“Chungara”, 16-17, pp. 323-332, 1986. 6 Per la classificazione delle fasi della cultura diaguita abbiamo utilizzato Luis E. Cornejo, El

plato zoomorfo diaguita: variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arte

Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago del Chile.

Tracce di vita quotidiana: Collezione Campagner vol.II

Il secondo volume sulla Collezione Campagner costituisce, pur in forma

digitale, un’occasione molto importante per riportare all’attenzione del

pubblico questa preziosa raccolta custodita nelle sale del museo del Seminario

vescovile di Treviso.

Tuttavia, come era già accaduto per il primo volume, si è scelto, per ragioni

pratiche, di isolare un nucleo di oggetti fra quelli ritenuti più importanti, per i

quali si è proceduto ad analisi, catalogazione e aggiornamento.

Così, se nel volume I comparivano reperti legati per lo più al rituale del “volo

sciamanico”, con un corredo di manufatti lignei, nel secondo si è deciso di dare

spazio a materiali ceramici e tessili. Per i tessuti e le terrecotte provenienti da

contesti funerari di Atacama, rimando all’introduzione di Carolina Orsini.

La parte da me curata invece, consta di 60 oggetti, tutti fittili, provenienti

rispettivamente da Bolivia (9 oggetti), Perù (3) e Cile, da cui proviene la

maggior parte dei reperti (48).

Si tratta soprattutto di oggetti di uso domestico – rituale.

Per la sezione boliviana, precisamente la regione di Cochabamba e la zona di

Tiahuanaco, abbiamo due kero, che potevano fungere anche da contenitore

della chicha, bevanda rituale a base di mais, una testa di felino protome di un

incensiere, una bilancetta ad uso quotidiano, quattro vasi di diverse dimensioni

con decorazioni, e un ariballo. La datazione archeologica farebbe rientrare

questi oggetti nell’orizzonte culturale tiahuanacoide.

La sezione peruviana è di più difficile identificazione: Campagner attribuisce

alla località di Mollendo, nella parte meridionale del Perù, regione di Arequipa,

un vaso-ritratto, un vaso raffigurante il Sole e la Luna, e un vaso a staffa. In

realtà, dai riscontri eseguiti, è emerso che potrebbe trattarsi piuttosto di esempi

di Tourist – art, molto più recenti (XX secolo).

Quanto alla sezione cilena, la più nutrita, i reperti sono soprattutto scodelle,

olle, piccole ciotole, boccali e contenitori di liquidi, facenti forse parte di

corredi funerari della zona di San Pedro de Atacama, secondo le testimonianze

e le attribuzioni di mons. Angelo Campagner. L’attribuzione cronologica

risulta incerta, anche perché la nostra analisi si è dovuta adeguare ai mezzi

disponibili, per questo si è scelto di inserire un “?” accanto alla voce “cultura”

di tali reperti (San Pedro II, fase Sequitur).

Dopo aver raggruppato i 60 oggetti per area di provenienza, sono stati misurati,

tenendo conto anche delle indicazioni del catalogo di mons. Angelo del 1993, e

analizzati, al fine di rivedere o aggiornare le precedenti attribuzioni

cronologiche e culturali.

Si è proceduto, sempre nei limiti dei mezzi disponibili, ad un’analisi delle

tecniche di esecuzione: quasi tutti i reperti sono stati eseguiti direttamente a

mano, con l’aiuto talvolta di stampi o anima lignea. Le tecniche principali sono

il colombino, il falso tornio, il palettato: non sono presenti molte decorazioni,

trattandosi di oggetti di uso per lo più domestico, tuttavia le tecniche decorative

principali sono il rilievo, l’incisione e il tuttotondo.

Lo stato di conservazione della maggior parte dei reperti è discreto, in alcuni

sono presenti tracce di restauro più o meno accentuato, mentre le sbeccature

all’orlo di molti oggetti sono risultate utili per esaminare la composizione

dell’impasto cretaceo.

È fondamentale aggiungere che, come per il volume I, si è allestito anche in

questa sede un nuovo apparato fotografico, al fine di mettere in luce le

caratteristiche materiali dei reperti, in particolare dei tessuti; è altresì presente

una nuova numerazione dei reperti, da 1 a 99, ma si è scelto di affiancare a

questa nuova sequenza anche i relativi numeri di inventario di Campagner, per

permettere una più facile consultazione sinottica fra il catalogo cartaceo del

prelato trevigiano e questa nuova pubblicazione in formato elettronico, il cui

scopo (e nostro auspicio) è innanzitutto di diffondere il più possibile la

conoscenza di questo importante patrimonio presente nella città di Treviso,

ampliandone la fama.

In secondo luogo, far luce ulteriore sulle antiche culture andine precolombiane

attraverso l’analisi di oggetti apparentemente semplici, ma rivelatori della

dimensione quotidiana, di fondamentale importanza perché strettamente

intrecciata con la dimensione rituale.

Buona consultazione.

Michele Colella

Numero: 1 NUMERO INVENTARIO: 283

OGGETTO: Flauto di Pan

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: marmo nero

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h totale: lato lungo 8, lato breve 3,5; h interna: 0,8; h decorazione: 1,7; larghezza

decorazione: 9,2; ø collo: 0,5; ø massimo: 1,2

TECNICA DI ESECUZIONE: scultura

TECNICA DECORATIVA: incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Inca (XV-XVI sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. Il marmo è graffiato e scheggiato

in due punti in prossimità della base. Impugnatura laterale spezzata.

NOTE: l’oggetto compare descritto nei diari di Campagner: in base a questi manoscritti venne

ritrovato tra il 1 aprile e il 4 maggio del 1961 nella necropoli dell’oasi di Séquitur.

Flauto di pan di forma trapezoidale con sette incavature cilindriche.

La superficie è stata levigata poi incisa sotto le bocche, così da ottenere una fascia decorativa su

entrambi i lati, con disegni geometrici. Essa è inoltre circoscritta da un solco che corre lungo tutta la

sua lunghezza e la separa dal corpo trapezoidale del flauto. Le bocche hanno un diametro all’incirca

simile tra loro. Da una parte c’è un piccolo foro posto sotto la greca decorativa. Le canne di ciascun

foro sono chiuse, come in gran parte di questi manufatti7 quindi non comunicano tra di loro, tranne

la prima che è in collegamento con il foro succitato.

Da notare, sul lato lungo dello strumento, la sporgenze rotta di quello che era un manico.

7 José Pérez de Arce, Flautas arqueológicas del extremo sur andino, “Boletin del Museo Chileno de Arte

Precolombino”, 2, 1987, pp. 55-87, Santiago de Chile.

La fattura in pietra, le canne chiuse, le caratteristiche dell’impugnatura fanno propendere per

un’area di fabbricazione del nord del Chile in epoca tarda, con probabili influenze inca. Il fatto che

sia stato trovato in un cimitero è un altro elemento consueto8.

Per un confronto si veda un flauto assai simile inca, anche come dimensioni e finitura del materiale,

conservato al Museo Etnografico di Berlino (inv. VA 8589). Il flauto di Berlino ha cinque fori

invece che sette, e la stessa protuberanza impugnatura laterale, ma ben conservata e non spezzata

come nel presente esempio.

CO

8 Claudio Mercado M., Con mi flauta hasta la tumba, “Boletin del Museo Chileno de Arte Precolombino”, vol. 10, 2,

2005, pp. 29-49, Santiago de Chile. Si veda anche

Numero: 2 NUMERO INVENTARIO: 137

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 12; h interna: 11; h collo: 4; h decorazione: 1,3; larghezza decorazione: 2,2; ø

collo: 2,7 diametro interno; ø massimo: 8,6 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,365;

spessore collo: 0,450 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,430 preso all’equatore; peso: 226

gr.; ø della base: 7,5

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: San Pedro

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

STILE: Negra Polida

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: X

STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto. Sbrecciatura sul collo. La base è consumata. Il

teschio della parte posteriore è saltato via, ed è rimasto solo il calco del pastigliato.

NOTE: Il vaso è stato ritrovato da Campagner9 nella zona di Séquitur e ne è entrato in possesso il

10/12/1961.

Bottiglia il cui collo è decorato con due volti umani stilizzati disposti a 180° su di esso e ottenuti

mediante la tecnica del pastigliato per quanto riguarda il rilievo del viso. Sul volto sono ricavati gli

occhi, che risultano infossati, tramite pressione, spingendo cioè la pasta verso l’interno del vaso:

infatti all’interno del collo si possono vedere in corrispondenza con gli avvallamenti esterni degli

occhi dei rigonfiamenti. Infine pizzicando la pasta si sono ottenute le orecchie che sono state

perforate, ciascuna con un foro passante, per permettere la presa della bottiglia. Il collo è cilindrico

rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente. La pasta è assai fine e di colore grigio. L’ingobbio,

9 Campagner Angelo, Archeologia e paletnografia precolombiana del Sud America, Seminario Vescovile di Treviso,

1993.

probabilmente a base di ematite10, è steso in maniera uniforme e la cottura è controllata anche se ci

sono sul corpo delle venature rosse.

La tecnica di fabbricazione è probabilmente il modellato diretto con finitura a palettato. Il pezzo si

presenta sottile ed uniforme al tatto. Le due parti, il ventre e il collo della bottiglia, sono state

lavorate a parte quindi assemblate. La cottura è stata effettuata in atmosfera riducente.

La decorazione del volto in stile geometrico nonché le imperfezioni del manufatto fanno propendere

per una fase tarda all’interno della cronologia classica della ceramica Negra Polida.

CO

10 Si veda Cortelezzi César R. Informe sobre el estudio petrográfico de muestras cerámicas de San Pedro de Atacama

in Tarragó Myriam, Alfarería típica de San Pedro de Atacama (norte de Chile), “Estudios Atacameños”, nº 4, 1976.

Numero: 3 NUMERO INVENTARIO: 134

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 21,4; h interna: 20,6; h collo: 6,2; h decorazione: 3,2; larghezza decorazione:

3,6; ø collo: 3,75 diametro interno; ø massimo: 17 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,53;

spessore collo: 0,41 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,42 preso all’equatore; peso: 725 gr.

; ø della base: base assente

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

CULTURA: San Pedro

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

STILE: Negra Polida

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: Il vaso presenta una sbrecciatura sulla parte sinistra anteriore e

un foro sul lato destro in basso. È sbeccato in vari punti e la base è molto consumata, tanto da

lasciare affiorare l’impasto grigio scuro.

NOTE: la bottiglia proviene dalla necropoli di Séquitur.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo una decorazione di due teschi stilizzati disposti a 180°

ottenuti tramite la tecnica del pastigliato e dell’incisione, per occhi e bocca, e del pizzicato per le

orecchie. Quest’ultime sono inoltre perforate, ciascuna con un foro passante. La pasta è assai fine e

di colore grigio. La cottura è uniforme ed è avvenuta in forno riducente. L’ingobbio è nero lucido,

nei punti in cui è più consumato affiorano delle ramature rosse. Il corpo del vaso è stato ottenuto

tramite modellato diretto misto a palettatura, come sembra indicare anche la regolarità che presenta

al tatto. Il collo, anch’esso lavorato con la stessa tecnica, è stato assemblato al corpo del vaso dopo

esser stato forgiato a parte, infatti all’interno del vaso in corrispondenza della giuntura del

medesimo si possono sentire al tatto delle escrescenze di pasta. Il teschio, pastigliato e applicato,

presenta degli occhi che sporgono all’infuori. Nonostante ciò all’interno del collo sono visibili dei

rigonfiamenti, pur lievissimi e solo da una parte, che rivelano che l’incisione per provocare

l’infossamento di un’ipotetica “pupilla” (gli occhi sono infatti sporgenti e cavi), avvenne

direttamente sul vaso provocando una protuberanza sulla pasta del collo. L’applicazione del

pastigliato rivela una tecnica perfetta, in quanto i punti di giuntura con il vaso sono molto poco

visibili, e la loro visibilità è determinata dalla consunzione del pezzo che ovviamente si accentua

sulle giunture. Gli occhi e la bocca sono delle sporgenze forate in tondo in maniera abbastanza

regolare. Presenta una sorta di protuberanza sulla parte superiore del teschio, che è presumibilmente

da interpretare come una fronte stilizzata.

CO

Numero: 4 NUMERO INVENTARIO: 131

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 25,2; h interna: 24; h collo: 9,8; h decorazione: 4; larghezza decorazione: 5; ø

collo: 5,6 preso all’interno; ø massimo: 19 preso all’equatore; spessore collo: 0,4 preso a metà;

spessore al centro del vaso: non accessibile; peso: 1150 gr.; ø della base: base assente

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, incisione e pizzicato

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: X

STATO DI CONSERVAZIONE: La patina nero lucida è scomparsa, il vaso è molto consumato

su tutta la superficie. L’ingobbio affiora esclusivamente in alcuni punti nella parte bassa del vaso.

NOTE: la bottiglia proviene dalla necropoli di Séquitur.

Bottiglia funeraria che reca sul collo due teschi stilizzati disposti a 180° applicati con la tecnica del

pastigliato, i denti sono rappresentati da segni verticali incisi. Gli occhi sono due applicazioni di

pasta rotondeggianti, le orecchie, ottenute con la tecnica del pizzicato, sono state perforate per

ottenere due fori passanti. La fattura di questo vaso è meno accurata rispetto a quella degli altri:

un’orecchia è stata collocata più in alto che l’altra, l’impasto, grigio, è meno fine che quello degli

altri vasi; infine nella parte interna sul collo si notano le striature orizzontali lasciate dalla spatola

che probabilmente si utilizzò per livellare l’impasto. La cottura sembra uniforme ed è avvenuta in

forno riducente. Il corpo della bottiglia, modellato a mano, non è stato lisciato con cura: al tatto si

notano dei dislivelli. Per quanto riguarda il collo, fu certamente assemblato in un secondo tempo al

resto del corpo della bottiglia, pur avendo ricevuto anch’esso la stessa forgiatura; in questo vaso

esso è cilindrico, quasi per niente rigonfio, con bordo aggettato e labbro sporgente. Il pastigliato

della decorazione non sembra, come in molte altre bottiglie, essere stato applicato con un blocco

unico di pasta, ma è stato modellato un cerchio esterno che delimita il viso e due sferette di pasta

che rappresentano gli occhi, in altre parole non è in rilievo tutto il viso ma esclusivamente le parti

indicate. Sulla parte superiore del cerchio c’è una sorta di sporgenza della pasta che potrebbe essere

la stilizzazione della fronte.

CO

Numero: 5 NUMERO INVENTARIO: 136

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 22,2; h interna: 21,8; h collo: 6,8; h decorazione: 3,5; larghezza decorazione:

3,7; ø collo: diametro interno non prendibile perché non cilindrico; ø massimo: 16,5 preso

all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del

vaso: 0,45 preso all’equatore; peso: 790 gr.; ø della base: base assente

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. L’ingobbio è consumato.

Presenta delle striature nel senso verticale della bottiglia, forse lo stesso in cui è stato steso

l’ingobbio. La base è consumata. Presenta varie sbrecciature sulle labbra e sul collo.

NOTE: Un’etichetta posta da Campagner lascia supporre che la bottiglia provenga dall’oasi di

Séquitur e che egli ne sia entrato in possesso il 10/12/1961.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due volti umani stilizzati disposti a 180° ottenuti tramite

la tecnica del pastigliato, cioè applicando un blocco di pasta decorata con due avvallamenti per gli

occhi e tre segmenti verticali per la bocca. La pressione esercitata per ottenere tali infossamenti sul

pastigliato ha provocato all’interno della bottiglia, sul collo, dei lievissimi rigonfiamenti. Fanno da

anse due orecchie collocate sul collo e ottenute tramite la pizzicatura della pasta e la sua

perforazione con uno strumento cilindrico per ottenere un foro passante. La pasta è fine e di colore

grigio. La cottura è controllata, ed è avvenuta in forno riducente. All’equatore del corpo del vaso si

possono sentire al tatto i segni lasciati da un’imperfetta lisciatura in fase di forgiatura del vaso. Il

collo è applicato ad imbuto e rimangono all’interno le escrescenze di pasta. Per quanto riguarda la

sua forma, è cilindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente, per quanto riguarda invece

la sua lavorazione è stato assemblato in un secondo tempo al resto del vaso. Le orecchie non sono

collocate in maniera simmetrica.

CO

Numero: 6 NUMERO INVENTARIO: 147

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 19,6; h interna: 18,9; h collo: 8,1; h decorazione: 4,6; larghezza decorazione: 5;

ø collo: 4,4 preso all’interno; ø massimo: 15,8 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,6;

spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,55 preso all’equatore; peso: 715 gr.;

ø della base: base bombata 15,4

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

STATO DI CONSERVAZIONE: Il reperto presenta da una parte una orecchia rotta e dall’altra il

bordo superiore della bocca è sbrecciato. L’ingobbio è scomparso, a parte in qualche rarissimo

punto dove affiora ancora il nero lucido.

NOTE: Un’etichetta posta da Campagner lascia supporre che la bottiglia provenga dall’oasi di

Catarpe e che egli ne sia entrato in possesso il 28-11-1961.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due grandi applicazioni di pastigliato con due teschi

stilizzati disposti a 180°. Il pastigliato occupa uno spazio maggiore che nelle altre bottiglie. Il collo

della bottiglia è cilindrico, su di esso sono ricavate le due orecchie, una attualmente manca,

pizzicando la pasta nella fase di lavorazione che precede la cottura: gli anelli di pasta così ottenuti

sono stati in seguito scavati in modo da ottenere due anse incise. L’impasto della bottiglia è di color

grigio chiaro. La pasta è fine e lo sgrassante usato è di grana sottile. La cottura è uniforme ed è

avvenuta in forno riducente. Il corpo della intera bottiglia è stato ottenuto con una tecnica mista di

modellato diretto e palettato, come si intuisce al tatto del pezzo. Il collo, lavorato a parte e

assemblato in un secondo momento, presenta al suo interno delle striature direzionate dal basso

verso l’alto, dovute forse al segno lasciato dalla spatola livellatrice in fase di lavorazione. Il viso

stilizzato sul collo presenta un’escrescenza di pasta situata sopra il livello degli occhi (che

rappresenta forse la fronte), questi ultimi sono dei cerchi in rilievo rispetto al viso e cavi. Infine i

denti sono tre segni verticali.

CO

Numero: 7 NUMERO INVENTARIO: 143

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 21; h interna: 20; h collo: 6; h decorazione: 3; larghezza decorazione: 2,5; ø

collo: 2,90 preso all’interno; ø massimo: 17 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9;

spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,5 preso all’equatore; peso: 875 gr.;

ø della base: 16

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: Il pezzo presenta, da una parte, un’orecchia rotta e dall’altra il

bordo superiore della bocca sbrecciato. L’ingobbio è scomparso, a parte in qualche rarissimo punto

dove affiora ancora il caratteristico nero lucido.

NOTE: Un’etichetta posta da ampagner lascia supporre che la bottiglia provenga dall’oasi di

Chécar Solor. Il numero con cui la classificò è 8.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due applicazioni a pastigliato con un volto stilizzato su

ciascuna disposte a 180°, sulle quali tre tondi circolari incisi rappresentano la bocca e due gli occhi.

Il collo della bottiglia è cilindrico e fortemente rigonfio e le labbra sono sporgenti con il bordo

aggettato. Le due orecchie sono state ottenute pizzicando la pasta nella fase di lavorazione che

precede la cottura poi sono state perforate con uno strumento cilindrico in modo da ottenere due

anse bucate. L’impasto della bottiglia è grigio e fine, com’anche gli sgrassanti utilizzati. La cottura

è uniforme ed è avvenuta in forno riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato ottenuto

presumibilmente con una tecnica mista di palettato e modellato diretto: questo, come per gli altri

vasi, si intuisce al tatto del pezzo. Il collo, lavorato a parte, è stato assemblato in un secondo

momento. La decorazione sul collo è altamente stilizzata: è costituita da dei semplici avvallamenti

ottenuti per pressione. Sul collo, internamente, si vedono i rigonfiamenti lasciati da tale pressione

esercitata sulla pasta.

CO

Numero: 8 NUMERO INVENTARIO: 168

OGGETTO: vaso

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: nessuna

MISURE: h totale: 12,4; h interna: 11,9; h collo: 4,4; ø collo: 4,9; ø massimo: 13 preso

all’equatore; spessore giuntura collo: 0,35; spessore collo: 0,3 preso a metà; spessore al centro del

vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 390 gr.; ø della base: 10,3

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pizzicato

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: VIII?

STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta una sbrecciatura sul bordo superiore del collo.

NOTE: Secondo Campagner proviene dall’area di Chécar Solor. Il numero di classificazione da lui

attribuito è 6.

Vaso di fine fattura senza decorazione. Il collo è cilindrico e fortemente rigonfio, il bordo è

aggettato e le labbra sono everse. Sulla parte più sporgente del collo sono state ricavate due anse,

forse pizzicando la pasta. La cottura è avvenuta in forno riducente, ed è perfettamente controllata in

quanto non si notano ramature di nessun tipo. L’impasto e lo sgrassante sono finissimi e di color

grigio scuro. Fu realizzata, similmente alle altre, in due tempi: uno per il collo e uno per il corpo del

pezzo. Non presenta internamente nessun segno di levigatura e in generale il pezzo si presenta

uniforme al tatto.

CO

Numero: 9 NUMERO INVENTARIO: 135

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 21,4; h interna: 20,6; h collo: 7,4; h decorazione: 4; larghezza decorazione: 4,2;

ø collo: 3,9 preso all’interno; ø massimo: 15,5 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,5;

spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 675 gr.; ø

della base: 14,4 base bombata

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

STATO DI CONSERVAZIONE: Sbrecciature lungo il bordo superiore.

NOTE: Classificato con un’etichetta da Campagner come D-17 Séquitur, 10-12-1961.

Bottiglia funeraria che presenta due decorazioni antropomorfe, disposte a 180° sul collo, applicate

tramite la tecnica del pastigliato, le cui fattezze ricordano la forma di un volto. La escrescenza di

pasta situata sopra gli occhi rappresenta probabilmente la fronte. Il corpo della bottiglia è stato

accuratamente lisciato, come si vede anche dai segni lasciati dalla spatola sulla parte interna del

vaso. La cottura è avvenuta in maniera controllata in un forno riducente. Si sono ottenuti gli occhi,

di forma allungata, tramite incisione. Il naso è un triangolino inciso, ed è ricavato sopra i denti, che

sono tre infossamenti rotondi. Per quanto riguarda le orecchie si sono ottenute pizzicando la pasta.

Sono state poi forate ciascuna con un foro passante. La pasta del vaso è fine e di color grigio. Il

collo è cilindrico, rigonfio, con bordo aggettato e labbra sporgenti.

CO

Numero: 10 NUMERO INVENTARIO: 138

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 16; h interna: 15,2; h collo: 4,7; h decorazione: 2,3; larghezza decorazione: 3,4;

ø collo: 3,9 preso all’interno; ø massimo: 12,3 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,35;

spessore collo: 0,3 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,45 preso all’equatore; peso: 440 gr.;

ø della base: 11, base bombata

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

NOTE: Proviene dall’oasi di Séquitur. Campagner ne è presumibilmente entrato in possesso il

10/12/1961.

STATO DI CONSERVAZIONE: L’ingobbio è assai consumato. Ci sono segni di restauro sulla

base del vaso: è visibile una crepa che forse è stata ripristinata tramite un collante.

NOTE: Etichetta di Campagner: E- Alambrado de Séquitur-11-(8), riferendosi al luogo di

ritrovamento del pezzo e al numero di catalogo del medesimo.

Piccola bottiglia funeraria con decorazione antropomorfa sul collo che consiste in due teschi

stilizzati posti a 180° l’uno rispetto all’altro, alquanto grossolana come fattura. La decorazione è

assai semplice: consta unicamente di due occhi e di un cerchio che delimita il contorno del viso del

teschio stilizzato che si vuole rappresentare. Oltre a ciò, solo una bozza per la fronte completa la

decorazione. Il viso è allo stesso livello della bottiglia, ed è delimitato da un cerchio di pasta e due

sferette per gli occhi. Le orecchie, ottenute con la tecnica del pizzicato, non hanno il consueto foro

passante. Il collo della bottiglia, di fattura irregolare, è diritto e privo di labbra. La tecnica di

lavorazione del manufatto sembra essere il modellato diretto con la tecnica del colombino. La

cottura è avvenuta in forno riducente.

CO

Numero: 11 NUMERO INVENTARIO: 149

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: nessuna

MISURE: h totale: 14,7; h interna: 14; h collo: 5,2;; ø collo: 2,9 preso all’interno; ø massimo: 11,1

preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,7; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro

del vaso: 0,5 preso all’equatore; peso: 480 gr.; ø della base: 12;

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: X

STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta un foro nella parte basale che è stato rincollato. Sul

bordo del collo presenta delle sbrecciature.

NOTE: Un’etichetta porta le seguenti informazioni: A-Soncor 14, il numero si riferisce alla

catalogazione curata precedentemente da Campagner.

Bottiglia funeraria priva di decorazioni. L’ingobbio nero lucido è stato steso con molta cura, però

verso la base del vaso affiorano delle ramature dovute forse a consunzione. Il collo è leggermente

svasato e grosso come spessore, è stato costruito contemporaneamente al corpo della bottiglia e

forse la fattura è avvenuta per modellato diretto a colombino, come sembrerebbe indicare anche

l’elevato peso del manufatto in relazione alla sua altezza. Questa bottiglia non presenta

internamente nessun segno di levigatura ed è regolare al tatto sul corpo. Presenta sul collo due anse

assai grandi e con dei forellini. Data la loro dimensione è probabile che siano state ricavate tramite

un’applicazione di pasta piuttosto che con il pizzicato, che è la tecnica più comune per la

lavorazione delle anse in questi vasi. L’impasto è di color grigio scuro, lo sgrassante usato è di tipo

fine e la cottura è uniforme ed è avvenuta in forno riducente.

CO

Numero: 12 NUMERO INVENTARIO: 139

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 19,5; h interna: 19,2; h collo: 6; h decorazione: 2,7 e 2,5; larghezza

decorazione: 3 e 3,1; ø collo: 3 preso all’interno; ø massimo: 15,7 preso all’equatore; spessore

giuntura collo: 0,75; spessore collo: 0,55 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,5 preso

all’equatore; peso: 820 gr.; ø della base: base bombata 15

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pizzicato, incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: L’ingobbio è molto consumato. Presenta tre principali

sbrecciature sul corpo.

NOTE: Proviene dall’oasi di Séquitur. Campagner ne è presumibilmente entrato in possesso il

10/12/1961.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi umani stilizzati, disposti l’uno rispetto all’altro

a 180°, tale decorazione è stata ottenuta incidendo due tondi regolari per gli occhi e tre per la bocca.

Non ci sono segni di pastigliato. Le orecchie, ottenute pizzicando la pasta, sono state, prima della

cottura, perforate in modo da ottenere su ognuna un foro passante. Il collo è di forma cilindrica,

rigonfio e con le labbra sporgenti e il bordo aggettato. La pasta è fine e di colore grigio. La cottura è

uniforme ed è avvenuta in forno riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato ottenuto con una tecnica

mista di modellato diretto e palettato, infatti è regolare al tatto e levigato. Il collo è stato costruito

con la stessa tecnica e assemblato in un secondo tempo.

CO

Numero: 13 NUMERO INVENTARIO: 130

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 17,9; h interna: 17,5; h collo: 6; h decorazione: 2,9; larghezza decorazione: 2,8

e 2,5; ø collo: 2,7 preso all’interno; ø massimo: 12,4 preso all’equatore; spessore giuntura collo:

0,8; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,5 preso all’equatore; peso: 510

gr.; ø della base: 12,6

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pizzicato, incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione anche se il lucido dell’ingobbio

non sempre è visibile.

NOTE: Campagner ha classificato questo pezzo come E-Alambrado de Séquitur-11 (3). La dicitura

si riferisce al luogo di ritrovamento.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due volti umani stilizzati e disposti l’uno rispetto all’altro

a 180°. La fronte dei volti sembra ricavata spingendo l’impasto verso l’esterno. Per gli avvallamenti

degli occhi e della bocca che completano la decorazione si intuisce che sono stati ottenuti

esercitando una pressione, probabilmente manuale usando solo le dita, volta a creare il vuoto nella

parte interna del collo. Le orecchie, pizzicate dall’impasto, sono state perforate per ottenere un foro

passante.

L’impasto del vaso è grigio scuro e assai fine. La cottura è uniforme ed è avvenuta in forno

riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato lavorato con una tecnica mista di modellato diretto e

palettato, come sembra indicare la regolarità che presenta al tatto. Il collo è stato assemblato in un

secondo tempo. Su di esso, internamente, non ci sono le consuete striature. Inoltre è cilindrico,

rigonfio, con bordo aggettato e labbro sporgente.

CO

Numero: 14 NUMERO INVENTARIO: 133

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 20,4; h interna: 19,8; h collo: 5,6; h decorazione: 2,2 e 2; larghezza

decorazione: 2,8; ø collo: 3,6 preso all’interno; ø massimo: 15,5 preso all’equatore; spessore

giuntura collo: 0,7; spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,35 preso

all’equatore; peso: 620 gr.; ø della base: base bombata 15,3

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: X

STATO DI CONSERVAZIONE: La patina nera è consumata attorno al collo, che è pure

sbrecciato. Per il resto lo stato di conservazione è buono.

NOTE: Classificato da Campagner come Alambrado de Séquitur-11.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi stilizzato posti a 180° l’uno rispetto all’altro

ottenuti tramite la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie. Quest’ultime

sono inoltre perforate, ciascuna con un foro passante, che permette la presa della bottiglia. La pasta

è fine e di colore grigio. La cottura è avvenuta in forno riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato

ottenuto con la tecnica del modellato diretto e palettato. Il collo, assemblato in un secondo

momento, è assai irregolare e internamente non ci si è curati di togliere le escrescenze di pasta che

avanzarono dopo che l’applicazione fu effettuata. Esternamente sul corpo del vaso si vedono delle

striature sull’ingobbio: quest’ultimo potrebbe essere stato applicato in maniera frettolosa. É visibile

il senso in cui è stato steso, dal basso verso l’alto. I teschi, pastigliati e applicati, presentano tre

avvallamenti circolari (ottenuti tramite pressione, esercitata presumibilmente con le dita o uno

strumento ligneo dalla punta arrotondata) per gli occhi e due per la bocca. L’applicazione di questo

pastigliato è assai curata perché è perfettamente integrato con il resto della bottiglia e non si notano

le giunture. Il collo è cilindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente.

CO

Numero: 15 NUMERO INVENTARIO: 141

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 20,3; h interna: 19,7; h collo: 5,5; h decorazione: 2,2; larghezza decorazione:

2,6; ø collo: 4,1 preso all’esterno; ø massimo: 14,6 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,85;

spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 590 gr.;

ø della base: base poco bombata 14,5

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: La patina nera verso il fondo è consumata. Per il resto il reperto

è ben conservato.

NOTE: Etichetta con la seguente indicazione: E-Alambrado de Séquitur 11, a segnalare il numero

progressivo riferito al sistema di catalogazione di Campagner e il luogo di ritrovamento.

Bottiglia funeraria sul cui collo sono stati incisi occhi e bocca che rappresentano dei teschi sui lati

del collo, in modo che essi risultino disposti a 180° l’uno rispetto all’altro. La decorazione è stata

ottenuta esercitando una pressione della pasta verso l’interno del collo, dove sono visibili i

rigonfiamenti causati da tale pressione. Fungono da anse le due orecchie, asimmetriche l’una

rispetto all’altra, collocate per completare la decorazione. Queste, inoltre, si allargano leggermente

verso il basso e presentano un foro passante a guisa di orecchino. La pasta e lo sgrassante utilizzati

per la realizzazione di questo vaso sono di tipo fine. La cottura è avvenuta in forno riducente, e pur

essendo uniforme, sul corpo del vaso compaiono delle ramature, specialmente sul collo e sulle

spalle. Il collo non è stato lavorato assieme al corpo della bottiglia ma è stato applicato

successivamente. L’intero vaso è stato ottenuto con una tecnica mista di modellato diretto e

palettato. Per quanto riguarda la tecnica con cui si sono ottenute le orecchie, è possibile che invece

del più comune pizzicato, qui si sia usato il pastigliato, perché sulla parte interna del collo all’analisi

al tatto si nota un rilievo forse lasciato dall’applicazione della pasta usata per realizzare (tramite

pressione) l’ansa sull’esterno di detto vaso. La pasta è di colore grigio. Il collo è cilindrico, e si

presenta rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente.

CO

Numero: 16 NUMERO INVENTARIO: 132

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 17,7; h interna: 17; h collo: 5,5; h decorazione: 2,6; larghezza decorazione: 2,7;

ø collo: 4,2 preso all’esterno; ø massimo: 13,4 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 1;

spessore collo: 0,5 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 630 gr.; ø

della base: base poco bombata 14,5

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. L’ingobbio presenta delle

sottilissime crepe lungo tutto il corpo del vaso.

NOTE: Etichetta con le seguenti indicazioni: E-Alambrado de Séquitur-11 (5), che si riferisce al

luogo di ritrovamento e al numero progressivo di catalogazione.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi stilizzati disposti a 180° l’uno rispetto all’altro,

ottenuti tramite la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie. Quest’ultime

sono inoltre perforate, ciascuna con un foro passante, che permette la presa della bottiglia. In questo

vaso esse hanno una forma allargata verso il basso e il foro cade su questa parte più ampia a guisa di

orecchino. La pasta è assai fine e di colore grigio. La cottura è uniforme ed è avvenuta in forno

riducente. Il collo è stato lavorato separatamente rispetto al corpo (come sappiamo dall’indagine

radiologica), ma non si nota all’analisi al tatto alcuna escrescenza sulla parte interna del pezzo nel

punto di giuntura con il corpo, da cui si desume che il ceramista dominava perfettamente la tecnica

di fabbricazione.

La decorazione, avvenuta a pastigliato, è stata applicata con grande cura: sembra sorgere

direttamente dalla pasta e sono invisibili i segni di giuntura. L’iconografia è molto stilizzata, consta

di due avvallamenti ottenuti tramite pressione per gli occhi e tre per la bocca. Il corpo del vaso è

liscio ed uniforme al tatto, è stata usata la tecnica del modellato diretto e del palettato sia per il collo

che per la parte restante. Il collo è cilindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbra sporgenti.

CO

Numero: 17 NUMERO INVENTARIO: 128

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 21; h interna: 21,7; h collo: 6,5; h decorazione: 2,5; larghezza decorazione: 2,4;

ø collo: 2,5 preso all’interno, 3,8 preso al bordo; ø massimo: 13,4 preso all’equatore; spessore

giuntura collo: 0,4; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso

all’equatore; peso: 525 gr.; ø della base: base poco bombata 12,5

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: La bottiglia è leggermente consumata ma non sbrecciata. Buono

stato di conservazione.

NOTE: Etichetta con le seguenti indicazioni: E-Alambrado de Séquitur-11 (6), che si riferisce al

luogo di ritrovamento e al numero progressivo di catalogazione.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi altamente stilizzati disposti a 180° l’uno rispetto

all’altro: la decorazione si riduce a quattro avvallamenti equidistanti tra di loro. Due orecchie,

ottenute con la tecnica del pastigliato, completano il teschio e fungono anche da anse alla bottiglia.

Le orecchie presentano delle incisioni circolari. Lo spessore del collo è più rilevante rispetto a

quello degli altri vasi per permettere una decorazione che ne sfrutti tutto lo spessore. Sulla parte

interna del collo sono visibili quattro rigonfiamenti in corrispondenza con gli avvallamenti esterni,

ottenuti tramite pressione esercitata forse con un bastoncino ligneo, oppure dalle stesse dita

dell’artigiano. Il collo della bottiglia è cilindrico con bordo aggettato e labbra sporgenti. Il corpo è

stato forgiato tramite modellato diretto e palettato.

L’impasto usato è fine, di color grigio scuro, e l’ingobbio, caratteristico di questa ceramica, a base

di ematite, è stato lisciato fino ad ottenere il caratteristico effetto lucido e compatto. La cottura,

perfetta, è avvenuta in forno riducente.

CO

Numero: 18 NUMERO INVENTARIO: 129

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 17,2; h interna: 17; h collo: 4,5; h decorazione: 2,1 e 2,4; larghezza

decorazione: 2,7; ø collo: 3,1 preso all’interno, 4,5 preso al bordo; ø massimo: 14,2 preso

all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9; spessore collo: 0,35 preso a metà; spessore al centro del

vaso: 0,35 preso all’equatore; peso: 480 gr.; ø della base: base poco bombata 13,2

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: La decorazione di una delle due parti è più bassa rispetto

all’altra. Patina nera opacizzata.

NOTE: Etichetta con le seguenti indicazioni: E-Alambrado de Séquitur-11 (10), che si riferisce al

luogo di ritrovamento e al numero progressivo di catalogazione.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi stilizzati, disposti a 180° uno rispetto all’altro,

ottenuti con la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie. Queste poi sono

state perforate con uno strumento cilindrico in modo da ottenere un foro passante su ciascuna. La

decorazione in questo vaso è asimmetrica, da un lato è posta più in alto che dall’altro. La

decorazione infine consiste in un’applicazione di pastigliato, dove sono stati ricavati tramite

pressione due avvallamenti per gli occhi e tre per la bocca, perfettamente circolari. Questa pressione

esercitata all’esterno ha provocato internamente al vaso dei rigonfiamenti. Il collo è stato applicato

in maniera molto grossolana. Il corpo della bottiglia è stato presumibilmente lavorato a modellato

diretto e palettato. L’impasto usato è grigio, fine e l’ingobbio, a base di ematite, e dal caratteristico

aspetto nero lucido, è consumato e vi affiorano delle venature grigie in alcuni punti. La cottura è

perfetta ed è avvenuta in forno riducente. Il collo è cilindrico, rigonfio, con bordo aggettato e labbro

sporgente.

CO

Numero: 19 NUMERO INVENTARIO: 142

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 21,2; h interna: 20,7; h collo: 6,6; h decorazione: 3 e 2,7; larghezza

decorazione: 3 e 2,6; ø collo: 3,6 preso all’interno, 5,1 preso al bordo; ø massimo: 18,6 preso

all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9; spessore collo: 0,35 preso a metà; spessore al centro del

vaso: 0,35 preso all’equatore; peso: 760 gr.; ø della base: base bombata 20

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FASE: FORMA: XB

STATO DI CONSERVAZIONE: Mancante di un orecchio e con una macchia bianca sul collo,

dovuta al gesso con cui è stato effettuato un primo intervento restauro. Inoltre si possono notare

varie incollature: la più lunga riguarda una crepa che corre lungo l’equatore del vaso fino alla

giuntura del collo.

Bottiglia funeraria che presenta sul collo come decorazione due volti stilizzati disposti a 180° l’uno

rispetto all’altro, ottenuti con la tecnica del pastigliato e dell’incisione.

Per le orecchie, che completano il viso, si è ricorsi invece alla tecnica del pizzicato. Esse sono state

poi forate in modo da ottenere su ciascuna un foro passante. I teschi presentano degli occhi circolari

sporgenti e cavi, le incisioni che stilizzano la bocca sono oblunghe e anch’esse leggermente

sporgenti e cave. La bottiglia è fortemente bombata, il corpo presenta delle irregolarità al tatto nel

senso orizzontale che rivelano un’imperfetta fattura a modellato diretto e palettato. Il collo,

clindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente, è stato applicato in maniera grossolana

dopo la fattura del corpo. L’impasto della bottiglia è di color grigio scuro, le striature bianche che

compaiono non sono traccia dell’impasto che affiora ma il gesso del restauro che fu applicato e poi

mascherato con una vernice nera la quale, in seguito, essendosi consumata, ha lasciato affiorare il

bianco. La pasta è di grana fine, come lo sgrassante usato. L’ingobbio è stato steso in maniera

uniforme. Sulla decorazione che è rimasta intatta si nota una grande venatura rossa sull’ingobbio,

dovuta forse a un difetto di cottura. Il vaso è stato cotto in forno riducente.

CO

Numero: 20 NUMERO INVENTARIO: 145

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 20,5; h interna: 19,6; h collo: 6,9; h decorazione: 4; larghezza decorazione: 4,2

e 4,5; ø collo: 6,2 preso all’interno, 7,5 preso al bordo; ø massimo: 15,9 preso all’equatore; spessore

giuntura collo: 0,45; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso

all’equatore; peso: 790 gr.; ø della base: poco bombata 13

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

STATO DI CONSERVAZIONE: Il reperto presenta sbrecciature in vari punti sul bordo del collo

e sulla base. L’ingobbio è consumato e su di esso ci sono varie crepe.

Bottiglia funeraria di fine fattura con due teschi stilizzati sul collo disposti a 180° uno rispetto

all’altro e delle anse come orecchie ottenute con la tecnica del pizzicato. Quest’ultime inoltre sono

state perforate con uno strumento cilindrico in modo da ottenere su ciascuna un foro passante.

Sono diverse tra loro: una è collocata più in alto dell’altra ed più arrotondata, l’altra, collocata più in

basso, ha un profilo più aguzzo. Per quanto riguarda la decorazione, il pastigliato è modellato per

circoscrivere l’ovale del viso, con il relativo bozzo che rappresenta la fronte, la bocca e gli occhi. Il

resto del viso è allo stesso livello del collo e ha dunque lo stesso spessore di quest’ultimo. Cinque

fessure verticali rappresentano la bocca ed un piccolo foro il naso. Gli occhi infine sono due cerchi

sporgenti e cavi. Il collo, forse applicato successivamente alla fattura della bottiglia, è svasato,

cilindrico e non presenta labbra.

Al suo interno si possono vedere delle striature lasciate probabilmente dalla spatola livellatrice

usata per la fattura del vaso, che è stato interamente forgiato con la tecnica del modellato a mano e

del palettato. L’impasto è di tipo fine e di color grigio scuro. La cottura è perfetta ed è avvenuta in

forno riducente. Le decorazioni non sono state collocate in maniera simmetrica. L’ingobbio è lucido

ed abbastanza intatto.

CO

Numero: 21 NUMERO INVENTARIO: 146

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 19,8; h interna: 19,4; h collo: 6,8; h decorazione: 3,7; larghezza decorazione:

4,3; ø collo: 5,9 preso all’interno, 7,8 preso al bordo; ø massimo: 14,5 preso all’equatore; spessore

giuntura collo: 0,65; spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,40 preso

all’equatore; peso: 770 gr.; ø della base: bombata 13

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. La patina dell’ingobbio nero è

molto uniforme. Non ci sono segni di restauro né crepe.

NOTE: Campagner lo classificò come I-Chécar 2.

Bottiglia funeraria di fine fattura che presenta sul collo due teschi stilizzati ottenuti con la tecnica

del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie.

Questo vaso presenta una fattura particolarmente accurata. Il pastigliato dei teschi è stato plasmato

in modo da non avere in rilievo tutto il viso ma solo il suo contorno (leggermente a cuore nella parte

superiore, e con una bozza che rappresenta la fronte), contorno che si ispessisce in basso come per

creare un mento prominente su cui sono incisi tre segmenti verticali che stilizzano la bocca. Gli

occhi sono dei cerchi di pasta in rilievo e cavi. Un altro elemento distintivo è il collo che è svasato e

senza labbra. Esso inoltre è stato applicato successivamente alla fattura del vaso, pur essendo stato

forgiato con la stessa tecnica, cioè un misto di modellato diretto e palettato. Le orecchie presentano

su ciascuna un foro passante. L’impasto è di color grigio scuro, come si nota anche dalle

sbrecciature sul corpo del vaso da dove questo affiora. È inoltre di tipo fine, come anche lo

sgrassante utilizzato. La cottura è perfettamente uniforme, come si può osservare anche dalla

bellezza dell’ingobbio, ed è avvenuta in forno riducente.

CO

Numero: 22 NUMERO INVENTARIO: 144

OGGETTO: bottiglia funeraria

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: antropomorfa

MISURE: h totale: 19,1; h interna: 18,5; h collo: 7; h decorazione: 3,3; larghezza decorazione: 3,3;

ø collo: 5,85 preso all’interno; ø massimo: 16 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,3;

spessore al centro del vaso: 0,35; peso: 570 gr; ø della base: bombata 15,5

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite

TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)

FORMA: XA

STATO DI CONSERVAZIONE: Lo stato di conservazione dell’ingobbio e della decorazione

sono buoni, anche se il vaso evidentemente era rotto nella parte basale dove incollature e un foro.

Sul collo, invece, troviamo un lato completamente spezzato di cui si è recuperato e riattaccato solo

un piccolo pezzo.

NOTE: Una nota di Campagner classifica questo vaso come I-Chécar 6.

Bottiglia funeraria di fine fattura con due teschi stilizzati sul collo disposti a 180° uno rispetto

all’altro e delle anse come orecchie ottenute con la tecnica del pizzicato. Le orecchie presentano su

ciascuna un foro passante. I teschi presentano degli occhi circolari sporgenti e cavi, e delle incisioni

che stilizzano la bocca. L’impasto è di color grigio scuro, come si nota anche dalle sbrecciature sul

corpo del vaso da dove questo affiora. È inoltre di tipo fine, com’anche lo sgrassante utilizzato. La

cottura è perfettamente uniforme, come si può osservare anche dalla bellezza dell’ingobbio, ed è

avvenuta in forno riducente. Il collo è cilindrico, rigonfio, con bordo aggettato e labbro sporgente.

CO

Numero: 23 NUMERO INVENTARIO: 225

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica a doppio zigzag11

MISURE: h totale: 10; h interna: 8,7; h decorazione: 5,5; larghezza decorazione: tuttotondo; ø

bocca: 17,2 preso all’interno, 18,3 preso al bordo; ø massimo: 18,3; spessore giuntura bocca: 0,9;

spessore al centro del vaso: 0,9; peso: 675 gr.; ø della base: concava 20,2

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino

TECNICA DECORATIVA: pittura

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Diaguita cilena

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Diaguita classica (1300-1500)

FORMA: 5 (vedi nota)

STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta una sbrecciatura lungo il bordo superiore e tre lungo la

decorazione. Le screziature nere sono dovute forse a tracce di sporcizia.

NOTE: Acquisito a La Serena città, 15/03/1961.

Ciotola di corpo cilindrico con bordo del labbro rotondo e base concava. La decorazione è data da

disegni geometrici a linee a doppio zigzag con volute, di colore bianco opaco, rosso lucido e

cenerino su una fascia alta 5,5 cm. Lo sfondo è di nuovo di color cenerino. È modellata ad anelli

concentrici sovrapposti. L’impasto e lo sgrassante utilizzati sono di tipo fine, il nucleo della pasta è

di color mattone grigio e la superficie della ciotola è stata levigata. Internamente è verniciata di

bianco opaco. La cottura si presenta perfettamente uniforme. La base della ciotola sembra essere

stata divisa dalla decorazione da un bordo arancione sottilissimo.

CO

11 Si veda la fig. 9 per il tipo di forma e 21 per la decorazione in Luis E. Cornejo, El plato zoomorfo diaguita:

variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arta Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago del

Chile.

Numero: 24 NUMERO INVENTARIO: 224

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica a onde12

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino

MISURE: H TOTALE: 7

H INTERNA: 5,8

TECNICA DECORATIVA: pittura

H DECORAZIONE: 4,4

LARGHEZZA DECORAZIONE: tuttotondo

Ø BOCCA: 13,6 preso all’esterno, all’interno 14,5

Ø MASSIMO: 15,2 preso all’equatore

SPESSORE DELLA BOCCA: 0,3

SPESSORE AL CENTRO DEL VASO: 0,6 preso alla base

PESO: 350 gr.

Ø DELLA BASE: bombata 15

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Diaguita cilena

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Diaguita classica (1300-1500)

FORMA: 3 (vedi nota)

NOTE: Acquisito a La Serena città, 15/03/1961.

STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. La patina color panna interna é

rovinata, di conseguenza affiora il grigio dell’impasto base. Anche la pittura risente degli effetti del

tempo essendo sbiadita in svariati punti.

12 Si veda la fig. 9 per il tipo di forma e 21 per la decorazione in Luis E. Cornejo, El plato zoomorfo diaguita:

variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arta Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago del

Chile.

Ciotola di corpo globulare con bordo montante e labbro rotondo, la base è concava. La decorazione

è posta su di una fascia di 4,5 cm. di altezza con una teoria di tre zone formata da altrettante onde

marine a linee bianche su fondo cenere e rosso mattone di disegno geometrico. Modellata ad anelli

concentrici sovrapposti. L’impasto è di tipo fine, come lo sgrassante utilizzato. Il nucleo della pasta

è di color mattone chiaro. La cottura è perfetta. La base è dipinta di color mattone.

CO

Numero: 25 NUMERO INVENTARIO: 223

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica13

MISURE: h totale: 7,5; h interna: 6,4; h decorazione: 4,8; larghezza decorazione: tuttotondo; ø

bocca: 17,8 preso all’interno, 17,4 preso al bordo; ø massimo: 19; spessore giuntura bocca: 0,3;

spessore al centro del vaso: 0,4; peso: 550 gr.; ø della base: concava, 18

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino

TECNICA DECORATIVA: pittura

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Diaguita cilena

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

FASE: Diaguita classica (1300-1500)

FORMA: 4 (vedi nota)

NOTE: Acquisito a La Serena città, 15/03/1961.

STATO DI CONSERVAZIONE: Il reperto è stato rincollata in sei punti. Lo stato della pittura

interna e della base è buono. Il fregio è consunto, ci sono molte sbrecciature e una chiazza bianca

piuttosto grande a forma di triangolo dovuta forse a un primo intervento di restauro effettuato con

una pasta gessosa. La pittura è leggermente graffiata all’interno della ciotola. Ci sono inoltre delle

macchie nere.

Ciotola con le pareti del corpo leggermente inclinate verso la bocca, con bordo a labbro piatto e

base concava. È stata lavorata a colombino. L’impasto (com’anche lo sgrassante) è fine e di color

grigio mattone. Il pezzo è stato levigato quindi verniciato di rosso cupo internamente, esternamente

invece è dipinto sulla base concava e lungo il labbro. La fascia decorata ha uno sfondo bianco

sporco su cui si staglia la decorazione a linee nere, direzionate in maniera diversa tra di loro, divise

in zone triangolari. La cottura è perfetta. CO

13 Si veda la fig. 9 per il tipo di forma e 16 grosso modo per la decorazione in Luis E. Cornejo, El plato zoomorfo

diaguita: variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arta Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago

del Chile.

Numero: 26 NUMERO INVENTARIO: 84

OGGETTO: vaso con manico laterale

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h totale: 8,2 compreso il manico, 6,5 senza il manico; h interna: 6,3; h collo: 1,5; h

decorazione: tuttotondo; ø collo: 2 preso all’interno, 3,4 preso all’esterno; ø massimo: 5,9 preso

all’equatore; spessore giuntura collo: 0,15; spessore al centro del vaso: 0,1 preso all’equatore; peso:

87 gr. ; ø della base: 3,2

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano?

TECNICA DECORATIVA: pittura

AREA: Ande meridionali

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)

NOTE: proviene dalla necropoli di Catarpe

STATO DI CONSERVAZIONE: Il pezzo presenta alcune rotture e incollature all’attaccatura di

entrambe le estremità del manico. Quest’ultimo presenta un foro alla sua estremità superiore. È

rincollato anche sulla pancia verso la base. L’orlo del collo è sbrecciato.

Vaso miniatura di piccole dimensioni: la forma è globulare ed è completa di beccuccio e manico. Le

labbra dell’anfora sono svasate. L’impasto è fino e di color grigio scuro. La cottura è perfetta. La

superficie, dopo essere stata levigata, è stata verniciata di color cenerognolo: sopra a questa base

inoltre si sono dipinte delle linee rette e curve di diverso spessore che decorano tutto il corpo

dell’anfora e che continuano anche sopra la svasatura delle labbra. Si possono individuare due fasce

decorative principali separate e delimitate da grosse strisce orizzontali. La più grande presenta oltre

alle linee ondulate una sorta di occhi stilizzati, invece l’altra fascia, più sottile posta sulle spalle del

vaso, è costituita semplicemente da linee ondulate. Il manico, di forma triangolare, è anch’esso

decorato con strisce orizzontali nere.

Questo vaso proviene dalla zona centro meridionale della Bolivia: la presenza di ceramica boliviana

nelle necropoli di Atacama è frequente soprattutto a partire dalle fasi Yaye e Solor dello sviluppo

locale (950-1470 d.C.). CO

Numero: 27 NUMERO INVENTARIO: 72

OGGETTO: vaso

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica e antropomorfa

MISURE: h totale: 15,6; h interna: 15,4; h collo: 5; h decorazione: del pastigliato 2; larghezza

decorazione: del pastigliato 1,8; ø collo: 4,6 preso all’esterno, all’interno 3; ø massimo: 12 preso

all’equatore; spessore giuntura collo: 0,7; spessore al centro del vaso: 0,350 preso all’equatore;

peso: 630 gr.; ø della base: 7,1

TECNICA DI ESECUZIONE: mista di palettato e modellato diretto

TECNICA DECORATIVA: pittura, incisione, pizzicato e pastigliato

AREA: Ande meridionali

STATO: Bolivia?

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

PERIODO: Intermedio Tardo? (1000-1450)

STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta diverse scheggiature sul corpo e incrostazioni, forse di

sporco. Il reperto è stato rincollato. Gran parte del collo non si è conservata. La pittura inoltre è

scomparsa in molti punti.

NOTE: proviene dalla zona del Callejón de Larrache.

Vaso fittile che rappresenta una figura umana, il cui corpo è costituito dal corpo del vaso e la testa è

ricavata sul collo del medesimo tramite la tecnica del pastigliato e dell’incisione. Per le orecchie

invece, poste sul collo, si è usata la tecnica del pizzicato. Due grandi anse, infine, poste

sull’equatore del vaso in posizione non laterale ma leggermente spostate verso il davanti,

completano il vaso esplicando una funzione prensile e decorativa. Esse, infatti, rappresentano le

braccia della figura umana che si vuole rappresentare. Il vaso, di terracotta a base piatta, è stato

costruito con il sistema del palettato e del modellato diretto. Lo sgrassante e l’impasto usato sono di

tipo fine, il nucleo di quest’ultimo si presenta di color rosso mattone. La cottura è uniforme e il

corpo del vaso si presenta levigato e dipinto di un color rosso vivo su cui si staglia una decorazione

a linee geometriche circolari e rettilinee di color nero. Le linee continuano anche sulle braccia e sul

vaso della figura antropomorfa. Per la realizzazione del viso si è ricorsi, come si è già detto, alla

tecnica del pastigliato che è servita per creare il rilievo del naso. La bocca è assente e gli occhi e il

naso sono stati semplicemente incisi. Le orecchie, dopo essere state pizzicate in una forma che si

allarga verso il basso, sono state forate, come si vede da quella che ci è rimasta. Le anse sono state

probabilmente modellate a stampo e poi attaccate.

CO

Numero: 28 NUMERO INVENTARIO: 79

OGGETTO: anfora

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h totale: 12,1; h interna: 11; h collo: 5,7; h decorazione: tuttotondo; larghezza

decorazione: tuttotondo; ø collo: 8,3 preso all’esterno, all’interno 6,1; ø massimo: 9,2; spessore del

collo: 0,3 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,7 preso all’equatore; peso: 265 gr.; ø della

base: 4,5

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto

TECNICA DECORATIVA: pittura

AREA: Ande meridionali

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

TIPO: Hedionda

PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)

STATO DI CONSERVAZIONE: Il vaso si presenta in buono stato di conservazione. Ci sono

alcune sbeccature sul bordo. La pittura è consumata, sono visibili delle incrostazioni, forse calcaree,

sopra uno dei due manici.

NOTE: Una nota di Campagner classifica il vaso come ACatarpe-4 (3/05/1961).

Anforetta con collo svasato, che presenta lateralmente due anse poste in maniera leggermente

asimmetrica tra di loro. Il vaso tende a restringersi verso il basso. La decorazione si svolge in tre

fasce: una tra il bordo superiore e i manici, una sotto i manici, l’altra internamente al vaso verso

l’alto. Essa è costituita da volute geometriche. L’impasto utilizzato è di color rosso mattone e di

grana molto fine. La cottura è stata realizzata in maniera perfetta. Il manufatto si presenta in un

buono stato di conservazione ed è di ottima fattura: l’analisi radiologica mostra dei manici cavi alle

estremità, nonostante abbiano solo 1,9 cm di diametro. Essi inoltre sono stati realizzati a parte, e poi

attaccati al corpo del vaso, senza che sia visibile alcun segno di giuntura.

Questo vaso proviene dalla zona centro meridionale della Bolivia: la presenza di ceramica boliviana

nelle necropoli di Atacama è frequente soprattutto a partire dalle fasi Yaye e Solor dello sviluppo

locale (950-1470 d.C.). Per la distribuzione di questa tipologia di ceramica nella zona di Atacama si

veda Uribe 200214.

CO

14 Mauricio Uribe R., Sobre alfarería, cementerios, fases y procesos durante la prehistoria tardía del desierto de

Atacama (800-1600 DC), “Estudios Atacameños”, 22, pp.7-31, 2002.

Numero: 29 NUMERO INVENTARIO: 93

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h totale: 7,5; h interna: 6,7; h decorazione: da 1,8 a 2; larghezza decorazione: tuttotondo;

ø collo: 16 preso all’esterno, all’interno 15,4; ø massimo: 13,4 misura presa 1 cm. sotto il fregio;

spessore bordo: 0,1; spessore al centro del vaso: 0,45; peso: 350 gr.; ø della base: base assente

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino

TECNICA DECORATIVA: pittura

AREA: Ande meridionali, Bolivia?

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)

STATO DI CONSERVAZIONE: La ciotola è scheggiata in vari punti. Presenta, inoltre, una

sbrecciatura molto vistosa all’esterno. Ci sono delle chiazze nere sparse dovute alla cottura

imperfetta.

NOTE: Etichetta portante le seguenti informazioni: A-Catarpe-2 (3/05/1961).

Ciotola con fondo concavo modellata a mano in maniera grezza. L’impasto è a grana fine,

com’anche lo sgrassante, ed è di color rosso mattone. La superficie di tutto il pezzo è stata prima

levigata poi decorata con due fasce di linee irregolari nere che corrono, sia internamente che

esternamente alla ciotola, in prossimità del bordo superiore. Esternamente il motivo decorativo è un

intreccio di linee oblique che può ricordare la trama di un cesto. La cottura è imperfetta, come

rivelano le numerose nuvole scure che affiorano sul corpo della ciotola. È possibile che si tratti di

un manufatto non locale, offerto in una fase tarda dell’occupazione della necropoli di Catarpe.

CO

Numero: 30 NUMERO INVENTARIO: 220

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h totale: 8; ø collo: 19,3 preso all’interno, 20,2 preso all’esterno; ø massimo: 20,2;

spessore collo: 0,2; peso: 520 gr.; ø della base: base assente

TECNICA DI ESECUZIONE: colombino

TECNICA DECORATIVA: tracce policrome di pittura

AREA: Ande meridionali, Bolivia?

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)

STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto stato di conservazione. Pittura nella parte interna della

ciotola assai consumata. Le macchie nere, visibili sulla parte esterna della stessa, sono dovute alla

cottura imperfetta.

NOTE: Etichetta recante le seguenti informazioni: C-4, ritrovata in data 7/06/62 nella zona di

Catarpe.

Ciotola semisferica con base concava modellata ad anelli concentrici. L’impasto è di color mattone

chiaro. La superficie interna è stata levigata e verniciata, l’esterna, che presenta delle striature, è

stata lisciata ma non verniciata, e risulta assai grezza. Il colore utilizzato per il fondo della parte

interna è il rosso vivo, su cui sono state dipinte delle righe nere raggruppate a cinque che

convergono sul fondo della ciotola. Il bordo superiore della ciotola si presenta smerigliato.

La cottura è imperfetta: affiorano infatti delle nuvole nere su tutta la parte superiore esterna. È

possibile che si tratti di un manufatto non locale, offerto in una fase tarda dell’occupazione della

necropoli di Catarpe.

CO

Numero: 31 NUMERO INVENTARIO: 500

OGGETTO: borsetta

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h al centro: 28,5; h lato dx: 29,8; h lato sx: 30,8; larghezza totale: 21,2 ± 1

TRAME: lana a due capi di colore marrone chiaro e beige filata e ritorta a Z

ORDITI: lana a un capo di colore marrone, azzurro, beige e nero ritorta a S

CUCITURE: cuciture laterali di colore marrone, azzurro, beige alternati. All’imboccatura della

borsetta le cuciture sono a maglie incrociate di fili azzurri e marroni e soltanto marroni

RIDUZIONE: 13x11

COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, marrone, azzurro

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Inca (VIII-XVI sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Il tessuto si presenta assai rovinato: ha due importanti

lacerazioni ed è consunto in vari punti. Sui lati e nella parte in basso permane l’attaccatura dei due

strati.

Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del

defunto. È costituita da un unico pezzo di stoffa ripiegato su se stesso e cucito su due lati. È

realizzata in tela a faccia di ordito e a orditi complementari per le righe tratteggiate. Le cuciture

sono a punto smerlo e lateralmente, si presentano assai fitte, nei tratti in cui sono ancora visibili. Le

cuciture all’imboccatura della borsa sono state realizzate alternando i colori a scopo decorativo.

LLM e CO

Numero: 32 NUMERO INVENTARIO: 504

OGGETTO: frammento di copricapo

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h al centro: tra i 13 e i 15 cm.; h lato dx: non misurabile; h lato sx: non misurabile;

larghezza totale: tra i 15,8 e i 18 cm.

ELEMENTI DECORATIVI: lana a un capo di colore azzurro, bianco, nero, marrone, beige, verde

e rosso ritorta a Z

TELA DI FONDO: lana a due capi di colore marrone filata e ritorta a Z

CUCITURE: cuciture a cavalletto di colore marrone visibili sul lato alto della stoffa

RIDUZIONE DELLA TELA DI FONDO: 9x8

COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, marrone, azzurro, verde, bordeaux.

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Tiahuanaco (VII-XI sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: La stoffa si presenta lacerata e frammentaria. Nella parte

inferiore il pelo del velour è assai consumato e vi affiorano i fili della lavorazione. Sono visibili le

cimose di lavorazione nella parte superiore del tessuto.

Frammento della parte inferiore di un copricapo di velour. Decorazione policroma a greche separate

da una striscia bordeaux, alcuni pezzi nella parte inferiore sono staccati. Il tessuto è stato lavorato

con la tecnica del velour, che consiste nell’annodare dei ciuffi di lana su una tela bilanciata di

fondo. I ciuffi del velour nella parte inferiore del tessuto sono assai consumati e lasciano intravedere

la tela di fondo che è stata realizzata con una lana di color marrone. Il motivo scalonato della

decorazione si sviluppa su due ordini orizzontali sovrapposti separati tra di loro da una linea.

LLM e CO

Numero: 33 NUMERO INVENTARIO: 501

OGGETTO: borsetta

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h al centro: 29,5; h. al lato dx: 30; h. al lato sx: 30,9; larghezza totale: 23,5

TRAME: lana a due capi di colore marrone e giallo filata e ritorta a Z

ORDITI: lana a un capo di colore marrone, rosso, nero e beige ritorta a Z

CUCITURE: cuciture grossolane e assai distanti tra di loro di colore azzurro, nero e beige

RIDUZIONE: 14x6

COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, marrone

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Inca (VII-XVI sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto: mancano completamente i lati che interessano

l’imboccatura della borsetta. Non sono visibili le cimose.

Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del

defunto. Il tessuto è doppio, ripiegato su sé stesso e cucito su due lati. Cuciture grossolane che

suggeriscono il riutilizzo del pezzo. È realizzato in tela a faccia di ordito.

LLM e CO

Numero: 34 NUMERO INVENTARIO: 502

OGGETTO: frammento di borsetta

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h. al centro: 26,5 parte lunga, h lato dx: non misurabile, h. lato sx: non misurabile;

larghezza totale: 18,5 parte lunga

TRAME: lana a due capi di colore beige filata e ritorta a S

ORDITI: lana a due capi di colore nero, azzurro, rosso, beige e bianco sporco ritorta e filata a S

CUCITURE: cuciture laterali assai fitte di colore beige, azzurro e rosso. All’imboccatura della

borsetta è visibile un filo, forse di corda, che ne chiude l’imboccatura con dei punti larghi

RIDUZIONE: 10x9

COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, azzurro

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Inca (VII-XVI sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Il tessuto è molto rovinato. Si presenta sporco e a brandelli in

tutta la parte inferiore. Vi sono i segni di un primo intervento di consolidamento.

Frammento di tessuto in pessimo stato di conservazione. Si presenta piegato su sé stesso e cucito ai

lati. L’apertura superiore è chiusa da un filo di cordicella. Nel caso che si tratti di una borsetta, forse

tale filo continuava come manico della stessa (la cordicella, in effetti, è presente, anche se per un

breve tratto, pure dopo la cucitura). Il tessuto è tela a faccia di ordito. Le righe sono realizzate con

la tecnica degli orditi complementari dove le strisce di colore sono tratteggiate. Sono infine visibili

segni di restauro effettuati in cotone moderno di colore rosa, che mirano a ricostruire la tela

completamente sfaldata nella parte non visibile.

LLM e CO

Numero: 35 NUMERO INVENTARIO: 507

OGGETTO: frammenti di tela

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: nessuna

MISURE: h al centro: 24 parte lunga; h lato dx: non misurabile; h lato sx: non misurabile;

larghezza totale: 12,5 parte lunga

TRAME: filo a due capi di lana di colore beige ritorto a S e filato a Z

ORDITI: filo di lana di colore beige ritorto e filato a S

CUCITURE: non visibile

RIDUZIONE: 13x9

COLORI: beige

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Inca (VII-XVI sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Lacerti di stoffa uniti tra di loro che presentano a tratti delle

chiazze più scure.

Si tratta di frammenti di una stessa tela a faccia di ordito: con tutta probabilità appartengono ad una

tela in cui era avvolta la mummia, come afferma mons. Campagner (1993:196-197).

LLM e CO

Numero: 36 NUMERO INVENTARIO: 503

OGGETTO: borsetta

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h al centro: non misurabile; h lato dx: 16; h lato sx: 25; larghezza totale: 21

TRAME: filo a due capi di lana marrone ritorto a S e filato a Z

ORDITI: filo di lana a un capo di colore pistacchio, nero, rosso, panna e azzurro ritorto a S

CUCITURE: cuciture lungo i tre lati conservati della borsetta realizzate a maglie incrociate, a

scopo decorativo, che alternano i colori rosso, marrone, nero, pistacchio, bianco e azzurro

RIDUZIONE: 13x7

COLORI: rosso, senape, azzurro, panna, giallo, nero.

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto stato di conservazione. La parte in basso presenta

grandi lacerazioni. Nella parte sinistra il tessuto si presenta scolorito e sporco.

Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del

defunto. Il manufatto è di fine fattura: realizzato a faccia di ordito, è decorato con delle strisce

molto sottili e con delle righe realizzate a tratteggio di colore bianco e nero, ottenute con la tecnica

degli orditi complementari. Il tessuto è stato ripiegato su sé stesso e quindi cucito lateralmente con

un fitto giro di punti cavalletto che alternano diversi colori, ottenendo così un bel effetto

decorativo.

LLM e CO

Numero: 37 NUMERO INVENTARIO: 505

OGGETTO: borsetta (?)

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h: al centro: non misurabile; h: lato dx.: 27,4; h lato sx.: 27,9; larghezza totale: 22

TRAME: filo di lana a due capi in due tonalità di marrone ritorto e filato a S

ORDITI: filo di lana a due capi di colore azzurro, verde marcio, rosso, nero e marrone ritorto a S e

filato a Z

CUCITURE: cuciture a cavalletto visibili solo nel lato basso della stoffa di colore senape, verde,

rosso, bianco, azzurro e nero. Le cuciture sono molto fitte, a parte quelle che utilizzano il filo

senape

RIDUZIONE: 12x6

COLORI: rosso, azzurro, nero, marrone e cuciture senape

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta svariate lacerazioni nella parte sinistra e nella parte

superiore della tela, dove dovrebbe esserci l’imboccatura della borsa. Si sono conservate le due

cimose trasversali: quella di inizio e quella di chiusura ed una laterale.

Frammento probabilmente di borsetta: nel caso lo fosse, la borsa era formata da due rettangoli

sovrapposti (e non da una striscia ripiegata su sé stessa) di cui se ne è conservato uno solo. È

decorato a motivi geometrici policromi alternati a righe realizzati con la tecnica degli orditi

complementari.

LLM e CO

Numero: 38 NUMERO INVENTARIO: 508

OGGETTO: borsetta

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h al centro: 21; h lato dx: non misurabile; h lato sx: non misurabile; larghezza totale: 20

TRAME: Filo di lana a due capi di colore marrone, quasi nero, ritorto e filato a S

ORDITI: filo di lana a un capo di colore bianco sporco, azzurro, rosso e senape ritorto a S

CUCITURE: cuciture a punti larghi che utilizzano due fili di colore marrone uno più chiaro

dell’altro. Un filo più grosso chiude in un punto la bocca della borsetta. Il filo è a due capi ritorto e

filato a S

RIDUZIONE: 12x8

COLORI: rosso, azzurro, giallo.

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA: Atacama-Tiahuanaco tardo (VII-X sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Lo stato di conservazione è buono a parte un lungo squarcio

verticale che la borsetta presenta nel suo lato destro.

Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del

defunto. È stata realizzata ripiegando su sé stessa una tela a faccia di ordito cucita poi lateralmente.

A tratti sulla imboccatura un filo molto grosso di colore bianco che in un punto scavalca anche le

due labbra della borsetta: probabilmente parte del manico che in tempi recenti è stato riutilizzato

come chiusura. La decorazione è a bande rigate formate da tre righe tratteggiate comprese fra due

intere: sfrutta il gioco della tecnica degli orditi complementari per le righe tratteggiate.

LLM e CO

Numero: 39/1 NUMERO INVENTARIO: 506

OGGETTO: frammento di manto (?)

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

DECORAZIONE: geometrica a triangoli

MISURE: h totale: 36; larghezza totale: 16; trame: filo di lana a due capi di color senape ritorto e

filato a s; orditi: filo di lana a due capi di color senape ritorto e filato a s

RIDUZIONE DELLA TELA DI FONDO: 36x16

RIDUZIONE TELA A ORDITI COMPLEMENTARI: 37x10

DECORAZIONE: fili di lana a più capi ritorti a S di colore rosso, azzurro, giallo, marrone, nero

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

CULTURA : Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)

STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto stato di conservazione. Il tessuto si presenta ripiegato

su se stesso nel senso della lunghezza e mozzo nelle due parti terminali.

Stoffa incollata in fase di esposizione al museo Campagner su di un cartoncino ripiegata a metà con

lo scopo di mostrare il fronte e il retro della stessa. Questo pezzo è realizzato con un decoro che

sfrutta la tecnica degli orditi complementari, similmente alle altre borsette. Nonostante ciò, si

presenta assai diverso dai pezzi su analizzati. La decorazione è inoltre rifinita per tutta la sua

lunghezza da una treccia che riprende i colori della decorazione policroma.

Nell’immagine qui riportata il pezzo è stato fotografato assieme ad una borsetta che verrà trattata a

parte nella seguente scheda.

LLM e CO

Numero: 39/2 NUMERO INVENTARIO: 506

OGGETTO: frammento di borsetta

COLLEZIONE: Campagner, Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: lana di camelide

ICONOGRAFIA: geometrica

MISURE: h totale: 9 per la stoffa e 2,5 per la corda; larghezza totale: 10,5 per la stoffa e 9,7 per la

corda

TRAME: filo di lana ad un capo di color nero rosso e marrone filato a S (della stoffa)

ORDITI: filo di lana ad un capo beige ritorto ad S (della stoffa)

BORDURA IN CORDA: filo a due capi di cotone bianco greggio ritorto a Z e cordino a quattro

capi

CUCITURE: lana nera a due capi filata a S e ritorta a Z

RIDUZIONE: della parte in stoffa, 13x16

COLORI: bianco greggio, nero, marrone, rossiccio

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande Meridionali

STATO: Cile

CULTURA: Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)

REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali

STATO DI CONSERVAZIONE: Si è ben conservata la parte in corda, invece la borsetta in lana

si presenta parzialmente distrutta nella sua parte inferiore.

Frammento di borsetta con decorazione a strisce orizzontali e rifinitura in corda a rete annodata

nei cui anelli di bordura è infilato il cordino che funge anche da manico. La finezza della borsetta

contrasta con la grossa bordura in cotone, ed è lavorata a faccia di trama mentre il disegno, a bande

colorate orizzontali, è ottenuto per trame complementari il che lascia supporre che la borsetta

appartenesse ad una donna. Purtroppo, essendo il frammento di borsetta incollato ad un cartoncino,

non è possibile capire dove sleghino i fili di corda anche se sembra probabile che essi sleghino

internamente, nel punto di giuntura con la parte in stoffa.

LLM e CO

Numero: 40 NUMERO INVENTARIO: 115

OGGETTO: vasetto fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica grossolana

MISURE: altezza 4,3 cm, diametro base 5,7 cm, diametro bocca 7,9 cm

ICONOGRAFIA: geometrica

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte in nero a motivi geometrici

PROVENIENZA: dintorni di Tiahuanaco, 2/5/1956

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Bacino del Titicaca

CULTURA: Yampara II (600 -1000 d. C.)

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Vasetto di forma tronco conica, orlo piatto, fondo piatto, impasto fine e cottura perfetta; la

superficie è levigata, presenta alcune decorazioni geometriche dipinte con vernice nera lucida, fra

cui la doppia voluta sia a ‘S’ sia a ‘Z’.

Lo stato di conservazione è buono. Uso prettamente domestico.

MC

Numero: 41 NUMERO INVENTARIO: 116

OGGETTO: doppio vaso/ bilancetta fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 1,5 cm, lunghezza 7 cm, diametro piatti 2,6 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: Arani, nei pressi di Cochabamba, 2/5/1956

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba

CULTURA: Tiahuanaco

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Bilancetta fittile costituita da due ciotoline unite da una sella in cui passa un foro per l’appensione,

attualmente appesa ad un perno in ferro. Sono presenti tracce di decorazioni nerastre pressoché

invisibili; l’impasto è fine, la cottura buona. Le due ciotoline hanno forma regolare e fondo piatto;

la superficie è levigata e di color mattone chiaro.

L’oggetto è stato modellato direttamente a mano.

Uso quotidiano, per pesare preziosi (Campagner 1993) o comunque piccole quantità.

MC

Numero: 42 NUMERO INVENTARIO: 127

OGGETTO: vasetto fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica abbastanza fine ingobbiata in modo uniforme

MISURE: altezza 7 cm, diametro base 6,4 cm, diametro bocca 7,5 cm

ICONOGRAFIA: geometrica

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte

PROVENIENZA: rovine megalitiche di Tiahuanaco, 19/5/1963

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Bacino del Titicaca

CULTURA: Tiahuanaco (?)

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Vasetto di forma simile ad un bicchiere, in lingua quechua detto kero; a livello dell’orlo è presente

un’estesa frattura, unita a piccole sbeccature. La colorazione è rosso mattone, le decorazioni di

color grigio-nerastro, dipinte, consistenti in due linee nere circolari parallele, all’altezza dell’orlo e

del fondo, quest’ultima per la precisione è una fascia.

Il fondo è piatto, lo stato di conservazione è discreto, se si eccettuano le parti mancanti; uso

domestico o come contenitore per bevande rituali es. la chicha, bevanda leggermente alcolica

derivata dalla fermentazione non distillata principalmente di mais, o di altri cereali, usata durante le

feste e le situazioni rituali.

MC

Numero: 43 NUMERO INVENTARIO: 117

OGGETTO: parte di incensiere fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica abbastanza fine ingobbiata

MISURE: altezza max. 6,5 cm, lunghezza 12 cm

ICONOGRAFIA: zoomorfa

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione

PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 20/7/1966

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba

CULTURA: Tiahuanaco (?)

STATO DI CONSERVAZIONE: buono, relativamente alla parte a noi pervenuta

Il reperto è particolare: concordo con Campagner (1993) nel considerarlo l’ansa decorativa di un

kero, recipiente usato per bere, o per bruciare incenso o sostanze resinose odorifere, in lingua

quechua puma-hìu-Kaaña.

Il reperto raffigura una testina fittile di puma (Puma concolor o Felis concolor, chiamato

anche coguaro o leone di montagna, carnivoro appartenente alla famiglia dei Felidi presente

in America settentrionale, centrale e meridionale). L’oggetto è modellato a mano, con la tecnica

esecutiva del tuttotondo, che conferisce un aspetto assai realistico alla figura.

Considerandola come la protome di un incensiere, troverebbe il suo utilizzo nei culti della Luna

(Mama Quilla), dato corroborato, sempre secondo Campagner (ibidem), dal luogo nel quale il

reperto è stato rinvenuto, detto “luogo della Luna”

La figura felina presenta occhi sporgenti, una lunga incisione per la bocca e due fori per le narici; la

parte inferiore della bocca risulta incollata in seguito a restauro. Le orecchie sono grandi, le

decorazioni assenti, la superficie liscia.

La pigmentazione scura di fondo oggi appare sbiadita, e ne rimane una tonalità bruno-ocra; si nota

un profondo segno di spaccatura a livello del collo del felino, che delimita l’unica parte dell’intero

oggetto a noi pervenuta: incensieri di questo tipo, infatti, potevano essere adorni di ben due teste di

felino (Campagner, ibidem). MC

Numero: 44 NUMERO INVENTARIO: 110

OGGETTO: piccola anfora

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 11,5 cm, diametro 8,5

ICONOGRAFIA: geometrica

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte

PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 19/7/1966

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba

CULTURA: Tiahuanaco (?)

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Anfora ad impasto fine con evidenti tracce di restauro: fondo piatto, orlo estroflesso sul quale si

impostano due anse verticali, corte e nastriformi, legate alla spalla.

Sono presenti decorazioni dipinte consistenti in due fasce rossicce delineate da tratti bruni, sia

all’altezza della pancia che sul collo. Tra le due fasce ricorrono motivi triangolari geometrici,

decorazioni con tratti bruni paralleli sulle anse, bordature a livello dell’orlo.

La superficie è levigata, presenta ingobbio rosso mattone, ornamentazioni rosse e bruno-nerastre.

MC

Numero: 45 NUMERO INVENTARIO:113

OGGETTO: brocca

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 13,5 cm (esclusa l’ansa), 15,8 (inclusa l’ansa)

diametro 6 cm

ICONOGRAFIA: geometrica e zoomorfa

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a falso tornio

TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione

PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 20/7/1966

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Bacino del Titicaca

CULTURA: Tiahuanaco

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una piccola brocca ad impasto fine, fondo piatto, mancante di circa metà del collo e

dell’orlo, ma di cui rimane parte di un’ansa verticale costituita da una figura di rettile, forse

ramarro, modellato a tuttotondo, con testa e narici evidenti e dorso dipinto a vernice nera: di questa

figurina resta però solo la parte superiore, fino a metà dorso.

Le decorazioni sono composte da disegni geometrici incisi e dipinti, secondo lo stile Tiauhanaco, di

forma spiraloide e rettangolare. È presente ingobbio color rosso mattone, le decorazioni sono di

color grigio-verdastro e nero.

Lo stato di conservazione è buono per le decorazioni, discreto (eccetto le parti mancanti) per il

corpo dell’oggetto.

MC

Numero: 46 NUMERO INVENTARIO:112

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 15,4 cm, diametro max. 13,5, min. 7, circonferenza

max. 43 cm, min. 22,1

ICONOGRAFIA: geometrica

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a falso tornio

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte

PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 1950

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba

CULTURA: Tiahuanaco

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un vaso (kero in lingua quechua) di color rosso mattone, composto da piede e coppa,

fondo piatto, orlo intatto. È presente qualche lieve lesione e una piccola sbeccatura all’orlo.

L’impasto è fine e omogeneo, la superficie esterna è levigata e verniciata con decorazioni dipinte,

ormai sbiadite, geometriche, di pigmento bruno nerastro. Nella parte mediana, fra piede e coppa, è

presente un anello in rilievo.

L’oggetto veniva probabilmente usato per libagioni con la chicha, la bevanda, leggermente

alcolica, derivata dalla fermentazione non distillata principalmente di mais, o di altri cereali, usata

durante le feste e le situazioni rituali.

MC

Numero: 47 NUMERO INVENTARIO: 111

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 19,3 cm, diametro max. 14,5, min. 3,5, circonferenza

max. 45 cm, min. 12

ICONOGRAFIA: geometrica

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a falso tornio

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte

PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 1955

AREA: Peruviana

STATO: Bolivia

REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba

CULTURA: Tiahuanaco

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un vaso (kero in lingua quechua)composto da piede e coppa, fondo piatto, orlo intatto;

l’impasto è fine e omogeneo, la superficie esterna è levigata, ad ingobbio rosso mattone, e dipinta

con decorazioni ormai sbiadite, geometriche, di pigmento bruno nerastro e beige. Struttura

regolare, in cui il sottile stelo si risolve senza soluzione di continuità nella lunga coppa, l’orlo è

distinto ed estroflesso: i tratti di decorazione geometrica sono ora concentrati nella parte terminale

della coppa.

L’utilizzo è cerimoniale, poteva anche servire come contenitore della chicha, la bevanda,

leggermente alcolica, derivata dalla fermentazione non distillata principalmente di mais, o di altri

cereali, usata durante le feste e le situazioni rituali (cfr N. INV. 112).

MC

Numero: 48 NUMERO INVENTARIO: 114

OGGETTO: ariballo

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

MISURE: altezza 16,5 cm, diametro bocca 3,8 cm

ICONOGRAFIA: geometrica

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte

PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 20/7/1966

AREA: Sud Andina

STATO: Bolivia meridionale

REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba

CULTURA: Tiahuanacoide

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Il reperto è un’anfora in terracotta, ariballo; presenta collo, spalla, pancia e la parte inferiore di

forma tronco conica chiaramente per essere appoggiato su di una superficie in terra poco battuta.

L’orlo del collo è spesso e arrotondato, alle spalle sono presenti due piccole anse verticali, spesse,

di forma circolare e arrotondata. L’ariballo risulta spanciato a sinistra, il fondo è convesso e piccolo

rispetto al corpo. La ceramica è ad impasto fine, la cottura è buona e la superficie è levigata e

verniciata nell’emisfero superiore, dove sono presenti le decorazioni. Queste ultime sono di stile

geometrico, tipico della cultura Tiahuanacoide, dove il disegno è delineato in color bruno con aree

rosse e altre che rivelano ingobbio color mattone chiaro: presenta motivi scalonati inseriti in bande

che a loro volta formano motivi orizzontali e diagonali, mentre una banda verticale divide il vaso in

due emisferi, e due circonferenze nere parallele dipinte l’una alla base del collo, mentre l’altra

delinea l’espansione massima della pancia.

Utilizzo rituale come contenitore di liquidi.

MC

Numero: 49 NUMERO INVENTARIO: 87

OGGETTO: vasetto fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica grossolana

MISURE: altezza 5,4 cm, diametro 5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA: decorazioni a macchie e forse figure tracciate a pennellate

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec d.C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Vasetto dal fondo piatto, orlo piatto così come due piccole prese ricavate forse con le dita. Struttura

irregolare, levigata, ingobbio color rosso mattone, con pigmentazione nerastra. La decorazione è

rappresentata da tocchi circolari di vernice nera, con forma astratte, che ricordano le macchie sul

mantello di un giaguaro (?). Uso quotidiano.

MC

Numero: 50 NUMERO INVENTARIO: 86

OGGETTO: anforetta

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

MISURE: altezza 8,5 cm, diametro 6 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano su stampo ligneo

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Piccola anfora di stile san Pedro de Atacama Rojo Pulido, era parte di un corredo funerario. Fondo

piatto. Orlo totalmente sbeccato tanto che risulta mancante: la lesione è così simmetrica che

potrebbe essere intenzionale, legata alla funzionalità dell’oggetto. Attacco dell’ansa a livello della

pancia, impasto piuttosto grossolano, tracce di ingobbio di color rosso mattone e di lucidatura,

cottura in forno riducente che ha prodotto la colorazione rosso mattone.

Uso quotidiano.

MC

Numero: 51 NUMERO INVENTARIO: 82

OGGETTO: vasetto fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 5,5 cm, diametro 6 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano, colombino

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto, segni di restauro

Vasetto di forma globulare, forse parte di un corredo funerario.

Impasto grezzo, forma asimmetrica, superficie ruvida, evidenti segni di restauro, orlo anulare,

grossa ansa a nastro inserita fra l’orlo stesso e la spalla del vasetto.

L’utilizzo non è ben definibile, ma per piccole quantità di materiale o di liquido.

MC

Numero: 52 NUMERO INVENTARIO: 92

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica grossolana

MISURE: altezza 5 cm, diametro 9 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA: decorazioni grigiastre dipinte

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, 3/5/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Piccola ciotola, di struttura regolare, orlo leggermente introflesso, sul quale si nota una piccola

protuberanza, forse una presa, mentre dalla parte opposta è visibile una frattura.

Superficie grezza, ingobbio color mattone con evidenti macchie nerastre, mentre la cavità interna è

dipinta con un fascio di sei linee nerastre parallele che si incrociano in senso verticale e orizzontale,

formando una X o una ┼.

Uso quotidiano.

MC

Numero: 53 NUMERO INVENTARIO: 76

OGGETTO: anforetta

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica grossolana

MISURE: altezza 10 cm, diametro 8,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, aprile 1960

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Piccola anfora dal corpo di forma globulare, mentre l’orlo è per la maggior parte scomparso, sono

presenti due piccole anse nastriformi, verticali, impostate dall’orlo alla spalla; collo ben delineato,

forma della pancia non simmetrica, fondo leggermente convesso. Sono presenti tracce di ingobbio

di tono più scuro, per il resto la colorazione è mattone chiaro.

Uso probabilmente domestico, o di accompagnamento al corredo funerario

MC

Numero: 54 NUMERO INVENTARIO: 81

OGGETTO: brocchetta

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica grossolana ingobbiata di rosso

MISURE: altezza 8 cm, diametro 7 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Callejon de Larrache

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una piccola brocca e presenta orlo estroflesso, con sbeccature simmetriche, struttura

regolare, fondo piatto.

È presente un’ansa verticale piatta, nastriforme, impostata dall’orlo alla spalla. Superficie levigata,

colore rosso vivo, in origine verniciata, evidenti segni nerastri di bruciatura.

Uso domestico o parte di un corredo funerario.

MC

Numero: 55 NUMERO INVENTARIO: 184

OGGETTO: recipiente

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 3,5 cm, diametro 8,5 per 8,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Il reperto, di forma singolare, consiste in un recipiente, suddiviso in tre cavità arrotondate alla base,

e dai bordi piatti.

L’impasto è grossolano, color grigio-rossastro l’interno, grigio l’esterno.

La superficie esterna era in origine levigata; lo stato di conservazione non è buono e l’oggetto non

si presenta completamente integro.

Utilizzo quotidiano: concordo con Campagner (1993) che poteva servire a mescolare tinture e

sostanze cosmetiche.

MC

Numero: 56 NUMERO INVENTARIO: 80

OGGETTO: brocchetta

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta non ingobbiata

MISURE: altezza 8 cm, diametro 7 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Piccola brocca: forma globulare, con bocca anulare integra; fondo convesso, struttura irregolare,

presenta una piccola ansa nastriforme che congiunge la bocca con la spalla; la cottura è regolare, la

colorazione è rosso mattone con segni di bruciatura; superficie non levigata ed evidenti tracce di

steccatura.

Il reperto potrebbe aver fatto parte di un corredo funerario, la finalità potrebbe essere funzionale al

cibo del defunto.

MC

Numero: 57 NUMERO INVENTARIO: 75

OGGETTO: brocca

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 13,5 cm, diametro 12,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una piccola brocca globulare e irregolare nella massima espansione della pancia; l’orlo è

mancante, asportato a livello di un probabile preesistente beccuccio, estroflesso alla giunzione con

l’ansa.

Ansa verticale piatta; pigmentazione bruno verdastra, ingobbio rossastro con sfumature grigie,

superficie grezza ma levigata; il fondo è piatto, e sono chiaramente leggibili, nell’impasto

grossolano, lo sgrassante composto di mica e pirite.

Uso prettamente domestico, come contenitore per liquidi.

MC

Numero: 58 NUMERO INVENTARIO: 69

OGGETTO: brocca

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 18,5 cm, diametro 12,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: molto buono

Il reperto è una brocca e presenta struttura regolare con orlo piatto, collo, spalla e pancia.

Il fondo è piatto. L’impasto è grossolano, la cottura imperfetta, sono presenti sbeccature a livello

dell’orlo e del collo; ingobbio rossastro con nubi brune. La brocca presenta un’unica ansa,

nastriforme, che congiunge l’orlo con la spalla.

Come per il reperto N. INV. 75, sono presenti, nell’impasto grossolano, tracce di miche e pirite.

Uso prettamente domestico, come contenitore per liquidi.

Lo stato di conservazione è nel complesso molto buono.

MC

Numero: 59 NUMERO INVENTARIO: 95

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 6,6 cm, diametro 15,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, 9/8/1963

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una ciotola ad impasto fine, cottura imperfetta con nubi nere.

La pigmentazione è rosso mattone, il fondo convesso, sono presenti tracce di decorazione lineare

dipinta a vernice nera nella superficie interna, lucida e levigata; sulla superficie esterna, un tempo

levigata, oggi ruvida, sono presenti piccole scalfitture, mentre si notano tracce di decorazione

dipinta, color bruno, all’altezza dell’orlo.

Uso prettamente domestico; lo stato di conservazione è discreto (Cfr. N. INV.92).

MC

Numero: 60 NUMERO INVENTARIO: 97

OGGETTO: scodella

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 9,6 cm, diametro 12,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Coyo

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

L’oggetto è una scodella, presenta un orlo introflesso, superficie esterna levigata, tracce di ingobbio

rosso lucente pur risultando visibile anche l’impasto grezzo sottostante, per via della consunzione

del reperto.

La superficie interna è levigata e presenta una grossa nube di cottura; la scodella termina poi con

un breve piede, e il fondo piatto.

L’uso è da considerarsi quotidiano, ma forse anche come contenitore di bevande rituali (es. chicha).

MC

Numero: 61 NUMERO INVENTARIO: 66

OGGETTO: anfora

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 17cm, diametro 16 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un’anfora di struttura regolare: sono presenti un orlo spesso, accentuato ed estroflesso,

collo spalla e pancia.

Il fondo è piatto, sono presenti due anse verticali, piatte e nastriformi, impostate dal collo alla

spalla, ove si notano probabili tracce di protomi o decorazioni plastiche, di difficile interpretazione.

La pigmentazione è sul rosso mattone, ingobbio mattone chiaro, con consistente presenza di tracce

scure, dovute probabilmente a nubi di cottura non perfetta per mancanza di ossidazione, e all’uso.

Sbeccature a livello dell’orlo; da notare infine un grosso foro circolare di circa 2 cm di diametro a

livello della spalla.

Uso domestico.

MC

Numero: 62 NUMERO INVENTARIO: 71

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 10,5 cm, diametro 9,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, oasi di Coyo

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Vaso dall’orlo piatto, con due grandi anse verticali di diverso spessore e fondo piatto. A metà del

corpo è presente un’evidente cordonatura in rilievo, modellata con le dita e applicata al vaso, che

costituisce l’unica decorazione del reperto.

Impasto grossolano, superficie con ingobbio color mattone scuro, in parte levigata, segni di

bruciatura, cottura imperfetta; è presente una sbeccatura a livello dell’orlo.

MC

Numero: 63 NUMERO INVENTARIO: 67

OGGETTO: olla

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 17cm, diametro 15, 5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Il reperto è un’olla globulare, ad impasto grossolano, con orlo pronunciato ed estroflesso, e presenta

un’ansa verticale a sezione circolare impostata dall’orlo alla spalla, mentre dalla parte opposta è

mancante.

Fondo piatto, piede piccolo e accentuato, la pigmentazione è bruno nerastra, la cottura è imperfetta

e sono presenti segni di bruciatura, forse derivanti dall’utilizzo dell’oggetto, prettamente domestico.

La superficie è ruvida e reca evidenti erosioni a livello dell’orlo.

MC

Numero: 64 NUMERO INVENTARIO: 70

OGGETTO: brocca

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 18,2 cm, diametro 11 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Il reperto è una brocca (Campagner utilizza il termine yuro): essa presenta un’ansa verticale piatta,

allungata dall’orlo alla spalla, con segni di erosione lungo tutto l’orlo (laddove si può ipotizzare

l’esistenza di un beccuccio). È ancora visibile l’ingobbio rosso mattone vivo, nonostante l’erosione

che rende visibile l’impasto cretaceo sottostante. Il fondo è piatto, la superficie in origine levigata.

Uso quotidiano.

MC

Numero: 65 NUMERO INVENTARIO: 195

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 8,5 cm, diametro max. 16 cm

ICONOGRAFIA: zoomorfa

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA: tuttotondo

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Coyo, 17/2/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Ciotola di forma emisferica, con orlo piatto ed estroflesso, fondo convesso. Ai lati, presso l’orlo,

sono collocate due piccole anse plastiche raffiguranti due volpi (o coyote, ugualmente appartenenti

alla famiglia dei Canidi) lavorate a tuttotondo, in lingua quechua dette vizcachacuna; esse hanno il

muso prominente e appuntito, e grandi orecchie.

L’impasto della ceramica è fine, la superficie è levigata e verniciata, di color nero lucido; le anse a

forma di volpe sembrano essere state applicate all’oggetto; nel complesso lo stato di conservazione

è discreto.

Il reperto appartiene al tipo di ceramica cilena Diaguita di uso domestico, nota per la sua

raffinatezza e la presenza anche di motivi ornamentali zoomorfi.

MC

Numero: 66 NUMERO INVENTARIO: 208

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 7 cm, diametro max. 16,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Ciotola con fondo leggermente convesso, anse orizzontali forate presso l’orlo tondeggiante, di cui

una tuttavia assente. Impasto color grigio scuro, superficie interna ed esterna levigata e verniciata

color nero lucido, oggi più sbiadita. Sono presenti sbeccature a livello dell’orlo, ma nel complesso

lo stato di conservazione è discreto.

MC

Numero: 67 NUMERO INVENTARIO: 150

OGG.: vaso bottiglia

COLL.: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 15 cm, diametro 7,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, 28/11/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un vaso bottiglia composto da un orlo poco pronunciato e irregolare, un collo cilindrico

di forma globulare, con due piccole prese di forma pseudo – triangolare appuntite, e un corpo

sferico. Il fondo è leggermente concavo. Sono presenti segni di sbeccatura a livello dell’orlo, nel

complesso lo stato di conservazione è buono. La superficie esterna è levigata e verniciata color nero

lucido, mentre l’impasto è grigio scuro. Utilizzo come contenitore di liquidi (?)

MC

Numero: 68 NUMERO INVENTARIO: 190

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 5,5 cm, diametro max. 11 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 1951

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una ciotola dal fondo convesso, con due piccole prese orizzontali diametralmente

opposte subito sotto l’orlo, forate, di cui una assente. L’impasto è grigio scuro, la superficie esterna

è levigata e verniciata color nero lucido. Evidenti tracce di restauro.

Uso quotidiano.

MC

Numero: 69 NUMERO INVENTARIO: 157

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 15 cm, diametro max. 7,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Il reperto è un boccale a base circolare piatta, presenta l’orlo semplice, leggermente sbeccato, con

un’unica ansa laterale ad anello piatto, piccola e nastriforme, superficie levigata, verniciatura bruno

nerastra.

Il corpo ha una forma regolare e cilindrica; lo stato di conservazione è buono, l’utilizzo poteva

essere quotidiano o come contenitore di bevande rituali, oppure come misura per granaglie

(Campagner 1993). Cfr. anche N. INV. 158

MC

Numero: 70 NUMERO INVENTARIO: 199

OGGETTO: pentola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 15 cm, diametro max. 11cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 1951

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una pentola, di forma globulare, con fondo leggermente convesso e due piccole prese

non forate, pizzicate verticalmente sulla parte di massima espansione della pancia; l’orlo è piatto e

lievemente aggettato. L’impasto è fine, la superficie esterna è levigata, la colorazione è bruno

nerastra; lo stato di conservazione è discreto, l’oggetto presenta un foro all’altezza della pancia,

dovuto al sondino usato dai tombaroli.

Uso domestico.

MC

Numero: 71 NUMERO INVENTARIO: 172

OGGETTO: pentola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 10 cm, diametro imboccatura 10 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: mista di palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: Atacama fase Checar

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo obliquo arrotondato, sono presenti due

piccole prese forate verticali nella parte di massima espansione della pancia. Ceramica ad impasto

fine, superficie esterna levigata con ingobbio color nero lucido, oggi un po’ sbiadita.

Utilizzo domestico.

MC

Numero: 72 NUMERO INVENTARIO 178

OGGETTO: pentola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 10 cm, diametro imboccatura 9,4 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: misto di palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA: stigliato, incisine, pizzicato

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: Atacama, fase Checar

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo aggettato e arrotondato, sono presenti due

piccole prese forate verticali, ottenute con la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato

nella parte di massima espansione della pancia. Ceramica ad impasto fine, superficie esterna

levigata con ingobbio di color nero lucido, oggi un po’ sbiadita.

Utilizzo domestico; la superficie esterna appare in alcuni casi molto rovinata, e sono presenti anche

alcune sbeccature a livello dell’orlo.

MC

Numero: 73 NUMERO INVENTARIO: 179

OGGETTO: olla

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: terracotta

MISURE: altezza 7,5 cm, diametro imboccatura 5,8 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA: pizzicato

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Soncor

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Piccola olla, dal fondo leggermente convesso, sezione dell’ orlo obliqua. Due piccole prese non

forate ottenute con la tecnica del pastigliato e dell’incisione sono pizzicate verticalmente sulla parte

di massima espansione della pancia. Ceramica ad impasto fine, superficie esterna levigata con

ingobbio nero lucido e vernice a base di ematite (C. Cortelazzi, Informe sobre el estudio

petrografico de muestras ceràmicas de San Pedro de Atacama, Estudios Atacameños N. 4, 1976 pp.

61 – 67).

È presente qualche sbeccatura a livello dell’orlo. Utilizzo domestico – rituale.

MC

Numero: 74 NUMERO INVENTARIO: 177

OGGETTO: pentola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 5,5 cm, diametro imboccatura 5,4 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo obliquo, una presa è mancante, l’altra è non

forata e pizzicata verticalmente sulla parte di massima espansione della pancia. Ceramica ad

impasto fine, superficie esterna irregolare, levigata, con ingobbio color bruno-nerastro.

A livello della pancia manca parte della superficie verniciata; utilizzo domestico – rituale.

MC

Numero: 75 NUMERO INVENTARIO: 176

OGGETTO: pentola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 6,5 cm, diametro imboccatura 10 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA: pastigliato

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo dalla sezione obliqua arrotondato, sono

presenti due piccole prese forate pizzicate verticalmente sulla parte di massima espansione della

pancia. Ceramica ad impasto fine, superficie esterna levigata con ingobbio nero lucido, oggi un po’

sbiadita.

È presente qualche sbeccatura a livello dell’orlo, che permette di vedere l’impasto chiaro e la

vernice a base di ematite. Utilizzo domestico – rituale.

MC

Numero: 76 NUMERO INVENTARIO: 200

OGGETTO: pentola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 10 cm, diametro max. 14 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, che presenta due piccole prese

laterali. L’orlo è aggettato, l’impasto fine grigio scuro, superficie interna ed esterna levigata con

ingobbio di colore nero, oggi tendente al bruno.

È presente qualche sbeccatura a livello dell’orlo, che permette di vedere l’impasto chiaro e la

vernice a base di ematite. Utilizzo domestico – rituale

MC

Numero: 77 NUMERO INVENTARIO: 210

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 8,5 cm, diametro max. 15,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Alambrado de Sequitur, 20/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una ciotola, fondo convesso, con due piccole prese forate ai lati dell’orlo, quest’ultimo

irregolare, sottile e arrotondato, con evidenti sbeccature, che permettono di vedere l’impasto chiaro

e la vernice a base di ematite.

Ceramica ad impasto fine, la superficie esterna è levigata con ingobbio color bruno nerastro.

Utilizzo domestico – rituale.

MC

Numero: 78 NUMERO INVENTARIO: 196

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 8,4 cm, diametro max. 18 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 1951

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto, segni di restauro

Il reperto è una ciotola, di forma emisferica, fondo piatto e tracce di una presa all’orlo; ceramica ad

impasto fine, superficie interna ed esterna levigata con ingobbio di colore nero.

Campagner (1993) sottolinea che il reperto è stato in parte restaurato e ricostruito, e lo stato di

conservazione attuale risulta discreto.

MC

Numero: 79 NUMERO INVENTARIO: 198

OGGETTO: ciotola

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza min. 9 cm, max. 10 cm, diametro max. 18, 5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Ciotola dal fondo piatto e due piccole anse nastriformi oblique in posizione mediana; le pareti sono

sottili, la superficie interna ed esterna levigata con ingobbio bruno-nerastro. Orlo arrotondato e

molto sottile, che presenta una piccola sbeccatura.

Uso domestico – rituale.

MC

Numero: 80 NUMERO INVENTARIO: 169

OGGETTO: borraccia

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza totale 10,5 cm, diametro max. anello 16, 5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano su di un’anima lignea

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 3/3/1965

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Il reperto è una borraccia composta da una base anulare con lungo collo, dall’orlo piatto ed

estroflesso, che si diparte dall’anello; la superficie esterna, un tempo levigata e color nero lucido,

con vernice a base di ematite, attualmente risulta molto rovinata, tanto da rendere visibile il

sottostante impasto cretaceo, fine e color mattone. Per questo lo stato di conservazione risulta

mediocre.

Utilizzo quotidiano, come borraccia contenitore di liquidi; la singolare forma dell’oggetto può avere

valenza ornamentale.

MC

Numero: 81 NUMERO INVENTARIO: 163

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 16,2 cm, diametro all’imboccatura 6,4

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un boccale di forma cilindrica, fondo piatto, collo accennato e ricavato attraverso la

pressione delle dita. A livello mediano del corpo è presente una piccola ansa, con funzione di presa,

forata, forse per essere collegata ad un filo o ad una cordicella. Ceramica ad impasto fine.

Lo stato di conservazione è discreto, la verniciatura è nera, la superficie esterna levigata.

Utilizzo domestico – rituale.

MC

Numero: 82 NUMERO INVENTARIO:167

OGGETTO: recipiente

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 12,5 cm, diametro all’imboccatura 7,2 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un recipiente dal fondo piatto, con una piccola fenditura, due anse verticali con la

funzione di prese, a livello mediano del corpo, ma ad altezze diverse, con fori per legare l’oggetto

tramite filo o cordicella. L’orlo è lievemente aggettato, la superficie esterna levigata e verniciata, un

tempo color nero lucido, oggi tendente al bruno. Una sbeccatura all’orlo permette di vedere

l’impasto chiaro e la vernice a base di ematite.

Utilizzo quotidiano – rituale.

MC

Numero: 83 NUMERO INVENTARIO:166

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 12,5 cm, diametro all’imboccatura 5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Boccale che presenta un’unica ansa orizzontale forata, mentre l’altra è mancante; la superficie è

levigata, un tempo verniciata color nero lucido, oggi deteriorata in molti punti, struttura regolare,

corpo cilindrico, orlo piatto leggermente aggettato, fondo piatto.

Al posto dell’ansa mancante si vede parte dell’impasto chiaro sottostante e la vernice a base di

ematite.

MC

Numero: 84 NUMERO INVENTARIO: 203

OGGETTO: tazza

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 8,5 cm, diametro max.12 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Il reperto è una tazza di forma tronco-conica che presenta un fondo piatto e irregolare, orlo

arrotondato, due prese orizzontali e forate impostate sotto l’orlo: forse ad esse veniva legata una

cordicella o un filo per appendere l’oggetto.

La superficie interna ed esterna è levigata con ingobbio color nero lucente, la ceramica è ad

impasto fine.

Utilizzo quotidiano – rituale.

MC

Numero: 85 NUMERO INVENTARIO: 209

OGGETTO: olla

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 7 cm, diametro 9,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Toconao, 19/6/1966

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Il reperto è una piccola olla di forma globulare e orlo sbeccato, fondo piatto e due anse verticali e

tonde impostate fra la zona dell’orlo e la spalla. Cottura imperfetta, superficie rugosa e verniciata,

pigmentazione irregolare bruno nerastra. La ceramica è ad impasto rossiccio, abbastanza fine, con

vernice a base di ematite.

Uso quotidiano, ma probabilmente faceva parte de corredo funerario di una sepoltura.

MC

Numero: 86 NUMERO INVENTARIO: 206

OGGETTO: tazza

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 8 cm, diametro max. 13 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, centro paese, 2/5/1956

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è una tazza dal fondo piatto, ceramica di impasto fine color rosso grigiastro, orlo

arrotondato, estroflesso, leggermente rotto e sbeccato. La superficie esterna è levigata e verniciata,

un tempo color nero lucido, oggi la pigmentazione appare bruno nerastra, grazie alla vernice a base

di ematite.

Uso prettamente domestico – rituale.

MC

Numero: 87 NUMERO INVENTARIO: 164

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 12,4 cm, diametro all’imboccatura 7 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DICONSERVAZIONE: buono

Boccale di forma regolare, corpo cilindrico, orlo arrotondato e leggermente estroflesso. Sono

presenti due piccole prese oblique, forate, in posizione mediana ma poste dal ceramista ad altezze

diverse. La pigmentazione è bruna con chiazze rossastre, la superficie è levigata e presenta vernice

a base di ematite, la ceramica è ad impasto fine. Il fondo è piatto e circolare.

Utilizzo quotidiano, come contenitore per liquidi.

MC

Numero: 88 NUMERO INVENTARIO: 165

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 12 cm, diametro all’imboccatura 5,8 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Boccale di forma regolare, corpo cilindrico, orlo lievemente aggettato con sbeccatura, piccole prese

laterali forate poste ad altezze diverse. La superficie esterna è levigata e presenta vernice color nero

lucido a base di ematite, la ceramica è di impasto fine, il fondo è piatto.

Utilizzo quotidiano come contenitore di liquidi.

MC

Numero: 89 NUMERO INVENTARIO: 162

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 14 cm, diametro all’imboccatura 9 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Boccale di forma regolare, cilindrica, con orlo accennato e lievemente estroflesso. Sulla pancia sono

presenti due piccole prese verticali forate, una delle quali risulta asportata, che servivano forse per

tenere l’oggetto in sospensione, collegandolo ad una cordicella. Le due prese sono poste ad altezze

leggermente diverse.

Il fondo è leggermente convesso, la superficie esterna è levigata e verniciata color nero lucido,

l’impasto è a ceramica fine.

Lo stato di conservazione è buono; utilizzo dell’oggetto domestico – rituale.

MC

Numero: 90 NUMERO INVENTARIO:158

OGGETTO: boccale

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 13, 5 cm, diametro max. 7,cm

TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Boccale di forma lievemente irregolare, corpo cilindrico lievemente sfiancato, fondo molto piatto,

orlo arrotondato, smussato, con evidenti sbeccature, leggermente introflesso. È presente una grossa

ansa verticale rotonda, impostata a metà del corpo. L’impasto è fine, la superficie esterna è levigata

color nero lucido,oggi sbiadito. Utilizzo quotidiano – rituale , o come contenitore per liquidi o forse

come misura per granaglie (Campagner 1993). Cfr. anche N. INV 157.

MC

Numero: 91 NUMERO INVENTARIO: 77

OGGETTO: vasetto fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 7,3 cm, diametro 7,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Tonde Duque, 14/3/1959

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto è un vasetto dall’orlo accennato ed estroflesso, e presenta due piccole anse asimmetriche

verticali; la struttura è irregolare, il fondo convesso, la cottura imperfetta. La ceramica è ad impasto

grossolano, la superficie esterna è rugosa, la pigmentazione è color mattone con chiazze nerastre di

bruciatura; sono presenti anche alcune scalfitture.

Campagner (1993) riferisce che l’oggetto fu trovato dentro un’urna funeraria e faceva parte del

corredo di un bambino ivi inumato.

MC

Numero: 92 NUMERO INVENTARIO:105

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 22,5 cm, diametro 19 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 1950

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Vaso di forma sferica, forse con bocca ad anello ora completamente mancante, dal collo corto e

rettilineo. Cottura imperfetta, tracce di bruciatura sulla superficie esterna levigata e verniciata con

colorazione rosso scuro. Anse assenti, fondo concavo. Uso domestico.

MC

Numero: 93 NUMERO INVENTARIO: 106

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 25 cm, diametro 17,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 1950

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre (restauro)

Il vaso è evidentemente spanciato su un lato; presenta orlo piatto, estroflesso e pronunciato, forma

irregolare, superficie color rossastro, segni di bruciatura, cottura quasi perfetta. Lo stato di

conservazione non è buono, sono evidenti cospicui interventi di restauro lungo l’intera superficie,

ed è mancante anche un lembo dell’orlo. Il fondo è piatto, l’impasto fine, le anse assenti. Sulla

superficie si notano tracce di miche e pirite. Cfr anche N. INV. 69, 75.

Uso domestico.

MC

Numero: 94 NUMERO INVENTARIO: 104

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 32,5 cm, diametro 28 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 1950

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre

Vaso di forma sferica, ceramica ad impasto grossolano, sotto l’ingobbio di color rossastro; cottura

imperfetta, superficie irregolare e levigata color rossastro con tracce di bruciatura; il fondo è piatto.

A livello del corpo del vaso sono evidenti zone di erosione e asportazione della superficie, che

rendono visibile l’impasto sottostante; l’orlo è sbeccato e in parte mancante, il collo assente per tre

quarti (come l’orlo), ed è così possibile individuare lo sgrassante a base di miche.

Utilizzo domestico.

MC

Numero: 95 NUMERO INVENTARIO: 101

OGGETTO: olla

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 23 cm, diametro max. 25 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA:

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 17/2/1961

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Olla dalla bocca estroflessa e arrotondata, di cui manca una porzione; sono presenti due piccole

anse oblique, di tipo nastriforme, impostate esclusivamente a livello della spalla.

Forma globulare, superficie levigata, cottura imperfetta con evidenti tracce di bruciatura, ma nel

complesso la pigmentazione va dal bruno al rossastro.

Uso domestico – rituale: Campagner (1993) classifica la forma di questo tipo di olla come

caratteristica della zona atacameña.

MC

Numero: 96 NUMERO INVENTARIO: 78

OGGETTO: vasetto fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica grossolana

MISURE: altezza max. 6,3 cm, diametro 6,5 cm

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)

TECNICA DECORATIVA

PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache

AREA: Ande meridionali

STATO: Cile

REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama

CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec d.C.) ?

STATO DI CONSEVAZIONE: buono

Vasetto facente parte, probabilmente, di un corredo funerario; impasto grossolano, orlo estroflesso,

struttura irregolare, fondo convesso; a livello del collo è presente un piccolo foro passante; la

colorazione è rosso mattone con macchie scure. Uso domestico.

MC

Numero: 97 NUMERO INVENTARIO: 126

OGGETTO: vasetto ritratto

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

N. INV.: 126

MATERIALE: terracotta

MISURE: altezza 11,2 cm, diametro max. 11 cm, circonferenza max.

30,5

ICONOGRAFIA: testa umana

TECNICHE ESECUZIONE: modellato a mano, tuttotondo, incisione, excisione

COLORI: mattone chiaro

PROVENIENZA: Huanca – Rumi, vallata dell’Urubamba

AREA: Peruviana

STATO: Perù

CULTURA: Moche? – Tourist Art XX secolo?

STATO DI CONSERVAZIONE: buono

Il reperto è molto particolare: si tratta di un vaso fittile, huaco retrato (vaso – ritratto), che sarebbe

ricollegabile alla tradizione del Perù costiero. Potrebbe però trattarsi di un falso d’epoca, cioè del

XX secolo, se la provenienza citata da Campagner è corretta.

Esso rappresenta in tutta la sua porzione un realistico viso umano: ha base ellissoidale, e il corpo

raffigura il viso, con tratti precisi e ben definiti, occhi sporgenti, naso dritto, grandi orecchie, bocca

incisa e sottili tratti incisi verticalmente sul mento aguzzo (barba o ornamento); l’orlo del vaso è di

forma ellissoidale come la base, estroflesso, e potrebbe costituire il copricapo della figurina. In

origine vi era un’ansa, oggi mancante, impostata nella sbeccatura a livello dell’orlo. Sono visibili

segni profondi di crepe nella superficie interna.

L’impasto della ceramica è fine, la cottura è perfetta e la superficie è levigata, ma non verniciata,

con pigmentazione color rosso mattone leggermente annerita ai lati del viso.

MC

Numero: 98 NUMERO INVENTARIO: 227

OGGETTO: vaso fittile

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 20 cm, diametro base 7,2 cm, diametro orlo 5,4 cm,

ICONOGRAFIA: antropomorfa

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano

TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione, rilievo (?)

PROVENIENZA: dintorni di Mollendo (regione di Arequipa)

AREA: Peruviana

STATO: Perù meridionale

CULTURA: Chimù? – Tourist Art XX secolo?

STATO DI CONSERVAZIONE: discreto

Il reperto potrebbe essere un vaso tipico della produzione ceramica della cultura Chimù: esso è

composto, dall’alto verso il basso, da uno spesso collo ad imbuto con orlo rotondo e lievemente

aggettato, una parte centrale di forma circolare appiattita sulle due facce, e un grosso piede

impostato sul fondo piatto.

Reca due piccole prese nella parte superiore, vicino all’attaccatura del collo, mentre le due superfici

circolari raffigurano, con sembianze di visi umani pressoché simili, il Sole e la Luna, (in lingua

quechua Inti e Quilla), coppia di divinità estremamente importanti nella mitologia andina, sia presso

i Chimù che, successivamente, per gli Inca.

L’oggetto pare essere frutto di un raccordo di più pezzi assemblati, l’impasto della ceramica è fine e

la superficie esterna è levigata e verniciata color nero lucido, la cottura è avvenuta in forno

riducente.

Sono presenti diverse crepe e la superficie verniciata appare in alcuni tratti un po’ sbiadita: tuttavia

l’iconografia, la forma e la lavorazione suggeriscono che si tratti di una copia a scopo turistico.

MC

Numero: 99 NUMERO INVENTARIO: 228

OGGETTO: vaso a staffa

COLLEZIONE: Campagner Angelo

MUSEO: Seminario Vescovile

CITTÀ: Treviso

MATERIALE: ceramica

MISURE: altezza 19,5 cm, diametro base 10 cm, circonferenza max. 50

cm, lunghezza beccucci 10,8 cm (dall’attaccatura)

ICONOGRAFIA: geometrica e antropomorfa

TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano e in parte mediante stampi,

TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione, sbalzo, rilievo

PROVENIENZA: dintorni di Mollendo (regione di Arequipa)

AREA: Peruviana

STATO: Perù meridionale

CULTURA: Lambayeque – Tourist Art XX secolo?

STATO DI CONSERVAZIONE: ottimo (restauro)

Il reperto potrebbe essere un caratteristico vaso a staffa, fra le principali espressioni dell’arte

ceramica della cultura Lambayeque.

Esso può essere suddiviso in tre parti: 1) l’ansa a ponte, o manico, con decorazioni geometriche

ottenute per impressione ed incisione, che funge da collegamento ai due beccucci laterali assemblati

di forma conica (riattaccati mediante restauro); 2) la parte centrale, ovvero il corpo del vaso, di

forma globulare schiacciata al vertice, che è suddivisa in quattro quadranti trapezoidali, occupati da

figurine stilizzate di soldati-guerrieri (probabilmente di alto rango), che portano il tipico copricapo

dei Lambayeque, a forma di mezzaluna. Le figurine giacciono su uno sfondo puntiforme e sono

realizzate a stampo. Ai lati della pancia, presso la sua massima espansione, si trovano due figure

antropomorfe distese; 3) il piede, di forma campanulare e concavo.

Uno dei beccucci presenta un semianello ornato con incisioni a spina di pesce, al vertice della parte

centrale un rilievo circolare con un cerchio sbalzato inscritto.

Il vaso è realizzato molto finemente, ad impasto fine, di colore tendente dal grigio chiaro al bruno,

la superficie è levigata , le pareti in rilievo.

Lo stato di conservazione è ottimo, se si eccettuano i segni di restauro suddetti all’attaccatura dei

due beccucci: tuttavia la fattura dell’oggetto farebbe pensare ad una copia a scopo turistico.

MC

Ringraziamenti

Desideriamo ringraziare innanzitutto don Giuseppe Benetton, direttore della

Biblioteca Capitolare di Treviso, per la disponibilità e il sempre vivo interesse

mostrato per la diffusione della Collezione Campagner, la UAI - Unione

Internazionale delle Accademie di Buxelles e la UAN - Unione Accademica

Nazionale di Roma, per aver reso possibile questo lavoro e la sua messa in

rete.

LLM, MC, CO

Sigle

LLM (Laura Lauencich-Minelli); MC (Michele Colella); CO (Carolina Orsini)