chirurgia protesica tra filosofia e tecnica · 2014. 9. 8. · protesica? certamente sì. lo stato...

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I temi legati alla salute costituiscono un vasto campo, al quale i media dedicano la massima attenzione, consape- voli dell’interesse suscitato nel pubblico dall’argomento, come testimonia del resto l’assidua frequentazione di siti web che in qualche modo trattano questioni mediche. Ma in che modo la stampa non specialistica presenta tali argomenti, con quanta attenzione e competenza? In genere poca, purtroppo. La giustificazione potrebbe esse- re che la medicina richiede al lettore competenze specifi- che per essere compresa. Ma questo vale anche per la finanza: quanti dei lettori hanno sufficienti competenze in questo campo? Eppure, in tema di economia si pubblica- no articoli di livello ottimo, talvolta non chiarissimi forse, ma tecnicamente ineccepibili. Le pagine dedicate alla salute sui quotidiani e i rotocalchi, invece, sono affidate a giornalisti generalistici e non necessariamente preparati in materia, poco avvezzi a gestire fonti affidabili. Insomma si tratta, con le dovute eccezioni, di un giornali- smo che nell’affrontare i temi di salute e medicina è poco critico, talvolta sciatto, più interessato a creare sensazio- nalismo che a informare, come se la salute fosse uno dei molti argomenti di intrattenimento e non una dimensione (e un diritto) fondamentale dell’essere umano. Per questo motivo colpisce positivamente la recente cam- pagna rivolta al pubblico da parte del Ministero della Salute e dell’Aifa, riguardante il corretto uso degli antibio- tici, dal titolo “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela”. Un modo di affrontare un tema importante in tono divulgativo ma corretto e convincente. Il problema non è di poco conto: l’uso sconsiderato degli antibiotici allarma per le pesanti ripercussioni sulla spesa Corsi e Congressi Infortuni nel Calcio Gestione del Sangue ORTHOviews la Ricerca nel Mondo Monocompartimentali di Ginocchio Comunicare al pubblico in modo efficace EDITORIALE ISSN 1970-741X Anno VI Numero 1/2011 Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it - [email protected] Protesi di Caviglia Continua a pag. 2 Sabato 5 marzo I CONSENSUS CONFERENCE Fattori di crescita in ortopedia Presidente del Congresso: Prof. Antonio Gigante ANCONA, Ridotto del Teatro delle Muse Segreteria Organizzativa: CSC srl Tel. 075.5730617 - Fax 075.5730619 www.csccongressi.it - [email protected] Chirurgia protesica tra filosofia e tecnica Chirurgia protesica tra filosofia e tecnica

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  • I temi legati alla salute costituiscono un vasto campo, alquale i media dedicano la massima attenzione, consape-voli dell’interesse suscitato nel pubblico dall’argomento,come testimonia del resto l’assidua frequentazione di sitiweb che in qualche modo trattano questioni mediche. Ma in che modo la stampa non specialistica presenta taliargomenti, con quanta attenzione e competenza? Ingenere poca, purtroppo. La giustificazione potrebbe esse-re che la medicina richiede al lettore competenze specifi-che per essere compresa. Ma questo vale anche per lafinanza: quanti dei lettori hanno sufficienti competenze inquesto campo? Eppure, in tema di economia si pubblica-no articoli di livello ottimo, talvolta non chiarissimi forse,ma tecnicamente ineccepibili. Le pagine dedicate allasalute sui quotidiani e i rotocalchi, invece, sono affidate agiornalisti generalistici e non necessariamente preparatiin materia, poco avvezzi a gestire fonti affidabili.Insomma si tratta, con le dovute eccezioni, di un giornali-smo che nell’affrontare i temi di salute e medicina è pococritico, talvolta sciatto, più interessato a creare sensazio-nalismo che a informare, come se la salute fosse uno deimolti argomenti di intrattenimento e non una dimensione(e un diritto) fondamentale dell’essere umano.Per questo motivo colpisce positivamente la recente cam-pagna rivolta al pubblico da parte del Ministero dellaSalute e dell’Aifa, riguardante il corretto uso degli antibio-tici, dal titolo “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali concautela”. Un modo di affrontare un tema importante intono divulgativo ma corretto e convincente.Il problema non è di poco conto: l’uso sconsiderato degliantibiotici allarma per le pesanti ripercussioni sulla spesa

    Corsie Congressi

    Infortuninel Calcio

    Gestionedel Sangue

    ORTHOviewsla Ricerca nel Mondo

    Monocompartimentalidi Ginocchio

    Comunicare al pubblicoin modo efficace

    EDITORIALE

    ISSN 1970-741X A n n o V I N u m e r o 1 / 2 0 1 1 Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

    GRIFFIN EDITOREwww.griffineditore.it - [email protected]

    Protesidi Caviglia

    Continua a pag. 2

    Sabato 5 marzo

    I CONSENSUS CONFERENCE Fattori di crescita in ortopedia

    Presidente del Congresso: Prof. Antonio Gigante

    ANCONA, Ridotto del Teatro delle Muse

    Segreteria Organizzativa: CSC srlTel. 075.5730617 - Fax 075.5730619 www.csccongressi.it - [email protected]

    Chirurgia protesicatra filosofia e tecnicaChirurgia protesicatra filosofia e tecnica

  • FACTS&NEWS FACTS&NEWS32

    Dottor Usuelli, possiamoparlare della chirurgiadella caviglia come dellanuova frontiera dellaprotesica?

    Certamente sì. Lo stato del-l’arte della protesica di cavi-glia oggi è paragonabile aquello delle protesi d’ancanegli anni Sessanta: i disegnicontinuano a cambiare, dipari passo con le indicazioni

    e le tecniche chirurgiche. Le protesi di caviglia rap-presentano senza dubbiouna novità in campo orto-pedico, e le soluzioni dinuova generazione sonoquelle che hanno permessodi compiere il forte salto diqualità a cui assistiamo oggie che ha rinnovato l’inte-resse della comunità scien-tifica su questa opzioneterapeutica.

    Le rare esperienze deglianni Settanta e Ottantaavevano sempre portato adegli insuccessi. Per questola protesica di caviglia nonha incontrato in passato lafortuna di cui hanno invecegoduto le protesi di ginoc-chio e d’anca.

    Quali le indicazioni aquesta chirurgia?

    I pazienti che ottengono imigliori risultati sono quel-li affetti da malattie siste-miche - artrite reumatoide,emocromatosi ecc. - chepresentano una degenera-zione artrosica ma ancheuna componente artritica.Con l’intervento di prote-sizzazione si può agire suqueste patologie in manieramolto efficace dal punto divista della riduzione deldolore, e anche se nonviene ripristinata la funzio-

    nalità dell’articolazione siottiene un buon risultatorispetto alle aspettative delpaziente.Risulta invece molto piùcomplesso trattare gli esiti ditrauma, in quanto il paziente- che prima dell’infortunionon aveva alcun tipo dilimitazione nel movimento -non accetta una forte ridu-zione della funzionalità, chepurtroppo non possiamorestituirgli.Tuttavia oggi si cerca diestendere le indicazioni alpaziente più giovane, ma visono opinioni discordanti:da una parte si sottolinea ilvantaggio della diminuzionedel sovraccarico alle artico-lazioni adiacenti; dall’altra sievidenzia la scarsità dei datidi follow up oltre i 10 anni,di cui ancora non disponia-mo. Certo è che una con-troindicazione assoluta all’u-tilizzo delle protesi di cavi-glia è la presenza di defor-

    mità importanti, perché conuna distribuzione asimmetri-ca dei carichi l’impianto pro-tesico fallisce.

    Quali allora gli obiettiviclinici di un intervento diprotesi di caviglia?

    Se nella protesi di ginoc-chio l’obiettivo è quello diimitare la biomeccanicanaturale dell’articolazione,nella protesica di cavigliaquesto risultato non è oggiraggiungibile, e si ritieneun successo il manteni-mento anche di una par-ziale articolarità in assenzadi dolore. A volte anche20° di articolarità rappre-sentano un buon puntod’arrivo, perché sono suffi-cienti a scongiurare il

    sovraccarico delle artico-lazioni distali. Quindi l’obiettivo dellaprotesi di caviglia non ètanto quello di ripristinarela funzionalità dell’artico-lazione, quanto quello diconservare un sufficientegrado di mobilità che per-metta una buona deambu-lazione e scongiuri uneccessivo sovraccaricodelle articolazioni distalidel piede, che negli inter-venti di artrodesi conchiodo di tibio-tarsica esottoastragalica può porta-re ad artrosi delle articola-zioni vicine.

    È una chirurgia complessao alla portata di tutti?

    La curva di apprendimento

    per interventi di protesi dicaviglia è molto alta, quin-di questa chirurgia dovreb-be essere ad esclusivoappannaggio di centri diriferimento a livello nazio-nale. L’indicazione al trat-tamento, la scelta chirurgi-ca corretta, l’iter riabilitati-vo più efficace sono sceltemolto complesse in questoambito, e richiedono unchirurgo esperto e dedica-to.La scelta di trattare questipazienti in centri dedicatideriva inoltre dal numerodei casi: si tratta di numeriridotti - solitamente si trat-ta di pazienti di 50 anni,che hanno sviluppatoun’artrosi post traumatica -, numeri che diventanosignificativi solo se convo-gliati in poche strutture.

    Quale il protocolloriabilitativo postchirurgico?

    In questo ambito siamoancora agli inizi. Gli ame-ricani prevedono unperiodo di immobilizzazio-ne che oscilla tra le 3 e le5 settimane, poi procedo-no con un carico progres-sivo.Nella nostra recente espe-rienza eravamo orientativerso 35-40 giorni di sti-valetto gessato, ma recen-temente stiamo cercandodi ridurre il periodo diimmobilizzazione a 15-20giorni, perché abbiamoriscontrato rigidità e cal-cificazioni articolari.

    In conclusione, in caso di

    artrosi, è preferibile laprotesi di caviglia ol’intervento di artrodesi?

    L’intervento di artrodesitibio-tarsica garantisce alpaziente un buon risulta-to, che gli permette undiscreto livello funzionalema gli preclude la possibi-lità di compiere movi-menti complessi, comequelli richiesti da unaqualsiasi attività sportiva.Al contrario un interven-to di protesi di cavigliapuò offrire un risultatofunzionale migliore alpaziente, ma con menocertezze: il risultato puòrivelarsi a volte identico,a volte peggiore rispettoall’artrodesi.Per quale motivo allora -ci si chiede - proporre ai

    Protesi di caviglia, una chirurgia ancora pionieristica L’articolazione della caviglia rappresenta la nuova frontiera della chirurgiaprotesica e promette nei prossimi anni un notevole sviluppo

    TTaabbllooiidd ddii OOrrttooppeeddiiaa hhaa iinntteerrvviissttaattoo FFeeddeerriiccoo GGiiuusseeppppeeUUssuueellllii,, oorrttooppeeddiiccoo ddeeddiiccaattoo aallllaa cchhiirruurrggiiaa ddeellllaa ccaavviigglliiaaee ddeell ppiieeddee,, cchhee ddaa ppooccoo hhaa aappeerrttoo uunnaa nnuuoovvaa ffaassee ddeellllaassuuaa vviittaa pprrooffeessssiioonnaallee eennttrraannddoo aa ffaarr ppaarrttee -- aassssiieemmee aaiiccoolllleegghhii UUmmbbeerrttoo AAllffiieerrii MMoonnttrraassiioo ee MMiicchheellee BBooggaa --ddeellll''ééqquuiippee ddeell CCeennttrroo ddii ttrraauummaattoollooggiiaa ssppoorrttiivvaa eecchhiirruurrggiiaa aarrttrroossccooppiiccaa ddeell GGaalleeaazzzzii ddiirreettttoo ddaa HHeerrbbeerrttSScchhooeennhhuubbeerr ccoonn uunn mmoodduulloo ddii cchhiirruurrggiiaa ddeellllaa ccaavviigglliiaa eeddeell ppiieeddee.. GGrraazziiee aallll''iinniizziiaattiivvaa ddeell ssuuoo pprriimmoo mmaaeessttrrooFFrraanncceessccoo MMaalleerrbbaa,, UUssuueellllii hhaa ppoottuuttoo mmaattuurraarree uunnaaccoonnssiiddeerreevvoollee eessppeerriieennzzaa nneeggllii SSttaattii UUnniittii,, ffrreeqquueennttaannddoopprriimmaa iill DDiippaarrttiimmeennttoo ddii cchhiirruurrggiiaa oorrttooppeeddiiccaa ddeellllaa DDuukkeeUUnniivveerrssiittyy ddiirreettttoo ddaa JJaammeess AA.. NNuunnlleeyy,, iill CCeennttrroo ddiirriiffeerriimmeennttoo aa lliivveelllloo mmoonnddiiaallee ppeerr llaa pprrootteessiiccaa ddii ccaavviigglliiaa,,cchhee vvaannttaa llaa ccaassiissttiiccaa ppiiùù eelleevvaattaa ppeerr qquueessttii iinntteerrvveennttii,, eeppooii llaavvoorraannddoo aa ssttrreettttoo ccoonnttaattttoo ccoonn qquueelllloo cchhee vviieenneeccoonnssiiddeerraattoo iill cchhiirruurrggoo nnuummeerroo uunnoo ddeellllaa cchhiirruurrggiiaa ddeellllaaccaavviigglliiaa ee ddeell ppiieeddee:: MMaarrkk MMyyeerrssoonn,, DDiirreettttoorree ddeellll''IInnssttiittuutteeffoorr ffoooott aanndd aannkkllee rreeccoonnssttrruuccttiioonn aall MMeerrccyy MMeeddiiccaall CCeenntteerrddii BBaallttiimmoorraa.. UUssuueellllii ccii hhaa ffaattttoo iill ppuunnttoo ssuullllaa pprrootteessiiccaa ddiiccaavviigglliiaa:: uunnaa cchhiirruurrggiiaa aaffffaasscciinnaannttee,, aannccoorraa iinn ffaasseeppiioonneerriissttiiccaa,, cchhee pprreesseennttaa ddiiffffeerreennzzee aanncchhee mmaarrccaattee ttrraa llaassccuuoollaa aammeerriiccaannaa ee qquueellllaa eeuurrooppeeaa..

    MODELLO AMERICANO ED EUROPEO A CONFRONTO

    "Gli americani utilizzano degli impianti meno evolutirispetto ai nostri - spiega Federico GiuseppeUsuelli dell'Unità di chirurgia della caviglia e delpiede CTS dell'Istituto Ortopedico Galeazzi diMilano -. Di fatto eseguono molti più interventi rispet-to ai chirurghi europei - anche per la maggiore pre-valenza delle patologie della caviglia negli Usa lega-te al sovrappeso e alla maggiore incidenza dei trau-mi - ma avendo a disposizione una tecnologia piùantiquata". Questo a causa dei limiti imposti dallaFood and Drug Administration (Fda), l'ente america-no che certifica i dispositivi medici: i costi per leaziende produttrici di protesi per accedere alla certi-ficazione è molto elevato e, trattandosi di una chirur-gia di nicchia, non è sostenibile dal punto di vistaeconomico. Se da una parte quindi l'attività della Fdatutela il cittadino e la sua salute, dall'altro, soprattut-to in casi come questo, limita nei fatti il progresso tec-nologico e l'attività dei chirurghi. "La scuola americana utilizza protesi a due pezzi,le cosiddette fix bearing: sono più ingombranti,occupano molto spazio nell'articolazione e sacrifi-cano più osso. In caso di revisione la scelta terapeu-tica è necessariamente indirizzata verso una prote-si da revisione modulare. Il fallimento nella riprote-sizzazione non è raro, e può portare all'amputazio-ne dell'arto sotto il ginocchio (nel 7% dei casi -Hansen, J Bone Joint Surg Am, 2007) - ci ha dettoUsuelli, che conosce bene la realtà americana -.Questa tipologia di protesi, abbastanza arretrata,riduce di molto il bone stock, con tutti i problemiche comporta, non soltanto nel primo impianto masoprattutto nella revisione". La tecnologia utilizzata in Europa è molto differen-te: "Le protesi europee - le mobile bearing - sonoprotesi a tre pezzi, con un menisco in mezzo, eoccupano molto meno spazio. Sono protesi più evo-lute, che offrono un indubbio vantaggio biomecca-nico" continua il chirurgo. "La filosofia delle duescuole è diametralmente opposta proprio nella revi-sione: negli Stati Uniti, vista la scarsità di osso, siricorre all'utilizzo di protesi da revisione, mentre inEuropa si ha ancora la possibilità di trattare un fal-limento con l'artrodesi o di riprotesizzare con unaprotesi standard, perché il gap osseo è minimo epuò essere colmato". In altri termini, una volta sacri-ficato molto osso nel primo impianto, e altrettantonel reimpianto, il fallimento della protesi da revisio-ne significa dover procedere all'amputazione, solu-zione che invece nel Vecchio Continente non vienenei fatti nemmeno contemplata, e ogni fallimentopuò e viene gestito con altre opzioni. Sebbene la differenza tra le due scuole sia orienta-ta più da vincoli tecnologici piuttosto che da sceltepuramente cliniche, la questione della revisione pro-tesica, che nei prossimi anni si porrà in manieramolto più forte rispetto a oggi, suggerisce di ripen-sare l'approccio americano alla chirurgia protesicadi caviglia. "La scuola americana per questo moti-vo sta guardando con grande interesse all'esperien-za europea. Un'attenzione testimoniata anche dallacrescente presenza di relatori europei agli ultimimeeting dell'American Orthopaedic Foot & AnkleSociety" ha concluso Usuelli.

    A. P

    Da sinistra, Gaston Anibal Slullitel, Mark Myerson, Federico Usuelli e Umberto Alfieri Montrasio, ospiti a casa del chirurgo americano

    a Baltimora per vedere la finale dei mondiali di calcio

    Un complicato caso di revisione: rx a due anni e mezzo dall’interventoProtesi di caviglia mobilizzata: via d’accesso durante l’intervento di revisione

    farmaceutica e sulle risorse dei sistemi sanitari, ma la que-stione principale è che l’antibioticoresistenza e il progres-sivo venir meno dell’efficacia delle sole armi a disposizio-ne per contrastare infezioni batteriche più o meno graviimpone un allerta costante da parte di tutti gli operatoridella salute. La campagna informativa al pubblico che siè svolta in questi ultimi mesi ha saputo comunicare conefficacia, chiarezza e precisione che occorre seguirefedelmente le indicazioni del medico rispetto a tempi,dosi e modalità di assunzione, evitando di interrompereprecocemente la terapia. Altro punto critico da non sotto-valutare, l’interferenza sulle scelte terapeutiche derivantidai consigli di parenti e amici e l’impiego non monitora-bile di farmaci avanzati da trattamenti precedenti. Rispetto a quest’ultimo punto, allargherei il discorso - e lacomunicazione al pubblico - al tema degli antidolorifici,su cui l’informazione dev’essere davvero puntuale e pre-cisa. Il paziente ha bisogno di calmare il dolore e s’infor-ma: ricerca notizie ovunque e raccoglie qualsiasi tipod’informazione. Chi ha a che fare con l’apparato musco-lo-scheletrico conosce bene l’importanza della questionee si aspetta che venga affrontata in modo divulgativo maassolutamente corretto ed esplicito. Alla larga, per inten-derci, anche da false promesse e strane terapie, che conla medicina hanno poco a che fare e che vendono, pur-troppo, soltanto speranze vane.

    (Paolo Pegoraro)

    Segue da pag. 1

    Con i tanti modelli di protesi disponibili, la scelta del chirurgo si rivela sempre difficile

    nostri pazienti un inter-vento di protesizzazione?Da una parte si tratta dicostruire il futuro dellachirurgia di questa artico-lazione, dall’altra già oggipossiamo ottenere unariduzione dello stress dellearticolazioni vicine, chesenza dubbio rappresentaun vantaggio a lungo ter-mine per il paziente. La protesi di caviglia è unintervento che ha grandimargini di miglioramentoper il futuro e per alcunipazienti selezionati rap-presenta già il gold stan-dard, ma l’artrodesi tibio-tarsica è oggi, nella mag-gior parte dei casi, la scel-ta chirurgica più equili-brata tra le due.

    Andrea Peren

    Federico Giuseppe Usuelli

  • FOCUS ON 4

    Professor SchiavonePanni, quale la filosofiaalla base della chirurgiaprotesica mininvasiva?

    L'affascinante sviluppo chela chirurgia protesica minin-vasiva ha avuto in questianni nella nostra specialità èdovuto al concetto di rispar-mio dei tessuti, del rispettoanatomico, e non è certodipeso dell'ampiezza dell'in-cisione cutanea chirurgica. La ricerca della minima inci-sione possibile è un concettoche ha goduto, per un breveperiodo, di una grande spin-ta mediatica, ma non è la

    grandezza del taglio a con-durci verso il successo clini-co, quanto invece la correttaesecuzione dell'intervento, ilrispetto e la conservazionedei tessuti. La tissue sparing surgery sipone l'obiettivo di rispar-miare le strutture richieden-do di essere sempre più pre-cisi nel gesto chirurgico enelle dissezioni anatomiche,conservando quanto più pos-sibile il tessuto osseo e rispet-tando le strutture muscolo-tendinee. Un altro fonda-mentale vantaggio è la con-servazione della propriocet-tività articolare, funzione

    importantissima per qualsia-si articolazione e ancor piùper il ginocchio.La Scuola italiana da sempreè stata vicina a questo tipodi approccio, che ha per-messo uno sviluppo dellachirurgia protesica mininva-siva: le protesi monocom-partimentali - con le quali sitratta la patologia solo nellato coinvolto - e le protesidi superfice - in cui l'ossoviene conservato quasi nellasua totalità, asportando solola lesione - ne sono un chia-ro esempio.

    La protesica mininvasivapresenta dei confini rigidio le indicazioni sonoampliabili a secondadell'esperienza del chirurgo?

    Ogni intervento, per ottene-re i risultati che si prefigge,deve rispettare le corretteindicazioni. E per quantoriguarda la protesica minin-vasiva e le tecniche di tissuesparing è ancor più vero: itentativi di estendere oltre-modo le indicazioni al trat-tamento portano a possibiliinsuccessi.Le protesi monocomparti-

    mentali hanno indicazionimolto precise, che possonoin alcuni casi essere allarga-te anche a pazienti moltoanziani, con deformitàimportanti, ma con richiestefunzionali modeste. Se nelsoggetto giovane, attivo,con alte richieste funzionaliqueste protesi non trovanoindicazioni, nei pazienti dietà avanzata si sono rivelateun trattamento molto effi-cace per vari motivi: il recu-pero post operatorio è moltorapido, le perdite ematichesono contenute, la duratadell'intervento è ridotta amezz'ora circa e i risultati, inrelazione alle richieste delpaziente, sono molto soddi-sfacenti.

    Lei ha presentatorecentemente indicazionie risultati a medio termineper la femoro rotulea.Quali i vantaggi diquesta soluzioneprotesica?

    La protesizzazione femororotulea è una tecnica chirur-gica molto recente. Conquesto tipo di protesi è possi-bile una conservazione quasitotale della componente

    ossea, un'asportazione vera-mente minima del tssutocartilagineo e una ridottaasportazione di osso a livellodella troclea femorale. Questo permette un migliorrecupero post chirurgico ela possibilità di utilizzo dellacosiddetta bi-mono (o dop-pia monocompartimenta-le), cioè l’associazione di unintervento di monocompar-timentale - mediale nelginocchio varo o lateralenel ginocchio valgo - con iltrattamento dell'artrosifemoro rotulea con la prote-si dedicata. C'è da dire che i casi neiquali si utilizza solo la prote-si femoro rotulea non sonofrequenti, perché raramentel'artrosi di questo distretto sipresenta in maniera isolata.Avremo quindi casistichesempre molto limitate diquesto tipo di interventi.

    Protesica mininvasivae tissue sparing surgeryLe protesi monocompartimentali del ginocchio permettono la conservazionedi gran parte delle strutture anatomiche, presentano una ridotta invasivitàchirurgica e garantiscono un recupero funzionale più rapido e naturale

    TTaabbllooiidd ddii OOrrttooppeeddiiaa hhaa iinntteerrvviissttaattoo iill pprrooffeessssoorrAAllffrreeddoo SScchhiiaavvoonnee PPaannnnii,, DDiirreettttoorree ddii CClliinniiccaaOOrrttooppeeddiiccaa ddeellll''UUnniivveerrssiittàà ddeeggllii SSttuuddii ddeell MMoolliissee..SSppeecciiaalliissttaa iinn cchhiirruurrggiiaa ddeell ggiinnoocccchhiioo,, ddeellll''aannccaaee ddeellllaa ssppaallllaa,, èè iimmppeeggnnaattoo ddaa sseemmpprree nnoonn ssoolloo iinnaammbbiittoo aaccccaaddeemmiiccoo,, mmaa aanncchhee sscciieennttiiffiiccoonnaazziioonnaallee eedd iinntteerrnnaazziioonnaallee nneelllloo ssvviilluuppppoo ddeellllaaddiisscciipplliinnaa..SScchhiiaavvoonnee PPaannnnii hhaa mmaattuurraattoo iinn ppaarrttiiccoollaarree uunnaaggrraannddee eessppeerriieennzzaa nneellllaa pprrootteessiiccaa mmiinniinnvvaassiivvaa,,iinn ppaarrttiiccoollaarree ssuullllee mmoonnooccoommppaarrttiimmeennttaallii ddiiggiinnoocccchhiioo:: uunnaa cchhiirruurrggiiaa gguuiiddaattaa ddaall ccoonncceettttoo ddiittiissssuuee ssppaarriinngg ssuurrggeerryy,, lleetttteerraallmmeennttee cchhiirruurrggiiaaddeell rriissppaarrmmiioo ddeeii tteessssuuttii,, llaa ffiilloossooffiiaa cchhee hhaa pprriimmaaaaffffiiaannccaattoo ee ppooii hhaa pprreessoo iill ppoossttoo ddeellllaa mmiinniimmaallllyyiinnvvaassiivvee ssuurrggeerryy ddeeggllii aammeerriiccaannii..

    CHIRURGIA PROTESICAE CURVA D'APPRENDIMENTO

    "La tecnica di chirurgia protesica di ginocchio è moltodelicata: oltre al rispetto delle indicazioni al trattamentorichiede il rispetto di un principio importantissimo comeil bilanciamento legamentoso - ha sottolineato AlfredoSchiavone Panni, professore di ortopediaall'Università degli Studi del Molise -. Si tratta quindi diinterventi che devono essere eseguiti da mani esperte,da chirurghi con alle spalle un buon numero di opera-zioni di questo tipo". È senza dubbio questa una dellepeculiarità degli interventi protesici: non si diventa otti-mi chirurghi se non si ha la possibilità di operare que-sta tipologia di pazienti con una certa continuità. Unproblema che coinvolge soprattutto i giovani, che acce-dono a questa chirurgia solo più avanti nel loro percor-so professionale, a differenza di quello che accadeoltreoceano. "Il ritardo nell'esecuzione di interventi diprotesi da parte dei giovani può essere in parte supera-to grazie ai cadaver lab, che mi auguro vengano attiva-ti presto nel nostro Paese" sottolinea il docente.Ma non è solo l'aspetto formativo a identificarsi comecriticità nel mondo dei giovani specializzandi:l'Università è anche il luogo dove prima di ogni altro èvisibile la scarsa attrattività che caratterizza oggi la spe-cialità ortopedica. "Nelle nostre Università abbiamosempre meno ortopedici sostanzialmente per due motivi- ci ha spiegato Schiavone Panni -. Uno ritengo sia lega-to alle sempre più pressanti problematiche medico lega-li, l'altro relativo al grande impegno e sacrificio che lachirurgia ortopedica richiede". E in un sistema in cui glistudenti sgomitano per accedere alle facoltà di medici-na a numero chiuso, e in cui lottano per accaparrarsi ipochi posti disponibili nelle altre specialità chirurgiche,la scarsità di giovani specializzandi che si dedicanoall'ortopedia fa ancor più riflettere.

    Alfredo Schiavone Panni

    Controllo radiografico di una protesi monocompartimentale a 5 anni di follow up

    Impianto di una mini protesi secondo i dettami della tissue sparing technique

    Come vede il futurodella chirurgiaprotesica?

    Sarà sempre più indirizzatoverso la tissue sparing surgerye si svilupperanno in unfuturo non certo prossimole protesi biologiche. Inoltre tratteremo semprepiù precocemente le lesio-ni degenerative, soprattut-to grazie all'utilizzo dei fat-tori di crescita nel tratta-mento delle lesioni con-drali, nelle fasi precoci,quando ancora non si èinstaurato un processodegenerativo molto avan-zato, scongiurando così lachirurgia protesica e quin-di anche i complessi inter-venti di riprotesizzazione,grazie alla chirurgia rico-struttiva.

    Andrea Peren

  • FOCUS ON 6

    Soluzioni protesichesempre più tecnolo-giche, procedure chi-rurgiche raffinate e presidifarmacologici di ultimagenerazione sono certa-mente componenti impor-tanti dell'ortopedia delterzo millennio. Una spe-cialità abituata a speri-mentare soluzioni semprepiù efficaci dal punto divista tecnico e clinico, mache oggi si trova a doveraffrontare una sfida moltoimportante, che trascende

    la superspecialità e abbrac-cia tutta la branca ortope-dica: il risparmio del san-gue. "Il risparmio del san-gue è un nuovo obiettivoper l'ortopedico, e in que-sto senso ogni chirurgia hale sue peculiarità" ha esor-dito Pietro Bartolozzi,past president dellaSocietà Italiana diOrtopedia eTraumatologia. Ed è statoproprio questo il tema alcentro di un interessantesimposio tecnico tra esper-

    ti tenutosi in occasionedell'ultimo Congresso Siotdi scena a Roma. Un sim-posio che si è focalizzato suun tema molto attuale insala operatoria e al qualeidealmente farà seguito lapubblicazione da partedella Siot di un documen-to guida. "Presto sviluppe-remo un protocollo sulcontrollo del sangue insala operatoria" ha confer-mato Andrea Piccioli,Segretario Siot. Un documento che sarà

    certamente utile ai chirur-ghi ma che sarà apprezzatoanche dalle direzioni sani-tarie, visti gli alti costi chele strutture ospedalieredevono sostenere. "Pressoil nostro Ospedale nel2000 abbiamo speso benotto milioni per la gestio-ne del sangue - FrancescoVaia, direttore sanitariodel Policlinico Umberto Idi Roma -. Una singolatrasfusione costa 163 euro(dato 2009) alla strutturasanitaria".

    In oncologia si verificanoforti perdite ematiche nelpaziente, come spiegaRodolfo Capanna,Direttore del dipartimentodi ortopedia oncologica ericostruttiva dell'AziendaOspedaliero-UniversitariaCareggi di Firenze. "In unintervento si può arrivareanche a perdere 60 litri disangue. In chirurgia onco-logica l'attenzione a con-tenere la perdita ematica èmolto alta, sia perché que-sti pazienti sono spessosotto chemioterapici, siaperché non possiamoricorrere al recuperointraoperatorio". Eccoallora che la criochirurgia,il cavitron e il bisturi lasersi rivelano soluzioni estre-mamente utili. Soluzionitecnologiche in alcuni casimolto costose, quindi nonsempre disponibili in salaoperatoria, dove si rivelasenza dubbio necessariauna più che ottima colla-borazione tra chirurgo eanestesista. "Considerofondamentale il poterlavorare sempre con lostesso anestesista, così dacreare quell'affiatamentoin sala operatoria necessa-rio per lavorare al meglio"spiega Capanna.Un'opinione condivisa daFrancesco SaverioSantori, esperto di chirur-gia dell'anca: "Un buonanestesista è senza dubbiofondamentale, anche inchirurgia dell'anca doverispetto al passato iltempo dell'intervento èmeno importante. Oggi èfondamentale ottenererisultati d'eccellenza, ope-rando in maniera accurata

    e facendo attenzione nontanto alla grandezza del-l'incisione quanto a nonlesionare i muscoli, chesanguinano molto".Il tempo dell'interventopuò però rivelarsi una pro-blematica clinica: "Un'oradi intervento in piùaumenta la perdita di san-gue e il rischio di infezioni- afferma deciso Bartolozzi-. Non sono accettabiliperdite ematiche eccessivea causa della lentezza delchirurgo. Ai giovani: noncincischiate".È proprio Bartolozzi a deli-neare in poche parole lastrada verso cui tendere: "ènecessario passare da unconcetto di infusionesenza limiti - in passato siusavano fino a 6-7 flaconidi sangue per un interven-to sulla colonna - a unconcetto di risparmio nellafase intraoperatoria.È necessario quindi trova-re soluzioni farmacologi-che che ci consentano dioperare con bassa pressio-ne nel paziente e studiarenuove soluzioni tecnicheper contenere le perditeematiche. L'obiettivo fina-le è quello di ricorrere allabanca del sangue solo incasi di emergenza". Unconcetto sottolineatoanche dal neo presidenteSiot Marco D'Imporzano,che sottolinea come l'o-biettivo sia proprio quellodi non far perdere sangueal paziente, perché sia l'au-totrasfusione che il recu-pero intraoperatoriovanno considerati perditeematiche.

    A. P.

    Gestione del sanguein chirurgia ortopedicaIl contenimento delle perdite ematiche rappresenta la vera sfida dell’ortopedia. In fase di studio le linee guide della Siot

  • R e v i e w d e l l a l e t t e r a t u r a i n t e r n a z i o n a l eORTHOviews

    E V I D E N C E B A S E D M E D I C I N E

    “Sesso orale e tumoredella bocca. Esiste un col-legamento” annuncia ilsito del Corriere della Sera. Come dimostrato dalle 26mila segnalazioni fatte suFacebook, la notizia èsicuramente di quellecapaci di attirare l’atten-zione, grazie all’accosta-mento tra cancro e sesso,ovvero la più mediatica etemuta tra le malattie e laparola che più di ognialtra è capace di attirarel’attenzione dei lettori.L’occasione per confezio-nare questo titolo è stataofferta dall’annuncio chesulla Bbc, la più autorevo-le tra le emittenti televisi-ve, un’avvenente attricepresenterà un documenta-rio in cui cadrà “l’ultimotabù televisivo”, dalmomento che “si discu-terà apertamente di sessoorale e del legame che esi-ste tra questa pratica ses-suale e il cancro orale,tumore della bocca”.Il breve articolo forniscedati piuttosto allarmantisulla malattia, utilizzandocon malizia parole come“epidemia emergente” e“aumento […] esponen-ziale”. E, come se nonfosse abbastanza, ci vienedetto che “il documenta-rio della Bbc potrebbeessere di grande aiuto perfar conoscere i pericoli delsesso orale” (notare il plu-rale).

    La qualità dell'informazionesulla saluteNel Regno Unito la medi-cina in tutte le possibilideclinazioni è un argo-mento a cui i mass mediadedicano la massimaattenzione, spesso coneffetti negativi sulla salu-te pubblica, come BenGoladcre ci ha raccontatone “La cattiva scienza”,libro di cui abbiamo giàparlato in un numero pre-cedente della rubrica(Tabloid di Ortopedia7/2009).E in Italia?Gli articoli che la stampanazionale dedica ad argo-menti medici sono l’og-getto di uno studio pub-blicato qualche mese fa daPLoS One, una rivista bio-

    medica internazionalepeer review, che aderisceal movimento open accesse quindi è reperibile gra-tuitamente da chiunqueabbia accesso a internet(www.plosone.org). Lo scopo degli autori, ungruppo di medici emiliani,è stato di valutare la qua-lità degli articoli che lastampa non specialisticadedica agli argomentimedici. Per fare questosono stati considerati tuttii quotidiani e i settimana-li, con la sola eccezionedei giornali sportivi, pub-blicati in Italia duranteuna settimana scelta acaso dal calendario. Ungruppo di volontari hafatto una prima selezionein cerca di articoli cheaffrontassero temi medici,raffinata in seguito da unodegli autori sulla basedella definizione stabilitanel protocollo di ricerca,ovvero di “articoli il cuiscopo sia presumibilmentedi migliorare la conoscen-za del lettore su argomen-ti medici, affrontati da unpunto di vista scientifi-co”. Al termine di questo pro-cesso di ricerca e selezionegli autori hanno analizza-to 146 articoli, per trequarti pubblicati su quoti-diani, nel tentativo dicomprendere la qualitàdell’informazione medicaofferta ai lettori italiani.Ma anche la quantità, dalmomento che il primorisultato riportato è chegli argomenti medicioccupano lo 0,7% dellospazio disponibile. Gliautori non danno terminidi paragone né con altripaesi (è la prima ricercadel genere), né con altriargomenti, ma in assolutomeno dell’1% sembrapochino per un argomen-to così centrale nella vitadi ciascuno. L’obiezione potrebbe esse-re che la medicina richie-de al lettore competenzespecifiche per essere com-presa. Ma la finanza allo-ra? Quanti dei lettorihanno sufficienti compe-tenze in questo campo?Eppure, come vediamo, lospazio che le si dedica èsicuramente superioreall’1%.

    Mass media e sensazionalismoPer quanto riguarda i con-tenuti, quasi un terzodegli articoli analizzati sioccupa di ricerca di base,dato forse sorprendenteda un punto di vista evi-dence based, ma moltomeno se si pensa a come irisultati delle ricerche dilaboratorio permettanoun certo sensazionalismo,pensiamo al classico “sco-perto gene della calvizie”o, se preferite, del transes-sualismo o della depres-sione o della criminalità(divertitevi anche voi ainserire in Google “sco-perto gene”). Quello di enfatizzare irisultati della ricerca dibase è in effetti uno deglierrori più comuni dellastampa generalista, da cuigià ci aveva messo inguardia la redazione diPartecipasalute, quandoqualche anno fa aveva sti-lato il decalogo delle trap-pole dell’informaizonesulla salute (vedi box inquesta pagina).Trattamento e prevenzio-ne delle malattie si pren-dono una fetta importantedei restanti articoli.Peccato però che se l’og-getto della storia è qual-che cosa di nuovo, in par-ticolare una nuova cura, ilgiornalista si faccia facil-mente prendere dall’entu-siasmo (o dai comunicatistampa), scrivendo unpezzo poco obbiettivo o,per dirla con le parole deiricercatori, sbilanciato, incui troppo spesso vengonoenfatizzati oltre misura ipotenziali benefici deltrattamento descritto.Qualche volta anche inmodo un po’ maldestro,come quando, riportandoi risultati di un trial le cuiconclusioni erano lasostanziale equivalenzatra un nuovo antiperten-sivo e un farmaco similemolto usato, si magnifica-vano gli effetti del primocitando solo la sua mag-gior efficacia nei confron-ti del placebo.Altro problema rilevatoin molti articoli è unacerta reticenza nel presen-tare, al fianco dei benefi-ci, anche gli effetti indesi-derati o i costi biologici e

    non, che ogni interventomedico porta con sé. Eancora meno citati negliarticoli eventuali conflittid’interesse che, anchequando facilmente indivi-duabili, poche volte ven-gono affrontati. Qua lostupore è minore, dalmomento che quello deiconflitti d’interessi è unproblema che sembra nonappassionare i lettori ita-liani.

    Un bilanciopiuttosto negativoInsomma il ritratto che neesce è, con le normalieccezioni, quello di ungiornalismo che nell’af-frontare i temi di salute emedicina è poco critico,talvolta sciatto, che sem-bra essere più interessatoa creare sensazionalismoche a informare, come sela salute fosse uno deimolti argomenti di intrat-tenimento e non unadimensione (e un diritto)fondamentale dell’essereumano.Come dicono gli autori,un importante limitedello studio è che ha foca-lizzato l’attenzione solosulla carta stampata, igno-rando mezzi di comunica-zione che probabilmentecontribuiscono maggior-mente alla (in)formazionedel cittadino: la televisio-ne e internet. Il timoreperò è che i risultati diuna simile ricerca potreb-bero essere ancora piùscoraggianti.E il legame tra cancrodella bocca e sesso orale?Non c’è. Solo si sonomessi insieme due fatti traloro non collegati, qualila presenza degli HPV inalcuni casi di cancro dellabocca e la trasmissioneper via sessuale dell’HPVa livello genitale. MA: 1)la presenza non significacausa e 2) ancora non sap-piamo come avvenga latrasmissione degli HPV alivello orale. E quindi il titolo delCorriere (benché mutuatodalla Bbc), non è buongiornalismo medico.

    Giovanni LodiUniversità degli Studi

    di Milano

    Superficiale e preoccupantela qualità dell'informazione sulla salute

    LE 10 TRAPPOLE DELL’INFORMAZIONE SULLA SALUTE

    1. Fidarsi degli esperti2. Interrogare lo specialista sbagliato3. Confondere la fantascienza con la scienza4. Farsi ingannare dai numeri5. Prendere gli aneddoti come prove6. Non porre le giuste domande a uno studio clinico7. Estrapolare dalla ricerca puraalla pratica clinica8. Enfatizzare le implicazioni cliniche di uno studio9. Trasformare un fattore di rischio in una malattia10. Presentare in modo alteratoi rischi

    (Fonte: www.partecipasalute.it)

  • 10

    “La protesi totale d’anca èuno degli interventi orto-pedici di maggior successoche siano mai stati svilup-pati”. Così esordisceChristoph Röder sullecolonne del Journal ofBone and Joint Surgery, inun articolo che riassume irisultati di un ampio stu-dio caso-controllo appaia-to condotto dal medicobernese con colleghi sviz-zeri e americani. Sono stati analizzati i datidi 4.420 pazienti, registra-ti negli archivi del Centrodi Ricerca Maurice E.Müller dell’Università diBerna, con l’intento divalutare l’influenza di fat-tori come l’età, il genere,il peso, l’indice di massacorporea e il tipo di dia-gnosi sui fallimenti che siregistrano con coppacementata e non cemen-tata.Come ricorda il dottorRöder, fin dai primi inter-venti di protesi d’ancaeffettuati negli anniSessanta, la fissazionedella componente aceta-bolare è stata dominatadalle coppe cementate. Iprincipali problemi eranodati dal progressivo allen-tamento e si parlavaanche di “malattia da

    cemento”, in cui l’osteoli-si periprotesica indottadai materiali rivestiva unruolo dominante nel falli-mento clinico degliimpianti. Da qui partìl’impulso verso la fissazio-ne non cementata, cheoggi è considerata comemetodo elettivo da moltichirurghi nelle revisioni;ma la mancanza di datiprovenienti da studi ampie a lungo termine ha ali-mentato controversierispetto alla metodicaottimale da utilizzare nel-l’intervento primario. Perquesta ragione lo studioha analizzato i rischi difallimento in modo diffe-renziato tra coppe cemen-tate e non.Il primo risultato è chel’età avanzata esercita unruolo protettivo inentrambi i gruppi studiati.Il rischio si riduce di circail 2.2 per cento per ognianno in più del paziente.Le differenze nei fallimen-ti meccanici tra giovani eanziani diventano ancorapiù significative all’au-mentare del follow-upconsiderato dopo l’inter-vento. I pazienti più gio-vani e coloro che hannomigliori capacità funzio-nali prima dell’intervento

    recuperano meglio lamobilità, ma espongonole protesi a sollecitazionimaggiori che si riflettonosull’aumento dei fallimen-ti.Molti studi hanno sottoli-neato il ruolo del peso delpaziente nella progressio-ne dell’osteoartrosi.Analogamente, il pesocorporeo è ampiamenteconsiderato un fattore dirischio per l’allentamentodelle componenti protesi-che. Tuttavia gli studimostrano risultati contro-versi: la minore attivitàfisica delle personesovrappeso e obese sembraa volte bilanciare il mag-giore stress esercitato dalpeso elevato. Un’altraspiegazione può forse deri-vare dal fatto che in molticasi non si fa una correttadistinzione tra peso eindice di massa corporea.Lo studio di ChristophRöder esamina inveceentrambe le variabili erileva, nelle coppe noncementate, un consistenteincremento del rischiocon il crescere dell’indicedi massa corporea, docu-mentando effetti partico-larmente significativi neipazienti obesi.Un altro parametro consi-

    Fattori di rischio nei fallimenti protesici

    A N C A

    In un’elevata percentualedi casi, le sostituzioni arti-colari primarie vengonoancorate all'osso contiguoattraverso un letto incemento osseo acrilico. InInghilterra, per esempio,gli interventi di artropla-

    stica cementata ammon-tano a circa il 70% nelcaso dell’anca e a percen-tuali ancora maggiori nelcaso delle protesi totalidella spalla e del gomito. Una delle complicazionipost-operatorie più peri-

    colose è rappresentata daun’infezione periprotesicaprofonda, la quale, purpresentandosi con fre-quenze relativamentebasse (0-4%), è un proble-ma di notevole portatadato il grande numero diquesto tipo d'interventiogni anno. Per prevenire questo tipodi complicazione - che haun effetto potenzialmentedevastante sia per la salu-te del paziente, sia per ilfatto di vanificare deltutto l’impianto protesico- oltre all’adozione delleabituali tecniche di steri-lità, da molti anni si uti-lizzano cementi ossei cari-cati con miscele di anti-biotici. Una review di GladiusLewis, apparsa recente-mente sul Journal ofBiomedical MaterialsResearch, fornisce un’e-saustiva panoramica dellostato dell'arte su questotipo di tecnica protesica.Oltre a riportare il model-

    lo cinetico del rilascio(eluizione) dell’antibioti-co del cemento (e la rela-tiva influenza da partedelle proprietà fisiche delcemento), l’attenta disa-mina della letteraturacondotta da Lewis indicache le proprietà chimico-fisiche delle protesicementate e caricate conantibiotici sono influen-zate da una pletora di fat-tori, tra cui la composizio-ne del cemento, il tipo o itipi di antibiotici usati, latecnica di caricamento emiscelazione dei farmaci,la quantità di antibioticocaricato e il tipo di com-posizione di cemento. Lewis riporta anche glistudi in vitro condotti peranalizzare la resistenza delcemento caricato conantibiotici alla formazio-ne di un biofilm batterico,evento che aumenta leproprietà di farmacoresi-stenza degli agenti pato-geni sulla superficie arti-colare.

    Cementi ossei e antibioticiun modello multifattoriale

    I N F E Z I O N I O S T E O A R T I C O L A R I

    Edoxaban previene TVP dopo interventidi protesi d’ancaEdoxaban, un anticoagulante attivo per via orale cheinibisce in modo diretto e specifico il fattore Xa dellacoagulazione, si è dimostrato più efficace di enoxapari-na sodica nel prevenire eventi tromboembolici venositra i pazienti sottoposti a intervento di protesi totaledell’anca. A sostenerlo è uno studio multicentrico, indoppio cieco e randomizzato realizzato da un gruppo diricercatori del dipartimento di Chirurgia ortopedicadell’Osaka Koseinenkin Hospital, in Giappone, coordi-nati da Takeshi Fuji. I risultati sono stati presentati al 52esimo congressoannuale dell’American Society of HematologyEdoxaban, che si è svolto in dicembre a Orlando, negliUsa. Lo studio di fase III Stars J-V (StudyingThrombosis after Replacement Surgery), è questo il suonome, ha previsto la randomizzazione di 610 pazientiricoverati per un intervento di protesi totale dell’ancaper la somministrazione di 30 mg/die di edoxaban pervia orale oppure due iniezioni sottocutanee al giorno dienoxaparina sodica (2000 unità/20 mg per iniezione)per un totale di 11-14 giorni. I risultati lasciano pochi margini di dubbio: il tasso ditrombosi venosa profonda asintomatica e sintomatica èstato pari al 2,4 per cento nei pazienti che hanno assun-to edoxaban, mentre nel gruppo che ha assunto enoxa-parina sodica l’incidenza è stata del 6,9 per cento (ridu-zione del rischio relativo 65,7% p=0,016). Per quanto riguarda l’embolismo polmonare sintoma-tico, altra complicazione spesso associata all’interven-to di protesi all’anca, non sono stati registrati casi innessuno dei due rami dello studio. Non sono staterilevate differenze statisticamente significative tra idue gruppi nemmeno nell’incidenza e nella gravitàdegli effetti collaterali.

    Massimo Barberi

    derato è il genere: lo stu-dio rivela che le donnecorrono il 40% di rischi inmeno rispetto agli uomi-ni, sia in caso di protesicementate che noncementate.L’ultimo fattore esaminatoè stato il tipo di diagnosiche ha portato all’inter-vento di protesi totaled’anca: è emerso come lapatologia più frequente siarappresentata dall’osteoar-trosi. Si è visto che ipazienti affetti da osteone-crosi corrono il rischio piùelevato di fallimento delleprotesi cementate mentre igruppi di soggetti condisplasia dello sviluppodell’anca e con fratturahanno mostrato un rischioridotto - anche in questocaso solo con fissazionicementate.

    Renato Torlaschi

    Röder C, Bach B, Berry DJ,Eggli S, Langenhahn R,Busato A. Obesity, age, sex,diagnosis, and fixation modedifferently affect early cupfailure in total hip arthropla-sty: a matched case-controlstudy of 4420 patients. JBone Joint Surg Am. 2010Aug 18;92(10):1954-63.

    RICERCA FARMACOLOGICA

    Uno degli scopi principalidel lavoro di Lewis è quel-lo di riportare le eventua-li correlazioni tra questecaratteristiche e le pro-prietà meccaniche dellaprotesi finale. Per esem-pio, alcune proprietà fisi-che del cemento (come ilmodulo elastico) varianoin modo significativo aseconda che l'antibioticosia aggiunto come liquidoo polvere. Nonostantenon vi sia un vasto con-senso a riguardo, sembre-rebbe che il fattore piùimportante sia la quantitàdi antibiotico caricato.Infatti, nel caso questasuperi l’1,85% in peso, leperformance di fatica deicementi peggiorano signi-ficativamente. Simili con-siderazioni possono esserefatte per il tipo di tecnicaimpiegata per miscelare ilcemento con gli antibioti-ci, che può essere manua-le (condotta dal chirurgodurante l'operazione) omeccanica. In ultimo, la review ripor-ta le attuali tendenzedella ricerca biomedica inquesto campo e le stradeche andrebbero battuteper migliorare le presta-zioni di queste protesi.Sarebbero necessari ulte-riori studi per standardiz-zare il formato di eluizio-

    ne dell'antibiotico, l'otte-nimento del caricamentoottimale, e l'ulteriore epiù approfondita caratte-rizzazione in vitro ed exvivo dei cementi caricaticon antibiotici. A questo scopo, l’oppor-tunità della ricerca futurasarebbe di lavorare ancorasulla proprietà di questicementi (ad esempio stan-dardizzando la quantitàottimale di antibioticocaricato) e di escogitareapprocci innovativi per ildesign della prossimagenerazione di antibioticie di cementi ossei acrilicicaricati con antibiotici.

    Domenico Lombardini

    Lewis G. Properties of anti-biotic-loaded acrylic bonecements for use in cementedarthroplasties: a state-of-the-art review. J Biomed MaterRes B Appl Biomater 2009May;89B(2):558-74.

  • CORSI E CONGRESSI CORSI E CONGRESSI1312

    Professor Giannicola, da cosa dipende questoaumento di interesse per il gomito?

    Credo che il motivo sia dacorrelare, almeno in parte,alle nuove acquisizioniscientifiche che hannodimostrato chiaramentecome il gomito non siaun’articolazione “condan-nata” inesorabilmente acattivi risultati dopo untrauma o dopo una patolo-gia a carattere degenerati-vo. Un luogo comune haper molto tempo condizio-nato pesantemente il trat-tamento delle patologie diquesta articolazione,lasciando spazio a unanegligenza attualmentenon più accettabile. Oggi l’applicazione dimoderni protocolli dia-gnostico-terapeutici e la

    giusta collaborazioneinterspecialistica consen-tono di migliorare note-volmente i risultati clinicie la qualità di vita deipazienti. Inoltre, la crescente atten-zione della popolazioneverso una migliore qualitàdi vita ha reso i pazientisempre più esigenti e desi-derosi di mantenere unaelevata performance fisica.Non è più infrequenteosservare ultrasessantenniche praticano ancora atti-vità lavorative, sportive oricreative e che non inten-dono modificare il lorostile di vita a causa di untrauma o di una patologiadegenerativa articolare.

    Quali sono le patologieprincipali a carico delgomito?

    Tra le patologie che colpi-scono questa articolazionele più frequenti sono quel-le traumatiche. Non a casoil nostro primo Corso èstato dedicato alle lussa-zioni e alle fratture. I trau-mi del gomito e i loro esitirappresentano il capitoloprincipale tra le patologieche interessano questaarticolazione. Ciò è dovu-to al fatto che essi possonocondizionare pesantemen-te la funzionalità dell'arti-colazione, soprattutto neicasi in cui il trattamentoin fase acuta non è statoadeguato. Infatti la rigiditàe l’artrosi post-traumati-che rappresentano l’altrogrande capitolo delle pato-logie del gomito. Meno frequenti, invece,sono l’artrosi primitiva,che interessa più spesso ilavoratori manuali, e le

    artriti; tra queste ultime lapiù comune è l’artrite reu-matoide. In ultimo, ilgomito è frequentementesede di patologie tendineetra cui quelle inserzionalidegenerative, come l’epi-condilite e l’epitrocleite, equelle traumatiche, comele rotture del tendinedistale del tricipite e delbicipite brachiale.

    Rome Elbow 2011tratterà in particolare diartrite reumatoide eartrosi del gomito.Quali sono leproblematiche principalilegate a questepatologie?

    Queste patologie determi-nano principalmente limi-tazione articolare e dolore.I sintomi, in prima fase di

    lieve entità, possono dive-nire invalidanti nel corsodel tempo e rendere l’interoarto superiore non funzio-nale. Infatti, il gomito è daconsiderare, insieme allaspalla, un’articolazionefinalizzata all’utilizzo dellamano. Quando il gomito èrigido e dolente, è impossi-bile eseguire anche i gestipiù semplici della vita quo-tidiana, come lavarsi,vestirsi, mangiare.

    Ci sono novità nel lorotrattamento?

    Le novità riguardano sia iltrattamento medico con-servativo che quello chi-rurgico. Il Corso haappunto l’obiettivo di rap-presentare un momento diaggiornamento per i parte-cipanti riportando lepotenzialità attuali deimoderni protocolli tera-peutici. Attualmente, ad esempio,le protesi di gomito garan-tiscono risultati eccellentia medio e lungo termine inoltre l’80% dei pazienti, enon rappresentano piùinterventi “sperimentali”dall’incerto risultato clini-co. Nel campo delle formeartritiche anche la terapiamedica ha ottenuto miglio-ri risultati con l’introduzio-ne di nuovi farmaci, comead esempio i farmaci biolo-gici; ciò ha consentito dibloccare o ritardare inmodo significativo l’evolu-zione delle lesioni articola-ri, posticipando il ricorso altrattamento chirurgico.

    Specialisti diversi -ortopedici, fisiatri,reumatologi, ecc. - sitrovano ad affrontare lemedesimeproblematiche. Qual è ilruolo di ognispecialista?

    Credo che l’aspetto piùrilevante sia il riconosci-mento, da parte di ognispecialista, dei limiti entrocui svolgere il propriolavoro senza invadere ilcampo di azione degli altrie senza indugiare eccessi-vamente nell’inviare ilpaziente ai colleghi quan-do le proprie competenzesono terminate. Nella mia esperienza, l’er-rore più frequente è ilritardo nell’invio deipazienti al chirurgo,nonostante i dati clinicievidenzino chiaramente

    l’inefficacia dei metodiconservativi. Questo com-porta una progressionedelle lesioni articolari cherendono più impegnativoil trattamento chirurgico epiù incerti i risultati amedio e lungo termine acausa della cattiva qualitàdell’osso.Il Corso chiarirà anche iconfini entro cui ogni spe-cialista deve muoversi.

    Medici e fisioterapisti:come devonointeragire?

    Nella riabilitazione delgomito, più che in quelladi altre articolazioni, èfondamentale che vi sia uncorretto scambio di infor-mazioni tra chirurgo, fisia-tra e fisioterapista per pro-grammare un correttoapproccio fisioterapico. Ilmetodo riabilitativo deveinfatti essere dettagliata-mente studiato per ognisingola patologia e perso-nalizzato sulle esigenze diogni paziente. Nel caso della fisioterapiacome trattamento conser-vativo nelle prime fasi dellepatologie degenerative, ilruolo del fisioterapista e delfisiatra sono essenziali. Perquanto riguarda la rieduca-zione post-chirurgica, inve-ce, è necessario che l’orto-pedico detti il protocolloriabilitativo in relazionealla procedura chirurgicache ha eseguito sul singolopaziente. Il chirurgo deveindicare non solo il tipo,ma anche la tempisticadella riabilitazione, avva-lendosi dei consigli espertidel fisiatra. In assenza di una strettacollaborazione tra ortope-dico, fisiatra e fisioterapi-sta è facile incorrere inerrori, quali una rieduca-zione “troppo cauta” o,ancora peggio, “troppoaggressiva”, che potrebbe-ro non solo ritardare ilrecupero funzionale, maaddirittura compromettereil risultato del trattamentochirurgico.

    Nella realtà, questoapprocciomultidisciplinare è unapratica diffusa?

    Purtroppo no. La vera col-laborazione tra diversi spe-cialisti è ancora lontanadall’essere una pratica dif-fusa, e a rimetterci sono ipazienti. Ancora oggi assi-stiamo a uno scarso scam-

    bio di informazioni tra lediverse discipline medichee chirurgiche, tanto che ipazienti giungono spessoin ritardo dal corretto spe-cialista. Tuttavia negliultimissimi anni si stanotando una certa inver-sione di tendenza con l’au-mento di occasioni scien-tifiche in cui l’approcciomultidisciplinare ad alcu-ne patologie è divenuto lavera linea guida per l’ag-giornamento.

    Ci può parlare dellestrutture specialistichepresenti sul nostroterritorio?

    Come abbiamo già detto, ilgomito è un’articolazione dicui si è sempre parlato pocorispetto ad altre; il crescen-te interesse nel trattamentodelle patologie a suo caricoa cui si sta assistendo inquesti ultimi anni è inmolta parte merito deipochi centri specialisticipresenti in Italia che sisono impegnati nell’ambitodelle rispettive Societàscientifiche nella formazio-

    ne medica, attraversomomenti di aggiornamentosempre più frequenti. Questi centri, più concen-trati al nord e al centrorispetto che al sud dellaPenisola, stanno diventan-do punti di riferimento assi-stenziali e scientifici dilivello internazionale. Perquanto riguarda l’invio deipazienti in questi centri, unruolo chiave, anche in que-sto caso, è svolto dal medi-co di base, specie se si trat-ta di patologia di elezione.In questo ambito e inconsiderazione della rela-tiva rarità di queste pato-logie, credo che solo cen-tri dedicati possano darela migliore risposta alpaziente. Per quanto riguarda la pato-logia traumatica acuta,come abbiamo già detto, èbene che il traumatologo delpronto soccorso sappia rico-noscere le lesioni più com-plesse, così da inviare ilpaziente nei centri di riferi-mento nei casi in cui non siapossibile attuare il tratta-mento più adeguato in loco.

    Renato Torlaschi

    Il trattamento di successodelle patologie del gomitoLe tecniche diagnostiche e i trattamenti più recenti consentono oggi di affrontare con successo le patologie del gomito, di cui si parlerà ampiamente durante il corso Rome Elbow del 26 febbraio

    PPiiuuttttoossttoo ttrraassccuurraattoo iinn ppaassssaattoo rriissppeettttoo aadd aallttrriiddiissttrreettttii aannaattoommiiccii,, iill ggoommiittoo èè sseeddee ddii ppaattoollooggiieessppeecciiffiicchhee rreellaattiivvaammeennttee ppooccoo ccoonnoosscciiuuttee.. MMaall’’iinntteerreessssee ssttaa aauummeennttaannddoo ee llaa rriissttrreettttaa ccoommuunniittààsscciieennttiiffiiccaa iinntteerrnnaazziioonnaallee cchhee ssii ddeeddiiccaa aa qquueessttaaaarrttiiccoollaazziioonnee hhaa aaccqquuiissiittoo nneeggllii uullttiimmii aannnnii uunnaammeessssee ddii nnuuoovvee ccoonnoosscceennzzee cchhee rreennddoonnoo qquuaannttoommaaii ooppppoorrttuunnoo uunn aaggggiioorrnnaammeennttoo ddeeii cclliinniiccii.. DDaa qquueessttaa eessiiggeennzzaa ddii aapppprrooffoonnddiimmeennttoo,, nnaassccee llaasseeccoonnddaa eeddiizziioonnee ddii uunn ccoorrssoo ddii ssuucccceessssoo:: RRoommeeEEllbbooww 22001111 ((vveeddii bbooxx iinn qquueessttaa ppaaggiinnaa)).. LLee lleezziioonniipprreennddeerraannnnoo iill vviiaa iill pprroossssiimmoo 2266 ffeebbbbrraaiioo,, nneelllleeaauullee ddeell DDiippaarrttiimmeennttoo ddii sscciieennzzee ddeellll’’aappppaarraattoollooccoommoottoorree ddeellll’’UUnniivveerrssiittàà LLaa SSaappiieennzzaa ddii RRoommaa eeppeerr ll’’ooccccaassiioonnee aabbbbiiaammoo cchhiieessttoo uunnaapppprrooffoonnddiimmeennttoo ssuullllee ppaattoollooggiiee ddeell ggoommiittoopprroopprriioo aa GGiiuusseeppppee GGiiaannnniiccoollaa cchhee,, ccoonn FFrraannccooPPoossttaacccchhiinnii,, èè pprreessiiddeennttee ddeell ccoorrssoo..

    ROME ELBOW 2011Sabato 26 febbraio

    Dipartimento Scienze Apparato LocomotoreLa Sapienza Università di Roma - Aula A

    Per informazioni e iscrizioni: BBV Italia

    Tel. 010.354556 - Fax [email protected] - www.ilgomito.it

    IL TEAM DEL CORSO ROME ELBOW 2011Da sinistra a destra il dottor Sacchetti, il dottor Greco, il professor Giannicola, la dottoressa Manauzzi, il dottor Bullitta e il dottor Polimanti

    APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE MA IN CENTRI DEDICATI

    "Lo specialista ortopedico, reumatologo o fisiatrache non si occupa in modo specifico di questa arti-colazione dovrebbe possedere quelle conoscenze dibase che consentano di riconoscere le patologie chepiù frequentemente interessano il gomito, le lorocause e le possibilità attuali di trattamento. Non èrichiesto al medico di saper trattare nello specificoquesti pazienti - ricorda Giuseppe Giannicola,Responsabile del servizio di chirurgia del gomito deldipartimento di scienze dell’apparato locomotoreall'Università di Roma “La Sapienza” -. È fondamen-tale, ad esempio, che l’ortopedico abbia coscienzache il gomito traumatizzato ha un’unica chance perottenere un risultato soddisfacente, rappresentatada un corretto e moderno trattamento. Infatti le lineeguida per il trattamento delle fratture del gomitosono oggi ben standardizzate e il trattamento inacuto dovrebbe essere eseguito solo da personaleesperto, a causa delle notevoli difficoltà tecnicheche presentano alcuni interventi; in mancanza diquesto il paziente dovrebbe essere inviato in centrisuperspecialistici. Nel gomito, come in altre artico-lazioni, non è più tollerabile alcuna improvvisazio-ne - sottolinea il chirurgo -. Nell’ambito della pato-logia degenerativa, invece, si osserva spesso unacerta negligenza che porta a consigliare il pazien-te ad accettare di buon grado la sua invalidità,nonostante vi siano attualmente concrete possibilitàterapeutiche per risolverla. Gli errori diagnostici e di approccio terapeuticosembrano dunque ancora frequenti per il gomito."La causa più frequente di errori è la mancata cono-scenza dei protocolli attuali di trattamento dellapatologia traumatica e degenerativa di questa arti-colazione - spiega Giannicola -. La collaborazionecon centri di riferimento di chirurgia del gomito,come abbiamo intrapreso recentemente via webattraverso il nostro sito internet - www.ilgomito.it -può costituire un metodo efficace per evitare grosso-lani errori, consultando facilmente un centro specia-lizzato. La video-consulenza on line per pazienti ocolleghi che hanno una problematica su questa arti-colazione, rappresenta attualmente un metodoavanguardistico e sperimentale che stiamo testan-do, ma che sembra potrà rappresentare in un pros-simo futuro un validissimo strumento per la diffusio-ne delle conoscenze sul gomito e per l’interazionetra centri periferici e super-specialistici".

    Il corso Rome Elbow 2011 è la seconda edizione delcorso di chirurgia del gomito che abbiamo organizzatopresso il nostro Dipartimento. Gli apprezzamenti ricevu-ti per la prima edizione, tenutasi lo scorso anno, sonostati di grande stimolo per proporre un secondo evento. Le patologie oggetto del corso saranno l’ar-trite reumatoide e l’artrosi primitiva e secon-daria del gomito. La scelta di questi due temi èstata dettata dalla considerazione che si tratta di pato-logie più frequenti di quanto si stimi generalmente,che ancora oggi non presentano percorsi diagnosticie terapeutici condivisi. Per tale ragione il corso haun’impronta multidisciplinare che permetterà uncostruttivo dibattito tra specialisti diversi (ortopedici,reumatologi, immunologi, fisiatri, anatomopatologi,radiologi e fisioterapisti) al fine di trasmettere lineeguida quanto più possibile standardizzate e applica-bili nella pratica clinica. Le novità sulla diagnosi, il trattamento e la gestione dellapatologia degenerativa del gomito verranno affrontatedurante il corso dai singoli specialisti così da fornire unavisione multidisciplinare ai partecipanti. I concetti cheemergeranno saranno raccolti in un abstract book cheverrà consegnato a tutti i partecipanti.

    Quando abbiamo iniziato a organizzare il Rome Elbowdel 2010, che ha avuto come tema le lussazioni e le frat-ture del gomito, non ci aspettavamo questo successo; ini-zialmente il corso era stato pensato per 50 ortopedici,ma il crescente numero delle richieste ci ha portato adaumentare il numero dei partecipanti fino a 100 e adestendere la partecipazione ad altri specialisti.Probabilmente tale successo è dovuto a una crescen-te esigenza di approfondire le conoscenzesulla diagnosi e il trattamento delle patologiedi questa articolazione, ancora molto trascu-rata dagli “addetti ai lavori”. Credo che l’interesse crescente degli specialisti sia dacorrelare ai frequenti insuccessi che si osservanonel trattamento delle patologie del gomito.Questi insuccessi, oltre che penalizzanti per il paziente,sono divenuti, negli ultimi tempi, oggetto di una semprepiù attenta valutazione in sede medico-legale con indivi-duazione sempre più frequente di responsabilitàprofessionale. Credo che ciò rappresenti un secondoimportante stimolo, oltre a quello scientifico, adapprofondire queste tematiche.

    Prof. Giuseppe Giannicola

    ROME ELBOW 2011: UNA TEMATICA DI INTERESSEIN UN FORMAT DI SUCCESSO

    La ventiseiesima edizione del Corso teorico-pratico di chirur-gia artroscopica si terrà da martedì 22 a giovedì 24 marzopresso il Centro Congressi Hotel Sheraton di Bologna.Il Corso sarà presieduto da Fabrizio Pellacci, coadiuvato daPaolo Adravanti, Massimo Berruto ed Ettore Sabetta. Ilcorso, accreditato Siot, avrà il patrocinio delle più importantisocietà di chirurgia e il patrocinio scientifico della prestigiosaMayo Clinic."Quest’anno il corso avrà un’impronta ancora più praticarispetto alle edizioni degli anni passati - ci ha spiegatoPellacci -. Infatti, per venire incontro alle richieste dei parteci-panti, la maggior parte delle relazioni verrà eseguita median-te filmati delle varie tecniche chirurgiche e gran parte dellesessioni sarà dedicata a tavole rotonde e presentazione dicasi clinici.Nella giornata di martedì verrà trattata la patologia menisca-le, dalla meniscectomia alla sutura e ai trapianti meniscali.Quindi si parlerà di lesioni cartilaginee con un riesame dellevarie tecniche puntualizzando soprattutto i risultati clinici adistanza. A seguire la tecnica dell’artroscopia della cavigliae quella della spalla con i filmati del trattamento artroscopicodelle patologie più frequenti. "Al termine verranno eseguite,da parte dei partecipanti e sotto la direzione dei più qualifi-

    cati esperti del settore, una serie di prove pratiche su manichi-ni" ha sottolineato il chirurgo bolognese.Nella giornata di mercoledì si terrà inoltre il ventesimoWorkshop sulle protesi di ginocchio, dove particolare atten-zione verrà data ai “trucchi” della tecnica chirurgica.Un’intera sessione verrà dedicata al trattamento delle mobiliz-zazioni sia settiche che asettiche, con presentazione di casiclinici. A seguire verrà trattata la tecnica e i risultati dell’artro-scopia dell’anca. Previste anche in questo caso una serie diprove pratiche su manichini."L’ultima giornata, quella di giovedì 24 marzo, verrà dedica-ta alle varie tecniche di ricostruzione del LCA e LCP. A segui-re alcuni docenti della Mayo Clinic presenteranno le ultimenovità in tema di tecniche chirurgiche sulla patologia articola-re dell’adolescente, anca e gomito. Per ultimo ci sarà un'inte-ressante presentazione di casi clinici della Mayo Clinic" haconcluso Pellacci.

    XXVI Corso di chirurgia artroscopica

    Per informazioni

    Konicab srlTel. 051.385328 - Fax [email protected]

  • L’Agenda dell ’Ortopedico

    Tabloid di OrtopediaMensile di informazione, cultura, attualitàAnno VI - numero 1 - gennaio 2011

    Direttore responsabilePaolo Pegoraro � [email protected] Peren � [email protected]. 031.789085Consulenza graficaMinù Art - boutique creativa. www.minuart.itHanno collaborato Massimo Barberi, Giuseppe Giannicola,Giovanni Lodi, Domenico Lombardini, Renato Torlaschi

    FotoArchivio Griffin srlPUBBLICITÀDirettore commercialeGiuseppe Roccucci � [email protected] Pavan (Agente) � [email protected] Hefti (Agente) � [email protected] di redazione e trafficoMaria Camillo � [email protected]. 031.789085Abbonamento annuale Italia: euro 2.25Singolo fascicolo: euro 0.25

    Griffin Editore srlPiazza Castello 5/E - Carimate (Como)www.griffineditore.itTel. 031.789085 - Fax 031.6853110

    L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, ilCodice di Autodisciplina Pubblicitaria. Dichiaraaltresì di accettare la competenza e le decisionidel Comitato di Controllo e del Giurì

    dell’Autodisciplina Pubblicitaria, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

    Tiratura del presente numero: 8.000 copie

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    TTeessttaattaa aassssoocciiaattaa Associazione Nazionale Editoria PeriodicaSpecializzata

    4-5 febbraioSagittal balance master courseMilano, Grand Visconti PalaceSegreteria Organizzativa: My Meeting srlTel. 051.796971 - Fax [email protected] - www.mymeetingsrl.com

    16-19 febbraioAnnual Meeting of the American Academy of Orthopaedic Surgeons (AAOS)San Diego, Usawww.aaos.org

    17-19 febbraioMaster teorico-pratico di chirurgia vertebraleLe protesi discaliPadova, UOC chirurgia del rachide “Sandro Agostini”Segreteria Organizzativa: My Meeting srlTel. 051.796971 - Fax [email protected] - www.mymeetingsrl.com

    22-26 febbraio14° Corso teorico pratico di microchirurgiaricostruttivaTorinoSegreteria Organizzativa: Studio Progress SncTel. 030.290326 - Fax [email protected] - www.studioprogress.it

    24 febbraioIl dolore: come curarlo?Civitanova MarcheSegreteria Organizzativa: CSC srlTel. 075.5730617 - Fax [email protected]

    25-26 febbraioLa chirurgia nelle scoliosi: indicazioni e tecniche a confrontoTorino, NH Santo StefanoSegreteria Organizzativa: My Meeting srlTel. 051.796971 - Fax [email protected]

    26 febbraioConsensus Conference sui fattori di crescitaortopedicaAncona, Università Politecnica delle MarcheSegreteria Organizzativa: Paola Gagliardini CSCTel. 075.5730617 - Fax 075.5730619www.csccongressi.it

    26 febbraioRome elbow 2011Artrite reumatoide e artrosi del gomitoRoma, Università La SapienzaSegreteria Organizzativa: BBV ItaliaTel. 010.354556 - Fax [email protected] - www.bbvitalia.com

    4-5 marzoCorso teorico-praticoI problemi posturali e le soluzioni terapeutiche:dall'ortesi alla chirugia computer assistitaMilanoSegreteria Organizzativa: Keyword EuropaTel. 02.54122513 - Fax [email protected] - www.keyword-europa.it

    10-11 marzoSantander hip meetingSantander, Spagnawww.santanderhipmeeting.com

    10-12 marzoMaster teorico-pratico di chirurgia vertebraleLa chirurgia di revisione lombo-sacralePadova, UOC chirurgia del rachide “Sandro Agostini”Segreteria Organizzativa: My Meeting srlTel. 051.796971 - Fax [email protected] - www.mymeetingsrl.com

    CORSI E CONGRESSI CORSI E CONGRESSI1514

    Dottor Della Villa, qualile motivazioni dellascelta di dedicare questaedizione del Congressoalla medicina del calcio?

    La prossima edizione delCongresso sarà per noi, e perchi ci ha sempre seguito, unmomento particolarmenteimportante perché sarà laventesima edizione. Unaricorrenza speciale e dedicar-la alla salute del calciatorevuole essere un segno di coe-renza verso uno degli argo-menti che abbiamo più stu-diato in questi anni e ungesto di riconoscenza per unsegmento di pazienti che ciha sempre dato una grandefiducia.

    Che ruolo ha avuto laFifa in questa scelta?

    Il centro ricerche Fifa (F-Marc), nella persona del suoDirettore Jiri Dvorak, ci hainvitato ad implementarenel nostro paese le proprielinee strategiche, basate suuna ampia visione del rap-porto tra calcio e salute. Unavisione che va al di là del-l’infortunio, fino ad assume-

    re una dimensione socialeperché il calcio impatta suuna popolazione di quasi 270milioni di praticanti.

    Chi cura tutti questicalciatori nel mondo?

    Questa è la vera domanda equesto in fondo è il motivoper cui stiamo impegnando-ci tanto in questoCongresso. La salute deicalciatori è affidata alla cosìdetta “Football MedicineCommunity” che è costitui-ta dall’insieme di tutti isanitari che si occupano dicalcio, dal medico di squa-dra al consulente ortopedi-co, dal terapista al prepara-tore. Una comunità tra-sversale, che non fa solocapo ad istituzioni ben defi-nite, come Fifa, Uefa, Esskao Efost, ma coinvolgemigliaia di operatori chenel mondo si occupano conpassione di questo tema. IlCongresso si pone l’obietti-vo di creare un momento diconfronto internazionale incui 132 relatori raccontanola loro esperienza a centi-naia di loro colleghi prove-nienti da tutto il mondo.

    Come è strutturato ilprogramma delCongresso e quali sono igrandi temi che verrannotrattati?

    Il programma, suddiviso indue giornate, prevede 20 ses-sioni di lavori scientifici, cheavvengono in contempora-nea su tre aule. Il partecipan-te può quindi scegliere le ses-sioni più coerenti con la suaspecializzazione. I temi spa-zieranno dalla prevenzionealla diagnosi, dalla chirurgiaalla riabilitazione. Inoltre perevitare di perdere i contenutidelle sessioni che non saràpossibile seguire in diretta,saranno disponibili i CD conla registrazione delle relazio-ni di tutto il Congresso. UnSimposio Satellite, rivoltospecificatamente ai prepara-tori atletici, completerà ilavori nella giornata di lunedì14 marzo 2011.

    Cosa significa oggigestire la salute delcalciatore?

    Una volta che siamo tuttid’accordo sul concetto gene-rale di salute, definitodall'Oms non solo comeassenza di malattia, ma anchecome stato di completobenessere fisico, psicologico esociale, la risposta alla suadomanda dipende dai diversipunti di vista con il qualeapprocciamo questo tema.Il calcio possiamo conside-rarlo diviso in quattro macro

    categorie: la prima, quelladei grandi atleti che giocanonella Serie A, nella Liga spa-gnola, nella Premier Leagueinglese; la seconda, quelladei professionisti che gioca-no nelle serie minori; laterza, quella delle migliaia dicalciatori che giocano tra idilettanti; la quarta, ancorapiù numerosa, composta daitanti che, come me, giocanoil sabato o la sera semplice-mente per divertirsi.Ognuno di questi “calciato-ri” ha sfumature di salute dif-ferenti e per questo motivo ilCongresso è così articolatonel suo programma.

    Il Congresso quindi non sifocalizzeràesclusivamente sulcalciatore professionista,ma guarderà anche aimilioni di appassionatiche praticano questosport a vari livelli?

    Certamente sì per i motivisopra accennati, anche se cisaranno sessioni in cui siparlerà specificatamentedei professionisti, perchécome accade per esempionella formula uno, determi-nate intuizioni potrannoessere poi applicate anchenelle auto di serie.

    Le evidenze scientifichein medicina dello sportsono in continuosviluppo, a partire dallaprevenzione. Quale ilruolo dell'ortopediconella comunicazione alpaziente sportivo?

    L’ortopedico ha avuto eavrà sempre un ruolo fon-damentale perché dalpaziente è visto come iltraumatologo: quello cheprenderà le decisioni sulsuo trauma. Le figure leg-gendarie del professor

    Trillat, del professorPerugia o del professor Bonici saranno sempre, ma oggia mio avviso l’ortopedicoche vorrà interagire effica-cemente con il mondo delcalcio dovrà avere unavisione più ampia.L’evoluzione dei modelli diprevenzione, di analisi bio-meccanica e di diagnosticahanno creato figure profes-sionali con le quali dovràconfrontarsi e lo stessoavverrà sempre più anchecon chi si occupa dei proto-colli di cura e di riabilita-zione. Un mix di talentiche dovranno comunicareperché il risultato finalenon dipenderà solo da quel-lo che avverrà in sala ope-ratoria ma anche da quelloche ci sarà prima e dopo lachirurgia. Si vincerà insie-me e purtroppo qualchevolta si perderà insieme.

    Andrea Peren

    Medicina dello sport:un congresso per il calcioDal 12 al 13 marzo il XX Congresso Internazionale Isokinetic coinvolgerà i maggiori esperti nazionali nella medicina del calcio

    ""LLaa ssaalluuttee ddeell ccaallcciiaattoorree:: pprreevveennzziioonnee,, ddiiaaggnnoossii,,cchhiirruurrggiiaa ee rriiaabbiilliittaazziioonnee"" èè iill ttiittoolloo ddeell XXXXCCoonnggrreessssoo IInntteerrnnaazziioonnaallee ddii RRiiaabbiilliittaazziioonneeSSppoorrttiivvaa ee TTrraauummaattoollooggiiaa oorrggaanniizzzzaattoo ddaallCCeennttrroo SSttuuddii IIssookkiinneettiicc,, cchhee ssii tteerrrràà iill 1122 ee 1133mmaarrzzoo 22001111 aall PPaallaazzzzoo ddeellllaa CCuullttuurraa ee ddeeiiCCoonnggrreessssii ddii BBoollooggnnaa..TTaabbllooiidd ddii OOrrttooppeeddiiaa hhaa iinntteerrvviissttaattoo iill ddoottttoorrSStteeffaannoo DDeellllaa VViillllaa,, PPrreessiiddeennttee ddeell CCoonnggrreessssoo ee ddiiIIssookkiinneettiicc MMeeddiiccaall GGrroouupp,, CCeennttrroo MMeeddiiccoo ddiiEEcccceelllleennzzaa FFiiffaa,, uunnaa rreeaallttàà sseemmpprree ppiiùù ddiiffffuussaassuull tteerrrriittoorriioo ccaappaaccee iinn qquueessttii aannnnii ddiigguuaaddaaggnnaarree llaa ffiidduucciiaa ddeellllee mmaaggggiioorrii ssoocciieettààssppoorrttiivvee iittaalliiaannee,, aa ppaarrttiirree ddaa qquueellllee ccaallcciissttiicchhee,,cchhee aaffffiiddaannoo aallllaa ccoommppeetteennzzaa ddeeii CCeennttrriirriiaabbiilliittaattiivvii ii pprroopprrii aattlleettii aallllee pprreessee ccoonn iinnffoorrttuunniippiiùù oo mmeennoo ggrraavvii..

    XX CONGRESSO INTERNAZIONALE ISOKINETIC

    La salute del calciatore: prevenzione, diagnosi, chirurgia e riabilitazione

    Bologna, 12-13 marzo 2011

    Per informazioni e iscrizioni:Centro Studi Isokinetic (Cristina Zanetti)Tel. 051.2986814 - Fax 051.2986886

    [email protected] - www.isokinetic.com

    Stefano Della Villa

    Si terrà a Lecce (GrandHotel Tiziano e deiCongressi) dall'11 al 13marzo la seconda edizio-ne dello Sport MedicalMeeting, che sarà presie-duta da Antonio Aloisi,Direttore di ortopedia e tru-matologia all'OspedaleSanta Caterina Novella diLecce, e Luigi Molfetta,docente presso il Dipartimento di neuroscienze, oftalmolo-gia e genetica dell'Università di Genova.Titolo della tre giorni di lavori sarà "Sport, chirurgia ebiotecnologie fra business e scienza" e verrannodiscusse numerose tematiche cliniche: i sovraccarichifunzionali nell’atleta, la bioenergetica muscolare e l'ali-mentazione, l'artrosi precoce, le biotecnologie e i fatto-ri di crescita, l'osteoporosi, le lesioni meniscali, la chirur-gia dei legamenti, la patologia muscolare, le protesi.Non mancherà uno sguardo alle tecniche diagnostichee alle soluzioni farmacologiche, dalla viscosupplemen-tazione alla condroprotezione, e un'attenta disamina

    dei protocolli di riabilitazione.Il tutto grazie al contributo di chirurghi e medici dello sportche vantano una grande esperienza dal punto di vistasportivo.A completare l'ampio programma scientifico, nella matti-nata di domenica, due interessanti Corsi d'istruzione rivol-ti a ortopedici, fisiatri, laureati in scienze motorie e fisiote-rapisti: "La gestione integrata dell’atleta nel ritorno all’atti-vità agonistica" e " Tutori e ortesi nello sport".“Uno degli obiettivi da raggiungere con il Congresso è lacostituzione di una società scientifica nazionale che sioccuperà di traumatologia dello sport, avendo comefinalità primaria la formazione di quanti a vario titolo sioccupano degli atleti infortunati, in tutti gli sport e in tuttele categorie, avendo, spesso, pochissime competenze”ha dichiarato Aloisi.

    2nd Sport Medical Meeting

    Per informazioni

    Csr Congressi srlTel. 051.765357 - Fax [email protected] - www.csrcongressi.com

    Prevalenza degli infortuni nel calcio per distretto anatomico

    Antonio Aloisi