chiropratica nuovo orizzonte della salute # 21

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RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Gennaio 2012 - NUMERO 21 NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE Per Vernazza futura Filosofia chiropratica Chiropratica e bambini La medicina centrata sulla persona Controllo chiropratico? Ma io sto bene! Farmaci, Federanziani: 40 mila morti ogni anno Into The World 2011 L’avventura giorno per giorno! Il Tor des Geants, quando il limite è sempre più in alto! Il colpo di frusta: Le novità nel campo della chiropratica

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Rivista dell'Associazione Pro Chiropratica Italiana

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Page 1: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 21

rIvIStA PUBBLICAtA A CUrA DELL’ASSoCIAzIoNE Pro CHIroPrAtICA ItALIANA. SPEDIzIoNE IN ABB. PoSt. Gr. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Gennaio 2012 - NUMEro 21

NUOVO ORIZZONTEDELLA SALUTE

Per Vernazza futura

Filosofi a chiropratica

Chiropratica e bambini

La medicina centrata sulla persona

Controllo chiropratico? Ma io sto bene!

Farmaci, Federanziani: 40 mila morti ogni anno

Into The World 2011 L’avventura giorno per giorno!

Il Tor des Geants, quando il limite è sempre più in alto!

Il colpo di frusta: Le novità nel campo della chiropratica

Page 2: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 21

eDitore:Associazione Pro Chiropratica Italiana

reDaZione:ruelle Laurent revel, 2 - 11017 Morgex (Ao)

tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349www.chiropratica.com

E-mail: [email protected] responsabile: Enrica FErrI

reGistraZione:presso la cancelleria del tribunale civile

e penale di Aosta il 23-06-1995Pubblicità: A.P.C.I.

comitato Di reDaZione:Enrica Ferri

Louise La rueAntonio Gil

Baiju Khanchandani

impaGinaZione GraFica e stampa:tipografi a Marcoz s.n.c.

Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 Morgex (Ao)tel. e fax 0165.809640

L’Editore non si assume alcuna responsabilitàcirca dati, opinioni o conclusioni espressi

dai vari collaboratori di questa pubblicazione.

Di questo numero sono state stampate

15.000 copie

SommarioDicembre 2011: 10 anni con voi! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3Farmaci, Federanziani: 40 mila morti ogni anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 5controllo chiropratico? ma io sto bene! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 7il tor des Geants, quando il limite è sempre più in alto! . . . . . . . . . . . . “ 9Filosofi a chiropratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 12into the world 2011. l’avventura giorno per giorno! . . . . . . . . . . . . . . “ 14per vernazza futura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 30il colpo di frusta: le novità nel campo della chiropratica . . . . . . . . . . . “ 34la medicina centrata sulla persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 40chiropratica e bambini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 43leggi e vivi altre vite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 45

NUovo orIzzoNtEDELLA SALUtE

to the incredible

StiRA ditA

L’uso degli Stira dita Healthy toes può portare benefi cio alle seguenti sindromi: dolore al piede, sciatalgia, calli, dita a martello, tendini di Achille infi ammati, caduta degli archi plantari, fascite plantare, vene varicose, trombofl ebiti.

Il piede e le dita del piede trarranno molti degli stessi benefi ci che il vostro corpo riceve quando fa stretching. All’inizio sentirete uno stiramento che potrebbe gene-rare un pò di fastidio, non esagerate nello stiramento. Come tutti gli esercizi biso-gna cominciare gradatamente e più li userete, più lo stiramento renderà le vostre dita dei piedi morbide e rilassate.

Gli stira Dita healtly toes possono aiutare a:• Aumentare l’equilibrio, il movimento articolare e la coordinazione• Diminuire i dolori al piede• Ripristinare la normale dinamicità e elasticità del piede dinamicamente attivo• Correggere i disallineamenti tra ossa/cartilagine/tessuti del piede• Migliorare la circolazione e eliminano le tossine che si accumulano• Migliorare la postura, il tempo di reazione del piede, la resistenza alla fatica• E molto altro...

canadian rockiesFoto di ruggero zen

www.cojeda.com

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3Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

Dicembre 201110 anni con voi!Louise La RuePresidente Associazione Pro Chiropratica Italiana

L’opinione del Presidente

La rivista Chiropratica, nuovo orizzonte della salute, è una rivista nata nel 2001 dalla mia voglia di fare scoprire questa disciplina, conosciuta poco e soprattut-to male, in Italia. Ho 58 anni e conosco la chiropratica da più di 45 anni, essendo io stessa stata paziente di un chiropratico in Canada, dopo un incidente in motorino. La chiropratica era già riconosciuta allora dal servizio sanitario canadese e poi, ironia della sorte, ho anche sposato un chiropra-tico; perciò, arrivando in Italia con la fami-glia (essendo mio marito italiano) mi sono resa conto che mio marito era chiamato con nomi strani come mago, rabailleur, conciaossa, giustaossa ecc. e mi dicevo “ma come è possibile che qui non si sappia cos’è la chiropratica, che sia molto mesco-lata con la parola chiromanzia”, insomma strane situazioni sorprendenti al punto che anche molti medici erano scettici cir-ca la chiropratica. Spesso, lavorando come assistente chiropratica con mio marito, ho trovato pazienti che mi hanno detto “che la chiropratica non è scientifica, non è uf-ficiale, che il mio medico mi ha detto di non farmi mettere le mani addosso”... Boh che strano, mi dicevo! Mi sono accorta che molto spesso questi medici non sapevano nemmeno che cosa fosse la chiropratica. Ma scientifico in fin dei conti cosa vuol dire? La laurea in chiropratica consiste in 5 anni universitari insegnati in paesi come gli Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Spagna, Francia, Danimarca, Africa del Sud, Corea, Australia ecc. e allora è sicuramente scien-tifica visto che si insegnano materie come anatomia, fisiologia, biologia, farmaco-logia, ginecologia, radiologia, ecc, ecc. E allora? Purtroppo ormai tutto deve essere giudicato in maniera scientifica, sotto la

scienza e dalla scienza. Quello che gli scien-ziati di oggi scoprono non necessariamen-te era sbagliato visto con l’ottica di prima e non vuol dire che sarà in assoluto il giusto di domani; non tutto ciò che gli scienzia-ti di un tempo avevano decretato come giusto si è poi rivelato sempre tale con il passare del tempo, (vedi la fluorinazione dell’acqua o i vari medicinali cancerogeni che hanno dovuto essere tolti dal merca-to. A questo proposito vi invito a leggere l’articolo di Federanziani sulle reazioni av-verse dei medicinali in Italia). Ultimamen-te sembra che solo ciò che viene definito scientifico, riproducibile, prevedibile sia accettabile, si dà un po’ troppo potere alla parola scienza e tale potere porta al non accettare quello che è diverso, quello che non si riesce a spiegare e che non si riesce, ancora, a capire (Leggete a tal proposito l’articolo del dottor Sarsina sulla medicina centrata sulla persona).Questa rivista è stata creata giustamente per mettere al corrente il pubblico circa la realtà della chiropratica ed il suo sviluppo filosofico, scientifico ed umano! Da più di 10 anni, il numero zero uscì nel dicembre del 2001, da 21 numeri mi sforzo di pub-blicare articoli di vari generi che servono a farvi capire e scoprire tutte le sfaccetta-ture della chiropratica. Abbiamo parlato di chiropratica in generale, di chiropratica veterinaria, di chiropratica pediatrica, di chiropratica per l’età d’oro, di chiroprati-ca e odontoiatria, di filosofia chiropratica. Abbiamo dato la parola ai lettori, dai loro viaggi alle loro passioni, dai loro exploit ai loro hobby ed alle loro esperienze con la chiropratica, abbiamo dato voce agli stu-denti in chiropratica che ci raccontavano le loro avventure e le loro pene nel corso

degli studi, abbiamo dato voce ai chiropra-tici per lasciarli parlare della loro scienza, arte e filosofia, ma soprattutto abbiamo provato a farvi capire, in modo semplice, a volte umoristico, a volte serio, tutto ciò che la chiropratica è, rappresenta, può essere e può fare per voi e la vostra salute.Continueremo a farlo, spero per atri 10-20 anni ed altri 100 numeri, e vorremmo continuare a farlo sempre di più con voi, cari lettori! Se avete esperienze belle ed interessanti con la chiropratica, se la chiro-pratica vi ha aiutato, se solo volete scrivere delle vostre passioni, non esitate a farlo e a mandarci i vostri articoli e le vostre foto.In questi 10 anni la chiropratica, grazie allo sforzo dell’Associazione Italiana Chiropra-tici e dell’Associazione Pro Chiropratica Ita-liana ha raggiunto un risultato incredibile che era stato perseguito fin dalla fonda-zione dell’AIC nel lontano 1974: il ricono-scimento ufficiale, nel 2008, da parte dello stato della professione chiropratica.Finalmente anche in Italia la professione chiropratica è stata riconosciuta come professione sanitaria primaria come nel-la maggior parte dei paesi progrediti del

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NUovo orIzzoNtE DELLA SALUtE

4 L’opinione del Presidente

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mondo e, forse, il merito va anche a questa rivista che, nel corso degli anni, ha saputo migliorarsi, aumentando costantemen-te sia il contenuto scientifico sia la parte, per così dire, di intrattenimento, ma sem-pre conservando un equilibrio che fa in modo che i pazienti aspettino sempre con

piacere l’uscita del numero successivo.Grazie a tutti i chiropratici che hanno con-tribuito con articoli, grazie agli studenti ed ai lettori, grazie ai medici, ai dentisti e a tutti coloro che hanno trovato il tem-po di mettere su carta le proprie idee e mandarcele, ma soprattutto, continuate a

farlo perché la rivista è anche vostra! Po-tete leggere, consultare e scaricare tutti i vecchi numeri delle riviste dal sito www.chiropratica.com sotto la sezione “riviste pro-chiropratica”.

Buona lettura.

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5Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

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Medicina

“Quello di Federanziani è uno studio molto importante perché mostra il potenziale di pericolo delle reazioni avverse e della non gestione”, così il direttore generale dell’AIFA Guido rasi ha commentato la presentazione dello studio di Federanziani sulle conseguen-ze delle reazioni avverse ai farmaci in Italia. Lo studio, elaborato dal centro studi SIC Sanità in Cifre di Federanziani, e presentato ieri dal presidente rober-to Messina, ha compiuto una scrupo-losa indagine in materia, passando al setaccio 95 studi pubblicati negli Usa. I ricercatori di SIC hanno comparato i numeri americani sia demografici che economici con la popolazione ed i costi sanitari italiani, facendo emergere un quadro spaventoso. In Italia sarebbero circa 40.000 morti l’anno, 1.752.000 le giornate di degenza legate alle ADrs (adverse reaction), 3,4 milioni le visite in pronto soccorso, con stratosferico numero di accessi di 23.000.000 di pre-stazioni medico-sanitarie non necessa-rie e, ciliegina sulla torta, 630.000 giorni di prolungamento del tempo di degen-za che potevano essere evitati, che

portano, sempre secondo il rapporto “Demografia e costi tra Italia e America”, ad una stima di 10 miliardi di euro di co-sto in più alla collettività. Questi i dati relativi all’Italia, Paese in cui non è mai stato realizzato alcuno studio appro-fondito in materia. I dati, se confermati da una futura ed auspicabile ricerca da far eseguire da commissioni ed uffici

competenti, non potranno che avere, secondo gli esperti di SIC, un indice di scostamento del +/- 20% rispetto ai dati Usa. “Lo studio si rifà ad una realtà americana non assimilabile per fortuna alla nostra - prosegue il direttore gene-rale dell’AIFA - noi abbiamo una rete di medicina del territorio che sicuramente porta a numeri inferiori a quelli; e so-

Comunicato stampa Federanziani del 07/07/2011

Farmaci, Federanziani: 40 mila morti ogni anno e 10 miliardi per reazioni avverse

UtILIzzAzIoNE DELLE rISorSE PEr LA SALUtE E CoStI CoNNESSI ALLA MorBIDItà E MortALItà CAUSAtE DA ProBLEMI FArMACo-CorrELAtI NEGLI StAtI UNItI CoMPArAtE CoN LA PoPoLAzIoNE ItALIANA.

Numerodi eventi

Costo (x 1000)in dollari

popolazioneUSA

popolazioneItalia

Numero dieventi Italia

Costo x 1000(in Dollaro)

Costo x 1000(in Euro)

visite mediche 115.654.949 7.459.744

300.000.000 60.000.000

23.130.990 1.491.949 1.027.186,07

farmaci aggiunti 76.347.604 1.933.121 15.269.521 386.624 266.185,23

visite in pronto soccorso 17.053.602 5.320.723 3.410.720 1.064.145 732.643,17

ricoveri ospedalieri 8.761.861 47.445.477 1.752.372 9.489.095 6.532.195,84

Prolungamento tempo di degenza 3.149.675 14.398.644 629.935 2.879.729 1.982.375,96

Morti 198.815 0 39.763 0 0

totale 76.577.709 15.311.542 10.540.586,27

A sinistra il direttore generale dell’AIFA Guido Rasi e a destra Roberto Messina, presidente del centro studi SIC Sanità in Cifre di Federanziani.

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Medicina

prattutto consente ad iniziative come la vostra, soprattutto se sarà aggan-ciata ad una rete di farmacovigilanza italiana, che è una delle più efficenti, di portare a quella potenza totale del network che è il presupposto perché questi numeri calino in fretta”. Numeri che tuttavia restano ancora da defini-re, al di là delle possibili stime, con un lavoro da parte delle istituzioni che ancora manca. Ciò che più preoccupa il centro studi di Federanziani è il fatto che le ADrs rappresentano la quarta causa di morte negli Usa. Ma per la domanda su quale sia la situazione Italia non è ancora disponibile alcuna risposta ufficiale in mancanza di studi approfonditi in materia. Infine, considerando che in Francia, Germania e Gran Bretagna fra il 1961 ed il 1993 sono stati ritirati dal commercio per ragioni di sicurezza 126 farmaci, l’87% dei quali a causa di gravi reazioni avverse, il centro studi SIC di FederAn-ziani non ha trovato riscontri significa-tivi su ritiri dal commercio per ragioni

di “sicurezza” in Italia, come hanno fat-to gli altri. FederAnziani, a seguito di questo scioccante studio, ha proposto all’AIFA di poter ottenere un modulo, preparato dall’Agenzia del Farmaco, da

poter far compilare a tutti i suoi iscrit-ti segnalando così eventuali reazioni avverse, poiché per pigrizia, mancan-za di tempo e volontà, le segnalazio-ni che pervengono tramite farmacie, medici, ospedali e asl, alla competen-te Commissione di farmacovigilanza sono al di sotto delle soglie accettabi-li. “Purtroppo - spiega il presidente di Federanziani roberto Messina - non possiamo non rimboccarci le maniche facendo un lavoro che non ci compete, ma essere uccisi dalla superficialità e dalla leggerezza con cui si affrontano questi problemi è inaccettabile. Inoltre essere privati di prestazioni che non ci vengono erogate per problemi di bi-lancio o non poter accedere ai farmaci sempre a causa di problemi di bilancio, non ci sta più bene” . Il presidente ha concluso che “dieci miliardi di euro in reazioni avverse ai farmaci rappresen-tano circa il 10% dei fondi stanziati in sanità, e quelle 40.000 morti “bianche” dovrebbero far vergognare chi non tenta di evitarle”.

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7Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

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Chiropratica e postura

Quante volte avete sentito questa frase? Se siete dottori quante volte avete chiesto ad un vostro paziente perché non era più venuto a farsi controllare e lui ha risposto così? Se siete paziente quante volte hanno magari fatto a voi questa domanda e voi avete risposto così? In queste prossime ri-ghe vorrei far capire il perché è importante mantenersi controllati regolarmente da un chiropratico, anche se non si hanno dolori.viviamo in un mondo in cui la maggior parte della gente non ascolta il proprio corpo e agisce solo quando si accorge che c’è qualcosa che non va, perché il dolore diventa davvero insopportabile; ebbene, quando sentiamo dolore non è altro che il nostro corpo che sta cercan-do di dirci cosa c’è che non va; però è anche vero che quando c’è dolore è per-ché è successo qualcosa che si sarebbe potuto evitare.Lo sapevate che la maggior parte dei “blocchi” che abbiamo sono silenti e non causano dolore?... Io stesso mentre sono qui a digitare queste parole devo ammet-tere che sono seduto in una posizione non tanto corretta e probabilmente i miei muscoli stanno lavorando male, facen-domi correre il rischio di sovraccaricare la mia schiena e bloccarmi, però ne ho la consapevolezza, e soprattutto mi faccio controllare regolarmente.La differenza è tutta lì e consiste nell’es-sere consapevoli di quelle piccole e semplici cose che possono aiutare nella vita di tutti i giorni; per esempio quanti uomini tengono il portafogli nella tasca posteriore dei pantaloni? Lo sapevate che la pressione che questo esercita sui muscoli e sul nervo sciatico riproduce

gli stessi sintomi di una protrusione di-scale o della sciatica? Ebbene si! Invece che imbottirsi di antidolorifici per i dolori alla schiena basta una semplice “portafo-gliectomia” (rimuovere il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni e iniziare a portarlo in una qualsiasi altra tasca della giacca) e vedrete che i dolori si dimezze-ranno in breve tempo. Un altro “brutto vi-zio” che ha la maggior parte delle donne è quello di tenere le gambe sempre acca-vallate; questo non solo può causare una

torsione del bacino, ma addirittura può influire sulla circolazione sanguigna delle gambe facendo diminuire la sensibilità e rendendo più difficile l’afflusso di sangue ossigenato.Qualsiasi chiropratico può darvi questi con-sigli, basta solo farvi controllare, il problema è che se queste cose non ci vengono dette non possiamo immaginarle. Il primo intervento contro i dolori nella maggior parte dei casi è sempre farma-cologico (antidolorifici, antiinfiammatori)

Controllo chiropratico?Ma io sto bene!Dr. Joseph Luraschi D.C.

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i quali, mascherando il dolore, ci permet-tono di andare avanti, come se niente fosse, con la nostra vita e le nostre attività quotidiane; il problema però, è quando l’eff etto svanisce e noi stiamo peggio di prima, perché non avendo avuto il dolore a “limitarci” nelle comuni attività giorna-liere abbiamo vissuto la nostra giornata pensando che il problema fosse magica-mente sparito.Quando un medico o uno specialista del-la salute (qualsiasi esso sia) vi dice “questo farmaco ti cura questo” oppure “vieni che ti curo questo facendo così” sbaglia già in par-tenza perché l’unica cosa che fa guarire il nostro corpo è il corpo stesso ed i chiropra-tici aiutano il corpo a guarire più in fretta. Il vostro chiropratico è in grado di trova-re quei problemi nascosti che, se lasciati intrattati, causerebbero un sovraccarico

del sistema neuro-muscoloscheletrico trasformandosi in qualcosa di più grave; anatomicamente parlando i muscoli sono ancorati alle ossa, se le ossa sono fuori po-sto il sistema nervoso comunica male e i muscoli fanno fatica a lavorare corretta-mente, si infi ammano e sentiamo dolore; possiamo rilassare il muscolo in questione con massaggi o altre terapie manuali o farmacologiche, ma se il tutto è iniziato a causa dell’osso fuori posto il problema si ripresenterà ogni volta che riutilizzeremo quel muscolo. Quello che io personalmente cerco di instaurare nei miei pazienti è la consape-volezza del proprio corpo, delle proprie azioni e della propria postura perché quelli di voi che mi conoscono sapranno che una delle mie frasi preferite è: “Non è importante CoSA facciamo ma CoME

lo facciamo”. Non esiste niente al mondo che “fa male fare”, una cosa fa male solo se viene fatta male; tendiamo sempre ad associare i dolori ad un’azione brusca e pesante (ad esempio sollevare uno scato-lone pesante o fare uno sforzo eccessivo) quando invece per anni e anni abbiamo fatto anche il più comune dei movimenti (come alzarci dal letto la mattina o stare davanti al pc) in modo sbagliato.ricordate che tra il NoN AvErE DoLo-rE e lo StArE BENE c’è una grandissima diff erenza... dipende tutto da voi, volete non avere dolore o volete stare bene? Se la risposta “è stare bene” allora prendete appuntamento dal vostro chiropratico o da quello di un vostro familiare/amico e fatevi controllare perché mentre leggete queste mie righe potete stare bene... ma non sapete quanto meglio potreste stare.

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Chiropratica e postura

Joseph Luraschi si è laureato in chiropratica all’Anglo-European College of Chiropractic (AECC) a Bournemouth in Inghilterra nel 2009 ed attualmente si sta specializzando in chiropratica sportiva. Cresciuto tra le valli del Lago di Como, grande appassionato di sport (sulle acque del lago d’estate e sulle nevi delle Alpi d’inverno), Joseph ha giocato a calcio a livelli semiprofessionistici sia in Italia che in Inghilterra. Nel luglio 2009 è stato uno dei 4 studenti selezionati a partecipare ad una missione chi-ropratica di volontariato all’Aquila, in Abruzzo, per aiutare terremotati, volontari della Croce rossa, vigili del fuoco e militari. Dopo un anno con la squadra di pallacanestro femminile di serie A1 “Pool Comense” ora segue gli atleti disabili della PoLHA varese e lavora privatamente a Como, Saronno, Lainate e Milano.

Breve curriculum vitae

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9Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

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I nostri lettori

Mi chiamo Massimiliano, ho 42 anni, sono sposato, ho un figlio, Alessandro di 10 anni, e sono un trailer amatoriale a cui piace molto la corsa in montagna, anche se tra lavoro e famiglia manca sempre il tempo per gli allenamenti.Il tor des Geants, (che tradotto dal dia-letto valdostano in italiano diventa Giro dei Giganti) è una competizione estrema che parte ed arriva a Courmayeur ai pie-di del Monte Bianco dopo aver percorso l’Alta via 2 e l’Alta via 1, in un tragitto ad anello, per un totale di 332 km e 24.000 metri di dislivello positivo. ( il che vuol dire, per coloro che non lo sanno, che quei 24.000 metri bisogna anche farli in discesa...) Il tutto in un massimo di una settimana di corsa...Credo che le motivazioni che possono spingere una persona ad affrontare una sfida di questo genere siano molteplici, personalmente la volontà di misurare le mie capacità di resistenza fisica e soprat-tutto mentale.Così l’8 gennaio 2011 alle 22.00 ho aper-to il sito della gara ed ho inviato la mia adesione, scoprendo che, nonostante avessero aperto le iscrizioni solo due ore prima, ero già il 290° iscritto su un massimo di 500 concorrenti ammessi, limite raggiunto appena tre giorni dopo l’apertura.La settimana prima della partenza faccio una visita al mio Chiropratico di fiducia, Eddy Pellissier, che mi ha salvato dal mal di schiena e dal male al ginocchio sini-stro che mi perseguitava da quasi tre mesi, per un trattamento rigenerante prima delle fatiche che mi aspettano.Sabato 10 settembre 2011 nel tardo

pomeriggio, con il mio borsone pieno di tutto quello che ritenevo potesse es-sermi utile, tra abbigliamento tecnico di ricambio e materiale vario, mi metto in viaggio per raggiungere Courmayeur. Appena arrivato all’albergo scarico la mia roba in camera e mi avvio verso il Forum Sport Center per ritirare il petto-rale di gara, il braccialetto con il micro-chip per il cronometraggio e la borsa dove mettere tutto il necessario per la settimana di corsa.tornato in albergo ho preparato la borsa da riconsegnare al Forum Sport Center per il trasporto alla prima base vita, l’ho riportata e sono tornato a cenare in al-bergo. Alle 21.45 ero nel letto a dormire. Mi addormento subito e riesco a dor-mire abbastanza bene nonostante la tensione sia abbastanza alta Sveglia alle 8.00, colazione e poi scrupolosa prepa-

razione dello zainetto, l’acqua nel camel-bag, sali minerali nella borraccia, le lam-pade frontali con le batterie di ricambio, il kit di primo soccorso, i guanti, il k-way, un capo pesante per la notte e un po’ di scorte alimentari Poi dopo una doccia ri-generante, segue la vestizione, le scarpe e finalmente sono pronto a vivere que-sta straordinaria esperienza!Lascio le chiavi dell’auto, che resta nel ga-rage dell’hotel, al responsabile nella hall e mi avvio verso Piazza Abbey dove si trova il luogo della partenza. Mentre mi avvici-no sento salire la tensione e mille dubbi ed incertezze mi assalgono, guardando gli altri concorrenti comincio a convin-cermi che sto facendo una pazzia...Fortunatamente alcuni amici, con i quali spesso ci si ritrova a gareggiare insieme (Stefano, raffaella, Antonio e Patrizia con il marito), sono venuti ad incoraggiarmi per la partenza e la cosa si rivela vera-mente molto positiva; li saluto, un ab-braccio e mi incammino verso l’ingresso dell’area di partenza e lì dentro l’adre-nalina mi sale a mille, incentivata dallo speaker che ci carica come delle molle. Pochi minuti dopo, sulle note della can-zone di Giovanotti “ ... il più grande spet-tacolo dopo il big ben siete voi...”, viene dato il via, alle 10.00 in punto... Improv-visamente l’euforia sale e l’adrenalina lascia il posto alla voglia di riuscire a fare bene... Parto come un matto nel grup-petto di testa in mezzo ad ali di folla che ci incita con campanacci e trombe ed una scia di trailer si snoda per il centro di Courmayeur come un lungo serpento-ne, ma il passo dei primi è decisamente troppo veloce e appena fuori dal paese,

Il Tor des Geants,quando il limite è sempre più in alto!Cogo Massimiliano

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non appena inizia il sentiero che ci porta verso il primo colle, rallento un pochino fino a prendere il passo giusto e proprio qui scopro che l’idea di partire nel grup-petto dei primi si è rivelata molto azzec-cata poiché subito si crea un imbuto che costringe i concorrenti più indietro a fer-marsi per incolonnarsi nel sentiero.I colli si susseguono uno dietro l’altro e alla fine ne abbiamo superati ben 25 ol-tre i 2000 mt di altitudine...Durante tutta la gara ho avuto due gros-se crisi, una di fame, dopo appena due ore di corsa, quando decido di mangiare un pezzo di una barretta ai cereali per paura di disidratarmi e non riuscire poi a mandare giù più nulla, come mi era già capitato in passato ed invece si verifica esattamente la reazione opposta.Fino a lunedì sera non riesco più a man-giare nulla, poi provo ad ingoiare un po’ di brodo caldo e miracolosamente mi sblocca tutto e fino alla fine non ho più problemi con l’alimentazione.La seconda grossa crisi è arrivata mer-coledì sera ed è durata praticamente fino alla fine della gara, un dolore al gi-nocchio destro, credo un’infiammazio-ne al tendine rotuleo, che non mi dava fastidio in salita ma mi ha tormentato in ogni discesa facendomi arrivare addi-

rittura a correrle all’indietro. Fortunata-mente quando si è presentato il dolore ero già ben oltre la metà della gara, per cui la voglia di concludere un’impresa per me titanica come questa ha preval-so sulla voglia di fermarsi e placare la sofferenza.In realtà verso la fine ho avuto anche una piccola crisi di sonno dopo che non ho più dormito da venerdì mattina alle 3 fino a sabato all’arrivo, sabato mattina mentre camminavo salendo verso il rifu-gio... mi è preso un colpo di sonno e mi sono ritrovato a terra sul lato destro della carrettiera che stavo percorrendo.In una settimana di gara ho dormito com-plessivamente circa 5 ore e 30 minuti.Stupenda è stata l’accoglienza delle persone che ho incontrato lungo tutto il percorso sempre pronte ad incitarmi come se fossi tra i primi, così come gli innumerevoli volontari che hanno assi-stito la gara nei punti di ristoro e nelle basi vita, dove c’era anche la possibilità di dormire qualche ora, sempre disponi-bili e pronti ad incoraggiarmi.Sono arrivato a Courmayeur al traguar-do sabato pomeriggio, dopo 149 ore 50 minuti e 59 secondi in 298° posizione su 300 arrivati e su circa 500 partiti, accolto dalle maschere folcloristiche in maniera

incredibile tra applausi e congratulazio-ni facendomi sentire un vero top trailer e soprattutto ricevendo l’abbraccio più ambito e sperato, quello di mio figlio Alessandro e di mia moglie tiziana.Ho vinto la mia sfida personale grazie alla mia forza di volontà ed alla mia te-stardaggine che spesso mi permettano di superare anche le crisi più dure.Sulla mia maglietta mi piace sempre portare gli stemmi dell’AvIS che pro-muove la donazione del sangue e dell’UGI (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini), un’organizzazio-ne no profit che aiuta e dà assistenza ai bambini malati di tumore ed alle loro fa-miglie durante il ricovero in ospedale ed il decorso della malattia.È senz’altro stata un’esperienza di vita incredibilmente impressionante e densa di emozioni che purtroppo non sono de-scrivibili in un articolo, ma le notti corse sotto la luna piena da solo, unicamente con la luce della lampada frontale che illuminava il mio cammino, mi hanno permesso di riflettere su molti temi della nostra vita quotidiana, arrivando a con-clusioni a volte davvero inimmaginabili. Non credo la ripeterò il prossimo anno, anche perché mi piace sempre cambiare percorso, vedere posti nuovi, per cui cer-cherò qualche altra bella sfida da affron-tare, sempre più consapevole delle mie capacità di adattamento e di superare gli ostacoli che via via mi si presentano.ringrazio tutti gli amici che mi hanno se-guito, giorno per giorno, durante lo svol-gimento della gara, dal sito della corsa, i compagni di avventura conosciuti in gara, tutti coloro che hanno reso pos-sibile la realizzazione di una simile stra-ordinaria manifestazione (organizzatori, associazioni ed enti) e naturalmente il mio amico Eddy Pellissier per aver risi-stemato il mio povero corpo assai pro-vato dall’esperienza vissuta.

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11Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

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La visione chiropratica della salute e del-la malattia si basa su due concetti fonda-mentali: la struttura e le condizioni del cor-po infl uenzano la sua possibilità di auto guarirsi e nonostante la chiropratica abbia in comune molte cose con altre discipli-ne mediche, l’enfasi e l’attenzione posta sulla fi losofi a la distinguono dalla medi-cina moderna. La fi losofi a chiropratica ha come fi ne, per il ripristino della salute, un approccio olistico (di tutta la persona) che include elementi fi sici, spirituali e menta-li e sostiene che il benessere dipende da strade che rispettano le leggi della natura e che deviare da tali strade risulta una per-dita di salute e produce l’insorgere della

malattia. Intendiamoci bene, non vuol dire che il dottor Pellissier prescrive ai suoi pa-zienti di andare in giro scalzi e vestiti con una pelle di daino, di meditare due ore al giorno, che bisogna mangiare solo quel-lo che coltiviamo da soli e che dobbiamo abbracciare gli alberi... Ma vuol dire che dobbiamo comunque prestare un po’ più di attenzione a quello che mangiamo, a quanto siamo sedentari, a come trattiamo i nostro corpo e che la vita non è solo casa, lavoro e famiglia ma abbiamo bisogno an-che di una parte di divertimento e relax.Questa fi losofi a chiropratica include:1. Enfasi sulle qualità recuperative del cor-

po invece che operazioni chirurgiche.

2. Il riconoscere che esistono connessioni tra lo stile di vita, l’ambiente e la salute.

3. Capire la causa della malattia ed elimi-narla invece di trattare solo i sintomi.

4. Centralità del sistema nervoso e la sua innata capacità di governare il corpo.

5. valutare pro e contro degli interventi chirurgici.

6. valutazione primaria dei miglioramenti attraverso diagnosi accurate

7. Un approccio fi sico (manuale) sul pazien-te al fi ne di infl uenzare la funzione del corpo attraverso la struttura corporea.

8. Focalizzazione su prevenzione e dia-gnosi di sindromi che sono funzionali e reversibili.

Filosofi a chiropraticaDr. Eddy Pellissier D.C., C.C.S.P.Già Presidente Associazione Italiana Chiropratici

Chiropratica e fi losofi a

DIFFERENTI FILOSOFIE

Da quando è stata scoperta la natura del DNA, la scienza biomedica è stata fondata sulla convinzione che la struttura, la funzione e la salute di un organismo siano direttamente o indirettamente regolate dai suoi geni. Ciò ha condotto al concetto di Supremazia del DNA, la convinzione che i nostri tratti fi sici e comportamentali siano controllati dal codice genetico. Gli scienziati hanno poi compiuto un passo ulteriore, sviluppando in seguito l’idea di determinismo genetico, la nozione secondo cui la nostra salute e il nostro destino sono “predeterminati” nel nostro codice ereditario. Di conseguenza, il fatto che una manipolazione chiropratica “esterna” possa alterare l’espressione del sistema disturba la medicina convenzionale.Una principale fonte di disaccordo tra i professionisti della medicina allopatica e quelli della chirorpatica appare evidente non appena si consideri come ciascuna delle due professioni percepisce il fl usso di informazioni nei sistemi viventi. Per la medicina al-lopatica, lo schema è il seguente. I geni rappresentano la fonte di controllo interna. L’espressione cellulare gene-mediata di tessuti periferici e organismi è trasmessa internamente al midollo spinale. Poi queste informazioni sono inviate, risalendo il midollo, al cervello. Essenzialmente questo percorso può essere descritto così: Esterno>Interno>(dal)Basso>(verso l’)Alto (E-I-B-A). Al contrario, la fi losofi a fondamentale della chiropratica, quale fu defi nita da D.D. Palmer (prima di essere modifi cata da B.J. Palmer), percepisce il fl usso di informazioni a partire da una fonte esterna, l’Intelligenza Universale. ogni singolo essere ha bi-sogno di un porzione eterna “metamerizzata” - il cosiddetto Innato - di quella intelligenza (pagg. 494 e 496, the Science, Art and Philosophy of Chiropractic). Benché l’Innato non sia localizzato, la sua sede di controllo è il cervello. Dal cervello l’Intelli-genza Innata viaggia lungo il midollo spinale e, dal midollo spinale, verso la periferia, un percorso che si può sintetizzare come Alto>Basso>Interno>Esterno (A-B-I-E).Il nodo cruciale della controversia risiede nel fondamento fi losofi co di ciascuna pratica. Il principio A-B-I-E della chiropratica è diame-tralmente opposto a quello E-I-B-A della medicina. E poiché “la ragione è del più forte”, la popolosa compagine della scienza conven-zionale sostiene l’incontestabilità del proprio dogma e sconfessa le convinzioni del gruppo meno numeroso dei chirorpatici.

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Chiropratica e fi losofi a

La fi losofi a chiropratica mette assieme un misto di convinzioni, diagnosi, pensiero critico, apertura mentale e rispetto per l’or-dine naturale delle cose: la chiropratica si basa sulla relazione tra il paziente e l’am-biente e questa relazione è la chiave del mantenimento della salute.voglio farvi un esempio molto semplice, visto che esistono quattro tipi di sistemi sanitari:A. non fare nienteB. trattamenti a base di farmaci ed opera-

zioni chirurgicheC. trattamenti basati su altro purché non

farmaci ed operazioni chirurgicheD. Chiropratica (ADIo - Above, down, insi-

de, out ovvero in italiano Alto > Basso > Interno > Esterno (ABIE)

Mi dispiace dover fare una precisazione per la chiropratica (ABIE) ma purtroppo, ormai, i nostri studenti che terminano gli

studi o i chiropratici neo laureati, spesso hanno la fi losofi a dei sistemi B, C e D mi-schiata assieme, sia perché generalmente trattati per tutta la loro vita con prevalenza di numero B sia perché le scuole chiropra-tiche non insegnano più (abbastanza) la fi losofi a chiropratica. Per inciso i modi B e C hanno fi losofi e mec-canicistiche: il corpo è debole, le infl uenze esterne sono più forti del corpo ed il corpo stesso necessita di aiuto esterno per gua-rire, (tra l’altro questo tipo di fi losofi a è un problema anche in chiropratica in quanto alcune legislazioni stanno dando ai chiro-pratici la possibilità di prescrivere alcuni tipi di medicinali).I sistemi C e D hanno una fi losofi a naturale simile (tutte e due non accettano farmaci,

generalmente artifi ciali e con molti eff et-ti dannosi, ma si concentrano su prodotti naturali) ma con una diff erenza fonda-mentale: il quarto sistema, la chiropratica, si basa su di un corpo che può guarirsi e regolarsi da solo attraverso una corretta comunicazione mente-corpo. Se il cervel-lo (l’Innato), si esprime al 100% delle sue possibilità grazie alle cure chiropratiche, il corpo può mantenere lo stato ottimale di benessere senza aiuti esterni. La salute scorre dall’alto in basso, da dentro a fuori grazie all’Intelligenza Innata.tutti i chiropratici dovrebbero risolvere questo dilemma fi losofi co da soli: tenere i piedi nella stessa scarpa non fa altro che creare tensioni e problemi che verranno al pettine più tardi nel corso degli anni.

Chiropratico dal 1983, laurea conseguita presso il Canadian Memorial Chiropractic College, a toron-to (Canada), dopo anni di esperienza in quel Paese rientra in Italia nel 1991 e per otto anni detiene la presidenza dell’Associazione Italiana Chiropratici dal 1995 al 2003.Si specializza in chiropratica sportiva (è maestro di sci fi n dal 1975) e nel corso degli anni si occupa delle squadre nazionali italiane di Snowboard, Sci nautico, Ski-arc e Skyrunning. Nominato “Chiro-pratico dell’anno” dall’AIC nel 2000. relatore in vari congressi, da alcuni anni si occupa di scrivere articoli e diff ondere la chiropratica attraverso tutti i canali possibili tenendo anche lezioni di fi losofi a chiropratica nelle scuole di chiropratica europee.

Breve curriculum vitae

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Chiropratica: into the world 2011

Siamo al 90o giorno di viaggio, che a dir-lo in mesi sembra poco, ma in quanto ad esperienza di vita sembra eterna! Penso di aver imparato di più in questi 2 mesi che in tutta la mia vita! Imparare tramite l’esperienza diretta è una benedizione ed è moooolto più semplice.viaggiare in questo modo sembra stra-no a dire ma è un lavoro! tutto è un’ in-cognita! Devi veramente vivere giorno per giorno ed adattare costantemente il tuo essere alla situazione! La vita da noi è semplice: ti alzi, apri il frigo, fai colazio-ne, prendi un mezzo pubblico, vai al la-voro, mangi, torni a casa, fai una doccia calda, guardi la tv e via dicendo. Sem-plicissimo ma super noioso! Entriamo troppo facilmente in un circolo vizioso e non riusciamo più ad apprezzare le pic-cole cose!Il backpacking invece è l’opposto! Non hai nessuna certezza! E quando dico nes-suna, intendo nessuna! L’unica cosa che sai è quanto è il tuo budget quotidiano e che sei libero di fare assolutamente ciò che vuoi! Dove vai, quando, come, con chi, chi può dirlo! Dipendi da tutto e da niente!Se hai deciso di spostarti in treno ed il treno non c’è, beh, pace, cambia piano e prendi un autobus locale! Ma l’autobus non è mai in tempo ed è sempre pieno di gente che va’, che viene, è un circo di per sè! Ma non importa, ti adatti e lot-ti per il tuo posticino e bevi “chai” con gli altri passeggeri! Poi assaggi di tutto! Incontri un sacco di gente proveniente da tutto il mondo che magari, attorno ad un bel falò, ti racconta la problema-tica israeliano-palestinese di cui tanto

hai sentito parlare ma mai ti ha toccato veramente, in quanto lontana dalla tua vista! Ma ora è vicina! Sei seduto accan-to ad una ragazza che ha dovuto farsi 2 anni di servizio militare e che ti rac-conta tutta la storia di come Israele ha “occupato” parte della Palestina e che ora quei Palestinesi invasi si rivoltano perché è come se abitassero nella ter-ra di nessuno, non hanno cittadinanza e non possono ottenere un passaporto

o votare, etc; non sono né Israeliani né Palestinesi! E ogni giorno, per mille altre questioni, ci sono guerre spesso a cau-sa della religione, gli ebrei circondati da Stati musulmani, e molto altro! oppu-re impari come vivono i “baba” indiani! Insomma, impari un sacco di cose che a scuola non ti hanno mai insegnato, fi nalmente ti senti vivo e la tua sete di conoscenza è insaziabile, una sensazio-ne indescrivibile ma molto intensa!

Into The World 2011L’avventura giorno per giorno!Dr.ssa Coralie Pellissier Ms.C., I.C.S.S.D.

KATHMANDU

POKHARAABC

CHITWAN N.P.

SHAKTIKOR

GORAKPUR

VARANASI

AGRA

DELHI

AMRITSAR ATTARI

DARMASALAM MANALI

JAIPURPUSHKARJODPUR

JAISALMER

UDAIPUR

DIU

MUMBAI

GOA

iNdiA

NEPAl

MUMBAI

GOA

i nostri sponsor:

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15Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012Chiropratica: into the world 2011

9 nov 2011 Kathmandu: città10 nov 2011 Kathmandu: Swoyanbku Nath Stupa (tempio delle scimmie)11 nov 2011 Kathmandu: Pashoupatinati (crematorio) + Boudha 12 nov 2011 Bus da Kathmandu a Pokhara (8 ore)13-18 nov 2011 Pokhara: Carlos ammalato, Karma hotel19 nov 2011 Pokhara: rifugio tibetano20-28 nov 2011 trekking per l’ABC29 nov 2011 ritorno a Pokhara, ricerca per continuare il viaggio e giro in moto al peace Pagoda30 nov 2011 Bus Pokhara - Kathmandu1 Dic 2011 Kathmandu: burocrazia per ottenere il visto Indiano2 Dic 2011 Kathmandu: visita alla piazza di Pathan3 Dic 2011 Kathmandu, Pathan, fi nale for Nepal con Carlo Mamberto4 Dic 2011 Bus da Kathmandu a Shaktikor5-9 Dic 2011 Shaktikor: volontariato10 Dic 2011 Shaktikor: volontariato + Dutch mountain school 11 Dic 2011 Bus per Chitwan, Parco Nazionale di Chitwan: elephant breeding center + giro in bici12 Dic 2011 Parco Nazionale di Chitwan: canoa, jungle walk, jeep ride into the jungle13 Dic 2011 Parco Nazionale di Chitwan giro in elefante, bus per Kathmandu14 Dic 2011 Kathmandu 15 Dic 2011 Kathmandu: Blind massage clinic teaching + visto indiano

17 Dic 2011 Bus da Kathmandu a Saurali jeep fi no a Gorakpur treno fi no a varanasi 18 Dic 2011 tour di varanasi con JP + luogo sacro buddista19 Dic 2011 varanasi20 Dic 2011 Università di varanasi + tempio delle scimmie21 Dic 2011 treno varanasi - Agra22 Dic 2011 treno per Agra23 Dic 2011 Agra: città + il forte di Agra24 Dic 2011 taj Mahal e treno per Dehli25 Dic 2011 Dehli: tempio Sikh + vecchia città26 Dic 2011 Dehli: grandi magazzini27 Dic 2011 Dehli: Gandi museum e red fort28 Dic 2011 Dehli - Armistar treno29 Dic 2011 Armistar: tempio d’oro + show al confi ne Pakistano30 Dic 2011 Fattoria, Hotel, palazzo di Mr. Singh31 Dic 2011 Matta: tempio + fuochi d’artifi cio al tempio d’oro1 Gen 2011 Bus Armistar - Patankot Darmsalam - Mc Load2 Gen 2011 Bus Mc Load - Manali3 Gen 2011 old Manali, giornata di relax4 Gen 2011 New Manali5 Gen 2011 Bus Manali - Dehli - Jaipur6 Gen 2011 Jaipur: a casa di Sanjeev e giro in moto alla sera7 Gen 2011 Jaipur: visita al forte di Amber + Chaukhodanie tourist attraction8 Gen 2011 Jaipur: pink city, Jal Mahal, Hawa Mahal, bus per Pushkar9-10 Gen 2011 Pushkar: Sukha’s place11 Gen 2011 Pushkar: Sukha’s place, giro in moto e visita al aloo baba12 Gen 2011 Pushkar: Sukha’s place13 Gen 2011 Pushkar: Sukha’s place, giro in moto, vista della città dal mama tempio

14 Gen 2011 Pushkar: Sukha’s place, festival degli aquiloni e giro in moto15 Gen 2011 Bus da Pushkar - Jodpur: visita della città e treno per Jaisalmer16 Gen 2011 Jaisalmer: visita al forte17 Gen 2011 Jaisalmer: giro in moto, Sam dune’s, Jain temple, Budabagh18-20 Gen 2011 Jaisalmer: trekking in cammello nel deserto21 Gen 2011 Bus da Jaisalmer a Udaipur22 Gen 2011 Udaipur art & folks museum, city palace e cena con i koreani23 Gen 2011 Udaipur museum e cena con gli israeliani24 Gen 2011 Udaipur: colazione con un’africana e un’italiana e visita della città + bus per Diu25 Gen 2011 Diu: giro in scooter + visita al forte26 Gen 2011 Diu: tartarughe marine + mercato del pesce + cena con i francesi27 Gen 2011 Bus Diu - Mumbai28 Gen 2011 Mumbai: couchsurfi ng + slum tour29 Gen 2011 Mumbai: isola Elephanta + giro della città30 Gen 2011 Bus Mumbai - Goa31 Gen 2011 Arambol: giro scooter fi no al fl ee market1 Feb 2011 Goa: giro scooter fi no all’isola del Paradiso2 Feb 2011 Arambol: beach + Sweet lake3 Feb 2011 Arambol4 Feb 2011 Da Arambol giro in scooter fi no a Palolem nel sud di Goa5-8 Feb 2011 Arambol: beach

diARio di ViAggioIl nostro itinerario di viaggio fi nora:

SEGUITECI!Seguiteci, per vedere tutte le migliaia di foto e note di viaggio, su facebook “Into the world 2011” e se ci lasciate un “mi piace” e ci chie-dete l’amicizia ne saremo estremamente contenti. Inoltre potete seguire le nostre avventure anche in video, grazie al nostro sponsor BoBINE.tv, saranno, a breve, disponibili tutti i fi lmati da noi realizzati, per farvi viaggiare con noi. Andate in internet, cercate www.bobine.tv e poi, una volta entrati nella pagina, cliccate in alto a destra su “video on demand” e, nello spazio dove è indicato “inserisci i termini da ricercare”, mettete “INto”. viaggiate con noi e continuate a mandarci i vostri commenti, perché ci fanno sentire a casa anche se siamo lontani e grazie ancora a tutti coloro che ci seguono.

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ANNAPURNA BASE CAMP (ABC)1° giorno da Nayapul a tikkedunga. Siamo partiti da Pokhara alle 8 am e siamo saliti su di un autobus per Nayapul. Dopo pochi chilometri per chissà quale motivo abbia-mo dovuto cambiare autobus e ci siamo ritrovati in piedi per tre ore in un mezzo che per legge, forse, poteva caricare sì e no 40 persone... eravamo circa 100. Gen-te sul tetto, in piedi, seduti uno in braccio all’altro... un avventura di per sé... Arrivati finalmente a destinazione eccoci partiti per il nostro primo giorno di trekking. Da Nayapul a tikedunga, 3 ore di cammino in salita e già pensavo morire! I nostri zaini pesavano circa 10 kili l’uno, senza guida e senza portatori... noi soli contro la mon-tagna e una mezza bozza di cartina scritta su di un quaderno il giorno prima!2° giorno da tikedunga ad Ulleri... 2 ore di scalini alti come me! Non ho mai fatto così tanti scalini tutti in una sola volta... e come scoprimmo dopo era solo l’inizio! Lì mi sono anche fatta schiacciare contro un muro da una mandria di asini carichissimi di roba che non si fermano davanti a nien-

te ihih! dopo altre 4 ore di salita eccoci a Gorephani. Un hotel che costa 100 rupie a notte in camera doppia con il bagno e la doccia calda, un caminetto in sala pranzo e del cibo buonissimo! Lì conosciamo un americano e giochiamo a carte e al gioco tipico nepalese che si chiama “karenbal”, una specie di bigliardo ma con dei dischet-ti di plastica... divertentissimo! Sveglia alle 4 am per salire in montagna a 3193 metri per vedere l’alba... Siamo in cima quasi per primi e davanti a noi c’è una fiaccolata di turisti tutti con le loro torce e giacconi che vengono come noi ad osservare questo magnifico spettacolo naturale... è la prima volta che finalmente possiamo ammirare in tutta la sua bellezza l’Annapurna South e il Fishtail... delle bestie di montagne alte quasi il doppio del Monte Bianco! Fa un freddo cane, c’è vento ma il paesaggio è mozzafiato e come tutti ci scateniamo con milioni di foto! ritorniamo alla base... facciamo colazione e via per altre 6 ore di camminata in salita fino a tadapani. ripo-so finalmente!3° giorno da Gorephani a tadapani: salita

seguita da una discesa interminabile nel bosco. Altre 6 ore di cammino4° giorno: da tadapani a Chhomrong sono altre 6 ore circa. Lì incontriamo il nostro amico John, un inglese che vagabonda in Asia esattamente come noi con il quale condivideremo a tratti tutto il resto della nostra avventura. La vista da Chhomrong è incredibile. In cielo non c’era una nuvola manco a pagarla e le montagne che ci cir-condavano erano una meraviglia!5° giorno: da Chhomrong a Hymalaya al-tre 6 ore di camminata in salita... arrivia-mo a pezzi ma siamo soddisfatti! Da qui in poi la strada si farà dura, da qui in avanti si inizia veramente a salire in altezza!6° giorno: dall’Himalaya al campo base Annapurna... 4130 metri!!! Che traguar-do! Siamo quasi in cima al Monte Bianco. otto ore di camminata in salita. Una fatica allucinante ma quasi mi viene da piange-re quando saliamo gli ultimi gradini che ci portano dritti dritti ai piedi del ghiac-cio dell’Annapurna 1... Una delle monta-gne più ardue da scalare... la chiamano la montagna killer! Festeggiamo il traguar-do raggiunto con John l’inglese, 2 ragazze svedesi, Inaki lo spagnolo e degli austra-liani! Sveglia all’alba per vedere il sorge-re del sole e via di nuovo a rifare tutta la strada percorsa fino a Bamboo dove ar-riviamo stanchi morti e finalmente dopo quattro giorni facciamo una bella doccia calda. Grazie a Dio che con noi abbiamo dei sacchi a pelo a prova di gelo perché molti nostri compagni di avventura non riescono a dormire per il freddo!!!7° giorno dall’ABC a Bamboo. Scendiamo 6 ore con il sorriso stampato sulle labbra e salutiamo tutti coloro che incontriamo con il più vivace dei Namaste possibi-li pensando... Dio ragazzi quanta fatica dovete ancora fare per arrivare in cima, ihihih. Noi ce l’abbiamo fatta... su forza e coraggio che domani anche voi sarete fe-lici come delle pasque!

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17Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

cintura sacroiliacaLa soluzione per dolori di schiena, sindromi del piriforme, dolori pelvici e instabilità delle articolazioni sacro iliache.Grazie all’aumento della stabilità fornito dalla cintura Serola alla base della colonna, la forza aumenta nella colonna, nella schiena, nelle anche e nelle gambe e le possibilità di incidenti e aggravarsi della situazione diminuiscono considerevolmente! Oggi la cintura sacroiliaca Serola viene utilizzata da migliaia di per-sone in tutto il mondo per ridurre il dolore e per prevenire le lesioni inclusi dolori della maternità.

PROBLEMA COMUNECAUSA: Con l’affermarsi della biomeccanica, si è giunti a compren-dere che l’articolazione sacroiliaca rappresenta la causa biomecca-nica principale del dolore in zona lombare.EFFETTO: La tensione a carico dei legamenti nella regione sacroi-liaca provoca risposte muscolari squilibrate, che danno luogo a modelli di compensazione, a spasmi muscolari, dolore a carico di schiena, anche e gambe.

LA DIFFERENZA SEROLALa cintura sacroiliaca Serola è l’unica progettata per normalizzare la funzione dell’articolazione sacroiliaca.- Gli strati non elastici replicano l’azione dei ligamenti- Uno strato elastico aggiuntivo garantisce la compressione e aiuta

a mantenere la postura corretta- Senza fibbie né cuscinetti irritanti- Non sostituisce la funzione muscolare- migliora la funzione muscolare- Aumenta la forza in tutto il corpo- Può essere indossata per periodi prolungati, senza provocare de-

bolezza muscolare né atrofia LA CINTURA SEROLA NON SOSTITUISCELA FUNZIONE MUSCOLARETramite la corretta stabilizzazione dell’articolazione sacroiliaca la cintura sacroiliaca Serola normalizza il tono muscolare e consente di assistere l’articolazione in maniera naturale. L’esercizio fisico ef-fettuato indossando la cintura sacroiliaca Serola migliora la funzio-ne muscolare e allieva il dolore, senza sollecitare l’articolazione. L’ASPETTO SALIENTE E’ LA NORMALIZZAZIONEE NON LA SEMPLICE STABILIZZAZIONENormalizzando i meccanismi dell’articolazione ne normalizziamo la fisiologia compresa la forza muscolare la propriocezione e le dinamiche di scambio dei fluidi. La funzione normale consente la corretta guarigione.

COJEDA s.r.l.Ruelle L. Revel, 2 - 11017 Morgex (AO)Tel. 010.5536800 - Fax 0165.801349 www.cojeda.com

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8° giorno da Bamboo a Jhuni a fare il bagno nelle acque termali per solamente 50 cente-simi di euro. Che spettacolo nuotare in una vasca d’acqua bollente dopo tutta la fatica dei giorni prima! Assolutamente da fare!9° giorno da Jhuni a Nayapul 7 ore in di-scesa. Fine del trekking. Piedi, ginocchia e gambe a pezzi ma il cuore pieno di emo-zioni e bei ricordi!

ShAktikoRvolontariato a Shaktikhor (Nepal)Quando siamo partiti da Kathmandu il 4 dicembre 2011 in un bus locale assieme ad un sacco di gente di Shaktikhor non sapevamo proprio cosa aspettarci da questa nuova avventura. Sul bus eravamo gli unici turisti e nessuno tranne Hari (un ragazzo di 26 anni insegnante di inglese) parlava inglese. Da Kathmandu alla no-stra destinazione sono circa 180 km e ci mettiamo la bellezza di 7 ore! Qui le stra-de sono tortuose in montagna, spesso non asfaltate e gli autisti guidano come pazzi. Non ho mai visto così tanti sorpassi in curva cieca, ma nella loro pazzia han-no un sistema di uso del clakson molto sofisticato per evitare milioni di incidenti ihihih. Meglio riderci sopra!Dopo 3 ore di viaggio la gente si mette a cantare canzoni popolari locali, applau-diamo, gridiamo “ramro” (bello) e ci diver-tiamo con loro ma ben presto scopriamo che non conoscono nient’altro e per 4 ore sentiamo la stessa melodia, ipod a palla nelle orecchie e via, arriviamo all’hotel “Up & Down” che già fuori è buio pesto. Niraj, il figlio del proprietario, ci mostra la nostra stanza ed esausti andiamo a dor-mire (sono le 8 pm, ma senza elettricità si và a dormire prima e ci si sveglia presto).Il mattino seguente scopriamo che qui non si fa colazione. Alla mattina alle 8 per noi, perché loro si svegliano tutti alle 5, si beve un tè e poi si mangia Dhal Bath alle 10.30 am (riso, patate, verdure, pollo) rigorosa-

mente solo con le mani, poi si fa cena alle 6.30/7 di nuovo con il Dhal Bath. Carlos ed io ci guardiamo e pensiamo: mamma mia, qui penso che sarà dura e invece subito ci adattiamo perfettamente alla loro cultu-ra. L’acqua calda per la doccia non esiste, qui in Nepal tagliano la luce un tot di ore al giorno (circa 10 ore in questo periodo) perché non c’è abbastanza energia per tutti. Qui tutta l’elettricità è idroelettrica. L’unico momento in cui c’è luce sempre è durante il periodo delle piogge (maggio-agosto), quindi è bene girare sempre con una torcia a portata di mano perché, quando meno te lo aspetti, puff non c’è più luce (loro hanno una tabella con gli orari quindi lo sanno, noi no!). oh well, ecco il vero Nepal. verso le 10 am andia-mo a spasso per tutto il villaggio insieme a Niraj che parla con tutti spiegando che sono una chiropratica e che se hanno mal di schiena o altro possono venire da me. Presto fatto, a partire dal giorno seguen-te già dalle 7.30 am c’era una lunga fila di persone che ci aspettava. Carlos mi fa da assistente e via. Per 6 giorni trattamenti,

trattamenti, trattamenti, avremo visto cir-ca 300 persone! Non è per niente poco! Un ragazzo era così soddisfatto che mi ha regalato un pollo vivo. Lo abbiamo ucci-so e mangiato con il Dhal Bath il giorno seguente. Miam miam. Ho ricevuto anche dei pop corn, delle erbe per il tè e anche un orologio, ihihih! Le persone che abbia-mo incontrato ci hanno accolto come re, ci hanno invitato nelle loro case ed offer-to “chia” (tè). Molti ci tenevano proprio a farci conoscere i loro familiari e mostrarci le loro abitazioni. Quasi nessuno parla-va inglese. Abbiamo dovuto imparare noi il Nepali; DUXA (male), DUKEKo CHI-NA (non fa male), BoSNUS (siediti), ASU (oggi), BoLI (domani), PArSI BoLI (dopo domani) e ovviamente l’immancabile NA-MAStE (ciao) e DANNEBAt (grazie). Siamo diventati quasi bravini!Una sera abbiamo pure partecipato ad un matrimonio. Che ridere, ad un certo pun-to c’erano dei tipi che suonavano musica e solo uno ballava in mezzo ad un cerchio di persone (mezzo paese) e noi ci siamo avvicinati per vedere e in men che non

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si dica, la folla ci ha buttato nel cerchio e ci urlava BALLAtE! Per 30 minuti abbon-danti eravamo gli unici a ballare con tutti i nepalesi che guardavano e ridevano. Non smetterò mai di ripetere che i nepalesi in generale nella loro semplicità e pover-tà sono persone stupende, veramente hanno un cuore enorme ed un rispetto per gli stranieri ammirevole. Alla fine di questi 7 giorni siamo parte della famiglia dell’hotel, il padre (bua) e la madre (ama) ci ripetono continuamente che ormai io sono la loro figlia e che Carlos è il loro “join” (marito della figlia). Il figlio Niraj ormai ha 3 sorelle, io sono la sua “Boini” (sorella piccola) e per ufficializzare il tutto prima della nostra partenza fanno un rito nel quale ci mettono la tikka in fronte (il pallino rosso indu) e ci mettono una sciar-pa beige intorno al collo, ecco, ora sì che siamo diventati parte della famiglia!Il quinto giorno siamo anche andati a visitare una scuola su per i bricchi spon-sorizzata da un’ organizzazione olandese. Ci vogliono circa due ore di cammino in salita per arrivare e giunti a destinazione troviamo dei bambini poverissimi, spor-chi, mal vestiti, scalzi ma con tanta voglia di imparare, che tenerezza! E pensare che prima della costruzione di questa piccola scuola questi bambini dai 4 agli 8 anni, se volevano studiare, dovevano cammi-nare circa 4 ore al giorno per arrivare alla scuola più vicina. Quindi GrAzIE Dutch Mountain School e Finale for Nepal (asso-ciazione italiana) per ciò che avete fatto. Un fatto divertente: un giorno un maestro della scuola mi dice: “posso farti una do-manda?” E io “certo”. Lui serissimo: “come mai hai i capelli lunghi?” Bella domanda ihihi: “non so, così perché mi piace!” Lui sempre più serio: “no, non capisci, perché hai i capelli lunghi?” E io: “non lo so, nella nostra cultura uno è libero di avere i capel-li lunghi, corti, blu, biondi insomma non c’è un perché”. Niente da fare con questo

tipo. Ho dovuto parlarci per 30 minuti per spiegargli che non c’era un perché!Nel tempo libero abbiamo organizzato con i bambini del posto tornei di ping pong, partite di cricket (sport nazionale) e carte (scopa). Molto divertente.Insomma in questa settimana abbiamo vissuto una vita semplice con persone stupende. Un esperienza senz’altro indi-menticabileP.S. Per le persone che mi hanno aiutato credendo in me e in questo progetto beh, ecco, i vostri soldi sono serviti qui, per questi bambini ed adulti bisognosi di aiu-to. Grazie di cuore.

ChitwANChe emozione sapere che presto vedrai elefanti, coccodrilli, rinoceronti e molti al-tri animali. Sei nella giungla, una giungla relativamente piccola e controllata, ma pur sempre giungla! Arriviamo a Chitwan e già per strada si vedono camminare ele-fanti tutti colorati. Passano a meno di 2 metri da noi che siamo in bici. Abbiamo gli occhi spalancati e la bocca aperta nel vedere e poter ammirare questi enormi pachidermi da così vicino! Sembra di es-sere in una favola, da noi i principi azzurri arrivano a cavallo, qui a dorso di elefante. Il giorno dopo sveglia presto (ricordando che abbiamo dormito in una bettola che più bettola non si può per risparmiare un solo euro (idioti che non siamo altro!) e giro in canoa sul fiume. Una canoa di le-gno alta poco più di una spanna dal livel-lo dell’acqua. Avvolti nella nebbia, la pace che ci circonda è indescrivibile. Due ore passano in fretta. Approdiamo sulla terra ferma dall’altro lato del fiume e le nostre guide (sono 2) armate di un bastoncino di legno, seraficamente ci dicono: “ok, ora camminiamo nella giungla. vedete, questa è cacca fresca di poche ore fa e queste sono le orme anch’esse fresche di rinoceronte (siamo circondati). Nel parco

sono circa 400, di norma se ci vedono o ci avviciniamo troppo, tendono a caricare, sono molto aggressivi. La cosa migliore da fare è correre a zig zag e arrampicarsi su di un albero più alto di 2 metri. Se po-tete, lasciate anche cadere un pezzo di indumento perché non hanno una buo-na vista, ma sentono benissimo gli odori! Se solo poteste immaginare la mia faccia in quel momento, già mi facevo tutto un film su di me che vengo caricata da un co-losso di 400 kg con un corno gigante sul muso, in preda all’isterismo, che corro a zig zag cercando di spogliarmi in cerca di un albero alto abbastanza da salvare que-ste belle chiappette da turista europeo che non sa un fico secco della giungla! Un miracolo che, in preda sempre all’iste-rismo, non mi sia messa a correre all’infi-nito come in Forest Gump e non mi fer-massi mai più, così che mi perdo pure in questa giungla e mi tocca farmi un rifugio alla Bear Grills per soppravivere. Mamma mia, me la sto facendo sotto e mi dico ma perché cavolo nessuno me l’ha detto pri-ma? Io mi immaginavo una passeggiata a mo’ di puffo “tralalalla”! Madoncinina mo’ sono cavolacci amari! Iniziamo a cammi-nare e molto molto cauti seguiamo passo per passo la nostra guida. Nulla, vediamo tanti insetti, scimmie ma nessun rino. Bene a questo punto quasi, quasi, sono contenta che se ne stiano ben lontani ma poi shhhhhhhhhhhhhh! Fa la nostra gui-da e si ferma, davanti abbiamo un muro alto 3 metri di erba secca. tra 2 mesi tutto ciò verrà bruciato e sarà facile vedere in lontananza ma ora non vediamo a più di 5 metri! A 40 metri da noi l’erba si muo-ve, un rumore di passi sordi fa vibrare la terra, un grugnito, sento che il cuore sta per esplodermi dal petto penso che, ancora prima di vedere il rino, morirò di infarto. Il sudore freddo mi scende nella schiena; Fight or fly cosa farà il mio corpo? SPLASHHHHHHHHHHHH il rino sembra

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aver trovato una pozza d’acqua e siamo salvi. Cinque o al massimo dieci secon-di sembrati eterni, siamo carichissimi di adrenalina, riprendiamo a camminare, ma niente, non vediamo nessun rinoceronte. Pausa pranzo e poi nel pomeriggio jeep safari. Seduti comodamente sul nostro mezzo di trasporto mi sento più sicura. vediamo un pitone, coccodrilli, scimmie, camaleonti, uccelli e un rinoceronte!! Che bello: è li che ci guarda a meno di 10 me-tri. Poi un idiota giapponese salta giù dal-la jeep per fare una foto, la guida è preda del panico, il rino si snerva, momento di panico, il rino scappa, il giapponese torna nella jeep senza ancora capire cos’è suc-cesso perché non parla inglese e la guida mi sembra più pallida di prima! Pace, io e il rino per almeno un pochino siamo riusciti a scambiarci un occhiata indimenticabile Che bei momenti! Mattino dopo gita in elefante. In quattro sul suo dorso, ciondo-lanti ad ogni passo e abbastanza scomodi (ma dico, chi se ne frega sei su di un ele-fante, yuppie!) vediamo tanti cervi e tanti rinoceronti. Molto bello perché dall’alto dell’elefante puoi avvicinarti tantissimo senza che loro si impauriscano. Scattiamo foto e finalmente siamo soddisfatti!

BliNd MASSAgEricordando il volontariato a Shaktikor, una mattina insegno anche qualche tec-nica di stretching, trigger point e filosofia chiropratica alla clinica di massaggio per ciechi. Susan, un inglese, assieme a suo marito, un osteopata, dopo un viaggio in Nepal si sono sentiti in dovere di aiu-tare queste persone che agli occhi della comunità portano un Karma negativo e sono di conseguenza considerati meno di niente. In Nepal la cecità è un problema serio. Spesso ciò è dovuto a malnutrizione in gravidanza (ricordate che il Nepal è il 3° paese più povero in Asia). Insomma una vita miserabile per questi poverini che di

sicuro non hanno scelto di nascere! Però, grazie a gente come Susan, il mondo può cambiare. Massaggio fatto da ciechi. Un corso serio, con lezioni di anatomia, esa-mi e stage per poi ottenere un diploma, un lavoro, soldi, un futuro. Che fantastici ragazzi! Grazie!

VARANASivaranasi, la città santa più antica del mon-do! Al primo impatto mi sono sentita spaesata, spaventata, schifata. Dopo solo tre ore volevo scappare via al sud, su una bella spiaggia bianca, ma poi il destino ha fatto sì che non ci fossero treni disponibili per almeno 4 giorni e così abbiamo dovu-to imparare a convivere con questa nuo-va realtà! Dio grazie per questo, altrimenti me ne sarei pentita! La città a prima vista appare confusa, caotica e particolarmen-te inquinata, per strada ci sono tonnellate di cacche di vacche, cani e capre, i bagni pubblici non esistono, dove hai voglia fai pipi, ti chini e la fai, tutti i posti sono buo-ni! Il Gange è bello da lontano ma se lo guardi bene sembra una pozza immensa

di germi e rifiuti, eppure molti ci fanno il bagno, lavano i vestiti e si lavano pure i denti! In questo periodo dell’anno fa par-ticolarmente freddo e, di conseguenza, in tutte le strade ci sono molte persone che fanno piccoli fuochi con qualunque cosa disponibile per riscaldarsi. Mucche e persone si accampano in perfetta sim-biosi intorno a questi piccoli falò per il benessere comune. Stradine strettissi-me compongono un enorme labirinto e questa è la città vecchia! Dopo appena 30 minuti dal nostro arrivo decidiamo, come tutti, di andare a vedere le crema-zioni lungo il Gange. Carlos fa una foto ed eccoci nei guai. Un tipo si avvicina a noi e ci spiega che abbiamo fatto una cosa gravissima, se la famiglia del de-funto ci vede, vengono a romperci la macchina e ci portano in questura dove la nostra sim card viene distrutta e dob-biamo pagare una multa salatissima! ovviamente ci piglia male ed invece ce la caviamo con una “donazione” di appe-na 3€ ad una vecchiettina che ci dà pure la benedizione! Boh, sicuramente una

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fregatura da turisti, ma lì per lì, non era per niente comico e per essere più tran-quilli diamo questi 3€ e fine della storia (tanto la foto ce l’ho, ihihih)! Quindi se per caso capitate a varanasi non fate foto sul luogo delle cremazioni!Superato il primo giorno, tutto va meglio e impariamo a ritrovarci nelle stradine labirinto, incontriamo un sacco di altri viaggiatori simpaticissimi e impariamo a gestire tutti i venditori ambulanti che con-tinuamente ti offrono qualcosa! Lungo le rive del Gange appendetevi un cartello in fronte: NoN voGLIo FArE UN GIro IN BArCAAAAAAAAAAAAAA! Ihihih.Una cosa importante da sapere a varanasi è che se il guidatore del tuk tuk parla un buon inglese non prendetelo, cercherà di fregarvi! Prendete quelli che parlano solo Hindi: sarà un po’ più difficile fargli capire dove volete andare, ma il prezzo sarà de-cisamente migliore!In poche parole varanasi non è certo la città dove manderei mia figlia da sola in vacanza, ma è senz’altro molto interes-sante da vedere! Almeno una volta nella

vita va vista e va capita! Sono contenta di averla visitata!tra l’altro l’Università di varanasi è la terza università più grande al mondo, sono 5 km quadrati di spazio enorme!E poi c’è uno dei 4 luoghi sacri a Buddha, il Sahrnath, a soli 10 km! Per curiosità i 4 luoghi sacri per i Buddisti sono:1. Lumbini (Nepal), Buddha è nato lì. Era

un principe e come tale era circondato da ricchezza. Quando per la prima vol-ta è uscito dal palazzo reale e ha visto tutta la povertà si è sentito male e ha deciso di rinunciare a tutto.

2. Bodhgaya (India), dove ha meditato per 6 anni prima di raggiungere il Nirvana.

3. Sarnath (India) è dove ha tenuto il pri-mo “sermone” a 5 discepoli i quali poi hanno portato il buddismo in 27 paesi.

4. Kushinagar (India) dove è morto.Da non perdere anche è il BLUE LASSI BAr dove si beve un super buonissimo lassi (una specie di yoghurt con frutta!). Dal bar tra l’altro (che sarà un 2 metri per 2) si vedono passare tutti i cadaveri che

vengono poi bruciati sulla riva del Gange! La famiglia trasporta il corpo su una ba-rella (il corpo è coperto, non si vede, state tranquilli) e cantano ram Naam Satya Ha (invocano il nome di Dio). Uno spetta-colo interessante per noi che non siamo abituati, soprattutto mentre sorseggi il tuo Lassi, lì seduto comodamente al bar, hihih! Anyway. Sulle rive del Gange tan-tissimi giocano a cricket (sport nazionale) e ad un altro gioco Gulli Danda (sembra il fiolet valdostano o la lippa ligure tanto per interderci!)tutte le sere dalle 6 alle 7 potete anche as-sistere ad una cerimonia induista lungo le rive del Gange! Ci sono dei tipi che a ritmo di musica muovono candele, candelabri, lanciano fiori. (un po’ noiosino alla lunga ma carino da vedere) ovviamente io non ci capisco niente ma è un po’ come assi-stere ad una nostra messa, se non capisci o credi, guardi solo lo show ihihih! Basta, ho già parlato troppo, ora sta a voi anda-re a vedere con i vostri occhi la città santa più antica del mondo e farvi una vostra opinione!Un’ultima cosa: sono 5 le categorie di per-sone che non vengono bruciate:

Le donne incinte•I bimbi sotto i 10 anni•Gli Holy men (uomini santi)•I cobra (non sono persone, ma...)•Le persone morsicate dai cobra•

Questi ultimi vengono caricati su di una barca, legati ad un sasso e pluffffff, via, dentro il Gange! Qualche pesce se li man-gerà sicuramente in seguito! A volte que-sti cadaveri riaffiorano anche, ma il buon Gange se ne occupa e tramite le correnti li porta via! In questo tratto del Gange non ci sono coccodrilli e infatti una leggenda narra che qualunque animale oltrepassi i confini sacri diventerà cieco per sempre e quindi è per questo che non lo fanno!Per curiosità, un corpo impiega circa 3 ore per bruciare, se sono ciccioni 4, ihihi, e

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vengono usati circa 250 chili di legna per ogni cadavere!

AgRAIl taj Mahal: una delle 7 meraviglie del mondo! Prenotiamo un treno da varana-si ad Agra per il 23 dicembre. Dovrebbe partire alle 5 di mattino e arrivare alle 6.55, giusto in tempo per ammirare l’alba sul taj! e invece no, tutto va storto. Causa nebbia, siamo costretti a rimanere in sta-zione fino all’una e mezza e il nostro treno ci metterà “solamente” 19 ore ad arrivare a destinazione, per poi scoprire che il 24 è un venerdì ed è l’unico giorno di chiusura del taj Mahal! Ihihi, dobbiamo rimanda-re di un altro giorno, la nostra impazien-za è sempre più forte per vedere questa “meraviglia” del mondo! ormai sembra un’odissea e siamo molto determinati a compiere la missione. taj, prima o poi, sa-rai nostro!Approfittiamo del nostro giorno in più per visitare la città di Agra ma non è che ci sia molto! Il forte di arenaria rossa co-struita dagli imperatori Moghul e poi il taj Mahal, il mausoleo conosciuto in tutto il mondo con il nome di derivazione persia-na “La luce del palazzo”Finalmente giunge il fatidico giorno. Sia-mo al 25 mattina, Natale per noi, sono le cinque e mezza di mattina e siamo già pronti davanti alla biglietteria, ma apre solo tra un ora e fa un freddo barbino, an-diamo a fare colazione da Jhonny’s!Pancia piena, ecco che si va. Abbiamo i nostri biglietti! 750 rupie a persona (circa 10€ contro le 20 rupie per gli indiani) ma chi se ne frega, è da fare! Siamo in coda, uomini da una parte, donne dall’altra e indiani in un’altra ancora, passiamo i me-tal detector, passiamo i controlli e uaooo-ooooooooooooooooo di fronte a noi un orgasmo architettonico!Il taj Mahal è stato costruito nel 1631 da Shah Jahan per la sua defunta moglie

Mumtaz Mahal dalla quale ha avuto la bellezza di 14 figli. Ci sono voluti 22 anni e 20.000 persone per compiere quest’in-credibile impresa monumentale. Il mar-mo e le pietre preziose furono traspor-tate dall’Afganistan, China, tibet, India, russia etc., il tutto a dorso di elefanti, cavalli, asini e quant’altro. Il 99% di tutto il taj è perfettamente in simmetria con la tomba della moglie che si trova nel centro del taj. tutte le porte, finestre etc. convergono sulla tomba, incredibile! Il palazzo è alto 81 metri e largo 81. Di fron-te al palazzo ci sono 8 giardini a sinistra e 8 giardini a destra per un totale di 16 (ovviamente) e ci sono 53 fontane. tutto coincide con la data dell’inaugurazione del palazzo: 1653! Ci sono 22 archi sulla porta sud del palazzo e ci sono 22 scalini per arrivare alla tomba che simbolizzano i 22 anni impiegati per costruire il taj. As-solutamente tutto ciò che si osserva è in perfetta simmetria, non so come spiega-re bisogna vederlo! Il marmo bianco e le decorazioni in pietre preziose sono im-pressionanti! I giardini e le fontane sono

bellissimi ed il verde dell’erba contrasta con il bianco del monumento! Ma la vera particolarità del taj Mahal è la sua capa-cità di presentarsi con un aspetto sem-pre differente a seconda del momento in cui lo si osserva. Infatti, il sottile gioco di luci e ombre sul delicato marmo di cui è rivestita l’intera struttura, complici an-che le pietre semi-preziose incastonate al suo interno, si presenta sempre diver-so agli occhi dell’osservatore. A seconda dell’ora del giorno in cui è osservato, il taj Mahal assume una colorazione bian-ca, rosa o dorata e posso confermarlo, infatti è una della ragioni per la quale ci siamo alzati così presto e potete vederlo dalle foto!ragazzi, che dirvi, guardatevi le foto e i video e, se potete, andate a vedere di persona questa meraviglia del mondo perché ne vale proprio la pena: io sono rimasta senza parole ihihihih!

goldEN tEMPlEIl tempio più sacro per i praticanti della religione sikh. Fantastico monumento,

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specialmente illuminato in occasione del capodanno!

AttARi BoRdERCambio della guardia, solo in India può succedere. Uno stadio all’aria aperta, controlli a non fi nire, 5000 persone riuni-te nello stesso posto. Una grata separa il confi ne indo-pakistano. Un uomo vestito di bianco urla in hindi qualcosa tipo: Chi sono i migliori? Un boato dalla tribuna indiana dove ovviamente siamo seduti: INDIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!La risposta immediata dal lato paki-stano. PAKIStANNNNNNNNNNNNNN-NNNNNNNNNN! E così via per un’ ora! Persone che ballano per strada ed il solito tipo vestito di bianco che con-tinua ad incitare la folla come in un club med incredibile! Guardie che con buffi cappelli vanno avanti e indietro e giunti in prossimità del cancello, alzano la gamba a 90° e la sbattono con forza a terra per impressionare il “nemico”. Lo stesso accade dall’altro lato, un botta e risposta continuo! Il cancello si apre, le guardie si strin-gono la mano, richiudono i cancelli e via per un secondo round, Ihihih. ora provate ad immaginare lo stesso tra Italia e Francia!! tutti i giorni alle 5pm. Impressionante, no? vi giuro solo qui può succedere una cosa del genere India, Incredibile India, mica per nien-te! Da non perdere!

MANAliPosto di montagna infl uenzato dal ti-bet. Panorama mozzafi ato. Lo Yak, che bell’animale! relax e passeggiate in mon-tagna, mi ricorda un po’ la valle d’Aosta e quasi mi sale un po’ di nostalgia. Nevica, fa un freddo barbino.

diUDiu... un’isoletta che prima apparteneva ai portoghesi! Molto carina! Piena di pe-scatori caratteristici! Abbiamo anche visto delle tartarughine marine... solo 2 e per poco ma è sempre un inizio e un sacco di delfi ni. Bella da girare in scooter!

goA goA!Dopo aver passato 3 giorni a Mumbai... città da 20 milioni di abitanti arrivare in spiagge quasi perfette circondati da una grande comunità di hippie è veramente pericoloso per il prosieguo del viaggio! Questo posto ti trattiene come una ra-gnatela! Spiaggie bianche quasi deser-te che all’alba e al tramonto si aff ollano di gente che fa tai chi, yoga, giocolieri, bancarelle improvvisate sulla sabbia, bonghi, musica, balli... frutta fresca con yoghurt alla mattina, insalata a pranzo, surf, libri... Un vero paradiso! Comprare una casa qui costa circa 7000 euro... Un pensiero mi attraversa la mente... che sia questo il posto che cerco?... non so... forse manca ancora qualcosina per po-tersi defi nire il posto perfetto... se mai

questo luogo veramente esiste! Co-munque non tutto è relax... c’è anche il rovescio della medaglia... il bucato da fare a mano, il biglietto da prenotare per il prossimo Paese che ora posso dir-vielo con certezza, sarà la Malesia, il 14 di marzo, la lotta con l’ambasciata ma-lesiana per scoprire se ci vuole un visto o no (e sto parlando di 10 telefonate in 2 giorni) per scoprire che non ci vuole! Ma insomma... so che può sembrare banale, ma porta via tanto tempo in un posto dove internet non è così facil-mente accessibile!Ah dimenticavo di dirvi... stiamo dor-mendo al Woodstock (ihihihi) in tenda per 100 rupie a notte (1,5 €)... tutto il gior-no fanno corsi completamente gratuiti di yoga, difesa personale con bastoni, meditazione, pranamaya e tantissimi al-tri nomi strani che ora non ricordo! tutti possono accedere senza dare una lira... non male eh?Il pesce alla griglia costa circa 5 € servito con insalata e patatine... che altro posso dirvi di Goa? Se dentro vi sentite hippie o lo siete stati... Arembol è il posto che fa per voi! Se volete una spiaggia deserta e un bungaloo sulla spiaggia per pochissi-mo, Paradise Beach fa per voi! Se vi piace fare shopping anche se qui costa un po’ di più perché è tutto importato dal Ne-pal... beh questo è un posto che adore-rete! Penso che questa parte dell’India ci piaccia moltooooooo...

Coralie Pellissier, si è laureata in chiropratica nel 2008, specializzata in chiropratica sportiva nel 2009 ed attualmente si sta specializzando in chiropratica pediatrica. Grande appassionata di sport, Coralie è stata membro della Nazionale Italiana di snowboard, è cintura nera di karate e possiede i diplomi di bagnina e sommozzatrice. Nel 2006 è stata una dei sei studenti selezionati mondialmente a parte-cipare ad una “missione chiropratica” in Costa rica organizzata dal “North West Chiropractic College” e spera di poter rifare questa esperienza altamente formativa e gratifi cante (l’articolo sulla missione è apparso sulla rivista “Chiropratica numero 12”). Attualmente lavora a Genova.

Breve curriculum vitae

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NUovo orIzzoNtE DELLA SALUtE

24 CHIROPRATICI CHE SOSTENGONO L’APCIVAllE d’AoStA

PELLISSIEr CorALIE . . . . . . . AoStA - Ao - Loc. Borgnalle, 10 - tel. 329.7606156PELLISSIEr EDDY . . . . . . . . . AoStA - Ao - Loc. Borgnalle, 10 - tel. 329.7606156

loMBARdiAArAtA CArLo . . . . . . . . . . MILANo - MI - Corso venezia, 8 - tel. 02.76006855BAEKKEL KrIStIAN . . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444BISANtI GIovANNI. . vEDANo AL LAMBro - MI - via Libertà, 1 - tel. 039.3900097BrENNAN roSS . . . . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444BrICE DAvID . . . . . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444GAUvrEAU EMILIE . . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444GIL ANtoNIo . . . . . . . . . . . BERGAMO - BG - Via Maff ei, 14/A - Tel. 035.222959

MILANo - MI - via ricasoli, 2 - tel. 02.8690127LAMBrICHtS DrIES . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444LUrASCHI JoSEPH . . . . . . . . . CoMo - Co - via G. ferrari, 7 - tel. 031.3370530

LAINAtE - MI - via Litta, 66 - tel. 02.93790029SAroNNo - vA - viale Europa, 20 - tel. 02.96704468

MILANo - MI - via ricasoli, 2 - tel. 02.8690127MAzzINI DANIA . . . . . . . . . MILANo - MI - via De Amicis, 25 - tel. 02.89404990MAzzINI MANUEL . . . . . . . MILANo - MI - via De Amicis, 25 - tel. 02.89404990MorrISoN roBErt . . . . . . . MILANo - MI - C.so venezia, 13 - tel. 02.36551000MISItANo ELISABEttA . BUSto ArSIzIo - vA - viale Cadorna, 3 - tel. 0331.620911MUrUGAN PAtrICK . . . . . LECCO - LC - Corso C. Alberto, 76/b - Tel. 0341.350424PANDIANI ENrICo . MILANo - MI - via Alberto da Giussano, 11 - tel. 02.43998110SErU PIEt . . . . . . . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444StEELE MArK . . . . . . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444StoCKELYNCK PIEtEr . . . . . . . CoMo - Co - via F.lli recchi, 7 - tel. 031.574444 tErENGHI MASSIMILIANo . . vIMErCAtE - MB - via Mazzini, 34 - tel. 039.6084819tUrGot MArIE . . . . . CERNUSCO S/N - MI - Via Torino, 24/11 - Tel. 02.92111951zWEIEr roBErt . . . toSCALANo MAD. - BS - via Benamati, 26 - tel. 348.3129310

ERBUSCO - BS - Via Iseo, 6/A - Tel. 030.7704110BRESCIA - BR - Via Sostegno, 6/B - Tel. 030.2427886

PiEMoNtEALMErAS vINCENt . . . . . . . . . . IvrEA - to - Corso Nigra, 52 - tel. 0125.49225CAStELLANI tAtIANA . . torINo - to - via vittorio Amedeo II, 21 - tel. 011.542841GLAIN JEroME . . . . . . . . . . CUNEo - CN - via Silvio Pellico, 8 - tel. 0171.696655PELLISSIEr EDDY . . . . . . . . vErCELLI - vC - via Dionisotti, 18 - tel. 329.7606156

ligURiAANDrESINI JoHN . . . . SArzANA - SP - via variante Aurelia, 70 - tel. 0187.603135ArAtA CArLo . . . . . . . GENOVA - GE - Largo Archimede, 1/6B - Tel. 010.564431BErtAMINI DANIELE . . GENOVA - GE - Via Brigata Liguria, 3/15A - Tel. 010.562018CAStELLUCCIo PASQUALE . GENovA - GE - Piazza verdi, 4 int. 2 - tel. 320.8154757ELLIott LEIGH . . . . . . . . . . vENtIMIGLIA - IM - via roma, 17 - tel. 0184.351290MUrUGAN PAtrICK . . SANrEMo - IM - Corso G. Garibaldi, 131 - tel. 0184.507733PELLISSIEr CorALIE . . . . . GENOVA - GE - Via Maragliano, 6/5 - Tel. 010.5702516PELLISSIEr EDDY . . . . . . . GENOVA - GE - Via Maragliano, 6/5 - Tel. 010.5702516

toSCANAAMorINI GIAN DANIELE . . CAMUCIA - Ar - Via dell’Esse, 30/a - Tel. 0575.630572 ANDrESINI JoHN . . . . . . vIArEGGIo - LU - via Don Bosco, 193 - tel. 0584.54635

LUCCA - LU - viale G. Puccini, 1780 - tel. 0583.511051BELIG AHMEt-rALPH . . . . . . . FIrENzE - FI - via Passavanti, 4 - tel. 055.574972BErGStroM ErIK . . . . . . . PISA - PI - Via Matteucci, 38 sc. G/6 - Tel. 050.581312

MoNtECAtINI - PI - Corso Matteotti, 107 - tel. 0572.911124BINAzzI BEttINA . . . . . . . . . . FIrENzE - FI - viale volta, 127 - tel. 055.570766

FIrENzE - FI - via di ripoli, 88 - tel. 055.689618SCANDICCI - FI - via Santa Maria a Greve, 16 - tel. 055.254975

EStIBAL GErArD . . . . . . . . . . FIrENzE - FI - via F. Grifeo, 6 - tel. 055.4378703vIArEGGIo - LU - via Mazzini, 225 - tel. 0584.943148

FArNESI ALBErto . . . . . . MArINA DI PISA - PI - via Milazzo, 92 - tel. 050.35646PISA - PI - via Manzoni, 10 - tel. 050.24124

tIrrENIA - PI - vione vannini, - tel. 050.39497GAMBACCIANI MArtINA . . . . . . FIrENzE - FI - via F. Grifeo, 6 - tel. 055.4378703

vIArEGGIo - LU - via Mazzini, 225 - tel. 0584.943148GIUNtoLI ALESSIo . . . . . . . . . . PISA - PI - via Matteucci, 38 - tel. 050.581312

SANtACroCE SULL’ArNo - Pt - via F.lli Cervi - tel. 380.3035822PoNtEDErA - PI - via valtriani - tel. 380.3035822

LUStEr JoSHUA rYAN . . . . SIENA - SI - Viale Sardegna, 37/12 - Tel. 0577.281049voLtErrA - PI - via Porta Diana, 24 - tel. 0577.281049

lAZioBErNArD FrEDErIC . . . . . . . . . roMA - rM - via Chelini, 9 - tel. 06.80692620

roMA - rM - Studio Hald via Felice Nerini, 2 - tel. 06.54225161BrUNStEIN FLorIAN . . . . . . roMA - RM - Viale dell’Arte, 85/4 - Tel. 06.5918455DEJEAN rENAUD ROMA - RM - Corso del Rinascimento, 49/9 - Tel. 06.45595503/04

roMA - rM - via Prenestina Antica, 28 - tel. 06.95270113IvES GrEGorY . . . . . . . . . RIETI - RI - Via P. Borsellino, 18/20 - Tel. 0744.404129NEUrAY PAUL . . . . . . . . . . roMA - rM - viale Ippocrate, 92 - tel. 06.44235751PEtrICoNE GIovANNA roMA - rM - via Giambattista vico, 22 - tel. 06.36006884rIGEL DANIEL t. . . . . . . . . . ROMA - RM - Via Flaminia, 53 - Tel. 06.3225847/55rIGEL tHoMAS . . . . . . . . . . ROMA - RM - Via Flaminia, 53 - Tel. 06.3225847/55

PUgliACIvICA MAUro . . . MANFrEDoNIA - FG - Piazza G. Verdi, 6/D - Tel. 0884.543962

FoGGIA - FG - viale degli Aviatori, 112 - tel. 347.9935466MoNtE SANt’ANGELo - FG - Via Ruggero Bonghi, 65/B - Tel. 347.9935466

SiCiliACIvICA MAUro . SANT’ANGELO DI BROLO - ME - Via S. Carlo, 26/d - Tel. 347.9935466DE LEo MICHELE . . . . . . . . . . . . MESSINA - ME - tremestieri - tel. 331.8009779NICHoLSoN GorDoN . . . . . PALErMo - PA - via Briuccia, 52 - tel. 091.6702898LoNGFIELD SAMANtHA . . . . rAGUSA - rG - via Plebiscito, 19 - tel. 0521.236799

CAMPANiAIvES GrEGorY . . . . . . SALErNo - SA - Corso v. Emanuele, 58 - tel. 0744.404129

SARdEgNAFroNtEDDU SEBAStIANo . NUoro - NU - viale del Lavoro, 13 - tel. 0784.257036

CAGLIArI - CA - via Alziator, 15 - tel. 070.389119oLIvA BENIto . . . . . . . . . . . CAGLIArI - CA - via Alziator, 15 - tel. 070.389119PISANU roBErt . . . . . . . . . SASSArI - SS - via M. Coppino, 26 - tel. 079.275555

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25Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012CHIROPRATICI CHE SOSTENGONO L’APCI

CANtoN tiCiNo (SViZZERA)ANDrEoLI GIANLUCA . . . . . . . . . LUGANo - tI - via Cantonale, 11 - tel. +41.91.9226956BEtGE GIorGIo . . . . . . . . . . . . . LUGANo - tI - via tesserete, 51 - tel. +41.91.9703232

BELLINzoNA - tI - Piazza del Sole, 7 - tel. +41.91.8800220BIANCHI MAtILDE . . . . . . . . . . . . . . LUGANo - tI - via Dufour, 4 - tel. +41.91.9214927FrANCoNI GLorIA . . . . . . . . . . . CoMANo - tI - via tavernola, 33 - tel. +41.91.9604545Hort DoMINIQUE . . . . . . . . . . . CoMANo - tI - via tavernola, 33 - tel. +41.91.9604545JArDINE WILLIAM . . . . . . . . . . ASCoNA - tI - via Buonamano, 1 - tel. +41.91.7921836JArDINE-BISCHoFBErGEr CHrIStA ASCoNA - tI - via Buonamano, 1 - tel. +41.91.7921836NoDArI LUISA . . . . . . . . . . . . . . CoMANo - tI - via tavernola, 33 - tel. +41.91.9604545vENDrAME CHrIStIAN . . . . BELLINzoNA - tI - via Henri Guisan, 6 - tel. +41.91.8255550WULLSCHLEGEr GIovANNI . . . . . . . . LUGANo - tI - via Dufour, 4 - tel. +41.91.9214927

tRENtiNo Alto AdigECHIroPrAtICA NAtUrALMENtE. . . ArCo - tN - Via Santa Caterina, 94/L - tel. 0464.521210GIESE KEItH . . . . . . . . . . . . . trENto - tN - Largo Nazario Sauro, 22 - tel. 0461.236756NEELY BLAIr . . . . . . . . . . . vILLA LAGArINA - tN - via Salisburgo, 15 - tel. 0464.490102SoUtH KIM . . . . . . . . . . . . . trENto - tN - via r. da Sanseverino, 13 - tel. 0461.261454

FRiUli VENEZiA giUliACHIroPrAtICA DWIGHt . . . tAvAGNACCo - UD - Piazza Indipendenza, 7 - tel. 0432.233185

CorDENoNS - PN - viale del benessere, 4 - tel. 0434.583203

VENEtoFoStEr FrEDrICK . . . . . . . . . . . . . . . . MEStrE - vE - via D. Malin, 91 - tel. 041.972304GrUEN DANIELA MAE . . . . . VILLORBA - TV - Viale della Repubblica, 19/C - Tel. 0422.420513

MEStrE - vE - via Paruta, 31 - tel. 041.989055GrUEN ErIC . . . . . . . . . . . vILLorBA - tv - viale della repubblica, 19 - tel. 0422.420513KrAGt MICKAEL . . . . . . . . . . . . . . PADovA - PD - Via Montà, 110/C - tel. 049.8900066MItCHELL PAtrICIA . . . . . . . . . . . . BELLUNo - BL - via per Nogaré‚ 47 - tel. 0437.33041MorrISoN roBErt . . . . . . . . . . . . PADovA - PD - via S. Crispino, 24 - tel. 049.7801619SPADoN rENzo . . . . . . . . . . vIttorIo vENEto - tv - Via Guerrini, 5/7 - tel. 0438.553548

EMiliA RoMAgNABAEKKEL KrIStIAN . . . . . . . . . . . . . . . PArMA - Pr - via Emilia ovest, 12 - tel. 0521.2981DAvID BrICE . . . . . . . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211DIQUIGIovANNI MAttEo . . . . . . . . BoLoGNA - Bo - via Fondazza, 29 - tel. 051.391546FALINSKA JANE . . . . . . . . . . . . . . . . PIACENzA - PC - viale Malta, 4 - tel. 0523.338581GAUvrEAU EMILIE . . . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211HArDY LEoNArD . . . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211LAMBrICHtS DrIES . . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211LoNGFIELD SAMANtHA . . . . . . . . . . . . . . PArMA - Pr - via Farini, 9 - tel. 0521.236799

FIDENzA - Pr - via Gandolfi , 1 - tel. 331.2386814MALINvErNo GABrIELE . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211MArIANI JoHN . . . . . . . . . . . . . . . . RIMINI - RN - Viale Valturio, 20/A - Tel. 0541.785566

S. ArCANGELo - rN - via Cabina, 18 - tel. 0541.625914FALCIANO - RSM - Via dei piaceri, 86/A - Tel. 0549.909299

rAStELLI GIACoMo . . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211StEELE MArK . . . . . . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211StoCKELYNCK PIEtEr . . . . . . . . rEGGIo EMILIA - rE - via del Fante, 5 - tel. 0522.511211

MARChEBoEHNE SvEN . . . . . . . . . . . . CIvItANovA M. - MC - via Sonnino, 11 - tel. 0733.784094DAUGAArD PELLE . . . . . . . . . . . . . FErMo - AP - P.zzale Azzolino, 22 - tel. 0734.224658DEL BENE CrIStINE . . . . . . . . . . . . . MACErAtA - MC - via Morelli, 20 - tel. 0733.36155KHANCHANDANI BAIJU . . . . . . S. BENEDEtto - AP - via Mario Curzi, 29 - tel. 0735.593074

FErMo - AP - P.zzale Azzolino, 22 - tel. 0734.224658WILLIAMS JoHN . . . . . . . . . . . . . . . . IESI - AN - Corso Matteotti, 20 - tel. 0731.215750

SENIGALLIA - AN - via Gherardi, 70 - tel. 071.7939649

UMBRiAALBArELLo JoSEPH . . . . . . . . . PErUGIA - PG - via Costa di Prepo, 3A - tel. 075.5005363AMorINI GIAN DANIELE . . . . . . . . . . . PErUGIA - PG - via S. Siepi, 11 - tel. 075.5731212 IvES GrEGorY . . . . . . . . . . . . . . . tErNI - tr - via tre Monumenti, 4 - tel. 0744.404129

ABRUZZoLovErN JENNIFEr . . . . . . . . . PESCArA - PE - P.za della rinascita, 33 - tel. 085.2056363

CAlABRiADE LEo MICHELE . . . . . . . . REGGIO CALABRIA - RC - Via Vito Inf., 39/A - Tel. 0965.5881799

CoSENzA - CS - via Panebianco trav. S. Proclo, 8 - tel. 0984.408890FoStEr FrEDrICK . . . . . . . . . . . . NICAStro - Cz - via XX Settembre, 91 - tel. 0968.27565

rEGGIo CALABrIA - rC - via zecca, 8 - tel. 0965.897450oLIvA BENIto . . . . . . . . . . . . SQUILLACE LIDO - CZ - Via Laerte, 1/A - Tel. 0961.915269

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NUovo orIzzoNtE DELLA SALUtE

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27Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

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Chiropratica e volontariato

Poco tempo fa ho vissuto una delle espe-rienze più intense della mia vita sia a livello umano sia a livello professionale andan-do ad aiutare la popolazione di vernazza, meraviglioso paese delle Cinque terre, così duramente colpito dall’alluvione. Un fiume di fango e roccia ha invaso le strade del paese trascinando in mare tutto quello che ha trovato sulla sua strada e in pochi minuti la maggior parte della popolazione ha perso tutto quello che aveva. Alcune persone sono ancora oggi disper-se, tre hanno perso la vita, ma la trage-dia avrebbe chiesto un tributo molto più alto di vite umane se non fosse stato per la prontezza di riflessi e il coraggio degli abitanti che in pochi istanti hanno aiutato amici e familiari a mettersi in salvo. Quel coraggio che li ha poi spinti a cercare di rimettersi in piedi e che sono certo li sor-reggerà con l’aiuto di tutti coloro che gli vogliono bene per la ricostruzione di una vernazza Futura ancor più bella di quella che è stata.Sono legato a vernazza ed ai suoi abitanti da anni, uno dei miei migliori amici si chia-ma Franco resasco psicologo, compagno di liceo, uno degli ultimi bimbi nati in casa a vernazza, sua nonna è stata una delle mie prime pazienti quando ho aperto lo studio di chiropratica a Milano. Nonna Margherita era una donna d’altri tempi faceva ancora il vino come una volta “al naturale”, possedeva due campi “a terraz-za” che doveva raggiungere dopo lunghe camminate e trasportava l’uva sulle spalle con grande fatica. Nonna Margherita ave-va dolori al ginocchio che le impedivano di camminare, la sua più grande preoc-cupazione era quella di non poter andare a vernazza perché non riusciva a salire e

scendere le scale; era cardiopatica e non poteva prendere medicinali antidolorifici. In poche sedute di chiropratica è guarita e ha potuto passare quell’estate e molte al-tre estati a vernazza. Da allora sono diven-tato un punto di riferimento per altri abi-tanti del paese che soffrono di disturbi alla colonna vertebrale ed alle articolazioni ed ancora oggi alcuni, al bisogno, vengono a farsi controllare a Milano. Appena saputo dell’alluvione Franco ed io abbiamo deciso di andare a vernazza a dare il nostro aiuto umano e professiona-le. Chi subisce uno “shock” emotivo così forte può bloccarsi fisicamente ed emo-tivamente ed il nostro lavoro congiunto avrebbe potuto aiutarli a riprendersi più velocemente. Faccio parte del “Chiropractic Action team”, un gruppo di dottori di chiropratica volon-tari nato dopo il terremoto dell’Aquila che

Dr. Manuel Mazzini, D.C., C.C.S.P.

Per Vernazza futura

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31Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

Hai mal di schiena?

Finalmente avraiben di schiena.

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collabora con la Croce rossa nei momenti di bisogno. Dopo essermi coordinato con il CAt e la CrI sono partito per vernazza con il lettino portatile e giunto a La Spezia, la polizia mi ha portato via mare a vernaz-za. vedere in quelle condizioni vernazza dal mare mi ha molto colpito, era un’im-magine “apocalittica”: la montagna alle spalle del paese era completamente frana-ta, riversando fango, rocce e detriti lungo tutto il centro del paese, sommergendo la via principale e tutti i suoi negozi fino al primo piano delle abitazioni; la strada non esisteva più, il paese era rimasto isolato per vari giorni senza acqua, luce e gas. La situazione sembrava disperata ma tutti, la popolazione, i volontari, i vigili del fuoco, l’esercito e le forze dell’ordine lavoravano con un ritmo incessante senza quasi sen-tire la fatica, sentendosi “in colpa” quando veniva buio ed erano obbligati a smettere di lavorare.La chiesa del paese era stata trasformata in magazzino e nella sede operativa della CrI, in sacrestia, ho aperto il mio lettino di chiropratica e iniziato a trattare tutte le

persone che ne avevano bisogno. All’ini-zio ho visto quelle che mi conoscevano, poi pian piano la voce si è sparsa ed in tre giorni siamo riusciti a servire quasi tutto il paese trattando 180 persone sulle 200 che erano rimaste in paese tra abitanti e volon-tari. Da principio le persone si presentava-no con ogni tipo di sintomo, dal forte mal di schiena a causa della fatica dovuta al tanto spalare, a tensioni sulle spalle e brac-cia dopo aver trasportato tanti pesi, molti non dormivano da giorni e chi riusciva ad addormentarsi era tormentato da incubi. Clinicamente dall’esame chiropratico ho iniziato a riscontrare su tutti gli abitanti lo stesso blocco nella regione dorsale che corrispondeva al blocco del diaframma, il muscolo primario della respirazione oltre a vari altri blocchi. Discutendone la sera con il dottor Franco resasco abbiamo concor-dato che il blocco del diaframma era logi-co e tipico di uno “shock” emotivo. Infatti secondo Franco la gente del paese avreb-be accettato un attacco anche violento dal mare, come hanno vissuto anche le gene-razioni passate, ma nessuno si sarebbe mai

aspettato un attacco alle spalle dalla mon-tagna dove si sono sempre rifugiati dalla furia delle mareggiate. Dal giorno dopo, Franco ed io ci siamo organizzati a trattare di primo mattino chi doveva andare a spa-lare, poi tutti gli altri ed infine quando si faceva buio e dopo aver mangiato in piaz-za la sera tutti insieme, tutti coloro che ne sentivano il bisogno. Grazie al passaparola ho trattato alcuni volontari e quasi tutti gli abitanti del pa-ese. In tutte le persone ho riscontrato e “sbloccato” le sublussazioni dorsali e di conseguenza il diaframma: la risposta im-mediata da parte dei pazienti è stata quel-la di prendere un grossa boccata d’aria e ricominciare a respirare, e di conseguenza quella di provare un senso di benessere e rilassatezza come avviene quando ci si li-bera da un peso.Con questo nuovo stato d’animo alcu-ni abitanti si sono rivolti allo psicologo, dottor Franco resasco e si sono confidati riuscendo a liberarsi di tensioni che in al-tro modo avrebbero trattenuto per molto altro tempo.Per concludere, desidero inviare un mes-saggio importante a tutti gli abitanti di vernazza:“Porterò per tutta la mia vita nel cuore questa esperienza e ringrazio tutti, perché ho ricevuto da voi molto più di quello che ho dato, sono certo che riuscirete a rial-zarvi e rinnovarvi ancor più forti di prima, anche con l’aiuto di tutte le persone che vi vogliono bene nel mondo”. Un abbraccio forte forte a:Filippo, Luciana, Paolo, Alessandra, Au-gusto, Massimo, Maria, Chiara, tonino, tonino, Aldo, Monica, Dina, Gino,rolfo, vincenzina, Gabriella, Sonia e figlio, Luigi “il cantante”, Davide, Nunzio, Saverio, Mar-gherita, Flavio, vito, Gianfranco, raphael, Alessandro, Leo, Agata, Silvia, Luca, Paolo, Lello, olenca, Irene, Giuliano, Simona, Giu-lia, tommaso,Giambattista, Simone, Cate-

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rina, Marcella, Margherita, Enrica, Andrea, Franca, Daniela, tony, Marco, Eraldo, Fran-cesco, Gianni, tullio, Andrea, Edoardo, Yuri, Martina, Marta, Matteo, Federico,Carlo, Dina, tonì, Margherita, Michela, Gerola-mo, Andrea, Antonio, Giovanni, Amelia, Federica, Matteo, Agata, Giancarlo, Marta, Giambattista, vincenzina, Enrica, Augusto, Mara, Barbara, Imerio, Gennaro, tonino, Paolo, Don Giovanni, Stefano, Cilly, Enri-co, Caterina, Goga, Micky, Paolo, Manuela, Monica, Augusta Maria, vittorio, Andrea, Josè, Erion, papà e fi glio P., Nello, vincen-zo, Massimiliano, Susi, Cristian, Simone, Gianni, Stefania, Gianna, tullio, “quelli del dopo cena”, Massimo, Mariuccia, Umberto, Alba, Davide, Gianni, Amelia, Andrea, Fran-ca, Massimo, Mino, Nello, Carmen, Franca, Simona, Chiara, Carolina, Paolo, Francesco, Laura, veronica, Sara, Michael, Wolfgang, Luciana, Massimo, Davide, Franca, Giaco-mo, Andrea, Daniele, Marta, Massimo, Ma-nuela, Gianni, Maria, Marco, Sandro, e gli ultimi dopo cena e a Sara e Franco.

Ringrazio inoltre gli amici che hanno dato il loro aiuto fi nanziario perché Vernazza torni ad essere una meravigliosa perla delle Cin-que Terre. Per chi volesse seguire il loro esem-pio ecco le coordinate bancarie del conto intestato:“per vernaZZa FUtUra”:IBAN: It37Q0552610730000000001616 BIC: BPGGItG1 - SWIFt: BLoPIt22

Il Dr. Manuel Marco Mazzini è nato a Milano dove esercita la professione di chiropratico dal 1993, laurea conseguita presso l’AECC Bournemouth (GB).Si specializza in chiropratica sportiva nel 1996 e in varie tecniche tra le quali AK,Sot,tBM. Da anni è il segretario dell’Associazione Italiana Chiropratici (AIC) e si occupa delle relazioni pubbliche della stessa.Nominato chiropratico dell’anno nel 2006 dall’AIC.

Breve curriculum vitae

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Chiropratica e scienza

Grazie all’esperienza nel settore e ad innumerevoli pazienti visitati (sia nel-lo stadio acuto che cronico), alla clini-ca SANroCCo Chiropratica abbiamo trattato tanti casi di colpo di frusta con notevoli risultati in un breve periodo di tempo. Questo ci ha anche permesso di capire perché tanta gente non trovava benefici con le convenzionali terapie previste per questo tipo di infortuni.Le recenti ricerche hanno dimostrato quello che i chiropratici avevano com-preso da lungo tempo grazie ad anni di esperienza clinica e cioè che le disfun-zioni dei propriocettori, causati dal col-po di frusta, sono la principale causa di mancate guarigioni.Applicando le recenti scoperte nel campo della kinesiologia applicata e della neurologia, siamo ora in grado di correggere le disfunzioni dei proprio-cettori senza dover ricorrere alle mani-polazioni cervicali nella fase acuta.Spesso i nostri pazienti ci pongono do-mande quali:1. “Possiamo venire nello stadio acuto?” -

Se non vi sono fratture è consigliabile rivolgersi a noi prima possibile

2. “Possiamo fare qualcosa nello stadio cronico?” Certamente, anche se in casi cronici occorre più tempo per ottenere buoni risultati, soprattutto perché il corpo ha già instaurato mol-ti meccanismi di compensazione.

3. “Dobbiamo portare il collare?” Dopo anni di attenta osservazione abbia-mo notato che certi pazienti si sen-tono meglio con il collare e altri si sentono peggio.

La differenza risiede nel coinvolgimen-

to emotivo: se il paziente ha percepito l’ineluttabilità dell’incidente o era in uno stato emotivo negativo o se il pa-ziente era relativamente tranquillo e sereno al momento dell’impatto.Per questo consigliamo l’uso del col-lare per brevi periodi solo quando sono coinvolte emozioni negative le-gate all’infortunio subito, ma nei casi di pazienti con problemi puramente ed esclusivamente biomeccanici, con-sigliamo la rimozione del collare. Nei pazienti non toccati nell’aspetto “emo-tivo” durante il colpo di frusta l’uso del collare può addirittura portare ad avere più dolore, limitando i pazienti nelle loro normali funzioni e ostacolando il processo di guarigione.Il seguito di questo articolo vi offre una panoramica di questo infortunio e i tipi di trattamenti che utilizziamo per con-trastare i suoi effetti deleteri e le spesso sottovalutate implicazioni.

LA DINAMICADEL CoLPo DI FrUStADurante un incidente stradale, piut-tosto che un semplice stiramento ai muscoli e legamenti, il collo si curva in un’anormale forma ad S che altera la sua corretta struttura e movimento.Normalmente, le articolazioni nella par-te posteriore del collo scivolano sopra

Il colpo di frusta:Le novità nel campo della chiropraticaDr. Giacomo Rastelli D.C.

Figura 1: Tipico movimento in iper estensione del collo nell’ ultima fase del colpo di frusta.

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se stesse e sono autolubrificate, ma un infortunio dovuto a un’improvvisa sfer-zata come negli incidenti di tipo colpo di frusta (più comunemente questo è dovuto a improvvise accelerazioni/de-celerazioni come negli incidenti strada-li, una caduta o scivolata) forza questi processi articolari ad impattare fra di loro, danneggiando l’area circostante che include nervi, muscoli, tendini, fa-scia, capsula, legamenti e dischi.Ci sono minuscoli recettori in queste strutture che circondano il collo chia-mati propriocettori. Questi forniscono informazioni al cervello principalmen-te riguardo la posizione delle artico-lazioni. Se questi propriocettori sono stati alterati a causa di un’improvvisa e brusca sferzata, potreste sperimentare capogiri, stordimento, oltre a dolori di collo, mal di testa e dolore al braccio.Quando sono alterati non solo le infor-mazioni che arrivano al cervello non sono più corrette ma i nocicettori (i portali del dolore per il cervello) con-tinuano ad essere iper stimolati conti-nuando a provocare dolore. Questo alla lunga, impedisce il normale processo di guarigione.La parte alta della colonna cervicale effettua un movimento di eccessiva estensione durante la prima fase del colpo di frusta.La eccessiva estensione della testa può essere una delle cause di danno alle articolazioni delle prime due vertebre cervicali con conseguente accorcia-mento dei muscoli che le circondano. Questo movimento può quindi causa-re dolore anche nei muscoli della par-te superiore del collo. Una delle fasce muscolari maggiormente interessate in tale situazione, è la coppia di muscoli chiamati Muscoli retti posteriori mino-ri della testa.Grazie alla loro alta densità di recettori,

tali muscoli hanno un grande ruolo nel monitoraggio dell’equilibrio e del dolo-re. La loro infiammazione ha mostrato di influenzare tra l’altro le strutture cir-costanti e la muscolatura mandibolare.I recettori della colonna cervicale han-no importanti connessioni col sistema vestibolare e l’apparato visivo come con altre aree del sistema nervoso centrale. Disfunzioni dei recettori cervicali, cau-sati da problemi al collo, possono alte-rare i tempi e la modulazione del con-trollo sensomotorio.Questo causa alterazioni nel senso di posizionamento cervicale, controllo del movimento degli occhi e stabilità posturale. Capogiri e instabilità sono in genere una naturale conseguenza di queste alterazioni (treleaven, 2007). traumi come quelli causati da un in-cidente stradale, causano disfunzione muscolare al livello tendinoso, fasciale ai retti posteriori minori della testa ed altre fasce di muscoli nella parte po-steriore e superiore del collo. Questa stessa perdita di tono muscolare è cor-responsabile di dolori cronici al collo e di una diminuzione dell’equilibrio in posizione eretta.tradizionalmente si ricorre all’uso di

un collare, poco dopo l’infortunio, in un tentativo di limitare l’ampiezza dei movimenti del collo e la possibilità di ulteriori peggioramenti.Studi più recenti dimostrano che il ri-poso e la restrizione dei movimenti può essere controproducente, rallentando il processo di guarigione (Eck, 2011).

LA MEMorIA DEGLI INFortUNIUno studio condotto da Mayon e Bryan (1996), ha trovato che 3-12 mesi dopo un colpo di frusta, la maggioranza dei soggetti lamentava persistenti sintomi al collo, e una minoranza riportava sin-tomi post traumatici (memoria intru-siva, fobia ansiosa da viaggio) simili a quelli descritti da pazienti che avevano subito numerosi infortuni.Nonostante i danni post traumatici al collo fossero molto meno severi di quelli del gruppo afflitto da molteplici infortuni, le conseguenze psicologi-che, a distanza di tre mesi ed a un anno dall’infortunio erano sorprendente-mente simili. In particolare gli individui affetti da col-po di frusta erano altrettanto a rischio di complicazioni post traumatiche quali memorie intrusive ed ansie da viaggio. Questo era dovuto al fatto che, in con-trasto ad infortuni più gravi, il soggetto rimaneva cosciente e non soffriva di amnesia sull’incidente mantenendo la traumatica memoria dell’accaduto (Ma-you, 1996).Per queste ragioni alla SANroCCo chi-ropratica chiediamo ai pazienti affet-ti da colpo di frusta se avevano visto il veicolo arrivare ed erano preparati all’impatto. Poniamo inoltre particolare attenzione anche all’umore del pazien-te negli attimi precedenti la collisione.Gli aspetti sopra menzionati hanno una grande importanza dato che il sistema nervoso registra e mantiene memoria

Figura 2: Paziente affetto da capogiri ed instabi-lità a seguito di un colpo di frusta

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degli eventi che accadono nella vita. Può accadere che una memoria codifi-cata di un trauma ostacoli la guarigione di un paziente, o causi una sola parzia-le guarigione , o addirittura perda gli effetti correttivi di un trattamento. La mancata eliminazione delle influenze di un trauma passato sul sistema ner-voso non significa che il paziente non risponda al trattamento; ma gli effetti del trattamento potrebbero non essere duraturi, o la condizione che affligge il paziente potrebbe progredire fino a raggiungere la sua massima gravità (Walther, 2000).

IL ProtoCoLLoDEI trAttAMENtI SANroCCoPer il motivo citato nel precedente pa-ragrafo, alla SANroCCo Chiropratica vengono utilizzati 3 approcci terapeu-tici, in grado di localizzare ed elimi-nare la memoria associata all’evento traumatico. Injury recall technique è un sistema di esaminazione e trattamento.La tecnica Memory recall tratta l’imme-diata perdita di correzione che spesso accade a seguito di un trattamento. Queste due modalità terapeutiche sono tratte dalla Kinesiologia applicata.

Morter B.E.S.t technique è invece una tecnica di chiropratica particolarmente dolce che rimuove le interferenze del sistema nervoso tramite leggeri stimoli dei meccanorecettori. Il sistema nervo-so motorio risponde a stimoli prove-nienti dal sistema nervoso sensorio. Ci sono 10 volte più fibre sensorie di fibre motorie nel sistema nervoso. La tecnica B.E.S.t. localizza con precisione l’area di interferenza nel sistema sensorio e la rimuove permettendo al sistema moto-rio di ridare simmetria al corpo.La clinica SANroCCo Chiropratica non prevede come piano di trattamento ma-nipolazioni cervicali nello stadio acuto e subacuto per i pazienti affetti da “col-po di frusta”; ma utilizza altre tecniche più aggiornate e “specialistiche” quali l’interlink neurologico. Questa modali-tà di trattamento permette di agire sui tessuti danneggiati senza coinvolgere direttamente la parte irritata e la mu-scolatura, spesso in spasmo, del collo. Queste tecniche consentono di elimi-nare la malfunzione del propriocettore e stimolano la rigenerazione dei tessuti danneggiati con sorprendenti risultati senza ricorrere alla manipolazione del-la cervicale che un paziente con dolore acuto ha paura di subire. I pazienti trattati sono sorpresi nell’os-servare che la mobilità aumenta imme-diatamente mentre, il dolore e lo spa-smo muscolare diminuiscono.La tecnica di interlink neurologico è particolarmente indicata anche per di-storsioni e traumi di altre zone del cor-po quali il ginocchio, i gomiti, le caviglie e i polsi.

IL CoLPo DI FrUStAE L’ArtICoLAzIoNEtEMPoro-MANDIBoLArEI pazienti che hanno subito un colpo di frusta spesso riportano problemi a que-

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sta articolazione. Uno studio condotto da Kalamir e altri (2007), dimostra come le terapie manuali per questa condizio-ne siano un approccio attuabile e par-ticolarmente utile. La terapia manuale ha anche dimostrato di essere meno costosa e non soggetta agli effetti col-laterali di un trattamento ortodontico

tIPo DI MAL DI tEStACErvICoGENICoPoSt CoLPo DI FrUStAIl concetto che il mal di testa possa ori-ginare dal collo non è nuovo. Il dolore sembra essere generato dall’irritazione dei portali del dolore nelle strutture della colonna cervicale e può accom-pagnare infortuni e patologie del collo. talvolta queste patologie e infortuni possono essere la conseguenza di in-cidenti di vario tipo e molto comune-mente al colpo di frusta a seguito di incidenti stradali.Questi mal di testa di tipo cervicoge-nico sono difficili da distinguere dall’ emicrania o cefalea di tipo tensivo, no-nostante abbiano la comune e distinti-va caratteristica di essere provocati da movimenti del collo, da dolore diffuso nella zona occipitale e sensibilità nei tessuti sub occipitali, limitata estensio-ne del movimento, e dall’inefficace te-rapia farmacologica per il mal di testa. Presso gli studi chiropratici viene data grande importanza al riconoscimento della tipologia di mal di testa e al tipo di approccio terapeutico più indicato. Nel caso di mal di testa di tipo cervicogeni-co come conseguenza di colpi di frusta, si procede alla correzione non solo del-la parte cervicale ma vengono trattate tutte le parti della colonna vertebrale, il bacino e le estremità. La ragione, ri-siede nel fatto che le disfunzioni della colonna vertebrale nel tratto cervicale, possono essere aggravate e talvolta ad-

dirittura causate da alterazioni in altre aree della colonna vertebrale. Queste, a loro volta, possono essere la conse-guenza di differenze anatomiche o fun-zionali nella lunghezza delle gambe. In caso di pazienti che lamentano dolo-ri cronici cervicali e mal di testa cervico-genico, a seguito di un colpo di frusta avuto in passato, può anche essere pre-so in considerazione l’uso di manipola-zioni cervicali ma solo qualora non vi siano controindicazioni.Uno studio condotto nel 2005 da Ferna-dez de las Penas e altri, sottolinea come questi tipi di trattamenti manuali siano più efficaci delle convenzionali terapie, nella cura dei pazienti che hanno subi-to un colpo di frusta.L’analisi biomeccanica degli infortuni di tipo colpo di frusta ha mostrato che le manipolazioni alle aree sopracervicali, cervicotoraciche, toraciche e pelviche

sono quelle maggiormente indicate ed efficaci per ottenere dei benefici sicuri (Fernadez de las Penas at all, 2004). In particolare questo studio ha eviden-ziato come la definizione di disfunzione dell’articolazione spinale implica che ci sia un accorciamento delle fasce mu-scolari (vedi il caso del muscolo retto capite posteriore minore). Questo im-plica che i trattamenti manuali di una persona che ha sofferto l’infortunio del colpo di frusta siano di tipo muscolare e di accorciamento fasciale, oltre a un trattamento delle articolazioni della co-lonna vertebrale quando appropriato (Fernadez de las Penas at all, 2004).

LE INtErAzIoNI FrALA DUrA MADrEE IL CoLPo DI FrUStA La dura madre è saldamente attacca-ta superiormente alla circonferenza

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del foro occipitale e alle superfici po-steriori della seconda e terza vertebra cervicale.Alcuni ricercatori hanno osservato, in dissezione, che la dura madre si ancora saldamente anche alla prima vertebra cervicale (Walther, 2000 b).Dopo questi punti di ancoraggio, le dura madre ha solo deboli inserzioni fino a quando si riattacca nella parte posteriore del secondo segmento sa-crale (Walther, 2000 c). Durante un colpo di frusta questa com-plessa interazione fra la dura e il liquido cerebro-spinale e il sistema locomoto-rio possono essere compromessi.I sintomi che ne risultano sono vari e spesso presenti in pazienti con proble-mi cronici: mal di testa occipitale-fron-tale, stanchezza senza ragioni evidenti, malessere e dolori muscolari diffusi ne sono un esempio. Questi pazienti ven-gono spesso diagnosticati con fibro-mialgia.Alla SANroCCo chiropratica agiamo tramite i punti di “ancoraggio” della dura madre nella zona sopra cervicale-occipitale posteriore e all’osso sacro correggendo lo squilibrio fra le struttu-re sopra citate. ( per ulteriori informazioni riguardo la dura madre vedere l’articolo “tensione della dura madre” sul sito www.chiro-pratica.com , rivista 8)

L’EFFEtto DEI rEttI PoStErIorIMINorI SU ALtrE ArEE DEL CorPoLa capacità dei retti posteriori mino-ri di irritare le meningi tramite il tessuto connettivo che collega questi muscoli e la dura spinale dorsale alla giunzio-ne atlanto-occipitale e’ sostenuta da un’evidenza anatomica. tuttavia poco è conosciuto riguardo la capacità di questi muscoli di interagire anche su aree anatomicamente lon-

tane dalla parte alta e posteriore della cervicale. L’interazione dei retti posteriori minori e altri muscoli situati in diverse zone del corpo sembra essere vasta.Pollard e Ward (1997) hanno utilizzato una tecnica di stretching (PNF; proprio-ceptive neuromuscular facilitation) per determinare l’effetto di questi muscoli sull’estensione di movimento dell’anca.Pollard e Ward hanno dimostrato che questo tipo di stretching sui muscoli della parte superiore e posteriore del collo e più precisamente dei retti po-steriori minori, causi un aumento del 13% sulla flessione dell’anca rispetto

alla gamba in posizione “dritta”. Nello stesso studio hanno dimostrato come lo stesso tipo di stretching sui muscoli della parte posteriore della coscia ha causato solamente un 9% di crescita di flessione della gamba all’articolazione dell’anca (McPartland, Brodeur, 1999).Il fatto che i muscoli nella parte supe-riore e posteriore del collo abbiano un’influenza sull’estensione del movi-mento dell’anca è sorprendente, ma trovare che questi muscoli del collo sia-no più influenti dei muscoli della coscia sull’estensione del movimento dell’an-ca è straordinario. L’importanza della cura della regione superiore e poste-riore del collo non è mai sfuggita ai chi-ropratici, che hanno sempre tenuto in considerazione l’importanza e gli effetti di regioni anatomiche apparentemente lontane ma la cui funzionalità condizio-na regioni del corpo apparentemente senza “diretti” legami funzionali.

L’IMPortANzA DELLE tErAPIEDI MANtENIMENtoÈ sempre consigliabile effettuare dei controlli periodici per mantenere gli ef-fetti benefici delle correzioni apportate tramite le tecniche chiropratiche ed evitare il rischio di ricadute. La compar-sa del dolore è generalmente l’ultima fase di un processo degenerativo cau-sato dall’uso prolungato di movimenti e posture scorrette.

CUrIoSItà E CENNI StorICIIl termine colpo di frusta era stato prima utilizzato da H.E. Crowe nel 1928 per de-scrivere gli effetti di un’improvvisa forza di accelerazione-decelerazione sul collo e la zona alta della colonna vertebrale toracica, dovuta a forze esterne che eser-citano questo effetto a “colpo di frusta”. Prima che il termine “colpo di frusta” fosse utilizzato, nei paesi anglosassoni

Figura 3: I muscoli evidenziati in rosso sono la coppia di retti posteriori minori

Figura 5: Un test per dimostrare i gradi di flessio-ne della gamba all’articolazione dell’anca

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si defi niva questo tipo di infortunio con l’espressione “spina dorsale a binario” per descrivere i comuni infortuni alle persone coinvolte in incidenti ferroviari verso gli inizi del diciannovesimo seco-lo (Eck, 2001).Nel 1995 la “Quebec task Force on Whi-plash Associated disorders” ha ridefi ni-to il termine come “un meccanismo di accelerazione-decelerazione che tra-sferisce energia al collo, come risultato di un impatto posteriore o di lato, prin-cipalmente in collisioni con l’automobi-le o da altri incidenti.L’energia trasferita dall’impatto può ri-sultare in infortuni ossei e dei tessuti molli che, come conseguenza, possono portare a un’ampia varietà di manife-stazioni cliniche.

Bibliografi aECK J.C., HODGES S. D., HUMPHREYS C., (2001). WHIPLASH: A REVIEW OF A COMMON-LY MISUNDERSTOOD INJURY, The American Journal Of Medicine, 110: 651- 656.FERNANDEZ DE LAS PENAS C., PALOMEQUE DEL CERRO L., FERNANDEZ CARNERO J., (2005). MANUAL TREATMENT OF POST-WHI-PLASH INJURY, Journal of Bodywork and Mo-vement Therapies, 9: 109-119.

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DACHE, Manual Therapy, 11: 118-129.WALL P. D., (1989) THE DORSAL HOM. In: Wall, P.D., Melzack, R., eds. Textbook of pain, 2nd edn. Churchill Livingstone, Edinburgh, pp 102-111.WALTHER D. S., (2000) BASIC AK TESTING AND TREATMENT PROCEDURES. In: Walther D.S., eds. Applied Kinesiology, Synopsis, 2nd edn. Sy-stem DC, Colorado, USA, pp 184-185.WYKE B. D., (1985) ARTICULAR NEUROLOGY AND MANIPULATIVE THERAPY. In: Glasgow E. F., Twomey L.T., Scull E. R., Kleynhans A. M., Idc-zak R. M., eds. Aspects of manipulative therapy. Churchill Livingstone, Edinburgh, pp 72-77.

Nato a Ponte Dell’olio (Piacenza), ha studiato in Gran Bretagna, dove si è laureato Doctor of Chi-ropratic alla University of Glamorgan. Dopo la laurea, nell’anno di specializzazione, ha lavorato un anno nella clinica dell’Università (Welsh Institute of Chiropractic), durante i quali ha avuto numerose esperienze nel reparto di ortopedia al Prince Charles Hospital di Merthyr tydfi l. Dal 2011 lavora presso il Centro Chiropratico Sanrocco di Como. Dal 2012 fa parte dell’equipe inter-nazionale di chiropratici del centro Sanrocco di reggio Emilia. Specializzato in diverse tecniche come Diversifi ed, Kinesiologia Applicata, Sacro occipital technique e kinesiotape. Nel 2011 ha preso parte all’insegnamento delle tecniche Sanrocco all’Università Chiropratica “El Escorial Ma-ria Cristina di Madrid”. Membro dell’ AIC (Associazione Italiana Chiropratici) e della European Chiropractors’ Union.

Breve curriculum vitae

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I risultati dei numerosi sondaggi sulla quali-tà dell’assistenza sanitaria svolta negli Stati Uniti, in Europa e, più recentemente, in Italia mostrano che, se a un paziente è richiesta una valutazione sulla qualità dei trattamen-ti medici, le sue priorità sono: umanizza-zione, personalizzazione del trattamento, necessità di avere informazioni adeguate in un ambiente confortevole per una libera scelta del proprio percorso di salute.Negli ultimi anni il dibattito scientifico sulle Medicine tradizionali e Non Convenziona-li e la loro interazione con la biomedicina, cioè la medicina accademica, dominante nella società occidentale, ne ha favorito e legittimato un aumento della domanda. Si sta attivando, così, un processo di trasfor-mazione culturale che coinvolge il nostro stile di vita e sposta il focus dal sintomo all’idea, più generale, della ricerca del be-nessere della persona. L’attenzione è anche rivolta alle capacità di auto-guarigione, al risveglio delle potenzialità individuali, che sostengono ed amplificano i benefici dei

trattamenti e di un’informazione accurata ai cittadini affinché possano scegliere li-beramente il proprio programma di cura. È diritto di ogni persona essere curata con dignità e rispetto, migliorando l’esperienza dei trattamenti.È importante ridurre le disuguaglianze, essendo consapevoli del “gradiente socio-sanitario” per l’equilibrio sostenibile e di farmacoeconomia.È importante, dunque, favorire un cambia-mento nei processi di politica ed assistenza sanitaria. Un’etica professionale moderna, che mira a raggiungere un rapporto soddi-sfacente tra medico e paziente, dovrebbe sviluppare una rinnovata capacità di ascol-to per una rinnovata capacità di compren-sione. Questo implica che all’attenzione per gli aspetti più microscopici dell’organismo debba essere aggiunta anche l’attenzione all’ambiente naturale e sociale in cui l’uo-mo vive e si ammala.Ecco perché è necessaria una medicina ba-sata sulla fiducia. L’attenzione al paziente

nella scelta dei programmi di salute indivi-duale porta ad una diversa visione sociale della qualità della sanità.Una Medicina Centrata sulla Persona riesce a dare equilibrio psicofisico all’individuo e rappresenta il trampolino di lancio per un equilibrio sostenibile sociale per le società attuali e future.L’essere umano non è solo una mera par-cellizzazione di realtà fisiche, molecolari ma esiste un continuum psicopatobiogra-fico quale risultato di infinite interazioni che è invece alla base di quella capacità di ascolto, valutazione, trattamento che sono lo spirito, il motore di un approccio al pa-ziente centrato sulla persona e non solo sul sintomo. Compito educativo e poi terapeutico della Medicina Centrata sulla Persona è contribu-ire a che la biomedicina o sistema medico dominante, come definito dall’oMS, si av-valga in modo multidimensionale, multi-fattoriale, multidisciplinare del contributo dei Sistemi di Salute Antropologici, quali

La medicinacentrata sulla persona

ASSOCIAZIONEPER LA MEDICINA

CENTRATA SULLA PERSONAONLUSDott. Paolo Roberti di Sarsina

Specialista in Psichiatria

Chiropratica e medicina

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41Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012Chiropratica e medicina

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ad esempio le Medicine tradizionali in virtù della loro sapienza nell’osservare la Natura e l’Essere Senziente ed il loro divenire per interpretarli, anche in termini di umaniz-zazione della medicina. È possibile quindi ricostruire un centro di gravità diagnostico-terapeutica che prenda in considerazione la globalità dell’essere umano, lo “olos”, vale a dire l’intrinseca unità del suo essere, il pia-no fisico e mentale perché è su questi livelli incessantemente interagenti che ogni es-sere umano si autostruttura spiritualmente come un unicum che come tale va interpre-tato per essere curato. Non è quindi più procrastinabile una rifles-sione profonda che investa tutti gli strati della società in quanto da essa, dalle asso-ciazioni di pazienti, dalle associazioni di cit-tadini come dai singoli cittadini proviene la richiesta di ricostruire e rispettare per ogni essere umano le sue integrità ed interezze esistenziali per accedere al piano diagnosti-co-terapeutico. Questo è il primo contributo per la medi-cina dell’essere umano nella sua totalità, integrità e nella sua piena dignità per una corretta e libera scelta dei propri percorsi di salute ovverossia il passaggio dal con-cetto di salute come assenza di malattia, a quello di salute come benessere psico-fisico, come ricorda l’organizzazione Mon-diale della Sanità. La Medicina Centrata sulla Persona consen-te quell’equilibrio psicofisico individuale che è la base di ogni possibile equilibrio sociale sostenibile, di qualsiasi società con-temporanea e futura. Le Medicine tradizionali e Non Convenzio-nali si propongono come ampliamento del-la conoscenza e della pratica medica. L’evoluzione del pensiero medico avvenu-ta dalla fine del XIX secolo in poi ha por-tato ad enormi e innegabili progressi nella medicina. Per far fronte alle nuove necessità del XXI secolo è indispensabile avvalersi degli epi-

stemi propri delle Medicine tradizionali perché allargano gli orizzonti diagnostici e terapeutici al di là di quanto postulato dalla dominanza cartesiana, scientista, razionali-sta e materialista. La visione centrata sull’essere senziente tiene in massimo conto la complessità dei fenomeni naturali, lo studio delle relazioni uomo-ambiente e delle interazioni tra psi-che e corpo, il significato dell’integrità spi-rituale dell’uomo e il possibile ruolo attivo del paziente ai fini della guarigione e del mantenimento dello stato di buona salute. Una moderna deontologia professionale, se vuole essere indirizzata al raggiungi-mento di un soddisfacente rapporto medi-co-paziente, deve passare da una rinnovata sapienza dell’ascolto ad una rinnovata sa-pienza del comprendere: ciò presuppone che si controbilanci la tendenza al micro-scopico, al sempre più piccolo, allargando lo sguardo all’ambiente naturale e sociale in cui l’uomo vive e si ammala. Da qui la necessità del Paradigma della Me-dicina Centrata sulla Persona fondata su un’autentica fiducia. Dalla visione empatica dei bisogni del pa-ziente, caratteristica delle Medicine tradi-zionali e Non Convenzionali, può nascere per quest’ultima la volontà di superare la “prigionia della malattia”, tutto quell’insie-

me di dolore e di disagio che gli occupa l’animo e che gli rende talora impossibile aprirsi ad altre esperienze di vita. Questa visione, che si basa sulla Compas-sione, dà concreta sostanza morale all’ide-ale di “alleanza terapeutica” e di risvegliare nell’interiorità del sofferente le risorse fon-damentali per attivare la volontà di guari-gione e si arriverà anche alla decisione di adottare le opportune misure preventive per non ricascare in situazioni di malattia. In questo contesto si pone la Medicina Cen-trata sulla Persona. Da quanto sopraesposto possiamo ricavare alcuni punti chiave:1. Emerge in tutta evidenza il divario tra il

”sistema sanitario” ed il ”sistema di salute” che si vuole considerare per affrontare e riprogrammare la sanità alla luce anche delle sempre maggiori difficoltà econo-miche della nazione.

2. Il sistema sanitario infatti non esaurisce tutto l’ambito tematico proprio della salute.

3. Si devono invece prendere in considera-zione tutti i fattori che sono gli elementi significativi e significanti di un sistema di salute.

4. È ineludibile l’integrazione tra diversi modi di intendere la medicina.

5. È indispensabile l’interazione tra la bio-

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Breve curriculum vitae

Dott. Paolo roberti di Sarsina, Specialista in Psichiatria. Esperto per le Medicine Non Convenzionali del Consiglio Superiore di Sanità, Ministero della Salute; Presidente dell’Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona oNLUS; Coordinatore del Master in “Sistemi Sanitari, Medicine tradizionali e Non Convenzionali” dell’Università di Milano-Bicocca

medicina e la medicina su base antropolo-gica anche in termini di equilibrio sosteni-bile e di farmacoeconomia.6. Sul territorio si ha sempre più la presen-

za di popolazioni migranti con bisogni complessi che portano diversi saperi di salute.

7. L’ambiente sociale infl uenza i processi psicologici che, a loro volta, hanno in-fl uenza su quelli biologici secondo l’or-mai noto “gradiente sociale nella salute”. La presenza di gerarchie nelle società moderne non sembra essere eliminabile, ma le sue conseguenze possono variare dato che il fenomeno del “gradiente di sa-lute” non è limitato ai paesi più poveri o alle classi sociali indigenti. La propria po-sizione nella scala sociale diventa impor-tante e ha conseguenze sulla salute solo se la persona è privata di alcune possibi-lità collegate a bisogni fondamentali per il benessere di ognuno: il controllo sulla propria vita, la possibilità di partecipa-zione sociale, la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali per la propria sa-lute, dato che non vi è vera libertà senza emancipazione.

8. Esiste la salute di genere, legata all’appar-tenenza ad uno dei due sessi.

9. È pressante la richiesta sociale di: uma-nizzazione della medicina, minori eff etti jatrogeni, più informazione corretta e in-nalzamento dell’etica ed affi dabilità delle

pubblicazioni scientifi che (il complesso sanitario industriale da cui passa la mag-gior parte delle risorse sanitarie incide a volte in modo pericolosamente negativo sull’autonomia ed i risultati della ricerca); rispetto del diritto di libera scelta dei per-corsi di salute.

10. Non è più suffi ciente conoscere e stu-diare la “patogenesi”

11. Le Medicine tradizionali e Non Con-venzionali condividono l’impegno alla diff usione, educazione, studio della “salutogenesi” che si occupa di studia-re le fonti della salute fi sica, psichica e spirituale come responsabilità etica e sociale, consapevoli della necessità di maggiore responsabilità ed emancipa-zione sociale.

12. Per produrre prove di effi cacia delle Me-

dicine tradizionali e Non Convenzionali sono ovviamente necessarie risorse per la ricerca di qualità. È paradossale che l’establishment accademico ed istituzio-nale chieda alle Medicine tradizionali e Non Convenzionali prove di Evidence-based Medicine quando non esistono, salvo rari casi, fondi statali erogati a tale scopo.

13. vi è necessità di nuovi paradigmi nel pluralismo della scienza

14. Proponiano il Paradigma della Medicina Centrata sulla Persona, per una lettura e comprensione diacronica della realtà bio-psico-spirituale e della soff erenza degli esseri senzienti e la loro cura. Una visione che supera dunque ogni duali-smo contrappositivo per una rifonda-zione epistemologica della Medicina.

Chiropratica e medicina

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43Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

Chiropraticae bambiniDr.ssa Marie A. Turgot D.C.

È più saggio crescere bambini sani oggi, piuttosto che tentare di “riparare”adulti danneggiati domani, perché la salu-te e il benessere del bambino iniziano alla nascita. Il ruolo del Dottore in Chi-ropratica non è quello di identificare una malattia ma di individuare la su-blussazione vertebrale o vSC (un com-plesso di cambiamenti articolari fun-zionali e/o strutturali e/o patologici che compromette l’integrità neurale e può influenzare le funzioni di organi e

sistemi, nonché la salute in generale), correggere tutti i fattori possibili che la provocano, monitorare i risultati e adot-tare metodi di prevenzione adattati al bambino. La sublussazione vertebrale si applica sia ai bambini sia agli adulti. I 3 fattori di stress sono di natura fisica, chimica ed emotiva e nei bambini sono identificabili. I bambini della fascia di età pediatrica si presentano con le loro caratteristiche intrinseche correlate alle esperienze di vita; ad esempio il trauma fisico subito nell’età neonatale è rela-tivo al processo della nascita (uso del forcipe o ventosa, parto cesareo e natu-rale possono creare traumi alla colonna vertebrale di leggera o grave entità) e agli errori di “maneggiamento (inciden-ti durante il bagno, giochi imprudenti genitore-bambino tra i quali il lancio

del bambino e presa sotto le braccia, posizione del collo durante il pasto, lunghi periodi (da seduto in macchina, cadute dal letto o dal seggiolone, ecc.), mentre nel bambino in età scolastica gli infortuni si manifestano soprattutto durante l’esercizio delle pratiche sporti-ve e nel gioco.Il trauma neonatale rappresenta la for-ma più comune di trauma fisico nell’età infantile. Lo sviluppo di una sublus-sazione vertebrale può manifestarsi molto prima di quanto si pensi, sino dal processo del parto; nell’età pre-sco-lastica può insorgere a causa dell’uso del trampolino elastico, trazione delle braccia o di una spalla causata da un incauto gesto del genitore, cadute du-rante il gioco o altre attività. L’esposizio-ne alle sostanze chimiche irritanti può

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Chiropratica e pediatria

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Chiropratica e pediatria

cominciare nell’utero qualora il feto sia esposto a sostanze che provocano un eff etto neurotossico come il fumo, al-cool, droghe ed alcuni farmaci. Dopo la nascita, gli allergeni alimentari ed ambientali sono comuni irritanti che conducono allo sviluppo di vSC at-traverso le vie “viscerosomatiche”, gli inquinanti stagionali, l’aria, l’inquina-mento dell’acqua, il latte di mucca, varie tipologie di zuccheri, additivi ali-mentari e coloranti, prodotti derivati dal frumento (glutine e lieviti).Durante il periodo neonatale il bam-bino rimane psicologicamente legato al suo primo anno di vita quando si verifica una importante separazione della madre dal bambino; paura e altre negative emozioni possono provocare pesanti ripercussioni sulla psiche del bambino, interferendo con le sue fun-zioni neurologiche e contribuendo allo sviluppo di vSC. Le sensazioni di paura,

l’ansia e l’insicurezza si immagazzinano nella sua memoria e possono essere at-tivate in qualsiasi momento come pro-cessi del pensiero che stabiliscono al-terazioni corporee. Il tono muscolare è modificato dallo stress emozionale;esso può produrre una tipica aberrazione posturale che conduce alla vSC. Una ripetuta esposizione alle emozioni, come nel caso dei bambini testimoni di ripetute violenze domestiche o vittime di bullismo scolastico, non crea solo le condizioni per l’insorgenza di ricorrenti

vSC e si imprime sul sistema nervoso del soggetto. Le principali patologie infan-tili che inducono i genitori ad accompa-gnare i propri bambini dal Chiropratico (così come da altri professionisti di “me-dicine alternative”) sono le coliche, l’oti-te, sindromi da deficit di attenzione ed iperattività, asma bronchiale, disturbi dell’equilibrio posturale.... ricordiamo che la salute è uno stato del corpo che non è necessariamente legato alla per-cezione del dolore. La salute è funzione non sensazione.

Breve curriculum vitae

La Dr. Marie Altagraçia turgot, di origine Haitiana e cittadinanza Americana, dopo la laurea in Medical Laboratory technology, ha conseguito il suo titolo di Dr. of Chiropractic nel 1994 al NYCC. Membro dell’AIC e di CAt onlus, lavora nel suo studio a Cernusco sul Naviglio con un team di laureati in Science Motorie e collabora con il Centro Diagnostico Italiano di Milano e la Federazione Italiana di Canottag-gio. Ha participato a diversi corsi di specializzazione ed è Diplomate in Sport Chiropractic, Certifi ed/Master full body Art practitioner e Chiropractic Neurology board eligible.

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45Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012

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I nostri lettori

Leggi e vivialtre viteAlessandro Marchetti

Leggere è il modo più efficace per vi-vere altre vite. È per questo che vi sug-gerisco di scegliere un libro, mettervi comodi, con la schiena dritta, e di la-sciarvi trasportare. Il testo vi prenderà per mano e vi permetterà di esplorare altri mondi. Non sapete che cosa scegliere? Entra-te in biblioteca o in libreria, guardatevi attorno. Poi lasciate che siano i sensi a guidarvi. Prima di continuare nella lettura di questo articolo chiudete gli occhi e provate a visualizzare la posizione di ogni parte del vostro corpo. Ascolta-te il vostro respiro. Guardatevi come se foste un osservatore esterno di voi stessi.Fatto? Bene. ora riprendete la lettura. Immaginate che lo scrittore sia davanti a voi e vi parli. osservatelo dall’ester-no come avete fatto con voi stessi. ripercorrete idealmente la strada che ha fatto per definire i personaggi, trat-teggiare l’ambientazione, costruire la storia. Per poter scrivere è necessario acquisire nuovi punti di vista indispen-sabili per una corretta scrittura, ma anche per poter dar voce a realtà dif-ferenti abbandonando, momentanea-mente, la propria. Cosa prova un dalmata che assiste al rapimento della sua amica papera? Che significa pensare in una lingua che non sia la propria? Quali emozioni attraversano chi è privato della liber-tà? Come fa un non vedente a leggere con le dita?Lo scopriremo se impareremo a calar-ci nella pelle degli altri senza il filtro

stretto dei nostri pregiudizi. Nel mio percorso di apprendista scrittore ho dovuto - e successivamente voluto - cercare di spostarmi per osservare il mondo da altre posizioni. Prediligo la narrativa per l’infanzia, ma con un’at-

tenzione crescente verso le marginali-tà e le minoranze. Anche i bambini, a ben guardare, sono una minoranza da proteggere, guidare e abbracciare con amore. Dolce e i misteri di Acquascura, Edizioni vida - Gressan, sviluppa i temi

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NUovo orIzzoNtE DELLA SALUtE

46 I nostri lettori

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Breve curriculum vitae

ALESSANDro MArCHEttI è nato ad Aosta l’8 agosto 1965. Nel luglio del 2007 pubblica il libro per bambini “Dolce e i misteri di Acquascura”, per le Edizioni vida di Gressan, che vince il 1° premio del concorso per la “Piccola editoria di qualità” (Chiari, 2007); nel luglio 2008 il libro viene tradotto in francese e francoprovenzale (“Doudou et les mystères d’Eaux Sombres” e “Doucet et le mistéro d’Evetrobla”), sempre per le Edizioni vida e successivamente in lingua sarda (“Durche e sos mistèrios de Abbiscura”, “Durci e is mi-stèrius de Acuascuria”, “Dolce e i misteri di Acquascura”) per Aipsa Edizioni di Cagliari. Nel 2009 pubblica il libro di racconti e poesie “Prove d’Amore”, per la Casa Editrice Kimerik. redige poi i testi poetici del libro “Per te”, pubblicato in occasione della personale di pittura di Alessandra Peloso e contenente foto delle sue opere, organizzata da L’oréal e AMrEF presso L’accademia L’oréal di roma. Nel 2011, con verdina e Giuliva, vince il 1° premio del concorso letterario nazionale “Il Gusto del racconto” sezione narrativa per l’infanzia, indetto da comune e biblioteca di Mezzane di Sotto vr. Nel corso del medesimo anno pubblica, per Edizioni vida, “Dolce e i misteri di Acquascura” tradotto in Braille e “Carceri senza muri”, monologo in quattro parti, in collaborazione con l’Associazione valdostana volontariato Carcerario onlus. “Con Prove d’Amore” vince la XXvII edizione (2011) del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura “Nuove lettere” per la IX sez. (raccolta edita di racconti) indetto dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli. Da anni tiene corsi di scrittura e attività didattiche rivolti a bambini della scuola primaria e dell’infanzia e corsi di scrittura per i più grandi.

dell’amicizia e dell’amore per le diver-sità narrando la storia di un dalmata che diventa amico di una papera. La traduzione in francese e francoproven-zale della storia di Dolce, cui è seguita la traduzione in lingua sarda, nasce dal mio desiderio di contribuire alla con-servazione e trasmissione della lingua

madre e di ogni particolarità linguisti-ca locale. In Carceri senza muri, Edizio-ni vida - Gressan, in collaborazione con l’Associazione valdostana volontariato carcerario, ho dato voce a un ex dete-nuto nel tentativo di far comprendere la condizione di chi sconta in carcere la pena per i propri errori. Con la pubbli-

cazione di “Dolce e i misteri di Acqua-scura” in Braille, Edizioni vida - Gressan, ho voluto porre attenzione alle diver-sità derivanti da menomazioni fi siche, nello specifi co dei minorati della vista. Un’altra minoranza. Un altro modo di abitare il mondo. Per me, apprendista scrittore, leggere è un pezzo di vita.

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47Chiropratica - N. 21 - Gennaio 2012w

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