chiesa di s. marta a napoli
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Fotografie ed elaborazioni originali diFotografie ed elaborazioni originali di Antonio FlorinoAntonio Florino
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L'edificio venne fondato al principio del XV secolo su commissione di Maria di Durazzo a seguito di un voto e il progetto fu affidato, probabilmente, ad Andrea Ciccione. La chiesa fu gestita dalla Confraternita dei Disciplinati di Santa Marta, cui aderirono tutti i Viceré e i nobili, creando negli anni il cosiddetto Codice di Santa Marta (ora all’Archivio di Stato). Nel XVII secolo la Confraternita dei Disciplinati decadde e passò a cinque mastri scelti dal popolo che istituirono una dote per fanciulle povere . Un primo intervento di restauro si ebbe nel 1646; dopo un anno fu semidistrutta da un incendio durante i Tumulti di Masaniello . Nuovi restauri furono eseguiti nel 1650 e fu affidata alla Confraternita di Santa Marta. Dopo lo scioglimento della confraternita, nel 1817, per volere di Ferdinando I delle Due Sicilie, passò nelle mani dell'Arciconfraternita della Natività della Vergine e verso la metà del XIX secolo furono effettuati restauri che cancellarono le decorazioni barocche. Attualmente la chiesa è aperta sporadicamente e nel periodo natalizio apre le porte al presepe –non datato- che è custodito in un ambiente settecentesco in stucco che necessita di restauro . La facciata, che prospetta in via San Sebastiano, conserva l'antico portale quattrocentesco ad arco ribassato di ispirazione catalana. Mentre sul lato di via Benedetto Croce conserva alcune monofore tardogotiche in tufo che furono successivamente murate . L'interno, a navata unica con cupola, è caratterizzato dalla presenza di decorazioni ottocentesche. Ai lati vi sono piccoli spazi che fungono da cappelle; queste sono decorate da altari in marmo del XVIII secolo. Sull'altare maggiore del XVII secolo è conservata la tela di Santa Marta di Andrea e Nicola Vaccaro. Altre tele conservate nell'edificio sono di Francesco Guarino, di Andrea d’Aste, Giovan Battista Lama e di un pittore ignoto datata 1651
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