cerimoniale santo sepolcro 24092013

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Un saggio del Dott. Carmelo Cataldi

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Page 1: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

Cerimoniale e ritualità

dell'Ordine Equestre del Santo

Sepolcro di Gerusalemme

Sommario: 1. Introduzione. 2. Il cerimoniale dell'OESSG attraverso i secoli. 3. I prodromi: la processione e il corteo. 4. Le cerimonie proprie dell'Ordine: le Cerimonie religiose. 4.1 La Veglia d'Armi. 4.2. L'Investitura. 4.3. Le preghiere. 4.4. Le ricorrenze e festività dell'Ordine. 4.5. I ricevimenti e conviviali dell'Ordine. Gli Inviti 5. Le cerimonie non dell'Ordine: Cerimonie religiose e laiche. 5.1. Le funzioni in onore dei membri dell'Ordine trapassati. 6. L'etichetta: i rapporti tra membri dell'Ordine. 6.1 L'uso degli appellativi. 7. L'uso dello Stemma e dei simboli dell'Ordine. 7.1. La carta intestata. 7.2. I biglietti da visita. 7.3. Le pubblicazioni. 7.4. I rapporti con i media. 8. L'uso e la tenuta dell'Uniforme. 8.1. Gli abiti da cerimonia e la loro tenuta. 9. Le decorazioni ed il loro uso.

Appendice: Ordine di Processione, Ordine di Corteo, Cerimoniale Liturgico della Veglia d'Armi e di Preghiera, Cerimoniale Liturgico dell'Investitura, Preghiera del Cavaliere e della Dama Preghiera di Nostra Signora di Palestina, Preghiere e Canti, Promessa degli Investendi, Tabelle riassuntive sull'uso degli appellativi, Tabella riassuntiva sull'uso delle decorazioni.

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1. Introduzione.Nella Cavalleria originaria e poi in quella onorifica la ritualità è stata un aspetto

centrale del cerimoniale, costituendone quasi sempre il fulcro essenziale, sia sotto

il profilo formale che quello sostanziale.

La ritualità, nel mondo cavalleresco, fa riferimento specifico a due attività ben note

anche a coloro che sono fuori da un circuito di conferimento degli onori e di

qualsiasi attività filologica e storica sulle crociate e dunque di quello particolare

della cavalleria cristiana e cioè la Veglia d'Armi e l'Investitura.

E' stato proprio attraverso la nascita e lo sviluppo di queste due essenziali attività,

a metà tra il misticismo e l'elitarismo, propedeutiche alla formazione e all'ingresso

del cavaliere cristiano nel proprio Ordine, che all'interno di ogni istituzione

cavalleresca si è formata una specifica e consolidata ritualità, la quale ha

consentito la nascita di un proprio cerimoniale, inteso come somma di

comportamenti e precedenze, sia interni che esterni, all'Ordine di rispettiva

appartenenza.

Agli albori della cavalleria cristiana (XI-XII secolo d.c.) la ritualità era comune a

tutti gli Ordini, soprattutto agli Ordini religiosi e combattenti, che in Terra Santa

ebbero un loro terreno fertile, per l'unicità dei propri fini (la liberazione della Terra

Santa e la propagazione della fede cristiana) e la contiguità territoriale e politica.

Comune a tutti gli Ordini “palestiniani”, e nei secoli tenuto in grande

considerazione, fino a giungere ai nostri giorni quasi immutato nei suoi tratti

essenziali, è stato l'addobbamento1, termine, di origine francofona che trae origine

da dubban, che stava ad indicare l'atto di "colpire", sulla guancia con la mano

(principalmente col rovescio) o sulla nuca e poi sulle spalle, con il piatto di una

spada, del cavaliere più anziano verso il neo cavaliere.

Forse il tocco con la spada è molto più conosciuto in quanto è quello che

maggiormente si è radicato ed è presente, soprattutto ai nostri giorni, poiché lo

vediamo in quasi tutte le cerimonie di “investiture” o di creazione di cavalieri dei

vari Ordini; anche l'atto dell'imposizione delle mani sulle spalle del novizio o

quello più plateale dello schiaffo, come ultima offesa ricevuta da colui che non

1 L'addobbamento (o vestizione) manifestazione esteriore della cavalleria militante e prova di un nucleo sociale e militare, che a partire dall'XI sec. d.c. diventa componente essenziale di ogni esercito, ritagliandosi così un forte ruolo nella cultura sociale e politica dell'Europa, può essere considerato come il rito d'iniziazione del cavaliere attraverso cui il novizio era armato e introdotto nel novero dei cavalieri del proprio Ordine.

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deve più commettere e permettere alcuna ingiustizia2, sono gesti che sono stati per

secoli presenti nel circuito storico cavalleresco della cristianità.

In particolare il rito della vestizione ha assunto, sin dall'inizio della cavalleria

cristiana, un aspetto tipico di sacralità e civismo essendo il cavaliere chiamato, in

un ambito fortemente legato alla spiritualità e indicato come societas christiana, a

svolgere una funzione regolatrice dei rapporti interpersonali e della pace sociale,

attraverso una crescente sensibilità cristiana e ciò in un momento storico

particolare di assenza totale di potere pubblico.

Insomma la Chiesa, oltre a farsi carico dell'iniziativa della liberazione della Terra

Santa, si premurò anche di formare, su un modello sociale di cavaliere pre-

esistente, un soggetto cavalleresco, marcatamente di profilo monastico-militare, a

cui affidare, in nome di Dio, una funzione di protezione e di tutela della quiete

pubblica, secondo quei canoni e quei principi morali ed etici specifici della

cristianità.

Quindi, come poteva essere la ritualità della creazione di un cavaliere cristiano

scevra da una componente fortemente religiosa e cristiana, quando la mission e le

motivazioni stesse del novello cavaliere erano, e lo sono tuttora, impregnate di

un'aspirazione di così alto valore etico e sociale?

La componente religiosa sin dalle origini della cavalleria cristiana ha avuto una sua

specifica valenza nella ritualità dei rispettivi Ordini cavallereschi, sia nella prima

fase originaria degli Ordini monastici-combattenti (Giovannitti, Templari,

Teutonici e Cavalieri del Santo Sepolcro) che in quella in cui questi hanno

ripiegato su una funzione necessariamente più onorifica e di solidarietà sociale.

Questa tradizione intrisa di misticismo religioso è tuttora viva nel così detto rito

della Veglia d'Armi, praticato, secondo una ferrea e quasi immutata ritualità,

ancora oggi, solo dal Sovrano Militare Ordine di Malta (solo per talune categorie) e

dall'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

E' proprio attraverso questo rito catartico che il novizio si appresta a ricevere,

come i suoi illustri predecessori, quella mission di cui si ritiene e lo ritengono

2 Rito magistralmente ripreso dal regista Ridley Scott nel films Le crociate – Kingdom of haven nel 2005, in cui Baliano di Ibelin crea cavaliere un giovane combattente con uno schiaffo e la seguente frase : “ Non abbiate timore innanzi ai vostri nemici, siate impavidi e retti così che Dio possa amarvi, dite il vero… anche se vi conduce alla morte, salvaguardate gli indifesi, è il vostro giuramento. Sorga un cavaliere!”.

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degno gli altri membri dell'Ordine che lo ricevono attraverso l'addobbamento o

vestizione.

Sarebbe improponibile, oggi, un'investitura di spiccata connotazione etico-sociale

priva di una base profondamente religiosa e soprattutto religiosa cristiana e non

collegata al proprio retaggio storico e spirituale.

Non è mai esistita un'uniformità nel cerimoniale cavalleresco, che, peraltro, è stato

un prodotto molto variegato ed elaborato, ottenuto in forma deduttiva da una

prassi costante nei secoli, in tutti gli Ordini di cavalleria passati e presenti e che

tuttora evidenzia elementi di evoluzione formale, a seguito della molteplicità dei

singoli riti adottati da ogni Ordine, sia cavalleresco che di merito.

Poiché la finalità di questa monografia è quella di dare una completa immagine di

quello che è il cerimoniale dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di

Gerusalemme, che non è solo rappresentazione dell'esteriorità e dei formalismi

dell'istituzione cavalleresca, ma anche della sostanziale tradizione storica-

cavalleresca e della sua “regola di vita”, religiosa ed etica, è ovvio che lo sviluppo

filologico della stessa partirà proprio dalla ritualità della Veglia d'Armi e

dell'Investitura, per terminare con gli usi ed i costumi tipici dell'Ordine nella vita

comune di società.

2. Il cerimoniale dell'OESSG attraverso i secoli.L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, come il Sovrano Militare

Ordine di Malta ha mantenuto, nei secoli, in tutti i suoi aspetti religiosi e

cavallereschi e soprattutto in quelli pratici legati ai suoi riti, un carattere

fortemente ancorato alla tradizione.

Nel tempo, a partire dal XIV secolo, l'O.E.S.S.G. (acronimo dell'Ordine Equestre

del Santo Sepolcro di Gerusalemme) ha visto nei propri riti di creazione dei

cavalieri una graduale evoluzione, sia sotto il profilo soggettivo che oggettivo, in

cui gli elementi religiosi ed etici si sono posti come collante dell'intrinseco sentire

del novizio prima e del cavaliere dopo.

Tracce della formulazione della Veglia d'Armi e del rito d'Investitura, come

strumenti tipici dell'Ordine nel creare Cavalieri, e in cui religione ed elemento

cavalleresco sono un tutt'uno, risalgono nel tempo, e ciò è riscontrabile dalla

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presenza inconfutabile di elementi di fatto storicamente documentabili, fin dal

XIV secolo.

La primissima testimonianza di quella che sarebbe continuata, da un determinato

periodo in poi, ad essere una ritualità che ancora oggi è rimasta, nei suoi tratti

principali, essenzialmente immutata, ci perviene attraverso la testimonianza di

Guglielmo di Boldensel3 “eques auratus Hierosolymitanus”4 del 1336 nella sua

opera Liber de quibusdam ultramarinis partibus et praecipue de terra sancta,

che anticipò cronologicamente di qualche anno quella del Mandeville5 e che

riferisce della pratica dell'investitura di nuovi cavalieri sulla tomba del Santo

Sepolcro in questo modo: “Dopo la Messa, io feci cavalieri due gentiluomini sul

Sepolcro cingendo loro la spada e osservando le altre formalità che sono d’uso

per ricevere l’Ordine della Cavalleria.”.

Quanto riferisce l'autore è pochissimo in termini statistici, ma sufficiente a far

capire che ancora, seppur da essa appena acquistato6 il possesso legale di alcuni

luoghi santi e la possibilità di officiare riti sul Santo Sepolcro, quella che sarà poi la

Custodia Francescana in Terra Santa, era assente, infatti solo nel 1342 il Papa

Clemente VI, con le Bolle Gratias agimus e Nuper carissimæ, approvò questa

nuova entità, presidio della cristianità nel cuore dell'islam.

Quello che però rileva in maggior misura è che fino ad allora i Cavalieri del Santo

Sepolcro venivano creati da altri Cavalieri dell'Ordine stesso, sull'altare della

chiesa, o proprio sul Santo Sepolcro di Gesù Cristo, secondo il costume della

cavalleria antica, cioè cingendo la spada e calzando gli speroni, ripetendo ritualità

comuni ad altri Ordini di cavalleria7, ad opera, normalmente, del cavaliere più

anziano presente nei confronti del più giovane ammittendo.

3 Guillaume de Boldensele fu un frate domenicano nato in Germania (nella Bassa Sassonia) nel 1285 e morto nel 1339. Egli documentò nel 1336 il viaggio fatto in terra Santa, in Egitto e nella Penisola del Sinai tra il 1333 nel 1336, unitamente a due suoi amici, Heinrich von Braunschweig-Grubenhagen et Ludolf von Sudheim, che si suppongono essere i due cavalieri creati sul Santo Sepolcro e citati nel testo che egli preparò per il cardinale Hélie de Talleyrand Périgord, tradotto poi in francese nel 1351 da un altro frate, Jean le Long d'Ypres.

4 Jean du Plan de Carpin, Relation des Mongols ou Tartares, Paris 1838, pag. 33.5 Sir John Mandeville, nobile inglese originario della regione di Saint Alban. A suo dire avrebbe

compiuto, tra il 1322 e il 1356, un lungo viaggio in Oriente riportato in un libro in lingua francese dal titolo “Voyage d'outre mer” e pubblicato tra il 1357 e il 1371.

6 Seppure risulta provato storicamente, tra il 1322 e il 1327, la presenza dei Francescani al Santo Sepolcro, il loro definitivo insediamento si ebbe solo grazie all'intervento economico del re di Napoli, Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca, i quali nel 1333 acquistarono, per loro conto dal Sultano d’Egitto, il Santo Cenacolo e il diritto a svolgere celebrazioni al Santo Sepolcro di Gerusalemme.

7 L'autore non fa cenno agli speroni, ma si ritiene che lo stesso non abbia fatto riferimento a questo passaggio perché fatto rientrare tra le “altre formalità che sono d’uso per ricevere l’Ordine della Cavalleria”.

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Il Mandeville, in proposito, non riferisce di alcun rito d'investitura o creazione di

cavalieri sul Santo Sepolcro ma riporta qualcosa, che se fosse degno di credo8,

potrebbe essere di grande importanza nell'ambito dell'esegesi delle fonti e della

storia dell'OESSG e cioè: “ Nella chiesa del Santo Sepolcro soleva esserci canonici

dell'ordine di Sant'Agostino che aveano un priore, ma il patriarca era il loro

sovrano”9.

Si capisce bene, dalle fonti in possesso oggi, che si potrebbe trattare di un abbaglio

del Mandeville l'aver scambiato i francescani, che già nel 1322 erano presenti in

Terra Santa, con i canonici del Santo Sepolcro10 perchè se fosse diversamente

dovremmo rivedere la cronologia degli eventi in merito alla presenza dell'Ordine,

anche solo nella sua forma canonica presso il Santo Sepolcro, tenendo ancora a

mente che anche il Sudheim richiama la presenza di canonici del Santo Sepolcro

nella sua opera ma perchè chiama canonici anche i monaci armeni della Città

Santa, nonché tutti quelli che ufficiavano a suo tempo nel Santo Sepolcro11.

E' soltanto Niccolò da Poggibonsi, il quale non fa alcun cenno a investiture e

cerimonie varie all'interno della chiesa del Santo Sepolcro al di fuori dei riti sacri,

che finalmente dà contezza esatta sulla presenza dei membri dell'Ordine

Francescano di cui faceva parte: “..in quel tempo che dentro dimorai alla chiesa,

che furon ben quatro mesi; però che ci stanno sempre di nostro ordine, cioè de'

frati minori;”12.

Solo nel XV secolo si hanno informazioni certe e più pingue sulla creazione dei

Cavalieri del Santo Sepolcro, in un momento in cui ancora i francescani non

avevano il monopolio delle investiture, come ci riferisce Luchino da Campo nella

cronaca del viaggio del marchese Nicolò d'Este in Terra Santa nel 1413,

confermando che queste venivano fatte sempre ad opera dei cavalieri più anziani

nei confronti degli ammittendi.

In questo caso fu proprio il marchese d'Este che il 17 maggio del 1413 creò cinque

8 Molti autori sono scettici sull'autenticità del Mandeville sia come personaggio effettivamente esistito che su quanto da lui stesso descritto nell'opera “I viaggi di Sir John Mandeville”.

9 John Mandeville, I viaggi di Sir John Mandeville, 1322, cap. X. 10 Questi avevano come regola quella agostiniana e come superiore un Priore e il Patriarca di

Gerusalemme, il quale, da dopo la conquista di Gerusalemme ad opera del Saladino, ad eccezione di una breve parentesi dal 1229 al 1244, in occasione della restituzione della Città Santa ai Franchi, solo nel 1847 potrà ritornare definitivamente a Gerusalemme.

11 Ludolph de SUDHEIM, Itinerarium (De itinere Terrae Sanctae), testo in lingua tedesca pubblicato nel Reyssbuch dess heyligen Lands di Sigmund FEYRABEND, Franckfurt, 1584 in fol. pag. 450 b.

12 Frà Niccolò da Poggibonsi, Libro d'oltramare, pubblicato da Alberto Bacchi della Lega, Bologna, 1881 lib. I pag. 98.

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cavalieri13 nel seguente modo : “ Et nota che a la terza messa che fu dicta sopra il

Sancto Sepolchro, furno facti li cavallieri in fra scriti, per le mani del prefato

Signore marchexe, datoli prima il sacramento usato con le usate cerimonie,

cingendoli la spada:”14.

Il rito si trova all'interno di un cerimoniale in cui sono determinanti la ritualità

religiosa e l'aspetto spirituale della cerimonia, tanto che : “Et facto questo acto del

sacramento et del cingerge la spada , andessemo suso al monte Calvario et lì,

dinanti a quello sanctissimo luocho, il prefato Signore calzò li speroni, dicendoli

che sempre si arecordessino dove havevano recevuto questo ordine della

cavaleria.”15.

Una seconda testimonianza, del fatto che i francescani ancora non avessero

potestà, o quanto meno titolo pieno, all'esercizio del rito dell'investitura, viene

dalla descrizione del viaggio fatto in Terra Santa da Nompar II, Signore di

Caumont, il quale viene creato cavaliere sabato 8 luglio 1419 nel seguente modo 16:-

“Io dimorai tutta la notte davanti al Santo Sepolcro e mi confessai. Quando

venne il giorno seguente era un sabato, l'otto del mese di luglio del 1419, io entrai

in questa cappella ove era il Santo Sepolcro per ascoltare la messa di

Monsignore san Giorgio. Quando essa fu terminata e ebbi ricevuto Nostro

Signore, il buon cavaliere che ho già nominato mi dona l'ordine di cavalleria e mi

cinge della spada e degli speroni dorati. Egli mi colpisce con cinque colpi, in

onore delle cinque piaghe di Nostro Signore e uno in onore di Monsignore San

Giorgio. Dopo, il fratello religioso che aveva cantato la messa e che era ancora

vestito dei suoi abiti sacerdotali, e il cavaliere mi porgevano la detta spada tutta

nuda in mano, mentre che stavo inginocchiato, dicendo le seguenti parole: - che

io prenda questa spada in onore e riverenza di Dio e del mio signore San Giorgio,

per mantenere e difendere la Santa Chiesa e combattere i nemici della fede.

Allora la deponevo nel fodero di che avevo cinto.

Tra l'altro, mi hanno fatto promettere e giurare sei cose sul detto altare del Santo

Sepolcro prima di sei cose dette altare del Santo Sepolcro, come è d'uso a tutti

13 Questi furono: messer Piero Rosso, messer Francesco da Lonà, messer Feltrin Boiardo, messer Tomaxo di Contrari e messer Alberto dalla Salla, seppur era già stato in precedenza fatto cavaliere; Luchino da Campo, Viaggio del marchese Nicolò III d'Este in Terrasanta, 319, 320, 321, 322, 323, pag. 61, introduzione di Caterina Brandoli.

14 Luchino da Campo, Viaggio del marchese Nicolò III d'Este in Terrasanta, 318, pag. 61 introduzione di Caterina Brandoli.

15 Luchino da Campo, Viaggio del marchese Nicolò III d'Este in Terrasanta, 324, pag. 61 introduzione di Caterina Brandoli.

16 Voyage d'oultremer en Jhérusalem, pag. 50-52 , da Voyage d'oultremer en Jhérusalem par le Seigneur de Caumont, par le Marquis de la Grange, Paris, 1868.

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coloro che in questo luogo sacro, prezioso e degno prendere l'ordine di cavalleria.

Le quali cose predette si eseguirono.

Ecco i voti che fanno i cavalieri del Santo Sepolcro di Nostro Signore in

Gerusalemme e che io, Nomper, signore di Caumont, di Chateauneuf, di Château

Cullier e Berbéguières, ha fatto per il piacere di Dio, l'ottavo giorno di luglio

dell'anno dell'Incarnazione 1419: Primo, essi promettono di mantenere e

difendere la Santa Chiesa Secondo, di aiutarla con tutta la forza a conquistare la

terra Santa Terzo, di mantenere e difendere il suo popolo e fare giustizia Il

quarto, di mantenere santamente il proprio matrimonio Il quinto, di non essere

in luogo e posto di fare un tradimento Il sesto, di difendere e mantenere le vedove

e gli orfani.

Dopo che Nostro Signore Gesù Cristo mi ebbe fatta la grazia di aver fatto e

compiuto le suddette cose, io feci mettere la bandiera con le mie armi tutte

dispiegate nella chiesa del santo Sepolcro. Per conoscenza uno scudo d'azzurro a

tre leopardi d'oro unghiati di rosso e coronati d'oro, la quale fu messa accanto

alle armi del re d'Inghilterra.

E quando venne l'ora di prima, i Saraceni vennero alla porta della detta chiesa

santa e io, avendo compiuto interamente per la grazia di Nostro Signore quello

che io volevo e desideravo ardentemente, me ne ritornai a cenare al mio alloggio

in città.”.

L'aver riportato per intero il resoconto del rito d'investitura, fatto dal diretto

interessato, rivestirà notevole importanza più avanti quando si avrà modo di

confrontare il predetto con quelli successivi, così da permettere di valutare quale

evoluzione formale abbia avuto nel tempo una ritualità che oggi sembra scontata e

statica.

E' bene qui precisare che l'attività di creazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro

rivestiva, allora, carattere di segretezza in quanto i luoghi erano sotto il controllo

territoriale dei vari governatori musulmani dell'epoca, i quali non avrebbero

permesso che si creassero, sul proprio suolo, dei cavalieri che avessero tra i loro

compiti principali quello “ di aiutare la Santa Chiesa e aiutarla con tutta la forza

a conquistare la Terra Santa”!

Difatti, quasi tutti gli autori del periodo, che va dal XIV al XVII secolo d.c., in

diversi modi fanno intendere che le varie cerimonie, di carattere cavalleresco,

all'interno del Santo Sepolcro, venivano fatte in tutta segretezza, come per esempio

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ricorda frà Bernardo di Breydenbach, canonico di Magonza17, il quale racconta che

all'alba del 16 luglio del 1483, dopo aver trascorso la notte nel Santo Sepolcro, :

“diversi dei nostri pellegrini nobili presero l’ordine della cavalleria osservando le

cerimonie e i riti stabiliti, in modo secreto perché gli infedeli non li permettono.

Acquistarono così la dignità cavalleresca. Terminate queste cerimonie, i Frati

Minori celebrano la Messa nel Sepolcro del Signore”.

Conferma del carattere di segretezza della cerimonia di creazione dei cavalieri, per

timore delle reazioni dei musulmani, se avessero scoperto un'attività di tal genere

all'interno dei propri territori, ne da conto, esattamente un secolo dopo, anche il

Zullardo:- “E perchè tre della nostra compagnia, dei quali indignissimo fui l'uno,

desideravamo e abbiamo ottenuto quel bene, e quel honore d'esser fatti

Cavallieri (cosa veramente di grand'istruttione e devotione, ed che si fa il più

secretamente che si può, dubitando che per invidia, gl'altri Christianazzi no ne

facciano riporto al Turco, ed egli adoperi la sua malitia ordinaria, per cavar

denari)...”18.

Ancora nel 1615 serie preoccupazioni, circa eventuali ritorsioni ad opera del Turco,

in caso di notorietà della creazione di Cavalieri del Santo Sepolcro a Gerusalemme,

affliggevano i pellegrini che si portavano sul Santissimo sacello per essere fatti

cavalieri: “ ...e perchè quest'ordine si da con ogni secretezza possibile, acciò non

venga a notizia del Turco, che vi farebbe pericolo grandissimo della robba e della

vita,”19.

La segretezza comunque, a prescindere dalle motivazioni economiche

rappresentate dal Zullardo, era funzionale prettamente alla sicurezza personale e

rapportata ad equilibri sociali e religiosi instauratisi con lo status quo in cui la

convivenza tra cristiani e musulmani era, come lo è ancora oggi in quei territori,

legata strettamente al credo religioso.

Comunque proprio il Zullardo dà la possibilità di conoscere, attraverso la

rendicontazione del proprio viaggio e dunque della sua creazione di Cavaliere del

Santo Sepolcro, quale fosse in quel tempo il rito d'investitura ed il cerimoniale

adottato dalla “Guardiania”, che ne aveva di fatto e di diritto ormai la completa

autorità per procedere all'investitura secondo i riti propri dell'Ordine ed il cerimo-

17 Peregrinationes in Terram Sanctam del 1486.

18 Giovanni Zullardo, Il devotissimo viaggio di Gerusalemme, Roma 1587, pag. 214.19 Gio Paolo Pesenti, Viaggio di Gerusalemme, Bergamo, 1615, pag. 75.

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niale liturgico previsto20.

Ecco i tratti più salienti che possono fornire al lettore quei parametri di confronto

con gli altri rituali precedenti e futuri: “ … a gli otto di Settembre, il giorno della

Natività della Madonna, ed essendo noi quivi, furono fatte le ordinarie visitationi

e stationi, per guadagnar l'Indulgenze; Poi dopo il matutino all'hora che si può

dire la mesa, il sudetto Reverendo Padre, in persona s'apparecchio, e si vestì

d'ornamenti Pontificali, con la Mitra in testa, e con il Baston Pastorale in mano;

e facendo una processione solenne, intorno al Santo Sepolcro, ed alla fine vi si

entra e si celebra la detta messa, poi comunica i futuri Cavallieri, ed altri che lo

vogliono; ed il tutto finito, chiama dentro i detti cavallieri, et gli fa mettere in

ginocchione dinazi il S. Sepolcro; e gli renova le propositioni, ed istruttioni fatte

prima, co una piccola essortatione, tale, o simile, in sustanza, come seguita.”21.

In quest'occasione, e per la prima volta, si registra un rituale officiato

essenzialmente ad opera del Padre Guardiano del Santo Sepolcro, mentre nel

precedente, quello descritto dal Numpar, la presenza dei frati minori era rilegata

solo all'aspetto religioso del rito, in quanto ancora permaneva l'usanza di essere

addobbati da altro cavaliere, precedentemente creato.

“Tale come è detto, o simile essortatione fatta: il R.P. Legge gli statuti ed

osservationi, ai quali è sogetto, ed obligato a mantenergli il Cavalliere, quasi

tutti contenuti in ciò ch'é detto di sopra, poi le interrogationi, risposte et

giuramenti ordinari, fatti sopra il S Sepolcro, con belle, e devote cerimonie,

preghi, e benedittioni, dà e fa mettere a i Cavallieri, prima i speroni dorati ai

piedi, e la Spada similmente indorata(la quale alcuni son d'opinione, che sia

stata di Gotifredo di Buglion) al lato, poi una Catena d'oro (alla quale pende una

croce che si bacia) al collo, e repiugliando la detta spada, gli fa inchinare la testa

sopra quel santissimo Sepolcro, e gli dà il colpo del Cavallierato: finite tutte

queste cerimonie, si rifa di nuovo la processione, e si canta, il Te Deum

laudamus;”22.

Quello che in questo cerimoniale si evidenzia, rispetto al precedente, è la ricchezza

della ritualità religiosa a discapito di quella formale e cavalleresca, differenza che

20 Il 1° agosto del 1561 Pio IV aveva emanato la bolla con cui aveva confermato i privilegi e le facoltà in capo al Custode di Terra Santa, tra cui, per delega quello di creare Cavalieri del Santo Sepolcro nella chiesa ove esso è custodito. Privilegi e facoltà che aveva già concesso papa Alessandro VI nel 1496, papa Leone X il 4 maggio 1515 e papa Clemente VII nel 1525.

21 Giovanni Zullardo, Il devotissimo viaggio di Gerusalemme, Roma, 1587, pagg. 214-215.22 Giovanni Zullardo, Il devotissimo viaggio di Gerusalemme, Roma, 1587, pagg. 221-222.

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sarebbe meglio compresa se si potesse riportare quella parte intermedia di

esortazioni di ordine morale ed etico fatte dal Padre Guardiano, in cui, peraltro,

vengono indicate le regole e le costumanze del buon Cavaliere dell'Ordine del

Santo Sepolcro, a cui esso doveva essere votato e rispettoso.

E' bene precisare che già nel 1483 i francescani creavano Cavalieri del Santo

Sepolcro, con un rituale poco difforme da quello citato dal Zullardo, in cui erano

anche presenti le “commendationi”, ovvero ragguagli su cosa fosse la militia di cui

si entrava a far parte, rammentando, oltremodo, quali dovevano essere i doveri

morali e religiosi del cavaliere, per far si che non si recasse danno al lustro secolare

dell'Ordine del Santo Sepolcro.

Di tale stato, nella sua opera ne fa menzione il Felicis Fabri che, nel descrivere la

creazione di alcuni cavalieri di origine tedesca, ad opera di altro cittadino tedesco,

fra Giovanni di Prussia, peraltro non Padre Guardiano della Custodia, ma come

indicato Procurator Fratrum montis Syon, inserisce il seguente paragrafo

composto da 40 raccomandazioni23: Commendatio militiae sancti sepulcri et

praeminentiae illorum militum super omni mundi milites.

Per inciso, fra queste raccomandazioni emerge, per importanza, e per la prima

volta, quella(XL) in cui si fa presente che il milite dell'Ordine del Santo Sepolcro

ha preminenza sugli altri militi dei restanti Ordini della Santa Romana Chiesa: “Ex

his patet praeeminentia militum sancti sepulcri supra alios milites”24.

Finalmente, ad opera del Padre Guardiano francescano dei luoghi santi, fonte in

questo caso originaria ed autentica, nel 1623, si istituzionalizza il cerimoniale

relativo alla creazione dei Cavalieri dell'Ordine del Santo Sepolcro di

Gerusalemme.

E' proprio questo, nella persona di frà Tomaso Obicini da Novara, che dà alle

stampe il cerimoniale della creazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro sotto il titolo

di “ Incipit forma instituendi, seu ordinandi Milites, & Equites sancitissimi

Sepulchi Domini Nostri Iesu Christi Ierosolymis25“, divenendo questa la formula

principale, per oltre 2 secoli, della ritualità francescana e pietra fondante per

23 Fra Felicis Fabri, Evagatorium in terrae Sanctae, Arabiae et Egipty, Peregrinationem, edizione Conrado Dieteric Hassler, Stuttgart,1846 Vol. III pagg. 5-13.

24 Fra Felicis Fabri, Evagatorium in terrae Sanctae, Arabiae et Egipty, Peregrinationem, edizione Conrado Dieteric Hassler, Stuttgart,1846 Vol. III pag. 13.

25 Frà Tomaso Obicini da Novara Forma instituendi seu ordinandi milites et equites Sanctissimi Sepulchri Nostri Iesu Christi Ierosolymis - Venetis, MDCXXIII, pagg. 83-86.

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quella formalità rituale successiva alla riforma del 184726, anno in cui si dava

delega al Patriarca di Gerusalemme, ritornato in quella città, essendo stato

riattivato il Patriarcato, di amministrare l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di

Gerusalemme, in ossequio e nel rispetto del volere del suo fondatore Baldovino I.

Questo cerimoniale francescano, “edito” da frà Tomaso da Novara, viene peraltro

riportato integralmente anche dal cavaliere Don Aquilante Rocchetta, che facendo

un pellegrinaggio in Terra Santa, venne creato Cavaliere sul Santo Sepolcro

secondo la ritualità prevista, riportata dallo stesso integralmente27 e preceduta da

un sermone28, ad opera del Padre Guardiano, allora delegato del Papa per il Gran

Magistero. Questo cerimoniale d'investitura terminava con un “Ordo

Porcessionis”29 e Litanie varie30 che seguivano la vera e propria fase di creazione

dei cavalieri.

Esso rimane, nella sua architettura religiosa e cavalleresca, quasi intatto anche

nell'ultima elaborazione avvenuta a seguito della riforma moderna voluta dalla

Sacra Congregazione dei Riti del 25 luglio 1962, rivisitata definitivamente il 17

giugno 1986.

E' opportuno ricordare che, mentre la sacra Congregazione dei Riti ha sancito il

rituale liturgico, religioso e cavalleresco, è solo nel 200631 che il Gran Maestro

disciplina un cerimoniale vero e proprio dell'OESSG in cui inserisce quegli

elementi che fino ad allora erano anche estranei al “cerimoniale” antico, ma che

adesso si rendono necessari a causa del contesto mutato, anche sotto il profilo

civile comune.

3. I prodromi: la processione e il corteo.Prima di inoltrarci nella vera e propria ritualità e nel cerimoniale odierno

dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, è bene qualificare e

26 Papa Pio IX aveva emanato in quell'anno la bolla Nulla Celebrior .27 Don Aquilante Rocchetta, Peregrinatione di Terra Santa ed altre provincie, Palermo, 1630,

pagg. 397-401.28 Don Aquilante Rocchetta, Peregrinatione di Terra Santa ed altre provincie, Palermo, 1630,

pagg. 395-397.29 Don Aquilante Rocchetta, Peregrinatione di Terra Santa ed altre provincie, Palermo, 1630, pagg.

401-413.30 Don Aquilante Rocchetta, Peregrinatione di Terra Santa ed altre provincie, Palermo, 1630,

pagg. 414-417.31 Norme di comportamento approvate da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale

Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - Roma il 15 settembre 2006.

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individuare quelli che sono i prodromi religiosi e cavallereschi del cerimoniale e

cioè la Processione e il Corteo, ambedue già presenti e ampiamente illustrati

all'interno di quelle che sono le Norme di Comportamento decretate dal Gran

Maestro nel 2006.

La Processione rappresenta quella parte, essenzialmente di natura religiosa, del

cerimoniale che nelle Norme di Comportamento viene qualificata come: “ una

sfilata ordinata di fedeli con la partecipazione del Clero e in cui le personalità più

importanti, in genere rappresentate dal Clero, chiudono la stessa, precedute, in

ordine decrescente di importanza verso l’inizio della Processione, dagli altri

partecipanti”, in cui la partecipazione è riservata esclusivamente ai membri

dell'Ordine.

Di conseguenza, in occasione di cerimonie religiose dell'Ordine, i famigliari e gli

ospiti non parteciperanno alla Processione, ma si sistemeranno nei banchi ad essi

riservati, direttamente nelle navate della chiesa.

Nelle processioni dell'Ordine, come in qualsiasi altro tipo di processione, esiste un

ordine che potremmo già definire come un protocollo atipico e interno dell'Ordine

stesso in cui il Cardinale Gran Maestro o il Gran Priore dell’Ordine, oggi il

Patriarca Latino di Gerusalemme32, chiuderà la Processione, mentre il Clero, che

precederà il Gran Maestro, sarà a sua volta preceduto da tutti gli altri membri

dell'Ordine, che a loro volta si posizioneranno in ordine decrescente d'importanza,

come indicato nell'elenco delle precedenze33.

Nel caso in cui la Processione abbia un tono diverso da quello solenne, per

l'assenza del Cardinale Gran Maestro o del Gran Priore il Patriarca Latino di

Gerusalemme, e l'autorità religiosa più elevata si identifichi nel Gran Priore della

Luogotenenza, le norme protocollari del 2006 indicano che la Processione dovrà

essere chiusa dalle cariche più elevate presenti, anche se laiche, e precisamente dal

Governatore Generale, dai Membri del Gran Magistero, Luogotenenti e poi il Gran

Priore di Luogotenenza, preceduto dal Clero, ad eccezione del caso in cui il Gran

Priore di Luogotenenza sia un Cardinale, ovvero il Cardinale Gran Maestro abbia

delegato a presiedere la celebrazione un altro Cardinale e per cui, in rispetto della

funzione e della carica, si lascia allo stesso la posizione di chiusura della

Processione, preceduto dal Clero.

32 Art. 18 dello Statuto dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme dell'8 luglio 1977.33 Appendice II dello Statuto del 1977 Cenni di araldica precedenze uniformi ed insegne

dell'Ordine, Titolo I, Cenni di araldica e precedenze; Art.4 (Elenco delle precedenze).

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Al termine della cerimonia, e quindi nel caso di una processione con la presenza

del Clero, perché altrimenti si tratterebbe di un corteo (questo avviene nel caso in

cui il Clero si stacchi autonomamente dalla funzione) i Cavalieri e le Dame, si

porranno longitudinalmente ai lati del percorso di accesso alla sagrestia per far

defluire il Clero e mostrare il proprio deferente atto di saluto al Celebrante.

Per Corteo, invece, sempre secondo le Norme di Comportamento del 2006, deve

intendersi una sfilata ordinata di fedeli senza la presenza del clero, tenendo in

debito conto che le posizioni sono invertite rispetto alla Processione e cioè, le

personalità più importanti sono posizionate all’inizio dello stesso, seguite, in

ordine decrescente di importanza, dalle altre persone e dunque in prima posizione

vi saranno il Governatore Generale, i membri del Gran Magistero, i Luogotenenti

e, in ordine di carica, e grado decrescente, gli altri membri dell’Ordine, tenendo

conto che le Dame, di norma, nel corteo, si posizioneranno in fondo allo stesso,

mentre nella Processione si posizioneranno all'inizio.

Per entrambe le attività cerimoniali riveste essenziale importanza la figura del

Cerimoniere Laico, che, coadiuvato da altri soggetti indefiniti, provvede alla

formazione sia della Processione che del Corteo, in relazione al grado, alla

funzione e alla dignità e in ultimo anche all'altezza individuale dei partecipanti.

Esistono, all'interno delle Norme di Comportamento, delle indicazioni che sono

comuni alla Processione ed al Corteo e che riguardano oggettivamente tutti i

partecipanti, quali ad esempio la puntualità per la formazione della Processione o

del Corteo e per cui, in caso di ritardo, è previsto che coloro che arrivino ad attività

iniziata non potranno parteciparvi, né farne parte o prendere posto in chiesa tra i

banchi riservati ai Cavalieri ed alle Dame; questo al fine di dare compostezza e

solennità all'evento che invece, in quel modo, si vedrebbe disturbato e sminuito

delle predette qualità.

Questo induce a far si che i ritardatari parteciperanno alla cerimonia inserendosi

tra il pubblico, senza però indossare il Mantello, il Tocco/Velo e i Guanti, che

saranno invece indossati dalle Dame e dai Cavalieri che si trovano già inseriti

all'interno della Processione o del Corteo o tra i banchi della chiesa.

Proprio per mantenere la solennità e la compostezza richieste è necessario che i

familiari e gli ospiti prendano al più presto posto in Chiesa, ordinatamente, senza

sostare nel luogo della formazione del Corteo/Processione, né sul sagrato in attesa

dell’inizio della Cerimonia, mentre all’ingresso della chiesa saranno presenti solo

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quei Cavalieri, con Mantello, Tocco e Guanti, subordinati al Cerimoniere Laico,

che accompagneranno gli ospiti nei posti a loro assegnati.

E' dunque comprensibile la necessità secondo cui durante la Processione/Corteo si

debba mantenere una consona distanza dai membri che precedono, in un'ovvia

simmetria con i Confratelli/Consorelle che si trovano lateralmente o davanti, ed è

altresì superfluo ribadire quanto previsto dalle Norme di Comportamento e cioè

che è necessario: “assumere un atteggiamento dignitoso, evitando cenni di

saluto, conversazioni, ecc.”.

Le norme di comportamento infine prevedono che solo i Cavalieri (le Dame non

dovranno mai togliersi la Veletta in chiesa) e solo quando il Luogotenente,

raggiunta la propria posizione in chiesa, si toglierà il Tocco, anch'essi si

scopriranno il capo, ad eccezione dei Cavalieri con incarico di servizio per le sole

Cerimonie della Veglia d’Armi e dell'Investitura, che manterranno il Tocco per

tutta la durata della cerimonia, scoprendo il capo solo alla Consacrazione del

Corpo di Cristo e all'atto della Comunione che riceveranno.

Sarà sempre il Cerimoniere Laico che al termine della cerimonia costituirà la

Processione o il Corteo, come si è riportato prima, se il Clero dall’altare si porta

autonomamente e direttamente in sagrestia.

Se tutto questo attiene alla cerimonia religiosa dell'Ordine, per i riti della Veglia

d’Armi e dell'Investitura, le posizioni sono invece regolate dal Cerimoniale

Liturgico proprio dell’Ordine e di cui si tratterà più avanti, proprio nella parte

descrittiva dei due riti, in cui le precedenze e il protocollo avranno un'autonoma

configurazione rispetto alla classica cerimonia religiosa o laica.

4. Le cerimonie religiose dell'Ordine.Come accennato, nel precedente paragrafo, sarà compito del Cerimoniere Laico,

nelle cerimonie religiose dell'Ordine, perchè per la liturgia vera e propria sarà

presente quello religioso della sede ove si officia34, sovraintendere a tutta la

34 E' bene precisare che il Cerimoniere è quello previsto dall'art. 27 dello Statuto (Cerimoniere dell’Ordine) Il Cerimoniere dell‘Ordine, scelto dal Cardinale Gran Maestro tra i membri ecclesiastici dell’Ordine: a. cura l’organizzazione delle cerimonie e delle manifestazioni religiose dell‘Ordine; b. assolve i particolari incarichi che il Cardinal e Gran Maestro ritiene opportuno affidargli; c. tratta i problemi concernenti la vita spirituale dell’Ordine, qualora il Cancelliere dell’Ordine sia un laico.Esistono però, a livello di Luogotenenze e di Delegazioni Magistrali (art. 42) anche Cerimonieri Ecclesiastici e Cerimonieri Laici.

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l'attività di coordinamento e controllo, nel rispetto del protocollo e del cerimoniale

previsto per l'occasione.

Egli dovrà necessariamente adattarsi al contesto architettonico della chiesa ove

andrà ad essere officiata la liturgia, ed eventualmente il conseguente rito,

valutando tutto in relazione al contesto esistente ed alle regole predisposte nelle

Norme di Comportamento.

Le eventuali variazioni o accomodamenti richiedono la preventiva autorizzazione

della Luogotenenza, competente territorialmente, la quale valuterà caso per caso

gli aggiustamenti necessari e la loro opportunità, autorizzandone l'applicazione.

Il Cerimoniere, secondo una convenzione del tutto logica, e seguendo la struttura

architettonica classica della tipica chiesa di rito cattolico, farà collocare sul lato

sinistro, prospiciente l'altare, il Luogotenente con ai propri lati le due più alte

cariche dell'Ordine presenti alla cerimonia; dirimpetto, e cioè alla destra

prospiciente l'altare, posizionerà i Membri del Gran Magistero ed i Luogotenenti

delle altre Luogotenenze presenti o, in loro vece, chi li rappresenta, mentre i

rappresentanti di altri Ordini35 verranno fatti accomodare separatamente dai

Dignitari dell'Ordine, ma in posti privilegiati e differenti da quelli occupati da tutti

gli altri partecipanti alla cerimonia.

Osservando sempre la prospettiva dalle navate verso l'altare, il Cerimoniere Laico

riserverà i primi banchi della chiesa, sul lato sinistro, alle Autorità presenti alla

cerimonia mentre quelli retrostanti ai Cavalieri ed i primi banchi, sul lato destro,

alle Dame e quelli successivi, eventualmente, ai Cavalieri dell'Ordine che non

abbiano trovato posto sui banchi di sinistra.

Il Cerimoniere Laico è tenuto inoltre, nelle cerimonie religiose, al controllo

dell'osservanza di alcune regole, di comportamento e d'uso, che tutti i partecipanti

sono tenuti a rispettare all'interno anche del rito religioso vero e proprio, come ad

esempio lo scambio del segno della pace, che deve avvenire solo tra i Cavalieri e le

Dame adiacenti, mentre solo la più alta carica dell’Ordine presente si potrà

35 E' buona norma che il Cerimoniere laico, in relazione alla presenza di rappresentanti di altri Ordini, abbia l'accortezza di valutare la corretta e legittima presenza di appartenenti ad ordini riconosciuti dalla Santa sede o appartenenti ad Ordini Sovrani. E' bene ricordare ai sensi dell'art. 3 dello Statuto dell'Ordine che: “ L’Ordine per la sua natura e per le sue finalità strettamente religiose e caritative è estraneo a qualsiasi movimento o manifestazione di carattere politico. I membri dell’Ordine non possono prendere parte ad attività di enti, organizzazioni ed associazioni, il cui carattere, scopi e programmi siano in contrasto con la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, o appartenere a pretesi Ordini ed Istituzioni di asserito carattere cavalleresco, non riconosciuti dalla Santa Sede o non concessi da Stati Sovrani.”.

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avvicinare al Celebrante per scambiare il segno della pace, sempre che questo

preventivamente acconsenta, e ciò per evitare sbracciamenti inutili, confusione e

atti scomposti; per tale motivo anche alla Consacrazione Eucaristica i Cavalieri e

Dame dovranno tutti inginocchiarsi o altrimenti restare tutti in piedi e fare atto di

riverenza con un inchino.

Per adempiere correttamente a questo compito il Cerimoniere Laico dovrà anche

valutare ipotesi difformi in funzione delle diverse situazioni e circostanze che

potrebbero venirsi a creare e comunicarle preventivamente a tutti i Cavalieri e

Dame che parteciperanno alla cerimonia, come, ad esempio, in caso di mancanza

di un adeguato numero di banchi provvisti di inginocchiatoi, ovvero di posti a

sedere, sarà opportuno che comunichi anzitempo che tutti dovranno rimanere in

piedi piuttosto che avere parte dell'assemblea inginocchiata e altra in piedi o

ginocchioni sul marmo.

Comunque, qualsiasi necessità, che dovesse cerare un comportamento anomalo o

difforme, è bene che sia segnalata al Cerimoniere in tempo utile per ovviare

celermente e anzitempo, come ad esempio la partecipazione di Cavalieri o Dame

anziani e non deambulanti.

Il controllo del Cerimoniere Laico si estende anche altresì ai Cavalieri di servizio

alla cerimonia e, pertanto, avrà cura di accertarsi che gli stessi alla Consacrazione

si tolgano il Tocco e s'inginocchino a terra con il ginocchio destro a terra e che

altresì gli stessi, togliendosi il Tocco (il secondo degli unici due casi in cui è

consentito farlo) siano gli ultimi a ricevere la Comunione, dopo che l'abbiano

ricevuta il Luogotenente, i Dignitari dell’Ordine, i Rappresentanti delle altre

Luogotenenze, gli eventuali Rappresentanti di altri Ordini, i Presidi, i Delegati, i

Cavalieri, le Dame, le Autorità ed i rimanenti invitati.

Un momento particolarmente critico, a cui il Cerimoniere Laico dovrà porre molta

attenzione, è quello successivo alla Comunione in cui lo stesso deve

preventivamente avvisare il servizio d'ordine di condurre, nel modo più agevole e

composto, il rientro nei banchi, indicando, ai partecipanti alla cerimonia, un

determinato percorso, mentre questi devono, senza pretendere di ritornare al

posto precedentemente occupato, eseguire le indicazioni dei Cavalieri preposti al

servizio e poi rimanere inginocchiati (se previsto e specificato) o compostamente

in piedi, al loro posto, sino al termine di questa fase del rito religioso.

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Per ultima, ma non secondaria attività di controllo cui risulta incaricato il

Cerimoniere Laico, ma a cui individualmente ogni Cavaliere e Dama sono tenuti

all'osservanza in occasione di cerimonie religiose e non, vi è quella della tenuta e

dell'uso degli oggetti di addobbamento che possono essere indossati fuori dalla

chiesa solo in Processione o in Corteo e secondo cui i Cavalieri indosseranno il

Mantello con la rispettiva decorazione, d'apporre sotto il colletto dello stesso36, con

Tocco e Guanti bianchi, mentre le Dame il Mantello, con la prevista decorazione,

la Veletta di colore nero e i Guanti bianchi. E' ovvio che sotto il mantello ogni

Cavaliere e Dama debba indossare l'abito previsto per la cerimonia corrispondente

e in funzione del contesto di tempo e di luogo, come sarà meglio illustrato nei

prossimi paragrafi.

Anche gli Ecclesiastici appartenenti all'Ordine, nel caso in cui non partecipano alla

funzione religiosa vera e propria (ovvero non concelebrano), rispettivamente

indosseranno: l’abito corale con cotta o rocchetto e Mozzetta dell’Ordine, tutti i

prelati; la veste talare con cotta o rocchetto e Mozzetta dell’Ordine, i sacerdoti;

l’abito proprio dell’Istituto di appartenenza, con cotta o rocchetto e Mozzetta

dell’Ordine, i religiosi. Per tutti vige l'obbligo delle decorazioni al collo della

mozzetta o sulla mozzetta a secondo del grado.

4.1 La Veglia d'armi.La Veglia d’Armi, unitamente all'Investitura, rappresentano nell'OESSG i due unici

riti religiosi presenti all'interno del proprio cerimoniale e sono certamente, come è

stato già ben documentato, quelle esternazioni formali che meglio hanno permesso

di consolidare la tradizione mistico-religiosa ed equestre dell'Ordine.

Entrambi sono regolati dal Cerimoniale approvato dalla Congregazione per il Culto

Divino con prot. n. 1572/86 del 17.6.1986, mentre le altre cerimonie e i riti

connessi sono regolamentati dalle liturgie previste occasionalmente e secondo

quanto deciso dai rispettivi organi preposti.

La Veglia d'Armi, oltre ad essere un momento di carattere preminentemente

spirituale, ha originariamente adempiuto alla necessità di rimanere nel Santo

36 Così come disposto dalla circolare n. 63/2013-Circ rif. EOB/IR del 18 gennaio 2013 del Gran Magistero dell'Ordine, con la quale si è disposto appunto che l'unico abito da chiesa è da considerarsi il mantello e pertanto su di esso possono essere indossate le decorazioni, ma solo quelle dell'Ordine.

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Sepolcro la sera prima dell'investitura37, poiché i custodi materiali della chiesa

chiudevano a chiave, e tuttora lo fanno38, la porta di accesso39 costringendo coloro

che erano all'interno e lo desideravano, a rimanervi fino all'indomani40.

La tradizione nei secoli si è consolidata dando alla Veglia d'Armi un significato

prettamente spirituale, ma che adesso, per le necessità dettate dalla velocità con

cui scorrono le attività dell'uomo, ha assunto forma e significato leggermente

diversi, pur mantenendo il suo carisma di momento altamente significativo e

morale per i Cavalieri e le Dame, in relazione al senso della Promessa che si recita

e si sottoscrive all'interno del rito.

E' questo il momento in cui gli investendi, con la sottoscrizione della Promessa, si

coinvolgono moralmente e materialmente, in prima persona, a mantenere un

comportamento degno di un cristiano e di un Cavaliere/Dama e civicamente a

servire la Chiesa e la Terra Santa attraverso la carità e la solidarietà cristiana.

Per la sacralità intrinseca dell'impegno questa cerimonia deve necessariamente

avere un suo contesto di raccoglimento intimo, scevro da ogni pubblicità, atto a

permettere all'investendo/a una concentrazione spirituale adeguata ed una

riflessione profonda sull'impegno che si accinge a prendere entrando a far parte

dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, impegno che cambierà

radicalmente la propria vita ed il modo futuro di agire; per queste motivazioni alla

Veglia d'Armi possono presenziare solo gli appartenenti alla Luogotenenza ed i

famigliari dell'investendo/a.

37 Voyage d'oultremer en Jhérusalem, pag. 50-52, da Voyage d'oultremer en Jhérusalem par le Seigneur de Caumont, par le Marquis de la Grange, Paris, 1868.“ Io dimorai tutta la notte davanti al Santo Sepolcro e mi confessai. Quando venne il giorno seguente era un sabato, l'otto del mese di luglio del 1419, io entrai in questa cappella ove era il Santo Sepolcro per ascoltare la messa di Monsignore san Giorgio. Quando essa fu terminata e ebbi ricevuto Nostro Signore, il buon cavaliere che ho già nominato mi dona l'ordine di cavalleria e mi cinge della spada e degli speroni dorati.”.

38 Dall'epoca in cui il Saladino occupò Gerusalemme (1187), le famiglie palestinesi musulmane Nusayba e Ghudayya, sono stati custodi esclusivi della chiave dell'unico portone di ingresso, nel senso che nessuno delle confessioni religiose presenti hanno avuto ed hanno tutt'ora diritto su quello. Fino al 1831, anno in cui fu abolita, era richiesta una tassa d'ingresso pari a 80 franchi d'oro.

39 Louis Deshayes de Courmenin, Sieur Des Hayes, Voiage de Levant fait par le commandement du Roy en l'année 1621 par le Sr D C, Paris, 1645, pagg. 394-395: “...l'o entroit autresfois en cette Eglise par trois portes: mais auiourd'hui il n'y en a plus qu'une, dont les Turcs gardent soigneusement lers clefs, de peur que le pelerins n'y entret, sans payer les neuf sequins, ou trente-six lires, a quoy ils font taxez, j'entends ceux qui viennent de Chrestienté:”.

40 Viaggio di Lionardo di Niccolò Frescobaldi Fiorentino in Egitto e Terra Santa, Roma, ed. Mordacchini, 1818, pag. 153 : “ Pagasi d'entrare, la prima volta ch'altri entra nella Chiesa del santo sepolcro ducati sei per testa, e puovvi stare un dì intero, cioè ore XXIV. Bene vero ne fanno cortesia di lasciarci stare più alcune ore, ma non è gran quantità. E chi volessi entrare più volte paga quattro daremi, o veraamente quattro Viniziani d'argento che vale l'uno 4 1/4 circa di moneta fiorentina.”.

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Lo svolgimento della Veglia d'Armi avviene il giorno precedente all'Investitura dei

futuri Cavalieri e Dame e si apre con una Processione che segue il protocollo su

indicato, a secondo se sarà presente o meno il Gran Maestro o un Cardinale che lo

sostituisce, Processione che con le stesse modalità pone termine alla cerimonia.

Lo stesso protocollo è osservato per quanto attiene lo svolgimento del rito

all'interno della chiesa e per la posizione dei partecipanti, sia nei banchi che negli

scranni riservati alle Autorità dell'Ordine.

Le parti fondamentali di questo rito sono, come si è avuto modo di accennare, la

Promessa, ovverosia la sottoscrizione della Promessa e la Benedizione dei Mantelli

e delle decorazioni che i Cavalieri e le Dame andranno ad indossare il giorno dopo

all'Investitura.

E' anche prevista, all'interno di questo rito, una terza parte che ha poca attinenza

con la Veglia d'Armi degli investendi in quanto si tratta della consegna delle

decorazioni assegnate ai Cavalieri e Dame già creati e promossi al grado

successivo; questa, secondo logica, nulla avrebbe a che condividere con una

cerimonia fatta di promesse e aspettative poste a fondamento della creazione

equestre che avverrà di lì a poco, ma la tradizione ormai ne ha consolidato la

presenza, incardinandola ufficialmente nella ritualità della Veglia d'Armi.

Le parti religiose sono anch'esse tre e limitate alla liturgia della Parola,

all'acclamazione del Vangelo e all'Omelia.

I particolari e le indicazioni necessarie per partecipare alla Veglia D'Armi sono

presenti nell'Appendice di questa monografia, dove è riportato il rito per intero,

così come statuito dalle disposizioni della Congregazione per il Culto Divino.

4.2 L'Investitura.E' il rito principe dell'Ordine, sia per l'ufficialità dovuta dalla presenza del Gran

Maestro, sia per la tradizione equestre che intrinsecamente riporta e rilancia ai

nostri giorni, sia per la solennità esclusiva che gli si attribuisce e riconosce

nell'ambito cavalleresco.

Proprio per la solennità del rito, diversamente dalla Veglia d'Armi, l'Investitura

prevede di regola la presenza del Gran Maestro, ma solitamente ad essa presenzia,

secondo quanto regolamentato dallo Statuto e dalle Norme di Comportamento più

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volte menzionate, necessariamente, in sua vece, il Gran Priore di Luogotenenza41.

Il rito riveste particolare suggestività perchè in esso si perpetua e rinnovella quella

ritualità tradizionale e remota dell'imposizione della spada, della vestizione con

speroni e Mantello e, oggi, anche della decorazione ornata da un trofeo militare

(quest’ultimo a ricordo delle tradizione militare dell’Ordine) da cui pende la croce

di Gerusalemme (anticamente si accollava il Cavaliere con un medaglione con il

simbolo dell'Ordine42), a dimostrazione della continuità nei secoli dell'Ordine e del

retaggio che ogni Cavaliere sa di portare da questo momento in poi sulle proprie

spalle.

Pubblicamente, davanti a Dio e agli uomini i neo Cavalieri e Dame confermano, in

quest'occasione, una scelta di vita e l’impegno costante alla solidarietà cristiana

verso la Terra Santa, arricchendo di solennità e di concretezza il rito che si svolge

secondo il protocollo previsto dallo Statuto e il Cerimoniale previsto dalla

Congregazione per il Culto Divino del 1986.

Il cerimoniale liturgico prevede, come per la Veglia d'Armi, la Processione all'inizio

ed alla fine del rito, mentre il rito vero e proprio si compone di una parte religiosa,

costituita dalla Liturgia della Parola, Vangelo e Omelia e poi di una parte

cavalleresca vera e propria e cioè la Lettura della Bolla d'Investitura e l'

Investitura, inoltre, con modalità atipica, come per la consegna delle decorazioni ai

Cavalieri e Dame promossi, prevista all'interno del rito della Veglia d'Armi, anche

qui vi è la consegna della Palma di Gerusalemme e delle altre distinzioni peculiari

dell'Ordine43.

41 STATUTO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME, art. 11 (Investiture)1. Compete al Cardinale Gran Maestro di effettuare le Investiture; in sua assenza, ai Gran Priori delle rispettive Luogotenenze, per sua delega implicita. I Gran Priori possono delegare, a loro volta, altra Autorità Ecclesiastica.

42 Giovanni Zullardo, Il devotissimo viaggio di Gerusalemme, Roma 1587, pag. 221: “Fa mettere, ai cavalieri, prima i speroni indorati ai piedi e la spada similmente indorata(la qual alcuni son d'opinione, che sia stata di Gotifredo di Buglion) a lato, poi una Catena d'oro (alla quale pende una croce che si bacia) al collo,”.

43 STATUTO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME, Art. 13(Decorazioni al Merito)1. Il Cardinale Gran Maestro, dopo aver consultato il Luogotenente o il Delegato Magistrale, territorialmente competenti, ha la facoltà di conferire a persone di irreprensibile condotta morale e particolarmente benemerite nella carità per la Terra Santa, anche se non possono assumere gli impegni che l’Investitura impone ai Cavalieri ed alle Dame, la Decorazione al Merito, distinta nelle seguenti classi:a. Croce al Merito del Santo Sepolcro di Gerusalemme;b. Croce con Placca d’argento al Merito del Santo Sepolcro di Gerusalemme;c. Croce con Placca d’oro al Merito del Santo Sepolcro diGerusalemme.2. Ai Decorati non spetta il titolo di membri dell’Ordine.

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Poco prima della conclusione della cerimonia il Luogotenente recita la Preghiera

del Cavaliere e della Dama, mentre altre preghiere, salmi e inni vengono profusi

all'interno delle varie fasi del rito (questi sono Lauda Jerusalem (dal Salmo 147)

Pange lingua, Rallegrati Gerusalemme (Salmo 122), Veni, Creator Spiritus, Te

Deum, Salve Regina, Tantum ergo).

Per una questione di praticità, durante questo rito, il protocollo deve essere

modificato in quanto necessita che i Cavalieri e le Dame investendi si trovino in

una posizione comoda per gli spostamenti che seguiranno, prima e dopo la loro

investitura, per cui ai banchi verranno poste le sedie riservate ai Cavalieri

investendi ed ai Padrini, mentre le Dame investende e le loro Madrine avranno un

posto nelle prime file di banchi a esse riservate.

Questo rito prevede necessariamente delle diversificazioni nella creazione e

vestizione in considerazione del fatto che i soggetti che vengono elevati al rango

cavalleresco sono Cavalieri, Dame e anche Ecclesiastici e poiché solo i Cavalieri

possono indossare gli speroni e cingersi della spada, risulta che solo quella dei

Cavalieri è la vestizione che assume quella sostanza e forma tipica della

"creazione" e "addobbamento" dell'antico modo.

Ovviamente alle Dame verrà imposto solo il Mantello e la decorazione mentre agli

Ecclesiastici la decorazione e la Mozzetta e pertanto i tempi saranno enormemente

ridotti per la parte dell'ufficiatura del rito che gli compete.

I tempi, come si è precedentemente accennato, sono contingentati in entrambi i

riti alla contestualità odierna, mentre in passato questi erano del tutto ampliati, sia

per le modalità ed il luogo ove si celebravano i riti della creazione del Cavaliere del

Santo Sepolcro e cioè la Chiesa del Santo Sepolcro e anche perché, come già detto,

i celebranti ed i Cavalieri erano indotti ad una permanenza all'interno del Santo

Sepolcro, obbligata dall'impossibilità di uscirne prima del giorno successivo.

Peraltro, in altri tempi, all'esterno dei riti, vi erano delle parti in cui il Padre Guar-

Art. 14 (Distinzioni speciali)Sono distinzioni speciali dell’Ordine:1. La Palma di Gerusalemme (d’oro, d’argento e di bronzo), conferita dal Cardinale Gran Maestro a persone di specchiata condotta morale, particolarmente benemerite dell’Ordine o delta Terra Santa. La Palma di Gerusalemme può essere conferita per gli stessi motivi e condizioni, in casi particolari, dal Patriarca Gran Priore dell’Ordine a persone con residenza stabile in Terra Santa, ed in casi eccezionali, a persone ivi di passaggio; il Patriarca ne informerà regolarmente il Gran Magistero, trasmettendo la relativa documentazione.2. La Conchiglia del Pellegrino, concessa dal Cardinale Gran Maestro o dal Patriarca Latino di Gerusalemme, a Cavalieri e Dame che abbiano compiuto un pio Pellegrinaggio in Terra Santa.

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diano, o chi ne faceva le veci, e prima e dopo, il Patriarca di Gerusalemme,

elencava delle ammonizioni su quello che doveva essere il modello di vita da

assumere ad opera del Cavaliere e tutte quelle vicende cronologie dell'Ordine sin

dal periodo “palestiniano”, che erano amplissime e documentate e che oggi giorno

sarebbe del tutto superfluo riepilogare.

4.3 Le Preghiere.In cerimonie caratterizzanti sotto il profilo religioso e cavalleresco sono

necessariamente presenti preghiere, salmi e inni di diversa fonte e significato.

Nell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che non fa eccezione a

questa regola non scritta, esistono, e anche da tempi lontanissimi, con consolidata

tradizione, inni e canti che ormai sono quasi come codificati nel DNA stesso

dell'Ordine, come ad esempio il Veni, Creator Spiritus, di cui si ha notizia certa

solo dal 1615 nell'opera del Pesenti.

Qui si afferma che il canto veniva coralmente eseguito subito dopo le prolusione

del Padre Guardiano e prima di leggere gli ordini e capitoli e formulare il proprio

giuramento44.

Ancora oggi, dopo quasi 4 secoli, questo inno viene cantato nella cerimonia

d'Investitura, subito dopo l'Omelia e prima della lettura della Bolla d'Investitura e

del giuramento di quanto promesso nella Veglia D'Armi.

Anche del Te Deum laudamus, canto antichissimo della cristianità, fatto proprio in

tutti i cerimoniali della cavalleria, viene citato nella medesima opera del Pesenti

ma collocato dopo il tocco di spada e quindi alla conclusione del rito

d'Investitura45, allo stesso modo di quanto avviene oggi prima della Processione di

fine cerimonia.

Del canto del Te Deum laudamus ne fa menzione, circa trent'anni prima, anche il

Zullardo indicandolo proprio come canto di conclusione della cerimonia dopo il

tocco della spada46 ma omettendo di indicare l'esistenza del Veni, Creator Spiritus,

e introducendo un elemento interessante e inedito e cioè quello delle propositioni

ed instuttioni47 fatte prima. Qui l'autore, di prima mano, perchè testimone

44 Gio Paolo Pesenti, Viaggio di Gerusalemme, Bergamo, 1615, pag. 77.45 Gio Paolo Pesenti, Viaggio di Gerusalemme, Bergamo, 1615, pag. 78.46 Giovanni Zullardo, Il devotissimo viaggio di Gerusalemme, Roma 1587, pag. 221.47 Giovanni Zullardo, Il devotissimo viaggio di Gerusalemme, Roma 1587, pag. 215.

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dell'evento, evidenzia che nel tempo precedente al mattino, in cui veniva effettuata

l'investitura, e cioè durante la notte, vi erano delle altre attività collegate, con

promesse d'intenzioni degli investendi e istruzioni dei concelebranti, e cioè quelle

che oggi definiamo come la Veglia d'Armi.

Ora, mentre nel rito d'investitura sono presenti soltanto il canto d'apertura

Rallegrati Gerusalemme, il Veni Creator, Spiritus ed il Te Deum Laudamus, nel

rito della Veglia D'armi sono presenti canti e salmi propri della liturgia religiosa,

quali il Salmo Responsoriale (dal Salmo 18) Il Signore è mia forza e mia salvezza,

di chi avrò timore?, il Salmo responsoriale (dal Salmo 137) Cristo per noi si è fatto

povero, ha dato a noi la Sua ricchezza e il Salmo Responsoriale (Salmo 122)

Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste,

nonché letture della Bibbia e del Vangelo, quali (Is. 54, 1-5 dal Libro del Profeta

Isaia), (15,33-4 7; 16,1-8, Vangelo secondo Marco) e le Lettere di S. Paolo Apostolo

agli Efesini (6, 10-18), ed ai Corinzi (8, 1-14), il tutto secondo quanto disposto

ufficialmente dal Cerimoniale approvato dalla Congregazione per il Culto Divino il

17 giugno 1986.

Esistono altri canti non espressamente previsti all'interno del Cerimoniale del

1986, ma di uso comune nelle attività proprie dell'Ordine, quali il Lauda

Jerusalem (dal Salmo 147), il Pange lingua e il Tantum ergo.

Due soltanto sono, infine, le preghiere ufficiali dell'Ordine: quella del Cavaliere e

della Dama, letta dal Luogotenente nella Veglia d'Armi, prima della benedizione

finale e quella di Nostra Signora di Palestina, la più recente, istituita dal Patriarca

Mons. Luigi Barlassina il 01.01.1926 a Gerusalemme.

Tra le ultime innovazioni in tema di cerimoniale si osserva la nascita di un Inno

del Cavaliere del Santo Sepolcro con le parole di Luigi Orsini e la musica di

Riccardo Pick-Mangiagalli.

4.4 Le ricorrenze e festività dell'Ordine.L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro, nella sua specialissima veste di istituzione

cristiana - cavalleresca, è titolare di ricorrenze e festività proprie, riconosciute

anche dalla Santa Sede, che in più occasioni ne ha ribadito l'ufficialità sia

attraverso atti veri e propri dei suoi Pontefici che della Congregazione dei Riti,

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attribuendo a queste la possibilità di concedere beneficio sotto forma di

Indulgenza Plenaria48.

Queste ricorrenze e festività sono:

• La Cerimonia dell’Investitura,

• S. Elena (18 agosto),

• S. Pio X (21 agosto),

• L’Esaltazione della S. Croce (14 settembre),

• La Festa della Beata Vergine Maria Regina della Palestina (ultima domenica di

ottobre, secondo le Norme di Comportamento del 2006 e il 22 di agosto secondo

l'Appendice dello Statuto, ma di fatto la data risulta essere quella del 25 ottobre.)49

Durante la partecipazione a queste solennità i membri dell'Ordine si atterrano a

quelle che sono le disposizioni previste per le cerimonie proprie dell'Ordine e della

liturgia religiosa, secondo le indicazioni del proprio Cerimoniere Religioso o Laico.

La stessa regola vale per le altre cerimonie organizzate dall'Ordine nelle occasioni

della Santa Pasqua, del Santo Natale, della Commemorazione dei Defunti e dei

propri incontri spirituali, mentre nelle ricorrenze religiose territoriali e nelle

celebrazioni organizzate dalla Chiesa locale, a cui l’Ordine partecipa in modo

ufficiale, solo a seguito di formale invito da parte dell’Ordinario competente, i

membri dell'Ordine si atterranno alle disposizioni date dal Cerimoniere

Ecclesiastico competente, addobbato per l'occasione con i paramenti dell'Ordine e

le insegne relative alla propria dignità cavalleresca, mentre sarà a carico del

Cerimoniere Laico la vigilanza sulla scrupolosa osservanza delle "norme di

48 Statuto dell'Ordine, Appendice I, BENEFICI SPIRITUALI CONCESSI ALL‘ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME DAI SOMMI PONTEFICI SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICABeatissime Pater, Moderator in spiritualibus Ordinis Equestris S. Sepulcri Hierosolymitani, _ _ humiliter petit lit, ad normam Constitutionis Apostolicae “Indulgentiarum doctrina” diei 1 ianuarii 1967, n. 14, Indulgentiae, a Sancta Sede sodalibus praedicti Ordinis concessae, recognoscantur. Et Deus, etc. Die 23 septembris 1967 SACRA PAENITENTIARIA, de speciali et expressa Apostolica Auctoritate, benigne concedit plenariam Indulgentiam, a praedictis sodalibus acquirendam, dummodo, suetis conditionibus (confessione, communione et oratione ad mentem Summi Pontificis) rite adimpletis, emiserint vel renovaverint, saltem privatim, promissionem fideliter servandi consociationis statuta:

1. - die inscriptionis; 2. - diebus festis: Beatae Mariae Virg. Reginae Palestinae, (ric: 22 Agosto) - Exaltationis S. Crucis, (ric: 14 Settembre)

- S. Pii X, (ric: 21 Agosto) - S. Helenae (ric: 18 Agosto)

Praesenti in perpetuum valituro absque ulla Apostolicarum Litterarum in forma brevi expeditione. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. DE MANDATO EMINENTISSIMI.

49 Ciò è avvenuto a seguito della riforma promossa dal Concilio Vaticano II, con cui è stata spostata dal mese di agosto, notoriamente il mese dell’Assunta, al 25 ottobre.

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comportamento", come pure dell'ordinata sistemazione nei posti, degli afflussi e

deflussi, presentandosi con le insegne dell'Ordine e nel rispetto dei propri

ordinamenti.

E' opportuno in questo caso precisare che tra le ricorrenze previste, a cui l'Ordine

dà seguito, come propria cerimonia religiosa, vi è quella in suffragio dei defunti,

che si riveste di particolare attenzione in quanto non è nella sua essenza la

celebrazione di una festa.

Poiché invece si tratta di una cerimonia profondamente religiosa e carica di

elementi di mestizia, è obbligo non indossare il Mantello che viene sostituito

dall'abito scuro.

Come disposto nelle Norme di Comportamento del 2006 sarà esposto sulla destra

dell'altare lo stendardo della Luogotenenza (o della Sezione) abbrunato, mentre, ai

piedi dell’altare saranno deposti un Mantello da Cavaliere, uno da Dama ed una

Mozzetta da Ecclesiastico.

Ovviamente per il corretto svolgimento del rito religioso ci si dovrà attenere alle

indicazioni fornite caso per caso dal Priore o dal Cerimoniere Ecclesiastico.

4.4 I ricevimenti e conviviali dell'Ordine. Gli Inviti.Come in ogni tipo di sodalizio e associazione, sia laica che religiosa, anche l'Ordine

Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha la naturale necessità, a qualsiasi

livello, di organizzare ricevimenti e incontri conviviali come momento d'incontro

tra Confratelli e Consorelle per approfondire e rinsaldare quei rapporti di

fratellanza e di amicizia che contraddistinguono l’appartenenza all’Ordine e alla

società di cui si fa parte integrante, prima come membri e poi come Cavalieri e

Dame.

In questi tipi di incontri risulta ovvio attenersi a protocolli e cerimoniali

convenzionali alla nazione in cui si vive, soprattutto se l'evento prevede

l'intervento di Autorità locali o nazionali; in questo caso il Cerimoniere Laico,

laddove singolarmente e autonomamente non lo facciano già i membri adusi alle

regole del protocollo locale, deve informare e indicare, a scanso di eventuali

equivoci, quali sono le regole generali da applicare.

In capo al Cerimoniere Laico in ogni caso incombe l'onere organizzativo dell'even-

to o dell'incontro, secondo quelle che sono le regole generali appena enunciate.

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Particolare attenzione dovrà essere posta poi, da chi ha il compito di provvedere,

nella preparazione degli inviti a questi momenti di socializzazione, interni o esterni

che siano, e precisamente: per quanto attiene gli appartenenti nell'ambito della

propria luogotenenza, questi vanno rivolti (inviati) a tutti i Membri che la

compongono, salvo restrizioni dovute a problemi logistici o di opportunità decise

dal Luogotenente e nel caso di cerimonie o incontri aperti al pubblico, a tutti

coloro che sono (da inserire) inseriti in un'apposita lista protocollare locale.

In caso che un appartenente all’Ordine abbia intenzione di invitare persone

estranee ad Esso, a cerimonie, ricevimenti o incontri dell’Ordine, deve segnalare

l'invito al proprio Delegato o Preside per ottenerne la preventiva autorizzazione,

precisandone i motivi e il nominativo, onde evitare che si diffonda il malcostume

di estendere inviti a persone estranee all’Ordine al solo fine di ricambiare cortesie

personali.

Peraltro, è prassi consolidata che in caso di un eventuale invito, a titolo personale,

di Alte Cariche dell’Ordine o Alte Cariche ecclesiastiche, di Autorità civili e militari,

la loro partecipazione deve essere preventivamente verificata e concordata con il

Luogotenente competente; sarà suo compito, per le Alte Cariche dell’Ordine e

quelle ecclesiastiche, inoltrare l’invito tramite S.E. il Cardinale Gran Maestro,

diversamente, per la presenza di Autorità civili e militari, sempre il Luogotenente,

dovrà verificare se gli inviti a queste Autorità siano ritenuti compatibili e

opportuni con quella serie di regole previste statuariamente ed eventualmente dal

protocollo nazionale.

Infine, nel caso di inviti da voler far recapitare a Organi e Membri di altra/e

Luogotenenza/e, per attività della Sezione o Delegazione di cui si fa parte, colui

che organizza l'evento è tenuto a chiedere l’autorizzazione al proprio Luogotenente

e trasmettere gli inviti tramite la segreteria della Luogotenenza di appartenenza.

Mentre i membri sono tenuti a rispondere agli inviti, attraverso i propri

responsabili locali, gli altri invitati risponderanno direttamente alla segreteria

dell'organizzatore.

Per quanto attiene gli inviti relativi allo svolgimento delle Cerimonie di Investitura

e della Veglia d’Armi, poiché queste sono aperte alla partecipazione di tutti i

membri della Luogotenenza, sarà cura del Luogotenente diramare, attraverso

un'apposita circolare, gli inviti ai rispettivi membri della propria Luogotenenza e

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inoltrare gli inviti a quei Luogotenenti delle Luogotenenze vicine che, per

consuetudine o tradizione, hanno partecipato in passato alle due Cerimonie.

Sarà sempre cura, in occasione delle Cerimonie della Veglia d'Armi e

dell'Investitura, del Luogotenente competente richiedere la presenza del Cardinale

Gran Maestro per presiedere la Cerimonia di Investitura, mentre il Gran Maestro

deciderà, secondo i casi, se partecipare personalmente o delegare qualcuno in Sua

rappresentanza.

Per gli inviti dei membri del Gran Magistero e di alte Personalità Ecclesiastiche

dell’Ordine o del Patriarcato di Gerusalemme o della Chiesa Cattolica, il

Luogotenente interessato provvederà a proporli al Cardinale Gran Maestro, che a

sua volta deciderà la possibilità di un eventuale inoltro.

5. Le cerimonie non dell'Ordine: Cerimonie religiose e laiche.In una società ove la compartecipazione è fondamentale allo sviluppo dei suoi

stessi membri, come delle organizzazioni di cui si fa parte, anche nel caso della vita

dell'Ordine e dei suoi membri accade che si venga invitati a partecipare ad eventi

propri di altre istituzioni cavalleresche, organizzazioni sociali e sodalizi vari,

presupponendo che sia stato inviato formale invito dal corrispondente organo

preposto. Nel caso di inviti della Diocesi, per cerimonie religiose non dell'Ordine,

questi verranno preparati e recapitati dall'Ordinario diocesano competente.

Ricevuto il formale invito, sarà compito del Luogotenente, in sinergia con il

Preside o il Delegato territorialmente competente, stabilire, in funzione del tipo di

invito, delle circostanze e delle disposizioni del Cerimoniere Ecclesiastico

competente dell'Ordine, le modalità di partecipazione.

Sia per le cerimonie laiche, che per quelle religiose, la partecipazione è di massima

contenuta a quelle che si richiamano allo spirito religioso dell’Ordine, ad esempio i

Riti della Settimana Santa, il Corpus Domini, l’Esaltazione della Santa Croce, il

Santo Natale, ed a quello laicale, quali cerimonie di altri Ordini, cerimonie ufficiali

delle Autorità di governo o di istituzioni pubbliche o private.

Disposta la partecipazione a quelle religiose, sarà compito del Cerimoniere

Ecclesiastico competente indicare i posti da occupare e/o il ruolo da svolgere ed i

membri dell'Ordine sono tenuti ad attenersi a quelle disposizioni preventivamente

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concordate, mentre sarà compito del Cerimoniere Laico dell’Ordine assicurare il

rigoroso rispetto di tali disposizioni.

Poiché l'Ordine ha dignità di Istituzione di Diritto Canonico dello Stato Città del

Vaticano ed Ente Centrale della Chiesa Cattolica, di norma la posizione della sua

rappresentanza, in occasione di Processione di Cerimonie Diocesane, è quella

immediatamente precedente a quella del Clero.

5.1. Le funzioni in onore dei Membri dell'Ordine trapassati.Tra le cerimonie non proprie dell'Ordine, a cui le Luogotenenze o Sezioni e

Delegazioni possono essere invitati, vi è quella della funzione funebre in onore di

Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici dell'Ordine defunti.

Ad iniziativa degli organi di governo locale dell'Ordine può essere rappresentata ai

parenti del defunto membro la possibilità della presenza di una delegazione

ufficiale, subordinandola, considerato il carattere strettamente privato della

funzione funebre, sempre al consenso e gradimento della famiglia del

Confratello/Consorella defunti.

Avuto il beneplacito dalla famiglia l’Ordine ufficialmente parteciparà alla funzione

funebre attraverso l'invio di una rappresentanza di due Cavalieri oppure di

quattro, in caso che il trapassato sia stato un Dignitario dell’Ordine, con l'uniforme

da chiesa consistente in: Mantello, Tocco e Guanti bianchi, ricordando che l'uso è

esclusivamente limitato all'interno del luogo in cui si svolge il rito funebre.

Per tale motivo si consiglia (peraltro previsto dalle Norme di Comportamento)

l'uso dell'abito scuro sotto il mantello in modo da partecipare alle esequie del

defunto con un abbigliamento consono a quello degli altri membri dell'Ordine, che

vi partecipano assieme ad altri fedeli e parenti del defunto, soprattutto per la parte

rimanente che si svolge fuori dalla chiesa.

L'attività dei Cavalieri preposti alla funzione sarà quella di scortare il feretro fino

all'altare, attendendolo ovviamente all'ingresso della chiesa; Essi resteranno in

piedi, ai lati del feretro, uno o due per lato, e porranno sul feretro il Mantello ed il

Tocco/Velo del defunto/a, se cosa gradita ai familiari, per tutta la durata della

cerimonia.

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Al termine della funzione i Cavalieri scorteranno il feretro fino all'uscita della

chiesa, e in caso volessero seguire il defunto/a fino al luogo di sepoltura, si

porteranno in sagrestia dove si toglieranno Mantello, Tocco e Guanti e si

accoderanno al corteo, assieme agli altri membri dell'Ordine presenti.

6. L'etichetta: i rapporti tra Membri dell'Ordine.La vita all'interno dell'Ordine è sottoposta a regole comunemente previste ed

accettate in gran parte della società moderna e ciò fa si che i corretti rapporti tra i

membri di un gruppo e di questi con quelli di altri siano catalogati sotto il nome di

etichetta.

La prima di queste regole è quella per cui è implicito, nell'appartenere ad un

sodalizio di qualunque genere, di rispettare i ruoli gerarchici e quindi avere un

doveroso riguardo verso le persone che ricoprono cariche e ruoli nelle varie

strutture organizzative dell'Ordine così da permettere un sereno, corretto e

ordinato governo ed un tranquillo svolgimento delle attività interne ed esterne

all’Ordine.

Il rispetto dei ruoli e dei gradi all'interno dell'Ordine sono funzionali al rispetto

delle competenze e responsabilità che ogni Autorità ha, sia in relazione al livello

gerarchico, che della propria funzione, fatto questo che implica che ogni iniziativa,

prima di essere anche solamente progettata, deve essere sottoposta

all’autorizzazione dell’Autorità competente immediatamente superiore che ne

rilascia in nulla osta.

Per inciso, l’osservanza dei ruoli e delle gerarchie, nel rispetto delle norme e del

protocollo previsti dall'Ordine, è elemento costituente dell’impegno di obbedienza

che ogni membro sottoscrive in occasione dell’Investitura, da valutare non come

una imposizione priva di pregio, ma come richiesta del riconoscimento, secondo

coscienza, delle diverse responsabilità e competenze che permettono in ogni

società civile il corretto svolgersi della vita e delle personali e collettive aspettative.

Ciò comporta che per qualsiasi tipo di necessità o nulla osta, ogni membro

dell’Ordine, dovrà sempre rapportarsi al proprio superiore diretto, in una scala

gerarchica graduale che evita un disordine e una conflittualità decisionale che si

potrebbero ingenerare a causa di eventuali richieste pervenute direttamente alle

Autorità di livello più elevato attraverso il superamento illegittimo di quelle di

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grado immediatamente superiore al richiedente, le quali, invece, oltre ad essere

competenti, sono sicuramente le più idonee a disporre al meglio, sia nel merito che

nella forma.

Ne deriva dunque che spetta all'autorità immediatamente superiore al richiedente

inoltrare richieste e nulla osta a quella alla quale alla fine è attribuita

statuariamente la competenza della decisione finale.

Così saranno i Luogotenenti a mantenere i collegamenti tra le diverse

Luogotenenze, i quali, qualora le circostanze dovessero richiederlo, ed

assumendosi la responsabilità del loro operato, anche per una questione di

economicità e speditezza, potranno autorizzare contatti diretti tra i rispettivi

subalterni.

Per quanto attiene i rapporti tra membri dell'Ordine, a prescindere del grado o

della funzione, questi devono essere improntati sempre alla fraterna

collaborazione, nel pieno rispetto della persona e della dignità altrui, nonché alla

massima collaborazione, sia in ambito strettamente collegato alla vita dell'Ordine,

che all'esterno, nella vita di società, ricordandosi di mantenere costantemente un

contegno adeguato e consono allo stile di vita che si ritiene degno per un membro

dell'Ordine.

In caso di disaccordi questi devono essere ricomposti con serenità e correttezza,

affidandosi anche a terzi o all'autorità preposta o più elevata all'interno

dell'Ordine.

Correttezza, signorilità, generosità ed educazione devono essere peculiarità che

contraddistinguono i rapporti personali dei membri dell'Ordine, sia tra essi che

all'esterno con il resto della società civile, rammentando che ogni proprio atto o

modo di agire, direttamente o indirettamente, potrà influire, anche

irrimediabilmente, sull'immagine dell'Ordine, sia localmente che a livello

superiore.

6.1. L'uso degli appellativi.Ogni Cavaliere e Dama dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

deve, oltre nella sostanza, anche nella forma, apparire persona equilibrata,

puntuale e compita, dimostrandolo quotidianamente soprattutto anche attraverso

la proprietà di linguaggio e la correttezza nell'uso degli appellativi.

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Per tale motivo è bene che essi si approprino degli strumenti di dialettica sociale,

tra i quali proprio l'uso corretto degli appellativi delle persone e delle autorità con

cui vengono a contatto nella loro attività interna all'Ordine, nella vita di società o

professionale in cui, soprattutto, risulta nota la propria militanza nell'Ordine.

L'Ordine ha previsto una necessità di tale genere e per cui ha approntato e

riportato nelle Norme di Comportamento del 2006, come altresì ha fatto per l'uso

dell'uniforme e delle decorazioni, uno schema, riprodotto in appendice alla

presente monografia, in cui si indica, per ogni tipo di rapporto, il titolo da usare

nel rivolgersi alla persona che si troverà di fronte il membro, sia esso un Cavaliere,

una Dama o un Ecclesiastico.

La suddivisione e la completezza degli appellativi ricalcano, a grandi linee nella

sostanza, quelli comuni al cerimoniale di stato ed a tutti gli altri cerimoniali laici o

cavallereschi finora conosciuti, tanto è vero perché le cariche e le persone titolate,

sia religiose che laiche, alla fine sono le medesime in tutti gli ambiti e per tale

motivo si vedono necessariamente attribuito soggettivamente un titolo omologo.

E' il caso delle autorità ecclesiastiche per le quali non si può prescindere di

appellare Eminenza il Cardinale, Eccellenza il Vescovo, Monsignore il Monsignore

e Reverendo il Sacerdote.

Nel caso comunque dell'Ordine si devono aggiungere due appellativi che sono

proprio pertinenti alla vita stessa dell'Ordine e cioè: Sua Beatitudine per il

Patriarca Latino di Gerusalemme e Padre Custode per il Padre Custode

Francescano dei Luoghi Santi di Palestina.

Relativamente alle cariche interne all'Ordine le aggettivazioni dei titoli vengono

riproposte uguali in caso di carica ecclesiastica, per esempio il Gran Maestro sarà

chiamato Eminenza, il Gran Priore (il Patriarca Latino di Gerusalemme) sua

Beatitudine, ed Eccellenza tutti quei Vescovi chiamati ad Uffici del Gran Magistero

(è il caso del Cancelliere e Cerimoniere Religioso); allo stesso modo, per le altre di

natura laica (Luogotenente Generale, Governatore Generale, vice Governatore

Generale) seppur non rivestono una carica religiosa, è attribuito lo stesso

appellativo di Eccellenza.

Fanno eccezione le cariche di Cerimoniere e Cancelliere del Gran Magistero che, in

caso di funzioni svolte da laici, l'appellativo non sarà più quello di Eccellenza bensì

quello di Cancelliere e Cerimoniere.

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Lo stesso appellativo di Eccellenza si trova nel caso delle Luogotenenze, per quanto

attiene alle cariche di Gran Priore di Luogotenenza e Luogotenente, giustificato nel

primo caso dal fatto che la carica è sempre attribuita ad un vescovo e nel secondo

dal fatto che egli è la massima carica a livello luogotenenziale.

Le cariche dei rimanenti uffici sono appellate rispettivamente con i titoli delle

stesse cariche, ad esempio Consigliere per il Consigliere, Preside per il Preside e

così via.

Allo stesso modo ci si regola per i titoli ed i gradi all'interno proprio

dell'organigramma cavalleresco dell'Ordine e per cui il Cavaliere sarà chiamato

Cavaliere, la Dama, Dama e il Commendatore, Commendatore, etc. .

Gli stessi titoli sono da usare, sia nei rapporti verbali che nelle circostanze

pubbliche richieste, nonchè nella corrispondenza epistolare e telefonica.

Ad ogni modo avrà prevalenza, in caso di dubbio, la normativa prevista a livello di

cerimoniale dello Stato di appartenenza della Luogotenenza e per cui sarebbe bene

che il Cerimoniere Laico, laddove fosse possibile, istruisse adeguatamente i

membri locali.

7. L'uso dello Stemma e dei simboli dell'Ordine.L'uso dello Stemma e dei simboli dell'Ordine riveste un aspetto delicatissimo in

quanto essi rappresentano lo Stesso nella sua forma più ufficiale e distintiva, oltre

a riproporre una storica discendenza e lunghissima tradizione araldica. Per tale

motivo il corretto uso dei medesimi necessita di essere sottoposto a regole semplici

ma ferree.

Come ogni simbolo ha un proprio riferimento e significato, sia appunto storico

che araldico, anche quelli dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

hanno precise attribuzioni che permettono, anche, nei casi previsti, di riconoscere

i livelli della struttura operativa cui si riferiscono e proprio per tali aspetti

identificativi vanno riservati e tutelati.

In questa prospettiva formale e funzionale è logico ritenere, e le Norme di

Comportamento del 2006 lo prevedono, che è tassativamente vietato l’uso dello

Stemma dell’Ordine al di fuori degli scopi istituzionali, precludendone l'uso

personale dello stesso a tutti gli appartenenti all'Ordine.

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Fanno eccezione, l’uso dell’intestazione dell’Ordine, degli Stemmi e delle Insegne,

su pubblicazioni di qualsiasi genere, previo nulla osta scritto della Luogotenenza o

del Gran Magistero, a seconda delle circostanze e della casistica riferita all'opera, e

l'uso delle insegne nella punta del proprio scudo gentilizio, in caso di membro

appartenente alla nobiltà riconosciuta.

Proprio l'art. 3 dell'Appendice II dello Statuto regola nel seguente modo l'uso: Gli

Arcivescovi, i Vescovi ed i Prelati che godono del privilegio araldico ed i Cavalieri

cui sia riconosciuto un titolo nobiliare possono:

a. gli ecclesiastici, inquartare il proprio stemma con la Croce Gerosolimitana;

b. i laici, possono accollare il proprio scudo alla Croce dell‘Ordine, privilegio non

trasmissibile.

Anche le Dame che godono di un titolo nobiliare possono accollare il proprio

scudo alla Croce dell’Ordine.

I Cavalieri e le Dame nobili, aventi un proprio stemma, possono sospendere la

Croce dell’Ordine sotto la punta dello scudo:

- i Cavalieri con un nodo fiero;

- i Commendatori appesa ad un nastro fiero limitato alla base dello scudo;

- i Commendatori con Placca con trofeo pendente da un nastro fiero sorgente dai

fianchi dello scudo;

- i Cavalieri di Gran Croce fasceranno lo scudo con il nastro dell’Ordine, da cui

pende la Croce con trofeo;

- i Cavalieri di Collare, i componenti il Gran Magistero, i Luogotenenti in carica e

d’Onore, e i Gran Priori potranno partire della Croce di Gerusalemme con la

partitura crociata a destra.

Il Patriarca Gran Priore e l’Assessore fanno uso del Capo della Croce di

Gerusalemme, ove per questo s'intende la parte alta dello scudo e in araldica

correttamente indicato come “D'argento, alla croce potenziata di rosso,

accantonata da quattro crocette dello stesso”.

I Cavalieri e le Dame che non risultano titolari di un proprio stemma, hanno

facoltà di fregiarsi della Croce dell’Ordine.

E' necessario spiegare, concludendo, che per Stemma dell'Ordine s'intende 50 lo

Stemma attribuito al Regno Latino di Gerusalemme, che è : d’argento alla Croce

50 Statuto dell'Ordine, Appendice II, CENNI DI ARALDICA PRECEDENZE UNIFORMI ED INSEGNE DELL’ORDINE TITOLO I CENNI DI ARALDICA E PRECEDENZE, art. 1 c. 1.

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Gerosolimitana d’oro e smaltata in colore sanguigno. Elmo d’oro, cimato della

Corona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo, al Cimiero, del globo terrestre

sormontato dalla Croce, affiancata da due bandiere d’argento con la Croce di

porpora Gerosolimitana al centro. Tenenti: Due Angeli con dalmatica rossa;

l’uno (a destra) reggente il Vessillo Crociato; l’altro (a sinistra) reggente il

bordone e la conchiglia. Motto: “Deus lo vult” in carattere capitale romano su

lista bifida sotto la punta dello scudo.

Per Sigillo dell’Ordine51 s'intende invece un sigillo a forma di mandorla, chiuso da

una cornice in oro con la Corona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo, che ritrae,

sbalzata in argento, o impressa in cera, la figura di Cristo Risorgente dal Sepolcro.

7.1. La carta intestata.Come accennato, esiste una tutela ferrea dei simboli dell'Ordine e soprattutto dello

Stemma dell'Ordine, la cui origine rimonta a più secoli fa ed è tenuto in gran

conto, oggi più che mai, dalle gerarchie che ne hanno voluto ribadire il concetto di

tutela e di copyright, sia in passato che ancora recentemente nello Statuto

dell'Ordine.

Pertanto lo Stemma dell'Ordine potrà essere usato solo sugli atti e sulla carta

intestata delle massime cariche organizzative e direttive dell’Ordine e del Gran

Magistero, così come regolato nelle Norme di Comportamento del 2006:

- la Luogotenenza, nei propri atti o carta intestata, può usare solo il seguente

Stemma: Scudo d’argento alla Croce di Gerusalemme smaltata, di colore

sanguigno, elmi cimato della corona di spine di Nostro Signore Gesù Cristo, al

Cimiero, del globo terrestre sormontato dalla Croce, affiancata da due bandiere

d’argento caricate da una Croce rossa, con sotto il motto:”Deus lo vult”, in

carattere capitale romano su lista bifida sotto la punta dello scudo, il tutto posto

sul lato sinistro del foglio, con l’intestazione: “Ordine Equestre del Santo Sepolcro

di Gerusalemme”, con sotto, al centro, il nome della Luogotenenza;

- le Sezioni, a loro volta: Scudo d’argento alla Croce di Gerusalemme smaltata di

colore sanguigno con il motto: Deus lo vult”, in carattere capitale romano su lista

bifida sotto la punta dello scudo, posto sul lato sinistro del foglio, con

l’intestazione: “Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme”, il nome

51 Statuto dell'Ordine, Appendice II, CENNI DI ARALDICA PRECEDENZE UNIFORMI ED INSEGNE DELL’ORDINE TITOLO I CENNI DI ARALDICA E PRECEDENZE, art. 1 c. 2.

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Page 36: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

della Luogotenenza da cui dipendono, nonché sotto, al centro, quello della

Sezione;

- e le Delegazioni: Croce di Buglione scarlatta, posto sul lato sinistro del foglio,

con l’intestazione: “Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme”, il nome

della Luogotenenza e della Sezione di cui fanno parte, nonché quello della

Delegazione.

Appare del tutto scontato, dunque, che nella corrispondenza interna dell’Ordine,

tra Luogotenenza, Sezioni, Delegazioni e appartenenti all’Ordine, la carta da

lettera intestata, stampata per uniformità di presentazione nella lingua del Paese

di appartenenza, potrà essere usata esclusivamente da chi ricopre un ruolo

direttivo, rispondendone direttamente per la corretta stampa, l'uso e il contenuto;

proprio per tale motivo solo il Luogotenente, i Presidi e i Delegati sono autorizzati

a far stampare carta intestata dell’Ordine.

Infine, è bene precisare che l’uso di carta da lettera intestata con Stemma

dell'Ordine è consentito solo per la corrispondenza ufficiale, interna ed esterna e

mai per uso personale, escludendo categoricamente che alcun appartenente è

autorizzato a servirsi della carta intestata dell’Ordine, per corrispondenza

personale.

Va da sé che detti Stemmi dell’Ordine non possono essere riprodotti ed utilizzati a

nessun titolo dai singoli membri dell’Ordine, in quanto individuano specifiche

strutture dell’Ordine e l'uso personale a qualsiasi titolo o fine sarebbe una grave

mancanza di natura disciplinare.

7.2. I biglietti da visita.Altro argomento sensibile, come nella maggioranza dei casi in cui membri di un

ordine o di un sodalizio vogliono esternare il proprio status nella società, è quello

che riguarda la produzione dei biglietti da visita.

Ai Membri dell’Ordine è concesso di apporre sul proprio biglietto da visita,

mentre lo è vietato per i cartoncini augurali, solo la Croce dell’Ordine, nell’angolo

alto a sinistra, preferibilmente a secco, o di colore rosso sangue, con al centro dello

stesso il titolo professionale, il nome e cognome, e sotto il grado cavalleresco.

E' bene precisare che nel caso di specie, laddove si indichi già il grado cavalleresco

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Page 37: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

all'interno dell'Ordine, la sigla (Cav. Com. Gr. Uff. etc.) non deve essere ripetuta

nel rigo soprastante, tra il titolo professionale ed il nome.

Sul biglietto da visita, per i solo Luogotenenti, Presidi e Delegati, è prevista la

possibilità di includere la carica direttiva o operativa ricoperta, tenendo

debitamente in conto che tale biglietto va utilizzato solo nel caso in cui si debbano

presentare come rappresentanti dell’Ordine, escludendo, così, che tali biglietti

possano essere utilizzati anche nei rapporti sociali e professionali.

Le Norme di Comportamento delegano al controllo di abusi nell'uso di tali stampe

i Presidi ed i Delegati, i quali possono drasticamente intervenire vietandone l'uso o

richiedendone le opportune correzioni.

7.3. Le pubblicazioni.Come accennato in precedenza nessuno Stemma o simbolo dell'Ordine può essere

apposto in pubblicazioni di argomento generico o specifico, ad eccezioni di quelle

il cui contenuto o l'argomento richiamano la storia, la tradizione e lo spirito

dell'Ordine, previa autorizzazione degli organi appositamente deputati.

Nei secoli la letteratura sull'Ordine è stata svariata e cospicua ed ancora oggi si

profonde in pubblicazioni varie di modesta o congrua portata e dunque appare

utile, anzi necessaria, una rigida regolamentazione, almeno per quelle opere

prodotte da membri dell'Ordine che gradiscono anche riportare simboli, stemmi e

insegne dell'Ordine nel corpo o nella copertina del libro.

In funzione dell'autore, dell'importanza e dell'argomento della pubblicazione, sono

previste delle preventive, gerarchiche e interne autorizzazioni, che diversamente

non sono previste per l'autore che non si trovi nelle fila dell'Ordine.

Anche per gli articoli di quotidiani, o periodici è preferibile, per ogni membro,

dotarsi di apposita autorizzazione quando questi hanno pertinenza o l'argomento è

direttamente afferente l'Ordine.

Adempiute le previste richieste autorizzative, in caso di pubblicazione, il cui

argomento riguardi l'Ordine e questa rivesta anche un carattere di eminente

interesse, sia sul piano del contenuto che della scientificità, è possibile richiedere,

attraverso i canali interni e gerarchici territoriali, alle massime Autorità

dell'Ordine, nonché quelle spirituali, una presentazione della opera.

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Page 38: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

7.4. I rapporti con i mediaSe per la tutela della rispettabilità dell'Ordine sono previste, come si è ampiamente

illustrato, in capo a opere e attività del singolo individuo controlli ed autorizzazioni

varie ai rispettivi livelli organizzativi, quando il contenuto è riferibile all'Ordine

stesso o al suo autore come membro, a maggior ragione, vista la potenza di

diffusione in possesso dei media, nessun appartenente all’Ordine, senza aver avuto

autorizzazione preventiva scritta da parte del Luogotenente, potrà rilasciare

interviste o dichiarazioni inerenti l'organizzazione e le attività dell’Ordine.

E' proprio il competente Luogotenente l’unico responsabile verso il Gran

Magistero della correttezza delle informazioni e dell’opportunità del loro rilascio in

funzione delle circostanze, oltre che dunque del controllo su eventuali violazioni.

Effettivamente, a memoria d'uomo non si ricorda alcuna intervista, almeno a

livello nazionale di un qualsiasi membro dell'Ordine, qualificatosi come tale, che

abbia trattato argomenti afferenti all'Ordine o alle sue attività.

A livello locale è possibile che ciò sia avvenuto o che avvenga, ma sicuramente vi

saranno state autorizzazioni preventive, ovvero la persona intervistata sarà stata

quella preposta istituzionalmente.

8. L'uso e la tenuta dell'Uniforme (Mantello, Tocco, Veletta e Guanti bianchi). L'art. 5 c. 1 dell'Appendice II dello Statuto evidenzia che l'uniforme, un tempo

portata per il carattere militare dell'Ordine, oltre che di quello equestre, che oggi

ancora però mantiene, seppur non abolita, non è più obbligatoria.

Poiché il Mantello è stato assimilato52 all’abito da chiesa dei membri dell’Ordine,

oggi, per uniforme, nell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme,

s'intende l'abbigliamento ordinario da chiesa e come tale deve essere indossato con

il rispetto dovuto e non al di fuori dell’area in cui si svolge la cerimonia religiosa.

Esso è composto da Mantello, Tocco, (Veletta per le dame) e Guanti bianchi,

corredato ovviamente delle decorazioni e delle insegne, a secondo dei gradi e delle

rispettive funzioni dei singoli membri.

52 Circolare n. 63/2013-Circ rif. EOB/IR del 18 gennaio 2013 del Gran Magistero dell'Ordine.

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Page 39: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

Nelle cerimonie religiose è previsto per il Luogotenente Generale, il Governatore, i

Vice Governatori, i Membri del Gran Magistero, i Luogotenenti in carica e d’onore,

la possibilità di portare il mantello capitolare, che si differenzia dal mantello

ordinario in quanto è di panno bianco, ampio a grande ruota, lungo fino a terra,

con bavero rovesciato con Croce di Goffredo scarlatta sotto la spalla sinistra, di

misura identica a quella dei mantelli d’uniforme, con grande cordoniera di

cordone d’oro con nappe ugualmente in oro e fermaglio scorsoio, lungo circa la

metà del mantello.53

Per le Dame il Mantello è di colore nero, mentre al posto del Tocco è indicata una

Veletta nera; per gli Ecclesiastici è previsto54 usare il rocchetto, con paramani neri,

salvo che per altro titolo non spettino loro paramani di colore violaceo o cremisino,

e la mozzetta di lana, di color bianco, di misura normale, con Croce di Goffredo di

Buglione scarlatta sulla spalla sinistra (cm. 20x20). Non usando la mozzetta, essi

possono indossare il mantello d’uniforme. In ogni caso essi portano le insegne del

proprio grado sul petto e/o al collo, sulla veste talare o sulla mozzetta.

Quando si indossa il Mantello le distinzioni del grado sono visibili sul Tocco, ove

sono apposte come distintivo sulla fascia rigida.

Discorso a se deve essere effettuato dunque per il Tocco, accessorio dell'uniforme

ove si estrinsecano i gradi e le funzioni dei vari membri dell'Ordine sul lato destro

del capo.

Il berretto è di velluto nero, a forma di cuffia, sostenuta verticalmente a destra da

una fascia di velluto uguale, ad ala rialzata e sagomata, che gira tutt’intorno alla

cuffia e a sinistra degrada fino a raggiungere un’altezza di cm. 4. Nel bicorno della

fascia di cm. 12 è applicato il distintivo, con le seguenti distinzioni di grado:

• Cavaliere: - Croce di Goffredo di Buglione scarlatta su Scudo d’Argento

(dimensioni dello scudo mm. 40 x 37,5)

• Commendatore: - Croce di Goffredo di Buglione scarlatta su Scudo d’Argento

su disco di velluto nero (cm. 6) contornato da un cordone di ricamo in oro (mm.

3);

• Commendatore con Placca (Grand’Ufficiale) : - Croce di Goffredo di Buglione

53 Statuto dell'Ordine, Appendice II, CENNI DI ARALDICA PRECEDENZE UNIFORMI ED INSEGNE DELL’ORDINE TITOLO I CENNI DI ARALDICA E PRECEDENZE, art. 5 c. 2. .

54 Statuto dell'Ordine, Appendice II, CENNI DI ARALDICA PRECEDENZE UNIFORMI ED INSEGNE DELL’ORDINE TITOLO I CENNI DI ARALDICA E PRECEDENZE, art. 7 c. .

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Page 40: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

scarlatta su Scudo d’Argento su disco di velluto nero (cm. 7,5) contornato da due

cordoni di ricamo in oro (mm. 3);

• Cavaliere di Gran Croce: - - Croce di Goffredo di Buglione scarlatta su Scudo

d’Argento su disco di velluto nero (cm. 7,5) contornato da un cordone di ricamo in

oro (mm. 3). Lo Scudo e contornato da un serto di foglie d’ulivo ricamato in oro;

• Cavaliere di Collare: - Croce di Goffredo di Buglione scarlatta su Scudo

d’Argento, su disco di velluto nero (cm. 7,5) contornato da un cordone di ricamo in

oro (mm. 3). Lo Scudo e contornato da un serto di Corone di Spine.

Recentissimamente dal Gran Magistero sono state dettate le seguenti modifiche:

Sul berretto verranno applicati i distintivi di grado, adornati di serti d’ulivo in

applicazione delle seguenti regole:

• Luogotenenti e Delegati Magistrali: un serto d’ulivo in argento

• Membri del Gran Magistero: un serto d’ulivo in oro

• Vice Governatori Generali: due serti d’ulivo in oro

• Governatore Generale e Luogotenente Generale: tre serti d’ulivo in oro

• Nessun altro tipo di fregio potrà essere applicato sui berretti al di fuori di

quelli sopra indicati.

Sul Mantello, secondo le disposizioni dettate nel 2006, non potevano essere

applicate decorazioni distintive di grado o le decorazioni, ad eccezione della

Conchiglia del Pellegrino (al centro della Croce Potenziata) quale testimonianza

del Pellegrinaggio in Terra Santa e il Distintivo della partecipazione al

Pellegrinaggio Giubilare dell’anno 2000 (al centro della Croce Potenziata in

assenza della Conchiglia del Pellegrino o sulla sommità del braccio verticale della

Croce in sua presenza), che poteva essere portato per concessione del Cardinale

Gran Maestro.

Oggi, a seguito della circolare del Gran Magistero del 2013, sul Mantello ordinario

e sul Mantello capitolare vanno indossati la decorazione da collo e le distinzioni di

grado, ivi comprese le rispettive placche per i Grand’Ufficiali e le Dame di

Commenda con Placca, per i Cavalieri di Gran Croce e le Dame di Gran Croce.

I Cavalieri e Dame col grado di Gran Croce useranno, come decorazione da collo, la

Croce di Commendatore. Oltre a queste, possono essere altresì applicate le

seguenti distinzioni speciali:

• la Palma di Gerusalemme (una sola, quella di livello più elevato);

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Page 41: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

• la Conchiglia del Pellegrino, messa al centro della Croce Potenziata (se ricevuta

nel corso di un Pellegrinaggio dell’Ordine in Terra Santa);

• il Distintivo della Partecipazione al Pellegrinaggio Giubilare dell’anno 2000

messa (da coloro che ne hanno diritto) sulla sommità del braccio verticale della

Croce.

Infine, i Dignitari dell’Ordine che cessano dall’incarico e che sono stati insigniti

dal Cardinale Gran Maestro del titolo d’onore della carica precedentemente

ricoperta, appongono sul Mantello capitolare una grande cordoniera, con cordone,

fermaglio e nappe in filo argentato.

Pertanto, quando si accenna alla tenuta dell'uniforme bisogna fare riferimento al

corretto uso di questo corredo di abbigliamento, nonché di tutto quello che è

previsto relativamente alla partecipazione alla vita dell'Ordine e sociale dei singoli

membri.

8.1 Gli abiti da cerimonia e la loro tenuta.Oltre all'uniforme (Mantello, Tocco, Veletta e Guanti bianchi) esistono, per i

membri dell'Ordine, ma anche per gli appartenenti alla società civile, abiti

adeguati e consoni alle varie cerimonie, anche di carattere religioso, laddove non

sia possibile usare detta uniforme.

Comunemente questi tipi di abito si indossano anche alla Veglia D'Armi e durante

il rito d'Investitura, prima di indossare il Mantello che andrà a ricoprirli.

Poiché appunto esistono diverse circostanze e diversi tipi di abito da indossare,

secondo le Norme di Comportamento del 2006, ma lo prevedono anche il senso

comune, e in linea generale le disposizioni sul cerimoniale della Repubblica

Italiana, uniformi a quelle internazionali, l'uso di un capo o di un altro di

abbigliamento viene indicato, oggi, con il termine “Tenuta”.

Pertanto i Cavalieri e gli ospiti di sesso maschile per le serate di gala, i ricevimenti

ed i pranzi ufficiali indosseranno il frac con gilet e cravatta bianca.

L'uso del frac prevede che siano portate le decorazioni solo quando esplicitamente

prescritte nell’invito attraverso l'indicazione “Decorazioni”, mentre sono d’obbligo

quando si partecipa a pranzi e ricevimenti ufficiali cui prende parte un Capo di

Stato o quando l’invito è diramato ufficialmente dai Presidenti dei Supremi Organi

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Page 42: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

di uno Stato, quali Senato, Camera, Consiglio dei Ministri, Corte Costituzionale,

ecc. o da un rappresentante ufficiale del Governo.

Con il frac, le decorazioni, possono essere portate in due modi:

- “en brochette”, cioè passate, senza nastrino, in una catenella;

- “su sbarretta” di metallo munita di spillo da appuntare sul risvolto della giacca,

con i nastrini affiancati, senza sovrapporre i bordi.

Secondo le regole generali, si indossa una sola decorazione da collo, sotto il nodo

del cravattino ed eventualmente, se rilasciata, quella della nazione di appartenenza

dell'ospite e allo stesso modo una sola Fascia da Cavaliere di Gran Croce, mentre

invece possono essere portate più Placche, fino a quattro, applicate sul lato sinistro

del petto, al di sotto delle Decorazioni, in ordine di importanza, da destra a sinistra

e dall’alto in basso.

La Fascia si porta, di norma, sotto il panciotto della marsina, salvo che sia presente

un Capo di Stato o il Cardinale Gran Maestro, nel quale caso è indossata sopra il

panciotto.

Infine è d'uso negli inviti indicare la tenuta gradita dall'ospite in virtù del tipo di

incontro, pertanto, nel caso del frac sarà indicata la sigla “cravatta bianca”, mentre

per lo smoking negli inviti è indicata la dicitura “cravatta nera”.

Contrariamente all'uso del frac con lo smoking non si indossano Collari, Placche,

Fasce e Decorazioni, ma una sola Rosetta all’occhiello, che di norma è quella

dell’onorificenza più importante e nel caso di inviti a ricorrenze, feste o cerimonie

di Stati stranieri o di Ordini riconosciuti, si porterà la Rosetta relativa alla più alta

onorificenza eventualmente ricevuta dallo Stato o dall’Ordine ospitante, eccezione

fatta in caso di partecipazione, in qualità di rappresentanti dell’Ordine del Santo

Sepolcro, per cui si porterà quella dell'Ordine, secondo il proprio grado.

I Cavalieri e le Dame investendi e promuovendi mantengono, durante il Convivio,

che generalmente segue la Cerimonia di Investitura, la Decorazione da collo55.

L'ultimo abito da poter usare è quello denominato come “abito scuro” che è

indicato per la partecipazione a colazioni e ricevimenti ove non sia prescritto

formalmente l’uso dello smoking e del frac, normalmente al mattino.

55 Per le sole Cerimonie dell’Ordine del S. Sepolcro è consentito l’uso delle decorazioni in formato mignon “su sbarretta” o “en brochette” anche con lo smoking, nonché fregiarsi della Distinzione Speciale della Palma di Gerusalemme, da appuntare sia sul frac, sia sullo smoking, al di sotto delle decorazioni in formato mignon.

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Page 43: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

Con questa, che è la tenuta prescritta ogni volta che si indossa il Mantello, si porta

una sola Rosetta all’occhiello del bavero, oppure il distintivo metallico con gli

smaltini delle decorazioni ricevute (Onorificenze e/o Campagne).

Per le Dame e le Signore ospiti, quando indossino l'abito nero lungo, paragonato al

frac maschile, è possibile portare le medesime decorazioni, mentre con l’abito nero

corto o da sera, sempre al di sotto del ginocchio, si seguono le indicazioni anzidette

per l'uso dello smoking.

Nel caso infine che si indossi un abito diverso, le Dame devono usare, sul lato

sinistro dell’abito, soltanto la rosetta dell’Ordine.

Nelle Cerimonie dell’Ordine, se è previsto il frac, i militari indosseranno

l’uniforme di gala con decorazioni mignon, se è prescritto lo smoking, sarà

indossata l’uniforme da sera con nastrini ed infine se è indicato l’abito da

cerimonia o abito scuro, i militari indosseranno l’uniforme da cerimonia con

nastrini ridotti.

In tutte le altre circostanze deve essere sempre indossata l’uniforme ordinaria con

nastrini, mentre Collari, Placche e Fasce devono essere portati in tutti i casi in cui

sono prescritte le insegne metalliche normali o ridotte.

Per gli Ecclesiastici, che partecipino ai ricevimenti ed alle manifestazioni, è

previsto: per i Cardinali, Vescovi, Monsignori, talare filettata con fascia; per i

Sacerdoti, talare nera eventualmente con fascia nera e abito proprio dell’Istituto di

appartenenza, per i Religiosi.

9. Le Decorazioni ed il loro uso.Nelle Norme di Comportamento dell'Ordine si definiscono genericamente Insegne

tutti gli emblemi che identificano una Istituzione quali: stemmi, simboli, vessilli,

uniformi, tenute, ecc. tra cui, in senso generico, rientrano le Decorazioni che

possono essere di diversa foggia quale: medaglie aventi forma di insegna metallica

appesa a nastro, croci ad esempio di Cavaliere, Commendatore e Grand’Ufficiale,

che si portano al collo appese al relativo nastro, fasce solo di Gran Croce con

appesa la relativa Croce e collari.

L'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, alla stessa stregua di tutti

gli altri Ordini, ha tra le sue decorazione Medaglie, Croci, Placche e -Collari, distin-

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Page 44: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

guendoli a loro volta in:

• Grandi Decorazioni: medaglie, croci, placche, collari;

• Piccole Decorazioni dette anche Decorazioni ridotte.

Particolarità dell'Ordine è quella di avere anche delle specifiche Insegne, che

difficilmente si riscontrano nella pluralità degli altri Ordini a livello mondiale e

cioè le Distinzioni Speciali della Palma di Gerusalemme e della Conchiglia del

Pellegrino, a cui si aggiunge, di recente, anche la Palma di Gerusalemme, che

possono essere indossate esclusivamente nelle Cerimonie dell’Ordine.

Come già anzidetto, l'uso dell'abbigliamento consono alla circostanza e il relativo

adeguato uso delle decorazioni trovano regolamentazione in un più ampio sistema

di livello internazionale che non lascia spazio ad interpretazioni personali,

pertanto sarà compito dei Cerimonieri Laici controllare che le regole del bot ton e

dell'uso dell'abbigliamento e insegne siano correttamente applicate, provvedendo

di conseguenza, laddove riscontrano disarmonie con quelle che sono le norme

statuarie e di comportamento più volte qui riportate.

Da tutto ciò discende che esiste una stretta correlazione tra il tipo di Decorazione

da usare ed il tipo di abito (tenuta) che si deve indossare, e non dovrebbe essere

difficile, considerate le poche regole previste da un simile Cerimoniale, adeguare il

proprio agire in ogni circostanza senza difettare in alcun modo, sia nell'uso

dell'abito che delle decorazioni, laddove previste, e non incorrere in situazioni

d'imbarazzo con l'uso di decorazioni non consentite, per tipo o conferimento.

Una questione che è molto sentita all'interno delle gerarchie dell'Ordine è proprio

l'uso corretto delle decorazioni, ma soprattutto dell'uso di quelle consentite,

essendo la questione sotto la lente d'ingrandimento della Chiesa Romana.

Per terminare questo escursus sul cerimoniale, e di tutto quel corollario di cui esso

e composto, si aggiunge che coloro che sono stati insigniti di onorificenze di Ordini

riconosciuti, sia nazionali che esteri, possono fregiarsene dando la precedenza alle

onorificenze del proprio Stato, indossando, di ogni Ordine, una sola insegna e cioè

quella del grado più elevato, seguendo una precedenza fra le insegne degli Ordini

del proprio Stato e quelle dei vari Stati esteri, secondo il criterio cronologico di

istituzione e che in uno Stato straniero, le onorificenze della Nazione ospite

seguono quelle dello Stato ospitante.

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Page 45: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

In occasione di ricevimenti o ricorrenze di Stati stranieri, hanno la precedenza le

insegne dell’onorificenza dello Stato che si intende onorare e pertanto risulta ovvio

che nelle Cerimonie dell’Ordine del Santo Sepolcro le insegne dell’Ordine avranno

precedenza sulle altre, così come nelle processioni Esso precede tutti gli altri

Ordini.

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Page 46: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

APPENDICE

O R D I N E D I P R O C E S S I O N E56

DamaDama di Commenda

Dama di Commenda con placcaDama di Gran Croce

Dama di CollareCavaliere

CommendatoreCommendatore (Grand'Ufficiale)

Cavaliere di Gran CroceCavaliere di Collare

Priori di Delegazione localeDelegati locali

Priori di SezionePresidi di Sezione

Priori Coadiutori di Luogotenenza o Delegazione MagistraleReggenti di Delegazione Magistrale

Gran Priori di Delegazione MagistraleDelegati Magistrali

Reggenti di LuogotenenzaGran Priori di Luogotenenza

LuogotenentiAltri Membri della Consulta

Altri Membri del Gran MagisteroCerimoniere dell’OrdineCancelliere dell’Ordine

Vice Governatori GeneraliGovernatore Generale

Luogotenente GeneraleAssessore

CleroPatriarca di Gerusalemme Gran Priore

Cardinale Gran Maestro

56 A parità di carica e di grado la precedenza segue l’anzianità di nomina nella carica.

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Page 47: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

O R D I N E D I C O R T E O57

Governatore Generale

Vice Governatori Generali

Cancelliere dell’Ordine

Cerimoniere dell’Ordine

Altri Membri del Gran Magistero

Altri Membri della Consulta

Luogotenenti

Gran Priori di Luogotenenza

Reggenti di Luogotenenza

Delegati Magistrali

Gran Priori di Delegazione Magistrale

Reggenti di Delegazione Magistrale

Priori Coadiutori di Luogotenenza o Delegazione Magistrale

Presidi di Sezione

Priori di Sezione

Delegati locali

Priori di Delegazione locale

Cavaliere di Collare

Cavaliere di Gran Croce

Commendatore (Grand'Ufficiale)

Commendatore

Cavaliere

Dama di Collare

Dama di Gran Croce

Dama di Commenda con placca

Dama di Commenda

Dama

57 A parità di carica e di grado la precedenza segue l’anzianità di nomina nella carica.

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Page 48: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

CERIMONIALE LITURGICO58 DELLA VEGLIA DELLE ARMI E DI PREGHIERA

P R O C E S S I O N E D I I N G R E S S O

CerimoniereCavaliere con Decorazioni Investendi

Cavaliere con Decorazioni PromuovendiCavaliere con Spada

Cavaliere con SperoniSacerdoti Investendi

Dame MadrineDame InvestendeCavaliere Padrini

Cavalieri InvestendiCavalieri Vessilliferi di Sezione

Cavaliere con Stendardo di LuogotenenzaDame Promovende

DameCavalieri Promovendi

CavalieriDelegatiPresidi

Cavaliere CrociferoCavaliere con ceroCavaliere con cero

Cavaliere con TuriboloCavaliere con NavicellaSacerdote con Vangelo

SacerdotiGran Priore / Priore di Sezione o Delegazione

Cavaliere di scorta Luogotenente Cavaliere di scorta

58 Cerimoniale approvato dalla Congregazione per il Culto Divino il 17 giugno 1986 in Roma (prot. 1572/86), per quanto riguarda la formula di Benedizione delle Insegne.

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Page 49: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

Durante la Processione, sia d'ingresso che di uscita per la Cerimonia della Veglia

d’Armi e di Preghiera, si seguiranno gli stessi criteri generali indicati per la

Cerimonia di Investitura, con la particolarità che gli investendi non potranno

indossare il Mantello (o la Mozzetta) poiché questi saranno predisposti sulla

balaustra o sulla scalinata prospiciente l’Altare per la Benedizione.

La Processione potrà subire modifiche in base alle Autorità dell’Ordine presenti.

La Spada, gli Speroni e le Decorazioni degli Investendi e dei Promuovendi,

appoggiati su cuscini, vengono portati in Processione da Cavalieri con Tocco e

guanti bianchi calzati.

Tutti i Cavalieri addetti alla Cerimonia calzeranno il Tocco e guanti bianchi per

l’intera durata della Cerimonia.

P O S I Z I O N I I N C H I E S A59

I Cavalieri con i cuscini con Spada, Speroni e Decorazioni, giunti all’Altare, deporranno i cuscini sugli appositi tavolini predisposti ai lati dell’Altare e raggiungeranno i posti loro assegnati.

I Sacerdoti Investendi proseguiranno nella Processione fino all’Altare e si posizioneranno nei posti loro assegnati.

Le Dame Investende, con le Madrine, prenderanno posto nei primi banchi a destra.

I Cavalieri Investendi, con i Padrini, prenderanno posto nei primi banchi a sinistra.

I Cavalieri Vessilliferi delle Sezioni, deporranno i Vessilli nelle apposite basi posizionate sulla destra ai piedi dell’Altare e raggiungeranno i posti loro assegnati, vicino ai Vessilli.

Il Cavaliere Vessillifero di Luogotenenza collocherà lo Stendardo di Luogotenenza nell’apposita base sulla destra dell’Altare e raggiungerà il posto assegnatogli vicino allo Stendardo.

Il Cavaliere Crocifero deporrà la Croce nell’apposita base posizionata alla sinistra dell’Altare e raggiungerà il posto assegnatogli, vicino alla Croce.

Il Cavaliere con il Vangelo deporrà il Vangelo sull’apposito leggìo posto alla destra dell’inginocchiatoio, posizionato davanti al faldistorio/scranna del Celebrante, a sua volta collocato/a davanti all’Altare.

59 In tutto il testo di questo Cerimoniale Liturgico le posizioni destra e sinistra si intendono guardando l’Altare dalla navata della Chiesa.

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I Cavalieri di scorta, dopo aver accompagnato all’Altare il Celebrante, si porteranno, passando per i corridoi laterali, all’ingresso della Chiesa per il servizio d’ordine.

SALUTO DI ACCOGLIENZA

Prima della Liturgia il Celebrante rivolge brevi parole di saluto e augurio.

Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

R. Amen

Cel. La pace sia con voi

R. E con il tuo spirito

Cel. Cavalieri, Dame, fratelli e sorelle, siamo qui raccolti in preghiera, per prepararci a fare il nostro giuramento di fedeltà agli ideali e agli impegni dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, nel quale desideriamo essere ammessi. Rivolgiamo la nostra preghiera a Cristo Salvatore perché ci purifichi dai nostri peccati per la Sua morte in Croce e ci renda partecipi della vittoria della Sua Resurrezione dal glorioso Suo Sepolcro.

Un Cavaliere lettore si porta al leggìo.

Lettore: Ripetiamo insieme: “Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi”.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che per mezzo dello Spirito Santo hai offerto Te stesso innocente e senza macchia a Dio, purificando la nostra coscienza dalle opere morte.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che sei morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che sei morto perché chi crede in Te non perisca, ma abbia la vita eterna.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che sei stato mandato dal Padre non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo Tuo.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Gesù, che sei venuto nel mondo perché gli uomini abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Gesù, Buon Pastore, che dai la vita per il Tuo gregge.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Gesù, verità eterna che ci fai liberi.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

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Lettore: Gesù, unica via che ci conduce al Padre.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Gesù, Risurrezione e Vita, che anche dopo la morte fai vivere chi crede in Te.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: O Salvatore del mondo, che morendo ci hai riconciliati con il Padre.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che sei morto e risorto, e ora siedi alla destra del Padre a intercedere per noi.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che nello Spirito del nostro Dio hai purificato tutti gli uomini, e li hai santificati e giustificati.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che risuscitato dai morti, ci liberi dall’ira ventura.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Tu, che hai vinto la morte e hai fatto risplendere la vita.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Lettore: Maria Tua Madre, rifugio dei peccatori, interceda per noi. E Tu donaci l’indulgenza e la pace.

R. Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.

Il coro e l’organo eseguono un breve canto o un breve brano musicale.

LITURGIA DELLA PAROLA

Cel. Preghiamo. Rafforza, o Signore, la nostra fede affinché la nostra Veglia, illuminata dalla Tua Parola di salvezza, ci faccia incontrare Cristo Tuo Figlio, morto e risorto, che vive e regna nei secoli de secoli.

R. Amen.

Il Celebrante prende posto sul faldistorio precedentemente preparato posizionato davanti all’altare (o sulla scranna se non è un Vescovo)

Il Cerimoniere si porta al leggìo e introduce all’ascolto della parola di Dio (facoltativo)

Cerimoniere: “Come gli antichi Padri, i Cavalieri e le Dame dell’Ordine del Santo Sepolcro guardano a Gerusalemme come alla Città Santa, centro della storia della Salvezza, figura della Chiesa, simbolo della eterna dimora dei Santi, amata da Dio come una sposa. Ascoltiamo la visione profetica della nuova Gerusalemme in confronto a quella distrutta dai Babilonesi e accendiamo i nostri cuori all’amore per la Città del sacrificio, del Sepolcro e della Resurrezione di Cristo, per la Gerusalemme terrena, la Chiesa, nella speranza di raggiungere la Gerusalemme celeste”.

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Un Cavaliere lettore (preferibilmente un Delegato) si porta al leggìo e legge la prima lettura mentre il Cerimoniere si sposta di lato.

Lettore: Dal Libro del Profeta Isaia (Is. 54, 1-5) Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gloria, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell’Abbandonata che i figli della Maritata, dice il Signore. Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio. Allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, poiché ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza entrerà in possesso delle Nazioni e popolerà le città un tempo deserte. Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata: anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. Poiché tuo sposo è il tuo Creatore, Signore degli Eserciti è il Suo Nome, tuo Redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Parola di Dio

R. Rendiamo grazie a Dio

Lettore: Salmo Responsoriale (Salmo 122) Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Lettore: Quale gioia quando mi dissero:”Andremo alla casa del Signore”. E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme!

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Lettore: Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Lettore: Là salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore.

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Lettore: Là sono posti i Seggi del giudizio, i Seggi della Casa del Davide.

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Lettore: Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che Ti amano, sia pace sulle Tue mura, sicurezza nei Tuoi baluardi.

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Lettore: Per i miei fratelli e i miei amici io dirò:”Su di te sia pace!”. Per la Casa del Signore Nostro Dio, chiederò per te il bene.

R. Accostiamoci al Monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste.

Il Lettore ritorna al suo posto.

Il coro e l’organo eseguono un breve canto o un breve brano musicale..

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Il Cerimoniere si avvicina al leggìo (facoltativo)

Cerimoniere: “L’ideale originario dei Membri degli Ordini Equestri fu la dedizione, anche a costo della vita, a imprese ritenute nobili e, per quanto riguarda l’Ordine del S. Sepolcro, ritenute anche sante. Tali ideali si incarnano ora nella fortezza nelle situazioni ordinarie e soprattutto nelle difficoltà della vita, nell’impegno generoso e costante per la costruzione di un mondo nuovo e per la crescita della Chiesa, nella lotta per il trionfo del bene. Devono essere queste le caratteristiche del Cavaliere e della Dama del Santo Sepolcro. S. Paolo ci indica le armi necessarie per questo combattimento spirituale “.

Un Cavaliere lettore (preferibilmente il Preside) si porta al leggìo e legge la seconda lettura mentre il Cerimoniere si sposta di lato.

Lettore: Dalla seconda Lettera di S. Paolo Apostolo agli Efesini (6, 10-18) Fratelli, attingete forza nel Signore e nel vigore della Sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano le Regioni Celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il Vangelo della Pace. Tenete sempre in mano lo scudo della Fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente, con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza. Parola di Dio.

R. Rendiamo grazie a Dio.

Lettore: Salmo Responsoriale (dal Salmo 18) Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

R. Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

Lettore: Ti amo, Signore, mia forza, Signore mia roccia, mia fortezza, mio Liberatore.

R. Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

Lettore: Mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.

R. Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

Lettore: Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici.

R. Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

Lettore: Mi circondavano lacci di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi: già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali.

R. Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

Lettore: Nel mio affanno invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal Suo tempio ascoltò la mia voce, al Suo orecchio pervenne il mio grido.

R. Il Signore è mia forza e mia salvezza, di chi avrò timore?

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Il Cavaliere lettore ritorna al suo posto.

Il coro e l’organo eseguono un breve canto o un breve brano musicale.

Il Cerimoniere si avvicina al leggìo (facoltativo)

Cerimoniere: “L’aiuto economico alla Chiesa della Terra Santa, affinché possa vivere e operare dove il Verbo di Dio si è incarnato, è morto, è risorto per la nostra salvezza, si ricollega alla cura che ebbe S. Paolo di soccorrere i bisogni dei poveri della Chiesa di Gerusalemme, organizzando a tal fine, nelle varie Chiese da Lui fondate, apposite collette. Rileggiamo le esortazioni da Lui rivolte a questo scopo ai fedeli di Corinto affinché il nostro gesto di carità sia illuminato dagli stessi motivi e realizzato con la generosità a cui esorta l’Apostolo”.

Un Cavaliere lettore (preferibilmente il Luogotenente) si porta al leggìo e legge la terza lettura mentre il Cerimoniere si sposta di lato.

Lettore: Dalla seconda Lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi (8, 1-14) Vogliamo farvi nota, Fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità. Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente, domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a favore dei Santi (i poveri di Gerusalemme). Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio; cosicché abbiamo pregato Tito di portare a compimento fra voi quest’opera generosa, dato che Lui stesso l’aveva incominciata. E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest’opera generosa. Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della Sua povertà. E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall’anno passato siete stati i primi, non solo ad intraprenderla ma a desiderarla. Ora dunque realizzatela, perché come vi fu prontezza del volere, così anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi. Se infatti c’è la buona volontà essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede. Qui non si tratta di mettere in ristrettezze voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza. Parola di Dio

R. Rendiamo grazie a Dio.

Lettore: Salmo responsoriale (dal Salmo 137) Cristo per noi si è fatto povero, ha dato a noi la Sua ricchezza.

R. Cristo per noi si è fatto povero, ha dato a noi la Sua ricchezza.

Lettore: Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.

R. Cristo per noi si è fatto povero, ha dato a noi la Sua ricchezza.

Lettore: Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori: “Cantateci i canti di Sion”.

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R. Cristo per noi si è fatto povero, ha dato a noi la Sua ricchezza.

Lettore: Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra.

R. Cristo per noi si è fatto povero, ha dato a noi la Sua ricchezza.

Lettore: Mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni parola.

R. Cristo per noi si è fatto povero, ha dato a noi la Sua ricchezza.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO

Il coro e l’assemblea cantano l’alleluia.

Lettore: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso: E’ risorto, non è più qui” (Marco 16,6)

Il Cavaliere lettore ritorna al suo posto

INTRODUZIONE AL VANGELO

Il Cerimoniere si porta al leggìo (facoltativo)

Cerimoniere: “Riportiamoci con la mente e con lo spirito sul Calvario e riviviamo la morte del Signore la sera del Venerdì Santo, la Sua sepoltura, la Sua dimora nel Sepolcro il Sabato Santo e la Sua Resurrezione la mattina del giorno seguente. Seguiamo tutte le mosse del primo Cavaliere del Santo Sepolcro, Giuseppe d’Arimatea e quelle delle prime Dame, le Pie Donne, prime testimoni della Resurrezione di Cristo, e sul loro esempio impegniamo la nostra vita nella consapevolezza della nostra partecipazione alla morte in Croce del Redentore e, sepolti nella Sua morte, risorgiamo con Lui a vita nuova”.

Il Cerimoniere torna al suo posto.

VANGELO

Il Celebrante (o uno dei Sacerdoti assistenti o un diacono) proclama il Vangelo.

Due Cavalieri o Chierici con i candelabri si dispongono ai lati dell‘ambone

Cel. Il Signore sia con voi

R. E con il tuo spirito

Cel. Dal Vangelo secondo Marco (15,33-4 7; 16,1-8)

R. Gloria a Te o Signore.

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Cel. Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: “Eloi, Eloi, lema sabactàni”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco chiama Elia!”. Uno corse ad inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla Croce”. Ma Gesù dando un forte grido, spirò. Il velo del Tempio si squarciò in due, dall’alto al basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio”. C’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Sàlome, che Lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con Lui a Gerusalemme.

Sopraggiunta ormai la sera poiché era la Parascéve, cioè la vigilia del Sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del Sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il Corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto, e chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.

Egli allora, comprato un lenzuolo lo calò giù dalla Croce e, avvoltoLo nel lenzuolo, Lo depose in un Sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del Sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salòme, comprarono olii aromatici per andare ad imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al Sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del Sepolcro?” Ma, guardando, videro che il masso era stato già rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel Sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca, ed ebbero paura. Ma Egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai Suoi discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là Lo vedrete, come vi ha detto”. Ed esse uscite, fuggirono via dal Sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. Parola del Signore.

R. Lode a Te o Cristo.

O M E L I A

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BENEDIZIONE DELLE INSEGNE E DEI MANTELLI

Il Celebrante prende posto sul faldistorio o sulla scranna.

Organo

Il Cerimoniere si porta al leggìo.

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Cerimoniere: “Ora la Veglia si fa particolarmente suggestiva. Stiamo per assumere, di fronte a tutta la comunità cristiana che è qui presente, il particolare impegno di CAVALIERI E DAME DEL SANTO SEPOLCRO.

Ciò che farà da segno esterno del nostro impegno — il mantello, la spada, gli speroni — viene benedetto. Subito dopo formuleremo la nostra Promessa solenne.

Attorno a noi, Chiesa militante di quaggiù, stanno gli Angeli e i Santi della Gerusalemme Celeste. Essi intercedono per noi.”

Cerimoniere: “Invito gli Investendi ad alzarsi”

Cel. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

Investendi: Egli ha fatto cielo e terra.

Cel. Preghiamo. Ascolta, Signore, le nostre preghiere e degnaTi di benedire con la Tua maestà questi distintivi (la spada e gli speroni) e rivesti della custodia della Tua pietà questi Tuoi servi che desiderano portarli, perché siano essi forti nel sostenere i diritti della Chiesa e nel difendere e propagare la Fede Cristiana.

Per Cristo nostro Signore.

Investendi: Amen

Cerimoniere: “Invito gli Investendi a portarsi ai piedi dell’Altare per la benedizione delle Insegne e dei Mantelli”.

Organo

Il Celebrante, accompagnato dal Cavaliere con l‘aspersorio, asperge con l’acqua santa le Insegne e i Mantelli e terminata la Benedizione prende posto sul faldistorio o sulla scranna.

Cerimoniere: “Gli Investendi leggano la promessa”

I Cavalieri, le Dame e i Sacerdoti investendi, dal loro posto, leggono insieme a voce alta la promessa. (vedi allegato)

PROMESSA DEGLI INVESTENDI

Io sottoscritto…………………….

che, in accoglimento di mia domanda, sono stato ammesso nell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme col grado di Cavaliere/Dama

DICHIARO

-di essere onorato di far parte della famiglia dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme;

-di essere a conoscenza che non possono appartenere a Enti e Sodalizi i cui caratteri, scopi e programmi siano in contrasto con la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica;

-che non appartengo e non apparterrò a Ordini o Istituzioni non riconosciuti dalla Santa Sede o da Stati Sovrani, né parteciperò alle attività o manifestazioni dei detti Enti o Ordini.

PROMETTO

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-di regolare la mia vita secondo i principi morali e religiosi in modo che, con le azioni e con la virtù, possa essere sempre meritevole dell’onore concessomi e della dignità di cui sono stato investito;

-di non macchiare giammai il mio nome con atti disdicevoli per essere sempre degno di appartenere alla Santa Milizia Crociata;

-di uniformarmi alle disposizioni che saranno impartite dalle Autorità dell’Ordine e di osservare la costituzione che ne regola l’attività;

-di contribuire ai bisogni, alle iniziative dell’Ordine e agli aiuti per le opere di Terra Santa.

Prendo atto infine che qualora la mia condotta futura non dovesse essere moralmente o socialmente integerrima, sarò passibile di radiazione dall’Ordine.

Luogo e data……………. Il Candidato………………………..

************************************

Gli investendi si siedono.

Il Cerimoniere chiama all’altare, uno alla volta, i Cavalieri, le Dame e i Sacerdoti investendi per la firma della promessa.

Cerimoniere: “Salga all’altare per la firma della Promessa…………”

L’investendo, dopo aver firmato la Promessa, su indicazioni del Cavaliere addetto, saluta il Celebrante ed il Luogotenente, ritorna al proprio posto e si siede.

CONSEGNA DELLE DECORAZIONI AI PROMOSSI

Il Luogotenente si porta alla destra del Celebrante.

Cerimoniere: “Invito i Promovendi ad alzarsi”

Cerimoniere: ”Sua Eminenza Reverendissima, il Signor Cardinale Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, si è benignamente degnato di conferire le seguenti promozioni:

• a Cavaliere di Gran Croce il Grand’Ufficiale…;

• a Grand’Ufficiale il Commendatore ……..;

• a Commendatore il Cavaliere ………;

• a Dama di Gran Croce la Dama Grand’Ufficiale..........;

• a Dama Grand’Ufficiale la Dama di Commenda..........;

• a Dama di Commenda la Dama ……….

Terminata la lettura i Promovendi si siedono.

L‘Aiutante cerimoniere ed un Cavaliere addetto alla cerimonia, si portano con il cuscino con le decorazioni dei Promovendi, vicino al Luogotenente.

Il Cerimoniere chiama all’altare, uno alla volta i Promovendi.

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Il/la Promovendo/da chiamato/a si porta all’altare e si inchina.

Il Luogotenente consegna la decorazione al Promovendo/a.

Il Promosso/a si inchina e ritorna al proprio posto.

Terminate le promozioni, il Luogotenente torna al proprio posto, così come l’Aiutante cerimoniere ed il Cavaliere con il cuscino.

RITI DI CONCLUSIONE

Celebrante: Preghiamo. O Dio, sorgente di ogni bene, che hai tanto amato il mondo da donare il Tuo unico Figlio per la nostra salvezza, noi T’invochiamo per mezzo di Lui che con la Sua passione ci ha redenti, con la Sua morte in croce ci ha ridato la vita, con la Sua risurrezione ci ha glorificati. Guarda questi Tuoi figli che si raccolgono sotto il segno della Croce di Cristo e in memoria del Suo Sepolcro glorioso, infondi in loro l’amore filiale per Te, la fede nel cuore, la giustizia nelle opere, la verità nelle parole e la rettitudine nelle azioni, e al termine della loro vita possano ottenere l’eredità eterna del Tuo regno.

Per Cristo nostro Signore.

R. Amen

Il Celebrante annuncia che nella Cerimonia dell‘Investitura, tutti i presenti potranno acquisire l’Indulgenza Plenaria secondo le condizioni stabilite dalla Chiesa.

Cerimoniere: “Invito l’assemblea ad alzarsi per la lettura della Preghiera del Cavaliere e della Dama”

Il Luogotenente si porta al leggìo.

Luogotenente: “Signore, per le Tue cinque piaghe che portiamo sulle nostre insegne, noi Ti preghiamo. Donaci la forza di amare tutti gli esseri del mondo che il Padre Tuo ha creato e, più degli altri, i nostri nemici. Libera la nostra mente ed il nostro cuore dal peccato, dalla parzialità, dall’egoismo e dalla viltà per essere degni del Tuo sacrificio. Fa’ scendere su di noi, Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro, il Tuo Spirito, affinché ci renda convinti e sinceri ambasciatori di pace e di amore fra i nostri fratelli e, particolarmente, fra coloro che pensano di non credere in Te. Donaci la Fede per affrontare tutti i dolori della vita quotidiana e per meritare un giorno di giungere umilmente, ma senza timore, al Tuo cospetto. Amen.

Il Luogotenente ritorna al proprio posto.Il Cavaliere Crocifero ed il Cavaliere Vessillifero di Luogotenenza si portano ai lati dell’Altare.

I Cavalieri Vessilliferi si portano ai piedi dell’Altare.

BENEDIZIONECel. Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito

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Cel. Benediciamo il Signore.

R. Rendiamo grazie a Dio

Cel. Vi benedica Dio Onnipotente: + Padre, Figlio e Spirito Santo.

R. Amen

Organo e coro: Salve Regina.

Al termine il Cerimoniere avvia la processione di uscita.

PROCESSIONE DI USCITA

Cerimoniere

Sacerdoti Investendi

Dame Madrine

Dame Investende

Cavalieri Padrini

Cavalieri Investendi

Cavalieri Vessilliferi di Sezione

Cavaliere con Stendardo di Luogotenenza

Dame Promosse

Dame

Cavalieri Promossi

Cavalieri

Delegati

Presidi

Cavaliere Crocifero

Cavaliere con cero Cavaliere con cero

Cavaliere con Turibolo Cavaliere con Navicella

Sacerdoti

Gran Priore / Priore di Sezione e Delegazione

Cavaliere di scorta Luogotenente Cavaliere di scorta

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Page 61: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

CERIMONIALE LITURGICO60 DELL'INVESTITURA

P R O C E S S I O N E D I I N G R E S S O

Rito celebrato dal Gran Maestro

CerimoniereCavaliere con Decorazioni Investendi

Cavalieri con Spada e SperoniSacerdoti Investendi

Dame MadrineDame InvestendeCavalieri Padrini

Cavalieri InvestendiCavalieri Vessilliferi delle Sezioni

Cavaliere con Stendardo di LuogotenenzaDame

CavalieriDelegatiPresidi

Rappresentanti di altri OrdiniRappresentanti di altre Luogotenenze

LuogotenenteMembri Gran Magistero

Cavaliere con cero Cavaliere con ceroCavaliere con Turibolo Cavaliere con Navicella

Cavaliere CrociferoSacerdoti

Sacerdoti dell’OrdineCerimoniere Religioso dell’Ordine

VescoviGran Priore di Luogotenenza

Cavaliere di scorta Cardinale Gran Maestro Cavaliere di scorta

60 Cerimoniale approvato dalla Congregazione per il Culto Divino il 17 giugno 1986 in Roma (prot. 1572/86), per quanto riguarda le formule di Investitura, da quella dei Cavalieri e delle Dame a quella dei Sacerdoti.

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Rito celebrato dal Gran Priore di Luogotenenza

CerimoniereCavaliere con Decorazioni Investendi

Cavalieri con Spada e SperoniSacerdoti Investendi

Dame MadrineDame InvestendeCavalieri Padrini

Cavalieri InvestendiCavalieri Vessilliferi delle Sezioni

Cavaliere con Stendardo di LuogotenenzaDame

CavalieriDelegatiPresidi

Rappresentanti di altri OrdiniRappresentanti di altre LuogotenenzeCavaliere con cero Cavaliere con cero

Cavaliere con Turibolo Cavaliere con NavicellaCavaliere Crocifero

SacerdotiSacerdoti dell’Ordine

Cerimoniere Religioso dell’OrdineVescovi

Gran Priore di LuogotenenzaLuogotenente

Membri del Gran MagisteroCavaliere di scorta Cavaliere di scorta

Qualora il Gran Priore di Luogotenenza sia un Cardinale (o il Cardinale Gran

Maestro abbia delegato a presiedere la celebrazione un altro Cardinale), per

rispetto dovuto alla carica, è d’uso lasciare allo stesso, preceduto dal Clero, la

posizione di chiusura della Processione.

LA PROCESSIONE ENTRA IN CHIESAMentre la processione entra il Chiesa e durante la sistemazione nei posti, il coro esegue il canto “RALLEGRATI GERUSALEMME” o vengono eseguiti appropriati brani musicali.

POSIZIONI IN CHIESA

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I partecipanti alla Processione prendono posto secondo le indicazioni del Cerimoniere.

(La processione di ingresso potrà subire modifiche in funzione delle Autorità dell'Ordine presenti. Allo stesso modo la Cerimonia potrà essere modificata in caso di investitura di Vescovi).

Il cuscino con la Spada e Speroni ed i cuscini con le Decorazioni degli Investendi vengono portati in Processione da Cavalieri con Tocco e guanti bianchi calzati.

Le Mozzette ed i Mantelli vengono portati dai Sacerdoti, Cavalieri e Dame Investendi su braccio sinistro, con la Croce Potenziata rivolta all’esterno.

I Cavalieri investendi terranno tocco e guanti nella mano sinistra. Le Dame investende indosseranno il velo nero.

Tutti i Cavalieri addetti alla Cerimonia manterranno indossati il Tocco e i guanti per tutta la durata della Cerimonia. Si scopriranno il capo soltanto durante la Consacrazione ed al

momento di ricevere l’Eucarestia.

La Cerimonia dell’Investitura ha inizio nel corso della Celebrazione della Santa Messa, subito dopo l’Omelia del Celebrante.

I partecipanti alla Processione prenderanno posto seguendo le indicazioni del Cerimoniere.

In particolare, guardando l’Altare:

• i Cavalieri che portano i cuscini con Spada, Speroni e Decorazioni, li deporranno sugli appositi tavolini predisposti a fianco dell’Altare e prenderanno posizione nei posti loro assegnati;

• i Sacerdoti Investendi proseguono nella Processione fino all’Altare e prenderanno posizione nei posti loro riservati;

• le Dame Investende e le loro Madrine prenderanno posto nei primi banchi sulla destra;

• i Cavalieri Investendi e i loro Padrini prenderanno posto nei primi banchi a sinistra;

• i Vessilli delle Sezioni verranno collocati nelle apposite basi predisposte sul lato destro ai piedi dell’Altare;

• la Croce Astile verrà collocata nell’apposita base predisposta sul lato sinistro dell’Altare;

• lo Stendardo di Luogotenenza verrà collocato nell’apposita base posizionata a destra dell’Altare.

RITI DI INTRODUZIONE

LITURGIA DELLA PAROLA

Un Cavaliere/Dama lettore/lettrice si porta al leggìo per la prima lettura e il salmo.

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Dopo la lettura torna al suo posto.

Un lettore/lettrice si porta al leggìo per la seconda lettura.

Dopo la lettura torna al suo posto.

Organo e coro.

VANGELO

OMELIA

**********************************************

Organo e coro: “VENI, CREATOR SPIRITUS” (3 strofe)

Terminata la preghiera, il Celebrante prende posto sul faldistorio.

Il Cerimoniere si porta al leggìo per la lettura della Bolla d’Investitura.

LETTURA DELLA BOLLA DI INVESTITURA

Cerimoniere: Si dà lettura del Decreto con il quale Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale………, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha nominato i Cavalieri e le Dame che oggi riceveranno l’Investitura.

BOLLA DI INVESTITURAIl nobilissimo Ordine Equestre del Santo Sepolcro , già fondato in epoca antica per custodire ed onorare il Sepolcro del Divin Redentore in Gerusalemme, fu sempre oggetto di speciale benevolenza da parte dei Romani Pontefici, come chiaramente dimostrano numerose testimonianze.

Il Papa Pio IX ed i Suoi Successori vollero adattare l’Ordine alle concrete esigenze dei tempi, stabilendo che esso fosse conferito, a titolo di onore, sia a chierici sia a laici, i quali avessero ben meritato della patria terrena del Signore Gesù o fossero disposti ad offrirle la propria opera, stabilendo altresì che le distinzioni onorifiche dell’Ordine fossero conferite anche a quelle pie donne distintesi per sentimenti di pietà e per opere di liberalità.

E ciò fu confermato dal Sommo Pontefice Leone XIII con ulteriore disposizione. Tenendo presente tutto questo ed avvalendoCi della facoltà che ci è stata concessa, come gran Maestro, dal Sommo Pontefice felicemente regnante, cioè di assegnare i diplomi ai chierici e ai laici che siano da ascrivere nell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, Noi eleggiamo, nominiamo e proclamiamo

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Voi qui presenti: Cavalieri e Dame

concedendoVi la facoltà di portare le insegne cavalleresche secondo il grado proprio della Vostra dignità, unitamente a tutti i privilegi, i favori e le prerogative, di cui usufruiscono o usufruiranno i Membri che, come Voi, rivestono in detto Ordine, la medesima dignità.

A garanzia di quanto sopra, abbiamo fatto compilare il presente Diploma, ed avendolo sottoscritto di Nostra mano e munito del sigillo di Nostro Signore Gesù Cristo Risorto, ordiniamo che Vi sia consegnato.

Dato a Roma, dal Palazzo dell’Ordine, il……….. (data dell’investitura)

Il Cardinale Gran Maestro

Cerimoniere: (continua)

Celebrante il Sacro Rito:

Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Gran Maestro ………...,

concelebranti:

Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor ………..Gran Priore di Luogotenenza,

alla presenza di

S. E…….. (elencare i Dignitari dell’Ordine presenti)

e di

S. E. ……. Luogotenente della Luogotenenza per …….

Cerimoniere: (quando sia prevista la consegna delle Distinzioni Speciali o il conferimento delle Onorificenze al Merito da parte del Cardinale Gran Maestro): “Nel corso della Cerimonia saranno consegnate le “Distinzioni Speciali (e/o le Onorificenze al Merito)”

INVESTITURA DEI CAVALIERI

Cerimoniere: “I Cavalieri Investendi si avvicinino all’Altare”

Il Celebrante inizia la lettura.

Celebrante: “Cosa chiedete?”

R. Domando di ricevere l’Investitura di Cavaliere del Santo Sepolcro.

Celebrante: “Nel passato, voi lo sapete, i nostri antenati hanno raccolto l’appello del Papa e, muniti della Croce e della Spada, sono partiti per liberare il Santo Sepolcro di Nostro Signore. Diventare Cavaliere del Santo Sepolcro voleva dire: abbandonare i propri beni materiali, la propria casa, la Patria, la famiglia per professare la Fede del Cristo combattendo, ma anche manifestando l’amore per il prossimo. Anche oggi, diventare Cavaliere del Santo Sepolcro vuol dire: lottare per il Regno del Cristo e per la diffusione della Chiesa ed operare per la carità, con lo stesso profondo spirito di Fede e di amore.

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Page 66: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

Siete pronti ad accettare questo ideale per la vostra vita?”

R. Sono pronto.

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia, con alla sua sinistra il Cavaliere con il cuscino della Spada e Speroni ed il Cavaliere con il cuscino delle Decorazioni, si posiziona alla destra del Celebrante.

Celebrante: “ Se tutti gli uomini devono seguire la loro coscienza per sforzarsi di essere giusti e onesti, a maggior ragione un Cavaliere del Santo Sepolcro deve tutto mettere in opera per non profanare il Suo nome, ma invece gloriarsi di essere soldato di Cristo. Siete pronti a non vergognarvi mai di essere Cristiani ed a comportarvi dovunque e sempre in modo da rendere onore a Cristo ed alla Sua Chiesa?”

R. Sono pronto.

Celebrante: “Siete pronti a promettere con la parola e con il cuore di osservare le Costituzioni di questa Santa Milizia?”

R. Dichiaro e prometto, con la parola e con il cuore, a Dio Onnipotente, a Gesù Cristo Suo Figlio, alla Beata Vergine Maria, di osservare, come vero soldato del Cristo, tutto quello che mi viene imposto.

Celebrante: (stendendo la mano destra verso gli Investendi) “Siate dunque fedeli e valorosi Soldati di Nostro Signore Gesù Cristo, Cavalieri del Santo Sepolcro, forti e coraggiosi, per poter un giorno essere ammessi alla Sua Corte celeste”.

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia prende dal cuscino gli Speroni e li porge al Celebrante.

Celebrante: (mostrando gli speroni) “Ricevete questi Speroni che sono simbolo della Vostra Milizia ad onore e gloria del Santo Sepolcro”.

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia riprende dal Celebrante gli Speroni e li posa sul cuscino. Prende quindi la Spada e la porge al Celebrante (tenendola per la lama).

Celebrante: (tenendo la Spada in posizione orizzontale) “Ricevete questa Spada che a Voi deve ricordare la difesa della Santa Chiesa di Cristo ed il combattimento per la custodia e tutela della Patria terrena del Redentore Divino, e tenete bene in mente che il Regno di Dio non si conquista con la spada, ma con la Fede e la Carità”.

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia riprende dal Celebrante la Spada, la pone sul cuscino e passa davanti ai Cavalieri Investendi, i quali stenderanno, al suo passaggio, la mano destra sul cuscino.

Quindi ritorna al suo posto sull’altare (lato destro del Celebrante) e consegna il cuscino al Cavaliere addetto.

Cerimoniere: “Gli Investendi tornino al loro posto”.

Due Cavalieri si portano ai piedi dell’Altare (sul lato sinistro).

Il Cerimoniere inizia a chiamare, uno per volta, i Cavalieri Investendi sull’Altare, mentre tutti gli altri si siedono.

Cerimoniere: “Salga all’Altare il Cavaliere……………..”

Il Cavaliere Investendo chiamato, con un Padrino (alla sua destra), si porta ai piedi dell’Altare, consegna il mantello al Cavaliere addetto ai mantelli, si inchina e sale i gradini.

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Il Cavaliere addetto ai mantelli consegna il mantello (aperto) al Luogotenente.

L’Investendo si inginocchia mentre il Padrino si posizionerà lateralmente sulla destra (leggermente dietro).

Il Cavaliere addetto alla cerimonia porge la spada (tenendola per la lama) al Celebrante.

Celebrante: (tenendo la spada verticalmente) “In virtù del mandato ricevuto Io ti costituisco e proclamo Cavaliere del Santo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo”. (toccando con la spada la spalla di ciascun Cavaliere): “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

R. Amen

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia riprende dal Celebrante la spada e la posa sul cuscino; quindi prende dal cuscino la decorazione che porge al Celebrante.

Il Celebrante la pone al collo dell’Investendo.

Celebrante: (mentre pone la decorazione al collo dell’Investendo) “Ricevi la Croce di Nostro Signore Gesù Cristo perché Essa ti protegga, ed a tal fine ripeti incessantemente: Ti adoriamo, Cristo e Ti benediciamo, perché con la Tua Croce hai redento il mondo”.

Il Padrino allaccia la decorazione.

Mentre il Cerimoniere chiama all’Altare un altro Investendo, il Cavaliere già investito, bacia l’anello al Celebrante, si alza, si inchina e si porta, con il Padrino, dal Luogotenente che lo veste del mantello e dà l’abbraccio di pace.

Dopo aver scambiato il segno di pace, il Cavaliere investito ed il Padrino tornano al proprio posto.

Il secondo Padrino sale all’Altare con un altro Investendo.

N.B.: Qualora il numero dei Cavalieri sia elevato, anziché un Padrino per ogni Cavaliere, si potrà designare un numero ridotto di Padrini (2 o 4), i quali, a rotazione, accompagneranno gli Investendi all‘Altare e, quindi, ai loro posti.

INVESTITURA DELLE DAME

Cerimoniere: “Le Dame Investende si avvicinino all’Altare”.

Le Dame chiamate, accompagnate dalle Madrine, si portano ai piedi della scalinata dell’Altare.

Il Celebrante inizia la lettura.

Celebrante: “Che cosa chiedete?”

R. Chiedo di ricevere l’Investitura di Dama del Santo Sepolcro”.

Celebrante: “Io vi ricordo che se tutti devono considerarsi onorati di praticare la virtù, a maggior ragione una Dama del Santo Sepolcro deve mettere in pratica ogni mezzo per conseguire la perfezione della vita cristiana e deve, con la sua azione e virtù, mostrarsi degna dell’onore che riceve e della dignità di cui è rivestita. Siete pronte a far vostro questo ideale per la vostra vita?”

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R. Sono pronta.

Celebrante: “Promettete, con la bocca ed il cuore, di rimanere fedele a questo ideale?”

R. Con l’aiuto di Dio prometto di non venir mai meno all’onore ed alla dignità di Dama del Santo Sepolcro.

Il Cerimoniere chiama le Dame Investende, una alla volta, sull’Altare.

Cerimoniere: “Salga all’Altare la Dama…………....”

La Dama Investenda chiamata si porta ai piedi dell’Altare, consegna il suo mantello al Cavaliere addetto ai mantelli e, con la Madrina alla sua destra, si inchina e sale i gradini.

L’Investenda si inginocchia mentre la Madrina si posizionerà lateralmente sulla destra (leggermente dietro l’Investenda).

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia porge al Celebrante la decorazione.

Celebrante: “In virtù del mandato ricevuto, io ti costituisco e proclamo Dama del Santo Sepolcro e ti consegno questa Croce quale segno della protezione del Signore in vita e pegno di gloria eterna”.

Il Celebrante appone l’insegna dell’Ordine al collo della Dama Investenda, mentre la Dama Madrina aiuta a sollevare il velo.

Il Cavaliere o Dama addetto/a ai mantelli porge il mantello (aperto) al Luogotenente.

Mentre il Cerimoniere chiama all’Altare un’altra Dama, la Dama già investita, bacia l’anello del Celebrante, si alza, si inchina e si porta, con la Madrina, dal Luogotenente che la veste del mantello e le dà l’abbraccio di pace.

Subito dopo torna, insieme alla Madrina, ai piedi dell’Altare.

Al termine della vestizione delle Dame, il Celebrante riprende la lettura.

Celebrante: “Ora che siete Dame del Santo Sepolcro, procurate di emulare quelle pie donne che seguivano il Signore provvedendo alle necessità quotidiane e che, con viva fede e in lacrime, vegliarono il Suo Santo Sepolcro. Siano quindi le vostre attività ed i vostri pensieri orientati verso la Terra del Redentore ed adoperatevi che il di Lui Santo Nome sia diffuso ed amato ovunque, onde meritarvi la lode del Divino Risorto”.

R. E’ il nostro voto e che il Redentore Divino e la Vergine Maria ci concedano la grazia necessaria.

Le nuove Dame e le Madrine61 si inchinano al Celebrante e ritornano ai loro posti, analogamente ai Cavalieri o Dame addetti ai mantelli.

INVESTITURA DEI SACERDOTI

Il Cerimoniere chiama all’Altare, uno alla volta, i Sacerdoti Investendi.

61 Qualora il numero delle Dame sia molto elevato, anziché una Madrina per ogni Dama, si potrà designare un numero ridotto di Madrine (2 o 4), le quali, a rotazione accompagneranno le Investende all‘Altare e, quindi, ai loro posti.

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Cerimoniere: “Si porti all’Altare …………………”

Il Sacerdote si genuflette davanti al Celebrante e gli porge la mozzetta (aperta).

Celebrante: (ponendo la Mozzetta sulle spalle del Sacerdote) “Ricevi questa Mozzetta ornata della salutifera Croce del Signore nostro Gesù Cristo: Essa sia per te un richiamo a professare fedelmente la fede e ad una vita virtuosa; un aiuto nell’operare per la diffusione del Regno di Cristo”.

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia porge la decorazione al Celebrante, il quale la pone al collo del Sacerdote Investendo.

Il Cavaliere addetto alla Cerimonia lega la decorazione al collo del Sacerdote Investendo.

Celebrante: “La pace sia con te”

R. “E con il tuo spirito”.

Il Celebrante scambia l’abbraccio di pace con l’Investendo.

Il Sacerdote Investito si porta verso il Luogotenente per il saluto e torna al suo posto, mentre il Cerimoniere chiama all’Altare un altro Sacerdote.

CONSEGNA DELLA PALMA DI GERUSALEMMEO ALTRE DISTINZIONI

Il Luogotenente si porta alla destra del Celebrante accompagnato dal Cavaliere addetto alla Cerimonia con le Distinzioni Speciali (sul cuscino).

Cerimoniere: “Terminata la Cerimonia di Investitura si procede ora alla consegna delle Distinzioni Speciali”.

Il Cerimoniere inizia a chiamare, uno alla volta, gli Insigniti.

Cerimoniere: “Si porti dal Celebrante, per ricevere la Decorazione della Palma di Gerusalemme, il/la …………………”

Il Luogotenente porge la distinzione al Celebrante che la consegna all’Insignito/a.

Gli Insigniti, man mano che vengono chiamati, con indosso il mantello (se Cavalieri o Dame) si portano dal Celebrante e si inginocchiano.

Gli Insigniti, dopo aver baciato l’anello al Celebrante, scambiano l’abbraccio di pace con il Luogotenente e ritornano al loro posto.

Al termine i Chierici rimuovono l’inginocchiatoio ed il faldistorio.

Un Cavaliere lettore si porta al leggìo.

PREGHIERA DEI FEDELI

Alla fine della Preghiera il Cavaliere lettore torna al suo posto.

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OFFERTORIOOrgano e coro

PREFAZIO

Organo e coro

CONSACRAZIONEI Cavalieri Crocifero, Vessilliferi di Luogotenenza e delle Sezioni, innalzano la Croce ed i Vessilli fino al termine della Consacrazione.

I Cavalieri di servizio si tolgono il tocco inginocchiandosi sul ginocchio destro.

Organo e coro .

SCAMBIO DEL SEGNO DI PACE

Il Luogotenente si porta dal Celebrante per lo scambio del segno di pace.

COMUNIONE

Organo e coro.

Il Celebrante ed i Concelebranti distribuiscono l’Eucaristia seguendo le indicazioni del Cerimoniere.

Al termine della Comunione dei fedeli, il Cerimoniere si porta al leggìo.

LETTURA DELLA PREGHIERA DEL CAVALIERE E DELLA DAMA

Cerimoniere: “Invito l’assemblea ad alzarsi per la lettura della Preghiera del Cavaliere e della Dama”.

Il Luogotenente si porta al leggio, mentre il Cerimoniere ritorna al suo posto.

Luogotenente: “Signore, per le Tue cinque piaghe che portiamo sulle nostre insegne, noi Ti preghiamo. Donaci la forza di amare tutti gli esseri del mondo che il Padre Tuo ha creato e, più degli altri i nostri nemici. Libera la nostra mente ed il nostro cuore dal peccato, dalla parzialità, dall’egoismo e dalla viltà per essere degni del Tuo sacrificio. Fa’ scendere su di noi, Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro, il Tuo Spirito, affinché ci renda convinti e sinceri ambasciatori di pace e di amore fra i nostri fratelli e, particolarmente, fra coloro che pensano di non

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credere in Te. Donaci la Fede per affrontare tutti i dolori della vita quotidiana e per meritare un giorno di giungere umilmente ma senza timore al Tuo cospetto. Amen. “

Terminata la lettura il Luogotenente ritorna al proprio posto.

Il Cerimoniere, i Cavalieri addetti alla Cerimonia ed i Cavalieri, Vessillifero di Luogotenenza e Crocifero, si portano ai lati dell’Altare, vicino al Celebrante.

I Cavalieri Vessilliferi delle Sezioni si portano ai piedi dell’Altare (sul lato destro)

RITI DI CONCLUSIONE

Dopo la Benedizione impartita dal Celebrante, organo e coro eseguono il “TE DEUM”.

Al termine del “TE DEUM” il Cerimoniere avvia la processione per l’uscita dalla Chiesa.

PROCESSIONE DI USCITA

Rito celebrato dal Gran Maestro

Cerimoniere

Cavalieri Vessilliferi delle Sezioni

Cavaliere con Stendardo di Luogotenenza

Dame

Cavalieri

Delegati

PresidiRappresentanti di altri Ordini

Rappresentanti di altre Luogotenenze

Luogotenente

Membri Gran Magistero

Cavaliere con cero Cavaliere Crocifero

Cavaliere con Turibolo Cavaliere con Navicella

Cavaliere CrociferoSacerdoti

Sacerdoti dell’Ordine

Cerimoniere Religioso dell’OrdineVescovi

Gran Priore di Luogotenenza

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Cavaliere di scorta Cardinale Gran Maestro Cavaliere di scorta

Rito celebrato dal Gran Priore di Luogotenenza

Cerimoniere

Cavalieri Vessilliferi delle Sezioni

Cavaliere con Stendardo di Luogotenenza

Dame

Cavalieri

Delegati

Presidi

Rappresentanti di altri Ordini

Rappresentanti di altre Luogotenenze

Cavaliere con cero Cavaliere Con cero

Cavaliere con Turibolo Cavaliere con Navicella

Cavaliere Crocifero

Sacerdoti

Sacerdoti dell’Ordine

Cerimoniere Religioso dell’Ordine

Vescovi

Gran Priore di Luogotenenza

Luogotenente

Membri Gran Magistero

Cavaliere di scorta Cavaliere di scorta

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Page 73: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

PREGHIERA DEL CAVALIEREE DELLA DAMA

Signore, per le Tue cinque piaghe

che portiamo sulle nostre insegne,

noi ti preghiamo.

Donaci la forza di amare

tutti gli esseri del mondo

che il Padre Tuo ha creato

e, più degli altri, i nostri nemici.

Libera la nostra mente ed il nostro cuore

dal peccato, dalla parzialità, dall’egoismo e dalla viltà

per essere degni del Tuo sacrificio.

Fa’ scendere su di noi,

Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro

il Tuo Spirito

affinché ci renda convinti e sinceri ambasciatori

di pace e di amore fra i nostri fratelli

e, particolarmente, fra coloro

che pensano di non credere in Te.

Donaci la Fede per affrontare tutti i dolori della vita quotidiana

e per meritare un giorno di giungere

umilmente, ma senza timore,

al Tuo cospetto.

Amen.

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Page 74: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

PREGHIERA A NOSTRA SIGNORAREGINA DELLA PALESTINA

O Maria Immacolata,dolce Regina del cielo e della terra,

noi qui prostrati ai piedi del Tuo trono regale,pienamente fiduciosi nella Tua bontà

e nella Tua illuminata potenza,Ti supplichiamo di volgere

uno sguardo compassionevole sulla Palestina,terra che è Tua più di ogni altra,

perché Tu l'hai abbellita con la Tua nascita,con le Tue virtù, con i Tuoi dolori;

questa terra dove Tu hai dato al mondoil Divino Redentore.

Ricordati che proprio in questa terraDio ti ha scelta nostra Madre

e dispensatrice di grazie.Veglia sulla Tua patria terrena,

avvolgila di una protezione tutta speciale;dissipa le tenebre dell'errore

là dove ha brillato l'eterno Sole di giustizia.Fa che si realizzi presto la promessa

del Tuo Figlio Divino di formare un solo greggesotto un solo pastore.

Degnati infine di ottenereper noi tutti la grazia di servire Dio

in santità e giustiziatutti i giorni della nostra vita,

sicché nell'ora della nostra morte,per meriti di Gesù e per la Tua materna assistenza,

passiamo dalla Gerusalemme terrena a quella celeste.

Così sia.

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P R E G H I E R E E C A N T I

Lauda Jerusalem (dal Salmo 147)

Lauda Jerusalem Dominum !

Lauda Deum tuum, Sion.

Hosanna, hosanna,Hosanna, Filio David.

Quoniam confortavit seras portarum tuarum,benedixit filiis tuis in te.

Qui point fines tuos pacem,et adipe frumenti satiat te.

Qui emittit eloquium suum terrae,velociter currit verbum eius.

Qui dat nivem sicut lanam,pruinam sicut cinerem spargit.

Mittit crystallum suam sicut buccellas;ante faciem frigoris eius qui sustinebit ?

Emittet verbum suum et liquefaciet ea,flabit spiritus eius, et fluent aquae.

Qui annuntiat verbum suum Iacob,iustitias et iudicia sua Israel.

*******************

Gerusalemme, loda il Signore !Glorifica il tuo Dio o Sion.

Osanna, osanna,osanna al Figlio di Davide.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli ha messo pace nei tuoi confinie ti sazia con fior di frumento.

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Page 76: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

Manda sulla terra la Sua parola,il suo messaggio corre veloce.

Fa scendere la neve come lana,come polvere sparge la brina.

Getta come briciole la grandine,di fronte al Suo gelo chi resiste ?

Manda una Sua parola ed ecco si scioglie,fa soffiare il vento e scorrono le acque.

Annunzia a Giacobbe la Sua parola,le Sue leggi e i suoi decreti a Israele.

Pange lingua

Pange, lingua, gloriosicorporis mysterium,

sanguinisque pretiosi,

quem in mundi pretium

fructus ventris generosi

Rex effusi gentium.

Nobis datus, nobis natus

ex intacta Virgine.

Et in mundo conversatus,

sparso verbi semine,

sui moras incolatus

miro clausit ordine.

In supremae nocte coenae

recumbens cum fratribus.

Observata lege plene

cibis in legalibus,

cibum turbae duodenae

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Page 77: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

se dat suis minibus.

Verbum caro, panem verum

verbo carnem efficit;

fitque sanguis Christi merum,

et si sensus deficit,

ad firmandum cor sincerum

sola fides sufficit.

*******************

Canta, o lingua, il mistero

del glorioso Corpo

e del Sangue prezioso,

che il Figlio della Donna eccelsa,

Re dei popoli,

versò a riscatto del mondo.

Egli donandosi a noi, nato per noi

da una Vergine purissima,

dopo aver dimorato nel mondo

e sparso il seme della Sua Parola,

chiuse il periodo del suo pellegrinaggio

con un’istituzione meravigliosa.

La notte dell’ultima Cena,

sedendo a mensa con i suoi,

osservata esattamente la Legge

nei cibi rituali,

con le Proprie mani

dà Se stesso in cibo ai Dodici.

Il Verbo Incarnato con la Sua Parola

trasforma il vero pane nella Sua Carne;

il vino diventa Sangue di Cristo

- 77 -

Page 78: Cerimoniale santo sepolcro 24092013

e se il senso si smarrisce,

la fede sola basta a convincere

un cuore sincero.

Rallegrati Gerusalemme (Salmo 122)

Rit.Rallegrati, Gerusalemme

Accogli i tuoi figli nelle tue mura !

Quale gioia, quando mi dissero:“ Andremo alla casa del Signore “.

E ora i nostri piedi si fermanoalle Tue porte, Gerusalemme !

Gerusalemme è costruitacome città salda e compatta.

Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore,per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i seggi del giudizio,i seggi della casa di Davide.

Domandate pace per Gerusalemme:sia pace a coloro che Ti amano,

sia pace sulle Tua mura,sicurezza nei Tuoi baluardi.

Per i miei fratelli e i miei amiciio dirò :” Su di Te sia pace ! “.

Per la casa del Signore nostro Dio,chiederò per Te il bene.

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e semprenei secoli dei secoli. Amen.

Veni, Creator Spiritus

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Veni, Creàtor Spiritus,mentes tuòrum visita;imple supèrna gràtia,

quae tu creàsti pèctora.

Qui diceris Paràclitus,altissimi donum Dei,

fons vivus, ignis, càritaset spiritàlis iunctio.

Tu septiformis mùneredigitus paternae, dexterae,

tu rite Prossimum Patrissermòne ditans gùttura.

Accènde lumen sènsibusinfùnde amòrem còrdibus,

infirma nostri còrporis virtùtefirmans pèrpeti.

Hostem repèllas lòngiuspacèmque dones pròtinus;

ductòre sic te praeviovitèmus omne nòxium.

Per te sciàmus da Patrem,noscàmus atque Filium,

Teque utriùsque SpiritumCredàmus omni tèmpore.

Amen.

*******************

Vieni, o Spirito Creatore,visita le anime dei Tuoi fedeli,

riempi di celeste graziai cuori che hai creato.

Tu che sei chiamato Paraclito,il dono dell’Altissimo:

sorgente viva, fuoco, caritàe unzione spirituale.

Tu Spirito settiforme,dito della destra paterna,

Tu promesso dal Padre che

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con la parola dischiudi le labbra.

Accendi la luce nei sensi,infondi nei cuori l’amore,

fortifica la nostra debolezzacon il Tuo vigore eterno.

Respingi da noi il nemico,donaci senza indugio la pace;

fa che sotto la Tua guidaevitiamo ogni male.

Facci conoscere il Padre,rivelaci insieme il Figlio;e fa che sempre crediamo

in Te, loro comune Spirito.

Amen.

Te Deum

Te Deum laudàmusTe Dòminum confitemur.

Te aeternum PatremOmnis terra veneràtur.

Tibi omnes Angeli, Tibi caeli,et univèrsae Potestàtes.

Tibi Cherubim et Seraphim,incèssabili voce proclàmant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus DòminusDeus Sàbaoth !

Pleni sunt coeli et terra maiestàtisGloriae tuae.

Te gloriòsus, Apostolòrum chorus.Te Prophetàrum laudàbilis nùmerus.

Te Màrtyrum candidàtus laudatExèrcitus.

Te per orbem terràrumSancta Confitètur Ecclèsia.

Patrem , immènsae maiestatis.Veneràndum tuum verum

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et unicum Filium.

Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu Rex glòriae, Christe.

Tu Pàtris sempiternus es Filius.

Tu ad liberàndum susceptùrusHòminem non horruìsti Virginis ùterum.

Tu, devìcto mortis acùleo, aperuìsticredèntibus Regna Caelorum.

Tu ad dexteram Dei sedesin gloria Patris.

Judex crèderis esse ventùrus.

Te ergo quaesumus , tuis fàmulissùbveni, quos pretiòso sànguine redemìsti.

Aetèrna fac cum Sanctis tuisin glòria numeràri.

Salvumfac pòpulum tuum, Dòmine,et benedic haereditàti tuae.

Et rege eos et extòlle illos usquein aeternum.

Per sìngulos dies benedìcimus Te.

Et laudàmus nomen Tuum in saeculumet in saeculum saeculi.

Dignàre, Dòmine, die istosine peccàto nos custòdire.

Miserère nostri, Dòmine,miserère nostri.

Fiat misericòrdia tua, Dòmine,super nos, quemàdmodum

speràvimus in Te.

In Te, Dòmine, speràvi,non confundar in aetèrnum.

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Te lodiamo Dio,Te confessiamo Signore.

Te eterno Padre,tutta la terra adora.

Te gli Angeli tutti, Te i cieli,e tutte le Potestà.

Te i Cherubini e i Serafinicon incessante cantico acclamano:

Santo, Santo, Santo è il SignoreDio degli Eserciti !

Pieni sono i cieli e la terradella Tua Maestà sovrana.

Il coro glorioso degli Apostoli.La veneranda schiera dei Profeti.

Lo sfolgorante esercito dei Martiricantano le Tue lodi.

Per tutta la distesa della terra,la Santa Chiesa Ti adora.

O Padre, nella Tua immensa maestà.Con Colui che è veramente il Tuo unico Figlio,

degno di adorazione.Con lo Spirito Santo,nostro consolatore.

O Cristo, Tu sei il Re della gloria.Tu l’eterno Figlio del Padre.

Tu incarnandoTi per liberare l’Uomo,non sdegnasTi di scendere

nel seno di una Vergine.

Dopo aver vinta la morte, schiudestiai credenti il Regno dei Cieli.

Tu siedi alla destra di Dionella gloria del Padre.

Tu ritornerai un giorno, lo crediamo,

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a giudicare la terra.

Te dunque preghiamo: soccorri i Tuoi servi,che hai redento con il Tuo

sangue prezioso.

Fa che siano ammessi con i Tuoi Santialla gloria eterna.

Salva, o Signore, il popolo Tuo,e benedici la Tua eredità.

Guida i Tuoi figli e falli giungereall’eternità.

Tutti i giorni esaltiamo i Tuoi benefici.

E noi cantiamo la gloria del Tuo nomeoggi e sempre ed in tutti i secoli.

Degnati, o Signore, di preservarciin questo giorno da ogni peccato.

Abbi pietà di noi, Signore,abbi pietà di noi.

Vegli su di noi, o Signore, la Tuabontà, poiché in Te abbiamo messo

la nostra speranza.

In Te, o Signore, è la mia speranza,che io non sia mai confuso in eterno.

Salve Regina

Salve, Regina, Mater Misericordiae;vita, dulcedo et spes nostra, salve.

Ad te clamamus, exules filii Hevae.Ad te suspiramus gementes et flentes

in hac lacrimarum valle.

Eja, ergo, advocata nostra,illos tuos misericordes oculos

ad nos converte.

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Et Jesum benedictum fructum ventris tui,nobis post hoc exilium ostende.

O clemens, o pia,o dulcis Virgo Maria.

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Salve, Regina, Madre di Misericordia:vita, dolcezza e speranza nostra, salve.

A Te ricorriamo esuli figli di Eva;a Te sospiriamo, gementi e piangenti

in questa valle di lacrime.

Orsù, dunque, avvocata nostra,rivolgi a noi

i Tuoi occhi misericordiosi.

E mostraci, dopo questo esilio,Gesù, il frutto benedetto del Tuo seno.

O clemente, o pia,o dolce Vergine Maria.

Tantum Ergo

Tantum ergo Sacramentumveneremur cernui:

et antiquum documentumnovo cedat ritui;

praestet fides supplementumsensuum defectui.

Genitori, Genitoquelaus et jubilatio,

salus, honor, virtus quoquesit et benedictio:

procedenti ab utroquecompare sit laudatio.

Amen.

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Questo grande Sacramentoveneriamo supplici,

è il supremo compimentodegli antichi simboli;viva fede ci sorregga,

quando i sensi tacciono.

All’eterno sommo Dio,Padre, Figlio e Spirito,

gloria, onore, lode pienainnalziamo unanimi;il mistero dell’amore

adoriamo umili.

Amen.

Inno dei Cavalieri del Santo Sepolcro

di Luigi Orsini e Riccardo Picò-Mangiagalli

Dio del perdono, Dio della salvezzaraggio che accendi le celesti aurorelume di grazia, fiamma di valore,tèmpraci tutti nella Tua fortezza.

Tu, fonte d’ogni bene e di letizia,sole rovente, mistica rugiada,

nel segno della Croce e della Spadaserbaci degni della Tua milizia.

Contro l’odio de li émpi a torve etàcombattemmo con l’armi in Tua difesa:

or combattiamo per la santa Impresasolo armati di Fede e di Pietà.

Sul Tuo Sepolcro, dove ogni feritaebbe pace nel sonno della morte,

noi Cavalieri delle età risorte,custodiamo la fiamma della Vita.

Sèrbaci saldi nella lunga viache alla suprema Verità conducee confortaci in Te, nella Tua luce,per la vita e la morte. E così sia.

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P R O M E S S A D E G L I I N V E S T E N D I

Io sottoscritto……………………. che, in accoglimento di mia domanda, sono stato ammesso nell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme col grado di Cavaliere/Dama

D I C H I A R O

-di essere onorato di far parte della famiglia dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme;-di essere a conoscenza che non possono appartenere a Enti e Sodalizi i cui caratteri, scopi e programmi siano in contrasto con la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica;-che non appartengo e non apparterrò a Ordini o Istituzioni non riconosciuti dalla Santa Sede o da Stati Sovrani, né parteciperò alle attività o manifestazioni dei detti Enti o Ordini.

P R O M E T T O-di regolare la mia vita secondo i principi morali e religiosi in modo che, con le azioni e con la virtù, possa essere sempre meritevole dell’onore concessomi e della dignità di cui sono stato investito;-di non macchiare giammai il mio nome con atti disdicevoli per essere sempre degno di appartenere alla Santa Milizia Crociata;-di uniformarmi alle disposizioni che saranno impartite dalle Autorità dell’Ordine e di osservare la costituzione che ne regola l’attività;-di contribuire ai bisogni, alle iniziative dell’Ordine e agli aiuti per le opere di Terra Santa.

Prendo atto infine che qualora la mia condotta futura non dovesse essere moralmente o socialmente integerrima, sarò passibile di radiazione dall’Ordine.Luogo e data…………….

Il Candidato.............................................................Il Gran Priore......................................................Il Luogotenente....................................................

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Tabelle riassuntive sull'uso degli appellativi

Cariche dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

INTERLECUTORI APPELLATIVICardinale Gran Maestro Eminenza

Gran Priore Patriarca Latino di Gerusalemme

Beatitudine

Luogotenente Generale EccellenzaGovernatore Generale Eccellenza

Vice Governatore Generale EccellenzaCancelliere Eccellenza ( se Vescovo) (1)

Cerimoniere Eccellenza ( se vescovo) (1)Gran Priore di Luogotenenza Eccellenza

Luogotenente EccellenzaConsigliere appellativo proprio del grado o

della carica ricoperta o titolo accademico

Preside appellativo proprio del grado o della carica ricoperta o titolo accademico

Priore di Sezione appellativo proprio del grado o della carica ricoperta o titolo accademico

Delegato appellativo proprio del grado o della carica ricoperta o titolo accademico

Priore di Delegazione appellativo proprio del grado o della carica ricoperta o titolo accademico

(1) - Appellativo proprio del grado (se laico)

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Ecclesiastici

INTERLECUTORI APPELLATIVICardinale EminenzaVescovo Eccellenza

Monsignore MonsignoreSacerdote Reverendo

Persone insignite di Onorificenze dell'Ordine Equestre

del Santo Sepolcro di Gerusalemme

INTERLECUTORI APPELLATIVICavaliere/ Dama di Collare appellativo proprio del grado o

titolo accademicoCavaliere/ Dama di Gran Croce

di Gran Croce appellativo proprio del grado o titolo accademico

Commendatore/Dama con Placca (o Grande Ufficiale)

appellativo proprio del grado o titolo accademico

Commendatore/Dama di Commenda

appellativo proprio del grado o titolo accademico

Cavaliere/Dama appellativo proprio del grado o titolo accademico

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Tabella riassuntiva sull’uso delle

decorazioni

DECORAZIONI UNIFORME DA SOCIETA’(MILITARI)

FRAC SMOKING ABITO DA VISITA(ABITO SCURO)

MEDAGLIE, CROCI, STELLE

in miniatura sul lato sinistro del petto

in miniatura, “en brochette” oppure “su sbarretta” (1)

non ammessi non ammessi

COLLARI: cavalierati e commende

uno solo, al collo, sotto il cravattino

uno solo, al collo, sotto il cravattino

non ammessi non ammessi

FASCE una sola, dalla spalla destra al fianco sinistro

una sola, dalla spalla destra al fianco sinistro

non ammesse non ammesse

PLACCHE sul lato sinistro del petto, sotto le decorazioni

sul lato sinistro del petto

non ammesse non ammesse

ROSETTE non ammesse non ammesse onorificenza più elevata, nell’asola (2)

una sola all’occhiello

SMALTINI non ammessi non ammessi non ammessi non ammessi

INDICAZIONE SULL’INVITO

uniforme Società Cravatta bianca Cravatta nera Abito scuro

(1) - Per le Cerimonie dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, è consentito

l'uso delle decorazioni in miniatura "su sbarretta" o "en brochette".

(2) - Se non si portano le decorazioni "su sbarretta" o "en brochette".

Dr. Carmelo Cataldi

Dr. Renato Giuliano

Copyright

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