cdl comunicazione, tecnologie e culture digitali a.a. 2019 –2020 … · 2020. 2. 28. ·...
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Teoria della coltivazione
Materiale didattico a cura degli autori del libro
Cdl Comunicazione, tecnologie e culture digitaliA.A. 2019 – 2020
Cattedra di Teorie della comunicazione e dei nuovi media
Proff. Gianni Ciofalo, Barbara Carfagna(canale A – L)
Tv e storytelling
riconoscimento della vocazione di storytelling della tv, a cui si accompagna il desiderio di tutti noi di ascoltare storie.
la televisione offre ai suoi telespettatori storie ripetitive che sono ritualisticamente consumate (Gerbner 1977)
funzione «affabulatoria» funzione «bardica»capacità del mezzo televisivo di
raccontare le storie della comunitàla televisione stimola l’immaginario dei soggetti, soddisfa il loro bisogno di evasione, ne incarna le
fantasie realizzandole in storie vicine alla loro quotidianità Materiale didattico a cura degli autori del libro
• articolare le linee principali dell’interpretazione culturale della realtà.• coinvolgere i singoli membri nel suo sistema di valori dominanti, mediante la condivisione di messaggi tesi a rafforzarne l’ideologia sottesa. • celebrare, spiegare, interpretare e giustificare le azioni dei singoli in relazione al mondo esterno.• rassicurare la cultura in generale della sua adeguatezza pratica• svelare le inadeguatezze pratiche della cultura in modo tale da farle riorientare • convincere i membri dell’audience che il loro status e la loro identità sono garantiti dalla cultura stessa.• trasmettere un senso di appartenenza attraverso sicurezza e coinvolgimento
Funzioni della tv secondo Fiske e Hartley
(1978)
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Approccio di Gerbner
Ø considera l’insieme dei messaggi televisivi in grado di dare una forma a «una cultura comune attraverso la quale le comunità coltivano nozioni condivise e pubbliche circa i fatti, i valori e le contingenze dell’esistenza umana»
Ø teoria socioculturale interessata a individuare il nesso tra media e percezioni, credenze, attitudini e valori dei soggetti
Interesse verso l’influenza complessiva esercitatadai messaggi sul pubblico, inteso come personeesposte ai messaggi dei media nel corso della lorovita
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«Cultural Indicators Project» e lo studio della violenza
Studiare la natura e le conseguenze della presenza della violenza nel mezzo televisivo
Ø prende le mosse negli Stati Uniti negli anni 1967-68 con uno studio per la Commissione Nazionale sulle cause e la prevenzione della violenza
definizione di violenza• qualsiasi espressione di forza fisica contro se stessi o altri
con l’obiettivo di ferire o uccidere• forme accidentali di violenza o catastrofi naturali, in grado
di provocare un numero elevato di vittime• ogni atto che può provocare effetti gravi, pur se collocato
in contesti fantastici o, addirittura, umoristici
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doppio binario metodologico:analisi del sistema dei messaggi veicolato dal mezzo televisivosurveys condotte sul pubblico.
• variabili demografiche: sesso, età, razza, istruzione, reddito, orientamento politico, area di residenza
• esposizione televisiva: individuazione di spettatori deboli, medi e forti
Ipotesi di ricerca: 1) i telespettatori forti sono portatori di una visione del mondo come un luogo triste e squallido, descritto con termini riconducibili a condizioni di depressione e alienazione; 2) individuare l’esistenza del mainstreaming, la condivisione di punti di vista comuni tra i forti telespettatori
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Risultati/1
Programmazione televisiva• per ogni dieci protagonisti di
sesso maschile che commettono violenza, vi sono undici vittime;
• per ogni dieci donne che commettono violenza, vi sono sedici vittime;
• le minoranze e le donne straniere sono le più penalizzate
• Prevalenza femminile tra i vari gruppi che hanno le maggiori probabilità di subire violenza.
Surveys• i telespettatori forti ritenevano di
avere maggiori probabilità di essere coinvolti in episodi di violenza, di avere una percezione esagerata del pericolo e di avere una visione distorta circa il tasso di criminalità nel paese.
• non si è mai troppo cauti nelle relazioni con il prossimo
• ciascuno pensa a se stesso • gli addetti alle forze dell’ordine
del paese erano molto più numerosi di quanto riportato dalle statistiche ufficiali
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Risultati/2
violenza rappresentata tramite attori e ruoli bendefiniti (donne vittime, uomini e minoranzeattori della violenza), dando corpo al fenomenodel mainstreaming al centro dello studio dellacoltivazione
riflette e dà corpo a inquietudini dei soggettipotenzialmente vittime (perché donne o perchéresidenti in zone a rischio), producendorisonanza: rispecchiamento tra ciò che vivononella realtà e ciò che vedono rappresentato
Ø La ricostruzione del tema della violenza che emerge dall’insieme delle ricerche presenta una duplice caratteristica
Effetto di coltivazione: i forti consumatori elaborano «risposte televisive», ovvero una sovrapposizione tra realtà televisiva e mondo reale
Le interviste sono state confrontate con i dati reali relativi alla popolazione vittima di violenza, che indicavano una percentuale molto contenuta
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Sfumature di coltivazione
Gerbner (1973): «Lo studio della coltivazione non può che prendere le mosse dallo studio delle istituzioni che consentono un sistema di produzione di messaggi per poi andare oltre e «investigare i contributi che questi sistemi e le loro funzioni simboliche offrono alla coltivazione di opinioni circa la vita e il mondo» (p. 567).
Istituzioni mediali Messaggi Effetti§ forme organizzative e
le relative evoluzioni; rapporti e gli equilibri di poter; processi interni alle stesse istituzioni
§ pattern di significato veicolato, a prescindere dal singolo messaggio o prodotto
§ conseguenze dei sistemi di messaggi veicolati dai media, in grado di influenzare le credenze e i valori degli individui.
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Ø concetto di mainstream: condivisione di punti di vista sul mondo da parte dei forti consumatori di televisione all’interno di gruppi con caratteristiche socio-demografiche diverse
Ø concetto di risonanza: i telespettatori che esperiscono situazioni simili a quelle rappresentate dal mezzo televisivo saranno maggiormente sensibili al contenuto del messaggio.
«doppia dose» di significato che coniuga
esperienze reali e televisive
consumo televisivo posto in relazione con altre
variabili e fattori di socializzazione
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Coltivazione e nuovo sistema mediale/1
Ø offerta che viaggia su strade diverse (cavo, satellite, internet), gestita da imprese attive su più piattaforme (Netflix, Amazon, YouTube, etc.), che si specializza rispetto ai contenuti proposti (canali con offerta di sport, cartoni animati, musica, medicina, bellezza, moda, etc.) e che consente l’accesso on demand ai prodotti desiderati.
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Coltivazione e nuovo sistema mediale/2
Modalità di consumo
• mediante smart television
• tramite internet –in modo legale o meno –predisponendosi alla visione sul computer o sullo smartphone
Tempi di consumo
• Selezionare contenuti da una library e visionarli in un momento successivo
• programmare la visione di un’intera serie televisiva nel corso di una serata
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Una coltivazione o tante coltivazioni?
Approccio di Gerbner Validità della ricerca empirica La teoria all’interno di un sistema mediale mutato.
• Approccio macrosistemicoscomparso nel tempo
• Concentrazione su singoli generi televisivi (talk show, serie mediche, programmi di bellezza) e sui meccanismi della memoria attivati nel fornire le riposte agli item utilizzati per misurare la coltivazione
• imprecisione dell’analisi del contenuto dei messaggi e della misurazione del consumo televisivo
• ambiguità della costruzione delle risposte televisive vs le risposte provenienti dal mondo reale
• natura spuria di alcuni nessi causali stabiliti tra consumo televisivo e risposte televisive.
• difficoltà ad analizzare il contenuto dei messaggi moltiplicati in modo esponenziale e a misurare l’esposizione al mezzo televisivo, distribuita su più dispositivi e in momenti diversi della giornata
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_Diseguaglianze mediali e la teoria del knowledge gap
Analizza il rapporto fra la crescita di diffusionedi informazioni nelle società di massa el’effettivo livello conoscitivo delle persone.
divario di conoscenza determinato dalla condizione socioeconomica di
appartenenza
Chi ha risorse socioeconomiche elevate ha maggiorepossibilità di assorbire e trattare informazioni rispetto achi ne ha meno, che, pur informandosi, beneficerà inmodo limitato delle conoscenze ottenute.
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1. Le capacità comunicative
2. La mole di informazione già possedute
3. I contatti sociali
4. L’ esposizione selettiva, l’accettazione e la memorizzazione dell’informazione
5. Il tipo di media che diffonde l’informazione
Educazione come variabile capacedi spiegare meglio l’acquisizione diinformazioni.
Ø relazione fra dimensione educativa ediffusione dell’informazione da partedei media nella produzione di unknowledge gap la stretta
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acquisizione di conoscenza su temi fortemente pubblicizzati procederà con un ritmo maggiore tra i soggetti con istruzione più elevata
elevata correlazione tra l’acquisizione di conoscenza su temi fortemente pubblicizzati dai media e il livello di istruzione, mentre ciò non accade per gli argomenti meno pubblicizzati
Ipotesi del divario di conoscenza
inizialmente
successivamente
Ruolo centrale dei medianel favorire o nel ridurrel’apertura di gap conoscitivi(Tichenor, Donohue, Olien,1970)
Il tipo di tema trattato e il livello di conflittualità incidono sulla diffusione informativa attraverso le reti interpersonali
Tenere in considerazione la natura della notizia trattata dai media (Donohue, Tichenor e Olien 1975)
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_Apertura e chiusura dei gap mediali
Teoria del knowledge gap
la conoscenza è distribuita fra le classi sociali e al loro interno in modo differente
in relazione a particolari temi alcune persone potrebbero essere più informate di altre
I media possono aprire e chiuderegap poiché una serie di fattorimotivazionali possono rispondere adeffetti mediali
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1. Modello di associazione causale.Fattori motivazionali sono secondari, dipendono dall’educazione: più essa è elevatae più elevate sono le motivazioni.2. Modello di spiegazione rivale.Educazione e variabili motivazionali sono fattori indipendenti nell’acquisizionedelle informazioni dai media: sono gli interessi ineguali a caratterizzare ilknowledge gap.3. Modello di dipendenza dalle motivazioni.Divario di conoscenze basato su differenze educative può essere moderato daifattori motivazionali. Per le persone con alti livelli di motivazione il gap basatosull’istruzione è inferiore rispetto al gap tra quelli con bassi livelli di motivazione.
Ø Modelli di Kwak (1999) sul divario di conoscenza n relazione gli all’educazione e le motivazioni degli appartenenti alle audience
Ripensare il knowledge gap alla luce di trasformazioni socio-culturali nella
produzione, distribuzione e consumo di informazioni e della svolta digitale dei
mediaMateriale didattico a cura degli autori del libro
_Il digital divideMateriale didattico a cura degli autori del libro
IPOTESI: la diffusione di connettività e l’accesso alla società delle reti favorisce l’uguaglianza sociale che,resa possibile grazie all’accesso alle informazioni, consentirebbe risposte adeguate a unasocietà sempre più complessa e globalizzata
scarsa capacità di tradursi in servizi effettivi; costi di accesso per gli
utenti, monetari e culturali.
Ineguale distribuzione territoriale: discrimine, tra aree industrializzate e i paesi del terzo e quarto mondo.
Tema del divario (anni ‘90): have o have nots
La diffusione di una particolareinnovazione dipende da tratti specifici –fattori economici e culturali, ad esempio –e dalle caratteristiche del sistema sociale
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Slittamento concettuale che si concentra sulle differenzed’uso e accesso all’informazione mediale anche in basealle motivazioni degli utenti (DiMaggio e Hargittai, 2001)
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Ø Dimensioni attraverso cui analizzare le diseguaglianze prodotte dal digitale: accesso, competenze, uso
Accesso:La qualità e l’autonomia della
connessione.
«formale» / «effettivo» «tecnologico» /«sociale»
distinguere tra la disponibilità fisica e tecnica di una
connessione e il possesso di capacità e competenze tali da
consentirne l’uso migliore
CompetenzePossibilità, di chi dispone di una connessione di buona
qualità, di acquisire maggiori competenze: learning by doing
«competenze digitali» (van Dijk2005)
«competenze operative» «competenze informazionali»
«competenze strategiche»
Usoinformazione, comunicazione,
lavoro, educazione, affari e finanza, shopping,
intrattenimento (van Dijk (2005)
Dipendono dalla disponibilità di risorse – economiche,
sociali, culturali e tecnologiche – che sono distribuite in modo
diseguale tra gli individui
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_Un modello di analisi delle diseguaglianze digitali
§ In quali modi la rete ha a che fare con le opportunità sociali e di vita delle persone?
§ In che modo contribuisce alla loro piena realizzazione come cittadini e come il non pieno compimento porti a forme di esclusione e quali?
§ Che cosa determina oggi l’avere un completo accesso alla rete? § Le disuguaglianze digitali si limitano a riprodurre vecchie disuguaglianze o ne
creano di nuove?
Indagare il rapporto fra la rete e le opportunità di vita e il nesso tra
disuguaglianze digitali e disuguaglianze sociali
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I nessi causali all’origine delle disuguaglianze digitali
chi è in svantaggio ha
meno possibilità di accedere alle
risorse
economiche, culturali, sociali,
politiche e digitali;
determinano modi e tempi
dell’appropriazione tecnologica
dipende dalle risorse a
disposizione e dalle
caratteristiche delle tecnologie
stesse
dipende dai livelli elevati di
appropriazione tecnologica,
riflettendosi sulla posizione sociale
degli individui
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Modello cumulativo e ricorsivo di appropriazione tecnologica
Un’appropriazione tecnologica positiva
genererà nuovi bisogni di innovazione
tecnologica che apriranno a nuove
opportunità d’uso e all’acquisizione di
nuove competenze digitali.
incide sul grado di soddisfazione; su
accesso e produzione di
contenuti; sulle modalità di
fruizione di servizi e di percorsi di
intrattenimento.
Tale condizione influisce
sull’acquisizione di competenze
digitali e sulla loro declinazione
operativa, informazionale e
strategica.
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Modello cumulativo delle disuguaglianze digitali
L’avvento della network society rischia di favorire dinamiche di polarizzazione sociale: una divaricazione traun vertice, un’élite digitale che accumula competenze tecnologiche e pieno accesso alla rete, e una basedella scala sociale, individui che non sono nelle condizioni di sfruttare i benefici offerti dalle tecnologie. Ladistribuzione si configura sempre più tra inclusi ed esclusi dai meccanismi di partecipazione
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