carta archeologica del comune di contessa entellina...

1
Nell’affrontare lo studio degli insediamenti rinvenuti nel territorio del comune di Contes- sa Entellina (136,4 km2), ricchissimo di siti di tutte le epoche, dalla Preistoria al Medioevo, aspetti di interesse rilevante sono il momento d’incontro tra mondo greco e mondo anel- lenico – che si evidenzia, a giudicare dai materiali ceramici, nei decenni finali del VI sec. a.C. – e, a seguire, la presenza e la densità degli insediamenti nel corso del V secolo: un periodo difficile da cogliere e portare in evidenza e, in più, accompagnato da vicende e problematiche storiche riguardanti non solo il territorio in esame, ma anche altri centri della Sicilia occidentale. La disamina delle principali classi ceramiche di tipo greco restituite dalle indagini di super- ficie e qui considerate (ceramica a bande, vernice nera, ceramica acroma, lucerne, anfore, ecc.), i dati quantitativi dei reperti e la mappa della loro distribuzione, intendono fornire un contributo all’analisi archeologica e topografica del territorio tra i decenni finali dell’e- tà arcaica e l’età classica. Tale analisi non potrà, tuttavia, prescindere – nell’ottica di una stesura più approfondita e definitiva dei dati – dall’apporto fondamentale derivante dallo studio delle produzioni cd. “indigene”, che provengono, in quantità cospicua, da ca. 1/3 del totale dei siti rinvenuti: una percentuale ben più elevata rispetto a quella fornita dagli insediamenti che restituiscono ceramiche di tipo greco, qui presi in esame. Dei 281 siti rinvenuti nel territorio, infatti, solo 42 restituiscono classi di materiali dei tipi indicati. Tra questi, solo alcuni sono ben databili nei loro limiti cronologici grazie al grado di conservazione dei reperti e alla loro varietà tipologica e quantità. Altri, invece, sono molto meno perspicui, a causa sia della estrema frammentazione dei reperti che non consente attribuzioni tipologiche precise, sia del numero esiguo dei frammenti stessi, spesso anche isolati all’interno di contesti cronologicamente molto lontani e, quindi, più difficilmente attestanti vere e proprie fasi insediative. In generale, si constata una elevata scarsità delle attestazioni anche nei siti maggiormente rappresentati, scarsità che riguarda sia il dato numerico (quantità dei frammenti diagnostici), sia le classi e i tipi presenti, e che au- menta in maniera esponenziale per l’avanzato V sec. a.C. Più consistenti, infatti, per la quantità dei reperti e la varietà dei tipi, si sono rivelati i siti databili nella fase più antica, tra gli ultimi decenni del VI e i primi del V sec. a.C., periodo in cui si coglie il momento d’incontro tra le comunità anelleniche e i Greci delle colonie: lo stesso (seconda metà del VI a.C.) in cui si assiste alla nascita di un assetto urbano nei due principali insediamenti della zona: Entella e il centro di Monte Adranone, sotto il cui controllo doveva ricadere parte del territorio oggi compreso entro confini amministrativi che non corrispondono certamente agli assetti territoriali dell’antichità. L’importante insediamento di Monte Adranone, oggi situato appena oltre il moderno confine comunale e provinciale, doveva sicuramente esercita- re in antico un controllo diretto sulla chora circostante e, quindi, almeno su buona parte del settore Sud e SudEst del territorio del comune di Contessa Entellina, oggetto del survey. Carta del territorio del Comune di Contessa Entellina: sono indicati in rosso i siti e in azzurro le attestazioni di off-site. I siti con fasi tardoarcaiche e classiche sono segnalati in blu; il cerchio indica siti che hanno restituito materiali poco diagnostici e/o insufficienti a determinare l’esistenza di una vera e propria fase insediativa. Veduta, dall’alto della Rocca d’Entella, di parte del territorio a SudEst. In lontananza, a destra, Monte Adranone. La ceramica a vernice nera fa la sua comparsa con tipi che si datano tra l’ultimo venticinquennio/fine dei VI sec. a.C. e il 480 a.C. ca. A queste prime testimonianze di presenza di materiali di tipo greco, si accompagnano pochissimi, isolati, esemplari di coppe ioniche B1 e B2 e di ceramica a bande. I tipi maggiormente rappresentati in questo periodo (fig. 1) sono le coppe tipo stemmed dish, tipo C e B (1 solo fr.). Tra gli skyphoi pre- vale nettamente il tipo attico (A) rispetto al tipo C, di cui si contano un solo frammento riconducibile a questa fase cronologica e uno a bande di produzione locale/regionale su modelli del tipo C. Altre forme sono testimoniate da pochissimi frammenti: le coppette a bande (one-handler banded) (2 frr.) ad orlo ingrossato (broad rim) (1 fr.), le lucerne (1 del tipo Howland 16, 3 Howland 19A e varianti). Queste ultime, così come 3 dei 4 frr. di lekythoi rinvenuti, proven- gono da due insediamenti situati alle falde della Rocca d’Entella, tra l’altro nelle immediate vicinanze di due delle necropoli della città. I decenni centrali del V sec. a.C. sono attestati da pochi frammen- ti riconoscibili, insieme a ceramica acroma genericamente datata nel corso del V, o a forme sorte agli inizi del secolo, ma circolanti ancora per tutta la prima metà, come gli skyphoi. Solo pochissimi tipi (tra cui coppette, saltcellar, bolsal, cup-skyphos a vernice nera) caratterizzano, infine, l’ultimo quarto del secolo, cui è riferibile un numero molto limitato di siti, identificabili anche dalla presenza di alcuni frammenti di anfore (fig. 2). Questa classe è, anch’essa, presente con pochissimi esemplari ri- conducibili alle forme corinzie A e A 1 (3 frr.) e alle cd. “greco-occi- dentali”, tra cui 3 frr. databili dall’ultimo quarto del V sec. a.C. L’insieme di questi dati fornisce l’immagine di un territorio occupato da un numero limitato di insediamenti di piccole dimensioni, a giudi- care dalle aree, ma soprattutto dalla quantità dei materiali rinvenuti. All’interno di un territorio che mostra settori disabitati, questi inse- diamenti – in gran parte collocati sui rilievi collinari – sono concen- trati solo in alcune zone e su alcune direttrici che corrispondono, di fatto, ad assi viari già in gran parte riconosciuti e attivi anche in altre epoche. È il caso dei siti che circondano Entella da NordEst a Nord a Sud- Ovest, collocati sia sulla dorsale di C.da Pizzillo, lungo un asse viario che raggiunge il versante Nordest della Rocca e una delle porte del- la città, sia nel fondovalle del Vaccarizzo, a Sud, lungo un altro im- portante asse viario che conduceva alla porta urbica di NordOvest. Un altro gruppo di siti definisce una fascia insediativa che, partendo dal margine NordEst del territorio (C.de Realbate e Mole), lo percor- re trasversalmente fino all’estremo margine SudOvest. Alcuni inse- diamenti si trovano, poi, nelle vallate immediatamente a NordOvest di Monte Adranone ed è verosimile che fossero disposti su percorsi direttamente collegati ad esso. Un caso particolare è rappresentato, poi, dal nucleo insediativo di Calatamauro, posto a metà circa tra Entella e Monte Adranone, in una importante posizione strategica e verosimilmente configurabile come un sito di grande rilevanza nel territorio fino alle soglie dell’e- tà classica. 0 50 100 150 200 250 300 Totale siti Totale siti con ceramica di tipo greco Siti fine Vi-inizi V a.C. (o prima metà V) Siti seconda metà V a.C. Siti ultimo quarto V a.C. Chiara Michelini - Scuola Normale Superiore ([email protected]) CARTA ARCHEOLOGICA DEL COMUNE DI CONTESSA ENTELLINA UN’IMMAGINE DEL TERRITORIO TRA L’ETÀ TARDOARCAICA E CLASSICA ATTRAVERSO I MATERIALI DI TIPO GRECO CHIARA MICHELINI

Upload: others

Post on 22-Jan-2021

26 views

Category:

Documents


2 download

TRANSCRIPT

Page 1: CARTA ARCHEOLOGICA DEL COMUNE DI CONTESSA ENTELLINA …lsa.sns.it/dbsite_on_line/attachments.php?file=../uploads... · Veduta, dall’alto della Rocca d’Entella, di parte del territorio

Nell’affrontare lo studio degli insediamenti rinvenuti nel territorio del comune di Contes-sa Entellina (136,4 km2), ricchissimo di siti di tutte le epoche, dalla Preistoria al Medioevo, aspetti di interesse rilevante sono il momento d’incontro tra mondo greco e mondo anel-lenico – che si evidenzia, a giudicare dai materiali ceramici, nei decenni finali del VI sec. a.C. – e, a seguire, la presenza e la densità degli insediamenti nel corso del V secolo: un periodo difficile da cogliere e portare in evidenza e, in più, accompagnato da vicende e problematiche storiche riguardanti non solo il territorio in esame, ma anche altri centri della Sicilia occidentale.La disamina delle principali classi ceramiche di tipo greco restituite dalle indagini di super-ficie e qui considerate (ceramica a bande, vernice nera, ceramica acroma, lucerne, anfore, ecc.), i dati quantitativi dei reperti e la mappa della loro distribuzione, intendono fornire un contributo all’analisi archeologica e topografica del territorio tra i decenni finali dell’e-tà arcaica e l’età classica. Tale analisi non potrà, tuttavia, prescindere – nell’ottica di una stesura più approfondita e definitiva dei dati – dall’apporto fondamentale derivante dallo studio delle produzioni cd. “indigene”, che provengono, in quantità cospicua, da ca. 1/3 del totale dei siti rinvenuti: una percentuale ben più elevata rispetto a quella fornita dagli insediamenti che restituiscono ceramiche di tipo greco, qui presi in esame.

Dei 281 siti rinvenuti nel territorio, infatti, solo 42 restituiscono classi di materiali dei tipi indicati. Tra questi, solo alcuni sono ben databili nei loro limiti cronologici grazie al grado di conservazione dei reperti e alla loro varietà tipologica e quantità. Altri, invece, sono molto meno perspicui, a causa sia della estrema frammentazione dei reperti che non consente attribuzioni tipologiche precise, sia del numero esiguo dei frammenti stessi, spesso anche isolati all’interno di contesti cronologicamente molto lontani e, quindi, più difficilmente attestanti vere e proprie fasi insediative.

In generale, si constata una elevata scarsità delle attestazioni anche nei siti maggiormente rappresentati, scarsità che riguarda sia il dato numerico (quantità dei frammenti diagnostici), sia le classi e i tipi presenti, e che au-menta in maniera esponenziale per l’avanzato V sec. a.C.Più consistenti, infatti, per la quantità dei reperti e la varietà dei tipi, si sono rivelati i siti databili nella fase più antica, tra gli ultimi decenni del VI e i primi del V sec. a.C., periodo in cui si coglie il momento d’incontro tra le comunità anelleniche e i Greci delle colonie: lo stesso (seconda metà del VI a.C.) in cui si assiste alla nascita di un assetto urbano nei due principali insediamenti della zona: Entella e il centro di Monte Adranone, sotto il cui controllo doveva ricadere parte del territorio oggi compreso entro confini amministrativi che non corrispondono certamente agli assetti territoriali dell’antichità.L’importante insediamento di Monte Adranone, oggi situato appena oltre il moderno confine comunale e provinciale, doveva sicuramente esercita-re in antico un controllo diretto sulla chora circostante e, quindi, almeno su buona parte del settore Sud e SudEst del territorio del comune di Contessa Entellina, oggetto del survey.

Carta del territorio del Comune di Contessa Entellina: sono indicati in rosso i siti e in azzurro le attestazioni di off-site. I siti con fasi tardoarcaiche e classiche sono segnalati in blu; il cerchio indica siti che hanno restituito materiali poco diagnostici e/o insufficienti a determinare l’esistenza di una vera e propria fase insediativa.

Veduta, dall’alto della Rocca d’Entella, di parte del territorio a SudEst. In lontananza, a destra, Monte Adranone.

La ceramica a vernice nera fa la sua comparsa con tipi che si datano tra l’ultimo venticinquennio/fine dei VI sec. a.C. e il 480 a.C. ca. A queste prime testimonianze di presenza di materiali di tipo greco, si accompagnano pochissimi, isolati, esemplari di coppe ioniche B1 e B2 e di ceramica a bande.

I tipi maggiormente rappresentati in questo periodo (fig. 1) sono le coppe tipo stemmed dish, tipo C e B (1 solo fr.). Tra gli skyphoi pre-vale nettamente il tipo attico (A) rispetto al tipo C, di cui si contano un solo frammento riconducibile a questa fase cronologica e uno a bande di produzione locale/regionale su modelli del tipo C.Altre forme sono testimoniate da pochissimi frammenti: le coppette a bande (one-handler banded) (2 frr.) ad orlo ingrossato (broad rim) (1 fr.), le lucerne (1 del tipo Howland 16, 3 Howland 19A e varianti). Queste ultime, così come 3 dei 4 frr. di lekythoi rinvenuti, proven-gono da due insediamenti situati alle falde della Rocca d’Entella, tra l’altro nelle immediate vicinanze di due delle necropoli della città.

I decenni centrali del V sec. a.C. sono attestati da pochi frammen-ti riconoscibili, insieme a ceramica acroma genericamente datata nel corso del V, o a forme sorte agli inizi del secolo, ma circolanti ancora per tutta la prima metà, come gli skyphoi. Solo pochissimi tipi (tra cui coppette, saltcellar, bolsal, cup-skyphos a vernice nera) caratterizzano, infine, l’ultimo quarto del secolo, cui è riferibile un numero molto limitato di siti, identificabili anche dalla presenza di alcuni frammenti di anfore (fig. 2).

Questa classe è, anch’essa, presente con pochissimi esemplari ri-conducibili alle forme corinzie A e A1 (3 frr.) e alle cd. “greco-occi-dentali”, tra cui 3 frr. databili dall’ultimo quarto del V sec. a.C.

L’insieme di questi dati fornisce l’immagine di un territorio occupato da un numero limitato di insediamenti di piccole dimensioni, a giudi-care dalle aree, ma soprattutto dalla quantità dei materiali rinvenuti. All’interno di un territorio che mostra settori disabitati, questi inse-diamenti – in gran parte collocati sui rilievi collinari – sono concen-trati solo in alcune zone e su alcune direttrici che corrispondono, di fatto, ad assi viari già in gran parte riconosciuti e attivi anche in altre epoche.È il caso dei siti che circondano Entella da NordEst a Nord a Sud-Ovest, collocati sia sulla dorsale di C.da Pizzillo, lungo un asse viario che raggiunge il versante Nordest della Rocca e una delle porte del-la città, sia nel fondovalle del Vaccarizzo, a Sud, lungo un altro im-portante asse viario che conduceva alla porta urbica di NordOvest.

Un altro gruppo di siti definisce una fascia insediativa che, partendo dal margine NordEst del territorio (C.de Realbate e Mole), lo percor-re trasversalmente fino all’estremo margine SudOvest. Alcuni inse-diamenti si trovano, poi, nelle vallate immediatamente a NordOvest di Monte Adranone ed è verosimile che fossero disposti su percorsi direttamente collegati ad esso.Un caso particolare è rappresentato, poi, dal nucleo insediativo di Calatamauro, posto a metà circa tra Entella e Monte Adranone, in una importante posizione strategica e verosimilmente configurabile come un sito di grande rilevanza nel territorio fino alle soglie dell’e-tà classica.

0

50

100

150

200

250

300

Totale siti Totale siti con ceramica di tipo greco

Siti fine Vi-inizi V a.C. (o prima metà V)

Siti seconda metà V a.C.

Siti ultimo quarto V a.C.

Chiara Michelini - Scuola Normale Superiore ([email protected])

CARTA ARCHEOLOGICA DEL COMUNE DI CONTESSA ENTELLINAUN’IMMAGINE DEL TERRITORIO TRA L’ETÀ TARDOARCAICA E CLASSICA

ATTRAVERSO I MATERIALI DI TIPO GRECOCHIARA MICHELINI