carlo v d'asburgo & martin lutero

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Concordato In Italia il primo concordato fra Stato e Chiesa venne stipulato nel 1929, quando il Capitolo II Noemi Massa LE GRANDI POTENZE NEL XVI SECOLO 2.1 Carlo V d’Asburgo L’Umanesimo e il Rinascimento furono due periodi profondamente influenzati da avvenimenti politici degli anni 1515-1530. Uno degli eventi dove l’Italia fu il vero e proprio campo di battaglia fu lo scontro tra Francia e Spagna. Nel 1503 gli Spagnoli si impossessarono del regno di Napoli, ma nel 1515 il re di Francia, Francesco I, riconquistò Milano la quale era già sotto dominio francese dal 1499. Grazie a questo suo successo, Francesco I ottenne un accordo tra lo Stato e la Chiesa al fine di evitare ulteriori scontri, un concordato. Ciò fu molto vantaggioso per lui, infatti nel 1516 il gli venne riconosciuto dal pontefice il diritto di nominare i vescovi e gli abati dei monasteri. Quando la situazione politica pareva ormai favorevoli ai francesi, arrivò in Europa un uomo che ostacolò ogni tentativo francese di espansione territoriale: Carlo d’Asburgo. Costui era figlio di Filippo il Bello d'Asburgo, figlio a sua volta dell'Imperatore Massimiliano I d'Austria e di Maria di Borgogna. La madre era invece Giovanna di Castiglia, detta "la Pazza", figlia di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia. Carlo perciò da subito assunse diversi titoli e corone vista la sua discendenza: divenne signore delle Fiandre nel 1506, mentre nel 1516 fu incoronato re di Spagna . Nel 1519 poi divenne imperatore di Germania , dove assunse il nome di Carlo V. Nel 1515 la città di Milano era ancora sotto il dominio di Francesco I, il quale per legittimare la sua conquista propose la propria candidatura al titolo imperiale. Carlo però corruppe con un milione di fiorini d’oro il collegio dei principi elettori, divenendo così lui imperatore. Ma non appena nel 1520 partì in Germania fu accusato dai parlamenti di Castiglia di servirsi delle risorse spagnole per scopi personali in terre straniere, e ciò scatenò una rivolta nelle città principali. Coloro che si ribellarono però avevano comunque una certa reverenza verso il potere del re, perciò chiesero che egli non si allontanasse dal 1

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Breve riassunto su l'età di Lutero e Carlo V.

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Page 1: Carlo V d'Asburgo & Martin Lutero

ConcordatoIn Italia il primo concordato fra Stato e Chiesa venne stipulato nel 1929, quando il regime fascista cercava l’appoggio della Santa

Capitolo II Noemi Massa

LE GRANDI POTENZE NEL XVI SECOLO

2.1 Carlo V d’Asburgo

L’Umanesimo e il Rinascimento furono due periodi profondamente influenzati da avvenimenti politici degli anni 1515-1530. Uno degli eventi dove l’Italia fu il vero e proprio campo di battaglia fu lo scontro tra Francia e Spagna. Nel 1503 gli Spagnoli si impossessarono del regno di Napoli, ma nel 1515 il re di Francia, Francesco I, riconquistò Milano la quale era già sotto dominio francese dal 1499. Grazie a questo suo successo, Francesco I ottenne un accordo tra lo Stato e la Chiesa al fine di evitare ulteriori scontri, un

concordato. Ciò fu molto vantaggioso per lui, infatti nel 1516 il gli venne riconosciuto dal pontefice il diritto di nominare i vescovi e gli abati dei monasteri. Quando la situazione politica pareva ormai favorevoli ai francesi, arrivò in Europa un uomo che ostacolò ogni tentativo francese di espansione territoriale: Carlo d’Asburgo. Costui era figlio di Filippo il Bello

d'Asburgo, figlio a sua volta dell'Imperatore Massimiliano I d'Austria e di Maria di Borgogna. La madre era invece Giovanna di Castiglia, detta "la Pazza", figlia di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia. Carlo perciò da subito assunse diversi titoli e corone vista la sua discendenza: divenne signore delle Fiandre nel 1506, mentre nel 1516 fu incoronato re di Spagna. Nel 1519 poi divenne imperatore di Germania, dove assunse il nome di Carlo V. Nel 1515 la città di Milano era ancora sotto il dominio di Francesco I, il quale per legittimare la sua conquista propose la propria candidatura al titolo imperiale. Carlo però corruppe con un milione di fiorini d’oro il collegio dei principi elettori, divenendo così lui imperatore. Ma non appena nel 1520 partì in Germania fu accusato dai parlamenti di Castiglia di servirsi delle risorse spagnole per scopi personali in terre straniere, e ciò scatenò una rivolta nelle città principali. Coloro che si ribellarono però avevano comunque una certa reverenza verso il potere del re, perciò chiesero che egli non si allontanasse dal regno se non in casi necessari, e che si sposasse prima possibile con una principessa portoghese per non introdurre ulteriori stranieri nel regno. Ci furono poi altre richieste di minore importanza da parte dei ribelli, come ad esempio una minore pressione fiscale, perciò un abbassamento delle spese di corte e un’amministrazione migliore della giustizia.

2.2 L’ideologia imperiale di Carlo V

L’incoronazione solenne di Carlo V avvenne il 23 Ottobre 1520 ad Aquisgrana. Bisogna sottolineare che nessun sovrano europeo aveva mai potuto esercitare il proprio potere su cosi tante terre come lui, e che inoltre Carlo non governava per diritto divino ne per diritto ereditario, ma come sovrano eletto

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Capitolo II Noemi Massa

il quale era vincolato da patti stipulati con gli elettori. Mercurino Arborio di Gattinara, uno dei suoi più stretti collaboratori, vedeva la figura di Carlo come un inviato dal Cielo, il quale aveva il compito di portare giustizia e pace nella Terra. Altri intellettuali invece pensavano che gli uomini sono schiavi della cupidigia, (ovvero del desiderio di possedere) perciò la pace tra i diversi popoli poteva realizzarsi solo nel caso in cui fosse esistita una forza superiore, in grado di gestire in maniera neutra le contese fra gli Stati. Nelle opere di Dante si faceva riferimento al peccato della cupidigia, e l’autore stesso descrisse l’arrivo di un imperatore in grado di frenarla e di riportare l’umanità in una condizione di armonia e felicità. Nel primo canto della divina commedia questa figura viene rappresentata con un cane di razza, il veltro, capace di uccidere la lupa che era appunto simbolo di cupidigia.

2.3 Lo scontro tra Francia e Spagna

Uno dei principali nemici di Carlo V era il re di Francia Francesco I, il quale tentò di contrastarlo. Come già detto in precedenza, Francesco I era in possesso di Milano, territorio di cui però anche Carlo voleva impadronirsi. Il suo scopo era quello di creare un passaggio attraverso l’Italia che potesse collegarlo direttamente ai domini austriaci e quelli spagnoli aggirando la Francia. Così il 24 Febbraio si scatenò una battaglia che segnò la definitiva espulsione degli eserciti francesi dall’Italia: la battaglia di Pavia, dove venne utilizzato per la prima volta l’archibugio. Sebbene micidiale qualora utilizzata sui cavalieri, era un’arma molto lenta da maneggiare e da ricaricare, ma ciò non impedì una progressiva crescita degli archibugieri all’interno degli eserciti. Il papa iniziò a temere per l’egemonia spagnola cosi creò un’alleanza con i principali Stati Italiani contro Carlo V: la lega di Cognac. Essa comprendeva Francesco I, Clemente VII, Firenze, Venezia e Francesco Sforza di Milano. Nel 1526 ci furono diverse accuse da parte dell’imperatore al pontefice, una di queste fu che egli divideva la cristianità e che impediva alle sue forze di andare contro i turchi. Il 6 maggio 1527 allora l’esercito di Carlo V decise di propria spontanea volontà di marciare verso Roma, la quale venne espugnata e saccheggiata nel mentre che il papa si rifugiava a Castel Sant’Angelo. Nel 1528-1529 la Francia inviò soldati per liberare il Papa, ma essi venivano continuamente respinti dagli eserciti spagnoli di Carlo V, i quali permettevano l’accesso solo ai rifornimenti o ai rinforzi. Nel 29 Giugno 1529 Clemente VII e Carlo V raggiunsero un accordo, e firmarono così il trattato di Barcellona. Il Papa uscì cosi dalla lega dei nemici dell’imperatore e con lui stipulò un’ulteriore pace. In cambio il Papa

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ArchibugioI primi utilizzavano una miccia a combustione legata a un percussore la quale veniva accesa da un soldato. Si premeva poi il grilletto cosi che il percussore spingesse la miccia dentro una cavità piena di polvere che non appena riceveva il fuoco la faceva partire.

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Capitolo II Noemi Massa

ottenne che la sua famiglia (ovvero quella dei Medici) riacquisisse il potere di Firenze. Quando Francesco I perse l’appoggio del Papa il 2 Agosto 1530 firmò la pace di Cambrai dove la Francia rinunciava definitivamente alla Lombardia e alla Spagna. Alla fine di Marzo dell’anno 1530 Carlo fu incoronato imperatore dal Papa, e infine per onorare gli accordi di pace ordinò alle sue truppe di riconquistare Firenze.

2.4 L’impero turco nei primi decenni del Cinquecento

I turchi ottomani erano gli unici nel Medio Oriente a possedere l’artiglieria, e ciò gli permise di sottomettere nel 1516 la Siria e nel 1517 l’Egitto. Grazie a questi trionfi divennero i padroni del Mediterraneo orientale, e successivamente anche una grande potenza marittima. Nel 1538 sconfissero la flotta di Venezia e quella di Carlo V, assicurandosi cosi l’egemonia marittima nel Mediterraneo. Per il sovrano, Selim I, la conquista dell’Egitto significava assumere il titolo di califfo, ovvero di successore del profeta. Originariamente nell’islam non vi era separazione tra guida politica e guida religiosa, infatti Maometto fu sia guida spirituale che condottiero degli eserciti musulmani, come se un’unica figura avesse assunto sia il ruolo di imperatore che di Papa. La divisione del mondo musulmano aveva limitato molto il potere dei califfi, i quali riassunsero nuovamente un valore quando gli ottomani avevano conquistato in impero che concorreva con quello dei primi successori di Maometto.

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Capitolo III Noemi Massa

LA RIFORMA PROTESTANTE IN GERMANIA

3.1 La teologia di Martin Lutero

Martin Lutero nacque il 10 Novembre 1483 in Sassonia, e nel 1505 decise di entrare in convento. Fece questa scelta perché voleva fuggire dai pericoli del mondo e raggiungere la pace dell’anima. Sebbene lui tentasse di essere un monaco impeccabile, si sentiva sempre in costante debito con Dio ed era convinto di essere destinato alla dannazione eterna. Secondo il suo pensiero nessun uomo poteva raggiungere il Paradiso solo con le proprie forze, in quanto Dio era un giudice terribile e ai suoi occhi nessuno poteva essere appunto giudicato giusto. Nel 1512 divenne professore di Sacra Scrittura nell’università di Wittenberg, dove tenne un corso sulla “Lettera ai romani” scritta dall’apostolo Paolo. In questa lettera Lutero trovò una visione molto

negativa dell’essere umano, simile quindi alla sua. Trova scritto inoltre che gli uomini hanno una tendenza irrefrenabile verso il male, ed è questo che genera l’eredità del peccato originale il quale, secondo il suo pensiero, impedisce di rispettare i comandi di Dio e quindi di attuare del bene. Secondo Paolo, ma anche secondo Lutero, non era assolutamente possibile essere giustificati da Dio (ovvero trattati come giusti) solo sulla base delle proprie opere buone o dei propri meriti. Paolo però non credeva che la sorte dell’umanità fosse la dannazione generale, in quanto il castigo per il peccato si è riversato nella croce di Cristo, perciò nel figlio di Dio stesso. Secondo Lutero infatti la

giustificazione (salvezza), ovvero la possibilità di accedere al Paradiso non era frutto di sforzi, bensì era un dono.

3.2 La polemica contro le indulgenze e il purgatorio

Secondo la concezione di Lutero l’uomo non poteva salvarsi da solo, e per questo motivo era Dio ad offrirgli la salvezza seppure egli non la meritasse. Non era quindi accetta la concezione del purgatorio, perché se Dio trattava l’uomo da giusto e lo salvava nonostante fosse un peccatore, significava che egli non aveva bisogno di purificarsi in quel luogo. Il rifiuto della cooperazione umana per la salvezza e il fatto che si sminuisse il processo che sarebbe dovuto avvenire in purgatorio fa si che nella teologia di Lutero il bersaglio principale diventassero le indulgenze, le quali al contrario erano delle opere buone compiute allo scopo di accorciare la propria pena in purgatorio. Nel 1517 Lutero scrisse un testo contenente 95 tesi dove esponeva la sua opinione circa le indulgenze. Il concetto principale del testo era che le

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Lettera ai Romani“ Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.”

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Capitolo III Noemi Massa

indulgenze avevano ormai assunto un ruolo spropositato nella vita della Chiesa, sminuendo l’evangelo, ovvero l’annuncio della morte salvifica di Cristo. Lutero disprezzava quindi le indulgenze, inoltre era a conoscenza del fatto che il modo più semplice per ottenerle era versare una somma di denaro alla Chiesa, la quale vendeva così le indulgenze. Lutero venne spesso attaccato perché affermava che le indulgenze mettevano in dubbio la dottrina elaborata dal vescovo di Roma, e quando dovette scegliere fra la Sacra Scrittura e il papato scelse la Bibbia.

3.3 Il principio della sola Scrittura

Secondo il principio della sola Scrittura, solamente la Bibbia è una fonte valida per costruire la dottrina. Ai tempi del Nuovo Testamento la Chiesa era per Lutero pressoché perfetta, ma con il passare del tempo venne rovinata dalle numerose aggiunte umane. Applicando il principio della sola Scrittura occorreva quindi riformare la Chiesa e sistemare nuovamente la dottrina cristiana da tutte le cose che l’avevano rovinata durante gli anni. Rifiuta quindi le indulgenze e il purgatorio, inoltre rifiuta ogni valore del sacramento d’ordine, dove è presente la distinzione dei credenti tra sacerdoti e laici. Gli unici due sacramenti che Lutero accettava erano il battesimo e l’eucarestia, e nel 1519 affermò che ogni cristiano, dopo essere stato battezzato, era sacerdote di se stesso e in diretto contatto con Dio. Ma questa visione delle cose rendeva inutile la mediazione dei santi e la convinzione che la Chiesa fosse l’autorità che si interponeva tra il credente e Dio.

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Sola Scrittura

Dal momento che ogni cristiano praticante poteva regolarsi da se prendendo spunto dalle Sacre Scrittura, diventava inutile il sacerdozio in quanto ognuno diventava automaticamente sacerdote di se stesso.