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Anno XV - N. 3 Marzo 1972 !Jerlodlco mensile Dir. Amm.ne • Piccolo RifugIo . C.P. 217 V .rona • Tel. 31325 8ped. Gr. III C.C.P. 28/6222 " Agli amici . in let i zia . per amare insieme f ratelli Carissimi Se tu vedi i lati piccoli delle cose e degli uornlnl, sarai preso nella rete , ma se tu vedrai solamente il lato bello , avrai il sole del mio amore. ( George Chopiney) L'uomo che più riesce a godere nella vita ed ha una larga cerchia di cordiali relazioni, « è colui che ha sempre cercato di scoprire quanto vi ha di meglio negli altri e ha sempre dato il meglio di sé », Ecco una affermazione che do- vrebbe essere scritta ogni giorno a caratteri cubitali sulla prima pa- gina dei giornali, sui muri estero ni ed interni delle case, sale di riu- nione, nelle scuole dall'asilo alla universit à, come programma al- l'aprirsi di un nuovo focolare, sul- l'architrave di ogni convento, nel- le sa le parrocchiali, sulla prima pagina di ogni li bro di notes, co- me segnalibro in qu ello che si sta leggendo, in evidenza quando si fa meditazione, come preghi era ogni matt ina : Signore aiutami a sco- prire in ogni persona che avvicino il migliore di sé, mentre ti chiedo amiCI di aiutarmi a dare agli altri solo il migliore di me stess o. Se tenessimo sempre presente questo e divenisse propri o la ri- ' cerca della nostra vita d'incontro, non occorrerebbe più pensare a tanti problemi. Ci sarebbe in cir- colazione una inesauribile ricchez- za da farne , parte a tutti, da di- spensare a tutto il mon do. Anzitutto, lo scoprire ciò che vi .è di migliore negli altri, è stretta- mente legato al migliore di me stesso. Difatti, la lampada che mi deve far chi aro den tro agli altri, sta d entro di me. L'egoismo è il primo ìmpedimen- . to: mi conc ent ra in me stesso e mi rende impossibile acc orgermi degli altri. Se invece amo la ver ità , sono leale e coraggioso, vi sarà un filo conduttore che mi innesterà nel coraggio e nella lealtà degli altri. Se viceversa ho in me delle gros- se lacune, di istinto vorrò trovar- le anche negli altri. La parte peg- giore di me, non si rassegna a tro- vare più bontà e generosità : biso- gna che ferisca, che umili , che im- pedisca la troppa stima, che trovi la nota stonata nell'altro, altri- menti la mia cattiveria non ha pa- ce. Questo fa molt o male nella vita di relazione: non avrò una larga cerchia di amici, ma un largo vuo- to attorno a me. lo ho bisogno di edificarmi, di specchiarmi, nell'altro. Ho biso- gno di stimarl o. Non mi permette- mai di dire: « Si, ma, però ... ». Anzi vorrò inalzare il mio prossi- mo di fronte agli altri. E questo, non perchè la devo inalzare, ma perché merita di es- sere inalzato. Veramente, l'altro 'che avvicino, ha dell e doti che io non ho. lo le voglio scoprire e farle conoscere, perché certamente ci sono e fan- no tanto oene a tutti. Se ha dei difetti, non cercherò di giustificare i miei; e se posso aiutarlo ad aumentare i suoi me- riti di f ron te agli altri , lo farò con gioia. E che devo far e di me? E' stato d etto che « i felici, sono soltanto i v ir tuosi... », Bisogna cre dere che é così, per- ché la vir conquista l'uomo. Un cattivo potrà' vendicarsi del- la virtù dell'altro ,p erché ha biso- gno di uccidere la part en emica , non sop po rta di essere condanna- to; ma chi possi ede delle vi rt ù, è aute ntico e sa dare, si fa un lungo seguito di gra ndi amicizie che du- rano p er sempre e trascinano sul- la scia del bene. Se uno mi considera, cerca di comprendermi, mi vuol bene non solo a pa rol e, ma mi sostiene nei pa ssi più scabrosi , diviene vera- mente mio amico, p erchè mi con- quista. Dice Tagore, il grande po eta in- diano: « La vita ci è data in dono e noi la m eritiamo offrendola », E' una grande verità. Che fare di qu esto grande dono , se non co- municare agli altri tutto quello , che con la vita Dio ci ha dato? E' il modo migliore di ringraziarlo . Dice ancora il poeta indiano: « A Dio piacciono le lampade uma- ne più che le grandi sue stelle », E lo crediamo bene noi, tanto piccoli ma tant o grandi da poter far luce a chi cammina con noi nel mondo. Animo, amici carissimi: scopria- , ma tutto il bene che c'è negli al- tri, per diventare entusiasti del prossimo e ottimisti al massimo. - Quel mio collega così intelli- gente e colto, non si mette mai in mostra. Sembra non si acc orga di q uanto vale. - Quanta pazienza in quella persona che a bita nel mio stess o piano: più volte ho visto i ragaz- zini di scuola an dargli i ncontro per chiedere una spiegazione al problema o al tema di classe. - La signora di fronte? E' già . il secondo bambino orfano che prende in casa: vedova, con figlie sposate, potrebbe vivere in pace e godersi solo i nip otini. - Un amico aveva bisogno di un prestito che io non potevo da- re, ma l'ho indirizzato ad una per- sona buona che non prende inte- resse e aiuta sempre se può. E la signorilità e delicatezza con la quale la famiglia accanto, invi- ta a tavola ogni domenica quel poveretto? Quant o rispetto per la persona umana e che insegnamen- to per i figli. - Non no mai se tito una paro- la di critica, in bocca al mio diret - tore d'ufficio, verso le persone che si conoscono. Ciò mi fa bene. - Vi sono dei miei compagni di fabbrica così educati; e come sono solidali' se uno ha bisogno dell'altro. Ce ne sono pochi, ma ci sono. .- La fede e il co raggio di quella donna che lavora da ma tt ina a se- ra e alleva i suoi bi mbi con tan to decoro. - Non avrei ma i pe nsa to che in quella disgrazia improvvisa ci fos- se sta ta tanta rassegnazione, nel- l'animo del mio amico. - Il sorris o di quel giovane in- fermo! Come è possibile? Mi sem- brer ebb e di non rassegnarmi mai, invece egli è sere no e s cherza vo- lentieri con gli amici. Quanti e sempi, vir genuina , fe- de, umil e servizio al prossimo , so- lo a pens arci un po '! Diamo anche noi agli altri, il meglio di noi. Distruggiamo tutto ciò che forse in momenti di rivol- ta vorrebbe ven ir fuori, seminan- do rovine e d ando impressioni non buone. Se vogliamo possiamo spegne- re a ttorno a noi le critiche che fanno sempre tanto male a tutti e dare vitalità a mille atti buoni, che potranno accendere mille altre luci nel cuore degli uomini nostri fra- telli. Tanti cordialissimi auguri di bontà! L'Amore Vince

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Page 1: Carissimi - Piccolo Rifugio · 2013. 1. 12. · La prima è Minou Drouet, la piccola francese dal cuore ricco di una poesia profonda e delicata che la espone a tante sofferenze e

Anno XV - N. 3Marzo 1972

!Jerlodlco mens ile

Dir. Amm.ne • Piccolo RifugIo .

C.P. 217 V.rona • Tel. 31325

8ped. Gr . III C.C.P. 28/6222

" •Agli amici. in letizia. per amare insieme f ratelli

Carissimi

Se tu vedi i lat i piccoli delle cose edegli uornlnl, sarai preso nella rete,ma se tu vedrai sol amente il lato bello ,avrai il sole del mio amore.

(George Chopiney )

L'uomo che più riesce a goderenella vita ed ha una larga cerchiadi cordiali relazioni, « è colui cheha sempre cercato di scoprirequanto vi ha di meglio negli altrie ha sempre dato il meglio di sé »,

Ecco una affermazione che do­vrebbe essere scritta ogni giornoa caratteri cubitali sulla prima pa­gina dei giornali, sui muri esteroni ed interni delle case, sale di riu­nione, nell e scuole dall 'asilo allauniversità, come programma al­l'aprirsi di un nuovo focolare, sul­l'architrave di ogni convento, nel­le sa le parrocchiali, sulla primapagina di ogni libro di notes, co­me segnalibro in qu ello che si staleggendo, in evidenza quando si fameditazione, come preghiera ognimattina : Signore aiutami a sco­pri re in ogni persona che avvicinoil migliore di sé, men tre ti chiedo

• •amiCI

di aiutarmi a dare agli altri solo ilmigliore di me stesso.

Se tenessimo sempre presentequesto e divenisse proprio la ri- 'cerca della nostra vita d'incontro,non occorrerebbe più pensare atanti problemi. Ci sarebbe in cir­colazione una inesauribile ricchez­za da farne ,parte a tutti, da di­spensare a tutto il mondo.

Anzitutto, lo scoprire ciò che vi.è di migliore negli altri, è stretta­mente legato al migliore di mestesso.

Difatti, la lampada che mi devefar chiaro dentro agli altri, stadentro di me.L'egoismo è il primo ìmp edimen- .to: mi concentra in me stesso emi rende impossibile accorgermidegli altri.

Se invece amo la verità , sono

leale e coraggioso, vi sarà un filoconduttore che mi innesterà nelcoraggio e nella lealtà degli altri.

Se viceversa ho in me delle gros­se lacune, di istinto vorrò trovar­le anche negli altri. La parte peg­giore di me , non si rassegna a tro­vare più bontà e generosità: biso­gna che ferisca, che umili , che im­pedisca la troppa stima, che trovila nota stonata nell'altro, altri­menti la mia cattiveria non ha pa­ce.

Questo fa molto male nella vitadi relazione: non avrò una largacerchia di amici, ma un largo vuo­to attorno a me.

lo ho bisogno di edificarmi , dispecchiarmi, nell'altro. Ho biso­gno di stimarlo. Non mi permette­rò mai di dire: « Si, ma, però... ».Anzi vorrò inalzare il mio prossi­mo di fronte agli altri.

E questo, non perchè la devoinalzare, ma perché merita di es­sere inalzato.

Veramente, l'altro 'che avvicino,ha dell e doti che io non ho. lo levoglio scoprire e farle conoscere,perché certament e ci sono e fan­no tanto oene a tutti.

Se ha dei difetti, non cercheròdi giust ificare i miei; e se possoaiutarlo ad aumentare i suoi me­riti di fronte agli altri , lo farò congioia.

E che devo fare di me?

E' stato detto che « i felici, sonosoltanto i virtuosi... »,

Bisogna credere che é così , per­ché la virtù conquista l'uomo.

Un cattivo potrà' vendicarsi del­la vir tù dell'altro, perché ha biso­gno di uccidere la parte nemica,non sopporta di essere condanna­to; ma chi possiede delle virtù, èautentico e sa da re, si fa un lungoseguito di grandi amicizie che du­rano per sempre e trascinano sul­la scia del bene.

Se uno mi considera, cerca dicompren derm i, mi vuol bene nonsolo a parole, ma mi sost iene neipa ssi più scabrosi , diviene vera­mente mio amico, perchè mi con­quista.

Dice Tagore, il grande poeta in­diano: « La vita ci è data in donoe noi la meritiamo offrendola »,

E' una grande verità. Che fa redi qu esto grande dono, se non co­municare agli altri tutto qu ello ,che con la vita Dio ci ha dato? E'il modo migliore di ringraziarlo.

Dice ancora il poeta indiano:« A Dio piacciono le lampade uma­ne più che le grandi sue stelle »,

E lo crediamo bene noi, tantopiccoli ma tanto grandi da poterfar luce a chi cammina con noinel mondo.

Animo, amici carissimi: scopria­, ma tutto il bene che c'è negli al­

tri, per diventare entusiasti delprossimo e ottimisti al massimo.

- Quel mio collega così intelli­gente e colto, non si mette mai inmostra. Sembra non si accorga diquanto vale.

- Quanta pazienza in quellapersona che abita nel mio stessopiano: più volte ho visto i ragaz­zini di scuola andargli incontroper chiedere una spiegazione alproblema o al tema di classe.

- La signora di fronte? E' già .il secondo bambino orfano cheprende in casa: vedova, con figliesposate, potrebbe vivere in pacee godersi solo i nipotini.

- Un amico aveva bisogno diun prestito che io non potevo da­re, ma l'ho indirizzato ad una per­sona buona che non prende inte­resse e aiuta sempre se può.

E la signorilità e delicatezza conla quale la famiglia accanto, invi­ta a tavola ogni domenica quelpoveretto? Quanto rispetto per lapersona umana e che insegnamen­to per i figli.

- Non no mai se tito una paro­la di critica, in bocca al mio diret­tore d 'ufficio, verso le persone chesi conoscono. Ciò mi fa bene.

- Vi sono dei miei compagnidi fabbr ica così educati; e comesono solidali ' se uno ha bisognodell'altro. Ce ne sono pochi, maci sono.

.- La fede e il coraggio di quelladonna che lavora da mattina a se­ra e alleva i suo i bi mbi con tantodecoro .

- Non avrei mai pensato che inque lla dis grazia improvvisa ci fos­se stata tanta rassegnazione, nel ­l'animo del mio amico.

- Il sorriso di quel giovane in­fer mo! Come è possibile? Mi sem­brerebbe di non rassegnarmi mai,invece egli è sereno e scherza vo­len tieri con gli amici.

Quanti esempi, virtù genuina, fe­de, umile servizio al prossimo, so­lo a pensarci un po '!

Diamo anche noi agli altri, ilmeglio di noi. Distruggiamo tuttociò che forse in momenti di rivol­ta vorrebbe venir fuori, seminan­do ro vine e dando impressioni nonbuone.

Se vogliamo possiamo spegne­re attorno a noi le critiche chefanno sempre tanto male a tutti edare vitalità a mille atti buoni, chepotranno accendere mille altre lucinel cuore degli uomini nostri fra­telli.

Tanti cordialissimi auguri dibontà!

L'Amore Vince

Page 2: Carissimi - Piccolo Rifugio · 2013. 1. 12. · La prima è Minou Drouet, la piccola francese dal cuore ricco di una poesia profonda e delicata che la espone a tante sofferenze e

Leggete queste due lettere che si sono scambiate due fanciulle toccate dall 'austera carezza del dolore.La prima è Minou Drouet,la piccola francese dal cuore ricco di una poesia profonda e delicatache la espone a tante sofferenze e incomprensioni.Minou ha un'amica in Piemonte, Pinuccia,una bambina cieca, sorda, e muta, e le scrive per confortarla.Pinuccia rispònde al canto di Minou con la sua parola semplice, dettata da una anima forte e generosa.(Gabriella Persico)

da quando ho ricevuto la tua let­tera, me la stringo al cuore ognisera , prima di addomentarmi.

Pinuccia, per fare équilibrio alpiatto in cui il mondo ammucchiale sue atrocità, perchè la bilanciafunzioni normalmente, è necessa­rio-che il piccolo Gesù metta, ran­nicchiate, sull'altro piatto, moltePinuccie e molte Minou. lo penso,Pinuccia, che noi siamo le più fa­vorite, perchè il nostro cuore puòappassionatamente cullare d'amo­re il cuore di quelli che l'odio ac­ceca.

lo penso che tu ed io non sia­mo venu te sulla terra che per es-

Fratello che soffri,ch issà quante volte , nel segreto

del tuo cuore, ti sarai domandato:« Ma se Dio è buono perché fasoffri re ? »,

Béh... lo sono andato molto piùin là. Ovvio. Fin da bambino ilsanatorio è stata la mia casa, Giuo­chi e studi, fino all'inutile diplo­ma di ragioneria, tutto qui dentro,

Oggi, a trent'anni, sono un relitto.Che male avevo fatto? L'illazione èdi bronzo:

O Dio non c'è, o è cattivo.

Non bestemmiare fratello. Labestemmia è degli stolti che cre­dono di spegnere con uno sputo ilsole e di cancellare Dio con un'in­sulto.

Valeva la pena di diventar ra­gioniere per non ragionare?

sere la carezzevole fragilità di unciuffetto di ovatta che accetta diriempirsi della miseria altrui, diannegarsi nella sostanza di questapietosa miseria, l'ovatta calman­te che nasconde tra la piaga, ch'es­sa ha la missione di guarire, e ilresto del mondo, un tesoro di si­lenzio.

Pinuccia, non v'è tramonto di so­le che sia così smagliante come loavvic1narsi a noi di Gesù - Ostia;né un oceano sconvolge come lacer tezza di dare un DO' di gioia adun'altro essere; ma non v'è nem­meno un albero al mondo che siacosì meravigiloso come quelli chetu e io creiamo nel nostro cervel­lo.

Pinuccia, nessuna realtà t'impo­ne le sue linee; il tuo cuore è lafata dell'universo di cui tu, sei laregina.

Pinuccia, le mie dita accarezza­no i tuoi occhi come accarezzanouna chitarra a cui esse voglionoinsegnar a cantar tutto quello chefreme in te . La tua lettera è me­ravigilosa!

Pinuccia , la tua mano nella miamano, fragili maglie di una catenacon cui noi finiremo per stringere

Per me questa è la realtà. Il re­s to sono parole.

Ma la tua non è realtà.E' un paradosso infantile: il

ghiaccio fuma, quindi brucia.E la stessa realtà può apparire

deformata: « Così è, se vi pare »,

Mezza bottiglia di vino, per ilpessimista è mezza vuota. Per l'ot­timista, mezza piena. (G. Cour­tois).

Dinanzi ad un morbo di Pott,sanato all'istante, il credente sos­surra: « Dio »! Il miscredente in­sabbia: « imponderabile l).

Tu, amorevolmente assistito, be­stemmi. Francesco Saverio, mo­rente in un'isola . deserta, grida:Basta mio Dio, troppa dolcezza! l) .

... Non pensare che il cristiane­simo consista nel frequentare lachiesa: i canti, suoni, fiori e pro­cessioni. Belle cose -ma il cristia­nesimo si conosce fuori della chie­sa. Come il soldato in guerra e ilmarinaio nella tempesta.

Facile amare Dio col vento inpoppa. Anche quella secchia rottain fondo al pozzo è piena d'acqua,ma tirala fuori ...

« Non chi dice Signore, Signo­re... », Chi vu oI venire dietro a me,prenda la sua croce »,

il mondo. Vedrai, Pinucia; al coi­lo della vecchia terra, le nostre ma­ni di fanciulle, faranno sdruccio­lare una-collana magica, la colla­na dell'amore, il cui metallo purodistruggerà ogni soffio di guerra.

Minou Drouet

f1~,

ti scrivo dal meraviglioso castel­lo, tutto ombra e silen zio, che èil cielo della mia anima in cui letue dolci e affettuose espressio­ni mi hanno portato un mare diluce e di ardore. Minou, tu seimolto saggia, mi sei molto cara;vorrei sempre meritare questotuo affetto unito alla tua dolce te­nerezza.

La mia mano è già nella tua perintrecciare gli anelli di quella me­ravigilosa catena che circonderà laterra. Il canto puro e gioioso deibambini di tutti i paesi del mondoraddolcirà anche i cuori più duri.

Si , mia cara Minou , tu non puoi

Non prendere il saio o la tonaca.La croce. Chiaro?

« .. . Se non fosse per il loro be­ne non li disturberei neanche conun soffio di zeffiro l). (Dio a S. Ca­terina da Siena).

« Ma quale bene? l) .

Quello vero: spirituale ed eter- ­no. Non fisico o economico . Qui èl'equivoco. -

« Ma permettere il male, perqualsiasi motivo , è crudeltà » ,

Vuoi chiamar crudele la madreche affida il suo bambino al chi­rurgo?

O l'Eterno Padre che consegnail suo Divin Figlio ai carnefici?

Dio non può essere cattivo, pernatura. Come il ghiaccio non puòbruciare.

L'uomo, solo l'uomo, tra gli es­seri creati, ha il triste potere diessere cattivo. Gli è tanto facile.E piacevole anche.

Dio, no. Se permette che la feb­bre bruci la tua giovinezza e sca­vi caverne nei tuoi polmoni, stacerto che non è per crudeltà »,

Se io, che sono cattivo, non vor­rei che tu fossi in quel letto, anzipagherei perchè non vi fossi, comevuoi che Dio, buono per definizio­ne ti lasci soffrire senza un perchè

immaginare quanto io sia felice diesserti così vicina col pensiero, eutile soprattutto con la preghiera.

Vedi? lo non so cantare ciò cheho dentro nel mio cuore, può dar­si perché le mie orecchie non sen­tono nulla, e il mio canto sarà sem­pre falso, da rana; ma può darsiche non sappia cantare anche per­ché non sono poetessa come te.Ma tu basti per tutte e puoi gui­darci tutte.lo resterò nascosta a tutti ma sem­pre tutta vicina a te col pensiero,dovunque il desiderio di cantare tiporterà: vicina col mio amore, u­nita con la preghiera.

Pinuccia

che superi il disfacimento del tuocorpo?

Fidati. FirmaGli questa cambia­le in bianco.

Un cieco si fida di un cane e tunon vuoi fidarti di Dio?

La Sapienza non può sbagliare.La Bontà nOI1 può essere crudele.Oggi vedi il ricamo a rovescio. Dilà non ti basterà l'eternità per rin­graziarlo di averti fatto soffrire.

« La vostra tristezza sarà cam­biata in gioia » , Certo come dopola notte il giorno. Di più. Il solepuò anche tramontare per sempre.La parola di Dio non tramonta inete rno .

Non ci resta ch e imitare il buonladrone: accettare, ringraziare, eadorare « con le ginocchia dellamente inchine » .

..

Ugo Nofr i

« Oltre le nubi, il sole »,

Ed. Francescana, Roma,

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...............................................................................Parfenza di Silvia

Già da molto tempo eravamo aconoscenza del desiderio di Sil­via: andare in Brasile.

Se n'era andata dal Piccolo Ri­fugio nel luglio '71 senza farchiasso, lasciando tanto rimpiantoed un gran vuoto. Aveva frequen­tato il corso di preparazione pres­so il Seminario dell'America Lati­na, ma ciò nonostante noi, egoi­sticamente speravamo nel soprag­giungere di qualche avvenimentoche trattenesse Silvia presso dinoi.

Al Piccolo Rifugio c'era bisognodi Lei, del suo sorriso, della suagentilezza, del suo cuore materno,del suo equilibrio.

A poco a poco i tempi matura­rono... di tanto in tanto si diffon­deva la notizia : Silvia è al Picco­lo Rifugio. Veniva sostenere qual­che stanca. E poi: Silvia parte pre­sto. E dopo: Non ha il nullaostadel consolato. Ed ecco la notiziashoccante. Silvia parte il 29 gen­naio. Non più pace al Rifugio.

Ultima settimana: un viavai digente che voleva salutare, vedere,parlare e trattenersi un po' con lei.Ed ecco la vigilia della partenza.

Con un folto gruppo di amici,convenuti per salutarla, ci si rac­coglie in chiesa e viene concele­brato il Divin Sacrificio. Ci si sen­te tanto uniti attorno all'Altare,si prega, si canta con tanta fede,già il cuore ne è gonfio. Si vedonogià occhi lucidi. .

Alla Mensa Eucaristica, a cuipartecipano tutti, ci si sente fra­telli, nel Signore ci si ama; si sen­te che Dio richiede a noi questosacr ificio; ci vuol e privare dellapresenza fisica di Sil via ; si soffrema nello st esso tempo si è ·orgo­gliosi che Sil via si doni a chi è piùbisognoso del suo aiuto.

Diceva sp esso: « Qui vi potetearrangiare. Il Signore vi aiuterà! >l .

Terminato il Sacri ficio Eucari­stico ci si raccoglie per un'agapefraterna... molt i abbracci, lacrime,auguri. Un gruppo di circa 20 ra­gazzi e ragazze s' in trattiene anco­ra: son o quelli che vogliono ac­compagnare Silvia a Genova.

Alle 24 si parte dal Rifu gio . Sil­via, commossa, sa luta chi resta.

In treno, ne llo scompartimento,si cerca di essere allegri e di tratte­nere la commozione.

Alle 9 siamo a Genova, al ponti­le della nave. Molti salgono a vi­sitarla: si vede la stanzetta dovealloggerà Silvia.

Tutti vogliono dirle qualcosa,raccomandarsi a lei; alla sua pre­ghiera.-

E' l'ora del distacco... ci si daun forte abbraccio. Tutti piango­no, si rimane attoniti, ma Silvia,pur nella commozione ci appareserena, soddisfatta di aver rag­giunto la sua meta.

La nave toglie gli ormeggi e siallontana.

Si saluta, si sventolano fazzolet­ti, si piange ma si capisce il verovolto dell'Amore. Un giovanetto,mentre gli scendevano le lacrimedagli occhi disse: « Ora ho capitoche cosa vuol dire amare. Amarevuol dire mettersi a disposizione

- di Dio, essere disposti a qualsiasirinuncia perchè trionfi Lui nelmondo » ,

Lasciamo la banchina ed in unsilenzioso colloquio con Silvia,cliesta allontanandosi da noi, con ilcuore che scoppia, torniamo allenostre abituali attività.

Sicuri che l'Amore non ha limitiné di tempo né di spazio, ci sen­tiamo commossi, ma orgogliosi diquesto dono fatto a Dio e ai nostrifratelli.

Mario

• •••••••••••••••••• c •••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 1

Qiornata mondiale dei lebbrosi •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Maria con due bimbi sani ,figli di lebbrosi.

,..•.••.............................................

Domenica 31 genn aio, siam o sta­te nella Parrocch ia di S. Saba, aRoma: abbiamo volu to da re an­che noi Wl contr ibuto prat ico per·i nostri lebbrosi.

Abbiamo allestito un a mostra­mercato , con oggetti di art igiana­to brasiliano, portati da Maria dallebbrosario di Aguas Claras - Sal­vador.

Anche le nostre inferme hann ovoluto far e qualcosa. Così hannopreparato alcuni lavori a favoredel lebbrosario dov'è Maria.

La giornata è andata abbastanzabene , forse poteva andar meglio ...!

Comunque il "fatto" economico,per cui ringraziamo il Parroco e isuoi fedeli per la gentile ospitalitàe il loro generoso contributo, l'e­sperienza è risultata valida per ilcontatto con la gente, da cui è de­rivato uno scam bio di opinioni eperciò una maggiore conoscenza eun arricchimento per ognuno.

Abbiamo scoperto ancora unavolta quanta gente sa comprende-

re le soffere nze alt rui, ma quantagente ancora s i lascia prendere daipregiudizi (in pieno seco lo XX...),tant o da dimenticarsi, in. qu ell 'i­st an te, che ol tre a non avere un avisione oggettiva della realt à, no nha, soprattutto, il coraggio di am a­re fino in fondo .

Abbiamo raccolto L. 165.000,che sono state inviate al lebbrosa­rio di Aguas Claras, con grandegioia nostra e ancor più grandegioia dei lebbrosi.

A proposito della jeep...Siamo sem pre noi di Roma e vo­

gliam o darvi notizie della nostraraccolta. Anche se lentamente, pro­cede abbastanza bene. Abbiamoraggiunto, da poco , L. 160.000...le ruote, ormai, possiamo compe­rarle...! E la nostra speranza si fapiù fort e.

Vi ringraziamo ancora.

Teresa, Rosaria e .Norma

Piccolo Rifugio - Roma

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E'. tanto bello trovarsi tutte assieme:è un dono di Dio ogni anno.Bisognerà fare tutto il possibile per dar loroquesta grande gioia e opportunità diaiutarsi un gruppo con l'altro.

da, I

Bras

•II

e

SALVADOR

Gennaio e parte di febbraio havis to riunite a Salvador, circa unaquarantina di ragazze, italiane eb rasiliane, sparse in équ ipe in pa­recchi Stati del Brasile.

Si è visto il lavoro fatto, si èprogrammato il lavoro da fare, siè constatato che il Signore bene­dice e... provvede. Sì, anche prov­vede attraverso gli amici in Italiae un po' anche col lavoro (inse­gnamento o artigianato) delle ra­gazze stesse.

C'è qualche spostamento tra igruppi. Luisa si sposterà da S.Pau lo Olivença (Amazzonia AltoSolimòes) a un giorno circa di bar­ca, in un villaggio di indios chia­mato Fejoal. Con lei andrà Isalti­na - brasiliana - per incominciareun po' di scuo la ai bambini e lacatechesi. Dovranno imparare lalingua loro ... è un problema.

Silvia appena arrivata dall'Ita­lia andrà a Quina ri con Silvana euna brasiliana del posto. MentreGrazia, che ha fatto sette anni disertào (interno del Brasile ) aiute­rà Francesca e Maria tr a i leb bro­si e ne lla pastorale ad Aguas Cla­raso

Estelita va tra i lebbrosi di Gra­ja ù e Angelita lascia la « Materni­tà» di Salvador già avviata, perpreparasi ad affrontare il lavorodi assistenza e di apostolato nellebbrosario « Vila Florença », purenel Maranhào,

Che il Signore ci benedica sem­pre!

QUI NARI do Acre

Abbiamo lasciato per la secondavolta la nostra Quinari per un me­se così da permetterei un po ' divacanze, gli incontri tra tutte levolontarie e un tempo particolaredi riflessione, in Salvador .

Il nostro lavoro di evangelizza­zione che ha come finalità la for­mazione della Comunità di Base ,quest'anno è arrivato ad un buonpunto di crescita. L'anno scorsosi è basato tutto sulla creazionedell'amicizia tra noi e il popolo;questo ha da to ottimo risu ltato.in quanto ci ha aperto le porte al­I'evangelizzazione.

Il lavoro si sta realizzando permezzo di Isa , Silvana , Graça eNeuza, vale a dire , du e italiane edue brasiliane.

Quinari po ssiede quest ' annoven ti monitori e no ve gruppi diEvangelizzazione; è un lavoro len­to e fruttuoso. La nostra gen tenon aveva mai sen tito parlare d iVangelo, i primi ch e sono statitocca ti dalla parola di Dio si sonolasciati tr asformare, chi era uomodi litigi o di « cachaç a » (alcool) halascia to tutto di la to; insomma lavita di Quinari sta cambiando, lasemen te sta cadendo in molti cuo­r i e non invano.

La nostra comunità sta in for­mazione, perciò , come dicevamoprima, è in una fase di crescita ;ogni settimana. alla do menica asera, ci sono gli incontri in ognistrada, ove si prega insieme, si can­ta , si medita il Vangelo, e alla lu­ce del Vangelo si scopre la neces­s ità di cambiare molte cose in sestessi, nella propria famiglia , nelvicinato, nel lavoro, nella vita so­ciale, nei divertimenti , ecc.

Essendo ancora in cammino,siam o in continua revisione e sco­perta; perciò con l'aiuto dello Spi­rito Santo scopriremo i vari doniche Dio ha dato a ciascun monito­re, perchè sia aiutato dalla Chiesadell'Acre a realizzare i talenti rice­vuti per matterli a servizio dellamedesima. Questa è la nostre chie­sa viva.

I monitori sono gente del luo­go , generalmente la più umile. lapiù povera che ha saputo gustaresubito la bellezza del Vangelo evuole continuare a scoprirla as-

sieme ai suoi fratelli . La maggio­ranza ha concluso il mes e scorsoil corso di alfabetizzazione (Mo­bral) distinguendosi dagli altri perla sete di apprendere così da po­ter leggere nel proprio gruppo ilpezzettino di Vangelo da meditare.

Ora poche idee ma ben chiare lianimano e li spingono al lavoro:

è necessario r iun irs i e medita­re il Vangelo perch è non lo co­nosciamo.

Dobbiamo farla finita di litigie divisioni « somos todos ir­maos » (siamo tutti fratelli).

Dobbiamo ai utarci , ci sono tan­te cose da fare per migliorarequesto mondo.

Abbiamo voluto quest'anno an­dare un'altra volta a Recife perapprofondire lo spirito di questolavoro, per poi aiutare m eglio imonitori . Una sola parola di Cri ­s to è motivo di med itazione, di co­scientizzazione, s i se n te il Cri stocomun icars i. Questa è p reghiera.Lunghi momen ti di silenz io sonointercalati da frasi profondamen ­te sentite e vissu te . Il segreto ditutto questo è pr ima di tutto unascoperta personale dell a r icchez­za del Va ngelo , e pi ù si va a fon­do più si r iuscirà ad aiu tare i mo­nitori. Noi l'abbiamo veramentecap it o e vogliamo vive rlo tra dinoi.

Quest'anno Sil van a reste rà conSilvia, più una infermiera che a­sp ira ad esse re volon tar ia, per da­re continu ità e consis te nza al la­voro di Quinari; e Isa assiem e aGraça e Francisca andranno nellacittà di Rio Branco per comincia­re lo stesso lavoro in un bai l' I' O

povero; nello s tesso tempo man­terranno contatti con Quinari.

Tutte noi lavoreremo per guada­gnarci il pane e s tud ieremo per ar­ricchire ancora di più il nostro la­voro di apostolato.

Non è tutto meraviglioso? Pernoi lo è in una maniera splendida .tanto più che in questa trama e­siste la realizzazione concreta delRegno di Dio .

Isa e Silvana

Dir. re sp .: Da Villa

Con approvazione ecclesiast icaTipo-lite Stimmatini - Verona