cannabis sativa l. la canapa, cannabis sativa l., è una pianta nativa dell’ asia centrale a nord...
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Cannabis sativa L.
La canapa, Cannabis sativa L., è una pianta nativa dell’ Asia centrale a
nord dell’ Himalaya.
La Cannabis sativa L. venne nominata per la prima volta in un testo di
medicina popolare cinese risalente al 2700 a. C., come rimedio ai dolori
femminili, ai reumatismi e alla gotta.
Prime tracce di utilizzo medico
Troviamo notizie del suo utilizzo terapeutico anche in testi di medicina ayurvedica indiana; la Cannabis era
consigliata per aumentare l’ appetito, alleviare l’ ansia, produrre serenità ed
agevolare il sonno.
Le virtù terapeutiche della canapa acquistarono fama e diffusione in occidente attraverso le
pubblicazioni scientifiche del dott. W.B. O’Shaughnessy; egli nel 1838 descrisse gli usi e i
benefici della Cannabis appresi in India, supportati da tentativi di utilizzo terapeutico nell’
animale e nell’ uomo; esiti positivi furono ottenuti in condizioni patologiche, quali rabbia,
reumatismi, epilessia e tetano.
La medicina occidentale e la Cannabis
Così nel corso del XIX secolo la medicina occidentale adottò la Cannabis come
farmaco per la sua efficacia antiemetica, analgesica e anticonvulsivante.
In quegli anni nella gran parte delle farmacie sia Europee che degli Stati Uniti, si
trovavano preparati a base di Cannabis.
XIX secolo
Declino della Cannabis
Tuttavia agli inizi del XX secolo iniziò il declino dell’ utilizzazione medica della canapa, a causa del diffondersi del suo uso illecito e dello sviluppo di antidolorifici e
anticonvulsivanti di sintesi.
La Cannabis venne eliminata dalle Farmacopee Ufficiali e
così scomparve definitivamente dalle farmacie
dei paesi occidentali.
Anni ’70: nuovo interesse scientifico verso la canapa
Prendendo spunto dalle indicazioni dei testi di medicina popolare cinesi e
indiani, dagli anni ’70 numerosi gruppi di ricerca, hanno indagato gli effetti degli estratti della Cannabis in
patologie infiammatorie.
Azione antiedemigena
Tra il 1973 e il 1975 i ricercatori dimostrarono che diversi cannabinoidi puri ed anche un estratto
della Cannabis sativa L., quando venivano somministrati per via orale, inibivano l’ edema
indotto sperimentalmente nella zampa del ratto. Sofia RD et al.,
Res Commun Chem Pathol Pharmacol 1973;3:909-18
J Pharmacol Exp Ther 1973;3:646-55
Psycopharm 1975;40:285-295
Attività antiinfiammatoria
Nel 1973 venne dimostrato che l’ attività antiinfiammatoria dei cannabinoidi era
dovuta alla capacità di inibire la sintesi di sostanze che sono responsabili del
fenomeno dell’ infiammazione nell’organismo, chiamate prostaglandine.
Burstein et al.,
Biochem Pharmacol 1973;22:2905-2910
ANNI ‘80
Negli anni 1985 e 1986 alcuni ricercatori prepararono degli estratti privati di
cannabinoidi ed in questi isolarono un composto capace di inibire la sintesi delle
prostaglandine; chiamarono questo composto cannaflavina.
Barrett et al.,
Biochem Pharmacol 1985;11:2019-24 Experientia 1986;4:452-3
Cannaflavina
Successivamente nel 1987 fu dimostrato che i cannabinoidi e la cannaflavina erano in grado di inibire in vitro l’ attività degli
enzimi responsabili della sintesi delle prostaglandine.
Evans et al.,
Biochem Pharmacol 1987;12:2035-7
Studi moderni
Recentemente alcuni ricercatori hanno evidenziato l’attività protettiva dei cannabinoidi su colture di cellule murine sottoposte a stress metabolico. Il meccanismo d’ azione è ancora sconosciuto, ma tale attività potrebbe giustificare l’ utilizzo dei cannabinoidi quali agenti antiossidanti nella
prevenzione e nel trattamento delle malattie legate ad una condizione di stress ossidativo.
Chen et al., Pharmacol Exp Therap 2000;293:807-812
Scopo della ricerca
Prendendo spunto dai dati fino a qui esposti, il nostro lavoro di ricerca ha
concentrato la sua attenzione sui cannabinoidi che non hanno attività sul
sistema nervoso centrale.
Canapa selezionata
Il materiale su cui abbiamo condotto la nostra sperimentazione ci è stato
fornito dal Dott. Grassi (dell’ Istituto Sperimentale per le Colture Industriali)
il quale ha selezionato tre differenti genotipi di Cannabis sativa L..
Nuove varietà di Cannabis
Tali cultivar selezionate differiscono dai comuni genotipi di canapa perché possiedono un
profilo fitochimico stabile e particolare.
CHEMIOTIPI
Il chemiotipo A possiede quale cannabinoide maggioritario il
cannabidiolo (CBD) , il chemiotipo B è ricco di cannabigerolo (CBG),
entrambi non psicotropi.
Nel chemiotipo C i cannabinoidi sono assenti.
ESTRATTI
Dopo aver preparato estratti etanolici grezzi di queste piante, il nostro studio ha indagato le attività antiedemigena e
cicatrizzante delle tre varietà di Cannabis, avvalendoci di test eseguiti nel ratto, secondo protocolli approvati
dal Comitato Etico e dal Servizio Veterinario dell’Università di Bologna.
Attività antiedemigena
Questi saggi hanno evidenziato che tutti e tre gli estratti, in misura diversa,
hanno la capacità di inibire lo sviluppo dell’ edema nella zampa , quando
vengono somministrati per via orale all’ animale.
Volume edema CBD
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.00.00
0.15
0.30
0.45
0.60
0.75
0.90 Controllo glicoleCBD 20mg/kg n=5CBD 10 mg/kg n=2CBD 5 mg/kg n=4
Tempo (ore)
Volu
me
edem
a (m
l)
Volume edema CBG
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.00.00
0.15
0.30
0.45
0.60
0.75
0.90
CBG 150 mg n=5Controlli glicole n=4
CBG 100 mg n=2
CBG 50 mg n=2
Tempo (ore)
Volu
me
edem
a (m
l)
Volume edema NO CANN
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.00.00
0.25
0.50
0.75
1.00Controlli glicole n=4NO CANN 150 mg n=5NO CANN 100 mg n=2
Tempo (ore)
Volu
me
edem
a (m
l)
Attività cicatrizzante
Ipotizzando che l’attività antiinfiammatoria potesse favorire i processi riparativi tissutali, abbiamo
applicato questi estratti anche a livello cutaneo.
Valutazione del processo riparativo
L’ osservazione macroscopica delle ferite trattate con gli estratti in esame non
indicava segni di una evidente cicatrizzazione, ma l’ esame microscopico dei tessuti , ha permesso di evidenziare che
era in atto un processo di riparativo, attribuibile a composti presenti negli estratti
utilizzati.
La valutazione macroscopica della cicatrizzazione è avvenuta tramite punteggio, come illustrato nella
seguente tabella
Stato di cicatrizzazione Valutazione
Assenza di cicatrizzazione 0
Cicatrizzazione appena percettibile 1
Cicatrizzazione ben delineata 2
Cicatrizzazione in stato avanzato 3
Cicatrizzazione completa 4
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
CBD CBG NO CANN
24 ORE
48 ORE
Fig.1: prelievo di cute a 48 ore da ratto di controllo: zona della cute ferita con ampia fuoriuscita di essudato e presenza di numerosi di
granulociti neutrofili polimorfonucleati.
Fig.2: prelievo di cute da ratto di controllo.
Fig.3. Tessuto trattato con NO CANN. Prelievo di cute a 48 ore dal trattamento.La zona della ferita presenta una guarigione totale, con epidermide ben rigenerata ed
annessi cutanei già ricomposti.
Fig.4: tessuto trattato con CBG. Prelievo di cute a 48 ore dal trattamento.La zona della ferita presenta già un tessuto di granulazione fibrovascolare, ma è ancora
assente la riepitalizzazione.
Fig.5: tessuto trattato con CBD. Prelievo di cute a 48 ore dal trattamento.I granulociti sono in numero piuttosto ridotto e si intravede una parziale
riepitelizzazione della cute lesa.