camera dei deputati - resoconto seduta 1 luglio 2016

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RESOCONTO STENOGRAFICO 646. SEDUTA DI VENERDÌ 1 o LUGLIO 2016 PRES IDENZA DELLA VICEP RESI DENTE  MARINA SERENI I N D I C E RESOCONTO STENOGRAFICO  ...................... 1-42 PAG.  Missioni  ............................................................ 1 Presidente ..................................................... 1 Interpellanze urgenti  (S vo lg imen t o) . .. .. .. .. .. .. 1 Presidente ..................................................... 1 (Chiarimenti in ordine alle risorse stanziate a  favore del Mezzogiorno – n. 2-01409)  ...... 1 Presidente ..................................................... 1 De Vincenti Cl audi o,  Sottos egr eta rio di Stato alla Presidenza del Consiglio dei mi- nistri .............................................................. 3 Scotto Ar tur o (SI-SEL) ............................... 1, 6 PAG. (Inizia tive volt e a gar ant ire l’acces so all ’uso co m pa ss i on ev ol e de i far mac i n. 2- 01400)  ........................................................... 7 Presidente ..................................................... 7 Binett i Paola (AP) ....................................... 7, 12 De Filippo Vito,  Sottosegretario di Stato per la salute  ........................................................ 10 (Elementi in ordine ai piani di definizione del  fabbisogno del personale sanitario da parte  delle regioni, anche al fine di garantire la contin uità nell’e rogazio ne dei livelli essen-  ziali delle prestazioni n. 2-01410)  ......... 13  Atti Parlamentari  I  Camera dei Deputa ti XVII LEGI SLATURA   DISCUSSIONI   SEDUTA DEL  1 O LUGLIO  2016 N. B. Il RESOCONT O SOMMARIO è dispo nibile on line già nel corso della seduta , alla pagin a “Reso conti del sito della Camera dei deputati . Il Resoc onto Sommario è corr edato di colleg ament i ipert estu ali  verso il Resoconto Stenografico  (Vedi RS)  ed ai doc ume nti di sed uta  (Ve di All. A). N. B. Sigle dei grupp i parlament ari: Partit o Democrat ico: PD; MoVimen to 5 Stelle : M5S; Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL; Scelta Civica per l’Italia: (SCpI); Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA); Democ razia Solid ale-Ce ntro Democ ratic o (DeS-CD); Fratelli d’Ita lia-Alleanz a Nazionale: (FdI- AN);  Misto: Misto; Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all’Estero:  Misto-ALA-MAIE; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P; Misto-Conservatori e Rifor misti: Misto- CR; Misto- USEI- IDEA (Unio ne Sudamerica na Emigr ati Italia ni): Misto -USEI-IDEA; Misto- FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri; Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

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7/25/2019 Camera dei Deputati - Resoconto Seduta 1 Luglio 2016

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RESOCONTO STENOGRAFICO

646.

SEDUTA DI VENERDÌ 1o LUGLIO 2016

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE   MARINA SERENI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO   ...................... 1-42

PAG.

 Missioni   ............................................................ 1

Presidente ..................................................... 1

Interpellanze urgenti   (Svolgimento) ............. 1

Presidente ..................................................... 1

(Chiarimenti in ordine alle risorse stanziate a favore del Mezzogiorno – n. 2-01409)   ...... 1

Presidente ..................................................... 1

De Vincenti Claudio,   Sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio dei mi-nistri   .............................................................. 3

Scotto Arturo (SI-SEL) ............................... 1, 6

PAG.

(Iniziative volte a garantire l’accesso all’usocompassionevole dei farmaci – n. 2-01400)   ........................................................... 7

Presidente ..................................................... 7

Binetti Paola (AP) ....................................... 7, 12

De Filippo Vito,  Sottosegretario di Stato perla salute   ........................................................ 10

(Elementi in ordine ai piani di definizione del fabbisogno del personale sanitario da parte delle regioni, anche al fine di garantire lacontinuità nell’erogazione dei livelli essen-

 ziali delle prestazioni – n. 2-01410)   ......... 13

 Atti Parlamentari   — I —   Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA   —   DISCUSSIONI   —   SEDUTA DEL   1O

LUGLIO   2016

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico   (Vedi RS)   ed ai documenti di seduta   (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo dellaLibertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Sinistra Italiana-Sinistra EcologiaLibertà: SI-SEL; Scelta Civica per l’Italia: (SCpI); Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini:(LNA); Democrazia Solidale-Centro Democratico (DeS-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);

 Misto: Misto; Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all’Estero: Misto-ALA-MAIE; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) -Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P; Misto-Conservatori eRiformisti: Misto-CR; Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA; Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri; Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

7/25/2019 Camera dei Deputati - Resoconto Seduta 1 Luglio 2016

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PAG.

Presidente ..................................................... 13

Colonnese Vega (M5S) ................................ 18De Filippo Vito,  Sottosegretario di Stato perla salute   ........................................................ 16

Giordano Silvia (M5S) ................................ 13

(Iniziative di competenza per semplificare laconsegna di documenti redatti in lingua

 slovena, nell’ambito delle procedure per la dichiarazione dei redditi, con riferimento aicittadini del Friuli Venezia Giulia – n. 2-01408)   ............................................................ 20

Presidente ..................................................... 20

De Filippo Vito,  Sottosegretario di Stato perla salute   ........................................................ 22

Pellegrino Serena (SI-SEL) ........................ 20, 23

(Iniziative volte a verificare il contenuto e gliobiettivi del piano industriale del gruppoCementir, al fine di salvaguardarne i livellioccupazionali e produttivi – n. 2-01396)   . 24

Presidente ..................................................... 24

Manzi Irene (PD) ........................................ 24, 25

Scalfarotto Ivan,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico   ......................... 25

(Intendimenti del Governo circa la possibilità di sottoporre alla ratifica dei Parlamenti

nazionali l’accordo di libero scambio einvestimento fra il Canada e l’Unione eu-ropea (CETA) – n. 2-01398)   ...................... 26

Presidente ..................................................... 26

Kronbichler Florian (SI-SEL) .................... 26, 30

Scalfarotto Ivan,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico   ......................... 28

PAG.

(Elementi in merito al sistema dei controlli e

alle conseguenti risultanze in ordine alleemissioni inquinanti dei veicoli Volkswagen– n. 2-01407)   ............................................... 31

Presidente ..................................................... 31

Crippa Davide (M5S) .................................. 31, 35

Scalfarotto Ivan,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico   ......................... 33

(Intendimenti del Governo circa la partecipa- zione dei Parlamenti nazionali al processo di adesione e ratifica dell’accordo di libero scambio e investimento fra il Canada el’Unione europea (CETA) – n. 2-01411)   ... 38

Presidente ..................................................... 38

Cimbro Eleonora (PD) ................................ 38, 41Scalfarotto Ivan,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico   ......................... 40

Disegno di legge di conversione   (Trasmis-sione dal Senato e assegnazione a Com-missioni in sede referente) ........................ 42

Presidente ..................................................... 42

Disegno di legge di conversione   (Annunziodella presentazione e assegnazione a Com-missione in sede referente) ....................... 42

Presidente ..................................................... 42

Sull’ordine dei lavori   ...................................... 42Presidente ..................................................... 42

Ordine del giorno della prossima seduta   ... 43

Organizzazione dei tempi di esame del testounificato delle proposte di legge n. 45-B edabbinate   ........................................................ 46

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’ Allegato A.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’ Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 645 — GIOVEDÌ 30 GIUGNO 2016

 Atti Parlamentari   — II —   Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA   —   DISCUSSIONI   —   SEDUTA DEL   1O

LUGLIO   2016 —   N. 646

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTEMARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.Invito la deputata segretaria a dare

lettura del processo verbale della sedutaprecedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO , Segre-taria,  legge il processo verbale della sedutadi ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osserva-zioni, il processo verbale si intende ap-provato.

(È approvato).

 Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Alfreider, Artini, Michele

Bordo, Carocci, Catalano, D’Ottavio, Du-ranti, Epifani, Fava, Gregorio Fontana,Grillo, Marazziti, Palmieri, Gianluca Pini,Pisicchio, Rampelli, Rampi, Ravetto, Rea-lacci, Rizzo, Rosato, Sanga, Scagliusi,Schullian, Tabacci e Zardini sono in mis-sione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessi- vamente centodieci, come risulta dall’e-lenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell’allegato A   al re-soconto della seduta odierna  (Ulteriori co-municazioni all’Assemblea saranno pubbli-cate nell’allegato A al resoconto della sedutaodierna).

Svolgimento di interpellanzeurgenti   (ore 9,35).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recalo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Chiarimenti in ordine alle risorse stanziate a favore del Mezzogiorno – n. 2-01409)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima in-terpellanza urgente all’ordine del giornoScotto ed altri n. 2-01409, concernentechiarimenti in ordine alle risorse stanziatea favore del Mezzogiorno   (vedi l’allegato A

– Interpellanze urgenti).Chiedo al deputato Scotto se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

ARTURO SCOTTO. Sì, grazie, Presi-dente. Nel novembre del 2015, il Governoha presentato le linee guida di un   master-

 plan   per il Mezzogiorno, che rappresentail quadro di riferimento dei Patti per ilSud da sottoscrivere con regioni e cittàmetropolitane del Mezzogiorno d’Italia.

Secondo il Governo, l’obiettivo dovrebbeessere quello di definire, per ciascuna areaterritoriale, gli interventi prioritari e trai-nanti, le azioni da intraprendere per at-tuare e rimuovere gli ostacoli, la tempi-stica e tutto quello che blocca l’afflusso dirisorse per le regioni a obiettivo unico.

Il Piano prevede investimenti rilevanti,nell’ordine di 95 miliardi di euro, fino al2023, ma non sono in gioco, come è noto,nuove risorse, risorse supplementari verso

il Mezzogiorno, ma semplicemente la do-tazione esistente dei Fondi strutturali2014-2020 e quella del Fondo per losviluppo e la coesione. Lo stanziamento

RESOCONTO STENOGRAFICO

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previsto per il Fondo sviluppo e coesione,nello stesso ciclo 2014-2020, era di 54,8

miliardi, che però sono stati poi successi- vamente ridotti a 38,7 miliardi perché i vari Governi hanno utilizzato questi finan-ziamenti per altri scopi. Dei 38,7 miliardirimasti, solo 13,4 miliardi, specificata-mente, sono stati destinati ai Patti e per dipiù spalmati negli anni: solo 2,7 miliardinel 2016, 3 miliardi nel 2017, 3,1 miliardinel 2018.

Quanto ai Patti che finora sono statisolo in parte stipulati tra Governo e am-

ministrazione, curiosamente, signora Pre-sidente, alla vigilia di importanti e rile- vanti campagne elettorali, in alcune cittàdel Sud, si configurano in realtà come unariedizione dei vecchi Patti territoriali e piùin generale della programmazione nego-ziata degli anni Novanta, e purtropporipropongono quelle caratteristiche, cheoggi potremmo definire fallimentari, diquell’impostazione.

Ora, di fronte a questa mole di risorse,occorrerebbe premettere che i Patti si

pongono, nell’ottica del Governo, come unmeccanismo finalizzato ad accelerare laspesa delle risorse disponibili a legisla-zione vigente, e le risorse interessano pre-

 valentemente interventi già individuati inpassato, che non sono stati finanziati o chesono stati finanziati soltanto parzialmenteo non realizzati o completati. Le faccio unesempio per tutti: il rifinanziamento dellametropolitana di Napoli, con lavori iniziatiben quarant’anni fa e con un costo alchilometro altissimo. Gli interventi pre-

scelti non sono stati selezionati attraversometodi di valutazione economica, non sipuò quindi stabilire né l’utilità, né ladesiderabilità sociale, non si ha alcunordine di priorità e graduatoria di pro-getti, né alcuna garanzia che non vi sianoinclusi alcuni sbagliati, che potrebberoessere scartati. Molto spesso tutto questosembra, come dire, fortemente condizio-nato anche da azioni o localistiche o dilobby.

Una seconda caratteristica riguardal’inserimento di progetti non sufficiente-mente definiti o ancora allo stadio dellostudio o preliminari. Ci troviamo, quindi,

di fronte ancora a una condizione, comedire, estremamente complicata e difficile

da definire e da considerare in qualchemodo certa e stabile.

Vede, signor sottosegretario, il tema delMezzogiorno non è esclusivamente unaquestione di risorse, lo avete detto sempre

 voi, avete detto, quando siete arrivati alGoverno del Paese, che il Mezzogiorno, piùche di risorse, aveva bisogno di nuoveclassi dirigenti. Se dovessi, oggi, fare unadisamina delle classi dirigenti del Mezzo-giorno e anche delle alleanze che avetestipulato nel Mezzogiorno, mi pare dicapire che le risorse continuano a nonesserci, perché sono sempre risorse legatea finanziamenti europei, e le classi diri-genti assomigliano molto a quelle chehanno contribuito a costruire, non oggi,ma prima di vent’anni fa, il disastro delSud.

E quindi il tema dal mio punto di vista,dal nostro punto di vista, è capire qualisiano i progetti veri, le risorse, la politicainfrastrutturale che volete fare, insomma

capire dove sono quelli che noi abbiamochiesto con forza, i 17 miliardi che man-cano dai Patti per il Sud inseriti all’internodel  masterplan,  i 17 miliardi che mancanoall’appello rispetto ai 31 previsti dallatabella E della legge di stabilità del 2014,quella che vincolava le risorse 2014-2020,se li metterete nella nuova legge di bilan-cio e, infine se, ad oggi – nonostante lefanfare che avete in qualche modo suo-nato quando il Presidente del Consiglio èandato in giro per il Mezzogiorno a fir-

mare i Patti con i governatori, con isindaci e con tutto il resto –, esistequalche delibera del CIPE o se aveteintenzione di attivarla in tempi rapidi.Perché è chiaro che, pur mantenendo deidubbi molto forti rispetto alle modalità diprogrammazione e al fatto che non sicomprenda bene dove li volete indirizzare,in ogni caso bisognerebbe cominciare an-che a fare presto, non basta una confe-renza stampa, occorrerebbero le delibere.Tiratele fuori !

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio dei

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LUGLIO   2016 —   N. 646

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ministri, Claudio De Vincenti, ha facoltà dirispondere.

CLAUDIO DE VINCENTI,   Sottosegreta-rio di Stato alla Presidenza del Consiglio deiministri.   Grazie, Presidente. L’interpel-lanza presentata dall’onorevole Scotto ealtri onorevoli deputati si sofferma su unpunto, su una questione decisiva per ilfuturo del nostro Paese e che ha un rilievocentrale nell’azione del Governo: la que-stione meridionale.

Sappiamo – ed è da qui che parte il

masterplan   che abbiamo avviato nell’au-tunno del 2015 e su cui poi tornerò – chenel periodo 2001-2013 è tornato ad allar-garsi il divario di produzione e reddito trail Mezzogiorno d’Italia e il Centro-Nord,con effetti pesanti sulla qualità della vita,sui livelli occupazionali e sullo stesso im-patto che la crisi economica, scoppiata nel2008, ha avuto: un impatto differenzialepiù pesante proprio sul Mezzogiorno. Daqui parte il   masterplan   e, contemporanea-mente, parte dalla consapevolezza che nel

Mezzogiorno ci sono energie, capacità po-sitive, anzi, una vitalità economica e so-ciale su cui bisogna fare leva.

I dati che, da ultimo, ci ha fornitol’ISTAT, proprio nei giorni scorsi, confer-mano questo punto. È un punto che nondeve farci pensare che non ci sono pro-blemi nel Mezzogiorno: no, partiamo esat-tamente al contrario. Partiamo dal fattoche, nel periodo 2001-2013, i dati ci di-cono che c’è un accentuarsi del divario,ma, contemporaneamente, il PIL nel Mez-

zogiorno, nel 2015, è aumentato dell’1 percento, nei confronti dello 0,8 medio na-zionale, e l’occupazione è aumentata più,in percentuale, che nel resto del Paese,anche se partiamo sempre da un tasso dioccupazione e, quindi, da un livello dioccupazione più basso che nel resto delPaese.

Quindi, senza nulla togliere ai problemistrutturali di fondo che dobbiamo affron-tare, questi dati corrispondono esatta-

mente a quello che nel   masterplan   ab-biamo scritto e, cioè, che nel Mezzogiornosono presenti forze vive della società civilesu cui dobbiamo fare leva. E il  masterplan

deve essere al loro servizio, deve essere unfecondatore di iniziative che vedano i

cittadini del Mezzogiorno, i lavoratori, leimprese meridionali protagonisti.

I dati del 2015 ci dicono questo, cidicono, appunto, della vitalità, pur in unasituazione di difficoltà più pesante nelMezzogiorno che nel resto del Paese; cidicono anche – mi sia consentito di ri-

 vendicarlo come frutto dell’azione di Go- verno – che quel recupero di capacità dispesa sui fondi strutturali 2007-2013, cheabbiamo realizzato negli ultimi due anni e,

in particolare, proprio nel 2015, ha costi-tuito uno degli elementi che hanno con-tribuito a ridare fiato alle forze vive delMezzogiorno.

Ricordo che, al 31 dicembre 2011 –quindi, al termine del quinto anno delperiodo programmatorio 2007-2013 –,l’ammontare di fondi strutturali utilizzatoera pari al 15 per cento; oggi, con i datiche abbiamo rilevato – l’ultimo carica-mento è quello di aprile scorso –, siamoprossimi al 100 per cento. Teniamo conto

che ci saranno altri caricamenti, che sonotuttora in corso, quindi, andremo oltre il100 per cento di utilizzo dei fondi strut-turali, con un recupero molto accelerato,ripeto, proprio negli ultimi due anni. Qui,naturalmente, c’è da fare una distinzionetra quello che abbiamo fatto per recupe-rare capacità di spesa sul periodo 2007-2013 e quello che dobbiamo fare sulperiodo programmatorio in corso 2014-2020, che si concluderà, come sappiamo,nel 2022, così come il 2013 si è concluso

nel 2015.La differenza molto rilevante è che –

 vengo ad alcune cose dette poco fa dal-l’onorevole Scotto – con riferimento alperiodo 2007-2013 abbiamo dovuto, so-stanzialmente, accelerare programmi cherisalgono a programmazioni precedenti,naturalmente, facendo delle riprogramma-zioni, però, concordate con la Commis-sione europea e, quindi, spingendo di piùi programmi che mostravano maggiore

capacità di realizzarsi. Quindi, spostandorisorse – ripeto – in modo estremamentetrasparente nel confronto con la Commis-sione europea, abbiamo via via concordato

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LUGLIO   2016 —   N. 646

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gli aggiustamenti programmatori che an-davano fatti e, da questo punto di vista,

segnalando anche dei limiti della program-mazione 2007-2013. Adesso, invece, ab-biamo davanti il nuovo periodo program-matorio, per il quale si tratta di migliorarein modo strutturale la capacità di pro-grammazione e l’efficacia della program-mazione stessa.

Però, io, comunque, rivendico il fattoche, pur avendo dovuto basarci su unaprogrammazione precedente, era priorita-rio per il Mezzogiorno e per l’Italia che,

comunque, i programmi validi fossero por-tati a termine e, caso mai, si facesse lariprogrammazione che abbiamo fatto

 verso i migliori programmi, e su quelli siconcentrassero le risorse. Perché, comun-que, non c’è nulla di peggio che qualcosadi iniziato e lasciato a metà, naturalmente,salvo che non sia qualcosa di totalmenteinutile e, in quel caso, come dicevo prima,si riprogramma e si cambiano destina-zioni.

Adesso sta a noi costruire una pro-

grammazione più efficace, più forte e piùcondivisa che rispecchi le reali priorità delMezzogiorno, delle regioni, delle città me-tropolitane, dei cittadini del Mezzogiorno.Ed è qui che abbiamo avviato un nuovometodo attraverso il  masterplan, che non acaso parte, come dicevo prima, dal fareleva sulle forze vive del Mezzogiorno e nondal calare dall’alto scelte programmatoriee che, contemporaneamente, punta ad unaforte responsabilizzazione reciproca traamministrazioni centrali e amministra-

zioni regionali e locali, che è stata speri-mentata, in particolare, nelle   task forceche l’Agenzia per la coesione territoriale,insieme con la Commissione europea, hacostruito insieme con le regioni che se-gnavano il maggior ritardo nella program-mazione 2007-2013 e che hanno consen-tito quel recupero che dicevo prima.

Partendo da questo, noi abbiamo pen-sato a costruire un nuovo metodo, che,però, è, insieme, una nuova concretezza:

partire dai bisogni reali, dai bisogni av- vertiti, dalle priorità che troviamo sulterritorio, condividerle e responsabiliz-zarci a vicenda nel superare gli ostacoli,

oltre che nel mettere le risorse. È perquesto che abbiamo costituito, in base al

comma 703 della legge di stabilità per il2015, la cabina di regia Stato-regioni-cittàmetropolitane, che è l’organismo che coor-dina tutta l’azione programmatoria, in undialogo che, poi, si svolge anche con lesingole regioni, con le singole città metro-politane, con le singole realtà territoriali,ma che ha in questo strumento il punto dicoordinamento forte.

La cabina di regia, naturalmente, ha uncompito importantissimo, che è quello di

fare sinergia, come si usa dire, tra l’uti-lizzo del Fondo di sviluppo e coesione el’utilizzo dei fondi strutturali. Evitare chesiano programmazioni che non si parlano:devono essere integrate in un unico dise-gno di sviluppo del Mezzogiorno.

Le risorse. I fondi strutturali ammon-tano, per il periodo 2014-2020, a quasi 52miliardi – 51,77 –, di cui 31 sono europeie circa 21 sono nazionali. Cofinanzia-mento nazionale.

Il Fondo di sviluppo e coesione. Nella

legge di stabilità 2014 – la legge di stabilitàche questo Parlamento ha varato nel di-cembre 2013 – venne stabilito che lerisorse del Fondo di sviluppo e coesione –sono tutte risorse nazionali, come sapete –sarebbero state 54,8 miliardi, ma, in quellastessa legge di stabilità, questo Parlamentoha deciso di stanziarne 43,8, riservandosidi stanziare i restanti 11 miliardi a valeredalla legge di stabilità per il 2019, sullabase dei risultati che si sarebbero conse-guiti con i primi 43,8. Quindi, vorrei prima

di tutto chiarire che è nella medesimalegge di stabilità 2014 che si assegnano54,8, si programmano, in linea generale,54,8, ma si stanziano, effettivamente, 43,8.Di quei 43,8, con provvedimenti successivi,sono stati utilizzati circa cinque miliardi,che sono andati, in parte molto significa-tiva, a provvedimenti per il Mezzogiorno,anche questi deliberati o con, per esempio,la legge di stabilità 2016, parlo del mi-liardo e mezzo di credito d’imposta al

Mezzogiorno, o con delibere CIPE, pensoalla banda ultralarga o al dissesto idro-geologico. In particolare, hanno riguar-dato, con riferimento proprio al Mezzo-

 Atti Parlamentari   — 4 —   Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA   —   DISCUSSIONI   —   SEDUTA DEL   1O

LUGLIO   2016 —   N. 646

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giorno, il piano banda ultralarga, il pianodissesto idro-geologico nelle aree metro-

politane urbane, il completamento delprogramma di metanizzazione del Mezzo-giorno, i contratti di sviluppo per aree dicrisi meridionali, la riassegnazione alleregioni meridionali dell’85 per cento dellerisorse revocate del 2007- 2013, diversiinterventi per i territori colpiti da eventicalamitosi e diversi interventi interessantiil territorio del Mezzogiorno in relazione aspecifiche finalità, Brindisi, Bari, Taranto,Lampedusa, Reggio Calabria, Salerno e

altre. A questo punto, la cabina di regia halavorato in questo modo, è partita dai38,7, ha detto: l’80 per cento va al Mez-zogiorno, l’80 per cento di 38,7 sono 31,3miliardi, 7,4 al centro-nord, sto tenendoconto 80 per cento, 20 per cento, maanche delle riassegnazioni che citavoprima. Si è tenuto conto, poi, di quantodel piano banda ultralarga, dissesto idro-geologico, eccetera eccetera, è andato già

 verso il Mezzogiorno e quanto al centro-nord. A questo punto, sul Mezzogiorno, di

quei 38,7, scusate, di quei 31,3, sono giàandati al Mezzogiorno circa 5 miliardi,assegnati al Mezzogiorno, intendo dire, suinterventi che si stanno realizzando nelMezzogiorno, quelli che ho citato prima,compreso il credito di imposta per ilMezzogiorno. Quindi restano 26,8 miliardidi euro. Di questi abbiamo scelto, perprima cosa, di dedicarne 13,4 ai Patti peril Sud, il che non significa che gli altri 11,2resteranno non utilizzati per il Mezzo-giorno, significa che, intanto, abbiamo co-

minciato ad occuparci di interventi chedefiniamo regione per regione, città me-tropolitana per città metropolitana, ri-cordo che i Patti per il Sud sono 15, ottoregioni e sette città metropolitane; a questiinterventi così definiti, quindi, in unaprogrammazione che parte direttamentedalle priorità che ci esprime il territorio,che poi concordiamo insieme e sulle qualipoi concentriamo alcuni strumenti di in-tervento bilaterali, dedichiamo 13,4 mi-

liardi; gli altri 11,2, che sempre al Mez-zogiorno vanno, sono assegnati a interventiche hanno una rilevanza maggiormente ditipo interregionale e su cui la cabina di

regia sta lavorando, sempre in un con-fronto con le regioni meridionali, ma,

appunto, in una logica più trasversale alle varie regioni e alle varie realtà territorialimeridionali. In particolare, segnalo chequesti interventi si concentreranno sulleinfrastrutture e trasporti, ricordo che nellaprogrammazione europea, nel periodoprogrammatorio 2014-2020, le infrastrut-ture e i trasporti hanno avuto un ammon-tare di risorse minore che in altre pro-grammazioni; si è concordato, negli annipassati, in particolare nella fase di prepa-

razione 2012-2013, una assegnazione piùconcentrata su altre politiche, riservandocidi usare il Fondo sviluppo e coesionemaggiormente proprio sulle infrastrutturee trasporti.

Quindi, nei Patti per il Sud, per esem-pio, di quei 13,4 almeno la metà, stiamoparlando di 6,7 o 7 miliardi di euro, sonodedicati alle infrastrutture, proprio perchéi Patti per il Sud combinano una serie difonti finanziarie, Fondo sviluppo e coe-sione, fondi strutturali, fondi ordinari, ec-

cetera, mentre i fondi strutturali, se vannosu politiche di sviluppo, politiche ambien-tali, politiche di formazione dei lavoratori,eccetera, vanno anche sulle infrastrutture,ma c’era bisogno di irrobustire molto suquel lato; quindi, il Fondo sviluppo ecoesione è stato usato nei Patti per il Sudin misura significativa sulle infrastruttureed è giusto – poi naturalmente moltodipende da patto a patto, dalle prioritàregionali – ma anche molto su politiche disviluppo economico, di servizi e così via.

Allora, lo ripeto, le allocazioni su cui si stalavorando riguardano principalmente in-frastrutture, trasporti, ambiente, sviluppoeconomico e produttivo. Il metodo è so-stanza, in questo caso, perché nei Patti peril Sud siamo partiti dai bisogni dellepopolazioni e da cose molto concrete che

 vanno fatte, non il libro dei sogni, cose che vanno fatte, perché rispondono a ciò chei cittadini del Mezzogiorno avvertonocome necessario. Anche gli altri 11,2 mi-

liardi che dobbiamo allocare saranno al-locati in una logica interregionale, masempre in un confronto molto forte con iterritori, e la cabina di regia sta lavorando

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in questa direzione. Per esempio, propriosul tema infrastrutture, il Ministero delle

infrastrutture e dei trasporti sta ormaicompletando, insieme con le regioni, ilquadro degli interventi fondamentali an-che di tipo, lo ripeto, interregionale.Quindi, un nuovo metodo che è una nuovasostanza, noi vogliamo fare le cose, questospiega anche perché nei Patti abbiamoscelto di indicare in modo esplicito lerisorse disponibili nel 2016-2017, perchénoi vogliamo che sia chiaro che l’orizzontetemporale, naturalmente, è più lungo, ma

già nel 2016-2017 i cittadini del Mezzo-giorno devono vedere cose che si fanno,devono vedere realizzazioni, ci deve essereun segnale forte che è un segnale dicredibilità, è un segnale di speranza, è unsegnale di mobilitazione delle energie e,quindi, ci siamo presi l’onere di indivi-duare, pur dentro una programmazionepluriennale, quella parte di risorse che

 vanno nel 2016-2017 e che, come l’inter-pellanza ricorda, sono, circa, un po’ menodella metà delle risorse complessive pre-

 viste. È, però, un segnale di serietà, noi vogliamo che nel 2016-2017 si cominci afare e altrettanto faremo con gli altri 11,2miliardi. Si è obiettato da parte deglionorevoli interpellanti che finché non c’èla delibera CIPE questi fondi, ancora, ècome se non ci fossero; la risposta è: nonè così, perché la legge prevede esplicita-mente che in CIPE noi portiamo le deli-bere che sono concordate in cabina diregia insieme con regioni e città metro-politane. Quindi, quello che abbiamo de-

ciso in cabina di regia, e questa è unadecisione già presa, 13,4 miliardi sui Patti,11,2 su interventi interregionali, sarà por-tato al prossimo CIPE che si terrà da quia non oltre due-tre settimane massimo, aiprimi di luglio, entro metà luglio ci sarà ilCIPE che assegnerà. Ma guardate che,intanto, proprio perché la legge prevedeche la cabina di regia non è un   optional,ma è la sede decisionale, i Patti hanno giàcominciato a lavorare, ci siamo già messi

intorno al tavolo con le regioni con cuiabbiamo firmato, quattro regioni e quattrocittà metropolitane, abbiamo completatopraticamente tutta la stesura degli altri

Patti, quindi, procederemo alle firme cherimangono, anche qui, nei prossimi giorni,

nelle prossime settimane, ma già siamointorno al tavolo per lavorare su come sicominciano a spendere nel 2016, perciòabbiamo esplicitato che nel 2016-2017 cisono risorse, già dal 2016 si cominciano aspendere questi soldi per fare cose. Allora,qui è la sfida fondamentale che mi con-sentite di sintetizzare in un termine solorispetto a precedenti stagioni programma-torie o tentativi di programmazione. An-che questo sarà un tentativo, intendiamoci,non c’è nessuna retorica, ma c’è lavoroconcreto. E, allora, vi dico che la diffe-renza di fondo, che parte dall’idea cheproprio ci muoviamo dalle energie vive delMezzogiorno, sta nel gusto del fare. Noidobbiamo riportare le amministrazionipubbliche centrali, regionali e locali a

 voler fare le cose e vederle fatte. Basta conil perdersi dietro alle procedure. Le pro-cedure sono importanti, assolutamente,ma hanno un senso se sboccano a qual-cosa. Allora, il nostro impegno chiave è

qui. I Patti per il Sud, l’interlocuzioneforte che si è creata con le regioni e lecittà metropolitane meridionali hannoquesto significato: ci si rimbocca le ma-niche perché i cittadini del Mezzogiornodevono vedere le cose fatte. Questo è ilnostro impegno.

PRESIDENTE. Il deputato Scotto hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta alla sua interpellanza.

ARTURO SCOTTO. Grazie signora Pre-sidente e grazie signor sottosegretario. Hoapprezzato soprattutto l’ultimo passaggioche lei ha fatto. Sono tentativi. Però io

 vorrei partire da un punto che secondo medovrebbe essere un po’ chiaro a tutti: nonc’è una lira in più rispetto ai fondi strut-turali e al Fondo per lo sviluppo e lacoesione per il Sud. Siamo dentro unalunga scia che ormai da vent’anni si èaccumulata, dove il Mezzogiorno si regge

esclusivamente sul contributo dei fondistrutturali e del Fondo per lo sviluppo e lacoesione e ovviamente del cofinanzia-mento. Abbiamo assistito – non è soltanto

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responsabilità di questo Governo e sarebbeun errore dirlo – a un progressivo allon-

tanamento del resto del Paese dal Sud,Governi centrali che hanno tagliato risorsee trasferimenti, ed è chiaro che, senzarisorse ordinarie accanto all’interventostraordinario dei fondi strutturali, il Mez-zogiorno non ce la fa ad uscire dalla crisi.Lei giustamente ha tirato fuori i datidell’ISTAT: più 1 per cento rispetto ai datidi altre aree del Paese. Siamo ancora,purtroppo, molto bassi. Ma quel dato,come lei ben sa, è legato a due fattori

sostanziali: quegli incentivi collegati al Jobs Act, che, come è noto a tutti, con lalegge di stabilità di quest’anno sono statigià ridotti del 40 per cento e, quindi,avranno un effetto depressivo per il pros-simo anno nel Mezzogiorno ulteriore e,secondo, un dato del turismo significativoche è legato a fattori probabilmente ancheesogeni rispetto al Sud e rispetto al nostroPaese, legati anche alle crisi del Mediter-raneo. Ma queste sono considerazioni sucui torneremo. Io penso che un Governo

che decide di investire sul Sud non silimita a riprogrammare i fondi strutturali.Secondo: lei giustamente e finalmente dàun chiarimento di dove sono finite quellerisorse. Lei dice 11,4 miliardi e noi nel-l’interpellanza avevamo messo 17. I 5miliardi, come lei ha detto, la cito testual-mente perché l’ho segnato, sono andatiprevalentemente al Mezzogiorno, in partemolto significativa. Ma quei 5 miliardidovrebbero essere integralmente al Mez-zogiorno, signor sottosegretario. E una

parte è andata non a interventi di carat-tere infrastrutturale materiale o immate-riale, ma sul credito d’imposta nell’ultimalegge di stabilità.

Questo che significa ? Significa che re-stano questi 11,4 miliardi della cabina diregia, che intervengono in una dimensioneinterregionale. Occorre programmarli intempi rapidi perché il tempo non è una

 variabile indipendente. Inoltre, lei ha citatodei numeri: sui 58 miliardi, soltanto 43

sono stati messi tra i fondi strutturali e ilcofinanziamento nel 2019. Ora, mi auguroche entro il 2019 queste risorse, visto chesono programmate per quel periodo, non

 vengano utilizzate a copertura di altre cose,ma su questo ho ascoltato il suo impegno e

ovviamente la prendo in parola.Terzo punto e chiudo: CIPE. Ora, lì

siamo ancora al vediamo, signor sottose-gretario. Senza la delibera CIPE quei pattisono zero, non esistono e, come ben sap-piamo, al CIPE si può anche intervenire erevocare quell’impianto. Fino a quandonon ci sarà l’intervento del CIPE tutto èancora revocabile. E, allora, probabil-mente le delibere andrebbero fatte intempi rapidi e andrebbe lanciato un mes-saggio più determinato e più veloce. Infine,io sono molto d’accordo con lei quandodice che il Mezzogiorno ha bisogno di unascossa, di fare leva sulle energie vive, suquella parte di società che non si è arresaalle mafie, alla corruzione, che non si èarresa e che non è andata via e che hascelto di impiantarsi e di rimanere e dilottare e di resistere in un Mezzogiorno ilcui paesaggio sociale è sempre più fram-mentato e sempre più impoverito. Non èquesta l’occasione, ma occorre probabil-

mente introdurre delle misure eccezionaliall’interno della legge di stabilità, che va-dano oltre quello che è programmato nelmasterplan   e che vadano soprattutto asostenere quel diritto allo studio che, comeè noto a tutti, nel Mezzogiorno è un dirittoprevalentemente negato. Tutto ciò se vo-gliamo garantire che una generazione nonsia condannata, come tutti i dati dicononel corso degli ultimi anni, ad andare viae fare altre scelte.

(Iniziative volte a garantire l’accesso all’usocompassionevole dei farmaci – n. 2-01400)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Binetti e Bosco n. 2-01400,concernente iniziative volte a garantirel’accesso all’uso compassionevole dei far-maci   (vedi l’allegato A – Interpellanze ur-

 genti).Chiedo alla deputata Binetti se intenda

illustrare la sua interpellanza o se si

riservi di intervenire in sede di replica.

PAOLA BINETTI. Intendo illustrarequesta interpellanza perché, dopo aver

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ascoltato quella precedente, in cui la que-stione economica appare fortemente rile-

 vante, in questa interpellanza gli interventiche chiediamo al Governo non riguardanocifre economiche, non riguardano sposta-menti di risorse economiche, ma riguar-dano piuttosto un insieme di normativeche hanno creato dei vincoli di tipo bu-rocratico per dei malati. Qui stiamo par-lando di malati prevalentemente affetti datumori, da tumori rari in fase avanzata, iquali si trovano nella necessità di poterdisporre di farmaci, che possiamo consi-

derare farmaci salvavita, avendo perfettaconsapevolezza che questa loro situazioneè una situazione ad alta complessità e peri quali tutta una serie di norme e diprudenza, che sono assolutamente auspi-cabili in altre situazioni e in altre circo-stanze della ricerca scientifica, in altrecircostanze che riguardano la presa incarico dei malati, non servono. Mi limitoa denunciarle, per poi poter ascoltarequello che dirà il Governo e intervenire suquesto.

La prima riguarda la possibilità chehanno i malati rari di accedere a farmaciche abbiano superato quella che si chiamala fase 2 di sperimentazione: esiste unalegge che dice che, perché questi farmacipossano essere resi disponibili per i pa-zienti, devono aver completato un iter.Chiaramente è una norma che è vistacome tutela e garanzia della salute deipazienti; il tema però è che, quando citroviamo davanti a pazienti in condizionigravi, molto gravi, e per i quali non esiste

un’alternativa di nessun farmaco, quellache è una misura di prudenza viene per-cepita dal malato come una misura ingiu-stamente crudele: mi togli l’ultima spe-ranza che potrebbe servire, potrebbe farmibene. D’altra parte bisogna tenere contoche, per completare l’iter sperimentale difarmaci che riguardano malati rari emolto rari, è facile per tutti comprendereche l’arruolamento di pazienti che per-mette a questo punto di verificare i dati è

un arruolamento molto difficile, perché èla rarità del farmaco che rende difficilecreare la coorte di pazienti sui qualisperimentare.

Quando è stata approvata la legge sullecure compassionevoli, ormai circa una

decina d’anni fa, a garanzia dei malati sierano stabilite alcune premesse moltosemplici: che questo farmaco avesse avutorisultati positivi e non avesse avuto con-troindicazioni gravi. Su questa base, chepuò sembrare elementare, di premessa,fare il bene ed evitare il male, che peraltroè il principio fondamentale di qualunquebioetica si voglia cavalcare, di qualunqueapproccio; questa verità è tale che già alivello europeo l’EMA si sta orientando in

questa direzione e sta concedendo l’ac-cesso a farmaci per uso compassionevoleanche quando non abbiano ultimato tuttala sperimentazione, che – insisto – peraltri casi, in altre situazioni, in altre cir-costanze è veramente garanzia di pru-denza ed interesse per la salute dei citta-dini. In questo caso basterebbe, peraltroesiste già, una sorta di procedura tra l’Aifae il Ministero della salute, per la quale sipotrebbe intervenire anche in manieratemporale, anche in maniera sperimentale;

però questa è una risposta, perché noidiventiamo ogni giorno oggettivamente piùbravi (ed è un omaggio al mondo scien-tifico) sul piano della diagnosi, ma citroviamo ogni volta sempre più smarriti esprovveduti, poi, sul piano degli interventiterapeutici.

Faccio presente che le cure compassio-nevoli, che pure costituiscono farmacimolto cari... Chi si occupa di farmacioncologici, sicuramente il Governo e ilMinistero della salute, ha piena consape-

 volezza che i farmaci oncologici sono far-maci carissimi, tant’è vero che qualcunodice che in un prossimo tempo non riu-sciremo più nemmeno a curarci, non per-ché non ci sono i farmaci, ma perché ilcosto di questi farmaci è talmente alto chepotrebbe far saltare il « banco », come sidice. Bene: questi farmaci sono messi adisposizione gratuita ! Non li paga né ilSistema sanitario nazionale, non li paganotanto meno, fortunatamente, i pazienti,

perché sono un costo a carico delle casefarmaceutiche. In questo caso, quindi, nonesiste nemmeno il vincolo economico: esi-ste la capacità di un ragionamento sem-

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plice e lineare, che dice « è vero, sarebbemeglio così, ma non essendoci un’alterna-

tiva, diamo a queste persone quello di cuihanno bisogno ». Prima questione.

Seconda questione. Cosa succedequando ci troviamo davanti a malati affettida malattie rare, a malati gravi ? Che nonesiste il malato che si cura con unamedicina: tutti noi siamo abituati a vederei malati gravi con una sfilza di medicine,una sfilza di boccettine o di pasticche cheprendono. Cosa significa questo ? Che, nonavendo il farmaco, l’unico capace di ga-

rantire tutti gli effetti positivi, abitual-mente quello a cui si ricorre è un   mix   difarmaci. Ora, che cosa succede ? Che,quando tu fai una sperimentazione, selavori su un   mix   di farmaci e non sulfarmaco su cui hai puntato tutto il tuointeresse, non sei in grado di stabilire conassoluta certezza che gli effetti che ottienisono dovuti a quel farmaco, e non sonodovuti alla miscellanea di farmaci che staiassumendo; ma questo è normale in me-dicina: tutti quanti siamo abituati a vedere

questa prospettiva.Se non che la sperimentazione, quando

 vuole essere scientificamente rigorosa, for-temente controllata, ti chiede, per poterimmettere un farmaco, che tu di quelfarmaco conosca tutti gli effetti, avendolidistinti dagli altri farmaci: altro elementodi complessità, che non ti permetterà, nelcaso per di più di malati rari, di malatirari e gravi, di raggiungere quel livello disicurezza. Noi qui stiamo barattando nonsolo la speranza della vita, ma ci muo-

 viamo secondo un livello di probabilità:stiamo barattando un livello di probabilitàabbastanza alto per questi pazienti conquel livello di sicurezza scientifica che nonpotremo avere, cioè stiamo rincorrendo unobiettivo che è irraggiungibile in questecondizioni.

Terzo punto. Accade a volte, nella mi-gliore delle ipotesi, che mentre un pazientesta facendo una terapia con un farmacoche rientra in questa classe di farmaci ad

uso compassionevole, finalmente l’Aifasciolga la riserva e dica: questo è unfarmaco che può essere prescritto, equindi è un farmaco che può essere as-

sunto dal paziente. Cosa succede a questopunto ? Che la casa farmaceutica, che te lo

dava gratis, smette di dartelo, perché dice:ohibò, l’Aifa dice che questo è un farmacocommerciabile, quindi lo voglio vendere.Allora noi ci troviamo davanti alla situa-zione che il paziente non riceve più ilfarmaco dalla casa farmaceutica e non loriceve ancora dal Sistema sanitario, per-ché i tempi prevedono un intervallo, unlasso di tempo che lascia il paziente senzafarmaco, per la semplice ragione che luipersonalmente non se lo potrà mai per-

mettere, perché – insisto – i costi sono veramente... Noi apprezziamo il Sistemasanitario nazionale in quei momenti, per-ché abitualmente potremmo tranquilla-mente in molti casi forse far fronte all’as-sunzione di farmaci, ma quando si arrivaa quel livello, non c’è persona che possaaccedere a curarsi a quelle condizioni. Equindi però noi troviamo il paziente nellosbalorditivo risultato che quel farmaco

 viene dimostrato utile, viene reso commer-

ciabile ma egli non lo può comprare !Altra cosa che rappresenta una delle con-traddizioni pesanti.

Io vorrei fermarmi qui. Come vedete,non ci sono soldi; cioè, voglio dire: non c’èuna richiesta di soldi, non c’è una richiestadi risorse, c’è soltanto una valutazione delrapporto tra sicurezza scientifica e invecequello che è calcolo delle probabilità perquello che riguarda la sopravvivenza delpaziente. Quando parliamo di sopravvi-

 venza non parliamo nemmeno di guari-gione: oggi come oggi il valore di unfarmaco si misura anche nei mesi di vita,nell’anno di vita. Si dice: questo farmacopermette al paziente di vivere un anno inpiù, due anni in più, migliora la suaqualità di vita in questo anno; non stiamoparlando di un tempo assoluto, stiamoparlando di un tempo relativo. Però, perchi si trova in quelle condizioni, queltempo relativo è la vita, ed è la speranza

ed è la possibilità di farsi carico molte volte dignitosamente di quelle che sono lesue responsabilità personali, familiari, so-ciali, eccetera.

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PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per la salute, Vito De Filippo, ha

facoltà di rispondere.

VITO DE FILIPPO,   Sottosegretario diStato per la salute.  Presidente, nello scorsomese di aprile si sono aperti gli Statigenerali della ricerca sanitaria; parto daqui per dare un quadro delle attività sullequali si sta lavorando, e si sta approfon-dendo anche una nuova metodologia.Quell’iniziativa, che come è noto è statafortemente voluta dal Ministero della sa-

lute ed ha coinvolto istituzioni, autoritàaccademiche e scientifiche, ricercatori erappresentanti delle associazioni dei pa-zienti, rappresentanti del mondo indu-striale e della finanza, è stata organizzataper fare il punto sulla ricerca in sanità,sulle prospettive future del settore e sulloro ruolo dell’Italia nel contesto europeoe internazionale. L’Agenzia italiana delfarmaco ha preso parte ai lavori, portandoil proprio contributo sui temi dell’innova-zione terapeutica e dell’accesso ai nuovi

farmaci: una sessione era stata dedicata ad« Industria e biomedicina », una alle nuovesfide collegate alla diffusione delle tecno-logie digitali in sanità (sessione « Salute e

 smart technology. Nuovi strumenti per laricerca biomedica: sfide ed opportunità »),e sul rilancio della ricerca indipendente(nella sessione « Il ricercatore e le sfidedella ricerca: competitività e progressioneprofessionale »).

Tra le iniziative in corso il Ministerodella salute, l’Aifa e l’Istituto superiore di

sanità stanno lavorando da tempo all’isti-tuzione di una procedura veloce (cosid-detta   fast track)   per le valutazioni dellesperimentazioni dei farmaci e dei dispo-sitivi medici per assicurare tempi più certie anche misurabili ai pazienti.

Inoltre l’Aifa ha avviato un progettopilota per la riorganizzazione strutturale efunzionale alla prossima applicazione delregolamento UE n. 536/2014 che è relativoproprio alla sperimentazione clinica dei

medicinali.L’Aifa è impegnata nell’individuazionee nel coordinamento di un sistema di

 valutazione nazionale dell’efficacia, della

sicurezza e dell’impatto economico, etico esociale delle tecnologie della salute, per

garantire l’accesso ai farmaci, assicuran-done la sostenibilità economica, in parti-colare proprio per i farmaci innovativi.

In questa prospettiva un obiettivoprioritario è il rilancio della ricerca indi-pendente, in grado di intercettare i bisognidi salute, orientare la programmazionesanitaria e contribuire alla sostenibilità delServizio sanitario nazionale.

Grazie alla ricerca indipendente èpossibile studiare le popolazioni trascurate

dalla ricerca   profit, dirimere le incertezzesui farmaci presenti nel mercato, analiz-zare l’incidenza degli eventi avversi suampie popolazioni, migliorare l’appropria-tezza prescrittiva e l’aderenza alla terapiafarmacologica.

Svolte le considerazioni che sono soloper una parte di aspetto generale, conriguardo specifico alle richieste contenutenell’interpellanza urgente, si fa presenteche la modifica dei criteri di accesso al

cosiddetto uso compassionevole dei medi-cinali, che sono oggetto di sperimentazioneclinica, disciplinati dal decreto ministerialedel 2003, Uso terapeutico di medicinalesottoposto a sperimentazione clinica, nonè stata ancora ultimata e spiego perché.

Questo decreto disciplina l’accesso aterapie farmacologiche sperimentali, cioèprive dell’autorizzazione all’immissione incommercio, per un uso al di fuori dellasperimentazione clinica e per pazienti chesono affetti da malattie grave o rare, e che

si trovano in pericolo di vita, in assenza,a giudizio del medico, di valide alternativeterapeutiche.

Quel decreto del 2003 prevede, come lalegge n. 648 per gli usi dei farmaci cosid-detti  off label, il vincolo della disponibilitàdi studi conclusi e positivi almeno di FaseII, nella medesima indicazione terapeutica.

La normativa vigente, che regolamental’accesso ai farmaci non autorizzati, ponecome ostacolo maggiore per i pazienti con

tumori rari il requisito di studi clinicicompleti di Fase II, in considerazione delledifficoltà oggettive nel condurre la ricercaclinica in tale ambito, ma che sono fina-

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lizzate, altresì, a garantire la massimasicurezza nell’uso del farmaco sperimen-

tale sul paziente.Per studiare le problematiche relative

a questi aspetti, presso il Ministero dallasalute è stato istituito da tempo il gruppotecnico di lavoro per lo studio delle pro-blematiche relative alla cura dei tumorirari (Gruppo di lavoro tumori rari, Retenazionale tumori rari) tra i cui obiettivitra l’altro vi è proprio quello finalizzato adelaborare proposte per aumentare l’ac-cesso ai farmaci nel trattamento dei tu-

mori rari.Sotto questo aspetto, si inquadrano le

proposte di modifica proprio del decretodel maggio 2003, che costituisce un po’ larichiesta dell’onorevole Binetti, ancora alla

 valutazione del gruppo di lavoro, tra cui lapossibilità di intervenire proprio sul limiterappresentato dall’attuale disposizione alfine dell’autorizzazione al trattamentosperimentale per i tumori rari, purchésussistano studi conclusi di Fase II.

Pertanto le proposte del gruppo dilavoro vanno proprio nella direzione direndere quel criterio di accesso alle curecompassionevoli meno stringente per lepatologie considerate.

Studi di fase Ib/IIa completati in altreindicazioni, se associati ad un valido ra-zionale farmacodinamico o a   case reportspositivi, potrebbero essere sufficienti se-condo l’elaborazione del gruppo di lavoro,per consentire l’accesso al farmaco per

uso compassionevole, nell’ambito di critericlinici esclusivamente appartenenti però anetwork   qualificati.

Un ulteriore intervento potrebbe es-sere quello di prevedere la razionalizza-zione degli usi   off label   nei tumori rari,attraverso il riferimento a centri cliniciinseriti in reti collaborative, nelle quali siagarantita l’adeguatezza dei percorsi dia-gnostici, consentendo il miglioramentodella qualità delle cure e del ricorso a

prescrizioni   off label   in modo strutturatoe, soprattutto, omogeneo. Questi sono ipunti sui quali si sta chiudendo l’attivitàdel gruppo di lavoro, che non mi sem-

brano punti semplici e nemmeno franca-mente da sottovalutare, anche per la si-

curezza dei pazienti.Quanto alla possibilità di utilizzare in

combinazione farmaci non ancora regi-strati e farmaci già in commercio, si stadiscutendo se quella fattispecie debba for-mare oggetto di una specifica previsione,dal momento che non mancano esperienzein cui ciò è stato già fatto, e anche consuccesso, nell’attuale quadro regolatorio(caso dei BRAF e MEK inibitori: dabra-benib/trametinib e vemurafenib/cobimeti-

nib).Più in generale, occorre ricordare chel’accordo Stato-regioni del 22 novembre2012, che ha delineato, tra l’altro, l’attivitàdi coordinamento strategico dell’azione edella rete nazionale dei tumori rari, haattribuito proprio a quel gruppo tecnicoun’attività importante, che io anche sinte-ticamente ho descritto.

Pertanto, con decreto ministeriale 14febbraio 2013, è stato istituito presso ilMinistero proprio questo gruppo, che ha

concluso la propria attività in data 20aprile 2015.

I mandati ricevuti dal gruppo tecnicoerano: fornire indirizzi per la progetta-zione e la valutazione dei progetti regio-nali attuativi; formulare proposte per ilpieno raggiungimento degli scopi dellarete; elaborare proposte per aumentarel’accesso ai farmaci nel trattamento deitumori rari; stabilire criteri e metodi perla classificazione nosologica degli stessitumori rari.

Sulla base dei lavori del gruppo, ilMinistero dalla salute ha intrapreso unaserie di azioni, tra le quali acquista unparticolare rilievo proprio l’attività prepa-ratoria dell’intesa Stato-regioni per l’isti-tuzione della Rete nazionale dei tumorirari. Colgo quindi l’occasione per comu-nicare che il Ministero, proprio nel ri-spetto degli impegni assunti in esito al-l’approvazione, che è citata nell’interpel-lanza, in data 3 dicembre 2015 delle

mozioni in questa stessa sede parlamen-tare, che concernevano lo sviluppo di unaserie di iniziative per la cura dei tumorirari, ha da tempo, come sintetizzo in

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conclusione della mia risposta, avviato edimplementato tutte le iniziative che in

quella circostanza furono assunte comeimpegno.

PRESIDENTE. La deputata Binetti hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

PAOLA BINETTI. Mi sembra che moltedelle conclusioni a cui il gruppo di lavorosui tumori rari, presente presso il Mini-stero della salute, è arrivato potrebbero

contenere elementi di convergenza perrisolvere questi problemi. Ma certamenteil passaggio dall’elaborazione concettualedi tutto questo all’applicazione concreta ereale, che significa per i malati la dispo-nibilità reale dei farmaci, mi sembra cheancora rappresenti un nodo da sciogliere.

Il livello della mia soddisfazione non èevidentemente nei confronti della risposta,che di per sé può anche essere soddisfa-cente, ma la soddisfazione del pazientescaturisce nel momento in cui il farmaco,

di cui ha bisogno, è disponibile.Riguardo ai rilievi che il sottosegretario

ha fatto con molta precisione e moltapuntualità, compresa la rapidità, noi ab-biamo una legge del 2013, la famosa leggedei cento giorni, che però è tutt’altro cheapplicata. Non abbiamo bisogno di unostrumento normativo, non abbiamo biso-gno di definire i principi, abbiamo sem-plicemente necessità che, per esempio, nelcaso specifico, l’AIFA si faccia carico diquesto e, come previsto dalla norma, in

cento giorni approvi questa cosa.D’altra parte, questo ripensamento, lo

capisco perfettamente, è tutt’altro che ir-rilevante, ossia il tema della sicurezza delpaziente, il tema della sperimentazione.Quando c’è stato questo fatto di cui ilMinistero ha, come dire, tratto vanto po-sitivamente e concretamente: ricordo ilcaso di ebola, in cui a questo pazientefurono somministrate terapie al di fuori diogni schema, ma lì subentrava che cosa ?

La vita di quel paziente, e non c’è dubbio,ma per noi i pazienti sono tutti rari,preziosi e meritano tutte le attenzioni etutte le cure. Probabilmente c’era tutta

l’ondata mediatica in giro che concentravale attenzioni su questo e faceva di questa

cosa una delle punte di eccellenza delSistema sanitario nazionale, ma le vitesono tutte uguali e la vita di quell’uomo èuguale alla vita di quest’altro e alla vita diquest’altra e alla vita di quest’altro, per ilquale il solo sapere che quel farmaco nonnuoce e che potrebbe far bene fa sì chequeste persone si offrano alla sperimen-tazione.

Ora, io credo che il lavoro istruito esicuramente le giornate, gli stati generali

della ricerca, sono stati un grande evento,un evento molto positivo, molto interes-sante e ricco di suggestioni, ma il pro-blema è: come facciamo a passare oggi daquelle suggestioni alle risposte concrete ?Perché, in fondo, di questo si parla.

Giustissimamente lei fa riferimento alfatto che ci siano, come dire, dei   networkqualificati; ci mancherebbe altro, sono inetwork   qualificati che abbiamo visto ri-spetto al grande tema, adesso, dei centrieuropei per la presa in carico delle ma-

lattie rare e vogliamo tutti stare bene allalarga da quelli che sono santoni, guaritori.Abbiamo visto, tanto per citarne solo due,il caso Di Bella piuttosto che il casoStamina, o anche altri casi di invenzioni.

Nessuno vuole sottoporre i pazienti auno stato di cavia, non se ne vuole dire,come spesso potrebbe essere accaduto:tanto non c’è più niente da fare, speri-mentiamolo su questo paziente. Non èquesto, non è questa carenza totale dietica della salute quella che noi stiamo

invocando. Stiamo invocando una diversainterpretazione del principio di responsa-bilità e del principio della prudenza. Inquesto caso, proprio la prudenza potrebberichiedere, come dire, una maggiore ela-sticità, che, peraltro, mi sembra esserecompresa nelle conclusioni del sottosegre-tario.

Ora io, però, per dichiararmi soddi-sfatta, dovrei semplicemente porre unaulteriore domanda: quando ? Quando que-

ste affermazioni di principio ? Perché nonc’è dubbio che la mia interpellanza seguedi sei mesi esattamente l’approvazione, acui lei stesso ha fatto riferimento, della

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mozione approvata all’unanimità dalla Ca-mera su questo tema, in cui queste richie-

ste erano implicitamente contenute. In seimesi, sicuramente, il livello dell’elabora-zione burocratico-istituzionale ha fatto deipassi avanti, ma non li ha fatti nellapercezione e nel vissuto dei pazienti, e noi,devo dire, più da medici che da parla-mentari ci preoccupiamo più di loro chenon della elaborazione strettamente teo-rica delle cose.

Però, poiché gli strumenti ci sono, sonoconclusioni di una Commissione, ma nonhanno ancora valore precettivo e norma-tivo, noi ci auguriamo che questo passag-gio ulteriore – che sarà quello che lomette di fatto a disposizione e non per-metto a nessuno di sottrarsi a questaresponsabilità – possa essere fatto quantoprima.

(Elementi in ordine ai piani di defini-zione del fabbisogno del personale sani-tario da parte delle regioni, anche al finedi garantire la continuità nell’erogazionedei livelli essenziali delle prestazioni

 – n. 2-01410)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Colonnese ed altri n. 2-01410, concernente elementi in ordine aipiani di definizione del fabbisogno delpersonale sanitario da parte delle regioni,anche al fine di garantire la continuitànell’erogazione dei livelli essenziali delleprestazioni   (vedi l’allegato A – Interpel-lanze urgenti).

Chiedo alla deputata Silvia Giordano seintenda illustrare l’interpellanza di cui ècofirmataria o se si riservi di intervenirein sede di replica.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presi-dente. Qualche giorno fa mi ha telefonatouna sindacalista dipendente di un ospedaledi Napoli, tutta allarmata perché in cam-pagna molti ospedali rischiano la chiusura.

Il mio pensiero è andato immediata-

mente al Piano di riorganizzazione dellarete ospedaliera varato dal Presidentedella regione, Vincenzo De Luca, amico econvinto sostenitore del Premier.

Poi, però, mi sono ricordata che, no-nostante l’amicizia e le varie visite istitu-

zionali che i due si sono scambiati perfinosul  web  nel programma  Matteo risponde,   ilPiano di rientro della sanità in Campanianon è stato ancora approvato dal Mini-stero. Strano, sono passati quasi due mesi,ma da Roma nessuno risponde all’amicoDe Luca.

Dunque, ho dovuto, per forza di cose emio malgrado, attribuire la responsabilitàdel rischio chiusura ad altri, e gli altrisiete voi, membri dell’Esecutivo di questo

Governo, che, a mio parere, avete trovatoun buon   éscamotage   per continuare atagliare sulla sanità, un   éscamotage   cherientra perfettamente nei limiti di legge, e

 vi spiego perché. Basta citare la leggen. 161 del 2014, quella con cui questoGoverno ha dovuto necessariamente ap-plicare la legge europea 2013-bis. Cosa hadeciso l’Unione europea ? Lo sappiamotutti, ma forse è meglio ricordarlo. Lalegge 2013-bis   ha stabilito che gli orari di

lavoro in ambito sanitario debbono essereuniformi in tutti i Paesi membri, dunqueItalia compresa. Il nostro Paese, però,anche stavolta, non è passato inosservatoquanto a disorganizzazione e inottempe-ranza delle regole del vivere civile.

La Commissione europea, infatti, haripreso l’Italia sull’applicazione dell’orariodi lavoro e ha chiesto alle autorità italianedi essere informata sull’attuazione delladirettiva nel settore sanitario in tutto ilterritorio italiano. In particolare, la Com-

missione europea, nella lettera inviata al-l’Italia, ha chiesto informazioni relativa-mente al rapporto tra riposi, guardie ereperibilità, alla durata massima settima-nale dell’orario di lavoro e al periodo diriferimento in cui effettuare il calcolomedio, e alla modalità di calcolo delle oredi lavoro prestate in libera professione afavore dell’azienda sanitaria. Ed ecco,quindi, la risposta del Governo: l’articolo14 della legge 30 ottobre 2014, n. 161, che

recita appunto: « Disposizioni per l’adem-pimento degli obblighi derivanti dall’ap-partenenza dell’Italia all’Unione europea –Legge europea 2013-bis ».

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Questo articolo ha disposto l’abroga-zione, decorsi dodici mesi dalla data di

entrata in vigore della legge, delle normeche escludono l’applicazione, per il perso-nale delle aree dirigenziali degli enti edaziende del Servizio sanitario nazionale,della disciplina generale relativa al riposogiornaliero e, per il solo personale delruolo sanitario del Servizio sanitario na-zionale, di quelle in materia di duratamedia massima dell’orario di lavoro set-timanale (rispettivamente articoli 7 e 4 deldecreto legislativo n. 66 del 2003). Succes-

sivamente, il medesimo articolo 14 haprevisto la conseguente abrogazione anchedelle disposizioni contrattuali.

E, ancora, il succitato articolo 14 pre- vede, inoltre, che, per far fronte alleesigenze derivanti dalle abrogazioni citate,le regioni garantiscono la continuità nel-l’erogazione dei servizi sanitari e l’ottimalefunzionamento delle strutture, senza nuovio maggiori oneri a carico della finanzapubblica, attraverso una più efficiente al-locazione delle risorse umane disponibili,

attuando, a tal fine, appositi processi diriorganizzazione e razionalizzazione dellestrutture e dei servizi dei propri entisanitari. In altre parole, basta con glistraordinari pagati fior di quattrini, per-ché si deve risparmiare, ma è obbligatoriocontinuare ad elargire le medesime pre-stazioni di assistenza, perché è della salutedei cittadini che stiamo parlando e non sipuò di certo violare la Costituzione.

Infatti, continua a recitare l’articolo 14,che questo Governo ha scritto, che, al fine

di garantire la continuità nell’erogazionedei livelli essenziali delle prestazioni, icontratti collettivi nazionali di lavoro delcomparto sanità disciplinano le deroghealle disposizioni in materia di riposo gior-naliero del personale del Servizio sanitarionazionale preposte ai servizi relativi al-l’accettazione, al trattamento e alle cure,prevedendo equivalenti periodi di riposocompensativo immediatamente successivial periodo di lavoro da compensare, ov-

 vero, in casi eccezionali in cui la conces-sione di tali periodi equivalenti di riposocompensativo non sia possibile per ragionioggettive, adeguate misure di protezione

del personale stesso. Quindi, in parolesemplici, addio turni massacranti di la-

 voro, addio lamentele del personale sani-tario, addio straordinari strapagati e bustepaga gonfiate.

Tutto, finalmente, anche in Italia tornaalla normalità: non c’è che dire, siamodavvero un Paese europeo. Ma poi cipensano la FEMS, la Federazione europeadei medici   salariati,  e la ANAOO Assomeda fare infrangere il sogno: sia l’una chel’altra, infatti, hanno ricevuto numerosesegnalazioni di medici e dirigenti sanitari.

Il problema è questo: il nostro Paese – cito– fatica ad adeguare l’orario di lavoro allanormativa europea, emergendo in modoeclatante come modelli di organizzazionein varie realtà ospedaliere disattendanol’applicazione della legge n. 161 del 30ottobre 2014, entrata in vigore dal 25novembre 2015, sulla durata del riposominimo giornaliero e sul tempo di lavoromassimo settimanale.

Secondo la ANAOO Assomed, infatti,servono almeno 6 mila medici per coprire

le carenze di dotazione organica che, at-tualmente, impediscono una corretta ap-plicazione della normativa europea e,senza un confronto in sede contrattuale,come previsto dall’articolo 14, comma 3,della legge n. 161 del 2014, per discipli-nare le eventuali deroghe al riposo gior-naliero, il rischio che il procedimento diinfrazione venga rinviato è altissimo. Nonsolo. Di fronte ad una diffusa e persistentedisapplicazione della normativa europeain materia di organizzazione del lavoro,

sarà inevitabile aprire il contenzioso anchepresso le direzioni territoriali del lavoro.

Ma dove li avranno presi questi dati ?Lo sanno queste due organizzazioni che,se così fosse, l’Italia rischierebbe unanuova procedura di infrazione da partedell’Unione europea, l’ennesima, tanto percambiare ? Forse, i dati sono stati inviatidalle regioni stesse.

Dimenticavo che proprio per garantireil rispetto delle disposizioni dell’Unione

europea in materia di articolazione del-l’orario di lavoro, il comma 541, lettera  b),della legge di stabilità 2016, ha dispostoche, entro il 29 febbraio 2016, le regioni e

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le province autonome definissero un pianoconcernente il fabbisogno di personale

contenente l’esposizione delle modalità or-ganizzative del personale, tale da garantireil rispetto delle norme vigenti, che hannorecepito quelle dell’Unione europea in ma-niera di articolazione dell’orario di lavoroattraverso una più efficiente allocazionedelle risorse umane disponibili.

Mi dispiace tanto, non vorrei deluderedi certo questo Governo « del fare », però,

 vi devo dire che la scadenza del 29 feb-braio non è stata affatto rispettata. Le

regioni sono state cattive e irriverenti e,forse, anche superficiali, perché avrebberopotuto finalmente denunciare le carenzedi organico che attanagliano il settoredella sanità in tutti gli ospedali italiani e,chissà, avrebbero potuto procedere anuove assunzioni per sopperire alla man-canza.

Del resto, nella circolare inviata dalMinistero il 25 febbraio 2016, le regionierano state invitate ad inviare le informa-zioni e, a loro volta, le informazioni erano

necessarie per poter dare attuazione alcomma 543 della legge di stabilità 2016,relativo ai concorsi per procedere a nuoveassunzioni, di cui il 50 per cento dei postiriservabile a personale già in servizio.

E invece no. Nulla su assunzioni insanità è scritto nel Documento di econo-mia e finanza da poco esaminato dalleCamere. Come meravigliarsi ? Del resto, ilGoverno non si è preoccupato di cometrovare un equilibrio tra uniformità del-l’orario di lavoro, carenza di organico e

garanzia dei LEA. E anche quando, giàdurante la discussione della legge di sta-bilità, il MoVimento 5 Stelle, ritenendoinconsistente l’impegno puramente for-male dell’Esecutivo, che non aveva stan-ziato un solo euro, aveva proposto unacopertura da 300 milioni di euro perl’assunzione di 3 mila medici e 3 milainfermieri su tutto il territorio nazionale,

 voi, signori dell’Esecutivo, avete fatto ca-dere la proposta nel dimenticatoio. Non

avete neanche avuto la premura di chie-dervi come avrebbero fatto le regioni sot-toposte a piano di rientro ad adeguarsisulla normativa europea.

Anche quando sono montate le protestein tutta Italia per i reparti che rischiavano

la chiusura, voi non avete battuto ciglio.Eppure, avreste potuto benissimo rispol-

 verare la mozione del MoVimento 5 Stellesullo sblocco del   turnover, approvata allaCamera, all’unanimità, nel giugno 2015.Quella mozione, infatti, sarebbe una boc-cata d’ossigeno anche per le regioni sot-toposte a piano di rientro e sarebbe lasalvezza per i cittadini italiani, che hannodiritto di essere curati nelle strutture pub-bliche.

E, invece, cosa succede ? Succede che ilpubblico rischia di chiudere per mancanzadi personale, che i cittadini rischiano dinon essere curati perché il medico ètenuto, per legge, a rispettare il suo turnodi riposo, che in Italia, quando si parla disanità, ci ricordiamo solo delle   bagarrepolitiche tra quale partito debba scegliereil suo direttore generale. Ecco perché lalegge n. 161 del 2014 è, secondo me,l’éscamotage   legale trovato dal Governo

per risparmiare in sanità. Senza medici,un ospedale non può lavorare e, allora,che senso ha tenerlo aperto ? Neanche perpagare le bollette della luce !

E, poi, se gli ospedali cominciano achiudere, si potrebbe evitare anche l’en-nesimo rimprovero dell’Unione europea insanità. E noi in Europa non possiamo faredi certo brutta figura ! Renzi non ce lopermetterebbe mai ! In Italia, invece, pos-siamo continuare a raccontare le barzel-lette: siamo abituati a sentirle da vent’anni

e, per fortuna, nonostante il cambio dellaguardia in quest’Aula, l’andazzo restasempre lo stesso.

È per questo, sottosegretario, che noiabbiamo chiesto, come MoVimento 5Stelle, se il Ministro interpellato, che non

 vediamo da tempo, non ritenga di doverinformare circa lo stato della trasmissionedei piani di definizione dei fabbisogni delpersonale da parte delle regioni e renderepubblici i documenti trasmessi dalle re-

gioni medesime e così rendersi garantedella sicurezza, delle cure e della conti-nuità nell’erogazione dei livelli essenzialidelle prestazioni e della corretta applica-

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zione nella normativa europea, nonchérispondere adeguatamente ai moniti della

Commissione europea.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per la salute, Vito De Filippo, hafacoltà di rispondere.

VITO DE FILIPPO,   Sottosegretario diStato per la salute.  Grazie, Presidente. Non

 vi è dubbio che, negli ultimi anni, nelsettore sanitario si è registrata la carenzadi diverse figure professionali per effetto

proprio dei vincoli assunzionali che sonostati riferiti anche poc’anzi dall’onorevoleinterpellante. In tale contesto, la maggiorparte delle realtà regionali ha segnalato lacarenza di personale sanitario per la dif-ficoltà di assicurare la programmazionedei turni di lavoro secondo standard mi-nimi, come la copertura delle assenze permalattie, per gravidanza, eccetera.

Questa problematica ha assunto con-notati ancora più rilevanti all’indomanidell’entrata in vigore della nuova disci-

plina sull’orario di lavoro applicabile alpersonale delle aree dirigenziali del ruolodel Sistema sanitario, in virtù delle mo-difiche introdotte proprio dall’articolo 14della legge n. 161. In particolare, come ènoto, quella disposizione ha definito l’a-brogazione, a decorrere dal 25 novembre2015, delle norme contenute nel comma6-bis  dell’articolo 17 del decreto legislativodel 2003, che stabilivano la disapplica-zione, nei confronti del personale delruolo sanitario, del sistema sanitario, delle

disposizioni in materia di durata massimadell’orario di lavoro e di riposo giorna-liero.

Al riguardo, per consentire alle aziendesanitarie di superare le difficoltà che in-contrano nell’organizzazione dei servizi enell’erogazione delle prestazioni sanitarieai pazienti, anche a causa delle criticitàche sono state evidenziate, sono state in-serite nella legge di stabilità per il 2016specifiche disposizioni volte a favorire un

processo straordinario di assunzioni nelServizio sanitario nazionale, al fine diassicurare, attraverso una più efficientecollocazione delle risorse umane, la con-

tinuità nell’erogazione dei servizi sanitari edei livelli essenziali di assistenza, anche

nel rispetto delle disposizioni europee inmateria di articolazione dell’orario di la-

 voro.In particolare, il più volte citato comma

541, e a seguire, dell’articolo 1 della leggedi stabilità, la n. 208 del 2015, ha dispostoche le regioni definiscano i propri fabbi-sogni di personale, tenendo conto sicura-mente della cornice finanziaria program-matica e delle disposizioni vigenti in ma-teria del costo del personale, facendo ri-

ferimento a tutte le professionalitàsanitarie per le quali abbiano rilevatoeffettive esigenze assunzionali. Laddovesulla base del piano del fabbisogno delpersonale emergano criticità, gli enti delServizio sanitario nazionale possono in-dire, entro il 31 dicembre 2016, e conclu-dere, entro il 31 dicembre 2017, procedureconcorsuali straordinarie per l’assunzionedi personale medico tecnico-professionalee infermieristico necessarie a far frontealle eventuali esigenze assunzionali che

siano emerse proprio da questa ricogni-zione.

Nell’ambito delle medesime procedureconcorsuali, gli enti del Sistema sanitario– prevedemmo in quel comma – possonoriservare i posti disponibili, nella misuramassima del 50 per cento, al personalemedico tecnico-professionale e infermieri-stico in servizio al 1o gennaio 2016, cheabbia maturato, alla data di pubblicazionedel bando, almeno tre anni, anche noncontinuativi, negli ultimi cinque anni, non

solo con contratti a tempo determinato –questa fu la novità – ma anche concontratti di Cococo o con altre forme dirapporto di lavoro flessibile che i mede-simi enti, nel corso della storia degli stessi,avevano utilizzato.

In particolare, relativamente alla valu-tazione dei fabbisogni definiti dalle re-gioni, la stessa è stata demandata dallegislatore al tavolo di verifica degli adem-pimenti e al Comitato permanente per la

 verifica dell’erogazione dei livelli essenzialidi assistenza, nonché al tavolo per ilmonitoraggio dell’attuazione del regola-mento, di cui al decreto del Ministero della

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salute 2 aprile 2015, n. 70, che è quellosugli standard della rete ospedaliera. Mi

consentirà l’onorevole Giordano, più chechiedere – ed è anche quello utile, pro-babilmente – soldi in più, ci sono situa-zioni di ridondanza, di duplicazione e,anche, sicuramente, di non programma-zione della rete ospedaliera che il decreton. 70 sugli standard prevede e che potreb-bero consentire una riallocazione sicura-mente straordinaria, in molte parti delPaese, di personale.

Quindi, bisogna guardare la riorganiz-

zazione, la proposta, anche alla luce dellariorganizzazione della rete territoriale,della rete ospedaliera, perché il decreton. 70, condiviso, valutato, ampiamentecondiviso, lungamente condiviso anchedalle regioni, è ancora ampiamente nonapplicato in molte parti del nostro Paese.I tavoli congiunti – non a caso la normarichiama i tavoli congiunti, quella delrispetto dei livelli essenziali di assistenza eanche il decreto n. 70 – hanno già avviatola relativa attività istruttoria, nell’ambito

della quale sono state già rese alcuneindicazioni operative e, attualmente, si staprocedendo proprio alla disamina di tuttii documenti trasmessi dalle regioni, cheriassumerò in conclusione della mia rispo-sta, ovviamente, sinteticamente.

Occorre, peraltro, evidenziare che laCommissione europea ha richiesto, sicu-ramente, nuovi elementi informativi all’I-talia, al fine di conoscere l’attuazione sulterritorio delle norme sull’orario di lavorodel personale sanitario, proprio relative

alla comunicazione EU Pilot n. 8414 del2016. Al riguardo, il Ministero della saluteha provveduto a richiedere alle regioni ealle province informazioni in ordine alquadro giuridico e alle prassi adottate alivello locale, in particolare, quelle con-cernenti la durata settimanale massima dilavoro e i relativi periodi di riferimento, ilcalcolo delle ore lavorative prestate inregime di attività libero-professionale e diriposo giornaliero. Dalle informazioni che

abbiamo acquisito è emerso che le regionihanno provveduto ad adottare atti di in-dirizzo finalizzati ad assicurare l’uniformeattuazione sul territorio di riferimento

delle prescrizioni previste dalla normativaeuropea e da quella nazionale di recepi-

mento. Non ci sembrano, ad oggi, per-tanto, sussistere casi generalizzati di vio-lazione delle disposizioni sull’orario dilavoro e, pertanto, eventuali ipotesi che sipotrebbero accertare nel corso dei pros-simi mesi di una non corretta applicazionesono verosimilmente circoscritte a casiisolati sul territorio nazionale.

Inoltre, sempre sulla tematica in argo-mento, in attuazione di quanto dispostodalle disposizioni normative sopra riferite,

il Ministero della salute, sulla base dellerisultanze del tavolo tecnico per la verificadegli adempimenti e del comitato LEA,con il supporto dell’istruttoria condottadal tavolo per il monitoraggio dell’attua-zione del regolamento del decreto mini-steriale n. 70, ha trasmesso formalmente atutte le regioni le modalità operative at-traverso quella apposita circolare che èstata citata e che è stata diramata proprioil 25 febbraio del 2016, che bisognerebbe

commentare in tutta la sua articolazione,come circolare. Nel rispetto della cornicefinanziaria e programmatica e delle dispo-sizioni vigenti in materia del costo delpersonale, è stato richiesto alle regioni ealle province autonome esattamente entroil 29 febbraio 2016, attraverso un appositoflusso documentale, il piano di definizionedel fabbisogno del personale, di cui alcitato comma 541 della legge di stabilità,lettera   b), dando evidenza alle seguentiinformazioni: la prima, fabbisogno di per-

sonale necessario all’applicazione dellalegge n. 161, con particolare riferimento,soprattutto, alle aree di emergenza-ur-genza e della terapia intensiva; seconda, ilfabbisogno del personale correlato allariorganizzazione della rete ospedaliera edell’emergenza-urgenza effettuata ai sensiproprio del decreto ministeriale n. 70, ilpiano deve essere corredato dalle relativemetodologie di calcolo; alle regioni e alleprovince autonome è stato, inoltre, richie-

sto di comunicare, ai sensi dell’articolo 1,comma 542, della legge di stabilità, entrosempre la stessa data, l’eventuale ricorsoalle forme di lavoro flessibili, dettagliando

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il numero di unità reclutate, il profiloricoperto e la tipologia di contratto con la

relativa durata.Inoltre, ai fini di effettuare l’istruttoria

di cui all’articolo 1, comma 541, dellastessa legge e per l’eventuale applicazionedi quanto previsto dal comma 543, è stataanche comunicata la tipologia dettagliatadi informazioni che le regioni dovrannopredisporre a corredo del proprio piano difabbisogno del personale. La mancanzadella trasmissione della soprariportata do-cumentazione non permetterà l’avvio del-

l’istruttoria di cui all’articolo 1, comma541, ai fini dell’eventuale applicazione diquanto previsto proprio dal successivocomma 543 che prevede alcune iniziativenel caso della non comunicazione.

Nella circolare inviata a tutte le regionie alle province autonome è stato anchestabilito che, in considerazione della ne-cessità di definire gli standard di personaleospedaliero e territoriale a livello nazio-nale, entro il 30 settembre 2016, le stesse

dovranno trasmettere le dotazioni di per-sonale, alla data del 31 dicembre 2014,entro il 31 marzo proprio del 2016. Ladocumentazione acquisita è attualmente inistruttoria presso il tavolo per il monito-raggio dell’attuazione del regolamento dicui al decreto ministeriale n. 70 del 2015.

Lascio anche a disposizione degli ono-revoli interpellanti la tabella che riportanel dettaglio la tipologia di documenta-zioni che, ad oggi, le regioni hanno tra-

smesso. Per citarle: la regione Emilia Ro-magna, la Basilicata, la Sicilia, il FriuliVenezia Giulia, il Veneto, il Molise, laPuglia, il Lazio, le Marche, il Piemonte el’Umbria hanno trasmesso il piano di de-terminazione del fabbisogno del personale.Il Molise, la Liguria e la Campania hannotrasmesso la richiesta di assunzione dipersonale con forme di lavoro flessibile;l’Emilia Romagna, la Sicilia, la Toscana, laLombardia, il Veneto, il Molise, la Puglia,

la Liguria, il Lazio, le Marche, il Piemontee l’Umbria hanno trasmesso la rilevazionedella consistenza del personale in quelleregioni.

PRESIDENTE. La deputata Colonneseha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta

per la risposta alla sua interpellanza.

VEGA COLONNESE. Ovviamente, no,perché devo informare il Governo e ilsottosegretario che in questo momento sista attuando una chiusura di ospedaliproprio perché sono in affanno. Sono inaffanno, perché non c’è personale, ven-gono spostati posti letto e in più si staarrivando alla deriva pericolosissima percui si sta spingendo verso la privatizza-

zione del sistema sanitario. Questa cosa èpericolosa, perché ? Perché l’Italia doveva vantare un sistema sanitario che potevagarantire la salute di tutti e in questomomento non lo sta garantendo.

Nell’illustrazione che ha fatto la miacollega Giordano, noi abbiamo anche il-lustrato le proposte che erano state fattedal MoVimento per cercare di adempierecorrettamente a una direttiva su cui si eragià in ritardo di 13 anni, quindi, ci do-mandiamo come ha potuto, il Governo

italiano, essere così in ritardo e non averavuto una risposta pronta. Noi il pianol’avevamo fatto, avevamo stanziato deisoldi, avevamo fatto la richiesta, durantela legge di stabilità, che era la legge chedoveva rendere stabile il Paese, ma, ov-

 viamente, la risposta è stata un « no »netto.

Poi c’è stata un’illusione: sempre nellalegge di stabilità era stato disposto che ilpiano di assunzione del personale sanita-rio, naturalmente in maniera formale,

avrebbe dovuto essere trasmesso entro il29 febbraio 2016; anche questa scadenza èstata disattesa. Questo, cosa ha creato ? Hacreato quel caos che adesso stanno vi-

 vendo i cittadini, perché ogni rispostamancata da parte del Governo è unarisposta che manca nella vita e rendeimpossibile la vita delle persone.

Noi abbiamo fatto anche un esempioben preciso; perché abbiamo utilizzato laCampania, ad esempio ? Perché la Cam-

pania, in questo momento, non solo è unaregione in piano di rientro, ma è anchecommissariata; la sanità della Campania ècommissariata, quindi c’è una responsabi-

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lità diretta da parte del Governo. In più c’èun governatore che è molto vicino a Renzi,

quindi, dovrebbe avere la possibilità diassumere e riuscire a dare una rispostanetta, precisa.

In questo momento, oggi, probabil-mente, verrà chiuso un altro ospedale inCampania. Quindi, questa risposta è statasempre disattesa. Che cosa succede inquesta regione (che è una regione dell’I-talia, quindi possiamo fingere che sia unaquestione di costume il fatto che la gentemuore in Campania, ma in realtà non lo

è, è una mancata risposta da parte delGoverno) ? Siamo nel Paese in cui ci sono11 milioni di persone che hanno rinun-ciato a curarsi; la Campania ha il primato,come regione, della più bassa speranza di

 vita alla nascita e del tasso di mortalitàinfantile più alto rispetto alla media na-zionale.

Questa cosa qui dovrebbe fare in modoche il Governo e soprattutto il Ministero –mi rivolgo al sottosegretario, ma ovvia-mente le nostre considerazioni sono di-

rette al Ministro – cerchino una soluzione.Le ripeto, noi la soluzione l’abbiamo fattain due modi: l’abbiamo fatta sia in legge distabilità, sia con una mozione che è stata

 votata all’unanimità. Quindi, questa cosaqui è un’altra risposta disattesa ed èdisattesa verso l’intero Paese.

Noi abbiamo fatto un esempio partico-lare perché è un esempio in cui non si puòdemandare la responsabilità alle regioni,ma è una responsabilità diretta del com-missario. Quindi, o il commissario è ina-

deguato o qui il Governo non sta agendoin maniera adeguata. Sono queste le ri-sposte. C’è un problema di inefficacialampante ed evidente.

E noi che cosa abbiamo chiesto ? C’èuna questione: nel Paese degli sprechibisogna utilizzare le risorse economicheper riuscire a garantire la salute dei cit-tadini. In un Paese in cui è stato tolto ildiritto al lavoro, è stato tolto il diritto dipoter campare in maniera adeguata, al-

meno la salute è un diritto che deve esseregarantito. Queste cose possono sembrarebanali, ma sono state indicate dalla Com-missione europea che non credo abbia

buon cuore, ma analizza gli Stati membrie le politiche degli Stati membri e conti-

nua a ripetere che vi sono tredici anni diritardo per l’adempimento di una direttivaeuropea. Siamo tutti filoeuropei nei nostridiscorsi. Soprattutto credo che l’incompe-tenza di un Governo che doveva essereeuropeista sia lampante.

Noi le soluzioni ve le abbiamo date edeve esserci la volontà netta e chiara daparte del Governo di rispondere. Si po-trebbe iniziare, ad esempio, dalla Campa-nia che ha una situazione così disastrosa,

senza fingere che sia un problema dicostume avere un governatore completa-mente padrone di una regione, avere uncommissario che si sta dimostrando deltutto incapace di affrontare la situazione

 visto che, ripeto, in questo momento si stachiudendo uno dei centri che è statoun’eccellenza dal punto di vista delle na-scite in Campania, che è l’Annunziata. Maquesto è uno dei tanti. C’è la sanitàproprio nella provincia del governatore De

Luca, a Salerno, che sta ancora aspettandodi avere veramente delle risposte dalpunto di vista dei presidi sanitari chepossono essere degni di questo nome. E c’èlo scempio dell’Ospedale del Mare che èl’esempio lampante di come si devonobuttare i soldi.

Noi continueremo a fare le nostre pro-poste e ci sarà un’altra legge di stabilità.Noi continueremo a chiedere di stanziarei soldi nel modo corretto. Continueremo a

 verificare che le leggi europee vengano

correttamente adempiute, non con l’ansiadell’infrazione, ma con un programmaserio, un programma che possa dare unarisposta adeguata soprattutto a chi ha

 votato le persone che adesso dovrebberorappresentarle e che probabilmente non le

 voterà più perché non ha avuto questerisposte. E l’esempio della Campania con-tinuo a citarlo perché c’è un governatoreche fa parte del partito di maggioranza diquesto Governo, che fa parte dell’esta-

blishment   di chi dovrebbe governare que-sto Paese e, soprattutto, c’è un commis-sario che, continuo a dire, è completa-mente incompetente.

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Ringrazio il sottosegretario, invece,delle tabelle che ci ha fornito; ce le

studieremo attentamente, ma ho il sentoreche ci dovremo risentire molto presto peraltre questioni che sottolineeranno l’in-competenza del Governo in ambito sani-tario.

(Iniziative di competenza per semplificarela consegna di documenti redatti in lin-

 gua slovena, nell’ambito delle procedure per la dichiarazione dei redditi, con rife- rimento ai cittadini del Friuli Venezia

Giulia – n. 2-01408)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Pellegrino ed altri n. 2-01408, concernente iniziative di compe-tenza per semplificare la consegna di do-cumenti redatti in lingua slovena, nell’am-bito delle procedure per la dichiarazionedei redditi, con riferimento ai cittadini delFriuli Venezia Giulia   (vedi l’allegato A –Interpellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Pellegrino se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presi-dente e sottosegretario. L’oggetto della miainterpellanza riguarda un’evidente discri-minazione tra cittadini italiani per quantoattiene la detrazione per le spese medicheeffettuate all’estero, così com’è previstanella dichiarazione dei redditi.

Secondo le regole vigenti, le spese me-

diche sono detraibili dalla dichiarazionedei redditi per cifre che superano i 129,11euro. Anche le spese mediche sostenuteall’estero sono detraibili. Quello che contaè che le cure siano state effettuate daldichiarante o dai familiari a carico. Nonimporta il luogo di effettuazione dellaprestazione. Potremmo, quindi, affermareche le spese mediche all’estero sono sog-gette alle stesse norme che regolano quelleeffettuate in Italia, ma purtroppo non è

così.Le istruzioni per la compilazione delladichiarazione dei redditi 2015, con laquale sono alle prese in questi giorni

moltissimi cittadini italiani, così recitano:« Le spese mediche sostenute all’estero

sono soggette allo stesso regime di quelleanaloghe sostenute in Italia. Anche perqueste deve essere conservata a cura deldichiarante la documentazione debita-mente quietanzata ». E procede ancoracosì: « Se la documentazione sanitaria è inlingua originale, va corredata da una tra-duzione in italiano. In particolare, se ladocumentazione è redatta in inglese, fran-cese, tedesco o spagnolo la traduzione puòessere eseguita a cura del contribuente e

da lui sottoscritta. Se è redatta in unalingua diversa da quelle indicate, va cor-redata da una traduzione giurata ». Il testoulteriormente precisa: « Per i contribuentiaventi domicilio fiscale in Valle d’Aosta enella provincia di Bolzano non è necessa-ria la traduzione se la documentazione èscritta, rispettivamente, in francese o intedesco. La documentazione sanitaria stra-niera, eventualmente redatta in sloveno,può essere corredata da una traduzione

italiana non giurata, ma solo se il contri-buente residente nella regione Friuli Ve-nezia Giulia appartiene alla minoranzaslovena ».

È del tutto evidente che queste prescri-zioni dell’Agenzia delle entrate produconomolteplici discriminazioni. La prima ri-guarda la possibilità per il contribuente dieffettuare la traduzione dei documenti persolo quattro lingue quando l’Unione euro-pea di cui facciamo parte conta almeno

 ventiquattro lingue ufficiali. Ricordo che,tra l’altro, i documenti dell’Unione euro-pea vengono normalmente redatti in in-glese, francese e tedesco, non in spagnolo.Se una scelta andava effettuata, sottose-gretario, il criterio doveva, secondo logica,riguardare innanzitutto, tra le altre, lelingue che vengono utilizzate nelle rela-zioni transfrontaliere e parlate dalle mi-noranze delle aree di confine. La secondadisparità riguarda la discriminazione tra

contribuenti delle aree di confine. In Valled’Aosta e in provincia di Bolzano non ènecessaria la traduzione di documenti re-datti in francese e in tedesco; in Friuli

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Venezia Giulia, tutte le ricevute di spesesanitarie effettuate in Slovenia devono es-

sere oggetto di traduzione giurata.Signor sottosegretario, mi fa piacere

che sia proprio lei oggi a rispondere per-ché si tratta di temi sanitari, quindi nonprettamente e solo fiscali e, quindi, lasanità dovrebbe essere uguale veramenteper tutti. Stiamo parlando dello sloveno,non dello swahili o del cinese o di qual-siasi altra lingua che non abbia il nostroalfabeto o che sia parlata dall’altra partedel mondo. E stiamo parlando di una

nazione come la Slovenia.Presidente, voglio ricordare che il Murodi Berlino non c’è più. Tra Friuli VeneziaGiulia e Slovenia, entrata nell’Unione eu-ropea nel 2004, corre un confine di ben232 chilometri lungo il quale le comunitàitaliane e slovene interagiscono quotidia-namente. Le strutture sanitarie della vi-cina Repubblica di Slovenia vantano ec-cellenze mediche e tecnologiche sanitariein molteplici settori, con costi decisamenteinferiori per gli utenti e, quindi, sono

numerosi i cittadini italiani, anche nonresidenti nelle aree di confine, che scel-gono di farsi assistere oltre confine.

Tra i comuni di Gorizia, Nova Gorica eSÒempeter-Vrtojba è operativo un GECT,Gruppo europeo di cooperazione territo-riale, costituito nel 2010 a Gorizia, di cuilei sicuramente, sottosegretario, è a cono-scenza. Tra gli obiettivi del GECT, nel-l’ambito della progettualità per la costru-zione di un   network   di servizi sanitaritransfrontalieri, è prevista anche l’integra-

zione socio-sanitaria con la realizzazionedi un centro transfrontaliero di prenota-zione dei servizi socio-sanitari che includatutti gli operatori sui due lati del confinee consenta agli utenti un migliore accessoai servizi sociali e sanitari (CUP), e unacasa del parto transfrontaliera.

Ricordo che in Italia li stiamo chiu-dendo i punti nascita, a uno a uno. Questoprogetto transfrontaliero ha ottenuto unfinanziamento di 5 milioni di euro e

prevede l’attivazione di una   task force   dicoordinamento che si affianchi al GECTcon l’apporto di professionisti del settore ela destinazione alla gestione del progetto

stesso di personale degli enti pubblici,inclusa l’azienda sanitaria. Tutto ciò alla

luce delle problematiche descritte, conl’handicap  anacronistico che le prestazionisanitarie rese delle strutture slovene, peressere rendicontate dai cittadini in sede didichiarazione dei redditi, dovranno esseredi traduzione giurata. La gestione tran-sfrontaliera riguarda poi un’infinità di set-tori della vita economica, politica, cultu-rale, ambientale, ed è evidente come inquesto caso la valutazione dell’apparte-nenza alla minoranza linguistica sia del

tutto arbitraria.Signor sottosegretario, è evidente chepotremmo considerare questa una normabeffa, per l’aggravio di tempo e di costi perla traduzione giurata, che il più delle voltenon sono giustificabili dall’effettivo pesodella detrazione: infatti, la documenta-zione che consente di accedere alla detra-zione, se redatta in lingua slovena, deveessere corredata da una traduzione giu-rata, che può essere ottenuta solo da unnotaio, a pagamento; o in alternativa, in

tribunale o dal giudice di pace.L’ordinamento vigente appare del tutto

incongruo, incoerente, e mi si permetta,anche arbitrario sino al paradosso; siamoinfatti alla discriminazione tra cittadiniitaliani: è evidente la disparità che si creaper il diverso trattamento tra contribuenti,quelli della minoranza slovena e quelli chenon vi fanno parte. Non è pensabile che cipossano essere lotte tra etnie differenti,selezione che non ha criteri oggettivi sullabase dei quali è stata effettuata.

Queste discriminazioni derivanti dal-l’applicazione delle direttive dell’Agenziadelle entrate sono incomprensibili e ingiu-stificabili, sia per quanto riguarda l’ugua-glianza dei cittadini italiani, norma costi-tuzionale, sia per quanto riguarda la tuteladelle minoranze linguistiche: entrambi idiritti giustamente sanciti e garantiti dallanostra Costituzione. E queste disparitàsono inaccettabili, anche nella prospettivaeuropea dell’integrazione socio-sanitaria,

anche perché producono spese e aggravi aicittadini del Friuli Venezia Giulia che sirivolgono agli ospedali, ai professionistimedici e alle farmacie in Slovenia.

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Per questi motivi chiediamo al Governoquali iniziative intenda assumere per abo-

lire questa assurda discriminazione, e senon ritenga giusto diramare in tempi breviun’opportuna circolare al fine di inclu-dere, in parallelo con quanto previsto nellazona della Valle d’Aosta e della provinciadi Bolzano, lo sloveno tra le lingue per lequali non è necessario allegare la tradu-zione; o in subordine, se intenda estenderea tutti i cittadini del Friuli Venezia Giuliail diritto a consegnare agli uffici dell’A-genzia delle entrate documenti con alle-gata traduzione non giurata.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per la salute, Vito De Filippo, hafacoltà di rispondere.

VITO DE FILIPPO,   Sottosegretario diStato per la salute.   Presidente, rispondocon gli elementi che mi sono stati fornitidal Ministero dell’economia e delle fi-nanze.

Con il documento in esame, presentato

testé dall’onorevole Pellegrino, gli onore- voli interpellanti rilevano che le istruzioniper la compilazione della dichiarazionedei redditi del 2015 delle persone fisichecontengono delle presunte indicazioni di-scriminatorie tra i contribuenti, con rife-rimento alla lingua da utilizzare nei do-cumenti giustificativi degli oneri detraibilie deducibili riportati nelle dichiarazionidei redditi.

In particolare, gli onorevoli interpel-lanti censurano le seguenti indicazioni

contenute nell’appendice alle istruzioni delModello 730 e del Modello Unico, fascicolo1: « Le spese mediche sostenute all’esterosono soggette allo stesso regime di quelleanaloghe sostenute in Italia; anche perqueste deve essere conservata a cura deldichiarante la documentazione debita-mente quietanzata (...); se la documenta-zione sanitaria è in lingua originale vacorredata da una traduzione in italiano; inparticolare, se la documentazione è re-

datta in inglese, francese, tedesco o spa-gnolo la traduzione può essere eseguitacura del contribuente e da lui sottoscritta;se è redatta in una lingua diversa da quelle

indicate va corredata da una traduzionegiurata. Per i contribuenti aventi domicilio

fiscale in Val d’Aosta e nella provincia diBolzano non è necessaria la traduzione sela documentazione è scritta, rispettiva-mente, in francese o in tedesco. La docu-mentazione sanitaria straniera eventual-mente redatta in sloveno può essere cor-redata da una traduzione italiana nongiurata, se il contribuente residente nellaregione Friuli Venezia Giulia appartienealla minoranza slovena ».

Per gli interpellanti, quindi, le discri-

minazioni contenute in queste precisazionidell’Agenzia delle entrate sono molteplici.La prima riguarda la possibilità per ilcontribuente di effettuare la traduzionedei documenti solo in 4 lingue, quandol’Unione europea di cui facciamo parteconta almeno 24 lingue ufficiali; tra l’altro,i documenti dell’Unione europea vengononormalmente redatti in francese e tedesco,e non in spagnolo.

La seconda discriminazione, tra i con-tribuenti dell’area di confine, consiste nel

fatto che in Valle d’Aosta e in provincia diBolzano non è necessaria la traduzione deidocumenti redatti in francese e in tedesco,in Friuli Venezia Giulia tutte le ricevute dispesa sanitaria effettuate in Slovenia de-

 vono essere oggetto di traduzione giurata.La terza discriminazione riguarda il

diverso trattamento tra contribuenti ita-liani, quelli della minoranza slovena equelli che non vi fanno parte, selezioneche non ha criteri oggettivi sulla base deiquali essere effettuata. Queste sono le

indicazioni discriminatorie che sono stateindicate.

Con riferimento alla prima presuntadiscriminazione, si rappresenta che leistruzioni per le dichiarazioni dei redditidelle persone fisiche ribadiscono quantocontenuto nella circolare del Ministerodelle finanze n. 9 del 9 maggio addirittura1987, che, dopo aver premesso che « ove ladocumentazione sanitaria sia rilasciatadall’operatore straniero in lingua originale

o in altra lingua, è necessaria l’allegazionedi una traduzione della stessa in linguaitaliana, in base al principio generale deldiritto pubblico secondo cui negli atti

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destinati alla pubblica amministrazionedeve essere impiegata la lingua nazio-

nale », precisa che « tenuto conto delleparticolari gravosità ed onerosità di questoadempimento, nonché del fatto che l’or-dinamento scolastico italiano sia nel corsodi istruzione media inferiore sia nellaquasi totalità dei corsi di istruzione se-condaria superiore prevede l’insegnamentodi una o più lingue straniere, e che in baseai programmi approvati dall’autorità sco-lastica costituiscono oggetto di insegna-mento generalizzato, o potenzialmente

tale, le lingue inglese, francese, tedesco espagnolo, si ritiene che, per quanto ri-guarda la documentazione redatta nellequattro lingue testé menzionate, si possaprescindere dalla richiesta di allegazionedella traduzione giurata, che può essere

 validamente sostituita da una traduzioneintegrale della documentazione stessa, re-datta a cura del contribuente interessato eda lui sottoscritta per garantire la veridi-cità ».

Con riferimento alla seconda presuntadiscriminazione tra i contribuenti resi-denti in Valle d’Aosta e in provincia diBolzano e quelli residenti in Friuli VeneziaGiulia, si rappresenta che la stessa circo-lare, sempre quella del 1987, statuisce che« considerato infine che, in base ai relativistatuti di autonomia, la lingua francesenella regione Valle d’Aosta e la linguatedesca nella provincia autonoma di Bol-zano sono parificate all’italiano e ne è

consentito l’uso disgiunto, salvo espressederoghe, la documentazione sanitaria stra-niera, redatta nelle menzionate lingue edallegata alle dichiarazioni dei redditi deirispettivi residenti, non potrà essere cor-redata da alcuna traduzione in italianoche risulterebbe superflua ».

Premesso quanto sopra, si rileva comela legge costituzionale n. 4 del 1948 e ildecreto del Presidente della Repubblican. 670 del 1972 non facciano alcun rife-

rimento all’appartenenza alla minoranzalinguistica per l’utilizzo del francese e deltedesco nel territorio della regione Valled’Aosta e della provincia autonoma di

Bolzano; pertanto, chiunque risieda in taliterritori può utilizzare le lingue francese e

tedesco.La legge 23 febbraio 2001, n. 38, arti-

colo 8, comma 1, invece dispone che « soloalla minoranza slovena presente nelle pro-

 vince di Trieste, Gorizia e Udine è rico-nosciuto il diritto all’uso della lingua slo-

 vena nei rapporti con le autorità ammi-nistrative e giudiziarie locali, nonché con iconcessionari di servizio pubblico di inte-resse aventi sede nel territorio delle pro-

 vince di Trieste, Gorizia e Udine e com-petenza nei comuni di cui all’articolo 4 »(legge n. 38 del 2001).

Per gli stessi motivi appena esposti,conclude il Ministero dell’economia e dellefinanze, i contribuenti italiani residentinelle province di Trieste, Gorizia e Udinenon appartenenti alla minoranza slovenasembrerebbero non avere il diritto all’usodi tale lingua e alle relative guarentigiecostituzionali proprio a tutela delle mino-ranze linguistiche.

PRESIDENTE. La deputata Pellegrinoha facoltà di dichiarare se sia soddisfattaper la risposta alla sua interpellanza.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presi-dente. Sì, mi ritengo soddisfatta perché haassolutamente confermato tutto quello chenoi temevamo: c’è un discrimine dei cit-tadini italiani in Friuli Venezia Giuliarispetto ad altri cittadini italiani di Bol-zano e della Valle d’Aosta ai quali vienedata la possibilità di non fare la periziagiurata della traduzione, mentre i cittadinidel Friuli Venezia Giulia, non della mino-ranza slovena, sono obbligati a fare latraduzione giurata.

Sono veramente soddisfatta, sì, perchémi ha dato ragione. È assurdo veramente,trovo questa risposta lapalissiana da partedel Ministero dell’economia e delle fi-nanze, ma mi permetta davvero unachiosa, Presidente, perché tutti sappiamoquanto in Italia sia particolare e, ci sipermetta, quanto sia atteso il rapporto tra

Stato e cittadino o contribuente quando simette mano alla dichiarazione dei redditi.Da uno Stato civile ci si aspetterebbero

norme chiare e coerenti che evitino sia le

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furbizie degli evasori sia inutili vessazioniai cittadini onesti.

In particolare, ci piacerebbe che leopportunità offerte dalle deduzioni e dalledetrazioni Irpef siano vissute come van-taggi e non come una selva oscura irta ditranelli e sotterfugi.

Anziché procedere nel senso della giu-sta semplificazione, questa vicenda testi-monia che, come sistema Paese, siamoancora costretti a subire un sistema bu-rocratico obsoleto e una legislazione com-plessa e incoerente e non è certo con lasemplificazione del disegno di legge Madiache andiamo a risolvere i problemi dellapubblica amministrazione.

Non è certamente questa la stradagiusta da percorrere per innescare unnuovo ciclo di rapporti tra cittadino epubblica amministrazione. Pagare le tasse,sottosegretario, riteniamo che sia un do-

 vere civico per tutti, come per lo Statotuttavia è un dovere garantire a tuttiequità e coerenza, ma soprattutto ugua-glianza, in base all’articolo 3 della Costi-

tuzione, ed è proprio per questo, sottose-gretario, che non posso considerarmi sod-disfatta della risposta che il Ministerodell’economia e delle finanze ha dato.

Rivendichiamo l’uguaglianza di tutti icittadini e ci auguriamo che in tempibrevissimi, che portano adesso alla dichia-razione dei redditi, tutti i cittadini sianouguali per la legge italiana.

(Iniziative volte a verificare il contenuto e

 gli obiettivi del piano industriale del gruppo Cementir, al fine di salvaguar-darne i livelli occupazionali e produttivi –

 n. 2-01396)

PRESIDENTE. Passiamo alla interpel-lanza urgente Manzi n. 2-01396, concer-nente iniziative volte a verificare il con-tenuto e gli obiettivi del piano industrialedel gruppo Cementir, al fine di salvaguar-darne i livelli occupazionali e produttivi

(vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).Chiedo alla deputata Manzi se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

IRENE MANZI. Grazie Presidente, si-gnor sottosegretario, torna di nuovo in

quest’Aula una vicenda che era già statatrattata nell’aprile 2015 relativa alla crisidel gruppo del cemento Sacci che svolgeun ruolo importante dal punto di vistaproduttivo a livello nazionale con nume-rosi stabilimenti presenti nel Paese.

La crisi del gruppo Sacci era stata giàsegnalata in questa sede in occasione dellaproposta di acquisto effettuata dal gruppoBuzzi Unvicem e della richiesta rivoltaproprio al Ministero dello sviluppo econo-

mico di convocare, di fronte a quellaoriginaria proposta di acquisto, un tavolocon il gruppo imprenditoriale, le forzesindacali e il Governo stesso per verificareche i livelli occupazionali del piano indu-striale dell’allora gruppo Buzzi tutelasseroadeguatamente i lavoratori presenti neglistabilimenti diffusi nel Paese. Il Ministerodello sviluppo economico si era dichiaratodisponibile anche in modo rapido e re-pentino ad affrontare la situazione. Pur-troppo, poi, la mancata accettazione della

proposta d’acquisto del gruppo Buzziaveva interrotto le trattative e la risolu-zione positiva di quella vicenda. Tale vi-cenda torna oggi in quest’Aula proprio aseguito dell’acquisto da parte del gruppoCementir, in questo caso accettato ancheda parte dei creditori e autorizzato anchedal parere favorevole dell’Antitrust, delgruppo aziendale Sacci.

Le motivazioni che allora avevano con-dotto all’interpellanza urgente sono lestesse che sorreggono l’atto che è stato

presentato oggi e ruotano innanzituttointorno alla verifica concreta del pianoindustriale del gruppo Cementir, che, aseguito tra l’altro dell’acquisizione di SacciSpa, acquisirà sinergie per circa 10 milionidi euro a partire dal 2018 e quindi verràa svolgere un ruolo forte e dominanteall’interno del settore su scala nazionale enon solo su scala nazionale. Si interpellail Governo, anche in questo caso a frontedella proposta di acquisto che è stata

espressa ed è stata accettata favorevol-mente, sulla volontà di voler convocare untavolo urgente per la verifica non solo delpiano industriale, ma ancor più della tu-

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tela dei livelli occupazionali dei vari sta-bilimenti. Cito soltanto i più importanti:

quelli di Tavernola Bergamasca, Castelrai-mondo, Cagnano Amiterno, Greve inChianti e Livorno, stabilimenti, tra l’altro,che hanno risentito anche in questi annidella crisi del gruppo originario, delgruppo Sacci, proprio perché hanno lavo-rato in questi anni molto spesso a sin-ghiozzo e rispetto ad alcuni dei quali, inparticolare proprio quello aperto in pro-

 vincia di Macerata, quello di Castelrai-mondo, la cassa integrazione straordinariacesserà già dal prossimo mese di settem-bre, con conseguenze ovviamente ancorpiù gravi per i lavoratori che sono occu-pati in quegli stabilimenti. E quindi, in-sieme agli altri colleghi che hanno sotto-scritto questo atto, interpelliamo il Go-

 verno e intendiamo verificare quali sianoproprio le iniziative del Governo riguardoal piano industriale del gruppo Cementir,proprio al fine di tutelare la piena occu-pazione dei siti produttivi, scongiurando inparticolar modo la chiusura di alcuni di

essi.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, IvanScalfarotto, ha facoltà di rispondere.

IVAN SCALFAROTTO,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.  Grazie,Presidente. Com’è noto agli onorevoli in-terpellanti, la Cementir Holding produce edistribuisce cemento grigio e bianco, inerti,calcestruzzi e manufatti in cemento in

Italia e nel mondo, con stabilimenti situatiin 13 Paesi e la collaborazione di circa3800 dipendenti, ed è società che dal 2001

 viene quotata a Piazza Affari. Risulta che,dopo mesi di trattativa, la stessa CementirHolding ha annunciato che il tribunale diRoma, il 7 giugno, ha pubblicato il decretodi omologa del concordato preventivodella società Sacci Spa, di cui costituisceparte integrante l’offerta di acquisto delramo di azienda presentato dalla control-

lata Cementir Italia. Peraltro la citataofferta di acquisto è stata votata positiva-mente anche a creditori della Sacci Spa. Ilclosing   dell’operazione è previsto entro il

mese di luglio 2016. Ciò premesso, tutta- via, per quanto riguarda gli eventuali

aspetti sociali conseguenti all’ipotizzataacquisizione richiamata dagli interpellanti,il Ministero dello sviluppo economico, inaccordo con il Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali, si attiverà per favorire unconfronto con le parti sociali che escludaperdite occupazionali presso i siti in cui

 vengono svolte le attività produttive. A talriguardo sarà prontamente attivato untavolo di confronto per consentire la ri-cerca di ogni soluzione che scongiuri neisiti non solo della Sacci Spa e, in parti-colar modo, in quello citato nell’atto inparola, quello di Castelraimondo, ma an-che dell’acquirente stesso, crisi produttiveed occupazionali che non siano mera-mente congiunturali. Sarà cura del Go-

 verno aggiornare sugli sviluppi della vi-cenda rappresentata.

PRESIDENTE. La deputata Manzi hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

IRENE MANZI. Ringrazio il sottosegre-tario per la sua risposta e per la dispo-nibilità, soprattutto, che è stata pronta-mente dimostrata da parte del Governo,come già avvenuto l’anno scorso in unasituazione quasi analoga riguardo algruppo Sacci, proprio ad attivare il tavolodi confronto e a tutelare anche tutti ilivelli occupazionali negli stabilimenti chesono coinvolti.

Come giustamente evidenziato, il

Gruppo Cementir svolgerà, ovviamente, unruolo importante a seguito dell’acquisi-zione della Sacci e, quindi, pur sapendo legravi difficoltà da cui forse discendonoanche le traversie del gruppo Sacci, rela-tive al settore del cemento e prodotte dallacrisi economica originatasi in questi anni,pensiamo che sia molto importante questoatteggiamento, che del resto trova con-ferma anche nell’impegno analogo che ilGoverno ha manifestato per situazioni

come quelle di Italcementi, per esempio, inaltre parti del Paese.Quindi sono – a nome anche degli altri

colleghi interpellanti – fiduciosa in questo

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caso e soddisfatta rispetto all’impegnopreso, ferma restando, chiaramente, que-

sta interlocuzione costante con le forzesindacali, il Governo, il Parlamento e,ovviamente, il gruppo Cementir, rispettoagli esiti futuri e rispetto, poi, alla ripresadell’attività.

(Intendimenti del Governo circa la possi-bilità di sottoporre alla ratifica dei Par-lamenti nazionali l’accordo di libero

 scambio e investimento fra il Canada el’Unione europea (CETA) – n. 2-01398)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Kronbichler ed altri n. 2-01398, concernente intendimenti del Go-

 verno circa la possibilità di sottoporre allaratifica dei Parlamenti nazionali l’accordodi libero scambio e investimento fra ilCanada e l’Unione europea (CETA)   (vedil’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Kronbichler se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se si

riservi di intervenire in sede di replica.

FLORIAN KRONBICHLER. GraziePresidente, buongiorno signor sottosegre-tario, mi metto qua, non perché mi ritengoimportante, ma per interloquire in modopiù naturale...

PRESIDENTE. Così ci si vede !

FLORIAN KRONBICHLER. ...se no,sembra di essere in chiesa, dove stanno

tutti dietro. La fortuna e il destino delleinterpellanze urgenti, chiamate così, com’èchiamata la mia, solitamente contraddi-cono il loro titolo, anzi lo tradiscono,essendo normalmente le risposte tutt’altroche rispettose dell’urgenza. In questi tempibizantini, spesso le risposte arrivano fuoritempo e non sono più attuali. In questocaso, l’interpellanza mia, nostra, dei mieicolleghi e non soltanto del mio gruppo,c’era anche un collega del MoVimento 5Stelle che l’ha firmata, è stata calendariz-zata quindici giorni fa, però era quel

 venerdì di campagna elettorale e mi hannofatto pressione perché avrebbero dovuto

tenere aperta la Camera, quel venerdì, soloper me e per la mia interpellanza, e così

ho fatto antecedere buonsenso a diritto.Però, in questo caso, l’attualità non è

 venuta meno, anzi, sono stato fortunatoperché, nel frattempo, abbiamo avuto laBrexit e tutta la faccenda di CETA e TTIPsi presenta in modo nuovo e penso, di-ciamo così, ancora più urgente.

Ho preso lo spunto da una dichiara-zione del neo Ministro Calenda, adessoormai di tre settimane fa, che ci haspaventati, perché non è che fossimo stati

distratti sul CETA e tutti incentrati sol-tanto sul TTIP, perché dopo poco si sa chetutte e due le cose sono tenute assieme,sono la stessa cosa: la CETA, ossia quel-l’accordo dell’Europa con il Canada èl’antiporta, l’anticamera del TTIP, poi spie-gherò meglio.

Ecco, la notizia era che il Governoitaliano, rappresentato dal Ministro Ca-lenda in sede dell’Unione europea, hasottolineato la sua posizione, la sua nuova

sorprendentemente nuova posizione sullaratifica del CETA. Cioè, in sede europea hasottolineato la sua posizione di ratifica e loha chiamato accordo non misto, che nonnecessita quindi di alcuna verifica da partedei Parlamenti nazionali. Tale presa diposizione contraddice la posizione tenutadal Governo fino adesso. Io mi rifaccio,per esempio, alla risposta ad una interro-gazione del nostro collega Plangger, delSüdtiroler Volkspartei, presentata nel set-

tembre del 2014, alla quale il Sottosegre-tario di Stato per gli affari esteri e lacooperazione internazionale, BenedettoDella Vedova, ha affermato che il Governoconsidera il CETA un contratto di naturamista, e non di esclusiva competenza del-l’Unione Europea, in quanto tratta inmisura rilevante – cito – questioni dicompetenza mista o esclusiva degli Statimembri, quali la proprietà intellettuale, itrasporti, la sicurezza del lavoro, gli inve-

stimenti e sosterrà la linea nelle sedicompetenti.Quindi, ad oggi, abbiamo una nuova

situazione, una posizione per cui il neo

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Ministro Calenda contraddice quello che ilsuo predecessore, relativamente alla que-

stione, aveva assunto, alla quale ci era- vamo attenuti e che ci aveva anche tran-quillizzati. Adesso, la posizione del Go-

 verno italiano, se è la nuova, è moltodistante da quella di altri Paesi amici enon sono vecchie quelle posizioni; c’è laGermania sempre critica su questo, so-prattutto il Parlamento tedesco, dove, ap-pena ieri, al nostro gruppo, un alto fun-zionario del Ministero dello sviluppo eco-nomico ha spiegato e ha confermato la

posizione del Presidente – del suo collega,signora Presidente – del   Bundestag   tede-sco, il quale ha detto: prima che ci met-tano sotto tutte le informazioni, a tuttiquanti, a tutti i parlamentari, non c’èneanche da sognarsi che firmiamo. E chedebba venire nel Parlamento, questo èanche stato espresso proprio questa setti-mana, quindi dopo Brexit, dal nuovo Can-celliere austriaco, dello Spö, e dal Vice-cancelliere tedesco Gabriel, che rivendi-cano la natura di accordo misto della

CETA. E quindi adesso sono, per esempio,questi due che si sono espressi questasettimana, il Cancelliere austriaco e ilVicecancelliere tedesco, signor sottosegre-tario, che sono almeno lontani parenti delsuo Governo, politicamente intendo.

E questi ci vogliono far capire che i vantaggi commerciali, anche col CETA,promessi ma non dimostrabili, ammonte-rebbero a circa 5,8 miliardi di euro al-l’anno; un risparmio per gli esportatorieuropei di 500 milioni di euro annui,

dovuto alla eliminazione di quasi tuttiquesti dazi alle importazioni. Sul mercatodel lavoro, poi, ci sono delle cifre, diciamocosì, che ipotizzano aumenterebbero 80mila nuovi posti di lavoro. I dazi a livelloeuropeo sarebbero aboliti rapidamente ela maggior parte di essi sarebbero sop-pressi: con l’entrata in vigore dell’Accordo,dopo sette anni, non ci sarebbe più alcundazio doganale tra l’Unione europea e ilCanada sui prodotti industriali.

Adesso non elenco la natura e il con-tenuto di questi accordi, però voglio sot-tolineare il fatto che, con tanta faciloneria,ci si vuole spiegare che in fondo il CETA

è un accordo con il Canada e per questoci fa meno impressione e anche meno

paura degli Stati Uniti, però CETA è lastessa cosa del TTIP: quello che il TTIPrappresenta tra l’Unione europea e gliStati Uniti d’America è il CETA tra l’U-nione europea e il Canada.

Però, difatti, il CETA è il cavallo ditroia del TTIP, perché anche tutte lemultinazionali americane – e sono 42 mila– che trattano, che hanno rapporti com-merciali con l’Europa (sono molte di più),però 42 mila hanno già sede in Canada.

Quindi   bypassano,  casomai, il TTIP e ven-gono qui.Io vorrei chiedere al sottosegretario

quale sia l’attuale posizione del Governo –perché quello che abbiamo ottenuto dalMinistro Calenda l’abbiamo avuto dai gior-nali – in merito al necessario passaggioparlamentare, viste le differenti posizioniassunte nel tempo su di esso. Vorreichiedere, poi, se il Governo non intendarivendicare, in sede di Unione europea, ilruolo dei Parlamenti nazionali – e non la

consideri una posizione nazionalista – adiscutere e a votare il CETA; se il Governo,poi, non ritenga lesivo degli interessi ita-liani l’adozione di un contratto commer-ciale che metta in serio pericolo molteaziende italiane impegnate nella produ-zione del  made in Italy. Io conosco la suaposizione in proposito, però, lei mi dirà sela posizione del Governo coincide conquesta.

Vorrei chiedere, poi, se non ritenganecessario rivedere ciò più approfondita-

mente, anche all’indomani di quanto suc-cesso in Europa, cioè, all’indomani della« Brexit », perché tutte le cose, tutti icontratti, tutte le stime, tutte le statistichegià sono approssimative. Infatti, noi siamoandati per primi – il collega Giulio Mar-con ed io –, il 30 maggio, a vedere quellasala di lettura, a vedere questi documenti.Non è che io mi sia meravigliato, perchétanto si sapeva: in Germania l’hanno fattogià prima, mezzo anno prima hanno

aperto questa sala. Qui ci voleva, forse nonc’è stato uno che si è occupato di più diTTIP ed è stato chiesto in tre interroga-zioni, mozioni questa apertura. Noi siamo

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stati fra gli ultimi dei Paesi che l’hannoallestita e, poi, ovviamente, si è manife-

stata quella caricatura di trasparenza.È fondamentalmente una presa in giro:

non si legge niente, si riceve un malloppodi carte, migliaia di carte, senza un indice.Sono otto tomi con delle carte, non attuali,non c’è una numerazione delle pagine.Immaginate voi: viene dato il tempo diun’ora, scortati, ovviamente, non bisognafotografare, non bisogna copiare niente,poi è tutto in inglese. Io fortunatamenteun po’ conosco quella lingua, però ci sonoparlamentari che non la conoscono. Allamia domanda su che cosa possa fare unoche non sa l’inglese, mi hanno indicato undizionario, quello che hanno nelle scuolemedie. Un vocabolario « Garzanti » a di-sposizione. Senza un indice, senza nume-razione: può capitare che si arrivi a qual-cosa di nuovo e viene custodito lì ?

Il Ministro Calenda, due settimane fa,ha ironizzato sul fatto che dopo tre set-timane, dopo l’apertura di questa salalettura, ci sarebbero andati appena di-

ciotto parlamentari: quindi – ha detto –,l’offerta è lungamente maggiore alla do-manda. Ma questa è una presa in giro,perché, in fondo, anche i parlamentarihanno creduto a ciò che noi abbiamoraccontato e non ci vanno.

Quale è la posizione su queste cose,sulla trasparenza del TTIP ? Visto che nonera colpa mia che non lo abbiamo trattatoquindici giorni fa, forse, il sottosegretarioci può anche dire quanto la « Brexit »abbia inciso sulla posizione del Governo

sul TTIP e sul CETA.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, IvanScalfarotto, ha facoltà di rispondere.

IVAN SCALFAROTTO,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.  Grazie,Presidente. L’interpellanza in oggettoespone una serie di preoccupazioni avan-zate dai sottoscrittori con riferimento al-l’Accordo di libero scambio tra l’Unione

europea e il Canada, il cosiddetto CETA,con specifico riferimento al coinvolgi-mento del Parlamento nazionale nella fasenegoziale, nonché sul TTIP.

Per quanto concerne l’accordo CETA,la questione attiene alla natura mista o

meno dell’Accordo, con implicazioni inmerito alla competenza, se sia esclusivadell’Unione europea o anche degli Statimembri. Il tema riguarda, più in generale,l’interpretazione del Trattato di Lisbonarelativamente alla competenza europea sulcapitolo investimenti, sul quale si è inattesa di una sentenza della Corte digiustizia europea. Approfondendo dettatematica, è infatti possibile rilevare che,qualora l’accordo venisse considerato di

natura mista, le decisioni sul CETA do- vrebbero essere prese all’unanimità dagliStati membri e l’Accordo dovrebbe essereratificato secondo i meccanismi identificatidai rispettivi sistemi costituzionali.

Le conseguenze pratiche di una taleopzione sono evidenti: in attesa delle ra-tifiche nazionali, verrebbe decisa un’appli-cazione provvisoria che, per l’effetto cu-mulativo delle sensibilità nazionali, fini-rebbe per essere molto circoscritta. Inol-tre, ciascun Parlamento nazionale

potrebbe negare la ratifica e il CETA nonentrerebbe dunque mai in vigore e questodeterminerebbe il venir meno di una qual-siasi credibilità della politica commercialeeuropea, cioè noi trattiamo, negoziamo,firmiamo e gli accordi non arrivano mai inporto, quindi le nostre controparti sannoche sedersi con l’Unione europea, che ètitolare della politica commerciale, di fattosignifica negoziare con una contropartecon la quale non si arriva mai a unaccordo. Lascio naturalmente agli onore-

 voli interpellanti la valutazione di qualepossa poi essere lo   standing   della nostraUnione sul piano internazionale, quando ilprocedimento diventa di questo tipo.

Per queste ragioni ed in ragione del-l’importanza strategica di questo Accordo,che abbiamo firmato e che quindi l’Unioneeuropea ha deciso con i suoi rappresen-tanti di firmare, il 28 maggio ultimo scorsoil commissario al commercio Cecilia Mal-mstrom e il Presidente Juncker sono stati

informati della disponibilità di principio,in pendenza del giudizio della Corte eu-ropea, a trattare l’accordo CETA comeaccordo « EU   only», quindi soltanto di

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competenza dell’Unione europea, e noncome un accordo misto e pertanto consi-

derare il processo di approvazione di per-tinenza del Consiglio dell’Unione europeae del Parlamento europeo, che – cometutti naturalmente ricordiamo – è eletto asuffragio universale dai popoli e dalleNazioni che sono parte dell’Unione euro-pea. Questa posizione risulta supportata egiustificata dalla constatazione che, se-condo il Trattato di Lisbona, la politicacommerciale è di competenza esclusivadell’Unione europea.

Sul piano degli interessi dell’Italia nonpuò poi essere trascurato che il CETA è ilprimo accordo commerciale raggiunto dal-l’Unione europea con un partner del G7,quindi un partner con il quale l’intera-zione è molto ampia e interessa un Paese,il Canada, che è caratterizzato da innega-bili similitudini dal punto di vista cultu-rale, sociale ed economico, che si riflet-tono sul piano degli scambi commerciali.Si tratta di un trattato che porterà van-taggi fondamentali in termini di accesso al

mercato e di accesso agli appalti pubblici,che oggi, per i nostri imprenditori, sononaturalmente molto più difficoltosi. So-prattutto, per la prima volta, un Paeseanglosassone all’esterno dell’Unione euro-pea riconosce il nostro sistema delle in-dicazioni geografiche, che – come gli ono-revoli interroganti sanno – non è sostan-zialmente riconosciuto nei Paesi anglosas-soni fuori dall’Unione europea, ma vige ilprincipio del « marchio registrato », percui anche prodotti che sono tipici delle

nostre economie, come il prosciutto di SanDaniele, non è necessario che vengano daSan Daniele del Friuli, ma se qualcunoregistra il marchio « prosciutto di SanDaniele » può commercializzarlo nel suoPaese e i nostri produttori di San Danieledevono esportarlo all’estero con la deno-minazione magari di « original pro-sciutto », o qualcosa del genere.

Quindi, c’è un riconoscimento per laprima volta da parte del Canada della

importanza, dell’essenza delle nostre indi-cazioni geografiche, che non indicano sol-tanto la provenienza geografica da uncerto territorio, ma riguardano protocolli

di qualità, che richiedono investimenti. Leindicazioni geografiche non vengono gra-

tis, ma sono un’indicazione anche a tuteladel consumatore di quello che è un pro-dotto, delle sue caratteristiche, della qua-lità e della disciplina imprenditoriale chesono richieste per legge ai produttori diquei determinati prodotti. Oggi, questonon è riconosciuto in questi Paesi. Con ilCanada, per la prima volta, abbiamoun’indicazione di questo genere. Tant’èche, appunto, l’eccellenza dei prodotti ita-liani viene protetta attraverso il riconosci-

mento delle denominazioni di origine DOPe, infatti, nel Trattato abbiamo 41 indica-zioni geografiche italiane che saranno pro-tette e che sono in una lista allegataall’accordo.

Al contempo, una volta in vigore,quindi, l’accordo avrà positive ricadute intermini di crescita e di occupazione, so-prattutto di sbocco per il nostro   made inItaly  che, come sappiamo, è stata la carta

 vincente di quelle imprese che megliohanno resistito alla crisi economica, quelle

che sono riuscite a internazionalizzarsi.Non dimentichiamo, anche, incidental-

mente, che questo tipo di accordi vaefficacemente a contrastare anche il feno-meno dell’italian sounding   che, proprioper le cose che dicevo prima, oggi, sicalcola valere il doppio delle nostre espor-tazioni nell’agroalimentare, quindi, perogni tre prodotti che suonano italiano nelmondo, due sono fatti, in realtà, in postiall’estero. Questo, soltanto per dare un’in-dicazione di quale possa essere l’impatto

di un accordo di questo genere.Proprio in virtù dei numerosi positivi

risultati negoziali e dei vantaggi che por-terà, la procedura per la firma e l’entratain vigore dell’accordo CETA dovrebbe con-cludersi nel più breve tempo possibile.Vale solo la pena di precisare che laprospettata linea interpretativa non im-plica alcuna pretermissione della funzioneriservata ai Parlamenti nazionali, che po-tranno, nel pieno delle relative compe-

tenze, intervenire nell’ambito della faseattuativa dell’accordo. Diversa, invece, è lasituazione che riguarda il TTIP, l’accordodi libero scambio con gli Stati Uniti, il

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quale coinvolge tematiche che riguardano,tra l’altro, lo sviluppo sostenibile, l’am-

biente, l’energia, le materie prime, le pic-cole e medie imprese, la protezione deilavoratori, l’anticorruzione, eccetera.Quindi, l’inclusione di questi temi nelperimetro del TTIP rende l’accordo incon-trovertibilmente misto; questa posizione èstata chiarita alla Commissione europeacon la stessa lettera in cui abbiamo datol’apertura verso la considerazione « EUonly » dell’accordo CETA.

Per quanto riguarda il TTIP, non visono, dunque, dubbi sul fatto che il pro-cesso di approvazione dovrà essere il se-guente:   in primis, dovrà essere adottatadalla Commissione una bozza di decisionesulla base della quale il Consiglio autoriz-zerà la conclusione e la firma dell’accordo;per questo primo atto è necessaria l’una-nimità, con una decisione in nome dell’U-nione europea e dei 28, anzi, vedremo poia che punto saremo, se 28 o 27, Statimembri, comunque, di tutti gli Stati mem-bri. A seguire, l’accordo sarà sottoposto

all’esame del Parlamento europeo, che, loricordiamo, è sempre eletto a suffragiouniversale per acquisirne il consenso.Quindi, gli Stati membri procederanno alleratifiche nazionali, sulla base dei rispettiviordinamenti costituzionali, con l’esame daparte di tutte le Assemblee elettive.

PRESIDENTE. Il deputato Kronbichlerha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la risposta alla sua interpellanza.

FLORIAN KRONBICHLER. Grazie,Presidente, grazie, signor sottosegretario.Mi conferma tutti i dubbi e tutte lepreoccupazioni che avevo e che mi hannospinto a fare questa interpellanza. In pra-tica, ha confermato quello che, scellerata-mente, ha detto il Ministro Calenda e cioèche CETA è un accordo misto; questa èuna posizione che, non so se è sola, perchéadesso ancora ci sono ventisette Paesi inEuropa, però, veramente, insomma, si di-

stingue dalle posizione dei nostri Paesi vicini. Ho detto che i suoi colleghi, quelloaustriaco e il Vice Cancelliere tedesco,questa settimana, hanno sostenuto il bi-

sogno e il dovere che queste questioni vengano trattate nei propri Parlamenti.

Io ho la sensazione – e ciò mi con-ferma – che qui in Italia non si tragganessuna conseguenza da quanto è successola settimana scorsa, cioè dalla Brexit.Credete veramente di fare l’interesse deicittadini italiani se cogliete il momento,adesso, opportuno, della distrazione –perché pensiamo ad altro – per mettere alsicuro subito queste cose, al di fuori deiParlamenti, cioè dei rappresentanti demo-cratici del Paese italiano e di dire « adesso

non è più misto » ?Anche il sottosegretario Della Vedova,un anno e mezzo fa, ha spiegato tuttoquanto, ha spiegato perché è misto; quindi,è il contrario di quello che sosteneteadesso, cioè gli accordi di Lisbona diconoche c’è, sì, competenza esclusiva dell’UE inmateria di investimenti diretti all’estero,però, a condizione che l’accordo non ri-guardi competenze nazionali e le compe-tenze nazionali sono esplicitamente elen-cate; c’entra, per esempio, il patrimonio

intellettuale, per dirne solo una.Poi, se lei mi dà delle speranze sul

TTIP, ecco, lì, sì, poi, magari non ci saràneanche più bisogno, se entra in vigore ilCETA; lo ha detto l’America, tutto ildiritto, le merci americane prendono la viaper il Canada dove hanno 42 mila multi-nazionali, tutte le multinazionali – perquelle che non ce l’hanno, ci sarà il TTIP– allora entreranno sul mercato europeo.E pure, poi, c’è la faccenda del diritto,l’ISDS, i tribunali privati in pratica, pure

quello si fa col Canada. Ciò col Canadanon ha suscitato questo putiferio, perché èil Canada, tutti si sono concentrati sulTTIP, però, come ho detto, è il cavallo diTroia, non ci sarà bisogno del TTIP seentra in vigore il CETA. Questo lei lo sa,noi lo ripetiamo. Non è cattiva intenzione,lo abbiamo capito, è che non accettiamoquesta furbizia.

Poi, soprattutto, vorrei chiarire unacosa; lei parla come se non ci fosse stato,

fino adesso, commercio con l’America, mainvece, si tratta, eccome; è il secondopartner commerciale dell’Italia. Solo versol’Unione europea esportiamo di più che

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 verso l’America, per far così che non ci siapiù possibilità di esportare... Insomma,

chiedere questo è chiedere un po’ troppo.Ecco, io posso solo dire che qui ci tro-

 viamo, come Italia, veramente non in Eu-ropa. In tutta l’Europa i Governi non sipossono permettere di dire quello che sipermette il nostro Governo. Il nostro Go-

 verno sta ancora su questa posizione.Testualmente, Renzi ha detto, e il sotto-segretario Gozi l’ha ripetuto un paio di

 volte: l’appoggio dell’Italia, totale ed in-condizionato, al TTIP. Dicesse questo laCancelliera Merkel, non sarebbe più Can-celliera, perché lì ci sono le più grandimanifestazioni dal dopoguerra, 300.000 aBerlino, ci sono stato pure io, 3 milioni difirme raccolte, diciamo così, per renderepiù democratico, per aprire, per renderepiù trasparenti TTIP e CETA. Qui, in-somma, si dice: appoggio totale e incon-dizionato. Quindi, una capitolazione sututta la linea che non ha eguali.

(Elementi in merito al sistema dei con-trolli e alle conseguenti risultanze in or-dine alle emissioni inquinanti dei veicoli

Volkswagen – n. 2-01407)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Crippa ed altri n. 2-01407,concernente elementi in merito al sistemadei controlli e alle conseguenti risultanzein ordine alle emissioni inquinanti dei

 veicoli Volkswagen   (vedi l’allegato A –Interpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Crippa se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente.Questa interpellanza pone l’accento su unaquestione molto di attualità, soprattuttoper il fatto che oltreoceano si sta muo-

 vendo un’importantissima campagna di ri-sarcimento da parte della Volkswagen

 verso i possessori di veicoli analoghi a

quelli circolanti all’interno del nostroPaese.Secondo quanto riportato dal Governo,

in Italia, il numero dei soli veicoli

Volkswagen interessati dal cosiddetto Die-selgate – in un’audizione, ce lo disse il

Ministro Delrio – era pari a circa 710.000 veicoli. Per questo la procura di Torino hagià aperto un’indagine sulla questione pertruffa e ad oggi il fascicolo è stato poiinviato per competenza a Verona, insiemeanche a un’ipotesi e a un approfondimentodi indagine sulla questione della frode incommercio.

Il Governo, in risposta a un atto disindacato ispettivo avanzato dal MoVi-mento 5 Stelle, ha informato gli interro-

ganti della stipula, nel dicembre 2015, diuna convenzione con un non meglio spe-cificato organismo indipendente teorica-mente, virgolettato, secondo quanto ci ri-spose il Governo, « per regolare le attivitàcongiunte di misurazione delle emissioniinquinanti dei motori diesel euro 5B dacondursi mediante prove in laboratorio eprove su strada ». La campagna dei  test, dicui a oggi non si ha alcuna informazionein merito, tutto molto sottotraccia, se-condo quanto sostenuto dal Governo in

sede di risposta sempre alla citata inter-rogazione, costituirà, virgolettato, « un ele-mento imprescindibile per calibrare almeglio la più ampia e capillare azione dicontrollo e verifica da condursi, al terminedella quale, a fronte di eventuali irrego-larità, saranno irrogate le consuete san-zioni amministrative ed eventuali sanzionipenali connesse ai reati emersi a seguito diinchiesta giudiziaria ».

Gli importi delle sanzioni, alla lucedelle dichiarazioni del rappresentante del

Governo, non sarebbero considerati dareimpiegare per tutelare gli interessi e idiritti dei consumatori o per risarcire glistessi. Nella medesima risposta, il Ministroha segnalato l’emanazione del decreto di-rigenziale 26 febbraio 2016, recante mo-dalità e procedure per la campagna di  test,che, però, secondo quanto sostenuto dallostesso Ministro, sarebbe partita preceden-temente, a gennaio 2016.

Secondo quanto, invece, riportato dalla

stampa nazionale, l’Unione europeaavrebbe richiamato il Governo italiano acausa della mancata comunicazione deirisultati delle indagini che avrebbe dovuto

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svolgere sui veicoli manomessi in circola-zione, però sul nostro suolo nazionale.

Dalle stesse fonti, è possibile rilevare cheil programma di richiami dei veicoli daparte della casa automobilistica sarebbegià stato avviato in Europa e verosimil-mente anche in Italia, ma con un anda-mento estremamente lento: circa 50 milaauto riparate a fronte di un numeromolto, molto più grande.

La tutela del consumatore è uno deiprincipali compiti attribuiti al Ministeroche, tra l’altro, dovrebbe assicurare una

corretta informazione e formazione al cit-tadino e il rispetto dei principi di traspa-renza da parte delle imprese. Ricordo cheun Ministro o un suo delegato di fattopresiede il Consiglio nazionale dei consu-matori e degli utenti, cosiddetto CNCU,organo rappresentativo delle associazionidei consumatori e degli utenti a livellonazionale, che è stato istituito con unalegge nel 1998, il cui lavoro è finalizzato acontribuire al miglioramento e al raffor-

zamento della posizione del consumatorenel mercato. Gli strumenti sembrano es-serci quindi.

Per assicurare la massima conoscenzasulle emissioni di CO2 delle autovetture giàla direttiva n. 1999/94/CE, recepita in Ita-lia con il decreto del Presidente dellaRepubblica 17 febbraio 2003, chiedeva agliStati membri di pubblicare annualmenteuna guida sul risparmio di carburante edelle emissioni di CO2, al fine di fornire ai

consumatori informazioni utili per un ac-quisto consapevole di autovetture nuove,con lo scopo di contribuire alla riduzionedelle emissioni di gas serra e al risparmioenergetico. Pubblicazione scaricabile dalsito Internet del Ministero dello sviluppoeconomico.

Secondo fonti di stampa, con una no-tizia del 26 settembre 2015, Volkswagen ha

 vinto una gara anche pubblica per lacommessa di oltre 900 veicoli SEAT Leon

in dotazione a polizia e carabinieri. Le vetture sarebbero del modello interessatodalla manipolazione sulle emissioni, percui la casa automobilistica avrebbe previ-

sto il richiamo per le necessarie ripara-zioni. Quindi, da un lato lo Stato italiano

è anche consumatore.Negli Stati Uniti, a seguito dell’azione

legale promossa dal Dipartimento di giu-stizia nel gennaio 2016, la Volkswagensarebbe giunta a stanziare miliardi didollari per un insieme di misure perriparare o togliere dalla strada mezzomilione di auto.

Nella proposta ancora in corso di va-lutazione – secondo una notizia di ieri èstato annunciato un patteggiamento da

parte del Dipartimento della giustizia sta-tunitense e della Volkswagen – sembre-rebbe che Volkswagen di fatto sia propriointeressata a risarcire i consumatori, daun lato, e soprattutto a risarcire anche ilGoverno americano. In Italia, la stessacasa produttrice avrebbe invece rifiutatoun confronto con le associazioni dei con-sumatori richiesto al fine di giungere a unaccordo in favore degli automobilisti coin-

 volti, nonostante risulta che abbia avviatouna campagna di richiamo delle auto

interessate dallo scandalo. In altre parole,abbiamo lo stesso problema statunitense:di là la società Volkswagen si dichiarapronta a liquidare e a risarcire, sia loStato, che i consumatori, mentre in Italianicchia e non ha alcuna intenzione, se nonavviando una campagna di richiami cheteoricamente è la stessa campagna avviatanegli Stati Uniti per lo stesso tipo diproblema. Al momento non c’è una tabelladi marcia su come potrebbe avvenire que-sto richiamo anche delle autovetture e

quali siano le garanzie, le riparazioni e sepoi le riparazioni siano a questo puntostate autorizzate dagli enti preposti. In-fatti, se era stata manomessa e aveva unacertificazione, successivamente qualcunomi fa un controllo e mi fa una modifica,teoricamente ci dovrebbe essere ancheun’azione successiva di riverifica da partedi qualche ente.

Con riferimento alla convenzione sti-pulata il 14 dicembre 2015 dal Ministero

delle infrastrutture e dei trasporti, ce lopuò dire qual è l’organismo indipendenteincaricato di effettuare le suddette verifi-che e quali siano i criteri di individuazione

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del medesimo organismo, i costi dell’ope-razione finora sostenuti, le scadenze tem-

porali entro cui l’organismo individuatodovrà dare riscontro dell’attività svolta el’eventuale pubblicità che verrà data airisultati delle prove ? Tutto questo è statoin qualche modo gestito senza un’evidenzapubblica della gara, dell’affidamento del-l’incarico. Quindi, che ci spieghi il Ministroquali siano le condizioni che hanno por-tato a una scelta di questo organismoindipendente e quali siano i risultati finorariscontrati nello svolgimento della predetta

campagna e quali siano gli eventuali casisanzionabili ai sensi della normativa vi-gente con riferimento al decreto dirigen-ziale del 26 febbraio 2016. Chiediamoanche se, con riferimento alla campagnadi richiamo svolta da Volkswagen, il Go-

 verno non intenda verificare gli effettidelle riparazioni effettuate dalla casa au-tomobilistica al fine di validarne i dati.Quello che dicevamo prima: sembra ab-bastanza paradossale che un Governo nonsia interessato a comprendere come un’a-

zienda che ha messo in circolazione 710mila veicoli oggi fa una campagna dirichiamo e il Governo non abbia valutatogli effetti e le ricadute ambientali di quellacampagna di richiamo. Chiediamo inoltrequali iniziative il Governo intenda adot-tare al fine di tutelare il diritto dei con-sumatori interessati dalle attività illeciteche le case automobilistiche avrebberocondotto manipolando i risultati sulleemissioni inquinanti dei veicoli commer-ciati, ivi compresi i diritti dello Stato che,

con riferimento alla gara per le auto indotazione a polizia e carabinieri, è essostesso consumatore.

Noi queste domande le avremmo voluteporre al Ministro Delrio. Abbiamo più

 volte chiesto come forza di minoranzaall’interno della Commissione attività pro-duttive e di quella trasporti che il MinistroDelrio venisse conseguentemente a quelloche è stato un accordo che lui avevalanciato durante la prima audizione sul

Dieselgate all’interno di questa istituzione.Gli abbiamo chiesto di venire a riferire sucome stava andando avanti la situazione.Sono passati più di sei mesi e non c’è

nessuna informazione chiara su questemodalità. Noi pretendiamo delle risposte

dal Governo sui temi che abbiamo posto.Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevoleCrippa. Il sottosegretario di Stato per losviluppo economico, Ivan Scalfarotto, hafacoltà di rispondere.

IVAN SCALFAROTTO,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.  Grazie,Presidente. Con l’interpellanza urgente di

cui abbiamo ascoltato testé l’illustrazionegli onorevoli interpellanti richiedono in-formazioni ed aggiornamenti in merito agliesiti delle iniziative intraprese tra la finedel 2015 e l’inizio del 2016, ovvero ancorada intraprendere a tutela dei consumatoricoinvolti nel caso dei veicoli Volkswageninteressati dal cosiddetto Dieselgate. Iltema, già trattato in un precedente atto disindacato ispettivo, come pure evidenziatodagli interpellanti, riguarda la regolaritàdel controllo e della misurazione delle

emissioni inquinanti dei motori diesel deicitati veicoli, nonché la possibilità di ap-plicare sanzioni e condanne nei confrontidelle case produttrici coinvolte, con con-seguenti iniziative di maggior tutela e diinformazione a garanzia dei consumatori.

In primo luogo va segnalato che l’ac-costamento dei casi aziendali e degli or-dinamenti, nazionale e statunitense, ri-sente di una diversità strutturale di fondo,laddove l’ordinamento di sistema statuni-tense sul punto risulta maggiormente li-

mitativo e di portata più rigida rispetto aicondizionamenti imposti alle imprese, sianella vendita che nella omologazione dei

 veicoli sul proprio territorio. In partico-lare, nel nostro sistema ordinamentale letematiche rilevate si risolvono nella mag-gior parte dei casi in una problematicaconnessa ai temi dell’informativa data aiconsumatori ed alla necessità di interve-nire sui veicoli attraverso campagne dirichiamo, finalizzate ad apportare modi-

fiche di minor rilievo ed effetto.Ciò detto, si segnala altresì che, purriconoscendo la rilevanza dei comporta-menti illegittimi dell’azienda coinvolta,

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stigmatizzati ed accertati nei diversi con-testi, le valutazioni in ordine alle iniziative

di competenza delle istituzioni e delleautorità nazionali possono differire daquanto accaduto negli Stati Uniti d’Ame-rica. A tal proposito, si precisa che lacompetenza in tema di omologazione dei

 veicoli interessati è attribuita alla prepostaautorità di controllo tedesca e che, quantoagli aspetti di diretta rilevanza nazionale,la competenza in tema di eventuali con-trolli a valle delle procedure è di spettanzadel Ministero delle infrastrutture e dei

trasporti. Si fa presente, altresì, la com-petenza dell’Autorità garante della concor-renza e del mercato in ordine alla potestàsanzionatoria in materia di informazioniingannevoli eventualmente fornite ai con-sumatori.

Per quanto riguarda infine il coinvol-gimento del CNCU e dei consumatori nelleprocedure di controllo e verifica dei com-portamenti dell’impresa interessata, si se-gnala l’intervenuto incontro in sede diConsiglio nazionale dei consumatori e de-

gli utenti a cui ha partecipato la Volkswa-gen Italia, oltre al Ministero delle infra-strutture e dei trasporti. Sebbene sia stataapprezzata da parte delle associazioni deiconsumatori la disponibilità dell’azienda atale confronto, tuttavia, sono state ritenutenon pienamente soddisfacenti le motiva-zioni e le iniziative proposte da dettaimpresa, in quanto gli impegni formulatisono stati ritenuti di massima e generici,

 volti solo ad implementare condizioni dimaggior trasparenza di informativa dopo

le valutazioni delle autorità tedesche,senza però che vi fosse alcun riferimentoesplicito al tema dei risarcimenti richiestidai danneggiati.

Il Ministero delle infrastrutture e deitrasporti, per quanto di sua più specificacompetenza, ha informato di aver avviatosin dal mese di gennaio scorso una cam-pagna di verifica sulle emissioni dei vei-coli, ed in particolari quelli rispondenti airequisiti Euro 5B previsti dal regolamento

715/2007/CE. Al riguardo, per l’effettua-zione delle verifiche e prove, è stata sti-pulata una specifica convenzione con l’I-stituto Motori del Consiglio nazionale delle

ricerche di Napoli, ente pubblico nazionaledi ricerca con competenza scientifica ge-

nerale che fornisce attività di consulenza,certificazione e supporto tecnico-scienti-fico alle amministrazioni pubbliche. TaleIstituto, in particolare, possiede tutta lacompetenza specifica e la strumentazioneper le necessarie verifiche di natura quan-titativa sulle emissioni inquinanti dei mo-tori diesel, mediante prove su strada oltreche in laboratorio, effettuate congiunta-mente alle strutture tecniche del Mini-stero. Tale convenzione, dell’importo di

305.000 euro, IVA compresa, e della du-rata di un anno, è stata stipulata ai sensidell’articolo 15 della legge 7 agosto 1990,n. 241, ed approvata con decreto dirigen-ziale n. 423 RD del 17 dicembre 2015,registrato in data 22 dicembre 2015 dalcompetente Ufficio centrale di bilancio. Lacampagna di prove prevede un tempomassimo di esecuzione pari alla duratadella convenzione, cioè un anno. I risultatisaranno diffusi allorquando le verifichesaranno completate ed i risultati parziali

pienamente compresi nella loro articola-zione e complessità; tuttavia, un primorilascio dei risultati verrà reso noto entrola fine del mese di luglio del correnteanno.

Al momento, è possibile affermare chesui veicoli esaminati, fatta eccezione perquelli del gruppo Volkswagen, non è statariscontrata la presenza di dispositivi dimanipolazione non consentiti dal regola-mento 715/2007/CE. In merito alle cam-pagne di richiamo dei veicoli del gruppo

Volkswagen, le competenti autorità diomologazione – KBA per la Germania,VCA per il Regno Unito – stanno prov-

 vedendo ad informare le omologhe auto-rità degli altri Stati membri in meritoall’autorizzazione degli interventi tecnicidi richiamo per ciascun modello di veicolo,certificando il rispetto delle relative nor-mative di omologazione a valle della ri-mozione del dispositivo di manipolazionedelle emissioni.

È tuttavia intenzione del Ministerodelle infrastrutture e dei trasporti, com-patibilmente con le tempistiche richiestedalla campagna di richiamo in corso e

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nell’ambito della convenzione stipulatacon il CNR, procedere all’effettuazione di

prove comparative su alcuni veicoli delgruppo Volkswagen prima e dopo l’effet-tuazione del richiamo stesso, al fine di

 verificare la bontà dell’intervento a mag-gior tutela del consumatore.

Di altra natura, anche se con elementidi similitudine con l’attività sopra de-scritta, è l’attività in corso di attuazione acura del medesimo Ministero e che prendeorigine dal comma 655 dell’articolo 1 dellalegge di stabilità 2016 (legge 28 dicembre

2015, n. 208).Il suddetto comma 655 ha disposto cheil Ministero delle infrastrutture e dei tra-sporti emani con proprio decreto le di-sposizioni straordinarie per avviare unaspecifica campagna di verifica sulla effet-tività dei livelli di emissioni inquinanti dei

 veicoli, nonché per incrementare le veri-fiche di conformità su veicoli dei disposi-tivi a tutela della sicurezza stradale e dellasalute pubblica.

In attuazione della disposizione di cui

sopra, il capo del Dipartimento per i tra-sporti, la navigazione, gli affari generali edil personale ha emanato in data 26 febbraiodel corrente anno il decreto n. 34, defi-nendo il campo di applicazione dell’attività,le modalità attuative ed i soggetti incaricatiper lo svolgimento delle verifiche e delleprove. Le verifiche e prove verranno effet-tuate dalla Direzione generale per la moto-rizzazione attraverso i propri uffici centralie periferici; tuttavia, stante la complessitàdelle apparecchiature necessarie per pro-

durre i test così come definiti dalla norma-tiva nazionale ed internazionale vigente, ela circostanza che dette apparecchiaturesolo in rari casi sono in dotazione agli ufficiperiferici dell’amministrazione compe-tente, sarà necessario avvalersi di istitutispecializzati ed idonei laboratori.

È in corso la redazione del bando digara per l’individuazione di suddetti sog-getti, che, come indicato dal decreto di cuisopra, dovrà avvenire con procedure ad

evidenza pubblica. Al riguardo, si ritieneutile sottolineare l’attenzione posta dalMinistero delle infrastrutture e dei tra-sporti alla questione, la quale per com-

plessità, criticità e sensibilità deve esseregestita direttamente dagli organi dello

Stato. È in tale contesto che il medesimoribadisce il principio fondamentale, inbase al quale tutti i test verranno effettuatisotto il diretto controllo di servizi tecnicidi tale amministrazione, seguendo peraltrole procedure da sempre utilizzate nelsettore delle verifiche tecniche volte all’o-mologazione dei veicoli a motore, dei lorocomponenti e dispositivi.

Infine, per quanto attiene l’aspetto san-zionatorio, come previsto dall’articolo 77del decreto legislativo n. 285 del 1992(cioè il codice della strada), valga osser-

 vare che la fattispecie oggetto dell’inter-pellanza è regolamentata dal comma 3della citata norma, che subordina in ma-niera non eludibile l’applicazione di san-zioni amministrative all’accertamento cheil fatto non costituisca reato. Tale accer-tamento è nell’evidente esclusiva compe-tenza dell’autorità giudiziaria, che provve-derà con la sentenza di condanna ancheall’applicazione della sanzione ammini-

strativa, o, in ipotesi di fattispecie che si valuterà non censurabile penalmente, tra-smetterà gli atti all’autorità amministra-tiva per le valutazioni e le iniziative dicompetenza. Ad oggi non risultano casisanzionati o sanzionabili ai sensi di legge.

PRESIDENTE. Il deputato Crippa hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta alla sua interpellanza.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, assoluta-mente non siamo soddisfatti, perché, al dilà della diversità ordinamentale, ricordoche – proprio notizia di ieri – il Dipar-timento di giustizia americano ha annun-ciato un patteggiamento da parte dellaVolkswagen per lo scandalo Dieselgate. Aiconsumatori USA viene permesso di essererisarciti e di riacquistare i beni, per un

 valore complessivo di 14,7 miliardi didollari: 10 miliardi per i consumatori, conun valore per veicolo dai 5 ai 10.000dollari, 2,7 miliardi per progetti ambien-

tali, 2 miliardi per lo studio di tecnologie zero emission.Di fronte a tutto ciò, ovviamente uno

crede che il Governo americano si sia

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mosso cinque anni prima rispetto all’im-pianto normativo vigente nel Paese, per-

ché, se ad oggi il sottosegretario Scalfa-rotto mi viene a raccontare che ci sarannodelle analisi, che poi i primi risultati forseli avremo a fine luglio, e che poi dovrebbepartire una gara d’appalto in cui dopoandranno a vedere se le misure messe inatto dalla Volkswagen saranno quelle eche cosa hanno comportato in termini diaumento delle emissioni, aumento dei con-sumi del veicolo, quanto tempo deve pas-sare perché il consumatore italiano abbia

dalla sua parte una forza chiara e netta daparte di un Ministero dei trasporti e delleinfrastrutture ? Il Ministro Delrio ha lati-tato per mesi su questa questione. Nonpossiamo accettare che ci si perda in mesie mesi tra una procedura e l’altra. Siamoormai in ritardo e, peraltro, premetto chelasciamo sempre all’iniziativa del singolol’idea di avviare un percorso di chiarifi-cazione da parte della magistratura.

Mi chiedo: il Governo italiano ha pre-sentato un esposto alla magistratura sul

tema ? È consumatore – ha acquistato 900 vetture Seat Léon per la polizia e i Cara-binieri – si è messo almeno dalla partedella richiesta della verità e della giusti-zia ? Un esposto segnala dei fatti, unaprocura poi indaga. Non è una presa diposizione contro, ma è una presa di po-sizione di chiarezza, tenuto conto che,dall’altra parte dell’oceano, c’è un’aziendache ha dichiarato di aver installato undispositivo che andava ad alterare unacentralina di misurazione. Credo che un

Governo debba pretendere chiarezza, chie-dendo alla magistratura di avviare l’inda-gine necessaria almeno in quanto consu-matore rispetto alle autovetture acquistate.

Non posso pensare che noi oggi siamoin attesa che sia avviato un procedimentointerno e di valutazione – mi va benissimo– ma quanti mesi ormai sono passati daquando abbiamo scoperto lo scandalo eperché il Ministero non ha avviato unachiara linea verso questa problematica in

termini di richiesta affinché la magistra-tura facesse chiarimenti sulla vicenda ? Gliorganismi indipendenti faranno le verifi-che del caso e va bene: avremmo preferito

magari che ci fosse una certa rapidità.Visto che fate un decreto dietro l’altro, mi

sarei aspettato un decreto a dicembre cheprevedesse queste richieste, un decreto inemergenza che mettesse in chiaro che710.000 persone in Italia, che hanno ac-quistato autovetture Volkswagen, hannoalmeno il diritto di avere una certezzachiara da parte del Ministero dei trasporti,se quel modo di agire costituiva un’infra-zione alle regole e all’omologazione di quei

 veicoli. E invece no ! E invece no ! I decretisi fanno su altre questioni che non inte-

ressano direttamente il cittadino e il con-sumatore.Oggi stiamo ancora dicendo che prima

o poi qualcuno chiarirà se ci sarannoincongruenze rispetto alle verifiche. Lei haappena annunciato che tutte le altre vet-ture sono controllate, a parte la Volkswa-gen: lo sapevamo già anche prima chealmeno lì c’era una certezza e che dall’al-tra parte dell’oceano qualcuno ha regi-strato questo tipo di problematica. Alloraci saremmo aspettati che da questa parte,

invece, ci fosse qualcuno che portava tuttoquello che aveva in procura chiedendol’apertura di un fascicolo per far chiarezzae invece non l’ha fatto.

Vorrei anche comprendere – farei an-che questo se mi consente – perché, inmateria di controllo delle emissioni al finedella riduzione dell’impatto ambientale nelsettore dei trasporti, il Documento di eco-nomia e finanze richiama il finanziamentodi 5 milioni di euro per il programmastraordinario dei test su veicoli per la

 verifica delle emissioni inquinanti. Avetestanziato 5 milioni di euro: oggi ci viene adire che forse avete impegnati 304.000euro ? C’è qualcosa che non va in terminidi tempi, sottosegretario Scalfarotto: nonpuò venirmi a dire che farete una gara adevidenza pubblica ma di quanto sarà quel-l’importo ? Peccato che dentro quei 5 mi-lioni di euro siamo andati poi a scoprireche c’è anche un sistema di revisione deicarrelli-rimorchio: ma cosa c’entra con il

sistema delle emissioni inquinanti me lopuò spiegare ? O, altrimenti, stiamo sem-pre cercando di giocare con le parole, coni   tweet: 5 milioni di euro sulle emissioni

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inquinanti e poi vai a scoprire che c’èl’omologazione dei carrelli-rimorchio. La

problematica deve essere presa in caricoin maniera netta e seria.

Non posso pensare che il CNCU e ilMinistero dello sviluppo economico, chegestisce da un punto di vista organizzativoil CNCU, si mettano tranquillamente indisparte a lasciare che i consumatori se larisolvano con la Volkswagen. Non è unatteggiamento serio e responsabile di unGoverno !

Deve essere fatta chiarezza su questo

tema in maniera netta e chiara perché c’èun problema di giustizia e di tutela dellasalute.

Sottosegretario Scalfarotto, dobbiamorivedere qualcosa nel nostro sistema digiustizia e di tutela della salute, perchéforse negli Stati Uniti sono un po’ più ingamba di noi su questo aspetto ? È questoche ci voleva dire prima quando ci haparlato di diversità ordinamentali ? Noi cimettiamo dieci anni a fare quello che glialtri fanno in un anno, anzi nove mesi.

Forse perché anche la tutela del consu-matore passerebbe, glielo ricordo, perquella questione che dovrebbe essere l’ap-provazione della   class action, approvataalla Camera e arenata al Senato dal Mi-nistero dello sviluppo economico, primaGuidi, e poi dal dipartimento dei rapporticon il Parlamento. Mi spiegate, allora, qualè la modalità con cui noi vogliamo far sìche sia tutelata la salute ed evidenziareche un’azienda che abbia frodato il mer-cato mettendo in circolazione un disposi-

tivo farlocco, non debba quanto menoessere indagata o si debba avere unacertezza di valutazione della pena o cer-tezza del diritto del consumatore di poterottenere risarcimenti e rimborsi ?

Mi sto chiedendo soltanto perché que-sto accade, quando poi promuoviamo po-litiche di tutela dell’ambiente e sottoscri-

 viamo accordi extranazionali ed europei incui ci impegniamo a ridurre le emissioni e,nello stesso tempo, permettiamo a una

casa di mettere in circolazione più di710.000 veicoli che, in realtà, consumanoe consumeranno perché, da articoli digiornale, pare che le migliorie che oggi

 vengono messe in campo per cercare disanare quell’artefazione del sistema di

controllo, andranno a consumare di più e,quindi, ad emettere più CO2. Me lo spiegacome andiamo a sottoscrivere gli accordiextranazionali Coop21 di riduzione delleemissioni quando non abbiamo un sistemae non abbiamo la capacità politica, credo ?

Qui oggi abbiamo davanti una respon-sabilità oggettiva politica e il MinistroDelrio non si può sottrarre a queste re-sponsabilità. Io non voglio nemmeno pro-

 vare a pensare che ci sia un giochino di

bilancio e di responsabilità perché casual-mente, dopo che la Volkswagen è stataincriminata su questa questione, dallaGermania sono emersi problemi inerentila validazione della 500X della FIAT. Spe-rerei vivamente che il Governo italianonon stia giocando sulle spalle dei consu-matori e dei cittadini italiani una partitasu chi nicchia di più tra Italia e Germaniaper non disturbare la casa costruttriceitaliana, a patto che ancora qualcuno

creda che la FIAT sia una casa costruttriceitaliana.

Credo veramente che su questo tema sidebba fare chiarezza. Insisteremo, porte-remo avanti anche la richiesta di chiari-menti all’Autorità per la concorrenza e ilmercato, all’Antitrust, e chiederemo an-cora una volta tempi certi.

Il cronoprogramma che lei oggi ci hadato è veramente assurdo. I primi dati aluglio non corrispondono ad una reale

presa in carico del problema. Voglio sa-pere qual è il cronoprogramma definitivodi chiusura di questi lavori, quando pre-

 vedete la scadenza. Mettete più soldi –avete stanziato 5 milioni di euro – maperché ne avete impegnati 304.000 ? Per-ché volete allungare i tempi di valutazionedella questione. Mettete i soldi che avetestanziato per il meccanismo dei controllifacendolo in maniera rapida e puntuale:quella magari inizierebbe ad essere una

risposta ai cittadini. Inoltre, presentatel’esposto alla procura: le carte ce le avete,siete consumatori diretti, non prendete ingiro il Paese.

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(Intendimenti del Governo circa la par-

tecipazione dei Parlamenti nazionali al processo di adesione e ratifica dell’ac-cordo di libero scambio e investimento

 fra il Canada e l’Unione europea (CETA) – n. 2-01411)

PRESIDENTE. Passiamo alla interpel-lanza urgente Cimbro ed altri n. 2-01411,concernente intendimenti del Governocirca la partecipazione dei Parlamenti na-zionali al processo di adesione e ratificadell’accordo di libero scambio e investi-mento fra il Canada e l’Unione europea(CETA)   (vedi l’allegato A – Interpellanzeurgenti).

Chiedo alla deputata Cimbro se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

ELEONORA CIMBRO. Grazie, Presi-dente. Intendo illustrare l’interpellanzaurgente. Peraltro, anche il collega Kron-bichler di Sinistra Italiana mi ha prece-

duto oggi, ponendo una questione che èassolutamente all’ordine del giorno e cheriteniamo debba essere presa seriamentein considerazione da questo Governo.

Ringrazio il sottosegretario per la pre-senza oggi, qui, in Aula, e cercherò, anchesulla base della risposta che ho ascoltatoprima, di riprendere i punti salienti deltema, così come l’abbiamo descritto nellanostra interpellanza, cercando di com-prendere meglio anche il senso della ri-sposta che è stata data, soprattutto su

alcuni punti specifici.Allora, in una recente lettera indiriz-

zata alla Commissione europea e nell’in-tervento tenuto alla Camera dei deputati il15 giugno 2016, aventi entrambi cometema l’Accordo di libero scambio e inve-stimento, recentemente negoziato traUnione europea e Canada, il così dettoCETA, il Ministro dello sviluppo econo-mico, Carlo Calenda, ha dichiarato chetale Trattato, ancora in attesa di ratifica,

rientrerebbe nel regno della competenzaesclusiva dell’Unione europea, dicendosiquindi pronto a sostenere l’analoga posi-zione, che verrà ufficializzata proprio la

prossima settimana, il 5 luglio, della stessaCommissione europea.

Secondo questa tesi, il Trattato nonsarebbe considerato un accordo interna-zionale misto, configurazione che compor-terebbe la necessità di sottoporre al pro-cesso di successiva ratifica anche i Parla-menti di tutti gli Stati membri, e, inassenza di tale configurazione, la sua ado-zione passerebbe, quindi, attraverso laprocedura legislativa ordinaria, vale a direcon un voto a maggioranza qualificata inseno al Consiglio e con successiva ratifica

soltanto del Parlamento europeo.Il Trattato di Lisbona ha stabilito che lapolitica commerciale comune sia compe-tenza esclusiva dell’Unione europea, comericordava prima il sottosegretario, in ma-teria di investimenti diretti e esteri, acondizione che l’accordo non riguardicompetenze nazionali. Molti Stati membrihanno, tuttavia, contestato la competenzaesclusiva dell’Unione europea, particolar-mente per ciò che attiene al profilo dellerisoluzioni, extra ordinamento giudiziario,

delle controversie tra investitore e Stato.Secondo alcuni esperti, inoltre, di dirittoeuropeo, tale Trattato contiene, peraltro,alcuni passaggi non chiari.Di fatto, gli accordi di libero scambio, purrientrando nella competenza esclusiva del-l’Unione europea in quanto espressionedella politica commerciale comune, percontro, nel corso dei negoziati, finisconoper affrontare materie diverse, che inve-stono competenze concorrenti tra UnioneEuropea e Stati membri, come appunto

servizi, trasporti, tutela degli investitori,sistemi giudiziari arbitrali, ambiente e al-tro, divenendo pertanto accordi di naturamista.

In virtù di tale circostanza, i Presidentidi 21 Commissioni parlamentari e di Par-lamenti nazionali si sono fatti portavocedell’opportunità di considerare tali ac-cordi, quindi non solo il CETA, ma ancheil TTIP, una volta conclusi, di naturamista, e quindi da sottoporre alla ratifica

dei Parlamenti nazionali, tesi argomentatacon lettera del 25 giugno del 2011 indi-rizzata al commissario europeo alloracompetente.

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Anche le conclusioni della Conferenzadei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione

europea, tenutasi a Roma il 20 e il 21aprile 2015, hanno sottolineato il ruolo deiParlamenti nazionali, in particolar modonell’ambito dei negoziati sui trattati inter-nazionali, in considerazione del loro im-patto sulla vita dei cittadini, dei consuma-tori, dei lavoratori, delle imprese e delparticolare interesse dimostrato dalla so-cietà civile per i negoziati in corso, infavore di un maggiore accesso alle infor-mazioni per meglio esprimere i propri

orientamenti.In tale direzione, rileva anche l’inter- vento della stessa Commissaria Malm-ström, il 1o giugno 2015, alla COSAC diRiga, là dove ha affermato che il ruolo deiParlamenti nazionali diventa ancora piùcruciale nella definizione della politicacommerciale nell’Unione europea.

Inoltre, alcuni Parlamenti nazionali fa-centi parte dell’Unione europea – lo ri-cordava prima il collega Kronbichler –,ossia Francia, Lussemburgo, Belgio, Vallo-

nia, Paesi Bassi, la stessa Germania, hannorecentemente approvato risoluzioni in cuichiedono che il CETA sia ratificato anchea livello nazionale, posizione ribadita dalpresidente il Partito Socialdemocratico te-desco, Sigmar Gabriel.

In base a quanto previsto dall’articolo218 del Trattato di Lisbona, la questionepuò essere portata davanti alla Corte digiustizia europea da parte del Consiglio,Commissione e Parlamento europeo, o daStati membri, ed è verosimile che ciò

possa avvenire da parte degli Stati mem-bri.

A questo proposito, signor sottosegre-tario, giova ricordare che, in occasione delTrattato siglato con Singapore nel 2014 dianaloga fattispecie, la Commissione hasollevato la questione presso la Corte diLussemburgo, il cui responso è atteso perla fine del 2016-inizio 2017. Questo punto,signor Sottosegretario, è fondamentale,perché si pone la questione di compren-

dere – se la Corte si esprimerà a favore diun accordo misto, e quindi della naturamista dell’Accordo con Singapore – checosa accadrà del CETA se, invece, la

ratifica avverrà con una procedura   Euro- pean only,   come caldeggiato dal nostro

Ministro. Quindi, questo è un tema asso-lutamente fondamentale: sta a dimostrareil fatto che, per accordi commerciali diquesta natura, il dibattito che si è apertoin Europa non è un dibattito che pone unaquestione di lana caprina, ma è un dibat-tito che si inserisce all’interno di unaprocedura che va conosciuta e che va nelladirezione, anche, di tenere conto di tuttele implicazioni e gli impatti che ci sonoper agli Stati nazionali.

Per tutte queste premesse, gli interpel-lanti chiedono: intanto se non si ritengautile tener conto delle diverse tesi chestanno animando il dibattito nell’ambito dinumerosi Stati dell’Unione, in ragionedelle implicazioni politiche ed economicheconnesse agli accordi commerciali di li-bero scambio sui medesimi Paesi, e se nonsi ritenga di dover chiarire le motivazioni,circostanziate anche sotto il profilo giuri-dico, che stanno spingendo ad escludere lapartecipazione delle Camere al processo di

adesione e ratifica di un accordo commer-ciale europeo dalla portata non irrilevanteper gli interessi e le esigenze dei cittadini,dei consumatori e delle imprese. Inoltre,se il Governo non ritenga importante,circa le politiche europee relative al com-mercio internazionale, sostenere la neces-sità di una procedura trasparente, parte-cipata e democratica anche per il CETA,analogamente a quanto previsto e appog-giato dallo stesso Esecutivo nel caso ap-punto del TTIP, in favore dell’inclusione e

del coinvolgimento attivo dei 28 Statimembri.

In sostanza, signor Sottosegretario, noiabbiamo, con questa posizione del Mini-stro Calenda, buttato il cuore oltre l’osta-colo. Il Governo ha deciso di esprimersi afavore della procedura   European only,   sela Commissione dovesse sostenere questaposizione ed esprimersi in questo sensonella riunione del Consiglio europeo che cisarà la prossima settimana, il 5 luglio; ma

questa posizione politica – è questa ladomanda di fondo – tiene conto   in primisdelle regole procedurali e, quindi, stiamotenendo in conto la possibilità che po-

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trebbe esserci un ricorso alla Corte digiustizia per capire, appunto, se anche per

il CETA valgono le regole per il TTIP,oppure no ?

Il tema posto degli altri Stati membri,quindi, non è una questione che non haimpatti importanti sulle decisioni dei sin-goli Stati nazionali. Esiste, poi, anche unaquestione più generale e politica, che at-tiene alla cessione di sovranità dei singoliStati rispetto all’Unione europea su mate-rie specifiche come quella di accordi com-merciali in un mondo globalizzato, chedavvero, a prescindere, sia sul CETA chesul TTIP, meriterebbe ulteriori approfon-dimenti.

E quindi io credo che qualsiasi deci-sione verrà presa la prossima settimana,un passaggio parlamentare che prenda inconsiderazione, nello specifico e nel me-rito, quanto previsto dall’accordo delCETA, sia assolutamente fondamentale an-che per salvaguardare i principi democra-tici che hanno e che devono ispirare ilnostro stare in Europa.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, IvanScalfarotto, ha facoltà di rispondere.

IVAN SCALFAROTTO,   Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.  Grazie,Presidente. L’interpellanza in oggettoespone una serie di preoccupazioni avan-zate dai sottoscrittori con riferimento al-l’Accordo di libero scambio tra Unioneeuropea e Canada, il cosiddetto CETA, con

specifico riferimento al coinvolgimento delParlamento nazionale nella fase negoziale.La questione attiene alla natura mista omeno dell’accordo, con implicazioni inmerito alla competenza: se sia esclusivadell’Unione europea o anche degli Statimembri.

Il tema riguarda, più in generale, l’in-terpretazione del Trattato di Lisbona re-lativamente alla competenza europea sulcapitolo Investimenti, sul quale si è in

attesa di una sentenza della Corte digiustizia europea, che, come l’onorevoleCimbro ricordava, verrà resa nel mese diluglio. Approfondendo detta tematica, è

infatti possibile rilevare che, qualora l’Ac-cordo venisse considerato di natura mista,

le decisioni sul CETA dovrebbero essereprese all’unanimità dagli Stati membri el’Accordo dovrebbe essere ratificato se-condo i meccanismi identificati dai rispet-tivi sistemi costituzionali.

Le conseguenze pratiche di una taleopzione sono evidenti: in attesa delle ra-tifiche nazionali, verrebbe decisa un’appli-cazione provvisoria, che, per l’effetto cu-mulativo delle sensibilità nazionali, fini-rebbe con l’essere molto circoscritta. Inol-

tre, ciascun Parlamento nazionalepotrebbe negare da solo la ratifica e ilCETA non entrerebbe mai in vigore.

Proprio per queste ragioni ed in ra-gione dell’importanza strategica dell’Ac-cordo, il 28 maggio ultimo scorso, il com-missario al commercio, Cecilia Malm-ström, e il Presidente Juncker sono statiinformati della disponibilità di principio,in pendenza del giudizio della Corte eu-ropea, a trattare l’accordo CETA come unAccordo « EU-only », quindi di sola com-

petenza dell’Unione europea e non comeun accordo misto, e pertanto considerareil processo di approvazione di pertinenzadel Consiglio dell’Unione europea e delParlamento europeo eletto a suffragio uni-

 versale. Tale posizione risulta supportata egiustificata dalla constatazione che, se-condo il Trattato di Lisbona, la politicacommerciale è una competenza esclusivadell’Unione europea. Sul piano degli inte-ressi dell’Italia, non può essere trascuratoche il CETA è il primo accordo commer-

ciale raggiunto dall’Unione europea con unpartner del G7 e interessa un Paese, ilCanada, caratterizzato da innegabili simi-litudini dal punto di vista culturale, socialeed economico, che si riflettono sul pianodegli scambi commerciali. Si tratta di unTrattato che apporterà vantaggi fonda-mentali in termini di accesso al mercato eanche di accesso agli appalti pubblici peri nostri imprenditori in quel Paese. So-prattutto, poi, per la prima volta, un Paese

anglosassone al di fuori dell’Unione euro-pea riconosce il nostro sistema di indica-zioni geografiche. Si tratta di un Accordodove l’eccellenza dei prodotti italiani,

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quelli in particolare a denominazione diorigine DOP, sarà meglio protetta, infatti

in uno degli allegati al Trattato ci sonoelencate 41 indicazioni geografiche italianeche saranno protette. Al contempo, una

 volta in vigore, l’Accordo avrà positivericadute in termini di crescita e di occu-pazione.

Proprio in virtù dei numerosi, positivirisultati negoziali e dei vantaggi che ap-porterà, le procedure per la firma e l’en-trata in vigore dell’Accordo CETA dovreb-bero concludersi nel più breve tempopossibile. Vale solo la pena di ricordareche la prospettata linea interpretativa nonimplica alcuna pretermissione della fun-zione riservata ai Parlamenti nazionali,che potranno, nel pieno delle relative com-petenze, intervenire nell’ambito della faseattuativa dell’accordo.

PRESIDENTE. La deputata Cimbro hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

ELEONORA CIMBRO. Grazie, signoraPresidente, e grazie, sottosegretario, per larisposta che è stata data a questa inter-pellanza, che sostanzialmente ha teso adescrivere nel metodo e nel merito quantosi sta facendo a proposito appunto diquesto importante Accordo commercialecon il Canada. Mi preme peraltro tentaredi fare alcuni ragionamenti. Noi abbiamo,prima di tutto, posto una questione dimetodo, e cioè, a prescindere da quelloche è il contenuto dell’Accordo commer-

ciale con il Canada, che peraltro questoParlamento non conosce perché non se n’èdiscusso, noi rivendichiamo che sia impor-tante, da un punto di vista metodologico,che questa ratifica passi dal Parlamentoitaliano, come da tutti gli altri Parlamenti,perché è solo in quel contesto che si puòconoscere nello specifico il contenuto delTrattato che noi andremo a ratificare.

È vero che esiste un passaggio alParlamento europeo ed è vero che anche

quello è un organismo democratico che hapiena facoltà di decidere nel merito, manoi riteniamo – così come ritengono tantialtri Parlamenti europei – che quanto

contenuto in questo Accordo commercialeabbia delle implicazioni anche sui singoli

Stati nazionali. Quindi, sul metodo, noichiediamo che ci sia la possibilità diintervenire prima che ci sia la ratifica. Ioho compreso dall’intervento del sottose-gretario che ci sarà la possibilità in unmomento successivo di entrare nel meritodi questo Trattato – e siamo contenti dipoterlo fare e ci mancherebbe appuntoche anche questo passaggio venisse negato–; però mi preme sottolineare un aspetto:è vero che noi diciamo che questo Accordo

è importante, ma l’importanza dell’Ac-cordo, di per sé, non determina che non cidebba essere un passaggio nei Parlamenti.E il fatto che anche un solo singolo Statopossa bloccare la procedura non può farcidire che allora bisogna andare avanti conla procedura senza il coinvolgimento deiParlamenti nazionali, perché allora lostesso ragionamento dovrebbe valere an-che per la ratifica del TTIP.

A quel proposito, invece, abbiamo giàchiarito che la procedura è mista, quindi

ci sarà il passaggio nei singoli Parlamentie ci sarà la possibilità in quel caso dibloccare o invece di ratificare il processo.È un rischio che bisogna correre, se vo-gliamo che questi processi siano realmentedemocratici. Non so se ho espresso chia-ramente il pensiero, ma siamo tutti d’ac-cordo che questo è un accordo importanteper l’Unione europea, ma la trasparenza, ilcoinvolgimento dei singoli Parlamenti, lapossibilità di informare i cittadini suquanto stiamo ratificando, la possibilità di

un confronto anche con le associazioni dicategoria e di tutto un mondo che operanei settori che avranno anche un impattoimportante rispetto a questo accordo èassolutamente fondamentale anche da unpunto di vista politico, se noi vogliamo chedavvero ci si innamori dell’Unione europeae non si veda l’Unione europea invececome un grande contenitore nel quale siprendono appunto delle decisioni che pas-sano sopra la testa dei cittadini. Quindi io

ho voluto anche esprimere una fortepreoccupazione, di cui dobbiamo assolu-tamente tener conto. Guai, come dire, aessere protagonisti, perché l’Italia con il

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nostro Ministro avrebbe potuto assumereanche una posizione di medietà o comun-

que avrebbe potuto attendere che qualchealtro Stato prendesse l’iniziativa di buttareappunto il cuore oltre l’ostacolo, quindiquesta è stata una decisione politica. Ioanche rispetto alla decisione politica mipermetto di dire che forse una maggiorecautela avrebbe aiutato il processo demo-cratico decisionale in Italia. Quindi, l’Italiasi è resa protagonista di una fuga in avantirispetto a una decisione che verrà presa laprossima settimana, speriamo davvero chequesta posizione non comprometta poianche tutta una serie di altri processiimportanti, che hanno impatti importantisul nostro territorio nazionale e che ri-guardano il nostro rapporto con l’Unioneeuropea.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svol-gimento delle interpellanze urgenti all’or-dine del giorno.

Trasmissione dal Senato di un disegno dilegge di conversione e sua assegnazionea Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato,con lettera in data 30 giugno 2016, hatrasmesso alla Presidenza il seguente di-segno di legge, che è stato assegnato, aisensi dell’articolo 96-bis, comma 1, delRegolamento, in sede referente alle Com-missioni riunite III (Affari esteri) e IV(Difesa):

S. 2389. – « Conversione in legge, conmodificazioni, del decreto-legge 16 maggio2016, n. 67, recante proroga delle missioniinternazionali delle Forze armate e dipolizia, iniziative di cooperazione allo svi-luppo e sostegno ai processi di ricostru-zione e partecipazione alle iniziative delleorganizzazioni internazionali per il conso-lidamento dei processi di pace e di stabi-lizzazione, nonché misure urgenti per lasicurezza. Proroga del termine per l’eser-

cizio di delega legislativa » (3953).   Parere delle Commissioni I, II   (ex   articolo 73,comma 1-bis , del Regolamento, per le di-

 sposizioni in materia di sanzioni), V, VI ( ex

articolo 73, comma 1-bis , del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tribu-

taria), VIII, XI ( ex articolo 73 comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle dispo- sizioni in materia previdenziale), XII e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai finidell’espressione del parere previsto dalcomma 1 del predetto articolo 96-bis, èstato altresì assegnato al Comitato per lalegislazione.

Annunzio della presentazione di un dise-

gno di legge di conversione e sua as-segnazione a Commissione in sede re-ferente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consi-glio dei ministri, con lettera in data 30giugno 2016, ha presentato alla Presidenzail seguente disegno di legge, che è statoassegnato, ai sensi dell’articolo 96-bis,comma 1, del Regolamento, in sede refe-rente, alla II Commissione (Giustizia):

« Conversione in legge del decreto-legge30 giugno 2016, n. 117, recante proroga ditermini previsti da disposizioni legislativein materia di processo amministrativo te-lematico (3954) ».  Parere delle CommissioniI e V.

Il suddetto disegno di legge, ai finidell’espressione del parere previsto dalcomma 1, del predetto articolo 96-bis, è

stato altresì assegnato al Comitato per lalegislazione.

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, in calce alresoconto stenografico della sedutaodierna, sarà pubblicato lo schema dellaripartizione dei tempi per l’esame del testo

unificato delle proposte di legge recante« Disposizioni concernenti la partecipa-zione dell’Italia alle missioni internazio-nali » (A.C. 45-933-952-1959).

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Ordine del giorno

della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l’ordine delgiorno della prossima seduta.

Martedì 5 luglio 2016, alle 10:

1. –   Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

BOLOGNESI ed altri: Introduzionenel codice penale del reato di frode in

processo penale e depistaggio   (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato)   (C.559-B).

—   Relatore:   Verini.

2. –   Discussione sulle linee generali deltesto unificato delle proposte di legge:

CIRIELLI ed altri; DURANTI ed altri;GAROFANI ed altri; ARTINI ed altri:Disposizioni concernenti la partecipazione

dell’Italia alle missioni internazionali   (Ap- provate, in un testo unificato, dalla Camerae modificate dal Senato)   (C. 45-933-952-1959-C).

—   Relatori:   Manciulli   (per la III Com-missione) e   Causin   (per la IV Commis-

 sione), per la maggioranza;   Gianluca Pini , di minoranza.

3. –   Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dell’Accordotra il Governo della Repubblica italiana eil Governo della Repubblica del Tagikistansulla cooperazione culturale, scientifica etecnologica, fatto a Dushanbe il 22 maggio2007 (C. 2800-A).

—   Relatore:   Valentini.

S. 1827 – Ratifica ed esecuzione deiseguenti Accordi:   a)   Accordo aggiuntivoalla Convenzione di reciproca assistenza

giudiziaria, di esecuzione delle sentenze edi estradizione tra il Governo della Re-pubblica italiana ed il Governo del Regnodel Marocco del 12 febbraio 1971, fatto a

Rabat il 1o aprile 2014 ; b)  Convenzione trail Governo della Repubblica italiana ed il

Governo del Regno del Marocco sul tra-sferimento delle persone condannate, fattaa Rabat il 1o aprile 2014   (Approvato dalSenato)   (C. 3458).

—   Relatrice:   Cimbro.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo trail Governo della Repubblica italiana e ilGoverno del Turkmenistan sullo scambiodi informazioni in materia fiscale, fatto aRoma il 4 maggio 2015 (C. 3462).

—   Relatrice:   Tidei.

Ratifica ed esecuzione del Protocolloaddizionale alla Convenzione del Consigliod’Europa sulla criminalità informatica, ri-guardante la criminalizzazione degli atti dirazzismo e xenofobia commessi a mezzodi sistemi informatici, fatto a Strasburgo il28 gennaio 2003 (C. 3084-A).

—   Relatori:   Verini,   per la II Commis- sione; Nicoletti,   per la III Commissione.

Ratifica ed esecuzione della Deci-sione del Consiglio di sorveglianza recantemodifiche all’Allegato IV della Conven-zione tra il Governo della Repubblicaitaliana, il Governo della Repubblica fran-cese, il Governo della Repubblica federaledi Germania ed il Governo del RegnoUnito di Gran Bretagna e Irlanda del Nordsull’istituzione dell’Organizzazione con-giunta per la cooperazione in materia diarmamenti OCCAR del 9 settembre 1998,

fatta a Roma il 10 giugno 2014 (C. 3199).—   Relatore:   Alli.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordotra il Governo della Repubblica italiana eil Governo di Bermuda per lo scambio diinformazioni in materia fiscale, fatto aLondra il 23 aprile 2012 (C. 3529).

—   Relatrice:   Tidei.

Ratifica ed esecuzione dei seguentiTrattati:

  a) Trattato di estradizione tra la

Repubblica italiana e la Repubblica delCile, fatto a Roma il 27 febbraio 2002, conProtocollo addizionale, fatto a Santiago il

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4 ottobre 2012;   b)   Accordo di mutuaassistenza amministrativa per la preven-

zione, l’accertamento e la repressione delleinfrazioni doganali tra il Governo dellaRepubblica italiana ed il Governo dellaRepubblica del Cile, fatto a Bruxelles il 6dicembre 2005 (C. 3269-A).

—   Relatore:   Porta.

(ore 15)

4. –   Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge24 giugno 2016, n. 113, recante misurefinanziarie urgenti per gli enti territorialie il territorio (C. 3926).

5. –   Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 1259 – GIANLUCA ROSSI ed altri:Delega al Governo per la riforma delsistema dei confidi   (Approvata dal Senato)

(C. 3209).e delle abbinate proposte di legge:   PA-

GANO; GIULIETTI ed altri (C. 1121-1730).

—   Relatore:   Pelillo.

6. –   Seguito della discussione della proposta di legge:

BOLOGNESI ed altri: Introduzionenel codice penale del reato di frode inprocesso penale e depistaggio   (Approvata

 dalla Camera e modificata dal Senato)   (C.559-B).

—   Relatore:   Verini.

7. –  Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dell’Accordotra il Governo della Repubblica italiana eil Governo della Repubblica del Tagikistansulla cooperazione culturale, scientifica e

tecnologica, fatto a Dushanbe il 22 maggio2007 (C. 2800-A).

—   Relatore:   Valentini.

S. 1827 – Ratifica ed esecuzione deiseguenti Accordi:   a)   Accordo aggiuntivo

alla Convenzione di reciproca assistenzagiudiziaria, di esecuzione delle sentenze edi estradizione tra il Governo della Re-pubblica italiana ed il Governo del Regnodel Marocco del 12 febbraio 1971, fatto aRabat il 1o aprile 2014; b) Convenzione trail Governo della Repubblica italiana ed ilGoverno del Regno del Marocco sul tra-sferimento delle persone condannate, fattaa Rabat il 1o aprile 2014   (Approvato dalSenato)   (C. 3458).

—   Relatrice:   Cimbro.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordotra il Governo della Repubblica italiana eil Governo del Turkmenistan sullo scambiodi informazioni in materia fiscale, fatto aRoma il 4 maggio 2015 (C. 3462).

—   Relatrice:   Tidei.

Ratifica ed esecuzione del Protocolloaddizionale alla Convenzione del Consiglio

d’Europa sulla criminalità informatica, ri-guardante la criminalizzazione degli atti dirazzismo e xenofobia commessi a mezzodi sistemi informatici, fatto a Strasburgo il28 gennaio 2003 (C. 3084-A).

—   Relatori:   Verini,   per la II Commis- sione; Nicoletti,   per la III Commissione.

Ratifica ed esecuzione della Deci-sione del Consiglio di sorveglianza recantemodifiche all’Allegato IV della Conven-zione tra il Governo della Repubblicaitaliana, il Governo della Repubblica fran-cese, il Governo della Repubblica federaledi Germania ed il Governo del RegnoUnito di Gran Bretagna e Irlanda del Nordsull’istituzione dell’Organizzazione con-giunta per la cooperazione in materia diarmamenti OCCAR del 9 settembre 1998,fatta a Roma il 10 giugno 2014 (C. 3199).

—   Relatore:   Alli.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordotra il Governo della Repubblica italiana eil Governo di Bermuda per lo scambio di

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informazioni in materia fiscale, fatto aLondra il 23 aprile 2012 (C. 3529).

—   Relatrice:   Tidei.

Ratifica ed esecuzione dei seguentiTrattati:   a)  Trattato di estradizione tra laRepubblica italiana e la Repubblica delCile, fatto a Roma il 27 febbraio 2002, conProtocollo addizionale, fatto a Santiago il4 ottobre 2012;   b)   Accordo di mutua

assistenza amministrativa per la preven-zione, l’accertamento e la repressione delle

infrazioni doganali tra il Governo dellaRepubblica italiana ed il Governo dellaRepubblica del Cile, fatto a Bruxelles il 6dicembre 2005 (C. 3269-A).

—   Relatore:   Porta.

La seduta termina alle 12,55.

 Atti Parlamentari   — 45 —   Camera dei Deputati

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL TESTO UNIFICATODELLE PROPOSTE DI LEGGE N. 45-B ED ABBINATE

P DL N. 45-B   ED ABB.– LEGGE QUADRO MISSIONI INTERNAZIONALI

Tempo complessivo: 16 ore e 30 minuti, di cui:

•   discussione generale: 7 ore e 30 minuti;

•   seguito dell’esame: 9 ore.

 Discussione generale Seguito dell’esame

Relatori per la maggioranza 20 minuti

(complessivamente)

20 minuti

(complessivamente)

Relatore di minoranza 10 minuti 10 minuti

Governo 15 minuti 20 minuti

Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti

Tempi tecnici 1 ora

Interventi a titolo personale 1 ora e 13 minuti (conil limite massimo di15 minuti per ciascun

 deputato)

1 ora e 16 minuti  (conil limite massimo di10 minuti per il com-

 plesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 22 minuti 5 ore e 44 minuti

 Partito Democratico 47 minuti 1 ora e 21 minuti

 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 51 minuti

 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente

 30 minuti 36 minuti

Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà

 30 minuti 28 minuti

 Area Popolare (NCD-UDC) 32 minuti 25 minuti

Scelta Civica per l’Italia 31 minuti 23 minuti

 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini

 30 minuti 23 minuti

 Democrazia Solidale – Centro Democratico

 31 minuti 22 minuti

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 Fratelli d’Italia – Alleanza

 Nazionale

 30 minuti 20 minuti

 Misto: 31 minuti 35 minuti

Conservatori e Riformisti 7 minuti 7 minuti

 Alternativa Libera - Possibile 6 minuti 7 minuti

 Alleanza Liberalpopolare Auto-nomie ALA – MAIE-Movimento

 Associativo Italiani all’Estero

6 minuti 7 minuti

 Minoranze Linguistiche 4 minuti 4 minuti

FARE! - Pri 2 minuti 3 minuti

USEI-IDEA (Unione Sudameri-cana Emigrati Italiani)

2 minuti 3 minuti

 Movimento PPA –Moderati 2 minuti 2 minuti

Partito Socialista Italiano (PSI)– Liberali per l’Italia (PLI)

2 minuti 2 minuti

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. RENZO   DICKMANN

Licenziato per la stampa alle 15,40.

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PAGINA BIANCA

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