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Gli insegnanti si confrontano attualmente con una
situazione sociale e politica in cui sono soggetti a
continui cambiamenti in rapporto alle riforme
scolastiche, al precariato, allo scarso riconoscimento
presso l’opinione pubblica e al mal pagamento. Gli eventi
che causano stress agli insegnanti sono sia interni ovvero
causati da fattori personali, sia esterni, cioè dipendenti
dal tipo di risorse sociali a disposizione
HELPING PROFESSIONS
Per helping professions s’intende un vasto campo di
professionisti impegnati in diversi ambiti, dal sociale, al
sanitario a quello della sicurezza.
I professionisti attivano una relazione di sostegno e di
aiuto di natura professionale secondo una dinamica
relazionale che sovrasta la logica dicotomica di chi è in
difficoltà o di chi può sostenerlo.
STRESS LAVORO CORRELATO
Deve essere quantificato all’interno delle categorie
soggette a questo disturbo, e tra le prime professioni più
esposte a questo ritroviamo gli INSEGNANTI.
La tipologia di relazione e di rapporto con l’utenza che
i docenti hanno è UNICA. Interagire con l’utenza 5/6 giorni
/sett., più ore al giorno, per 9 mesi l’anno, in cicli di 3 o 5 anni.
Conoscere benissimo i vostri studenti
Che anche gli alunni imparano, in base alle loro capacità in
relazione all’età, a conoscere molto bene i propri insegnati
STRESS LAVORO CORRELATO…?
D.Lgs. 81/08 definisce la salute come: “stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo
in un’assenza di malattia o d’infermità” che rappresenta
la premessa per la garanzia di una tutela dei lavoratori
anche attraverso un’adeguata valutazione del rischio “stress
lavoro correlato”.
L’art. 28 D.Lgs. 81/08 esplicita che: la valutazione dei
rischi deve riguardare tutti i rischi per la salute e
sicurezza dei lavoratori ivi compresi quelli relativi
allo stress lavoro - correlato.
Inoltre, l’obiettivo dell’accordo è quello di: “individuare e prevenire o gestire problemi di stress lavoro-correlato. Non è invece quello di attribuire la responsabilità dello stress all’individuo”.
Nell’accordo, lo stress viene considerato come: “una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro”.
“Lo stress lavoro-correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, etc.”.
QUALI SONO I SEGNALI?
un alto tasso di assenteismo
una elevata rotazione del personale
frequenti conflitti interpersonali o
lamentele da parte dei lavoratori.
INTERVENTI DI GESTIONE E PREVENZIONE DELLO STRESS
LAVORO CORRELATO
Fattori concausa di stress hanno effettuato una
ricognizione su molti sistemi di sorveglianza nazionali, sui
fattori di rischio psicosociali e sui loro effetti (Dollard et al. del
2007).
Le principali caratteristiche del lavoro, comuni alle più
diffuse teorie sullo stress lavoro-correlato:
autonomia
varietà di compiti/capacità
supporto sociale
feedback
identità/significato del compito
guadagno/ricompensa
Le dimensioni citate sono esse stesse potenziali cause di stress, influenzano la percezione che una persona ha delle situazioni di lavoro e sono aspetti della valutazione dei rischi psicosociali (Nardella, Deitinger, Aiello, 2007).
Tabella I. Dollard et al. (2007) - Adattamento da Cox et al. (2000)
Nell’approccio alla valutazione dei rischi relativi allo
stress lavoro correlato è necessario tenere presente che
dovrebbe essere favorito l’avvio di un processo
continuo, articolato in varie fasi, che tenga conto anche
del tipo di contesto lavorativo e delle possibili
modifiche ed evoluzioni dello stesso e che coinvolga
nella misura più ampia possibile l’intera azienda:
dall’alto management a tutti i lavoratori interessati.
HELPING PROFESSIONS:
La qualità dei servizi resi ai cittadini dipende in
buona misura dalla condizione psicofisica degli
operatori delle cosiddette professioni d’aiuto ;
Utilizzare:
strategie preventive, gestionali e di recupero volte
alla salute e sicurezza sul luogo del lavoro;
Gestione delle situazioni di emergenza e delle
patologie come esito di un processo stressogeno
(burnout).
BURNOUT
Indica una condizione disfunzionale tipica delle professioni
di aiuto caratterizzata da:
esaurimento emotivo
depersonalizzazione
ridotta realizzazione professionale
La mancanza di reciprocità si sperimenta nel momento in
cui le energie investite non sono proporzionali alle
ricompense ottenute in cambio.
STRESS
Dover affrontare un problema particolarmente
complesso o il tentativo di adattarsi ad una situazione
difficile comporta l’attivazione di meccanismi emotivi e
fisiologici di risposta che vengono definiti stress.
L’INIZIO DEGLI STUDI
Il termine proviene dall’ingegneria: indica lo sforzo, la tensione a cui
veniva sottoposto un materiale.
H. Selye: animali da esperimento sottoposti a stimoli diversi
manifestavano una sindrome comune caratterizzata da:
ipertrofia corticosurrenale, atrofia del timo e delle
ghiandole linfatiche e ulcere gastriche.
Cercò di stabilire una relazione tra lo stimolo esterno
pericoloso o minaccioso (stressor) e la reazione biologica
interna dell’organismo (risposta o reazione da stress).
DEFINIZIONE
Hans Selye: l’insieme delle
reazioni aspecifiche provocate
nell’organismo dall’azione, più o
meno prolungata nel tempo, di
fattori nocivi (stressors).
REAZIONI
ASPECIFICHE
Hanno la funzione di permettere all’organismo stesso di
adattarsi ad una nuova condizione e di superarla (Rossati,
Magro, 2001).
Evento stressante: è un evento dato non tanto la
qualità dei fattori che entrano in gioco, ma l’intensità
del bisogno di riadattamento che viene attivato.
L’ENERGIA VITALE
Sostanze alimentari con cui ci si nutre
La modalità con cui
l’organismo sfrutta questa
energia vitale dipende
soprattutto da quel processo
naturale e soggettivo che
possiamo definire come
“reazione di stress”.
COSA FA LO STRESS?
Provoca una reazione fisiologica, reazione da stress,
come risposta alle esigenze causate dagli stimoli esterni
(stressor), che mobilita le risorse disponibili al fine di
produrre una speciale energia, ad alto rendimento,
definibile come:
“energia da stress”.
Sprigionata da un processo
biochimico che necessariamente
si ripete nell’organismo,
quotidianamente, tutte le volte
che occorre;
In altre parole, lo stress implica un aumento di attività
di funzioni naturali stimolate da determinati ormoni;
corrisponde quindi a un’intensificazione della vitalità che
consente all’organismo di adattarsi e reagire al variare
delle circostanze.
Hans Selye identificò lo stress con l’energia di
adattamento che sperimentiamo ogni giorno.
DUE TIPI DI STRESS
Stress Positivo (eustress) Stress Negativo (distress)
Conduce ad una risposta
adattiva mettendo in grado
l’organismo di interagire in
modo adeguato con
l’ambiente, favorendo così
un equilibrio tra domanda
e risorse;
Indica la risposta
protratta (disadattiva)
che assume una
valenza negativa per
l’organismo.
LO STRESS NON È NEGATIVO
È una risposta fisiologica normale, positiva.
Fonte e consumo di
un’enorme quantità di
energia da stress.
Ciò che avviene
nell’organismo in quei
momenti è un processo
naturale identico a quello
delle peggiori circostanze
COSTRUTTO PSICOLOGICO
Il grado d’insicurezza
Lo stress è positivo
quando è desiderato
Dominare il proprio
ambiente e di
conseguenza e la
vitalità cresce al
massimo
Lo stress è negativo è
indesiderato, spiacevole e
accompagnato da
sensazioni d’insicurezza
Si ha la percezione di non
poter dominare l’ambiente
e gli eventi
Ciò che differenzia lo stress positivo dal negativo è la capacità
di investire l’energia da stress in modo produttivo, con alto
rendimento, ottenendo ciò che si desidera mediante la
quantità di energia utile, senza sprechi potenzialmente
dannosi per la salute.
Se osserviamo gli
animali, dopo il
momento del
conflitto, dopo lo
scontro con gli altri
animali, tornano
immediatamente alle
loro attività.
GENERAL ADAPTATION SYNDROME (G.A.S.)
La reazione di stress è paragonabile a un innato meccanismo
di adattamento che consente di adeguare le reazioni
individuali all’imprevedibile variare delle circostanze.
Selye identificò, in tale processo, tre fasi fondamentali:
reazione di allarme;
resistenza o adattamento;
esaurimento,
sindrome generale di
adattamento
Essa può svilupparsi secondo due modalità:
- reazione da stress acuta, di breve durata, consistente in
una rapida fase di resistenza cui segue un quasi immediato e
ben definito ritorno alla normalità (ad esempio, quando si
scatta in velocità per raggiungere l’autobus e, appena saliti, ci
si rilassa);
- reazione da stress prolungata, con una fase di resistenza
che può durare da molti minuti a giorni, settimane, anni e,
per qualcuno, tutta la vita.
La principale causa del cattivo stress è la frustrazione
come effetto delle contrarietà e dei fastidi della vita di
tutti i giorni.
Per questo motivo la maggior parte di noi vive, quasi
sempre, in una fase di resistenza da stress prolungata a
cui, di tanto in tanto, si sommano episodi di reazione da
stress acuta (come nel caso di una discussione col proprio
partner o superiore).
PRIMA FASE: ALLARME
L’organismo chiama a raccolta tutte le sue risorse disponibili per l’azione immediata, soprattutto secernendo ormoni in grado di provocare opportuni cambiamenti in determinate funzioni organiche. In questa fase avviene un’intensa produzione di adrenalina (catecolamine) e una rapida accelerazione del ritmo cardiaco.
Qualunque sia la causa, (fattore psicologico; biologico;
ambientale) il processo biochimico della reazione da
stress è il medesimo.
SECONDA FASE:
RESISTENZA
La durata di ogni reazione da stress dipende soprattutto
da questa fase che dura finché risulta necessaria una
speciale prontezza e capacità d’azione, secondo percezioni
basate, in gran parte, su fattori psicologici.
Molte persone restano imprigionate in questa fase: sono
i cosiddetti “iper-reattivi”, i quali spesso lamentano
l’incapacità di rilassarsi dopo un impegno importante.
Una prolungata resistenza allo stress può però
danneggiare il sistema immunitario; in particolare è il
Timo a risentirne. Il Timo è una ghiandola che entro
quarantotto ore dall’inizio di una reazione di stress acuta
si riduce alla metà delle sue dimensioni normali,
annullando l’efficacia di milioni di linfociti B e T.
TERZA FASE: ESAURIMENTO
Ha l’obiettivo di assicurare all’organismo il necessario periodo di riposo.
Se la fase di resistenza termina prima che tutte le risorse di energia da stress siano state consumate, la successiva fase di esaurimento è sentita come un sensibile calo d’energia spesso associata a un profondo sollievo;
Se invece, la precedente fase di resistenza è durata per molto tempo, possono derivarne lunghi e debilitanti periodi di esaurimento, visto che l’organismo tende a restare in questa fase finché ne sente la necessità.
ALCUNE PROBLEMATICHE E PATOLOGIE IN CUI
RISULTA IMPLICATO LO STRESS
- Difficoltà di prendere le decisioni giuste,
di relazionarsi con gli altri.
- Scarso rendimento nel lavoro.
- Difficoltà nelle relazioni interpersonali.
- Disturbi della memoria.
- Disturbi dell’attenzione.
- Disturbi della sfera sessuale
- Depressione, ansia
- Emicrania, cefalea muscolo-tensiva
- Lombalgia, cervicalgia;
- Herpes labiale e Herpes genitale
- Insonnia e disturbi del sonno.
- Obesità e intolleranze alimentari
- Colite spastica, stipsi
- Ulcera gastrica e duodenale
- Diabete, ipercolesterolemia
- Invecchiamento precoce
- Malattie cardiovascolari
(ipertensione, tachicardia,
extrasistole, infarto)
- Genesi del cancro.
- Genesi delle malattia
autoimmuni.
- Raffreddori e rinite allergica
- Asma bronchiale
- Allergie varie
- Malattie influenzali e persistenti
febbricole
- Acne, psoriasi
- Cistite, uretrite, annessite.
ALCUNI TRA I PRINCIPALI SINTOMI DELLO STRESS
- tachicardia, senso di oppressione al petto
- vertigini, dolori muscolari, serramento mandibolare e digrignamento notturno
(bruxismo)
- colon irritabile, senso di pienezza dopo il pasto, nausea, acidità e dolori
di stomaco
- diminuzione del desiderio sessuale
Nel fisico Nella psiche
- depressione, ansia
- apatia, stanchezza
cronica
- difficoltà di
concentrazione, perdita
di memoria
Nel comportamento
- parlare in modo veloce,
spesso “mangiando” la
parte terminale delle
frasi
- fame eccessiva e
nevrotica o inappetenza
- facile irritabilità
- iperattività, insonnia o
continua sonnolenza
- Respirazione superficiale
e accelerata
Assegna agli eventi psicologici il ruolo di mediatori di cause,
oltre che di effetti, spostando l’attenzione dall’esame delle
situazioni stressanti all’esame delle connotazioni psicologiche
che queste assumono nelle specifiche transazioni tra individui
e ambiente, in cui determinante è la valutazione cognitiva del
soggetto in termini di minaccia, disturbo o sfida;
STRESS multifattoriale biologico- psicologico-sociale.
Ogni qualvolta il funzionamento di uno o più dei tre sistemi
registra una discrepanza tra le caratteristiche della domanda
e le sue capacità di farvi fronte, viene provocato stress.
La psicologia
Lo stress non colpisce tutte le persone in ugual
modo
Psicologico Comportamentale Relazionale
Chi affronta meglio lo stress?
• esprimere le proprie emozioni;
• fiducia nella propria capacità di problem solving;
• affronta la vita con ottimismo;
• buona rete di supporto sociale;
• chiede aiuto qualora ne avesse bisogno;
• vive il cambiamento come opportunità di crescita anziché di
minaccia.
BURNOUT
Può essere considerato un tipo di stress occupazionale,
come risposta alla tensione cronica quotidiana, la cui
caratteristica distintiva è il fatto che sorge dalla relazione
tra l’operatore e il destinatario dell’aiuto.
Il burnout è il risultato non tanto dello stress in sé, ma
dello stress non mediato, dell’essere stressati senza via
d’uscita, senza elementi di moderazione, senza sistema di
sostegno.
BURNOUT
Indica una condizione disfunzionale tipica delle
professioni di aiuto caratterizzata da:
esaurimento emotivo
depersonalizzazione
ridotta realizzazione professionale
Esaurimento emotivo è uno svuotamento di risorse emotive personali, una sensazione di essere inaridito dal rapporto con gli altri, di non avere più niente da offrire a livello psicologico, di essere incapace.
Depersonalizzazione è invece espressa in atteggiamenti negativi di distacco, cinismo, freddezza e ostilità nei confronti degli utenti del proprio servizio.
Ridotta realizzazione personale è la percezione della propria inadeguatezza e incompetenza nel lavoro causata dalla caduta dell’autostima e del proprio desiderio di successo.
NELLO SPECIFICO…Esaurimento emotivo
situazione di sovraccarico
richieste sono percepite eccessive rispetto alle risorse
disponibili.
L’operatore:
• svuotato e sfinito;
• senza l’energia;
• le sue risorse emozionali sono consumate;
• sente di non essere più in grado di dare qualcosa di sé agli
altri;
• adotta una strategia tesa ad evitare coinvolgimenti emotivi,
instaurando rapporti di fredda indifferenza verso i bisogni
degli altri ed un cinico disinteresse per i loro sentimenti.
Depersonalizzazione
atteggiamenti di rifiuto dell’operatore
nei confronti dell’utenza, espressi da comportamenti
di palese indifferenza
• Sminuire gli altri;
• Denigrarli;
• Rifiutarsi di essere cortese;
• Ignorare le loro richieste ed esigenze;
• Non dare l’aiuto o l’assistenza più
idonei.
Ridotta realizzazione professionale
può indurre un auto-verdetto di fallimento
• Diminuzione della propria autostima;
• Possibili sintomi depressivi;
• Richieste di aiuto di tipo psicoterapico o a cambiare
il tipo di occupazione.
GLI OPERATORI NEL CONTESTO
Cherniss: un fenomeno derivante dal declino del senso di appartenenza ad una comunità, distinto da 3 fasi:
1) Stress lavorativo 2) esaurimento 3) conclusione difensiva
1. squilibrio tra le risorse disponibili non sufficienti a rispondere in modo adeguato alle richieste che provengono dalla struttura organizzativa.
2. la risposta emotiva provoca tensione emotiva, ansia, irritabilità, fatica, noia, disinteresse, apatia, dove l’ambiente lavorativo viene vissuto come logorante;
3. cambiamenti nell’atteggiamento: disinvestimento emotivo, rigidità comportamentale, cinismo, aventi come fine quello di limitare per quanto possibile i danni fisici e psichici che inevitabilmente ne derivano
Maslach e Jackson(1984) ha stilato un profilo del tipico
operatore vulnerabile al burnout:
debole e remissivo nei rapporti con gli altri,
non sa mettere i giusti limiti tra coinvolgimento personale
e professionale
controlla con difficoltà i propri impulsi ostili
viene facilmente frustrato dagli ostacoli
sviluppa un senso di impotenza acquisita (learned
helplessness) conseguente al mancato raggiungimento di
risultati.
senso di autoefficacia (self-efficacy):
«la convinzione personale di avere le capacità di organizzare e impiegare le proprie risorse per gestire le situazioni in maniera adeguata» è di livello molto basso nell’operatore a rischio di burnout.
locus of control interno: «la percezione di poter controllare direttamente gli eventi della vita».
Si sente in pratica attivo e responsabile di ciò che accade, anziché pensare che gli eventi possono dipendere da fattori esterni al di fuori del proprio controllo.
Teoria dei costrutti di Kelly: categorie di pensieri e costrutti rigidi possano favorire un modo disfunzionale di relazionarsi col proprio ambiente lavorativo da parte dell’operatore
I seguenti costrutti possono essere deleteri in termini di salute:
“IO DEVO essere bravo e DEVO essere approvato dagli altri altrimenti non valgo nulla e non merito di essere considerato”: porta a vissuti di ansia, depressione, sensazione di essere indegni, paura di sbagliare.
“Gli altri DEVONO comportarsi bene verso di me altrimenti non meritano la mia considerazione” invece determina: ostilità, rabbia, aggressività nel rapporto con gli altri, rancore.
“Le cose DEVONO andare come la penso IO altrimenti la società peggiorerà sempre di più” porta: ad una bassa tolleranza alla frustrazione e tendenza ad autocommiserarsi.
“Se mi faccio vedere per come SONO realmente, per quelle che sono le mie emozioni e i miei pensieri sarò rifiutato da tutti i miei colleghi e magari perderò il lavoro” aumenta la sfiducia in sé stessi e abbassa la propria autostima.
FATTORI AMBIENTALI
La durata del turno di lavoro;
eventuale condizione di isolamento;
carattere bisognoso dell’utente;
misconoscimento del valore professionale da parte del pubblico;
risorse insufficienti;
mancanza di criteri per misurare l’efficacia degli interventi;
training inadeguato;
indifferenza oppure interferenza indebita nel lavoro da parte dei “livelli superiori”;
compenso insufficiente;
confusione di ruoli;
crollo del senso di appartenenza ad una comunità e conflitto di valori.
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