brivido sportivo ed mugello del 27 febbraio 2014
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Verso Roma
Continua il viaggio tra le finali
della storia viola
Il personaggio
Buon Compleanno matos
e Cento altri gola pagina 5
Fiorentina amore mio
a pagina 8 a pagina 9
galBiati: «attenti all’inter, ma il terzo
posto è alla portata»
ASPETTANDO LA BATTAGLIA, PENSANDO AL NUOVO STADIO
Premesso che nem-meno in campiona-to niente è perduto
e che il Napoli non è poi così lontano da alzare
bandiera bianca, aggiun-gendo che ovviamente l’o-biettivo principale della Fiorentina rimane la fi-nale di Coppa Italia, non nascondiamo che questa lunga e affascinante bat-
taglia con la Juve ci piace un sacco. E la battaglia l’ha aperta, è ovvio, Die-go Della Valle che con la famiglia “Fiat” ha un con-tenzioso straordinaria-mente aperto e che gioca
il match con parole e pure fatti. Per noi è un gol im-portante quello rivelato da Mr Tod’s annunciando che presto si dovrebbe inaugurare il percorso per dotare Firenze del suo
nuovo stadio. Non come quello della Juve, ma più bello, addirittura uno sta-dio come l’Allianz Arena, il gommone di Monaco di Baviera.
Segue in ultima
l’editorialedi alessandro rialti
Antipatici E UN Po' TEDESCHI
Settimanale di critica e attualità Sportiva € 1,00
n.12 - Giovedì 27 febbraio 2014
Mugello
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di Mario tenerani
La questione arbitra-le non è più procra-stinabile per la Fio-
rentina. C’è un tempo per tutto, questo è quello del chiarimento. La società deve intervenire a gamba tesa, senza paura di essere espulsa. Oltre alle sviste e ai torti, scegliete voi la definizione più appropriata, dobbia-mo registrare un atteg-giamento di arroganza e tracotanza da parte degli arbitri italiani - non tutti, per carità, ma molti sì - nei riguardi della Fiorentina e di quelle squadre non con-siderate, evidentemente, da prima fascia. Gervasoni è censurabile non tanto per gli episo-di specifici, ci riferiamo al rigore di Tomovic o ai gialli di Diakitè, ma per la postura tenuta durante la direzione di gara e ap-pena questa è finita. Dopo il triplice fischio, si è pre-so il pallone e inveendo contro tutto e tutti - una classe sconfinata... - ha guadagnato gli spogliatoi, nonostante che l’educato Montella gli proponesse di andare al centro del cam-po per celebrare il terzo tempo. Povero Gervasoni, per lui già due tempi era-no stato troppi... Pensiamo che un giocato-re possa subire - anche se non giustificabile in toto - la trance agonistica, ma un arbitro non può e non deve. Lui per status deve essere un gradino sopra a chi gareggia, tecnici e di-
rigenti compresi. E invece Gervasoni ha mostrato la sua faccia più vera: quel-la del nervosismo a basso prezzo e la tracotanza del mediocre che esercita il potere. Per non parlare degli at-teggiamenti tenuti du-rante la partita, natural-mente all’indirizzo degli
“antipatici” viola e del doppiopesismo usato nella distribuzione dei cartelli-ni. Insomma, la sensazione è che i falli dei parmensi fossero meno importi di quelli dei viola. Nessuno vuole creare alibi alla squadra e a Montella, la Fiorentina ha commesso errori anche a Parma, ma
la sua stagione resta lar-gamente positiva. I viola sono in piena lotta per il terzo posto, per la vittoria della Coppa Italia e viag-giano a vele spiegate in Europa League. Questo è quello che conta, ma se in Italia i Della Valle non tor-nano a marcare il territo-rio della Lega, la battaglia
sarà persa in partenza. Diego Della Valle ha ester-nato in questi giorni e ha detto cose molto nette sui problemi del calcio italia-no, ancorché condivisibili. E’ l’ora di passare all’azio-ne, ma dentro il Palazzo. Firenze può vantare una piazza con pochi eguali, uno stadio senza barrie-
re, un altro che nascerà presto modello Bayern e una proprietà robusta sul piano economico e ricono-sciuta nel mondo come va-lida esponente del Made in Italy. Tutto questo può bastare per farsi quantomeno ri-spettare dai Gervasoni di turno e da chi li guida...?
Per Gervasoni, probabilmente, due tempi erano troppi: figurarsi celebrare il terzo….
NOI ANTIPATICI? QUALCUN ALTRO E’ ARROGANTE
appunti di viaggio
Gervasoni prende il pallone e se ne va: il terzo tempo? Non serve andare al centro del campo, ha detto a Montella
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di Michela lanza
Se anche Borja Vale-ro, dopo la rabbia più volte manifestata da
Pizarro, perde le pazienza dimostrando un po’ di ner-vosismo, significa che qual-cosa non va tra la Fioren-tina e il Palazzo. Significa
che nel gruppo c’è ormai la convinzione che la squadra sia presa di mira. Che sia vittima di una serie di errori che la stanno palesemente danneggiando. Ed è una con-vinzione reiterata, che dura da settimane. Mesi. Da un anno a questa parte. Ovvero, da quando si è avuto la netta
sensazione che la Fiorentina di Montella non fosse gra-dita ai piani altissimi della classifica. O meglio, che le fossero preferite formazioni più blasonate di città con un bacino di utenza più impor-tante. O addirittura… più simpatiche. ANTIPATICI… Proprio così, ha tirato in ballo l’an-tipatia, il tecnico viola Vincenzo Montella, a fine partita, quando gli è stato chiesto di commentare il nervosismo di Borja Valero ma più in generale della squadra: «Ci può stare che i giocatori siano nervosi per-ché ritengono di aver subi-to dei torti, e spesso hanno ragione. Ma noi dobbiamo migliorare e faremo un pas-so indietro, ma l’altra parte deve fare un passo avanti verso di noi, perché ho l’im-pressione che stiamo diven-tando antipatici. E questo è un paradosso. I giocatori rimangono anticipatici a chi ci arbitra. E probabil-
mente anche io e la società risultiamo tali. Protestia-mo troppo a detta di chi ci conduce». Parole forti. Che non lasciano spazio a inter-pretazioni. La Fiorentina, i giocatori e ‘lamentino’ Montella (è così che poco simpaticamente è stato ri-battezzato il tecnico viola dalla ‘casta’) non suscitano simpatia. La classe arbitra-le li ha messi nel mirino.IL PRIMO ROSSO DI BORJA. Dalle ‘manette’ di Pizarro, alle dichiara-zioni al veleno dell’estate scorsa dello stesso cileno, dall’espulsione del regista viola per proteste contro il Cagliari nel mese di set-tembre fino ad arrivare alla prima espulsione in viola di Borja Valero. Da non cre-derci. Da annotare sul ca-lendario. Perché un signore
pacato come lo spagnolo, difficilmente lo rivedremo così arrabbiato. A meno che non abbia (ancora) motivo di esserlo. E allora, anche se il rigore per il Parma ci stava, anche se l’espulsio-ne di Diakité è poco discu-tibile, anche se la spinta su Gomez poteva essere fischiata… è la gestione della partita da parte del sig. Gervasoni che proprio non va giù. È la maniera in cui ha valutato determinati falli da una parte e dall’al-tra. Perché un arbitro sa e può indirizzare una parti-ta a suo piacimento senza sbagliare neanche un epi-sodio. Facendo di tutto per innervosire una partita che non aveva motivo di esse-re nervosa. E allora capita che qualcuno sbotti. Che qualcuno dia segnali di ner-
vosismo. Pure uno calmo e pacifico come Borja Valero che, in oltre un campionato e mezzo in maglia viola, ha collezionato solamente 8 gialli (4 nella passata sta-gione, 4 quest’anno). Men-tre a Parma è arrivato il suo primo rosso. Un rosso (diretto) che penalizzerà la Fiorentina in un momento molto delicato della stagio-ne. Quindi è arrivata l’ora di gridare forte e chiaro: ‘Ora basta!’. Di farla sentire bene a chi guida la giostra del calcio la nostra rabbia. Ma subito dopo, rimboccar-si le maniche, calmarsi e scendere in campo per vin-cere una doppia battaglia. Contro ogni avversario. Perché ai viola non è con-sentito vincere facile. Anzi, talvolta non è consentito neanche vincere…
La Fiorentina pareggia a Parma e, con la complicità del Genoa, resta sempre a -6 dal Napoli
UN PARI. ALL’INCROCIO… MA IL ROSSO DI
BORJA E’ TROPPO
stagione viola
Cuadrado riporta il risultato in parità e balla sul campo
I CARTELLINI DI BORJA VALERO IN VIOLA
2012-13 Borja Valero Campionato C. Italia TotalePresenze 37 4 41Minuti 3412 363 3775Ammonizioni 4 0 4Espulsioni 0 0 0
2013-14 Borja Valero
CampionatoEuropa League C. Italia Totale
Presenze 23 8 3 34Minuti 2065 620 226 2911Ammonizioni 4 1 2 7Espulsioni 1 0 0 1
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di Michela lanza
Il personaggio che rappre-senta appieno la partita contro i danesi dell’E-
sbjerg, non ci sono dubbi che sia Martin Jorgensen. E questo perché, se a Firenze pensi alla Danimarca, inevi-tabilmente la memoria torna con nostalgia ad un recente passato quando lui, ‘Marti-no’ per gli amici, scendeva in campo con la maglia della Fiorentina con orgoglio, van-to e una professionalità fuo-ri dal normale. Ecco perché, pur essendo un tipo che parla poco, rilascia rare interviste e si contraddistingue per la sua calma glaciale e per i suoi lunghi, lunghissimi silenzi, è rimasto nel cuore. Di tutti. Lui non si è mai lasciato andare a gesti clamorosi. Ha sempre mantenuto un atteggiamento ragionato, responsabile, auto-revole, coscienzioso. Mai uno sgarro. Mai un’azione finaliz-zata a sorprendere in manie-ra eclatante. Sarà per questo che quando, in Danimarca, gli è stato chiesto se gli pia-cerebbe disputare una parti-ta di addio al calcio, magari
proprio a Firenze, lui, catego-rico, ha risposto: «Le partite di addio non appartengono a me. Io esco dalla porta latera-le, quella dietro. I tifosi della Fiorentina, che tra l’altro mi hanno sempre applaudito, li ricordo sempre con molto pia-cere, ma non amo le partite di addio». Non che ci fossero troppi dubbi su questo. Per-ché Jorgensen, il ‘Professore’ viola, ha sempre preferito i riflettori spenti, piuttosto che gli eccessi dei lustrini. Lo si vedeva anche dal suo modo di stare in campo (in qualunque ruolo): composto, efficace, de-terminante, ma mai appari-scente. E questo senza perde-re mai la sua educata ironia e
la sua abilità nell’essere pure tagliente, in certi momenti. Ma tutto ciò è il passato. Il presente dice che ‘Martino’ è un ex che, attualmente, gioca in Danimarca («Gioco ancora in serie A, nell’Aarhus») e mercoledì scorso ha deciso di essere il ‘portafortuna’ della sua ex squadra facendole una sorpresa molto, molto parti-colare…DA PROFESSORE AD AU-TISTA. È per questo che si è ‘travestito’ da autista ed ha trasportato lui la Fioren-tina una volta atterrata ad Esbjerg: «Era una cosa bella da fare. Quando ho visto il sorteggio ho chiamato subito Ripa (team manager viola, ndr) – ha raccontato il dane-
se a Violachannel.tv – dicen-dogli che, quando la squadra sarebbe atterrata in Dani-marca, per il trasporto c’avrei pensato io…». Detto fatto. Così Montella e i suoi ragazzi si sono ritrovati questo par-ticolare autista che non ha
voluto perdere l’occasione di essere ancora utile alla causa viola... Perché cinque anni e mezzo in riva all’Arno non si dimenticano facilmente e… anzi: «Ho tanti ricordi e sono quasi tutti belli. Mi sono tro-vato sempre bene a Firenze, i miei figli sono entrambi nati nel capoluogo toscano. E poi negli ultimi quattro anni e mezzo è andato tutto bene: abbiamo vinto, abbiamo gio-cato la Champions League, ho fatto anche un gol a Liver-pool. Anzi, i miei compagni di squadra più giovani, ades-so, me lo dicono spesso: “Ma hai fatto gol a Liverpool…”. E io rispondo (soddisfatto e felice) “Sì, ho fatto gol».
Ricordi indelebili per il cen-trocampista danese. Come per tutta la gente di Firenze. E pensare che quel riscatto alle buste dopo una prima stagione non convincente sta-va per rovinare tutto…: «Le buste? È una cosa successa dopo il mio primo anno a Fi-renze, che non è stato certo tra i migliori. Era una sfida che non volevo perdere: pen-savo di essere più bravo di quello che avevo fatto vedere durante quel primo campiona-to in maglia viola. E credo che la scommessa l’abbia vinta Mencucci e non Corvino…». Appunto. Ecco il suo essere ta-gliente e ironico. Un po’ come Firenze, se vogliamo…
Da capitano-professore a... chauffeur per un giorno: il danese ha seguito da vicino la trasferta danese della sua ex squadra e si prepara per l’addio (in silenzio) al calcio
MARTIN JØRGENSEN, QUANDO L’AUTISTA CON UN
PASSATO DA EX “PORTA” BENE
l'amuleto in europa
Centro GinnastiCa Firenze a.s.D. Via Isonzo, 26/A FirenzeTel. e fax 055 6531930
I NUMERI DI JORGENSEN IN VIOLA
Anno di arrivo a Firenze: 2004Anno di ‘arrivederci’: 2010Numero stagioni in maglia viola: 5 e mezzoPresente in campionato: 151Gol in campionato: 14Presenze in Champions League: 7Gol in Champions League: 1Presenze in Coppa Uefa: 12Gol in Coppa Uefa: 2Presenze in Coppa Italia: 12Gol in Coppa Italia: 0Totale presenze in Viola: 182Totale gol in Viola: 17
Jorgensen alla guida del bus dell’agenzia di famiglia: non appena saputo del sorteggio ha chiamato l’AD Mencucci
Martin in azione con la maglia della Fiorentina
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di francesca bandinelli
La sua favola è comin-ciata in Europa. Pri-ma giornata del giro-
ne E, Fiorentina-Paços de Ferreira. Matos, all’esor-dio assoluto con la maglia viola, dopo essere stato in prestito al Bahia di Paulo Roberto Falcao, fa tutto in meno di un minuto, il 22’. Il suo resta ancora il gol più veloce mai realizzato da un giocatore subentrato dalla panchina nelle stati-
stiche della Uefa. Da quel-la notte, il brasilianino che in quel suo modo cantile-nato di parlare tipico dei carioca ogni tanto ci infila pure una parola in fioren-tino, si è ritrovato i riflet-tori puntati addosso in un batter d’occhio.E’ diventato l’uomo di coppa, quello capace di segnare ai portoghesi del Paços, di conquistare il calcio di rigore a Dnipro-petrovs’k trasformato da Gonzalo Rodriguez, di
festeggiare nuovamen-te il gol col Pandurii al Franchi e pure alla Cluji Arena, per poi ritrovarsi nuovamente atterrato in area pure in Danimarca. Complessivamente tre gol all’attivo, il ragazzino sco-vato da Corvino al Vitoria Bahia e arrivato in Italia a poco più di quindici anni, è diventato simbolo della rinascita del settore giova-nile viola. Montella lo ha inserito nella lista B della Uefa, quella riservata ai ragazzi cresciuti nella pro-pria cantera, e lui non si è mai fatto prendere dall’e-mozione. Questa freddezza da killer d’area l’aveva dimostrata fin dai tempi degli Allievi Nazionali, lui che con uno suo gol contribuì a stende-re i baby dell’Inter di Mo-ratti nella finale che è val-sa il primo tricolore dell’e-ra Della Valle. Ha fatto lo stesso con la Primavera in Coppa Italia e Supercoppa Italiana, sollevando en-trambi i trofei. Lo scorso
anno, Falcao fece l’impos-sibile per convincere la di-rigenza viola a lasciargli il talentuoso ragazzino. Era convinto delle sue poten-zialità, anche se alla fine lo ha fatto giocare poco, il tempo necessario a far-gli segnare il suo primo (e unico gol) nel Brasilerao all’Internacional dell’ex viola Carlos Dunga. In estate, lo avevano cercato tutti. Il Siena ci ha provato fino all’ultimo, così come il Pescara. A dire no, a bloccare il mercato che stava mon-tando intorno a Matos, è stato Montella. Ryder, il cui bisnonno era senatore del suo paese di nascita, non ha deluso. Ha un fra-tello che insegue, pure lui, il sogno di diventare un calciatore ed è legatissi-mo alla famiglia. Sogna di vincere con la Fiorentina e di realizzare il primo gol in campionato. Studia per diventare come Pato, ma è già ad un buon punto, tanto che proprio in questi
giorni - a ridosso del suo ventunesimo complean-no, giovedì 27 - a Firenze è atteso il Ct della Nazio-nale Olimpica brasiliana Alexandre Gallo (o il suo vice, Mauricio Copertino),
a margine del giro euro-peo per osservare da vici-no i possibili candidati ad una maglia verde oro per i prossimi Giochi. L’enne-sima vittoria di Matos, e anche della Fiorentina.
Il brasiliano arrivato a Firenze grazie ad una intuizione di Corvino è diventato il valore aggiunto della squadra: in Europa tre gol e due rigori procurati
MATOS, 21 ANNI E LA NAZIONALE
OLIMPICA AD UN PASSO
il personaggio
Figlio del settore giovanile della Fiorentina, Matos nel giorno del suo esordio
con la maglia viola, in Europa League, ha segnato il suo primo gol
Matos vola: giovedì 27 compie 21 anni e si prepara
alla convocazione con la Nazionale Olimpica brasiliana
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di andrea Giannattasio
La Fiorentina accan-tona per un mo-mento le polemiche
arbitrali e torna con la testa all’Europa e al tour de force che l’aspetta nei prossimi trenta giorni. Un mese bollente per i ragazzi di Montella, dove si profilano all’orizzonte verosimilmente otto gare (Esbjerg permettendo...) ad altissimo coefficiente: si comincia giovedì, con il ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League contro i danesi, si prose-gue con la sfida interna con la Lazio ed a seguire con il probabilissimo triplo confronto (tra campionato e Coppa) con la Juventus di Antonio Conte. Poi si terminerà con le gare in chiave Champions contro Napoli e Milan: un piatto ricco, ricchissimo, per il quale la Fiorentina vuole farsi trovare pronta ed in-tende stupire i tifosi viola in vista di un finale di cam-pionato certamente più agevole. Per fare il punto sul momento del campio-nato viola Il Brivido Spor-tivo ha raccolto la voce del noto giornalista di Media-set Pierluigi Pardo che da sempre ha un occhio di ri-guardo per la formazione di Montella. Pardo, che Fiorentina ha visto in questa ultima settimana? «I viola non mi sono piaciuti contro l’Inter ma la sconfitta coi
nerazzurri è stata figlia di tante concause: dalla stan-chezza evidente in alcuni elementi ad una formazio-ne che non mi ha convinto fin dall’inizio. Nel ko con l’Inter c’è molta responsa-bilità della Fiorentina. Tut-to diverso invece con l’E-sbjerg, in questa occasione ho visto una prestazione di spessore e di carattere». Il terzo posto però, per i viola, resta lontano… «La stagione della Fiorentina è di alto profilo sotto tutti gli aspetti: non ci dimenti-chiamo che questa squadra ha già in tasca una finale di Coppa Italia tutta da giocarsi ed in Europa la strada verso l’ottavo di fi-nale con la Juve è tutta in discesa. Adesso è compren-sibile un po’ di stanchezza, dato il recente tour de for-ce, ma il segreto in questo momento è saper stringere i denti e tirare avanti». Quali sono gli obiettivi più raggiungibili per la forma-zione di Montella a suo avviso? «Credo che il 3° posto sia ancora un target
da tenere nel mirino ma mi permetto di dare un consi-glio alla formazione viola» Prego. «Se la zona Cham-pions dovesse ancora al-lontanarsi, personalmen-te dirotterei tutte le mie forze sull’Europa League. La finale per la Fiorenti-na non è un miraggio e la gara contro la Juventus è davvero un terno al lotto. Aspettiamo due o tre set-timane poi vedremo quale sarà la nuova classifica dei viola. Con la finale di Coppa Italia già acquisita, l’Europa League è garan-tita anche per la prossima
stagione, quindi perché non puntare con decisio-ne alla finalissima di To-rino?» Come valuta le polemiche arbitrali che hanno visto di recente la Fiorentina protagonista? «Ammetto che la squadra di Montel-la ha subito dei torti dav-vero evidenti nelle gare chiave della stagione, ov-vero contro Napoli ed In-ter: quel rigore su Cuadra-do ed il fuorigioco di Icar-di gridano vendetta e già adesso pesano molto sulla classifica viola. Capisco il Dente avvelenato in seno
a l l a società così come trovo legittime le recenti paro-le di Pradè, che ha chiesto più tutela».
Il parere del giornalista di Mediaset sulla stagione viola, condividendo la rabbia del club per i torti arbitrali
PARDO: «FIORENTINA, PERCHE’ NON PUNTARE SULLA FINALE D’EUROPA LEAGUE?»
l'intervista
Pardo in collegamento dallo stadio
La copertina del libro curato da Pardo
su Cassano
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di lorenzo canceMi
Il mese di febbraio è quasi alle spalle e, dopo il giro di boa della stagione, con una Fioren-
tina ancora protagonista su tutti i fronti, è giunto il momento di fare il punto della situazione viola per quanto concerne il campionato, riflettendo su come la squadra è arrivata fino a questo punto e su ciò che l’aspetta nei prossimi im-pegni. Il Brivido Sportivo lo ha chiesto ad un ex difensore ed alle-natore delle giovanili viola, Rober-to Galbiati.Galbiati, con la vittoria ad Esbjerg c’è stata reazione dopo la stanchez-
za emersa nella squadra viola spe-cie nelle ultime gare?«Dal punto di vista del risultato as-solutamente sì, con il successo per 3-1 ottenuto in Danimarca la Fio-rentina ha ottenuto al 90% il pas-saggio agli ottavi di finale di Eu-ropa League dimostrando durante la gara di giovedì di essere tecni-camente di gran lunga superiore all’avversario. Però ho visto ancora un po’ di disattenzioni specie in di-fesa».Nonostante gli infortuni si aspet-tava di trovare la Fiorentina sem-pre in corsa per un posto in Cham-pions? «Non scordiamoci che la squadra viola ha avuto buone opportunità per accorciare le distanze o addirit-tura raggiungere il Napoli. Mi riferi-sco alle gare di Cagliari e con l’Inter, quest’ultima decisa purtroppo da un errore arbitrale. Sicuramente anche gli infortuni hanno pesato e pesano. Comunque la Fiorentina non è asso-lutamente tagliata fuori dalla corsa Champions».Quali possono essere le maggiori insidie e i punti di forza della Fio-rentina?«I punti di forza sono il rientro di Gomez, che passo dopo passo si sta avvicinando alla miglior condizio-ne, e il rientro stabile, si spera, di altri giocatori che fin qui hanno
accusato alcuni problemi fisici e possono dare il loro contributo. Mentre le maggiori insidie sono, ad esempio, alcune trasferte. Se la Fiorentina non scende in campo con l’approccio giusto, rischia di complicare la corsa al terzo posto».Al momento tra i viola e il 3° posto c’è il Napoli: quali possono essere i punti deboli dei partenopei?
«Credo sia sotto gli occhi di tutti che il problema principale del Na-poli è la difesa, spesso avvezza ad amnesie, e la Fiorentina, con i suoi uomini-gol, può sicuramente fare male alla squadra di Benitez».Fin qui per il 3° posto è stato un duello tra Fiorentina e Napoli: non teme un inserimento di qualche al-tra squadra?
«Penso che se la Fiorentina conti-nuerà ad andare avanti in Europa League, come mi auguro, tenendo conto che agli ottavi dovrebbe af-frontare la Juventus in uno scontro cruciale, disperderà per forza tan-te energie. E a quel punto l’Inter potrebbe rivelarsi pericolosa con-siderando anche che a gennaio si è ben rinforzata».
L’ex viola analizza la stagione. L’Europa League causerà dispendio di forze fisiche, ma proseguire il cammino sarà decisivo.
Galbiati: «Il 3° posto? è ancora duello Napoli-Fiorentina, fiorentina amore mio
PERO’ ATTENTI ALL’INTER: PUO’ ESSERE PERICOLOSA»
roberto galbiati. in viola ha totalizzato 111 partite
in serie a in quattro stagioni
galbiati e mondonico, di cui è stato allenatore
in seconda proprio alla fiorentina
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di ruben lopes peGna
Una sconfitta che bru-cia ancora a distanza di quasi 57 anni. E’
quella subita dalla Fioren-tina con il Real Madrid nel-la finale dell’edizione della Coppa dei Campioni 1956/57. Quella era una manifestazio-ne davvero difficile, perché allora vi partecipavano solo le squadre che avevano vin-to lo scudetto nei rispettivi campionati nella stagione precedente. La squadra viola debutta negli ottavi di finale con un pareggio al Comunale con il Norrkoping per 1-1 (gol di Bizzarri) e vince nel ritorno a Roma (a fine novembre in Svezia c’è la neve e perciò si gioca in Italia) per 1-0 con un gol di Virgili. Approda così ai quarti di finale dove elimina il Grasshoppers. Lo batte 3-1 a Firenze con gol di Segato e doppietta di Taccola e pareg-gia nella gara di ritorno in Svizzera 2-2 con gol di Julinho e Montuori. In semifinale vince la gara d’andata a Bel-grado con la Stella Rossa per 1-0 con gol di Prini e pareggia al Comunale 0-0. Si qualifica così per la finale con il miti-co Real. La partita si disputa a Madrid, perchè, da regola-mento vigente allora, va gio-cata sul campo della squadra che si è aggiudicata l’edizione precedente. Così la Fiorenti-na, prima compagine italiana giunta alla finale di Coppa dei Campioni, si presenta all’appuntamento più impor-tante della sua storia nella tana del lupo. Ci sono 124.000 spettatori quel pomeriggio del 30 maggio 1957 allo stadio Chamartin, l’attuale Berna-beu. E sono tutte lì a tifare
per il Real. Il tecnico gigliato Fulvio Bernardini deve fare a meno del mediano Beppe Chiappella, uno dei giocatori più esperti. Si è infortunato pochi giorni prima in Nazio-nale in una partita contro il Portogallo a Lisbona. Al suo posto schiera il ventiquattren-ne Aldo Scaramucci (scom-parso a gennaio di quest’an-no), in viola dalla stagione 1954/55 ma con poche presen-ze all’attivo. Il ragazzo di Mon-tevarchi ripaga la fiducia del suo allenatore con una presta-zione dignitosa. Con l’eccezio-ne di Scaramucci al posto di Chiappella e di Bizzarri e Or-
zan preferiti rispettivamente a Prini e Rosetta, è pratica-mente la stessa squadra che l’anno prima si è aggiudicata lo scudetto. Logicamente è il Real Madrid a comandare il gioco e ad attaccare. Il portie-re Sarti compie alcuni difficili interventi ma nel complesso i viola si difendono con ordine. E qualche volta, in contro-piede, si rendono a loro volta pericolosi. Poi, però, a venti minuti dalla fine avviene il fattaccio. La mezzala Mateos scatta in palese fuorigioco sul passaggio di Munoz. Il guar-dalinee alza ripetutamente la bandierina per segnalare
all’arbitro olandese Leo Horn l’irregolarità. Il direttore di gara, però, a torto lascia pro-seguire l’azione. Così il terzi-no gigliato Magnini contrasta Mateos e poi lo atterra ma almeno un metro fuori area.
Le immagini fotografiche e i filmati lo testimoniano am-piamente. Ma l’arbitro non è di questo avviso. Ritiene erro-neamente che il fallo sia stato commesso dentro l’area e con-cede il rigore al Real. Vane sono le proteste di capitan Cervato e degli altri giocato-ri. Così il centravanti Alfredo Di Stefano va sul dischetto, spiazza Sarti e realizza la rete del vantaggio per gli spagnoli. La Fiorentina si porta tutta in avanti alla ricerca del pareg-gio. Lascia così ampi spazi ai contropiedi dei madridisti. E al 31’ viene punita da un gol dell’ala sinistra Gento. La partita finisce con la vittoria del Real per 2-0. Alla squa-dra viola rimane la rabbia in corpo per la sconfitta e so-prattutto per il modo in cui è maturata. Esce comunque dal Chamartin tra gli applausi dei tifosi spagnoli.
Sono passati 57 anni da quella Coppa Campioni che vide la Fiorentina grande e sfortunata protagonista. Ripercorriamo tutte le finali della storia viola.
MA COME BRUCIA ANCORA LA FINALE PERSA CON IL REAL
verso roma
IL TABELLINO
REAL MADRID: Alonso; Torres, Lesmes; Munoz, Marquitos, Zarraga; Kopa, Mateos, Di Stefano, Rial, Gento. Allenatore: Villalonga
FIORENTINA: Sarti; Magnini, Cervato; Scaramucci, Orzan, Segato; Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri. Allenatore: Bernardini
ARBITRO: Horn (Olanda)
RETI: Di Stefano (rigore) 70’, Gento 75’
la fiorentina cade “vittima” dei blancos
la fiorentina arriva in finale di Coppa Campioni, ma viene battuta dal real madrid.
in quella squadra c’era il nonno di marcos alonso
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violasCuro
di andrea Giannattasio
Tempo di voti in casa viola, di primi bilan-ci, dopo un’ottima
prima parte di stagione che per la Fiorentina ha porta-to in dote un quarto posto in campionato con finestra sulla Champions, una fina-
le di Coppa Italia che man-cava da tredici anni ed un ottavo di finale praticamen-te quasi in tasca. Per dare i giudizi sui protagonisti di questo primo scorcio di stagione, Il Brivido Sporti-vo ha contattato l’agente FIFA Furio Valcareggi, che però ha subito voluto preci-sare: «Faccio una doverosa premessa: i miei voti saran-no alti perché ponderati in base al rendimento com-plessivo della squadra, che sta facendo meglio della passata stagione e sta an-dando oltre le mie aspetta-tive».Iniziamo coi portieri: sono rimasti, della vecchia guar-dia, solo Neto e Lupatelli…«A Neto do un 7: lentamen-te sta dimostrando di essere un portiere all’altezza della Fiorentina e per quello che ha fatto vedere potrebbe diventare il nostro estremo difensore per i prossimi dieci anni. Lupatelli invece merita 10: lui è un mio ex assistito, è un uomo spoglia-toio e gli auguro un futuro viola lunghissimo».Capitolo difesa: sono con-trastanti i giudizi sul repar-to arretrato.«A volte mi è parsa incerta ma in altre occasioni no: è normale, tutti fanno errori. Anche le grandi squadre
sbagliano, a cominciare dalla Juve. In generale, però, do la sufficienza a tut-ti: Roncaglia vale 6,5, Savic 7, il grande Gonzalo 7,5, To-movic 7, mentre a Compper e Pasqual assegno un 6,5». Passiamo al centrocampo, di certo la zona che espri-me più qualità.«E’ un reparto ben amalga-mato, che esprime sicurez-ze. Ogni volta che manca qualcuno ci sono sempre
sostituti all’altezza. A Mati do 8 così come a Pizarro: il cileno non è calato rispetto all’anno scorso, resta tat-ticamente indispensabile. Il migliore resta Borja 9, seguito da Aquilani ed Am-brosini, che valgono 7,5. Anderson è ancora tutto da scoprire ma vale 8 in pro-spettiva». Chiudiamo con l’attacco.«Il reparto migliore: Rossi vale 9, Gomez per le quali-
tà che ha si prende 8 ma la più bella sorpresa di tutte è Cuadrado, a cui do 9,5: è lui l’uomo che svolta le partite, che innesca lui tut-ti i pericoli. Ilicic si merita 7,5, mentre Joaquin addi-rittura 8,5. Chiudo coi gio-vani Wolski e Matos, il cui voto è rispettivamente 8 e 7,5. Rebic, per adesso, non è giudicabile»E Montella?«Non ci sono dubbi: 9,5».
UNA VIOLA COSI’ NON S’ERA VISTA MAI. ED E’ SOLO L’INIZIO
Il pagellone della stagione di Furio Valcareggi
e’ prossimo al rinnovo del contratto: è stato il colpo difensivo migliore della coppia pradè-macia, gonzalo rodriguez
firenze lo ha atteso con pazienza, adesso sta facendo vedere
il meglio di sé: mati fernandez
11
di cristiano puccetti
Crediamo ferma-mente che sia giusto ricono-
scere a Montella una percentuale elevatissima
(70%?) di merito per que-ste due stagioni che stanno facendo sognare Firenze, per questa Fiorentina in-cantevole e imperfetta. Ma proprio per questo molto umana ed adorabile. Ci preme molto ricordare che, se le squadre italiane non avessero per anni boi-
cottato stupidamente le partite di Europa
League, Montella
- come Prandelli - avrebbe raggiunto due qualificazio-ni Champions consecutive: il quarto posto dell’anno scorso e quello di quest’an-no, per niente insidiato dall’eventuale rimonta dell’Inter, a Firenze inde-corosamente aiutata da un arbitraggio scellerato. Fatte queste utili precisa-zioni però dal nostro umile pulpito ci permettiamo di dissentire pressoché total-mente sulla gestione delle risorse adottata da Mon-tella e dal suo staff per le partite di Europa League. Andiamo subito al dunque: giocatori come Gonzalo Ro-
driguez, come Borja Vale-ro, come Cuadrado e come Giuseppe Rossi, autentiche eccellenze e pedine indi-spensabili per la Fioren-tina, dopo aver ‘blindato’ il preliminare, avrebbero dovuto saltare a pie’ pari la fase a gironi e ‘debutta-re’ nei sedicesimi di finale o direttamente negli ottavi.Abbiamo trovato una vera e proprie follia impiegarli, consumarli, usurarli nelle inutili partite del girone. Più che nella sostanza, il nostro è un discorso concet-tuale. Provate a seguirci: a cosa punta la Fiorentina? A fare un turno in più oppure
a vincere l’Europa League? Buona la seconda, giusto? E allora, visto che la quali-ficazione ai sedicesimi con squadre come Pandurii e Pacos non era in discussio-ne, perché questo accani-mento a cercare il primo posto? Per evitare di incro-ciare una fuoriuscita dalla Champions? Assurdo. Pun-tando a vincere la manife-stazione, non è obbligatorio battere tutti?Sono interrogativi pesanti, molto facili da proporre a posteriori e sicuramente enfatizzati dallo scandalo-so sorteggio (palline calde, palline fredde) che ha ab-
binato negli ottavi di finale la Fiorentina alla squadra strafavorita (e nel cuore di Platini) per la vittoria in Europa League: la Juven-tus. Paura dei bianconeri, dunque? Beh, un po’ sì, ad essere realisti. E molta, molta rabbia per aver get-tato via energie di giocatori fondamentali in un girone che la Fiorentina avrebbe superato anche giocando con la Primavera. A cosa è servito spompare la squa-dra per assicurarsi il pri-mo posto nel girone? Per affrontare l’Esbjerg ai se-dicesimi? Meditate gente, meditate...
Intanto, se le nostre vecchie italiane non avessero, in passato, snobbato l’Europa League, oggi il quarto posto varrebbe la Champions
Bastian Contrario
MA NON ERA MEGLIO PRESERVARE I BIG PER LE GARE DI CARTELLO?
tra i più presenti in campo c’è l’inossidabile Borja valero
NON SEMPRE CHI BEN COMINCIA E’ A META’ DELL’OPERA
di Giancarlo carMaGnini
Giornata che parte e fi-nisce bene con Massa in Bologna-Roma (0–1),
Peruzzo in Livorno-Verona (2–3) e Giacomelli in Lazio-Sassuolo (3-2), ma che ha nel mezzo della domenica molti lati e prestazioni negative. Orsato non dirige, tutto som-mato, male lo scontro salvez-
za Chievo-Catania (2–0), ma l’ennesima “passeggiata” di Spolli (dopo quella sul viola Matos) su Hetemaj, possibile che non l’abbia vista nessu-no? Doveri in Samp-Milan (0–2) oltre a non convincere trop-po nella gestione disciplina-re, convalida il secondo gol del Milan (Rami) senza tener
conto di un fallo di Pazzini molto evidente sul portiere doriano Da Costa (Tommasi, l’addizionale di porta dove stava guardando?). Russo, ha diretto Inter-Ca-gliari (1–1) senza convincere molto nei due episodi crucia-li del match, rigore assegna-to agli isolani per nettissimo fallo di mano di Juan Jesus
con moltissimi dubbi sulla mancata ammonizione (sa-rebbe stata la seconda) del difensore nerazzurro e... san-dwich su Icardi nel finale di gara. Delude invece l’arbitro “mondiale” Rizzoli che, dopo aver preso in settimana le critiche feroci di Arsène Wenger dopo Arsenal-Bayern
(0-2), riesce a sbagliare tutto nel derby della Mole fra Juve e Toro (1- 0). Grazia per ben due volte Vidal dal secondo giallo per un fallo di mano sul “sombrero” di Cerci e sull’en-trata scomposta su Darmian e poi non vede (mal assistito dall’addizionale Calvarese) un netto sgambetto di Pirlo su El Kaddouri.
giaCChetta nera
13
Tra i più piccoli spopola il superminivolley, in crescita anche l’Under 13
di fabrizio paoli
Nella stagione 2013/2014 la Po-lisportiva Dico-
mano ha iscritto una squadra femminile al campionato di Terza Di-visione della F.I.P.A.V.: nel Girone B le mugella-ne navigano nelle parti basse della classifica, ma sono finalmente tornate a cimentarsi in un torneo federale. La società mu-gellana, legata alla poli-sportiva, si occupa anche di altre discipline e negli ultimi anni si è messa in luce in particolare con il settore della pallaca-nestro, che però dalla scorsa estate non ha più una prima squadra. «In questa stagione - spiega la dirigente Elisa Gros-si - abbiamo unito due formazioni, l’Under 18 e la prima squadra che partecipava ai campio-nati U.I.S.P., ed abbiamo deciso, dopo una decina di anni, di tornare a di-sputare un campionato della F.I.P.A.V. La socie-tà ha affidato il ruolo di allenatore a Carlo Ca-stellani, un ex giocatore che ha trascorsi anche in Serie A; quindi per lui si trattava di una si-tuazione completamente nuova. L’amalgama tra i due gruppi di giocatri-
ci non è stata semplice: non si amavano e farle giocare insieme è stato abbastanza complicato. Inoltre, le ragazze pro-venienti dall’Under 18
quest’anno ha i problemi legati all’esame di matu-rità: da questo punto di vista speriamo di ripar-tire con il piede giusto in vista della prossima
stagione». A Dicomano viene svolta anche attivi-tà giovanile, con numeri interessanti se si consi-dera che il comune mu-gellano non ha un ampio
bacino d’utenza da cui attingere: «Il gruppo del superminivolley è molto numeroso, a differenza di alcune delle stagioni scorse - prosegue Elisa
Grossi - E’ un bel gruppo che ha voglia di giocare, sotto la guida del rufine-se Roberto Baldini, e di recente in un torneo che si è tenuto a Dicomano ha conquistato due vit-torie su tre gare giocate. La squadra Under 13 ha terminato la prima par-te del proprio campiona-to F.I.P.A.V., ma per noi non è importante la po-sizione in classifica. E’ una compagine che par-tecipa per la prima vol-ta ad campionato vero e proprio, ma si tratta di un gruppo che è stato formato già da qualche anno. La squadra Un-der 15 che prende parte ad un campionato della U.I.S.P. è invece in diffi-coltà, perché è formata da un organico molto ri-dotto. In questo momen-to la pallavolo a Dicoma-no vive un momento di stallo per quanto riguar-da il settore giovanile, se si eccettuano l’Under 13 ed il superminivolley».
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di cristiano puccetti
Il presidente della Poli-sportiva Mugello ‘88 Pa-squale Toscano fa il qua-
dro sull’attività della società di Barberino. Il massimo di-rigente dei mugellani stila un primo bilancio del torneo 2013/2014 per quanto riguar-da la prima squadra del ba-sket, desolatamente all’ulti-mo posto della graduatoria: «In questa stagione avevamo immaginato dei programmi, ma ci siamo accorti presto che le cose non erano anda-te come noi ci aspettavamo. In ogni caso la pallacanestro all’interno della Mugello ‘88 andrà avanti, nonostante i risultati negativi. In questo campionato abbiamo dovu-to fare i conti anche con le dimissioni dell’allenatore Alessio Barletti, in parte per cause personali ed in parte per motivi interni alla nostra società. Quando il tecnico ci ha comunicato le dimissioni
siamo rimasti spiazzati, an-che perché nella pallacane-stro non è facile reperire un nuovo coach nel corso della stagione. Alla fine la scelta è caduta su Claudio Fabbri, un tecnico che abbiamo cre-duto potesse fare al caso no-stro». Poi lo sguardo si rivol-ge alle giovanili del basket barberinese: «Il settore del minibasket ci sta regalando delle soddisfazioni - prose-gue Toscano - abbiamo un gruppo di una sessantina di bambini ed è un bel risulta-to. Dall’Under 13 ci atten-devamo un salto di qualità, ma per il momento i risultati sono stati negativi. Per la no-stra società la difficoltà prin-cipale è legata alla formazio-ne degli organici; per questo motivo siamo più che conten-ti di quanto abbiamo fatto in una zona che non ha una tra-dizione specifica nel basket come il Mugello ed a Barbe-rino in particolare». La Mu-gello ‘88 è una polisportiva
ed ha anche un settore tutto al femminile: «La ginnasti-ca artistica ha compiuto un vero e proprio salto di quali-tà - spiega il presidente del-la società amaranto - Con i propri mezzi la Polisportiva Mugello ‘88 ha acquisito un locale che abbiamo adibito a palestra. In quello che era un capannone industriale ormai dismesso siamo riu-sciti a creare la sede di una parte importante della no-stra polisportiva. E voglio sottolineare il fatto che tut-to quello che è stato fatto è frutto solamente di un’opera di autofinanziamento, grazie all’attività dei volontari che sono anche dirigenti e geni-tori della nostra società. E’ un bel movimento che sta ottenendo buoni risultati a livello regionale e che da quest’anno partecipa anche alle gare federali».
«SODDISFAZIONI DAL MINIBASKET, MA ESISTIAMO SOLO GRAZIE ALL’AUTOFINANZIAMENTO».
Parla il presidente Pasquale Toscano: troppe difficoltà, ma volontari e genitori rendono la situazione un po’ più serena
speciale Mugello
polisportiva mugello ’88
pasquale toscano, presidente della polisportiva mugello ‘88
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di cristiano puccetti
Il presidente del Rugby Mu-gello Paolo Berni fa il pun-to sull’attività della società
con sede a Borgo San Lorenzo. La prima squadra, che parte-cipa alla Serie C/2, è seconda in classifica e può aspirare alla promozione in C/1. «Siamo con-tenti della squadra allenata da Steno Orsecci: lottare per i ver-tici della classifica per noi è una sorpresa davvero positiva. In estate abbiamo cambiato l’alle-natore, in organico ci sono tanti giovani e dovevamo fare i conti con qualche ruolo scoperto. Pos-siamo puntare alle finali per la C/1, a cui partecipano le prime due della classifica: sarebbe una bella esperienza per tutto il
gruppo. Per raggiungerle saran-no importanti le due partite in programma all’inizio di marzo contro Empoli e Arieti Arezzo. La C/1 sarebbe una categoria impegnativa e costosa, di livello interregionale con società di tut-to il centro Italia, ma vorremmo provarci». Il presidente spazia poi su tutte le altre realtà del Rugby Mugello: «Quest’anno abbiamo la novità della squadra femminile, un maggior numero di giovani e stiamo diffondendo il rugby in tutto il Mugello con tante persone che si avvicinano. Vorremmo costruire un buon settore giovanile: l’Under 16 sta disputando un buon campiona-to, siamo molto carenti nel mi-nirugby. Stiamo cercando di fare promozione nelle scuole».
IL FASCINO DELLA PALLA OVALE: IN PRIMA SQUADRA SI SOGNA LA PROMOZIONE
I ragazzi guidati da Steno Orsecci lottano per la C1, ma la soddisfazione più grande è il gruppo di femminile
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MATTAGNANESE: GIOVANE, BELLA E… LANCIATA AI PLAY OFF
di fabrizio paoli
La Mattagnanese B.S.L. si sta mettendo in luce nel cam-pionato di Serie C/2 del cal-
cio a 5 F.I.G.C. La società di Borgo San Lorenzo è neopromossa nella categoria ed è solamente alla se-conda stagione nel futsal a livel-lo federale, dopo le esperienze amatoriali. I mugellani stanno al
momento contenendo al San Gio-vanni la seconda posizione, alle spalle dell’irraggiungibile capoli-sta Mens Sana Siena: l’approdo ai play-off sembra ormai certo, ma va ancora definita la posizione finale. «Il piazzamento più importante è il terzo rispetto al quarto - commen-ta l’allenatore della squadra mu-gellana Stefano Somigli - perché nei play-off chi sarà terzo avrà la
possibilità di giocare lo scontro di-retto contro la quarta in casa, men-tre poi l’eventuale finale contro la seconda o la quinta si giocherà comunque in campo neutro. E’ di certo meno significativo il secondo posto rispetto al terzo. Da neopro-mossi il bilancio della stagione è si-curamente positivo, visto il numero delle partite che abbiamo perso, davvero esiguo. Rispetto a chi ci
precede il nostro problema sono stati i troppi pareggi, in particolare quelli ottenuti in trasferta contro delle avversarie alla portata». L’obiettivo per le ultime gior-nate della stagione regolare sarà dunque quello di evitare il recupero delle squadre che inseguono, ora lontane.
CalCio a 5
i ragazzi del rugby mugello
stefano somigli, il tecnico della mattagnanese Calcio a 5
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VIVOLI: FINITA LA SCUOLA, LA TAPPA-GELATO ERA OBBLIGATA.
IERI COME OGGI.
Viaggio tra gli esercizi storici della nostra città: la Fiorentina è il punto di riferimento nel calcio, ma quali sono i “punti di riferimento” della gente?
di lorenzo canceMi
La prima tappa del percorso che ci porterà tra i più
celebri luoghi e perso-naggi della tradizione fiorentina è una delle culle del dolce: la gelate-ria-pasticceria Vivoli.Tutto inizia nel 1932, quando Serafino e Raffa-ello decisero di cimentar-si nella produzione del gelato e, da lì, la famiglia Vivoli ha intrapreso quel fantastico percorso che l’ha portata ad essere, oltre che la più antica e rinomata gelateria an-cora esistente a Firenze, un fiore all’occhiello del
mondo culinario artigia-nale in tutto il mondo.Il Brivido Sportivo è entrato, dunque, nello storico negozio di Via Isole delle Stinche ed ha intervistato coloro che, oggi, lavorano con orgo-glio alla produzione dei gelati: «Teniamo molto al lavoro artigianale: i nostri gusti di frutta, ad
esempio, vengono pro-dotti con frutta fresca e di stagione mentre, per quanta riguarda gli altri tipi, non sono usate pa-ste ma solo ingredienti naturale, evitando, dun-que, l’utilizzo di additivi o vari prodotti chimici». Un po’ come la Fiorenti-na, insomma, genuinità allo stato puro.La storia della gelate-ria Vivoli, oltre che dal-la tradizione familiare, passa certamente anche da quella culinaria: «Il nostro gelato alla crema viene preparato secondo l’antica ricetta originale mentre, per lo zabaione, si usa ancora i vecchi pentoloni di rame». Ma quanto sono entrati nel cuore di Firenze i loro gusti? Se non vi basta il verso di un famosissimo brano di un cantautore diventato la voce della vera Firenze come Ric-cardo Marasco (“e la portai da i’Vivoli a pren-dere un gelato…”) pos-siamo raccontarvi anche
altri aneddoti. Abbiamo incontrato due anziani passanti che, alla do-manda sui loro ricordi legati alla tradizione fiorentina del Vivolo ci hanno risposto così: «Un tempo qui vicino c’era una scuola. Era il nostro
punto di riferimento, dove trascorrevamo la maggior parte del tem-po, ma il pensiero era sempre lo stesso. Quale? Al termine della giorna-ta, per tornare a casa, si passava e si prendeva un gelato per fare meren-
da. Anche se di anni ne son passati veramente tanti, per noi il Vivoli è sempre rimasto un’isti-tuzione: infatti si conti-nua con piacere a pas-sarci per fare colazione e, ogni tanto, qualche buona merenda».
Gelateria Vivoli, una tradizione che ha resistito al trascorrere degli anni
tradizioni fiorentine
Sei punti di distacco dal Napoli non sono impossibili da recuperare, ma serve camomilla per tutti
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uBi maior
di ubaldo scanaGatta
Era oggettivamente più difficile affrontare in trasferta il Parma, reduce da 12 partite senza sconfitte, che non il Genoa in casa, sebbene quel 3 pari casalingo con i grifoni di Preziosi fosse rimasto sul gobbo anche a noi viola. Mmm, rip-ensandoci..., ma il gobbo non è roba da Juventus?
Avendo appena scritto di Preziosi...Ma ci pensate mai a che fortuna abbiamo avuto a ritrovarsi con i Della Valle anziché con Preziosi? E’ una delle poche scelte buone che riesco a ricordare dell’ex sindaco Leonardo Domenici. Ma lo aiutò Eugenio Giani...
Fiorentina sfortunata o fortu-nata? Tutte e due, Sfortunata con gli arbitri, purtroppo, anche se ne abbiamo visto anche peggiori di Gervasoni che è piaciuto poco so-prattutto nella distribuzione dei cartellini, gialli e rossi. Fortunata con le punizioni a fine partita. A 5 minuti dalla fine quella di Mati Fernandez: un gol così non lo fa tutte le settimane, e neppure tut-ti i mesi. E a 10 dalla fine quella di Calaiò contro il suo ex Napoli: lui così belli e su punizione non li fa neppure tutti gli anni.
2 a 2 nel finale fra Fiore e Parma. Un classico. Chi la fa l’aspetti. Sembra che Amauri (e Biabiany più Gobbi) abbiano voluto chie-dere i documenti a Neto a fine
partita. Sì, perché il Neto di Parma aveva le stesse sembianze di quello che avevano visto a Firenze all’andata. Solo che quello doveva essere il gem-ello scarso. Questo... il gemello fenomeno.
Grazie Benitez che hai fatto tirare i remi in barca alla tua squadra pensando al ritorno con lo Swan-sea. Attento, perché se fate tanto i furbini – tipo istruire il diffidato Higuain a farsi ammonire per saltare Livorno ma per rientrare con la Roma - il Livorno potrebbe farvi lo stesso scherzetto del Ge-noa. Non è che la vostra difesa sia tanto migliore di quella viola eh.
CoSA NoN VA
SFORTUNATA COI FISCHIETTI, MA NEI DIECI MINUTI FINALI... NO!
Sì, si sono mantenuti i 6 punti di distacco dal Napoli e se le partite fossero finite o dieci
minuti prima - o senza quelle due punizioni - i punti di distacco sarebbero stati 9. Ma è anche vero che a fine campionato manca una giornata in meno. Sono rimaste solo 13 per la grande rimonta, per 39 punti in palio. 10 punti sarebbe stato un distacco praticamente incolmabile. 6 punti sono tanti se quando la Fiorentina giocherà a Na-poli non vincerà. Ma se – putacaso – la viola dovesse invece vincere al San Paolo, beh, tre punti da recuperare nelle altre 12 giornate sono quisquilie, pinzillacchere, come direbbe Totò.
Tanto Neto diventa sempre più vero baluardo, la scommessa più grossa vinta dal-la società - ad oggi perfino più di Gomez se SuperMario non si sbriga a tornare
all’altezza della sua fama – tanto più pare improvvisa-mente scricchiolante la difesa. Gonzalo che si fa beffare in velocità ed astuzia in pochi centimetri da un giraffone come Amauri, Savic che - ipnotizzato dal pallone - si di-mentica di guardare alle sue spalle l’unico calciatore par-mense che si trovava nei paraggi fra 4 o 5 viola, Tomovic che spicca un balzo in spaccata pericolosa su Biabiany quando il francese aveva già colpito di testa da tre quarti d’ora, non sono bei segnali di affidabilità. Su Diakitè e i suoi due sciocchi falli su Cassano, beh, meglio sorvolare. Di Roncaglia si ricorda il rigore regalato... Mi chiedo allora: ma Pasqual su Biabany non lo si è fatto giocare solo perché è italiano? O come mai adesso anche per i difensori...o son stranieri o non si schierano? Ma l’Italia non era la patria dei grandi difensori e del catenaccio?
Ho ricevuto una telefonata da Montella. Mi ha chiesto come stavo. Non sa più chi schierare a centrocampo con-tro la Lazio. I viola paion tutti più agitati che gli studenti del Movimento Studentesco nel ‘68. Passi per Pizarro, che nelle giacche nere vede le streghe da un anno buono (post Milan), ma ora perfino il saggio Borja Valero si lascia pren-dere dai nervi? E al 94mo? Vero che era intervenuto solo per metter fine alla gara di spintoni fra Cuadrado e Mu-nari, e non ha mosso le mani, però se dopo il rosso diretto ora ce lo squalificassero per il match con la Juve, noi che si fa? Montella, per favore, camomilla per tutti.
CoSA VA
Montella discute a fine gara con Gervasoni: pare per la questione del terzo tempo a centrocampo
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empoli
di andrea Giannattasio
I numeri nel calcio, ormai è arcinoto, non regalano una
realtà esatta del mondo del pallone, ma nel caso dell’Empoli sabato dopo sabato offrono solo solide conferme. Il riferimento, manco a farlo apposta, è come sempre alla coppia gol Maccarone-Tavano, protagonista della bella vittoria di Padova e sul trono dei gol della serie cadetta. Le cifre dei due
bomber del resto parlano chiaro: per bigMac, quel-lo realizzato all’Euganeo è il nono gol stagionale (lo scorso anno, a questo punto della stagione, l’ex attaccante del Siena era andato in rete appena sei volte), un numero quasi rotondo al quale si deve sommare anche la straor-dinaria prolificità in zona assist, dove fino ad oggi sono ben otto i passaggi risultati decisivi davanti alla porta avversaria (un anno fa, erano sempre
sei): un cecchino anco-ra infallibile. Una belva d’area di rigore che ha ritrovato l’elisir di giovi-nezza e finalmente, dopo due mesi di astinenza, ha rotto l’incantesimo tornando a gonfiare le reti avversarie. L’ultima gioia di Maccarone, in-fatti, risaliva alla vitto-ria in trasferta contro il Novara del 21 dicembre: un vero jolly lontano dal Castellani. Ma alla pro-lificità di Massimo va indubbiamente aggiunta anche la costante vena realizzativa di Tavano, il suo gemello inseparabile: per la punta campana - a secco sabato in Veneto - sono già 15 le reti messe a segno in questa prima porzione di Serie B, un dato molto importante che supera di gran lunga le 11 perle messe a segno nella passata stagione fino a metà febbraio. In-sieme, Ciccio e bigMac hanno messo assieme un cospicuo bottino di 24 reti e ben 13 assist, risul-
tando di gran lunga la migliore coppia-gol della cadetteria. Dietro i due azzurri, infatti, arrivano con ampio distacco i ro-sanero Abel Hernandez e Lafferty (che si dividono 20 reti totali), i canarini Babacar e Mazzarani (12 reti per il gioiello di scuo-la viola e 7 per il compa-gno romano) e le punte del Pescara Maniero e
Ragusa, autori rispetti-vamente di 11 ed 8 reti. Una vera soddisfazione per la rosa di Maurizio Sarri, di gran lunga la più bella sotto il profilo del gioco espresso e, week-end dopo week-end, sem-pre la candidata più seria del Palermo (ora distante solo due punti) per la corsa alla Serie A. Un tra-guardo rincorso per anni
che sabato pomeriggio ha visto inserire nella corsa a tappe azzurra un altro piccolo ma fondamenta-le mattoncino. E sabato sarà tempo di derby, con l’Empoli di scena all’Ar-temio Franchi di Siena nella stra-regionale che tutta la piazza aspetta-va, dopo lo sfortunato 0-0 dell’andata.
Maccarone torna al gol dopo un digiuno di due mesi. Sarri vince e allunga verso la Serie A
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13 - 14 - 15 marzo 2014
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La felicità di Maccarone: ha interrotto un digiuno dal gol che durava da 60 giorni
Continua la scalata alla Serie A del tecnico Sarri
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i'nonnopilade
I’Nonno di carcio e n’ha visto, ma e gli han sempre detto che pe’ vincere e bisogna fa’ go’ e
non fassene fare, tutto i’resto e son discorsi! Ora se ‘n porta e si tira poho e dreo e ci s’accappona o ‘ndo tu vo’ tu ire?‘Nvece noi e siam de’ fenomeni ‘n tutto i’ resto. Come la ci si passa bene noi…come e si balletta noi…come si si triangola bene noi…ma finchè un ci riuscirà di dire: come la s’imbuchetta noi….e si va poco lon-tano e pe’ ‘mbuchettalla ‘n porta e bisogna tiracci. O quante parae l’ha fatto Mirante? I’ mi’ nipote due, e decisive, ma Mirante? E gli ha mi-rao, ma un l’ha presa, la punizione di Mati, ma poi? E allora icche e ci se ne fa di possesso palla? La palle e le si fanno veni’ ma a chi guarda! Dreo poi un se ne parli! Du’ go’ da piccioni, da record della mostra or-nitologiha di Gambassi! su i’ primo
a Gonzalo Amauri e gni parea Pelè e quegli artri, more solito, tutti ‘nsieme sulla palla e Cassano
solo com’un’eremita ni’ mezzo all’a-rea. Su i’ sehondo poi e un tu lo sai che i’ sihario ‘n giallo e un n’aspetta artro? O icche tu ti butti a gamb’al-l’aria direzione collo Biabiany? La palla la un c’era più? Meglio, più bi-schero ancora, o icche tu volei fare? Se poi e tu ci metti anche quegl’in-qualificabili vestii di giallo…bona Ugo, ringraziamo iSSignore che s’è pareggiao e pensiamo a quest’artra. Un so ‘ndove e gni devano avere ‘nsegnao a questi baggiani canarini che le pedae tirae da quegli artri e le fanno bene e, pe’ questo, chi le tira e un dev’esse’ punito e nem-men ammonito, ma anzi e bisogne-rebbe digni grazie. Quelle tirae da noi ‘nvece e le fanno un male cane e quindi e viola che, pe’ caso, visto che quegli artri e possano, e le tiras-seno e dean piglia’ cartellini gialli e rossi a sfare, con abbondanza, senza
mancanza. Ora se succedesse co’ uno solo de’ baggiani, transeat, e ci è capitao a noi… Sie, e sono uno peggio di quell’artro! Quello d’oggi dopo avecci dao un rigore contro che nemmeno a i’ monopoli, e avec-ci buttao fori i’negrone novo, e ci ha cartellinato anche i’Pekke e buttao fori Borja, così con la Lazio sabato e gioha i’nonno! Ora e basta e vu’ ci avee gonfiao! Noi e siamo boni e cari ma quando e ci s’inca…ttivi-sce e ci s’incattivisce. Se i’nonno e t’incoccia i’Braschi a Barberino e lo butta ni’lago di Bilancino, pe’ vede’ se a rinfrescassi e capisce!A i’ nonno e gni girano, e un so se gli è chiaro, perché vede quest’annata, che la potea esse’ bona davvero, sciupaa dalla scarogna e dagli arbi-tri e ripensa’ sempre a quella dopo e c’è venuo un po’ a noia, anche per-ché se un cambia le cose (e chi le cambia?) quella dopo, a anda’ bene, e la sarà così. C omunque e sempre: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
L’E’ L’ORA DI FA’ GOL, soprattutto con gli attaccanti
IL PUNGIGLIONE Nicchi, le Lastre, la Bellucci: E’ DAVVERO TUTTO DA RIFARE
di GiaMpiero tosi
Rischiamo di diventare monotematici, ma Nicchi in-siste: altra intervista contro la moviola in campo ed altra serie di affermazioni quanto meno ‘strabilianti’
del numero uno dell’Associazione arbitri. A domanda speci-fica così Nicchi ha risposto: «Perché dice no alla moviola in campo?». Risposta: «Perché è uno strumento per studiare e divulgare il regolamento. Noi arbitri lo usiamo per mi-gliorarci. Ma non può funzionare per dare sentenze, come fa qualche moviolista fisso, perché una macchina non può riprodurre ciò che viene percepito in campo«. Nicchi, lei fa un po’ di confusione. A noi, ai tifosi ma an-
che e soprattutto a chi i soldi nel calcio ce li butta davvero e lo fa vivere contribuendo anche al suo stipendio, di “ciò che viene percepito” non ci può importare di meno. A tutti interessa invece che sia chiaro ciò che succede davvero in campo. Se Damato ed il suo segnalinee hanno veramente considerato Icardi in posizione regolare o meno è in fondo secondario, importante è che siano convinti o obbligati da un mezzo tecnologico davvero obiettivo e imparziale a ve-dere e a giudicare la realtà dell’episodio. E la realtà è che Icardi era in fuorigioco, netto ed indiscutibile. Ma non è fi-nita qui: «…. meglio spendere 350 mila euro per comprare l’apparecchiatura su ogni campo o pagare per gli arbitri di porta? ….». Visti i risultati quelli per gli arbitri di porta son
soldi decisamente sprecati (e non sono pochi considerando le tante spese), e i 350.000 euro tutti i presidenti, a parte i soliti tre o quattro per ragioni che possiamo immaginare, li spenderebbero volentieri per avere una certa maggior ga-ranzia di giudizio. Nicchi conclude con una perla di umo-rismo: «Io sono per un calcio vero, giocato dagli uomini in campo. Tutti sogniamo la Bellucci nuda, ma non vogliamo vederne le lastre...». Il fatto è che il calcio è malato, caro Nicchi, e lei lo sa bene, e allora meglio fargli le lastre che rischiare di vederlo sparire. Visto che nonostante spedizio-ni di api il presidente dell’Aia continua imperterrito, deve aver trovato qualche lenimento alle puncicate. E allora si aumenta l’intensità. Avanti, senza pietà!
mati fernandez ha realizzato su punizione il gol del pareggio viola a parma
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di steto
Iscritta con ben due for-mazioni, una nel C5 ed una nel C7, il Twentysix
partecipa sia al Campio-nato che alla Coppa orga-nizzati dal Calcio Toscana - MSP. Il Presidente Riccar-do Cavataio ci parla delle sue squadre e delle inizia-tive del negozio che dà il nome alla squadra.Il nome della squadra, TWENTYSIX, è dovuto al nome del marchio del negozio di abbigliamento giovanile di cui lei è pro-prietario: quando ha deciso di prender parte ai nostri Campionati?«Fino all’anno scorso ho giocato a calcio a 11 nel Pe-retola Calcio: quest’anno la società, per vari motivi, ha deciso di non iscriversi al Campionato e così, non vo-lendo smettere di giocare, sia io che alcuni miei miei compagni abbiamo comin-ciato a guardare i vari Tor-nei e Campionati in circola-zione. Quelli del Calcio To-scana ci sono sembrati fin da subito i più interessanti e così ho preso la decisione di formare due squadre, una per il calcio a 5 ed una per il calcio a 7».Oltre che ai due Campiona-ti, vi siete iscritti anche alla Coppa Toscana sia nel C5 che nel C7: quali sono gli obiettivi della Coppa?«L’obiettivo principale del-la Coppa Toscana, sia nel calcio e 5 che nel calcio a 7, è quello di divertirsi. Par-tecipano a queste due Ma-nifestazioni squadre molto competitive ed organizzate: se dovessimo riuscire a cen-trare la qualificazione per la Fase Regionale, sarebbe per noi una grande soddi-sfazione, perché rappre-senterebbe una conferma del bel lavoro che stiamo facendo. Crediamo molto in questo e faremo il possibile per regalarci questo bel tra-guardo».Nel Campionato di C5 vi trovate al settimo posto, mentre nel calcio a 7 siete secondi a 3 punti dalla ca-polista che presto affron-terete: cosa vi aspettate da questa gara e dal campio-
nato?«Per quanto riguarda il Campionato di calcio a 5 posso solo dire che il nostro è un girone con squadre molto forti e di conseguen-za con partite combattute:
non conoscendo gli altri gironi non sono in grado di dire se il nostro sia co-munque in assoluto il più forte. Per quanto riguarda il calcio a 7 siamo davvero contenti della posizione in cui ci troviamo, dal momen-to che è il primo anno che partecipiamo ad un Cam-pionato in questa discipli-na. Contro la capolista La-tin Brothers Two abbiamo pareggiato nella gara d’an-data e siamo fiduciosi per la partita di ritorno: cre-diamo molto nelle nostre possibilità. Sarà una bella partita: i nostri avversari sono un’ottima squadra ed al momento si meritano la
posizione che occupano».Sempre nel Campionato di C7 si trova al terzo posto nella classifica marcatori: crede di riuscire a laure-arsi capocannoniere del girone?
«Per quanto riguarda la lotta al titolo di capocanno-niere credo che sarà com-battuta sino alla fine: mi ritengo un “bomber” e per questo non posso fare altro che dare il massimo per i miei compagni e cercare di segnare il più possibile per
la mia squadra».Il simbolo della Twentysix è la faccia di un enorme gorilla che compare in tut-te le maglie da gioco delle squadre: è un simbolo che significa qualcosa in parti-colare?«L’idea del gorilla ci è sempre piaciuta, essendo un animale che manifesta forza ed allo stesso tempo tenerezza. Lavorando nel campo della moda abbia-mo deciso con la mia socia Alice Bacci di provare que-sta avventura aprendo il
negozio Twentysix in piaz-za Matteotti a Scandicci, ed il gorilla rappresenta il nostro simbolo».Twentysix è partner dei Campionati Calcio Tosca-na, ed avete realizzato le nuove T-shirt per i nostri Delegati: un’iniziativa lo-devole, che si aggiunge a quella che prevede la premiazione del miglior portiere e del capocanno-niere di ogni disciplina dei Campionati. Quando e come hai pensato a questa iniziativa?
«Adoriamo qualsiasi tipo di manifestazione che pos-sa dare visibilità al negozio ed al nostro lavoro, ed è per questo che abbiamo deciso di premiare il miglior por-tiere ed il capocannonie-re di tutti i Campionati, sia al termine del girone d’andata che alla fine del Campionato. Ci auguriamo che questa iniziativa possa piacere a tutto lo staff ed a tutte le squadre del Calcio Toscana, in modo tale da poter continuare con que-sta collaborazione».
QUELLI CHE IL GORILLACE L’HANNO NELL’ANIMA
(OLTRE CHE SULLA MAGLIA)
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Twentysix è protagonista dei campionati di Calcio a 5 e Calcio a 7e il Presidente, Riccardo Cavataio, è il bomber della squadra.
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di Maria consiGlia Grieco
Weekend di fuoco quello appena passato per il Centro Ginnastica Firenze.
Quattro campi gara in due gior-ni hanno visto sfilare una nutrita rappresentanza – maschile e fem-minile – della società gigliata. Le prime a scendere in pedana sono, sabato mattina, le piccole ginnaste di prima fascia che a Montevarchi hanno esordito nella prima prova regionale del Torneo GpT di pri-mo livello: Maria Sole Bongini, Matilde Capizzi, Asia Ciulli, Co-stanza Fredducci, Ginevra Mor-denti, Olivia Orzalesi, Marghe-rita Stella, Giulia Truppa (tutte classe 2005) e Francesca Raven-ni (2004) si rendono protagoni-ste di una bella gara sulle tre specialità minitrampolino, tra-ve e corpo libero, in attesa della finale regionale che decreterà le qualificazioni alla naziona-le. Intanto, a Barberino, le loro coetanee Lisa Bartalesi, Chiara Casella e Alessia Mariani si ci-mentavano nella prova d’aper-tura del campionato regionale UISP di Prima categoria, pagando all’esordio qualche errore di trop-po che – solo per stavolta – le tiene per adesso lontane dal podio.La domenica si apre poi nel miglio-re dei modi, con la sezione agoni-stica femminile impegnata nella prima prova del campionato fede-rale di Categoria allieve, ancora presso il palazzetto dello sport di Montevarchi: alla sua prima uscita nel Livello 1, Gaia Buglioni (2005) conquista il secondo gradino del podio in una gara che vede con-frontarsi le migliori allieve (atlete da 8 a 12 anni, divise in fasce d’e-tà) sull’all-around delle specialità dell’artistica femminile; ottimo esordio anche per Sofia Vivoli, dodicesima classificata alla sua prima uscita in una competizione di livello agonistico. E, mentre a Torino il CGF entrava per la prima
volta nel mondo della disciplina dell’Acrosport (attività della Fede-razione Ginnastica d’Italia), grazie alle coppie formate da Elisa Caldi-ni e Giulia Raviglione, e da Fran-cesca Frilli e Dorotea Mariani, che hanno preso parte alla prima prova del campionato nazionale di serie C2, a Firenze la palestra di Sorgane ospitava il primo ap-puntamento del Torneo regionale GpT di terzo livello femminile e di primo, secondo e terzo livello ma-schile, con la partecipazione di cir-
ca duecento atleti. Sono i ginnasti ad aprire le danze, e per il CGF si parte con l’undicesimo piazzamen-to di Omar Kamal nella prima fa-scia del secondo livello, mentre nel terzo livello i piccoli Leonardo De Mattia, Cosimo Donati, Tommaso Mattei e Niccolò Falciani si metto-no “in riga” occupando le posizioni dalla seconda alla quinta; rispetti-vamente terzo e quarto Francesco Di Luca e Pietro Samson in secon-da fascia. Tocca poi alle ragazze, e si comincia con l’esordio più che convincente di Camilla Nistri – classe 2003 – settima classifica-ta in prima fascia su 25 ginnaste; segue la seconda fascia, con Sara Corsini, Arianna Giannelli, Alessia Ravenni e Annachiara Sottili, che dovranno attendere l’esito della seconda prova per essere certe della qualificazione alla fase na-
zionale; infine, scendono in campo gara le ginnaste di terza fascia, ed allora arriva un altro argento in questo intenso fine settimana per la società gigliata: a conqui-starlo è Irene Gensini, che bissa la piazza d’onore dello scorso anno, ma questa volta lo fa portandosi ad un solo decimo di punto dalla prima classificata, sfiorando l’oro con il totale di 54.000, ottenuto sommando i punteggi delle cinque specialità minitrampolino, volteg-
gio, parallele asimmetriche, trave e corpo libero. Ottimo quarto posto per Chiara Cor-tese e Camilla Vannucchi, che sfiorano il podio a parimerito; rientrano tra le prime trenta (tante le ginnaste che passe-ranno alla nazionale) anche Costanza Mugnai e Ricciarda Nencini, mentre si difendono bene Bianca Aterini e Alessia Burberi, in una gara dal rego-lamento rinnovato, che non permette più qualificazioni ai singoli attrezzi, ma solo classi-fica all-around. Appuntamento ancora una volta a Sorgane per
l’8 marzo prossimo, con il secondo livello del Torneo GpT.
Doppio podio con Buglioni e Gensini, in un fine settimana ricchissimo di impegni
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IL CGF E’ DUE VOLTE D’ARGENTO
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di Marco cicali
Daniele Amoroso e Stefano Crocetti, rispettivamente
“capo ultrà” e giocato-re del MCL Quinto Alto, analizzano la squadra e tutto ciò che c’è intorno al progetto MCL.Girone Luss-Croazia, M.C.L. Quinto Alto si tro-va settimo. Come giudi-cate il campionato della vostra squadra?«Credo che la classifica sia un po’ bugiarda. Il settimo posto non rispec-chia il vero valore e le capacità della squadra, e i tre pareggi consecu-tivi con Red Scorpions, Ferramenta Giovanni e Alpa sostengono la mia tesi. Negli scontri diretti con le squadre favorite, abbiamo dato del filo da torcere, dimostrando di non mollare; i proble-mi sono sorti in alcune partite che sembravano semplici e abbordabili, a causa di leggerezza e di scarsa vena agonistica. Con la mentalità giusta e con l’approccio adegua-to, sono sicuro che nelle prossime gare riusciremo
a ottenere risultati mi-gliori».Sei turni alla fine, Top League irraggiungibile. Punterete sulla Golden?«Lo scopo della squadra è quello di far gruppo, di star uniti e di divertirsi tutti quanti, la posizione in classifica ci interessa relativamente. La Top Le-ague sembra inarrivabile, in quanto, specialmente le prime tre squadre sono distanti da noi. Conti-nueremo a scendere in campo dimostrando i no-stri valori, con la voglia di conquistare i 3 punti in ogni gara, sempre con la consapevolezza che lo sport è divertimento. Se sarà Top, Golden o altro si vedrà».La squadra è guidata da Bruno Pradal. Quanto è importante il suo appor-to?«L’apporto di Bruno Pra-dal è fondamentale per-ché ci trasmette la sua passione e la sua voglia di vincere, oltre che alle-narci. Ma il suo apporto non si limita al rettan-golo di gioco: se oggi la comunità può usufruire di una struttura valida e
di due squadre (maschile e femminile) è per me-rito suo. Lo definirei un “perfezionista innovati-vo” per le formule ideate per i vari tornei (come quello di beneficenza per la fondazione Bacciotti), per gli allenamenti orga-nizzati a puntino, per il torneo 3 vs 3 in prepara-zione per Aprile. Ci ten-go a sottolineare il suo rapporto con noi ragazzi, che ci porta sia a vederlo come un amico nella vita di ogni giorno sia come figura da rispettare in campo».Daniele Amoroso, da…. “capo ultrà” come vede la squadra da fuori?«La squadra e tutta la società è composta da ragazzi che si conoscono da tanto, e che sono uniti da una grande amicizia. Tra di noi non esistono gelosie sportive, è capi-tato qualche piccolo scre-zio in campo, ma mai un vero problema. Le convo-cazioni vengono fatte a turnazione, tutti giocano, nessuno viene escluso e chiunque scenda in cam-po viene sostenuto dal pubblico. Il giorno dopo
le partite mi diverto a stilare sulla pagina di Facebook “MCL QUIN-TO ALTO”, le pagelle con voti e commenti sui calciatori, cosa che crea molto divertimento, ma che permette di analizza-re, di migliorare cose vi-ste in campo e di sorride-re anche quando una par-tita non è andata bene».
Primi tre anni positivi, con due secondi e un pri-mo posto. Gli ultimi due più difficili. Quale può essere stato il motivo di questa flessione?«Il nostro calo di rendi-mento è dovuto al cam-bio generazionale. Anno scorso ci siamo ritrovati a dover rifondare la squa-dra e aggiungere nuovi elementi, e nonostante lo scheletro base fos-se composto dai “soliti amici”, le cose non sono andate come speravamo.
Abbiamo deciso di crea-re una squadra composta da amici, nella quale i requisiti di base sono la serietà, il gruppo e l’ami-cizia, e non le individua-lità. La sera dopo le par-tite andiamo a mangiare insieme, guardiamo le partite al circolo e ci ri-troviamo per far banda. Questo è lo spirito giusto per riuscire a creare un gruppo unito e compe-titivo per tornare nelle posizioni che ci compe-tono».
midland Nessuna gelosia sportiva, solo qualche scaramuccia in campo:la forza della squadra è il gruppo
MCL QUINTO ALTO A CACCIA DEL RISCATTO
CON IN TESTA BRUNO PRADAL
MCL QuiNTO ALTO
Segue dalla prima
Alessandro Rialti
D’altra parte è così che la Fiorentina doveva diventare: antipatica perché vincente, protago-nista assoluta an-che in campionato, pronta a battersi per il successo fina-le addirittura con la Vecchia Signora. Ma per fare le pro-ve, per abituarsi all’idea, per comin-ciare a infastidirla, pensiamo con gran-de curiosità ai pos-sibili tre match che viola e bianconeri dovranno affronta-re. Sarà una sorta di campionato nel campionato, di bat-taglia infinita che guarderà principal-mente all’Europa League, ma non solo. Perché è an-che battaglia di sti-li di stili diversi, di modi di affrontare il calcio, di essere presenti e protago-nisti nelle rispet-tive città. D’altra parte la battaglia tra Juve e Fiorenti-na era e resta eter-na, con una sola differenza, che nessuno ha dimen-ticato: l’inizio di questa stagione è coinciso con il pri-mo appuntamento e a vincerlo sono stati Pepito Rossi, Joaquin e compa-gni. Non è poco in una stagione nella quale, tra le altre cose, la Fiorentina può ancora vincere la Coppa Italia e, perché no, lottare per il terzo posto e la zona Champions. E poi strada facen-do verrà costrui-to anche il nuovo stadio e questa è la promessa fatta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal patron Diego Della Valle. Garanzie entram-be, perché il sogno possa davvero di-ventare realtà.
fuorigioCodi duccio MaGnelli
Quando Montella, in qualche partita, ha deciso di met-
tere in campo Ilicic nel ruolo di attaccante − per penuria di centravanti o per dare respiro all’unico rimasto, Matri − a Firen-ze ha iniziato a circolare la leggenda del “falso nueve”. Cioè del “falso nove”: il centrocampista più offensivo della rosa prestato per ragioni di emergenza al reparto avanzato. L’operazione del mister è stata accolta dalla tifoseria con qual-che mugugno, poi giustifi-cato perché in quel ruolo il giocatore si è rivelato
un pesce fuor d’acqua. Molti avrebbero preferi-to vedere Matos o Rebic (a proposito, che fine ha fatto?).In realtà la storia del calcio è piena di “falsi nueves”, il più famoso del quali è stato un un-gherese, Hidegkuti. Che da allenatore portò la Fiorentina nel 1961 a vincere la Coppa delle Coppe. Quando invece, negli anni ’50, giocava nell’Ungheria − la gran-de nazionale che umiliò gli inglesi a Wembley nel ‘53 − Hidegkuti indos-sava la maglia numero
nove. Lo stopper (allo-ra non esisteva la zona) vedeva il numero tipico del centravanti e si af-frettava a marcarlo. Lui arretrava a metà campo e creava delle voragini nelle difese avversarie in cui si gettavano come belve fameliche Puskas e Kocsis, due… “veri nue-ves” che segnavano va-langhe di gol. Non a caso la dicitura “centravanti alla Hidegkuti” fa ormai parte della storia tattica del calcio.In tempi molto più recen-ti Luciano Spalletti, un allenatore vicino a noi
fiorentini se non altro perché è nato a Certaldo, ha fatto diventare “falso nueve” un centrocampi-sta proveniente dal Chie-vo: Perrotta, che nella Roma fra il 2005 e il 2007 ha segnato quasi tutti i gol della sua carriera. Si dice che anche Messi nel Barcellona sia un “fal-so nueve”, visto che gli spagnoli giocano senza una punta centrale. Per la verità “la pulce” Messi può giocare indifferente-mente da vero e da falso nueve. E forse anche da portiere, se fosse più alto.Tornando alla Viola e al
suo tecnico, in Danimar-ca, nell’Europa League, Montella ha iniziato la partita con Matos e Ma-tri. Poi ha messo den-tro anche Gomez. Preso dall’euforia, si dice che a un certo punto abbia cominciato a togliersi la giacca e a cercare le scar-pette. L’hanno fermato. Voleva entrare anche lui. Insomma tanti “veri nue-ves” tutti insieme Mon-tella li sognava da tempo.Certo, all’appello ne manca ancora uno. For-se quello più importan-te. Pepito Rossi tornerà fra un po’. Ma almeno, nell’anno degli attac-canti veri in aspettativa, Montella potrà chiudere nel cassetto quello falso. Roba da non credere, fino a un mese fa.
IL FALSO NUEVE (E IL VERO CENTRAVANTI)
DIRETTORE RESPONSABILEMario TeneraniCONSULENTE EDITORIALEAlessandro RialtiEDITORE E PUBBLICITàSalvini Editore srlVia S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi)tel. 055.9334666GRAFICA E IMPAGINAZIONEChiara Reggiani Alexandra Barbieri STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola)HANNO COLLABORATOFrancesca Bandinelli, Lorenzo Cancemi, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Duccio Magnelli, Alessandro Latini,Michela Lanza, Fabrizio Paoli, Ruben Lopes Pegna, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta.FOTO Massimo Sestini
Mugello
IN FASE DI REGISTRAZIONE