"brescia centro - stili di vita" (numero 3)

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Centro Stili di vita Caro sindaco, le scrivo • Pgt: “Indigna!” • Piazze e vie del centro storico • Palazzo Vescovado • I negozi del centro • Palazzo della Loggia • Caedrali di pietra e sassi • Zanardelli: Torna a Surriento • Cronos, in scena da 40 anni • I ferri taglien di Marenda • Nonna Barbara rinnova la tradizione Tesmonial inconsapevoli • Massole: “Questo Pgt non s’ha da fare” • Rolfi, vice sindaco responsabile e intransigente Labolani, assessore e assertore del fare • Cinque domande a Maullu, assessore della Regione Lombardia Periodico del Consorzio Brescia Centro • Numero 3 • Dicembre 2011

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"Brescia Centro - Stili di vita" (numero 3) periodico del Consorzio Brescia Centro

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Centro Stili di vita

Caro sindaco, le scrivo • Pgt: “Indignati!” • Piazze e vie del centro storico

• Palazzo Vescovado • I negozi del centro • Palazzo della Loggia • Cattedrali

di pietra e sassi • Zanardelli: Torna a Surriento • Cronos, in scena da 40 anni

• I ferri taglienti di Marenda • Nonna Barbara rinnova la tradizione •

Testimonial inconsapevoli • Massoletti: “Questo Pgt non s’ha da fare” • Rolfi,

vice sindaco responsabile e intransigente • Labolani, assessore e assertore

del fare • Cinque domande a Maullu, assessore della Regione Lombardia

Periodico del Consorzio Brescia Centro • Numero 3 • Dicembre 2011

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E verrà Natale...

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Centro Stili di vita

E verrà Natale... Auguri di cuore a tutti i nostri lettori, a chicontinua a sostenerci, ai nostri clienti, ai bresciani tutti e ai no-stri amministratori. Sì anche a loro, nonostante quella colata di cemento e quelledecine di migliaia di metri cubi, trasformati in centri commer-ciali, previsti nel Pgt. Un Pgt che non s’ha da fare, come sottoli-nea il presidente dell’Ascom, nell’intervista rilasciata al nostroperiodico, perchè il centro storico ne morirebbe e a nulla sareb-be valso il nostro impegno, come sostiene Alessio Merigo nellasua lettera aperta al sindaco della città. Certo, noi commerciantisiamo una lobbies e difendiamo interessi di parte, ma la vita ciha insegnato a fare i conti con le compatibilità dell’ambienteche ci circonda, con il territorio nel quale operiamo e per que-sto cerchiamo di migliorarci e non fare danni: auguri quindi achi vorrà un giorno riconoscere il nostro operare, che va al di làdel particulare. Auguri infine, a chi collabora attivamente conBrescia Centro - Stili di vita, mettendo pazientemente e saggia-mente a disposizione il proprio sapere e la propria conoscenza.

Con questo numero completiamo il percorso tra i beni culturalie il patrimonio architettonico della nostra città, le sue vie e piaz-ze, i suoi palazzi e le sua storia, antica e moderna. Nonostantela congiuntura economica, lo facciamo con l’ottimismo di sem-pre perchè siamo fermamenti convinti che è possibile persegui-re la strada di un commercio sostenibile, che guarda al suo ter-ritorio, che pone attenzione alla provenienza delle merci e allatrasparenza dei mercati. Gli esercizi commerciali presentati inBrescia Centro - Stili di vita, i luoghi dell’ospitalità bresciana, laBrescia degli orefici (trattata nei primi due numeri della rivista)stanno a dimostrare quanto da tempo andiamo sostenendo: “Ilcommercio non morirà mai perchè è parte integrante della vitadi una comunità libera”.

Auguri per l’anno che verrà ai nostri consorziati e a una cittàche ha scollinato prima la società agricola, poi quella industrialee quella della finanza, per ritrovarsi ora a fare i conti con la pro-pria identità, nella necessità di riconquistare un ruolo di compe-titività con le altre aree urbane. Le tante Brescia, quella dellepiccole e medie imprese manifatturiere, quella universitaria,quella del Santa Giulia - Patrimonio dell’Umanità - e quella mul-tietnica, necessitano di rinnovate capacità commerciali. La gen-te tutta ha bisogno di un centro storico eccellente per offerta,servizi, infrastrutture e decoro. Questo è ciò che serve e cheservirà anche nell’anno che sta per arrivare e noi saremo qui,ottimisti come sempre.

Enrico Campanile

EDITORIALE

TERZO FOCUS

SU ALCUNE VIE DELLA CITTÀ.

LA TERZA PARTE DI UN VADEMECUM

DELLE STRADE, DELLE PIAZZE,

DEI MONUMENTI,

DELLE CHIESE E DEI NEGOZI

DEL CENTRO STORICO.

UNA GUIDA PER VIVERE

IL CENTRO STORICO,

VERO CENTRO COMMERCIALE NATURALE,

DOVE SI RESPIRANO STORIE

E CULTURE IMPORTANTI

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Sommario

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Centro Stili di vita

Periodico edito da Consorzio Centro CittàVia Pagani, 1425127 BresciaTel 393 [email protected]

Registrazione presso Tribunale di Brescian. 37/2010 del 18/10/2010

Direttore Responsabile:Enrico Campanile

Art Director e coordinamento redazionale:Giuseppe [email protected]

In redazione:Maurizio AbramiEnrico CampanileGabriella CarattiFrancesca GuzzardiToni MassolettiMaurizio RodellaGiuseppe Romano

Fotografia:Alberto [email protected]

Marketing e pubblicitàMarco Mandelli

Hanno collaborato:Roberto DentiAlessio MerigoGiangabriele Paolantoni

per le immagini:Felice Calabrò New Eden Group

StampaGrafiche LuvritiVia Stazione Vecchia, 9225050 Provaglio d’Iseo (Brescia)

5 Caro sindaco. le scrivo...7 Indignati!8 Piazze e vie del centro città:

Piazzetta Vescovado, via Mazzini, via San Martino della Battaglia, piazza della Loggia, piazza Paolo VI, via X Giornate, corso Zanardelli, corso Palestro, piazza Mercato

10 Palazzo Vescovado11 Negozi di via Mazzini

19 Negozi di via S. Martino della Battaglia

22 Palazzo della Loggia24 Cattedrali di pietra e sassi...26 Palazzo Broletto29 Negozi di via X Giornate

36 Zanardelli torna a Surriento37 Negozi di corso Zanardelli

42 Negozi di via Felice Cavallotti

45 La chiesa di San Francesco46 Negozi di corso Palestro

56 Negozi di contrada Cavalletto

58 Negozi di via Gramsci

61 Piazza del Mercato62 Cronos, in scena da 40 anni64 I ferri taglienti di Marenda66 Nonna Barbara,

rinnova l’antica tradizione68 Inconsapevoli testimonial70 Carlo Massoletti: “Questo Pgt

non s’ha da fare”73 Fabio Rolfi, vicesindaco

responsabile e intransigente76 Mario Labolani,

assessore e assertore del fare79 Cinque domande a Stefano Maullu82 Negozi associati

al Consorzio Brescia Centro

Centro Stili di vita

La rivista è onlinewww.consorziobresciacentro.it

Si ringraziano: Consiglio Consorzio Brescia Centro, Fabbio Baitelli, ken damy, Gianandrea Massoletti, Nelly Sancassani, Marco Vigasio

Brescia Centro Stili di vitan. 3 Anno I • Dicembre 2011

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“Piccolispazi richiedono grandi

idee.”Gary Chang. Architetto, Hong Kong.

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Centro Stili di vita

LETTERA APERTA AL SINDACO DI BRESCIA

Caro sindaco,è tempo di prendere decisioni importanti! Per capirci, quelle decisioni che, per la loro portata, deter-mineranno rilevanti ricadute sul futuro della nostra città.Sabato scorso , camminando per le vie del centro cittadino(quel centro che i bresciani amano tanto e che non si ras-segnano all’idea che rischi il degrado) mi sono trovato a ri-flettere sulle conseguenze che si verrebbero a determinarese, per un non creduto incantesimo, tutti i negozi fosserochiusi, con le vetrine sporche di ditate, le saracinesche ab-bassate e imbrattate e la carta della pubblicità giacesse ac-cumulata in modo disordinato all’interno degli ingressi,come talvolta capita di incontrare. Poi ho provato a proiet-tare questa immagine inquietante nel tardo pomeriggio in-vernale, quando la luce del sole scompare e gli unici corpiilluminanti sono le insegne dei negozi e dei bar. Ora pensiamo a una città spenta, triste e melanconicache, nonostante la bellezza dei suoi monumenti, non rie-sca a trasmettere luci, voci e colori. Un quadro angoscian-te e del tutto surreale, lo riconosco. Tuttavia, alcuni segna-li già ci sono e non solo lungo le vie che, nel tempo, hannoperso appeal commerciale. Purtroppo anche lungo i nostricorsi. Fortunatamente si tratta di segnali e altrettanto for-tunatamente, i commercianti si stanno facendo in quattroper non far mancare il calore che solo loro riescono a dare.Si stanno facendo in quattro nonostante perduri questacrisi di vaste proporzioni che vede nella contrazione deiconsumi uno degli effetti più rilevanti.

Dunque, caro sindaco, quando qualcuno, come noi, ponedeterminate questioni e cerca di attirare l’attenzione degliamministratori sugli effetti di certe scelte, non ha in ani-mo di strumentalizzare la situazione (termine orribile spes-so usato quando si è a corto di argomenti), quanto di por-tare un contributo alla comprensione di ciò che temiamopossa accadere. Come nel caso del PGT che la Sua ammi-nistrazione ha in programma di approvare entro il primotrimestre del prossimo anno, dopo averlo adottato condue precisi passaggi in giunta e consiglio comunale. Il pun-

Caro sindaco, le scrivo...“Il Consiglio ha detto che il nuovo Pgt porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando... Non sarà tre volte Natale ne luce tutto l'anno, ma i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno...”

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Centro Stili di vita

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to sul quale dobbiamo ragionare non è dunque sullaconvergenza di interpretazioni relativamente alleesatte dimensioni del processo di cementificazioneche questo piano prevede. No davvero! Il caso di co-scienza che intendiamo sottoporre alla sua attenzio-ne, riguarda l’opportunità o meno di prevedere nuovicentri commerciali lungo importanti arterie della pe-riferia cittadina sapendo che ciò costituirà una barrie-ra invalicabile alla frequentazione del centro, con laconseguenza di restringere i margini di sopravvivenzadelle nostre imprese. Centinaia di migliaia di metriquadrati destinati al commercio (molti dei quali allagrande distribuzione) non potranno non avere effettisul tessuto delle imprese della distribuzione cittadina.Solo un cervello debole non lo comprenderebbe.

Come pure non sfugge il fatto che Brescia, dal puntodi vista commerciale, sia una città ottimamente servi-ta, con un rapporto fra superfici e abitanti di gran lun-ga superiore alla media regionale e ai primi posti suscala nazionale. Pur ammettendo la più assoluta legittimità di tutte letesi apparse in questi giorni nel dibattito attorno alPGT, possiamo dunque concludere che l’edificazionedi nuovi spazi commerciali non risponde a criteri dimiglioramento del servizio, quanto a pure e semplicilogiche speculative. Con questo termine non intendo demonizzare la pa-rola speculazione. Desidero solo richiamare la Sua at-

tenzione sulla obiettività della nostra lettura.Per questo ho ritenuto di sottoporre alla Sua atten-zione le mie riflessioni nella consapevolezza di rivol-germi a una persona che ha dato prova, anche nelpassato recente, di notevole sensibilità verso i pro-blemi della città e del futuro del commercio qualetessuto connettivo della qualità urbana. Per questoritengo che una sua parola possa rappresentare ilpunto di svolta di una situazione che, dal nostropunto di vista appare inquietante. Parola che inevi-tabilmente deve essere accompagnata da atti precisidi modifica sostanziale di questo PGT, orientandoloverso scelte più equilibrate che nascano dalla consta-tazione che Brescia è già una grande città nei fatti enel cuore dei suoi abitanti. Non si faccia suggestio-nare da previsioni dai nomi altisonanti. Non ascolti irichiami delle sirene che le stanno proponendo di re-cuperare attraverso ici e oneri di urbanizzazione ri-sorse per le casse comunali. Guardi in primo luogo agli effetti che queste sceltedetermineranno e tragga, nella solitudine del suo uf-ficio in Palazzo Loggia, le giuste conclusioni. Quan-do lo vorrà noi saremo qui! Pronti a sederci attornoa un tavolo e a ragionare con lei sulle possibili solu-zioni da adottare. Nell’attesa, non mi resta altro da fare che augurarlebuon lavoro.

Alessio Merigo(direttore Confesercenti)

NO AL CEMENTOSULLA CITTÀ

SOTTO L’ALBERO DI NATALE

!

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Centro Stili di vita

Per contrastare queste scelte, per dire no al cemento sulla città, per salvaguardare l’ambiente, ilcentro storico e il futuro di Brescia, sottoscrivi l’osservazione al PGT distribuita nei negoziassociati al Consorzio Brescia Centro.

Ridurre drasticamente la superficie lorda di pavimento (SLP) edificabile

Non consentire l’insediamento di nuovi poli commerciali, soprattutto se realizzaticon medie strutture oltre i 600 mq di SLP e/o grandi strutture di vendita

Escludere la possibilità di edificare nuove strutture ricettive

Cosa chiediamo:

Le ragioni del nostro dissenso.

Il Piano di Governo del Territorio (PGT) addottato dal Con-siglio Comunale del 29 Settembre prevede oltre 1.500.000mq di superficie edificabili, dei quali circa 300.000 destina-ti al commercio, compresivi di 100.000 mq per nuovi centricommerciali e grandi strutture di vendita.Quello che si ipotizza in questo Piano è una vera e propriabarriera commerciale alla periferia della città che già sfio-ra i 5.000 esercizi commerciali, una dotazione di offertache la colloca ai primi posti in Lombardia.

Per superficie di vendita, Brescia è vicina al doppio dellamedia regionale ed è ben oltre la media tra i capoluoghi di

provincia lombardi. Brescia infatti ha 2.962 mq ogni 1.000abitanti, mentre la media dei capoluoghi di provincia è di1.941 mq e la media regionale di 1.611 mq.Anche nel numero di attività, Brescia è al primo posto con25,15 esercizi ogni 1.000 abitanti; contro la media dei ca-poluoghi di provincia lombardi che è di 19,84 e la mediadella regione Lombardia, pari a 12,41 esercizi. Il commercio cittadino è dunque in grado di svolgere lafunzione di polo attrattore per l’intera provincia e non soloed è strutturalmente attrezzato per rispondere alle esigen-ze di un capoluogo di 300.000 abitanti (attualmente Bre-scia non raggiunge i 200.000 e nel PGT è previsto uno svi-luppo a 220.000 abitanti).

INDIGNATI!NO A NUOVI 

CENTRI COMMERCIALI

* Fino al 20 Dicembre ogni cittadino può presentare osservazioni al PGT che dovranno essere esaminate dallaCommissione urbanistica e poi sottoposte ad approvazione del Consiglio comunale che può accoglierle o respingerle.

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Centro Stili di vita

PIAZZETTA VESCOVADO

Piazzetta Vescovado è contraddistinta dal suo collega-mento con piazza Paolo VI (la separa il volto di via Trie-ste, un tempo chiamato popolarmente volto del Vesco-vato, che segna uno dei passaggi storici della CittadellaNuova) e dal nucleo architettonico palazzo Vescovile ebiblioteca Queriniana, che con il Duomo Nuovo, rap-presentano gli interventi settecenteschi della città. Testimonianza di questa epoca è l’elegante cancellata,di G. Battista Marchetti, conclusa nel 1737 su ordinedel vescovo Angelo Maria Querini. A sud, un altro palazzo cinquecentesco, quello dellaCongrega della carità apostolica, fa da confine allapiazzetta. Al centro una fontana del ‘700, circondata daquattro tigli completa la scenografia di quello che è di-ventato uno dei punti happy hour più frequentati delcentro storico.

VIA GIUSEPPE MAZZINI

“INTITOLIAMO VIA DEL DOSSO A GIUSEPPE MAZZINI!”

“Intitoliamo via del Dosso a Mazzini” fu la propostadell’Associazione della gioventù democratica alla giun-ta comunale del 1886. La cosa suscitò non poche pole-miche tra i cattolici bresciani, che protestarono per l’in-trusione di quel nome in una zona di antico valorereligioso, tanto da indurre l’abate Lodrini, erudito con-cittadino a sostenere che del resto via del Dosso nonaveva alcuna importanza storica o religiosa. Il dosso,che dette per lunghi secoli il nome alla via, era un am-masso di detriti risalenti al 1600, frutto della demoli-zione delle mura della cinta romana che lì si ergeva edera tanto alto da coprire il palazzo della Congrega sinoal primo piano. Il dosso fu spianato nel 1822 e pochianni dopo la via fu dedicata al patriota fondatore della

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BRESCIA, LE VIE DEL CENTRO STORICO

Piazze e vie del centro

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Centro Stili di vita

Un vademecum all’uso di Brescia

Stili di vita, propone un vademecum all’uso

di Brescia, attraverso i negozi associati

al Consorzio Brescia Centro, che non può

prescindere dalla storia delle vie del centro

storico, dei suoi palazzi, delle sue chiese

e delle sue piazze. In questo numero:

piazzetta Vescovato, via Giuseppe mazzini,

via San martino della Battaglia, piazza Paolo VI,

piazza della Loggia, via X Giornate,

corso Giuseppe Zanardelli,

corso Palestro, piazza del mercato

Giuseppe RomanoSchede Roberto Denti

Giovine Italia e anche Piazza Vescovato diventò per unbreve periodo, piazza Mazzini. A tale proposito, PaoloGuerrini nel 1932, definì l’intitolazione della via e dellapiazzetta a Mazzini come un’interferenza clamorosanel cuore del potere della chiesa bresciana... Anticleri-calismo o no, il nome di Giuseppe Mazzini, ha superatola prova del tempo e la via ha acquistato notevole im-portanza a partire dagli anni Cinquanta, con l’aperturadella galleria sotto il Cidneo. La figura di GiuseppeMazzini è nota e non ha bisogno di divagazioni, ciò cheè singolare è la lapide, posta all’angolo del Broletto cherafforza l’idea di Mazzini, antagonista del dogma cri-stiano e della fede cattolica. Accanto stanno il Duomo,la Biblioteca Queriniana e il palazzo Vescovado, vale adire i monumenti del cattolicesimo bresciano a far dasentinelle a lui, a Gabriele Rosa e Carlo Cattaneo, mas-soni e repubblicani… Lontano da queste dispute, non suoni stonato il soste-nere che la moderna via Mazzini è oggi una delle stra-de più eleganti dello shopping bresciano, per la diversi-ficazione della sua offerta commerciale e per lacapacità d’innovazione dei commercianti “indipen-denti” di questa parte del centro cittadino.

VIA SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA

Via San Martino della Battaglia, nel tratto che va dal-l’incrocio con corso Zanardelli a via Moretto presentaedifici moderni del primo Novecento. A sud di via Mo-retto, invece, si affaccia palazzo Martinengo delle Pal-le che è del Seicento.Il palazzo del conte Paolo Martinengo (sede della Corted’Appello), fu eretto su una spianata che era usata peril gioco della palla (pallamano?) già allora assai diffusonella città di Brescia e a questo, un ramo dei Martinen-go, deve il singolare appellativo delle Palle.In quelle che furono le scuderie del palazzo, dall’ester-no assai rustico e dalla tipica severità seicentesca, orasi trova il ristorante La Sosta. Sul lato opposto della viasi erge l’imponente complesso delle suore Canossiane. Prima dell’Ottocento, qui sorgevano le varie strutturedell’ospedale San Luca, in un’area che andava all’incir-ca da corso Cavour fino all’attuale via Cavallotti, costi-tuendo un immenso blocco pressoché invalicabile asud di corso Zanardelli. Il grande complesso ediliziotraeva le sue origini da quelle che nel Medioevo furonole case degli Umiliati (casa di San Luca di Quinzano, SanMarco de medio, Casa della Maddalena di Gambara),poste sulle rive del Garza e del Molin del Brolo che at-traversavano la città.

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Abbigliamento

Osteria

Osteria dell’ElfoPiazza Vescovado 1bTel 030 3774858

Osteria dell’Elfo vi aspetta con i suoi rinomati aperitivi e gli specialissimi rinfreschi di laurea.

PIAZZETTA VESCOVADO

Valeria BoutiquePiazza Vescovado 2Tel 030 41043

Abbigliamento donna, calzature e accessoriMarchi: Etro, Ermanno Scervino, Brunello Gucinelli,Diane, Von Furstemberg, Rochas, Theory, Michael by Michael, Kirs, Almala

PALAZZO VESCOVADO

Di una abitazione per il vescovo si parla nel lontano 991come di una “domus Sanctae Brixiensis ecclesiae”, unpalazzo che, probabilmente, comprendeva anche unacappella dedicata a S. Martino. Di certo non nell’attualeposizione: dove adesso si apre via Mazzini stavano caseed ortaglie e il palazzo dei vescovi era posto dietro ledue antiche cattedrali (San Pietro de Dom e la Rotonda)e più vicino al Broletto. Infatti, stando al Fè d’Ostiani,nel 1219 il podestà Matteo di Correggio, malvisto dalpopolo, venne scacciato dalle sue stanze in Broletto dauna fitta sassaiola proveniente proprio dal Vescovado...In questa sede nel 1407 alloggiò per qualche tempo an-che Pandolfo Malatesta, signore di Brescia, prima di tra-sferirsi in Broletto e poi, quando i Visconti, decisi a forti-ficare la città, costruirono una nuova cerchia di muracollegate al Castello, gli edifici posti tra le attuali via XGiornate, corso Zanardelli e via Mazzini, vennero abbat-tuti. Bisognava fare spazio a un fossato e alle mura dellacittadella (mura dentro altre mura che già proteggeva-no Brescia) e anche il palazzo vescovile venne in parteabbattuto. Nel 1427, ridotto nelle dimensioni, era di-ventato talmente scomodo da abitare che il vescovo fucostretto a trasferirsi per qualche tempo dai Benedetti-ni nel monastero di San Faustino Maggiore, finchè, nel1436, il vescovo Francesco Marerio ottenne dal governoveneto di poter ricostruire un nuovo palazzo dietro ledue cattedrali, a patto che non si innalzasse oltre le co-struzioni vicine e non invadesse strade e piazze verso lacittadella. La guerra ed il lungo assedio del 1438 impe-dirono però la prosecuzione dei lavori e furono soltantoi vescovi Pietro da Monte e Domenico de Dominici, ver-so la metà del XV secolo, a portare a termine l’ala orien-tale di quello che è, alla veneta, l’attuale Vescovado. Nel 1570 il vescovo Domenico Bollani incaricò l’architet-to Piantavigna di ampliare l’edificio aggiungendovi l’alameridionale e occidentale, in cui venne aperto il monu-mentale scalone. La grande sala al piano superiore fucompletata dal vescovo Marino Zorzi (1596-1631) chechiese ad Antonio Gandino di dipingervi tutt’intorno iritratti dei suoi predecessori. L’ala che guarda invece sulcortile a sud fu ultimata nel 1737 dall’architetto G. Bat-tista Marchetti che, su incarico del cardinale AngeloMaria Querini (vescovo di Brescia dal 1727 al 1755), co-struì il portale e la bella cancellata ornamentale nonchèil portico d’accesso alla biblioteca.

Centro Stili di vita

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Centro Stili di vita

Negozi di via Giuseppe MazziniAbbigliamento e Calzature

Jolie via Mazzini 44Tel 030 2944433

Jolie è un negozio di scarpe, borse e accessori nato percompletare la moda fashion di Exploit in via Trieste. Unacoccola per il vostro total look. Collezioni trendy egiovanili.

Marchi: Cafè noir, Les lolitas, Fornarina, Zero DB,Luciano Barachini, Unique e Bulgari

Calzoleria Borghinivia Mazzini 12Tel 030 3771769

Lo stile e l’immagine Borgini nasce dallagrande tradizione artigianale dei migliorimarchi di calzature del mondo.

Alden, Car Shoe, Church's, Edward Green,Hogan, John Lobb, Paciotti, TOD'S, Tricker's

Barbaglio Shop and Accessoriesvia Mazzini 5/bTel 030 292247 • [email protected]

Barbaglio è un prestigioso concept store frutto di una sapiente e continuaricerca, che si è sviluppato in oltre sei lustri di attività, in sintonia con l’at-tenzione e la passione per la moda, l’arte ed il design. L’ambiente, organizzato su due livelli e arredato con un gusto esalta la per-cezione delle collezioni proposte. La filosofia dei titolari è orientata versola ricerca e la scelta di brand originali, con uno sguardo sempre attento alleproposte della moda italiana ed internazionale e con l’intento di offrire allapropria clientela uno stile e una personalità unici. Barbaglio è un punto diriferimento per coloro i quali vogliono distinguersi attraverso un outfit ori-ginale e garbato, grazie ad un prodotto di qualità e curato in tutti i dettagli.

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Centro Stili di vita

Abbigliamento e accessori

New Gallesvia Mazzini 16 aTel e Fax 030 [email protected]

NGFvia Mazzini 28/32Tel 030 [email protected]

Abbigliamento donna e accessori

Marchi: MMissoni, Maliparmi, See by Chloè, KristinaTi, Gianna Meliani, A trois shoes, Tessa, Alberta Ferretti, Philosopy, La maison de la vanille

Papà Lupinvia Mazzini 34Tel 030 3756217 Fax 030 3756113Abbigliamento e accessori uomo e donna

L’open space di Papà Lupin, in via Mazzini, è un veronegozio-vetrina che invita le persone ad acquistarequalche cosa di nuovo, tra aree mai banali e dove nul-la è lasciato al caso. Entrarvi è come stare in una gal-leria d’arte moderna dell’abbigliamento, posta su duepiani e i capi esposti diventano essi stessi parte inte-grante dell’arredamento in un percorso di ampi spaziche ricordano un art factory d’oltreoceano.Papà Lupin propone i migliori brand nazionali e inter-nazionali dell’abbigliamento.

Dal 1992 moda maschile di altissimo livello, marchiesclusivi, tagli sartoriali, materiali pregiati. Grazie allacompetenza e al gusto di Franco e Sergio Mainetti, lostile e l’immagine dell’uomo di successo trovano inquesto lussuoso negozio il loro habitat naturale.Marchi: Loro Piana, Isaia, Brunello Cucinelli, LuigiBorrelli, Sartorio, Herno, Montedoro, Zanone, JacobCohen, Incotex, Santoni, Jeckerson, Roda, Ballantyne

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Centro Stili di vita

Bar Caffè Gelaterie Ristoranti

La Messicanavia Mazzini 5 [email protected]

Aperto dalla fine degli anni 50 ne conoscono tutti nome e storia.Oggi, come allora, scandisce con mille offerte i momenti di relax della giornata. Colazione, pranzo e aperitivo da sorseggiare in buona compagnia.

Gelateria Pinkovia Mazzini 17Tel 030 3754310

Pizzeria ristorante Al Teatrovia Mazzini 36Tel 030 44251 [email protected]

Al Teatro, in via Mazzini è una delle pizzerie storichedella città. La famiglia tremontina Mandara-Campani-le, nel 1963, apre qui la Piedigrotta che poi prenderàl’attuale nome. Da tre generazioni l’elegante locale su due piani, sfor-na pizze e paste fresche per i bresciani. Specialità: piz-ze particolari, pane arabo crostino, paste fresche fat-te in casa come sciallatelli e gnocchi di patate.

Da oltre 25 anni nel cuore della città la gelateria PinkoPallino, produce gelati di tradizione, con una partico-lare attenzione alla scelta dei prodotti. La territorialità delle materie prime e l’uso di prodottinaturali di stagione garantiscono infatti la qualità deigelati Pinko.

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Centro Stili di vita

Gioielleria

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Centro Stili di vita

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Pellicceria

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Centro Stili di vita

Piazza della Loggia, la nobile... Piazza della Loggia è certamente la piazza più celebreed armonica di Brescia, pur non essendo la più antica.Quando nel 1433 il Podestà Marco Foscari dette il viaalla sua creazione, l’unica area sufficientemente vastaera l’antica piazza del Mercato (l’attuale piazza TebaldoBrusato), lontana dall’espansione occidentale della cit-tà e piazza del Duomo ancora non esisteva nella sua di-mensione attuale. L’estensione di piazza della Loggia,fu determinata a oriente dalle mura e dal fossato dellaCittadella Nuova e a occidente dal corso del fiume Gar-za. Contemporaneo alla piazza, il palazzo della Loggia,una delle opere più importanti del Rinascimento e si-mbolo della potenza della città all’epoca della Serenis-sima. Alla progettazione della Loggia, costruita a caval-lo del Garza, parteciparono grandi architetti di queltempo, come Jacopo Sansovino e Andrea Palladio,mentre è sconosciuto l’autore, o gli autori, del palazzoospitante il Monte Vecchio di Pietà (1480) con il suorincorrersi di pieni e vuoti e disposizioni di forme, cer-tamente frutto di studi di abili progettisti e costruttori.Il Monte Nuovo, opera del bresciano Pier Maria Bagna-tore, fu invece aggiunto alla fine del Cinquecento, co-me si può evincere dal cartiglio scolpito sul portale, cheriporta la data della conclusione dei lavori. Se i Monti diPietà e le antiche Carceri sono un fervido esempio di

sperimentazione del linguaggio rinascimentale, il pri-mo lapidario archeologico, costituito dalla parete di la-pidi romane e allestito a esaltazione del classicismo, ri-manda alle radici romane di Brescia e rimane uno degliesempi illuminanti di come si possa tramandare e di-vulgare modernamente la storia di una città. La Torre dell’orologio, sotto la quale si accede a viaBeccaria, fu eretta da Bartolomeo da Caravaggio e poisistemata a metà del XVI secolo da Ludovico Beretta. Il quadrante astronomico dell’orologio, in grado di se-gnare le ore, le lune e i segni zodiacali, fu realizzato perla parte meccanica da Paolo Gennari di Rezzato e per laparte pittorica e figurativa da Jacopo Lamberti.

I MACC DÈ LE ÙRE E LA GIUSTIZIA NEGATA

Sopra la torre, Tone e Batista, i Macc dè le ùre, se nestanno lì da tempo immemore, con le loro facce dibronzo a segnare il tempo, anche quello di una stragecompiuta sotto i loro occhi da altre facce di bronzo im-punite. A trentacinque anni di distanza l’unica veritàche ci è dato di conoscere (lo ricorda, oltre la memoria,la stele di Carlo Scarpa) sono i corpi straziati di otto cit-tadini bresciani, che avevano come comune denomina-tore l’essere antifascisti.

BRESCIA, PIAZZE E VIE DEL CENTRO STORICO

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Centro Stili di vita

PALAZZO DELLA LOGGIA

La posa della prima pietra della Loggia è del 1492, annodella scoperta dell’America, sotto la direzione di Filippode’ Grassi. L’edificio, progettato in prima battuta dal brescianoTommaso Formentone, viene ultimato solo nel 1574,ottant’anni più tardi, e non si conosce il nome dell’ar-chitetto che lo porta a compimento. Ad osservare peròarchi e portico al pianterreno, sono evidenti gli influssidel grande Leon Battista Alberti che, proprio in queglianni, crea capolavori nella vicina Mantova. Di sicuro alla parte superiore dell’edificio, ornato da fi-nestre architravate (opera di Lodovico Beretta) nonchèfregi e specchiature marmoree , collaborano il Sansovi-no e il Palladio insieme ai migliori artisti dell’epoca. Numerosi scultori bresciani e comacini vengono assun-ti per le decorazioni e la Loggia diventa così una “botte-ga” unica in Lombardia. La facciata in candido Botticino si compone di due se-zioni architettoniche distinte e, nella parte inferiore ul-timata nel 1501, sono presenti una serie di colonne epilastri che sostengono, intervallate da pennacchi con ibusti degli imperatori romani (opera del Tamagnino), legrandi arcate del quadrato loggiato destinato un tem-po al corpo di guardia. Vi si può accedere da nove archi disposti su tre latidell’edificio, mentre al secondo livello, decorato in pu-ro stile rinascimentale, sono presenti dei grandi fine-stroni allineati in perfetta corrispondenza con ogni ar-co del loggiato, scanditi su tutte e quattro le facciatedel palazzo. A copertura della Loggia sta un imponentetetto in piombo, a forma di carena di nave: aggiuntonel 1914 è una “replica” del tetto originale e va a sosti-tuire un soffitto provvisorio creato nel 1769 da LuigiVanvitelli. L’architetto venne chiamato a sistemare il tetto, maidegnamente riparato dopo il terribile incendio del1575 che aveva mandato in fumo anche tre prezioseopere di Tiziano. Il portale d‘ingresso, progettato da Stefano Lambertinel 1552, affiancato da colonne e da fontanelle in pie-tra di Botticino scolpite da Nicolò da Grado, introducealla bella scala rinascimentale. Opera del 1876 di Anto-nio Tagliaferri, venne ornata agli inizi del 900 da pittoridi valore: Arturo Castelli dipinse la “Brescia armata“nel soffitto sopra lo scalone, Cesare Bertolotti “Mercu-rio e Venere“ sulla lunetta sulla parete sinistra delloscalone, Gaetano Cresseri la “Roma vincitrice“ nel sof-fitto dell’atrio. Dalla scala si accede al vasto salone ottagonale proget-tato sempre da Luigi Vanvitelli. In suo onore chiamato“Salone Vanvitelliano”, mostra un elegante soffitto li-gneo sorretto da otto poderose colonne in mattoni.

Gioielli

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Ristorante

La Sostavia San Martino della Battaglia 20Tel 030 295603 Fax 030 292589

L’esclusivo ristorante La Sosta di Aldo Mazzolari risiedein quelle che furono le scuderie del settecentesco Pa-lazzo Martinengo delle Palle. Cucina tradizionale bre-sciana dello chef Ezio Colombo. La lista del menù pro-pone: malfatti con crema di bagòss, capretto, spiedo,cotechino, manzo all’olio, crema di zucca all’amaretto,sardine di Montisola, bertagnì con polenta e salmoneaffumicato della casa, preparato secondo antichi pro-cedimenti.

VIA SAN mARTINO DELLA BATTAGLIA

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Centro Stili di vita

“Una bomba, una bomba” gridò il sindacalista FrancoCastrezzati che con il parlamentare comunista AdelioTerraroli stava sul palco... Poi fu solo fumo e la voce diGiorgio Leali che chiamava la gente sotto il palco. San-gue e schegge sul selciato, lavato inopportunamentepoche ore dopo. Lacrime e terrore di gente inerme erabbia, tanta rabbia. Carlo Cinelli, che di mestiere face-va il fotografo e l’amico compianto Enrico Zampini, chedi mestiere lavorava agli Spedali Civili, così come Ferra-ri, con le loro fotografie testimoniarono all’Italia interala strage, alla quale seguì la compostezza di una città,presidiata per giorni dai suoi cittadini, guidati dal movi-mento sindacale e dai partiti democratici. Da quell’uggiosa mattina di Maggio del ‘74, Tone e Ba-tista scandiscono il tempo di una giustizia che ancoranon c’è per: Alberto Trebeschi, Clementina Calzari, Giu-lietta Banzi, Livia Bottardi, Luigi Pinto, Bartolomeo Ta-lenti, Euplo Natali e Vittorio Zambarda. E da allora,Piazza della Loggia per i bresciani, assunse il valore sim-bolico della Resistenza e dell’antifascismo. Poco distante da quel pilastro sbrecciato sta la BellaItalia (opera di Giovanni Battista Lombardi, donata a

Brescia da re Vittorio Emanuele II): un altro monumen-to ai resistenti, quelli delle Dieci Giornate. La Bella Italia, eretta nel 1864, prese il posto della co-lonna sormontata dal leone di San Marco, abbattutadai Giacobini nel 1797. Maccheronica Ciceronessa diAngelo Canossi così ce la descrive, con una gamba solae dove “Genio” sta per Ufficio tecnico:

Ecco la statua che ce l’ha donata il re nel sessantuno alla città.Davanti ha la sottana un poco alsataper far vedere quello che non ha:ci guardi bene sotto, e La vedràche ha una gamba sola, un po’ gonfiata,forse per la fatica che la fa;la quale è una magnifica trovata:Sui quattro lati della base c’è scritto in cifre romane: “Uno, due, tre,quattro”. La qual, Ci pare?, è un’altra grande

idea del nostro Genio per spiegareche i monumenti sono da guardareprima davanti e poi da le altre bande.

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Centro Stili di vita

IL DUOMO VECCHIO

Il Duomo Vecchio per i bresciani è la Ro-tonda, per l’insolita forma a pianta cir-colare. Innalzato alla fine dell’XI secolosulla basilica paleocristiana di S. MariaMaggiore (di cui rimangono interessan-ti mosaici), il Duomo Vecchio è realizza-to in pietra a vista (medolo dei Ronchi)e, illuminato da grandi finestre, sorreg-ge un imponente tamburo. L’interno è avari livelli, collegati da scale: una fuga diarchi, di volte a botte e a crociera, fragiochi di luce. Il profondo presbiterio ele cappelle laterali vengono aggiuntesolo alla fine del XV secolo, sopra l’anti-ca cripta di San Filastrio (VII secolo), ve-scovo di Brescia nel IV secolo. Nel Duomo si conservano il sarcofago,in marmo rosso di Verona, del vescovoBerardo Maggi (1308), il dipinto dell’As-sunta del Moretto, dipinti del Romani-no e del Moretto nella cappella lateraledestra, la Traslazione del corpo di Santibresciani di Francesco Maffei, opera del1656 (i santi sono i vescovi Dominatore,Paolo, Anastasio e Domenico, qui tra-sportati nel 1581 dalla chiesa di Santo

Stefano in Arce, in castello). In un cas-sone di ferro dorato posto nella cappel-la laterale sinistra sono custoditi i reli-quiari delle Sante Croci, delle Spine, laCroce del Campo (che, posta su un’asta,stava sul Carroccio della città, all’epocadei Comuni) e la Stauroteca (una cas-setta lignea, laminata d’argento e lavo-rata a sbalzo che fino al 1532 era la cu-stodia della reliquia della S. Croce). Iltesoro viene esposto ai fedeli nei vener-dì di marzo e il 14 settembre, festadell’Esaltazione della Croce.

IL DUOMO NUOVO

Il Duomo Nuovo sorge accanto alla Ro-tonda e sulla preesistente chiesa di S.Pietro de Dom. Ha una costruzione lun-ga e tormentata: inizia nel 1604, ma so-lo nel 1825 l’architetto Rodolfo Vantini,su progetto di Luigi Cagnola, completala grande cupola che, alta 80 metri, è laterza in Italia dopo S. Pietro a Roma e S.Maria del Fiore a Firenze. La facciata, inpietra di Botticino a doppio ordine contimpano, è adorna di statue, tra cui ilbusto del cardinale Angelo Maria Que-

rini, vescovo di Brescia nella prima me-tà del XVIII secolo e alla cui generosità sideve molto alla costruzione del Duomostesso. L’interno è a croce greca, unacroce a bracci uguali, di gusto classi-cheggiante, con grandi colonne e pila-stri in ordine composito a sorreggerel’altissima cupola. Sul monumentale altare maggiore, co-struito dal Vantini, in marmo con deco-razioni in bronzo dorato, troneggia lapala dell’Assunta di Giacinto Zoboli(1733), cui la chiesa è dedicata. Nellanavata pregevoli dipinti di Moretto, Ro-manino, Palma il Giovane, Rosa, Maffei,Basiletti. Notevole opera di scultura ri-nascimentale è l’Arca del vescovo Apol-lonio, ornata dalle statue dei Santi Pa-troni della città, Faustino e Giovita,probabilmente di Maffeo Olivieri(1510). Stupendo il monumento a papaPaolo VI, che lo scultore Lello Scorzelliha voluto cogliere nel Natale del 1974,aggrappato al pastorale, e nell’atto diaprire la Porta Santa. L’altare per le ce-lebrazioni è pure un capolavoro moder-no, opera del celebre scultore LucianoMinguzzi (1984).

Cattedrali di pietra e sassi...

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Centro Stili di vita

PIAZZA DEL DUOMO, L’AUSTERA

Il palazzo del Broletto, il Duomo Nuovo e il DuomoVecchio, posti in successione segnano i confini longitu-dinali di piazza Paolo VI (ancora chiamata dai brescianipiazza del Duomo).Questa successione dialettica tra monumenti laici e re-ligiosi si confronta con il lato occidentale delle abitazio-ni che hanno sostituito verso la fine del Settecento iprimitivi edifici (la fonderia del cannoni e le case deiCamerlenghi). Due fontane (“...Guardi io ci darei nonso che, per farla in piccolo tal quale per calamaio. E Leiche dice, Lei?”) sottolineano la geometria della piazza:una neoclassica verso l’entrata al Broletto, l’altra ba-rocca, in asse con l’ingresso del Duomo Vecchio. Sgom-berata dai SUV e dai turbodiesel, Piazza Paolo VI ha ri-conquistato la solennità e la compostezza dei suoimonumenti, con la disarmonica mole del Duomo Nuo-vo privata dalla profondità, che sovrasta l’insieme,schiacciando ancora di più l’appiattito Duomo Vecchioche grandi colpe non ha, se non quella di stare sotto illivello attuale del selciato. Più di altre costruzioni lanuova cattedrale barocca, edificata a partire dal 1604,consolida l’immagine di “pietra” della città e rimanda aquel marmo di Botticino classico del quale da secoli ibresciani menano vanto, tanto che al Vanvitelli, che nelcorso di alcuni suoi lavori bresciani si era lamentatoper la crepatura di certi mensoloni, venne risposto chequesti non erano di pietra di Botticino, come quelli delDuomo.I giacimenti del marmo Botticino Classico, con la lorostoria millenaria sono a un tiro di schioppo per chi “an-dando verso Est, in direzione Verona decidesse di de-viare e risalire la valle del torrente Rino, penetrando si-no al restringimento dei versanti collinari perraggiungere la Valverde”.

VIA X GIORNATE

Via X Giornate, una delle più note vie del centro per isuoi portici settecenteschi, è altrettanto nota per isuoi negozi, che creano un palinsesto di offerte com-merciali ben radicate nella storia della città. I negozi e iportici di questa via sono gli eredi di botteghe angustein legno, addossate alle mura trecentesche della Citta-della e sovrapposte al canale Garzetta che vi scorrevasottostante. “Moleste le separazioni, non potendo i cit-tadini proseguire il loro cammino in occasione di piog-gia senza lordarsi o bagnarsi per cui si affollava in guisareciprocamente incomoda e anche pericolosa...”. Siamo nel 1807 quando attraverso questa nota la de-putazione all’Ornato richiede le coperture del portico

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Centro Stili di vita

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PALAZZO DEL BROLETTO

Dominato dalla svettante torre del Pegol, uno dei piùbei palazzi comunali della Lombardia (un quadrilatero di100 metri x 75), il Broletto (da piccolo brolo, campo frut-teto recintato) è diviso in due parti: in pietra, del XIII se-colo, e in cotto, del XIV-XV secolo, ornato da eleganti tri-fore e quadrifore. La fronte verso la piazza, un tempo dedicata al mercato,ingloba a nord la superstite facciata di una chiesa roma-nica, dedicata a Sant’Agostino. Nel cortile, delimitato da portici, si possono ammiraretre lati di epoca romanica su cui si aprono trifore e qua-drifore ornate di capitelli antelamici e affreschi. Uno rappresenta lo stemma di Brescia, una leonessarampante, affiancata dal biscione visconteo e dallostemma del podestà Ramengo Casati. La costruzionedell’ala settentrionale, attuale sede della Prefettura,con il portico in bugnato a sette arcate e la sovrastanteloggia architravata, immette in un secondo cortile. E’ della prima metà del Seicento e, di fatto, cancella ungioiello, la cappella fatta affrescare nel Quattrocento daPandolfo Malatesta a Gentile da Fabriano. Il ritrovamento è recente: i resti della cappella sono pra-ticamente imprigionati, stanno sopra le architravi dellasoffitta dell’archivio della Provincia. Un’opera pregevole è inoltre la scala marmorea a chioc-ciola della Prefettura, disegnata nel 1803 dall’architettoviennese Leopoldo Pollack, raffinato progettista di villee teatri tra Bergamo, Milano e la ricca Brianza. E’ stata ricostruita dopo i terribili bombardamenti del1944. La parte meridionale del palazzo, che ingloba latorre dei Poncarali, fatta mozzare dal tiranno Ezzelino daRomano fino al tetto del Broletto, iniziata nel 1223, do-po quattro anni è già conclusa per ospitare le adunanzedel Gran Consiglio. La dominazione veneta modificò il lato orientale e nel1610 il podestà Giovanni Da Lezze distrusse una scalacoperta per dar vita alla scalone che porta oggi agli ufficidell’anagrafe, affrescato da Tommaso Sandrini e France-sco Giugno. Sostituì in pratica l’ala settentrionale, oggisede della Prefettura, con un portico a bugnato, settearcate e una sovrastante loggia architravata in uno stileche contrasta totalmente con l’architettura del palazzo.La rivoluzione francese nel 1797 portò inoltre alla di-struzione della Loggia delle Grida, posta su piazza delDuomo, e nei tumulti di piazza andarono perdute telepreziose (anche del Romanino e del Ceruti), addiritturaantichi arredi vennero dati alle fiamme in mezzo al cor-tile. Tra questi una grande tela con Brigida Avogadro,immortalata alla guida delle donne bresciane in difesadella città durante l’assedio del 1438.

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Centro Stili di vita

all’incrocio con via Padre Giulio Bevilaqua e in corri-spondenza di via Trieste. La prima fu realizzata nel1822, dal Vantini e la seconda un anno dopo, dall’inge-gnere Luigi Corbani. Di ben altra epoca il lato ovest divia X Giornate, realizzato negli anni Trenta dagli inge-gneri Tito Brusa (sale della Borsa) e da Egidio Dabbeni(Hotel Vittoria) dopo gli sventramenti, che per ragionid’immagine e retorica innovativa, eliminarono un tes-suto urbano antico di almeno 1500 anni. Dal Cinquecento in poi il tratto nord della via era deno-minato delle Spaderie per le botteghe di armaioli e iltratto sud del Granarolo per i magazzini e i negozi digranaglie che sorgevano nella zona. Il nome attuale è invece del 1909 per la vicinanza con iluoghi delle Dieci Giornate di Brescia, anche se nel1936 si ripristinò il vecchio toponimo di via delle Spa-derie e quello di X Giornate fu trasferito a piazzale Ar-naldo, annullando così l’imbarazzante intitolazione alfrate eretico, in una sorta di gioco delle ideologie e dirivincita nei confronti del fronte laico, liberale e socia-lista, premiato alla fine dell’Ottocento dalla posa dellastatua in bronzo opera del Tabacchi. Nel dopoguerratutto tornò in ordine, e i pubblici portici, uno dei più di-stinti ornamenti di questa città - come venivano defini-ti nell’Ottocento - ripresero a ricordare l’eroico episo-dio di popolo, con buona pace di tutti.

Tremàa nüsü, in una lapide sotto la Loggia, così Canossi ricorda le epiche X Giornate: “Tremàa nüsü: gna braghe, gna sotàne, gna drèc, gna svergol, gna zùen, gna vèc;/ parìavignìc i denc anche a le rane;/ e pio sciopàale bombe sura i tèc,/ e pio sunàa dé léna le campane,/e che tiràa le còrde i era i scec”

Aperture domenicali e festive dei negozi del centro storico

Giovedì 8 DicembreDomenica 11 DicembreDomenica 18 DicembreDomenica 8 Gennaio

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Centro Stili di vita

Gioielleria

Albergo e Ristorante

Unico Hotel in città a cinque stelle come «chiave» perl'eccellenza alberghiera. 65 camere, di cui 5 suite, etutte con bagno e doccia, dotate di tutti i confort. L’hotel dispone di due sale meeting in grado di offrireil massimo delle attrezzature e la massima professio-nalità per ogni evento: la sala Savoldo e la sala Moret-to. Le sontuose sale cerimonie, come la sala delle Ro-se e la sala delle Gardenie, sono location suggestiveper eventi personalizzati ed esclusivi.

Hotel Vittoriavia X Giornate 20Tel 030 280061 Fax 030 [email protected]

Accanto ai prodotti di manifattura disegnati dalla si-gnora Renata, I gioielli di Rossana presenta preziosimarcati Recarlo, azienda valenzana che da quarantaanni si contraddistingue per la raffinatezza dei suoimanufatti e per la qualità dei diamanti selezionati eVisconti, storico brand di gioielli esclusivi. La gioielleria offre inoltre una vasta gamma di orologidi secondo polso dell’alta orologeria svizzera.

I Gioielli di Rossanavia X Giornate 79Tel e Fax 030 2906269

Ristorante

La vineriavia X Giornate 4Tel 348 3714234 - 030 280543

La Vineria è ubicata in pieno centro a Brescia, sul-l'angolo con Piazza della Loggia. E’ un luogo di in-contro conviviale con proposte legate al nuovo con-cetto di enotavola. Un piacevole spazio a piano terra per aperitivi e ve-loci spuntini. Al piano inferiore l'accogliente sala ris-torante ed una elegante saletta per le comitive fes-taiole. Un’ampia cantina permette di sceglierecomodamente tra la nostra offerta di vini.Atmosfera,qualità e tipicità delle proposte, buonrapporto qualità-prezzo, prodotti e piatti della cuci-na tipica regionale. Un giusto grado di innovazione eun’accurata scelta delle materie prime.

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LA FONTANA NEOCLASSICA DI DONEGANI...

La fontana di Corso Zanardelli è un’opera compo-sita, erede di una lunga e controversa storia. Intor-no al 1833, su progetto di Luigi Donegani, venneinfatti costruita in Via San Faustino una bella fonta-na neoclassica a pianta circolare. Nel 1930 la fontana fu trasferita nei Giardini diCampo Fiera, poi da questi venne di nuovo rimos-sa, smontata e riposta nei depositi comunali. Lasua pregevole parte centrale, d’epoca romana, èstata successivamente recuperata nell’ambito delriordino di Corso Zanardelli e ora, innalzata su diuna base cilindrica al centro di un perimetro in pie-tra e ciò fa discutere i puristi che la giudicano ano-mala per il mix di componenti appartenenti a epo-che diverse.

E QUELLA DI VANTINI

La fontana di piazzetta San Luca, negli anni Venti,era posta presso l’incrocio con via IV Novembre, inuna sporgenza muraria ora inesistente. La fontana,opera del Vantini, fu dedicata all’eroismo dei fratelliPorcellaga e alla loro eroica resistenza al sacco del-la città compiuto in quell’epoca da Gaston de Foix.“Qui presso cadevano i prodi Lorenzo e Lodovi-co Porcellaga combattendo per la patria il 19Febbraio 1512”.

IL MONUMENTO AL NOSTRO PÌ

Il grande monumento dedicato a Giuseppe Za-nardelli, collocato tra via Vittorio Emanuele e viaXX Settembre, segna l’apice della statuaria pub-blica dei primi del Novecento. Inizialmente erettoin piazzale della Stazione (piazza della Repubbli-ca) là dove ora si trova l’ex palazzo della Cameradel Lavoro, fu traslocato nel 1929, negli attualigiardini. Angelo Canossi, nella sua passeggiata diVeronica Gambara, ci racconta di uno Zanardellitraslocato “Ma qui ora che ha fatto Sammarti-no/mi par che il nostro Pì ha un’espressione/chepar che pensi a quando il carossone/del Governocambiava vetturino...”, dopo avergli dedicatoquesti primi versi:

E questo è Zanardelli, il nostro Pì,

ai suoi tempi Ministro assai stimato,

benchè che pare un semplice avvocato.

Se lo guarda di questa parte qui,

ci pare che discorre concitato,

e guardi, invece ardàndolo di lì

ci pare che sia lui che sta a sentì,

che, guardi bene, è un grande risultato.

E sopra c’è una biga a tiraquattro

e il veturino nudo fa impressione

che par che scappi sopra di un aratro.

E per darci l’idea del governare

la briglia è d’oro, e l’è poi la ragione

che in tanti c’è la smania di guidare.

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Centro Stili di vita

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Centro Stili di vita

CORSO ZANARDELLI

Corso Zanardelli, con i suoi portici che sono il prose-guimento di quelli di via X Giornate, è ritenuta dai bre-sciani la via centrale per eccellenza, ma così non eranella Brescia antica. L’importanza del Corso, come viadi attraversamento est-ovest della città, nasce infattidalla sottrazione della viscontea Cittadella Nuova a ful-cro della vita urbana. In quel tempo l’asse di attraver-samento della città era: corso Garibaldi, corso Mameli,via dei Musei. Le difficoltà a percorrere le strade dellaCittadella, nonostante l’apertura della porta di SantoStefano (l’attuale via Querini) e il varco tra via Trieste epiazza Duomo, fecero sì che si determinasse un nuovopercorso stradale che partiva da porta San Giovanni,per snodarsi attraverso via Pace, corso Palestro, corsoZanardelli, corso Magenta e giungere infine all’uscitadalla città da porta Torrelunga (piazzale Arnaldo). Nella prima metà del XV secolo, grazie al vescovo Pie-tro Dal Monte, in questa strada sorse lo Hospitale ma-gnum, l’ospedale di santo Spirito e San Luca, definito altempo “hospitale unum et pulchrum et ordinatum”che si affacciava su corso Zanardelli dove era il cinemaCrociera. Quell’ospedale a crociera dette il nome alluogo che ora conosciamo come Crociera di San Luca.

IL TEATRO GRANDE

Uno dei gioielli di cui Brescia si vanta e che caratterizzai portici di corso Zanardelli è il Teatro Grande, dall’in-gresso abbastanza modesto, ma dal sicuro fascino deisuoi interni. Robecchi ci ricorda nel suo “Le strade diBrescia” che fu l’Accademia degli Erranti che riuniva lanobiltà cittadina, nel 1634, a realizzare qui la propriasala per riunioni. “Il fabbricato comprendeva il torrio-

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Congrega della Carità Apostolica - via Mazzini 5 25121 Brescia - Tel. 030 291561 - [email protected]

Congrega della Carità Apostolica

Quest’anno per Natale, invece dei soliti regali, scegli di aderire all’iniziativa natalizia della Congrega della Carità Apostolica:

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donne sole con bambini della provincia di Brescia.

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Centro Stili di vita

APERTO IL CAFFÈ DEL TEATRO

L’apertura al pubblico del Caffè del Teatro (gestito dallafamiglia Nevola, è aperto nei giorni di venerdì, sabato edomenica, dalle ore 10 alle ore 20, compatibilmente conl’attività di spettacolo) e l’impegno di trasformarlo in un“vero e proprio caffè culturale dove sarà possibile assi-stere ad eventi, incontri, conferenze e concerti”, meritauna nota di merito. Oltre agli ambienti che ospitano leSale del Caffè (la Sala della Reggenza dell’Accademia, laSaletta del Teosa e la Sala dei Divani), il pubblico nei gior-ni di apertura del Caffè può accedere liberamente allaSala delle Statue e al Ridotto del Teatro Grande.

ne della Cittadella Nuova che, con ingresso da Piazzet-ta Paganora, a quota di alcuni metri superiore a corsoZanardelli, aveva anche accesso sul corso. Una scalina-ta esterna superava parte del dislivello, conducendo aun portico a sua volta aperto verso un ampio spazio nelquale si svolgevano esercizi marziali ed equestri. Nelportico si sarebbe realizzato il primo teatro (1664) deitanti che si succedettero sino all’attuale costruito nel1810 da Luigi Canonica e poi rimaneggiato negli arredinel 1862.”La spettacolare sala a cinque ordini di palchi, operadell'architetto milanese, viene poi decorata da Giusep-pe Teosa in perfetto stile neoclassico. La dedica finale ètutta per Napoleone Bonaparte e il teatro si chiama in-fatti, pomposamente, Teatro Il Grande. Purtroppo l’imperatore non sarà presente il giorno del-l’inaugurazione ad occupare il dorato palco reale, in-neggiante in suo onore alla vittoriosa campagna in ter-ra d’Egitto, e così i nobili bresciani, sdegnati,toglieranno ben presto quella “Il”: Teatro Grande e ba-sta, senza più alcun accenno a Napoleone.

©i Jeff Dunas, courtesy Museo ken damy

Sul sito della Fondazione Teatro Grande(www.teatrogrande.it) si possono leggere alcunecuriosità che riguardano la storia del teatro citta-dino come quella riferita a Giacomo Puccini e allanuova versione della sua Madama Butterfly chevenne accolta entusiasticamente il 28 maggio1904, appena tre mesi dopo il tonfo clamoroso al-la Scala. Lo spettacolo, al quale presenziò anche ilRe Vittorio Emanuele III, da quel giorno iniziò lasua seconda, fortunata esistenza. Recitarono le cronache bresciane dell’epoca:“Puccini ha avuto ieri sera causa vinta, trionfal-mente vinta. Sette bis, venticinque chiamate… Il Teatro era straordinariamente gremito… I pal-chi erano affollatissimi… Uno scintillio incantevo-le di bellezze, di diamanti, di trine… Poche volte cisi è trovati di fronte ad un successo così immedia-to… Giustificato dall’intrinseco valore dell’operanella sua parte principale,ma anche dalla suaesecuzione che non poteva essere migliore”.

MADAMA BUTTERFLY, DAI FISCHI AI FASTI

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Centro Stili di vita

Zanardelli: Torna a Surriento!La nota canzone “Torna a Surriento” non è dedicata a una donna, bensì a Giuseppe Zanardelli.

Nel Settembre del 1902 Zanardelli, in quel tempo presidente del Consiglio, si recò in visita ufficiale a

Sorrento, in pieno stato d’abbandono. Per spronarlo a intervenire i fratelli Giambattista ed Ernesto

De Curtis gli dedicarono questa canzone, esortandolo così a tornare a ricostruzione avvenuta.

Scritta in poche ore, la canzone sarà poi modificata nel 1904.

Vide ‘o mare quant’è bello!Spira tantu sentimento.Comme tu a chi tiene menteCa scetato ‘o faje sunnà.

Guarda, gua’ chistu ciardino;Siente, sie’ sti sciure arance.Nu prufumo accussì finoDinto ‘o core se ne va...

E tu dice “I’ parto, addio!”T’alluntane da stu core...Da la terra da l’ammore...Tiene ‘o core ‘e nun turnà

Ma nun me lassàNun darme stu turmiento!Torna a Surriento,Famme campà!

Vide ‘o mare de Surriento,Che tesoro tene ‘nfunno:Chi ha girato tutto ‘o munnoNun l’ha visto comm’a ccà.

Guarda attuorno sti sserene,Ca te guardano ‘ncantateE te vonno tantu bene...Te vulessero vasà.

E tu dice “I’ parto, addio!”T’alluntane da stu core...Da la terra da l’ammore...Tiene ‘o core ‘e nun turnà

Ma nun me lassàNun darme stu turmiento!Torna a Surriento,Famme campà!

Torna a Surriento

Molti sono i successi di GiambattistaDe Curtis, nato a Napoli alla finedell’Ottocento, quali Carmela (versie musica), magistralmente interpre-tata anche da Mina, nell’album “Na-poli, secondo estratto” e nella colon-na sonora del film Passione, di JohnTurturro: “Stu vico niro nun fernescemaje/ e pure ‘o sole passa e se ne fu-je./ Ma tu stai llà, addurosa preta ‘estella,/ Carmela Carmè !/ Tu chiagnesulo si nisciuno vede/ e strille sulo sinisciuno sente, / ma nun’ è acqua ‘osanghe dint’ ‘e vvene,/ Carmela Car-mè !/ Si ll’ ammore è ‘o cuntrario d’ ‘amorte,/ e tu ‘o ssaje / Si dimane è sur-tanto speranza,/ e tu ‘o ssaje./ Nunme può fà aspettà fin’ a dimane,/astrigneme ‘int’ ‘e braccia pe’ stase-ra,/ Carmela Carmè!”

Il fratello Ernesto, più giovane diquindici anni, scrisse molte canzoniromanze che a partire dagli anni Ven-ti finirono nel repertorio di Beniami-no Gigli, con il quale tenne concertiin giro per il mondo. Tu ca nun chia-gne è una di queste, cantata tra gli al-tri da Massimo Ranieri: “Comm’è bel-la ‘a muntagna stanotte.../ bellaaccussí, nun ll’aggio vista maje!/N’ánema pare, rassignata e stanca,/sott’’a cuperta ‘e chesta luna janca.../Tu ca nun chiagne e chiágnere mmefaje,/ tu, stanotte, addó staje?/ Voglioa te! Voglio a te!/ Chist’uocchie tevonno, n’ata vota, vedé!/ Comm’è cal-ma ‘a muntagna stanotte.../ cchiù cal-ma ‘e mo, nun ll’aggio vista maje!/ Etutto dorme, tutto dorme o more,/e i’sulo veglio, pecché veglia Ammore...”

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Centro Stili di vita

Negozi di corso ZanardelliCaffè

Coffee shop ZanardelliCorso Zanardelli 26Tel 030 3752204

L’attività del negozio è sempre stata condotta dalla fami-glia Nevola e negli ultimi venti anni si e’ scorporata dallaCoffea agendo come ditta individuale in capo ad uno deifigli del cav. Domenico Nevola, Ivan Nevola e alla propriaconsorte, Carla. Il negozio, unico nel suo genere per stileed eleganza, offre alla clientela più raffinata la degusta-zione delle proprie pregiatissime miscele di caffè. L’arte ela qualita’ della pasticceria e’ riconosciuta dal pubblico trale migliori della scuola bresciana. Il vastissimo assorti-mento di tea, cacao, cioccolato è il frutto della ricerca edell’esperienza acquisita negli anni dalla proprietà.

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328 7836161

MompianoI Giardini di San Gaudenzio

Il complesso residenziale I Giardini di San Gaudenzio è un piccolo ed esclusivo residence posizionatonel cuore di Mompiano vecchia, a due passi dal centro della città e servito da tutti i principali servizi (tragli altri la fermata della prossima metropolitana).

Il complesso residenziale I Giardini di San Gaudenzio è la dimora ideale per la famiglia e offre tuttoquanto cercate: tranquillità, privacy, eleganza, qualità e comfort.

In vendita ultime ville di testa e centrali: soluzioni plurilocali di grande metratura, sviluppate su piùlivelli. Tutte le abitazioni sono dotate di giardino privato e ampio interrato. Disponibili soluzioni arustico da personalizzare.

Per informazioni sulle vendite rivolgersi al

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Centro Stili di vita

Accessori , borse, abbigliamento

Coccinelle StoreCorso Zanardelli 12Tel 030 [email protected]

Si chiama Coccinelle Identity la nuova linea logatacon cui il brand si presenta sul mercato. Fresca e di-namica e sfaccettata come la donna alla quale si ri-volge il marchio. Una griglia contemporanea che por-ta con sé la sapienza degli anni passati. Una texture,che nasce da una ricerca tecnologica innovativa,adatta ad affrontare il mondo di oggi e di domani.

Libero Milano Corso Zanardelli 1 Tel 030 3750909

Nati nel 1990 i negozi Libero Milano, dopo la lorocittà d’origine si sono diffusi a Monza, Bergamo,Pavia, Como, Varese, Piacenza e infine Brescia, nelpieno centro della città. La continua ricerca dellagrande qualità a un prezzo accessibile a tutti, carat-terizza Libero Milano che permette a uomini edonne di vestirsi con tagli e tessuti attuali.

SisleyCorso Zanardelli 5Tel 030 3750652

Abbigliamento e accessori per uomo e donna

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Centro Stili di vita

Gioiellerie

Libreria

Locman ItalyCorso Zanardelli 30 bTel Fax 030 [email protected]

Una boutique in pieno centro storico per soddisfare lavoglia di orologi, gioielli, abbigliamento e borse dauna marcata componente di originalità e dal designunico.

PasiniCorso Zanardelli 15/A Tel 030 41139 Fax 030 3750013 [email protected]

“Il desiderio di proporre l’oggetto prezioso in una di-mensione nuova ed innovativa è da sempre la politicadella mia azienda.Per fare bene il mio mestiere investomolto tempo a cercare di capire la mia clientela, per-ché intuisco che la mia responsabilità nella guida al-l’acquisto consiste spesso nell’accompagnarli allarealizzazione di un loro sogno importante o di un in-vestimento”.

Libreria Serra TarantolaCorso Zanardelli 52 Tel 030 49300 Fax 030 [email protected]

La libreria più antica di Brescia, oltre al vastoassortimento di libri moderni, propone una preziosasezione di libri d’arte, storia e libri rari e antichi.La libreria Serra Tarantola è per il cliente la guida per scegliere il meglio .

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Centro Stili di vita

Ottica

Ottica Enrico TominettiCorso Zanardelli 14Tel 030 45013Concessionario Cartier

Fondata da Enrico Tominetti nel 1922 ha tramandatola propria professionalità attraverso tre generazioni diottici.La competenza, l'assistenza e l'accoglienza del clientecaratterizzano il negozio. Accanto a marche di assolu-to prestigio, Ottica Enrico Tominetti offre ancheun'ampia scelta di occhiali di buon gusto a prezzi con-tenuti.

Ottica ZanardelliCorso Zanardelli 21Tel e fax 030 293127

Negozio storico di ottica, presente da oltre 50 anni.

Le migliori marche: Chanel, Dior, Balenciaga, Bottega veneta, YSL, Marc Jacobs, Persol, Rayban,Armani, Porsche, Lindberg

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Centro Stili di vita

Negozi di via Felice CavallottiGioielleria

Bosetti Gioiellivia Felice Cavallotti 8/10Tel 030 [email protected]

Dal 1969 Bosetti gioielli propone creazioni di pre-ziosi che pur conservando il fascino del gioiellod’autore sanno interpretare le nuove tendenze.Gioielli unici, selezione di argenterie classiche emoderne, orologi delle migliori marche e preziosid’arredo, questa l’offerta commerciale della gioiel-leria Bosetti di via Cavallotti.

Gingervia Felice Cavallotti 7aTel 030 46372Fax 030 46410

Negozio di calzature di tendenza giovanile dal 1982

Abbigliamento e calzature

Ken Barrell via Felice Cavallotti,24 Tel 030 3772438

Informal luxury

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Centro Stili di vita

CORSO PALESTRO...DEI STUPÌ E DEI PAROLOC

Corso Palestro è la prosecuzione fisica di Corso Giu-seppe Zanardelli. Chiuso al traffico e reso pedonale, al-cuni anni fa, dopo essere stato pavimentato e arredatocon le panchine dell’officina Rivadossi (pedonalizzazio-ne che solo recentamente comprende anche il trattoche va dal Cantù dei Stupì alla chiesa di San Francesco)corso Palestro è la passeggiata alternativa (o integrati-va) alle “vasche” dei portici. Sulla via si affacciano palazzi ricostruiti nell’Ottocentoe nei primi del Novecento. Del Cinquecento sono inve-ce quelli all’incrocio con via Gramsci, affrescati da Lat-tanzio Gambara. Nel 1520, all’inizio della via, venendoda corso Zanardelli, fu aperto il Mercato del vino chia-mato anche Arco del vino e nel Seicento qualcuno az-zardò che quel nome si riferisse ai resti di un arco trion-fale dedicato ad Augusto...Una delle tante leggendeimmaginarie non supportate da documentazioni reali,come quella riferita al Cantù dei Stupì, che si trova al-l’incrocio della strada con corso Martiri della Libertà evia Fratelli Porcellaga.Misterioso resta il toponimo riferito agli stoppini chesecondo Paolo Guerrini deriverebbe da un certo IovanMaria di Favi ditto el Stoppino, che nel 1568 abitava inquesto borgo (allora borgo San Nazaro) con una botte-ga “degli scarpi”. Forse il Maria di Favi era detto “Stupì”per la sua figura segaligna, ma perchè assunse a tantoonore da essere tramandato nella memoria dei secolinon ci è dato di sapere. Pure Cesare Orsini, poeta mac-cheronico, adottò quale pseudonimo “Magister Stopi-nus”. Il tratto occidentale del corso ebbe anche il nomedi corso dei Parolotti, ovvero i costruttori dei paroi ter-mine dialettale dei paioli, che secondo la cronaca otto-centesca arrecavano “incomodità agli abitanti in unacontrada delle più frequentate e centrali della città,per il continuo e assordante battere sul rame”.Foto Allegri per Casa di carta in corso Palestro

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SHOP IN SHOP MONTBLANC

Lazzaroni - Gioielli per scrivereCorso Palestro 33/c - 25122 Brescia Tel. 030 3753184 www.lazzaronipenne.net - E-mail: [email protected] per scrivere

TRIBUTE TO THE MONT BLANCUn omaggio alla bellezza senza tempo della più alta vetta d’Europa.

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Centro Stili di vita

LA CHIESA DI SAN FRANCESCO E FRATE SANSON

I frati di San Francesco arrivano a Brescia nel 1220-21. Ottengono un minuscolo convento vicino a SanGiorgio, sulle pendici del castello, all’inizio del quar-tiere mercantile. Nella primavera del 1254, per fe-steggiare la vittoria contro Ezzelino da Romano e la li-berazione della città, il popolo di Brescia e il suoVescovo, decidono la costruzione di un nuovo con-vento francescano “post burgum Sancti Nazarii”. Terminata nel 1265, la chiesa è a tre navate, divise dasei alti e slanciati pilastri circolari con capitelli a fogliepiatte dalla punta accorciata, che sorreggono archi alieve sesto acuto. Dalla facciata romanica con al cen-tro un bel rosone, è tutta in medolo, dalla marcaturasobria e severa secondo quella sensibilità, tipicamen-te bresciana, per le superfici lisce e piene. Tre sono le navate in uno spazio di natura basilicale,ma otto secoli di storia hanno alterato la primitivasemplicità francescana. Si comincia nel 1300 con lacostruzione ai lati del presbiterio di due cappelle, sipassa poi ad affrescare le pareti per un secolo lascia-te nella loro austera nudità e si aggiunge alla chiesa ilbellissimo chiostro. Nel secolo XV l’insieme dellachiesa e del convento raggiunge il massimo splendo-re, anche per l’opera di un grande frate bresciano,Francesco Senni detto “Sanson”. Divenuto Generale dell’Ordine Francescano, padreSanson provvede alla costruzione del coro intarsiato,delle cappelle laterali a sinistra e degli altari marmo-rei a destra. Rinnova pure la sacrestia con gli stupen-di legni intarsiati di Filippo Morari da Soresina. Nel periodo barocco le cose cambiano, una volta pe-sante in muratura scende a coprire il soffitto ligneo,stucchi e murature snaturano del tutto lo stile dellachiesa. Con l’avvento poi dei francesi nel 1797, i fratisono cacciati, viene incamerato il complesso france-scano, sono disperse le opere e la biblioteca. Si salva-no per miracolo i magnifici corali del XV secolo, fattieseguire da Padre Sanson. La Chiesa viene chiusa e riaperta al pubblico nel1808. A risanare le ferite del tempo è chiamato nel1839 Rodolfo Vantini, che dona alla chiesa una vesteneoclassica, trasformando in modo notevole il primi-tivo tempio duecentesco.Si aggiungono poi i guai del travagliato periodo delRisorgimento: nel 1859 la chiesa è ridotta a depositomilitare, il convento a deposito delle biade e panifi-cio militare. Solo dopo il ritorno dei Frati Minori Con-ventuali, nel 1928, è tutto un susseguirsi di interven-ti, da parte di autorità civili e religiose, per ridonareal complesso l’antico splendore.

UN INSEGNAMENTO

Dopo una prima costruzione del XIII sec, lachiesa di san Francesco fu allargata e ingrandi-ta nella seconda metà del Quattrocento, perpoi perdere la forma originaria nel Seicento,con interventi barocchi. Trasformata da Napo-leone in magazzino militare, venne riaperta alculto dai devoti austriaci. Ripensata dal Vantini nell’Ottocento e nuova-mente adibita a servitù militare del nascenteRegno d’Italia, tornò - finalmente - in mano aifrati francescani a cavallo del secolo. L’attuale Chiesa insomma ne ha viste di tutti icolori e la sua forma, che ora possiamo ammi-rare, la si deve all’intervento della Sovrainten-denza negli anni Cinquanta. Per una volta tanto le istituzioni preposte allasalvaguardia del nostro patrimonio artistico eculturale hanno saputo recuperare ciò che gliuomini, il tempo e la politica, avevano disper-so o malamente utilizzato...

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Centro Stili di vita

Negozi di corso Palestro

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Centro Stili di vita

SavoldiCorso Palestro 38Tel e Fax 030 3774328

Abbigliamento donna e accessori

Nel 2012 festeggeremo il 25°anniversario, con tutte le nostrebellissime clienti, le più belle diBrescia!

Via UnoCorso Palestro 38 bTel 030 3751473

Abbigliamento donna con taglie dalla S alla XL

Tru-TrussardiCorso Palestro 10 a/bTel 030 2808499 [email protected]

Collezioni Tru Trussardi e Trus-sardi Jeans, linee total look peruomo e donna, perfette per ognioccasione, eleganti, ma casual,nate per sintetizzare l'eccellenzae lo stile Trussardi con la praticitàdell'abbigliamento metropolita-no. Tessuti di qualità, design, for-me e colori decisi, caratterizzanole collezioni Tru Trussardi e Trus-sardi Jeans.

Tra delicati affreschi di chiarascuola giottesca che ornano il latodestro della chiesa di San France-sco (o, sopra la porta del Chiostro,opera di Giovanni Bembo) il gran-de gioiello è, sull’altare maggiore,la pala di Girolamo Romanino(1486-1560). E’ ritenuta, insiemeall’analoga pala di S. Giustina a Pa-dova, uno dei suoi capolavori. In-corniciata nella ricca soasa inta-gliata da Stefano Lamberti, laVergine con il Bambino è circonda-ta da Santi in assorta preghiera.L’opera devozionale era stata com-missionata addirittura a Leonardoda Vinci, che a Milano aveva dapoco realizzato il meraviglioso Ce-nacolo delle Grazie: il grande arti-sta si assunse l'incarico, comperòla tela necessaria, tracciò un rapi-do schizzo con sette santi france-scani, i due Apostoli Pietro e Paoloe i due martiri bresciani Faustino eGiovita, ma poi il progetto venneabbandonato e la commissionepassò al Romanino. Molto elegante è il campanile del-la chiesa, eretto verso la fine delsecolo XIII, in pietra di Botticino. Al primo piano presenta bifore atutto sesto perfettamente romani-che, mentre nella cella campana-ria le bifore si fanno più larghe, asesto acuto con trafori geometrici.Il campanile viene ricostruito dopoil disastroso incendio del 1646 e,dalla cella campanaria in su, dopoi terribili bombardamenti della se-conda guerra mondiale del 1945.Il grande e stupendo chiostro tre-centesco è opera invece di Gugliel-mo Frizzoni da Campione, figliodel maestro comacino Marco, unodei primi architetti del Duomo diMilano.Il chiostro, gotico-lombar-do, è realizzato in cotto e pietra eviene ultimato nel 1393.

LA PALA DEL ROMANINO E IL CHIOSTROGOTICO-LOMBARDODI SAN FRANCESCO

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Abbigliamento e Calzature

Five Luxury storeCorso Palestro 9 bTel 030 [email protected]

Abbigliamento e accessori donna

Five Luxury store fino dal 1974 è il punto di riferimen-to della moda bresciana con griffe soprattutto italia-ne di abbigliamentoe accessori donna. Il concept sto-re è situato nel centro storico in un palazzo delCinquecento, affrescato da Lattanzio Gambara e ri-strutturato dall’architetto Vincenzo De Cotiis.

Bettina CalzatureCorso Palestro 32Tel 030 43342- Fax 030 48608

Calzature, accessori pelletteria, borse

Brand: JFK, Kartell, Maria Cristina, Missoni, Sebastian, Tixti

CrazyCorso Palestro 27 cTel Fax 030 42206

Dal 1979 l’abbigliamento uomo/donna sempre alpasso con i tempi. Una particolare cura e attenzioneverso i clienti e una costante ricerca del prodotto,sono le nostre priorità.

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Centro Stili di vita

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Centro Stili di vita

Fred MelloCorso Palestro 19/cTel 030 6345758 [email protected]

Assolutamente metropolitana e allo stesso tempodecisamente raffinata: la donna Fred Mello non scen-de a compromessi.Nel guardaroba dei mesi invernali giacche e giubbinidi pelle dai tagli fashion, gilet e cappe di pelliccia, piu-mini e cappotti, dalle diverse proporzioni da abbinarecon una vasta proposta di maglie e jeggings ultraelasticizzati.

Benetton 012Corso Palestro 25Tel 030 45760Fax 030 [email protected]

Ampia scelta di capi d’abbigliamento e accessori per bambini da 0 a 14 anni e premaman.

Abbigliamento

MarellaCorso Palestro 5Tel. 030 3777912

Marella propone un'offerta completa e diversificata, dallo spiritofresco e contemporaneo, al passo con gli stili di vita e i mood piùattuali. Cappotti, giacche e tailleur sono i must irrinunciabili daabbinare con piccoli pezzi easy chic.

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Centro Stili di vita

Articoli da regalo

StoppiniCorso Palestro 28Tel 030 48100www.stoppini.it

Il Negozio Stoppini è presente a Brescia dal lontano1915, in quella che ancora oggi è la sua sede, nelcuore della città. Stoppini propone una ricca sele-zione di argenti, porcellane, cristalli, stampe d'epo-ca, dipinti ed è rivenditore ufficiale di prestigiosimarchi quali Argenterie Raspini e Porcellane RoyalAlbert e Limoges. Inoltre, nel nuovo shop in shopTescoma by Stoppini, troverete un ricco assorti-mento di complementi da cucina.

Tally WeijlCorso Palestro 22Tel 030 45760Fax 030 40439

Abbigliamento e accessori donna

Abbigliamento intimo

Saint TropezCorso Palestro 25 aTel 030 280009

Abbigliamento intimo e mare.Accessori

Cristian Dior, Domani, Grazia 'lliani, Id Sarrieri, Kangkra cashemere, Miss Bikini, not shy, Paladini, Pi-up,Ristratti, Roberto Cavalli, Valery, Verde Veronica

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Centro Stili di vita

Pelletteria

FurlaCorso Palestro 4/A Tel 030 3754445

La collezione Furla è il risultato dello stile, dellapassione e della ricerca continua di una grandeazienda italiana che dal 1927 progetta, produce edistribuisce borse, calzature ed accessori di grandequalità artigianale, dalla sobria eleganza e dall’in-confondibile stile sempre contemporaneo.

Gioielleria

David J. Gioielleria Corso Palestro 36/CTel 030 3770266

Stroili OroCorso Palestro 7 Tel. 030 2807162Fax 030 2908061www.stroilioro.com

Stroili Oro è molto più di una semplice gioielleria, è unmarchio di qualità nei gioielli con le sue collezioni Klunadiamanti, Kluna perle, Glam Jewels, Primo bacio e HiroCollection.La filosofia del brand è: il lusso non deve più essere consi-derato “un lusso”.

Punto di riferimento per la gioielleria e le pietre preziose, in gra-do di soddisfare le esigenze di eleganza, preziosità ed innovazio-ne di chi aspira a un prodotto di qualità.La gioielleria appartiene al brand Blue White Group che riuniscequattro marchi, rappresentativi del gusto, lo stile e il senso delbello tipicamente italiano, accompagnato dall’estrema cura ma-nifatturiera che ne esalta la sofisticatezza e l’originalità del vero“Made in Italy”.

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Negozi di corso Palestro [33-48]

Abbigliamento e calzature

Andrea Morelli CalzatureCorso Palestro 33Tel 030 2400596

Calzature di qualità dal 1980

Le calzature Andrea Morelli, grazie all’ampia gamma di modelli proposti sposano gli outfit più easy o quelli più eleganti.Marchi: Walk Safari, Liu-Jio, 1° Classe, Roberto Cavalli, Biblos

Bar ChinottoCorso Palestro 43Tel 348 8015869

Nuova gestione

Colazioni, pranzi di lavoro e aperitivicon musica.

Bar

Bar

Caffè PalestroCorso Palestro 18 Tel 030 3774093

Segnalato nella guida Gambero Rosso 2010 fra i migliori bar d'Italia

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Centro Stili di vita

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Centro Stili di vita

Sete di JajpurCorso Palestro 40Tel 030 5785411

Classica, contemporanea, giochi cromatici, forme efantasie: ecco la collezione AI 2011 di Sete di Jaipur. La femminilità sofisticata viene esaltata da abitini e ca-micie in seta, caratterizzati da toni neutri e da elegantidisegni cachemire. Per una donna unica, eclettica esingolarmente eccentrica, stampe e colori dal passatoin omaggio alla madre del vintage Iris Apfel. Per la seraraffinate geometrie tra il bianco ed il nero. Sempremolto importanti gli accessori: le sciarpe must di colle-zione, le maxy bag in pelle, maglia e pelliccia arricchiteda ammiccanti ricami, catene e nastri di velluto.

Facchetti di Silvia MinelliCorso Palestro 35/aTel 030 47537-030 [email protected]

Abbigliamento intimo e mare

Dal 1950 Facchetti è presente nel settore sanitario (calze elastiche, cor-setti dinamici) calzaturiero ed estetico. Contraddistinguono il negozio lacorsetteria pregiata, l’intimo e i costumi da bagno. Articoli con un ottimorapporto qualità prezzo, senza trascurare i dettagli che li rendono unicied esclusivi.

Agenzie di viaggio

Last Minute TourCorso Palestro 42aTel 030 3757001Fax 030 5109338

Leader nazionale nella commercializzazione di pacchettituristici con oltre 5.000 offerte sempre aggiornate aprezzi imbattibili e il 10% di sconto sui cataloghi deimigliori tour operator. Vivi viaggia e sogna con LastMinute Tour.

Intimo

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Centro Stili di vita

Articoli per scrivere

Antiquariato

Lazzaroni - Gioielli per scrivereCorso Palestro 33/cTel 030 3753184 Fax 030 [email protected]

Articoli per la scrittura • Shop in shop Montblanc

Tutte le collezioni di penne italiane e straniere. Stilografiche inEdizione Limitata, carte pregiate e inchiostri. Inchiostri profu-mati e personalizzati. Oggettistica in pelle, borse da lavoro e daviaggio. Set per scrivania. Stampa su preziose carte filigranate.

Marchi: Montblanc, Delta, S.T.Dupont, Graf von Faber-Castell,Krone, Montegrappa, Aurora, Parker, Pelikan, Sailor, A.G.Spalding & Bros., Waterman, Lamy, Sheaffer

La Bottegantica di Regoli Silvia e C.Corso Palestro 37/cTel e Fax 030 2906260

Antiquariato. Cose antiche e usate

Mobili e oggetti di antiquariato dal XVIII al XX secolo,Art Noveau, Art Déco e anni ‘60-70.Abbigliamento e accessori vintage.

Casa di cartaCorso Palestro 48, Tel.e Fax: +39 030 43451e-mail: [email protected]

Accendi e scalda i tuoi momenti con le coloratissime e raffinate candele danesi;sorprendi i tuoi ospiti allestendo la tavola con l’originalità e lo stile unico dei no-stri accessori di carta; racchiudi e custodisci i regali scelti per le persone che piùami, lasciandoti ispirare dalla vasta collezione di romantiche scatole artigianalie dalle nostre originali confezioni regalo; trova la cornice, l’album o il carillonche più ti emoziona o realizza un sogno con le dolci bambole My Doll. Entra nelmagico mondo di Babbo Natale con le nostre decorazioni per il tuo albero, latua tavola e la tua casa.

Articoli da regalo

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Centro Stili di vita

Tappeti

Manoucher Rachtian Gallery Corso Palestro 41Tel e Fax 030 [email protected]

Antiquariato, tappeti orientali dacollezione, moderni e arazzi antichi.Negozio storico, presente a Bresciada più di 30 anni, conosciuto per lasua tradizione ed esperienza, garan-tisce la vendita, il restauro e la puli-zia dei tappeti più raffinati.

Pellicceria

Pellicceria ConterCorso Palestro 37/aTel e Fax 030 2403173

Mauro Conter offreprofessionalità, consulenza e assistenza nellascelta della pelliccia, sia pronta che su misura.

Bijoux

Pierre Interior Corso Palestro 46/cTel e Fax 030 383250Fax 030 [email protected]

Luxury bijoux and interior scenography

Un magico momento per una vita di intera magia

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Centro Stili di vita

Negozi di contrada Cavalletto

Parucchieri

Maurizio Seretti diffusionContrada del Cavalletto 12Tel 030 2906454

Nel nuovo negozio del marchio Maurizio Seretti, Fatima hair stylist, con il suo staff, crea un'immaginenuova e contemporanea adatta alla personalità della cliente.

Abbigliamento e calzature

Francesca by SottiniContrada del Cavalletto 6Tel 030 3756101www.francescabysottini.it

Abbigliamento e accessori donna

Creazioni esclusive in maglia, di nostra produzione

KombachaContrada del Cavalletto 8aTel 030 [email protected]

Abbigliamento e accessori uomo-donna

Dal casual luxury stile al su misura, mixando i piu importanti brand all’insegna del made in Italy e della ricerca di prodotto, con l’attenzione verso le esigenze del cliente al centro di tutto. Servizi di su misura e di personal shopper anche a domicilio.

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Centro Stili di vita

Foto di Mario Giacomelli, courtesy Museo ken damy

mobili e oggetti

Centocose Home & LivingContrada Cavalletto 18/28Tel 030 40180Fax 030 [email protected]

Mobili, oggetti, complementie articoli da regalo

Scoprire e riscoprire talenti:questo è ilò nostro obiettivo da più di venticinque anni. Designper passione è la caratteristicache fa da filo conduttore al nostrolavoro.

Abbigliamento e accessori

CherieTresanda del territorio n.8(traversa via Gramsci)tel. 030 -46036

Your intimite shopping

Concept caldo ed accogliente nato dall'esperienza e pas-sione di Monica nel consigliare e coccolare le sue clienti,facendo sentire ogni donna speciale ed unica con propo-ste di qualità. Abbigliamento, accessori femminili e un'ac-curata selezione di profumeria artistica internazionale.

Tresanda del territorio

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Centro Stili di vita

Laura Bathvia Fratelli [email protected]

Abbigliamento femminile

Laura Bath, negozio nato 20 anni fa, ancora oggi veste le ragazze e le don-ne di Brescia con capi sempre attuali e di tendenza, ma con un allure d’al-tri tempi dato dai particolari e dagli accessori, nonche dagli interni delnegozio.

Abbigliamento e accessori

Harbourvia Antonio Gramsci 20 b

Negozio solo per l'uomo che cerca il capo italiano, fatto dicura e qualità, con un prezzo giusto.Brand: Boglioli, Aspesi351, Hetrego, Altea, J.W.Tabacchi,Jey Coleman, Santaniello, Della Ciana, Manuel Ritz, Sermoneta, Please Walk

Mareavia Antonio Gramsci 13 awww.mareahaubour.com

Nella nuova sede di via Gramsci, Marea presenta una va-sta esposizione in un contesto ricercato e prezioso, unicoin Brescia. Brand: PME, Aspesi 351, Appartamento 50, Sil-kandSoie, Le Api Operaie, Quarzo, Altea, Tosca Blu, Chon,Sermoneta

Negozi di via Antonio Gramsci

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Centro Stili di vita

Gioielleria

Boutique Barozzivia Antonio Gramsci 16/BTel e Fax 030 3752710www.barozzi.com

L’atelier di alta orologeria e gioielleria Barozzi diretto daEnnio Barozzi, grande conoscitore dei “signori del tempo”e membro della fondazione Alta Orologeria, dal lontano1959 offre l’eccellenza dell’orologeria mondiale. Nella ric-ca gamma di proposte della boutiue, la famiglia Barozzi,riunisce la tradizione con le novità più esclusive di marchiquali: A Lange & Sohne, Audemars Piguet, Breitling, Car-tier, Vacheron Constantin, Dior, Franck Muller, Jaeger - LeCoultre Piaget e Tag Heuer.

La sposa

Collezioni La Sposavia Antonio Gramsci 19Tel e Fax 030 3751017www.collezionilasposa.com

Collezioni La Sposa è un importante atelier multibrand si-tuato nel centro storico di Brescia. L’atelier offre una colle-zione di proposte Pret à Portèr, selezionata fra i miglioristilisti internazionali e un Espace Couture creato per lespose più esigenti, che desiderano una creazione unica,personalizzata e raffinatissima, realizzata in collaborazio-ne con designers in esclusiva, ulteriormente avvalorata daaccessori e complementi particolarissimi ideati dal nostrostaff di artigiani, pellettieri, modiste e maestri di ricamo.

Bar

Cafè Gramscivia Antonio Gramsci 6/b Tel 030 2403076

Caffè, bar, tabacchi, lotto e simpatia nel posto giusto in centro

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Centro Stili di vita

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Centro Stili di vita

PIAZZA DEL MERCATORITORNA ALLE SUE ATTIVITÀ COMMERCIALI

Nonostante abbia perso parte della sua ambientazioneoriginaria, dopo l’apertura della vicina piazza della Vit-toria e del collegamento con l’attuale via Gramsci,Piazza del Mercato ha mantenuto il fascino e la dimen-sione raccolta voluta dal suo progettista nel 1552, l’ar-chitetto bresciano Ludovico Berretta. La piazza nacque grazie alle demolizioni delle mura delXII secolo che liberarono nuove aree e il salto di livellodovuto ai ruderi fece in modo che gli edifici posti sul la-to meridionale avessero due piani sulla piazza e tre sucorso Palestro.Questi edifici si collegano direttamente alle Case delGambero di corso Palestro, sempre realizzate dal Ber-retta e sono dunque figli di un preciso disegno urbanodestinato alle attività mercantili e commerciali.Completano la piazza la chiesa di Santa Maria del Lino(ora chiusa) che è del Bagnadore e il palazzo Martinen-go Palatini, opera di architetto ignoto. Una parte delpalazzo nel ‘29 ospitò la federazione fascista della Pro-vincia di Brescia e fu residenza del federale. La chiesa di Santa Maria del Lino fu costruita per custo-dire un’immagine sacra che stava esposta su una pare-te (un po’ come successe all’immagine di Santa Mariadei Miracoli, della quale abbiamo scritto nel numerouno di Stili di vita). Narra la leggenda che nel 1600 a un certo GirolamoVenturelli, che viveva in una casa dove poi sarebbe sor-to il luogo sacro, apparve un vecchio con l’asinello chelo consigliò di far celebrare una messa sul luogo, perguarire il figlio malato. Il figlio guarì e del vecchio conl’asinello si persero le tracce... L’immagine della Vergine prese posto nella chiesa(eretta nel 1609) che fu detta della Madonna dellaFontana e poi prese il nome di Beata Vergine del mer-cato del Lino, prodotto all’epoca ben presente nell’eco-nomia bresciana e che aveva il suo commercio in que-sta piazza. Ora, grazie alla progettazione volutadall’assessore alle attività produttive, Maurizio Marga-roli, la piazza tornerà alle sue funzioni originarie, scan-dita dagli antichi ritmi del mercato. Quattordici banchi, realizzati con tecnologia d’avan-guardia, quasi esclusivamente di frutta, verdura e fiori,ridisegneranno il volto di Piazza del Mercato, nello spa-zio racchiuso tra la facciata del palazzo sede del retto-rato dell’Università degli Studi di Brescia, la chiesa diSanta Maria del Lino e l’inizio del porticato. La bella fontana, sistemata da Luigi Donegani nella pri-ma metà dell’ottocento e sormontata da una sculturadi Giovanni Antonio Labus, ringrazia.

Specialità alimentari

Peter’s teahousePiazza del Mercato 26Tel e Fax 030 3758208

Té e infusi

Selezionato assortimento di Té e infusi, caffè, specialità alimentari, accessori da tè

House & Garden Piazza del Mercato 30 a telefono e fax 030 3754272

Un'emozione,un oggetto,un profumo che lega il passato al presente

Oggetti e idee per arredare

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Centro Stili di vita

All’inizio degli anni 70, nella galleria Duomo, checollega i portici di via X Giornate con Piazza PaoloVI, Aldo Engheben apre Cronos. Un negozio avve-niristico per la Brescia di quei tempi, leggermentescossa, ma non più di tanto, dalla vulgata anticon-formista della fine degli anni 60. L’ambizione èquella di farne un negozio di complementi d’arredodi design e di accessori fashion. Via, via il negozioentra nelle dinamiche del suo creatore, che ha unagrande passione orginaria, quella del teatro. Gli og-getti di Cronos prendono vita e seguono il sentire diAldo, le sue letture, i suoi viaggi, la sua arte dellostare in scena.I suoi psicoricambi, come lui amava chiamarli, sonocose non definibili, oggetti del desiderio edonisticodi chi colleziona; strumenti di un piacere che a volteappare fuori tendenza. I multipli, i cristalli, le cera-miche, convivono con gioielli antichi o di moderna-riato, in argento o in oro e perchè no, in bronzo.

Ognuno ha il proprio spazio sulla scena. Allora come oggi, Cronos rientra a pieno titolo inquei negozi non catalogabili che s’inscrivono nell’al-bo dei mercanti di sogni, dove tutto è possibile, do-ve il passato e il futuro si mescolano e hanno lo stes-so valore. Cronos è un negozio multietnico emultigenerazionale, che continua la tradizione, omeglio, che ha fatto tesoro “degli insegnamenti diAldo” - come testualmente sostiene la moglie Pa-squa Frassine - e del suo amore per le cose che san-no narrare. Non vi sembri strano quindi trovarvi dalregistratore a cassette Brionvega degli anni Sessan-ta, che manda la voce inconfondibile di Engheben,al televisore Philco del 1953, avveniristico nella suaforma a schermo piatto, accanto a un orologio datavolo Art déco, dall’imponente struttura modularein marmo rosso di Verona e un posacenere in bron-zo d’epoca Liberty. Collane in lapis, in corallo rossoo in giada, collane in argento o in pasta di vetro, va-

Cronos, in scena da 40 anni

mERCANTI DI SOGNI

Giuseppe Romano - Foto di Alberto Romano

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Centro Stili di vita

Aldo Engheben, fu protagonista degli anni del PiccoloTeatro Città di Brescia, uno dei sette cofondatori dellaCompagnia della Loggetta. Engheben, classe 1930 e recentemente scomparso,un attore dallo stile inconfondibile, 40 anni fa, aprìCronos (perchè non si vive di solo teatro), il negoziodi preziosità antiquarie o psicoricambi termine da luiconiato, che si affaccia su Piazza Paolo VI. Nel 1972 all’ingresso del negozio appese un cartelloche portava scritto: “Vietato l'ingresso agli svizzeri”,singolare risposta provocatoria ai cartelli apparsi inquei giorni a Zurigo, che proibivano l’ingresso a noiitaliani, equiparandoci di fatto ai nostri amici a quat-tro zampe con un: “Vietato l'ingresso ai cani e agli ita-liani”. La cosa fece molto scalpore tanto da finire sulla“Domenica del Corriere” in un’illustrazione di Biffi-gnandi e da suscitare un vero e proprio commenta-rio, gelosamente conservato dalla moglie Pasqua. Di Engheben attore ricordiamo alcune interpretazio-ni degli anni memorabili della Loggetta, quali: Finaledi partita, in cui fu un indimenticabile Hanun, La rige-nerazione, Eloisa e Abelardo, Dietro il ponte c'è un ci-mitero, di Sandro Fontana e L'obbedienza non è piùuna virtù. Riferito a questa ultima opera, Renato Bor-soni ha recentemente scritto un episodio, nel ricordodi don Enzo Mazzi, in quegli anni frementi. “Eravamo Compagnia della Loggetta, nella primave-ra del 60 - scrive Borsoni su Bresciaoggi - quando do-po la morte di don Milani - avvenuta a un tiro dischioppo dall'Isolotto, il quartiere dove era parrocodon Enzo - ci eravamo buttati nell'impresa, teatralenaturalmente, di diffondere le idee del priore con untesto elaborato dalla Mezzadri e intitolato «L'obbe-dienza non è più una virtù». Ci chiamavano dovunque, e io e Aldo Engheben, i dueattori, qualche volta accompagnati da Mina Mezza-dri e Arnaldo Milanese per «segue il dibattito», rag-giungevamo i tecnici Piero Gabusi e Luigi Baccanelliche allestivano la scenografia… Arrivammo all'Isolot-to e trovammo lì fuori don Enzo e i nostri tecnici adaspettarci. Al parroco il cardinale Florit aveva tolto lechiavi della chiesa, malgrado le manifestazioni piut-tosto vistose dei parrocchiani ... Per di più, pioveva.La consultazione fra di noi fu rapida e la decisioneunanime: facciamo lo spettacolo sul sagrato, senzascena e con gli ombrelli. All'ora prevista don Mazziraccontò le premesse alla piazza gremita, gremitissi-ma. Baccanelli, il tecnico anarchico con una infinitasciarpa rossa, allestì microfoni, casse, e due leggii.Don Mazzi, con due ombrelli aperti, si mise in mezzoa noi due, e lo spettacolo incominciò, così…”

Vietato l’ingresso agli svizzerie l’obbedienza non è più una virtù,gli anni “frementi” di Aldo Engheben

si di Murrina e posate d’argento, orologi da tasca in oro(a doppia cassa o con una graziosa cassa a moneta) emonachine (orologi da tasca al femminile che si portava-no al collo, o sospesi a una chatelaine con specchiettoper il trucco, matita per il carnet e ampolla di profumo,durante le feste da ballo), charms inglesi, sempre più rari,braccialetti di varie fogge e tutto quanto può offrire curio-se e piacevoli sensazioni. Come in un teatro, gli oggettipreziosi, quelli etnici, vintage e d’antiquariato, stanno inscena.Su il sipario! Gli oggetti ci raccontano altre vite vissute inspazi temporali diversi dal nostro, tra abitudini e tradizio-ni magari a noi sconosciute. Ci narrano del loro tempo o della casualità di un incon-tro, come quello avvenuto tra un imponente registratoredi cassa Made in USA, dei primi del Novecento, prodottoper l’Italia e Engheben, che lo acquista in un negozio mi-lanese, mentre si reca al teatro Manzoni e lo fa caricaresul furgone che trasporta le scene. Mostrare e offrire al pubblico gli psicoricambi di Cronos,è in fondo un modo per venire a patti con il passato, tra-sformando le storie appartenute ad altri, un po’ come fa-ceva Aldo con il suo teatro. Per questo, pur senza esser-ne autori, ne siamo facilmente coinvolti, in un’esperienzadi cui possiamo dirci in parte protagonisti. Il ricordo diqualcosa, rimasto in qualche angolo remoto della nostraconoscenza si materializza. “Tredici schiavi nel giardinodel re/stanno cercando il fiore sacro per te/ hai attraver-sato cento nuove città/ tra poco il viaggio dolce meta sa-rà” cantavano i Timoria nel loro Mercante dei sogni...

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I ferri taglienti di Marenda

BRESCIA, COmmERCIO D’ECCELLENZA

Anche Brescia ha i suoi fratelli (dei) coltelli. No, nonstiamo parlando del film degli anni 90 di MaurizioPonzi, al quale prese parte anche la Simona nazio-nale, ne del più interessante libro antologico di Gior-gio Bocca, uscto per i tipi di Feltrinelli, ma di duefratelli, Cesare e Mario Marenda titolari della notacoltelleria di Corso Cavour. A differenza dei prota-gonisti del film loro vanno d’amore e d’accordo al-meno su un punto, che è poi quello che a noi inte-ressa e cioè nel continuare il mestiere del padreLuigi Marenda che nel lontano 1927 aprì il negoziodi ferri taglienti. A proseguire nel lavoro di famiglia,oltre ai fratelli Mario e Cesare, il figlio di questo ulti-mo, che porta il nome del nonno Luigi. Nel campodegli strumenti da taglio i Marenda vantano dunqueuna lunga tradizione, frutto dell’esperienza maturatalavorando l’acciaio e i taglienti, attenti al variare de-gli usi delle mode e degli indirizzi del mercato.Se nell’epoca di nonno Luigi erano gli strumenti da

taglio per l’agricoltura a farla da padroni con ronco-le, forbici da potare e coltelli da innesto, ora è lamoda dei sofisticati e preziosi coltelli da cucina in ce-ramica di Kjocera, brand giapponese, o i KasumiDamasco a 36 laminature, ad attirare l’attenzionedegli amanti della casa o, per chi vuole rifarsi allatradizione dei corazzieri del re di Francia, la sciabolaSabre de Champagne griffata Laguiole. “La sciabola dovrà scivolare sul collo della bottigliasopra la saldatura e seguirla fino a colpire con deci-sione il cercine...”. Operazione più facile a dirsi chea farsi, ma certamente una sciabola (sabre alla fran-cese) è un regalo insolito, che riporta ad antichi ce-rimoniali. Dalla Francia all’Oriente, il passo è breve.Ecco allora fare bella mostra nelle vetrine di Maren-da, le Katane giapponesi, lunghe spade a lama cur-va e a taglio singolo usate dai Samurai, o le riprodu-zioni di spade mitologiche, anche degne dei migliorfantasy, come l’Excalibur. Sì, proprio quella della

Giangabriele Paolantoni - Foto di Alberto Romano

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Centro Stili di vita

Spada nella roccia della leggen-da arturiana, anche se la magiadi Merlino che permise a UtherPendragon, re di Britannia, digiacere con la bella Igerna, nonè garantita.Corazzieri del re di Francia, Sa-murai, discendenti di re Artù,ma anche chi oggi compie mis-sioni di pace nel mondo, come ilcorpo degli Alpini. Alla loro do-tazione si deve il coltello militareExtrema Ratio (in vendita da Ma-renda), un’officina meccanica diprecisione italiana, specializzatanella produzione di utensili da ta-glio e perforazione. La francese Laguiole, scrive delsuo coltello pieghevole: “Riccodi 160 anni di storia e di aned-doti ancor oggi si rivela inegua-gliabile per tagliare tutti queiprodotti della terra che crescononegli odorosi pascoli fioriti del-l’Aubrac...”, ma la storia dellaproduzione dei ferri taglienti, delpugnale o del coltellino pieghe-vole regionale italiano è altret-tanto ricca: dal Maniago delFriuli, allo Scarperia in Toscana,dal molisano Frosolone, al Patta-da sardo. Tante tipologie di unostrumento indispensabile neltempo ai contadini, ai pastori, aipescatori e ai cacciatori e oggi,frequentemente oggetto di uncollezionismo che ha più proseli-ti di quanto si possa pensare.Nella coltelleria Marenda si tro-vano numerosi pezzi da collezio-ne di grande valore, come uncoltello dell’amore, dal manicoin corno di bufalo nero, con in-castonati gli Occhi di dado (si-mboli contro il malocchio), in ar-gento e avorio e la lama, dallametà inferiore del dorso smerla-ta, rigorosamente incisa nel ri-cordo di lei.Un pezzo unico da un migliaio dieuro, ma l’amore, si dice, chenon abbia prezzo...Se ai coltellid’amore veniva assegnato il

compito di sancire i legami affetti-vi (una chiave di lettura è costituitadall’identificazione tra uomo e col-tello, particolarmente accentuatain alcune culture, per cui l’inna-morato che faceva alla donna unsimile dono offriva simbolicamen-te se stesso) ed era lei a tenerequel pegno, vi sono gesti quotidia-ni che di solito fa lui, come quellodel radersi. Per questo nel negoziodei Marenda puoi anche trovarecomuni rasoi e se amate i rituali ditale gesto, non fatevi sfuggire lacrema con pennello da barba dellapiù importante barberia del mon-do, la londinese Trufitt & Hill -Est. 1805 “The Oldest barberShop in the World” e la sua riccagamma di prodotti da profumeriapre e post rasatura.

I fratelli Marenda, come si vedeanche nella foto, continuano nonsolo a offrire la loro esperienzadecennale nell’acquisto, ma anchea garantire il filo delle vostre lame,con la saggezza e la maestria di untempo, quando un coltello dovevainnanzi tutto tagliare per mangia-re e a volte per difendersi, senzaessere Rambo e quando fosse sta-to strettamente necessario. A proposito di rituali, se vi hannoregalato un coltello, sappiate chela tradizione vuole che voi versiateuna moneta a chi ve ne ha fattodono e se tenete una lama pieghe-vole in tasca quando andate a cac-cia, o solo per staccare un porcinodal terreno, non mettetelo nellalavastoviglie, ma strofinatelo accu-ratamente con un panno.

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OSPITALITÀ BRESCIANA NEL CENTRO

Nonna Barbara, rinnova l’antica tradizione

L’origine dei krapfen è collegata alle feste di Carne-vale, in Austria, esattamente nei pressi di Ganz, (Fa-schingsk krapfen auf Grazer art) quando i krapfenerano fritti e venduti nelle strade. Dunque furono gliabitanti del capoluogo della Stiria a gustare per pri-mi questa frittella che non somiglia a nessun’altra.Alcuni sostengono che Krapfen fosse addirittura ilnome di un farmacista del XVII secolo, che univa al-le conoscenze della farmacopea anche quelle dellapasticceria. Sarebbe lui, dunque, l'inventore delbombolone austriaco. In questo caso, l’origine risa-

lirebbe certamente al ‘600, perchè successivamenteun editto impedì ai farmacisti di dedicarsi all'arte del-la pasticceria.Per noi bresciani, che gli austriaci li abbiamo avuti incasa più di un secolo e mezzo fa, i krapfen hannosempre avuto la qualità della signora Barbara chesbucando dal retro del negozio, con i suoi vassoi, celi spiatellava caldi e profumati nei lunghi sabati in-vernali di corso Cavour. La storica forneria Boglioli già Birbes è stata unameta della gioventù degli anni 60 e 70 e poi tappa

A Dicembre, in un elegante locale completamente rinnovato, nonna Barbara, la figlia Tati e il genero Osvaldo, riaprono la storica forneria di corso Cavour

Osvaldo Panini - Foto di Alberto Romano

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obbligata per lungo tempo anco-ra. Intere generazioni hanno fattola coda davanti a quel piccolo ne-gozio al civico 3 di fronte al palaz-zo in stile neomedioevale, là dovela via confluisce nel più rinomatocorso Magenta, poi alcune vicen-de sembravano aver posto termi-ne a quell’abitudine, cedendo ilpasso ad altri luoghi e ad altremode. Mangiare un trancio dipizza o i krapfen in corso Cavoursono stati dunque una sorta di ri-tuale di intere generazioni in tra-sformazione, sicuramente golo-se/gelose della tradizione ed è aquelle generazioni che guarda lariapertura dello storico negoziodel centro, con nonna Barbara(che ha superato il traguardo deinovanta) a mettere anima e cuorenel rinnovato e elegante locale,che riaprirà i battenti nel mese didicembre, sfornando pizze, krap-fen e preziosi prodotti da forno. Statene certi, con il ritorno dellasignora Barbara affiancata dallafiglia Tati e dal genero Osvaldo, il

nuovo negozio rivivrà gli antichifasti. Antichi fasti per una pizzetta, undolce artigianale o una focaccia:vi sembra un’esagerazione? Dipende dai vostri peccati di go-la... Se siete inappetenti e il pia-cere è da rifuggire, passate congarbo, date un occhiata al nuovolocale e tirate dritto, ma fate at-tenzione perchè il profumo dellecose autentiche ha la forza d’in-durre in tentazione anche i peni-tenti. E del pane, che dici del pa-ne? Dico che Cappuccetto Rossoportò alla nonna un paniere pie-no di focacce e Pollicino segnò lasua strada con briciole di pane...Se un vero krapfen deve averequattro requisiti: essere stato i-mpastato con lo strutto migliore,fritto nell’identico condimento, ri-pieno di marmellata all’albicocca(in quanto un goloso esigente nonaccetterebbe mai altre varianti) einfine servito caldo e spolverizza-to di zucchero; tre sono i requisitiche hanno reso possibile la riedi-

zione dell’antica tradizione deiprodotti semplici e buoni: forza,amore e tenacia di nonna Barba-ra, Tati e Osvaldo. Felice Natale nonna Barbara ...

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Del come il Che e Santa Claus, divennero inconsapevolitestimonial

Che Guevara.Alberto Diaz Korda e il primato di diffusione di una sola immagine

Una prima inquadratura verticale,una seconda orizzontale, dueclick capaci di diffondere un mito.L’Avana, Piazza della Rivoluzio-ne, Fidel Castro parla alla folla ra-dunata. È un giorno carico di ten-sione e rabbia: una nave èesplosa nel porto della capitalecubana, provocando morti e feri-ti. Che Guevara sale per pochiminuti sul palco a scrutare quellamarea di gente e Korda è lì, conla sua Leica. “Ora, cogli l’atti-mo...”, dev’essersi detto. Il foto-grafo capisce che in quello sguar-do austero ma velato di tristezza,passa l’anima del “guerriglieroeroico”. Korda, all’anagrafe Al-berto Diaz, sceglie poi tra i duescatti quello orizzontale, la frazio-

ne di un secondo ha cambiato laluce negli occhi del Che; scegliela parte centrale del fotogrammae consegna così alla storia unadelle icone che hanno dato lustroalla fotografia dei tempi moderni. Ironia della sorte l’immagine nonviene pubblicata dalla stampa cu-bana. Alla morte del Che, Kordaregala a Feltrinelli, in uno dei suoitanti viaggi a Cuba, due copie diquella fotografia e proprio dal-l’Italia quell’immagine fa il girodel mondo. Resa al tratto, in variefogge e colori, la foto del Che fi-nisce ovunque: su bandiere di lot-ta e speranza di popoli oppressi,ma anche su bandiere meno no-bili di molte tifoserie del calcio;scavalca a piè pari le ideologieprima ancora della caduta dellaseconda Repubblica, finisce a de-stra e a sinistra, diventando em-blema contraddittorio della storia

moderna, povera di fedi e di me-moria. In questi anni si è sentito:Il Che è morto, lunga vita alChe! È così che Korda, afferma-to fotografo di moda degli anni‘50, “arruolato” personalmenteda Castro dopo la rivoluzione cu-bana e da poco scomparso, vantail primato di diffusione di una solaimmagine...

Santa Claus (Babbo Natale),di rosso vestito da Sundblom per la Coca Cola...

Babbo Natale altro non è che SanNicola, vescovo di Myra, vissutonel Trecento d.C. La convinzionedel vescovo Nicola miracoloso siconsolidò dopo la sua morte e ungran numero di leggende si diffu-sero in tutto il Medio Oriente, fi-no alla sua santificazione. Una di queste racconta che ingioventù Nicola, già avviato sulla

FOTOGRAFIA FINE ART

Vi sembrerà irriverente, ma nella storia moderna due sono le icone che loro malgrado si sono consolidate comeveri e propri esempi del primato della diffusione dell’immagine: Che Guevara e Babbo Natale. Il primo è l’ultimo eroe romantico del Novecento, immortalato da Korda; il secondo è San Nicola, di rossovestito da Sundblom per la Coca Cola. Ironia della sorte, la prima storia si svolge a Cuba e l’altra negli USA, manella terra di mezzo ci sono sempre gli italiani...

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Giuseppe Romano

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strada del bene, venne a cono-scenza di un uomo benestante checaduto in disgrazia per fare fronteai debiti pensò di avviare alla pro-stituzione le tre figlie. Nicola preseun po’ di denaro, lo avvolse in unpanno e lo gettò nella casa del-l’uomo, dissuadendolo così dal-l’ignobile intendimento. Di questo episodio parla ancheDante nel Purgatorio (XX-31-33«…Esso parlava ancor de la lar-ghezza/ che fece Niccolò a le pul-celle,/ per condurre ad onor lorgiovinezza…»). Il Santo dunqueper due notti consecutive, lanciòun sacco di monete d’oro all’inter-no della casa delle tre fanciulle,ma al terzo giorno, trovate le fine-stre chiuse, pensò bene di calarlodal camino … Fu così che nella fantasia popola-re San Nicola diventò “portatoredi doni”, dapprima nella sua not-te, il 6 dicembre e successivamen-te nella notte di Natale. Sette secoli dopo la sua morte,quando in Puglia subentra il domi-nio Normanno, il turco Nicola diMyra diventa Nicola di Bari. Ses-santadue marinai baresi, sbarcatinell’Asia Minore già soggetta aiTurchi, arrivano al sepolcro delvescovo e s’impadroniscono deisuoi resti, che il 9 maggio 1087

giungono a Bari accolti in trionfo.Il culto del Santo si diffonde nel-l’Europa del Nord e tramandatodagli immigrati olandesi, giungeoltre Oceano, con il nome di San-ta Claus (da Sinterklaas, nomeolandese di un personaggio fanta-stico derivato da San Nicola).L’America si appropria ben pre-sto della leggenda (tralasciando leorigini orientali del Santo).Nel 1809, per la prima volta, loscrittore americano WashingtonIrvin racconta degli spostamenti diBabbo Natale nel cielo per la di-stribuzione dei regali; nel 1821 ilpastore Clement Clarice Moorescrive una favola sul Natale, per ibambini, nella quale il personag-gio di Babbo Natale appare conuna slitta tirata da otto renne (Lerenne in Anatolia? La fantasia alpotere...). Nel 1860 ThomasNast, illustratore e caricaturista delgiornale New Yorkais Illustra-teur Weekly, riveste Babbo Nata-le di una lunga mantella guarnitadi pelliccia e successivamente nestabilisce la residenza al PoloNord. Le gesta di Santa Claus an-darono avanti per anni, tanto chelo scrittore americano Gorge P.Webster precisò che la fabbrica digiocattoli e la dimora di BabboNatale erano nascoste tra i ghiac-

Immagine del Che dal web. Sotto un’ i l lust raz ione pubbl ic i tar ia d iH a d d o n S u n d b l o m . (La storia di Babbo

Natale è stata liberamente tratta da uno

scritto di Mauro Maggio sul web)

ciai del Polo. Fino a quando, nel1931 arrivò lo sponsor: la CocaCola decise di usare Santa Clausnelle sue campagne pubblicitarie ecommissionò a Haddon Sundblom,l’incarico di ridisegnare il vecchioBabbo Natale. L’illustratore fu ispi-rato dal suo vicino di casa, commes-so viaggiatore, uomo grasso, conbarba bianca e fare pacioso, peren-nemente affaccendato con la suamerce. Haddon Sundblom dopoaverlo ritratto, lo vestì con i colorirosso e bianco della Coca Cola. Il gioco era fatto! A partire da quel giorno nessuno almondo ha mai più visto Babbo Na-tale raffigurato con colori diversi dalrosso e dal bianco della Coca Cola. Ecco dunque il testimonial della piùriuscita campagna pubblicitaria del-la storia moderna. Buon Natale!

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Carlo Massoletti: “QuestoPgt, non s’ha da fare”

“Pgt: se rimane così, mettiamo unapietra tombale sul centro storico”. Così esordisce Carlo Massoletti, 56anni, imprenditore commerciale,Presidente dell’Associazione Com-mercianti della provincia di Bre-scia, eletto nella giunta nazionaledella Confcommercio e nella giun-ta della Camera di Commercio diBrescia e (tra le altre cariche) pre-sidente della Brixia Expo Fiera diBrescia. Massoletti non lesina parole fortie chiare nel censurare l’imposta-zione del Pgt, licenziato dal con-siglio comunale: “È un’imposta-zione devastante per il futurodella città che non trova alcuna

giustificazione. L’intenzione diaggiungere 100.000 metri quadrifra commerciale e terziario in al-meno cinque aree cittadine nonpuò che avere ricadute pesantissi-me sul sistema distributivo tradi-zionale e sulla permanenza dei ne-gozi di vicinato, che garantiscono

IL PUNTO E I PUNTINI

reddito e presidio sociale del territorio, a partire dal cen-tro storico. Appare paradossale - come sta scritto sulle os-servazioni al Pgt fatte nel mese di Settembre dall’Associa-zione Commercianti - che mentre il mercato si staripiegando e le imprese commerciali faticano a rimanerecompetitive, si pensi a insediarne di nuove, anzichè predi-ligere interventi di razionalizzazione. L’indirizzo di questoPgt è dunque da censurare - continua il presidente del-l’Ascom - e va riscritto interamente. Non è certo questol’unico modo possibile per qualificare le aree dismesse oper far cassa, attraverso gli oneri di urbanizzazione, daparte dell’amministrazione comunale. Per fare cassa siinizi a cedere alcune partecipazioni societarie o a vendereimmobili e per riqualificare il territorio si guardi al verdepubblico o agli impianti sportivi di quartiere, per fare unesempio”.Secondo Carlo Massoletti le scelte individuate sono incontrotendenza con la “nuova” economia, in altre parolecon quella che viene definita green economy (economiaverde) o della sostenibilità, che non può che avere occhiattenti sulla valorizzazione dell’esistente.“A cosa serve realizzare una metropolitana che congiungela periferia al centro della città se la gente non verrà incentro, perchè implicitamente bloccata da una barriera diofferte e di servizi commerciali al suo esterno? Parados-salmente, meglio prevedere uno sviluppo verticale delcentro della città, anzichè ipotizzare nuovi insediamenti.Questo Pgt inoltre, è in contrasto con la visione turisticadi Brescia, frequentemente sbandierata. Un’offerta turi-stica qualificata ha infatti bisogno di una rete commercia-le di qualità nel centro storico. Per questo vanno avviatepolitiche di riqualificazione e rivitalizzazione del territorioe della rete dei servizi commerciali a partire dal sostegnoe dal rilancio dei centri commerciali naturali. Anche sulle strutture ricettive non ci siamo, non serve in-

Stili di vita a colloquio con Carlo Massoletti, presidente dell’Associazione commercianti dellaprovincia di Brescia. La posizione dell’Ascom sul Pgt. La perdita di competitività del nostroterritorio e la necessità di un commercio sostenibile. Il giudizio sui DUC e gli istituti finanziari.Le imprese devono produrre innovazione.

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fatti prevedere nuove strutture alberghiere. Evidente-mente non è stato considerato che in questi anni si è re-gistrato un eccessivo incremento dell’offerta alberghie-ra, superiore all’incremento delle presenze turistiche eche l’indice di occupazione camere di Brescia capoluo-go è da almeno cinque anni fra il penultimo e il quintul-timo posto in Italia. Di contro andrebbe favorito l’ammodernamento dellestrutture ricettive esistenti in considerazione di quan-to sia cambiato il quadro del turismo. Lo stesso venirmeno del turismo d’affari, conseguenza della crisi del-l’industria manifatturiera bresciana e la recente pro-mozione di Santa Giulia a patrimonio dell’Umanità, im-pone nuove strategie capaci di sostituire il vecchiobusiness. Blocchiamo dunque questo Pgt e diamo ri-sposte coerenti a una città, che ha già una densitàcommerciale tra le più elevate su scala europea”.Opzione zero e Pgt completamente da riscrivere, maciò nonostante non mancano gli aprezzamenti suquanto di positivo è stato fatto o progettato dal gover-no della città, in particolare per quanto riguarda la via-bilità e la fruibilità del centro, utili sì alle imprese, mapure attenti alla sostenibilità ambientale.“Condivisibile e intelligente - sostiene Massoletti - larealizzazione del parcheggio sotto il Cidneo, perchè uncentro non può vivere senza infrastrutture, come è au-spicabile il rapido completamento del parcheggio e lasistemazione di Piazza della Vittoria”.Al ruolo del commercio, come elemento determinantedei processi di qualificazione del territorio si legano iDistretti Urbani del Commercio, sui quali, pur sottoli-neandone alcuni limiti, Massoletti esprime un giudiziopositivo, auspicando che l’amministrazione comunaleintervenga sulla Regione Lombardia, per garantire unsistema finanziario di medio e lungo periodo. “É indi-spensabile aiutare le piccole e medie imprese del com-mercio, a superare una crisi economica e dei consumiche nel tempo è divenuta strutturale, tanto più sul no-stro territorio, dove è evidente la perdita di ruolo del-l’impresa manifatturiera. Non assistenzialismo dunque, ma la capacità di crea-re valore. Certo - aggiunge il presidente dell’Ascom - isoldi dei Distretti urbani non devono servire, come è av-venuto in alcuni comuni, per fare fronte a opere ordina-rie quali la sistemazione dei marciapiedi, bensì devonovalorizzare il territorio attraverso progetti di marketinge d’innovazione, come è stato fatto a Brescia”.Va inoltre riconquistata una capacità contrattuale dellacittà, ad esempio: “Non è possibile che per lo smalti-mento dei rifiuti le imprese commerciali bresciane deb-bano pagare all’Aprica (impresa del gruppo A2a) unatassa tra le più alte in Lombardia, ben superiore a quel-la che viene pagata in altri comuni, per lo stesso servi-

zio garantito dalla stessa società. Il ruolo di Brescianella A2a va adeguatamente salvaguardato e la no-stra città deve tornare a essere sede di momenti deci-sionali”.Quella della perdita di competitività del nostro territo-rio rispetto ad altre aree urbane (quali Bergamo e Ve-rona a esempio) e della necessità di risalire la china, èun tema più volte sottolineato dal presidente del-l’Ascom nel corso dell’incontro e in Massoletti c’è unavisione di ampio respiro strategico verso ciò che do-vrebbe essere: “Il commercio moderno, un commerciosostenibile e trasparente, grazie a regole equilibrate ea precisi strumenti di programmazione, non lesivi del-la libertà d’impresa”. A una precisa domanda sul rapporto tra banche e pic-cole e medie imprese, Carlo Massoletti tratteggia unquadro a luci e ombre, ma sottolinea un giudizio positi-vo su quegli istituti finanziari che hanno radici profon-de nella città di Brescia, come l’UBI. Per concludere un richiamo all’innovazione che nelcommercio va al di là del concetto d’innovazione tec-nologica per abbracciare la tipologia della merce mes-sa in vendita, la pubblicità e la varietà dei servizi offertidalle imprese . Per questo (grazie alla consulenza di Kiki Lab, alla colla-borazione di Ascomfidi e alla sponsorizzazione dell’UBIBanco di Brescia) l’Ascom ha istituito il Premio per l’in-novazione del Commercio, con l’obiettivo dichiarato disollecitare gli operatori a: “innestare un circuito virtuo-so di progetti innovativi concreti e di successo”.

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Fabio Rolfi, vice sindaco,responsabile e intransigente

FATTI E MISFATTI

Stili di vita (Toni Massoletti e Giuseppe Romano), a colloquio con il vice sindaco della cittàFabio Rolfi. Gli obbiettivi perseguiti nel campo della sicurezza e della vivibilità del centrostorico. La pedonalizzazione compatibile che piace ai bresciani. La necessità di un cambiogenerazionale della politica e una Lega sempre più radicata sul territorio.

GOVERNO

Fabio Rolfi, classe ‘77, neo segretario provincialedella Lega Nord, nella quale milita da sedici anni; vicesindaco della città nella giunta Paroli dal 2008, dopoessere stato eletto consigliere comunale con più dimille preferenze, nonostante la sua giovane età, èconsiderato da molti un “duro” della politica cittadi-na. Forse per quel suo atteggiamento intransigenteche lo ha visto protagonista nei “giorni della gru”quando un gruppo di immigrati si arrampicarono atrenta metri di altezza per protestare sul mancato ot-tenimento dei permessi di soggiorno.A chi in quel tempo lo ha additò come il responsabiledella frattura sociale della città, dovuta allo sgomberodella zona di via Lupi di Toscana, che precedette igiorni della gru, rispose: “Quando hai un ruolo isti-tuzionale hai pure delle responsabilità. Avevanotrasformato la zona in una baraccopoli, non pote-vamo tollerare altri abusi”. Insomma Fabio Rolfi,vice sindaco leghista, se ha un’idea la difende a ognicosto e non inganni il suo volto pacioso di cittadinomite. Sulla quella vicenda ricorda come: “Siano statii commercianti a pagare il costo più alto di queigiorni e come di contro nessuno abbia risarcito idanni subiti dalla città e dai suoi residenti. L’atte-nersi alle regole e alla buona convivenza è un do-vere che non lede il diritto di dimostrare”. I concet-ti di legalità, di buon governo e di pulizia morale sonoben presenti nell’opera di Rolfi, anche quando smes-si i panni di vice sindaco e indossati quelli di segreta-rio della Lega Nord si rifà alle idee, ai modi e allo stiledi far politica di quell’area del suo partito più vicina alministro Maroni, riassunti nel programma che lo haportato ai vertici del movimento leghista nella nostraprovincia. Ancora non si sono individuati i rottama-tori del centro destra, ma Fabio Rolfi fa della richiestadi un cambio generazionale, uno dei suoi cavalli di

battaglia. La sua investitura a segretario provincialenon ha però spostato gli equilibri in giunta, ancheperchè: “La Lega è ben radicata sul territorio bre-sciano e la coincidenza di ruoli non può che raffor-zare l’Amministrazione chiamata a concludere ilproprio mandato nei prossimi due anni, certamen-te difficili e impegnativi”.

BRESCIA SICURA

Nel sottolineare come nota di merito a Rolfi, l’impe-gno profuso a far sì che una porzione di Corso Pa-lestro chiusa al traffico tornasse alla normalità (do-po anni di vendita illegale di merce contraffatta da

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parte d’improvvisati ambulanti stranieri) gli chiedia-mo di tracciarci un bilancio sulla sicurezza, nel suoruolo di sovraintendente delle funzioni dell’Ammini-strazione comunale su questo tema.“Il bilancio - sostiene il vice sindaco - è positivo.L’impegno era quello di fare in modo che la cittàforse maggiormente controllata e sorvegliata, incollaborazione con le forze di polizia. Sono statiassunti più agenti di polizia municipale, segnan-do così un incremento del personale e sono statiaperti tre distaccamenti in nuovi locali, con parti-colare riferimento alle zone più a rischio”. Del resto l’attenzione ai problemi della sicurezza diBrescia, è stata anche oggetto di una recente visitadel ministro degli Interni, Roberto Maroni al Palazzodella Loggia. A fare il punto sul patto “Brescia sicu-ra” oltre al sindaco Adriano Paroli e a Fabio Rolfi, ilprefetto Narcisa Brassesco Pace e il questore LucioCarluccio. In quella sede si è parlato anche di rifor-ma della Polizia locale, un progetto di legge al qualeBrescia ha contribuito in maniera consistente.“Certo - precisa Rolfi - non bastano le operazionidi prevenzione e repressione per trasformare lapercezione che i cittadini hanno di una città insi-cura, vanno messe in atto politiche collaterali epolitiche di integrazione sociale. L’evidente tra-sformazione avvenuta in questi anni, presupponela non ghetizzazione di alcune aree del centrostorico e questa può essere attuata con progettilungimiranti, che sappiano mixare la presenza so-ciale. In questa direzione va il progetto di atten-zione della giunta ai giovani universitari, anchecon la realizzazione di strutture come quella ven-tilata in Largo Formentone. Discutiamo pure del

tipo d’intervento, quello ipotizzato può piacere omeno, ma questa è la strada da intraprendere. In-tegrazione sociale, dunque che per Rolfi: “Non è daconfondersi con la politica dell’assistenzialismocosì come frequentemente viene intesa da unaparte dell’associazionismo cattolico “basista” edalla sinistra sindacale bresciana. La giustizia so-ciale, non può prescindere da alcuni presupposti- sostiene Rolfi - e le forme assistenziali possibilinon possono andare a discapito delle famigliebresciane e premiare i soli immigrati”.

PGT E SPAZI COMMERCIALI

“Il Pgt (Piano di governo del territorio) deve cam-biare! - Strilla l’opposizione.”Il Pgt è una sartoriad’interessi - ha sostenuto il capo gruppo del PD inLoggia. Emilio Del Bono - In 10 anni si consumeràil 10 per cento di superficie agraria utile, si co-struiranno altri 300 mila metri di commerciale(con sei nuovi grandi centri) oltre ai 500 mila giàesistenti e la grande distribuzione, che oggi conta78.000 metri in tutta la città crescerà di altri98.000, cioè del 124 per cento. Numeri inspiega-bili contro gli interessi della città.” Dai banchi del governo, anche gli esponenti leghistisono scesi in campo nel corso del dibattito che hapreceduto l’approvazione del Pgt, per ridurre i volu-mi previsti dei grandi centri commerciali. Fabio Rolfi ancora una volta ha scelto la stradadell’attenzione a quelle componenti sociali che han-no fatto e fanno riferimento al suo partito e coeren-temente ha puntato i piedi. “Bisogna gestire i cambiamenti e non sradicare il

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territorio urbano, pur valutando i vari interessi incampo e l’aver presentato emendamenti in fasedi approvazione del Pgt è un segnale preciso del-le scelte della Lega Nord. Le osservazioni al Pgtscadranno il 20 Dicembre, c’è il tempo per trova-re una soluzione condivisa!”. Sostiene il vice sinda-co, che si è così dimostrato un prezioso alleato diquanti (la Confesercenti, l’Ascom e il ConsorzioBrescia Centro) si sono dette subito contrari a nuovicentri commerciali in un territorio che ha già supe-rato la soglia delle percentuali europee.“Abbiamogiocato il primo tempo e non siamo andati sotto- l’esempio calcistico di Rolfi - ora ci prepariamo agiocare il secondo tempo”. Vedremo come va a fi-nire; intanto la Lega ha incassato il niet sull’amplia-mento della moschea, tanto che il sindaco AdrianoParoli, in un’intervista apparsa a Ottobre su Il Gior-no, ha chiosato:“La Lega esprime un malesserecondiviso; nessuno di noi pensa che lo straniero siaun problema: ma se l’accoglienza spetta a noi è al-trettanto vero che l’integrazione la devono volere lo-ro (gli stranieri ndr). La libertà di culto è inviolabile, ma sappiamo beneche certi luoghi sono diventati coacervo di proseliti-smo e non di preghiera”.

PEDONALIZZAZIONE DEL CENTRO

Proviamo una provocazione e chiediamo al vice sin-daco della città se non abbia sposato la causa am-bientalista, con le sue ultime prese di posizione sullachiusura del centro storico e la pedonalizzazione dialcune vie. Fabio Rolfi non fa una piega, e s’inseri-sce nel sentire dei cittadini: “I cittadini sono moltoattenti al futuro di una città vivibile e ai problemidella salute, dell’ambiente e degli spazi di socia-lizzazione del territorio. Un progetto di pedonalizzazione ragionevole econdiviso, che tenga conto di dati reali sui flussidi auto in città, dei bisogni dei residenti e deglioperatori commerciali del centro, è imprescindi-bile. Da qui la chiusura graduale al traffico di al-cune aree come Corso Mameli e Piazza Paolo VIe quella preventivata di Piazza della Loggia. Cer-to tutto questo va accompagnato da precise scel-te per quanto riguarda i parcheggi, come quelleprogrammate del parcheggio sotto il Cidneo edella sistemazione del piano del parcheggio diPiazza Vittoria, per i residenti. Il tutto - sottolineaRolfi - integrato a un percorso d’incentivazionedegli eventi che rivalutino il centro storico e lasua accoglienza, vanto del lavoro di questa Ammi-nistrazione e di chi ne ha condiviso il progetto”.

LA LEGA E IL GOVERNO DELLA CITTÀ

Il momento è di quelli che rischiano di lasciare il se-gno indelebile della povertà alle future generazioni,è dunque il momento delle responsabilità nell'inte-resse del paese. Con un effetto a valanga, la crisieconomico-finanziaria bypassa i governi e gli statinazionali, vanifica i diktat delle istituzioni europee,fino a riscrivere il rapporto tra sovranità, democra-zia, capitalismo e mercati. A questo contesto il se-gretario della Lega e il vice sindaco della città FabioRolfi non si sottrae: “Nonostante la situazione chesi è determinata nel paese, il giudizio sull’espe-rienza di governo a Brescia è positivo; siamo riu-sciti a realizzare il programma che avevamo pre-sentato.Questo vale anche per il governonazionale, anche se lamentiamo un allentarsi del-l’attenzione ai problemi del nord e la questionedella legalità appare ancora irrisolta.” Sul futuro Fabio Rolfi non si esprime: “La nostra al-leanza con gli altri partiti del centro destra è natasu un progetto politico e così sarà anche nel futu-ro”. Come dire, Lega a briglia sciolta, ovvero: “Lealleanze si fanno sui programmi e sulla capacitàdimostrata di realizzarli”.

per un Natale in progress

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Mancano 40 giorni al Natale, togli gli abiti dalla soffitta, vecchio mio e preparati alla partenza. Come ogni anno

dovrai percorrere tanta strada e non potrai farti scoprire nel lasciare i doni sotto l’albero. Oggi però è tempo di

ricerca del regalo promesso e degli addobbi. Fai due passi nel cuore di Brescia, ne resterai sorpreso e forse, non

mi regalerai le solite cose prodotte dagli Elfi...

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Mario Labolani, assessore e assertore del fare...

Che Natale sarà? Il nostro colloquio continua con mario Labolani, assessore ai Lavoripubblici e al Centro storico del Comune di Brescia. Nel mirino: il decoro, il commercio e la viabilità del centro. Il patrimonio culturale e architettonico cerca sponsor

Mario Labolani, 57 anni, è stato prima consiglieree poi presidente della IX Circoscrizione con il votoalle elezioni amministrative del 2003. Dal 2008 ri-copre l’incarico di assessore ai Lavori pubblici e alCentro storico del Comune di Brescia, con delega,tra le altre, al coordinamento e all’organizzazionedelle politiche di potenziamento del centro cittadino,alle strade e al verde pubblico. Sul suo blog, scrive: “La mia è politica è stata defi-nita come la politica del fare e non dell’apparire...Concretezza che mi ha portato a dare i natali a nu-merose iniziative volte ad alleviare i problemi e i di-sagi dei più deboli, dall’ormai storica operazioneSOS città” (una linea telefonica di soccorso dedicataai cittadini bresciani) sino all’attuale Operazione SanMartino, raccolta di generi alimentari da distribuire,nel periodo natalizio, alle persone indigenti”.Mario Labolani ha dalla sua l’impegno nel sociale,ma non solo, anche quello della creatività nella poli-tica quando sollecita un ausilio dei privati nell’ado-zione di manutenzione delle aiuole o delle fontane

“malate”. Come dire, che in tempo di vacche magresi possono trasformare i problemi di bilancio in edu-cazione al senso civico e alla salvaguardia dei benidella collettività.

... E VERRÀ NATALE

Alla domanda precisa: “Che Natale sarà e che Na-tale avrà il centro storico?”. L’assessore ai lavori pub-blici risponde schiettamente: “Sarebbe immoraleprogrammare un Natale fastoso, vista l’aria dicrisi del paese, ma non sarà un Natale al buio.Dobbiamo promuovere l’ottimismo della volontàpur mantenendo il pessimismo dell’intelligenza...L’economia italiana in generale e quella brescianain particolare, sono forti e per riacquistare la fi-ducia dei mercati e della gente comune ci vuolecollaborazione. Nello specifico l’Amministrazionecomunale farà la sua parte, ma molto deve cam-biare nei comportamenti di tutti, commercianticompresi.

FATTI E MISFATTI GOVERNO

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Il Bigio in Piazza Vittoria in una foto d’epoca

IL CENTRO STORICO HA CAMBIATO MARCIA

Certo la situazione economica - prosegue Labolani- ha inciso sul programma della giunta (avessimoavuto le possibilità finanziarie delle precedentiamministrazioni!), ma ciò nonostante il centro sto-rico ha cambiato marcia. Magari nelle piccole cosecome la pulizia dei portici, l’arredo urbano, il de-coro e l’illuminazione: un insieme di opere chehanno reso più fruibile e vivibile la città. In questadirezione s’inserisce la stessa pedonalizzazionedelle piazze e la futura sistemazione (con il ritornodel Bigio) e chiusura di piazza Vittoria, di paripasso con il via della metropolitana e con il nuovopiano del parcheggio sottostante, destinato ai re-sidenti. Sfido chiunque a sostenere che il volto delcentro storico non sia cambiato, anche se sonoconsapevole che il lavoro è di lunga lena e nonbasta una tornata amministrativa per portarlo atermine e per coglierne i frutti”.

PGT E NUOVE EDIFICAZIONI

Detto del centro storico, Labolani non si sottrae allacritica sul Pgt e sull’ampliamento di metri per nuovicentri commerciali, come quello ipotizzato nell’areadell’ex Idra che ne occuperà 15.000. Per l’assessore ai lavori pubblici la salvaguardia delcommercio del centro storico non è in antitesi conquanto previsto dal Pgt: “L’obbiettivo è di arrivarea 220.000 abitanti è per farlo serve una maggiorequalità edilizia. Non perdiamo di vista il fatto - so-stiene Labolani - che gli interventi previsti riguar-dano aree dismesse come quelle dell’ex Idra e laPietra, a esempio. Quale è l’alternativa pratica-bile? Abbandonare a se stesse e all’incuria questearee? I negozi del centro storico sono a pieno di-ritto un centro commerciale naturale (mi riferiscoovviamente a quelle attività indipendenti e dellatradizione) e non devono temere la concorrenzadi nuove espansioni fuori dalle mura venete. Staa noi, come governo della città e ai commercianti,rendere sempre più competitiva l’offerta del cen-tro, in tema di qualità merceologica e di servizi,partendo da un patrimonio ambientale e culturaleche non ha uguali”.Labolani non lo dice, ma in cuor suo preferirebbeuna soluzione compatibile con le ragioni espressedalle associazioni di categoria e da quanti (opposi-zione a parte) sostengono che andrebbe ridotto alminimo il consumo di suolo in un sistema ambientalecompatibile. Ovvero coloro che rivendicano la cul-

tura dello sviluppo sostenibile, che non può prescin-dere da una riflessione sul patrimonio architettonicodi molti palazzi, a loro volta dismessi e in cerca diuna loro destinazione d’uso, o di nuovi sponsor.

PATRIMONIO CULTURALE: SPONSOR CERCASI

Il riferimento è a palazzo Avogadro e al suo statod’abbandono e di degrado, all’ex Tribunale in viaMoretto, al Mercato dei grani, in piazza Arnaldo, allaCrociera San Luca (su questa i progetti si sprecano,così come le parole precedenti a questa giunta), percitarne alcuni. “E ad altri che verranno - ci ricorda Labolani -come l’ex Camera del lavoro o l’area di via Mar-coni (dopo che si passerà alla riunificazione inaltra sede degli uffici comunali)”. Appunto...Sul Mercato dei grani, Labolani, conferma l’orien-tamento di arrivare a una cessione a privati: “A ma-lincuore, ma anche con la consapevolezza didover fare cassa. Progetti e proposte sembranonon mancare...Ma non devono incidere finanzia-riamente sul bilancio comunale. La scelta di questa Amministrazione è stataquella di privilegiare i servizi sociali ai cittadini,con particolare riferimento ai nostri anziani equella d’intervenire su altre situazioni di degrado,come l’abbattimento della Torre Tintoretto di SanPolo, il cosidetto Contratto di quartiere, che pre-vede il trasferimento degli inquilini della torre in

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Centro Stili di vita

alloggi di nuova ristrutturazione e il Piano di alie-nazione di immobili per favorire l’acquisto agli in-quilini Erp con redditi medio bassi”.La ricchezza dei beni culturali del bel paese (sui qualinessun governo ha mai investito con decisione) ri-schia di tornare come un boomerang e di frapporsialla logica della modernità e dello sviluppo. “Il trasferimento del Palazzo di giustizia era pro-grammato da anni - è l’esempio a difesa della giuntaParoli, portato da Labolani - e nessuno allora pensòalla nuova destinazione d’uso del palazzo Marti-nengo Colleoni, sede del vecchio Tribunale”.

OPERE IN DIVENIRE: IL PARCO DELLO SPORT. LA STRUTTURA IN LARGO TORRELUNGA SI FA...

Poniamo altre due domande a Labolani: una sulparco dello sport e l’altra sul rispetto dei tempi direalizzazione della metropolitana. Sulla prima l’as-sessore rivendica una necessità imprescindibile e nonrisolvibile con un Rigamonti due. Il progetto è quello

di: “Realizzare il parco dello sport, un complessodi strutture di carattere sportivo, in una soluzioneurbanistica condivisa con il coinvolgimento di pri-vati, nell’attuale zona cave a sud-est della città.Brescia futura ha bisogno di nuovi impianti spor-tivi capaci di rispondere alla domanda di un’areametropolitana europea. Con l’auspicio - aggiunge il tifoso Labolani - dipoter vedere anche una squadra di calcio degnadella Leonessa. Sui tempi relativi alla metropoli-tana ho specificato in commissione che i progettidevono essere pronti, in modo da partire con legare d’appalto per le opere complementari perfine estate 2012”. Alla fine dell’incontro è MarioLabolani a porci una domanda che implica già unarisposta: “Dell’aula studio di Largo Formentonenon mi chiedete nulla? A metà novembre in unconvegno milanese, promosso da AutoCad (ilprimo software Cad che sta per Computer aided de-sign, introdotto nel 1982 da Autodesk) sarò relatoredel progetto che sarà realizzato. Sì l’aula studioin Largo Formentone si fa...”.

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Centro Stili di vita

PROTAGONISTI

I DUC • In una sua recente dichiarazione lei ha soste-nuto: “Il commercio non è solo un tassello fondamen-tale della filiera produttiva, ma anche un vero e pro-prio presidio sociale, con una dimensione incentratasulle persone. Il negozio di vicinato, il tessuto commer-ciale tradizionale come quello dei nostri centri storici edei nostri comuni e il perseguire nell’attività di fami-glia, sono valori irrinunciabili, oltre che scelte strategi-che per lo sviluppo”. Il nostro obiettivo è rafforzare ilcommercio e garantirne la competitività, come abbia-mo fatto in questi mesi con i bandi sui distretti delcommercio, sull’innovazione tecnologica, sulla moder-nizzazione degli esercizi”. Partiamo da qui, dall’espe-rienza dei Distretti Urbani che ha visto a Brescia ilConsorzio Brescia Centro protagonista con gli altrisoggetti. Quale giudizio dà e quali sono le possibilitàche questa esperienza possa continuare nel tempo?

Il successo del Distretto di Brescia, frutto di unastrategia condivisa da circa 1.500 piccole e medieimprese, conferma quanto sia strategico il commer-cio come strumento di integrazione dello sviluppolocale. Con i Distretti Urbani del Commercio, Re-gione Lombardia ha promosso sono modo innovati-vo di operare sul territorio per contribuire a ridarevigore al commercio locale, cercando di favorirel’aggregazione sociale e la promozione sociale, cul-turale e commerciale delle città. A Brescia siamo di fronte a un modello vincente diorganizzazione del “contenitore commerciale costi-tuito da una agglomerazione spontanea di offerta”finalizzato a ridurne lo svantaggio competitivo coni poli di offerta esterni e a migliorarne la capacità diattrazione e la centralità nell’esperienza di acquistodel consumatore.

La valorizzazione del centro storico • Il Consor-zio Brescia Centro ha quale obiettivo principale delsuo operare, la valorizzazione del centro storico. Valorizzazione che pensiamo possa avvenire, attraver-

5 domande a Stefano Maullu,assessore al commercio, al turismo e ai servizi della Regione Lombardia

Il successo dei DUC;

la vocazione commerciale naturale

dei centri storici e il commercio

di vicinato; il ruolo del Consorzio Brescia

Centro e di Stili di vita.

Brescia area urbana strategica.

La Provincia di Brescia seconda

solo a Milano nelle presenze turistiche

registrate in Lombardia

Stefano Maullu, nel 2010, viene eletto per la terza volta

nel Consiglio regionale della Lombardia e assume

la carica di Assessore al Commercio, Turismo e Servizi

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Centro Stili di vita

so le attività commerciali “indipendenti” e operandoper una nuova compatibilità tra il commercio, la sto-ria, la cultura e la vocazione turistica della città diBrescia. Nel suo ruolo di Assessore al Commercio,Turismo e Servizi, come giudica questa esperienzasingolare del Consorzio; ritiene che possa essere so-stenuta dalla Regione e in quale maniera?

Il centro storico di una città ha una vocazionecommerciale “naturale” che lo caratterizza, chelo identifica, che genera reddito, e che divieneper questo connotato essenziale alla vita cittadi-na. Il Consorzio Brescia Centro ha saputo coglie-re in pieno l’importanza della dimensione com-merciale armonizzata con le altre del centrostorico: quella turistica, residenziale, politica esociale. Regione Lombardia è al fianco del siste-ma produttivo bresciano. Per esempio ultimamente, per semplificare la ge-stione del traffico urbano delle merci abbiamo at-tivato un progetto innovativo per migliorare la vi-vibilità del centro storico e il rispettodell’ambiente. I fornitori potranno effettuare leconsegne al centro di raccolta, e da qui le mercisaranno poi smistate ai negozi del centro utiliz-zando veicoli a metano, ottimizzando così i cari-

chi, i percorsi e il numero di viaggi. Se si pensache il trasporto merci incide sul 30% dei costidell’intera mobilità cittadina e su oltre il 50%dell’inquinamento si capisce bene quanto soluzio-ni di questo tipo vadano incontro alle esigenze deicittadini e delle associazioni del commercio chechiedono una città più vivibile. La nostra politicadi ascolto è molto attenta ai bisogni dei consuma-tori e dei commercianti di una città dinamica co-me Brescia, nella quale Regione Lombardia ha giàfinanziato quasi 1,5 milioni di opere per la riquali-ficazione del centro con il bando sui Distretti delcommercio.

Stili di vita • Il tentativo di Stili di vita è quello di co-niugare il mercato, alla politica e alla cultura della cit-tà e di rivolgersi a un cittadino (non solo consumato-re) consapevole. Che impressione ne ha tratto?

A mio avviso “Stili di vita” è una rivista che rap-presenta perfettamente la vocazione imprendito-riale dell’editore di valorizzare la realtà brescianae alimentare una crescita sociale e culturale rac-cogliendo e divulgando le iniziative e le best prac-tice delle associazioni locali che per prime contri-buiscono alla realizzazione dell’idea. Uno strumento straordinario per informare gliaddetti ai lavori, così come i singoli cittadini sti-molandone il coinvolgimento e per dare voce e ri-svegliare il senso di appartenenza alla comunitàbresciana.

Brescia, area urbana strategica • Qualcuno so-stiene che il centro storico di una città debba essereletto in un contesto ben più ampio, vale a dire cheanche Brescia deve saper programmare il proprioterritorio e i propri servizi nel progetto di una grandearea urbana, competitiva con altre aree urbane. Con quale ottica il suo Assessorato guarda alle poten-zialità della nostra città nel territorio lombardo? Ri-tiene che vi siano state sottovalutazioni delle realipossibilità del nostro territorio?

Non credo che Brescia e il suo territorio siano sta-ti sottovalutati dalle Istituzioni in questi anni.Certo è che si tratta di un’area strategica, ed ègiusto che ogni investimento politico tenga contodi uno spazio che va ben oltre il capoluogo, ab-bracciando una parte importante della pianurapadana, le montagne e tutto il comprensorio delLago. Nel settore dei trasporti, ad esempio,la Re-gione ha guardato con interesse alle sinergie traBrescia e Verona, unite nel sistema aeroportuale

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Centro Stili di vita

del Garda. Lo stesso discorso vale in campo turi-stico: dai progetti di eccellenza sostenuti dal Mi-nistero alle iniziative regionali noi abbiamo sem-pre inteso valorizzare e promuovere un’areaomogenea, quella del Lago di Garda, che è un“brand” straordinario capace di attrarre ogni an-no più di 6 milioni di visitatori nella sola spondabresciana, cioè il doppio se si considerano anchele località venete e trentine. Un patrimonio incredibile: per intenderci, ogni100 turisti che arrivano in Lombardia da tutto ilmondo 20 hanno la riviera bresciana come desti-nazione.

PGT e centri commerciali • La provincia di Bre-scia ha una delle maggiori concentrazioni di centricommerciali in Europa e ciò non contribuisce certoa qualificare l’offerta commerciale del centro; ciònonostante la recente discussione sul PGT e l’ipote-si di nuove grandi strutture commerciali ha messo inevidenza come non tutti siano – nei fatti – sostenito-ri della tutela del commercio di vicinato. Lei afferma che la continuità del commercio di ope-

ratori indipendenti nel centro storico è di per sé unvalore e insiste sull’innovazione degli esercizi...

Non entro nel merito del PGT, che è uno strumen-to di pianificazione di competenza del Comune.Però voglio dire che Regione Lombardia, già intempi non sospetti, ha sempre puntato molto sulcommercio di vicinato. Da un lato con i Distrettidel Commercio, un’invenzione lombarda per crea-re sviluppo economico e riqualificare interi quar-tieri scommettendo sulla partnership tra enti loca-li, associazioni di categoria e esercenti. Dall’altrocon i bandi per l’innovazione, per i negozi e i mer-cati storici e con i fondi che abbiamo stanziato –600.000 euro solo a Brescia – per venire incontroalle esigenze dei tanti commercianti che soffrivanoun calo di clienti e fatturato per colpa dei cantierie dei lavori in corso sparsi per la città. Nessuna“crociata” contro i centri commerciali, dunque,ma noi abbiamo in mente uno sviluppo equilibratoe sostenibile che miri prima di tutto a salvaguarda-re i centri storici e tutti i “centri commerciali natu-rali” che già esistono.

MAULLU, LA PROVINCIA DI BRESCIA E IL TURISMO

“Le linee guida della nostra promozione turistica so-no da sempre la destagionalizzazione e la collabora-zione. Il lavoro che abbiamo realizzato in questi annici conferma che promuovere una rete tra gli opera-tori del territorio e diversificare il più possibile l’offer-ta di opportunità per i visitatori consente al turismolombardo di crescere, e soprattutto di competere allagrande sul mercato globale. La Provincia di Brescia

nel 2010 ha registrato oltre 8 milioni e mezzo di tu-risti, e di questi il settanta per cento provenientedall’estero. Numeri record collocano Brescia secondasolo a Milano nelle classifiche della nostra regione.Oggi siamo in campo con una serie di iniziative a tre-centosessanta gradi: dalla promozione del turismo re-ligioso ai viaggi business (e qui Montichiari può gioca-re un ruolo strategico), dal cicloturismo per portaregli stranieri sul Garda e nella Bassa bresciana in tuttele stagioni a un ventaglio di proposte enogastronomi-che in Franciacorta e Valcamonica”.

Sirmione,

perla del lago di Garda

“Il lago di Garda,

è un “brand”

straordinario capace

di attrarre ogni anno

più di sei milioni

di visitatori”

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Centro Stili di vita

Contrada delle Bassiche

Milli Chiarini

Contrada Cavalletto

CentocoseFrancesca by Sottini Kombacha Maurizio Serretti

Corsetto Sant’Agata

Garbo Abbigliamento

Corso Cavour

Bar Punto d’Incontro Coltelleria Luigi Marenda Kivis Boutique La Pecora Nera Cremeria Maurizio Serretti ParrucchiereOslo Ragazzini Calzature Suite 206

Corso Garibaldi

Bar Pasticceria Bicelli Fema Sport Macelleria Bovina Zanini GuerrinoOriginal Marines Toemi Calzature

Corso Magenta

3 Store BiancocasaCoin Spa De Biagi Mood D. F. Store Fioreria Piazzale ArnaldoE’ Entertainment shoes Ghidini Gioielli La Bersagliera Ristorante PizzeriaLagostore Brescia Magentahomme Marpi Gioielleria Nadia atelier Pellicceria LadyRolando barbiere in BresciaScout

StilnovoVeschetti Gioielli

Corso Mameli

Casabella Lilloni

Corso Martiri della Libertà

Affari d’Oro Arashoes Calzature Bazaarwear Casa del pane forneria Crisele Oggetti Preziosi Farmacia Croce Bianca Gallinari GioielliGioielli Umberto Giarin Gioielleria Paini Libreria Ferrata Mauro Gasperi Primi Baci Baby Fashion Profumeria Desireè Richiedei CalzatureRomeo Sport Santagostino 1876

Corso Palestro

Bar ChinottoBettina Calzature BotteganticaCaffè PalestroCasa di Carta Crazy David J. Gioielleria Facchetti di Silvia Minelli Five luxury store Fred Mello Furla Last Minute TourLazzaroni Gioielli per scrivere Marella Manoucher Rachtian gallery Andrea Morelli CalzaturePasticceria Piccinelli Pellicceria ConterPierre Interior Punto Ottico Saint Tropez Savoldi

NEGOZI ASSOCIATI AL BresciacentroConsorzioCentroCittà

Possono aderire al Consorzio tutti i negozianti del centrostorico della città di Brescia

Per aderire al Consorzio Brescia Centro

scrivere a:[email protected]

o telefonare a:

Anna 030 2906377

maurizio 030 3756217

Toni 030 41464

Francesca 030 280009

Sede legale: Consorzio Brescia Centrovia Pagani 1423127 Brescia

www.consorziobresciacentro.it

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Sete di Jaipur Stoppini 1915 Stroili OroTally WeijlTru-Trussardi United Color of Benetton Veschetti – Rolex Via Uno Boutique

Corso Zanardelli

Coccinelle StoreCoffea Coffè shop Libreria Serra TarantolaLibero Milano Locman Italy Ottica Tominetti Ottica Zanardelli Pasini Gioielli Sisley

Galleria Duomo

Cronos oggetti Kilt

Piazza Arnaldo

Plaza Ristorante Pizzeria

Piazza della Loggia

Monies

Piazza del Mercato

House & Garden L’Altro Gelateria Peter’s Tea House

Piazza Vescovado

Osteria dell’Elfo Valeria Boutique

Via Aleardo Aleardi

Ororosa Centro estetico

Via Carlo Cattaneo

Parcheggio Paciullo

Via Felice Cavallotti

Bosetti Gioielli Ginger Calzature

Ken Barrel

Via Dante

Big Gym Buizza Max Ottica Scaravelli Emilio & C.

Via Fratelli Porcellaga

Il Laccio KasanovaLa dolce vita gelateria Oreficeria – Orologeria Ribola Whitestore

Via Antonio Gramsci

Barozzi Via GramsciCafè Gramsci Collezioni La Sposa Harbour Laura Bath Abbigliamento MareaMax Mara

Via Giuseppe Mazzini

Bar Caffè la MessicanaBarbaglio Barbanzè Calzoleria Borghini Caffè Mazzini Cose Così Jolie calzature Gelateria Pinko Gioielleria Saleri New Galles NGF Papà Lupin Pizzeria al Teatro

Via Moretto

Kivis Junior Jean Louis David

Via Musei

Ristorante Al Frate

Via Pace

Franceschini Arredo e Regalo

Libreria Punto EinaudiPasticceria San Francesco

Via Pastrengo

Hair & Beauty store

Via Gabriele Rosa

Cat Walk Ragazzini Abbigliamento

Via San Gervasio

Carrozzeria Conforti

Via San Martino della Battaglia

Compel Pellicceria Midali New Galles Boutique Ristorante La Sosta

Via Tresanda del territorio

Cherie

Via Trieste

Exploit abbigliamentoWave Photogallery

Viale Venezia

Pizzeria Grotta Azzurra

Via X Giornate

Cartoleria F. Apollonio & C. Diana pelletterieGalleria al Duomo Hotel VittoriaI Gioielli di Rossana KiltoLa Vineria Sitelli abbigliamento pelleOrologi X Giornate

Via XXV Aprile

Banca La Valsabbina

Vicolo del Prezzemolo

Osteria La Grotta

L CONSORZIO BRESCIA CENTRO

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Centro Stili di vita

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impronta al mercato.Diamo

s tampiamo le tue pro-messe, a colori.Riproduciamo emozioni per trasmetterle al con-sumo, per rappresentare la tua azienda, il tuo pensiero.Dalle nuovissime macchine

da stampa HEIDELBERG e KOMORI nascono prodotti per il marketing più efficace. Collaboriamo per dare impronta alle tue idee e per lasciarle indelebili sul mercato.

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1 Piazza della Loggia

2 Piazza Paolo VI

3 Piazza del Mercato

4 Chiesa di San Francesco

5 Piazzetta Vescovado

Parcheggio Randaccio

Nel cortile dell'ex caserma omonima con accesso da via Lupi di Toscana, 4 (170 posti) Orari apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Piazza Vittoria

Sotto l'omonima piazza. Capienza: 450 posti

Orari apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Stazione

Di fronte alla stazione ferroviaria. Capienza: 1000 posti

Orari apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Fossa Bagni

Accesso veicolare da via Lombroso (imbocco

nord Galleria Tito Speri) Capienza: 385 posti

Orari di apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Palagiustizia

Presso l'omonimo palazzo in via L. GambaraCapienza: 570 posti.Orari di apertura: tutti i giorni 24h su 24h

Parcheggio Castellini

via Castellini angolo via MantovaCapienza: 230 posti. Parcheggio gratuito

Parcheggio Goito

A ridosso della Caserma Goito con ingresso e uscita da via Spalti San Marco.Capienza: 215 posti

Parcheggio Autosilouno

In via Vittorio Emanuele II.Capienza: 350 posti. Domenica e festivi chiuso

Parcheggio Paciullo

Via Cattaneo 18/a Ingresso telecamera di via Cattaneo (30 posti)

Parcheggio San DomenicoPiazza San Domenico (tra via Einaudi e via Moretto)Parcheggio automatizzato

Parcheggio Benedetto CrocePiazzetta Don Sturzo (a nord di via Benedetto Croce)Parcheggio automatizzato

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VIA F.LLI CAIROLI VIA DANTE

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CORSO MAMELI

CORSO GARIBALDI

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VIA VITTORIO EMANUELE II

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VIA S. FRANCESCO

P. PAOLO VI

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Brescia CentroStili di vitaPeriodico del Consorzio Brescia Centro • Numero 3 • Dicembre 2011