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1 LICEO “FARNESINA” - 5 MAGGIO 2017 Borsa di Studio “Giacomo Vidiri” Usa i testi che seguono come spunto per elaborare un tuo scritto. Puoi scegliere di realizzare un saggio breve, oppure una libera riflessione sui temi – assai forti - trattati dai testi, immaginando, in questo secondo caso, che il tuo scritto sia destinato ad una pagina on-line, riservata alle opinioni dei giovani, su un grande quotidiano nazionale. Trainspotting1 : monologo iniziale (Musica: Lust For life - Iggy Pop) Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del c****, scegliete lavatrice, macchina, lettore cd e apriscatole elettrici, scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valige in tinta scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del c****, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi scegliete un futuro, scegliete la vita! Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ma ho scelto qualcos’altro! Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina … 1 Trainspottingè un film del 1996, diretto da Danny Boyle, tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh del 1993.

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LICEO “FARNESINA” - 5 MAGGIO 2017

Borsa di Studio “Giacomo Vidiri”

Usa i testi che seguono come spunto per elaborare un tuo scritto.

Puoi scegliere di realizzare un saggio breve, oppure una libera riflessione sui temi – assai forti - trattati

dai testi, immaginando, in questo secondo caso, che il tuo scritto sia destinato ad una pagina on-line,

riservata alle opinioni dei giovani, su un grande quotidiano nazionale.

“Trainspotting”1: monologo iniziale (Musica: Lust For life - Iggy Pop)

Scegliete la vita,

scegliete un lavoro, scegliete una carriera,

scegliete la famiglia,

scegliete un maxitelevisore del c****,

scegliete lavatrice, macchina, lettore cd e apriscatole elettrici,

scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita,

scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa,

scegliete gli amici,

scegliete una moda casual e le valige in tinta

scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del c****,

scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina

scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di

schifezze da mangiare

Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli

stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi

scegliete un futuro, scegliete la vita!

Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ma ho scelto qualcos’altro! Le

ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina …

1 “Trainspotting” è un film del 1996, diretto da Danny Boyle, tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh del 1993.

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Elio e le Storie Tese Alcol Snaturato (Una serata speciale)

Una serata speciale Con tanti amici ed amiche C'è voglia di trasgredire Gianni ha una bottiglia di whisky Piero si è portato due fiaschi Anna versa tre caipiroske E siamo tutti yeah! Storti, brilli, super ciucchi, morti, yeah! Bevi, bevi, bevi E ti credi un grande figo Poi ti viene il mal di testa Esci e vomiti la pasta Bevi, bevi, bevi Molti litri di alcolismo Una gita in ambulanza È un nuovo tipo di turismo Non si sente odore di bruciato quando i lobi del cervello Vanno arrosto Rischi di cadere in coma etilico E di finire al cimitero Brutto posto, brutto posto, brutto posto … Una colletta fra amici Per acquistare bottiglie Essendo noi minorenni Urge contattare un signore Chiedergli di farci un piacere Comperare molto liquore e darlo tutto a noi Grazie! Adolescenti, deficienti, ubriaconi, yeah! Vedi, vedi, vedi

Com'è facile aggirare il problema del cassiere Che non vuole farci bere Presto, presto, presto Voglio andare a danneggiarmi Tutti gli organi del corpo Tracannando come un porco Non ci vuole molto a deturpare questo giovane organismo Basta bere Ho deciso, mi alcolizzo! È una figata! Voglio toccare il tuo petto Fare sesso non protetto Mi piace farlo precoce Devo ringraziare il chupito Se mi sento disinibito Dai che ci attacchiamo qualcosa tipo gonorrea Herpes, aids, creste di gallo, coccodeah Bevi, bevi, bevi… Sento una deficienza di tiamina Non farò mica parte di quell'ottanta per cento di alcolisti Che sviluppano la sindrome di Wernicke-Korsakoff La seratina è finita Completamente ubriaco Mi metto al posto di guida Tasso alcolemico alto Parto a razzo e poi mi ribalto Faccio fuori quattro passanti E ammazzo pure me.

Dal “Corriere della Sera”, 29-07-2016, pagina della Cronaca

Ragazza di 17 anni in coma etilico. Aveva bevuto un cocktail e mezzo

Bergamo, rischia la vita dopo essersi sentita male in discoteca: era astemia. Sul tavolo dei 15 amici, tra cui diversi minorenni, vodka, RedBull e Lemonsoda di Giuliana Ubbiali

Due bottiglie di Vodka da 0,75 litri, sei lattine di Red Bull, altrettante bottigliette di Lemonsoda, e il cocktail è fatto. L’alcol che agli amici ha fatto poco, nel suo fisico ha provocato un cortocircuito forse proprio perché non abituato o forse per altre cause che i medici accerteranno. In corpo S. aveva 367 milligrammi di alcol per decilitro, in termini medici significa «effetti tossici molto gravi». Fino a 50 non ci sono effetti tossici, quelli gravi partono dai 150, sopra i 300 è già superato il limite massimo. […] Tre ore prima in discoteca l’aveva portata il papà. Fine serata entro le 2, era l’ordine tassativo. Sarebbe tornato lui a riprenderla. Invece è successo quello che nessuno si aspettava. Gli amici hanno bevuto e poi ballato. Anche lei, fino a quando non si è sentita male. Il personale della sicurezza del locale che ha un patentino per il primo soccorso l’ha fatta stendere a terra, poi sono arrivate un’automedica e un’ambulanza. Via, corsa in ospedale. Tutta la notte e un giorno di ansia, poi i medici hanno sciolto la prognosi: ora S. è fuori pericolo.

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3 Un episodio da lasciarsi alle spalle per lei, ma che fa riflettere. Qui non è questione di abuso alcol, ma dell’effetto bomba che può provocare anche solo un bicchiere, una sera, quando a berlo sono dei giovanissimi. Non hanno gli enzimi per metabolizzare l’alcol, che arriva dritto al loro cervello, il sistema va in blackout, non si respira e il cuore rischia di fermarsi. A quel tavolo, mercoledì sera, dei minorenni c’erano. Eppure il locale è tappezzato di avvisi «alcol vietato ai minori» e più volte si è fatto promotore di campagne di prevenzione. Ma il sottobosco emerso da questa brutta vicenda è un giro di PR ufficiosi, auto-organizzati in una sorta di struttura piramidale, che per un ingresso gratuito in discoteca in occasione delle feste chiamano a raccolta amici e amici di amici pur senza avere un ruolo ufficiale nello staff. È successo così anche quella sera, secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri tra i ragazzi. Nulla di male, se non fosse per il successivo escamotage sull’alcol. Perché poi succede che i minorenni in coda all’ingresso della discoteca fanno la colletta per prendersi un tavolo ma a ordinarlo con incluso il kit per i cocktail si presenta il PR maggiorenne. […] Ora, mentre Sara si sta riprendendo, i carabinieri indagano se ci sono delle responsabilità. […] «Il locale ha regole rigide, non dà da bere ai ragazzi minorenni, è scritto ovunque. Se i giovani aggirano abilmente le regole il locale non può fare l’investigatore privato. Per il resto il locale è attento a questi fenomeni, ha promosso diverse iniziative, il personale è specializzato per il primo soccorso e fuori c’è sempre un’ambulanza».home

In Italia diminuisce l’uso di alcool e tabacco ma cresce quello dei nuovi “Nps”

Uno studio del Cnr dimostra che sigarette e alcolici non sono più diffusi di un tempo. Oggi gli

adolescenti sono più attratti dalle nuove sostanze psicoattive.

(redazione de “Il Foglio”, 20 Settembre 2016)

L’alcool e il tabacco sono ormai passati di moda tra gli adolescenti europei e se il consumo di droghe come anfetamine, ecstasy, cocaina e Lsd rimane sostanzialmente stabile, i giovani sperimentano sempre di più nuove sostanze psicoattive, le Nps. Lo attesta l’ultimo rapporto del progetto Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), condotto in Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle Ricerche. Il progetto ha coinvolto 35 paesi europei e un totale di 96.043 studenti che nel 2015 hanno partecipato all’indagine rispondendo nelle proprie classi a un questionario anonimo. I dati raccolti mostrano che tra il 1995 e il 2003, tra gli studenti di 15-16 anni, il consumo dell’alcool e del tabacco è diminuito, è

rimasta stabile l’assunzione di droghe illecite, mentre è aumentata la diffusione delle nuove droghe Nps.

“Lo studio si ripete ogni quattro anni ed è ormai in grado di fornire le tendenze nelle ultime due decadi dei comportamenti a rischio degli adolescenti: assunzioni di sostanze tra cui tabacco, alcool, droghe illecite, inalanti, prodotti farmaceutici e nuove droghe, utilizzo problematico di internet, gaming online e gioco d'azzardo”, spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e principale investigator italiano del progetto. Grazie a questo studio è emerso che in Europa la percentuale di fumatori adolescenti quotidiani è diminuita dal 21 per cento al 12 per cento. In Italia però la diffusione del fumo non ha registrato la stessa di diminuzione degli altri paesi: gli studenti che fumano ogni giorno rimangono stabili da vent’anni al 21 per cento, a un livello

più elevato della media comunitaria.

Tra gli adolescenti europei, anche il consumo di alcool è calato: la percentuale di ragazzi che bevono assiduamente è scesa dal 56 per cento all’48 per cento. Tuttavia continua a preoccupare il “binge drinking” (cinque o più bevute in una singola occasione): la percentuale si attesta agli stessi livelli di vent’anni fa, con il 35 per cento dei ragazzi che ha riferito di aver praticato il “binge drinking” nell’ultimo mese. In Italia il consumo corrente di alcool è passato dal 63 per cento del 2003 al 57 per cento, mentre il “binge drinking” rimane fermo al 34 per cento.

Per quanto riguarda le droghe illecite, l’uso è stabile ma a livelli molto elevati. In media il 18 per cento degli studenti riferisce di aver assunto una sostanza illecita almeno una volta nella vita, ma le percentuali tra i paesi partecipanti all’indagine variano notevolmente. In dieci paesi si raggiunge il 25 per cento, in Italia il 28 per cento. La sostanza più diffusa, anche in Italia, è la cannabis e tre studenti su dieci la considerano più facilmente reperibile di altre droghe (seconda l’ecstasy e terza la cocaina). Il nostro paese presenta una

media ben più alta rispetto al resto d’Europa: il 27 per cento contro il 16 per cento.

Stanno invece trovando spazio le nuove sostanze psicoattive. “In media, le Nps sembrano oramai più diffuse di altre sostanze come amfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd, e questo evidenzia la necessità di approfondire

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4 il monitoraggio delle nuove droghe che vengono quotidianamente immesse sul mercato”, osserva Sabrina Molinaro. “Sono disponibili sia in forma pura che in preparati e non sono inserite nella lista delle droghe controllate dalle Nazioni Unite, ma pongono rischi per la salute pubblica comparabili a quelle delle sostanze illegali già note. Esistono vari gruppi di nuove sostanze, tra le quali le più diffuse sono: cannabinoidi sintetici, catinoni sintetici, fenetilamine, ketamina e analoghi, piperazine. Tuttavia, il numero e la composizione delle Nps sono in continua evoluzione”. L’Italia è al sesto posto su 35 paesi per l’uso di queste sostanze, con il 5

per cento di studenti che attesta di aver provato Nps almeno una volta nell’ultimo anno.

Da Io e te, di Niccolò Ammaniti (2010)

Quando, il primo giorno di scuola, sono arrivato davanti al liceo pubblico per poco non sono svenuto.

Quello era l’inferno in terra. C’erano centinaia di ragazzi. Sembrava di stare all’entrata di un concerto. Alcuni

erano molto piú grandi di me. Pure con la barba. Le ragazze con le tette. Tutti sui motorini, con gli skate. Chi

correva. Chi rideva. Chi urlava. Chi entrava e usciva dal bar. Uno si è arrampicato sopra un albero e ha

appeso lo zaino di una ragazza su un ramo e quella gli tirava le pietre.

L’ansia mi toglieva il respiro. Mi sono appoggiato contro un muro coperto di scritte e disegni. Perché dovevo

andare a scuola? Perché il mondo funzionava così? Nasci, vai a scuola, lavori e muori. Chi aveva deciso che

quello era il modo giusto? Non si poteva vivere diversamente? Come gli uomini primitivi? Come mia nonna

Laura, che quando era piccola aveva fatto la scuola a casa e le insegnanti andavano da lei. Perché non

potevo fare così pure io? […]

– Io non sono come loro. Io ho il sé grandioso, – ho sussurrato, mentre tre bestioni che si tenevano a braccetto

mi spingevano via come fossi un birillo: - Sparisci, microbo -. In trance ho visto le mie gambe rigide come

tronchi che mi portavano in classe. Mi sono seduto al penultimo banco, vicino alla finestra, e ho cercato di

rendermi invisibile.

Ma ho scoperto che la tecnica mimetica in quel pianeta ostile non funzionava. I predatori in quella scuola

erano molto più evoluti e aggressivi e si muovevano in branco. Qualsiasi stasi, qualsiasi comportamento

anomalo, era immediatamente notato e punito. […]

Una mattina ero a casa per un mal di testa finto e ho visto in televisione un documentario sugli insetti imitatori.

Da qualche parte, ai tropici, vive una mosca che imita le vespe. Ha quattro ali come tutte quelle della sua

specie, ma le tiene una sull’altra, cosí sembrano due. Ha l’addome a strisce gialle e nere, le antenne e gli

occhi sporgenti e ha anche un pungiglione finto. Non fa niente, è buona. Ma, vestita come una vespa, gli

uccelli, le lucertole, persino gli uomini la temono. Può entrare tranquilla nei vespai, uno dei luoghi piú

pericolosi e vigilati del mondo, e nessuno la riconosce.

Avevo sbagliato tutto. Ecco cosa dovevo fare. Imitare i piú pericolosi.

Mi sono messo le stesse cose che si mettevano gli altri. Le scarpe da ginnastica Adidas, i jeans con i buchi,

la felpa nera con il cappuccio. Mi sono tolto la riga e mi sono fatto crescere i capelli. […]Camminavo come

loro. A gambe larghe. Buttavo lo zaino a terra e lo prendevo a calci.

Li imitavo con discrezione. Da imitazione a caricatura è un attimo.

Durante le lezioni me ne stavo al banco facendo finta di ascoltare, ma in realtà pensavo alle cose mie, mi

inventavo storie di fantascienza. Andavo pure a ginnastica, ridevo alle battute degli altri, facevo scherzi idioti

alle ragazze. Un paio di volte ho anche risposto male ai professori. E ho consegnato il compito in classe in

bianco. La mosca era riuscita a fregare tutti, perfettamente integrata nella società delle vespe.

Credevano che fossi uno di loro. Uno giusto. […]

Ma piú inscenavo questa farsa piú mi sentivo diverso. Il solco che mi divideva dagli altri si faceva piú

profondo. Da solo ero felice, con gli altri dovevo recitare.

Questa cosa, alle volte, mi impauriva. Avrei dovuto imitarli per tutto il resto della vita?

Era come se dentro di me la mosca mi dicesse le cose vere. Mi spiegava che gli amici ci mettono un attimo

a dimenticarsi di te, che le ragazze sono cattive e ti prendono in giro, che il mondo fuori di casa è solo

competizione, sopraffazione e violenza.

Una notte ho avuto un incubo da cui mi sono svegliato urlando. Scoprivo che la maglietta e i jeans erano la

mia pelle e le Adidas i miei piedi. E sotto la giacca dura come un esoscheletro si agitavano cento zampette

da insetto.

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Tema libero

Per un ragazzo neomaggiorenne come me, che vive tutti i giorni questi temi, è sempre difficile

riconoscersi in un’analisi e in una descrizione fatta da un adulto, che spesso crede di capire tutto, ma che

tralascia alcuni fattori che soltanto un protagonista di questi disagi, un ragazzo che autocriticamente

cerca di capire il perché delle cose, potrebbe raccontare.

Elio e le Storie Tese si sono comportati da protagonisti, hanno composto la canzone Alcol snaturato

come soltanto quel ragazzo autocritico di cui parlavo avrebbe potuto fare ed è per questo che riesco a

riconoscermi pienamente in quelle parole.

Soltanto un verso mi ha ricordato che a scrivere fosse Elio e non un mio coetaneo. Mi riferisco al primo

verso: “Una serata speciale”. Tutto ciò che viene raccontato in questa canzone, purtroppo, non è una

serata “speciale” ma è quello che potrebbe accadere in una qualsiasi serata. Non serve un’occasione

particolare per trasgredire.

In questo momento particolare della nostra vita noi giovani facciamo continuamente nuove amicizie,

siamo continuamente sottoposti a giudizi, ma soprattutto siamo perennemente “annoiati”. Abbiamo

talmente tante cose da fare, talmente tanti modi per farle che le “serate speciali” non esistono più.

Inoltre è sempre più diffuso un disprezzo generale per tutto ciò che abbiamo, per il nostro corpo e il

nostro futuro, che consciamente o inconsciamente si trasforma in voglia di autodistruzione.

Elio lo riassume perfettamente dicendo “Voglio andare a danneggiarmi […] non ci vuole molto a

deturpare questo giovane organismo […] è una figata!”

Tutti sanno che l’alcol danneggia gravemente il fegato, che fumare erba brucia i neuroni e che fumare

sigarette fa venire il cancro ai polmoni, ma non importa, se lo fanno tutti perché non posso farlo anche

io? Conosco persone che bevono e fumano da tantissimi anni e sono ancora vive, figuriamoci se proprio

a me deve succedere qualcosa … Tutti sanno che guidare da ubriachi possa causare brutti incidenti, ma

ho degli amici che lo fanno sempre e stanno bene, figuriamoci se proprio a me deve andare male …

I ragazzi vivono nel “qui ed ora”, in pochi pensano a cosa potrebbe succedere dopo:

“Allora oggi seratona?”

“Non lo so, non è che mi vada molto, mi sono appena lasciato con la ragazza, a scuola rischio la

bocciatura, per non parlare qui della situazione con i miei …”

“Ma dai, non puoi mancare! Oggi è open bar, si beve, c’è la musica, ci sono le ragazze! Fidati di me,

sballiamoci un po’e non pensiamo a queste cose!”

“Sì, forse hai ragione. Però guidi tu, che io dopo l’ultima volta sono vivo per miracolo!”

I giovani vedono l’alcol come parte integrante del divertimento. Spesso le feste senza alcol vengono

considerate noiose. Abbiamo difficoltà a divertirci con i freni inibitori ancora attivi. Come quando

modifichi un motorino e gli togli il diaframma per farlo andare più veloce, noi tagliamo i freni inibitori

per far andare più veloci le feste. La scuola sovraccarica di compiti, i genitori litigano, con le ragazze va

male e l’unico modo per lasciarsi andare è sballarsi. Abbiamo difficoltà ad affrontare la realtà. Cos’è

l’alcol se non una via di fuga?

Il 12 dicembre 1975, nel suo discorso per il premio Nobel, Eugenio Montale parla delle feste giovanili

come “luogo in cui migliaia di giovani si radunano pe esorcizzare la loro solitudine”.

Leopardi parlava di catene umane come solidarietà tra gli uomini che condividono la loro tristezza.

Ungaretti parla della solidarietà come sostegno tra gli uomini, per l’evidente condizione di disagio

durante la guerra.

La catena umana del ventunesimo secolo è condividere la debolezza legittimando gli errori, perché tanto

lo fanno tutti, e se lo fanno tutti e molti ancora stanno bene, figuriamoci se deve accadere proprio a me

…..

Gianmarco Torchetti

V D

5-05-2017