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BOLLETTINO SALESIANO ORGANODEICOOPERATORISALESIANI ANNOXCIII-N .7 10APRILE1969 Spediz .inabbon .postale-Gruppo2-,-1aquindicina '1

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BOLLETTINO

SALESIANO

ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANIANNO XCIII - N . 7 • 10 APRILE 1969Spediz . in abbon . postale - Gruppo 2-, - 1 a quindicina

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IN QUESTO NUMERO

Famiglia, piccolo santuario eucaristico

Siate trasparenze vive della gran luce (Paolo VI ai nuovi sacerdotidel P.A.S.)Collaborazione tra scuola e famigliaScuola di Orientamento all'ApostolatoCon i pionieri di Cristo nellAriari

Le Figlie di Maria Ausiliatrice nelle selve del Mato Grosso

La famiglia che va a Messa : una scenafamiliare piena di poesia, che difficilmentesi cancellerà dalla mente dei figliuoli, so-prattutto se preparati dai genitori con unaadeguata catechesi .

Un tale, garbatissimo signore, venne a domandarea Don Bosco un consiglio ; ma Don Bosco glitroncò la parola in bocca dicendogli a bruciapelo :« Vada a far pasqua! » . L'altro, alquanto scon-certato da simile interruzione, voleva finire diesprimere il suo pensiero ; ma Don Bosco convoce dolce e insinuante gli ripeté : « Vada a farpasqua! » . Quegli rifece il tentativo di continuareil discorso, e Don Bosco da capo, ma con accentoimperioso e tenero a un tempo : « Vada, vada afar pasqua! » . L'interlocutore, un po' piccato,mostrava di assumere un contegno freddamentecortese, ostinandosi a dire tutto quello che voleva,senza che Don Bosco cessasse di ricantargli il suoritornello, accompagnandolo però con uno sguar-do e con un sorriso tali, che finalmente la magicaparola penetrò in quel cuore . Di botto, commossofino alle lacrime, dichiarò di scorgere nel monitodi Don Bosco un tratto della Provvidenza, cheveniva a riannodare una lunga catena di grazieinterrotta da molti e molti anni . Senza indugio,il dì appresso si accostò con tutta la sua famigliaai santi sacramenti .MEMORIE BIOGRAFICHE DI SAN GIOVANNI BOSCO . Voi . XVI, pag . 149 .

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FAMIGLIApiccolo santuarioeucaristico

N on è che si voglia conservare l'Eucarestia in ogni singola famiglia, come ai tempidelle persecuzioni romane . In tempi di eccezione, permessi eccezionali .Ma finchè viviamo nella normalità e nella libertà, il tabernacolo delle chiese resta il

luogo più adatto alla conservazione decorosa dell'Eucarestia . È il cuore della Chiesa, e per ilcuore abbiamo tutti cure e premure particolari .

Chiamando la famiglia santuario eucaristico, si vuol dire che tutti i membri di una famigliaveramente cristiana devono avere per l'Eucarestia un culto e un amore così sentiti che ideal-mente la si possa considerare conservata nelle nostre case non in pissidi d'oro e d'argento,ma in cuori viventi, dai quali effonde su tutti e su ognuno la sua efficacia redentiva .

Il tabernacolo domestico

Del resto, quella di un tabernacolo o cappellina domestica, non è un'idea tanto strana operegrina .

Presso gli antichi pagani ogni casa aveva il suo « larario », un piccolo armadio per i poveri,una vera cappellina per i ricchi, dove si conservavano gli dèi Lares, protettori della famiglia .Nessuno usciva di casa o vi entrava, senza dar loro un saluto . A Ercolano, la città sepoltadalla lava del Vesuvio l'anno 79 d . C., fu trovata una croce nascosta dietro due ante di legno .Il larario pagano era stato sostituito da quei primi fedeli con il simbolo cristiano .

Purtroppo è raro oggi, anche in paesi cristiani, trovare una famiglia che abbia il suosacrario domestico, con le immagini del Redentore, della Vergine e dei Santi più cari, davantia cui ritrovarsi tutti uniti in preghiera . Ci sono, sì, in molte case delle immagini-sacre, ma sparsequa e là, così che ben di rado si guardano e invocano . Diverso ne sarebbe il valore e il richiamose si trattasse di un luogo della casa, piccolo quanto si vuole, ma appositamente benedetto .Quello sarebbe il punto di convergenza della fede di tutti i familiari .

Un apostolato che diffondesse questa usanza favorirebbe l'aumento della fede e dellospirito cristiano nelle nostre famiglie . Quando, entrando in certe case di cristiani non visi scorge alcun segno religioso, mentre abbondano quelli profani, talora anche poco edificanti,non bisogna farsi illusioni : quelle sono famiglie dove il cristianesimo è confinato sugli abbaini,se pur non vi è sbandito del tutto . Le immagini sacre in ogni tempo sono state segnacolo difede. La Chiesa, nel benedirle, insegna che vengono scolpite o dipinte perchè « ogni voltache le contempliamo con gli occhi, la nostra mente si senta spinta a imitare le azioni santedi coloro che vi sono raffigurati » .

La gramigna del laicismo, diffusa ovunque a soffocare la fede, ha messo in molti la pauradi apparire troppo cristiani, cosicchè spesso finiscono per non esserlo più.

L'Eucarestia e la famiglia

L'ideale a cui tendere è che le famiglie cristiane, non contente dei segni esterni eordinari della fede, si mostrino aperte al culto di ciò che nella Chiesa vi è di più prezioso :l'Eucarestia. In essa si trovano riuniti i simboli e le realtà più care e più caratteristiche dellafamiglia .

Il dono più bello per una famiglia è l'amore . L'Eucarestia di questo amore è la sorgente .La condizione più desiderata in una famiglia è l'unione . L'Eucarestia è il segno e il vincolo

di tale unione felice .

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Il sostegno più solido di una fa-miglia è lo spirito di sacrificio, percui le pene e le gioie di un membrosono condivise e sentite da tutti glialtri . Ora, l'Eucarestia è il fruttoprezioso di un eccelso sacrificio, quellodell'altare : ed è sacrificio essa stessa .

Per mezzo dell'Eucarestia la fa-miglia valorizza, consacra e offre aDio i suoi sacrifici quotidiani .

È il Concilio che lo afferma nellaCostituzione sulla Chiesa : « Tutte leloro opere, le preghiere e le iniziativeapostoliche, la vita coniugale e fami-liare, il lavoro giornaliero, il sollievospirituale e corporale, se sono compiutenello Spirito, e persino le molestie dellavita se sono sopportate con pazienza,diventano spirituali sacrifici graditi aDio per Gesù Cristo ; e, queste cose,nella celebrazione dell'Eucarestia sonopiissimamente offerte al Padre insiemeall'oblazione del Corpo del Signore» .

Don Bosco risponde. . .

Una famiglia intenta a superare leprove della vita e a trovare, pur tra

2 le immancabili difficoltà, l'unione e

la pace, sente il bisogno di fondersicon l'Eucarestia, fattasi dono comunea tutti e per tutti divenuta centro diamore e vincolo di concordia .

Di ogni famiglia cristiana, special-mente se di Cooperatori salesiani, sidovrebbe poter dire: questa è unafamiglia eucaristica . Don Bosco,l'amore all'Eucarestia, non lo incul-cava solo ai membri dei suoi dueIstituti religiosi ; lo desiderava sentitoanche dai Cooperatori, dagli Exallievie dai loro familiari. Anzi lo poneva atutti come condizione indispensabileper la fondazione di -una famigliacristiana .

Significative, in merito, le sue ri-sposte a due fidanzati. Il primo, allavigilia del fidanzamento, gli scrivevasupplicandolo di dirgli se, da buoncristiano, faceva bene a sposare unacerta signorina . Don Bosco gli risposetestualmente : « Ella può con tutta tran-quillità sposare quella persona, che for-merà la felicità sua, se entrambi fre-quenteranno la santa Comunione » .

Un altro, che conosceva Don Boscosolo per fama, gli esponeva per letterail proprio caso e concludeva: « Tro-verò io nella vagheggiata unione gli

elementi della felicità terrena e ce-leste ? » . Ecco la risposta di Don Bosco :« Senta il parere del suo direttore spi-rituale. Se sarà affermativo, procurisolamente che la persona di cui miscrive, frequenti la santa Comunione .Per il resto stia tranquillo » (MemorieBiografiche XVIII, pag . 275) .

Il sacrificio eucaristico

Messa, comunione, visita al SS . Sa-cramento sono i tre momenti essen-ziali del culto eucaristico, per unafamiglia che voglia essere davverocristiana . Sono proprio quelli cheDon Bosco suggeriva come assoluta-mente necessari per la riuscita del-l'opera educativa .

Anzitutto, la messa .Non s'intende parlare solo di quella

festiva. È il minimo che si possa darea Dio, ed è doloroso che la Chiesasia dovuta ricorrere ad un obbligo,per ottenere la pratica di un essen-ziale dovere di fede .

Parliamo di quella feriale . Per qual-cuno può sembrare una stranezza .« Non basta quella domenicale? » . Ma

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se la messa è il tesoro più grandedato da Dio all'umanità, la distin-zione fra messa feriale e festiva cadeda sè. Un tesoro è sempre tesoro .Se si trattasse di un guadagno indenaro, che lunga fila ogni giorno,in attesa, alle porte delle chiese! Male cose dello spirito sono in ribassorispetto agli interessi materiali .

Solo chi capisce quello che lamessa è e quanto vale, non mancheràpossibilmente di ascoltarla ognigiorno. La celebrazione vespertinafacilita questa pratica. Se ogni giornoalmeno un membro della famigliapotesse intervenire alla messa, nonsolo per sè, ma anche per i familiariimpediti, essa acquisterebbe un si-gnificato speciale . Allora tutta la fa-miglia si sente rappresentata da lui :egli è il loro ambasciatore pressol'altare di Dio, accoglie per tutti l'au-gurio di pace del sacerdote, e recaa casa il frutto prezioso di una messaa cui nella sua persona tutti eranopresenti. Se poi alla domenica lafamiglia tutta unita si reca alla chiesa,quella si può veramente chiamare lamessa della comunità familiare .

La famiglia che va a messa : è unascena familiare piena di poesia, chedifficilmente si cancellerà dalla mentedei figliuoli, soprattutto se preparatiogni volta dai genitori con una ade-guata catechesi. Anche divenuti grandiil ricordo di quelle ore passate insiemein intimità davanti a Dio, sotto losguardo e l'esempio del padre e dellamadre, servirà a mantenerli fedeli adun precetto, che forse sarebbero ten-tati di trasgredire. Anche il senti-mento, più spesso che non si creda,sostiene la fede .

Il sacro convito

La messa comunitaria familiare sicompleta quando genitori e figli siaccostano insieme a ricevere la co-munione. Scena commovente : padre,madre e figli stretti in un unico ab-braccio dal Signore ; cuori che battonoall'unisono con quello del Salvatore.Chi li vede in quel momento, certa-mente pensa: « Quella è una famigliain cui ci si vuol bene! » .

Così la comunione ci si presentacome il completamento necessariodella messa ascoltata con frutto . Albanchetto divino sono invitati quantipartecipano al sacro rito . Ci guarde-remo da certe affermazioni che ri-schiano di imporre la comunione . Maquesta, accettata e desiderata comeun dolce convegno col Redentore,deve venire coltivata da tutte le fa-miglie cristiane .

Per la Comunione l'amore si fa piùtenace, perchè il suo vincolo diviene

più spirituale . Le gioie della famigliarestano santificate, e alleviate ne sonole pene. Più facile diventa l'educazionedei figli . Don Bosco non sapeva sug-gerire ai suoi ragazzi mezzo più ef-ficace per vincere la violenza dellepassioni e superare le occasioni mal-vagie, offerte da un mondo semprecosì poco attento su quanto può tur-bare le anime giovanili .

Diremo ancor di più. La praticastessa della morale coniugale, divenutapiù ardua ai giorni nostri, trova unvalido aiuto nell'Eucarestia, come in-segna Paolo VI nella Humanae vitae.

Volete che il Signorevi faccia molte grazie?Visitatelo sovente

Con queste parole Don Bosco esor-tàva i suoi figliuoli a visitare spessoil SS. Sacramento .

La visita quotidiana è uno squisitogesto di amore verso l'Eucarestia . SeGesù è persona vivente, se è Dioonnipotente e amoroso, viene spon-taneo andarlo a trovare . La messa ela Comunione non sono sempre pos-sibili, ma la visita al Signore, con lacomunione spirituale, la possono farequasi tutti . Nella nostra giornata c'èla visita al giornalaio, al droghiere,al caffè, ai conoscenti, agli amici . . .Dovrà proprio mancare la visita allapersona più cara e potente ?

Tanti passano davanti a una chiesae neppure se ne accorgono per ungesto di saluto. Eppure là vi è UNOche li aspetta per poterli beneficare .

I genitori devono per tempo avviarei figliuoli a tale pratica . Essi ne rica-verebbero un aiuto particolare nelletentazioni. Don Bosco è ancora espli-cito con i suoi ragazzi : « Volete cheil demonio vi assalti? visitate di radoGesù in sacramento. Volete che fuggada voi? visitate sovente Gesù* .

In tempi di turbamento nei qualila Chiesa passa ore di ansia per lavertigine da cui son presi parecchidei suoi figli; e la famiglia, anche danoi, corre il pericolo di venire dis-sacrata e divisa ; e la gioventù, inpreda allo scoramento, può sentirsiattirata dal miraggio della rivolta,l'Eucarestia rimane il porto sicuro perla salvezza della nostra fede .

Quando il pessimismo o la sfiduciatentano di impadronirsi dei cuori deifedeli, essi non hanno che da acco-starsi all'Eucarestia, per sentirsi ripe-tere le parole dette un giorno agliapostoli, in preda al dubbio e al ti-more : « Abbiate fiducia : io ho vintoil mondo! ».

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SIATETRASPARENZEVIVEDELLAGRAN LUCE

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Dal discorso che il Santo PadrePaolo VI ha rivolto ai 34 nuovi Sacer-doti salesiani del Pontificio AteneoSalesiano, appartenenti a 16 Nazioni :Italia, Francia, Spagna, Cecoslovac-chia, Inghilterra, Lituania, Irlanda,Turchia, India, Stati Uniti, Messico,Colombia, Venezuela, Equatore, Perù,Argentina. C'erano anche dieci novelliSacerdoti barnabiti . Non fu una visitaprotocollare, ma l'incontro del Padrecon i figli, intonato a familiare cordia-lità . Il Papa ha espresso sentimentiprofondamente umani ed esortazioniaccorate allaa santità sacerdotale, in-tercalando al suo discorso aggiuntespontanee, dette talora con visibilecommozione. « Dio ha chiesto le vo-stre vite - ha detto Paolo VI ai novellisacerdoti - per servirsi di voi comesuo prolungamento nel mondo : siatefedeli, siate generosi, siate coraggiosi,irradiate l'esempio, siate trasparenzevive della gran luce . . . » .

P aolo VI ha richiamato alcuni ricordi familiari che lolegano alla Congregazione Salesiana. Poi ha aggiunto :

Vedete quindi che avete dei titoli anche particolari peressere da Noi amati e preferiti : ma soprattutto vi amiamoper quello che fate, per tutto ciò che è la vostra Famigliache si è allargata tanto, e che si è attestata là doveDon Bosco la voleva, in mezzo alla gioventù per farlabuona, laboriosa, fedele, per qualificarla e aiutarla aentrare nella vita anche con una professione onesta e conun grande sentimento di fedeltà a Gesù Cristo e allaChiesa. E questo per Noi costituisce il miglior titolo perla Nostra riconoscenza, per la Nostra stima, per la Nostraaffezione e anche per la Nostra speranza . Voi poteteavere nella Chiesa una grande importanza, un grandeinflusso proprio se siete quello che siete, cioè bravi salesiani .

Salutiamo ora i sacerdoti novelli sia del PontificioAteneo Salesiano, sia dei Chierici Regolari di San Paolo,i Barnabiti. Salutiamo i loro Superiori che li hanno ac-compagnati all'altare. Vediamo in essi le speranze dellafecondità spirituale delle loro rispettive Famiglie religiose.

E poi salutiamo i parenti. Quanto siamo lieti di vedervi!La vostra presenza a quest'udienza Ci dice che voi avetevoluto essere presenti all'Ordinazione ; e la presenza al-l'Ordinazione Ci dice che volete essere presenti alla lorovita, innanzitutto nell'atto che meglio la qualifica : laloro oblazione al Signore .

Quando Noi facciamo l'elogio di preti novelli, nondimentichiamo mai di fare l'elogio delle famiglie da cuiquesti preti novelli derivano . E sappiamo che se loro sonobuoni, bravi e santi, sono buone, brave e sante le lorocase, i loro papà, le loro mamme che hanno preparatoqueste anime elette e han coltivato la chiamata del Si-gnore nel cuore dei loro figli . Parliamo del sacrificio deinuovi sacerdoti, ma dobbiamo riconoscere anche il sacri-ficio delle famiglie che dànno appunto i loro figlioli alSignore interrompendo o trasferendo le speranze terrene,che essi rappresentano, dal loro destino naturale a quellosoprannaturale nel servizio della Chiesa .

Estendiamo l'elogio anche ai fratelli e sorelle, agli altriche partecipano a questa effusione di grazia e di stupore .Sì, perchè ormai una vocazione ecclesiastica è una sorgentedi meraviglia per chi ha la psicologia del mondo moderno .A tutti questi Noi estendiamo con grande affetto il Nostrosaluto, il Nostro ringraziamento, il Nostro augurio .

Salutiamo dunque i parenti che attorniano i nuovi ordi-nati, specialmente i genitori, esultanti e commossi nel vederei propri figlioli giunti finalmente al traguardo sospirato delsacerdozio, per il quale anch'essi hanno compiuto tantisacrifici .

Siete come il prolungamentodi Cristo nel mondo

Diletti figli sacerdoti!Il Signore guarda a voi con specialissimo amore .

È un pensiero semplicissimo, ma che investe, direi,tutto il sistema della nostra Religione, della nostra fede .Siamo amati da Dio ! Pensiamo che sopra di noi c'èquesta infinita sorgente di bontà ; che il Signore dav-vero ha un pensiero per noi ; ha guidato la nostra vita,ci ha dato un'esistenza, ci ha creato, fatto cristiani, haguidato le cose in modo che noi fossimo suoi ministri ! 5

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Dobbiamo vedere in questo un'antecedenza, una prio-rità di amore . « Prior dilexit nos ». E se siamo coscientidi questa tenerezza sospesa sopra di noi, in forma pre-ferenziale e con intenzioni speciali, restiamo, non dicoimmobilizzati, ma quasi presi dal panico di questachiamata, non è vero?

Ma siamo distesi nella carità. « Credidimus caritati » .La nostra vita si qualifica proprio, in un primo momento,per questo rapporto ineffabile che l'Ordine sacro rendepieno di vigore e di potestà perchè gli Ordini sacrisono il conferimento di potestà per il bene del CorpoMistico, per il bene del popolo cristiano . Allora la nostravocazione cristiana acquista la coscienza piena di see l'energia per poterla applicare con le virtù che essaesige e con i sacrifici che le sono inerenti .

Un autore moderno - adesso c'è tutta una lettera-tura, voi lo sapete meglio di me, sopra il sacerdozio, -un bravo autore moderno che fa l'analisi di questaelezione, di questo stato, di queste condizioni in cui ilprete si trova, dice che non è che una continuazionedel sacrificio di Cristo, dei suoi dolori, della sua pas-sione . Cristo è datus : anche il sacerdote è uno cheverifica questo datus totale, completo di sè, fra l'amoredel Padre, l'imitazione di Cristo e il servizio dei fratelli .

Siete oggetto, ripeto, di specialissimo amore . Egli viha chiamati all'intimità più stretta che possa darsi conle ansie redentrici del suo Cuore ; e ha chiesto la vostravita, i vostri talenti, la vostra intera disponibilità, perservirsi di voi come suoi vivi strumenti, come canali,come trasmettitori, come suo prolungamento nel mondo .

Vivete la vostra oblazionesenza riserve

Carissimi figli, guardiamoci bene intorno, guardiamocon la consapevolezza del momento in cui ci troviamo,proprio in riferimento al sacerdozio totale . E ascoltatequeste semplicissime parole :SIATE FEDELI. Prima la fedeltà era quasi auto-

matica: uno si faceva prete ed era finita ogni questione .Oggi è questione continua : bisogna che questa fedeltàsia tutti i giorni voluta, cosciente, ripromessa e ricon-fermata .Figli carissimi, SIATE GENEROSI . Una volta il

sacerdozio offriva uno status, anche sociale, civile o inmezzo alla propria famiglia religiosa. Io direi: come untapis roulant, si andava su tranquillamente, non c'erabisogno di fare altro che obbedire alla regola e stare inlinea con gli altri . Oggi per vivere bene il sacerdozio,anche in una famiglia religiosa, - e direi, tanto piùin una famiglia religiosa - bisogna dare se stessi tuttii giorni, ripetere la propria oblazione . E se mai avessimoqualche riserva in questa oblazione, bisogna dare tutto ._Non si può lesinare col Signore il proprio dono quandoLui dona tutto a noi stessi . Per l'esercizio di questoministero è davvero necessario un abbandono, un re-galo completo di noi stessi al Signore . Chi riservaqualche cosa, habet unde teneatur, dice un Padre, e Dionon voglia che resti preso e captato da qualche pensieroprofano superstite, da qualche reminiscenza mondana,da qualche idealizzazione diversa dalla propria vita .Non bisogna avere nessuna riserva, nessun appiglioper poter rimettere in questione la propria vocazionee il proprio servizio. Bisogna essere completi, dati coni-

6 pletamente .

Una gioia tale da singhiozzare di felicità

E finalmente - questo lo dico anche per l'esperienzache il ministero a cui il Signore Ci ha chiamato, Cidà - ci doniamo tante volte, nel sacerdozio, solo « così,così » ; « sì, va bene, sì, facciamo », ma con una certaangustia di animo, con un certo peso . . . e poi le accre-sciute difficoltà del ministero rendono alcune volte tantotriste il sacerdote . . .

Ebbene, vorremmo dirvi : VIVETE IN GIOIA ILVOSTRO SACERDOZIO. SIATE LIETI DI ES-SERE PRETI. Siate contenti e sappiate attingere, al-l'interno, da questa comunione con Cristo, dalla rap-presentanza che il Signore vi offre di vivere e di farlovivere negli altri, una ineffabile felicità . Vi possonomancare tutte le cose ; non vi può mancare, se sietefedeli, la grande gioia di essere per Cristo, con Cristoe in Cristo. È quello che noi diciamo quando Lo sol-leviamo nella Messa (adesso lo farete anche voi) perIpsum, cum Ipso et in Ipso . Questa ripetizione, che facoincidere tre volte la nostra vita con Lui, deve riem-pirci di una gioia tale che ci fa singhiozzare di felicità .

Come dice S . Paolo : gioia, gioia, pianti di gioia, perchèla commozione invade gli spiriti e diventa vera pienezzache noi non sapremmo contenere se la nostra medio-crità, da una parte, e, dall'altra, la temperanza dovutaper gli altri, non ci imponesse di essere padroni di noistessi. Dobbiamo essere dei portatori di gioia, e i primia goderne nel nostro spirito . Vivete in gioia il vostrosacerdozio : Servite Domino in laetitia . E questo è degnodi Don Bosco, no ? e anche di Antonio Maria Zaccaria,perchè davvero erano dei servitori lieti del Signorenella sua casa .

Trasparenze vive della gran luce

SIATE, figli carissimi, TRASPARENZE VIVEDELLA GRAN LUCE. Oggi il mondo davvero ciguarda contro luce, vuol vedere attraverso di noi checosa siamo, che cosa abbiamo nel cuore . Ci sono diquelli che credono che per presentarsi al mondo biso-gna avere un tale abito, un tal gesto, o una sigarettain bocca, ecc . per essere come gli altri ; essi non vedonoin questo l'ingenuità di cui sono affetti . Siate preti verie vedrete che trasparenza emana da voi! E dal bam-bino che viene alla prima comunione, alla donna cheviene per consiglio o all'anima che ha bisogno di ap-poggio o all'operaio che non ha nessuna formazionereligiosa, sentirete dire : « Questo è un prete vero »,«Questo sì». Questa adesione che troviamo sulle labbradel popolo è data quando uno è autentico e lascia dav-vero, senza studio, irradiare da sè la propria personalità,la propria coscienza .

Siate così anche voi ; siate trasparenti di quello chesiete, della gran luce, dicevamo, che vi ha tutti per-meati col carisma dell'Ordine sacro, per poterla trasmet-tere agli uomini che da voi aspettano, al mondo che davoi aspetta . . .

Il mondo ci dà la croce addosso, ci mette in ridicolo,ci oppone tutte le polemiche, le contestazioni che volete . . .ma perchè ? Perchè aspetta molto da noi . È un para-dosso, ma è così. Cosa aspetta ? Lo esplicitiamo conuna parola del Vangelo : cerca la verità . L'abbiamodavvero nel cuore ? Aspetta l'amore . Sappiamo amare ?Dobbiamo diventare degli effusori di carità, di amore .Sembra la cosa più facile in questo mondo . È la cosa

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più difficile, più ardua, perchè è la cosa che ci portasu, su verso la croce : è l'amare fino al sacrificio di sè .« Non c'è maggior carità che dare la vita per i propriamici » .

Ora questo non è facile. Il Signore ci ha dato questavocazione e la gente che ci sta intorno, nel raggio delnostro ministero e delle nostre conoscenze e anche lapubblica opinione che ci circonda, cosa aspetta ? Divedere uno che è amante del mondo, della società, delcircolo di persone che accosta e soprattutto di quelleper cui ha una qualche responsabilità . Sarà la parrocchia,la scuola ; sarà la comunità dei fedeli che circonda ilsacerdote, che deve sentirsi amata, più che governata,più che consigliata, più che istruita, dal suo sacerdote .E quando sente questo, credo che il sacerdote diventacapace di domandare ogni cosa ai suoi fedeli .

Siate coraggiosi!E poi, che cosa deve irradiare da voi? Il coraggio .

SIATE CORAGGIOSI. Non abbiate paura . Guardateche è la parola del Signore ripetuta spesso ai suoi di-scepoli : « nolite timere! non abbiate paura» . È segnoche la paura è, nella psicanalisi della nostra spiritualità,un difetto ricorrente, una mancanza che si ripete . Dob-biamo essere coraggiosi, specialmente per camminarenel mondo in cui siamo, che non è più propizio . Unavolta la Chiesa aveva i sentieri tracciati . Avrà avutoaltre difficoltà, ma aveva, direi, preventivato le sue espres-sioni, i suoi sentieri, le sue esplicazioni . Adesso si cam-mina, mi sembra, come in una foresta vergine : bisognadi continuo sgombrare di qua e di là, bisogna fenderela foresta, farsi il cammino attraverso mille difficoltà .Per questo occorre avere tempra ben salda . Non abbiatepaura. Coraggio

Irradiate l'esempioFinalmente IRRADIATE L'ESEMPIO. Guardate

che siete il libro vivente che gli altri leggono . Cristo .deve essere letto in voi nella maniera con cui vivete,come parlate, come gustate, come siete . Voi siete iltypus di Cristo e quindi guardate di uniformarvi moltoal Signore per essere capaci di trasfonderlo in questairradiazione che potremmo dire figurativa del Signore .

E finalmente la dottrina, l'insegnamento, e poi ilsegno, il tesoro più prezioso, la vita stessa di Dio dicui siete e sarete canali tanto più efficaci quanto piùgenerosamente vivrete nella grazia della vostra vocazione .

Ci vedremo ancora? Chi lo sa! Ad ogni modo, Noivi siamo gratissimi di questo incontro e ascriviamo proprioa una grazia del Nostro ministero incontrare dei sacerdotinovelli, dei preti che si consacrano fermamente alla lorovocazione, nelle rispettive famiglie religiose, con i preven-tivi che i Superiori faranno per l'impiego delle vostreenergie, del vostro tempo, del vostro futuro . Ma se nonCi dovessimo più materialmente incontrare, sappiate cheil Papa vi è vicino, che Noi vi vogliamo bene ; che preghiamoogni giorno, ogni giorno, direi, ogni ora, per i nostri preti,per i religiosi, per le religiose, per tutti quelli che sonoconsacrati al Signore. Vi siamo vicini con la Nostragrande benevolenza . Vi ringraziano del dono che avetefatto di voi stessi alla Chiesa . E adesso paternamente vibenediciamo in pegno e auspicio del continuo aiuto delSignore sul vostro ministero .

LETTERAA UN GIOVANE(dal Bollettino Salesiano degli Stati Uniti)

Caro John,

tu mi chiedi di dirti qualcosa delsacerdote salesiano . Con piacere .Il prete salesiano è un tipo cheincontra con tutti, ma special-mente con i ragazzi. Egli ama leloro anime e desidera farli felicirendendoli buoni.

Lo spirito di Don Bosco che lopervade è essenzialmente spiritodi letizia. Perciò vedrai questosalesiano con ardore giovanilegiocare al pallone . . . Lo vedraisuonare, dirigere un coro, pre-parare una filodrammatica . Lovedrai marciare in montagna allatesta dei suoi ragazzi, sorvegliareuna colonia marina o semplice-mente trattenere in allegra ricrea-zione ragazzi sprizzanti gioia .

Ma al di sopra di ogni altra attivitàvedrai questo sacerdote offrire ilSacrificio Eucaristico con edifi-cante raccoglimento e fervore. Lovedrai confessare lunghe file divispi ragazzini o di pensierosi ado-lescenti. Lo vedrai affaticato estanco alla fine di una giornata daregli ultimi consigli ai ragazzi primache vadano a riposo . Lo vedrestiallora rimanere nella cappella adire ancora una preghiera perquesto o quel ragazzo perchè am-malato o perchè non corrispondealle sue cure .

fl sacerdote salesiano ama i suoiragazzi, si dedica tutto a loro evive per loro . La sua vita è un au-tentico invito a ogni giovane voli-tivo e generoso, che sente la vocedi Dio che lo chiama a seguirlo . . .

Ti vedi, un giorno, vestito dei pa-ramenti sacerdotali, tenere nelletue mani « il calice della sal-vezza » ?

Ti vedi con le mani levate, in attodi benedire papà e mamma, i tuoifamiliari e amici?

Ti vedi in confessionale a confor-tare e assolvere i poveri peccatori,a guidare e sostenere i giovaninelle lotte de/l'età difficile ?

Essere sacerdote è possedere i po-teri di Cristo .

Il sacerdozio è sulla terra la voca-zione più grande . . .Rifletti e prega .E, se vuoi, scrivici.

Ispettoria CentraleVia Maria Ausiliatrice, 32

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O ggi la famiglia si accorge semprepiù che l'istruzione dei figli non

è solo affare della scuola ; essa prendecoscienza del proprio diritto-doveredi intervenire, con sempre maggioreconsapevolezza, all'interno della vitascolastica : ne scopre la limitatezza ei difetti, ne sollecita, sempre più dicontinuo, il rinnovamento e l'aggior-namento di strutture e programmi .A questo han giovato i richiami

venuti da istituzioni di alto livello,ecclesiastiche e laiche .

Così la conferenza dei Vescovi te-deschi a Fulda ha elaborato un pianoper un incontro a dimensioni regio-nali, che si terrà in ogni Leanderdella Germania, sul programma dellascuola e della educazione, a cui par-teciperanno genitori, insegnanti, de-legati di scuole libere e di associa-zioni giovanili, amministratori, peda-goghi, politici .

L'ultima Settimana Sociale dei Cat-tolici d'Italia, svoltasi a Catania, an-nunciava la costituzione di associa-zioni di genitori per sviluppare inseno alle famiglie la coscienza deiloro diritti e doveri nei confrontidella società, con particolare riferi-mento ai problemi della scuola, deltempo libero, dei mezzi di comuni-cazione sociale .

L'unione Cattolica Italiana Inse-gnanti Medi (UCIIM), per mezzodella sua Presidenza Nazionale, au-spica che l'ordinamento scolastico«venga sollecitamente modificato, in-troducendo in tutte le scuole la pre-senza dei genitori, entro comitatiscuola-famiglia, aventi competenzeanche deliberative ».

Il 27 settembre u . s. alcuni sena-tori hanno presentato al senato undisegno di legge per la istituzione delComitato scuola-famiglia e del Con-siglio degli studenti negli istitutid'istruzione primaria e secondaria .Il disegno di legge risponde in modocostruttivo al diritto della famiglia dientrare istituzionalmente in rapportocon la scuola, come esige un effettivocostume democratico .

La Chiesa, nel Concilio Vaticano II,ha riconosciuto che oggi non è piùconcepibile una scuola veramente edu-cativa senza la presenza responsabiledei genitori. La famiglia, la societàcivile e la Chiesa sono educatori sus-sidiari, perchè tutti e tre hanno fun-zioni di paternità con lo stesso edu-cando. La Dichiarazione conciliare

COLLABORAZIONE TRA SCUOLAE FAMIGLIA

Essi contestano :ma noiche facciamo perDavanti al fatto, sempre più vistosoed erompente, della contestazione scolastica,quanti fra i genitori hanno provato un sensodi amarezza, di sorpresa e di confusione .Ma si sono domandati se hanno anch'essiuna responsabilità di fronte alla scuolae se l'hanno sempre adempiuta?

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sulla educazione cristiana afferma tral'altro : « Il sacrosanto Sinodo esorta ifedeli. . ., soprattutto attraverso le asso-ciazioni ' tra genitori, ad aiutare posi-tivamente e costantemente il compitodella scuola e in particolare quella edu-cazione morale, che essa deve fornire ».

Recentemente Paolo VI, parlandoai docenti dell'Unione Cattolica In-segnanti Medi (UCIIM) ha sotto-lineato la necessità del rapporto trascuola e famiglia per la continuitàdell'opera educativa : « La famiglia- ha detto il Papa - avendo comefine la procreazione e l'educazionedei figli, possiede per ciò stesso unapriorità di natura, e per conseguenzauna priorità di diritto-dovere in campoeducativo nei confronti della società .Essa non deve e non può rinunciare aquesto diritto . E necessario perciò che,accanto ai docenti e agli alunni, anchele famiglie siano presenti nella Scuolae responsabili dell'orientamento educa-tivo della comunità scolastica . Fino adoggi, purtroppo, la famiglia in Italia èstata quasi praticamente assente dallaScuola. Non sempre si è chiesta lacollaborazione cosciente dei genitori ; eanche quando è stato posto il problemadei rapporti fra le due istituzioni, lo siè impostato più su di un piano di inte-resse pratico o puramente culturale chedi interesse educativo. Noi auspichiamo- ha concluso Paolo VI - che lavostra Unione richiami efficacementel'attenzione delle famiglie e delle auto-rità responsabili su questo problema .Che se poi tale scambio di vitali energiepotrà avvenire anche sul piano dellaconcezione cristiana della vita, allorai risultati diventeranno di particolareimportanza per il bene comune, perchéin maniera più interiore e più unitariasi favorirà la formazione dell'uomo,del cittadino e del cristiano » .

Nella scuola salesiana

La scuola salesiana, fondata sullacollaborazione responsabile e apertatra famiglia, giovani ed educatori,ha visto con piena soddisfazione ildefinirsi sempre più preciso delleiniziative e degli organismi idonei agiovare' alla causa dell'educazione .Per lunga tradizione erano in attorapporti cordiali tra scuola e genitori .Ora questi hanno preso forma piùorganizzata nei Consigli dei genitori,che sono stati promossi ovunque econ buoni risultati. Il loro scopo è di

rendere più attiva la presenza dei geni-tori nell'ambito della scuola, di creareuna più stretta collaborazione con gliinsegnanti per la miglior conoscenzadel figlio-allievo, di collaborare at-tivamente con la direzione dell'isti-tuto per tutte quelle iniziative cheefficacemente contribuiscono a raffor-zare la comunità educativa, formatadalle sue tre componenti essenziali(professori, genitori, alunni) e sono piùatte a facilitare la soluzione di tuttii problemi educativi, da quelli piùstrettamente scolastici, a quelli deltempo libero e dell'uso dei mezzi dicomunicazione .

In alcuni istituti è stata così vivala partecipazione dei genitori allaazione educativa della scuola che ad-dirittura si è passati dal Consigliodei genitori alla Scuola dei genitori.Questa non ha lo scopo di una inte-grazione culturale o professionale deigenitori, ma di renderli sempre piùidonei a una azione veramente edu-cativa nei confronti dei figli . Adesempio: quale è l'atteggiamento versole nuove fonti di educazione : stampa,radio, cinema, TV?

Anzitutto la scuola ha svolto pressoogni famiglia un'opera di ricerca edi inchiesta attraverso un questio-nario. Si è passati poi a una verainformazione, fatta da esperti, ai ge-nitori, divisi secondo l'età e la classefrequentata dai figli (Scuola media -Biennio - Triennio - Superiore - Corsiprofessionali) . Si è data loro la pos-sibilità di discussione e di aggiorna-mento, attraverso la biblioteca per igenitori ; infine si è giunti a una tavolarotonda, cui parteciparono insiemegenitori e alunni . Sì, perchè nellostesso tempo anche gli allievi veni-vano informati, attraverso la scuolao il doposcuola, sullo stesso argo-mento presentato dai genitori.

Così scuola e famiglia si trovavanonella possibilità di parlare uno stessolinguaggio educativo .

Associazioni di genitori

I genitori che ci leggono, soprat-tutto se Insegnanti e Cooperatori,devono sentire il bisogno di entrarein queste associazioni e comitati, spe-cialmente per portarvi «quell'animacristiana» che purtroppo per tantotempo è stata estromessa dalla scuolaitaliana .

I problemi educativi, perchè siano 9

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tali, vanno sentiti nella loro integrità,quindi anche nel campo spirituale,oltre che in quello strettamente mo-rale e civico . Davanti a una sceltadi programmi, nella interpretazionedell'uso dei mezzi di comunicazionedi massa e del tempo libero, guai sene risultassero esclusi i valori dellospirito: la formazione ne scapiterebbe,soprattutto per quei giovani che ven-gono da una tradizione cristiana in-tegralmente vissuta . Quindi non soloè opportuno, ma addirittura neces-sario che il genitore si faccia avantie dimostri fattivamente la sua pre-senza in questi comitati .

Ora poi che una circolare ministe-riale accetta l'assemblea studentescacome mezzo di autoeducazione de-mocratica e di collaborazione con leforze educative, i genitori devonopoter partecipare, quali esponentiresponsabili, a queste assemblee, siapure attraverso rappresentanze, perchèil fatto educativo, come già abbiamodetto, deve nascere dalla fattiva col-

laborazione di quanti ne hanno di-ritto : insegnanti, genitori, allievi .

Siccome poi i Comitati Scuola-Famiglia non possono esaurire tuttoquanto i genitori devono dare allascuola, perchè esistono fattori cosìgenerali che condizionano l'educa-zione dei figli, sui quali le singolefamiglie non possono intervenire, ènecessaria una organizzazione a li-vello nazionale, capace di potersi pre-sentare agli organi centrali prepostialla istruzione (Ministero della P . I .,Centri Didattici ecc .) e alla stessaopinione pubblica .

Per questo sono sorte in Italia l'As-sociazione Genitori (A. GE. con sedecentrale in Roma, Via Cassiodoro i _S),l'ANSI (Via Grazioli Lante 78,Roma): esse vogliono investire tuttii campi della istruzione e formazione,ma soprattutto portare nella scuolail proprio contributo, nello sviluppodegli orientamenti pedagogici, dei pro-grammi di insegnamento e d'esame,e dei metodi didattici .

« È necessario che, accanto ai docenti e agli alunni, anche le famiglie siano presenti nella Scuolae responsabili dell'orientamento educativo della comunità scolastica» . Paolo VI

È necessario quindi che i singoliComitati aderiscano o si colleghinocon queste associazioni, perchè dal-l'unione di tante e ben avviate inizia-tive locali, si possa raggiungere quellavitalità di azione che oggi è necessaria,per garantire alla scuola tutti queivantaggi di cui ha bisogno l'educa-zione dei giovani .

A questo proposito la Carta euro-pea dell'insegnamento all'articolo sestoscrive: « La Scuola è una comunitànella quale gli alunni imparano adiventare cittadini: essi potranno com-piervi l'apprendistato della democra-zia nella misura in cui essi stessi, gliinsegnanti e i genitori, in un climadi autonomia, acquisteranno coscien-za delle loro comuni responsabilità » .E subito dopo, nell'articolo setti-mo: « Il contributo dei genitori, incampo educativo, è estremamenteimportante : pensiamo, quindi, cheoccorra incoraggiare quanto può fa-vorire i contatti tra insegnanti efamiglie ».

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Salutatelopernome

Il signor Natale Menzio, un arzillo exallievo di Pinerolo ultranovan-tenne, il 30 gennaio 1961 raccontava : « Ho parlato a tu per tu con DonBosco soltanto due vólte. Ma è stato meraviglioso .Un mattino del mese di maggio, mentre salivo le scale per portarmial secondo piano, incontrai Don Bosco . Era la prima volta che mi trovavodi fronte a lui . Mi fissò negli occhi, chiese il mio nome e poi mi salutò contanto affetto .Alcuni mesi dopo andò a Roma. Quando ritornò, a Valdocco fu unagran festa . Don Bosco fu costretto a salire al secondo piano e dal balconesalutò tutti lanciando manciate di caramelle . lo quel giorno ero in infer-meria ammalato .Lo rividi il giorno dopo. Appena entrato nell'ampio stanzone dell'in-fermeria, mi riconobbe subito : "Tu, Menzio, in infermeria?" mi disse . Poimi salutò con tanta cordialità .L'indomani ero già guarito, ma avevo nel, cuore un grosso interroga-tivo . Don Bosco mi aveva visto solo una volta e mi aveva riconosciuto .A Valdocco eravamo più di 600 e in quei mesi il Santo aveva incontratonei suoi viaggi migliaia e migliaia di ragazzi .Quel mattino aspettai Don Bosco al fondo delle scale . Dovevo sapere adogni costo. Mi avvicinai al Santo, mentre scendeva per la Messa, accom-pagnato da Don Rua . "Don Bosco, come ha fatto ieri a riconoscermi?" .Il Santo sorrise . Poi mettendomi la mano sul capo, soggiunse : "l miei figlili conosco dappertutto"» .

Ecco una finezza della carità : il saluto. Soprattutto quando vi si puòaggiungere il nome.«Ricordatevi - scrisse Dale Carnegie ne "L'arte di farsi degli amici" -che il nome di un individuo è per lui il più gradito e il più importante di tuttoil vocabolario » .Tra la persona e il nome corre un'identificazione misteriosa . II nome evocala persona e la rende in certo modo presente col suo io più profondo . Eccoperchè il nome esige lo stesso rispetto che la persona .Quando un ragazzo si accorge che il suo insegnante o il suo educatorenon ha imparato e non conosce il suo nome, prova l'impressione di esserestato dimenticato . Se poi gli storpiano il nome, ne prova un'intima irrita-zione: soprattutto quando il fatto si ripete .Che dire allora della mania di affibbiare dei soprannomi? Spesso questamania rivela l'intenzione di diminuire e di umiliare gli altri . È stato notatoche il soprannome è quasi sempre l'arma dei deboli che prendono, in talmodo, la loro rivincita in maniera sleale contro quelli da cui dipendono .A ogni modo, è sempre un indice di animo volgare . Più si discende nellascala sociale, e più l'uso dei soprannomi diventa frequente .Tristezza di chi si sente privo del proprio nome e non è altro che unnumero . « Un giorno - scrisse un giovane operaio - andai a vedere unmio amico in un reparto dell'ospedale . Quale fu la mia sorpresa nel sentireche il mio amico degente da tre mesi in quella stessa sala, veniva chiamatocol suo numero. So bene che le infermiere non possono ricordare tutti inomi dei nuovi arrivati, ma quando si è all'ospedale da un dato tempo,la cosa diventa imbarazzante . Un numero è avvilente, non ha personalità ;è come una macchina che viene curata e riparata perchè abbia a funzionaremeglio. Noi non siamo dei numeri, ma delle persone umane» .Il ricordare i nomi dei propri dipendenti conferisce a un dirigente, a uncapo azienda, a un educatore, un prestigio straordinario . Napoleone pro-vocava l'entusiasmo dei suoi soldati e otteneva da loro i massimi sacrificigrazie all'astuzia con cui si faceva dire i nomi di coloro che egli voleva fe-licitare e ricompensare per qualche azione di rilievo . Si era costruito la leg-genda di conoscere personalmente ciascuno dei suoi numerosissimi soldati .l/ ragazzo è felice di venire chiamato per nome . Per lui, il suo nome èla cosa più bella che esista . Non storpiategli mai il nome. Volete conqui-starvelo? Fate come faceva Don Bosco : salutatelo per nome .

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Esercizi spirituali 1969

PIEMONTE

Muzzano (Vercelli) : 10-13 agosto

LOMBARDIAComo - Salesianum : 25-29 giugnoComo - Salesianum : 7-10 settembre

VENETO

Rocca di Garda (Verona) : 3-6 agostoCison di Valmarino (Treviso) : 20-24 agostoMontericco di Monselice (Padova) : 28-31 agosto

LIGURIACol di Nava (Imperia), Soggiorno Don Bosco : 26-30 set-tembre

MARCHELoreto - Montereale : 22-26 agosto

LAZIO

Albano - Frattocchie (Roma), Oasi Missioni : 22-26 giugno

CAMPANIA

Seiano (Napoli) : 15-19 settembre

PUGLIE

Ostuni (Brindisi), Istituto Salesiano : 2-5 luglio

SICILIAZafferana (Catania) : 1-5 agosto

PIEMONTEMuzzano (Vercelli) : 30 luglio-3 agostoMuzzano (Vercelli) : 5-9 agostoMuzzano (Vercelli) : 1-5 settembreSaluzzo (Cuneo), Villa Regina M . : 24-28 agosto

LOMBARDIAComo - Salesianum : 20-23 aprileComo - Salesianum : 10-14 agostoVarese - (P. Libertà, 9) : 6-10 settembre (anche signorine)Zoverallo di Verbania, Casa M . Mazzarello : 15-19 settem-bre (anche signorine)

VENETOCesuna Altipiano d'Asiago (Vicenza) : 3-7 luglio

LIGURIACol di Nava (Imperia), Soggiorno Don Bosco : 26-30 sett .

TOSCANACalci (Pisa), Oasi Sacro Cuore : 7-10 agosto

MARCHELoreto - Montereale : 27-31 agosto

LAZIOAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Missioni : 4-8 luglioAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Missioni : 2-6 sett.

SARDEGNACagliari : 15-19 settembre

CAMPANIASeiano (Napoli) : 21-25 giugnoSeiano (Napoli) : 21-24 settembre

PUGLIEOstuni (Brindisi), Villa Specchia : 2-5 luglio

CALABRIASoverato (Catanzaro) : 22-26 settembreReggio Cal ., Ist. M . Ausiliatrice : 17-21 settembre

SICILIAZafferana (Catania) : 24-28 aprileZafferana (Catania) : 29 giugno - 3 luglio

PIEMONTEMuzzano (Vercelli) : 14-18 agostoMuzzano (Vercelli) : 19-23 agosto

LOMBARDIAComo - Salesianum : 9-12 settembre

LIGURIASestri Levante (Genova) : 22-26 agosto (ospitalità e as-sistenza ai bambini)Sestri Levante (Genova) : 21-25 settembre (ospitalità eassistenza ai bambini)

TOSCANACalci (Pisa), Oasi S . Cuore : 1-3 agosto

LAZIOAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Missioni : 26-30 giugno

CAMPANIASeiano (Napoli) : 15-19 settembre

BASILICATAPotenza, Casa S. Cuore : 27-30 agosto

CALABRIACerisano (Cosenza) : 27-30 agosto

SICILIAZafferana (Catania) : 20-24 settembre

Muzzano (Vercelli) : 8-13 settembreComo, Salesianum : 9-15 novembreAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Missioni : 21-27 sett.

1 . FIDANZATISestri Levante (Genova), Mad . del Grappa : 24-27 aprileSoverato (Catanzaro) : 27-30 settembre

2. UNIVERSITARICol di Nava (Imperia), Soggiorno D . Bosco : 12-16 marzoLoreto - Montereale : 1-5 settembre

3. SEMPLICEMENTE GIOVANIMuzzano (Vercelli) : 10-13 agostoGenova-Voltri, Villa Azzurra : 13-16 settembreSeiano (Napoli) : 3-7 agosto (per signorine)

ItN Ilu

PER SIGNORINELoreto - Montereale : 17-21 agostoAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Missioni : 1-4 luglioCagliari : 10-14 settembreZafferana (Catania) : 20-24 settembre

PER GIOVANIBari : 2-5 aprile

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al 'Delegato Cooperatori" della locale Casa Salesianao delle figlie di Maria Ausiliatrice, oppure di quella più vicina .

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.SCUOLA DI ORIENTAMENTO All'APOSTOLATO

A tempi nuovi, forme nuove di pre-parazione ai compiti che la vita offreai giovani. Anche la Chiesa sta adat-tando le sue istituzioni alla sensibilitàdei tempi e apre ai giovani nuove pa-lestre per prepararli a un forte impegnocristiano . Tra le novità sorte in variluoghi, ha destato interesse e simpatiala « Scuola di Orientamento all'Apo-stolato » ; vogliamo presentarla all'at-tenzione dei lettori e soprattutto deiCooperatori, che hanno tra le loro fi-natità specifiche anche quella di orien-tare le vocazioni dei Giovani all'Apo-stolato .

Che cos'è?È una risposta alle attese del Con-

cilio Vaticano II, che invita gli Isti-tuti Cattolici « a promuovere nei gio-vani il senso cattolico e l'azione apo-stolica » e a « dar vita a un ambientecomunitario scolastico permeato dellospirito evangelico di libertà e di ca-rità », in modo che gli alunni «attra-verso la pratica di una vita esemplaree apostolica diventino il fermento disalvezza della comunità umana » .

È anche una risposta alle richiesteavanzate dal Capitolo Generale XIX

della nostra Congregazione, che sug-gerisce di « organizzare Scuole diorientamento apostolico per ragazziche per la loro giovane età, pur nonmanifestando inclinazione verso lavita religiosa o sacerdotale, ne hannotuttavia le doti » .

Quindi non è una scuola come altre,pur buone e ottime, aperte a tutti .Non è per ragazzi che vengono iscrittia scuole cattoliche perchè si conser-vino buoni o perchè siano aiutati astudiare con maggior impegno, operchè la famiglia non li può ac-cudire .

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Non è una scuola per ragazzi giàdecisi a farsi sacerdoti diocesani : perquesti la via da seguire è quella dientrare in un seminario, dove trove-ranno l'ambiente più adatto per col-tivare la loro vocazione ; non è nep-pure una scuola per quelli che sen-tono chiara la chiamata alla vita reli-giosa: per questi ci sono gli aspiran-tati delle varie famiglie religiose .

La Scuola di Orientamento al-l'Apostolato ha un suo volto e finalitàsue caratteristiche . Tra i ragazzi oggi,nonostante i giudizi che sentiamoesprimere in senso contrario, ce nesono - e più di quanto si crede -che possiedono ottime doti di intel-ligenza e di animo, sensibili ai grandie nobili ideali della vita, capaci digenerosità e di dedizione verso glialtri . A guardarli negli occhi balenala speranza di un avvenire tutt'altroche chiuso in una egoistica ., afferma-zione di sè . Se gli slanci della primaetà non saranno soffocati da tristiesperienze, c'è da credere che questiragazzi sapranno dare un senso diautentica missione alla loro vita edessere utili alla società in cui sarannochiamati a vivere .

Ma bisogna salvare le risorse cheportano con sè come un dono di Dio,svilupparle in un ambiente idoneo intutta la loro ricchezza, orientarle consereno rispetto, ma senza timori, versodecisioni ardite e 'impegnative. Mili-tante laico nel mondo, sacerdote, con-sacrato a una missione di alto inte-resse sociale ? È impossibile prevederequale sarà il futuro di un giovane ebisogna rispettarne il segreto ; ma èdoveroso provvedere perchè le dispo-nibilità che Dio ha aperto davanti auna vita umana non vadano perdute .

La Scuola di Orientamento all'Apo-stolato mira ad assolvere questa re-sponsabilità e parte da un motivo difiducia nei giovani e dalla coscienzache è necessario coltivare e svilupparequei germi di una superiore vocazione,qualunque essa sia, che Dio fa sentirea taluni perchè si mettano a un piùvalido servizio degli altri .

La Scuola di Orientamento crea ilclima, protegge, offre i mezzi perconoscersi e per sviluppare i richiamiquasi istintivi che portano verso ilbene, prospetta degli ideali e fa scatu-rire dal fondo dell'anima quelle ener-gie spirituali che li fanno conquistare,desta l'emulazione e dona la gioia ditrovarsi uniti per la causa di Dio .

Noi plaudiamo a queste istituzioniche stanno sorgendo in molti luoghiperchè ci pare di ritrovarvi tantielementi caratteristici della pedagogiadi Don Bosco. Egli ha sempre af-fermato che molti giovani sono dispo-

14 nibili per fare il bene e per consa-

crare se stessi a Dio in una vita diapostolato laicale, sacerdotale o re-ligioso . Ed è stato di una straordi-naria abilità nel creare, soprattutto intaluni suoi istituti, quell'ambiente dispirituale elevazione che faceva sco-prire con facilità i segni della chiamatadivina a una speciale missione e nefavoriva spontaneamente lo sviluppo .

La Scuola di Orientamento all'Apo-stolato è dunque una scuola qualifi-cata, non perchè accoglie gli alunnipiù intelligenti, ma perchè accettaallievi che per indole e formazionehanno in sè le premesse di un futuroapostolato come laici o anche, se ilSignore li chiama, come sacerdoti .È tuttora un esperimento, ma ha

tutte le credenziali per raggiungerele finalità previste dal Concilio edalla Congregazione, qualora sia rea-lizzata nel vero spirito .

L'allievo, soggetto attivoe responsabile

La Scuola di Orientamento all'Apo-stolato, mentre promuove con serietà• modernità d'indirizzi le attività pro-priamente scolastiche, sviluppa conparticolare ampiezza i settori forma-tivi e quelli parascolastici che con-tribuiscono alla formazione integraledell'alunno: una intensa vita liturgica• associativa con iniziative culturali,artistiche, ricreative e caritative . Essamira a creare, con la collaborazionedi tutta la comunità educativa, unclima gioioso di attivismo e di spon-taneità non disgiunta da un fortesenso di responsabilità .

Il giovane nella Scuola di Orienta-mento non è più un soggetto passivoche sta ad ascoltare delle buone esor-tazioni o a imparare delle nozioni sumaterie d'insegnamento . Soprattuttoper quanto riguarda la sua formazioneegli è portato a entusiasmarsi deigrandi ideali della vita, a farsene pro-pagatore presso i suoi compagni, apromuovere tutte quelle iniziative chesviluppano in lui le capacità di unanimatore e di un capo . Il giovanediventa così un «attivista » e un re-sponsabile diretto della vita associa-tiva della scuola . Egli è messo a con-tatto con tutte quelle realtà religiose• sociali che possono destare il suoimpulso all'apostolato, sia pure nelleforme consentite alla sua età . Eglisi apre all'azione intesa ad aiutare isuoi amici, è guidato alle prime formedi assistenza verso i poveri, vededavanti a sè il grande panorama mis-sionario, sente la gioia di farsi colla-boratore dei sacerdoti nello svolgi-mento del loro ministero .Don Bosco, per citare sempre

l'esempio che ci è caro, ha saputo

suscitare l'amore alle più svariateforme di apostolato in tanti giovaniproprio facendoli partecipi attivi eresponsabili del suo lavoro: li facevafare il catechismo, dava loro la respon-sabilità delle proprie associazioni, liorganizzava per l'assistenza dei malati(come avvenne durante il colera del1854) ; faceva sentire ai suoi ragazzila bellezza della grande epopea mis-sionaria, che in quel momento iprimi salesiani stavano conducendoin Patagonia . Don Bosco conoscevalo slancio di cui sono capaci i giovanie li sapeva condurre per questa viaa una generosa donazione di sè . Eglinon ignorava che le prime gioioseesperienze della giovinezza creanoquelle tendenze che resteranno persempre nella vita .

In collaborazione con i genitorie i parroci

A questa opera di formazione sonochiamate a collaborare anche le fa-miglie che hanno una particolare seri-

La Scuola di Orientamento al-l'Apostolato prepara i ragazzi aun forte impegno cristiano in unclima di serenità e di gioia nondisgiunte da un vivo senso diresponsabilità

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sibilità alle esigenze della vita cri-stiana. Esse mandano volentieri i lorofigliuoli a queste scuole perchè dànnole massime garanzie per una forma-zione cristiana integrale e per lo svi-luppo di una eventuale vocazione aun impegno apostolico .

La collaborazione della famiglia èritenuta determinante per l'armonicaopera di formazione dell'alunno. Alfine di favorire questa collaborazionela Scuola non toglie i ragazzi dal loroambiente naturale: la famiglia e laparrocchia ; li tiene però nella scuolaquel tanto di tempo che consente nonsolo lo svolgimento del lavoro sco-lastico, ma anche l'attività di grupponecessaria per formarli alla socialità,alla disponibilità e all'amicizia, pre-messe indispensabili per l'apostolato .

I genitori sono parte viva dellacomunità educativa : vengono riunitiperiodicamente in assemblee familiarialle quali sono presenti anche glieducatori. In tali assemblee, dopo lalezione di un esperto sopra un temapedagogico con particolari riferimentiai principii dell'educazione cristiana

e alle situazioni d'ambiente, tutti pos-sono prendere parte allo scambio diidee che ne segue . Si passa quindi atrattare argomenti che servono a ren-dere sempre più attiva la collabora-zione tra scuola e famiglia. Per unacomunità educativa che si propone diorientare a un convinto impegno cri-stiano, è essenziale che i genitori col-laborino favorendo nel ragazzo tuttequelle aperture che matureranno inlui la vocazione all'apostolato .Di non minore importanza per

l'orientamento vocazionale è la col-laborazione dei parroci e dei vicepar-roci. E anche questa non manca ; anzii parroci che conoscono lo spiritoda cui sono animate queste scuole,collaborano con entusiasmo . Essi man-dano volentieri alle Scuole di Orien-tamento i loro ragazzi migliori perchèsanno che, se anche non diventerannosacerdoti, saranno seriamente prepa-rati all'apostolato in parrocchia .

Prima dell'accettazione di un ra-gazzo a queste scuole i parroci sonosempre interpellati. E anche dopo, laScuola mantiene frequenti contatti con

loro perchè, come si è detto, il ragazzorimane inserito nella vita parrocchiale .Anzi tenderà ad essere nella parrocchiaelemento sempre più attivo, un veroanimatore, con quei fermenti chericeve dalla Scuola .Le Scuole di Orientamento al-

l'Apostolato sono, in concreto, unaistituzione che ubbidisce ad alcunedelle urgenze più caratteristiche delnostro tempo: tendono a una inte-grale qualificazione della vita in sensocristiano, riconoscono la strettaunione, fin dal tempo della primaformazione, delle risorse dei laici edegli ecclesiastici nel tessuto dellasocietà, educano a ideali superiori espirituali, ma senza isolare completa-mente dai rapporti col mondo . Essevogliono raccogliere le energie nuoveche sono scaturite dal Concilio, edu-carle in forme più aderenti alla realtàattuale e farne strumento idoneo dirinnovazione nella vita della Chiesa .Ci sono tutte le buone ragioni peraugurare un buon successo a questoesperimento che mostra tanta fiducianella generosità dei nostri giovani .

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TorinoFesta di San Giovanni Bosco

Quest'anno la festa è stata onorata dalle cele-brazioni e dalla parola degli Ecc.mi mons. An-tonio Mistrorigo, vescovo di Treviso, e mons .Felicissimo Stefano Tinivella, arcivescovo tito-lare di Belcastro . Gradita anche una novitàche si ripete dallo scorso anno : la Messa delleore 21 celebrata dal Rettor Maggiore per gliExallievi, impossibilitati a celebrare la festalungo il giorno. La celebrazione ha visto mol-tissimi Exallievi presenti ed è riuscita di granderisonanza spirituale. (Nel/a foto: un momentodella concelebrazione presieduta da mons. Mi-strorigo e un'istantanea di mons. Tinivellamentre tiene il panegirico di Don Bosco) .

L'istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice guarda al suo domaniin prospettive conciliari

Il Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausi-liatrice è in pieno svolgimento a Roma, nelnuovo edificio che sarà la sede romana del-l'istituto Internazionale Superiore di Pedagogiae Scienze religiose . Prima dell'apertura tutte leCapitolari fecero un pellegrinaggio impetratorioalla Basilica di S . Maria Maggiore . il RettorMaggiore celebrò la santa Messa davanti allavenerata immagine di Maria "Salus Populi Ro-mani" e ricordò che a quel medesimo altareaveva celebrato Don Bosco nella sua prima vi-sita a Roma, per invocare l'aiuto della Verginesulla Congregazione che aveva in animo difondare. Il Capitolo, che ha avuto i suoi tempiforti al momento dell'elezione della SuperioraGenerale nella persona di Madre Ersilia Canta edella sua Vicaria nella persona di Madre Marghe-rita Sobbrero, prosegue ora i suoi lavori portandogiorno per giorno in aula gli schemi relativi aitemi affrontati dalle singole Commissioni . (Ne/lafoto : una visione parziale dell'aula capitolare) .

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NEL MONDO SALESIANO

Selargius (Cagliari)Musica moderna per la festadi Don Bosco

Ci scrivono dal Centro di Addestramento Pro-fessionale di Selargius: «Volevamo che la festadi Don Bosco fosse una festa agile, fresca, ve-ramente giovanile in tutte le sue manifestazioni,soprattutto religiose . Abbiamo voluto sperimen-tare direttamente le reazioni a una Messa conmusica moderna. Volevamo sincerarci se que-sta espressione musicale fosse veramente ca-pace di esprimere il sentimento interiore di unasincera preghiera a Dio. La compostezza deisuonatori, la serietà con cui giovani e fedelihanno seguito le esecuzioni, ci hanno con-vinto che se i giovani sono educati a valorizzarecome preghiera la musica che piace a loro,essi ne sono pienamente capaci . La Messa,eseguita con l'autorizzazione dell'Arcivescovodi Cagliari, è riuscita superiore a ogni nostraaspettativa e pensiamo che Don Bosco abbiagioito di una festa celebrata in tal modo in suoonore. Sappiamo che proprio adattando le ariecorrenti tra il popolo al suo tempo, egli facevacantare ai suoi giovani le lodi del Signore» .

Dibrugarh (Assam - India)Inaugurato il nuovo Seminarioe ricostruita la Cattedrale

Dibrugarh è il centro della diocesi di mons .H. D'Rosario, salesiano, che abbraccia anche lecolline Naga e lo Stato del Manipur. Recente-mente fu visitata dal Pro-Nunzio mons. Caprio,che benedisse il moderno Seminario e la Catte-drale, risorta dallo spaventoso cataclisma del1951, e che oggi si leva maestosa come segnodella perenne giovinezza della Chiesa .

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NEL MONUO SALESIANO

Roma. Mostra C.S.'69delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Fu voluta dalla Madre Generale Angela Vespain occasione del Capitolo Generale Speciale perpresentare alle Capitolari in una espressiva vi-sione d'insieme, l'attuale vitalità dell'Istitutodelle Figlie di Maria Ausiliatrice . La Mostra, riu-scitissima per l'unità del pensiero ispiratore eper la moderna e artistica esecuzione, si articolanei tre settori : la Congregazione, il suo perso-nale, il suo sviluppo geografico . Nell'armonicasuccessione di 23 pannelli, presenta gli aspettidella vitalità dell'istituto, fortemente inseritonella Chiesa: il personale, le ispettorie, le case,le missioni, la beneficenza ecc . Indica grafica-mente la percentuale delle 52 nazionalità a cuiappartengono le Figlie di Maria Ausiliatrice, lacomparazione statistica delle 12 principali lingueparlate nell'istituto e l'estensione geografica delsuo sviluppo .

Paterson (USA)Come li han tenuti lontani dall'ozioe dai pericoli della strada

Grazie agli aiuti in denaro, forniti dal ministerodel lavoro, i Salesiani di Paterson durantel'estate poterono occuparsi di quasi 160 ra-gazzi poveri e disagiati, in età dai 14 ai 18 anni .Insegnavano meccanica, fotografia e tipografia,dando uno stipendio adeguato alle ore di la-voro. Così li tenevano lontani dall'ozio e daipericoli della strada, tramite l'incentivo di unmestiere e il mezzo di procurarsi qualche sol-dino da portare a casa .

Taranto. Nuova chiesain onore di San Giovanni Bosco

Il 26 aprile corrente S . E . mons. Motolese, arci-vescovo di Taranto, consacrerà solennemente lanuova chiesa di San Giovanni Bosco, aperta alpubblico fin dal 7 dicembre 1968 . Dopo annidifficili, è stata portata a termine sotto la spintacontinua di mons . Arcivescovo. Di linea sem-plice ed elegante, la chiesa si direbbe fatta peril colloquio con Dio . Tutto lo sforzo dell'archi-tetto Claudio Adamo è stato quello di portareall'elevazione mistica in modo da orientare su-bito gli spiriti a « Colui che è » . Nella sua strut-tura architettonica la chiesa vuole conciliarel'idea trinitaria (frequente l'uso del triangoloequilatero) con il biblico ricordo della tenda diAbramo : vuol essere cioè una sintesi della storiadella salvezza, che ebbe in Cristo il suo trionfaleepilogo .

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CON I PIONIERI DI CRISTONELL'ARIARI

L a Colombia, con una superficiedi 1 milione e 139.155 chilome-

tri quadrati, è al quarto posto perestensione territoriale fra i paesidell'America del Sud . L l'unica re-pubblica sudamericana ad avere lecoste bagnate dall'Oceano Atlanticoe dall'Oceano Pacifico .

Grattacieli, palazzi di vetro e diacciaio, dighe, ranchos, capanne dipaglia e baracche su palafitte . . . : ladiversità umana è grande quantoquella geografica . Vi sono infattialmeno tre zone climatiche : tierrascalientes, tierras templadas e tierrasfrías .

La capitale Bogotà conta circa1 milione e mezzo di abitanti : co-struita a 2.600 metri di altezza, haun clima piuttosto freddo . Quandoil cielo è sereno, sembra di viverein piena estate ; e quando piove e ilvento piega oltre misura le chiomedei pioppi, è inverno .

La prefettura apostolica dell'Aria-ri non è lontana dalla capitale. Vilavorano dal 16 gennaio 1964 i mis-sionari salesiani. Che cosa significaun gruppo di evangelizzatori nellaColombia d'oggi aperta a tutti iventi e a tutti gli influssi? Rispondedon Angelo Bianchi, del gruppo deipionieri di Cristo .

Chi siete e che cosa fate in quella

zona così estesa?

La forza viva della Prefettura- risponde don Bianchi - è com-posta tutta di religiosi e di suore .Laici finora non ce ne sono . Comin-ciano adesso a lavorare con noi iprimi giovanotti preparati dall'« Ac-ción Cultural Popular » : sono leprime leve dell'apostolato dei laici .Quest'anno è entrato in funzioneil Centro per la formazione dei primicatechisti scelti fra elementi giovaniper orientarli a un lavoro di evan-gelizzazione e di promozione umana .

Chi siamo è presto detto. C'è ilPrefetto Apostolico monsignor JesúsMaria Coronado, che ha la sua sedea Granada, una cittadina di circa10.000 abitanti . La parrocchia contaaltri 10.000 abitanti sparsi nellavasta estensione periferica . L unacittadina di intenso sviluppo com-merciale; la sua stessa posizione laporta a essere così .Monsignor Coronado è un uomo

sulla cinquantina, di una grandeesperienza acquistata nella trafiladella vita salesiana. Quando gli affi-darono la prefettura apostolica nonaveva alcuna casa dove sistemarei parroci. Cominciò col procurare

Nella prefettura apostolicadell'Ariari, una impervia,vastissima zona della Colombiavicino alla capitale, ventipropagandisti del Regno di Diolavorano per la promozionesociale e religiosadi una popolazione dislocatasu 35 mila chilometri quadrati

un alloggetto per ogni sacerdoteparroco. Monsignore puntò subitosui giovani . I giovani sono tutto :sono il domani che noi sogniamo .Monsignore vuol bene ai giovani ;costruisce scuole e collegi prepa-rando così i futuri insegnanti e mae-stri della prefettura apostolica . Co-me richiede il Concilio, ha program-mato il lavoro con una visione apertaai problemi della regione e sta dandoun assestamento economico a que-sta zona, che presto diventerà vica-riato apostolico, nonostante i solicinque anni dalla sua erezione .

Altri paesi con parrocchia sono :Fuente de Oro con 2.000 abitanti nelcentro e 8 .000 sparsi all'orizzonte .Puerto Lleras con 3.000 anime equasi 10.000 lungo il fiume Ariari .Ce ne vogliono delle sgroppate distrada per andarli a trovare tutti .Una parrocchia addirittura immensaè San Juan de Arama : 4.000 animenel nucleo centrale e quasi 20.000altre anime in un'estensione di20 mila chilometri quadrati, dovec'è da perdere il fiato e da rompersile gambe per girare . La parrocchiadi El Castillo conta 1 .500 anime nelcentro e più di 10.000 nella zona .El Dorado è una parrocchia in viadi formazione e conta suppergiù

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4.000 abitanti; ma bisogna andarlia cercare. La mia parrocchia è Cana-guaro . Quante cose avrei da dire! . . .E c'è anche una quasi parrocchia :Serrania della Macarena : due pic-coli paeselli a cui si accede solo conl'aereo . In tutte queste parrocchieci sono varie fattorie che si visitanosolo saltuariamente per mancanzadi sacerdoti .

La povertà fa stringere il cuore

A quanto pare, l'apostolato par-rocchiale vi assorbe interamente .

Come si spiega?

C'è da notare che ogni parrocchiaha un'estensione immensa e la genteci vive rarefatta. Bruciano la forestae coltivano tutto quello che sembradi maggior utilità. Pensi, per esem-pio, che nella prefettura apostolicaci sono paesetti (20 in tutto) checontano mille e più abitanti e chevengono visitati solo una o due volteal mese. A me personalmente toc-cano tre di questi paesetti mezzoabbandonati .

Il grosso problema è la scarsezzadel clero. È vero che ci aiutano lesuore, e guai se mancassero. Ma sonosoltanto sette . Sono Figlie di MariaAusiliatrice .Finora funzionano due collegi :

quello dei Salesiani con 80 giovani(è difficile educare i giovani perchèi genitori li occupano nei lavori deicampi) e quello delle Figlie di MariaAusiliatrice con 300 ragazze dellescuole primarie e secondarie . Dalgennaio di quest'anno funziona laScuola agricola « La Holanda », unregalo straordinario del popolo Olan-dese alla regione dell'Ariari .

E Oratori ne avete?

Per ora pochi, per non dire quasinessuno. Mi dica lei, come è possi-bile. Alla domenica siamo oberati dilavoro in una maniera eccessiva . Silavora come negri, ben inteso comenegri del Signore : messe, confessioni,battesimi di bimbi che ci vengonoportati da distanze immense, predi-che, conferenze, un boccone di cibo,

Granada (Colombia)La «cattedrale» e la sededel Prefetto apostolicomonsignor Coronado

e sfacchinare fino a notte fonda .Alla sera mi butto così come possosul letto, dopo di aver recitato Com-pieta e dico al Signore : « Pensaci tu,Signore mio. Come faccio a tirareancora avanti? ». Mi addormentosubito per svegliarmi al mattinoprestissimo per una galoppata dievangelizzazione nelle case della par-rocchia e nei campi . Come facciamoa raccogliere i ragazzi? Come è pos-sibile interessarsi dei giovani inqueste condizioni? E così molti diessi alla domenica non sanno cosafare e vivono lontani da Dio e dallaChiesa .

L'Ariari è molto abitato? è unapopolazione fissa o nomade?

La nostra è gente che viene perlavorare. Arrivano qui da un giornoall'altro. Ormai è corsa la voce intutta la Colombia che la terra dallenostre parti è fertilissima . Vengono,alcuni fanno soldi, organizzano gran-di proprietà e allevamenti di animali .Vita da cowboy .

La massa però è povera . È preoc-cupante il futuro se non lavoriamomolto per elevare il livello di questapovera gente .

Il problema fondamentale credoche sia l'educazione scolastica . Lagente è analfabeta, con tutte le con-seguenze . D'altronde le difficoltàper la scuola sono enormi : scuoledistantissime, piogge torrenziali chescrosciano e diluviano per moltigiorni dell'anno, dato che il clima èequatoriale, strade fangose che nonsono transitabili e nemmeno pedo-nabili, fiumi e corsi d'acqua chestraripano . Senta: ha mai visto leiragazzi arrivare a scuola con cal-zoncini da bagno? Io sì e varie volte .

La povertà fa stringere il cuoredalla pena. La maggior parte dellecase sono fatte di canne di bambù,di pali e di fango e hanno il tetto dipaglia. Nelle case c'è molta umiditàe non esistono tramezzi tra cucinae stanze da letto . I materassi sonopochi, di mobili 'manco parlarne .Dormono ammucchiati come gli zin-gari . La gente un po' su è quella cheha negozi e bar . La terra, sì, è pro-diga, dà tutto ; riso, granturco, ha-

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nane, yuca, caffè. Ma non ci sonostrade e quindi è impossibile smer-ciare ed esportare .

Nonostante tutte queste difficoltàla popolazione cresce ogni giornocon l'arrivo di nuovi coloni . Lì sistabiliscono ma in condizioni penose :i bimbi crescono nell'analfabetismo,ogni settimana occorre fare un lungoviaggio per andare a comperare l'in-dispensabile per vivere e lavorare,bisogna disboscare, fare a meno del-l'assistenza medica e sgobbare sodoper dissodare la terra. Il colono ta-glia o brucia la foresta nel pezzo diterra che si è scelto, semina le pochesementi e attende : nel giro di pochimesi raccoglierà i primi sacchi digranturco o di riso per mangiare oper venderli. In un anno avrà uncospicuo raccolto di banane . Ma civuol tempo, ci vuol fatica, ci vuolsudore. L'allevamento del bestiameè finora monopolio di poche fami-glie. Si comincia adesso a concedereun prestito ai coloni perchè possanocomperarsi alcuni capi di bestiame .

La caccia e la pesca sono confinatenei luoghi in cui l'uomo non è an-cora arrivato, perchè dove arriva ilcolono che ha fame fa strage di tuttopur di mangiare. Si sta organizzandouna zona di 11 .000 chilometri qua-drati a parco nazionale, per salvareil salvabile della ricchissima florae fauna di questa prefettura .

La zona è religiosamentedepressa

E adesso una domanda importante :come va la vita religiosa?

Ahimè: è il punto dolente dellanostra terra, il cruccio del nostrocuore. Ma sarò chiaro perchè è tuttaqui la ragione della nostra presenzain questa vastissima zona. Abbiamola preoccupazione delle anime : unapreoccupazione logorante e sfibrante,direbbe San Paolo, un assillo chenon ci dà pace .

« El pueblo es bueno y profunda-mente religioso por su naturaleza »(il popolo è buono e profondamentereligioso quasi d'istinto), disse ilSanto Padre Paolo VI in un discorsodel 1966, in occasione del decennio

del CELAM per l'America Latina .È vero . Però è arrivato il virus di unafebbre pericolosissima : l'indifferen-tismo religioso . Lo si sente serpeg-giare dappertutto .

La gente è nella quasi totalitàbattezzata, ma nient'altro . Il bat-tesimo in molti casi è un documentoindispensabile per la vita civile .Pensi che ci succede a volte di tro-vare della gente che non sa doverintracciare il suo certificato di bat-tesimo e mi chiede urgentementedi venire battezzata una secondavolta perchè ha bisogno di queldocumento .

« Ci sono aspetti negativi che deno-tano una debolezza e una mancanzadi uomini e di mezzi », disse il Papain quel famoso discorso. Ecco un'a-nalisi chiarissima dei nostri guaireligiosi. Le persone dai 20 anni insu sono cresciute in diverse partidella Colombia . Arrivate nella selvadell'Ariari, abbandonate a se stesse,

Nella zona dell'Ariari domina la povertà .La maggior parte delle casesono fatte di canne di bambù,di fango e di paglia

non più sostenute dall'ambiente tra-dizionale, scivolarono nell'indifferen-tismo religioso. È la stessa cosa chesuccede a molti lavoratori italianiquando emigrano in terra straniera .Mancano gli uomini e i mezzi .

Quando noi missionari discutiamosull'argomento, ci troviamo tuttid'accordo su questo punto. Mi dicevapoco tempo fa don Giulio Santu-liana : «Vedo crescere le opere, manon vedo aumentare gli uomini ».La messe è moltissima, gli operaisono estremamente scarsi . È il gridoimplorante della nostra AmericaLatina . Parrocchie, collegi, istitutivengono su come enormi corpi senzatesta, come mostri. Mancano le teste,mancano cioè gli uomini apostolici,mancano gli operai del Signore.

Sono convinto che molta genteche vive su questa terra fertilissimadell'Ariari dovrà morire senza avereavvicinato uro prete .

Di chi la colpa? Non lo so .

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Tre grossi pericoli

Situazione esplosiva allora nelle

vostre terre, don Angelo?

Esplosiva proprio non direi, maallarmante sì . Le voglio leggere al-cune riflessioni centratissime delSanto Padre in un discorso che ioconsidero ben informato e calibrato .Dice il Papa : « Nel settore stretta-mente sociale si nota che la massadella popolazione si fa sempre piùcosciente delle sue condizioni di vitacosì precarie e nutre un desiderio dicambiamenti che la soddisfino ; qual-che volta lo manifesta in forma vio-lenta. Mostra un'impazienza semprepiù viva che potrebbe diventare unaminaccia alle strutture fondamentalidi una società bene organizzata . Inquesta situazione di inquietudine, trasperanze deluse e speranze non corri-sposte, si infiltrano forze che operanopericolosamente e che vengono a rom-pere l'unità religiosa e morale . Traqueste forze nel campo economico-sociale, la più pericolosa e adescanteè il marxismo ateo . . . Nel campo reli-gioso è presente e attiva una propa-ganda anticattolica di varia prove-nienza che genera incertezze e dubbi,semina sfiducia nella Chiesa cattolica,disorienta i buoni ».Parole chiare, non è vero? Ecco

classificate le forze che stanno sgre-tolando la nostra gente dell'Ariari :il comunismo, il protestantesimo elo spiritismo .

L'Ariari è zona rossa?

Abbastanza. Il comunismo, colsuo solito sistema, si è impadronitodelle organizzazioni sindacali . Dovearrivano i compagni, niente da fare :bisogna iscriversi al sindacato rosso .Guai a chi non si iscrive . E il parrocodeve muoversi con piedi di piombo .

Ma il protestantesimo come mai è

pericoloso con questo clima di con-

ciliazione tra noi e i fratelli se-

parati?

Caro lei, un conto è il protestan-tesimo a New York e un conto è ilprotestantesimo nell'Ariari. Da noi

il protestantesimo fa proselitismoad oltranza, con mezzi spregiudicati .Ogni persona contagiata dal virusprotestante, diventa sempre a suavolta un fanatico nel professare lasua fede e nel conquistare altre per-sone. Io mi accorgo subito se ho dafare con protestanti: mi chiamanocol titolo di dottore e non con quellodi padre . Le relazioni sono cordialima sempre guardinghe .

I protestanti da noi appartengonoin massima parte a due sette moltoaggressive e non propriamente ani-mate da spirito ecumenico : gli Av-ventisti del settimo giorno e i Pen-tecostali. Dove arrivano, dilagano amacchia d'olio. I nostri fedeli hannopunta o poca istruzione religiosa ;e noi d'altra parte non li possiamoseguire, data l'immensa estensione

II Prefetto apostolico mons. Coronadovuoi bene ai giovani :per loro costruisce scuole e collegiper preparare i futuri maestri e insegnanti .Qui amministra la Cresima a un gruppo di ragazzi

del territorio . Si figuri che noi siamotredici preti per un territorio grandecome le Tre Venezie. I cattolici silimitano a rispondere che credonoin Dio e nella Madonna ; ma i prote-stanti,li assediano e li tempestanodi obiezioni fino a scuotere la lorofede molto superficiale. Noi nonpossiamo abbandonarli alle conse-guenze della loro ignoranza .Nella parrocchia di El Castillo,

dove svolsi il mio ministero pasto-rale per tre mesi, notai fatti curiosi ariguardo dei fratelli separati pente-costali . Anch'essi conoscono moltopoco della loro setta e del loro credoreligioso; ma a differenza dei catto-lici sono attivi e intraprendenti : silimitano a citare alcuni passi dellaBibbia che conoscono, come le guar-die rosse cinesi le massime di Mao .

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Ma se si chiede di spiegare il messag-gio di Dio all'uomo o il piano dellasalvezza, diventano muti come pesci .Non sanno più niente. Mi dànnol'impressione che siano stati drogatidi parole . Pensi che molti penteco-stali mi venivano a chiedere che iocelebrassi il loro matrimonio . Nega-no i sacramenti e me li vengono adomandare . C'era da spazientireanche Giobbe .

Intanto, come dice il Papa, questicunei di protestantesimo spaccanoo incrinano la compattezza religiosa .Conosco molte persone che dal pro-testantesimo in poco tempo piom-barono nell'indifferentismo religioso .

E lo spiritismo?

È un fenomeno molto strano . Èbastato un solo uomo, uno spagnoloemigrato nel Venezuela, per darvita allo spiritismo denominato "Lu-ce e Verità" . Lo spiritismo negaDio; è zeppo di errori grossolani eantiscientifici . Anche lo spiritismoè aggressivo. In una zona che cono-sco molto bene ho dovuto smetteredi mandare la maestra di religionea fare scuola perché i ragazzi di quelpaese conquistato allo spiritismo lebruciavano i catechismi e la offende-vano con volgarità e villanie .

Ecco i risultati della mancanza diapostoli e di mezzi nell'Ariari.

Cosa hanno intenzione di fare isalesiani in quelle terre?

In questi primi anni di vita pasto-rale il nostro lavoro ha avuto unoscopo preciso: evangelizzare, inten-sificare la vita sacramentale, dareun aspetto nuovo alla Chiesa in que-sta prefettura dell'Ariari . Quandoarrivammo, le parrocchie erano due,oggi sono dieci. Lo sforzo in cui sia-mo impegnati è di svolgere unagrande missione evangelizzatrice . Vo-gliamo riorganizzare su basi piùsolide le nostre parrocchie, chiamarei laici al nostro fianco nel lavoro peril Regno di Dio. Due anni fa Mon-signore si privò di due suoi sacerdoti,nonostante il pochissimo personaledi cui disponeva, e li mandò a specia-lizzarsi in pastorale rurale e in cate-

chesi . I due sacerdoti sono don JorgeBarragan e chi scrive . Da poco tempodon Elias Jordàn ha terminato uncorso di specializzazione liturgica .

La pastorale catechetica dà i suoiprimi frutti con la creazione di uncentro che servirà a preparare i futuricatechisti. La pastorale liturgica sista ben avviando . Occorre però gua-rire i coloni dalla malattia dell'anal-fabetismo . In questo ci aiutano lescuole radiofoniche o scuole perradio, una tipica organizzazione dellaChiesa Colombiana che sta dandobuoni risultati . Ma ci vuole pazienza :lo capisco molto bene .

Un'ultima domanda, don Angelo .E una domanda un po' curiosa :

con tutte queste difficoltà, lei pensache la popolazione vi seguirà? Riu-scirete a darle un volto cristiano?

Perchè no? Questi primi anni dilavoro sono serviti a dissodare unpo' la terra, cioè sono serviti a creareun ambiente favorevole . Molta genteha incontrato il prete; tante personesi sono avvicinate alla Chiesa ; sonocaduti pregiudizi che parevano in-vincibili. Adesso dobbiamo iniziareil lavoro di evangelizzazione e con-durlo in profondità, per creare unasocietà civile e religiosa secondo iprincìpi e gli orientamenti conciliari .

In questi primi anni ci sono statedi insostituibile aiuto le Figlie diMaria Ausiliatrice : col loro tattodelicato hanno creato attorno a noiun clima propizio . In Colombia lasuora è molto amata e rispettata .

La Madonna Ausiliatrice, Madredella Chiesa, ci ha protetto sempre :nessuno di noi lo potrà mai dimenti-care. Ora chiediamo alla Madonna checi mandi santi sacerdoti dall'Europa .Sacerdoti che possano ripetere leparole che Gesù lesse nella sinagogadi Nazaret, dal libro del profeta Isaia :

Lo Spirito del Signore è su di me,poichè mi ha consacrato con l'unzione .Mi ha inviato a portare il Lieto Messaggio ai poveri,ad annunciare ai prigionieri la liberazione,ai ciechi il ricupero della vista,a rendere la libertà agli oppressi,a proclamare un anno di grazia del Signore .

Don Angelo Bianchiin viaggioper visitare i fedelisperduti nelle fattoriedella missione

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ella Missione del Mato Grosso (Prelatura di Regi-stro do Araguaia) le Figlie di Maria Ausiliatrice sono

55. Nessuno ne parla, quasi nessuno ne conosce il nome ;eppure hanno lasciato tutto per vivere nell'oblio di sè,nell'estrema povertà e in un lavoro faticoso di 12 oreal giorno, senza ferie, senza retribuzione, solo per amoredi Gesù e dei fratelli più diseredati di questo mondo :i miserabili indi pellirosse, gli avventurieri cercatorid'oro, i poveri contadini sfruttati .

Dio le conosce, Dio le ama e Dio le aspetta per darloro la ricompensa promessa : « Venite, benedetti dalPadre mio, a possedere il Regno dei cieli » . Per intantodà loro la gioia, una gioia tale che il mondo non potràmai comprendere .

Sono appena 55 e hanno la cura di 3 Colonie di indi-geni (donne, ragazze e bimbi; dispensario, cucina,lavanderia, cappella) e di diversi Oratori, di una ScuolaMedia superiore e di una Scuola Magistrale, di 8 Ester-nati con scuole elementari, di un Gruppo di ScuoleGovernative, del Catechismo nelle Scuole Statali, ecc .

Tra di loro e tra le loro consorelle dell'Ispettoriasalesiana del Mato Grosso, alla quale appartiene la

24 Missione, che festeggerà l'anno venturo le sue nozze

di diamante, io voglio spigolare qualche fiore profu-mato, riservandomi di tracciare in un libro di prossimapubblicazione la documentazione commovente dei lorolavori e dei loro successi .

Settantacinque anni faLe prime Figlie di Maria Ausiliatrice, destinate al

Mato Grosso, si imbarcano a Montevideo, Uruguay,il 15 marzo 1895 e arrivano a Cuiabà il 10 aprile, dopo25 giorni di viaggio e circa 4000 chilometri di navi-gazione fluviale .

Il battello? È un vaporetto con caldaia a legna .Spesso si ferma, la ciurma scende a terra, fa volteg-giare l'accetta, abbatte alberi secchi, li scorteccia,carica la caldaia e riparte . Nessuna comodità nientecabina, niente lavandini, niente letti . Si dorme sul ta-volato oppure si sospendono le amache in qualche ango-lino, le une sulle altre . La lista delle vivande è semprela stessa : riso, fagioli, farina di manioca, pesci, qualchevolta banane. Da bere : l'acqua non troppo pulita delfiume. Occorre aggiungere un calore soffocante e giornoe notte l'assalto incessante delle zanzare e delle pulci .

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Avvenimento fuori programma: a una sosta, un uomosi tuffa in acqua e viene afferrato da un coccodrillo .

Arrivate il 10 aprile, il giorno quindici le suore assu-mono la direzione dell'Asilo Santa Rita, abbandonatodalle Suore di San Vincenzo de' Paoli, richiamatedalle loro superiore . L'amministrazione è delle piùsemplici : i soldi della pensione e della retta_ di 17 ra-gazze dell'alta società devono far vivere le suore e 23orfanelle completamente gratuite . Sfortunatamente èil tempo delle vacanze, la cassa è vuota, il vitto nerisente . Non c'è pericolo di perdere la linea : si riduconoa mangiare radici di manioca .

Nella foresta

Il 20 maggio dello stesso anno, tre delle sei suoredell'Asilo s'imbarcano sul Rio San Lorenzo per assu-mere con i Salesiani la direzione della Colonia di indiBororo, fondata alcuni anni prima dal governo . Sonocosì povere che il viaggio viene pagato da una sotto-scrizione popolare. Al loro arrivo 500 indi, uomini edonne, in stato primitivo, vengono a guardarle concuriosità .

DOVE OSANO LE SUOREC'ERA UNA MOLTAIL WESTDEL BRASILEQualche spigolatura di eroismo nella storia missionariadelle Figlie di Maria Ausiliatrice nel Mato GrossoAvventure nella forestaVicende romanzesche sotto le raffiche delle pallottoleAlzati e cammina .

Devono, per prima cosa, riparare la loro abitazioneda lungo tempo abbandonata . Il tetto di paglia, mar-cio, lascia passare il sole e la pioggia . Il pavimento diterra battuta e le pareti di fango sono il rifugio di topi,di piàttole e di formiche . Le porte e le finestre sonodegli enormi buchi .

E poi bisogna occuparsi degli indi ; fare da mamma,da medico, da infermiera, da catechista, da assistentesociale a quei diseredati . In poco tempo, grazie allaloro pazienza, alla loro bontà, all'efficacia delle curedate ai malati, conquistano il cuore di tutta quellapovera gente di cui nessuno finora si era preso cura .Lo si vide quando suor Giuseppina Bustamonte caddenel fiume . Alle sue grida accorse un bororo, si tuffòsenza esitare e salvò la poveretta che la corrente stavatrascinando nei gorghi .

Sotto le pallottole

Ben presto si presentano delle signorine delle mi-gliori famiglie della capitale . Vogliono condividere lapovertà di Gesù e consacrare la loro vita al serviziodegli altri, specialmente dei più poveri . Nel frattempo 25

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le suore avevano fondato una nuova casa a Coxipò daPonte, a 6 chilometri da Cuiabà, con scuola elementare,oratorio, catechismo, in una povertà molto vicina allamiseria. Lì si apre il noviziato . Le prime generazionidi novizie sono di ottimo ceppo . Nessuna di loro de-feziona .

Il tempo passa. Scoppia una rivoluzione . Si combattea Coxipò . Il fiume divide gli avversari . La casa dellesuore è sulla linea del fronte . Fin dai primi giorni viinstallano un ospedaletto da campo, e si trasformano,esse e le loro ragazze, in infermiere . Due salesiani,don Valerio e don Pappalardo, vengono ad aiutarle ea prender cura delle anime e del morale dei feriti . Ilcannone tuona, le pallottole e le granate s'incrocianofischiando al di sopra della casa . Un giorno, versomezzodì, una granata esplode e fa volare a pezzi iltetto e una delle pareti della cucina . Una ragazza,parente del generale che comanda le forze governative,è uccisa sul colpo. « Non c'è più grande amore che darela propria vita per gli altri » . Quella ragazza era venutaa farsi suora per i poveri, ma Dio la chiama in cielo .A sera la seppelliscono con gli onori militari . L'ospe-daletto continua a funzionare sino alla fine delle ostilità .

Dammi anime, o Signore

Nell'est del Mato Grosso, tra i fiumi Araguaia eMortes, i Bororo e i civilizzati si massacrano senzapietà. L'inizio scatta quando un bianco criminaleavvelena una trentina di indi . I Bororo si vendicano.Accerchiano le fazendas . Massacrano senza miseri-cordia, senza riguardo a sesso o a età . I civilizzatioccupano un villaggio bororo e fucilano uomini, donnee bambini. Perfino una mamma che fugge col suoneonato in braccio viene abbattuta . E siccome ilneonato strilla, un assassino lo spacca in due con uncolpo di coltellaccio .

Ecco allora che Salesiani e Figlie di Maria Ausilia-trice si muovono per insegnare ai belligeranti la grandelegge di Gesù : « Amatevi gli uni gli altri come io viho amati » .Abbandonano Cuiabà il 16 dicembre 1901 in piena

stagione di piogge : 31 giorni di cammino, in groppa aimuli. Il sole brucia; la pioggia staffila con tale furoreche talvolta i muli fanno un brusco dietrofront . Ilampi e i tuoni fanno saltare i nervi . Non c'è strada,solo una semplice pista . I fiumi straripano e non cisono ponti . Dormono all'aperto o sotto la tenda, distur-bati dai mille rumori della foresta: ruggiti di belve,gridi di uccelli notturni e punture di zanzare : 31 giornidi marcia che trasformano Natale, Capodanno edEpifania in una via crucis .

Arrivati al posto prescelto, si inginocchiano, bacianola terra e consacrano la nuova fondazione al SacroCuore di Gesù. Poi, vivono i terribili mesi dell'inizio .Soli, a 400 chilometri dalla città più vicina, devonocostruire. Il materiale non manca nella foresta . Magli attrezzi? Eccoli : la zappa, la vanga, l'accetta, ilcoltellaccio e soprattutto il coraggio del missionario .

Il peggio è l'attesa . Gli indi si nascondono . All'an-goscia di chi con cuore apostolico aspetta di prendere

26 contatto con loro si aggiunge l'inquietudine dell'av-

venire. I viveri mancano . L a malattia indebolisce .Il vento che soffia tra gli alberi sembra il sibilo di unafreccia .

In realtà gli indi li accerchiano e li spiano giorno enotte. Fra di loro si formano due partiti. Gli uni vo-gliono uccidere quelli ;che essi considerano come deimaledetti civilizzati e nemici detestati . Ma il Major(il grande tacito), sostenuto da un numero importantedi bororo, vi si oppone. Avevano notato (come essistessi raccontarono in seguito) che quei civilizzati eranodiversi dagli altri perchè, pur vivendo insieme, uominie donne, mostravano un reciproco e perfetto riserbo .

Le settimane e i mesi passano . Un giorno, un grup-petto di Bororo si presenta senz'armi . Vengono accolticome amici, come fratelli. Gesù ha ben detto: « Tuttociò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli èa me che l'avrete fatto » . Un quadro della Madonnaimpressiona talmente il Major, che non aveva maivisto alcun dipinto, da sentire una voce interiore dirgli :

Queste mamme Xavante hanno trovatonelle Figlie di Maria Ausiliatricealtrettante mamme che integrano per i loro bambinila loro deficiente opera materna

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« Costoro sono i miei figli, non fargli del male » . Se nevanno e promettono di ritornare . Un mese dopo,ritornano un po' più numerosi ; poi una terza voltacon donne e bambini . La Colonia del Sacro Cuorecomincia a vivere . Oggi è più viva che mai . Di lì scia-marono diverse migrazioni : l'Immacolata, Aracy, oggimorte; Sangradouro, San Marco, in piena attività .

Una notte con le pantere

Un giorno, la direttrice della Colonia dell'Immaco-lata, suor Maddalena Tramonti, si reca al Sacro Cuoreper trattare alcune cose . L'accompagnano due ragazzee un bororo . Nell'andata tutto fila liscio . Nel ritorno,la suora che cavalca un cavallo preso a prestito, chiudela marcia. A un certo momento senza dir nulla si ferma,scende da cavallo e si dimentica di attaccarlo . L'ani-male, vistosi libero, riparte al galoppo per la Coloniadel Sacro Cuore. Suor Maddalena gli corre dietro per

raggiungerlo. Subito spossata, si siede su un troncod'albero, prega, riflette e ritorna sui suoi passi . Nume-rose piste di animali selvaggi si incrociano . La suorasbaglia e avanza sempre più in una direzione falsa .Arriva la notte. . . che fare? Affamata, sfinita, si arram-pica su di un albero e si corica su un ramo. Impossi-bile dormire : gridi e voli di uccelli notturni, galoppatedi tapiri, corse sfrenate, rantoli di agonia di bestiesgozzate e poi . .. com'è possibile passare la notte suun ramo?

Spunta l'alba . Discende, si sdraia un'ora o due perriposarsi, e poi riparte verso la direzione sbagliata .In preda alla fame, alla sete, alla fatica, all'emicrania,alla paura, si trascina, incespica nelle radici, talvoltacade lunga distesa per terra. Arriva la notte ; unospiazzo; faticosamente monta su un albero per un'altranotte bianca. Sta addormentandosi quando un rumoreinsolito le fa aprire gli occhi . Spavento! Due panteregiocano al chiaro di luna . Le ore passano. Per duevolte una di quelle belve rizzandosi affila gli unghioniall'albero che ospita la suora . In un'agonia di terrore,essa assiste a quel terribile spettacolo .

All'aurora le belve si rintanano . La povera suora silascia cadere e sviene . Due ore dopo i Bororo, che sonoi James Bond della giungla, la scoprono in delirio .Ci vollero parecchie ore perchè si rimettesse .

Fuga davanti agli assassini

Degne di un film le avventure di Madre Marta Cer-ruti. L'inizio ha luogo nel Noviziato Salesiano di Pal-meiras, a quasi 100 chilometri da Cuiabà. Una domenicamattina, i banditi invadono la casa dei Salesiani e liimprigionano ; alcune ore dopo, fucilano il direttoredon Giuseppe Thannhuber, poi si ubriacano di rhumbianco. Un geometra, Arlindo Sampaio Jorge chenonostante le sue rimostranze e le sue suppliche nonha potuto impedire il delitto, consiglia di nascosto ladirettrice suor Marta di fuggire, al tramonto del sole,con le suore e le interne, per evitare il peggio. Evadonoin silenzio nella notte che si fa cupa e si nascondonotra i cespugli della giungla . Le stelle le guidano : lenove, le dieci . . . salve? Non ancora . Un clamore confusodi voci avvinazzate si avvicina . Gli assassini sono sulleloro tracce. Di colpo abbandonano la pista e si appiat-tano tra le alte erbe. Osano appena respirare. Gli inse-guitori le sfiorano senza vederle, si allontanano e subito,scoraggiati, ritornano indietro. Finalmente, in piedi•

avanti. Verso le tre del mattino, morte di stanchezza• sperdute, scorgono una piantagione . « Ma è la casamia », grida un'interna . Era vero : a 100 metri, nel gior-no che spunta, ecco una casa . Questa volta sono salve .

La rivoluzione di Prestes, il futuro leader dei comu-nisti del Brasile, trova suor Marta direttrice della Co-lonia indigena di Sangradouro . I revoldosos, battutidalle truppe governative, si dirigono seminando ilterrore verso la Bolivia, dove troveranno asilo . Li se-gnalano a pochi chilometri da Sangradouro . Bisognafuggire presto e nascondersi nella foresta del Fiumedella Morte . La fuga è precipitosa e si dimenticano iviveri. Si può immaginare ciò che fu per suor Marta•

le sue consorelle quella settimana in piena foresta 27

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con un centinaio di donne, di ragazze e di bimbe darassicurare, disciplinare, organizzare . Si adattano amangiare frutti selvatichi ; le radici e le erbe comme-stibili sono rare. Impossibile accamparsi stabilmente .Avanti, sempre più lontano .

Al ritorno, che desolazione! Sono passati i lanzi-chenecchi: tutto distrutto, spaccato, macchiato . Nem-meno la cappella risparmiata . Le provviste di viveri?Volatilizzate .

Avventure nella giungla

Mentre è direttrice di Registro do Araguaia, sede dellaPrelatura, suor Marta è invitata da un parroco a recarsia Barra do Gargas . La località è ancora un grosso vil-laggio di cercatori di diamanti . Si tratta di preparare,prima della festa annuale, i fanciulli alla prima comu-nione e i fidanzati a ricevere degnamente il sacramentodel matrimonio. Suor Marta accetta e parte a cavalloin compagnia di suor Maria de Abreu . Una pista di uncentinaio di chilometri separa i due agglomerati . Tuttoprocede bene. È quasi mezzogiorno quando il suocavallo, impaurito da un serpente, fa uno scarto late-rale e la disarciona . Impossibile rialzarsi. Suor Mariade Abreu constata una frattura del femore . Trascina,come può, la direttrice all'ombra e va alla ricerca disoccorsi . Nel cielo limpido volteggiano gli avvoltoi .Il tempo passa. Il sole tramonta. Sopraggiunge lanotte. Suor Maria ritorna con una decina d'uomini .Sono le 9 di sera. Una lettiga o una barella, si fa prestoa costruirla . Vi si adagia l'ammalata e si riparte . Nono-stante tutte le attenzioni dei barellieri, quante scossee quante sofferenze! Arrivano a destinazione traa leuna e le due del mattino. La direttrice viene messa aletto. Ma non c'è alcun medico . Il più vicino dottoreè a 400 chilometri . Per chi ha fiducia in Dio, nessunproblema. Lentamente, ma sicuramente suor Martasi ristabilisce, si alza, cammina, lascia il bastone erimonta a cavallo . Nessuna conseguenza dell'incidente .

Sorvolo su altre avventure ugualmente drammati-che. Passano gli anni e suor Marta diventa Ispettricedelle Figlie di Maria Ausiliatrice nel Mato Grosso . Ilsuo Ispettorato è fecondo di grandi opere : Madre MartaCerruti è ricordatissima per la sua bontà. Governa abase di dialogo, di amicizia, di mille delicatezze, disacrifici . Per citare un fatto che la ritrae nella suainterezza: deve subire un intervento chirurgico . Chefa? Sceglie Campo Grande dove ci sono dei buoni me-dici, ma difettano le attrezzature e le medicine appro-priate. E pensare che lei mandava qualsiasi sua suoraa curarsi e a farsi operare a San Paolo perchè nonavesse a mancare di nulla .

In una visita da Ispettrice alle Colonie indigeneapprofitta di un aerotaxi per recarsi da una Coloniaall'altra . Per mancanza di visibilità, il pilota atterrain una palude: l'aereo si capovolge . Madre Ispettrice sischiaccia il naso e rimane ferita alle guance . Un altropasseggero e il pilota escono indenni . Il pilota li lasciaper andare alla ricerca di soccorsi . Ritorna 40 ore dopo .La situazione è critica . Unico medicinale, la benzina delmotore. Niente da mangiare . Mentre Madre Ispettricesonnecchia, una mosca, la varejera, depone le uova

sulle sue piaghe aperte . Dopo alcune ore, dei vermi-ciattoli che rapidamente si ingrossano, formicolanonelle sue piaghe .

Due giorni dopo, un aereo li sorvola e lascia cadereun sacchetto di arance. Verso mezzogiorno arriva ungruppo d'uomini . Aprono una pista sul terreno asciuttoper permettere l'atterraggio di un piccolo aereo chedovrà trasportare la Madre . L'aereo arriva e si posadolcemente . Madre Ispettrice prende posto accantoal pilota, puntano su Sangradouro dove l'attendono,inviati dal governo del Mato Grosso, un successivoaereo e due medici . Disgraziatamente è solo un sogno,perchè la pista è troppo corta e l'aereo che li trasportava a sbattere contro i rami di un albero, cade e sispiaccica a terra. La Madre e il pilota se la cavanocon una grande paura . Allora issano la Madre su unmulo. Un uomo davanti tiene la cavezza, altri due lestanno a fianco per impedirle eventualmente di cadere .

Alzati e cammina

Ed ecco una storia un po' meno triste che cominciònel dolore e si chiuse nella gioia. Un giorno suor BiancaBozza, direttrice di Sangradouro, si mette a letto,paralizzata dalla cintola in giù . Suo fratello, diacono,soffre in Italia della stessa malattia, ormai da parecchianni. Neanche pensare di trasportarla in un ospedale :le distanze, il cattivo stato- delle piste, la mancanzaassoluta di un mezzo di trasporto adeguato non lopermettono. Rimane nel suo letto . E vi rimane per7 anni e 5 mesi .

Finalmente le viene l'idea di riprendere la sua atti-vità. Con una fede profonda, con quella fede che se-condo la parola di Gesù è capace di smuovere le mon-tagne e col permesso di Madre Ispettrice, suor Biancadomanda al Signore, per intercessione di Don Bosconon ancora beatificato, la grazia della guarigione,promettendo contemporaneamente di lavorare nelleMissioni finchè le forze gliel'avessero permesso .

La comunità si unisce a lei nella novena . I giornipassano senza il minimo accenno. di guarigione . Arrivail nono e ultimo giorno della novena ; ancora niente .A mezzogiorno le suore sono in refettorio e suor Biancanel suo letto . Improvvisamente si sente guarita, sialza, si veste, esce di camera, avanza nel corridoio .In quel momento arriva dalla cucina una suora con unaguantiera carica di pietanze e di piatti . Al vedere suorBianca si spaventa, lascia cadere la guantiera, strilladi paura pensando di vedere un fantasma . Le suore chesono in refettorio si precipitano nel corridoio e restanodi stucco. Bisogna arrendersi all'evidenza : suor Biancaè guarita, completamente guarita. Per più di 20 annicontinuerà ancora a lavorare nella missione come diret-trice di case importanti . Morirà, alla fine, di vecchiaia .

Perchè tante sofferenze in queste anime di elezione,consacrate interamente al servizio del Signore? È Gesùche le vuole associare alla sua opera di redenzione,e non c'è redenzione senza la croce . Questo spiega laconversione dei Bororo, dei Xavante; e questo spiegaperchè la Chiesa penetra tra i cercatori di diamanti .

PADRE JOAO BAPTISTA DUROURE

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PERINTERCESSIONE

DIMARIA

AUSILIATRICE

EVITA DI ENTRARE IN OSPEDALE venne il miracolo . La mamma è tornataa casa con i suoi 83 anni .Ma anche noi familiari fummo visibil-mente protetti . Alla vigilia di Natale, dopoaver presentato fervidi voti per una prontaguarigione alla mamma ancora degente,nell'uscire dall'ospedale, la nostra mac-china, con a bordo quattro familiari, com-preso il sottoscritto, si scontrò conun'altra proveniente in senso opposto.Tutto si risolse con molto spavento e tuttirimanemmo illesi . Ci parve un sogno etoccammo con mano l'assistenza dellaVergine Ausiliatrice e di Don Bosco .Campobasso

EMILIO GIANNANTONIO

Da otto anni soffrivo di una sciatica tor-mentosa e avrei dovuto essere ricoveratain ospedale . Feci allora la promessa di in-viare un'offerta per il culto di Maria Au-siliatrice, di San Giovanni Bosco e diSan Domenico Savio se il dolore fossescomparso senza bisogno di entrare nel-l'ospedale . Maria Ausiliatrice ascoltò lamia supplica . Riconoscente, prego che sipubblichi questa grazia sul Bollettino .Gestosa da Lomba

ARMINDA DA GRAVA GARCIA

AL NONO GIORNO APPRENDELA GRANDE NOTIZIA ERANO SEDICI ANNI

CHE UN MALE LE RENDEVAINSOPPORTABILE LA VITADa circa un mese mio marito era rico-

verato all'ospedale per una forma dieczema che non guariva mai . Dopo variesami parlai col Primario e con grandedolore appresi una cattiva notizia : dalladiagnosi risultava una malattia rarissimama grave. Angosciata, mi rivolsi confede a Maria Ausiliatrice, a tutti iSanti e in modo particolare a Don Fi-lippo Rinaldi . Incominciai la novenaconsigliata da Don Bosco e pregai contutto il cuore insieme con altre persone.Alla fine della novena ebbi la grandenotizia : mio marito era fuori di pericoloe presto sarebbe tornato a casa .Vorrei che questa grazia fosse pubblicatasul Bollettino in modo che tutti sap-piano quanto è grande la Provvidenzaper quelli che confidano in Lei .Sesto San Giovanni (Milano)

C. B .

SALVANO LA MAMMAE QUATTRO FAMILIARIUn improvviso malessere aveva colpitola mamma. II medico, accorso urgente-mente al suo capezzale, dopo le primecure del caso, ordinò il ricovero in ospe-dale . Dagli esami medici vennero riscon-trati : diabete scompensato, forte aumentcdi glicemia e iperazotemia, collasso car-diaco, stato ipertensivo, disfunzione diun rene .Data la gravità si temette che fosse giuntaormai la fine e le fu amministrata anchel'Unzione degli infermi . Tutta la fiducia ela speranza fu messa allora in Maria Au-siliatrice e in Don Bosco . La reliquia diDon Bosco applicata alla mamma e ilRosario quotidiano, recitato da tutti i fa-miliari, cambiarono la situazione comeper incanto. « Solo un miracolo la sal-verà», dicevano i medici curanti . E av-

Un male misterioso mi rendeva penosa epersino insopportabile la vita . Non migiovavano le medicine e i dottori .Quattro volte fui operata, ma semprericadevo nel mio stato doloroso . Ungiorno mi decisi di affidarmi a MariaAusiliatrice, con la promessa di pubbli-care la grazia sul Bollettino Salesiano .Oggi posso attestare che sono già tra-scorsi due anni e il male che tanto miaveva fatto soffrire durante lunghi 16 anni,non è più tornato . Di questa grande graziami sento debitrice a Maria Ausiliatrice .Santo Domingo (Rep. Dominicana)

MERCEDES R . DE VALDEZ

«IL MIO GRIDO DI MAMMAÈ GIUNTO IN CIELO»Sono una vecchia Cooperatrice salesiana• ho sempre avuto fede nella protezionedi Maria Ausiliatrice e di San GiovanniBosco. Quattro mesi or sono si ammalògravemente una mia figlia con altissimafebbre . Il dottore che la curava giornal-mente, non vedendo nessun migliora-mento, diede ordine di ricoverarla inospedale . Si trattava di abbandonare ifigli bisognosi della mamma . Allora iol'ho messa nelle mani di Maria Ausilia-trice dicendole che pensasse a guarirlalei e a non lasciarla andare fuori di casaper non abbandonare marito e figliuoli .Il mio grido di mamma è giunto in cielo• Maria Ausiliatrice mi ha ascoltata : miafiglia è rimasta in casa, è subito miglio-rata e dopo pochi giorni si è sentita bene .Tuttora sta benissimo e io ho fatto il votodi far pubblicare la grazia e di inviareun'offerta per le Opere di Don Bosco .Pirri (Cagliari)

GINOTTA MURA AMBO

E DELSUO APOSTOLOSANGIOVANNIBOSCO

SI AGGRAPPA ALL'UNICAANCORA DI SALVEZZADa tempo mia figlia era travagliata daun male che i medici non riuscivano adiagnosticare . Tutte le cure risultavanovane e intanto essa deperiva rapida-mente. Mi aggrappai allora all'unica àn-cora di salvezza che mi rimaneva, rivol-gendomi a Maria Ausiliatrice con tantafede. Oggi posso attestare con gioia chemia figlia ha avuto un pronto migliora-mento e si è perfettamente ristabilita .Guidomandri (Messina)

NICOLINA CANNISTRACI MANGANARO

Amabile Moro Stefanini (Varese) in ringrazia-mento per un grande favore ottenuto per interces-sione di M . A. e di S . G . B ., offre tutti i suoi gioielli• prega di usarli a beneficio delle Missioni piùbisognose .Mariuccia Ferrero (Corsione - Asti) rende gra-zie a M . A . e a S. G . B . per la guarigione del babbo .Giuseppina Trisoglio (Novi Ligure) pregandoM . A ., S . G . B . e S . D . S ., ottenne promozione ebuona sistemazione nella scuola .Tullio Cappelletti (Trento), affetto da gravemalattia con poca speranza di guarigione, feceuna novena a M . A ., a S . G . B . e a D . F . Rinaldi•

al termine di essa si sentì guarito .Domenica Brecerich (Lucca) ottenne da M . A.e da S . G . B . la guarigione propria e quella di unfiglio di 18 anni da grave malattia .Emma Sartori Sabbadin (Torino) ringraziaM. A . e S. G . B . per aver conservato quel tantodi vista che le consente di attendere ai lavori dimamma di famiglia .Andrea Di Mauro (Roma) in un tragico inci-dente pregò con fede S . G . B . e ottenne di guariresenza le fatali conseguenze previste .Giuseppina Aspero in Lasagna (Trino Vercel-lese) rende grazie a S . G . B . e a Papa Giovanni peraverla sostenuta e non aver permesso che si al-lontanasse dalla fede .Andreina Gianolio (Montà d'Alba - Cuneo) af-fidò a M . A . la sorella, che lavorando in fabbricasi era ferita a una mano, e ne ottenne la guarigione.Famiglia Bonura (Messina) col cuore riboccantedi gratitudine, dicono il loro grazie a M . A ., S . G . B .• D. F . Rinaldi per essere stati esauditi in un loroardente voto familiare .Elisa Cibrario (Torino) da molti anni era affettadi un male doloroso che nessuno sapeva curare .Si rivolse a M . A. e a S. G . B . e dopo pochi mesitutto cessò .Brigida Fazzotta (Arlescheim - Svizzera) di-chiara che il figlio Carluccio superò bene due ope-razioni, di cui una al cervello .Prof . Giuseppina Lanari (Civitavecchia -Roma)rende vive grazie a S . G . B . che l'ha aiutata apren-dole certe porte umanamente chiuse .Quinto Garbati da parecchi anni cercava unaconveniente occupazione per un parente . Quandosembrava svanita ogni speranza, intervenne M . A .•

l'occupazione fu felicemente trovata .Rosa Pilot (Venezia) si sente debitrice a M . A .• ai Santi Salesiani per la guarigione della figlia,dopo un non facile intervento al cuore .Sr. Giuseppina Bongiovanni (Cammarata -Agrigento) rende pubblica la gratitudine di tutta lafamiglia per la guarigione della mamma e per unaserie di altre importanti grazie .Anita Cattaneo (Oggiono - Varese) ringraziaM . A. e S . G . B . per aver ottenuto la guarigionein seguito a una difficile operazione chirurgica,

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Maria Pia Maura (Genova) mantiene la pro-messa di pubblicare la sua gratitudine a M . A .che l'ha assistita in un intervento chirurgico .Luigia Tonnarelli Grassetti (Roma) si dichiaravivamente grata a S . G . B . che per la secondavolta le ha salvato la bambina .Anna Marengo (Torino) da molto tempo soffrivadi stomaco con diagnosi preoccupante . Si rivolseal suo protettore S. G . B . e guarì senza interventi .Marisa Battistino ringrazia M . A ., S . G . B . eS . D . S . per la guarigione della bimba e invia offerta .Anna Rita d'Amore (San Severo - Foggia) conla più viva fede invocò M . A. e S . G . B . per la gua-rigione della mamma e fu prontamente esaudita .Sr. Anna Chiaveri F . M . A. (Cassolnovo - Pavia)con i familiari e le suore della comunità pregòS . G . B . e ne ottenne la guarigione del babbo,malato da parecchi mesi.Fulvia de Grais (Cori - Latina) pregò S . G . B'per la sistemazione di una persona cara . Fu esau-dita . Invia offerta quale testimonianza della suariconoscenza .Un Sacerdote Insegnante (Como provincia)dichiara di aver perseverato due anni nel pregareM . A . e S . G . B . per un ragazzo senza volontà eindifferente alle premure della famiglia . Esauditonella sua fiducia, promette di ricorrere sempre allaloro intercessione quando incontrerà casi difficilinella formazione dei fanciulli .

CI HANNO PURESEGNALATO GRAZIE

Maldini Olga - Malnati Margherita - Mancinidoti . Cesare - Madrà Antonio - Manganini CrippaGianna - Mango Francesca - Mani Teresa -Manzini L . - Marchiando Bernardo - MarianiPiera - Marinavi Angelo - Mariotti CarazzinaRina - Marocro Angela - Marrone Gerolama -Marsili Fortunata - Martano Lina - MartinaltoMario - Martinengo cav . Carlo - Martini Emilia- Martinoni Rosina - Marzadro Elisa - MascherpaTeresa - Masini Pellegrino - Massignan Anna-maria - Massimino Angela - Massuto Anna -Matassa Giuseppina - Mattioli Maria - Mauri Isola- Mazza Alderia - Mazza Maria - Mazzella A . -Mazzini Iolanda - Mazzotta Antonio - MeligaCesarina - Mellino Pierina - Menardi Modesto -Meneghelli Leonella - Meneghini Adele - Menu-celli Laura - Merletta Torrisi Maria Grazia -Messina Francesca - Mezzena Irma - MezzettiAngela - MiChelì Alberti Margherita - MigliaccoAnnunziata - Migliore Rosa - Minella Luigia -Minero Dina - Miniotti Giuseppe - MinissaleAgatina - Moizo Dina - Molé Rosa - MolendiAnita - Molinari Francesco - Molino Carla -Molteni Giulia - Monariti Teresa - MontagnaGiuseppina - Montalbano Mimma - MontalbanoStefanina - Montanari Maria - Montessina Casta-gneti Giulia - Moraglio Luigina - MoredduLucia - :Morelli Miriam - Morelli Natalina -Morello Ferro Paolina - Moreschi Pierina -Moretti Margherita - Morìcca Lina - MonelliSilvia - Morini Lina - Morosi Anna - MoschiniLina - Motolese Antonia ved . Giuliani - MozzatoTeresa - Muratore Paolo - Musmeci Caterina -Mutti Maria ved. Gianelli - Nanna Peres Concetta- Natale Maria - Nave Matassone Maria - Naviz-zardi Mariuccia - Nicolodi Giuseppina - NiutuFrancesca - Noce Rosalia - Nodari Bice - NolfoLino e Gina - Noli Santina - Nodari Giuseppina -Nosotti Giuseppina - Obert Odilia - Obinu GioiaMaria - Oddonino Margherita - Oggero Felice -Oggero Mario - Olivato Iolanda - Olivero Lucia- Olivieri Giuseppina - Olla Michele - OrioliRosalba - Osella Rina - Ottazzi Giovanni - PagettiGinevra - Palaia Ferdinando - Palazzi Giovanni- Laleari Liana - Palmissaro Elvira - PandolfiGiacomina - Panorfio Martorana Pierina - Pa-norfio Salvatrice - Pansa Roberto - Paolella Maria- Parachini Anna - Parodi Attilio - Parodi LorenzoParodi Maria - Pasino Lino - Pasquale Ada -

Pasquali Elena - Pastori Maria - Pasuto Nunzio- Patané dott . Leonardo - Patera Maria - PateriMaurizio - Patti Anna - Patti-Japuzzo - PavesiTeresa - Peano Margherita - Pedrali Elisa -Peis Angela - Pelizzari Giuseppe - PellegriniRaffaella - Pellegrino Giuseppe - .Peluso Alberto- Pende Lina - Penna Prassede Cavallero - PeraAdele - Percelesi Giuseppina - Peres Maria -Peretti Biancarosa - Perotta Angelo - PerottaBiagio - Perrone sorelle - Persico Anna Maria -l'esce Lina - Pesenti Paolina - Petazzi ViscoloMaria - Petri Maria - Peveri Carolina - PiantaMarca Carmen - Piazza Beniamino - PiazzardiCarrà Gea - Picone Caterina - Piglia Agostina- Pillon Erminia - Pimpinella Emilia - Piotti

L N N UOVO TRIONFODELLA MADONViVA?

« Intanto si andavano compien-do nuovi lavori per la Chiesadi Maria Ausiliatrice . Ciascunodei due campanili, fiancheggiantila facciata, doveva essere sor-montato da un angelo in ramebattuto e indorato, dell'altezzadi due metri e mezzo . Don Boscone aveva dato il disegno, e sivedono ancora. A destra: unangelo, recante con la mano si-nistra una bandiera, in cui,a traforo nel metallo e a grossicaratteri, è scritto : «Lepanto » .A sinistra un altro, in atto dio rire con la mano destra unacorona d'alloro alla Santa Ver-gine, dominatrice sulla cupola .In un primo disegno, che noiabbiamo visto, anche il secondoangelo sollevava una bandierasulla quale era, pur a traforo, lacifra i g . . seguita da due fori.Indicava una nuova data e cioèil mille novecento, omesse ledecine e unità di anni. Si misepoi, come si è detto, in manoall'angelo una corona : ma noinon abbiam mai dimenticatoquella data misteriosa, la quale, aparer nostro, indicava un nuovotrionfo della Madonna . Chequesto si affretti e attiri tutte legenti sotto il manto di Maria » .

Aprile 1869Memorie Biografiche di Don Bosco,

vol . IX, pag . 583

Antonietta - Pirotti Remigio - Pirovano Carlo- Pitruzzella Angela - Pitruzzella Giuseppa

Pizzardo Rosanna - Pizziconnella Stalina -Pizzini Ada - Plazzer Anna - Poddie Adda -Ponti Ida - Porcellana Angioletta - Pozzi Ales-sandro - Pozzi Massimo - Prati Giuseppina -I'raz Liucianaz Rita - Prete Angiolina - PretiAlessandro - Pretti Primina - Principiano Rina -Prodonetti Amabile - Pucci Rosv - Puddu Pasqua-lina - Pulina Sebastiano - Ptzu Gina - QuarantaCandida - Quatrocolo Domenico - QuintarelliPierina - Ragaglia M . - Ragione Antonietta -Rampi Carla - Parisarda Nunziata - RasanitaCarmela - Ravaglia Cesarina - Ravanetti Luigi -Ravani Emma - Ravelli Maria Luisa - RaveraMaria - Rema Alfonso - Renaldo Maria - RestelliGiuseppe - Riccardetti Martino - Ricci Ermelinda- Ricci Vania - Riccobene Franca - Riggi MarinoGiuseppina - Rigotti Magistris fam . - Rinaldidott . Giovanni - Riva Andreina - Rivasi M . Anto-nietta - Rivella Vincenzo - Rivetta Giorgio -Rivetti Teresa - Rizzo Cosima - Rocco Geppina -Rocher Anna - Roero Caterina - Rogne AnnaMaria - Roletti Agnese - Rollandini Emanuele -Rollo Raffaela - Romagnoli Maria - Rone Inno-cenza - Roppolo Maria - Rosboch Piccino - Ros-setti Tessari Giuseppina - Rossi Caterina - RossiEraldo - Rossi Marcello - Rossiano Giuseppina -Rosso Teresa - Rota Martir Gemma - RubboAntonio - Rubin Maria - Rubino Antonella -Rusconi Gabriella - Sabre Lazzaro - Sacchi Rosa- Saetta Rosa - Saia Concetta - Sala Rosetta -Salvai Emma - Sampò fam . Sancassani Cesarina -Sanguin Eugenia - Sanguinetti Olga - SannaFrancesca - Sannucci Angelina - Santina Carlotta -Santoianni Maria Concetta - Santuz fratelli -Sardi Giuseppina - Sarteur Tersilla - SartiClementina - Satariano Sebastiano - SavarinoGiovanna - Savarino Paola - Savioli Silvestro -Savin Alina - Savino Ritrovato Margherita -Scaglibene Orsola - Scalabrini Ferraris Giusep-pina - Scalvini Iole - Scalvini Lucia - ScandroglioRodolfo - Scartata Agostino - Scata Maria -Schimizzi John - Scinica Bonnici Caterina -Scotti Adelaide - Scotti Lidia - Scotti M . Ausilia -Scotto Giuseppe - Scrivani Teresa - Seccia Agnese- Seccia Silvana - Senci Maria - Servetti Maria -Siccardi Giovanni - Signa Teresa - SilvanoMaria Grazia - Silvetti Angea - Simonetta Maria -Simonetti Caterina - Simonin Vandelli Anna -Sina Luigina - Sissi Anna Maria - Smiroldo Car-mela ved. Bongiorno - Socchi Eria - SoffiettiEmma - Solero Antonio - Soraci Antonina -Sorge Palumbo Antonietta - Sozzi Angela -Spagnoli Francesca - Spagnoli G . Battista -Spalla Maria - Spataforo Filippo - SperindéElvira - Spirito Titina - Stanchina Maria - Stan-tero Genoveffa Margherita - Stefanutti Nello -Stoppa Luciana - Strazzanti Salvatore - StrumiaOrsola - Suppa Emma - Tanda Gavina ved . Len-tino - Tardio Arcangela - 'l'ardito Valentina -Tasca Ida - Tassistro Adalgisa - Tatarelli Anna-maria - Tatorelli Rosanna - Tela fam . - TentoriGina - Teodoro Giacomina - Terazzi Margherita -Testa Filippo - Testa Maggiorino - Tindara-Lembo- Tognazzi Rosina - Tornasi Fausto - TombacoMaria - Toppia Lidia - Torello Giuseppina -Torielli Margherita ved . Colombo - TornettaCarmelina - Toscan Gabriele - Toscano Saveria -Trentini Matteo - Trovato Mariannina - Turci Iole- Torri Angela - l'urturici Fina - Ubaldi Maria -Uguccioni prof . Antenore - Urbano Giuseppe -Urru Francesco - Urso Ninfa - Vaghini ca BiancaCostanza - Valentini Maria Ida ved . 'I'uzi - Vai-larino Maria - Valsecchi Giuseppina - VanoliAntonia - Vantusso Igino - Vecchi Rosa - Ventu-roli Maria - Vero Emma - Vettori Carla - VicariGina - Vicini Vincenzo - Vietti Giuseppa - Vil-lani Bice - Viola Concetta - Vita Letizia - VitaliPietro - Vittoni Anna - Vuillermin Carolina -Xalle Rosina - Zambrano Anna Carmela - Zam-bruno doti . ing. Carlo - Zanetti Giovanni - Zan-zottera Francesco - Zappia Elisa - Zappo Ber-nardina ved . Scaglia - Zaramella Gina - ZevolaMaria - Ziliani Giulia - Zimbardo Maria - Zimba-rolo Antonia - Zudicello Vincenzo .

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SALVATADA UNA MORTE ORRENDA

Non so in che modo esprimere la miagratitudine a San Domenico Savio perla duplice grazia fatta alla mia bambinaNicoletta : l'ha protetta nella nascita el'ha salvata da una morte orrenda all'etàdi venti mesi, quando fu travolta e arro-tata dalla ruota posteriore di un pesantetrattore . Alla guida c'era il padre, chetornava dai campi . La bimba per farglifesta si era staccata dalla mano del fra-tellino di quattro anni ed era andataincontro al papà. Ma lui stava facendouna curva e non l'ha vista . Ha solo sen-tito il trattore alzarsi da una parte, haguardato e ha visto la bambina perterra, che non dava segno di vita . Al-lora ha prontamente fermato ed è scesoangosciato per il terrore di averla uc-cisa . lo che dall'abitazione avevo sen-tito la frenata del trattore, mi sono pre-cipitata fuori e ho detto a San Dome-nico Savio: «Salvala tu!» . Con un'autodi passaggio l'abbiamo subito portataall'ospedale di Camposampiero, dove idottori poterono costatare che le con-seguenze erano state miracolosamentebenigne : aveva riportato solo qualchegraffio! La trattennero tuttavia in os-servazione per alcuni giorni, che servi-rono a confermare la grazia . I giornalihanno stampato questo titolo : « Il fattoha del miracoloso » . Ed è stato propriocosì perchè al momento dell'incidentela nostra Nicoletta indossava l'abitino diSan Domenico Savio .Villa del Conte (Padova)

ATTILIO E GINA ZARAMELLA

A CASA L'ATTENDEVANOALTRI TRE BAMBINI

Mi trovavo all'ospedale da circa un meseper una flebite alla gamba . Già stavo pertornare a casa quando improvvisamentemi sentii male . I dottori, accorsi, dichiara-rono trattarsi di embolia polmonare . Fuiimmediatamente trasportata nel repartomaternità e posta sotto una tenda d'os-sigeno . Qui passai una notte tra la vita ela morte . Unico mio conforto la preghieraa San Domenico Savio, di cui indossavol'abitino. Pregavo continuamente perchèavevo a casa altri tre bambini . I dottori,dato il mio stato, non potevano curarmi,anzi mi dicevano che il bambino sarebbenato solo dopo 15 giorni . Invece, per unaparticolarissima grazia di S. DomenicoSavio, il giorno successivo nasceva un belbambino a cui volli fosse imposto il nome

PERINTERCESSIONEDISAN DOMENICOSAVIO

Coniugi Deideri (Mondonio - Asti) ringrazianodi cuore S . D . S ., loro compaesano, per la guari-gione miracolosa della loro piccola Rita di giorni 45,affetta da epatite virale, e per un'altra grazia fa-miliare, Grati, inviano offertaTeresa Fusà in Macri (Polistena - Reggio Cal .)dopo la nascita del suo primogenito, fu colpitada un male che la costrinse a ricoverarsi in ospe-dale e dal quale fu liberata per intercessione diS . D . Savio .Secondo Greppi (Stroppiana . Vercelli) man-tiene la promessa di pubblicare la grazia dellaguarigione della moglie da vari noiosi disturbiinvocando S . D . Savio .Adriana Paoletti in Masucci (Torino) sente ilbisogno di ringraziare S . D. S . per la protezioneche da tempo va esplicando sulla sua famiglia,e promette di pregarlo per tutta la vita .Giuseppina Nicoletta in Cammarata, sicilianaattualmente abitante in Germania, attribuisce aS . D . S . la guarigione propria da dolorosi calcolial fegato.Rita Ughetto Comoglio (Torino) dichiara chetutti e tre i suoi bimbi, nati prematuri, hannosuperato le difficoltà della nascita e sono cre-sciuti in ottima salute .Gianni e Maria Lama Mai (Narcao - Cagliari)dichiarano : « Il nostro bambino, quando vennealla luce, era ormai morto . Con l'abitino di S . D . S .nelle mani, l'implorammo di salvarcelo e promet-temmo di mettergli il suo nome. Dopo tante pre-ghiere, il bambino miracolosamente tornò alla vitaed ora il nostro Domenico Savio è qui con noi adarci tanta gioia» .Annibale e Lorenzina De Stefanis (Bruino -Torino) sono riconoscenti a S . D . S . perchè la lorounione per la terza volta è stata rallegrata con lanascita della piccola Cristina . In segno di gratitu- idine, lo proclamano loro speciale patrono.Raffaella e Giancarlo Cesone (Ghana) lon-tana dalla patria, avendo il bimbo malato di ma-larialaria e di tifo, lo raccomandò con fede a S . D . S .e ne ottenne la perfetta guarigione . Ora sul lettino

LORO FEDE

I del suo Marco domina il quadretto e l'abitino delSanto .Candida e Anna Daghero (Piossasco - Torino)sono grati a S . D . S . per il felice esito della nascitadella piccola Daniela e perchè a pochi mesi di etàla bambina potè evitare una operazione chirurgica .In segno di gratitudine hanno collocato nella ca-mera dei loro bimbi un bel quadro di S . D . Savio .Francesco e Olderina Aburrà (Piossasco -Torino) esprimono viva riconoscenza a S D . S .per la nascita del piccolo Sandro e promettono difar collocare nella propria casa il quadro del santoAdolescente a ricordo del lieto evento e a prote-zione del loro bambino .Maria Macchia (Rocca di Montiglio - Asti) ot-tenne da S . D . S . due segnalate grazie a favore)della sua bambina e dichiara di dovere all'interces-sione del Santo se ora si sente mamma felice.Lydia Pettinaroli (Milano) invia offerta per la lguarigione del suo piccolo Eugenio di tre anni, Iottenuta invocando S . D . Savio .Famiglia Gallino (Torino) desidera rendere notala sua riconoscenza per due segnalate grazie diguarigione ottenute dalle figlie invocando S . D .Savio .Flavia Di Michele (Lissone - Milano) dichiaraiche non potevano avere figli e non erano in grado'di adottarne uno perchè poveri . Hanno pregatoS . D . S . e hanno visto compiuti i loro ardenti voti .Maria Cortese in De Marchi (Gorla Maggiore- Varese) è grata a S. D . S . perchè il marito invo-cando S . D . S . potè scongiurare un'operazioneresa necessaria da flebite e perchè la cognataguarì da meningite.Giacomo e Rosina Minetto (Piossasco - To-rino) per l'intercessione di S . D . S . hanno vistorealizzato il loro grande desiderio con la nascita

Giampilieri (Messina) CONCETTA GREGORIO della piccola Maria Matilde.

di Domenico . Riconoscente a S . Dome-nico Savio, compio la promessa di farpubblicare la grazia e invio un'offerta perle opere salesiane .Ronco Briantino (Milano)

LINA SALA

«TUTTI LO DISSEROUN MIRACOLO»

A un mese di vita la mia piccola Nico-letta ebbe un collasso . Professori e dot-tori non davano alcuna speranza disalvarla . Fatti i raggi, le trovarono maldi cuore, ernia al polmone, malforma-zione e broncopolmonite. Per 18 giornirimase sotto ossigeno, gravissima, senzaalcun miglioramento . Allora io pensai diricorrere a San Domenico Savio . Misil'abitino del Santo vicino al lettino dellapiccola e con tutta la mia fede lo pregaiperchè me la salvasse . Con stupore ditutti, professori compresi, la piccola co-minciò a migliorare. Tutti lo dissero unmiracolo, e il miracolo l'aveva fatto ilcaro Domenico Savio .Martignacco (Udine) PURINO E. IN COLUSSI

GENITORI PREMIATI NELLA

Ringraziamo infinitamente San DomenicoSavio per la nascita dei nostri gemelliniMaurizio e Gianluca, dopo 15 anni di at-tesa . Lo ringraziamo anche perchè inquesti lunghi anni ci ha aiutati ad atten-dere con fiducia e a mantenere quellaserenità che molte volte sarebbe venutameno. Cogliamo l'occasione per dire atutte le coppie che attendono da tempo,di aver fede : quando la medicina e la chi-rurgia paiono impotenti, Dio, attraverso ilcaro San Domenico Savio, li può aiutarecome ha aiutato noi .Genova

RITA E MICHELE CONTI

Un primo bambino era nato morto e ioero rimasta molto malata . Una conoscentemi parlò di San Domenico Savio e miconsigliò di pregarlo con tanta fede . Daquel giorno ho pregato e sperato e quandoi dottori mi avevano tolta ogni speranza,ha fatto tutto San Domenico Savio : lamia casa è stata allietata da una bellabambina, che gode ottima salute . Noncesserò di pregare il piccolo Santo, cheè stato così buono con me .

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SALESIANI DEFUNTISac. Paolo Scelsi t a Messina a 95 anni .Fu il secondo salesiano della Sicilia . Nel 1883 entrò nella casa di Ran-dazzo, che Don Bosco aveva fondato quattro anni prima . Compì isuoi studi ad Alassio, a Torino, a Foglizzo e a Parma e si laureò inlettere a Messina . Visse i suoi settantanove anni di vita salesiana inse-gnando, educando, formando intere generazioni di giovani e di can-didati al sacerdozio . Buono, dotto e pio, fu sempre tenuto in alta stimaper la santità della vita, per la sua dolcezza e umiltà .Sac . Giuseppe Gíovine t ad Alessandria a 77 anni .Don Giovine era conosciutissimo nella città e nella diocesi di Ales-sandria, quale sacerdote sempre disponibile e maestro pieno di zeloper le anime . Trascorse la sua vita di salesiano fino al 1932 a BorgoSan Martino, lavorò un anno a Casale come direttore e dal 1933 eser-citò la sua missione di educatore ad Alessandria come maestro ele-mentare nelle scuole pubbliche . Nel frattempo svolse un intenso mini-stero nelle diocesi di Alessandria, Casale, Acqui e Tortona . Animasemplice e da fioretti salesiani, amabile, pio, zelantissimo, era semprepronto ad aiutare i giovani e le persone di ogni condizione che sirivolgevano a lui . Cieco da cinque anni e da due e mezzo affetto daemiplegia, ha continuato a celebrare, a confessare, a confortare i nume-rosi visitatori . Nella città di Alessandria don Giovine rimane in vene-razione quale figura ideale del sacerdote che vive in continua, eroicadonazione, e quale precursore della disponibilità di servizio caldeggiatadal Vaticano II .Sac. Massimo Tognettí t a Maroggia (Svizzera) a 85 anni .Era salesiano da 6z anni . La sua vita di apostolo ebbe due periodi chegli hanno conquistato la duplice aureola di missionario e di martire .Lavorò infatti 3o anni nella Patagonia, nei tempi eroici di quelle Mis-sioni, che vantano nomi come quelli di Cagliero e di Fagnano . Lefatiche e i sacrifici di 3o anni di vita pionieristica in quelle terre australine stroncarono la fibra . Un esaurimento totale lo obbligò a una mor-tificante inazione che durò altri 30 anni . Consumò così il suo lungomartirio giorno per giorno in una silenziosa immolazione fatta di pre-ghiera e di amorosa conformità alla volontà di Dio . « Come Dio vuole arimase il suo motto abituale tra sofferenze di ogni genere fino alla santamorte .Sac. Girolamo Mapellí t a Intra (Novara) a 63 anni .Sacerdote aperto, vivace, amabile, lavorò con slancio giovanile a Ma-roggia, Lugano, Asti, Alessandria, Vercelli, Casale e in fine a Intra,lasciando ovunque gradito ricordo di sè per la sua laboriosità generosae instancabile, per il suo ottimismo brioso e rasserenante, per la suacordialità semplice e schietta . Gli Exallievi lo ricordano amico sinceroe comprensivo, sempre pronto a partecipare alle loro gioie e ai lorodolori .Sac. Giuseppe Chelodi t a Benediktbeuern (Germania) a 8o anni .Sac. Egisto Amati t a Buenos Aires (Argentina) a 74 anni .Coad. Arlíndo Marton t a Lorena (Brasile) a 72 anni .Sac. Luigi Chrzanowskí t a Linz (Brasile) a 55 anni .Coad. Francesco Sanz t a Matarò (Spagna) a 44 anni .

COOPERATORI DEFUNTI

Sac. Francesco Piras t a Cagliari a 75 anni .Rese la sua anima bella a Dio dopo 6o anni di sacerdozio e 5o annidi parrocchia . Il suo ministero parrocchiale fu improntato allo spiritosalesiano . Devotissimo di Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco,sapeva instillare nei giovani e nei ragazzi l'amore alla virtù e alla graziadi Dio . Li educava, li seguiva, li amava quale pegno sacro da Gesùa lui affidato . Il suo motto era quello di Don Bosco : « Da mihi animas,cetera Lolle,.Carlo Casalegno t a Moncucco (Torino) a 86 anni .Era nipote dei signori Moglia di Moncucco, proprietari della cascinaMoglia, dove Don Bosco fu servitorello di campagna . Abitò semprein quella cascina, vivendo dei ricordi uditi dai genitori e dai nonni,che sempre gli parlavano del Santo . Uomo profondamente onesto,seppe superare con fede, coraggio e rassegnazione le contrarietà dellavita, meritando la stima degli uomini e le benedizioni del Cielo .Giovanni Ferrero t ad Alba (Cuneo) a 8o anni .Dalla fede profonda alimentata con la lettura e l'attento ascolto dellaparola di Dio, aveva attinto la convinzione che la vita è un talentoprezioso da spendersi con la massima diligenza . Per questo la consacròtutta alla pratica cristiana, al duro lavoro quotidiano e alla sapienteeducazione dei figli . Conosceva la vita e l'Opera di Don Bosco, neparlava con ammirazione e provò una gioia immensa quando seppeche il figlio don Agostino aveva deciso di entrare nella famiglia salesiana .Giuseppe Marocco t a Villafranca d'Asti a 83 anni .Nei vari centri dove lavorò come sorvegliante ai lavori delle Ferroviedello Stato, tutti poterono vederlo anche a servizio dell'altare . Arri-vato all'età della pensione, entrò in modo esclusivo al servizio dellacasa del Signore, convivendo per 21 anni col figlio parroco, con luidividendo il lavoro, le gioie e i dolori, confortandolo con la sua vigo-rosa fede, mettendo a sua totale disposizione il proprio mensile . Uomodi pietà sentita e di comunione quotidiana, si era coniato una sua giacu-latoria : « Gesù, Giuseppe, Maria, fate che l'ultimo mio cibo sia la SS . Eu-caristia » . E fu così per lui il 24 gennaio, giorno della sua santa morte .Giovanni Solera t a Osasco (Torino) a 67 anni .Padre esemplare di cinque figli, retto nel sentire e nell'operare, lavo-ratore instancabile e apprezzato collaboratore in Consiglio comunale,fu anche fervente Cooperatore e ammiratore dell'Istituto delle Figliedi Maria Ausiliatrice, che largamente beneficò .

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

Luigi Césaro t a Marsango (Padova)Fu padre di 13 figli, di cui 8 si consacrarono a Dio come religiosi .Tra questi, due Salesiani e tre Figlie di Maria Ausiliatrice . Una cosìnumerosa corona di figli allevati nel santo timor di Dio, tra i qualitanti apostoli e missionari, forma il miglior elogio di questo sant'uomo,che per le sue virtù fu circondato dalla stima e dalla venerazione diquanti lo conobbero .Anna Barbaro f a Cimpello (Pordenone) a 81 anni .Fulgido esempio di bontà e carità cristiana, seppe compiere con fedeintensa la sua missione di sposa e di madre . Cooperatrice di grandepietà e spirito apostolico, seppe trasfondere nei sei figli una fede vivae generosa . Donò con gioia a Don Bosco due figlie e il figlio don Fede-rico, che nel lontano Giappone si è reso tanto benemerito dell'apo-stolato della stampa cattolica . Di don Federico seguiva con intensoamore i lavori apostolici, godendo e ringraziando il Signore delle rea-lizzazioni ottenute . Negli ultimi anni sopportò con coraggio e singo-lare rassegnazione cristiana la grave infermità, offrendo i suoi doloriper le intenzioni missionarie della Chiesa .Francesca Capelli ved. Sartorio t a Vigevano (Pavia) .Visse la sua lunga vita nella preghiera e nell'amore alla sua famiglia,sostenuta da una fede semplice e profonda . Maria Ausiliatrice,Don Bosco, Mamma Margherita erano gli oggetti cari del suo cuoree i temi preferiti nelle sue conversazioni . Ebbe il conforto di spiraretra le braccia del figlio salesiano don Emilio .Rosina Nardí in Pozzebon t a Padernello (Treviso) .Fu cooperatrice zelante specie nel settore missionario . Di profondafede in Dio, tutta si dedicò alla cristiana educazione dei figli . Fortenella dolcezza, paziente nelle sofferenza, lascia luminosa testimo-nianza di alta spiritualità . Chiuse i suoi giorni terreni dopo un corsodi Esercizi Spirituali, che furono la sua ' veglia N per l'eternità .Maria Borgatello ved. Ulla t a San Mauro Torinese a 84 anni .Madre di famiglia esemplare, seppe educare i figli alla virtù e allavoro . Povera di risorse economiche, ma ricca di fede, gioviale e cor-diale, si prodigò generosamente a tutti . Per questo il suo ricordo restain benedizione . Legata a Don Bosco per tradizione di famiglia, provòuna gioia ineffabile quando potè donare il figlio Biagio alla famigliasalesiana .Adelina De Marchi t a Osasco (Torino) a 89 anni .Mamma esemplare di sei figli che educò seguendo le orme di MammaMargherita, ebbe la grazia e l'onore di donarne uno alla Chiesa nellapersona di monsignor Giuseppe De Marchi, capo Ufficio nella Segre-teria di Stato di Sua Santità. Cooperatrice piissima e affezionata,anche nell'età avanzata dalla sua stanzetta di orazione seguiva il mo-vimento salesiano con gioia e interesse .Preti Ninfa ved. Zavattaro t a Borgo San Martino (Alessandria)a 78 anni .Trascorse la sua vita nel lavoro e nella preghiera, preoccupata - aimitazione di Mamma Margherita - della formazione cristiana deiquattro figli, che volle educati dai salesiani . E fu lieta della vocazionesalesiana del figlio don Cornelio .Maria Levettí ved . Giordana t a Osasco (Torino) a 68 anni .Donna profondamente religiosa e madre esemplare, visse per la suafamiglia nel lavoro, nella preghiera e nel sacrificio . Ai figli lascial'esempio di una vita intessuta di bontà e di carità . Ebbe la gioia didonare una figlia a Don Bosco : suor Maria Teresa .Maria Gentile Mencucci ved . Gortani t a Tolmezzo a 85 anni .Cooperatrice salesiana di antica data, si spense a distanza di tre annidalla scomparsa dell'illustre marito sen . prof . Michele Gortani, insignegeologo all'Università di Bologna . Lascia il profumo di una vita esem-plarmente cristiana e tutta dedicata a opere buone . In unione con lavolontà del marito, volle beneficare nelle sue disposizioni l'OperaSalesiana .Margherita Massírnino in Rosano t a Osasco a 69 anni .Modello di laboriosità santificata e di fiducia nella divina Provvidenza,educò con dedizione e con profondo senso cristiano i suoi otto figli .Amava le Opere salesiane e ne seguiva lo sviluppo attraverso la letturadel Bollettino Salesiano .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI

Aiello Mons . can . Sebastiano - Ambrosetti Mariuccia - Baccini Mario -Barani Giuseppe - Barbero Elisabetta - Barbieri mons . Luigi - Bellonid . Giovanni - Basseghini Caterina - Bono Iole - Bottino Teresa - Ca-brino Maria - Cairone Maria Antonietta - Canavese Luigi - CantelloGiuseppe - Capetti Pina - Catalano Filippo - Cebraro Giuseppe - Chian-taretto Isidoro - Cometti Pasqualina - Croci Luigi - Dallari Giulia -Di Silvestro Antonino - Ferrero Pietro - Focaccia Mario - Francod . Antonino - Fusero Elisabetta - Galimberti Anna - Garbarino Giu-seppe - Giraudi Maddalena - Immordini d . Ignazio - Ippolito avv .cav. Leonardo - La Marca Gaetana - La Piana Edoardo - Locati Ca-millo - Luise Giovanni - Maffi Caterina - Maio Giuseppe - MaiocchiDi Giammatteo Giovanna - Mancini Biagio - Meago Enrichetta -Micheletti Domenica - Monti Ester - Ninatti ins . Rosa - Orsi Rosaved . Baldini - Ostengo Maresc . Amedeo - Pagani Vittorio - PesceMaria - Poletti Mazza Lucia - Polizzi Carmelo - Pruneri Adelaide -Pruneri Maddalena - Quilici Breschi prof . Nella - Rinaldi Elisabettaved . Cecini - Rossetto Massimino - Saitta Mancini Giuseppina -Salomoni Santina - Santisi Giuseppe - Saracco Isabella - Simone tidoti . Alfonso - Tomaselli d . Giovanni - Tomatis Domenico - Vac-carone Paolo - Verga comm . Pasquale.

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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50 .000•

Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettuaquando il versamento iniziale raggiunge la somma di L . 25.000, ovveroquando tale somma viene raggiunta con offerte successive

Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a com-pletare Borse già fondate

BORSE COMPLETE

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, segui-tate ad assisterci, a cura di Agostino Baretti(Roma). L. So .obo .Borsa: Domenica e Giovanni Bonomo, a suf-fragio dei morti e a salvezza dei vivi, a curadi N. N . (Torino). L. roo.oco .Borsa : Don Bosco, a cura del dottor CarloPanizzi, exallievo di Alassio (Sanremo - Im-peria) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a curadi Antonio Rossi (Vicenza) . L . 62 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,adempio promessa e imploro aiuto, a cura diM. N., L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, rico-noscente supplico protezione, a cura di M. N .,L . 50 .000 .Borsa : Santi miei protettori, grazie! protegge-temi sempre, a cura di N. N. L . 50.000 .Borsa : Maria Legnani Morellini, di indimenti-cabile memoria, a cura di Don Demaria S .D.B .(Intra) . L . 50 .000 .Borsa: Mamma Margherita e S. G. Bosco, acura dei coniugi Maria e Giacinto Massa,in memoria e a suffragio delle anime dei rispet-tivi genitori, L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, inmemoria dei defunti e chiedendo protezione, acura di G. M. (Lu Monferrato) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, acura dei coniugi Bosco, in suffragio dei propridefunti (Carmagnola) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggi i miei figlia cura di N. N. L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Santisalesiani, proteggete mia figlia a cura di M . R.(Alessandria) . L . 50.000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S . D. Savio, insuffragio di Beretta Teresa, a cura dellafiglia Delfina (Torino) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, acura di N. N . (Cuneo) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, per disposizionetestamentaria di Amelia Cancelli ved . Rosini(Livorno). L . 50 .000 .Borsa : Don Bosco, per disposizione testa-mentaria di Amelia Cancelli ved . Rosini(Livorno). L . 50 .000 .Borsa: San Giovanni Bosco, in memoria diGola Anna, a cura dei nipoti L . 50 .000 .Borsa : Don Pietro Berruti, con riconoscenza edevozione, pregandole di continuare a benedirela .famiglia ; a cura di Piero e Maria Bressani(Torino) . L. r00 .oo0 .Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di N. N .(Como). L . 50 .000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice,proteggeteci a cura di G . B . e F . M ., L . 5o .ooo .Borsa : A ricordo e suffragio dei tanto cariGuido e Anna Movilli, a cura della figliadott . Valeria (Alessandria) . L . ro0 .oo0 .Borsa : Don Filippo Rinaldi, a cura del prof .Alessandro Acuto, exallievo di Borgo S . Mar-tino (Torino) . L . So .ooo .

Borsa : Maria Ausiliatrice, invocando la suamaterna protezione, a cura della dott . AmaliaCassano (San Severo - Foggia) . L. 50 .000 .Borsa : Beato Luigi Palazzolo, a cura del sac . Ca-millo Besana, Rettore dell'Istituto omonimo,nel centenario della fondazione (Milano) .L . 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di don LuigiBaldassi (Savona) . L . 50 .000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice e S . G. Bosco ta, in memoria e suffragiodei miei genitori Antonino e Marianna Deleo,a cura della figlia Giuseppina Rizzo (Cani-cattì - Agrigento) . L . 50 .000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice e S . G . Bosco z", in memoria e suffragiodei miei genitori Antonino e Marianna Deleo,a cura della figlia Giuseppina Rizzo (Cani-cattì - Agrigento) . L . 50 .000 .Borsa: San Giovanni Bosco, invocando lacompleta guarigione di E. D. M. e la continuaprotezione del Santo sulla sua famiglia, a curadi N. N. (Sondrio) . L . 50 .000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice e Don Bosco, p . g . r ., a cura di N. N .(Caltanissetta) . L. 50 .000 .Borsa : Gesù, Maria, Giuseppe, a cura di Maria•

Calogera Serpotta (Palermo) . L . 50 .000 .Borsa: Mons . V. Cimatti e don F. Giraudi,a cura del dottor Diomede Daina (Milano) .L . 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, in ringraziamento esupplicando protezione, a cura di Graglia Adele•

Giuseppe (Pralungo - Vercelli) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,invocando una grazia urgente, a cura di DoraD'Erme (Latina) . L . 50.000 .Borsa : San Giovanni Bosco, p . g. r., invocandoprotezione, a cura di N. N . (Vibo Valentia -Catanzaro) . L . 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, in ringraziamento• invocando protezione, a cura di MuratoriBotteghin Giovanna (Chiavari - Genova) .L. 50.000 .Borsa : San Domenico Savio,- in ringrazia-mento, a cura di pia persona. L. 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, in ringraziamentoe in suffragio dei nostri defunti, a cura di Car-rera-Giaretti (Torino) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, a curadi Carmen Tonello (Pray Biellese) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, SS . Salesiani eDon Filippo Rinaldi, in ringraziamento e invo-cando protezione, a cura di Pia Rebora (Ge-nova) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a curadi Carlo Mazza (Giussano - Milano) . L . 50 .000•

Mariotta Cecchina (Svizzera) . L . 25 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e PapaGiovanni XXIII, p . g. r ., a cura di CastellaniPietro (Udine) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, aiutatemia nipote negli studi e nella vita, a cura diLetizia Bolla (S . Bonifacio - Verona) . L . 50 .ooo .

,~ VOCIATA^l JSSIONARIA

Borsa : Maria Addolorata e ven. Don MicheleRua, a cura di Elisa Taglieri (Roma) . L . 50 .000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilitricee S. G. Bosco, invocando protezione sullapropria famiglia, a cura di Maria MezzadriDaveri (Piacenza) . L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, inringraziamento e invocando protezione sulla miafamiglia, a cura di N . N . (Torino) . L . 50 .000 .Borsa : Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice eSanti Salesiani, aiutate e assistete me e la miafigliuola, a cura di Regazzi Maria fu Giuseppe(Cereseto - Parma) . L. 50 .000 .Borsa: Mamma Margherita Bosco e Santi Sa-lesiani, intercedete per me, a cura di ArgenteriMignolli Mercedes (Bussoleno - Torino) .L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Don Ri-naldi, grazie! a cura di Paola Verga Melloni(Appiano Gentile - Como). L . 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco e Santi Salesiani,pregate per le mie figliuole e per le loro famiglie,a cura di Jolanda Longo (Roma) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e tuttii Santi e Venerabili, a sollievo delle anime piùabbandonate del purgatorio, a cura dei coniugiTorterolo Giovanni (Carcare - Savona) .L. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, insuffragio dei propri genitori defunti, a cura deldottor Petraroia Matteo (Pellezzano - Salerno) .L. 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di Avan-zini Luigia (Milano) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, comecontributo ed aiuto ai missionari Salesiani chehanno risposto si all'invito di Don Ricceri perl'anno Centenario, a cura di Don Luigi Cetto(Pergine-Trento) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, p . g . r ., a curadella Zelatrice Nedda Carletti ved. Tramonti(Verona) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, invo-cando protezione, a cura di Gina Del Signore(Chiavari) . L . 50 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, secondo i nostribisogni e in suffragio dei nostri cari, a curadelle sorelle Gasparoni (Valli del Pasubio -Vicenza) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e DonRua, in ringraziamento e invocando aiuto, a curadi Pazzani Maria (Iseo - Brescia) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, perprotezione Finanza Italiana, a cura di RagazzoMaria (Benevagienna - Cuneo) . L . so .ooo .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco eDon Michele Rua, proteggete la noia famiglia,a cura di Mariani Maria (Seregno) . L . too .ooo .Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco,proteggete me e mia mamma, a cura di Co-mastri Ennio (Roma) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, in suffragio dellamia mamma, a cura di N . N. (Ferrara) .L. 50 .000 .

(cosTisuA)

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Una giovane collana dei più famosibest-sellers stranieri e degli inediti diautori contemporanei, capisaldi dellaletteratura di tutti i tempi.

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UN FRANCESCANO CONTRO LA GESTAPO

La drammatica esperienza di due giovani fratelli caduti nellemani della Gestapo e sottoposti ad atroci torture fisiche emorali .Da questo libro è stato tratto il film « Bourges : missioneGestapo », diretto da Claude Autant-Lara .

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L'immensa opera di un giovane medico della marina ame-ricana che per sette anni nel Vietnam, nel Laos e inCambogia lavorò per assistere le popolazioni dilaniate dallaguerriglia .

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LA FAMIGLIA TRAPP

Le stravaganti vicende e i successi artistici della favolosafamiglia che ispirò il film « Tutti insieme appassionatamente » .

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BOLLETTINO SALESIANOSi pubblica:il lo del mese per i Cooperatori Salesianiil 15 de/mese peri Dirigenti dei Cooperatori

S'invia gratuitamente ai Coo-peratori, Benefattori e Amicidelle Opere Don Bosco

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Direttore responsabileDon Pietro ZerbinoAutorizzazione del Trib . di Torinon. 403 del 16 febbraio 1949

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