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A.LXXVII-N.13

BOLLETTINO SALESIANO1° LUGLIO 1953

L'Augusta parola del Santo Padrenel cinquantenario dell'Incoronazione di Maria Ausiliatrice

Il Cinquantenario della Pontificia Incorona-zione di Maria Ausiliatrice (17 maggio 1 953),celebrato con tanto fervore di devozione e solen-nità di riti nella Basilica di Maria Ausiliatrice ein tutto il mondo, è stato anche commemoratoper iniziativa dell'Accademia Mariana Salesiananello splendido volume « L'Ausiliatrice dellaChiesa e del Papa », che offre un ampio commentostorico e dottrinale del titolo Auxilium Christia-norum .L'edizione - curata dalla Società Editrice

Internazionale, che per espressa volontà del suoDirettore Comm . Giuseppe Caccia ha intesooffrire il volume quale omaggio devoto alla suaAugusta Patrona - è riuscita un capolavorodi arte tipografica .

Trentadue collaboratori, tra cui due Cardinali,quattro Arcivescovi, tre Vescovi e insigni cultoridi Mariologia, appartenenti a vari Ordini reli-giosi, hanno scritto con competenza e amoreintorno alla celeste Ausiliatrice della Chiesa edel Papa .

Nel proemio del volume troviamo glii augustimessaggi del Card . Benedetto Aloisi Masella,Protettore della Società Salesiana, del Card . Mau-rilio Fossati, Arcivescovo di Torino, del RettorMaggiore dei Salesiani, della Superiora Generaledelle Figlie di Maria Ausiliatrice e del Prof . LuigiGedda, Presidente dell'Azione Cattolica Italiana,illustranti il valore e l'attualità del titolo AuxiliumChristianorum nel presente momento storicodella Chiesa .

La prima parte del volume, che è la più ampia,studia in 7 documentati articoli il glorioso titolomariano Auxilium Christianorum, nel domma enel culto .

L'illustre P . Carlo Balic O . F. M ., Presidentedell'Accademia Mariana internazionale, espone eprova il significato sociale del titolo Maria Auxi-lium Christianorum, quale Patrona della Chiesa edel Papa .

L'esegeta P . Tiburzio Gallus S . J . tratta dellamediazione sociale di Maria nella S . Scrittura ;e l'insigne mariologo P . Gabriele Roschini O . S . M .

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indica con competenza i fondamenti teologici deltitolo Auxilium Christianorum .

Gli altri articoli di questa prima parte studianola festa liturgica di Maria Ausiliatrice in Occi-dente e in Oriente, l'origine e lo sviluppo delculto di Maria Ausiliatrice in Germania, dondesi estese in tutto l'Occidente. Viene quindiun'ampia e oggettiva rassegna del ricchissimomagistero di Pio XII circa la mediazione socialedi Maria e circa il titolo Auxilium Christianorum .

La seconda parte consta di 11 articoli, cheillustrano sinteticamente la dottrina e la multi-forme azione di S . Giovanni Bosco in ordine alladevozione verso l'Ausiliatrice dei Cristiani .I 9 articoli della terza parte, dovuti per lopiù a illustri Presuli, documentano invece la

diffusione mondiale del culto verso Maria Auxi-lium Christianorum .

Cento artistiche illustrazioni, in nero e a co-lori, di cui parecchie hanno il pregio di asso-luta novità, completano lo svolgimento dei singolitemi trattati .

Ma la gemma delle gemme è l'augusto pre-ziosissimo messaggio autografo di Pio XII, chesi è compiaciuto di offrire un nuovo singolaresaggio di amore e di devozione verso la SuaCeleste patrona, e di provvida esortazione peril culto della potente Ausiliatrice dei Cristiani .

Diamo il testo del venerato messaggio rinno-vando al Supremo Pastore l'umile espressionedella nostra commossa riconoscenza per tantodono .

Nel serto di studi Mariani che la pietà della benemerita Famiglia Salesianadepone riconoscente ai piedi della loro celeste Patrona, Maria Auxilium

Christianorum nel cinquantesimo della Incoronazione, c'invita la nostra stessapietà a inserire il fiore della antica e sempre nuova gratitudine che alla Madredi Dio lega la Nostra persona e tutto il Nostro Pontificato .

Suggello amoroso di un omaggio degnissimo reso alla Regina del Cielo, laNostra parola vuol essere altresì preghiera, anzi grido d'implorazione a Colei,che, nella trepida minacciosa ora che volge, non può non muoversi, per molti-plicare i prodigi del suo aiuto ai cristiani .

Auxilium Christianorum, ora pro nobis, ripete con noi ogni pagina diquesto volume, dove la dottrina, la storia e l'arte della parola commentano infraterna gara il titolo glorioso, cui con mirabile consenso rende testimonianza lafamiglia cristiana di ogni tempo e di ogni luogo .

Nè il consenso verrà meno se, con la fede di S. Giovanni Bosco, il devotodi Maria, la famiglia cristiana vorrà ancora una volta ritemprarsi in un salutarerinnovamento dello spirito e del costume per innalzare in sincerità di cuore la suasupplica imploratrice alla Vittoriosa di tutte le forze ostili, del mondo e dell'inferno .

A questo stesso rinnovamento la Vergine Immacolata aiuti i figli di unsecolo che è pure impresso da tanta orma di male . Aiuti gli erranti, aiuti i con-dottieri e i maestri . E come la fede, la pietà, l'amore stillanti nelle pagine diquesto volume sono il nobilissimo tributo di una famiglia apostolica debitrice aMaria della sua esistenza e della sua bella vitalità, così possa la cristianità intera,ritrovata se stessa, auspice la potente intercessione della gran Madre di Dio,portare ai piedi di lei, nuovo serto di ben più alto valore, l'omaggio di una vitapurificata e il fiore, non più fragile e caduco, della riconquistata pace .

Dal Vaticano, 25 aprile 1953 .

PIUS P. P. XII.

Le auguste parole pontificie sono la luminosaespressione dell'incrollabile fiducia, che il SantoPadre ha riposto nella « Vittoriosa di tutte le forzeostili », nella « trepida minacciosa ora che volge» .

E la Patrona della Chiesa ha accolto l'efficaceimplorazione del Pastore Angelico, dandoci nel-

l'esito delle elezioni del 7 giugno p. p. unanuova prova della Sua materna assistenza, checi obbliga alla più viva riconoscenza e ad unarinnovata operosità per il trionfo del Regno diDio nella nostra Italia, di cui Maria è salutataCastellana .

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Il miracolo di Torino, Don Bosco e il

XIV Congresso Eucaristico Nazionale

Torino, per degnamente celebrare il V Cen-tenario del miracolo eucaristico, che le diede ilnome di « Città del SS. Sacramento », sarà sede,nel prossimo settembre, del XIV CongressoEucaristico Nazionale .

Non è la prima volta che essa gode di questoprivilegio. Già, nel settembre del 1894, Torinoebbe l'onore di essere scelta a sede del secondoCongresso Eucaristico Nazionale, e di ospitare,per quel trionfo eucaristico, due Cardinali, cin-que Arcivescovi, quaranta Vescovi e centinaia dimigliaia di fedeli .

Era quello il secondo di tali Congressi, perchèsolo nel 1891 essi ebbero inizio in Italia, e Torinosi mostrò, per l'occasione, all'altezza del suocompito, svolgendo, nelle varie manifestazioni,il tema « l'Eucaristia, centro della pietà privatae pubblica » . Purtroppo, la grande processione, chedoveva coronare le solenni giornate religiose, nonsi potè fare, perchè il Prefetto della città, ligioagli ordini della massoneria allora imperante, lavietò assolutamente .

Perchè Torino a sede del Congresso .

Che Torino sia stata scelta anche adesso asede del Congresso Eucaristico Nazionale è onoreben meritato, perchè proprio in questa cittàIddio volle dare una prova della sua reale presenzanel SS. Sacramento con quello strepitoso miracoloche è tra i fasti più gloriosi dell'Eucaristia . Ilfatto è, e ha da essere, ben noto, perchè è unfatto storico studiato, discusso, comprovato einnegabile. Lo accenniamo solamente .

Ad Exilles, paese fortificato non molto lontanoda Susa, nei primi di giugno del 1453 vi erasaccheggio di case da parte di uomini armati,per contrasti di guerra fra Savoiardi, Piemontesie Francesi : neppure la chiesetta fu risparmiata,e alcuni sacrileghi, forzato il tabernacolo, aspor-tarono, con altri oggetti, l'ostensorio contenentel'Ostia consacrata, e il tutto fu venduto a mer-canti, loro complici, che, imballata ogni cosa suldorso di un mulo, si avviarono verso Torino .In due o tre giorni, con qualche sosta a Susa ea Rivoli, essi giunsero alla capitale del Ducatosabaudo, ma, nel traversare, alle cinque pome-ridiane, una piazza davanti alla chiesa di S . Sil-vestro, il giumento cadde, l'imballo si sfasciò el'ostensorio s'innalzò di per sè fin oltre l'altezza

dei tetti circostanti, raggiando come un sole .Poi l'involucro cadde e restò sola l'Ostia . Prestonella piazza si fece una folla di gente commossa,pregante e supplicante : un prete corse al Duomovicino ad avvertire l'Arcivescovo, che, coi ca-nonici, il clero e le autorità cittadine, intervennesubito, processionalmente . Là giunto, innalzatoun calice, tra la ripetuta invocazione « Manenobiscum, Domine! Rimani con noi, o Signore!»,pregò Iddio di non volersi allontanare dal suopopolo fedele. E allora l'Ostia scese lentamentenel calice, e venne trasportata in Duomo, dovesi conservò per una quarantina d'anni in unricco tabernacolo. Sul posto del miracolo fuedificata dapprima una cappelletta e, in seguito,la presente chiesa del Corpus Domini, elevata abasilica nel 1928 .

Questo è il fatto, ormai - come abbiamodetto - indiscutibile, perchè provato da docu-menti dell'Archivio Municipale e della CuriaMetropolitana, e confermato da monumenti cit-tadini e dalle pagine degli storici .

La ricorrenza cinquantenaria e centenaria ditale fatto straordinario fu sempre celebrata aTorino con crescente solennità ed aumento difervore eucaristico, e maggiori cose si sarebberoa volte volute fare se il disagio dei tempi e dellecircostanze politiche non l'avessero impedito . Ciriferiamo, in modo speciale, alla celebrazione delIV Centenario del miracolo, nell'anno 1853,precisamente cento anni fa .

Don Bosco e il suo libretto sul centenario.

Viveva allora Don Bosco, che aveva già il suoOratorio stabile a Valdocco, dove inculcava acentinaia di giovani l'amore a Gesù Eucaristico,di cui egli sentiva ardere il suo cuore di santo .In quell'anno stesso, a marzo, aveva iniziato lapubblicazione dei volumetti delle Letture Cat-toliche - uno o due al mese - armi formida-bilmente apologetiche nelle sue mani contro iProtestanti e gli anticlericali .

L'occasione di quel Centenario fu quanto maipropizia a Don Bosco per scendere strenuamentein campo a difesa della Fede e della Religione,e preparò e pubblicò per giugno il 6° fascicolodella Collana intitolato : «Notizie storiche intornoal Miracolo del SS . Sacramento avvenuto inTorino il 6 giugno 1453 ».

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Ma il volumetto non comprendeva solo le«notizie storiche» . Vi si dimostrava la realtà e ilvalore dei miracoli in conferma delle veritàdella Fede ; vi si narrava il terribile esempio diun bestemmiatore fulminato da un colpo apo-plettico mentre si iniziava la processione delprecedente cinquantenario ; vi si riportava un« Dialogo fra un Torinese e un Forestiere» condiscussione intorno alla veracità del suddettomiracolo, e vi era largamente documentata lastoricità dell'avvenimento eucaristico . Anzi, acomprovare la morte improvvisa del bestemmia-tore, Don Bosco, accennando a testimoni ancoraviventi, aggiungeva : « Di costoro conservo il nome,il cognome, l'indicazione del luogo della dimora,e si offrono pronti ad appagare chicchessia » .

Condizioni politiche di quel Centenario .

Gli avversari, infatti, si armavano, ed eranodella peggior risma, pronti a qualunque ostilitàcontro ogni ministro di Dio che, per difesa dellaverità, li pigliasse di punta. Ne sapeva qualchecosa l'Arcivescovo di Torino Mons . Fransoni .

Due anni prima, il giorno di Pasqua, all'usciredalla cattedrale dopo le funzioni, egli era statoaccolto dalla plebaglia con una tempesta di fischie d'urla sguaiate. Approvatasi intanto dal Par-lamento Subalpino la legge Siccardi per la sop-pressione delle immunità ecclesiastiche, venneinscenata una dimostrazione ostile al clero in-torno al palazzo arcivescovile, di cui si tentò

scassinare la porta . Pigliando poi il pretesto d'unacircolare riservata spedita dall'Arcivescovo aisuoi parroci, Mons . Fransoni venne citato intribunale. Rifiutatosi di comparirvi, fu condan-nato a una multa e ad un mese di carcere nellacittadella di Torino .

Scontata questa pena, un altro fatto aggravòla situazione, perchè ammalatosi mortalmente ilministro dell'agricoltura, incorso nelle censurecanoniche per aver votato la legge Siccardi, névolendo ritrattarsi, gli venne negato il santoviatico . Si gridò quindi all'intolleranza del par-roco - un Servita - e dell'Arcivescovo : il con-vento dei Serviti venne assalito, e a Mons . Fran-soni si presentò il ministro della guerra, AlfonsoLa Marmora, ordinandogli a nome del Governo,di rinunziare alla sua sede : «Mi riterrei unvile - rispose l'Arcivescovo - se ciò facessi! » .Venne immediatamente arrestato e tradotto nellafortezza di Fenestrelle . Massimo d'Azeglio poine commutò la pena nel bando dal regno . Eccoperchè l'Arcivescovo di Torino si trovava allorain esilio a Lione .

In un clima così arroventato dalle passionipolitiche e dalle violenze anticlericali ci volevail coraggio di Don Bosco a pubblicare un librettodi aperta difesa della fede cattolica e di apologiadel miracolo . Il quale libretto, com'era da aspet-tarsi, ebbe la migliore accoglienza dei buoni ela più larga diffusione, fine non ultimo ricercatodall'Autore . E ciò non solo per la propagandadelle neonate Letture Cattoliche, ma principal-

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mente perchè si conoscesse e si credesse nelmiracolo di Torino, e si accendesse sempre piùnegli animi l'amore verso la SS . Eucaristia .

Una profezia di Don Bosco .

Uno di quei giorni, tornando all'Oratorio colchierico Michele Rua, suo futuro successore,nei pressi della Gran Madre, ebbe con lui questodialogo :- Fra cinquant'anni, caro Rua, si faranno

nuove feste in Torino per celebrare il nono cin-quantenario del miracolo del SS . Sacramento . Ioallora non ci sarò più, ma tu ci sarai ancora ; find'adesso affido a te l'incarico di ripubblicare ilmio libretto sull'argomento .- Ben volentieri - rispose Don Rua - ac-

cetto sì dolce incarico ; ma se la morte mi facessequalche scherzo e mi togliesse da questo mondoprima di quell'epoca?- Sta tranquillo : la morte non ti farà nessuno

scherzo, e tu potrai compiere l'incarico che orati affido .

La profezia di Don Bosco si avverò a puntino :Don Rua ebbe momenti angosciosi tali da fartemere della sua vita, ma arrivò al 1910 comeRettor Maggiore dei Salesiani. Non dimenticòl'incarico avuto, e il libretto fu da lui ripub-blicato nel 1903, con l'aggiunta di suoi partico-lari ricordi sulla celebrazione del 1853 (1) .

L'aspettativa per la chiusura delle feste conla solenne processione che avrebbe portato perle vie di Torino il SS . Sacramento benedicentela sua città era immensa : i buoni gioivano a tantoprossimo trionfo ; i malvagi fremevano e tra-mavano .

Il 6 giugno una folla stragrande era conve-nuta a Torino . Nel pomeriggio si portarono allachiesa del Corpus Domini gli alti Prelati, i membridella Famiglia reale, i più distinti personaggicattolici della città, le varie Associazioni religiose,

(1) Il libretto di Don Bosco con le aggiunte di Don Ruae un largo commenta storico e critico è stato adesso ripub-blicato nelle Letture Cattoliche (Vedi volumetto di giugno :Il miracolo del SS. Sacramento) .

" Tocca ai ca ttivi tremare ""Tienti, o mio caro lettore, inviolabilmente unito al Papa e alla Chiesa .Non lasciarti intimorire dal furore e dalle minacce del nemico, nè lasciartiingannare dalle sue belle frasi . Diffida soprattutto dei termini moderati chegli empi sogliono usare per insinuarsi nelle anime oneste . Abbi il coraggiodella tua fede e delle tue convinzioni . Non temere. Dio è con la Chiesain tutti i giorni fino alla fine dei secoli . Tocca ai cattivi tremare dinanzi aibuoni, e non ai buoni tremare dinanzi ai cattivi " .

(DON Bosco cento anni fa in Avvisi ai cattolici) .

i giovani dell'Oratorio di Valdocco con a capoDon Bosco e il chierico Rua . Tutti guardavanospesso il cielo, che s'era fatto scuro e pieno dinuvole basse. Qualche gocciolone veniva giù ditanto in tanto . Ad ogni modo si sperava che iltempo reggesse, e a tal fine molte erano le pre-ghiere che s'innalzavano, specialmente dai gio-vani di Don Bosco, da lui infervorati e pienidi fiducia in Dio .

Mossi anche gli altri del Clero e del popolo datale fiducia, fu dato l'ordine di cominciare laprocessione . Ma questa aveva appena preso asnodarsi che un vero diluvio di acqua torrenzialepiombò sulla folla, sugli ecclesiastici, sulle asso-ciazioni, sui poveri ragazzi dell'Oratorio e suDon Bosco. La pioggia continuò così per oree ore, e la processione non si svolse più .

Mortificatissimi, e bagnati da capo a piedi, iragazzi, giunti a Valdocco, si lamentarono conDon Bosco di tale contrattempo, che dava aldiavolo partita vinta . Ma il buon Padre : - No,- spiegò con santa intuizione - non è il diavoloche ha vinto . Sapete voi forse, uomini di pocafede, quello che sarebbe capitato se si fossefatta la desiderata processione ? E se si fossecercato di profanare il SS . Sacramento ? Ringra-ziamo Dio che non ha permesso qualche pre-disposto orribile sacrilegio .

Prepariamoci al grande avvenimento .

Alla distanza di cento anni, mutati i tempi,ma non mutate le ire dei nemici di Dio, ci pre-pariamo a celebrare il V Centenario con i mezziche i progressi della scienza e della tecnica ciapprestano, e tutto fa prevedere che, sia il Con-gresso sia ogni altra manifestazione, sarà perriuscire superiore a quante se ne fecero nei secolipassati . Preghiamo Dio che voglia tenere a frenole forze infernali e conceda al suo popolo fedele,alla sua città, madre di tanti Santi, e a quanti quiaccorreranno, aumento di amore e di fede versola SS. Eucaristia, gloria alla Religione cattolicae trionfo memorando al Sacramento divino .

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Le feste giubilari a Valdocco

Durante il mese di maggio i pellegrini accorseronumerosi al nostro Santuario . Tra i pellegrinaggicollettivi ne abbiamo notati anche vari prove-nienti dall'estero . Furono moltissimi i divoti diMaria Ausiliatrice che vollero venire personal-mente a rendere omaggio alla Madonna nell'annogiubilare della sua Incoronazione .Ci duole di non poter parlare neppure dei

pellegrinaggi più importanti ; ma non possiamoesimerci dal dire un grazie, sentito ai benemeritiorganizzatori . La Madonna li benedica con ma-terna generosità e renda sempre più fecondo illoro apostolato .

Festa di S. Maria D . Mazzarello .Il 10 maggio, fu solennizzata la Festa antici-

pata di S. Maria Domenica Mazzarello.Tra le prime funzioni ricordiamo quella delle

8,30 per la gioventù degli Istituti delle Figliedi Maria Ausiliatrice della città, con S . Messacelebrata dal Rev.mo Sig. Don Fedele Giraudi .

Un coro di Suore delle Case « Generalizia»,« Maria Ausiliatrice » e « Madre Mazzarello » eseguìdevoti mottetti di maestri salesiani, intercalatidai canti popolari dell'imponente massa giovanile .

Alle 10 seguì il pontificale di S . E. Mons.Arduino, decorato dai canti della Schola cantorumdell'Istituto « Rebaudengo » .

Nel pomeriggio si ebbero due funzioni solenni .La prima, alle ore 15, per le Oratoriane e alunnedelle Figlie di Maria Ausiliatrice . Il rev.moP. Fedele Provera O . F. M. tenne il panegiricodella Santa, e il Sig. Don Giraudi impartì laBenedizione eucaristica.

Solennissima la seconda funzione, alle 16,30,con Vespri pontificali, discorso del Can . Rivettie trina Benedizione eucaristica .

Nella festa liturgica posticipata - venerdì15 maggio - S. Eminenza Rev.ma il Card . Fos-sati si degnò di celebrare la Santa Messa nellavicina chiesa dell'Istituto «Maria Ausiliatrice»per le 1200 alunne della Scuola, alle quali, conpaterna compiacenza, rivolse la sua venerataparola .

La Data Giubilare.Sabato, 16 maggio, la funzione mariana delle 17

fu sostituita dai Vespri pontificali. Alle 20,30 i fe-deli intervenuti all'ultima funzione, all'uscita, pote-rono godere lo spettacolo della Basilica illuminata .

Nel frattempo il Rev .mo Sig. D. Ziggiotti allagrande famiglia dell'Oratorio raccolta nel teatro,rivolgeva la sua paterna parola rievocando l'av-venimento giubilare e invitando tutti a ringra-ziare Maria Ausiliatrice degli innumerevoli fa-vori concessi ai suoi figli e alle sue figlie in questicinquant'anni, favori documentati dall'eloquenzadelle cifre.

Nel 1903, quando fu incoronata la nostraMadonna, i Salesiani erano 3526 ; oggi sono16.96o. Le loro case erano 248 ; oggi sono 1098 .Le Figlie di Maria Ausiliatrice erano 1458 ;oggi sono 13 .297. Le loro case erano 126 ; oggisono 1095 .

Domenica 17, molti fedeli e pellegrini conven-nero a Valdocco fin dalle prime ore del mattinoper festeggiare la data cinquantenaria dell'Inco-ronazione. Le cerimonie ebbero solenne iniziocon la S. Messa celebrata dal Rettor Maggiorealle 6,30 . Alle 7,30 officiava S . E . Mons. Arduino,mentre il pontificale delle 10 era celebrato daSua Eminenza il Cardinale Arcivescovo .

Dopo il Vangelo, ai numerosi convenuti illu-strava il significato della ricorrenza il nostro DonFavini che, dopo aver parlato delle preziosecorone che da 50 anni brillano sul capo delBambino Gesù e di Maria Ausiliatrice, soggiun-geva: « Ma non sono queste le corone che laMadonna predilige : essa vuole corone di apostoli, .come quella che la circonda nel quadro, apostolisoprattutto necessari oggi a difesa della Chiesa » .La Schola cantorum del nostro Oratorio, pre-

parata con amore e con arte dal Maestro dellaBasilica Don Luigi Lasagna, eseguiva un gran-dioso programma di musica composta da maestrisalesiani . Di straordinario effetto la Missa saecu-laris XXVIII del M° Pagella e l'invocazioneO Maria, Virgo potens, dello stesso compiantoMaestro, su testo di S . Giovanni Bosco, e con-siderata un capolavoro di musica sacra . Sedevaall'organo il M° Don Virgilio Bellone .

L'omaggio continuava per tutta la giornata eraggiungeva un momento d'intensa emotività nelpomeriggio, quando i parrocchiani di MariaAusiliatrice, dal candido stuolo dei bimbi del-l'asilo ai più vecchi e fedeli frequentatori delSantuario, si trovarono tutti riuniti ai piedi dellaloro Madonna, stretti attorno al loro PastoreMons. Arduino . Seguirono i vespri pontificali,il discorso di S . E. Mons. Bottino e la trina bene-dizione. A sera, illuminazione del Santuario econcerto tenuto dalla banda dei giovani artigiani,diretta dal M° Lamberto .

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Convegno di Direttori, Decurioni e Sacerdoti Cooperatori Salesiani.

Il 19 maggio 170 Cooperatori sacerdoti, pro-venienti dalle diocesi del Piemonte e da altrediocesi Lombarde, convennero a Valdocco peril convegno-omaggio a Maria Ausiliatrice nelgiubileo d'oro della sua Incoronazione .

Dopo la Messa celebrata nella Basilica dalRettor Maggiore, S . E. Mons. Paolo Rostagno,Vescovo d'Ivrea, tenne la meditazione, presen-tando Maria SS. quale modello di unione conDio e sviluppando tre pensieri : Maria, dopol'Ascensione di Gesù, viveva per il Cielo ; si prepa-rava al Cielo ; si confortava col pensiero del Cielo .

I lavori del Convegno, furono aperti dall'innoa Don Bosco eseguito dagli studenti del PontificioAteneo Salesiano. Sul palco del nuovo teatro,attorno al Rettor Maggiore, erano le LL . EE. iMonsignori Allorio, Vescovo di Pavia ; Rostagno,Vescovo d'Ivrea ; Angrisani, Vescovo di Casale ;Raspini, Vescovo di Oppido Mamertino ; Bottino,Ausiliare di Torino ; Arduino, parroco di MariaAusiliatrice .

Aperse il Convegno lo stesso Rettor Maggioreringraziando gli intervenuti dell'omaggio resoall'Ausiliatrice . « La più bella perla della suacorona - egli disse - l'hanno portata oggi isacerdoti nostri cooperatori» . Quindi ripeté loro

con parola vibrata il messaggio di Don Bosco :Salviamo la gioventù! Tutta la gioventù,specie quella moralmente più abbandonata, po-vera o ricca che sia . La conquista dei figli porta laconquista dei genitori. Lo constatiamo ogni giorno .Prendeva quindi la parola il Salesiano Don

Gino Corallo sul tema : Problemi attuali nell'edu-cazione dei giovani. Dopo un acuto esame ditali problemi, ne proponeva la soluzione nellospirito di Don Bosco, che ci si presenta come unagiovinezza perpetua, sempre pronta ad acco-gliere nei propri schemi quella modernità chenon deforma, ma applica sapientemente lo spiritocristiano alle nuove esigenze .

Scultoria e piena d'interesse fu poi la relazionedi S. E. Mons. Allorio sul tema : La cristianizza-zione del mondo del lavoro secondo lo spirito diDon Bosco . «Che cosa farebbe oggi Don Bosco- si domandava Mons. Allorio - per cristia-nizzare il mondo operaio? farebbe ciò che hafatto quanto il mondo del lavoro non era ancorainfestato dal demonio; farebbe ciò che, fanno isuoi figli oggi: scenderebbe in mezzo ai figlidei lavoratori e si accosterebbe ai lavoratori stessicon santo ardimento » . E si augurava che l'audaciadei figli di Don Bosco nell'accostare il mondo

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operaio venisse coronata di suc-cesso e trovasse imitatori ovunque .

Il terzo tema : La cura spiritualedei Cooperatori Salesiani, era trat-tato da S . E. Mons. Angrisani .Semplice, ma completo il pro-

gramma di formazione cristianatracciato da Don Bosco ai suoiCooperatori . E l'Ecc.mo Oratorelo dimostrava brillantemente echiudeva raccomandandone le pra-tiche vitali, quali la frequenza allaConfessione e alla Comunione,l'Esercizio mensile della BuonaMorte, gli Esercizi Spirituali, lasemplicità e la frugalità di vita .Sua Em.za il Cardinale Fossati,

giunto durante la terza relazione,chiudeva il Convegno con paterneparole d'invito alla santità e al-l'azione .

Tutti poi, al canto del Magni-ficat, si recavano nella Basilica perla consacrazione a Maria Ausilia-trice . Il Rettor Maggiore leggevala formola e il Cardinale impar-tiva la benedizione dell'Ausilia-trice .

All'uscita i giovani dell'Oratorioonoravano gl'intervenuti con uncaloroso indirizzo di omaggio econ le note festose della banda .

Prima di lasciare la Casa Ma-dre, Vescovi e sacerdoti, riunitiattorno al Cardinale e al RettorMaggiore, esprimevano la lorodevozione al Papa con un de-

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ferente telegramma, al quale seguiva pronta-mente la risposta in questi termini :

(« PRESENTE IN ISPIRITO SOLENNE CON-

GRESSO SALESIANO INDETTO TORINO BA-

SILICA MARIA AUSILIATRICE AUGUSTO

PONTEFICE DA LEI IMPLORA SUPPLICE E

FIDUCIOSO DIFESA E TRIONFO CRISTIANA

FAMIGLIA E MENTRE IN LEI RIPONE

CON FERMA FEDE COMUNI SPERANZE

INVIA DI CUORE PROMOTORI E PARTECI-

PANTI IMPLORATA PATERNA BENEDIZIONE » .

MONTINI PROSEGRETARIO .

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Solenne Ottavario .Dal 17 al 23 maggio sette

Eccellentissimi Vescovi si se-guirono a cantare le glorie diMaria Ausiliatrice. Ogni gior-no, oltre alle sante Messe efunzioni solite, si svolsero altresolenni funzioni alle 7,30, alle8,30 e alle 9, per le varie ca-tegorie di pellegrini diligen-temente prenotati e distribuiti .I pellegrinaggi, devoti e nume-rosi, composti di Cooperatori eCooperatrici, dame patronesse,allievi e allieve degli IstitutiSalesiani e delle Figlie di MariaAusiliatrice, e di pellegrini or-ganizzati, affluirono ogni giornoa Valdocco, entrando proces-sionalmente nel Santuario, alcanto dell'Ave Maris Stellaaccompagnato dall'organo . Tutte le mattine unEcc.mo Vescovo celebrava la santa Messa delleore 7,30 e rivolgeva ai pellegrini una breveallocuzione; mentre le altre Messe venivanocelebrate da Superiori o dai Direttori dei pel-legrinaggi con opportuni fervorini . Molto lavoroebbero tutti i Sacerdoti addetti alle Confessionie alla distribuzione della Santa Comunione .

Gli Eccellentissimi Oratori parlarono alla fun-zione delle 20,30 e trattarono i seguenti temi :S. E. Mons. Bottino :Maria SS ., Ausiliatrice e Madre .

S. E. Mons . Allorio :Maria SS., Ausiliatrice della Chiesa e del Papa .

S. E . Mons . Angrisani :Maria SS', Ausiliatrice dei Sacerdoti .

S. E. Mons. Barbero :Maria SS., Ausiliatrice del popolo cristiano .

S. E. Mons. Cannonero :Maria SS., Ausiliatrice della gioventù .

S. E. Mons. Binaschi :Maria SS., Ausiliatrice delle famiglie .

S. E. Mons. Arduino :Maria SS., Ausiliatrice delle Missioni .

Il giorno del trionfo .Non sapremmo definire meglio la festa del 24

maggio a Valdocco in quest'anno giubilare dell'Inco-ronazione. La coincidenza con la domenica e ilbisogno universalmente sentito di propiziarsi l'aiutodell'Ausiliatrice nell'ora che volgeva fecero accor-

rere al suo Santuario un nu-mero stragrande di pellegrini edivoti che affollarono senza in-terruzione la Basilica durante lanotte e tutto il giorno, facendolaecheggiare di preghiere e creandoun'atmosfera di mistico fervoreche difficilmente riesce a imma-

ginare chi non ha vissuto lamemoranda giornata .

La sera della vigilia si svolsela grandiosa funzione dei primiVespri pontificati da S. E. Mons.Pietro Carretto, Vicario Apo-stolico di Ratburi nella Thai-landia. Poco dopo l'afflusso deipellegrini veniva violentementestroncato dal ciclone senza pre-cedenti che si abbatteva sullacittà lasciandovi desolanti segnidella sua violenza e privandola

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del suo emblema più caratteristico : l'agile gugliadella Mole Antonelliana . Anche l'apparato elet-trico esterno del Santuario venne compromesso inmodo che alla sera non si potè fare l'illumina-zione nè tenere il concerto .

Tuttavia, ristabilitasi la calma, il tempio siriempie di fedeli, accorsi per l'ultima funzione delmese mariano, e di pellegrini venuti anche da paesilontani per partecipare alla veglia santa . Questaha inizio con l'ora santa predicata dal Can . Rivetti .Nel tempio splendente di luci domina la dolceimmagine dell'Ausiliatrice che, illuminata da nuovipotenti riflettori, alla cui luce brillano le gemme dellacorona, quest'anno appare più bella . Ondate potentidi preghiere e di canti si elevano dalla massa com-patta e divota, mentre numerosi confessori nellaBasilica, nella sacrestia e nella chiesa di S . Fran-cesco dispongono i fedeli alla Santa Comunione .A mezzanotte echeggia il canto sublime del

Magnificat, seguito dalla consacrazione a MariaAusiliatrice e dalla recita del S . Rosario. Alle 0,30comincia la celebrazione delle Sante Messe che con-tinua fino a mezzogiorno . E con le Messe l'edifi-cante spettacolo delle Comunioni, oltre 18 .000 .

Alle 4,30 è cantata la Messa solenne ; alle 7 ce-lebra il Rev.mo Rettor Maggiore ; alle 10 si svolgesolennissimo il Pontificale, celebrato da S. E. Mons.Carretto . La folla occupa ogni spazio della Basilica .La poderosa cantoria eseguisce il programma del

giorno giubilare . Gli altoparlanti diffondono musicae canti sulla piazza e nei cortili dell'Oratoriooffrendo anche ai fedeli rimasti fuori la possibilitàdi udire le soavi melodie e la fervida parola delCan. Rivetti che parla infra Missam . Al termine,per speciale concessione della S . Penitenzieria Apo-stolica, Mons. Carretto imparte la benedizionepapale . Durante tutta la giornata dal pulpito eda altri punti del Santuario si alternano i sacerdotia impartire la benedizione di Maria Ausiliatrice .

Nel pomeriggio si alimenta la pietà dei fedeli convarie funzioni, nelle quali inneggiano a MariaAusiliatrice il P. Fedele Provera O. F. M. e ilCan. Rivetti. Alle 18,30, mentre si cantano iVespri pontificali, ha principio la grandiosa proces-sione, che sfila in mezzo al popolo, accorso piùnumeroso degli altri anni .

Un gruppo suscita particolare interesse e ammi-razione. Lo preannunziano due cartelli con lascritta : Chiesa del silenzio, e i labari dell'Ungheria,Iugoslavia e Cecoslovacchia . Precedono i giovanettiLituani nel costume nazionale, inneggiando allaVergine Ausiliatrice nella loro lingua ; seguonorappresentanti di tutte le nazioni dove geme laChiesa del silenzio, tra i quali i missionari espulsidalla Cina, che recitano il Rosario in lingua cinese .

Sfilano quindi il piccolo clero, il clero maggiore,i chierici del Pontificio Ateneo recanti i labaridi oltre sessanta nazioni dove fiorisce l'opera di

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Don Bosco . Seguono i membri del Capitolo Supe-riore, alcuni Parroci della città e le LL. EE .Mons. Arduino, Mons. Bottino, Vescovo Ausiliare,e Mons. Carretto .

Finalmente appare sul suo trono di gloria, inun trionfo di fiori candidi e vermigli, la venerataStatua di Maria Ausiliatrice, scortata da cara-binieri in alta uniforme, accolta ovunque da scro-scianti battimani e sotto una continua pioggia difiori.

Passata la Madonna, la processione diventamassa: l'ampio corso Regina Margherita si trasformain un'unica processione che accompagna l'Ausiliatricenella sua marcia trionfale fino alla piazza, dovearriva sull'imbrunire, mentre la Basilica s'illumina,suscitando un fremito di commozione e di entu-siasmo indescrivibili. Quando gli altoparlanti dif-

fondono le note del Tantum ergo, la piazza apparecome un'immensa chiesa raccolta e orante, nellaquale scende la benedizione eucaristica, impartitada Sua Eminenza il Cardinale Fossati .

Esempi dall'alto1948 - Sabato, 7 marzo, verso le ore 16, alla Direzione Generale dei Salesiani

giunge una telefonata . La riceve il segretario del Prefetto Generale . Parla il genero di DeGasperi, Dott. Gatti : " Domani - egli dice - il Presidente sarà a Torino per il discorsoin piazza Castello . Egli ha telefonato da Roma che desidera ascoltare la santa Messa nellaBasilica di Maria Ausiliatrice, quindi compiere un breve pellegrinaggio nelle camerette diDon Bosco e, se possibile, incontrarsi con il Rettor Maggiore Don Ricaldone '' .

La domenica seguente l'On . De Gasperi compiva a Valdocco il precetto festivo e siaccostava con la famiglia alla S . Comunione. Quindi visitava le camere di Don Bosco es'intratteneva con i Superiori Maggiori, fatto segno, nell'uscire dall'Oratorio, a cordia-lissime acclamazioni da parte dei giovani e della folla accorsa alla notizia .

1953 - I° Maggio . L'On . De Gasperi è nuovamente a Torino per il discorsoelettorale. A sera i dirigenti locali della Democrazia Cristiana in una riunione amichevolegli esprimono la riconoscenza e gli auguri comuni . De Gasperi ringrazia e anima tutti allospirito di sacrificio subordinando gl'interessi e le vedute personali al bene della Patria .

Quindi con tono d 'intimità prosegue : " Qualche volta i giornalisti vogliono conoscereil segreto del mio lungo, misterioso permanere al Governo, e parlano di compromesso .Ci sarà l'esperienza, naturalmente ; con il passare degli anni si impara a trattare gli uomini ;ma non è questo che conta . Volete che lo trasmetta a voi, il segreto di questa resistenza?- È la fede cristiana, che dà serenità e forza alla nostra coscienza - .

A questo punto, rievoca l'ultimo giorno della battaglia al Senato per la legge elet-torale . Aveva passato la notte a Palazzo Madama, adagiato su un divano, ma senza poterchiudere occhio per il timore di sentirsi dire da un momento all'altro che la presidenzaaveva ceduto . " Era la domenica delle Palme. Al mattino, narra il Presidente, uscimmoper ascoltare la Messa nella chiesa della Minerva. Il sacerdote leggeva il Passio . Nonho mai sentito come in quel giorno il fatto storico della Passione, inteso come sacrificioche prelude alla resurrezione . Con un ramo d'ulivo in mano ho fatto ritorno al Senato,sereno " .

Più tardi un'ultima funzione per i fedeli cheancora affollano la Basilica, mentre sulla piazzadà concerto la banda « Card . Cagliero », direttadal M° La Pinta, e la folla s'indugia ad ammi-rare la bella illuminazione, che si poté accendere,nonostante i guasti operati dall'uragano, grazie allavoro sacrificato dei nostri confratelli coadiutori .

La domenica 31 maggio i fedeli riempirono nuova-mente la Basilica per assistere alle funzioni di chiu-sura e alla conferenza salesiana, tenuta da Mons .Carretto, desiderosi di propiziarsi l'aiuto dellapotente Ausiliatrice della Chiesa e del buon po-polo cristiano per la grande giornata del 7 giugno .

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IL RETTORMAGGIORE

IN SICILIA(Continuazione del numero precedente)

Palermo, 7 marzo . - Un lunghissimo corteodi oltre 130 automobili entra solennemente nellasede del Governo Regionale e attraversa tutta lacittà fino all'Istituto Salesiano di Via Sampolo .

Qui il sig. Don Ziggiotti riceve un primo ca-loroso saluto dalle autorità e dal popolo . Allamarea di intervenuti che lo acclama entusiastica-mente, augura che in quel rigoglioso rifiorire

della primavera siciliana fiorisca anche nelle animela primavera della grazia .Alle ore 19 Sua Eminenza il Cardinale Ruffini

lo riceve nel palazzo arcivescovile e lo trattienein cordiale colloquio .

L'8 marzo, alle ore 12, gli è reso l'omaggio uffi-ciale dell'isola nel " Teatro Massimo " . Il magni-fico teatro, uno dei più grandi e famosi d'Europa,

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si gremisce di giovani, cooperatori, ex allievi eamici . Sul palco, circondano il Rettor Maggioretutte le autorità: il Presidente della RegioneOn. Restivo, il Presidente dell'Assemblea Regio-nale On. Bonfiglio, il Prefetto Dott . Vicari, l'Ono-revole Ambrosini, Presidente della Commissionedegli Esteri alla Camera, gli assessori regionaliOn .li Alessi, Petrotta e Russo, l'On . Crescimanno,il primo Presidente della Corte d'Appello Dot-tor Di Blasi, il Procuratore Generale della Repub-blica Dott. Vitanza, il Comandante territorialeGen. Richieri, i Gen .li Buonamico e Bertarelli,il Sindaco Prof. Scaduto, il Questore Comm . Ri-pandelli, il Provveditore agli Studi Prof. Rossi,e molte altre personalità . Il Cardinale ha inviatoquale suo rappresentante Mons . Marcataio .

Dopo una marcia d'introduzione e l'inno delPagella " Campane suonate " con accompagna-mento della banda dell'ospizio di S . Chiara, ilSindaco Prof . Scaduto presenta al sig. Don Zig-giotti l'omaggio della città . Subito dopo il Presi-dente della Regione On . Restivo porge il salutodi tutta la Sicilia e parla con affetto delle bene-merenza salesiane nell'isola del Sole

" Si inserisca - egli dice - l'azione salesiananello spirito del nostro tempo, con i problemila cui soluzione è affidata insieme alla scienza,alla tecnica, al lavoro . È con questo sentimentoche io rinnovo il benvenuto della Sicilia al suc-cessore di San Giovanni Bosco ; mentre formuloil voto che si accrescano nelle nostre popolazionii cooperatori e i sostenitori dell'opera salesiana,e che dalle sue esperienze, che costituiscono mo-tivo di attenzione, di studio e di ammirazionenel mondo per il loro alto valore spirituale esociale, traggano sempre più larga ispirazionetutti coloro che hanno la responsabilità del-l'educazione dei giovani, nella famiglia e nellascuola '' .Segue una cantata del Pagella eseguita con arte

dai nostri allievi, sostenuti da voci virili dell'Opera .Quindi l'On . Russo canta con parole vibrantil'amore che i Siciliani portano a Don Bosco e siaugura che presto sorga nella Capitale dell'Isolauna grande scuola professionale. Prende purela parola l'On. Ambrosini, che esalta l'opera sale-siana all'estero e addita lo spirito di Don Boscoquale vero fattore di pace . Le parole degli oratorisono intramezzate da sinfonie canti classici epopolari e da un brillante dialogo . Accolto da unoscroscio di applausi, si alza in fine il Rettor Mag-giore e porge il suo vivissimo ringraziamentoalle autorità e all'imponente assemblea . Si con-gratula per i progressi che la Sicilia va facendoin tutti i settori e si compiace che le autorità,accanto al progresso materiale, si preoccupinosoprattutto del progresso morale e del problemadell'educazione della gioventù . Parla della grandeimportanza delle scuole professionali ai nostri

giorni. Conclude invocando su tutti la benedi-zione di Maria Ausiliatrice .

Nei due giorni che passò a Palermo ebbe altrefestose accoglienze nei vari centri di attività sa-lesiana, ovunque con larga partecipazione di coo-peratori e amici . Signorile e accuratissimo l'omag-gio dell'Istituto S . Lucia delle Figlie di Maria Au-siliatrice . Particolarmente graditi quelli delleACLI e del Circolo Artistico, al quale intervenneanche l'On . Restivo con la Signora . La Presidentesignora Favara Raimondi offrì al Rettor Maggioreun calice d'argento pregandolo di celebrare unaS. Messa per tutta la cittadinanza di Palermo ein particolare per le ex allieve delle Figlie di M . A .

Il quotidiano " Giornale di Sicilia " riassumevale impressioni generali con questo giudizio : " liquinto Successore di Don Bosco è alto, ha spallequadrate come quelle di un granatiere ; un sor-riso dolcissimo gli illumina spesso il volto e piùspesso gli occhi vivaci e buoni . Ha il dono, comel'ebbe il suo S . Giovanni Bosco di cui è degnosuccessore, della parola chiara, facile, sostanziatadi pensiero e di un ' pathos ' che lo rende achiunque lo avvicini simpatico e indimenticabile

S. Agata di Militello, 9 marzo. -- Scortatoda militi della provincia di Messina, l'auto giungea Castroreale. Qui il Sindaco attende il RettorMaggiore per essergli ai fianco nell'ingresso incittà . La grande folla radunata dinanzi all'Istitutolo acclama lungamente . Segue, nel teatro, il rice-vimento ufficiale alla presenza di tutte le autorità .Vi è pure la signora Zito, che con la sorella de-funta fece la donazione dell'opera .

Barcellona - Pozzo di Gotto. - La folla sti-pata nel cortile dell'Oratorio accoglie giubilantel'atteso e venerato Ospite. Alla presenza delleautorità, si svolge un ricevimento popolare, cheoffre uno spettacolo quanto mai suggestivo . IIRettor Maggiore, parla esprimendo la sua com-piacenza per tanta partecipazione di cooperatori,exallievi e amici . Subito dopo, ricevimento partico-lare da parte delle autorità, tra le quali c'è il Prov-veditore agli Studi di Messina, venuto apposita-mente per accompagnare il Rettor Maggiore nellasua città. Prima di partire, il sig . Don Ziggiotti sireca a visitare il Comm . Cattafio, fondatore del-l'Opera di Barcellona. Alle 20,45, scortato dauna sessantina di auto prosegue per

Messina, percorrendo la strada litoranea cheda capo Faro costeggia il mare fino al porto .Alle 22 il corteo, attraversata la città, raggiungel'Istituto Salesiano S . Luigi . fantasticamente illu-minato con giochi di luce e fuochi di bengala .I teologi, i giovani e numerosi cooperatori gliporgono il primo saluto

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Il giorno seguente, 10 marzo, alle 8,30 entraacclamato nell'Istituto Domenico Savio, dove ce-lebra per tutti . Alle 10,30 visita S . E. Mons. An-gelo Paino, Arcivescovo di Messina, grande amicodell'Opera nostra . Alle 11 tiene conferenza alfiorente Comitato locale di Patronesse . Alle 11,15ricevimento ufficiale al " Teatro Savoia " . L'ampiasala è affollata da più di tre mila persone . Fannoonore al Rettor Maggiore il Prefetto di Messina,il Sindaco, Mons. D'Andrea e altre autorità erappresentanze . Tra canti e suoni si susseguonoi discorsi del Sindaco Avv. Fortino, di Mons .D'Andrea, Decurione dei Cooperatori, dei Pro-fessor Rizzo per gli Ex allievi . Corona il tratteni-mento il Rettor Maggiore, che addita quale mo-tivo della grande benevolenza di cui godono iSalesiani la cura che hanno della gioventù, laparte più eletta della società . I giovani poi allar-gano i frutti dell'educazione ricevuta portandonelle famiglie lo spirito di Don Bosco .

Alle 13,30 familiare convegno al S . Luigi, cuiintervengono le autorità . Segue la visita alla po-polare parrocchia salesiana della " Giostra " . Par-rocchiani, oratoriani, cooperatori e amici in grannumero attendono il Rettor Maggiore, che sicompiace del caloroso omaggio resogli dai com-ponenti di quell'opera tipicamente salesiana eprovvidenziale .

Alle 18,30 saluto ai giovani dell'Oratorio Do-menico Savio di Via Lenzi e conferenza ai coope-ratori nella chiesa annessa . Alle ore 20 giunge al-l'Oratorio della '' Boccetta ', annesso all'istitutoDomenico Savio . Accoglienza nel cortile illumi-nato al bengala . Visita ai nuovi e moderni locali .Alle 20,15 S . E. l'Arcivescovo viene a rendereomaggio al Rettor Maggiore nell'istituto .

L' 11 marzo, alle 7 meditazione ai confratelli ;quindi santa Messa con discorso ; alle 8,45 vieneS. E. Mons. Tonetti, Arcivescovo Ausiliare . Alle9,30 va al grande Istituto " Don Bosco " delleFiglie di Maria Ausiliatrice, che gli han preparatosolenni accoglienze ; vi si volle trovar presentee parlare anche il Sindaco, che esaltò il metodosalesiano rilevando con edificazione degli uditoriciò che maggiormente lo colpiva nel tempo pas-sato al collegio salesiano : la spontanea affluenzadei giovani alla S. Comunione e alle visite euca-ristiche . Affermò essere questo il segreto delsuccesso del metodo di Don Bosco .

Terminata la visita alle Figlie di M . A., si par-tiva da Messina con un seguito di oltre centomacchine, sfilanti per le vie principali della città .Il Rettor Maggiore prese posto nella vettura delSindaco, che lo accompagnò fino a Tremestieri .

Alle 14, ritorno a Catania, dove il Rettor Mag-giore può trascorrere due ore in dolce familiarità

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con i suoi figli dell'Ospizio della Barriera, ai qualiaugura che quella Scuola professionale possa es-sere il modello delle scuole artigiane in Sicilia .

Alle 16 partenza per Paternò . Prende visionedel terreno offerto per un nuovo oratorio sale-siano e visita il Santuario che si vorrebbe affidareai Salesiani . Alle 17 si riparte per

Adràno, sulle falde dell'Etna, e sede del primoSantuario dedicato a Maria Ausiliatrice in Sicilia .Il Rettore, preavvisato dell'arrivo del Successoredell'Apostolo dell'Ausiliatrice, servendosi di unaauto con altoparlante, chiama a raccolta la popo-lazione, che in breve stipa il Santuario . Il RettorMaggiore, accolto da uno scroscio di battimani,rivolge dal pulpito un fervido invito a coltivarela divozione a Maria Ausiliatrice e a educare benei figliuoli . Il suo discorso, diffuso dagli altopar-lanti, arriva anche alla gente che non ha trovatoposto nel Santuario .

Rientrato verso sera a Catania, si reca dal Pre-fetto . Quindi va a prendere commiato dal nona-genario Don Ercolini, reliquia vivente di Don Bo-sco, il caro "nonnino" che da tre anni si trovavaimmobilizzato e quasi cieco negli occhi, ma dallospirito luminosissimo . Il Rettor Maggiore perprimo, in un gesto di commovente bontà, glibacia le mani venerande ; quegli però, appena loriconosce, stringe tra le sue le mani del Supe-riore e le bacia con effusione. È una nobilissimagara di umiltà, una scena commovente che strappale lacrime. Don Ercolini sembrò cantare il suo" Nunc dimittis " : pochi giorni dopo infatti sispegneva sereno come un patriarca .

Alle ore 21 Mons . Arcivescovo viene a porgereal Rettor Maggiore un ultimo saluto . L'IspettoreDon Gugiatti ringrazia il signor Don Ziggiotti a

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nome di tutte le Case della Sicilia . Il 12 marzo,servendosi del biglietto gentilmente procuratoglida un ex allievo, parte in aereo per

Roma, e nella fausta ricorrenza anniversariadell'incoronazione del Santo Padre Pio XII, bene-dice la prima pietra dell'edificio scolastico del" Borgo dei Ragazzi Don Bosco " . È un atto dirinnovata audacia questo che viene ad aggiungersiai tanti altri compiuti nel primo quinquennio divita di questa provvidenziale opera salesiana ; main tutti è viva la fiducia nell'immancabile Provvi-denza di Dio, che, - e il Rettor Maggiore lorileva - non lascerà mancare i mezzi per farfronte a un'imperiosa urgenza del nostro tempo,quella di preparare alla società operai formatisecondo i princìpi cristiani . L'ampia e paterna

benedizione del Santo Padre, primo e munificoBenefattore dell'istituto, ne dà piena garanzia .

Nel pomeriggio breve visita ai lavori di rico-struzione della casa di Lanuvio, colpita dai bom-bardamenti .

Il 13 marzo, celebra e parla ai chierici salesianidi S . Callisto . Alle 9,30 fa visita all'Em .mo CardinaleProtettore e al Preposito Generale della Com-pagnia di Gesù. Alle 19 è accolto all'OspizioS . Cuore e tiene conferenza ai chierici studentinelle Università Ecclesiastiche di Roma. Viene aossequiare il Rettor Maggiore S . E. Biancorosso,ex Prefetto di Catania. A cena s'intrattiene colComm. Poesio, Presidente internazionale degliEx allievi salesiani, e col Gen . Norcen, già suocondiscepolo .

Il mattino del 14 marzo, S . Messa e Conferenzaalle Figlie di M. A. Alle 12 udienza dall'Em .moCard . Valeri . Nella giornata visita i Salesiani allaPoliglotta Vaticana e le case del Mandrione, del

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Pio XI e di S . Tarcisio . La domenica 15 marzocelebra e parla a una grande moltitudine di ra-gazzi e di fedeli in S . Maria Ausiliatrice .

Alle 11,30 è all'Oratorio di Cinecittà, quindisi reca a

Frascati, dove riceve prima il gaio saluto deiragazzi dell'Oratorio di Capocroce, quindi quellodei giovani liceisti di Villa Sora . Il signor Don Zig-giotti si rallegra delle loro ottime disposizioniesortandoli, come aveva già fatto con le altremasse giovanili incontrate nel suo viaggio, a imi-tare Domenico Savio e a pregare per la suacanonizzazione

Il mattino del 16 marzo, partenza dalla stazioneTermini . Ad Arezzo un'ultima tappa . Accoltodall'Ispettore Don Festini, dopo una rapida vi-sita all'Orfanotrofio delle Figlie di M . A ., si di-rige a

Strada Casentino, accolto dagli Aspiranti Sa-lesiani e dagli alunni del Piccolo Seminario ve-scovile . Più tardi passa all'Istituto S . E . Mons . Gior-gio, Vescovo di Fiesole, che avendo saputo del-l'arrivo del Rettor Maggiore, aveva sospeso lavisita pastorale e fatto duecento chilometri perincontrarsi con lui . La giornata scorre nella piùschietta allegria e il desiderio dei confratelli edei giovani di ascoltare la parola del Superiore èsoddisfatto . - Il 17 maggio rientrava felicementenell'Oratorio col suo fedele Segretario alle 15,30 .Suo primo pensiero fu di andare a sciogliere l'innodella riconoscenza alla Vergine Ausiliatrice perle meraviglie che aveva visto ripetersi dapper-tutto nel nome del grande Padre Don Bosco .

Il Rettor Maggiore commenta .il Sig Don Ziggiotti, dopo il ritorno, volle co-

municare a tutti i Salesiani i sentimenti destatiin lui dalla grande benevolenza dei Cooperatori,delle Autorità ecclesiastiche e civili, al passaggiodel quinto successore di S . Giovanni Bosco .« È la figura di Don Bosco che continua a vi-vere e che grandeggia sempre più nel mondoper opera dei Salesiani e delle Figlie di MariaAusiliatrice e per la propaganda che ne fannodappertutto gli allievi ed ex allievi, i cooperatorie gli amici innumerevoli . È perchè abbiamo lasorte fortunata di prenderci cura della partepiù amabile e più cara della società : i giovani .

Come essi formano la gioiadelle famiglie e il motivo deilavoro appassionato dei geni-tori e parenti, così tutti co-loro che si prendono cura spe-ciale e sacrificano l'esistenzanell'istruire ed educare i gio-vani, naturalmente conquistanola simpatia di tutti . Se poi siaggiunga che una delle curespecifiche dei Salesiani e delleFiglie di Maria Ausiliatrice èper la gioventù povera e piùabbandonata negli oratori, ne-gli orfanotrofi, nelle scuole pro-fessionali, nei convitti operai,nelle missioni, ecco come di-venta prezioso e ricercato ilnostro lavoro educativo anchedalle Autorità ecclesiastiche ecivili e come non bastiamo maialle numerose richieste, mentrecrescono i bisogni dell'educa-zione popolare e incombe il

pericolo di chi vuole educare la gioventù senza,Dio e senza princìpi di moralità .

» Ricordando le innumerevoli conversazionifatte con Vescovi e Parroci, Prefetti di provinciae Sindaci di grandi città, con Senatori e Deputati,industriali e commercianti, tutti preoccupati delproblema dell'educazione della gioventù, dellacreazione di istituti professionali, della redenzionedei minorenni traviati, delle maestranze operaie,dell'emigrazione qualificata, dello spettacolo im-morale, della stampa giovanile, della cura deigiovani dai 18 ai 25 anni nel periodo prematri-moniale, militare, universitario, penso alle mirabiliintuizioni di San Giovanni Bosco e alle provviden-ziali istituzioni che fu ispirato a iniziare un secolofa, affinchè oggi maturassero nelle sue due Fa-miglie e fossero oggetto di tanta simpatia, esento il bisogno di levare a Dio l'inno di DonBosco, quando vide nel futuro le meraviglie ri-servate ai suoi figli : " Non a noi, o Signore, nona noi, ma al Tuo nome sia gloria " ».

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LA MORTE DEL PROCURATORE GENERALE DEI SALESIANI

Come fu annunziato nel nu-mero precedente, il 5 maggioscorso si spegneva santamente aRoma il nostro Procuratore Ge-nerale Don Francesco Tomasetti,confortato dai santi sacramentie da una speciale benedizionedel Santo Padre .

Era nato a Talamello (Pesaro)il 2 aprile 1867, da genitoripiissimi di una famiglia fra lepiù distinte del paese, che diedealla Chiesa due salesiani, unsacerdote secolare e una suora .

Entrato nell'Oratorio di To-rino il 15 settembre 1881, vifrequentò il ginnasio, viventeDon Bosco, che ripetutamente glipreannunziò il futuro . Durantegli Esercizi Spirituali del 1885, il Santo confessavai giovani nella galleria attigua alla sua stanzetta .Quando venne il suo turno, Tomasetti si sentì dire :- Non occorre che ti confessi : Don Bosco vedetutto . - Il giovane, non convinto, riprese la suaaccusa, ma il Santo insistette : - Ti ho detto che nonoccorre che manifesti i tuoi peccati perchè DonBosco li conosce già. - Tomasetti non parve ancorapersuaso e continuò . - Non hai capito, - lo in-terruppe dolcemente il Santo - che Don Bosco leggenella tua coscienza? Tu ti sei preparato disponendole tue cose così e così, non è vero? - Sì, risposeil giovane. E Don Bosco : - Dunque sta tranquillo! -E, dopo avergli detto alcune parole di esortazione,gli impartì l'assoluzione effondendo nel suo cuoreuna dolcezza inesprimibile .

Un anno dopo, già novizio salesiano, ebbe un altroincontro col Santo. Il buon Padre gli fece un'acco-glienza festosa e gli rinnovò i più lieti pronostici .Il giovane gli fece modestamente osservare che vierano altri novizi presenti. Ma Don Bosco insi-stette : - Io adesso parlo a Franceschino . . . Tuporti il nome di mio padre . Vedrai ciò che ilSignore ha stabilito di fare . Vedrai, vedrai!

Il 3 ottobre 1886 fece la professione religiosaperpetua nelle mani di Don Bosco . L'anno seguentesi ripresentò al Santo per dissipare qualche incertezzasulla vocazione. Don Bosco, fissandolo come perscrutarne le intime fibre e stropicciandosi un istantel'orecchio destro, disse : - E chi ne dubita? Statranquillo : persevererai, persevererai! Te lo diceDon Bosco!

Poco dopo la morte del Fondatore, Don Rua lovolle accanto a sè come suo segretario per due anni.«Il Signore - scriveva più tardi Don Tomasetti -mi fece una grazia segnalatissima, mettendomi alla

scuola immediata di tanta perfe-zione religiosa e salesiana » .

Ordinato Sacerdote nel 1892e laureato in teologia all'Uni-versità Gregoriana nel 1894, fudirettore e maestro dei novizinel Belgio. Tornato in Italianel 1902, fu destinato a dirigerel'Ospizio Sacro Cuore in Roma,dove svolse per quattordici anniun'attività più reale che appa-rente, massime a vantaggio dellescuole professionali. Memorandala visita collettiva al Beato Pio Xdi tutti gli allievi salesiani del-l'Urbe, circa 2000 . La lungasfilata attraverso Via Nazionalee Corso Vittorio Emanuele pro-dusse la più viva impressione nel

popolo e nelle stesse autorità politiche (si pensi alclima rovente creato dal dissidio tra Chiesa e Stato)e gli aprì la via a relazioni, che seppe rivolgerea varie opere di bene .

Trascorsi poi sette anni di illuminato governodell'Ispettoria Romana, che arricchì di sette nuovecase, nel 1924 Don Tomasetti veniva eletto Pro-curatore Generale della Congregazione presso laSanta Sede .

Nei 29 anni che resse la Procura, fu instancabilenel disimpegno dei molteplici doveri del suo delicatoufficio . Ma l'opera più preziosa di Don Tomasettifu quella che compì come Postulatore delle Causedei Servi di Dio Salesiani e specialmente del SantoFondatore .

In Don Tomasetti brillarono spiccate qualità diuomo di governo ed eminenti virtù religiose e sale-siane, che gli guadagnarono stima in ogni ambienteromano, e lo resero caro agli stessi Sommi Pon-tefici, dal B. Pio X al Santo Padre Pio XII . Loapprezzarono e amarono tutti i Rettori Maggiori,e stima gli professarono uomini di Chiesa e diGoverno, eminenti Prelati e stimati Parlamentari.Eppure in Don Tomasetti nessuna posa, ma unacondiscendenza umile, una mansuetudine abituale,un rispetto sincero per chiunque lo avvicinasse oavesse da fare con lui.

Quando l'anno scorso celebrò le nozze di diamante,la gioia di tutti fu turbata dallo stato della suasalute, che andò declinando fino all'edificante tra-passo .

La Società Salesiana piange, in morte di DonFrancesco Tomasetti, la perdita di uno dei suoifigli più benemeriti e più cari . Vogliano i cooperatoried amici lontani unirsi a quanti gli furono giàlarghi del loro cristiano suffragio .

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Il Rettor Maggiore cittadinoonorario di CastelnuovoDon Bosco .

Il 10 maggio il Rev.mo RettorMaggiore Don Ziggiotti si recava alpaese nativo di S . Giovanni Boscoper riceverne la cittadinanza onoraria .Davanti a tutto il popolo castelno-vese il Sindaco, signor StefanoBava, consegnava al Successore diDon Bosco l'attestato di cittadinanzaonoraria, come segno di ricono-scenza per il grande onore che alpaese deriva dall'essere terra natiadi Don Bosco e come doverosaconstatazione della forte unione cheregna tra Castelnuovo e la FamigliaSalesiana, la cui opera sociale ededucativa, dopo il discorso del Sin-daco, veniva nobilmente esaltata neldiscorso di circostanza dall'Avv . Orsi .

Il Rettor Maggiore ringraziavacommosso i castelnovesi per avervoluto onorare Don Bosco nel suosuccessore . « Grande onore - ag-giungeva - potersi chiamare con-cittadino di S. Giovanni Bosco e diS. Giuseppe Cafasso, ma è ancheun grande onore per gli abitantidi Castelnuovo essere conosciuti intutto il mondo quali concittadini diDon Bosco». Li invitava quindi aonorare il Santo con la vita cristianae imitando Mamma Margherita

nell'educazione dei figli ; aggiungevache, quale segno di riconoscenza, con-feriva loro la cittadinanza salesianadichiarandoli cittadini del mondosalesiano .

Dopo la cerimonia, il Rettor Mag-giore presiedette alla riunione degliEx allievi e allietò con la sua visitai giovani lituani della casa di Ca-stelnuovo e gli aspiranti del ColleDon Bosco. Al ritorno accontentòpure le aspiranti Figlie di MariaAusiliatrice di Arignano, tenendoanche a loro una graditissima con-ferenza .

Nuovo Vescovo Salesiano .

Il 7 maggio u . s . il Santo Padre,con decreto della Sacra Congrega-zione De Propaganda Fide, si è de-gnato di elevare la Prefettura Apo-stolica dell'Alto Orinoco (Venezuela)a Vicariato Apostolico, nominandoil nostro Don Secondo Garcia, giàPrefetto Apostolico, a Vescovo tito-lare di Olimpo e Vicario Apostolicodel nuovo Vicariato di Porto Aya-cucho .

S. E. Rev.ma Mons . SecondoGarcia nacque il 4 dicembre 1899in Laquna de Negrillo, diocesi diAstorga (Spagna). Compì gli studiclassici nel collegio salesiano diGeneral Acha (Argentina), donde

passò al noviziato di Bernal . Quiviseguì il corso filosofico ; quello teo-logico nell'Istituto Internazionaledi Torino, dove fu ordinato sacer-dote il 9 luglio 1928 . Per parecchianni tenne la direzione di istitutisalesiani, poscia fu nominato eco-nomo ispettoriale a Caracas (Vene-zuela). Nel 1950 fu eletto Ammini-stratore Apostolico della Prefetturadi Alto Orinoco, della quale divennetitolare nel 1951 .A S. E. Mons. Garcia, che in

questo mese celebra anche il 25°del suo Sacerdozio, le nostre felici-tazioni e l'augurio delle più ampiebenedizioni di Dio sul suo instan-cabile zelo pastorale .

Convegni di Cooperatori Sa-lesiani .Abbiamo ricevuto notizia di

quelli di Marsala, Trapani, BustoArsizio, Frascati (Capocroce) .

A Marsala fu tenuto nell'IstitutoCasa della Divina Provvidenza, perla diocesi di Mazara . Intervennero,con l'Arcivescovo S . E. Mons . Gioa-chino Di Leo, parroci e sacerdoti,decurioni salesiani e rappresentanzedi cooperatori, di cooperatrici e diex allievi della città e della Diocesi .A Trapani, con S. E. il Vescovo

Mons. Corrado Mingo, partecipa-rono parroci e sacerdoti della Diocesi,cooperatori e cooperatrici della città .A Busto Arsizio (Milano) fu

organizzato da Mons . Giovanni Ga-limberti in un'adunanza dei sei par-roci della città . Onorarono l'assem-blea il Sindaco e l'On. Tosi. Sicostituì il Comitato cittadino deiCooperatori salesiani e si elesserodue zelatori per ciascuna parroc-chia, oltre quello interparrocchiale,sig . Natale Martelli .A Frascati (Capocroce) parteci-

parono all'imponente convegno te-nutosi nell'Oratorio Pio X il Sindacodella città, Dott . Pietro Micara, e ilComm. Gian Filippo Micara, fra-tello di Sua Eminenza il CardinalVicario di Sua Santità .

Giro d'orizzonte salesiano

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TORINO

Il Ministro Pella al CollegioS. Giovanni Evangelista . - Allatradizionale cerimonia della premia-zione quest'anno volle intervenireil Ministro del Bilancio e del Tesoro,On . Pella, che in quelle stesse aule,nel lontano 1909, aveva fondato ilCircolo Cattolico degli studenti medi,intitolato a Giuseppe Toniolo, e dicui era stato il primo presidente .

Era ad accoglierlo un eletto stuolodi personalità . Dopo il canto del-l'inno nazionale accompagnato dallabanda della Casa Madre, il Diret-tore rivolse parole di benvenuto alMinistro, ricordando il suo passatodi attivo militante nell'Azione Cat-tolica . L'On. Pella rispose dicendosilieto di ritrovarsi nell'Istituto, a cuiera ed è tanto affezionato, per assi-stere alla premiazione dei giovani

meritevoli che domani - soggiun-geva - «dovranno sostituirci aiposti di responsabilità». « Dobbiamolavorare - proseguiva l'On. Pella -voi nelle aule scolastiche, noi al Parla-mento e al Governo, per uno scopocomune : perchè questa nostra Patriapossa camminare verso un luminosoavvenire con l'unione di tutti gliItaliani . E dobbiamo far sì che lanostra Italia abbia una vita migliore,nel nome di quegli ideali che ab-biamo sempre amato: il calore delfocolare e la luce dell'altare ».

Chiusero la premiazione le paroledi plauso dei Sindaco Avv . Peyron .

L'Ambasciatore di Spagna aValdocco . - Il 21 dello scorsoaprile S . E. José Antonio de San-groniz, Ambasciatore di Spagnapresso la Repubblica Italiana, volle

fare una visita alla Casa Madre delleOpere Salesiane .

Accompagnato dall'Ambasciatricee dal Vice-Console Spagnolo diTorino, ricevette l'omaggio dellacolonia salesiana spagnola, quindipassò a visitare la Basilica di MariaAusiliatrice, soffermandosi in pre-ghiera davanti all'altare della Ma-donna e di San Giovanni Bosco .Scese anche alla Cappella delle Re-liquie. Salì poi alle Camere di DonBosco .

Prima di lasciare l'Oratorio gradìl'offerta della importante Vita diDon Bosco del Ceria, la vistosamonografia del Santuario pubblicatadall'Economo Generale Don Giraudi,e una Reliquia di San GiovanniBosco, alla quale intendeva di riser-vare un posto d'onore nella Cap-pella privata del Castello di Famiglia .

Manifestò infine la sua ammira-zione per le Opere Salesiane, di cuisegue nella Spagna il meravigliososviluppo, tanto favorito dal Gene-ralissimo Franco e dal suo Governo.

*Inaugurazione di un nuovo

padiglione all'Istituto "EdoardoAgnelli ." - È noto che a Torino,di fronte all'istituto di rieducazione« Ferrante Aporti » - dove un se-

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colo fa Don Bosco offrì un memo-rabile esempio dell'efficacia del suosistema educativo conducendo apasseggio, senza che nessuno eva-desse, il gruppo dei giovani discoli -sorge l'Istituto internazionale sale-siano « Edoardo Agnelli », fatto co-struire dal creatore della FIAT,sen. Giovanni Agnelli, in memoriadel figlio, e inaugurato nel 1941 .

Nato con il duplice scopo di dareuna completa formazione morale eprofessionale ai figli delle maestranzedella Fiat, e di formare i tecnicisalesiani di tutte le parti del mondo,l'opera andò rapidamente sviluppan-dosi e divenne il centro spirituale delpopolare rione di Mirafiori . I 4o al-lievi del 1941 salgono oggi a 67o e il16 maggio u . s. un altro grandiosoedificio veniva solennemente inau-gurato e benedetto dal Rettor Mag-giore, alla presenza delle autorità,dell'avv . Gianni Agnelli, dei diri-

genti e delle rappresentanze deilavoratori della Fiat . In quellaoccasione il Sen . Panetti tenevail discorso ufficiale, ricordando ilsen. Agnelli e il compianto suofigliuolo Edoardo ed esaltando l'effi-cacia della sana educazione secondoil metodo di Don Bosco .

La nuova costruzione è quanto dipiù moderno e razionale possavantare oggi in tale campo la di-dattica professionale .

Esposizione di Arredi sacriper le Missioni . - Anche que-st'anno il solerte Comitato Centraledelle Dame Patronesse Salesiane diTorino ha voluto offrire al Rev .moRettor Maggiore, in occasione delCinquantenario dell'Incoronazione diMaria Ausiliatrice, un ricco assorti-mento di arredi sacri, altari portatilie biancheria da chiesa .

Il 18 maggio, dopo aver assistitoalla S. Messa nella Basilica, un'ot-tantina di Patronesse si radunarononel salone dell'esposizione per udirela relazione della Segretaria, laparola del Prefetto Generale e ilringraziamento cordiale del Rev .moRettor Maggiore .

L'esposizione rimase aperta tregiorni ed ebbe l'onore della visita diS . Em.za il Cardinale Arcivescovodi Torino, che si congratulò con laPresidente Marchesa Carmen Com-pans di Brichanteau.

BOLOGNA

Il Giubileo d'oro dell'Incoro-nazione di Maria Ausiliatricevenne solennizzato il 17 maggiocon l'incoronazione della Madonnaper mano di Sua Eminenza il Car-dinale Lercaro . Alle ore 21 il cortiledell'Istituto salesiano si gremì digente . La statua della Vergine fuportata in processione e collocata,senza la corona, sull'altare erettoall'aperto. La popolazione, in numerosempre crescente, recitò il S . Rosario .Intanto giunse applaudito il Cardi-nale che procedette all'incoronazione,Le due splendide corone, furono be-nedette da Sua Em .za ed impostesul capo regale del celeste Bambinoe della Madonna .

Il venerato Pastore spiegò ai pre-senti il rito e invocò dalla gran Re-gina il Suo potente aiuto sugliindividui, sulle famiglie, sulla cittàe sulla Patria .

Imponente riuscì la devota pro-cessione che seguì sfilando per levie della Bolognina, tra due alifoltissime di popolo. Viva simpatiadestò in tutti la presenza del Car-dinale che, fatto segno a continueespressioni di ammirazione e diaffetto, passava benedicendo .

Rientrati in cortile, si conclusecon la benedizione Eucaristica .Quindi Sua Em .za partì acclamatodal popolo e specialmente dagli uni-versitari cattolici .

INDIA

BOMBAY. - L'Em.mo NuovoCardinale alla festa del BeatoDomenico Savio. - La sera del-l'8 marzo, lo scroscio di battimanidi 2000 giovani annunziava l'arrivodi Sua Em.za il Card . ValerianoGracias, Arcivescovo di Bombay,mentre un festoso scampanìo dif-

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fondeva la notizia che il primo di-gnitario dell'India era nella casa diDon Bosco per onorarne l'angelicoAlunno. Il numero più bello deltrattenimento fu la benedizione el'inghirlandamento della statua diDomenico Savio da parte di SuaEminenza, che volle manifestare lasua commozione ed entusiasmo ele-vando altissime lodi alla santità delbeato Discepolo e del santo Maestro .La mattina del 9 l'Em .mo Cardinalecelebrò la S . Messa, circondato da unbel gruppo di bambini della prima

La Direzione delle L . C. ha indetto un Concorso per un volumetto dellaCollana sopra uno di questi argomenti : a) Apologetica (Difesa della Fedee della Dottrina Cristiana) . - b) Attualità (Avvenimenti, fatti e figuredel giorno, che abbiano particolare interesse per la vita cattolica) . - Terminedi presentazione : il 30 settembre 1953. Premio : L . 50.000 .Gli schiarimenti possono leggersi nella 4a pagina di copertina delle LettureCattoliche di maggio, giugno, luglio .Direzione delle Letture Cattoliche - Via Cottolengo, 32 - TORINO (7o9) .

AVVERTENZA - Vengono spesso richieste a questa Direzione copie di volumetti delle Letture Cattolicheesauriti, anche da poco tempo . Si fa notare che il numero di copie delle L. C ., mensilmente pubblicate, superadi poco il numero degli abbonati alle medesime . Chi perciò non vuole rimanerne privo ed essere sicuro di avere econservare i preziosi volumetti, mandi il suo abbonamento . Lo stesso dicasi per il Galantuomo, che si pubblicaa dicembre e si spedisce ai soli abbonati dell'anno corrente .

(Da luglio a dicembre l'abbonamento alle L. C. è di appena L. 400 .Se si pensa che ogni volumetto costa, separatamente, L . 150, si può con facilità comprendere il vantaggio

di chi si abbona) .

Concorso

"Letture Cattoliche" di luglio :RUFILLO UGUCCIONI. - Un eroe senza monumento.

Una data, che è trascorsa da circa dieci anni senza lasegnalazione che essa meritava, è il cinquantesimo del-l'opera Salesiana fra i lebbrosi . Questo silenzio è inpiena linea di coerenza con l'umiltà che ha sempre co-

perto le benemerenze così alte della carità cristiana versoquei poveri reietti della società .

Comunione, bianco vestiti, eloquentesimbolo del candore del festeggiatoche dall'alto dell'altare sembravainvitarli a fare proprio il propositodella sua prima Comunione : « Lamorte, ma non peccati ».

STATI UNITI

Il celebre giureconsulto cineseprof. Giovanni Ching Hsiung Wu,noto convertito, fu presente all'ac-cademia tenuta in onore di S . Tom-

maso d'Aquino nello StudentatoFilosofico e Don Bosco » di Newton,Stati Uniti . Dopo la seconda GuerraMondiale, fu ambasciatore Cinese alVaticano . Presentemente è profes-sore di Diritto Civile alla SetonHall University .

In seguito alla discussione sultema « laicismo », sostenuta dagli stu-denti, il prof. Wu parlò meravi-gliando tutti per la sua alta spiri-tualità .

Alcuni giorni dopo, scrivendo alDirettore dello studentato Don EneaTozzi, si esprimeva così : « La festadi S. Tommaso fu uno dei più beigiorni della mia vita . Rimasi incantatodel bonus odor Christi che si respirain cotesto Seminario. I suoi giovanisono anziani nella sapienza, ed i suoianziani sono giovani nello spirito .Essi hanno analizzato adeguatamenteil laicismo, la malattia dei tempimoderni . La medicina? La mia ricettaè una dozzina di Don Bosco ; e nonconosco una farmacia migliore del suoSeminario . La scienza gonfia, ma lacarità edifica. Un pazzo per Cristovale più di una sala piena di laureati » .

Il prof . Wu, già rinomato per latraduzione dei Salmi e del NuovoTestamento in lingua cinese, hatestè pubblicato due nuovi libri in -inglese, Beyond East and West (Aldi là dell'Oriente e dell'Occidente) eThe Interior Carmel (La Vita Inte-riore del Carmelo) . Alcune sue operesono tradotte in parecchie lingue.

Nel rievocare uno di questi eroi senza monumento, lavisuale si allarga alla panoramica di una grande operadi amore e di sacrificio, che onora il Cristianesimo,l'Italia e la Famiglia Salesiana .

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Nostre

Missioni

BRASILE

I terribili Xavantes abbracciano af-fettuosamente il Missionario .

Il vecchio Missionario dei Bororos, Don AntonioColbacchini, dopo una visita al villaggio dei selvaggiXavantes a circa 50 chilometri da Xavantina, suaresidenza, il 7-3-53, mandò al nostro Rettor Mag-giore questa corrispondenza . Sono notizie interes-santi per chi conosce la fiera e violenta resistenzadei Xavantes, contro chi osa penetrare nel loroterritorio. Il primo contatto amichevole avvennealla fine di gennaio del 1951, quando un gruppodi Xavantes si presentò spontaneamente a Xavantina .I Missionari salesiani, a cui accenna Don Colbac-chini, sono Don Giovanni Sacilotti e Don PietroFuchs, trucidati dai Xavantes l' 11 novembre 1934 .

Grazie a Dio e alla nostra celeste Madre MariaAusiliatrice, posso darle la consolante notizia che inostri contatti e le relazioni con questi selvaggi,tanto terribili e temuti, sono ormai amichevolie cordiali . Nelle mie frequenti visite alla loro aldeami ricevono sempre con piacere e allegria . Ven-gono al mio incontro e mi circondano dicendotante cose che infelicemente non capisco, essendola loro lingua diversa da quella dei Bororos . Mifa meraviglia l'espansiva cordialità di questiselvaggi, priva di ogni diffidenza . Che differenzadai Bororos dei primi tempi!

Ogni volta che mi trovo tra questi selvaggiXavantes, resto impressionato dal grande numero

di figli. È uno sciame di bambini e bambine checorrono e si divertono davanti alle loro case ;mi vengono attorno, mi prendono per mano,per la veste, vogliono toccare la mia biancabarba e si disputano il piacere di accarezzarecon tutto rispetto la mia testa calva .

Cosa che finora non concessero a persona alcuna,mi fecero anche entrare nelle loro capanne . Ilcapo di ognuna di esse mi prendeva per mano,mi faceva sedere sopra una stuoia, e mi offrivada mangiare frutta del bosco, mandorle di variespecie, cocco e altro cibo . Io prendevo e man-giavo, dando loro somma soddisfazione e con-tentezza . Le capanne di questi indigeni sonorotonde, fatte a cupola, di 5-6 metri di diametro ;la porta, o meglio l'apertura, è assai bassa ebisogna curvarsi molto per entrarvi . In mezzovi è il fuoco, ai lati, con piccola divisione, lequattro famiglie che generalmente vi abitano .Sono coperte di foglie di palma, impermeabili ;alla sommità vi è un piccolo foro per il fumo .Dentro sono abbastanza oscure, perchè non visono finestre ; ma dopo un poco, la vista si abituae si distingue bene tutto . Mi fecero intendereche se volessi rimanere tra loro, farebbero unacapanna tutta per me . E io, se lo potessi, andreisubito a stare con loro per imparare la lingua,condurli a Dio e mettere sulle loro labbra e nelloro cuore il nome santo di Gesù e di Maria .Ma sono vecchio! . . . Speriamo che presto ven-gano tanti Missionari salesiani giovani che possanodedicarsi a queste care anime, come si è fattocon i Bororos .

In questa ultima mia visita, ebbi da loro unadimostrazione eccezionale di amicizia . Giorniprima erano giunte al villaggio varie famiglie di

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Xavantes, che risiedevano abbastanza lontano .Il numero di selvaggi così riuniti era di oltre 300 .Il giorno che arrivai erano in festa, anche perl'arrivo del cacico o capo di questo numerosogruppo di Xavantes . Mi condussero da lui .Era un vecchio alto e ossuto, che imponeva

rispetto . I capelli erano completamente bianchi,cosa rara in un indio e segno di vecchiaia avan-zata . Aveva il corpo dipinto di rosso, tinta trattadall'urucún, comune a tutte le tribù indigenedel Brasile . Stava sdraiato sopra una stuoia .Quando mi vide si alzò, mi guardò bene, miprese la mano, la mise sul suo capo e mi fececapire che voleva facessi altrettanto io con la sua .Cosa che feci subito . Quindi mi abbracciò conespansione e, potrei dire, affettuosamente . Passòla sua mano sulla mia faccia, sulle braccia, sulpetto, sulla schiena, poi con tutte due le maniprese la mia testa, l'avvicinò alla sua, fronte afronte, e volle che io facessi altrettanto con lui .

Attorno gli indigeni guardavano in silenzio econ rispetto l'atto di straordinaria amicizia delvecchio cacico Tpémràn .

Finita la cerimonia, mi fece sedere vicino asè e comandò a una donna che stava abbrusto-lendo alcune sementi, che me ne portasse . Mele mise in mano e volle che mangiassi . Fu con-tento quando mi vide masticare e inghiottirequelle mandorle abbrustolite. Fece poi portareuna zucchetta piena d'acqua, bevette lui e lapassò a me perchè bevessi anch'io. Tutti rima-sero contenti di questa nuova manifestazione disimpatia, e mi condussero nelle varie capanneperchè là pure prendessi qualche cosa e bevessiacqua. Questo fatto mi commosse profondamente .Pensai in quel momento ai due nostri cari con-fratelli caduti sotto la micidiale clava di questiselvaggi offrendo a Dio il sacrificio della loro vitaper la salvezza di queste anime .

Il corpo del vecchio selvaggio era tinto di rossoe nero. La fronte e la testa, coperte di uno stratodi urucùn, contrastavano con i bianchi capellidella nuca . L'abbraccio effusivo del tacito e lealtre cerimonie mi macchiarono di un rosso vivola bianca veste, la barba e la fronte . Ciò diede aiXavantes grande allegria, che mi venne dimo-strata in modo speciale dai bambini .

Così ritornai a Xavantina, portando l'evidenteprova della stima e amicizia degli indigeni Xavan-tes. Il mio cuore di vecchio missionario esultòdi contentezza e non potei trattenere le lacrimeal pensiero che nella mia povera persona divenivarealtà il sogno profetico di Don Bosco, che avevavisto i selvaggi di queste regioni massacrare inun primo tempo i Missionari e poi abbracciarliaffettuosamente come fratelli .

Sac. ANTONIO COLBACCHINI,

Missionario Salesiano .

Tra i Barà del Rio Negro .

(Relazione di Don Lagorio al Rettor Maggiore) .

L'anno 1952 fu ricco in benedizioni celesti .I vari contatti con nuove tribù, che fino a poco

tempo fa vivevano avverse e temibili, ne offer-sero una prova. Un gruppetto di indigeni di talitribù visitò pure la missione di Barcelos nel mesedi settembre. Don Antonio Gois a sua voltapenetrò arditamente il Caburì, regione abitatadai più bellicosi .Ora qualche notizia delle tribù che già da

anni vivono a contatto del missionario .Durante i lunghi viaggi sul fiume Tichiè (af-

fluente del Waupes, affluente a sua volta delRio Negro) mi spinsi sovente quasi fino alle suesorgenti . È la regione abitata dai Bara. Parlanoil tucano o per lo meno lo capiscono, costi-tuendo un ramo della grande tribù dei tucani .

La prima volta che li visitai, potei celebrarela Messa perchè trovai un buon numero di bat-tezzati . Appena però apersi l'altarino e cominciaiad indossare i paramenti, mi circondarono e nonsi contentarono di guardare, vollero toccare ognicosa . Arrivato all'Evangelo, feci la predica. Èusanza loro rispondere alla domanda di chi parlain pubblico . Così la predica diventa viva . Sipuò essere certi che fanno attenzione a quel che siinsegna .Terminata la Messa, un indigeno si coricò

placidamente nell'amaca ; mi fe' cenno di avvi-cinarmi e disse : - Parlami ancora un po' deltuo Dio . - Ritto (lui beatamente adagiato),continuai l'istruzione catechetica . Questa usanzaperò di ascoltare siffattamente la parola di Dio,non è poi tanto encomiabile! Del resto, specienei centri missionari, ascoltano volentieri e per-sino con entusiasmo il catechismo, quando vienespiegato da chi possegga la loro lingua ricca ecomplessa. I fanciulli imparano in tre o quattromesi a leggere e a scrivere . Non c'è bisogno diattirarli con regali ; è una delle più belle conso-lazioni che si provano in questa missione. Arri-vando, sembrano tanti selvaggetti ; dopo tre oquattro mesi, chiedono il catechismo in porto-ghese e cominciano a masticare sillaba per sillabale sublimi formule racchiudenti la più elevatasapienza. Alla fine dell'anno scolastico, voglionopartecipare alla gara catechistica con le classisuperiori e si fanno onore .

Si confessano volentieri e bene, se si presentiloro la confessione facile e desiderabile . Riguardoalla Comunione, un nostro missionario veterano,assistendo alla prima comunione di giovanette,disse : - Sembrano tante monache! - Quandosono bene indirizzati, mostrano buona volontà di

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vivere le verità imparate . Più di una volta capitò,in una delle nostre missioni, che giovanette rega-lassero sonori schiaffi a qualche imprudente chevoleva offendere la loro dignità di cristiane .

Voglia impetrarci dal cielo la grazia di vedereirrobustirsi sempre più questo spirito cristianoe salesiano e di poter osservare fedelmente lesapienti norme dateci dal Sommo Pontefice glo-riosamente regnante nell'Enciclica Evangelii Prae-cones .

Sac . EDOARDO LAGORIO,Missionario Salesiano .

INDIA

Escursioni Missionarie nel distrettodi Tezpur .

Il Distretto Missionario di Tezpur (Assam) èsituato sulla riva destra del grande fiume Bra-maputra ed è chiuso al Nord dall'Imalaia, e alSud da questo fiume .È lungo più di 200 km . e largo 50 km., irrigatoda fiumi maestosi che, precipitando giù dai monti,

dopo breve corso, confondono le loro acque conquelle del regale Bramaputra (Brama : divinitàindiana ; putra : figlio ; perciò : figlio del dio Brama).

Come si viaggia .

Partii da Tezpur, dal bel Santuario di San Gio-vanni Bosco, che sorge su d'una collinetta lam-bita dalle acque del Bramaputra : posizione unicaper bellezza di scenario. La jeep divora la stradapolverosa dal fondo ghiaioso, per giungere allaprima tappa : 13o km. lontano. Ma vi sonofiumi così lunghi e capricciosi che non hannoancora permesso la costruzione di ponti. Bi-sogna attraversarli su traghetti primitivi . Bestie,uomini, autocarri si ammucchiano nel barcone,mentre i barcaiuoli urlano lottando contro lacorrente .

Don Mellino, in queste lunghe attese, mi parladelle avventure missionarie e narra come i Mis-sionari in simili escursioni debbono scalzarsi eprendere la bicicletta sulle spalle per attraversareprima il letto del fiume, dove l'acqua è troppobassa per la barca, e poi il greto delle sabbiecocenti e interminabili.

Verso sera arriviamo a Halem-Thea-Estate, oveabbiamo una comunità di circa 600 cattolici . Persei giorni il programma nostro ha poche varianti :alla sera ricevimento solenne del Vescovo e deiMissionari, preghiere, confessioni fino a tarda

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ora ; al mattino sante Messe, amministrazionedei battesimi, cresime e matrimoni, presentazionedei doni al Vescovo . Siamo così occupati dalle6 alle 12 .

Come si è accolti .

Con quale entusiasmo dànno il benvenuto alPastore delle loro anime! Le ragazze si fannoavanti con bacinella e vasi di ottone per lavarele mani al Missionario, ricordo dei tempi antichi,quando all'ospite si offrivasubito l'acqua per togliere lapolvere e rinfrescarsi. Per ilVescovo ci sono parecchiebacinelle e vasi e asciuga-mani ; e deve ripetere la fun-zione diverse volte quantesono le bacinelle . Quindi, in-ghirlandato e con la faccia chescompare sotto i fiori, alza lamano per benedire i cristianiinginocchiati davanti a lui .

In cinque giorni distri-buimmo, in cinque posti di-versi, 2000 comunioni ; am-ministrammo 700 cresime e7o battesimi .

Eravamo tre sacerdoti ; mas'immagini il lavoro del mis-sionario quando è solo : deveascoltare anche 400 e piùconfessioni in una sera e inpoche ore risolvere tutti i problemi che si sonoammucchiati dall'ultima sua visita .

Una signora protestante, moglie del direttoredi una piantagione di the, nel congedarsi midisse: « Noi ammiriamo il vostro lavoro, il la-voro dei Missionari cattolici, che non rispar-miano fatiche, che si fanno tutto a tutti per por-tare il maggior numero possibile di anime a Dio

Come amano la religione questi poveri cri-stiani che vedono il padre delle loro anime soloquattro o cinque volte all'anno! Tutti gli sistringono intorno per essere benedetti e far be-nedire medaglie, rosari, scapolari ; e portano of-ferte per la celebrazione di sante Messe .

Nell'accademia in onore del Vescovo vengonosempre le insistenti richieste : «Mandaci due Padriche stiano sempre con noi . Noi fabbricheremo lacasa e la chiesa per loro » . Quindi offrono i doni :capre, galline, riso, uova e un po' di denaro . Noicercammo di far entrare nella jeep parte dei vo-latili e qualche capra, e così il carro vescovileebbe nuovi ospiti .

La Suora in Missione .

L'ultima giornata missionaria la passammo nelvillaggio cristiano di Dikhorai.Una Figlia di MariaAusiliatrice ci aveva preceduti 12 giorni innanzi

per preparare 6o bambini e bambine per la primaComunione. Quando la incontrammo era rag-giante, perchè finalmente avrebbe potuto riceverela Comunione. Era stata l'apostola del villaggio,radunando ogni giorno le donne, le ragazze e ibambini e visitando gli ammalati. Quanto è im-portante l'opera della Suora in Missione! Per avereSuore che visitino i villaggi, istruiscano le donne,e compiano altre opere di carità, abbiamo fon-dato una Congregazione Diocesana di Suore In-

diane. Sono circa 25 e vengono educate allavita religiosa sotto la guida di una Figlia diMaria Ausiliatrice in Tezpur . Ritornai colà perl'8 dicembre, appunto per ricevere la Profes-sione di due Suore di questa Congregazione,chiamate Catechistesse Missionarie di Maria Ausi-liatrice .

Da Tezpur, sempre ai piedi dell'Imalaia, con-tinuai il mio viaggio fino a Gauhati per altri16o km. Ci fermammo nella nuova stazione mis-sionaria di Tangla ai piedi del Bhutan, ancoraterra proibita. A Tangla lavorano con zelo i duemissionari D. Guido Colussi e D. Peditto. Inmeno di due anni hanno costruito la residenzae stanno ora lavorando per erigere una bella chie-setta . Anche là quello che era fitta foresta ora sipresenta come un giardino con belle coltivazionidi vegetali .

Il lavoro indefesso dei Missionari con tutti iloro sacrifici per le anime e con le tangibili be-nedizioni di Dio, porta ovunque il benessere spi-rituale e temporale e il vero amore che dovrebberegnare fra tutti gli uomini : l'amore di Dio edel prossimo .

+ STEFANOFERRANDO,

Vescovo di Shillong (Assam) .

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L'Ausiliatriceai suoi divoti

Due missionarie del Rio Negro salvate miraco-losamente . - Viaggiavamo in due Figlie di MariaAusiliatrice con tre delle nostre ragazze e qualche altrapersona, dirette a Uapès . Al momento della partenza,non si sa perchè, discesi dalla lancia gli addetti, nepresero il posto altri due poco pratici .

Ed ecco, dopo brevissimo percorso, l'imbarcazioneandare a sbattere con violenza contro un macigno .Tuttavia si potè ancora proseguire fino a Camanaus .

Ma al quarto giorno la lancia si trovò presa in unadelle terribili cachoeiras - le turbinose cascate delRio Negro - senza riuscire a superarla e venne tra-scinata via dalla corrente. Ci vedemmo perdute! Ilfiume era fiancheggiato da un profondo abisso, in cuil'acqua rigurgitava fragorosamente ; e la lancia vi erasospinta senza scampo .

Ci raccomandammo, piene di fede, alla Madonna conla preghiera : O Maria, Vergine potente . . . Anche le altrepersone si misero a invocare disperatamente l'aiutodella nostra Ausiliatrice .

E la Madonna rispose in modo veramente singolare,perchè la lancia cominciò a indietreggiare, e andò afermarsi nell'insenatura di un'isoletta del fiume . Imarinai, balzati a terra, cercarono di assicurarla confuni alle sporgenze della roccia, mentre tutti si getta-rono fuori . Anche le nostre tre ragazze cercarono difare altrettanto, ma non vi riuscirono, giacchè allen-tatesi e scioltesi le corde, la lancia fu nuovamentesballottata fra i macigni, in procinto di sfasciarsi daun momento all'altro . Eravamo rimaste, col manovra-tore, noi sole e le ragazze, sempre strette al piccoloquadro dell'Ausiliatrice, portato con noi .

1; anche questa volta l'aiuto venne con l'insperatoriprendersi, fra urti e sconquassi, del motore, così dapermettere alla lancia di raggiungere un punto menopericoloso, e di sbarcarvi, per poter poi proseguire ilviaggio - non senza altre avventure - fino alla mèta .

Suor PETRINA PINTHEIRO,F. M. A .

Travolto da un pesante camion. - Il 12 dicem-bre u . s. sulla provinciale Bergamo-Clusone il nostrocaro Pinuccio di 12 anni veniva travolto da un pesantecamion . Portato all'ospedale con molte e gravi ferite,fu giudicato in condizioni disperate . Noi però invo-cammo subito S . Giovanni Bosco, di cui siamo devoti,e dopo cinque giorni di ansie inenarrabili, ricevemmola notizia che era stata scongiurata l'ultima temuta com-

plicazione . Ora siamo venuti a ringraziare Don Boscoche ce lo ha ridonato completamente guarito .

Alzano (Bergamo) .Famiglia RONCHI .

Illeso nello scoppio di una mina . - Il giorno22 gennaio alle ore 15,30, mentre stavo allestendo unamina per spaccare grossi ceppi di alberi, per causaimprecisata, mi scoppiava sul volto lasciandomi inco-lume. Con me erano due miei dipendenti, che rimaseroferiti, uno all'occhio destro e l'altro alla mano sini-stra. Ora stanno benissimo . Attribuisco alla cara Ma-donna Ausiliatrice, che venne invocata da me con fedee con amore nel momento dello scoppio, la graziaparticolare .

Tenuta Castellana - Vigevano .GIUSEPPE PISTOIA .

Per confermaPrevosto Don VOLPINO DOMENICO .

Tutti promettevano, nessuno manteneva . - Eramio desiderio trovare un'occupazione per l'unico miofiglio . Per anni bussai a diverse porte ; tutti promette-vano, ma nessuno manteneva, e il poveretto era sempredisoccupato. Piena di fede, mi rivolsi alla Vergine Au-siliatrice, feci voto di devolvere il primo mese di sti-pendio ad opere di bene e di pubblicare la grazia sulBollettino Salesiano . E mio figlio trovò lavoro ed oraguadagna per sè e per la sua famiglia .

Parma .ADALGISA BERTANI in POPPA .

Si conferma quanto sopra .

Sac. PIETRO CABIATI, Parroco .

Guarita da emorragia renale . - Ero stata operatadi appendicite, ma l'asportazione dell'appendice nonaveva tolto l'inconveniente maggiore : emorragia renale.Anzi, ancora degente all'ospedale, fui in serio pericolodi vita . Il consulto medico dichiarò il caso grave equasi disperato . Pur non essendo messa completamentea parte del mio stato, ne ebbi l'intuizione e pensai aldolore dei miei genitori, di cui sono l'unica figlia . In-vitai perciò la mamma a confidare in Don Bosco e in-cominciammo una novena, come avevo imparato allascuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice, promettendoun'offerta per le Missioni Salesiane .

E Don Bosco volle consolare questa sua ex allieva ea poco a poco fece diminuire e poi scomparire il male,anche senza il soccorso dell'arte medica . Ora continuoa godere buona salute e, pur usandomi qualche ri-guardo, posso attendere alle mie occupazioni .

Desidero ringraziare pubblicamente San Gio-vanni Bosco .

Genova .

CATERINA VILLA .

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Grazie perintercessionedi Don RinaldiDon Rinaldi salva la vita all'On . Quarello . -

L'incidente automobilistico occorso a mio fratello Gioa-chino il 9 giugno dell'anno scorso, e rivelatosi subitomolto grave per l'imminente pericolo di vita, ebbe ilsuo culmine il giorno 11, quando i medici dichiararonoche l'ammalato era in condizioni disperate . Il cuore edil polmone sinistro lesionati dall'incidente funzionavanosolo più debolmente, il polso era altissimo ed irregolare,la respirazione ridotta, la cianosi diffusa .

Il parere concorde dei medici era che il trapassodoveva considerarsi imminente e la notizia, giunta agliamici, li aveva raccolti in gran numero all'Ospedale diBra con il desiderio di vedere ancora una volta l'amicoe il compagno di sante battaglie.

Una signorina, amica di famiglia, constatato che nonc'era più che da chiedere un miracolo, c'invitò a recitareuna preghiera a S . Giovanni Bosco . Ma recitando questapreghiera, la signorina ebbe l'ispirazione di chiederela grazia a Don Rinaldi . Ci radunammo subito, parentie amici, in cappella e colà implorammo la grazia daquesto Servo di Dio. Intanto gli amici chiedevano aimedici un supremo tentativo con un intervento nellaregione cardiaca .

A questo punto i dottori, visitando l'ammalato peraccertarsi delle possibilità dell'operazione, lo trova-rono in condizioni incredibilmente migliorate .

Il miracolo era compiuto e nei giorni successivi miofratello continuò a migliorare riprendendosi ancora intempo per ritornare in Parlamento, relatore del PianoSchuman, al quale prima dell'incidente aveva dedicatolunghi mesi di studio .

Ora, vicini alla ricorrenza annuale dell'avvenimento,vogliamo rendere pubblico il nostro ringraziamento .

Torino, 14-V-1953 .

PIER BATTISTA QUARELLO .

Guarisce da pericoloso ascesso polmonare . -Mio fratello, stando a quanto diagnosticavano i mediciche gli curavano un pericoloso ascesso polmonare, nondava speranze di guarigione se non a lunga ed impre-cisata scadenza . La sua assenza o anche solo le suecattive condizioni di salute avrebbero turbato la letiziafamiliare della mia Prima Messa . Rivolgemmo, per ladurata di una novena, fervorosa preghiera al Servo diDio Don Rinaldi, e ottenemmo la grazia di vedere ilcarissimo fratello, contro ogni previsione medica, nonsolo fuori di pericolo, ma presente all'offerta del mioprimo Santo Sacrificio .

Verolavecchia (Brescia) .

Sac. GIAN BATTISTA PEA .

Operazione scongiurata. - La mia bimba di 11anni fu colpita da forte male all'orecchio sinistro contemperatura oltre i 39° . Subito chiamai il dottore, ilquale dichiarò trattarsi di forte mastoidite, per cui era

necessario un pronto intervento chirurgico . Traspor-tai la malatina all'ospedale Maria Vittoria di Torino .La bimba, di costituzione gracile e alquanto nevrotica,non poteva rassegnarsi ad un atto operatorio : vi pen-sava con terrore e sfogava il suo affanno con pianto .La sua maestra, Figlia di Maria Ausiliatrice, saputala cosa, le inviò un'immagine del Servo di Dio DonFilippo Rinaldi con un pezzetto di un suo autografo,che la bimba mise sotto il cuscino .

Intanto si fece una novena . Pochi giorni dopo la miaPinuccia era guarita senza operazione, e dopo non piùdi 10 giorni poteva riprendere la scuola .

Chieri .

MARIA VERGNANO in BORI .

Sparisce ogni traccia di ulcera perforata . - Daparecchio tempo mio marito soffriva assai per un'ulceraperforata. Le cure e i rimedi non gli davano alcun sol-lievo ; non poteva più nutrirsi nè prendere riposo, edera ridotto ad una magrezza impressionante ; il suostato di estrema debolezza escludeva la possibilità ditentare l'atto operatorio .Angosciati, comunicammo la nostra pena ad una

parente Religiosa che ci consigliò di far una novenafervorosa al Servo di Dio Don Rinaldi, di far ingerireall'infermo una particella di reliquia e di applicare ilrimanente sulla parte dolorante .

La novena venne fatta con fervore e fiducia da tuttii membri della famiglia, l'ammalato compreso ; e altermine della medesima, con immensa consolazione,constatammo che era sparita ogni traccia del male.Tornò l'appetito, tornarono le forze, e il mio caromarito potè riprendere le sue abituali occupazioni .

Marone (Brescia) .

MARIA GUERINI in GUERINI .

I sanitari disperavano di salvarmi . - Infinita-mente grata al Servo di Dio Don Rinaldi, che mi avevatrovato il posto, lavoravo da 15 giorni, quando unaemorragia interna improvvisa e gravissima, in pocheore mi portò sull'orlo della tomba . Trasportata d'ur-genza all'ospedale, passai dieci giorni tra la vita e lamorte. I sanitari disperavano di salvarmi, tanto che ilprofessore, dopo una visita, disse all'infermiera, chesi era affrettata a toglierla . « Dov'è quell'immagine?la rimetta al suo posto » . E la reliquia di D. Rinaldirestò con me moltiplicando la mia fiducia e quella ditutti i miei cari, che con le Suore dell'Oratorio conti-nuavano a pregare con grande fervore . Cominciai amigliorare e a prender forza rapidamente così che idottori, meravigliati, mi dichiararono fuori di pericolo .All'esame radiologico non riscontrarono alcun segnodel male sofferto, fui dimessa dall'ospedale, ed orasto bene .

Vigevano (Pavia) . ERMINIA ZABRO in MAZZINI .

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BEATI I MORTI CHE MUOIONO NEL SIGNORESALESIANI DEFUNTI :

Sac. DOMENICO ERCOLINI, nato a Pescia (Pistoia),† a Catania il 10-III-1953 a 88 anni .

Nel 1882, frequentando l'ultimo anno di liceo ad Alassio,s'incontrò con Don Bosco, al quale chiese consiglio sul suoavvenire . Il Santo gli rispose : « Chi sta bene non si muove ».E il giovane Ercolini, che stava bene con Don Bosco, piùnon si mosse dalle sue case .

Dopo aver passato qualche anno in Liguria, nel 1897 fuinviato in Sicilia, dove lavorò fino alla morte diffondendouna luce di pensiero e un calore di bontà che lo resero ri-cercato e conteso da ogni ceto di fedeli .

Gli studi universitari gli avevano dato un'inquadraturascientifica che maturò fino a raggiungere solidità e vastitàdi cultura in ogni ramo, sacro e profano . Studiò, capi, amòDon Bosco. Aperto a tutte le sane novità, fu geloso conserva-tore della tradizione genuina, che conosceva come pochiper averla attinta direttamente alle fonti più vicine al santoFondatore . Conservò sino alla fine un sorriso di fanciullo e unnon so che di angelico in tutta la sua persona .

Ora egli riposa nel cimitero comune, ma è persuasione ditutti che qualcosa di grande riservi il Signore a questo de-gnissimo figlio di S . Giovanni Bosco .

Sac. TOMMASO DEEHAN, da Cloghan (Irlanda), † il7-X-1952 nell'ospedale dei Fate-Bene-Fratelli nella città diLos Angeles .

Sac. SAMUELE SELLE, da Bourg de Valence (Francia),† a Nizza M . il 5-III-1953 a 77 anni .

Sac. LUIGI BRIVIO, da Missaglia (Como), † a Corumbà(Mato Grosso) il 26-II-1953 a 75 anni .

Sac. ANTONIO RAUSCHER, da Dietrichsdorf (Ba-viera), † a St. Pòlten il 14-XII-1952 a 73 anni.

Sac. ALESSANDRO BATTAINI, da Rovate (Varese),† a Valenza (Spagna) il 10-III-1953 a 70 anni .

Sac. LUIGI XANCÒ, da Barcellona, † a Valenza (Spagna)il 16-XI-1952 a 66 anni .Sac. GIUSEPPE CASTELLI, da San Ramon, † a

Paysandu (Uruguay) il 26-II-1953 a 61 anni .Sac. TOMMASO FORONDA, da Acedo (Pamplona-

Spagna), † in Mérida (Venezuela) il 22-XII-1952 a 41 anni .Sac. GIORGIO GUTTLER, da Sulzbach (Germania),

† a Kalisava (Bolivia) il 22-XI-1952 a 39 anni .Sac. LUIGI CICHON, da Chorzów (Polonia), † a Lima

(Perù) il 5-1-1953 a 37 anni .Sac. GIUSEPPE A . M. MENENDEZ, da Buenos Aires,

† a Santa Cruz (Argentina) il 14-XII-1952 a 3o anni .Coad. GERMANO CONTER, da Fiumicello (Brescia),

† a Magdalena del Mar (Perù) il 23-XII-1952 a 88 anni .Coad. CELESTINO MATTOGNO, da Palestrina (Roma),

† a Roma Testaccio il 4-IV-1953 a 83 anni.Coad. CARLO FERRARIS, † a Nizza (Francia) il

30-X-1952 a 76 anni .Coad. VINCENZO CICCHETTI, da Cerasolo (Forlì),

† a Roma-S . Tarcisio il 6-II-1953 a 69 anni .Coad. LUIGI FRELLO, da Lusiana (Vicenza), † a Mo-

gliano Veneto il 14-I-1953 a 55 anni.Coad. RAFFAELE TARALLO, da Minervino Murge

(Bari), † a Bari il 14-II-1953 a 47 anni .

COOPERATORI DEFUNTI :Sac. SEVERINO COLOMBO .Per oltre 15 anni fu zelante assistente dell'allora , Circolo

Giovanni Bosco Dopo la guerra 1915-18, cedette in usogratuitamente tre locali del suo modesto appartamento per ac-cogliere gli Ex allievi . Nel 1932 fu eletto Parroco di Cremella .ove visse tutto dedito alle cure pastorali .G. B. COLUSSI, † a Casarza (Udine) il 6-III-1953 a

76 anni .Cristiano d'antico stampo, padre di dodici figli, li allevò

tutti nel santo timor di Dio ed ebbe il conforto di darnesei al Signore nella vita religiosa . Negli ultimi anni, con laserenità di un patriarca, soleva ripetere : « Metà li ho datia Dio, metà al mondo ; credo di aver fatto bene i miei cal-coli ».La Famiglia di Don Bosco gli è profondamente grata

per i cinque figli missionari donati alla Società Salesiana, eper la figlia, pure missionaria, donata all'Istituto delle Figliedi Maria Ausiliatrice .PORTIGLIATTI GIUSEPPE, † a Giaveno il 5-1-1953 a

55 anni .Amò le Opere Salesiane prodigandosi generosamente

sempre, ma in modo particolare nelle feste annuali . Santificòil lavoro con la preghiera, la Messa quotidiana e il Rosario,che non temeva di recitare anche in tram recandosi a lavo-rare a Torino. Per 42 anni cantò le lodi del Signore nellaParrocchia, fino al giorno in cui fu chiamato a continuarle inParadiso.GIUSEPPINA VIRGINIA VICO, † ad Ancona il

19 -III-1 953-Fu la donna forte di cui parlano i Libri Sacri . Mamma

esemplare di sei figli, tre ne consacrò al Signore: Don Emilio,Missionario di Don Bosco in Argentina, Suor Zaira tra leFiglie di Maria Ausiliatrice, Suor Virginia Clara tra le Ca-nonichesse di S . Agostino .

Sul letto di morte ebbe la gioia di ricevere la visita delRettor Maggiore, di passaggio da Ancona .ROSA VERNURA ved. OTTONELLO, † a Varazze il

10-III-1953 a 84 anni .Si spense santamente, come santamente era vissuta . Donna

di alti sensi cristiani, allevò dieci figli, dei quali quattroentrarono tra le Suore della Misericordia, e uno nella Com-pagnia di Gesù . Fervente Cooperatrice, ebbe in predilezioneil Noviziato di Varazze.MARIA BOLLA fu GUIDO, † a Moirano d'Acqui il

21-III-1953 a 85 anni .Nei lunghi anni di cooperazione salesiana, onorò Don

Bosco, che ebbe la fortuna di conoscere, vivendo nello spi-rito del Santo la sua lunga, untile e laboriosa giornata .ROSA CABELLA in BEVEGNI, † a Sant'Olcese (Ge-

nova) il 12-1-1953 a 84 anni .Ottima madre cristiana, dedicò la sua vita alla preghiera e

alle cure della famiglia, ispirandosi agl'insegnamenti diS. Giovanni Bosco .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI :Agliati Angela - Ambrosini Mons . Giuseppe - Antuori

don Vincenzo - Baio Maria - Baita Ida - Belluati dr . Fran-cesco - Bezzan Vittorio - Bianchi Silvia - Bonfanti donEdoardo - Bonsi Raul - Bosso don Giuseppe - BuonamanoSalvatore - Busatto Francesco - Castelnuovo Antonio -Cei don Giovanni - Comotto Vagliano Maria - Curino Fi-lippo - Corona Carla - Damerini Maria - Di Terlizzi can .Angelo - Erba Carolina - Fasciotti don Giuseppe - Feyle,Severina - Fiaschetti Augusto - Franzosi Emilia - FrizziLuigi - Ghilardi Letizia - Grassi Assunta - Griffa Caterina -Inclinati Gedeone - Intersimone Giovanni - Inzirilli Vin-cenzo - Iulita Maria - Lamagno Giovanna - Lanfranco Luigi- Manassero Caterina - Mazzia don Felice - Mazzotti avv .Giacomo - Millino Luigia - Mura Carta Giovanni - Ni-colini mons. Terzo - Obert Luigi - Pastor Filippina - Pe-lucca Bernardo - Picasso Aurelia in Lercaro - PriviteraFrancesco - Ragazzo Pietro Giuseppe - Ramella Carmela -Ramus Giuseppe - Repetto Angelo - Rossi Luigi - RotaMargherita - Saliva Annunziata - Sartori Annunziata -Scala Argia - Scuto don Giuseppe - Selva don Giuseppe -Solerio Bartolomeo - Spinello F . - Tacchini don Luigi - Ter-rono don Angelo - Tirelli don Giuseppe - Trucco Anna Maria- Vaccarino Letizia - Vailati Ernesto - Vassoney Giuseppe .

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Borsa S . G. BOSCO RICALDONE D . PIETRO, proteg-gete il mio figliuolo, a cura di Beatrice Satta ved . Pili (Ca-gliari) - Somma prec . 25 .000 - N . vers . i5 .ooo - Tot . 40 .000 .

Borsa SCHLAEFER D. GIOVANNI (2c.) - Sommaprec . 11 .850 - L. D . 300o ; D. I . . i000 ; - Tot . 15 .850 .

Borsa S . CUORE DI GESÙ PERCHÈ DIA LA PACEAL MONDO, a cura di S . I . - Somma prec . 27.440 -ObertoM. Fontana iooo - Tot . 28.440 .

Borsa S . G. BOSCO, perché ricordi all'Ausiliatrice la suapromessa di salvare quelli che anche per una sola volta sonocatrati in un suo tempio - Somma prec . 35 .000 - N. vers .10 .000 - 1'01 . 45 .000 .

Borsa S . G. BOSCO S . M. D. MAZZARELLO, in omae-,gio alla nipote -Maria Tagliaferri ; a cura di D . A. Taglia-l'erri (Piacenza) - i° vers. 30.000 .

Borsa S. GIUSEPPE (ria) - Somma prec . 41 .023 - Ver-derone Teresa iooo - Tot . 42 .023 .

Borsa S. M. D. MAZZARELLO PROTEGGICI, a curadelle sorelle Cavallotti (Alessan .) - Somma prec . 23 .000- N. vers . 5ooo - Tot . 28 .000 .

Borsa SS. TRINITA' M. AUSILIATRICE S. GIUSEPPES. G. BOSCO, salvate la mia famiglia, a cura di C . De Fran-ceschi (Udine) - Somma prec . 32 .000 - N. vers. 13 .000- Tot . 45 .000 .

Borsa S. FREDIANO E S . G. BOSCO, a cura dei coniugiOttone Frediano e S. Maria, per mancata vocazione al sac . delnipote. - Soiiima prec . 16 .ooo - N. vers . 8ooo - Tot. 24 .000 .

Borsa S. G. BOSCO S. M. MAZZARELLO, pregate perme, a cura di A. A . (Varese) - Somma prec . 10 .000 -N. Vers . 25 .000 - Tot. 35 .000 .

Borsa SPIRITO SANTO, a cura di Reviglio Maria I .. -Sonima prec . 13 .090 - Limiti Matilde 310 - Tot. 13 .400 .

Borsa TORASSO BENEDETTO E FRANCESCA, a curadella figlia Maria Isabella - Somma prec. 4100 - N. vers1000 - Tot . 5ioo .

Borsa TORRESIN ACHILLE, in suffr., a cura di TorresinItalia (Padova) - Somma prec. i5 .ooo - N. vers . 5ooo -Tot . 20 .000 .

Borsa VERGINE DEL CARMELO, a cura di L. T. B .(Genova) - 1° vers . 30 .000 .

Borsa ZAMAGNI D. GIOVANNI, in suffr . a cura diZamagni D . Fernando (Forlì) - 1° vers . 15 .000 .

Borsa ZEFFIRINO NAMUNCURÀ, a cura del Dott . An-tonio Ermete (Varese) - Somma prec . 10 .000 - N. vers .20 .000 - Tot. 30 .000 .

Borsa ZORTEA D. CELSO, i soci dell'Auxilium ricordandoil loro assistente - Somma prec . 42 .500 - N. N. 2000 -Tot . 44.500 .

(Continua) .