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1 Bollettino della Parrocchia di San Pietro di Castello d'Argile (BO) - Anno XIX - N. 3 - Dicembre 2017 Per informazioni sull'attualità della vita parrocchiale, della scuola materna, dell'oratorio del volontariato, degli spettacoli, dell'associazionismo, della vita insieme consultare il sito internet www.parrocchiaargile.com “Da che parte stai?” F ra qualche giorno, con affetto e cura infinita, con gesti paterni e materni, rimetteremo la statuetta di Gesù bambino al centro del presepe. Un bambino neonato stimola la cura, la premura, la tenerezza e il chinarsi. Tutti sentimenti ottimi di cui abbiamo un assoluto bisogno perchè, ci piaccia o no, siamo tutti complici della durezza della vita altrui, e il correre quotidiano e le preoccupazioni inaridiscono il cuore e le sue espressioni, che potrebbero essere consolazioni semplici e immediate per la vita di chi incontriamo e delle persone con cui viviamo. Sì, Dio prende la nostra natura umana e la inaugura laddove comincia la vita di tutti, in quel tempo che stimola, quasi naturalmente in ognuno, la cura e la tenerezza. Non possiamo, però, rifugiarci ancora solo in questo atteggiamento paternalistico. Il bambino Gesù non ci può trovare solo come premurosi papà e mamme, ma ci chiede una conversione vera. La piccolezza di Gesù non è solo una ammiccante furbata divina per farsi accogliere e voler bene, estremo tentativo del suo venirci vicino, ma è criterio di ciò che dobbiamo essere. Sentiamo spesso in noi la fatica di una fede che non sembra più far presa nel nostro mondo, la ristrettezza di un credere che non ha più spazio nei luoghi di vita, l’impossibilità di una testimonianza del vangelo che arrivi e scaldi il cuore di tutti , e, giustamente, di questo siamo profondamente dispiaciuti. Il Natale ci offre, però, un Dio che si fa bambino, un piccolo, un povero, messo da parte dal suo popolo e riconosciuto da pochi e ininfluenti personaggi, un messia ai margini, un re di una famiglia decaduta. Dovremo forse addolcirlo, impreziosirlo, vestito di vesti regali, viziarlo perché ne esca un salvatore più convincente e impattante? No, non ha bisogno di tutto questo, perché ha già in se tutta la pienezza dell’amore di Dio. Come possiamo allora celebrare Natale senza accettare che quel Gesù ci dona di non temere la nostra povertà, la nostra marginalità, la nostra ininfluenza personale ed ecclesiale? Coltiviamo ancora sogni di gloria e di potenza, misuriamo l’efficacia della fede da quanti la pensano come noi o ci rendono facile l’essere discepoli, e dimentichiamo che portiamo nel cuore la ricchezza più grande che è il dono dell’amore di Dio che ha preso dimora nella nostra storia. Non siamo responsabili di quanto cambiamo la storia o di quanti avremo convertito alla causa, ma siamo responsabili della trasparenza del dono ricevuto. In noi Dio ha seminato il suo vangelo, e quel seme cresce, porta frutto, si fa ospitale per altri. Non dobbiamo temere le spine, le intemperie, i sassi, il seme, se è accolto, ha la forza di crescere e di portare frutto, se è caduto su un terreno accogliente. Accogliamo allora Gesù, accettandone fino in fondo la vicenda umana, e la sua presenza crescerà in noi e diverrà consolazione e ristoro per gli altri, buon Natale a tutti. don Giovanni, vostro parroco

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Page 1: Bollettino della Parrocchia di San Pietro di Castello d'Argile (BO ...€¦ · Attraverso gli scatti fotografici proveremo ad andare oltre alla fotografia stessa, osservando sguardi

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Bollettino della Parrocchia di San Pietro di Castello d'Argile (BO) - Anno XIX - N. 3 - Dicembre 2017

Per informazioni sull'attualità della vita parrocchiale, della scuola materna, dell'oratoriodel volontariato, degli spettacoli, dell'associazionismo, della vita insieme

consultare il sito internet www.parrocchiaargile.com

“Da che parte stai?”

Fra qualche giorno, con affetto e cura infinita, con gesti paterni e materni,

rimetteremo la statuetta di Gesù bambino al centro del presepe. Un bambino neonato stimola la cura, la premura, la tenerezza e il chinarsi. Tutti sentimenti ottimi di cui abbiamo un assoluto bisogno perchè, ci piaccia o no, siamo tutti complici della durezza della vita altrui, e il correre quotidiano e le preoccupazioni inaridiscono il cuore e le sue espressioni, che potrebbero essere consolazioni semplici e immediate per la vita di chi incontriamo e delle persone con cui viviamo.Sì, Dio prende la nostra natura umana e la inaugura laddove comincia la vita di tutti, in quel tempo che stimola, quasi naturalmente in ognuno, la cura e la tenerezza. Non possiamo, però, rifugiarci ancora solo in questo atteggiamento paternalistico. Il bambino Gesù non ci può trovare solo come premurosi papà e mamme, ma ci chiede una conversione vera. La piccolezza di Gesù non è solo una ammiccante furbata divina per farsi accogliere e voler bene, estremo tentativo del suo venirci vicino, ma è criterio di ciò che dobbiamo essere. Sentiamo spesso in noi la fatica di una fede che non sembra più far presa nel nostro mondo, la ristrettezza di un credere che non ha più spazio nei luoghi di vita, l’impossibilità di una testimonianza del vangelo che arrivi e scaldi il cuore di tutti , e, giustamente, di questo siamo profondamente dispiaciuti. Il Natale ci offre, però, un Dio che si fa bambino, un piccolo, un povero, messo da parte dal suo popolo e riconosciuto da pochi e ininfluenti personaggi, un messia ai margini, un re di una famiglia decaduta. Dovremo forse addolcirlo, impreziosirlo, vestito di vesti regali, viziarlo perché ne esca un salvatore più convincente e impattante? No, non ha bisogno di tutto questo, perché ha già in se tutta la pienezza dell’amore di Dio. Come possiamo allora celebrare Natale senza accettare che quel Gesù ci dona di non temere la nostra povertà, la nostra marginalità, la nostra ininfluenza personale ed ecclesiale? Coltiviamo ancora sogni di gloria e di potenza, misuriamo l’efficacia della fede da quanti la pensano come noi o ci rendono facile l’essere discepoli, e dimentichiamo che portiamo nel cuore la ricchezza più grande che è il dono dell’amore di Dio che ha preso dimora nella nostra storia. Non siamo responsabili di quanto cambiamo la storia o di quanti avremo convertito alla causa, ma siamo responsabili della trasparenza del dono ricevuto. In noi Dio ha seminato il suo vangelo, e quel seme cresce, porta frutto, si fa ospitale per altri. Non dobbiamo temere le spine, le intemperie, i sassi, il seme, se è accolto, ha la forza di crescere e di portare frutto, se è caduto su un terreno accogliente. Accogliamo allora Gesù, accettandone fino in fondo la vicenda umana, e la sua presenza crescerà in noi e diverrà consolazione e ristoro per gli altri, buon Natale a tutti.

don Giovanni, vostro parroco

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“Non ci ardeva forse il cuore?”Tre tappe dalla Lettera Pastorale del nostro Vescovo Matteo Zuppi

Il 4 di ottobre il nostro Vescovo, Matteo Zuppi, ha indirizzato a tutti i fedeli una lettera pastorale dal titolo “Non ci ardeva forse il cuore?”. Nella prima parte

traccia un bilancio del cammino intrapreso in occasione del congresso eucaristico diocesano e introduce poi nella seconda parte l’anno in corso, dedicato all’ascolto della Parola e incentrato sull’icona di Emmaus. Nell’ultima parte del documento il vescovo ci invita a rimettere al centro della nostra vita la Parola intraprendendo un cammino “sinodale” (sinodo= camminare insieme) attraverso tre tappe che qui di seguito brevemente riassumiamo:

1. prima tappa: “Lectio sul vangelo di Emmaus”L’invito è vivere la prima tappa mettendosi in ascolto della pagina di Luca come

un esercizio perché quelle parole possano scendere nei nostri cuori e diventare la nostra storia, la nostra sequela, la nostra responsabilità perché quella parola diventi carne. L’ascolto e la meditazione sono necessari importanti, ricordiamo qui l’episodio di Marta e Maria, “Marta Marta”, dice Gesù, “tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui abbiamo bisogno, Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”.(Lc. 10,38-42). Questo è un invito anche per noi, portiamoci dunque ai piedi di Gesù davanti al tabernacolo o meglio a Gesù esposto soli e in silenzio a rimeditare quanto è stato detto durante la Lectio, in tal modo il nostro cuore si aprirà alla comprensione. Sarebbe bello come diceva San Paolo ai Corinzi “ la nostra lettera siete voi, una lettera di Cristo scritta non con inchiostro, ma con lo spirito del Dio vivente”(2Cor 3,3).

2. seconda tappa: “Il nostro rapporto con la Parola”.“Lo studio della Sacra Scrittura deve essere una porta aperta a tutti i credenti. È fondamentale che la Parola rivelata

fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede. L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige che le diocesi, le parrocchie e tutte le aggregazioni cattoliche propongano uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure ne promuovano la lettura orante personale e comunitaria. Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere che Dio ci rivolga la parola, perché realmente “Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso””. La nostra vita è lontana dal potersi dire nutrita e regolata dalla parola. Ci regoliamo nel bene, sulla base di buone abitudini, di alcuni principi di buon senso … però di solito ben poco sperimentiamo come la Parola di Dio possa divenire il nostro sostegno e conforto, possa illuminarci sul “vero Dio”. Vi è una comprensione accademica della meditazione della bibbia e ve n’è una pratica. La meditazione accademica della Bibbia stimola la mente, ma non mette in moto lo spirito; rende l’ascoltatore desideroso della verità senza mostrargli come accedervi; fornisce un’immagine di Dio, ma non può portare al faccia a faccia con Lui. Quanto alla meditazione pratica della Bibbia, essa si raggiunge accogliendo la verità divina attraverso la segreta obbedienza ai comandamenti e come risultato della fedele adesione del cuore a Dio, con dovuto timore e autentica umiltà. Questo è il fondamento di una relazione pratica e sicura con Dio.

3. terza tappa: “Comunicare il vangelo a tutti. La predicazione informale”.«L’evangelizzazione è essenzialmente connessa con la proclamazione del Vangelo a coloro che non conoscono Gesù

Cristo o lo hanno sempre rifiutato. Molti di loro cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in paesi di antica tradizione cristiana. Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno…. Dio che si è fatto uomo, ha dato se stesso per noi e, vivente, offre la sua salvezza e la sua amicizia. È l’annuncio che si condivide con un atteggiamento umile e testimoniale di chi sa sempre imparare, con la consapevolezza che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo che ci supera sempre. A volte si esprime in maniera più diretta, altre volte attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza concreta. Se sembra prudente e se vi sono le condizioni, è bene che questo incontro fraterno e missionario si concluda con una breve preghiera, che si colleghi alle preoccupazioni che la persona ha manifestato. Così, essa sentirà più chiaramente di essere stata ascoltata e interpretata, che la sua situazione è stata posta nelle mani di Dio, e riconoscerà che la Parola di Dio parla realmente alla sua esistenza» (EG 128).Il 10 di Dicembre si è svolta la prima tappa, ovvero la lectio sul brano evangelico di Emmaus. Restano a disposizione in chiesa schede che possono essere di aiuto per tutti coloro che volessero riservare un momento di preghiera e di condivisione sul tema proposto, in famiglia, con i vicini, gli amici. Le altre due tappe saranno trattate nell’arco dell’anno, cogliamole come occasioni per metterci in ascolto di Cristo che cammina al nostro fianco. Concludiamo con le parole del nostro vescovo: “il programma è questo: scoprire il Vangelo non come una parola lontana, rassegnata, ma presente e da portare a tutti, con l’ascolto attento e interessato, con l’esempio e con la nostra stessa vita”.

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“Forza venite gente”

Quest’anno il cammino dell’ACR per le medie prevede di incantare tutto sul tema del seguire Gesù, di ritrovare in Lui la nostra più vera immagine. Come Gruppo ACR medie allora abbiamo pensato di cercare una delle immagini più belle

di Gesù, un santo che ha imitato in tutto Gesù: san Francesco d’Assisi. Stiamo allora per mettere in piedi il musical “Forza venite gente”, per narrare a tutti la vicenda di questo bellissimo santo, intervallando il testo originale dello spettacolo con qualche video che riporti l’esperienza di san Francesco dentro le esperienze quotidiane dei ragazzi delle medie, per sentire che come lui anche noi possiamo ritrovare in Gesù la nostra più bella immagine da vivere e donare a tutti i nostri fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno ovunque andiamo.

Gruppo Medie

“#Ataldeg”

Pensiamo di sapere già tutto dei nostri adolescenti, spesso li consideriamo vuoti e privi di contenuti, addormentati e svogliati. Introducendo il Sinodo dei vescovi sui giovani che si terrà a Roma nell’ottobre del 2018, il papa

ha detto: “Questo è il Sinodo dei giovani, e noi tutti vogliamo ascoltarci. Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, ha qualcosa da dire agli adulti, ha qualcosa da dire ai preti, alle suore, ai vescovi e al Papa! Tutti abbiamo bisogno di ascoltare voi.”. In questo anno di preparazione al Sinodo, abbiamo deciso come gruppo superiori di accogliere questa sfida di poter dire al mondo degli adulti, alla Chiesa, cosa c’è nel cuore dei ragazzi, cosa si muove, cosa appassiona, comprendendo che anche i dubbi, le sfide, le provocazioni sono comunicazione di ciò che ribolle dentro. Per questo realizzeremo con i ragazzi alcuni video che presenteremo in una serata di gala, intorno a Pasqua, come messaggio che i ragazzi lanciano al mondo adulto per descrivere il loro oggi fatto di attese, speranze, fatiche, aspirazioni. Tutto questo si colloca in un cammino diocesano che mette la nostra chiesa bolognese in ascolto della realtà giovanile, per poterla accompagnare nello stile e nella premura di Gesù. Consideratevi già invitati al lancio dei nostri video, vi comunicheremo a breve la serata di presentazione.

PRONTI A SCATTAREOgni anno per il cammino del gruppo ACR viene utilizzato un tema che ci aiuta,

attraverso il metodo esperienziale, ad affrontare gli argomenti dell’anno: quest’anno è la fotografia! Attraverso gli scatti fotografici proveremo ad andare oltre alla fotografia stessa, osservando sguardi che creano relazioni e fissando scenari che ricordano esperienze vissute. In particolare in questo anno della “sequela” osserveremo gli “scatti fotografici” che il Vangelo ci fornisce circa i gesti e le azioni che Gesù ha compiuto, per poter scegliere se desideriamo somigliare a Lui e diventare suoi discepoli della gioia. Gesù invita tutti e quindi anche i bambini a fare uno “zoom” sulla propria vita, ad andare in profondità nelle situazioni e ad allargare il proprio sguardo sul mondo per imparare a sviluppare nuove capacità di amare e di donarsi. Con i bambini quindi proveremo di scoprire chi siamo, a chi assomigliamo e come possiamo fare per assomigliare a Gesù. Per questo durante il cammino di quest’anno faremo delle esperienze e utilizzeremo come aiuto l’inno, che racchiude nel testo il senso del nostro percorso. Quindi bimbi, come cantiamo e balliamo ogni sabato e domenica, “Siamo sulla strada di Gesù: cerchiamo la sua gioia. Il suo amore ha una marcia in più e con lui la nostra storia. Sappiamo che riempirci del tuo amore è donarci in ogni istante. Con il Vangelo che ci guiderà un mondo nuovo sarà… Per te che sei l’amico più incredibile che ho”.E allora siete pronti a costruire il grand’angolo della vostra esistenza? Pronti a scattare?!?

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NON AMIAMO A PAROLE MA CON I FATTI (Papa Francesco)

Papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia ha voluto offrire alla Chiesa la Giornata Mondiale dei Poveri, quest’anno prevista per il

19 novembre. Un invito alla Chiesa e a tutti gli uomini di buona volontà a tenere occhi ed antenne allertati, nella condivisione e nella fratellanza, per cogliere ed accogliere la richiesta di coloro che hanno bisogno di aiuto e solidarietà. Coloro che vivono nel dolore, nella emarginazione, nella schiavitù,

nella guerra, che non hanno lavoro…L’invito del Papa è stato accolto dal nostro Vescovo Zuppi che ha chiesto alle parrocchie di rendersi disponibili ,in questa giornata di fraternità , anche condividendo il pranzo con i migranti, in un atteggiamento di attenzione ai fratelli più piccoli, nella ricerca di riscoprire il nostro prossimo.Anche la nostra Comunità ha accolto l’invito e il 19 novembre abbiamo ritenuto opportuno non solo di invitare, ma anche di condividere la preparazione del pranzo con i ragazzi presenti nei due centri di accoglienza presenti ad Argile, trascorrendo insieme a loro buona parte della giornata.Si è creato un ambiente gioioso e complice, anche le situazioni che avrebbero potuto essere vissute come intoppi si sono trasformate in momenti di allegria. Il secondo piatto infatti è stato pronto quando il primo non lo era ancora …e allora perché non invertire le portate contrariamente alle nostre usanze???!! …ma dove sta scritto che un pranzo deve iniziare dal riso? In semplicità e tutti d’accordo abbiamo mangiato apprezzando anche sapori ai quali non siamo abituati. Il nostro desiderio di conoscerli meglio ha avuto risposta nel racconto delle loro esperienze vissute che hanno messo in evidenza la loro speranza e tanta sofferenza.Si è creato un clima di ascolto reciproco, di cordialità, fra di noi e con i ragazzi.Credo che tutti ci siamo sentiti in famiglia e la casa parrocchiale sia stata vissuta come la casa di tutti.

Linda CampaniniC.P.P. commissione fraternità

È ripresa l'attività cinematografica e

rassegne, anche per bambini, con merenda

finale in allegria!

Reda

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Il 18 gennaio verrà in visita a Castello d’Argile il nostro Arcivescovo Matteo; celebrerà la messa alle ore 19,30 e alle 21 presenzierà alla

presentazione del libro fotografico “Attraverso” frutto del lavoro del fotografo Paolo Cortesi e di alcuni richiedenti asilo. È un momento di comunione importante con il nostro vescovo e fra di noi, perché lì dove la chiesa è riunita intorno al suo pastore si vive in pienezza l’essere comunità.

28 ottobre: visita guidata a Pisa11 novembre: S. Martino, tradizionale festa con castagne e vino nuovo.3 dicembre: Mercatino CEFA; anche quest’anno abbiamo promosso i prodotti “APEtitosi” per donare api e arnie a famiglie contadine africane he hanno necessità di mezzi per autosostenersi.7 dicembre: tradizionale “Cammino 12 Porte” a Bologna con testimonianze “itineranti” sulla educazione : a scuola (Don Milani), con lo sport e al lavoro. Questo ultimo aspetto è stato trattato nel nostro braccio, presso il Santuario di Santa Maria della Vita, con testimonianze del Cefa sulla formazione professionale.Colgo l’occasione per ringraziare il Consiglio MCL, i volontari che rendono possibile l’apertura quotidiana del Circolo, gli amici “cuochi”, il gruppo giovani MCL e per augurare a tutti un Sereno Natale!

Eleonora Maselli - Dicembre 2017