biosfera2409

24
Sabato 24 settembre 2011 anno 2 numero 9 EI007684 Evviva la crisi La crisi intacca anche il settore bio? Non necessariamente il ri- corso a pratiche “green” del vive- re quotidiano comporta connotati negativi. Questo numero di Bio- sfera sembra fatto per dimostrar- lo. Ecco allora come diventa più che glamour comprare, anzi ba- rattare, abiti in uno swap party. Pratica sempre più diffusa e diver- tente come un’altra che sta infla- zionando il mondo del business, il co-working. Non è ancora ab- bastanza. Dal lavoro spostiamoci nella vita privata, magari appro- fittando del comfort di una casa di paglia, costruita ‘se proprio vogliamo esagerare’ all’interno di uno dei quartieri ‘in’ del nuovo vil- laggio arboricolo. Non credete sia possibile? In Piemonte le case su- gli alberi non sono più una novità e anche nella vicina Pramaggiore, frazione di Portogruaro i provincia di Venezia, i muri “fatti di fieno” sono diventati un simbolo della bioedilizia da far impallidire Nord Europa e Nord America. Lavoro, casa, ma anche tem- po libero. Continuate a sfoglia- re le pagine di questo numero e scoprirete come sia rilassante lasciarsi inebriare dalla vinote- rapia. Prima magari del nettare rosso approfittiamo degli ultimi scampoli d’estate per seguire i consigli dei nostri inviati con lo zaino. Una bella passeggiata lun- go la Via Spluga o in Romagna alla scoperta di quella piccola valle dell’Eden scavata dal tor- rente Tavollo aiuterà a ritemprare lo spirito in vista dell’autunno. In- tanto, buona lettura. [email protected] L’Eden in Romagna a pag. 5 Numeri da differenziata a pag. 7 Relax di... vino a pag. 9 A scuola di orti a pag. 15 Villaggio sopra gli alberi a pag. 11 Sospesi a due funi a pag. 12 Fashion victim a pag. 3 Case di paglia a pag. 23 La settimana ‘verde’ a pag. 19

Upload: edit-italia-srl

Post on 10-Mar-2016

212 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Evviva la crisi

TRANSCRIPT

Page 1: Biosfera2409

Sabato 24 settembre 2011 anno 2 numero 9

EI0

0768

4

97

72

03

74

47

00

4

ISS

N 2

037-

447X

1000

9

Evviva la crisiLa crisi intacca anche il settore

bio? Non necessariamente il ri-corso a pratiche “green” del vive-re quotidiano comporta connotati negativi. Questo numero di Bio-sfera sembra fatto per dimostrar-lo. Ecco allora come diventa più che glamour comprare, anzi ba-rattare, abiti in uno swap party. Pratica sempre più diffusa e diver-tente come un’altra che sta infla-

zionando il mondo del business, il co-working. Non è ancora ab-bastanza. Dal lavoro spostiamoci nella vita privata, magari appro-fittando del comfort di una casa di paglia, costruita ‘se proprio vogliamo esagerare’ all’interno di uno dei quartieri ‘in’ del nuovo vil-laggio arboricolo. Non credete sia possibile? In Piemonte le case su-gli alberi non sono più una novità

e anche nella vicina Pramaggiore, frazione di Portogruaro i provincia di Venezia, i muri “fatti di fieno” sono diventati un simbolo della bioedilizia da far impallidire Nord Europa e Nord America.

Lavoro, casa, ma anche tem-po libero. Continuate a sfoglia-re le pagine di questo numero e scoprirete come sia rilassante lasciarsi inebriare dalla vinote-

rapia. Prima magari del nettare rosso approfittiamo degli ultimi scampoli d’estate per seguire i consigli dei nostri inviati con lo zaino. Una bella passeggiata lun-go la Via Spluga o in Romagna alla scoperta di quella piccola valle dell’Eden scavata dal tor-rente Tavollo aiuterà a ritemprare lo spirito in vista dell’autunno. In-tanto, buona lettura.

[email protected]

L’Eden in Romagna a pag. 5

Numeri da differenziata a pag. 7

Relax di... vino a pag. 9

A scuola di orti a pag. 15

Villaggio sopra gli alberi a pag. 11

Sospesi a due funi a pag. 12

Fashion victim a pag. 3

Case di paglia a pag. 23

La settimana ‘verde’ a pag. 19

Page 2: Biosfera2409

organizzata da:

in contemporanea con:

www.keyenergy.it www.cooperambiente.it

9 -12 Novembre 2011Rimini Fiera 15a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibilewww.ecomondo.com

Page 3: Biosfera2409

eco-lifestyle

.3

Swap Club il baratto diventa glamour

Se le mode cambianogli abiti si scambiano

La parola baratto solitamente evoca vaghe nozioni scolastiche relative a ci-viltà arcaiche, premonetarie. I vecchi sussidiari associavano all’argomento disegni semplici di cacciatori e conta-dini, e la lezione del giorno si poteva ricostruire agilmente osservando le figure: l’omino con la pelliccia tende una lepre all’omino con la zappa, il quale invece gli porge quattro carote e una zucchina. Imparato il baratto. Con l’invenzione della moneta la storia ha intrapreso un percorso più tortuo-so e complesso e il baratto per molti secoli è stato dimenticato, fossilizzato nella grafica naif dei libri per bambini. L’eterno ritorno dell’uguale vuole però che, in tempi di crisi, lo scambio sia riuscito a trovare una propria nuova dimensione. Negli ultimi anni in inter-net sono fiorite innumerevoli comuni-tà dedicate al baratto di oggetti, il cui scopo è promuovere la circolazione di beni ancora utili ma non utilizzati. Esi-stono però anche community partico-lari, dove il baratto più che rivolgersi all’utile strizza l’occhio alla categoria del dilettevole. Una di queste è Swap Club Italia, promossa dalla trend set-

ter Tamara Nocco e dal marito Rodol-fo Dué. L’attenzione di questo gruppo, a cui ci si può iscrivere gratuitamente, è infatti concentrata su prodotti com-merciali che ben poco hanno a spar-tire con lepri, carote, e verdure varie. Chi vi partecipa scambia (swap signifi-ca scambio in inglese) capi di abbiglia-mento, bigiotteria, sandali e accessori glamour, per rinnovare il guardaroba senza intaccare il portafoglio. L’accor-do tra fashion victim avviene on line, per la spedizione o la consegna ci si organizza a seconda delle esigenze. Essendo spesso difficile immaginare sul proprio corpo un abito visto solo in fotografia, dal sito vengono propo-sti periodicamente degli swap party, ovvero degli appuntamenti per ba-rattare personalmente i propri capi, magari sorseggiando un aperitivo tra una chiacchiera sulle nuove tendenze e un outfit improvvisato. «Biosfera» ha intervistato Rodolfo Dué, per capire meglio la filosofia e la gestione di que-sti eventi particolari.

Da dove nascono gli swap party?R.D.: In tutte le case esiste almeno

un cassetto zeppo di acquisti azzar-dati, magari dettati dall’impulso dei saldi, taglie troppo larghe o troppo strette, regali sbagliati. Il baratto

informale di vestiti non è mai scom-parso, ha sempre trovato spazio tra familiari e cerchie ristrette di amiche. L’idea di ampliare la rete di scambio attraverso degli eventi pubblici però è recente e arriva dall’America. In Italia è stata importata inizialmente dallo Swap Club, e ora esistono già diverse reti simili alla nostra. Noi abbiamo ini-ziato a proporre lo swap nel 2007, af-fiancandolo alla normale attività della boutique che Tamara gestiva in centro a Bologna. L’iniziativa ebbe da subito un discreto successo, ma lo spazio era piccolo e non ci permetteva di crescere. Da qui è nata l’idea di creare la community on line, che comprende attualmente 3.200 utenti attive.

Negli ultimi anni gli swap party han-no accompagna-to avvenimenti molto impor-tanti, come nel 2010 la setti-mana della moda a Milano. Swap Club Italia ha inoltre partecipato all’ul-tima fiera di consumo consapevole organizzata da Altraqualità, “Fa la cosa giusta”. Qual’é stato l’approc-cio del grande pubblico?

R.D.: Esiste un forte spartiacque cul-turale. Di fronte alla nostra proposta tante persone sono entusiaste, con-tentissime di partecipare, altre invece non ne vogliono sapere di indossare cose usate. I preconcetti sono molto diffusi e poi si teme il giudizio della gente, come se l’abito usato compor-tasse dichiarare al mondo di non riu-scire a permettersi qualcosa di nuovo. Il mondo della moda cambia ve-

locemente, si basa solitamente su principi consumistici molto spinti. Negli ultimi anni oltre al ricambio semestrale delle collezioni si è ag-giunto quello delle precollection. Quali criteri segue il giudizio quali-tativo dei capi da barattare?

R.D.: Lo Swap Club non è il classico mercatino delle pulci, considera solo

capi di buona qualità. La scarsa qualità dei tes-

suti venduti svuota l’armadio veloce-mente come lo si è riempito. La moda che noi proponiamo

di scambiare è costo-sa, ma la nostra convin-

zione è che un solo abito di buona fat-tura sia migliore di dieci abiti destinati alla spazzatura dopo due lavaggi.

Page 4: Biosfera2409

Camelot Officine Cooperative è una cooperativa sociale mista (A e B) che opera per rea-lizzare un modello di società orientato alla coesione sociale e alla riduzione delle discri-minazioni. La cooperativa fornisce servizi e crea occasioni di lavoro per rispondere a bisogni occu-pazionali e sociali in una logica di promozione e crescita dell’autonomia della persona. L’attività di progettazione, integrazione, sviluppo e gestione dei servizi offerti è svolta in modo innovativo con attenzione alle necessità sociali emergenti.

Per maggiori informazioni sui progetti e su tutte le attività della cooperativa sociale Camelot - Officine Cooperative: via Fortezza 15 - 44121 Ferrara tel. 0532 202945 fax 0532 208992 www.coopcamelot.org [email protected]

“La Casa dei Piccoli” è un servizio educativo all’avanguardia assimilabile al nido, un bellissimo spazio dedicato a bambini e bam-bine da 1 a 3 anni.Dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 14.00, in un’atmosfera familia-re, un’educatrice esperta in attività per la prima infanzia accoglie i piccoli, seguendoli nel loro percorso di crescita. Presso “La Casa dei Piccoli” vengono organizzate attività specifiche di gioco, laboratorio, narrazioni, uscite e percorsi senso - motori, alternati alle abituali attività di cura della giornata.Al pomeriggio “La Casa dei Piccoli” è: Ludoteca con giochi, laboratori a tema narrazioni;Feste a tema;Servizio di baby sitting in orario serale e nel fine settimana.“La Casa dei Piccoli” è un servizio educativo flessibile, che ti permette di conciliare il lavoro con la cura della tua famiglia.

Camelot cafè è uno spazio nuovo e originale per la città che non si limita ad un semplice servizio di ristoro, ma si accompagna all'idea di una vera e propria riqualificazione dell'area verde limi-trofa, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, predisponen-do una serie di servizi disponibili per tutti gli utenti. La cooperativa Camelot - officine cooperative si è impegnata nell’abbattimento delle barriere architettoniche per rendere l’intera zona, già raggiungibile attraverso la pista ciclabile, fruibile ed accessibile al maggior numero di persone. Camelot cafè e’ un punto d’incontro, un luogo che fa stare bene, dove tra gazebo e tavoli in legno poter gustare un caffè, rinfrescarsi con bibite, frullati, gelati e granite, mangiare un buon boccone o potersi rilassare con un aperitivo, comodamente seduti all´aperto, immersi nell’oasi verde del Parco urbano G. Bas-sani. Camelot cafè è anche crocevia di attività sociali, cul-turali e ambientali che vogliono trasmettere l'idea che la qualità della vita passa anche attraverso la creazione di luoghi liberi e condivisibili.Camelot cafè è gestito dalla Cooperativa Sociale Camelot officine cooperative, che attraverso un progetto di inserimento lavorativo di giovani con lieve disabilità, affiancati da professionisti ed educa-tori, mette a vostra disposizione un fantastico staff che vi accoglie-rà con un sorriso in ogni momento della giornata….

PROGETTI IN EVIDENZA

via Camilla Ravera, 17 (zona Foro Boario) a

Ferrara

Parco urbano G.BassaniFerrara

www.camelotcafe.org

Page 5: Biosfera2409

biodiversità

.5

Tra i sentieri segreti del Parco naturale

del monte san BartoloIn pochi sanno che, giusto al confi-

ne tra Romagna e Marche, esiste uno scorcio di paradiso. Per trovare que-sta piccola valle dell’Eden basta se-guire il torrente Tavollo, che segna il confine tra le due regioni, ma anche, per chi proviene da nord, l’inizio del Parco naturale del monte san Bartolo, che si estende verso sud – ormai nella provincia di Pesare Urbino – per una ventina di chilometri, fino al fiume Fo-glia. Costituito nel 1994 ma operativo tre anni dopo, il Parco si distende per circa 1600 ettari nei comuni di Pesaro e Gabicce Mare.

Quest’area presenta due ambienti distinti: un tratto di costa alta a falesia viva, rara in tutto l’Adriatico, e un ver-sante interno costituito da un paesag-gio rurale che degrada dolcemente verso la statale adriatica.

La falesia emerge dalle basse spiag-ge marchigiane come un susseguirsi ondulato di speroni e valli, interval-

lata da pareti a strapiombo. L’altezza delle cime è modesta (non arriva a 200 metri), e ciò permette un’ampia visione sulla costa e sull’Adriatico: si tratta di un paesaggio diverso ri-spetto a quello sabbioso tipico di Ro-magna e Marche. Questo ambiente mostra anche aspetti geologici d’in-teresse, con pesci fossili e rari cristalli di gesso; alla base del colle corre una sottile spiaggia di ghiaia e ciottoli, formata dalla demolizione e dal fra-namento delle pareti sovrastanti.

L’entroterra, invece, fino agli anni Cinquanta era attivamente coltivato anche in luoghi oggi impensabili, ai limiti del mare, per via della storica “fame” di terra del popolamento pe-sarese nonché della dolcezza dei de-clivi; oggi si alternano campi abban-donati rinaturalizzati e filari d’alberi e siepi.

Per questi motivi, la presenza di grandi mammiferi era limitata fino a prima degli anni ’90, quando il ca-priolo, in espansione naturale in tutta la provincia, arrivò anche nel Parco, trovandolo idoneo proprio per il mo-saico di coltivi e boschetti.

Tra gli altri mammiferi presen-ti si possono citare la volpe, che frequenta anche le spiagge per nu-trirsi degli organismi marini spiag-giati, il tasso, l’istrice, la donnola, la lepre ed il ghiro, ma l’area pro-tetta è importante per la presen-za, e soprattutto la migrazione, di numerose specie d’uccelli, tra cui il falco pellegrino che, dopo de-cenni d’assenza, è tornato a popo-lare stabilmente la falesia.

Notevole è anche lo svernamen-to degli uccelli marini costieri (smergo maggiore, cormorano, svasso maggiore, svasso picco-lo e, negli inverni più freddi, l’edredone), oltre a quello di numerose specie di gabbiani, tra cui esemplari di zaffera-no, gavina, gabbiano coral-lino, gabbiano comune e gabbiano reale. Alla foce del Foglia e a Baia Flami-nia svernano pure l’airo-ne cenerino, la garzetta e talvolta i cigni reali. Il gufo comune, la civetta e

l’assiolo nidificano abitualmente qui, così come il barbagianni, che approfitta del costante degrado delle case coloniche abbandona-te per insediarvisi. Il territorio del Parco vede infine la migrazione di passeriformi, gru, cicogne bianche e nere.

Sono in pochi a conoscere l’esi-stenza di sentieri – quasi segreti - che permettono di raggiungere scorci e nicchie: la scelta di aprire percorsi non è stata semplice.

Il Parco ha l’esigenza di tutelare i territori fragili e di lavorare per individuare e rendere praticabile

il fitto reticolo di sentieri sto-rici, ma non è sempre facile recuperare dalla cartografia ciò che è andato perduto o sottratto per usi impropri. I percorsi attrezzati ora sono cinque, ma l’Ente Parco sta lavorando per predisporne altri.Per chi volesse addentrarsi

in questo angolo verde quasi incontaminato: www.parco-

sanbartolo.it

Un angolo di paradiso tra Romagna e Marche

Page 6: Biosfera2409

Croce Rossa Italiana

Page 7: Biosfera2409

riciclo

.7

Differenziata Ravenna la più virtuosa

La città romagnola batte le vicine

con il 56% seguono

Rimini al 52,8 e Ferrara al 49

Quali dimensioni ha assunto nel 2010 la raccolta differenziata e, fatto ancor più importante, l’effettivo recupero dei rifiuti? Una risposta può essere trovata nel Bilancio di sostenibilità pubblica-to la primavera scorsa dal gruppo Hera, la multiutility che gestisce tale servizio, nelle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cese-na e Rimini.

Innanzitutto, va ricordato che i rifiuti maggiormente raccolti con il sistema differenziato sono la carta e il cartone, il vetro, le lattine, la pla-stica e l’organico verde, nonché i rifiuti ingombranti. I due possibili sistemi di raccolta sono quello stradale, ossia il conferimento in cassonetti, campane e

bidoni, e quello domiciliare. A proposito di contenitori stradali, il gruppo ha reso noto che l’anno scorso il loro numero è aumentato rispetto al 2009, anno in cui già si era registrato un aumen-to: sono in pratica passati da 130.897 a 147.604 e quindi a 160.545. Tale crescita si è riflessa ovviamente anche in quella della volumetria totale, che è cresciuta da 162.548 a 181.941 mq e infine a 194.491. I cittadini

possono inoltre por-tare nei Centri di raccolta differen-

ziata (meglio noti come

Staz ioni e c o l o -g i c h e attrezza-

te) alcune altre tipolo-

gie di rifiuti: quelli da apparec-

chiature elettriche ed elettroniche; gli oli minerali e alimentari; le pile e gli ac-cumulatori; i farmaci; altri rifiuti perico-losi. Esiste anche la raccolta multima-

teriale, la cui volumetria è però scesa, negli ultimi tre anni, del 4%.

Considerando invece la percentuale di differenziata sul totale dei rifiuti rac-colti, la struttura operativa territoriale più virtuosa è quella di Ravenna, con il 56%, cui segue ad una certa distanza quella di Rimini con il 52,8. Più bassa ancora la percentuale nella Sot di Fer-rara, 49%, da cui di poco si distanzia il dato di Forlì-Cesena, 48,8. Va ricor-dato che queste cifre comprendono anche i rifiuti provenienti dallo spez-zamento dalle strade, quelli raccolti da terzi o direttamente dai Comuni e quelli conferiti dal produttore (questi ultimi incidono per un 13% sul totale della differenziata). Sono invece esclusi i rifiuti provenienti da arenile.

L’azienda ha reso noto anche l’ap-porto di ogni tipologia di rifiuto alla raccolta differenziata, ma il dato non è suddiviso per Sot e dunque riguarda tutto il territorio in cui opera il grup-po, ossia anche le Strutture operative di Bologna, Imola-Faenza e Modena, nonché Marche multiservizi. In ogni caso, l’apporto principale lo danno la

carta e gli scarti verdi (entrambi per il 21%), seguiti dai rifiuti organici (12%), quindi dal vetro (8%) e dai contenitori in plastica (6%).

Tuttavia, spesso non si ricorda che la raccolta differenziata dovrebbe essere soltanto una delle prime tappe di un processo più lungo, il cui risultato è la trasformazione dei rifiuti in “materia prima seconda”, ossia sostitutiva del-la materia prima di origine naturale. Nel 2010, Hera ha pubblicato per la prima volta una rendicontazione sulla destinazione di questo materiale, indi-viduando i 43 impianti di prima desti-nazione dei rifiuti raccolti e quelli che utilizzano ciò che proviene dalla raccol-ta. Dunque, nel 2009 la percentuale effettivamente recuperata è stata in media del 91,1%, un dato all’interno del quale si possono osservare alcune differenze. È infatti omogenea la per-centuale di recupero dei rifiuti verdi (94,2%), dei metalli (94%), del vetro (93,5%) e della carta (90, 5%), mentre è inferiore la quantità di plastica rac-colta che viene recuperata, pari a circa i tre quarti (76,4%).

Page 8: Biosfera2409
Page 9: Biosfera2409

benessere

.9

Alla scoperta del nettare rosso

all’insegna della biodinamicità

Da alcuni anni il vino non si limita a regalare il suo piacere di bevanda di accompagnamento ai piatti tipici di ogni latitudine, di squisito nettare da assaporare singolarmente in aperitivo o in meditazione post pranzo.

Recentemente si è scoperta la bio-dinamicità dei vini, anche se sarebbe più corretto parlare di riscoperta, vi-sto che trae origine da studi ed esperi-menti condotti in Francia già negli anni Venti.

Il vino biodinamico è diverso da quello così detto naturale o semplice-mente biologico. Si tratta di una tec-nica che miscela pratiche biologiche incentrate sul legame con la terra, in particolare con l’attenzione spasmodi-ca alla ricostituzione della fertilità del terreno, con conoscenze astrali. Lungo tutto il processo di lavorazione, dalla vigna alla cantina, viene infatti seguito scrupolosamente il calendario lunare e la posizione dei corpi celesti, come spiegato da appositi manuali.

Il risultato ottenuto è generalmente un prodotto dal colore intenso e da eccellenti proprietà organolettiche, in grado di soddisfare ampiamente il palato, ma anche di donare benefi-

ci all’organismo. Questa tecnica sta prendendo piede velocemente anche in Italia, contando numerosi nuovi produttori specie in Romagna. Se per molti è una semplice moda, per altri, diremo i più, viene considerato un me-todo in grado di durare nel tempo, con l’obiettivo di elevare la qualità del pro-dotto ai massimi livelli.

Ma l’evoluzione del vino non si fer-ma qui. Esiste infatti la vinoterapia, un processo che consente di tuffarsi - in tutti i sensi - nella magia del nettare d’uva che in questo caso viene assa-porato, respirato e utilizzato per un bagno dove immergere tutto il corpo.

Anche stavolta maestri sono i Fran-cesi, più precisamente alcuni produt-tori della zona del Bordeaux. In Italia, è il Chianti senese il luogo in cui si è iniziato a sperimentata la vinoterapia, fino a diventare ad oggi un vero must per chi vuole coniugare i benefici del wellness con quelli del turismo eno-gastronomico e dello slow-food.

Primi a lanciare questa tendenza, i ti-tolari del Castellare de Noveschi, a San Sano, un resort immerso tra le colline cosparse di ulivi e vigneti, ricavato all’interno di un fortilizio militare del milleduecento. All’interno di un’enorme botte plurisecolare è possibile vivere l’esperienza del bagno nel vino, consigliata soprat-tutto per le coppie in cerca di un toc-co di originale romanticismo.

La vasca in vetroresina, dai riflessi bordeaux, è appositamente studiata per garantire il massimo del confort. Degustando un ottimo calice di chian-ti classico, avvolti dalla musica d’am-biente e dalla calda atmosfera delle candele sapientemente disposte sui ripiani della cantina, ci si rilassa con l’idromassaggio nell’acqua tiepida arricchita da sali ed essenze specifi-che estratte dal vino. Nel frattempo l’aria si riempie dei sentori d i mora, fragola, viola e arancio, regalan- d o anche un ulte-riore piace-re olfattivo.

Ma il re-lax psico-fisico non è il solo r isultato c h e s i

ottiene con il ‘bagno nel vino’. La vinoterapia, secondo gli studi con-dotti dai ricercatori, fornisce un im-portante aiuto contro gli effetti del tem- po e l’invecchiamento cellula-

re. I principi attivi contenuti negli acini e nei vinaccioli

(i semi contenuti al loro interno ndr) sono infatti ricchi di calcio, fosforo,

flavonoidi, che svolgono un’azione idratante e an-tiossidante. Non vanno poi

dimenticati gli effetti di queste sostanze per contrastare gli ineste-

tismi della pelle, la cellulite e la pe-santezza delle gambe. Un mix

benefico quin-di.

Ma un trat-tamento di

questo tipo, specie se ac-

c o m p a g n a t o da una vacanza campestre, è so-prattutto un ot-timo rimedio per

lasciare a casa lo stress e avere come

effetto finale una sensazione di leg-gerezza e tonicità.

di Leonardo Rosa

Relax e bellezza con la vino terapia

Page 10: Biosfera2409

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

PAG_HAB_23,5x35.pdf 19-09-2011 12:16:05

Page 11: Biosfera2409

bioarchitettura

.11

Nei boschi piemontesi alla scoperta

del primo villaggio arboricolo italiano

C’è chi la sceglie per un piccolo we-ekend romantico e chi, invece, per tutta la vita: la casa sull’albero, sim-bolo che riporta i nostri sogni ad un infanzia spensierata, si è trasformata in qualche angolo della nostra peni-sola in un vero e proprio stile di vita.

Mentre i bad & breakfast sorti nelle varie parti d’Italia registrano il tutto esaurito per le coppie che vogliono regalarsi questo tipo di esperienza, l’idea del villaggio ‘arboricolo’ è an-cora timida in terra mediterranea, anzi timidissima, contando che l’uni-ca comunità italiana che può vantare di vivere sugli alberi è quella piemon-tese che sorge fra i boschi dei Monti Pelati.

Il villaggio, nato nel 2002, è infatti l’unico ‘villaggio arboricolo’ presente in Italia e conta solo una dozzina di abitanti ed una bambina, nata in mezzo al bosco a sette metri dal suolo il 31 dicembre 2005.

Le case, realizzate con le più innovative tecniche di bioedilizia, sono perfetta-mente integrate nella natura, costru-ite utilizzando soprattutto materiali del bosco o riciclati. Tutte le abitazioni sorgono ad un’altezza di 6/7 metri, su castagni e sono supportate da grosse travi di legno stile palafitta. Gli abitan-ti per muoversi da una casa all’altra non usano liane, ma ponti e passerelle di legno sospese che collegano ogni abitazione e permettono di non scen-dere mai a terra.

Ma chi si aspetta di trovarsi di fron-te a uomini ‘primitivi’ o ‘figli dei fio-ri’, che vogliono fuggire dalla società per rifugiarsi in un mondo privo di

ogni innovazione tecnolo-gica, si sbaglia di grosso: i nostri ‘arboricoli’ sono in realtà manager, farmacisti, ricercatori, infermieri e ora-fi, che in alcuni casi hanno costruito il proprio labora-

torio o ufficio a sette metri di altezza, per avere una vista

mozzafiato dalla finestra, a “tu per tu” con alberi di castagno.

Questi intraprendenti cittadini infatti non si fanno però mancare nulla e rie-scono ad abbinare il loro amore per la natura e la tranquillità con comodità e tecnologia: così, entrando in una delle ‘fiabesche’ case sull’albero, non ci si deve stupire di trovare cucine, elettri-cità, telefono, internet, bagni e docce, il tutto ovviamente sempre nel rispet-to dell’ambiente e senza sprechi.

Gli abitanti del villaggio inoltre si occupano di tener pulito e curato il bosco e producono anche dei parti-colari apparecchi elettronici per tra-

sformare i segnali vitali delle piante e degli alberi in musica.

Per costruire le loro case sono state necessarie carrucole, corde, buone braccia e soprattutto tanta volon-tà. Per tutto il resto ha contribuito il bosco, che ha fornito legname, e la moderna tecnologia, che ha permes-so agli abitanti del villaggio di non morire di freddo grazie a materiali per coibentare le pareti delle case.

Certo, le difficoltà non mancano e la ‘vita arboricola’ comporta grande spirito di adattamento e qualche sa-crificio, come per esempio raggiunge-re il bosco con le macchine, traspor-tare la spesa o affrontare giornate di pioggia, vento, neve o ghiaccio, ma l’esperienza di una vita sugli alberi, a contatto con la natura pura e sempli-ce, sembra ripagare i pochi coraggio-si che la scelgono come stile di vita, tenendoli lontani dal traffico, dallo smog e dalla freneticità quotidiana cittadina.

Il villaggio sopra gli alberi

Page 12: Biosfera2409

il viaggio

12.

Seconda parte della nuova avventura

di un viaggiatore... a piedi

Rifornimento d’acqua per le bor-racce, cinghie strette al punto giusto, mappe appena consultate: siamo pronti per lasciare le nostre prime orme sulla Via Spluga. Il punto di par-tenza si trova vicino alla stazione delle corriere. Alcuni cartelli forniscono in-dicazioni sul sentiero, accanto a noi una coppia di turiste tedesche che si apprestano a compiere il nostro stes-so itinerario. Dal centro di Thiusis ai primi boschi il passo è breve.

Come ogni primo giorno di marcia è necessario calarsi nello status di cam-

minatore: il fisico deve abituarsi a uno sforzo limitato ma continuativo per di-verse ore, a sera l’acido lattico si farà sentire. Il tracciato tutto sommato tranquillo e le chiacchiere sulle reci-proche vicissitudini da trentenni, fan-no scorrere lievi i primi chilometri di sentiero. Nei pressi di Sils una breve deviazione per visitare esternamente quel che resta di un castello medieva-le. Il fortilizio, immerso nelle praterie, ricorda più uno scorcio di Scozia che uno scampolo alpino. Tempo pochi minuti per un sorso d’acqua e il cam-mino procede. “Guardate che mera-viglia”: Ciccio indirizza il suo bastone dritto avanti a sé. Il bosco si dirada, cinquanta metri più in là si apre un dirupo, il sentiero si incanala verso il ponte della Traversina. Rimaniamo a bocca aperta: il ponte, opera dell’in-

gegner Conzett, è una struttura oscil-lante, costruita su un’intelaiatura di cavi d’acciaio su cui poggiano le assi di legno. Si erge a circa 70 metri dal suolo ed è il solo mezzo per superare la vallata sottostante.

Cesare esterna un certo disagio “io non soffro di vertigini, ragazzi, ma queste cose rischiano di paralizzarmi un po’”. Gli fanno eco le nostre battute sarcastiche tese a incoraggiare, non certo a schernire, il nostro amico che decide per questo di sfatare la paura, affrontando per primo il “mostro” arti-ficiale. Io lo seguo a ruota. I primi pas-si, in discreta pendenza, permettono di saggiare la struttura, leggermente ondeggiante, ma molto robusta. Alla fine i 56 metri di lunghezza sono su-perati da tutti senza alcun problema. Ci prendiamo il tempo di rimirare e

fare qualche foto a questo prodigio architettonico che si staglia alla perfe-zione con il paesaggio naturale della vallata.

Ma le sorprese non sono finite. Dopo pochi chilometri un parcheg-gio per pullman e la presenza di mol-te macchine nei pressi della strada asfaltata segnano l’approssimarsi di un punto di richiamo turistico. A se-pararci dall’accesso alla famosa gola della Viamala un recinto e una casu-pola in legno dove campeggia la scrit-ta ‘ticket office’. Anche gli spettacoli naturali, alle volte, costituiscono un business. Biglietto alla mano, ci ren-diamo conto in fretta che per riuscire ad ammirare da vicino le impetuose acque del torrente Rhein sono state necessarie opere imponenti e una costante manutenzione del sentiero

La Via Spluga da Thusis

Page 13: Biosfera2409

il viaggio

.13

creato per raggiungerlo. Scendiamo i circa mille gradini ricavati nel granito, frammezzati da tunnel e terrazze pano-ramiche. Alla fine lo spettacolo ripaga abbondantemente di tutto: la luce che filtra, lottando tra le cime frastagliate, si riflette sul fondale del torrente, do-nando all’acqua incredibili tonalità che oscillano dal verde al blu cobalto. So-pra di noi, quasi a sfiorarsi, le altissime pareti di roccia separate nei secoli dal torrente, come un filo che nelle sapien-ti mani di un artigiano ha tagliato con pazienza due blocchi di materiale co-riaceo.

A completare il quadro, gli archi di pietra, frutto dell’erosione di vento e acqua, posti nei punti più impervi, a disegnare una scenografia naturale su-periore a qualsiasi fantasia. Appagati appieno dallo spettacolo ne ripaghia-

mo parzialmente lo scotto affrontando la lunga scalinata per recuperare i 300 metri di dislivello e riprendere il cam-mino.

Ma è anche il momento di mette-re qualcosa sotto i denti. Solo Ciccio mantiene fede alle sue abitudini di saltare il pranzo, sostenendo che du-rante lo sforzo fisico sia meglio non mangiare. Un’ora di ozio e si riprende la marcia. Allo sbucare di ogni classi-co ponticello in prossimità di piccoli torrenti, parte inesorabilmente una frecciata all’indirizzo di Cesare. Ciccio è il più pungente. “Dobbiamo prenderti la mano per affrontare questo rischio-sissimo passaggio nel vuoto o pensi di farcela da solo?”. Una cosa è certa: la goliardia sarà sempre nostra compa-gna di viaggio.

Leonardo Rosa

In tutta la regione si contano 43 mercati che propongono prodotti bio. Quelli censiti,

almeno, perché iniziative di questo tipo si moltiplicano rapidamente e rendono

difficile il monitoraggio. Vediamo dove sono presenti le bancarelle

bio in Emilia Romagna che aprono a cadenza settimanale o periodica.

PROVINCIA DI PIACENZAMERCATO DELL’ARTIGIANATO DEI COLORI E DEI SAPORI, Piazza Duomo Piacenza, venerdì MERCATO DELL’ARTIGIANATO DEI COLORI E

DEI SAPORI, Piazza Cavalli Piacenza, lunedì PIAZZA CASALI Piacenza, dal lunedì al sabato

CURIOSANDO SOTTO IL CASTELLO - CASTELL’ARQUATO, Piazza del Municipio,

seconda domenica di ogni mese da marzo a dicembre (ore 9-19)

MERCATO MENSILE DEL BIOLOGICO E DELLE COSE USATE – FIDENZA, primo

sabato di ogni mese

PROVINCIA DI PARMALA CORTE - DALLA TERRA ALLA TAVOLA, Via

Imbriani Parma, sabato (8.30-13) ROCCA E NATURA – FONTANELLATO,

Centro storico, quarta domenica di ogni mese (9-18)

MERCATO TRAVERSETOLO – TRAVERSETOLO, Via San Martino,

domenica mattina

PROVINCIA DI REGGIO EMILIAMERCATO DEL CONTADINO, Piazza Fonta-nesi Reggio Emilia, sabato mattina (8-13) MERCATO DI PIAZZA PICCOLA – Piazza San

Prospero Reggio Emilia, da lunedì a sabato

PROVINCIA DI MODENABIOPOMPOSA – Piazza Pomposa Modena,

martedì e sabato (8.30-13) MERCATO CONTADINO – Parco Ferrari

Modena, venerdì (14-18) MERCATO DEL CONTADINO – SASSUOLO, via Po’ Località Braida, 2° e 4° sabato (8-13)

MERCATO DI CARPI - Parco Giovanni Paolo II, giovedì e sabato (8-13)

BIOSPILLA – SPILAMBERTO, Torrione Medievale, venerdì (7-13.30)

VIGNOL, via Cavova 4, venerdì pomeriggio e sabato mattina

PROVINCIA DI BOLOGNAVia Udine Bologna, presso il cortile della

Scuola di Pace, venerdì (17.30-20.30) VAG61 - Via Paolo Fabbri 110 Bologna,

martedi (18-21) MERCATO DELLA TERRA – Via Azzo Gardino

Bologna, sabato (9-14) XM24 – Via Fioravanti 24 Bologna, giovedì

(17.30-21) BIO MARCHÈ BUDRIO- BUDRIO Piazza

Antonio da Budrio, lunedì (17.30-20.30) MERCATO DI VERGATO – VERGATO Piazza

della Pace, sabato e domenica MERCATO DELLE COSE BUONE - SAVIGNO

Piazza centrale, seconda domenica del mese

MERCOLBIO – IMOLA via Serraglio presso Centro Sociale La Stalla, mercoledì (17-20)

PROVINCIA DI FERRARA

DOMENICHE BIO FERRARA – Piazza Castello Ferrara, seconda domenica del mese (9-19) SAPORI MATILDEI - BONDENO Piazza

Garibaldi, sabato (8-13)

PROVINCIA DI RAVENNAMARTEDÌ GRAS – CSA Spartaco Via Chiavica

Romea 88 Ravenna, martedì (18-20) BIOMARCHÈ LUGO - LUGO Logge del

Pavaglione, venerdì (17-20) BIOMARCHÈ FAENZA - FAENZA Parco

Vespignani, lunedì (18-22)

PROVINCIA DI FORLÌ-CESENAMERCATO DI FORLÌ – Mercato Forlì, lunedì e

venerdì (7-13) MERCATO DI CESENATICO - CESENATICO

(FC) - Piazza Conserve, mercoledì e sabato (7-13)

LE CRETE DI MONTENOVO - SAN MAURO PASCOLI Via Renato Serra 17, martedì,

venerdi e sabato (9.30-12.45) MONTIANO - Via Provinciale Sogliano 2117,

martedì e venerdì (15-20) RONCOFREDDO - Via Comandini 38,

venerdì-domenica (8-12 e 14-21)

PROVINCIA DI RIMINIRIMINI – Via della Torretta 5, giorni feriali

(15-19)

BANCARELLE BIO IN REGIONE

...a Chiavenna

Page 14: Biosfera2409

Gra

fica

by C

oop.

Soc

. Int

egra

zion

e La

voro

- gr

afic

a@in

tegr

azio

nela

voro

.org

Anno europeo del volontariato 2011Volontariato

Associazioni coinvolte:Dammi la mano, Centro Donna Giustizia, Comitato Albanuova, Servizio Accoglienza alla Vita di Ferrara, La Casa di Federica, Viale K, Anche Loro.

Con il supporto di:Agire Sociale – Centro Servizi per il Volontariato – Ferrara, all’interno del “Progetto Povertà”

PER MAGGIORI INFORMAZIONIChiama Agire Sociale al numero 0532 205688Oppure scrivi a [email protected]

,

Page 15: Biosfera2409

agricoltura biologica

.15

L’orto in classe: i ragazzi delle medie

coltivano biologicoUn fazzoletto di terreno coltivato in

modo biologico che rende cipolle, vari tipi di insalata, pomodori, zucche, ca-rote ed erbe aromatiche: non siamo in una tranquilla casa di campagna, ma nel giardino di una scuola media e più precisamente in quello della scuo-la media “Zappata” (nomen omen in questo caso!) di Comacchio (FE). É stato intitolato ‘Bio Orto’ ed è il nuo-vo progetto che permette ai ragazzi un nuovo modo di apprendere e di riscoprire la realtà e le tradizioni di un tempo, di quando ancora i loro nonni erano alle prese con la nuda terra e non esisteva nessun agente chimico in grado di aiutarli, ma solo tanta cura e buona volontà.

“I ragazzi vanno educati e sensibiliz-zati verso interessi sempre più aderen-ti alla realtà” spiega Michele Vergaro, insegnante di materie letterarie della scuola media “Zappata” e coordina-tore del progetto Bio Orto “ed è per questo che, insieme al personale della scuola e ad altri tre miei colleghi (Vale-rio Farinelli, Gianpietro Riccò e Danie-

la Poli), grazie al finanziamento della Provincia di Ferrara abbiamo avviato un progetto il cui obiettivo principale è quello di riscoprire il gusto della na-tura attraverso il buon cibo. Lo scorso anno sono state coinvolte le sezioni ‘C’ e ‘D’, che hanno lavorato con pas-sione per parecchi mesi. All’interno dell’area cortiliva dell’edificio scola-stico “Cappuccini” hanno dissodato il terreno, allestito le aiuole e piantato diverse sementi biologiche.”

“Abbiamo inoltre coinvolto altre re-altà” continua “come la fattoria degli animali di Porto Garibaldi, gestita da Antonella Galante, che i ragazzi hanno visitato e la fattoria biologica ‘Pasco-letto’ di Gavello di Bondeno. Quest’ul-tima è stata una visita molto proficua per i nostri studenti: durante quella giornata sono state infatti mostrate ai ragazzi le tecniche di inseminazione e la gestione biologica dei prodotti. Lo scopo è quello di riavvicinare i giovani a ritmi di vita più adeguati, responsa-bilizzandoli nella gestione dell’orto” racconta entusiasta il professore.

Durante gli ultimi giorni di scuola i ragazzi hanno colto il frutto del loro lavoro, portando a casa i prodotti di stagione: insalate e cipollotti.

Sta per ripartire un nuovo anno sco-

lastico e con questo anche l’ambizio-so progetto Bio Orto, che non è mai an-dato in vacan-za: infatti, grazie

all ’ im-p e g n o del per-sonale ausiliario della scuola media ‘Zappata’ di Comacchio, il piccolo orto ha continuato ad esistere e a fruttare anche durante la stagione estiva. si è occupata del l ’appezza-mento di ter-reno, racco-

gliendo gli altri prodotti che la terra ha offerto, come pomodori e zucche.

A partire da settembre il bio orto continuerà ad insegnare

qualcosa ai ragazzi, grazie ad un p r o g e t t o

in grado di portarli a l l ’ o r i g i -nario rap-porto con

Madre Na-tura, sempre

benevola con chi si prende cura di lei

con amore. I ragazzi comac-chiesi, con il nuovo anno scolastico, saranno di nuo-vo protagonisti di questo

interessante progetto e ri-immergendo le mani nella ter-

ra potranno scoprire che il lavoro, se fatto bene, dona

sempre... buone verdure da gustare in delizio-

si piatti insieme ad amici e familiari.

Perché in fondo si sa, si gusta molto più volentieri ciò che viene dalle nostre mani.

Alla scuola ‘Zappata’... si zappa l’orto

Page 16: Biosfera2409

EI02

0764

Page 17: Biosfera2409
Page 18: Biosfera2409
Page 19: Biosfera2409

turismo etico e solidale

.19

Un progetto per ridurre i costi

dei servizi collegati al turismo sciistico

È appena terminata l’estate e in Emi-lia-Romagna già si pensa alla stagione sciistica, con un progetto articolato a livello regionale all’insegna di un turismo green anche sulla neve. Ridurre i con-sumi e puntare sulle rinnovabili, queste le parole chiave del piano “Una nuova energia”, presentato alla Regione Emilia-Romagna, dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Gian Carlo Muzzarel-li, e dell’assessore regionale al Turismo, Maurizio Melucci.

Il progetto è partito da una constatazio-ne: ogni anno il costo di energia elettrica per stagione supera il milione di euro con 6,2 milioni di Kwh consumati. E ammonta ad oltre 363 mila euro il consumo annuale di carburanti all’anno, quantificato a circa 380 mila litri.

L’obiettivo del Piano recentemente ap-provato consiste pertanto nel-la riduzione dei consumi e n e rg e t i c i e nella pro-duzione di energia da fonti rinno-vabili  per la gestione so-stenibile degli

impianti sciistici presenti in ben 19 Co-muni, nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Forlì-Cesena. Tutto ciò a partire da uno studio previsto dalla convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e l’Unione di prodotto Appennino Verde.

“Consapevoli delle grandi difficoltà del settore dello sci invernale – hanno sot-tolineato Muzzarelli e Melucci, nel corso della conferenza di presentazione del Piano – con questo progetto arriva un segnale chiaro e importante per ridurre i costi dei servizi collegati allo sci e al con-tempo avviare la riduzione dei consumi energetici da fonti fossili. Un beneficio per l’ambiente, per gli operatori e per gli sportivi che frequentano le piste emiliano romagnole”.

Gli obiettivi. Il primo Piano triennale ha impegnato oltre 130 milioni di euro per investimenti in efficientamento e sviluppo di rinnovabili nel sistema regionale, con-sentendo anche di superare, in alcuni set-tori, gli obiettivi previsti. Ora, con questo

secondo piano, la Regione intende superare il burden sharing che le verrà assegnato dal Governo all’in-terno dell’obietti-

vo nazionale, ovvero il 17% di energie rinno-vabili sull’energia com-plessivamente consu-mata al 2020.

I tre assi del documento. L’efficienza e il risparmio energetico in tutti i settori (in-dustriale, civile, trasporti) rappresentano il primo obiettivo del Piano. Oltre a questo, altri due sono gli assi del documento regio-nale: sviluppo delle fonti energetiche rin-novabili (dal sole all’acqua, dal vento alla geotermia) e impulso alla filiera delle tec-nologie energetiche e all’economia verde.

In progetto ci sono interventi da 139 milioni di euro, così suddivisi: 15 milioni di contributi per il sistema regionale della ricerca e della formazione; 36 milioni de-stinati allo sviluppo della green economy e qualificazione energetica del sistema produttivo; 9 milioni al settore agricolo; 30 milioni alla qualificazione edilizia urbana e territoriale; 45 milioni alla promozione del-la mobilità sostenibile; 3 milioni per azioni trasversali e di programmazione locale.

Alle risorse del Piano, si aggiungono 64 milioni già impegnati per le aree ecologi-camente attrezzate e 22 per il bando dei distretti tecnologici. Altri 478 milioni di in-vestimenti sono inseriti nei bilanci triennali delle aziende multiutility per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. E saranno dedicati all’energia e all’ambiente anche otto laboratori della Rete regionale per l’Alta tecnologia, che impiegato 450 ricer-catori.

Sono già oltre duemila le imprese che, sul territorio emiliano-romagnolo, sono occupate nel campo delle tecnologie per il risparmio energetico e per la produzione di energia da fonti rinnovabili: ciò rappre-senta una potenzialità indubbiamente im-portante per l’economia regionale, che ha l’opportunità concreta di sviluppare filiere produttive ancora nuove e, soprattutto, più attente all’ambiente.

La neve? È verde in Emilia-Romagna

Piano energetico regionale

gli obiettivi in cifreEfficientamento e risparmio. Il

Piano attuativo 2011-2013 stima un taglio annuale di consumi

pari a 471 ktep/anno al 2013 (il 47% nel residenziale, il 23% nel

terziario, il 20% nell’industria ed il 10% nei trasporti). Nel dettaglio,

la riduzione prevista è quindi di 222 ktep/anno nel settore

residenziale, 108 nel terziario, 94 nell’industria, 47 nel settore dei

trasporti. Al 2020, il risparmio sarà pari a 1570 ktep/anno: 738 ktep/

anno nel settore residenziale, 361 nel terziario, 314 nell’industria,

157 nei trasporti. Energia da fonti rinnovabili. Il

piano prevede nel triennio 2011-2013 una produzione di energia

rinnovabile che, partendo dai circa 1300 MW, oscillerà tra i 2186

MW (nel caso in cui si attestasse al 17% della produzione totale

di energia) ai 2765 (nel caso già raggiungesse il 20%). L’obiettivo

al 2020 è ancora più elevato: il range oscilla tra i 6550 ed i 7960

MW, raggiungendo perciò il 20% di energia prodotta da fonti

rinnovabili.

Page 20: Biosfera2409

IL NUOVO SISTEMA PARABOIDALEPER LA PRODUZIONE DI ACQUACALDA E RISCALDAMENTOA INSEGUIMENTO SOLARE

L’energia che il sole manda sulla terra,è pari a 15.000 volte il fabbisogno umano.APPROFITTIAMONE!

ENERCOOPERATTIVA SOCIETA’ COOPERATIVA Via Caselli, 13/B • 44124 • FERRARA TEL: [email protected] • www.enercooperattiva.it

esclusivista di zona per FERRARA e PROVINCIA

Page 21: Biosfera2409
Page 22: Biosfera2409

1) Prodotti esclusivamente italiani.

2) Imprese e operatori italiani.

3) Garanzie Garantite: Manutenzioni

con pronto intervento, locali.

4) Assistenza continua sulla scelta dei prodotti, delle

aziende incaricate all’esecuzione dell’impianto.

5) Assistenza alla preparazione dei documenti

per ENEL, GSE, Enti Locali, ecc.

6) Scelta dei tecnici incaricati alle pratiche

necessarie.

7) Il tutto con costi NON A VOSTRO CARICO

8) Contratto di manutenzione con PRONTO

INTERVENTO 24/24h, 365gg, a 20/25 Km

d all’impianto, entro 4 ore dalla chiamata.

, L’UNICO COSTO È UNA TELEFONATA

PER SAPERE TUTTO SU UN INVESTIMENTO SENZA RI-SCHI E CON UN RIENTRO DEL CAPITALE INVESTITO IN 7/8 ANNI E CON RENDITA SICURA PER ALTRI 13/14 ANNI È UN’ORA DI TEMPO DA IMPIEGARE PRESSO LA VOSTRA AZIENDA O ABITAZIONE.

PUNTI DI FORZA

Energia alternativaLa sua missione di risparmio energetico e l’abbattimento dell’inquinamento

EI01

8076

IDRAULICAOpere idrauliche, condotte efognature

PROGETTAZIONEIMPIANTISTICAProgettazione impiantistica,idrica, termica ed elettrica,impianti meccanici in genere

PROGETTAZIONISPECIALIPrevenzioni incendi,protezione dal fuoco,progettazione bioclimatica,risparmio energetico, analisitermografiche, certificazionienergetiche, acustica,controllo del rumore

PROGETTAZIONESTRUTTURALEAnalisi strutturale in zonasismica

DIREZIONE LAVORIE CANTIEREDirezione lavori, computimetrici estimativi, contabilità

CONSULENZEPerizie e consulenzetecniche

Dott. Ing. Alessandro Giglicell. 348 54 46 [email protected]

Dott. Ing. Tiziana D'Arienzocell. 347 94 08 [email protected]

Lo studio nasce nel 2004 dallasimbiosi operativa di due ingegneridalle competenze specifiche, peroffrire risposte innovative ad esigenze complesse.

Costruire risparmiandonel rispetto dell'ambiente.

Assistenza integrata e concretain tutte le fasi progettuali e operative,dalla designazione del budget dispesa e dei consumi previsti, alcoordinamento della realizzazione,per il cliente privato e l'azienda.

EI01

8961

Page 23: Biosfera2409

bioarchitettura

.23

ISSN 2037-447X

NO SPAM

Q uesto gio

rnale non riceve contributi per l'e

ditoria a

fondo

perduto

EDITORE: Edit Italia s.r.lDirezione, Amministrazione, Redazione: Ferrara V.le Cavour, 21 Tel. 0532.200033 Fax 0532.247269Amministratore delegato: ROBERTO AMADORI

CONCESSIONARIE per i capoluoghi e le province di:FORLÌ, CESENA, RIMINI, PESARO, URBINO, RSM, COMUNE DI IMOLA E COMPRENSORIO, BASSO FERRARESE,PUBLIMEDIA ITALIA Srl P.zza Bernini, 6 - 48100 RavennaTel. 0544.51.13.11 - Fax 0544.51.15.55

Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1343 dell’11/01/2010Direttore responsabile: ROBERTO AMADORIArt Director: SERGIO TOMASI

Redazione: ROBERTO AMADORI, ROMINA BUTTINI, RAFFAELE QUAGLIO, GIAMBALDO PERUGINI, CLAUDIA RICCI, MARA RICCI, SERGIO TOMASI, SCOOP MEDIA EDIT soc. coop.Stampa CSQ Spa Erbusco (BS)

Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione: in ogni caso non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

Le zone umide ravennati8 ottobre 2011

Ravenna - Sala Forum - ex Circoscrizione II (Via Berlinguer, 11)

Incontro pubblico, sabato 8 ottobre, a partire dalle ore 9, sul tema delle zone umide ravennati: Valle della Canna, Punte Alberete, Bardello.

Raccolta di proposte, suggerimenti, nuove idee e possibili collaborazioni per la loro salvaguardia.

Interventi di: Mara Roncuzzi, Assessore all’Ambiente Provincia di

Ravenna; Guido Guerrieri, Assessore all’Ambiente Comune di Ravenna; Angela Vistoli, Dirigente Servizio Ambiente ed Energia Comune di

Ravenna; Lucilla Previati, Direttore Parco del Delta del Po.

Cambiamenti climatici e aumento CO2:convegno internazionale

14 ottobre 2011Reggio Emilia - Sala Capitano del Popolo, Hotel Posta (piazza del Monte, 2)

“Le città per il clima-Le politiche locali per la riduzione della CO2” è il titolo del convegno in programma il 14 ottobre a Reggio

Emilia. Saranno presentati i risultati del progetto “LIFE LAKS (Local Accountability for Kyoto goalS)” il cui obiettivo è fornire alle altre città

italiane ed europee strumenti per monitorare le emissioni climalteranti (in particolare l’anidride carbonica), valutarne l’impatto sull’ambiente e,

di conseguenza, adottare le azioni correttive necessarie.

LAKS è un progetto europeo sviluppato dai Comuni di Reggio Emilia, Padova, Girona, Bydgoszcz e ARPA Emilia-Romagna, con il supporto

tecnico di Indica srl, Reggio nel Mondo srl e ICLEI Europe, e sostenuto dalla Commissione Europea.

APPUNTAMENTI

La casa è mia e la costruisco io

“Muratori di paglia” corsi fai da te per

erigere i propri muriC’era una volta una casa di paglia, ma

in vista nessun lupo cattivo. Stefano Soldati, titolare dell’azienda agricola veneta La Boa, forse non conosceva la favola dei tre porcellini quando si è messo all’opera per la ristrutturazione della sua casa a due piani a Pramag-giore di Portogruaro (VE).

Costruita in laterizio di pessima qua-lità, la vecchia casa soffriva di gravi problemi di umidità e le fondamenta erano continuamente esposte al ri-schio di inondazioni, data la vicinanza di un canale che tracima ogni anno. Secondo l’architetto incaricato alla progettazione sarebbe stato più eco-nomico e più sicuro demolire tutto e ricostruire su nuove fondamenta. Così Stefano iniziò a pensare alle case in balle di paglia costruite da Barbara Jones, architetta britannica esperta di costruzioni in balle di paglia, la miglio-re in tutto il Regno Unito.  A lei si deve l’adattamento della tecnica, già am-pliamente utilizzata in Nord America, alle condizioni climatiche europee e la stesura del manuale “Costruire con le Case di Paglia”.

Oltre al vantaggio di potersela co-struire da soli in breve tempo, con un po’ di supporto tecnico, i benefici che può apportare una casa di paglia sono molti:  la paglia infatti, oltre ad essere un materiale molto economico, è an-che altamente isolante, sia dal punti di vista acustico che termico, è resisten-te alle vibrazioni sismiche, ecocompa-tibile, ecosostenibile e ‘traspirante’, in quanto non intrappola l’umidità den-tro l’edificio, ma la distribuisce unifor-memente nell’ambiente. Le balle di paglia, essendo composte dai culmi delle piante di frumento compresse e impacchettate da una macchina im-ballatrice, hanno al loro interno una quantità minima di ossigeno e, grazie alla finitura superficiale garantiscono una elevata resistenza al fuoco.

E’ così che il titolare dell’azienda agri-cola si è deciso a ricostruire la sua casa utilizzando questo insolito e curioso materiale altamente sconsigliato dalle favole popolari.

E’ ovvio però che ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro e Stefano Soldati non si è dimenticato di valutare insie-me al suo architetto i rischi della paglia: anche se la possibilità dello scoppio di un incendio è poco probabile, per via dell’intonaco e dell’estremo grado di compressione del materiale e se la sta-ticità dell’abitazione è assolutamente

sufficiente, in quanto la paglia permette una maggiore elasticità in caso di terre-moti o cedimenti del terreno rispetto a cemento, mattoni o pietre, il problema di questo materiale è la degradabilità. Nessuno sa con certezza quanto potrà durare una casa costruita in paglia, ma è certo che un edificio può resistere oltre i 100 anni: una pressa di paglia infatti non è altro che fibra compressa, che assume quindi le stesse caratteristi-che del legno. La cosa più importante è prestare attenzione, in fase di progetta-zione e di costruzione, ad alcuni accor-gimenti fondamentali volti soprattutto ad evitare i ristagni di umidità tra la pa-glia e gli altri materiali impiegati.

In seguito il titolare dell’azienda ha trasformato questo esperimento in una vera e propria scuola per tutti gli ap-passionati di edilizia che hanno sempre sognato di costruire da soli la propria casa, organizzando una serie di diversi e particolari corsi in cui si insegna ad utilizzare le balle di paglia, intona-care o fare i pavimenti con la terra cruda e fare progettazione con la permacultura, integrando l’abitazione in un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico.

Una casa di paglia infatti può essere assolutamente indistinguibile da una normale casa in mura-tura, quindi anche la vista può avere la sua parte e, seguendo i corsi presso l’azienda agri-cola Boa, si può costruire una solida abi-tazione abbi-nando la sem-plicità e l’eco sostenibilità della paglia con l’este-tica pre-ferita.

Page 24: Biosfera2409

EI017003