bianconero magazine - n. 8 - 2013/2014

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ANNO IV N. 8 - 17 NOVEMBRE 2013 www.cesenacalcio.it CESENA- CITTADELLA Domenica 17 Novembre h. 15:00 TABANELLI: “SE TELEFONANDO...”

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Bianconero Magazine - N. 8 - 2013/2014

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anno IV n. 8 - 17 noVEMBRE 2013

IBN4 numero 28-09-2012 7:27 Pagina 2

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

Mattia Graffiedi

www.cesenacalcio.it

Cesena-CITTaDeLLaDomenica 17 Novembre h. 15:00

TabaneLLI: “se TeLefonanDo...”

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IBN4 numero 28-09-2012 7:27 Pagina 14

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

Di ANDreA Gori

Per l’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori

morali e culturali

ceseNA

La chilometrica lista degli infortunati ha frenato non poco il Cesena nelle ultime tre gare. Due punti in tre partite sono il bottino più scarno raccolto dai bianco-

neri finora in campionato: Succi e compagni non erano mai stati, prima d’ora, tre gare senza vincere.In questo momento delicato c’è un assenza che fa rumore più delle altre. Non è quella di Campagnolo, che ha trovato un degno sostituto nell’affidabile Coser e nemmeno quella dell’ottimo Consolini, che comunque il popolo biancone-ro attende a braccia aperte. La mancanza più profonda è quella di Emmanuel Cascione. Strano a dirsi, visto che ad inizio stagione il rendimento del centrocampista calabrese era apparso poco in linea con il valore e con le aspettative sul giocatore. L’avvio di Cascione era stato frenato da una condizione fisica deficitaria rispetto a quella dei compagni, che non gli ha permesso di esprimersi al meglio. Inoltre, chiamato ad occupare il ruolo di mezzala, non aveva il dina-mismo e la brillantezza necessarie per gli inserimenti senza palla. In molti si sono chiesti se Cascione non fosse il clas-sico caso di un giocatore in parabola discendente, nono-stante i soli trent’anni di età mostrati nel suo passaporto.La svolta è arrivata con l’intuizione tattica di Bisoli, di affi-darsi a lui nel ruolo di mediano davanti alla difesa. Cascione non ha vissuto una “vita da mediano” ma quel ruolo lo sa fare eccome, avendolo già approcciato a Reggio Calabria e a Pescara.Nella nuova posizione, il numero 34 bianconero è sembrato fin da subito un giocatore nuovo, sfoderando prestazioni determinanti. I numeri parlano chiaro: con lui in campo in posizione di regista, il Cesena ha vinto contro Juve Stabia e Bari e, prima del suo infortunio, stava espugnando anche il “Piola” di Novara, proprio con una sua zampata.Cascione in mezzo al campo funge da radar per tutto il Ca-valluccio. In fase difensiva protegge la zona centrale dalle incursioni dei centrocampisti e sporca una grande quantità di passaggi avversari sulla tre quarti, molto spesso recu-perando palla; quando poi ha la palla tra i piedi, riesce a disegnare ottime linee di servizio per i compagni, anche dalla distanza, dettando i tempi della manovra.Nelle ultime due gare e mezzo (Ternana, Spezia ed il secon-do tempo di Novara) la sua assenza si è notata soprattut-to nella costruzione di gioco e nella distanza tra i reparti. Senza Cascione infatti la manovra bianconera è stata meno fluida ed il centrocampo è spesso finito con l’arretrare ec-cessivamente, favorendo la pressione avversaria. Il rientro di Cascione è atteso il prima possibile.

Un’assenza che si è fatta sentireemmANuel cAscioNe,GiocAtore Di vAlore

l’emergente defrel, osservato speciale

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Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

Massimo Ambrosini

I quasi 43 anni a cui Francesco An-tonioli scese in campo per l’ultima volta volta (Novara-Cesena 3-0 del

6 maggio 2012) sono ancora lontani, ma tra i pali il Cesena ha trovato un degno erede della stirpe dei portieri che non sembrano invecchiare mai, è Andrea Campagnolo, 35 anni com-piuti a giugno.Entrambi in realtà al momento del loro arrivò a Cesena avevano susci-tato qualche perplessità considerato l’età avanzata. Per Campagnolo pe-sava anche il fatto che nelle ultime tre stagioni avesse collezionato ap-pena otto presenze. In occasione del mercato di gennaio scorso non fu un mistero che mister Bisoli avrebbe voluto richiamare in porta Antonioli, che ormai però aveva definitivamente appeso i guanti al chiodo e indossato i guantoni per mantenersi in forma ti-rando pugni in palestra. Arrivò invece Campagnolo e il suo debutto in Cesena-Vicenza del 26 gennaio 2013, con quella punizione maligna di Pinardi finita alle sue spal-le, sollevò qualche critica. Poi invece il nuovo portiere bianconero si dimo-strò reattivo e attento, garanti equili-brio e sicurezza al reparto difensivo, rivelandosi uno degli artefici della sal-vezza. In vista dell’attuale campionato è stato il primo ad essere confermato.Da questa stagione Campagnolo e Antonioli (nuovo preparatore dei por-tieri del Cesena) sono tornati a lavo-rare insieme, a tredici anni di distanza da quando nella Roma (1999-2000) erano stati compagni di squadra.

Di GiovANNi GuiDucci

tra i pali non ci si invecchia

franCesCo anTonIoLI

anDrea CampagnoLo

e, al debUtto con la ternana,achille coser

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posTer d’auTore

un pLaCCaggIo Da rugby per CerCare DI fermare

IL nosTro renzeTTI

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compagni di banco alla “fiorita”

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Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

Di ettore PAsiNi

Archivio storico vittorio cAlbucci

Nell’arco di mezzo secolo, spinto dalla passione di commentare sulle pagine di un quotidiano sportivo (Stadio), mi

è capitato di tutto. Anche di conoscere due giornalisti alle prime armi che in cinquant’an-ni si sono trasformati in penne di gran lustro e tutt’ora fanno notizia ad alto livello.Quando li ho incontrati per la prima volta alla Fiorita erano gli anni ’60; il Cesena di allora veleggiava con difficoltà in serie C. In un fresco pomeriggio d’autunno all’ingresso dello stadio incontrai un giovane (22 anni) che portava in mano una Olivetti Lettera 32 come la mia; il computer portatile era ancora lontano anni luce. “Scusi – mi disse timida-mente – mi chiamo Italo Cucci, sono qua per scrivere il “pezzo” sulla partita a servizio del giornale Stadio. Dove si passa per arrivare in tribuna stampa?”. Io lo accompagnai augurandogli un buon debutto da inviato. I precedenti giornalistici di quel giovanotto riminese prima di arrivare a Stadio? Qualche articolo sul settimanale scandalistico “Lo Specchio”. Da quei giorni ormai lontani, Italo Cucci ne ha fatta di stra-

da; la sua penna pungente vanta una carriera fulminea e luminosa. Stadio, Gazzetta dello Sport, direzione del Corriere dello Sport – Stadio, e poi tanta radio e televisione. Anco-ra oggi firma pezzi settimanali sull’Avvenire e fornisce un grande appoggio alla televisio-ne ed alla radio attraverso interessanti com-menti sportivi. Ne è passata di acqua sotto i ponti del Savio da quel lontano pomeriggio del 1960. Bravo Italo! Una vita fa, nella tri-buna stampa dello stadio cesenate, un altro incontro interessante: con l’allora giovane Giancarlo Mazzuca. Veniva come inviato dal-la redazione sportiva del Resto del Carlino di Forlì. Per alcuni anni seguì il Cesena con grande attenzione considerando che in Ro-magna la squadra bianconera era la regina del calcio.Da allora Mazzuca come giornalista ne ha fatta di strada; dopo aver lasciato la redazio-ne del Resto del Carlino di Forlì fu chiamato dalla sede centrale del giornale a Bologna dove, in pochi anni, arrivò alla prestigiosa carica di Direttore Generale. Dopo una lunga ed onorata esperienza giornalistica, riuscì a

guadagnare un meritato seggio da onorevo-le a Montecitorio; oggi copre la prestigiosa carica di Direttore del “Giorno”. Ricordo che durante il periodo da inviato, quando arriva-va in tribuna stampa alla Fiorita, Mazzuca mi confidava: “Con questo stadio meraviglioso e capiente, il Cesena potrebbe ambire alla serie A”. Mai profezia giornalistica si rivelò più veritiera; dopo quasi 20 anni, ossia al termine della stagione calcistica 1972/73, il Cesena di Gigi Radice la confermò. La serie A al “Dino Manuzzi” ex Fiorita era diventata una realtà. Cucci e Mazzuca, due firme illu-stri che debuttarono alla Fiorita come giova-nissimi inviati; un battesimo beneaugurante per entrambi!

Di GiovANNi GuiDucci

Nella passata stagione la gara interna con-tro il Cittadella segnò, dopo l’esonero di Nicola Campedelli, il debutto al Manuzzi

del Bisoli-bis, il quale salutò il suo ritorno con una vittoria (1-0) firmata da Djokovic a pochi minuti dalla fine. Contro quello stesso Citta-della, allenato dall’amico Claudio Foscarini, nel campionato 2009-’10 il tecnico di Porretta Terme ottenne anche la sua prima vittoria in se-rie B davanti al pubblico bianconero. Il match con i veneti fu risolto (1-0) da Djuric che di te-sta appoggiò in porta un cross pennellato da Giaccherini, dopo un’inarrestabile discesa sulla fascia. Determinante furono anche le parate di Antonioli per la prima vittoria stagionale al Ma-nuzzi dove i bianconeri in serie B non conqui-stavano i tre punti da 16 mesi, da un Cesena-Avellino deciso dal gol di Fabio Cusaro che suo malgrado non dimenticherà mai quella sfida con il Cittadella del 6 settembre 2009, quando 100 secondi dopo il suo ingresso in campo fu vittima di una frattura scomposta di tibia e pe-rone della gamba sinistra. Si concludeva così la stagione e l’avventura in bianconero del di-fensore di origine novarese, che oggi giocano nella Vis Pesaro.Su quattro precedenti di campionato giocati al Manuzzi tra le due squadre (due in B e due in C1) il piatto della bilancia pende tutto dalla parte dei romagnoli che vantano un en plein di successi.Anche il bilancio tra i due allenatori è favore-vole ai colori bianconeri, seppure in maniera meno marcata: su otto sfide Bisoli (prima sulla panchina del Foligno, poi su quella del Cesena) ne ha vinte tre contro le due di Foscarini, tre anche i pareggi.

amarcord di cesena-cittadella: le prime vittorie di bisoli

CampIonaTo serIe b 2009/10, 1-0 CoLpo DI TesTa vInCenTe DI DjurIC...

... Che supera IL porTIere ospITe, vanamenTe proTeso

neLLa sTessa parTITa, IL grave InforTunIo oCCorso a Cusaro

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Se è vero che nel calcio le bandiere non esistono più, Giuseppe De Feudis rap-presenta un’autentica eccezione nell’at-

tualità pallonara del Bel Paese, essendo que-sta la sua sesta stagione di permanenza in Romagna, senza contare tutte le numerose volte in cui è stato ceduto in prestito per un motivo o per l’altro. Rivolgendo in nastro, non può non tornare in mente quel ragazzino taciturno che, nella torrida estate del 2003, si presentò in ritiro con la faccia e gli atteggia-

menti da bravo ragazzo, racchiudendo però nel rettangolo verde lo spirito di un Samurai. Qualità forse non comprese immediatamen-te da un tecnico pur di grande valore come Fabrizio Castori, anche per l’ingombrante presenza di un certo Manolo Pestrin, deci-samente più estroverso e potente del nostro Beppe e imprescindibile negli schemi del mi-ster di Tolentino. Proprio la partenza di Pe-strin verso i lidi della massima serie permise al soldatino di Bollate di far decollare la pro-

pria esperienza in maglia bianconera, guada-gnandosi i galloni da titolare e l’appellativo di “Conte”, come giusto premio per l’indole battagliera racchiusa in una nobiltà d’animo. In un mondo dove spesso e volentieri l’ap-parire viene prima dell’essere, la sua figura veniva costantemente messa da parte ad ini-zio stagione, per poi essere prepotentemente riportata in auge, con reciproca soddisfazio-ne delle parti; fu così anche con mister Pier-paolo Bisoli, che lo trasformò in poco tempo da panchinaro con la valigia in mano al regi-sta più importante della serie B, vinta anche grazie alle sue geometrie e al suo modo di intendere il ruolo, forse un po’ schematico, ma allo stesso tempo concreto e redditizio. Ciò che porta l’essere umano a spingersi al di là dei propri limiti e delle proprie possibilità è anche la ricerca delle gratificazioni personali e in tal senso a De Feudis è stato fatto man-care qualcosa, quando gli fu negato il debut-to con la casacca del cuore in quella serie A conquistata sul campo.A seguito di ciò ci si è spesso domandati qua-le sia stata la scintilla capace di far ritornare al “Conte” la voglia di rimettersi in gioco in una piazza che lo ha sempre amato, ma mai premiato ad alti livelli. La risposta sta tutta in quell’applauso caloroso che il pubblico del Manuzzi gli riservò, nelle vesti di avversario di turno, durante Cesena-Padova della stagione passata, segno tangibile che oramai Beppe è entrato nel club delle bandiere bianconere, perché per diventare una bandiera non basta essere bravi, ma anche gentiluomini.

giUseppe de feUdis, Un gUerriero gentilUomo

Di FAbio PAGliArANi

PerioDico sPortivo ceseNA cAlcio Iscr. Reg. Stampa n. 36/010 il 15.10.2010eDitore Coordinamento Clubs CesenaDirettore resPoNsAbile Giovanni GuiduccicAPoreDAttore Vittorio CalbuccicoNtributo Di reDAZioNe Gabriele PapihANNo collAborAto i GiorNAlisti Luca Serafini, Fabio BenagliaiN reDAZioNe Andrea Bertozzi, Giampiero Ceccarelli, Roberto Checchia, Davide Cucchi, Matteo Fanesi, Omar Galassi, Giovanni Guiducci,

Giorgio Lugaresi, Daniele Magnani, Marco Valentini, Ettore Pasini, Andrea Gori, Fabio Pagliarani stAmPA Kando, CesenaticoFotoGrAFie Vittorio CalbucciGrAFicA Lisa CamporesimArKetiNG, Pubblicità e DistribuZioNe Coordinamento Clubs Cesena tel. 0547.632502 / 0547.313090 / [email protected]

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Stagione: 1983-84, Serie BSponsor Tecnico: AdidasSponsor Istituzionale: F.lli Dieci, materiale Flock

Particolari: Numero in pelle cucito a macchina.Notizie: Maglia indossata da Oliviero Garlini durante il campionato.

Ne vuoi sapere di più?Questa e tante altre divise sono su www.bianconerocesena.it, il sito della storia della maglia del Cesena.

Di bertoZZi ANDreA e mAtteo FANesi

il mUseo bianconero

oliviero GArliNi, cAmPioNAto 1983/84, serie b

le partite odierne e il prossimo tUrno

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Lo stadio Dino Manuzzi è la casa dei tifosi bianconeri, dove ogni due settimane si ritrovano per vivere insieme le emozioni delle gare interne del Cesena. Ma al Manuzzi

si lavora tutti i giorni affinché il giorno della partita sia tutto a posto. Qui lavora e ha il suo ufficio il dottor Gianluca Campa-na referente dello stadio per il Cesena Calcio.

Nell’ambito della gestione di uno stadio come il manuzzi, quali è il suo ruolo?Sono delegato alla sicurezza e responsabile della biglietteria. Inoltre coordino il personale che quotidianamente si occupa della manutenzione del campo, degli impianti dello stadio e della lavanderia. Si tratta di 5-6 persone che però il giorno della partita diventano circa 200 in serie B, il doppio (ma an-che 500 in certi casi) quando eravamo in A. Si tratta degli steward, del personale sanitario, dei cassieri, delle maschere, degli addetti ai parcheggi, dei raccattapalle, degli addetti alla pubblicità e poi soprattutto degli operatori delle televisioni.

Da quanto tempo ricopre questo incarico?Negli anni ‘70 il presidente Dino Manuzzi affidò la gestione della biglietteria dello stadio a mio padre Arrigo. Da ragazzo iniziai ad aiutarlo, lavorando al botteghino e poi come cassie-re, fino a seguire anche gli aspetti fiscali e legali considerato i miei studi di giurisprudenza. Nel 1999 fui assunto dal Cesena come dipendente, un dipendete-tifoso, ed inizialmente affian-cai Orienzo Buratti, storico referente dello stadio. Nel frattem-po, sia in materia di vendita di biglietti che di sicurezza, la normativa si è evoluta notevolmente. Oggi così ad esempio, come delegato alla sicurezza, partecipo con le forze dell’or-dine alle riunione del G.O.S. (Gruppo Operativo Sicurezza) in cui viene definito il piano operativo per la partita.

come vive il giorno della partita?Durante la gara, potrei rimane nella sala del GOS, invece sono sempre in giro, dentro e fuori lo stadio, perché voglio vedere la situazione dal vivo. Il primo tempo così non lo vedo quasi mai. Poi ci sono da fare i conti per incasso e spettatori. L’ul-tima partita, ad esempio, contro la Ternana l’ho passata in curva Ferrovia tra i tifosi ospiti per far sì che non sorgessero dei problemi. Ma questo è il mio lavoro, che però mi ha dato anche grandi soddisfazioni personali e attestati di ricono-scenza, in particolare in occasione delle trasferte a Ferrara nel 2009 e a Bologna nel 2011. Nel primo caso fummo i primi in Italia a far ribaltare la decisione di vietare la trasferta ai tifosi ospiti. In quella occasione fu il Cesena Calcio ad assumersi la responsabilità e a me toccò seguire la vicenda dal punto di vi-sta logistico, operativo e organizzativo. Tanta era la tensione, ma alla fine andò tutto bene e ricordo che mi chiamarono dal ministero, dalla questura e dal commissariato.La stessa situazione si ripeté due anni dopo quando ai tifosi non tesserati era stata vietata la trasferta a Bologna. Tutta la settimana stetti al telefono con Roma e alla fine riuscimmo a portare tutti i nostri tifosi al Dall’Ara, io però ero talmente

Di GiovANNi GuiDucci

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il dino manUzzi la sUa “casa”intervista a gianluca campana, responsabile sicurezza e biglietteria

stremato che rimasi a casa e andò il mio vice Gianluca Galassi.

come responsabile della bigliet-teria, cosa ne pensa della Fidelity card adottata quest’anno anche dal cesena?Venuto a conoscenza che la Terna-na l’aveva adottata, un giorno sono andato a Terni per vedere come funzionava. Ho studiato il sistema affinché la Fidelity potesse partire pure a Cesena, il che è avvenuto grazie anche a un vice-presidente come Mauro Urbini (dirigente-tifo-so) attento a queste cose, il quale ha capito che poteva essere uno strumento per migliorare il servizio per i tifosi. Oggi nel giro di due mi-

nuti siamo in grado di emettere la Fidelity a chi ne fa richiesta.

cosa ne pensa della chiusura dei alcuni settori degli stadi, in caso di cori di cosiddetta “discrimina-zione razziale”?È giusto punire i colpevoli, ma non gli altri tifosi che così verrebbero penalizzati per una cosa che non hanno fatto. Ma non mi piace nep-pure la proposta fatta ad esempio dal Milan, di dividere le curve in tanti settori per individuare meglio i responsabili di eventuali cori discri-minatori. Si parla tanto di eliminare le barriere negli stadi e invece così se ne mettono delle nuove, ghettiz-zando i settori tra buoni e cattivi.