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In questa foto: è maggio nel giardino di Patrizia Fratus, in provincia di Bergamo e la Rosa banksiae ‘Purezza’ è un trionfo di fiori candidi e profumati.

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In questa foto: è maggio nel giardino di Patrizia Fratus, in provincia di Bergamo e la Rosa banksiae ‘Purezza’ è un trionfo di fiori candidi e profumati.

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Bianco e profumatoNel giardino creato dall’artista Patrizia Fratus, tra cascate di Rosa banksiae e Wisteria floribunda, tappeti di pratoline e non-ti-scordar-di-me, bossi potati ad arte

VICINO A BERGAMO DI NATALIA FEDELI | FOTO DI FERRUCCIO CARASSALE

❋ In pillole

TIPOLOGIA: giardino privato.DOVE SI TROVA: nella campagna bergamasca. ESTENSIONE: 2.000 m2 circa. PUNTI DI FORZA: la suddivisione in stanze; la ricchezza di specie e varietà; la coltivazione in permacultura delle piante di orto e giardino.

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aggi, carpini e querce fanno da mura verdi, mentre, come una vigile sentinella, una im-ponente Magnolia grandiflora posta di fron-te all’ingresso di casa, avvisa con i suoi ap-

pariscenti fiori bianchi dell’arrivo dell’estate. Siamo nella campagna bergamasca, nel giardino dell’artista Patrizia Fratus e della sua famiglia. Intorno, il pae-saggio rurale della pianura, punteggiato di cascine e case basse. «A dispetto di quanto raccomandava il paesaggista britannico Russel Page, fervido sostenito-re della contestualizzazione degli spazi verdi», dice la padrona di casa, «i miei 2.000 metri quadrati di giar-dino non si uniformano al paesaggio intorno, ma so-no un inno alla biodiversità».

Il senso di Patrizia per il biancoDiviso in stanze, declinate nei toni del bianco e

del verde, questo spazio custodisce alcuni gioielli: dalle cascate di Rosa banksiae ‘Purezza’ — alte tre metri, a primavera per dieci giorni si coprono di fiori bianchi e profumatissimi a nascondere la pi-scina costruita quando i figli erano bambini —, al ga-zebo adibito a pensatoio e stanza per il tè, rivestito dai fusti sarmentosi e dai grappoli di fiori bianco lat-te, lunghi 60 centimetri, del glicine Wisteria floribun-da ‘Longissima Alba’. E ancora, il parterre di Buxus sempervirens ‘Longifolia’, attraversato da un vialetto chiuso tra quinte odorose di Lonicera fragrantissima, Chimonanthus praecox e Sarcococca confusa, che por-ta all’ingresso di casa, fino al prato: la stanza dei gio-chi (cricket e bocce), colorato in stagione da pratoli-ne, viole, non-ti-scordar-di-me e circondato da Vi-burnum opulus e V. carlesii, faggi piramidali e alberi da frutto (tra cui nespolo, ciliegio, melograno, albi-cocco, susino, melo, melo cotogno e fico). «Ho creato tutto questo, orto compreso, poco alla volta», rac-

F1. La sedia con le ali realizzata su disegno di Patrizia Fratus per la figlia. 2. L’artista sotto il gazebo rivestito di grappoli bianchi e profumati di Wisteria floribunda ‘Longissima Alba’ (pagina accanto). 3. I fiori di Viburnum opulus sottolineano l’accesso alla zona prato.

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Rosa banksiae ‘Purezza’

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1. Sistemata accanto alle iris in fiore, questa gabbia per gli uccellini è stata realizzata da un artigiano su disegno di Patrizia Fratus. 2. Tra le siepi di Buxus sempervirens, due

puttini in cemento ricreano l’atmosfera dei giardini formali.3. Grazie a un ombrelllone, un tavolino e due sedie in ferro, il parterre diventa un angolo di conversazione.

conta Patrizia, «e con alcuni obiettivi. Per esempio che il giardino avesse una struttura, dalla suddivisio-ne in stanze al parterre, e quindi fosse bello anche in inverno; che le piante, differenti per specie e varietà, fossero per lo più a fiore bianco e profumato; che la visuale di ogni finestra di casa fosse centrata su una fioritura: quella dalla cucina sulla Rosa banksiae, dal soggiorno sulla Magnolia grandiflora, dal salotto su Wisteria floribunda. Quanto alla coltivazione, nel corso del tempo, sono passata da un approccio tradi-zionale a quello biodinamico, per arrivare poi all’a-dozione di pratiche agronomiche orientate al mante-nimento naturale della fertilità del terreno, come in-segna la permacultura».

Dalla teoria alla praticaFiglio di tante letture, anche lontane fra loro, dagli

scritti di Russel Page ai libri dell’architetto dei giardini Paolo Pejrone, dai testi del botanico e filosofo giappo-nese Masanobu Fukuoka (autore di La rivoluzione del filo di paglia e pioniere dell’agricoltura naturale e della non azione) a quelli dello scienziato e naturalista au-straliano Bruce Charles ‘Bill’ Mollison, creatore della permacultura, questo giardino è anche il frutto di scambi di semi e talee e di incontri, come quello con lo storico dell’arte e dei giardini Guido Giubbini.

«Da Guido», dice Patrizia, «ho imparato ad ap-prezzare la bellezza di ogni singola pianta, il senso del colore e a immaginare sempre come diventerà una volta cresciuta, mentre dai docenti dell’Accademia italiana di permacultura di Scagnel-lo (Cuneo) ho imparato come si progetta e conserva in modo etico e consapevole un qualunque ecosiste-ma». Tradotto in pratica tutto questo significa che per ottenere cascate di Rosa banksiae di tre metri per sei, Patrizia non ha mai potato le sue rose, come del resto non ha mai tagliato né la Magnolia grandi-flora, né i faggi, i carpini e le querce. Significa che in autunno non solo lascia sul terreno parte delle fo-glie cadute dagli alberi perché diventino nutrimen-to, ma semina nell’orto, così quando a primavera spunteranno le malerbe, le piantine di lattuga e ra-vanello saranno cresciute, forti e in grado di acca-parrarsi più luce e nutrienti. ❃

Un giardino dove gli arredi, oltre alle piante, rivestono grande importanza

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ideeper creare la stessa atmosfera

Un orto modello

Nel giardino di Patrizia Fratus c’è anche un orto, 60 metri quadrati che da marzo a settembre le garantiscono l’autosufficienza. Qui gli ortaggi crescono secondo

i principi della permacultura. Poca acqua, niente concimi chimici né antiparassitari, semine in autunno invece che a primavera e consociazioni di

piante permettono di ricreare un ecosistema molto simile a quello naturale. Da un anno, a Collebeato (Brescia) Patrizia coltiva un altro orto di 3.000 metri

quadrati. Lo fa con venti donne della città, che partecipano al progetto di arte relazionale “Materiainerte” per imparare a realizzare un orto in permacultura

e coltivare consapevolezza che produce autosufficienza alimentare. Materiainerte, progetto di arte ambientale promosso da Patrizia Fratus

con il patrocinio del comune di Brescia. www.patriziafratus.com

Petali spettacolariWisteria floribunda ‘Longissima Alba’ è un glicine originario

del Giappone che da fine aprile a metà maggio regala fioriture spettacolari. I fiori

sono portati in grappoli bianchi e molto profumati,

lunghi anche 60 cm. Rustico (-20 °C), ama l’esposizione

al sole e a mezz’ombra e qualsiasi terreno. I glicini che

rivestono il gazebo del giardino Fratus vengono da Garden Il Pioppo, Palazzolo sull’Oglio (Brescia), tel. 030 732850, cell. 345 5118037.

La rosa di MansuinoIbridata da Quinto Mansuino

nel 1961, Rosa banksiae ‘Purezza’ è una rampicante

senza spine, a sviluppo rapido e vigoroso, che raggiunge 3 m

di altezza. Produce fiori stradoppi bianchi e profumati,

raccolti in corimbi e foglie piccole, verde scuro. Nei climi

caldi, se ben irrigata, è rifiorente. Le R. banksiae del

giardino sono state fornite da Vivaio Anna Peyron,

Castagneto Po (Torino), tel. 011 912982,

www.vivaioannapeyron.com

Prati azzurro cieloPerenne sempreverde,

il non-ti-scordar-di-me alpino (Myosotis alpestris) è una

biennale che ama terreni freschi ed esposizione al sole e a mezzombra. Fiorisce da marzo a luglio e raggiunge

l’altezza di 20 cm. Si accosta bene per esigenze e aspetto

ad Alchemilla, Heuchera e Primula. Si autodissemina facilmente, altrimenti si può ricorrere alle bustine di semi. Blumen, Localilità Le Mose

(Piacenza), tel. 0523 573211, www.blumen.it

La seduta circolareDoghe in ferro per questa

seduta che ricorda le panchine italiane di fine ’800.

Fissata ai pali portanti del gazebo, questa panca è stata

realizzata, come il gazebo e la sedia con le ali, da

un artigiano bresciano su disegno di Patrizia Fratus. Panche con questo stile

si trovano per esempio da Pietrantica, Mombello

Monferrato (Alessandria), cell. 335 207593,

www.virano.it