bergamo economia 26

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DICEMBRE 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile LA CONGIUNTURA A Bergamo timidi segnali di una lenta ripresa Risalgono gli ordinativi, ma cala ancora l’occupazione L’INTERVISTA Lo scudo fiscale sotto la lente d’ingrandimento di Paolo Giolito, direttore area Nord Italia di Credit Suisse L’APPROFONDIMENTO Borsa, oro o mattone: dove investire nel 2010? Consigli utili per impiegare i risparmi senza brutte sorprese Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. 26 Il 10 novembre del 1999 nasceva la Liberi Imprenditori Associati, una nuova realtà che è riuscita a spostare gli equilibri associativi bergamaschi L.I.A., dieci anni di libera imprenditorialità

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Bergamo Economia 26

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DICEMBRE 2009 - anno 3 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

LLAA CCOONNGGIIUUNNTTUURRAAA Bergamo timidi segnali di una lenta ripresaRisalgono gli ordinativi, ma cala ancora l’occupazione

LL’’IINNTTEERRVVIISSTTAA Lo scudo fiscale sotto la lente d’ingrandimento diPaolo Giolito, direttore area Nord Italia di Credit Suisse

LL’’AAPPPPRROOFFOONNDDIIMMEENNTTOOBorsa, oro o mattone: dove investire nel 2010?Consigli utili per impiegare i risparmi senza brutte sorprese

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26

Il 10 novembre del 1999 nasceva la Liberi Imprenditori Associati,

una nuova realtà che è riuscita a spostare gliequilibri associativi bergamaschi

L.I.A., dieci anni di libera imprenditorialità

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L’editorialeDicembre 2009

Giovani e precarietà, l'umiltà è la chiave di volta

DI LUCA T. BILOTTA

Sono passati più di due anni dalla ahimé storica frase "mandiamo i bamboccio-ni fuori di casa", commento un po' pepato dell'ex Ministro dell'economiaTommaso Padoa Schioppa in un'audizione fatta dinanzi alla Commissione

di Bilancio di Camera e Senato. Si trattava, chiaramente, di una battuta colorita concui lo stesso voleva ricordare che gli ex-aiuti ai giovani in tema di affitti avevano pro-prio l'obiettivo di aiutarli a rendersi indipendenti dalla famiglia: "Incentiviamo a usci-re di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano auto-nomi", aveva chiosato successivamente. Ora, a distanza di oltre due anni, ci si inter-roga - forse con sguardo più critico complice la crisi - se veramente i giovani di oggisono dei "bambocci" o, peggio, dei "fannulloni". Senza scadere nel provocatoriocome il ministro Gianfranco Rotondi, capace di lanciare i suoi strali contro lapausa pranzo per risollevare il Paese dal black-out produttivo: "Una ritualità cheblocca tutta l'Italia". L'intento di questo editoriale sarà stilare una reale valutazionedel binomio giovani-lavoro, focalizzando l'attenzione sui problemi che hanno portatoi nuovi lavoratori a perdere la fiducia nel costruirsi una famiglia da soli.

Ci rivediamo in edicolaVenerdì 8 gennaio 2010

Buon Natalee Buon anno!

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I l primo pensiero che balza alla mente è: lavoro vero o preca-rio? Già, perché oramai per il laureato (da qualsiasi facoltàprovenga) non esiste più il "praticantato", bensì il "precaria-

to". Ovvero un lasso di tempo variabile - e non fisso, come pergli aspiranti commercialisti pari a tre anni -, che è quantificabi-le in una forbice che passa dai due mesi ai vent'anni. No, nonstiamo esagerando. Stiamo semplicemente analizzando unfenomeno globale che non distingue il laureato dal diplomato.Non fa sconti: non importa che uno sia operaio o imprenditore -oppure architetto o muratore -, la crisi morde indistintamente.Per questo non ci si deve stupire se - numeri alla mano - il popo-lo dei precari è paragonabile ad un esercito. Fra Co.pro, lavorointerinale e somministrato, parasubordinato e sommerso, sonocirca 8 milioni di persone. Quanti gli abitanti della Svizzera. InItalia significa un lavoratore su tre. E per chi pensa che - per gliimprenditori - sia tutto un altro mondo, si sbaglia. Anche lorosoffrono: che futuro possono avere i giovani rampolli dell'eco-nomia industriale se, oramai, la crisi congiunturale ha morsopure i loro padri? Su di loro, inoltre, pende un'altra spada diDamocle: saranno in grado, o no, di guidare l'azienda di fami-glia? Riusciranno a colmare il gap del classico passaggio di con-segne? Insomma, ognuno ha i suoi grattacapi. Domande chehanno dato vita ad un interessante incontro, voluto e struttura-to dal CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato) diBergamo, lo scorso mese al Bobadilla di Dalmine. Un verticeche ha dimostrato come i padri imprenditori siamo molto piùapprensivi nei confronti dei figli, rispetto a molti altri genitorilavoratori dipendenti. Non tanto per una mancanza di fiducianelle nuove generazioni, ma perché li preoccupa il contestoeconomico-sociale in cui dovrà vivere la propria prole. Perché,essendosi costruiti da soli, conoscono quanto sia duro e fati-coso il worker world. E a questo si devono aggiungere altridue gap: la crisi economica che non aiuta e, soprattutto, l'u-niversità italiana che - basata su standard oramai vetusti -anziché preparare alla vita d'ufficio, accultura senza costruirele giuste fondamenta atte a reggere il mondo professionale.

I nsomma, lo start-up degli italiani under 30 è decisamenteproibitivo. Qualsiasi corso di studi intrapreso porta solo adincertezze future, quale che sia il ceto sociale di provenienza.

Inoltre, la politica non facilita le cose. Per i ragazzi di oggi i pro-blemi sono pressoché strutturali. Ovvero quelli di un Paese chenon gli permette di costruirsi una propria stabilità lavorativa, diaccedere a mutui realmente agevolati, che non ha misure suffi-cienti a sostegno dei giovani che decidono "di uscire da casa".Rispondendo a Padoa Schioppa, in pratica, la famiglia risultaessere il più efficace ammortizzatore sociale, a differenza diquanto fatto finora a Roma, dal 1990 ai giorni nostri. Per fortu-na i ragazzi di oggi sono dinanzi alla nuova "Età dell'Oro". Ovveroun contesto storico in cui ognuno sarà artefice delle proprie for-tune. "Homo faber fortunae suae" dicevano i nostri antenati.Questo deve diventare il motto delle nuove generazioni. Perché

essere laureati o diplomati conterà sempre di meno (salvo alcu-ne professioni - come i medici - in cui, complice un alto grado dipreparazione, diviene fondamentale il titolo di studio). Bensìsaranno necessarie doti come la costanza, l'abnegazione, lo spi-rito di sacrificio e l'adattabilità. Caratteristiche che, col tempo,sono andate scemando nel campo professionale. Fino a qualcheanno fa i lavoratori in genere avevano diritti e doveri. Poi, con lacomplicità dei sindacati, sono aumentati i diritti e diminuiti idoveri. Questo ha generato un effetto boomerang perché ora,con il sistema azzerato, si dovrà necessariamente ripartire daisoli doveri per ricostruirci un'identità.

L avorare per vivere, dimenticarci l'orario di lavoro canonicodelle otto ore per sopravvivere. E non parliamo solo delclassico operaio, alienato dalla catena di montaggio. Ma

anche del giovane imprenditore, sempre più lontano dal trendpatinato dell'uomo ricco che si sollazza nel week-end a bordodell'ultima fuoriserie acquistata. D'ora in poi chi vorrà avere for-tuna dovrà restare accanto ai suoi operai giorno e notte, viverel'azienda in modo passionale e non asettico. E qui, ahimé,dovremo farcene una ragione: in qualsiasi contesto lavorativo lapausa pranzo, se necessario, potrà essere anche un fugacepanino davanti al monitor d'ufficio. Per la felicità del ministroGianfranco Rotondi. Ovviamente qualcuno storcerà il naso leg-gendo quest'editoriale. Penserà che siamo tornati all'"Età dellaPietra" anziché a quella dell'Oro. Invece non è così. Ci sono moltigiovani che - passo dopo passo - sono riusciti a costruirsi un pic-colo spazio nel business world italiano. Con fatica e abnegazio-ne. Senza cronometrare la permanenza in ufficio, con sudore espirito d'iniziativa. Neolaureati e non che si sono rimboccati lemaniche alla ricerca di una posizione stabile nel Far West delmercato lavorativo. Si potrebbero snocciolare mille esempi, dalfiglio d'imprenditore che lavora giorno e notte insieme al padre.Dal laureato in Economia e Commercio che vive la precarietà dapraticante, cercando d'imparare il più possibile con 250 euro almese e 10 ore di lavoro al giorno. Passando dall'operaio che, afronte della cassa integrazione, ha deciso di rilanciarsi in altrisettori produttivi.

G ente comune, accomunata da un'unica parola: umiltà.Quella di voler crescere senza aspettative, la condi-zione generale della generazione Duemila. Gli stessi

che, oggi, sono riusciti ad essere un imprenditore di succes-so (con l'idea giusta e un pizzico di fortuna, anche con lacrisi in essere), un commercialista assunto in uno studioassociato e un artigiano. Loro ci sono riusciti, magarilasciando il nido un po' più tardi rispetto ai rispettivi genito-ri, ma adattandosi al mondo moderno. Non cercando dimodificare il sistema, bensì adattandosi ad esso. I tempi digloria sono finiti. Ora come non mai, per essere esclusi dallalista dei "bamboccioni" bisogna - passateci il termine - rim-boccarsi le maniche e "tirare fuori gli attributi".

IL RED. RESPONSABILE

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Sommario

A pagina 76

Dicembre 2009

76 CopertinaL.I.A., dieci annidi libera imprenditorialità

26 Il confronto“Un giorno tutto questo sarà tuo”Al Bobadilla il passaggio generazionale

38 WorkshopAlle Pmi manca "lo spolatore"Focus sul controllo di gestione

48 Statistiche&PrevisioniFallimenti a colpi di mannaiaPer Bergamo un 2009 disastroso

52 Fuori solcoTrattori: la Same seminaTreviglio raccoglie 150 esuberi

ECONOMIA& BUSINESS

Società Editrice Giornale di Bergamo S.r.l.

Presidente: Paolo AgnelliCuratori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi

Direttore: Paolo Provenzi

REDAZIONE:

Speb S.r.l.(Impaginazione, testi e foto)

Redattore Responsabile: Luca T. BilottaMail: [email protected]

Collaboratori: Livio Casanova, Giorgio Chiesa,Roberto Amaglio e Massimo Pighizzini

Consulenti: Marco Amorese, Claudio Rossi, Laura Adele Feltri, Maria Zaccone, Barbara e Cristina Putortì

Grafica e impaginazione: Francesco LegramantiMail: [email protected]

Fotografi: Giorgio Chiesa, Laura Pietra e Franco Pasinetti

Website: Stefano Morleo

PUBBLICITA’:

Tel. 035 678812

Agenti: Antonio Milanesi, Sergio SaresiniMail: [email protected]

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Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

INFO:

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Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.p.a.24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4

Tel. 035 4258528

Abbonamenti: 035 678838Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi

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90 Spazi nuoviNasce "Primomodo", il centro italiano per la famiglia

94 Solidarietà"Il Sole Forever", la Onlus per la lotta contro la mielofibrosi

96 Sci&InvestimentiFoppolo, Carona e San Simone,al via la stagione dei sogni

98 Slalom&MotoriLario Bergauto e Rent and Go, una stagione "in discesa libera"

106 Prova su stradaSerie 5 GT, la nuovaBelle Époque dello stile

112 Chi, dove e perchéFoto e curiosità

AZIENDE

82 Top Business Legatorie Ravasio,la carta dell'investimento

86 Nuove realtàFisar e Chiesa,un'integrazione per il territorio

A pagina 86

RUBRICHE& EVENTI

A pagina 130

58 Parola all'associazione“Serve coesione nel mondo agricolo”Pietro Bonalumi, presidente della CIA

64 Wine&SpiritMattia Vezzola, la classe non è acqua L’enologo svela tutti i segreti del vino

72 Eventi&Storia"Oltre ogni Muro"Feltri ospite di Giovane Italia

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Notizie in breve

Le mura venete di Bergamo altasaranno patrimonio mondialedell'UNESCO? Se fino a qualcheanno fa poteva sembrare un'az-zardo, ora non è più così e traqualche anno le cinta difensive diBergamo potrebbero rientrarenella prestigiosa lista di monu-menti patrocinati dall'UNESCOLa Città dei Mille, infatti, si can-dida per entrare nel patrimoniomondiale dell'umanità. Lo faseguendo una via lunga almenoquattro anni, l'unica, però, chesembra dare sufficienti speran-ze di raggiungere l'obiettivo.

Bergamo, infatti, ha messo daparte l'idea di presentare unacandidatura individuale ed è rien-trata in una seriale, ovvero unarete di più luoghi che dalle Muravenete di Città Alta si collega aPeschiera del Garda, Venezia,alle città croate di Zara e dell'iso-la di Korcula, fino a Cipro conNicosia e Famagosta: gli elemen-ti comuni che vengono portatiall'attenzione dell'Unesco sonole "Opere di difesa veneziane nelMediterraneo tra il XV e il XVIIIsecolo". La sfida di Bergamo noninizierà, probabilmente, prima

del gennaio 2012, quando le cittàdelle "opere di difesa" potrannofinalmente presentare la lorocandidatura (questi i tempi sti-mati). Dopodichè si dovrà atten-dere un altro anno e mezzo per lavalutazione dell'Unesco. In atte-sa di quella scadenza, il prossimopasso dell'amministrazione saràquello di organizzare un incontrointernazionale a Bergamo pervalutare la possibilità di coinvol-gere altre realtà che presentinotestimonianze analoghe. L'idea ègià stata illustrata a Palafrizzonidal sindaco Franco Tentorio, dal

Turismo

Aa1E' il rating che Moody's ha confermato alla RegioneLombardia, più alto rispetto allo Stato italiano e il piùalto tra tutte le regioni italiane (compresi tra Aa2 e A3)

325

Eccellenze

10

E' il numero di aziende agricole bergamasche che effettuano la ven-dita diretta. Nella "Mappa del buon vivere in Lombardia", Bergamo ha35 distributori di latte self service, 70 agriturismo e 4 farmers market

Le mura venete sarannopatrimonio dell'umanità

Ernst&YoungSestini premiato

Passerella per Roberto Sestini alpremio imprenditore dell'anno diErnst&Young. Il presidente delgruppo Siad e della Camera diCommercio di Bergamo si è affer-mato come finalista nella categoria"Finance" e ha ricevuto il riconosci-mento a Palazzo Mezzanotte, sededella Borsa milanese, per aversaputo "sviluppare e migliorare -recita la motivazione - i processi edi prodotti di un settore per defini-zione di difficile progresso tecnolo-gico quale quello dei prodotti gas-sosi e dei macchinari per la lorogestione, attraverso un forte impul-so all'attività di ricerca, la conser-vazione dello spirito di impresafamiliare pur se calato in un conte-sto internazionale raggiunta ancheattraverso un'importante parte-nership strategico/finanziaria e l'at-tenzione verso i propri collaborato-ri" che sono (aggiungiamo noi)quasi 1.400. Tra il 2006 e il 2008 l'u-tile netto dell'azienda di famiglia (lafondò il nonno Quirino nel 1927) èsalito da 4.6 a 22.2 milioni di euro.

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consigliere delegato all'UnescoLuciana Frosio Roncalli, dallaresponsabile dell'Ufficio Unescodel ministero dei Beni CulturaliAdele Cesi, e dai responsabili del-l'associazione Siti (Istituto supe-riore sui Sistemi territoriali perl'innovazione), che dà consulenzaal Comune per la candidaturaUnesco. Il progetto è partito conl'amministrazione Bruni e conti-nua adesso sotto il governoTentorio, fortunatamente le buoneidee per una volta tanto nonhanno colori politici ma vannooltre, al di là di barriere ideologi-che e politiche. Un'idea chepotrebbe portare Bergamo ancorpiù in alto tra le destinazioni turi-stiche europee e nazionali, crean-do un'effetto positivo sia sull'eco-nomia locale sia per quel che con-cerne il prestigio della nostra città.

Su Facebook il volto della crisibergamasca

"Salva la Comital" e "TenarisDalmine": sono solo due deigruppi nati su Facebook. E' ilnuovo fronte comune dove dis-occupati e cassintegrati siincontrano con il grande popolodella rete per discutere, prote-stare, sfogarsi, organizzarsi,insomma per confidare tutto ilmalessere di una crisi che hamesso in ginocchio aziende sto-riche della provincia e i suoilavoratori. Anche a BergamoFacebook & co. sta cambiandoil modo di rapportarsi dellagente con le comunità in cuivivono e gli esempi ci inducono

a pensare che il cambiamentonon riguardi più solo gli ameri-cani ma anche molti bergama-schi. Per capire l'umore deilavoratori basta leggere alcunimessaggi. "Voglio mandare unmessaggio alla Tenaris - scrivePierluigi Barsacchi - voi alnostro posto cosa avrestefatto? E' così che volete la col-laborazione di cui tanto parlateda tempo, questi ragazzi com-preso io difendiamo con onore iposti di lavoro, se voi dirigentifate... chiudere la Dalmine diPiombino, noi che facciamo?Come viviamo? Come paghere-mo le tasse? Come e doveandremo a lavorare per guada-gnarci per vivere? Ditemi voiche cosa avreste fatto voi alnostro posto? Chiudere lo stabi-limento di Piombino vi sembrauna bella invenzione? Perchénon dite la verità? Non soppor-to l' ipocrisia, la presunzione e

arroganza, non pensate anchealle famiglie?". Lo stesso valeper l'azienda di Nembro che dalgiugno scorso è in balia delcaso, il gruppo si chiama "Salvala Comital" "Prima di tutto rin-grazio tutti quelli che ci stannosostenendo per aiutare questatriste realtà della chiusura dellaComital di Nembro - scriveMario Fumagalli creatore delgruppo che conta più di 400iscritti -, che è uguale a tantetristi realtà sempre più inaumento in tutta Italia, dovemigliaia di lavoratori paganoa caro prezzo questa crisicreata dai potenti del mondo.Grazie ancora e continuate adaderire a questa causa, conti-nuate a sostenerci e divulgarequesto problema come noi lofacciamo con altre realtàsimili. Infatti grazie a tutti voisiamo meno invisibili. Un feli-ce saluto a tutti"

Eccellenze/2

11 milaE' il numero di "amici" che la Brembo ha su Facebook, più diBridgestone e Pirelli. Linkandosi al blog della casa di freni spor-tivi si trovano notizie di motoGp, Formula Uno e video in 3D

11

Recessione

1,22 Sono i chili di sporco al giorno prodotti in un anno da unbergamasco, la minor produzione pro-capite di tutta laLombardia, vicino a 1,25 di Sondrio. La media regionale è 1,40

“Da Vittorio”Tre stelle Michelin

Da Vittorio, il ristorante diBrusaporto di Chicco e BoboCerea, ha conquistato tre stelleMichelin. Il ristorante è stato fon-dato da Bruna e Vittorio Cerea nel1966, da allora ha avuto un'asce-sa inarrestabile verso una cucinadi altissima qualità tanto daaggiudicarsi, nella prestigiosa emitica guida Rossa Michelin (edi-zione 2010), la terza stella.Salgono così a sei i migliori risto-ranti italiani: Al Sorriso a Soriso-Novara, Dal Pescatore a Cannetosull'Oglio-Mantova, Le Calandrea Rubano-Padova, EnotecaPinchiorri a Firenze, La Pergola aRoma e proprio la new entry DaVittorio a Brusaporto. Uno stileculinario inconfondibile, vivo evitale da oltre 40 anni, grazieall'intuizione del fondatore - papàVittorio - e all'evoluzione compiu-ta dai figli, che negli ultimi annihanno integrato la tradizionecon le tecniche più moderne.Un'armonia che si traduce in mas-sima valorizzazione di materieprime di qualità assoluta, in arrivodalle migliori aree di produzione.

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I l D. Lgs. 231/01, con una discipli-na che ha rivelato una inaspetta-ta portata espansiva, ha regolato

la responsabilità amministrativadegli enti ed ha "messo in cantina" ilprincipio (di lunga tradizione) secon-do cui societas delinquere nonpotest (la società non può delinque-re). La normativa ha introdotto diver-se ipotesi di responsabilità da reatoper una serie di condotte messe inatto da soggetti che rivestono unruolo apicale all'interno dell'impresae che agiscono nell'interesse o avantaggio dell'ente. L'ente (siaesso una società, una coopera-tiva od una associazione) puòesonerarsi dalla responsabilitàse prova (a) che ha adottatomodelli di organizzazione e digestione idonei a prevenire reatidella specie di quello verificatosi, (b)che il fatto reato sia avvenuto acausa di una elusione fraudolentadei modelli organizzativi posti inessere e © che non vi è stata colpanell'attuazione dei modelli di orga-nizzazione. A lungo, l'adozione deimodelli organizzativi previsti dalD.Lgs. 231/01 è stata effettuata uni-camente da grandi imprese moltomanagerializzate. La grandissimamaggioranza delle piccole imprese,a saldo controllo familiare, hannovisto nei modelli di organizzazioneunicamente un intralcio alla flessibi-

lità di gestione. D'altra parte, è sem-brato inutile introdurre modelli diorganizzazione per evitare unaresponsabilità conseguente a reatiche potevano essere compiuti solodalla famiglia di controllo. Tuttavia,questa mentalità è destinata a cam-biare: infatti, il novero di reati coper-ti dalla 231/01 si è esteso da unaserie di fattispecie tipiche della gran-de impresa (ad. es. abusi di mercatoo reati societari) a reati in materia dilavoro, delitti in materia di violazionedel diritto d'autore, delitti informati-ci, delitti contro l'industria ed il com-mercio. Insomma, anche le picco-le imprese rischiano oggi unaresponsabilità amministrativache può anche essere gravosa. Peresempio, in caso di infortunio gravesul lavoro, la pena può arrivareanche a 387.250,00 e sono previstesanzioni accessorie, tra cui l'interdi-zione dall'esercizio dell'attività, lasospensione delle licenze o autoriz-zazioni, l'esclusione dalle agevola-zioni o il divieto di pubblicizzare benio servizi. Appare opportuno pertantopredisporre un buon modello diorganizzazione che possa eso-nerare da questa responsabilità.Vediamo le caratteristiche di unbuon modello di organizzazione:

esso deve essere accurato,chiaro e completo;

deve essere pensato specifi-

camente pensato per l'impresa;deve contenere un codice

etico di portata generale;deve indicare con precisione

le potenziali aree a rischio ed idestinatari;

deve prevedere l'esistenza di unOrganismo di Vigilanza interno indi-pendente e garantire procedure dicontrollo, flussi informativi, budgetannuali, nonché un adeguato siste-ma formativo che ne garantisca lacorretta implementazione.

Deve essere costantementemodificato, integrato e controllatoper garantirne l'adeguatezza. L'errore in cui si può incorrere è quel-lo di dare un adempimento mera-mente formale agli obblighi di attua-re un buon modello. Un modello chenon sia specificamente pensato perla realtà imprenditoriale in cui siinserisce e che pertanto non introdu-ce effettivi strumenti di controllo delrischio non esonera da responsabili-tà, perchè tradisce la funzione dellanormativa che vuole introdurre com-portamenti imprenditoriali virtuosi.Come ha messo in luce la giurispru-denza della Cassazione a sezioniunite, il quadro normativo "evidenziauna fisionomia ben definita, con l'in-troduzione nel nostro ordinamento diuno specifico ed innovativo sistemapunitivo per gli enti, finalizzato adintegrare un efficace strumento di

controllo sociale (…) e rappresental'epilogo di un lungo cammino voltoa contrastare il fenomeno della cri-minalità d'impresa, attraverso ilsuperamento del principio, insitonella tradizione giuridica nazionale,societas delinquere non potest enella prospettiva di omogeneizzarela normativa interna a quella inter-nazionale di matrice prevalente-mente anglosassone, ispirata al c.d.pragmatismo giuridico." (Cass. S.U.26654/08). Pertanto, la scelta didotarsi di un modello di organizza-zione va assunta avendo bene inmente che detta implementazionepuò servire a introdurre un sistemadi controllo funzionale all'attività diimpresa ed alla gestione dei rischi diimpresa ed un'ottimale attuazioneva fatta affidandosi ad adeguateprofessionalità che possano con-temperare sia una visione aziendali-stica che legale dell'ente.

STUDIO LEGALE AMORESE

ha sede a Bergamo Via Zelasco, 18;

Tel. +39 035 212175 Fax +39 035 271110

e a Londra 76 Holland Park,

Tel +44 207 229 0889(www.amorese.eu)

La responsabilità amministrativa degli enti e i modelli di organizzazione

LEGGERE LA LEGGE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO MARCO AMORESE

ECONOMIA&BUSINESS

Marco Amorese ha conseguitoun LL.M. presso la Harvard LawSchool ed un Dottorato diricerca in diritto commerciale

presso l'Università degli Studidi Brescia. È ammesso all'eser-cizio della professione foren-se in Italia e a New York

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C risi crisi crisi….. ormaiquando si parla di econo-mia e di finanza attuale

la parola "crisi" risulta quasisempre all'ordine del giorno.L'imprenditore medio, in questotriste inverno, non può far altroche prendere coscienza di:

un fatturato aziendale 2009totalmente "compresso";

commesse ridotte quasi del50% se non più per l'anno 2010.Il Governo da parte sua fa abba-stanza? Diciamo che ci provama i risultati sono relativamen-te scarsi, o per meglio dire: "Ilragazzo ha le capacità ma nonsi impegna quanto dovrebbe".Un po' come la maggior partedella mia generazione quandofrequentava la scuola dell'ob-bligo. In questo articolo cerche-rò di spiegare, sintetizzando ilpiù possibile ed evitando "paro-loni tecnici", un ulteriore"deludente" novità fiscale perl'incentivazione delle capita-lizzazione delle imprese. Ilfiore all'occhiello del nostroGoverno, dopo il fallimentopreannunciato dello Scudofiscale, è la legge concernenteil bonus per la ricapitalizzazioneper le imprese. Il comma 3-terdell'art. 5 prevede una misuradi incentivazione alla patri-

monializzazione delle impresesocietarie che concede una(minima) detassazione a frontedi aumenti di capitale di socie-tà di persone o di capitali perfe-zionati da persone fisiche in unpreciso ambito temporale. Insintesi il governo vuole premia-re l'imprenditore meritevole,ossia colui che immette perso-nalmente liquidità nella pro-pria impresa (e fin qui nulla dimale, anzi). L'imprenditoreche aumenta il capitale socia-le mediante conferimento diun importo massimo di Euro500.000,00 in un arco tempora-le che va dal 5 agosto 2009 al 5febbraio 2010 avrà una detas-sazione per 5 anni del 3% del-l'aumento del capitale ottenutocon il conferimento. Con un pic-colo esempio pratico sarà sem-plice capire il poco appeal del-l'agevolazione con riguardo aglieffettivi benefici. Supponiamoche l'imprenditore conferiscaall'interno della propria socie-tà una somma pari ad Euro500.000,00, (averne, penseretevoi) il 3% di tale somma pari aeuro 15.000,00 è il reddito nontassato che se moltiplicato per5 anni darà una variazione indiminuzione del reddito per untotale di Euro 75.000,00, molti-

plicato per 27,5% darà all'im-presa un risparmio fiscale diEuro 20.625,00. Dove sta l'in-ganno? Semplice, nella mag-gior parte dei casi vi è il rischioche gli oneri amministrativi cor-relati all'operazione di aumen-to del Capitale sociale (es.spese notarili, spese di consu-lenza, spese relative al com-penso del collegio sindacale incaso di trasformazione in spa),siano superiori al reale bene-ficio fiscale. L'agevolazionein esame è cumulabile allaTremonti ter, ossia allo scontoprevisto Iperf/Ires pari al 50%dei costi per l'acquisto di alcunimacchinari e attrezzature bendefiniti dal Governo, che esclu-dono categoricamente di largoconsumo (es. computer, mobili,autoveicoli ecc). In tal caso,infatti, l'aumento del Capitalesociale finalizzato all'acquistodei macchinari potrebbe com-portare un bonus complessivopari al 65% del costo sostenu-to. Comunque, manovre anticrisi a parte il governo insiste adire che la crisi in Italia è statameno incisiva rispetto ai paesieuropei cercando di convincerei cittadini che, per uscire dallacrisi, bisogna spendere. Leaziende dovrebbero fare inve-

stimenti, ma come? Chiedendoprestiti alle banche con tassialti, mentre le banche hannoavuto soldi "nostri" a tassi age-volati e comunque, non si èmai visto un'azienda fare inve-stimenti senza prima avercostatato la possibilità di unmercato pressoché sicuro.Mentre i cittadini dovrebberocontinuare a fare mutui pursapendo che il lavoro può veni-re a mancare da un giornoall'altro. Insomma noi siamopropensi a spendere ma lo èanche il governo? La maggiorparte di noi consulenti, com-patti e uniti nel "dolore" hadeciso di adottare una politicadi silenziosa attesa della svol-ta tanto promessa. L'unicacosa che possiamo fare èosservare alla finestra le futu-re manovre governative anticrisi, nella speranza che l'atte-sa non sia troppo lunga, èinverno, fuori fa freddo...

STUDIO ASSOCIATO MANAZZA - PUTORTÌ ha sede a Bergamo in via Cucchi n. 3,

Tel +39 035 215205 +39 035 4136420

Fax +39 035 226736

Manovra anti crisi: chi l'ha vista?

CON... TRIBUTO - RUBRICA A CURA DELLA DOTT.SSA BARBARA PUTORTÌ

Barbara Putortì, Dottore Commercialista

Revisore Contabile

ECONOMIA&BUSINESS

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ECONOMIA&BUSINESS

Claudio Rossi, Laureato in Scienzedell'Economia e della GestioneAziendale, svolge da molti anni atti-vità di consulenza e di responsabilità

in ambito bancario. ha scritto diver-si testi riguardanti la responsabili-tà sociale d'Impresa e la finanzanell'Internazionalizzazione

PILLOLE DI FINANZA - RUBRICA A CURA DEL DOTT. CLAUDIO ROSSI

Le funzioni dellabanca: la raccolta, gli impieghi e gli investimenti

C ome già richiamato in pre-cedenti articoli, la Bancaesplica le sue funzioni

attraverso una continua opera diraccolta e di impiego del rispar-mio, nel rispetto, ovviamente,delle disposizioni previstedall'Organo di Vigilanza (Bancad'Italia) per la tutela dei deposi-tanti e l'esercizio del credito.

Beninteso, tutte le Banche sonocostantemente impegnate adassecondare gli indirizzi di poli-tica economica che via via ven-gono indicati dall'Autoritàmonetaria ed ad osservare ledisposizioni, anche di caratteretransitorio, che lo stessoOrgano di Vigilanza può emana-re in circostanze particolari.

Per "raccolta" s'intende il com-plesso delle operazioni bancariedirette alla "provvista" di fondi;dal punto di vista gestionale èun'operazione "passiva" in quantocomporta un costo: quello dellaremunerazione dei capitali raccol-ti. Tra le principali e più conosciu-te forme tecniche si ricordano:

I depositi fruttiferi liberi evincolati;

I conti correnti di corrispon-denza, in lire ed in divisa, conclienti e banche;

I certificati di deposito atempo;

L'emissione di assegni cir-colari;

Il risconto del proprio porta-foglio italiano ed estero e leanticipazioni su titoli di proprie-tà presso le Banche Centrali.

Dal versante degli "impieghi",ovvero del complesso delle ope-razioni bancarie dirette all'im-piego dei fondi raccolti, effet-tuate, ovviamente, adottandotutte le cautele insite nella cor-retta applicazione della normati-va relativa all'attività creditizia,possiamo rilevare:

Le aperture di credito in contocorrente e gli anticipi in conto;

Lo sconto di cambiali ed effet-ti cambiari sull'Italia e sull'estero;

Le anticipazioni ed i riportisu titoli, le anticipazioni su fedidi deposito di magazzini gene-rali e di depositi franchi, sumerci e su documenti;

Le aperture di credito sem-plici e documentate utilizzabiliin Italia ed all'estero;

Le sovvenzioni e aperture dicredito in conto corrente controgaranzia;

L'acquisto di titoli di Stato ogarantiti dallo Stato, di obbliga-zioni di società industriali, com-merciali ed agricole ed altrititoli ivi comprese le azioni disocietà industriali, commercialied agricole di prim'ordine quo-tate nelle Borse ufficiali.

Considerandoli sotto l'aspet-to gestionale, gli impieghirappresentano, per contro,operazioni "attive" in quantodanno luogo a ricavi che sono

costituiti dalle remunerazionidei capitali impiegati.

I valori mobiliari

C on il termine "valori mobi-liari" si indicano più gene-ralmente i "titoli" emessi

dallo Stato, da enti pubblici oprivati e da società per i debiticontratti verso terzi, oppure i"titoli" emessi da società per lacostituzione o l'aumento delcapitale sociale.

I valori mobiliari, nell'accezionecomune definiti semplicemente"titoli", sono rappresentati dadocumenti o certificati; essi ven-gono classificati fra i titoli di cre-dito in quanto il possessoredegli stessi ha diritto ad ottene-re le prestazioni indicate dal cer-tificato rappresentativo: presta-zioni che invero possono altresìrivenire da quant'altro previstodalle disposizioni di legge.

La Legge 23 mar 1983 n. 77 al tito-lo "Istituzione e disciplina dei fondicomuni di investimento mobiliare",all'art. 12 fornisce indirettamentela seguente definizione di valoremobiliare: "…(omissis) … Coloroche intendono procedere all'acqui-sto o alla vendita mediante offertaal pubblico di azioni o di obbliga-zioni, anche convertibili, o di qual-siasi altro valore mobiliare italianoo estero, ivi compresi i titoli emes-si da fondi di investimento mobi-liari o immobiliari, italiani o esteri… (omissis) … per valore mobi-liare è da intendere ogni docu-mento o certificato che diretta-

mente o indirettamente rappre-senti diritti in società, associazio-ni, imprese od enti di qualsiasitipo, ivi compresi i fondi di investi-mento italiani od esteri, ogni certi-ficato o documento rappresentati-vo di un credito o di un interessenegoziabile e non; ogni documen-to o certificato rappresentativo didiritti relativi a beni materiali oproprietà immobiliari, nonché ognidocumento o certificato idoneo aconferire diritti di acquisto di unodei valori mobiliari sopraindicati ".

Peraltro quelli più di uso comu-ne sono:

Titoli di Stato: emessi dalloStato per finanziare le varie attivi-tà di interesse pubblico; essi rap-presentano debiti contratti diret-tamente dallo Stato. Attualmentei più noti sono. B.O.T. (BuoniOrdinari del Tesoro), B.T.P. (BuoniTesoro Poliennali) e C.C.T.(Certificati di Credito del Tesoro).

Obbligazioni: emesse da entie società per necessità finan-ziarie proprie: esse rappresen-tano debiti contratti general-mente a lungo termine.

Azioni: emesse da società abase azionaria; esse rappre-sentano quote di partecipazio-ne del capitale sociale.

"Parti" di fondi comuni diinvestimento mobiliare: emesseda società per azioni autorizzateall'istituzione e gestione deifondi di cui trattasi; esse rappre-sentano quote di partecipazionenon al capitale sociale dellesocietà emittenti, bensì al porta-foglio dei titoli costituito conl'investimento dei fondi raccolti.

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ECONOMIA&BUSINESS

Laura Adele Feltri VicepresidenteFIMAA Bergamo (FederazioneItaliana Mediatori Agenti d'Affari),agente immobiliare dal 1988 e media-

tore creditizio. Da sottolineareanche il ruolo di docente perBergamo Formazione nel campoimmobiliare

"Anno horribilis". Il 2009sarà ricordato comel'anno della crisi del

sistema economico-finanziario, cheha minato le certezze radicate in noiin questo ultimo trentennio. Nonsono valse le parole rassicuranti delpremier Silvio Berlusconi, che hacercato di fare diga ad una pauradilagante sulle prospettive future.Pochi hanno interpretato le paroledi Giulio Tremonti che ha definitola crisi economica "non la fine delsistema, ma la fine di un sistema".E noi bergamaschi? Ci siamo fatticoraggio, sforzandoci di non pensa-re al domani, ma contemporanea-mente abbiamo limitato gli investi-menti. Ovvero quello che viene rite-nuto superfluo, dando maggioreattenzione al valore reale delle cose(e delle case). Proprio in questocampo, complice il ko immobiliareamericano, molti hanno preferitoevitare d'investire. Hanno aspettatoa comprare un immobile, a menoche fosse una cosa necessaria perla propria famiglia. Eppure bisognafare una premessa per meglio com-prendere il bilancio del 2009 nelmondo immobiliare e per tracciarele linee guida di chi si avvicinerà nel2010 al mercato anche in chiaved'investitore. Perché, se è pur veroche è stato un anno difficile, i risul-tati del mondo immobiliare espri-

mono comunque segnali interes-santi e rassicuranti. Primo tra tutti,chi ha comprato casa per sé o perinvestimento, non si è trovato conun valore decurtato come accadutonel mondo finanziario. Tenete pre-sente che al di là delle percentualiche segnalano un calo del valoreregistrato sul mercato immobiliarenazionale, la nostra provincia (non-ostante i valori di vendita fosseromedio-alti) non ha visto calare ilcosto al metro quadro. Se è veroche il prezzo non è calato, è anchevero che l'offerta immobiliare ènotevole ed il mercato sta premian-do un prodotto che a pari costo offreprestazioni decisamente migliori intermini di qualità del costruito. Eproprio il concetto di "qualità", nelprossimo anno, sarà una lineaguida per avvicinarsi al mondoimmobiliare. Il quadro che, quindi,emerge è confortante: perché ilmercato immobiliare bergamascoha sostanzialmente tenuto i valori adiscapito di un periodo nefasto perla salute economica della provincia,come ha sostenuto RobertoSestini presidente della Camera diCommercio. Insomma, il mattonepaga a differenza di tanti altri setto-ri che non godono di ottima salute.Commercio e servizi in primis."Questi settori - ha commentatoRoberto Sestini - risentono del calo

dei consumi, ma il banco di provasarà il periodo natalizio e l'avvio delnuovo anno. Vedremo se il migliora-mento delle aspettative economi-che da parte dei consumatori,segnalato dalle indagini a livellonazionale, si tradurrà in una risalitadelle vendite". Resta comunquel'ottimismo pre-natalizio, una visio-ne più buona per l'inizio del nuovoanno. "I segnali positivi, comun-que, si vedono. Sono sicuro cheBergamo sfrutterà la sua apertura ecompetitività per ripartire, soprat-tutto nei mercati esteri, con la qua-lità che l'ha sempre contraddistinta.Resta comunque la certezza dell'ac-cordo di programma tra RegioneLombardia e sistema camerale lom-bardo. Le risorse economiche previ-ste nella finanziaria regionale per il2010 per il fondo anticrisi e gliaccordi di programma sono pari a1,2 miliardi di euro". Esistono dun-que elementi positivi che ci proiet-tano nel futuro con ottimismo; conchiari segnali di un 2010 decisa-mente meno impegnativo dal puntodi vista economico. E se per l'indu-stria si parla di una lenta ripresa,per il settore immobiliare l'"annohorribilis" non ha destabilizzato ilmercato provinciale, migliorato - fral'altro - in qualità del prodotto offer-to. Per il 2010 alle porte si prospet-ta così un trend in crescendo.

Tradotto: è ora d'investire, soprat-tutto nei mesi iniziali dell'anno,prima che la richiesta generi unaumento inevitabile dei prezzi.L'importante, però, è muoversi conobiettivi ben chiari e sempre affi-dandosi ad esperti di settore. Nondimentichiamoci quanto di buono ciha regalato questo periodo di reces-sione: ovvero aver ridato il giustovalore alle cose e, come detto all'i-nizio di quest'articolo, anche allecase. Bisogna soppesare attenta-mente il binomio qualità-prezzo,perché spesso il valore più bassodell'immobile può anche nasconde-re difetti strutturali che col tempopossono ricadere sui nuovi proprie-tari. In definitiva, per muoversi sulmercato immobiliare senza fregatu-re, bisogna seguire l'esempio dell'e-conomia bergamasca presentatada Sestini: con appunto la qualità.Sia nella vendita, sia nell'acqui-sto. Solo così possiamo pensaread un Natale positivo e propositi-vo, ovviamente rivolgendo gliauguri a tutti i nostri lettori.

CasafeltriVia Cucchi, 3

BergamoTel. 035 4220053www.casafeltri.it

Fondamenta stabili: a Bergamo,nel 2010, si può tornare ad investire

MATTONE DOPO MATTONE - RUBRICA A CURA DI LAURA ADELE FELTRI

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L a crescente sensibilità dei con-sumatori verso le problemati-che di carattere ambientale e

la politica d'incentivazione delleaziende all'assunzione di obblighi eresponsabilità a tutela dell'ambien-te, sono fattori che, in modo semprepiù incisivo, stanno portando leimprese ad adottare strategie azien-dali volte a valorizzare il proprioimpegno in campo ambientale.Agendo in tal senso le imprese -chesi trovano ad operare all'interno diun mercato globale concorrenziale,grazie ad una maggiore differenzia-zione, miglioramento della qualità einnovazione tecnologica- riesconoad aumentare sensibilmente la pro-pria competitività sia a livello nazio-nale che internazionale. E' proprioper rispondere all'esigenza di rende-re evidente al consumatore l'impe-gno ambientale assunto dall'im-presa che sono nati strumenti dicertificazione quali l'EMAS e l'ISO14001. L'EMAS (EnviromentalManagement Audit Scheme) è unsistema di gestione ambientale acarattere volontario introdotto dalRegolamento n. 1836 del 1993 poimodificato dal Regolamento n. 761del 2001 (definito EMAS II) che neha esteso l'applicazione anche aisettori non industriali. La registrazio-ne nell'elenco europeo delle impre-se certificate EMAS si ottiene attra-

verso l'esecuzione di alcuni adempi-menti. In primo luogo sarà necessa-rio definire la politica ambientaleaziendale, per poi procedere ad unesame delle problematiche ambien-tali che coinvolgono l'impresa nellosvolgimento della propria attività.Alla luce di tale analisi va quindi sta-bilito un adeguato programmaambientale con cui l'azienda defini-sce i propri obiettivi di protezionedell'ambiente e pianifica le attivitànecessarie per il loro raggiungimen-to. Occorre, altresì, un idoneoSistema di Gestione Ambientale(SGA) che dia attuazione al pro-gramma ambientale mediante l'im-piego di una struttura organizzativaresponsabile della gestione delsistema. E' necessario, infine, elabo-rare una dichiarazione ambientaleche riporti, in forma semplice e con-cisa, la politica ambientale, il pro-gramma, l'SGA e gli impegni assun-ti dall'impresa. Tale dichiarazione,una volta convalidata da un verifica-tore ambientale accreditato, dovràessere resa pubblica ed inviataall'organismo di controllo competen-te in modo da ottenere l'iscrizionenell'apposito registro comunitario.Un altro strumento di certificazio-ne volontaria ambientale è quelloottenuto secondo la norma 14001,pubblicata nel 1996 dall'ISO(International Standardisation

Organisation), che definisce i requi-siti standard per la certificazione diun sistema di gestione ambientale.La norma ISO 14001 è applicabile atutte le tipologie di imprese (anchequelle non appartenenti al settoreindustriale) e permette di ottenereun'attestazione di conformità delsistema di gestione aziendale airequisiti dettati dalla norma stessa.L'ISO 14001 individua quattro fasimediante le quali l'azienda arriva arealizzare il proprio SGA. Questesono, in sintesi, la pianificazione delprogramma di gestione ambientale,l'attuazione, il controllo e correzioneed, infine, il riesame dei risultati edella politica ambientale aziendale.La certificazione ISO 14001 vienerilasciata da un organismo indipen-dente accreditato che verifica l'effet-tivo impegno dell'impresa a minimiz-zare l'impatto sull'ambiente dei pro-pri processi produttivi e quindi laconformità dell'SGA applicato. Daquanto sin qui esposto in merito aiprocessi di certificazione EMAS eISO, si può osservare come gli stes-si si distinguono, in particolar modo,per la loro diversa natura. Infatti,mentre l'EMAS è un Regolamentostabilito dalla Commissione Europeagestito con il coinvolgimento di orga-nismi istituzionali predisposti daipaesi membri, l'ISO 14001 è unanorma pubblicata da un organismo

privato (ISO) non avente, quindi,carattere di legge. Un ulteriore ele-mento di distinzione è rappresentatodal fatto che, mentre la norma ISO14001 non prevede l'obbligatorietàdella redazione della dichiarazioneambientale -e pertanto il processo siconclude con il rilascio della certifi-cazione- nel Regolamento EMAS,invece, tale dichiarazione, oltre adessere obbligatoria, deve essere dif-fusa e pubblicata, impegnando, così,l'impresa ad osservare i doveri pre-fissati. In conclusione, dopo averaffrontato a grandi linee gli aspettifondamentali degli strumenti di eco-certificazione EMAS e l'ISO 14001,si può osservare che questi, pur pre-sentando alcuni elementi di diversi-tà, sono entrambi sistemi di gestio-ne a carattere ambientale mediantei quali le aziende, grazie ad un pro-cesso di auto-responsabilizzazione,possono valutare e migliorare lapropria competitività ambientale econseguire, quindi, vantaggi siaeconomici che d'immagine.

STUDIO LEGALEPUTORTì

Ha sede a BergamoVia Silvio Spaventa, 25Tel. - Fax 035 235226

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I sistemi di certificazione volontariaambientale EMAS e ISO 14001

LEGGE AL VERDE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO CRISTINA PUTORTÌ

Cristina Putortì Avvocato presso il Foro di Bergamo. Ha conseguito un master in Diritto dell'Ambiente

presso l'Università degli Studi di Bergamo

ECONOMIA&BUSINESS

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ECONOMIA&BUSINESS

Maria Zaccone si è laureata inSociologia a Roma, specializ-zandosi soprattutto in tecni-che di gestione della Risorsa

Umana e Formazione. Ha lavo-rato per realtà internaziona-li quali la ex Mobil Oil Italia,ora Q8, e la Meridiana

Partiamo da una domanda: laformazione, per un'azienda,deve essere vista come

costo o come investimento?Innanzitutto sarà necessario for-nire una decodificazione di un ter-mine più volte abusato e cioècosa s'intende per formazione.Proprio per questo, grazie alla dis-ponibilità della testata BergamoEconomia, possiamo approfondi-re un tema tanto importante perle aziende quanto fondamentaleper i dipendenti. Da questo mese,infatti, potremo entrare nellospecifico della questione, foca-lizzandone i tratti distintivi e lerispettive modalità d'esecuzione.SIGNIFICATI - Ma facciamo unpasso indietro. Per comprendere almeglio quanto andremo a trattare,dobbiamo capire cosa nascondeall'interno di sé il verbo "formare".Sono tre i concetti che racchiude laparola: ovvero riflessione, allegriaed energia vitale nella quale inca-nalare le capacità dell'essereumano. Il senso della formazionecomportamentale, di questo parle-remo nella rubrica, si può così rife-rire a tutte quelle attività atte amettere in risalto le caratteristiche,le potenzialità e le capacità dell'in-dividuo e come queste possonoessere validamente spese a favoredelle diverse professionalità per

riorganizzare, ottimizzare e miglio-rare clima e performance delleaziende in cui i dipendenti lavora-no. Se la formazione comporta-mentale si sintetizza con "proces-si che tendono a migliorare le per-formance dello staff", è sconta-to ritenere la stessa non più uncosto, ma bensì un investimento.COSTI - Un altro punto che correil rischio di venire trascurato è lavalutazione attenta che va operatadavanti ad una proposta formati-va. Spesso gli imprenditori con-siderano la formazione come"tempo sprecato" oppure un costo"inutile" per la propria realtà pro-duttiva. I tutor formativi vengonospesso considerati come personenon utili - se non addirittura desta-bilizzanti - all'interno dell'ambienteprofessionale. Complici vari pre-ventivi gonfiati economicamente, icorsi di formazione vengono scar-tati a priori. In realtà non è così.Bensì si possono scremare i costiche la stessa formazione richiede,cercando di capire in primis qual èl'obiettivo da raggiungere. Bisognasoprattutto valutare le personeche affronteranno i corsi, capire lerispettive capacità e competenze.Solo successivamente si può dareun valore all'operazione. I passag-gi d'analisi dell'investimento sonofondamentali per evitare di soste-

nere spese inutili, valutando l'inve-stimento in un modo attento, ipo-tizzando correttamente i risultatiattesi. E' necessario quindi, anchein questo caso, operare tutti i pas-saggi che metteranno in condizio-ne il percorso formativo di essereeffettuato secondo criteri corretti. TIPOLOGIE - La scelta dellemodalità di somministrazione diun percorso formativo è talmen-te vasta che siamo obbligati acercare di sintetizzare e, per ilmomento, suddividere il temain due macroaree: esigenze ditipo comportamentale riguar-danti i gruppi (tutoring) edesigenze di tipo comporta-mentale individuale (coaching).

Tutoring: si applica su proble-matiche specifiche a gruppi dilavoro o a comparti produttivi,nel caso di passaggi di ruolo dipiù persone o nel caso di pro-cessi d'apprendimento collettivi.

Coaching: si applica peracquisire consapevolezza di ruoloper supportare manager e primilivelli aziendali nell'analisi del pro-prio potenziale; per apprendere emettere in pratica modalità dicomportamento atte a migliorareperformance e contenere lo stress;per supportare il manager nelleriorganizzazioni aziendali; peracquisire nuovi metodi di lavoro.

Per effettuare la rilevazione deibisogni, gli strumenti da utilizzaresono - anche in questo caso - dif-ferenti: l'assessment nel caso digruppi; l'intervista motivazio-nale nel caso degli individui; itest di personalità per individua-re le problematiche dei singoli.CONCLUSIONI - In pochi pas-saggi abbiamo avuto la possibili-tà di rendere tangibile che la for-mazione - se affrontata in modostrutturato, pensato ed organizza-to - può avere un valido ritornodall'investimento iniziale, attivan-do strumenti che ci consentono dimisurare il risultato. Allora tornia-mo al punto di partenza: la forma-zione è un costo o un investimen-to? Come in tutte le cose il consi-glio è di non scartare per principiol'argomento, di valutarne atten-tamente le opportunità, i costi ele modalità di somministrazio-ne, di non effettuare una impo-sizione ai dipendenti, ma di farvivere l'evento formativo comeun momento di massima con-divisione in azienda. Insomma,applicando il buon senso si deveusare semplicità, ponderatezzae praticità. Quanto alla doman-da, la risposta è scontata: laformazione è un investimento,sia per il dipendente e sia peril proprietario di un'azienda.

Formazione, costo o investimento aziendale?

IN... FORMAZIONE - RUBRICA A CURA DELLA DOTT.SSA MARIA ZACCONE

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Non siamo fuori dal tunnel. Una luce in fondo c'è: gliordinativi nazionali +0.2% ed esteri +1.9%, ma per ilresto il trimestre luglio - settembre bergamasco èuna lunga lista di segni negativi. Il calo è generaliz-

zato: produzione trimestrale - 0.7%, annua - 11% e se guar-diamo al periodo precedente alla crisi si tocca il - 15%, fattu-rato annuo - 16.3% meglio (si fa per dire) quello estero -10.6%. Il numero degli addetti delle imprese diminuisce -0.80% nel trimestre con oltre il 40% delle aziende che fa ricor-so alla cassa integrazione. Il quadro è il risultato della rileva-zione realizzata dalla Camera di Commercio di Bergamo suidati congiunturali dell'industria e dell'artigianato manifatturie-ri in provincia di Bergamo nel terzo trimestre 2009. Si dovràprobabilmente attendere ancora un trimestre per vedererispuntare un segno positivo che interrompa la lunga e profon-da caduta del ciclo della produzione industriale bergamasca.La situazione di crisi è ancora largamente diffusa ai diversi set-tori e alle tipologie d'impresa. Tre imprese industriali su quat-tro, una quota inalterata da tre trimestri, sono ancora distantioltre 5 punti dai livelli produttivi dei dodici mesi precedenti e ilcalo produttivo non risparmia alcun comparto merceologico

dell'industria provinciale. E tuttavia i segnali di una lenta risa-lita dal fondo della crisi si intensificano e si allineano concoerenza: è in corso un progressivo aggiustamento del livellodelle scorte, gli ordini, soprattutto dal mercato estero, sono increscita, i prezzi dei prodotti finiti hanno smesso di scenderenell'industria e le aspettative delle imprese per l'ultimo trime-stre dell'anno sono in netto miglioramento per quanto riguar-da produzione e domanda. Le incognite maggiori riguardanol'occupazione, non solo perché il mercato del lavoro reagiscecon ritardo agli impulsi provenienti dalla produzione, ma ancheperché l'intensità e la sostenibilità della ripresa sono soggetteall'evoluzione ancora incerta di molte variabili: dal tasso dicambio dell'euro sul dollaro al grado di propagazione degliimpulsi provenienti dalla domanda internazionale, dal riavviar-si di un ciclo degli investimenti ai tempi di riapertura dei cana-li del credito alle imprese. Il numero degli addetti delle impre-se industriali si contrae ancora, per il sesto trimestre consecu-tivo, nonostante il ricorso alla Cassa Integrazione si mantengaelevato e, a Bergamo, in aumento. Le aspettative delle impre-se per l'occupazione restano negative e non sarà certo l'ultimotrimestre dell'anno, nel quale cessazioni o mancati rinnovi di

Fermo al paloil made in Bergamo

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ECONOMIA&BUSINESS

Un altro trimestre negativo per l'economia bergamascaSecondo la rilevazione della Camera di Commercio di Bergamo la produzione industriale su base annua tocca un -11% mentre nel trimestre luglio-settembre il calo è dello 0.7% rispetto ai tre mesi precedenti. Male anche l'occupazione, risalgono solo gli ordinativi nazionali +0.2% ed esteri +1.9%

LA CONGIUNTURA

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contratto prevalgono tipicamente sulle assunzioni, ad invertirela tendenza a un ridimensionamento dei livelli occupazionali.

La produzione industrialeIn provincia di Bergamo è ancora lontana dai livelli di unanno fa. Nel III trimestre 2009 la variazione corretta per igiorni lavorativi è del -11 % (a seguito del -11,9 in ciascunodei due primi trimestri del 2009). L'indice destagionalizzatodella produzione scende a quota 91,7 con una variazione tri-mestrale del -0,7%, in recupero dopo le marcate contrazionidegli ultimi due trimestri (-4,1% nel I trimestre 2009, -2%nel II trimestre 2009). Le industrie di minor dimensionesegnano risultati leggermente peggiori rispet-to alle grandi. La variazione grezza della pro-duzione su base annua è di -11,8 nelle medieimprese (tra 50 e 200 addetti), di -11,1 nellepiccole, sotto i 50 addetti e di -9,7 nelle grandi.

I settori. Tutti registrano variazioni tendenzialigrezze negative della produzione, con una relati-

va miglior tenuta nell'alimentare, comparto tradizionalmenteanticiclico, e cali più netti nelle produzioni di beni d'investi-mento (-14,4) rispetto a beni intermedi (-10,4) e beni finali (-9,4). Per il sesto trimestre consecutivo è negativa la dinamicatendenziale grezza della meccanica: il calo si mantiene su valo-ri ancora elevati (-14,4%) nel terzo trimestre dell'anno. Nel tes-sile la congiuntura torna ad appesantirsi nell'ultimo trimestre (-11,9%) e conferma una tendenza negativa in corso da lungotempo. Limitando l'analisi ai soli settori, si registra un'attenua-zione della tendenza negativa nella gomma-plastica e livelliproduttivi ancora sottotono rispetto a un anno fa nei mineralinon metalliferi e nella chimica. Qualche spunto promettenteemerge invece dalla dinamica trimestrale dove la variazione

Segno negativo per tutti i settori produttivi:meccanica -14.5%, mezzi di trasporto -14.2%, chimica -12.9%, pelli e calzature -12.3% e tessile -11.9%

-12,0%-14,0% -10,0% -4,0%-6,0%-8,0% -2,0% 0,0%

SO

LO

MN

LC

MB

MI

PV

VA

Lombardia

BG

CO

BS

-5,1

-6,2

-7,1

-7,5

-7,8

-9,3

-9,5

-9,6

-10,5

-11,0

-11,7

-11,8

Produzione industriale terzo trimestre 2009. Province della Lombardia - Variazione tendenziale corretta per i giorni lavorativi

Il ciclo congiunturale è infase negativa in tutta laregione. La variazione ten-denziale media regionale,corretta per i giorni lavora-tivi, si assesta a -10,5%.Al di sotto della medialombarda troviamo, oltre aBergamo, le province diBrescia e Como

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grezza è positiva in tre settori: mezzi di trasporto, carta-edito-ria e legno mobili, tutti con debole consistenza campionaria.

Il tasso di utilizzo degli impianti - Sembra aver rag-giunto e oltrepassato il punto di minima. Sia in regioneche in provincia siamo tuttavia ancora al di sotto del 65%.

Il fatturato - Su base annua è in serie negativa per il sesto tri-mestre consecutivo nella componente nazionale (-16,3%) e inquella estera (-10,6%) ma la caduta si è interrotta e segnali dirisalita compaiono soprattutto per il fatturato estero. La mec-canica registra flessioni marcate sia del fatturato interno (-20%) che di quello estero (-15,6%). Nel tessile le vendite sonoin calo di 19 punti percentua-li sul mercato nazionale e di13 punti sui mercati esteri.La variazione destagionaliz-zata su base trimestrale,registra una flessione delfatturato interno (-2,2%) inlinea con quella del secondotrimestre 2009. Per il fattura-to estero, il calo (-0,5%) nelterzo trimestre 2009 segnainvece un marcato recuperorispetto ai risultati precedenti.

Gli ordinativi - Gli acquisitinel trimestre, indicatore impor-tante della tendenza delladomanda nell'immediato futuro, sono in lieve aumento sulmercato nazionale (+0,2 per cento la variazione destagionaliz-zata), mentre l'andamento degli ordini dall'estero si confermapiù robusto (+1,9 per cento) e in progresso rispetto ai due tri-mestri precedenti. In termini di variazione trimestrale grezza,nel terzo trimestre gli ordinativi della meccanica diminui-scono del -1,4% sul mercato interno e del -0,8% sul mer-cato estero. Nel tessile risultano stazionari gli ordininazionali (+0,3%) e in flessione quelli esteri (-17%).Variazioni positive degli ordini esteri sono riportate nellagomma-plastica, nei mezzi di trasporto e nell'abbigliamento.

Le scorte - Tende a rientrare nella normalità il livellodelle scorte di prodotti finiti: il saldo tra valutazioni di esu-beranza e quelle opposte di scarsità dei magazzini scendeall'8,1% rispetto all'11,8% nel secondo e al 17% nel primotrimestre dell'anno. L'avvicinamento a un punto di mag-giore equilibrio nella gestione delle scorte è un segnale dipossibile ripresa della produzione.

Materie prime - I prezzi delle materie prime (+0,2) così comequelli dei prodotti finiti (+0,1) interrompono la loro discesae si stabilizzano sui livelli raggiunti nello scorso trimestre.

L'occupazione - Continua a calare. Il numero degli addettidelle imprese del campione diminuisce (-0,80 per cento neltrimestre) come risultato a saldo di un tasso d'ingresso di 0,69e di un tasso di uscita di 1,50. Il dato destagionalizzato, cheneutralizza gli effetti di calendario, è anch'esso negativo (-0,76%) ma in lieve miglioramento rispetto ai trimestri prece-denti. L'occupazione nella meccanica è in calo (-0,89% lavariazione grezza) nel trimestre (0,74 il tasso d'ingresso e1,64 il tasso di uscita). Nel tessile ad un tasso di ingresso di0,17 è corrisposto un tasso di uscita di 2,08 con un saldonegativo del -1,90 per cento nel trimestre. Nella gomma-pla-stica il calo (-0,74) risulta da un tasso di assunzioni di 0,49 edi uscite pari a 1,23 per cento. Variazioni negative dell'occupa-

zione si segnalano, così come nellascorsa rilevazione, in 10 settori su13. Pari a zero il saldo di chimicae abbigliamento, solo le pelli-cal-zature (presenti però solo margi-nalmente nel campione provin-ciale) registrano un dato positivo.

La Cassa integrazione - Leaziende che hanno utilizzato laCassa Integrazione Guadagni sonoil 40,3% del campione, in lieve calorispetto al 41,9% del trimestre pre-cedente. Vi hanno fatto ricorso il43,6% delle aziende meccaniche eil 68,2% di quelle tessili. La quotadi Cassa integrazione utilizzata è in

aumento e pari al 6,5% del monte ore trimestrale (8,9%nella meccanica, 12% nel tessile, 15,1% nell'abbigliamen-to), rispetto al 5,6% nel trimestre precedente. In Lombardiasi nota invece un regresso nell'ultimo trimestre nel ricor-so alla Cassa Integrazione. L'andamento dell'occupazio-ne nell'industria manifatturiera è negativo in tutta laLombardia, tranne che a Monza e a Sondrio. La variazionedegli addetti a Bergamo è più negativa del dato medio regio-nale, così come maggiore è il ricorso alla Cassa IntegrazioneGuadagni. Anche le ore medie lavorate giornalmente peraddetto sono in calo, a Bergamo più che in Lombardia.

Le aspettative - Migliorano le aspettative per l'ultimo tri-mestre dell'anno per quanto riguarda gli andamenti attesi diproduzione e domanda (sia estera che interna) ma non perl'occupazione: restano prevalenti le imprese che prevedonouna riduzione degli addetti nel prossimo trimestre.

La produzione artigianaleNel terzo trimestre dell'anno la produzione dell'artigianatomanifatturiero bergamasco diminuisce del -12,5% su baseannua, solo in marginale miglioramento rispetto ai risultati

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precedenti: nel primo trimestre la flessioneera stata del -13,1%, nel secondo del -13,6%.Il risultato di Bergamo è il peggiore rispettoalle altre province della Lombardia. L'indicegrezzo della produzione artigiana scende aquota 78,7 con una variazione nel trimestrenegativa pari al -6%. Il 72% delle aziende(erano il 78,4% nella scorsa rilevazione) regi-stra cali produttivi oltre il -5%, mentre il 2,1%(rispetto a zero nel I trimestre 2009) dichiaraincrementi superiori al +5%. Il saldo comples-sivo tra segnalazioni di aumento e diminuzione migliora por-tandosi al -72%, contro il -81,3% della precedente rilevazione.

Tutti i settori, tranne il legno-mobili, riportano variazioni grez-ze della produzione negative. La meccanica è in calo del -16%,il tessile del -9%. Il fatturato complessivo grezzo cala su baseannua del -19,4% (dopo il -23,4% della scorsa rilevazione). Gliordinativi sono in diminuzione sia dal mercato interno che daquello estero. Risultano ancora in calo i prezzi medi dellematerie prime (-0,7%) così come quelli dei prodotti finiti (-0,7%). Gli addetti delle aziende artigiane manifatturiere (conalmeno 3 addetti) diminuiscono, per il nono trimestre consecu-

tivo, del -0,39% come risultato di un tasso d'ingresso di1,64% e un tasso di uscita al 2,03%. La variazione destagio-nalizzata (-0,44) indica tuttavia un marcato miglioramento suitrimestri precedenti. Le aspettative restano prevalentemen-te negative ma con attenuazione del pessimismo per l'anda-mento atteso della produzione ( -2,1 rispetto al -24,5% nellascorsa rilevazione) e della domanda interna (-7,6% rispettoal -14,9% precedente). Le previsioni sono in maggioranzapositive per la domanda estera (+6% rispetto al precedente-20,8%). Per quanto riguarda l'occupazione il quadro restaimprontato al pessimismo ma con una relativa diminuzionedel saldo negativo (-10,9% contro il -19,2% precedente).

Bergamo

Brescia

Como

Lombardia

Milano

Monza

Varese

Mantova

Lecco

Lodi

Pavia

Cremona

Sondrio

-12,5

-12,3

-11,7

-10,3

-10,1

-10,0

-9,9

-9,5

-9,4

-9,3

-8,7

-6,2

-3,6

Produzione dell’artigianato terzo trimestre 2009Variazione annua grezza

Il ciclo congiunturale è infase negativa in tutta laregione. La variazionemedia regionale si asse-sta a -10,3 %. Bergamo èla peggiore con un -12.5%, sotto la mediaregionale troviamo ancheBrescia con -12.3% eComo -11.7%

-12,0%-14,0% -10,0% -4,0%-6,0%-8,0% -2,0% 0,0%

Cala l'occupazione. Per il sesto trimestre consecutivo scende il numero degli addetti

delle imprese industriali, nonostante il ricorso massiccio alla Cassa Integrazione

si mantenga elevato. Negative le aspettativeoccupazionali per l'ultimo trimestre

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"Un giorno tutto questo sarà tuo... forse". E'il titolo emblematico delle quattro storiebergamasche presentate con intervistadoppia, stile "Iene", e raccontate attra-

verso le stesse domande poste a chi "lascia" e a chi"subentra" nell'impresa. Al Bobadilla di Dalmine il grup-

po provinciale della Cna- Confederazione nazionaledell'artigianato e della piccola e media impresa - haorganizzato un convegno sul tema "Il passaggio gene-razionale" con un giro di domande "live" poste daFranco Cattaneo, moderatore della serata e vicediret-tore de l'Eco di Bergamo, a protagonisti di storie locali

ECONOMIA&BUSINESS

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Un giorno tutto questosarà tuo… Forse

E' il tema scelto dai giovani imprenditori della Cna di Bergamo per presentarsi alle altre province lombarde. Al Bobadilla di Dalmine "interviste doppie" e tavola rotonda in un confronto sul passaggio generazionale

IL CONFRONTO

I fattori necessari per guidare un'azienda sono: possedere una buona dose di grinta, determinazione e aver fatto tanta gavettaNon è indispensabile, invece,essere laureati

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

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imprenditoriali. Sono intervenuti nel dibattito MauroMaffiuletti - Presidente del Gruppo Giovani di Bergamoe Giuseppe Valvassori - Segretario del CNA, ha con-cluso il confronto Stefania Milo - Presidente regionaledel Gruppo Giovani. Ospite della serata è stato PaoloAgnelli - Presidente di Apindustria Bergamo e membrodi Imprese&Territorio, che ha portato la sua esperienzae testimonianza sul rapporto con le nuove generazioniche avviene nella sua azienda.

Intervista doppia. Molto affetto ed ironia tra padri efigli, suocero e genero ma nello stesso tempo anchetanta determinazione da parte di chi lascia, con unadichiarata reticenza a mollare il timone di una "barca"fatta con le proprie mani e chi subentra, assaideciso a proporre un nuovo stile, il suo, allaconduzione dell'impresa. E' stato questo ilsucco dell'intervista doppia, presentata ognunasotto un aspetto specifico. "Cambio di rotta" èstata la storia di padre e figlio che unendo leloro competenze hanno avviato un'esperienzanuova, "Nel segno della continuità" ha presen-tato il caso più classico dell'ingresso dei figli in

azienda, "Finché ci sarò io" ha affrontato anche gliaspetti problematici del passaggio mentre "La dote" haacceso i riflettori sui rapporti fra suocero e genero. Aprendere parte alle interviste sono stati otto imprendito-ri appartenenti a quattro diverse aziende, che hannotestimoniato le loro esperienze sul "passaggio di conse-gne" in azienda. Storie di padri e figli come quelle diGino e Andrea Cornali, Lorenzo e Emanuela Besana eGianangelo e Lara Taschini o di un passaggio di testimo-ne come quello avvenuto fra Fausto Salvi e NicolaColleoni, rispettivamente suocero e genero. Generazionidiverse, quindi, con formazione e cultura differenti. Igrandi hanno imparato quasi tutto sul campo e sonoiperconsapevoli delle identità territoriali circostanti la

Paolo Agnelli,Presidente di Apindustria

Bergamo e membro di Imprese&Territorio

"I giovani che entrano in azienda devono pensare ad un nuovo modo di farebusiness - ha sottolineato Paolo Agnelli -,

per realizzare prodotti che devono essere competitivi"

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loro impresa, i figli hanno acquisito nozioni sui banchidi scuola e nelle aule universitarie, alcuni sono inge-gneri, altri dottori in scienze della comunicazione (nontutti), comunque hanno viaggiato usano il computer einternet e parlano altre lingue in aggiunta al bergama-sco, che però conoscono benissimo, dato che da queste

parti è un "requisito fondamentale"per farsi prendere in considerazione.

Passaggio generazionale. Spessoci si chiede quali siano i fattorinecessari per condurre un'azienda.Dagli interventi è emerso che indi-spensabile è fare gavetta e posse-dere una buona dose di grinta edeterminazione, mentre non risulte-rebbe determinante aver conseguito

una laurea, a sottolineare quanto sia distante la forma-zione scolastica e il lavoro in azienda. Sicuramenteanche questo fattore pesa sul passaggio di consegne chenon è automatico né automatizzato, basti pensare che il68% degli imprenditori vorrebbe passare la mano, ma 8su 10 lo ritengono difficile. In Lombardia, ogni anno si

contano più di 5 mila impresecostrette a chiudere perché nonscatta il meccanismo ereditario.A Bergamo e provincia ogni annonascono 6.500-7.000 imprese mane muoiono altrettante, e metà diqueste sono condotte da giovaninei primi due anni di vita.Nonostante questo nessuno è dis-posto a rassegnarsi a dati enumeri, ma anzi imprenditori eassociazioni di categoria conti-nuano ad auspicarsi l'ingresso deigiovani in azienda "che devonopensare ad un nuovo modo di farebusiness - ha sottolineato PaoloAgnelli, presidente di ApindustriaBergamo -, per realizzare prodottiche devono essere competitivi".Nello stesso tempo, però, i padri"devono portare pazienza e met-tere in conto che i propri figli pos-sono sbagliare: la gavetta è fon-damentale", a questo si deveaggiungere la necessità e il pesodi cambiamenti strutturali. "Lepiccole aziende dovranno metterein conto - ha ricordato il presiden-te di Apindustria - che la grandecapacità manuale sarà gradual-mente sostituita da un modo dilavorare più vicino a quello del-l'industria". Proprio il passaggiogenerazionale dovrebbe aprire lastrada ad una vigorosa e solidaripresa economica trainata da

"In media solo il 24% delle imprese sopravvive al fondatore - ha detto Giuseppe Valvassori - e solo il 14% arriva alla terza generazione. Gli studi dicono che un'impresa che sopravvive è meglio perché mantiene cinque posti di lavoro, mentreun'impresa nuova ne crea due"

Franco Cattaneo,moderatore

della serata

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una classe imprenditoriale in grado di affrontare i pro-blemi del presente, senza dimenticare che non devonomancare anche interventi dall'alto. "Nei prossimi diecianni - ha spiegato Giuseppe Vavassori, direttore dellaCna di Bergamo - il 40% delle aziende in Italia saràimpegnato in un passaggio generazionale", che dimo-stra come il cambio della guardia in azienda sia unnodo cruciale per l'economia ita-liana. "Ogni anno - ha continuatoVavassori - i conflitti generaziona-li mettono a rischio 600 mila postidi lavoro. In media solo il 24%delle imprese sopravvive al fonda-tore e solo il 14% arriva allaterza generazione. Gli studi dico-no che un'impresa che sopravvive èmeglio perché mantiene cinqueposti di lavoro, mentre un'impresanuova ne crea due". In Lombardia,il mancato passaggio generazio-nale è la seconda causa di morta-lità delle imprese. "L'obiettivo èavviare percorsi di crescita mana-geriale dell'impresa - ha esortatoil direttore della Cna di Bergamo-, rilevando come il passaggiogenerazionale sia l'espressionepiù evidente delle carenze mana-geriali che si riscontrano nellepiccole aziende". Il convegno èstato anche l'occasione per porre

tre questioni di carattere politico."Quest'anno il Pil calerà del 4%, ma icosti previdenziali dell'Inps aumen-teranno del 4% - ha detto MauroMaffiuletti, Presidente del GruppoGiovani di Bergamo -, è chiaro chequesto pone delle riflessioni rispettoalle nuove generazioni. C'è poi unmercato del lavoro totalmente dimen-ticato: il 50% delle imprese chemuoiono ogni anno sono di giovani. Eil terzo punto riguarda la scuola: dimi-nuire gli investimenti su questo frontenon aiuta il passaggio generazionalein una logica d'innovazione". In fondo"ogni azienda di piccole dimensioni -ha concluso il Presidente del GruppoGiovani di Bergamo - è frutto di unastoria complessa: la storia di uomini edonne, di intere famiglie, che parteci-pano alla costruzione della ricchezza edel benessere generale rischiando

sulla propria pelle". L'interrogativo rimane aperto : "Chiporterà ancora avanti il lavoro artigianale "vero" fra lenuove generazioni?". Una domanda legittima che nondeve però "far temere ai padri di lasciare il timone - haconcluso Stefania Milo, presidente regionale di Cnagiovani imprenditori - soprattutto se hanno avuto mododi essere affiancati dai propri figli nel lavoro".

Giuseppe Valvassori,Segretario del CNA

Mauro Maffiuletti,Presidente del Gruppo Giovanidi Bergamo

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ECONOMIA&BUSINESS

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Banche e bancarila fiducia non è in crisi

La soddisfazione verso la propria banca è buona,maggiore è nei confronti del personale che ci lavo-ra. La scelta dell'istituto di credito è spesso legataalla comodità ed al passaparola mentre la fidelizza-

zione del cliente sembra riguardare più la qualità dellarelazione che non i servizi specifici. La solidità della banca

interessa principalmente gli investitori in strumenti finan-ziari e i correntisti più facoltosi: è comunque un vincolo chefrena il cambio di istituto. In sintesi, sono questi i risultatidel sondaggio Ipsos realizzato per la Fabi - FederazioneAutonoma Bancari Italiani - di Bergamo, per capire il rap-porto e la qualità che esiste tra i bergamaschi e le banche.

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Fiducia. Alla base del rapporto con la propria banca c'èun elevato livello di fiducia: nei confronti dell'istituto(83%) e ancor di più nel personale che vi lavora (87%).Questo vissuto di fiducia è presente fra i residenti nella cittàdi Bergamo ma ancor di più fra coloro che risiedono neicomuni della provincia, in particolare presso le comunitàmontane e laghi. E' labile la fiducia nel sistema banca-rio italiano (55% di fiduciosi) che si lega in parte l'in-soddisfazione dichiaratanei confronti delle nuoverealtà bancarie "globali".

Fedeltà. Gli intervistatiintrattengono con la pro-pria banca un rapportopiù che soddisfacente:l'83% è contento e nonha alcuna intenzionedi cambiare banca. Nelrestante 17% dei casi, il15% si dichiara non moltosoddisfatto e sta valutan-do la possibilità di alter-native, mentre è solo il2% che, completamenteinsoddisfatto, è risolutonell'interrompere a breveil proprio rapporto con labanca di riferimento. Aconferma della genera-lizzata soddisfazione, il 77% del campione afferma checonsiglierebbe la propria banca.

Comodità. La scelta iniziale della propria banca è guida-ta innanzitutto dalla comodità e dalla vicinanza acasa. In seconda battuta vengono adottati altri criteri diselezione, come i consigli di amici e parenti e l'offer-ta di servizi che rispondano alle proprie esigenze.

Competenza. La leva principale sulla quale si giocano poi gli

equilibri del rapporto con la propria banca è il servizio offer-to dal personale bancario. L'attenzione riposta verso ilcliente, la possibilità di instaurare un rapporto persona-le con il lavoratore, insieme a competenza e professio-nalità, sono i principali motivi di soddisfazione per il65% dei clienti di Bergamo e per il 69% dei clientidella provincia bergamasca. Seguono: le condizioni eco-nomiche applicate in funzione di bassi costi di gestione del

conto corrente, l'isti-tuto bancario per lasolidità e vicinanza acasa e i servizi offerti,con un preciso riferi-mento ai servizi on line.

Trasparenza. Il venirmeno di un rapportocollaborativo da partedel personale è sinto-mo per i clienti di unaminor attenzione dellabanca alle loro esigen-ze, che può veicolareanche una percezionedi assenza di traspa-renza nel rapporto conil cliente: si riduco-no quindi la soddi-sfazione e la fidu-cia. I due punti di

forza che i clienti individuano nelle proprie banche sonosoprattutto la qualità del personale e la trasparenza ecorrettezza nel rapporto con il cliente. La fidelizzazionepassa attraverso un buon servizio offerto dal personale.

Solidità. La solidità della banca è un freno alla "fuga"dalla banca: molti di coloro che sono insoddisfatti lo riten-gono comunque il punto di forza della propria banca. Inoltreè un tema verso il quale sono più sensibili coloro chepossiedono fondi, certificazioni o azioni. I giovani ed i

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PATTI CHIARI

Da un'indagine Ipsos sul territorio risulta che l'83% degli intervistati ha fiducia nella banca mentre l'87% nel personale che ci lavoraConta molto di più il passaparola e "le conoscenze" delle valutazioni pubblicate dalle agenzie internazionali di rating

I psos ha realizzato un'in-dagine per conto di Fabi- Federazione Autonoma

Bancari Italiani - di Bergamoper conoscere la qualità e larelazione tra i clienti le ban-che e i bancari, e per verifi-care quale sia il valoreaggiunto che essi offronoagli istituti di credito. Sonostate svolte 800 intervistedal 7 al 18 ottobre su perso-ne in una fascia d'età tra 18e i 75 anni. Il campioneintervistato è interamente

costituito da soggetti clientidi istituti bancari, possessoridi un conto corrente e/olibretto di risparmio e com-posto in prevalenza da sog-getti professionalmente atti-vi (73%). Come dimostrano idati, con un'alta capacità diinvestimento, tutti residentinella provincia di Bergamo esuddivisi per sesso ed età. Incorso di elaborazione i risul-tati sono stati ponderati alfine di riprodurre esattamen-te l'universo di riferimento.

Il campione - Ottocento gli intervistati

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laureati individuano maggiormente nell'offerta di servizi auto-matizzati, via internet, un punto di forza della propria banca.

Qualità. La qualità dei servizi offerti dalla banca èmigliorata nel corso degli anni per il 38% dei clienti, èrimasta stabile per il 45% e peggiorata solo per il 13%, ilresto non sa esprimere una valutazione. Rispetto ai serviziautomatizzati il campione si divide: il 50% li ritiene adattialle proprie esigenze mentre il 48% preferisce rivolger-si allo sportello (di questi il 34% ne riconosce comunque l'u-tilità ma l'inadeguatezza rispetto alle proprie esigenze, men-tre il 14% ha difficoltà a riconoscergli la praticità nell'utilizzo).

Liquidità. L'analisi dei dati conferma, inoltre, l'elevata propen-sione all'investimento dei clienti bancari del territoriobergamasco, più alta della media italiana, rilevata nello stessoperiodo su di un campione nazionale di possessori di conto cor-rente e libretto di risparmio, e in linea con le caratteristiche diinvestimento dei residenti nel nord ovest. A fronte di un 51%che dichiara di mantenere i propri risparmi liquidi, vi è un45% che li reinveste (il 33% investe una piccola parte dei pro-pri risparmi, mentre il 12% dichiara di investire la maggior parte);a livello nazionale, la percentuale di investitori scende al36%, mentre nel Nord Ovest è il 43% che dichiara di investire ipropri risparmi. Il portafoglio dei clienti presenta un altolivello di differenziazione tra i diversi prodotti finanziari: il34% possiede assicurazioni sulla vita o fondi pensione, il19% possiede fondi comuni di investimento, il 15% hainvestito in azioni, il 12% in titoli di stato e l'11% in certifi-cati di deposito ed obbligazioni. Il 15% degli intervista-ti dichiara di possedere anche azioni o quote sociali,principalmente della propria banca, delineando già unaprimaria caratteristica della realtà bancaria bergamasca, conla sua forte presenza di banche di natura popolare/cooperativa.

Customer Care. Il 78% degli intervistati dichiara di recarsipersonalmente in banca per lo svolgimento delleproprie operazioni bancarie. Fra questo gruppo diclienti il profilo che emerge del servizio offerto allosportello è in generale positivo. Quasi la totalitàdel campione ritiene che il personale siacortese, disponibile e attento verso il clien-te, competente e professionale; un giudiziomeno elevato viene attribuito alla capacità diconsigliare la soluzione più adatta di finanzia-mento o prestito, dove registriamo un 14% diinsoddisfatti, in particolare tra coloro che sonousi investire in azioni. E sono proprio i due fat-tori competenza e attenzione verso il clien-te a condizionare maggiormente la valuta-zione complessiva che il cliente ha del ser-vizio offertogli, e i due elementi sui quali sigioca la fidelizzazione della relazione tra

banca e cliente. Il tempo di attesa allo sportello, non risultamolto problematico, nonostante un 18% di insoddisfatti: nonè comunque un elemento che incide con forza nella valutazio-ne complessiva che il cliente dà del servizio reso allo sportello.

Customer Satisfaction. Il livello di soddisfazione neiconfronti del servizio aumenta spostandoci dalla cittàverso i comuni della provincia, soprattutto fra coloro cherisiedono nelle comunità montane e laghi. E' interessantenotare che anche fra coloro che non sono molto soddi-sfatti del rapporto con la propria banca (17%) e fracoloro che ritengono i servizi bancari peggiorati (13%)la valutazione complessiva del servizio allo sportelloè comunque positiva. Sono solo alcuni gli aspetti del ser-vizio che insidiano il malcontento: da una parte quello giàcitato del venir meno del rapporto "personale" con il lavora-tore, dall'altro quello di una poco soddisfacente capacità diconsigliare gli investimenti, oltre ad altri fattori che generi-camente fanno più riferimento all'organizzazione della banca.

Vantaggi e svantaggi. La valutazione dell'incorporazionedelle piccole banche nei grandi gruppi bancari divide il cam-pione: un terzo lo considera un vantaggio, poco più di un terzo(36%) uno svantaggio, e il restante terzo non lo considera névantaggioso né svantaggioso o non è in grado di esprimersi.Coloro che lo ritengono un vantaggio sono coloro che sono piùdi altri attenti ai servizi offerti: l'offerta di servizi adeguatiera motivo di scelta della propria banca, rimane tuttora motivodi soddisfazione e negli anni confermano la propria percezionedi un miglioramento del servizio. Coloro che reputano l'incor-porazione uno svantaggio sono coloro che vivono un periododi scarsa fiducia nel sistema bancario, che li rende piùpessimisti nei confronti delle nuove realtà bancarie che lorappresentano. In seguito all'incorporazione non riten-gono ci sia stato un totalizzante peggioramento nei ser-vizi; in larga misura la loro qualità è rimasta costante.

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ECONOMIA&BUSINESS

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Nascondere i soldi sotto il materasso o "sotto" il solido esicuro mattone. Investire in Bot e Cct o nell'oro, benerifugio per eccellenza. Vivere in pieno l'adrenalina delgioco sedendosi ad un tavolo da poker o lasciare che i

soldi sonnecchino sul conto corrente sapendo che la media degliinteressi attivi offerti dalle banche italiane è compresa tra lo 0.5%e l'1% annuo. Se prima della crisi il problema poteva essere quel-lo di come farli (i soldi), adesso, per tutti gli accorti che hanno sal-vato i propri risparmi si aggiunge il pensiero di come non perderli.Ma per far questo è necessario capire dove metterli. A meno chenon si pensi, come Pinocchio, che basti seppellire delle moneted'oro per trovarsi la mattina un pero stracolmo di fior di conio,quando si legge di istituti bancari crollati, di borse in preda al caos,la domanda sorge spontanea: Cosa conviene fare a chi ha due soldida parte? "Anche se molti bergamaschi si trovano spaesati di fron-te a questa crisi finanziaria - ci spiega Michele Colosio, consu-lente finanziario indipendente -, non bisogna lasciarsi prendere dalpanico. Sicurezza, protezione e rendimento certo devono rappre-sentare i punti cardinali per orientare le scelte dei risparmiatori".

Prima di entrare nel vivo delle opportunità che offre ilmercato, che differenza c'è tra risparmiare e investire? "Risparmiare significa: rinunciare a spendere una parte del pro-prio reddito per destinarlo a esigenze future, mentre investirevuol dire impiegare i propri risparmi con l'obiettivo di accumula-re il capitale necessario a soddisfare particolari obiettivi di vita.Ad esempio: accantonare risorse per il periodo pensionistico,accumulare la somma necessaria per garantire ai figli gli studiuniversitari o per intraprendere in proprio un'attività lavorativa.Possono essere anche il soddisfacimento di piaceri personali:viaggi o l'acquisto di una seconda casa".

Quali domande l'investitore si deve porre prima diimpiegare i propri risparmi? "Prima di tutto, è necessario analizzare la propria situazione finan-ziaria. Una sorta di bilancio familiare costituito, come per un'a-zienda, dallo stato patrimoniale e dal conto economico.Conoscerne la suddivisione è fondamentale per decidere l'inve-stimento: se la quota di ricchezza detenuta in immobili è predo-

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

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Michele Colosio, consulente finanziario indipendente di Lovere

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La Borsa o la vita?

"Non è così, si possono salvare entrambe". Ci ha confidato MicheleColosio, consulente finanziario indipendente. Lo abbiamo incontratoper capire come muoversi tra le quotazioni di borsa, i titoli di statoe le prospettive offerte dai beni rifugio: terra, mattone e oro

L’APPROFONDIMENTO

minante la parte finanziaria può essere allocata in manierapiù dinamica, se la quota maggiore è rappresentata dal valo-re dell'azienda (soggetto alla variabilità del mercato), si puòpensare di privilegiare strumenti finanziari più conservativi".

Quanta parte del proprio patrimonio deve rimanere liquida?"Dipende dalla propria situazione familiare. Dopo aver tutelatoil nucleo familiare in caso di inconvenienti gravi (malattia, pre-morienza, danni, ecc.) attraverso coperture assicurative "rischiopuro", per quantificare l'entità del patrimonio da mantenereliquida (ossia facilmente e immediatamente convertibile in con-tanti) può essere utile calcolare l'ammontare mensile dellespese familiari indispensabili e moltiplicare questa cifra per unnumero di mesi congruo (12/ 24 mesi). Questa liquidità serve afar fronte a spese impreviste o situazioni di emergenzadalle conseguenze economiche limitate e sopportabili".

Nel caso avessimo una somma X di denaro,come dovremmo investirla? Quali sono le alter-native agli investimenti finanziari? "Per i bergamaschi l'alternativa principale agli investi-menti finanziari rimane il mattone. L'acquisto di immobi-li o di terreni è normalmente considerata come la solu-zione migliore e più sicura. Attenzione però, la storia egli eventi della crisi in corso dimostrano che anche il suovalore può oscillare e registrare periodi negativi, soprat-tutto se nel computo del rendimento consideriamo lespese di compravendita, le tasse, l'inflazione e i costi dimanutenzione che gravano sul patrimonio immobiliare".

E se scegliessimo il bene rifugio per eccellenza, l'oro?"L'oro, sulla scia della crisi economica e della debolezzadel dollaro, ha riscontrato un enorme successo superandoi mille dollari l'oncia. E' un buon investimento perché è ilclassico bene rifugio, in grado di proteggere dall'inflazio-ne e dalle bufere finanziarie. Attenzione perchè anche quipotrebbe verificarsi una bolla speculativa".

Un investimento quando può dirsi ben riuscito? "Quando al termine del periodo ci permette di realizzare l'o-biettivo per cui si è investito e se nel corso dell'investimentol'oscillazione del valore dell'investimento non ha provocatospiacevoli sensazioni di panico o sconforto tali da rovinarela qualità della vita. Non è importante solo il raggiungi-

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mento della meta, ma anche i rischi corsi durante il percorso".

Scegliere i titoli o gettarsi sulle obbligazioni?"Meglio mirare al mantenimento del potere d'acquisto dei nostririsparmi, cioè ottenere un rendimento reale (dato dal rendimen-to nominale meno l'inflazione) almeno pari a quello dell'incre-mento del costo della vita. Un'ottima soluzione è rappresentatadalle obbligazioni indicizzate all'inflazione. Questi particolarititoli, emessi soprattutto da Italia e Francia, offrono un tassod'interesse reale in quanto la cedola viene calcolata su un valo-re nominale investito che si rivaluta in base all'inflazione via viamisurata dalle competenti autorità".

Qualche consiglio per non incorrere in spiacevoli sor-prese?"Prodotti da evitare sono le polizze miste, le index linked, le unitlinked, le obbligazioni strutturare, le gestioni in fondi, i fondi difondi che grazie ad efficaci strategie commerciali vengono ven-duti ai risparmiatori. Purtroppo i "costi impliciti", spesso ignora-ti dai risparmiatori, fanno di questi prodotti una buona soluzioneper chi li vende, ma non per chi li sottoscrive. Questo è possibi-le perché il cliente si fida di quello che gli viene spiegato e nonsi prende la briga di leggere il prospetto informativo del prodot-to, che di certo non sarà una lettura piacevole, ma permette dievitare scelte di cui in seguito pentirsi.

A che serve la diversificazione? Di quante società deveessere composto un portafoglio?"Il concetto alla base della diversificazione è semplice e di buonsenso: "non mettere tutte le uova nello stesso paniere" per evi-tare, in caso di imprevisti, che in finanza sono purtroppo da met-tere in conto, che il patrimonio subisca perdite irreparabili. Ladiversificazione è tanto più efficace quanto più gli attivi (azioni,obbligazioni, valute, materie prime, ecc.) sono poco correlati traloro e quanto più si diversifica all'interno delle stesseclassi. Ad esempio scegliendo azioni di diversi setto-ri e aree geografiche o ricorrendo a strumenti che,come gli etf, permettono con un unico investimentodi prendere posizione su una pluralità di titoli a costiridotti. In linea molto generale il mio consiglio è dinon investire più del 5% in azioni o obbligazioni diun'unica società, mentre per quanto riguarda i titoli distato conviene diversificare tra i paesi dell'area euro,Germania e Francia in testa, senza assumersi ilrischio del cambio con valute estere".

Chiudiamo con alcune considerazioni sul borsi-no orobico. Come giudica Italcementi? "Italcementi, impegnata nel settore dei materiali perl'edilizia, ha subito in maniera netta la crisi, prima quel-la del settore immobiliare e poi dell'economia in gene-rale. Le quotazioni del titolo hanno perso dai massimi2007 più del 70%, salvo recuperare parzialmente negli

ultimi mesi. L'utile netto dopo la brusca pausa del 2008 - 2009(-35.3% e -47.3% rispettivamente, il secondo dato è atteso) èstimato in crescita. Buone, anche rispetto ai competitors, lestime di crescita della società".

Gewiss?"Gewiss quota ancora il 55% sotto i massimi raggiunti nel 2007.Dal lato degli utili la situazione nel breve non è confortante conun -40.5% di utili 2009 attesi, ma la ripresa è comunque immi-nente già a partire dal prossimo anno".

Brembo?"Il titolo ha perso dai massimi fino all'82%, salvo recuperareparzialmente. La struttura patrimoniale appare comunque nelcomplesso sotto controllo. L'utile netto subirà quest'anno unabrusca frenata (-77%) rispetto al 2008. Nel 2010 si ritornerà pro-babilmente a produrre utili interessanti. Le stime di crescitatendono ad essere buone. Ottimo valore del rapportoprezzo/cash flow che indica una quotazione a sconto".

Credito Bergamsco?"A differenza delle maggiori banche italiane il CreditoBergamasco ha risentito meno della crisi del credito, grazieanche alla sua radicazione e ad un business molto legato al ter-ritorio. Il titolo è arrivato a perdere al massimo poco più del50%, molto meno di altri competitors italiani".

Chiudiamo con UBI."Come la maggior parte delle banche italiane, UBI appare benpatrimonializzata, con un Core capital ratio nella media (al7.76%). La redditività appare invece abbastanza scarsa. Solol'anno prossimo si potrà osservare una inversione di tenden-za. L'azione quota leggermente a sconto rispetto ai competi-tors se si considera il valore di libro della stessa".

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I l Dott. Michele Colosio è unprofessionista bergamascodi 37 anni con lo studio a

Lovere. Ha conseguito il MasterProfessional Level in "Fee-OnlyFinancial Planning", che abilitaalla professione di ConsulenteFinanziario Indipendente, ed èassociato alla Nafop (l'associa-zione nazionale dei consulentiindipendenti) che garantisce ilrispetto dei requisiti di indi-pendenza, competenza, inte-

grità, trasparenza e riservatez-za nell'esercizio della profes-sione. Il Consulente FinanziarioIndipendente è un professioni-sta che non vende prodottifinanziari, ma assiste il rispar-miatore nella pianificazionefinanziaria, previdenziale eassicurativa, nella gestionedegli investimenti e nell'ana-lisi di strumenti finanziari(azioni, obbligazioni, fondi,polizze, gestioni…).

Dott. Michele Colosio ConsulenteFinanziario Indipendente

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Alle Pmi manca "lo spolatore"

Il termine è brutto e non esiste, ma il concetto sì Giuseppe Micheletti, direttore della Brembo SGL definisce il controller come "colui fa la spola" tra i reparti. Tavola rotonda in Università sull’importanza del controllo di gestione

WORKSHOP

Il controller deve coniugare, da una parte, la novità di unruolo sempre più legato all'informatizzazione dei sistemi,dall'altra, un impegno per certi versi antico: fare la spola.Non è più sufficiente raccogliere i numeri, bisogna saperli

leggere, interpretarli e per certi versi anticiparli. Questo è inestrema sintesi l'identikit professionale che manca alle Pmidel nostro territorio e il risultato di una ricerca empi-rica condotta da un gruppo di docenti dell'Universitàdi Bergamo nata con la volontà di delineare "lo statodell'arte" dei sistemi di controllo di gestione nelleaziende della nostra provincia. La presentazione deirisultati è stata l'occasione per aprire una tavolarotonda sul tema: "Il controllo di gestione: utile ofutile in tempi di crisi?" a cui hanno preso parte lostesso Giuseppe Micheletti che prima di direttoredella Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes è statocontroller nello stesso gruppo, Angelo Cantini eAlessandro Bergamelli rispettivamente controllerdella Serviform e della Persico Spa. Sono intervenutianche Luciano Marchi, ordinario di economiaaziendale all'Università degli studi di Pisa e FrancaSaccomano dell'Ordine dei Dottori Commercialisti edegli Esperti Contabili di Bergamo. A quest'ultima il

compito di moderatore: "abbiamo scelto queste tre impresebergamasche perché sintetizzano il tessuto economico delnostro territorio - ha detto la stessa Franca Saccomano nell'a-prire il confronto -. Brembo rappresenta la grande industria,Persico spa con 200 dipendenti e un fatturato di 60 milioni dieuro la media mentre Proform la piccola. La ricerca presentata

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: LAURA PIETRA

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si riferisce al 2004 - 2005, rimane da capire se i risultati sonoancora attuali rispetto allo scenario odierno, se in questi annidi crisi le aziende hanno cambiato le modalità nel loro con-trollo di gestione e infine come si evolverà la figura del con-troller". "Ritengo che l'analisi del 2004-2005 possa esserevalida anche oggi - ha detto Alessandro Bergamelli, nell'apri-re il confronto. - Prima che arrivassi io, in Persico non esiste-va la figura del controller e il controllo di gestione, inoltre perme era il mio primo impiego. Tra la prima generazione, quel-la del signor Persico con i figli ho ravvisato alcune differenzedi vedute, la cosiddetta cultura aziendale: il titolare aveva eha nel suo dna una vocazione più tecnico-commerciale, mag-giormente votata alla produzione mentre con i figli sul temadel controllo di gestione c'è stato più feeling". Un anedotto,"quando sono stato assunto in Persico credevo ci fosse uncontrollo di gestione ma l'unica programmazione era delega-ta a prospetti di contabilità generale. Se vuoi imparare mi hadetto il titolare devi "girare" e conoscere tutti i reparti dell'a-zienda, dopo parliamo di controllo di gestione. L'esperienza èstata fondamentale e molti dei risultati ottenuti in questi annidalla Persico sono proprio il frutto della visione imprendito-riale del titolare". Due gli aspetti fondamentali: il rapportoche lega l'imprenditore e il controller e nel contempo la valo-

rizzazione degli strumenti informatici, fondamentali per gesti-re la complessità informativa e gestionale, parametrati adogni singola situazione. "Nella realtà di Form - ha continuatoAngelo Cantini - il sistema di controllo ha funzionato perchécoerente. All'interno della nostra tipicità aziendale c'è unimprenditore dinamico, per questo si è optato per un sistemacontraddistinto più per semplicità che per articolazione ecapace di assecondare la velocità delle scelte imprenditoria-li. Coerenza economica anche perché il fatto di essere natinel 2004 ci impediva grossi investimenti senza stravolgerel'equilibrio aziendale. Non costruendo un sistema articolato,complesso e costoso abbiamo, tuttavia, creato un abito sumisura. Per quanto riguarda il rapporto con l'imprenditore, piùche un elemento ostativo ritengo che sia un fattore discrimi-nante a regolarne le scelte" Un controllo di gestione capacedi modificare strumenti e metodi a seconda della realtà in cuiopera per conquistare il valore e il peso dell'azienda che loadotta, "io sono in Brembo dal 2000 - ha ricordato AngeloMicheletti -. Si era partiti da un sistema di verifica e ora èun valido e indispensabile strumento per le strategie dimarketing e per capire come posizionarsi sul mercato.Bisogna evitare da parte del controller i tecnicismi che irri-tano l'utilizzatore perché i costi standard in se stessi ser-

Il tavolo dei relatori

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vono a poco. All'imprenditore servono informazioni chiare,precise e puntuali ma per far questo bisogna partire facendol'operaio in linea. Solo così si "leggono" i numeri. Un aneddo-to, "nel 2003 è sorto il problema di come distribuire i costifissi su prodotti diversi e diversificati che partono da 20 euroe possono arrivare a costarne alcune migliaia. Li abbiamosuddivisi secondo lo spazio che occupano nel cassone eabbiamo recuperato il dato. Quando ho detto il metodo adot-tato ai miei superiori hanno strabuzzato gli occhi, poi i nume-ri si sono rivelati esatti e non contava più come li avevo indi-viduati. Questo per dire che i controller devono essere elasti-ci e inventare strumenti nuovi di controllo dove non ci sono".Il futuro, per un certo verso, è già segnato, "spero - ha conti-nuato Bergamelli della Persico - che il controller possa affian-care, attivamente, il titolare prendendo parte con lui alledecisioni strategiche per l'azienda. Adesso come adesso la

figura che si occupa del controllo di gestione non ha armi perdecidere, scegliere, una situazione che può far venir meno lesue convinzioni". Sulla stessa linea di pensiero anche il colle-ga della Form, " sogno di diventare analista del business - hadetto Contini -. Conoscere meglio l'azienda per suggerire stra-tegie e scelte". "Il controller è sempre più chiamato a gesti-re le relazioni - ha sottolineato Micheletti -. Deve essere ingrado di elaborare una visione strategica ma per far questobisogna essere un tramite, scendere nel reparto produttivo,salire in amministrazione, insomma fare la spola". Questo èil futuro che aspetta i controller " ma serve - ha concluso ildirettore della Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes - unagrandissima curiosità per i numeri e la logica. Bisognaappassionarsi a tutto quello che ci sta dietro e ricordare chequando due dati sono uguali al primo colpo, probabilmentec'è qualcosa che non torna".

Nelle Pmi bergamasche la cultura del controllo gestionalestenta a decollare e sono ancora ignorate le possibilità disuccesso imprenditoriale offerte dai moderni sistemi di

programmazione e controllo aziendale. E' il risultato della ricercacondotta nel 2004 da un gruppo di docenti della Facoltà diEconomia su un campione di 667 imprese di Bergamo e provincia,in larga parte piccole e medie imprese tramite unquestionario di 84 domande a cui hanno risposto76 realtà locali, l'11% del totale. "Abbiamo volu-to indagare sul ruolo del controllo di gestione ese può essere considerato un fattore di successo- hanno dichiarato i responsabili della ricercaCristiana Cattaneo, Massimo Contrafatto,Francesco Merisio e Daniele Toninelli -. Cisiamo chiesti se questa funzione deve essereattivata e utilizzata solo nei momenti critici,quando bisogna intervenire sui tagli, oppure se,adeguatamente usata anche nei momenti di cre-scita, può contribuire addirittura a uno sviluppopiù sostenuto dell'impresa. Il dato certo è che c'èspazio di inserimento sia per chi vuole entrare inazienda come controller, sia per chi, sul frontedei servizi soprattutto informatici, sarà in grado di fornire sistemiad hoc e percepiti come efficaci da quelle imprese che non sisono ad oggi dotate di software integrati di controllo di gestione".Sul fronte specifico della ricerca emerge un quadro del contestoimprenditoriale, per lo più industriale, bergamasco dove la piani-ficazione strategica non è adottata nemmeno dalla metà delleaziende. Nelle voci di budget è presente nel 66% dei casi mentrel'attività di reporting interessa un più incoraggiante 76%. Inoltrela ricerca ha preso in considerazione diversi aspetti della vitaaziendale e ha fotografato un contesto imprenditoriale piuttosto

dinamico, in cui vi è una netta vocazione all'innovazione, presen-te sotto varie forme: dalla tecnologia ai prodotti. Più specificata-mente l'innovazione viene ritenuta trainante nella misura del 60%tra le grandi e del 50% circa tra le medie e le piccole imprese. Sulfronte dei processi produttivi, emerge in modo chiaro che il 51%delle aziende, ha un'unica tipologia di processo produttivo e pre-

vale nettamente l'attività sucommessa, soprattutto a breve,a cui segue la produzione inlotti e infine quella su processocontinuo 15% circa. Sempre sulfronte produttivo il67% delleaziende esternalizza alcune fasidel processo produttivo, mentreil rimanente 33% svolge l'attivi-tà integralmente all'interno del-l'azienda. Nello specifico ven-gono svolte all'esterno alcunefasi intermedie o attività moltospecializzate per le quali sareb-be antieconomico dotare l'a-zienda degli impianti necessari.

In genere sono internalizzate tutte le fasi di controllo, assem-blaggio, confezionamento e finitura del prodotto. A determina-re il costo del prodotto ci sono vari elementi: il notevole pesodelle materie prime che incidono per il 20% con punte che toc-cano il 40%, subito dopo c'è il costo della manodopera, cheincide anch'essa per una percentuale del 20%. Tutta la ricercaè stata pubblicata in un volume dal titolo "I sistemi di pro-grammazione e controllo nelle aziende bergamasche. Risultatidi una ricerca empirica" edito da Bergamo University Press perla Sestante edizioni.

I sistemi di programmazione e controllo nelle imprese bergamasche

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Cristiana Cattaneo

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Scudo Fiscale: Credit Suissetraccia la strada del rientro

I soggetti, gli intermediari e la tempistica: istruzioni per il rimpatrio dei propri beni. Paolo Giolito, direttore area Nord Italia dell'istituto bancario, chiarisce i punti

più delicati del provvedimento alla luce delle ultime novità

L’INTERVISTA

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA E LUCA T. BILOTTAPHOTO: GIORGIO CHIESA

Si chiuderà il 15 dicembre la finestra, temporale. Parliamo dello scudofiscale, l'iniziativa del governo per mettere in regola le attività patrimo-niali e finanziarie detenute all'estero che dopo molti dubbi e chiarimen-ti da parte dell'agenzia delle entrate, è entrato nella sua fase operativa.

La misura contenuta nel decreto legge anti-crisi permette, in sintesi, di rimpatria-re o regolarizzare le attività detenute all'estero, versando un'imposta sostitutivadel 5%, fanno fede tutte le attività detenute fuori dal territorio dello Stato alladata del 31 dicembre 2008. Questa è la terza edizione dello scudo, le precedenti

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Paolo Giolito

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versioni risalgono al 2001 e al 2003. Lanorma del 2001 prevedeva che venisseapplicata un'aliquota del 2,5% sull'impor-to dichiarato tra il novembre 2001 e il giu-gno 2002 ed emersero 54,6 miliardi dieuro, pari a 33,2 miliardi per i rimpatri e a21,4 miliardi per le regolarizzazioni. Loscudo 2003 prevedeva un'aliquota pari al2,5% applicata sempre sull'importodichiarato. Tra il gennaio e l'ottobre 2003emersero 18,5 miliardi (10 miliardi sono irientri e 8,5 miliardi le regolarizzazioni.Prima delle stime 2009, è opportuno capi-re quali sono le modalità e i termini delrimpatrio ancora aperto. "Secondo la disci-plina riferita allo Scudo Ter - ci spiegaPaolo Giolito, direttore area Nord Italiadi Credit Suisse- può scudare chi ha viola-to le norme in materia di monitoraggiofiscale - Quadro RW- e quindi le personefisiche, gli enti non commerciali, le societàsemplici e le associazioni, questi soggettiper potere usufruire dello scudo devonoessere fiscalmente residenti in Italia".

Quali sono i soggetti interessati,in quale misura e i termini delprovvedimento. Ci può chiariregli aspetti relativi ai trustee, agliimmobili e agli strumenti illiquidi?"Come Credit Suisse vediamo molto inte-resse per lo scudo da parte di tutte lecategorie siano liberi professionisti,imprenditori o persone che hanno irisparmi all'estero da decenni e che oradecidono di avere un controllo più direttoin termini di prossimità e quindi di trarrei frutti di questa finestra offerta dalloscudo. Sin da subito ci sono state alcunedifficoltà di applicazione, specie in casispecifici quali immobili in Svizzera, titoliilliquidi, trust e fondazioni estere".

E per gli aspetti legati agli immobili?"L'impossibilità di regolarizzare gli immo-bili detenuti in Svizzera, con la conse-guente necessità di vendere l'immobileoppure di intestarlo ad un soggetto socie-tario, determina problemi difficilmenterisolvibili sia in termini di tempistica, sia,nel caso di intestazione societaria, in ter-mini di possibilità concreta di procederein tal senso. In alcuni casi, ad esempio

per quanto riguarda case di vacanza inlocalità turistiche Svizzere (come SantMoritz), la legge federale sull'acquisto difondi da parte di persone all'estero (LAFE)può rappresentare un ostacolo insormon-tabile proprio per quanto si riferisce allarealizzabilità (approvazione) del conferi-mento dell'immobile in una società. Larecente circolare n. 49/E del 23 novembresembra tuttavia aprire la porta a formedi rimpatrio giuridico "semplificato" peril tramite di fiduciarie statiche Italiane".

Per quanto riguarda i titoli illiquidi,come ci si deve comportare?"Il rimpatrio dei titoli illiquidi potrebbeavvenire sia attraverso l'intestazione fidu-ciaria nello schema del rimpatrio giuridi-co, sia attraverso il conferimento dei titolistessi in una polizza successivamenteoggetto di rimpatrio. Nel primo caso, tut-

tavia, si pone il potenziale problema dellatassazione (in dichiarazione dei redditi daparte di chi scuda) qualora, al momentodella liquidazione, si generi una plusva-lenza. Nel secondo caso, invece, occorreda un lato valutare il rapporto costi/bene-fici della polizza rispetto all'importo deititoli illiquidi, dall'altro occorre considera-re come le polizze vita dovrebbero averedelle caratteristiche di liquidabilità e digestione effettiva - dei fondi interni assi-curativi - che ne garantiscono la reale"sostanza" e inattaccabilità".

Parliamo dei trusts e delle fonda-zioni estere?"La circolare di recente pubblicazione hasicuramente ampliato il perimetro deitrusts (e degli istituti analoghi) che posso-no di fatto essere considerati scudabili, dinorma da parte del settlor. In sostanza

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revocabilità, nella forma o nella sostanza,e non discrezionalità del trustee sono glielementi decisivi che determinano la pos-sibilità di aderire allo scudo direttamente.Rimangono tuttavia, in molti casi, le diffi-coltà legate a tempi e modalità di revoca,che possono dipendere fortemente dalsingolo trustee. Ancora più complessa èla situazione in cui a scudare dovrebbeessere formalmente il trustee stesso.Com'è tipico di questi istituti, ogni caso fastoria a sè, ed è molto difficile fornire agliinteressati risposte generalmente valide".

Qual è l'impatto che sta avendo loscudo fiscale, varato in Italia loscorso 15 settembre, sul gruppoCredit Suisse? La piattaforma onsho-re di Credit Suisse in Italia può faci-litare le operazioni legata ai flussi didenaro, oggetto dell'amnistia fiscale?"Certo Credit Suisse, come ogni altrabanca in Italia, punta molto ai Net NewAsset derivanti dallo scudo. Credit Suisseè presente sul territorio italiano da oltre10 anni con la strategia e la volontà diessere una delle banche di riferimento inItalia nei tre settori di attività in cui opera:Private Banking, Asset Management eInvestment Banking. L'Italia è uno deimercati chiave per Credit Suisse per ovvieragioni di prossimità, ma anche perché c'èmolta ricchezza accumulata negli anni.Abbiamo un team di professionisti capacie preparati, in grado di supportare il clien-te nel perseguimento dei suoi obiettivi,siano essi legati al ruolo di imprenditore odi pater familias. Per questo ci poniamo alservizio della nostra clientela con la pro-spettiva di assisterla tanto su aspetti dipianificazione e di wealth managementquanto in ambito corporate advisory".

Credit Suisse Italy Spa ha già "vissu-to" i due scudi precedenti. Nelle pre-cedenti il vostro istituto ha mantenu-to la maggior parte degli assetdichiarati dagli italiani spostandonegran parte in nuove filiali in Italia.Quali sono le differenze con le inizia-tive precedenti? "E' ancora presto per fare della valutazio-ni definitive; in ogni caso come Credit

Suisse Italy puntiamo certo ad accoglieregli asset provenienti dalle nostre filiali intutto il mondo, ma anche ad acquisirenuova clientela che finora si era affidataai servizi di altri istituti bancari".

Si stima che il 40-50% dei capita-li che rientreranno in Italia con loscudo fiscale attraverso CreditSuisse usufruirà del rimpatrio giuri-dico ovvero la possibilità di conti-nuare a mantenerli e amministrarliall'estero. Di cosa si tratta?"Lo scudo offre una serie di alternativeche in linea di massima possono esserecosì classificate: rimpatrio fisico, ovveroriportare materialmente gli asset inItalia; rimpatrio giuridico o virtuale; signi-fica avvalersi di un intermediario italiano(Fiduciaria, Sim, Sgr, Banc..) per la deten-zione degli asset con un sub depositodegli stessi all'estero e infine la regola-rizzazione. Ovvero mantengo gli assetall'estero dopo averli scudati senza l'in-terposizione di nessun intermediario ita-liano, ad esempio ho un conto a me inte-stato a Lussemburgo".

Ci troviamo di fronte ad alcuni vinco-li particolari?"Ci sono però alcuni vincoli. Nel caso incui gli asset siano detenuti in Paesidell'Unione Europea o Paesi che garanti-scono un effettivo scambio di informazionici si può avvalere di rimpatrio fisico, giuri-dico o della regolarizzazione. Nel caso incui gli asset siano detenuti in Paesi extraUnione Europea, allora ci si può avvaleresolo del rimpatrio fisico o virtuale".

Credit Suisse è una banca business ooffre tutti i servizi degli altri istituti dicredito?" Il nostro istituto di credito offre servi-zi di investment banking, asset man-agement e wealth management. Siamodiversi dagli altri istituti di credito per-ché abbiamo una prospettiva e unacompetenza molto internazionali e ciavvaliamo della capacità e dell'espe-rienza di un gruppo attivo nella gestio-ne di patrimonio da oltre 150 anni inun'ottica al contempo globale e locale".

Quali sono le attività che aveteintenzione di sviluppare nellazona di Bergamo?"Bergamo, assieme a Brescia, sono le pro-vincie lombarde con la maggior concen-trazione di ricchezza della clientela poten-ziale di private banking. I dati sono trattidalla recente ricerca, fatta per contodell'AIPB, l'Associazione Italiana diPrivate Banking. Quindi è abbastanzanaturale che Credit Suisse sia molto inte-ressata al mercato potenziale della zonadi Bergamo e provincia".

Cosa può offrire Credit Suisse aBergamo e quali sono le garanzie perun bergamasco che sceglie di aprireun conto nelle vostre filiali?"Ci avvaliamo di una struttura di Advisorspersonali che gestiscono la relazione conil cliente nel tempo. A differenza di unapproccio di banca tradizionale, la prossi-mità della tipica filiale bancaria è menoimportante, in quanto la cura dei propriinvestimenti e lo sviluppo di un'appropria-ta consulenza finanziaria non richiedononecessariamente l'utilizzo di strutture dipresidio del territorio particolarmente dif-fuse. La garanzia principale non derivainfatti dalla presenza in loco, ma dallarelazione con una delle banche ricono-sciuta come una tra le più solide e com-petenti nel mondo".

In provincia ci sono radicati istituti dicredito che hanno un legame storicocon il territorio. Quali sono i rappor-ti con le banche e soprattutto qualisono le peculiarità che vi permettonodi essere concorrenziali? "Non pensiamo di avere maggiori com-petenze nella gestione delle specificitàterritoriali, al contrario lasciamo volen-tieri che siano le banche locali a servirei clienti che hanno bisogno di prossimitànella gestione delle loro relazioni.Contemporaneamente riteniamo che ivantaggi che possono derivare ai clientipiù facoltosi in virtù della competenza edell'esperienza di una grande Banca glo-bale siano difficilmente ottenibili attraver-so banche locali, maggiormente dedicateal servizio della clientela retail ed affluent".

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Da poco è stata lanciata sul mer-cato italiano una nuova piattafor-ma di ETF. Cosa offrono questifondi e cosa garantiscono a tutticoloro che vogliono sottoscriverli? "Gli Exchange traded funds (ETF) sonofondi di investimento a gestione passi-va che replicano un indice, sono quota-ti in borsa e offrono a una clientela siaistituzionale sia privata soluzioni diinvestimento con un alto grado di liqui-dità, diversificazione e trasparenza.Credit Suisse ha lanciato lo scorso 19ottobre Xmtch sul mercato italiano, unagamma esclusiva di ETF che CreditSuisse gestisce dal 2001. Da allora ilbusiness degli ETF è cresciuto inmaniera significativa e oggi CreditSuisse è leader in Svizzera con 9miliardi di dollari in gestione".

Può essere considerato il primopasso di un progetto a lungo raggiodi espansione in Europa? "Il lancio della gamma di ETF in Italia -primo paese in Europa dopo la Svizzera- è il primo passo del progetto di espan-sione in Europa, che vuole risponderealla crescente domanda da parte dellaclientela europea per prodotti di inve-stimenti legati agli indici. Infatti, anchealla luce delle difficili condizioni di

mercato degli ultimi mesi, gli investito-ri cercano sempre di più trasparenza eflessibilità. I primi ETF che abbiamolanciato sono 17 ETF cash based, checomprendono ETF azionari, ETF legatiall'inflazione ed ETF che replicanoobbligazioni governative, con esposi-zione su diverse scadenze e focus suEuropa, Stati Uniti e Giappone".

Nel terzo trimestre 2009 CreditSuisse ha realizzato un utile nettodi 2,4 miliardi di franchi, controgli 1,57 miliardi dei tre mesi pre-cedenti e una perdita di 1,261miliardi di un anno precedente.Come ha risposto Credit Suissealla crisi e quali sono le strategiemesse in campo per recuperare ilterreno perso."Credit Suisse è una delle banche adessere uscite prima e meglio dallacrisi. Già nel 2006 abbiamo capito cheil mercato stava diventando problema-tico; il top management del Gruppoaveva individuato che il mercato stavadiventando rischioso, anche perchédopo 6-7 anni di forte crescita era pos-sibile che vi fosse una correzione. Perquesto motivo la strategia intrapresada Credit Suisse è stata quella di ridur-re l'esposizione al rischio, pur mante-

nendo al contempo un occhio alla red-ditività. Abbiamo iniziato quindi adaggiustare il nostro portafoglio già dal2007. Credit Suisse non ha dovutoavvalersi di alcun intervento di soste-gno da parte dello Stato e oggi è unadelle banche meglio capitalizzate conun Tier 1 ratio del 16,5%".

Nel vostro programma di espansio-ne e presenza territoriale, sonopreviste altre aperture in provinciadi Bergamo?"Copriamo molto bene la zona dellaLombardia con le filiali e con gli uffi-ci attuali. Ciò non toglie che, laddovene vedessimo l'esigenza, saremopronti ad espandere ulteriormente lanostra base".

Quali sono i progetti futuri e qualisono le aspettative per il 2010?"Vogliamo continuare a mettere ilcliente al centro dell'attenzione eoffrire i servizi personalizzati con inostri consulenti altamente qualificatie secondo le nostre migliori capacità,continuando a incrementare la nostraquota di mercato in Lombardia e intutta Italia ed essere riconosciutacome una delle banche più professio-nali e di alto profilo".

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In dieci mesi la provincia di Bergamoha collezionato la bellezza di 185fallimenti e il mese più nero, alme-no per ora (ndr quando scriviamo

novembre non si è ancora concluso) èstato proprio quello di ottobre. La can-celleria del tribunale in via Borfuro, hadecretato 29 fallimenti togliendo, difatto, a maggio, che aveva chiuso con27 fallimenti, la palma del mese più fal-limentare. Detto questo non avremmonemmeno bisogno di aspettare lecomunicazioni di novembre e dicembreperché se ad ottobre si chiudesse l'an-no, dovremmo riscontrare che è statoeguagliato e superato il totale di trediverse annualità. E' bastato aspettareil 2 ottobre 2009 per superare i 163casi registrati nel 2001, diciassettegiorni dopo abbiamo raggiunto i 176fallimenti del 2002, mentre per i 179

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Fallimenti a colpidi mannaia

Il 2009 si profila disastroso: già superate tutte le chiusure registrate nel 2008 e nel 2007. In soli dieci mesi, inoltre,a Bergamo è stato raggiunto anche il totale dei casi del 2001, 2002 e 2003

STATISTICHE&PREVISIONI

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

124128

124 97101

80 98 83

9489 81

89

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39

69

143 147 160 163 149121 122 137

69 87 98 105151

119

6383

267 275 284 260 250 201 220 220 163 176 179 194 249 199 102 152 ?

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

L’andamento negli ultimi anni

Primo semestre Secondo semestre Totale

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del 2003 è bastato attendere il 23 ottobre. Con le 185 pro-cedure di fine mese abbiamo toccato un incremento del48% rispetto al saldo fallimenti dello stesso periodo del2008. Una percentuale raggiunta anche a causa dei cinquefallimenti dichiarati ad agosto dalla cancelleria. Da diecianni a questa parte non si riscontrava un andamento peg-giore per il mese feriale per eccellenza. Statisticamenteparlando, in genere, lo scorcio dell'anno è un periodo dovesi registra un numero molto rilevante di procedure falli-mentari, rimane la prova dei fatti per confutare o confer-mare le previsioni negative e scongiurare la forza dellepercentuali. Con un incremento del 48% anno su anno e sedovessero essere rispettate le proporzioni riferi-te all'andamento degli stessi periodi del 2008, citroveremmo a scrivere di almeno altri 50 casi. Lestatistiche provinciali ci ricordano che nell'ordi-ne verrebbero superati i 194 fallimenti del 2004,i 199 del 2006 e i 220 casi del 2000. In praticadieci procedure in meno rispetto al triste prima-to del 2005 quando Il Tribunale di Bergamodecretò 249 fallimenti. Per completezza ricordia-

mo che con il 22 giugno scorso sono stati registrati i 102casi del 2007 e con il 25 settembre si sono superati i 152fallimenti di tutto il 2008. La prima conclusione che si puòtrarre guardando ai totali è che, dal 2000 ad oggi, il 2009potrebbe rivelarsi l'anno più difficile per tutte le sentenzedi fallimento registrate. Più complessa e articolata è lalettura dei dati perché accanto alla dinamica che si riscon-tra anche negli anni passati, dove le situazioni più diffici-li sono state e sono quelle vissute dalle attività legate alsettore delle costruzioni quali immobiliari ed imprese edilio alla somministrazione di bevande e alimentari, adesso siaggiungono le criticità attraversate da aziende della pro-

Il tribunaledi Bergamo

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Con questo trend, stimato attorno al 48%, entro fine anno si dovrebbero registrare

un'altra cinquantina di fallimenti con un totale molto vicino ai 249 fallimenti

decretati dal Tribunale nel 2005

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vincia che nonostante siano state ammesse alla procedu-ra di concordato preventivo sono state costrette a dichia-rare il fallimento. Su molte situazioni pesa sicuramente lacrisi che ha messo in ginocchio il panorama economicoglobale, ma molte imprese bergamasche sono state soffo-cate da imprevisti eventi congiunturali legati alla specifi-cità del settore in cui operano. Tutti aspetti che si aggiun-gono agli effetti scaturiti dalle ultime modifiche apporta-te alla legge fallimentare. A base della correzione, firma-ta nel 2008 dal centro-sinistra con il sostegno di una partedel centro destra c'era l'intenzione manifesta del legisla-tore di offrire maggiori garanzie ai creditori. Infatti, l'in-tervento normativo del 2006 voluto dall'esecutivo in cari-ca, aveva fortemente penalizzato i creditori per-ché, di fatto, permetteva ai piccoli imprenditoridi sottrarsi alla procedura fallimentare. Con lanorma entrata in vigore dal 1 gennaio del 2008la stessa distinzione tra imprenditore e piccoloimprenditore è venuta meno e nello stessotempo sono cambiati anche i requisiti. Peressere tra i soggetti esclusi dal fallimento

devono esistere contemporaneamente tre requisiti quanti-tativi: nei tre anni precedenti un attivo patrimoniale nonsuperiore ai 300 mila euro, ricavi lordi annui non superio-ri a 200 mila euro e debiti non superiori ai 500 mila euro.Gli effetti della riforma furono visibili nei 152 fallimentidel 2008, anno d'entrata in vigore della riforma contro i102 del 2007, in sostanza la metà delle 199 del 2006.Rimane da valutare se l'aumento dei fallimenti del 2009sia legato più all'onda lunga della questione tecnica lega-ta alla variazione normativa o alla situazione congiuntura-le dovuta all'effettivo peggioramento dello stato di salutedelle imprese del territorio. All'orizzonte rimane lo spettrostorico rappresentato dai 284 casi del 1995.

Dal 2000 ad oggi, il 2009 potrebbe rivelarsi l'anno più difficile per tutte le sentenze di fallimento registrate. Lo spettro storico è rappresentato dai 284 casi del 1995

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ECONOMIA&BUSINESS

La Same seminaA Treviglio 150 esuberi

ATreviglio 150 operai in esubero. A dare l'annuncio è laSame Deutz-Fahr, quarto produttore mondiale di tratto-ri, settore che in tutta Europa sta pagando in modopesante il crollo dei volumi. A livello di gruppo, il piano

complessivo conta 760 tagli ed è tarato sul biennio 2009-2010.Comprende già le fuoriuscite di quest'anno, nel mese di agostosono state 362 tra cui 244 operai e 118 impiegati. Treviglio è giàstata toccata con i 34 colletti bianchi usciti con accordo sindaca-le tramite accompagnamenti alla pensione. Al di là dei 34 pre-pensionamenti tra maggio e dicembre, nella fabbrica di Treviglioè in atto un blocco del turnover per contenere senza traumi lespese del personale, sicché rispetto ai tradizionali 1.500 addettioggi siamo verso quota 1.400 unità. Adesso, stretti dalla crisi èstata annunciata un'ulteriore riduzione di 398 lavoratori sui 2.760di tutto il gruppo. Nel dettaglio: 161 impiegati e 237 operai tra cuii 150 dello stabilimento bergamasco che verrebbero tutti gestiticon la procedura di mobilità. Il gruppo, in caso di fuoriuscite volon-tarie, ha già riconosciuto dei premi e questo potrebbe agevolare eaccelerare le trattative, ma ad onor del vero la Same Deut-Far èla fabbrica più sindacalizzata della provincia.

Germania. Secondo fonte sindacale, per il quarto produttoremondiale di trattori agricoli i problemi arriverebbero dal-

l'ala tedesca del gruppo, in particolare dalla DeutzAg di cui la famiglia Carozza detiene il 45,1%. Il

management ha prospettato un andamentonegativo per 30 milioni di euro daDeutz AG, che si rifletterebbe sulbilancio Same. Essendo quotata

a Francoforte, la control-lata Deutz mette inpubblico conti seme-strali che indicano un

crollo della capitalizza-zione borsistica, erosa per

due terzi (278 milioni di euro

contro gli 834 di un anno prima) e un calo occupazionale di oltre1.000 unità, rispetto ai 5.500 addetti del 2008, con ordini e ven-dite dimezzati. Da qui arriverebbero i maggiori problemi. La Sameha chiuso il 2008 con 1.220 milioni d'euro di fatturato, quasil'11% in più del 2007, prima che arrivasse la crisi a gelare le ven-dite del comparto. Inoltre la stretta creditizia ha colpito il mondoagricolo, con la conseguente riduzione degli ordini. In tuttaEuropa si conta un calo del 24% nei primi sei mesi dell'anno conluglio e agosto che scontano un calo pesantissimo del 44%.Male anche il 2010 dove le stime indicano un ulteriore peggiora-mento nell'ordine del 14%. Per quanto riguarda il gruppo, si pre-vede un calo di volumi del 19.4% per quest'anno e dieci punti inpiù nel 2010 confermando il calo al 30%. Di qui la scelta dellaDeutz-Fahr di tagliare posti di lavoro nel sito principale tedescoche si trova a Launingen. Lo stabilimento dovrebbe scontare il75% dei 760 esuberi, con un alleggerimento di oltre 500 unità.

Treviglio. Nonostante gli esuberi, il piano lascia trasparirealcune indicazioni incoraggianti perchè prevede il trasferimen-to della logistica e delle attività legate al marketing nel quar-tier generale orobico e inoltre in prospettiva c'è lo spostamen-to delle produzioni da Launingen a Treviglio. Tutto questo nonsmorza le preoccupazioni per i 150 esuberi che l'azienda haassicurato di voler gestire con accompagnamenti alla pensio-ne e uscite volontarie. Ma i vertici aziendali stringono anche itempi perché vogliono chiudere la trattativa in tempi rapidi peraffrontare con maggiore dinamismo la ripresa del mercato.

Cina. Per almeno due anni di Cina non si parlerà. Lo stessotempo che è passato da quando è stato deciso, con 45 milio-ni di euro di investimenti, un insediamento produttivo aDalian. Oggi siamo a metà dell'opera: stabilimento realizza-to ma le linee produttive sono ancora incomplete. Da qui lascelta di concentrarsi sui siti europei mentre dei 40 addettipresenti adesso in Cina più della metà sarà tagliata perridurre ai minimi la forza lavoro.

Un piano biennale da 760 esuberi sui 2.760 dipendenti di tutto il gruppo. Nel quartier generale di Treviglio annunciati 150 tagli su 1.400 dipendenti attraverso il prepensionamento o incentivi

FUORI SOLCO

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Cara Santa Lucia... firmata lavoratori Frattini

ECONOMIA&BUSINESS

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Ai lavoratori della Frattini adesso non rimane altroche scrivere una lettera a Santa Lucia. Una provo-cazione del tutto legittima visto il silenzio di frontealla lettera aperta indirizzata all'assessore provin-

ciale alla Formazione e Lavoro Enrico Zucchi e per conoscen-za recapitata anche a UBI Banca, Creberg, Intesa SanPaolo,BCC Treviglio e BCC Provincia, Banca di Bergamo, Monte deiPaschi di Siena, Unicredit, Poste Italiane, BNL, Banco diBrescia e Banca Agricola Mantovana. Oggetto della missivaindirizzata a tutti gli istituti di credito dai 150 lavoratori dellaFrattini di Seriate è il sussidio di cassa integrazione perchédallo scorso luglio tutto è fermo e nessuno di loro riceve lo sti-pendio. Ricordiamo che lo scorso 4 giugno, la Frattini - stori-ca azienda metalmeccanica di Bergamo che produce macchi-nari per la lavorazione di contenitori cilindrici - travolta dallacrisi è stata costretta a presentare domanda di concordatopreventivo alla cancelleria del Tribunale di Bergamo.Nell'azienda che occupava 192 persone era già aperta lacassa integrazione ordinaria a rotazione per 120 lavoratori.Dopo lo spezzatino svizzero perfezionato dalla Mall Herlan, i150 lavoratori della Frattini oltre ad essere esclusi dal riasso-birmento, sono rimasti esclusi dallo stipendio. A onor del veroqualcosa si è mosso, ma solo sulla carta: dopo cinque mesi diattesa la cassa integrazione è stata approvata con un anno dicopertura fino al 26 luglio 2010. Adesso, però, servono i soldiveri. "Ci aspettiamo che l'Inps di Bergamo - ha dettoMargherita Dozzi, che segue le vicende dell' azienda per laFiom Cigl - acceleri i tempi del pagamento perché i soldi arri-vino in concreto nelle tasche dei lavoratori e delle loro fami-glie, che si trovano in forte difficoltà, soprattutto in questoperiodo dell'anno", perchè al di là di aiuti sporadici e collette,dalla scorsa estate ognuno di loro si è arrangiato come hapotuto. Si sono trovati senza alcun tipo di copertura, nell'at-

tesa del decreto ministeriale che autorizzava il pagamento delsussidio. Da qui nasce la decisione di operai e impiegati dirivolgersi alla Provincia, chiedendo appunto a Via Tasso unincontro per l'anticipo sul trattamento di cigs. Manco a dirlol'esito è stato negativo e dopo il nulla di fatto con l'assessoreal Lavoro Enrico Zucchi, si è passati alla carta. "Con la pre-sente i lavoratori e le lavoratrici della Frattini SpA attualmen-te in cassa integrazione straordinaria sono a lamentare lasituazione di grave disagio nella quale si trovano. Ci risultache nell'incontro del 10 novembre 2009 organizzato traProvincia e sindacati non sia emersa ancora una soluzione peranticipare a tutti il salario di cassa. Da diversi mesi siamo inquesta situazione, senza stipendio, in quanto siamo ancora inattesa, come tutti sanno, che la cassa venga firmata.All'Istituzione, che dovrebbe garantire pari condizioni a tutti icittadini, chiedevamo di individuare una banca che comeponte garantisse l'anticipo a tutti i lavoratori: riteniamo cheinvece la sola applicazione dell'accordo del 24 dicembre 2008,se pur positiva, non rappresenti una soluzione uguale a tutti ilavoratori, in quanto le banche definiscono situazioni eteroge-nee e non di unica tutela comune. Alle banche, che ci leggo-no per conoscenza, chiediamo di aiutarci con un'unica solu-zione per tutti i lavoratori e le lavoratrici, tramite un unico isti-tuto di credito che si accolli i bolli, applichi tasso zero e anti-cipi a tutti gli interessati indipendentemente da dove abbiamoil conto". Scontata rimane la decisione di continuare il pic-chetto ai cancelli della fabbrica, iniziato esattamente un mesefa. Dal 12 ottobre, ininterrottamente, un gruppo di lavoratoricontrolla l'ingresso della fabbrica e la presenza si è rinforzatanell'ultimo periodo, dopo il tentativo di traslocare i macchina-ri dal reparto "Conto terzi" a quello Metal Container. Picchettie fuochi rimasti accessi con il carbone ma questa volta daSanta Lucia si aspettano i soldi, veri.

CARBONE AMARO

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

Ai 150 lavoratori dell'azienda non rimane che scrivere alla Santa, dopo che gli appelli fatti a Provincia e banche per il sussidio di cassa è caduto nel vuoto

Ma almeno è stata firmata la copertura fino a luglio 2010

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Maglificio Dalmine tutti appesi ad un filo

Immaginate di avere in mano tanti fili senza capo nécoda: è la situazione che stanno vivendo i dipendenti delmaglificio Dalmine dello stesso comune. Da fine settem-bre, quando è stata annunciata la mobilità che di fatto

dimezza il personale, ad oggi sono ancora molti i nodi dasciogliere, ma è difficile capire se alla fine, con il filo rima-sto si potrà intrecciare una calza e confidare nella befana.Proviamo a vedere dove portano i fili aggrovigliati.

Passato. Attualmente sono scesi a 66 (dai 77 previsti) gliesuberi annunciati a fine settembre. Il caso è dipeso dall'u-scita volontaria di una decina persone nelle ultime settima-ne di ottobre. I motivi che hanno indotto i vertici aziendali aduna riduzione della forza lavoro, in pratica la metà deidipendenti visto che l'azienda, alla data in cui ha comunica-to i tagli aveva alle sue dipendenze 138 lavoratori, sono statiil drastico e repentino calo di richieste di prodotti come:biancheria, filati e pelletteria. Nel caso specifico a spingereDaniele Grassi, amministratore delegato del MaglificioDalmine in questa direzione è stata la crisi congiunturaleche ha messo in ginocchio la sua azienda e moltissime altreimprese che, come lei, operano nel tessile.

Presente. Due i temi caldi: i soldi a lungo termine e le sca-denze a breve. Fino ad oggi gli anticipi della cassa integrazio-ne, meglio i suoi ritardi, registrati già dal giugno scorso sonostati un grosso problema per dipendenti costretti a sbarcare illunario senza sussidi. Più volte nel corso dei mesi è stata chie-sta una garanzia perché ai lavoratori fossero erogate quantoprima le paghe mensili, ma ad accumularsi è stato solo il ritar-do. E' bene ricordare, inoltre, che nell'azienda tessile dimaglieria e accessori di Dalmine è in corso una cassa integra-

zione straordinaria di 7 mesi, prevista fino al 31 dicembre2009. Una cassa di per sè breve, motivata dal fatto chenel periodo dal 2005 al 2010 - quinquennio fisso previstodalla normativa nazionale nel quale un'azienda industria-le può utilizzare un massimo di 36 mesi tra CIGO e CIGS -l'azienda ne ha già utilizzati ben 29.

Futuro. Con questo quadro di massima e con i tempi ridottiall'osso, è stato dato mandato al sindacato per un accordoquadro sulla cassa integrazione in deroga che secondo lenuove disposizioni non sarà più di otto mesi ma di dodici. Ilperiodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali sta terminando,e diventa perciò inevitabile sveltire le pratiche per avere laderoga. La proposta avanzata qualche settimana fa era per l'u-tilizzo, a partire dal 1 gennaio 2010, della cassa integrazioneattraverso lo strumento della rotazione, ma l'idea non è pia-ciuta ai vertici aziendali. "Durante una delle ultime assemblee- hanno detto Damiano Bettinaglio della Filtea-Cgil e SergioLicini della Femca-Cisl - i lavoratori coi loro interventi hannorispedito al mittente la rigidità aziendale sulla rotazione duran-te la cassa e hanno dato mandato ai sindacati di proseguire latrattativa, tenendo fermo il principio che la rotazione non sitocca". Il tema è stato trattato anche in una seduta delConsiglio Comunale durante il quale i dipendenti hanno mani-festato la loro ferma intenzione di non arretrare di un passosulla rotazione mensile, per loro di primaria importanza.Rimangono le attese: dei sindacati per un piano industriale cheha ancora dei punti da chiarire, dei vertici aziendali in un mer-cato che torni a premiare le loro produzioni di alta qualità e deidipendenti nella regolarità dell'assegno per la prossima cassain deroga o nell'anticipo del Tfr da parte dell'azienda. In tutti icasi sono troppe le speranze appese ad un filo.

Dall'annuncio di 73 esuberi su 138 dipendenti di fine settembre,che taglia metà della forza lavoro, nell'azienda tessile sono ancora

molti i nodi da sciogliere tra i ritardi dei sussidi per la cassa integrazione e la necessità di chiarimenti del piano industriale

FILA SENZA FONDI

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"Serve coesione nel mondo agricolo o si rischiad'arrivare alla frutta"

Pietro Bonalumi, presidente della CIA Bergamo: "Le varie associazioni di categoria devono superare le rispettive divisioni per fronteggiare una situazione che rischia di mettere in difficoltà più della metà delle aziende lombarde e italiane"

PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

Prima il corteo che ha visto lo scorso 2 marzo migliaiadi agricoltori sfilare fino ad Arcore per un presidiodavanti alla residenza del premier Silvio Berlusconi;poi la vibrante manifestazione interregionale della CIA

del Nord il 13 novembre a Milano (accompagnata da altre ini-ziative a livello nazionale). Infine la dimostrazione pubblicaorganizzata sabato 21 novembre lungo il Sentierone aBergamo, senza considerare la protesta al confine italiano delBrennero o le analoghe iniziative pro-mosse anche dalla Coldiretti in questiultimi mesi. Il mondo agricolo italianosembra ribollire: gli annosi problemigià noti prima della crisi dell'ottobre2008 sono stati ulteriormente acuitidalle ripercussioni negative prima sulcosto della materie prime e ora sullasvalutazione dei prodotti agricoli che

sta comportando la depressione economica. E dire che solosei mesi fa i presupposti sembravano essere diversi.Sembrano passati anni da quando il settore agricolo era con-siderato dagli analisti economici europei l'unico campo ingrado di mantenere il segno "+" dopo il tracollo finanziariointernazionale che ha visto nel fallimento della LehmanBrothers il suo inizio. Una capacità di resistenza che, non-ostante l'aumento dei prezzi del carburante e delle materie

ARTICOLO DI ROBERTO AMAGLIOPHOTO: LAURA PIETRA

"La crisi ha cambiato le abitudini dei consumatori,sempre più attenti al portafoglio. Mettendo cosìin difficoltà i caseari, i soliti martoriati produttoridi latte, gli ortaggi di quarta gamma e in parteanche la frutta e il vino"

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Pietro Bonalumi

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prime (basti ricordare i cereali), era stata testimoniataanche da Piero Bonalumi nel novembre del 2008 quando,proprio sulle pagine di questo mensile, parlava di un set-tore ancora al riparo da un calo che sembrava solamentesfiorare l'economia reale. "E, invece, a distanza di un annoi nodi sono arrivati al pettine - fa notare il numero unodella CIA Bergamo, Piero Bonalumi -, soprattutto sottoforma di un crollo dei prezzi agricoli che stanno mettendoin difficoltà i caseari, i soliti martoriati produttori di latte,gli ortaggi di quarta gamma e in parte anche la frutta e ilvino. Insomma, non prodotti di nicchia a cui è legata unapiccola percentuale di aziende, ma mercisu vasta scala da cui dipendono circa il70% degli agricoltori".

In pratica se un anno fa si lamentavaun costo troppo alto per la produzione,ora lo stop dell'inflazione ha ritoccatoal ribasso anche i prezzi delle vendite?"Esattamente. Forse solo la zootecnia è

riuscita a salvarsi in qualche modo, in virtù del calo delprezzo dei cereali. Tuttavia questo settore è ancora alleprese con la spada di Damocle della normativa sui nitrati.Quindi non sono certo tutte rose e fiori".

Costi di produzione alti e prezzi al consumatore inva-riati. Come uscire da questa empasse?"Lo scorso anno abbiamo puntato a una produzione di quali-tà, investendo sull'innovazione per fidelizzare i consumatori.In questo senso l'etichetta dei prodotti agricoli e una serie dipromozioni sull'eccellenza della merce nostrana erano ini-

"A Bergamo, come associazione, cerchiamo di valorizzare il prodotto biologico e di qualità con vari mercatini e incrementando l'impatto economico della filiera corta. Ma vogliamo certezze anche dal Governo, altrimenti si rischia"

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ziative su cui puntavamo. Tuttavia è ormai sotto gli occhi ditutti che la crisi ha cambiato le abitudini dei consumatori,sempre più attenti al portafoglio e di conseguenza semprepiù propensi a privilegiare quegli articoli decisamente più abasso costo provenienti dall'estero, una concorrenza con cuiè davvero difficile confrontarsi".

Il latte dell'Est, ad esempio, in Italia è valutato 18 cen-tesimi al litro, la metà dei 35-40 centesimi richiestidagli agricoltori nostrani. Anche se è stato firmato direcente, a Brescia, un discusso accordo che fissa a 31centesimi al litro il prezzo del latte, il divario è ampio. "Visto che a detta di tutti dobbiamo investire in innovazioneper mantenere la qualità del prodotto italiano - attaccaBonalumi -, ridurre i nostri costi di produzione è l'unica armache abbiamo a disposizione, solo che è una battaglia giàpersa in partenza se non arrivano segnali forti dal Governo.Per esempio l'auspicato taglio delle accise sui carburanti,proposto dal ministro Zaia ma fermo su qualche tavolo aRoma, oppure delle iniziative che, per esempio, Francia eGermania stanno attuando per tutelare l'intero settore agri-colo: i nostri cugini francesi hanno stanziato 1,65 miliardi dieuro, noi siamo costretti ad attendere quei 280 milioni dieuro che l'Unione Europea ha stanziato peril 2010 per tutto il settore continentale".

Il ministro Zaia, però, ha recentemen-te presentato il suo piano per l'agri-coltura al Consiglio dei Ministri dopoche lo stesso Gianni Letta (reducedagli incontri con gli agricoltori aPalazzo Chigi del 16 novembre scorso)ne aveva suggerito d'accelerare l'iter."Aspettiamo con ansia di sapere qualimisure e risorse siano state realmentemesse a disposizione, anche se moltospesso ciò che è stato predisposto sullacarta è rimasto nel limbo delle buoneintenzioni. Inoltre, non dimentichiamociche l'ultimo provvedimento adottato dalMinistero è stato l'innalzamento del 6%delle quote latte per l'Italia: una sceltaanacronistica in quanto ci voleva almenodue anni fa, mal pensata perché è stataallargata anche agli splafonatori (ovvero

coloro che avevano prodotto più latte diquello consentito dall'Europa, causandoall'Italia multe per circa 2,492 miliardi dieuro versati all'Ue fino al 2008, n.d.r.) e orapenalizzante per il nostro settore in quantorischia di aumentare le quote d'invendutodel latte, prodotto che i nostri agricoltorigià faticano a piazzare sulla grande distri-

buzione per la concorrenza straniera. Insomma la direzioneimboccata non ci sembra affatto quella giusta".

Questi i problemi, dunque; quali sono però le manovrecon cui l'associazione pensa di risollevare il settore?"Da un punto di vista produttivo, la strada è sempre quelladi valorizzare il prodotto biologico e di qualità, promuoven-do mercatini degli agricoltori e incrementando l'impattoeconomico della filiera corta (per esempio i distributori dilatte crudo). Da un punto di vista amministrativo, invece,vogliamo dare più rappresentatività ai nostri agricoltori. Perquesto stiamo pensando a un'auto-riforma interna che diapiù spazio ai lavoratori e che permetta a livello sovraregio-nale di creare una linea d'azione da presentare nelle oppor-tune sedi politiche. Logico che è anche auspicabile che letre associazioni Confagricoltura, Coldiretti e Cia riescano asuperare le rispettive divisioni per fronteggiare compattiuna situazione che rischia di mettere in difficoltà più dellametà delle aziende agricole italiane". Un'unità che èauspicata già per la manifestazione capitolina di metàdicembre. Si sta per chiudere infatti un 2009 che nell'ulti-mo semestre si è dimostrato più difficile del previsto. Il rischioè che il 2010 porti via con sé tutte le soluzioni ai problemi".

"In Francia hanno stanziato 1,65 miliardi di euro,noi siamo costretti ad attendere solo quei 280milioni di euro dell'Unione Europea destinati a tutto il settore continentale"

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Per Bacco, il 2009 sarà una grande annata

Non sarà ricordato solo per qualità dell'uva raccolta perché il 2009 è stato anche l'anno in cui i produttori locali

hanno raccolto importanti riconoscimenti

VINO&SAPORI

Per il vino orobico, il 2009 passerà agli archivi comeun'ottima annata. Non parliamo solo della quantità equalità dell'uva raccolta, perché a raccogliere impor-tanti riconoscimenti questa volta sono gli stessi pro-

duttori bergamaschi di vino. Nell'edizione 2010 di Viniplus, laguida dedicata esclusivamente ai vini lombardi, fra i 47 vinilombardi premiati con le 4 "Rose camune" per la provincia diBergamo i riconoscimenti sono andati al Moscato Di Scanzo2006 di Biava, al Moscato Di Scanzo Doge 2006 de La

Brugherata e Bergamasca Cabernet Sauvignon Kalos2002 de Il Calepino. La guida Viniplus 2010 è unpunto di riferimento per gli addetti ai lavori e le 4"Rose camune" sono il massimo riconoscimento

assegnato ai vini considerati "eccelsi". Oltre alle3 aziende della provincia di Bergamo il rico-

noscimento è andato anche a 12 realtàvitivinicole della provincia di Brescia, 9

della provincia di Pavia e ben 23 dellaprovincia di Sondrio. Ai ristoratori, laRegione Lombardia ha rivolto l'appel-lo a inserire i vini della nostra regione

nei loro menù il che consentiràloro di essere dotati di

un "marchio" che certi-ficherà il locale come

adatto a offrire la cartadelle produzioni del territorioregionale. "Tra le 5 Docg, le14 Doc e le numerose Igt - haricordato Luca Daniel Ferrazzi,assessore all'Agricoltura diRegione Lombardia nel corso

della presentazione di Viniplus

2010 - tutto il vino prodotto in Lombardia (circa 80 milioni dibottiglie) ricade in zone a denominazione. Anche in questocaso, un "privilegio" che poche regioni italiane possono riven-dicare. La Lombardia è il primo mercato potenziale e reale perle nostre etichette, potendo vantare un'enorme ricettivitàalberghiera, un sistema di ristorazione di tutti i livelli che ha,insieme agli agriturismi, ancora grandi potenzialità di crescitae "traino" per i prodotti enogastronomici della Regione".Sempre in tema di eccellenze bergamasche, quest'anno tra ivini italiani che hanno ottenuto la "Corona", il massimo rico-noscimento qualitativo nella Guida Vini Buoni d'Italia 2010edita dal Touring Club c'è il "Valcalepio doc Moscato passitodi Carobbio degli Angeli 2005". E' stato prodotto dalla Tenutadegli Angeli di Carobbio che fa capo alla famiglia Testa. Anchein questo caso, il 2005 può essere considerata un'annata par-ticolarmente felice perchè lo stesso vino - un passito ottenutodal vitigno Moscato di Scanzo - in passato si era meritato pro-prio le "4 rose camune" nella selezione Viniplus. Tornando al2009, non rimane altro che aspettare e lasciare che il vinoriposi nelle cantine, confidando che l'eccezionalità della ven-demmia, ottima in qualità e discreta in quantità, sia foriera diulteriori riconoscimenti. Da un punto di vista più generale ilcomparto enologico è una delle poche notizie positive nel con-testo congiunturale di un'agricoltura lombarda che non godedi ottima salute. Si tratta di una reale boccata di ossigeno perun settore che ormai da più di un anno registra segnali preoc-cupanti sia per il calo dei prezzi all'origine che per la riduzionedei margini di filiera. La produzione di vino in Lombardia è sti-mata in flessione dello 5,5%, pari a 69 mila ettolitri in valoreassoluto. La produzione di uva è stata complessivamente infe-riore all'anno scorso con un -4,4%, con un -2,8% che indica lasofferenza delle rese. Sono tutti fenomeni, questi ultimi, prin-cipalmente ascrivibili alle province di Pavia e Brescia.

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Chiudiamo il 2009 con l'enologo tra i più autorevoli d'Italia - riconosciutodalla Guida Vini d'Italia "Enologo dell'anno" per il 2007 - tra un'Ornellaiadel 1987 ed un Malaga del 1736. Era il 1981 quando Vittorio Moretti lo chiama in Franciacorta, da allora firma i vini di Bellavista

WINE&SPIRIT

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO: GIORGIO CHIESA

Mattia Vezzolala classe non è acqua

"Trent'anni fa ho assaggiato un Valcalepio, taglioBordolese (Cabernet Sauvignon più Merlot) in unacantina di San Paolo d'Argon. Era prodotto daRiccardo Guadalupi, l'allora direttore della Cantina

sociale bergamasca. Oggi posso ancora dire che è stato uno deimigliori rossi che abbia mai bevuto. E' stata una sorpresa perchénon mi aspettavo di trovare un vino così elegante e soffice, leg-gero ma di straordinaria complessità e carattere e da allora misono convinto che Bergamo possa produrre uno dei vini rossi piùimportanti del nord Italia". A confidarcelo è Mattia Vezzola, l'e-nologo che dal 1981 firma le bollicine di Bellavista. Lo abbiamoincontrato e ci ha condotto in un viaggio fantastico tra la cantinae le botti per capire e conoscere i tutti i segreti del vino".

E' appena tornato dagli Stati Uniti. Come è stata la suatrasferta americana?"Emozionante e molto interessante. E' stato un viaggio conoscitivoa trent'anni dalla nostra presenza negli Stati Uniti per capire se inquesto momento di conflittualità economica tra la presenza stabiledei vini italiani più blasonati ci possa essere spazio ed interesse pervini estremamente raffinati come quelli prodotti sul Lago di Garda.

Quali sono le prospettive per il vino italiano e, in parti-colare, lombardo?"Il bilancio della trasferta americana è positivo. Gli italiani sono pro-

duttori di eccellenze, perle rare e misteriose che vanno scopertee mai dichiarate. Quando tu stappi un vino del nuovo mondo, giàprima conosci tutto quello che ti può offrire, mentre i vini italianivanno aspettati nel bicchiere, scoperti. Su un mercato così diffi-cile come quello americano dove non c'è ancora la perfetta com-petenza e la capacità di analizzare la terra è difficile penetrarenel pensiero, perché si ricordano e apprezzano ancora i vini più"alcolici" e strutturati. Ma adesso qualcosa è cambiato perchédopo il lavoro svolto per trent'anni dai produttori italiani horiscontrato una crescita del palato verso la conoscenza e la com-prensione di vini anche più raffinati".

Quali sono i punti di forza e di debolezza della produ-zione vitivinicola italiana?"Noi realizziamo e proponiamo la biodiversità del sottosuolo edel sovrasuolo, il resto del mondo produce vini legati alle esi-genze del mercato, buoni magari, anche molto buoni, ma chesecondo lo stile europeo non concedono emozionalità". Noisiamo gente creativa, perché ogni microarea geografica ha ilsuo vino, il suo tortello, le sue ciliegie, la sua cucina, la suaidentità. Essere piccoli e diversi è un punto di forza, la difficol-tà casomai sta nel comunicare questa forza. Un esempio: ilValcalepio potrebbe essere da traino per altri prodotti berga-maschi. Solo un'identità e una riconoscibilità definita possonopermette il traino delle tipicità locali".

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Mattia Vezzola

"Il mio carattere potrebbe essere l'Ornellaia del 1987, un vino forte ed elegante

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Come si spiega l'eccellenza del terroir del lago diGarda e della Franciacorta? "Il lago di Garda nella zona della riviera dei castelli è una perla raradell'enologia italiana. Rappresenta il punto più a nord del mondodove si coltivano gli agrumi. Da una parte c'è il Baldo innevato e dal-l'altra si raccolgono i limoni, situazione che le consente di godere diuna climatologia unica al mondo. E' il carattere unico della biodi-versità. Non dobbiamo vendere solo quello che c'è nel bicchiere maanche la sua storia, la tradizione centenaria di persone che hannolavorato la terra. Anche le aziende leader in Franciacorta hannocreato il territorio ma oggi non bastano più, per sostenere la cresci-ta del mercato serve lo sforzo di tutti. I piccoli produttori sono fon-damentali, il ritorno sul territorio non c'è se esiste solo un'etichetta.Quando in una zona esiste un solo e unico vino si crea il brand. Ilrischio, neppure troppo remoto, è che il successo ottenuto con ilbrand non abbia un seguito perché la fine di una generazionepotrebbe coincidere con la scomparsa del vino stesso. E' questo ilmotivo per cui il territorio ha più valore del brand. Seduti al risto-rante non chiediamo solo un Don Perignon, ma prima di tutto chie-diamo uno Champagne. Così come oggi è importante non chiedereuno spumante ma un Franciacorta".

Possiamo dire che conta di più il nome di un territoriodei suoi prodotti? "Durante un viaggio in Canada, qualche anno fa, ho incontrato unproduttore di Barolo che in termini proporzionali aveva una diver-

genza di vedute con il padre. Invece di pronunciare il termine Barolo,io gli ho suggerito di pronunciare la parola Franciacorta e osserva-re la reazione di chi aveva di fronte. Quando dici Barolo sei già arri-vato nelle Langhe, se dici Franciacorta hai ancora difficoltà ha orien-tarti sulla cartina per capire dove si trova. Un esempio per direquanto conta il territorio. Per fare questa strada servono centocin-quant'anni e non quindici giorni. Oggi dopo trent'anni di lavoro inin-terrotto la Franciacorta sta conquistando la sua identità".

Quanto dista la Franciacorta da Champagne, in terminidi vino? E' tutta una questione di marketing o contaanche quello che c'è nel bicchiere?"La tecnologia ci ha permesso di percorrere velocemente le tappedella qualità e proprio dal punto di vista qualitativo non ci mancaniente. Il gap che rimane da colmare è maturare la coscienza dichi siamo, perché fino a quando saremo succubi di qualcuno nonsaremo mai noi stessi. Il confronto deve servire per evidenziare lepeculiarità di entrambi. Giorgio d'Urbano, allenatore di Tomba, inun'intervista ha detto che se non avesse smesso di "guardare"Stenmark sciare, difficilmente avrebbe visto Tomba sugli sci.Tornando al vino, i processi di lavorazione sono gli stessi dei fran-cesi, cambia la climatologia, il fatto che noi siamo in duecento eloro in quattromila e i nostri sono vini più morbidi e rotondi perchéla frutta è maturata di più e quindi anche più digeribili. E poi noisiamo ancora i veri artigiani del vino. Lo ritengo una fortuna e unprivilegio e abbiamo ancora grandi possibilità di crescere".

La cantinaBellavista

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Viste le novità del mercato, noi dobbiamo competere con ifrancesi o con il vino in bustina da diluire con acqua o il kitper il vino fai da te prodotto dai tedeschi. Scusi, ma il vinonon si faceva in altro modo? Dove è finita la fermentazione?la svinatura? l'affinamento?"Lasciamo perdere queste bizzarrie, piuttosto preferirei fare comequalche appassionato italiano che compera le uve sul mercato e sifa il suo vino. Per lo meno è naturale".

Quanti chilometri dista Bergamo da Brescia, sempre intema di vino? La Lombardia, in termini di appeal e sviluppoturistico non potrebbe "copiare" la strada del vino dell'AltoAdige (invece di lasciare che ogni zona faccia da sé, inordine sparso)? "L'Alto Adige è un bella realtà italiana. Il Dalai Lama ha dichiaratoche se dovesse portare il Tibet ad essere organizzato per l'acco-glienza, come esempio nel mondo prenderebbe l'Alto Adige. Giàquesto la dice lunga su quello che sono stati capaci di creare glialtoatesini. La Lombardia è la regione che in assoluto in terminienologici ha più variabili rispetto a tutto il resto d'Italia. Andiamodalla Valtellina con il Nebbiolo e la sua viticoltura eroica perché lìle viti sono tutte terrazzate e bisogna fare tutto a mano fino allaFranciacorta con una vocazione "spumantistica" (ndr meglioFranciacortistica) unica nel panorama mondiale. Ci sono poi le zonedei laghi con i Rosè e il Lugana, e l'Oltrepò, terzo bacino di PinotNero al mondo. Legarle insieme è un progetto ambizioso e leCamere di Commercio delle province Lombarde si stanno muoven-do in questa direzione".

Una peculiarità tutta bergamasca? "Credo che la Valcalepio rappresenti uno dei migliori esempi italia-ni di taglio bordolese e poi, sicuramente, il Moscato di Scanzo".

L'enologo è sicuramente un lavoro affascinante. Cisveli qualche segreto, come nasce MattiaVezzola enologo?"Non ho particolari segreti. Coltivo un confrontoleale e aperto con gli altri senza nessuna furbizia. Lafortuna di ognuno di noi dipende dalla curiositàverso le cose che facciamo perchè ci permette dicrescere, creando quel pizzico di sana insoddisfazio-ne. Il fatto che noi siamo rimasti fermi cinquant'an-ni è dipeso dal fatto che pensavamo di essere arri-vati, poi, quando negli anni settanta abbiamo aper-to le finestre per guardare fuori ci siamo accorti chenon era così. La mia famiglia è sempre stata legataal vino che poi anche io ho imparato ad amare".

A quale vino si avvicina per indole e carattere?"Il mio carattere potrebbe essere l'Ornellaia del1987, un vino forte ed elegante. Quando assaggia-mo un vino e conosciamo la persona che lo crea tro-viamo che si assomigliano. Gli uomini combattivi

creano dei vini decisi mentre le persone delicate produconodei vini morbidi, suadenti, accoglienti e moderati".

Tra le sue creazioni c'è il Satèn, bollicina tipica dellaFranciacorta. Come è nato? Ho voluto dedicare un vino alla femminilità. La donna èrotondità, portamento ed eleganza. Ho cercato di creareun vino con personalità: abbiamo scelto gli chardonnayd'alta collina esposti a sud, dai profumi avvolgenti, abbia-mo fatto fermentare il 40% dei mosti in vecchie botti eviene proposto con 5 atmosfere di pressione, anziché con6, con il risultato di un vino più fine e cremoso. Abbiamoscelto il nome Satèn, che ricorda foneticamente un termi-ne riferito alla seta".

C'è un vino che avrebbe voluto creare lei?"Mi piacerebbe creare un vino da dessert che durasse alme-no 200 anni. Ho assaggiato un Malaga del 1736 a dir pocostrepitoso. E' stata un'emozione unica. Nel nostro mestiereil tempo gioca un ruolo fondamentale, bisogna aver pazien-za e saper aspettare. In Bellavista lavoriamo vini che posso-no vivere comodamente venticinque, trent'anni".

Si avvicina il Natale e il capodanno, quali sono leregole da rispettare per un brindisi perfetto? "Prima di tutto scegliere un vino italiano, magari dellaFranciacorta. Attenzione alla temperatura, le bollicine vannoserviti con una temperatura di 4 gradi. Anche il bicchiere hail suo valore: l'ideale sarebbe un'ampia flute mentre per glispumanti dolci è preferibile la coppa. Per quanto riguardatempi e modi: le bollicine si servono versate lentamente indue tempi per evitare che si crei troppa spuma (che non devesuperare 2 cm) e si disperdano parte delle 13 milioni di bol-licine che con tanta fatica ho creato… scherzo".

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Ad Host 2009, l'ultimo SaloneInternazionale dell'OspitalitàProfessionale di Milano èstato presentato il progetto

H3hotel, un prototipo di albergo 3stelle in Classe A, completamentesmontabile e totalmente ecososteni-bile. Realizzato con una particolareattenzione ai consumi e all'ambienteè stato testato per la provincia diBergamo. Il progetto ancora virtuale emesso a punto da Blast Architetti suconcept di Alessandra Mauri, ManensIntertecnica e BMS Progetti, prevedeun albergo composto da una serie diunità modulari, autoportanti e prefab-bricate da 19 mq ciascuna, ognunadelle quali comprende una camera e ilrelativo bagno. Ogni blocco, inoltre,può essere assemblato sia in orizzon-tale che in verticale, sposando in totola filosofia dei mattoncini Lego. Un

ECONOMIA&BUSINESS

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H3hotel, l'albergo a 3 stelleecosostenibile e "smontabile"

Nasce a Bergamo il primo hotel in Classe A ma per ora è solo sulla carta. H3hotel è stato pensato per essere un albergo 3 stelle modulare, attento ai consumi e rispettoso dell'ambiente,ideato sulla falsariga dei mattoncini Lego

HI-TECH GREEN

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

Assemblaggiomodulo camera

Un progetto innovativo che consente tempi e costidi realizzazione estremamente brevi: le unità abitative, infatti, vengono trasportate sul cantieregià complete di finiture, impianti elettrici, idraulicie di climatizzazione

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La camera virtuale

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progetto innovativo che consente tempi e costi di rea-lizzazione estremamente brevi: le unità abitative, infat-ti, vengono trasportate sul cantiere - su gomma o surotaia, senza richiedere mezzi di trasporto eccezionali -già complete di finiture, impianti elettrici, idraulici e di

climatizzazione, tanto che un hotel di 120 camere comequello ipotizzato per Bergamo, può essere realizzato insoli sette mesi di assemblaggio contro i 18/20 mesinecessari seguendo i metodi costruttivi tradizionali. Laspesa ammonta a 60mila euro per camera ed è previsto

che ognuna consumi 168 watt, contro i 200 diun 3 stelle tradizionale. Tutte sono dotate dirilevazione di allarme dai bagni e controllodegli accessi alle camere, lampade di sicurez-za e rilevatore di fumi. Anche la gestionealberghiera è improntata alla migliore funzio-nalità: indicazioni al PC del bureau di presenzacliente in camera e di stanza rassettata,segnalazioni di tutti gli allarmi, di finestraaperta in assenza del cliente, impostazionelivelli di temperatura tramite software per ognicamera, per aree e parti comuni. La gestione econtrollo accessi sono effettuati tramite letto-re di transponder e in tema di risparmio ener-

La veduta esterna

dell’hotel

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getico, luci e prese delle stanze vengono disalimenta-te a camera vuota; in assenza cliente o finestra aper-ta fan-coil a basso regime. Sempre sul fronte del con-tenimento energetico, il progetto può essere adattatoa temperature, umidità, ventosità, disponibilità diacqua e falda relative alla zona in cui l'hotel vienecostruito. Nel caso del progetto pilota di Bergamo,sono stati previsti pannelli solari termici per la produ-zione di acqua calda, pannelli fotovoltaici per la forni-tura di energia elettrica, pompe di calore reversibilead acqua di falda per la produzione di fluidi caldi erefrigeranti, travi induttive per la climatizzazionenelle camere e sistemi elettronici di lighting manage-ment per l'illuminazione a basso consumo. Nei bagni,rubinetti e doccia garantiscono una riduzione del 30%dei consumi di acqua e grazie alla gestione degli sca-richi potranno essere risparmiati più di unmilione di litri d'acqua all'anno, mentrenelle zone in cui questa è una risorsascarsa può essere realizzato anche unsistema di recupero di acqua piovana egrigia, portando il risparmio fino a quat-

tro milioni di litri annui. L'estetica degli esterni puòessere personalizzata semplicemente ricorrendo adiversi materiali, colori e soluzioni grafiche dei rive-stimenti delle facciate, mentre gli interni delle came-re sono concepiti per semplificare le operazioni dimanutenzione ordinaria e straordinaria. Direttamentesul posto, invece, deve essere realizzato il pian terre-no - che comprende hall, lounge bar e ristorante -, maanche questo è pensato per adeguarsi con flessibilitàallo stile e agli standard di comfort delle camere. Alprogetto aderisce un team di aziende che hanno forni-to le proprie competenze e i propri prodotti per la"costruzione virtuale" dell'H3hotel. La costruzione èstata simulata e testata grazie a software appositi,per una specifica area bergamasca ma per ora è anco-ra tutto nei files.

La spesa ammonta a 60mila euro per camera ed è previsto che ognuna consumi 168 watt, contro i 200 di un 3 stelle tradizionale

L'estetica degliesterni può essere

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La caduta del Muro di Berlino è stato un evento che hasegnato la storia mondiale in modo indelebile. Sembra ieriquando, il 9 novembre di vent'anni fa, ha conosciuto il suoepilogo il simbolo più tangibile della Cortina di ferro che -

per oltre quattro decenni - ha separato Stati Uniti e RepubblicaSovietica, vero e proprio monumento della Guerra Fredda. Lacaduta del Muro, infatti, è diventata, nell'ideologia moderna, unodei più grandi simboli della democrazia e della liberazione control'oppressione dei popoli. Per ricordare e commemorare quel gior-no, diventato per tutti il "Giorno della Libertà", il grup-po "Giovane Italia Bergamo" ha organizzato una seried'incontri e approfondimenti sul tema "Oltre ognimuro". Condiviso dal coordinatore di "Giovane ItaliaBergamo" Stefano Benigni, dal presidente StefanoZucchinali, dal consigliere provinciale MatteoOriani e dal consigliere comunale Carlo Angelo DiGregorio, il calendario degli eventi ha preso il via apartire dal pomeriggio di sabato 7 novembre scorso.Così, se in tutta Italia le manifestazioni si sono spre-cate per festeggiare la ricorrenza, anche Bergamo nonè stata da meno. Con uno spirito festoso all'insegnadella fratellanza, infatti, il gruppo "Giovane ItaliaBergamo" ha organizzato una speciale kermesse in

Piazza Matteotti. In occasione della festa, è stato allestito unpalco e un muro di plastica trasparente sul quale chiunque hapotuto lasciare una dedica e un ricordo personale. A seguire, èarrivato il momento più simbolico e toccante dell'intera giornata,quando i giovani bergamaschi presenti hanno potuto abbattere -assieme all'ospite illustre Vittorio Feltri - un muro di cartoneappositamente posizionato sul palco. In prima serata, la manife-stazione "Oltre ogni Muro" si è spostata all'Hotel Excelsior SanMarco, per un convegno - moderato dal redattore responsabile

ECONOMIA&BUSINESS

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"Oltre ogni Muro", Feltri ospite di Giovane Italia

Per il ventennale della caduta del Muro di Berlino, il gruppo giovanile del Pdl di Bergamo ha invitato il direttore de "Il Giornale"a presiedere un dibattito sul tema della libertà e dell’Europa

EVENTI&STORIA

PHOTO: GIORGIO CHIESA

Stefano Benigni con Vittorio Feltri

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Da destra Stefano Zucchinali,Luca T. Bilotta e Vittorio Feltri

La caduta del muro - ha commentato Feltri -

è stato un evento epocale, che a distanza

di vent'anni ha lasciato notevoli ripercussioni

nelle nostre viteIl Muro di Berlino ebbe

un forte impatto emotivo,sociale e culturale

in tutto il mondoItalia compresa

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della nostra rivista Luca T. Bilotta - con il direttore de "IlGiornale". Alla presenza di numerosi ospiti illustri, in particolarela senatrice Maria Alessandra Gallone - che si è attivata per-sonalmente per realizzare il convegno - gli onorevoli GiorgioJannone e Gregorio Fontana, e dopo il saluto del coordinato-re provinciale del Pdl Carlo Saffioti - accompagnato dal vicePietro Macconi -, l'incontroha toccato temi di strettaattualità e momenti storiciormai passati alla leggenda. Inumerosi interventi, infatti,hanno incalzato Feltri propriosul valore simbolico dellacaduta del Muro di Berlino esulle ripercussioni che haavuto nella società europeapost Guerra Fredda. Dal cantosuo, il direttore de "Il Giornale"ha risposto col brio che lo con-traddistingue, complici affer-mazioni puntuali e piccantiche non hanno mancato di farriflettere e anche divertire glioltre cento invitati. "La cadutadel muro - afferma Feltri - èstato un evento epocale, che -a distanza di vent'anni - halasciato notevoli ripercussioni nelle nostre vite. Il Muro di Berlinoebbe un forte impatto emotivo, sociale e culturale, non solo suicittadini di Berlino o della Germania, ma anche nel resto delmondo. Al momento della sua creazione, infatti, il muro separò,apparentemente per sempre, famiglie e amicizie, lasciando

entrambe le metà della città, dopo l'increduli-tà iniziale, nello sconforto e nella disperazio-ne. Divenne una delle rappresentazioni fisichedella cortina di ferro che separava in duel'Europa durante la Guerra Fredda. Oggi, pos-siamo dire che molte delle barriere che gliuomini hanno innalzato durante la storia - miriferisco a muri invisibili culturali e ideologici -sono ancora erette e forti del mattone del pre-giudizio. C'è ancora molta strada da fare, sia alivello mondiale, sia europeo, sia italiano". Lanegativa condizione congiunturale, infatti,ancora ben lungi dal suo epilogo, ha messo inginocchio gran parte dei paesi industrializzati.Non ultima l'Italia, colpevole - secondo Feltri -d'essersi fatta attrarre da una moneta (l'Euro)che non ha portato alcun sostanziale benes-sere. "La moneta unica europea - continua ildirettore de "Il Giornale" - è stata ed è tutt'og-gi un buco nell'acqua, almeno secondo il miopersonale punto di vista. Con la Lira avevamo

gli stessi stipendi, ma adesso - grazie all'Euro - i costi della vitasono raddoppiati. È vero, l'inflazione era fuori controllo negli anni'90, ma perlomeno potevamo gestirla con la Banca d'Italia chea sua volta controllava il proprio azionariato. Oggi, tutta la poli-tica economica ci passa sopra la testa non permettendoci didecidere più nulla". Sempre restando in tema Europa, Feltri non

si è risparmiato anche in meri-to all'ingresso delle Turchianell'UE. "Sono contrario al con-cetto d'Europa per come si èevoluto, ma mi oppongo conancor più fermezza all'ingressodella Turchia. Ci sono troppedifferenze con gli altri paesidell'Unione, differenze chedevono essere rispettate e noncalpestate in nome della glo-balizzazione. L'ingresso dellaTurchia, infatti, è fortementevoluto dagli americani perragioni politiche e strettamenteeconomiche, non certo per lefinalità d'equità ed equilibrioche invece noi tutti dovremmoperseguire. Il Muro di Berlino ciha insegnato che le differenzevanno onorate, ma senza per-

benismo. Siamo tutti uguali e al contempo profondamentediversi, e se le ideologie comuniste che nutrivano le fonda-menta del muro sono ormai crollate in tutto il mondo (con leconseguenze che abbiamo visto), abbiamo l'obbligo di farein modo che un'altra separazione non venga mai più eretta".

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Alessandra Gallone, Giorgio Jannone, Gregorio Fontana e Carlo Saffiotti

La sala gremita all’hotel San Marco

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ECONOMIA&BUSINESS

DA SINISTRAGiorgio Violi, Marco Amigoni,Irene Paccanie Giuseppe Vigani

Il presidente Marco Amigoni: "Abbiamo dato voce alle PMI che non si sentivano rappresentate"

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Dal novembre del 1999 fino ad oggi. Dieci anni sono unperiodo di tempo molto lungo per qualsiasi azienda,media-piccola o grande che sia. Sono una distanza, unpercorso durante il quale un imprenditore può iniziare a

stilare importanti bilanci, le prime vere considerazioni sul futuroprossimo. Sono forse momenti di solitudine, in cui ci si trova a

misurarsi non solo con la concorrenza del mercato, ma - da uncerto punto di vista - anche con se stessi. Ed è dal novembre 1999fino ad oggi, che oltre 4.000 imprenditori vivono queste sensazio-ni accompagnati da una realtà che nasce proprio dalle loro esi-genze, dalla loro volontà di sentirsi maggiormente rappresentatiall'interno del panorama economico bergamasco. Stiamo parlan-

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ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA E GIORGIO CHIESAPHOTO: LAURA PIETRA

L.I.A., dieci annidi libera imprenditorialità

IN COPERTINA

Il 10 novembre del 1999 nasceva la Liberi Imprenditori Associati, una nuova realtà che è riuscita a spostare gli equilibri associativi

bergamaschi

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do della L.I.A., un'associazione senza scopi di lucro, che da undecennio opera nel settore dell'economia reale, vale a dire quellodelle piccole e medie imprese e dell'artigianato. Era, per la preci-sione, il 10 novembre 1999 quando i primi 22 soci decisero di darvita alla Liberi Imprenditori Associati. La loro mission era ben pre-cisa, una filosofia che è poi stata espressa e siglata nello statuto.Ne abbiamo parlato con Marco Amigoni - presidente della L.I.A.dal settembre del 2001 -, che in poche parole ha tracciato le prin-cipali linee guida e il know-how di fondazione. "L'esigenza prima-ria era, ed è tutt'ora, il vincolo e l'obbligo di astenersi dal fornirealle aziende servizi di contabilità e paghe per privilegiare quelli delsindacato d'impresa, dell'assistenza all'imprenditore, della sicurez-za e della qualità. Ovvero quelli relativi agli aspetti finanziari e adogni problematica che può verificarsi nellagestione di un'azienda. La specificità definita,quindi, è quella di un'associazione a serviziodelle imprese, che dal canto loro possono usu-fruire dei servizi anche se non iscritte, così daevitare che l'associazionismo venga indicatocome un ulteriore costo. Sono questi i principicardine che da dieci anni ci guidano, gli stessiche hanno consentito alla L.I.A. di conoscere

un'espansione fuori dalle aspettative. Siamo andati a colma-re un vuoto rappresentato da 4.016 aziende, imprenditori che,nel corso del tempo, si sono fidati di noi".

Da cosa è maturata la decisione di non occuparsi dellaparte contabile dei vostri associati?"Se ci fossimo occupati anche delle paghe e dei contributi sarem-mo diventati un importante centro servizi che avrebbe avuto, dasubito, introiti economici sicuri e continuativi. Tuttavia, questoaspetto era già curato da numerosi professionisti a cui l'imprendi-tore si sarebbe potuto rivolgere con ampia possibilità di scelta. Ciòche invece mancava era un interlocutore che parlasse lo stesso lin-guaggio, una realtà che - come la piccola e media impresa - pones-

In soli dieci anni d'attività, l'associazione ha toccato quota 4.012 imprese. "L'obiettivo - ha detto Amigoni - è astenersi dal fornire servizidi contabilità e paghe per privilegiare quelli sindacali, della sicurezza e della qualità"

DA SINISTRA Marco Amigoni, Irene Paccani, Giuseppe Vigani, Alberto Armati, Guido Pedrini, Angelo Marchesi, Sonia Bonesi, Danilo Barzizza e Giorgio Violi

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se la massima attenzione alle risorse umane e al territorio in cuiandava ad operare e produrre. Per questi valori di concretezzala L.I.A. si è trasformata da una semplice idea ad una realenecessità. L'imprenditore bergamasco, infatti, stava vivendo unperiodo in cui non era più in grado di gestire le ricchezze pre-senti sul territorio: la globalizzazione lo stava stritolando".

Ha parlato di territorio e di globalizzazione. Possonocoesistere queste due parole?"Ne sono convinto. La storia dell'imprenditoria bergamasca hasempre difeso il suo territorio con tutto ciò che aveva. Noi, in que-sto senso, siamo un'arma in più per non farsi surclassare sul mer-cato. Riteniamo che la costituzione in consorzio di più aziende dellostesso settore, dia la possibilità di cambiare e aprire gli occhi. Percerti versi, viene evoluta quella mentalità provinciale legata al"proprio" come "bello e unico". Quindi, vengono trasformate lecapacità individuali in un modello condiviso che ha tutte le carte ela forza per fronteggiare la globalizzazione. Questo è il fine ultimodell'unione d'intenti che proponiamo da un decennio".

Essere imprenditore non vuol dire anche cercare tuttele alternative possibili, anche al di fuori deirispettivi settori di competenza?"Come un artista lavora con passione alla sua opera,allo stesso modo un imprenditore dovrebbe - conesperienza e sacrificio - lottare nei momenti più diffi-cili, forte delle sue conoscenze e del suo know-how.Quello che proponiamo è un metodo che riesce atutelare questi aspetti di grande professionalità, inmodo tale che l'imprenditore stesso possa migliorarela propria produttività nel campo in cui ha dedicatol'esperienza lavorativa di un'intera vita. Ci tengo asottolineare un aspetto: l'uomo che "fa impresa" inmodo attento e costruttivo è quello che riesce adavere uno sguardo lungimirante, senza dimenticarsile tradizioni nelle quali affonda le sue radici".

In che modo gli anni '90 sono riusciti a cambia-re l'assetto dell'imprenditoria bergamasca?"Con l'avvento della globalizzazione tutto è cambiato.Gli anni '90 - teniamo questo periodo come punto diriferimento, anche se probabilmente potremmo parti-re da qualche anno prima - hanno richiesto maggiorattenzione al modo di "fare impresa". Mi riferisco nonsolo ad un netto cambio di mentalità e ad un fisiolo-gico passaggio generazionale, ma anche alla realenecessità dettata dalle normative vigenti. Da questopunto di vista, si è reso necessario il raggiungimentod'importanti certificazioni, come quelle sulla qualità -la "ISO 9001" - e sulla sicurezza, la cosiddetta "626".Anche in questo rinnovato panorama di specializza-zione e concorrenza, quindi, la L.I.A. ha raccolto lenumerose richieste di tutti quegli imprenditori che

sono attenti all'innovazione e al cambiamento, ma che - alcontempo - lamentano scarsa collaborazione da parte di alcu-ne associazioni di categoria. Secondo la L.I.A., aggregazioned'impresa è, e sarà sempre più, la parola d'ordine che deveessere condivisa per crescere".

Con questa mentalità, in appena un anno dalla vostra costi-tuzione, siete riusciti ad avere oltre 800 aziende associate."Riteniamo di aver catalizzato l'attenzione perché abbiamo offer-to qualcosa che effettivamente non c'era. Inoltre, ci siamo mossinei modi giusti senza calpestare nessuno, nonostante il clima didiffidenza nei nostri confronti fosse abbastanza sentito. Nel2000, dopo che la raccolta delle quote di adesione dei soci con-tinuava senza sosta, la C.L.A.A.I. - "Confederazione delle LibereAssociazioni Artigiane Italiane", con sede a Milano - ci ha comu-nicato l'accettazione della nostra adesione. È stato un passomolto importante della nostra storia, in quanto la C.L.A.A.I. èun'organizzazione nazionale firmataria degli accordi contrattualied interconfederali per il settore dell'artigianato e delle piccole emedie imprese. Dopo appena un anno dalla nascita, quindi, laL.I.A. ne diventò un'autorevole espressione territoriale".

L a L.I.A. è nata nell'autunnodel 1999 dall'esigenza diun gruppo di imprenditori -

di vari settori economici e pro-duttivi -, di sentirsi maggior-mente rappresentati all'internodel panorama economico berga-masco. Il 10 novembre 1999, alRadisson Hotel di Bergamo,avviene l'atto costitutivo ufficia-le con la firma dello statuto e l'e-lezione del primo ConsiglioGenerale. La successiva riunioned'insediamento del Consiglio,elegge a presidente GemmaRanghetti, mentre come vice-presidente viene scelto MarcoAmigoni (attuale presidente).Viene indicato anche il primoComitato Esecutivo composto da7 membri, che annovera - oltreal presidente e il suo vice -anche Alberto Armati, MarioCarrara, Federica Salvatoni,Giuseppe Vigani e l'attualedirettore Giorgio Violi. Lostesso comitato, che nel 1999

inizia a riunirsi a Pedrengo,decide di aprire una sede piùconsona in città, in un'areaartigianale contraddistinta dauna posizione centrale vicinaall'autostrada e alle tangenzia-li di Bergamo. Viene, quindi,individuata la attuale sede divia delle Canovine (terzopiano), implementata neglianni con altri uffici dedicatialla LIA EUROFIDI al pianoterra. Questo l'elenco del primoConsiglio Generale: MarcoAcerbis, Marco Amigoni,Alberto Armati, OscarBrolis, Mario Carrara, MarioComotti, Giacomino Dossena,Paola Facchinetti, AdrianoGambarini, Ubaldo Gonella,Yuri Moressa, Irene Paccani,Luca Pavoni, Guido Pedrini,Gemma Ranghetti, FedericaSalvatoni, Giovanni Toffetti,Alessandro Valoti, LuigiValoti, Giuseppe Vigani eGiorgio Violi.

Al Radisson Hotel l'atto costitutivo, il 10 novembre 1999

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L'accoglienza da parte delle altre associazioni impren-ditoriali bergamasche è stata di totale diffidenza?"Le contrapposizioni sono sempre state abbastanza forti, spe-cialmente considerando i due fronti opposti. Uno gestito daConfindustria (con Ascom, Associazione Artigiani, CNA, UnioneArtigiani, Confesercenti e Coldiretti). L'altro composto daApindustria, FAI, ConfCooperative e noi della L.I.A. Tuttavia, nel2005, siamo riusciti ad entrare nell'ambito della Camera diCommercio per l'Industria, l'Artigianato e l'Agricoltura diBergamo, complice la mia nomina a consigliere. Da qui è ini-ziato un percorso di coinvolgimento con tutte le consorelleassociazioni che ha portato ad un clima più distensivo dei rap-porti e un nostro maggior peso in chiave provinciale".

Come siete riusciti a legittimare la vostra posizione?"Consolidando la nostra struttura. Abbiamo ritenuto d'obbligodotarci di una società di servizi parallela all'associazione - la"L.I.A. Servizi per l'Impresa Srl", nata nel maggio 2000 -, così daavere la possibilità di aiutare maggiormente tutti i nostri soci.Inoltre, dopo la chiusura del primo anno di attività con 832aziende iscritte, il direttivo ha deciso di costituire un suo con-sorzio, che era ed è, la formula più adattabile alle esigenzedelle aziende bergamasche. Infatti, riteniamo che sia fonda-mentale garantire l'accesso agevolato al finanziamento delleimprese. Per queste ragioni è nata LIA EUROFIDI".

La stretta del credito da parte delle banche ha compli-cato l'operato di LIA EUROFIDI?"Ovvio, ma non in modo drammatico. Pur aumentando la pro-pria operatività, il consorzio si è visto limitare le erogazionida parte degli istituti bancari. Le aziende non solo hannofatto sempre più fatica ad accedere al credito, ma si sonoanche viste ridurre i finanziamenti in corso. Questo ha crea-to non poca fatica anche per la gestione ordinaria dell'atti-vità del consorzio. Ma nonostante tutto, siamo riusciti amantenere le erogazioni su un buon livello. Infatti, abbiamosuperato i 18 milioni di euro: questa si chiama caparbietà evolontà di stare vicino al territorio".

La crisi, seppur penalizzando l'accesso al credito delleaziende, ha fortificato l'associazionismo: molti impren-ditori si sono "uniti" per far fronte alle difficoltà. Anchevoi avete riscontrato questo trend?"E' vero, la crisi ha avvicinato non poco gli imprenditori. Noi, ad

esempio, siamo sempre rimasti vicini ai nostri asso-ciati. Ma soprattutto in quest'ultimo periodo abbiamoriscontrato una maggiore richiesta d'informazioni od'aiuto. Tutti cercano di far fronte comune per supera-re il periodo d'empasse. Non a caso, con l'acuirsi dellacrisi, la L.I.A. si è attrezzata per cercare di non perde-re il passo. Allo staff canonico di 11 persone abbiamoaggiunto altre due figure professionali per gestire lanotevole mole di lavoro e di richieste. Anche per aiu-

tare tutte quelle realtà che avevano bisogno di delucidazionisulla cassa integrazione, una realtà che ha conosciuto il suopicco alla fine del 2008".

In dieci anni siete riusciti a rinnovare gli equilibri asso-ciativi bergamaschi puntando al servizio per gli impren-ditori. Un successo non indifferente considerando lapiazza bergamasca, storicamente chiusa alle novità."Abbiamo voluto creare un'alternativa che fosse il più adattabi-le possibile alle diverse esigenze dell'imprenditoria bergama-sca. Con la creazione di "Imprese & Territorio" - avvenuta nel2007 e di cui la L.I.A. fa parte assieme ad Apindustria,Associazione Artigiani, CNA, ASCOM, Confesercenti, FAI,Coldiretti, Confcooperative e, in seguito, CIA - gli equilibri sonodefinitivamente cambiati. La cosa più importante è che, sunostra impostazione, viene dato a "Imprese & Territorio" unregolamento che prevede - oltre che una presidenza pro tem-pore - anche una segreteria a rotazione. Una volta presentato,il nuovo soggetto associativo ha creato sconcerto nei sindaca-ti, nella politica e nelle istituzioni. Infatti, è la prima esperienzadi questo tipo in Italia. Una scelta vincente".

Novità e libertà, due parole che vi contraddistinguono."Quando ti presenti ad un territorio molto selettivo come quel-lo dell'imprenditoria locale, o hai delle idee valide o vieni espul-so. Da questo punto di vista, siamo anche stati la prima asso-ciazione ad aver avuto un presidente donna, parlo di GemmaRanghetti, in carica fino al 2001. Da febbraio del 2007, infatti,la L.I.A. può vantare alcuni incarichi bilaterali di assoluto pre-stigio. Il nostro vicepresidente Giuseppe Vigani, a questo pro-posito, è anche presidente del C.P.T.A., il "Comitato PariteticoTerritoriale Artigiano", Danilo Barzizza è presidente dell'E.L.B.A. (Ente Lombardo Bilateralità Artigiana). Inoltre, benquattro membri della L.I.A. sono consiglieri dell'Edilcassa, checon la sua sede autonoma comprende anche l'E.B.A. (EnteBilaterale Artigiano). Tuttavia, se non hai le persone giuste (conle giuste idee) in alcuni ruoli chiave, è difficile sopravvivere".

In dieci anni avete già fatto molto. Quali sono le vostreprospettive per il futuro?"La fine del 2009 ci vedrà festeggiare la ricorrenza non solo perl'aspetto numerico, ma soprattutto per gli obiettivi raggiunti e,in molti casi, superati. Quasi sicuramente, infatti, pensiamo diraggiungere un traguardo più che lodevole, quello dei 5.000

"L'obiettivo è trasformare le capacità individuali in un modello condiviso che ha la forza di fronteggiare la globalizzazione

Questo è il fine ultimo dell'unione d'intentiche proponiamo da un decennio"

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"Nel 2009 abbiamo superato quota 4.000 associati. In futuro continueremo a investire

in risorse umane, coinvolgendo nuovi e giovani imprenditori per un ricambio

generazionale indispensabileInoltre amplieremo la gamma dei servizi

per andare sempre più incontro alle esigenze dell'imprenditoria bergamasca"

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DA SINISTRAGiorgio Violi con Marco Amigoni

associati in poco tempo, visto il costantetrend di crescita di questi anni. Ora chesiamo diventati grandi, siamo anche piùconsapevoli della nostra operatività edella nostra completa autonomia econo-mica. Per il futuro, continueremo a inve-stire in risorse umane, coinvolgendonuovi e giovani imprenditori, pensandocosì ad un ricambio generazionale indi-spensabile. L'obbiettivo, inoltre, è quellodi ampliare la gamma dei servizi perandare sempre più incontro alle esigenzedell'imprenditoria bergamasca".

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ECONOMIA&BUSINESS

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Legatoria Ravasio,la carta dell'investimento

Da destraMassimo e Fabrizio Ravasio

Assicurare il massimo della qualità unitamentead una grande quantità di commesse curate inogni dettaglio. Questo è, in sintesi, il sogno diogni imprenditore. Ebbene, questo sogno sem-

bra essere diventato una solida realtà bergamasca. Unarealtà che si fonda su una tradizione aziendale nata nellontano 1972, ma che nel corso del tempo - e in parti-

colare nell'ultimo decennio - ha saputo rinnovarsi, rima-nendo al passo con le tecnologie e con le mutate esi-genze del mercato. Stiamo parlando della LegatoriaRavasio, un'impresa che nasce nel cuore di Ambivere eche ha vissuto, come molte altre del nostro territorio, ilpassaggio generazionale padre-figli nel modo più natu-rale possibile, quello teso all'investimento. Ne abbiamo

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

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Uno stabilimento rinnovato, due macchinari d'ultima generazione e un impianto fotovoltaico da 61,5 kWp. Ecco i numeri dell'impresadi Ambivere, leader nel settore della rilegatura

TOP BUSINESS

parlato con Massimo e Fabrizio Ravasio, proprietaridell'omonima azienda, rilevata - nel 1999 - dal padreGiovanni. "Abbiamo affrontato - affermano all'unisono- spese molto importanti nel corso di questo decennio.In totale, solo per la parte produttiva, abbiamo investi-to circa un milione di euro. In particolare, possiamo diredi aver potenziato i numeri. Adesso riusciamo a gestireuna struttura di commesse molto eterogenea, con tira-ture comprese tra le 5 e le 500 mila copie susvariati formati. Inoltre, ci siamo dotati di unimpianto fotovoltaico da 61,5 kWp (kilowattpicco, n.d.r.) e siamo ormai da diversi anni lea-der nel riutilizzo della carta, con circa tre ton-nellate di materiale riciclato".

Di cosa si occupa esattamente la LegatoriaRavasio?"Abbiamo - continua Massimo Ravasio - unastruttura molto flessibile. Facciamo legatoria a360 gradi. Non solo brochure, ma anche puntimetallici e rilegature di qualsiasi tipo di rivi-sta. Inoltre, ci occupiamo della spedizione e -se il cliente lo vuole - possiamo gestire anchela parte dedicata alla stampa vera e propria.Naturalmente, in questi due casi, ci appoggiamoa realtà esterne. In altre parole curiamo tutta lacommessa, ci piace essere gli unici interlocutoridella nostra committenza. Crediamo sia un bel

modo per fidelizzare il cliente e per farlo sentire al sicuro".

Immaginiamo che la velocità sia un fattore deter-minante del vostro settore."I tempi dell'editoria e - di conseguenza - i nostri, sonomolto ristretti. Tuttavia, siamo ormai rodati per qualsiasitipo di evenienza. Abbiamo uno staff costituito da 14dipendenti, che io e mio fratello riusciamo a gestire

Fabrizio Ravasio: "Il nostro impianto fotovoltaico - in funzione dal 15 dicembre -

sarà il più efficiente del comune. Abbiamo rifatto

il tetto dell'azienda per poteradagiare su di esso dei pannelli

completamente integrati"

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senza nessun problema. Grazie a loro e a una program-mazione lungimirante, siamo riusciti a portare avantigrandi quantità di lavoro anche quando la stretta dellacrisi economica si è fatta maggiormente sentire".

La negativa condizione congiunturale vi ha crea-to dei problemi?"Fortunatamente no. Come detto, abbiamo la capacità ele competenze per svolgere diversi tipi di lavorazione.Così, quando una è in calo, riusciamo a compensare conl'altra. Facendo una rapida stima delle tipologie di pro-dotto che trattiamo, i due terzi sono costituiti da catalo-ghi e un terzo da periodici mensili. In ogni caso - citengo a ribadirlo -, riusciamo a confezionare qualsiasitipologia di commessa, purché sia in grandi quantità".

Cos'è cambiato rispetto alla tradizionale legato-ria di vostro padre?"In pratica tutto. Nel 1999 abbiamo acquistato il nuovocapannone, diviso su due piani, con tutti gli impianti a norma626, dotato di montacarichi interno e interamente condiziona-

to. Al primo piano curiamo il punto metallico, che è il mio set-tore di specializzazione. Al secondo, invece, teniamo la bros-sura di marca wohlenberg, seguita direttamente da mio fra-tello Fabrizio. Poi, tra il 2006 e il 2007, siamo stati i primi inItalia a possedere due macchine d'ultima generazione prodot-te dalla Muller Martini. Senza di loro avremmo dovuto rinun-ciare a un'enorme quantità di lavoro. Senza quei due macchi-nari avremmo perso addirittura il 50% dei clienti degli ultimidue anni e non scherziamo".

Inoltre, siete anche diventati una vera e propriaazienda ecologica."Con il nostro impianto solare, che è tra i migliori dellaBergamasca, riusciamo a risparmiare 36 barili di petro-lio all'anno, pari a 25.920 kWh/anno. Questo è un datomolto importante sia in termini d'inquinamento, sia intermini d'immagine. Effettivamente, se consideriamoanche il fatto che ricicliamo grandi quantità di carta dacirca 15 anni, possiamo definirci una vera e propriaazienda ecologica. L'obiettivo, in questo senso, èdiventare il fiore all'occhiello del comune di Ambivere".

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Massimo Ravasio:"Facciamo legatoria

a 360 gradi. Non solo brochure, ma anche

punti metallici e rilegature di riviste Inoltre, ci occupiamo

(grazie a partner del set-tore) della spedizione

e della stampa di qualsiasi prodotto"

Avete già avuto dei riconoscimenti da parte delleistituzioni?"Il nostro comune - continua Fabrizio - è tristemente notoper l'inquinamento. La strada che abbiamo intrapreso ciha portato il plauso del sindaco, che ha garantito il per-messo incondizionato per procedere con i lavori. Il nostroimpianto entrerà in funzione il 15 dicembre e sarà il piùgrande del comune. Gli altri, infatti, arrivano massimo a30-35 kWp. Inoltre, abbiamo rifatto il tetto per adagiaresu di esso dei pannelli completamente integrati. È statoun progetto molto lungo, ma che ci ha dato grandi soddi-sfazioni e che ha visto protagonista l'Elettrica Service,azienda di Cisano Bergamasco, nell'installazione deipannelli. Oltre a Stefano Valsecchi, mi sentodi ringraziare pure lo studio tecnico del geo-metra Loris Locatelli, che è riuscito a trovare ilmodo migliore per far rendere al massimo l'im-pianto, nonostante gli spazi fossero ristretti".

Siete autosufficienti da un punto di vistaenergetico?"Purtroppo no. Per raggiungere quel traguar-do avremmo dovuto installare un impianto da80-90 kWp, ma la superficie era, ed è, troppolimitata. Riusciamo a procurarci circa il 70%dell'energia di cui abbiamo bisogno. Ècomunque un risultato molto positivo, ancheconsiderando che, per ottenere i famosiincentivi statali, bisogna garantire deglistandard di qualità molto alti, che non tuttele aziende riescono a fornire. In questo

senso, ci riteniamo un'impresa che ha investito moltoanche nella sicurezza".

Concludendo, avete in mente altri investimentiimportanti?"Per il momento - chiosa Massimo - vogliamo fermar-ci e lavorare in serenità. Stiamo raccogliendo i fruttidi anni di sacrificio e, al contempo, stiamo dandomolto lavoro anche a ditte esterne che ci aiutano conalcune commesse. Io e mio fratello - come sapete -abbiamo intrapreso il cammino dell'eco-sostenibilità.Quindi, se proprio vorremo porci un obiettivo, sarà didiventare energeticamente autonomi".

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ECONOMIA&BUSINESS

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DA SINISTRA Matteo Manzoni, Donatella e Roberto Paolicchi

Fisar e Chiesa, un'integrazione per il territorio

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

Non si può parlare di semplice "fusione a freddo".L'unione d'intenti tra la storica azienda berga-masca Chiesa e la poliedrica impresa milaneseFisar ha il sapore della collaborazione umana,

del sostegno vicendevole e della continuità commerciale."La nostra - afferma il presidente della Fisar RobertoPaolicchi -, è stata un'operazione di acquisizione.Tuttavia, i fini commerciali non sono stati l'unico moventeche ci ha mosso. Abbiamo una filosofia imprenditoriale

che guarda al cuore e non ai numeri, che punta sulla qua-lità prima della quantità". Un'affermazione che, da sola,basterebbe a spiegare i motivi reali che hanno spinto ilmanagement del marchio di Milano in una nuova avven-tura su un territorio quasi sconosciuto. Un territorio, quel-lo bergamasco, che ha visto una delle sue più storicheaziende - la Chiesa, appunto - cavalcare, in oltre ottan-t'anni di storia, non solo l'esplosione dell'economia realelocale, ma anche le difficoltà di una negativa condizione

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congiunturale. Oggi, però, la musica è completamentecambiata. Grazie proprio al presidente Roberto Paolicchi- assieme alla sorella Donatella e a i rispettivi figli Dinoe Alessandro -, coadiuvati da Matteo Manzoni (diret-tore di Chiesa Srl) - l'azienda bergamasca punta a rinver-dire i fasti di un tempo. Ciò che è avvenuto, infatti, non èstato un assorbimento da parte della concorrenza, ma unvero e proprio matrimonio tra aziendepartner e appartenenti allo stesso gruppod'imprese, vale a dire la Idroteam.

In che modo la negativa condizionecongiunturale ha influito sulle vostrescelte?"Il nostro intervento è stato motivato dallavolontà di salvare un'impresa che si integraperfettamente con il nostro pensiero azien-dale. La Chiesa rappresenta la naturale pro-secuzione dei settori merceologici Fisar. Noisiamo specializzati nel campo delle centralitermiche e recentemente abbiamo investitoanche nell'arredo bagno, nell'arredo casa enelle energie rinnovabili. L'azienda berga-masca, invece, ha una storia rivolta agli arti-giani del legno e alla ferramenta. Ciò che,concretamente, ci ha sempre uniti, è stata lavolontà di rivolgersi al settore dell'economiareale, ovvero ai medio e piccoli installatoriche costituiscono il vero tessuto economicodelle rispettive province".

I dipendenti della "Chiesa" come hannoaccolto questa operazione?"La premessa - continua Donatella Paolicchi - èche non puntiamo ai grandi numeri. Come dice-va mio fratello Roberto, uno dei nostri knowhow principali è sicuramente la trasparenza. Lanostra azienda, con questa acquisizione, ècomposta da circa 300 persone. Questo vuoldire che sarebbe impensabile guidare la nave

da soli, dobbiamo fare in modo che i nostri dipendenti credano innoi esattamente come noi crediamo in loro. Ci deve essere lamassima collaborazione e rispetto da ambo le parti. Da questopunto di vista, siamo rimasti molto colpiti dall'accoglienza che cihanno riservato. Sono sicura che, grazie a loro, potremo raggiun-gere il nostro obiettivo, vale a dire quello di diventare non la piùgrande azienda della Lombardia, ma la migliore".

L'azienda milanese ha acquisito lo storico gruppo bergamasco L'obiettivo è farlo tornare ai fasti di un tempo, con la serietà e la competenza che l'hanno caratterizzato in oltre ottant'anni di vita imprenditoriale

NUOVE REALTA'

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Donatella e Dino Paolicchi

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Fisar e Chiesa si conoscevano già. Avete aggiuntoqualcosa al servizio già ottimale che entrambe leaziende hanno sempre fornito."Nella sede di Milano - interviene Dino Paolicchi - abbia-mo da poco ampliato la gamma dei prodotti offerti. Lanuova direttiva è, infatti, quella di garantire al cliente lapossibilità di ristrutturare casa nella sua interezza e com-plessità. La nostra ambizione è proprio quella di "coccola-re" il cliente, attraverso l'assistenza di venditori e arreda-tori altamente qualificati, che rendano gli spazi abitativiun armonioso insieme - specchio della personalità diognuno - dove assaporare la magia del tempo".

Il marchio Chiesa resterà tale o - con l'acquisizione- avremo una filiale Fisar ancheper Bergamo?"Non abbiamo nessuna intenzione -continua Roberto Paolicchi - di farealcuna modifica né al nome, né allamentalità dei dipendenti. Riteniamoche il marchio Chiesa sia sinonimod'eccellenza e assistenza professiona-le tanto quanto quello Fisar. Per questopensiamo che sia importante confer-mare una continuità sul territorio. Atale proposito, tutti i dipendentiChiesa saranno messi sulla stessopiano di quelli Fisar, l'obiettivo è l'inte-

grazione e non la creazione di due ditte in cui una sovrastal'altra. Lo scambio dovrà essere costruttivo e reciproco, non inun sola direzione".

Concludendo, quali sono le prospettive future?"Siamo di fronte a un gruppo integrato che, all'inizio, fatture-rà tra i 105 e i 110 milioni di euro. A difenderci le spalle, inol-tre, c'è la Idroteam, che ci consente un maggiore potere d'ac-quisto. L'obiettivo primario non è solo quello di riportare laChiesa agli antichi splendori, ma anche riuscire a coprire learee territoriali che restano "vuote". Anche se in parte cisiamo già riusciti con la Fisar, vogliamo costruire un'aziendacapace di resistere agli scossoni economici grazie alla serie-tà del management e alla passione dei suoi dipendenti".

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Roberto Paolicchi, presidente dellaFisar: "La nostra operazione è stata dettata dal cuore, non solo da scopicommerciali"

DA SINISTRAMatteo Manzoni direttore di Chiesa SrlE Roberto Paolicchi presidente del gruppo Fisar

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RUBRICHE

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ARTICOLO DI GIORGIO CHIESANasce "Primomodo",un nuovo mondo per l'infanzia

A Bergamo arriva il primo centro italiano perla famiglia: assistenza pre e post parto fornitada specialiste ostetriche e psicologhe e corsid'inglese per bambini dai 3 mesi ai 14 anni

SPAZI NUOVI

Essere genitori, per quanto meravi-glioso, rappresenta una delle fasi ditransizione principali della giostradella vita. Diventare madre e padre

è un'esperienza che porta con sé il passag-gio da un equilibrio ad un altro, un delicatocambiamento che deve essere gestito conla massima stabilità. Per questo è bene affi-darsi a partner d'eccellenza che riescono adaiutare la coppia nell'affrontare quella chegli specialisti chiamano "crisi di transazio-ne". Per riuscire a dare tutte le risposte eper proporre le opportunità di cui le famigliehanno bisogno, a Bergamo (in viale GiulioCesare 29, telefono 035 077 0106) è nato"Primomodo", il primo centro polifunziona-le "su misura" per le giovani coppie.Dall'esperienza di Ron Benvenisti e Tal

Tal Gendler eRon Benvenisti

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Gendler - i due fondatori della struttura - e grazie al suppor-to economico di un gruppo d'investitori fortemente motivatidal progetto, la nostra città diventa pioniera di un'idea nuovae decisamente azzeccata: assistere le coppie - e i bambini -nelle delicate fasi pre e post parto. "Quando abbiamo saputoche saremmo diventati genitori - afferma Benvenisti - miamoglie Tal ed io abbiamo cercato un luogo che ci potesseessere di supporto in questa fase della vita, magari conincontri di preparazione verso quello che ci apprestavamoad affrontare e, successivamente alla nascita, luoghi incui si facessero anche delle attività ludiche e didatticheper nostro figlio. Cercavamo attività che potessero stimo-larlo anche al di fuori delle mura domestiche, in un conte-sto specializzato e a misura di bambino. Ci siamo però resiconto che era difficile trovare qualcosa che rispondessealle nostre esigenze. Venendo da Israele, un paese cheoffre molto sotto questo punto di vista, abbiamo pensatodi proporre anche qui a Bergamo un centro specializzato adisposizione di genitori e bambini, un centro che rappre-sentasse anche un punto di riferimento per la famiglianon solo durante il periodo della gravidanza, ma anchenelle delicate fasi dopo la nascita, nelle quali sia il bambi-no che i genitori vivono esperienze di vita molto particolari".

Ha parlato di assistenza alle coppie. Però, di fatto, èla figura materna quella che subisce i più grandicambiamenti."Sicuramente è la donna che necessita di maggior assistenzae incoraggiamento, anche perché è il suo corpo a subire tra-

sformazioni. Tuttavia, il supporto che forniamo, grazie alnostro staff di ostetriche specializzate anche in psicologia,non è semplicemente limitato alla figura materna. Il compa-gno, infatti, gioca un ruolo fondamentale sia nelle fasi preparto, sia durante il parto e nella quotidianità dopo la nasci-ta. Il compagno, per quanto coinvolto emotivamente, non vivein prima persona l'emozionante esperienza della gravidanza.Per questo motivo il nostro corso ha l'obiettivo di renderlo ilpiù partecipe possibile, conferendogli un ruolo attivo e con-sapevole e offrendogli la possibilità di condividere in mododiretto e attivo questo momento con la propria compagna".

Com'è strutturato il vostro programma di supporto?"Il nostro intento è quello di informare, sostenere e prepararele coppie che si apprestano a vivere questo momento di trans-izione, ed è con questo scopo che offriamo un vero e propriopercorso di "accompagnamento alla nascita". Intorno al quin-to mese di gestazione vengono proposti cinque incontri per lefuture mamme nei quali sarà possibile condividere in gruppoquesta esperienza e capirne le modificazioni che comporta.Seguiranno sette incontri di preparazione al parto per la cop-pia, per prepararsi insieme a vivere l'avventura del parto atti-vamente. Successivamente alla nascita, sarà possibile incon-trarsi con l'ostetrica ed altre neo mamme per confrontarsi esentirsi sostenute in questo primo momento di grande cam-biamento. Questo percorso termina con cinque incontri dedi-cati al massaggio del bambino. Vengono inoltre tenuti i corsidi ginnastica pre e post parto, al fine di aiutare la donna a pre-parare al meglio il proprio corpo ad affrontare il parto, lavo-

Ron Benvenisti, fondatore

di "Primomodo": "Dopo la nascita

di nostro figlio, mia moglie Tal ed io ci siamo accorti che

a Bergamo esistevanopoche strutture dedi-cate ai bambini sotto

i tre anni. Ecco perchéci siamo lanciati

in quest'avventura"

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rando con esercizi mirati specificatamente sulle zone chesaranno direttamente coinvolte, cercando di rafforzarle erenderle flessibili. Viene così favorito un parto meno dolo-roso, per poi riportare, con la ginnastica post parto, il corpoe la sua muscolatura alla condizione d'origine. E' importan-te ricordare che un corpo debitamente preparato torna piùvelocemente alle sue condizioni di "normalità" rispetto adun corpo non preparato, quindi è consigliabile prepararsi almeglio prima, piuttosto che accanirsi sul recupero dopo".

Il vostro programma finisce con la nascita del bam-bino?"Dopo il parto tutti pensano che il più sia fatto. Invece, è pro-prio in quel momento che inizia il bello. Esistono tantissimiproblemi che possono nascere nelle dinamiche di coppia. Laprima fase post parto, infatti, può rivelarsi un vero e propriocalvario. Per permettere alla coppia di capirsi e incoraggiarsivicendevolmente, forniamo l'assistenza di professionistiche sanno comprendere questo meraviglioso trauma siada un punto di vista fisico sia psicologico. Ci affidiamo ai

professionisti del centro di consulenza "Shinui", un'asso-ciazione di mediazione familiare leader a livello nazionale".

Per quanto riguarda i bambini, invece, quali attivitàdidattiche proponete?"Il nostro centro offre numerose attività per i bambini.Partiamo da quelle che si svolgono in un incontro unico, comela lettura animata di fiabe, fino ad arrivare a corsi decisa-mente più formativi strutturati in più incontri, come le attivitàmotorie e la propedeutica musicale. E' stato proprio seguen-do questo principio che abbiamo pensato al corso d'ingleseper bambini. A questo proposito, siamo associati alla "HelenDoron", che propone un metodo di apprendimento della linguainnovativo e riconosciuto a livello internazionale. E' una con-cezione di scuola unica nel suo genere, che poggia le sue basisulla straordinaria capacità che hanno i bambini di imparareuna nuova lingua con naturalezza, facendo propria una linguastraniera nello stesso modo in cui apprendono la linguamadre. "Primomodo" presenta un'ampia sala per giocare esvagarsi. Gli ambienti son studiati in modo da essere limitro-

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fi ad un bar per l'accoglienza dei genitorie ad un piccolo negozio per l'acquisto digiocattoli, così che mamma e papà pos-sano tenere sott'occhio quello che il lorofiglio sta facendo con gli altri bambini".

In cosa consiste il metodo di que-sta scuola?"Per i piccoli, che imparano la linguamadre dai genitori e dall'ambiente cheli circonda, non esistono una linguafacile e difficile. Per questo la "HelenDoron" propone corsi d'inglese per bam-bini dai tre mesi ai 14 anni. In questoperiodo, infatti, la velocità d'apprendi-mento dei nostri figli è al massimo livel-lo, gli studi dimostrano che già a seianni il cervello è sviluppato al 90%. Daqui deriva la necessità di un "metodomadrelingua" che, oltre all'incontro settimanale nel nostrocentro, preveda un programma di ascolti ripetuti a casa perfavorire l'assorbimento dei suoni e delle melodie dell'inglese".

Tre mesi non sono troppo pochi per imparare unalingua?"I bambini che nascono in famiglie in cui un genitore parlaitaliano e l'altro inglese sono favoriti rispetto agli altri.Gli specialisti, infatti, consigliano agli stessi genitori di

parlare quotidianamente entrambe le lingue, così che iloro figli si abituino - fin dalla tenera età - a sentire isuoni e ad associare allo stesso oggetto due nomi diver-si. E' questa la stessa concezione d'apprendimento della"Helen Doron", quella di una scuola mai invasiva che cali-bra i suoi corsi a seconda delle diverse età ed esigenze".

Questo nuovo centro è senza dubbio rivoluzionario.Siete sicuri che i bergamaschi siano pronti per una

struttura simile?"E' stato sentendo i pareri dei nostri amici checi siamo convinti a fare il grande passo. ABergamo, infatti, mancano strutture di questotipo. Il nostro obiettivo è quello di aprire altricentri simili in Lombardia. Molto semplice-mente, vorremmo essere un piccolo aiutoalle giovani coppie che decidono di avere deifigli, perché la cultura della famiglia - cometutti sappiamo - nasce in primis dall'amorereciproco dei genitori, un sentimento chedeve essere coltivato e protetto anche gra-zie al confronto e all'impegno quotidiano".

"Siamo associati alla "Helen Doron", una scuolache propone un metodo d'apprendimento della linguainglese riconosciuto a livellointernazionale e dai metodi totalmente nuovi in Italia"

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RUBRICHE

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"Il Sole Forever",nuova luce per la ricerca

SOLIDARIETA’

Dalla volontà dell'imprenditrice Cinzia Corti, a Milano è nata una Onlus dedicata alla lotta contro la mielofibrosi, malattia del sangue che colpisce il midollo osseo

Promozione e sostegno della ricerca scientifica, sensi-bilizzazione e diffusione della conoscenza, raccolta difondi e di donatori. Queste semplici parole sono statespesso utilizzate in modo improprio, in certe circo-

stanze - addirittura - molti ne hanno abusato. Dal mese scor-so, però, Bergamo può vantare un nuovo primato per quantoriguarda la trasparenza e le finalità benefiche. Stiamo parlan-do della Onlus "Il Sole Forever" (www.ilsoleforever.com),nata il mese scorso dalla passione diCinzia Corti - imprenditrice nel settoreecologico - e diventata, in poco tempo, unadelle più "splendenti" realtà solidali lom-barde. L'associazione, infatti, è figlia dellenumerose richieste e sollecitazioni da partedi malati, famiglie, medici e ricercatori,coinvolti e impegnati nella lotta alla mielo-fibrosi. Una malattia, quest'ultima, che col-pisce il midollo osseo e che si caratterizzacon un'aumentata proliferazione delle cel-lule all'interno del midollo stesso e in orga-ni esterni colonizzati. Di grave, inoltre, c'è

che la milza e gli altri organi ingranditi possono distruggeremolte delle cellule mature prodotte, portando la fibrosi ad unariduzione generalizzata della produzione midollare. Da qui nederivano emorragie, anemia e conseguente necessità di tra-sfusioni. Una malattia terribile, quindi, che ha colpito proprioun familiare molto caro all'imprenditrice lombarda, spingen-dola a rivolgersi al luminare Tiziano Barbui, DirettoreScientifico della Fondazione di Ricerca degli Ospedali Riuniti

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

Da destra, Tiziano Barbui, Cinzia Corti, Marco Predoline il marito dell’imprenditrice

Pierpaolo Piastra

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Cinzia Corti

di Bergamo. Dalla loro collaborazione, dunque, ènata l'idea di creare questo speciale progetto bene-fico, un modo per stare vicino non solo ai malati,ma anche ai ricercatori che da anni cercano di tro-vare una possibile cura. Coinvolto da questo entu-siasmo, inoltre, si è reso disponibile a collaborareanche Alessandro Ramboldi, direttore della divi-sione di ematologia degli Ospedali Riuniti diBergamo. Assieme a loro, il 26 ottobre scorso, l'as-sociazione Onlus "Il Sole Forever" è stata ufficial-mente presentata con una conferenza stampa all'in-terno dell'Hotel Principe di Savoia di Milano, soste-nuta per l'occasione, anche da Dea D'Aprile -direttore responsabile di "Vivisalute Magazine" -,Julie Oswald - presidente onorario internazionaledell'Università della Cultura Giovanni Paolo II - edal testimonial d'eccezione Marco Predolin,padrino proprio della neo nata associazione.L'imprenditrice lecchese, infatti, ha potuto contaresu molti amici che l'hanno accompagnata in questoviaggio benefico, personalità che già la conosceva-no dai tempi in cui - per conto della Caritas diMilano - ha vissuto un periodo in Kenya per fornireaiuti umanitari, oppure quando - sempre mossadalla solidarietà - ha svolto compiti di coordina-mento per l'associazione UNITALSI.

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"Tutto quello che abbiamo preparato per la stagioneinvernale, parte da una svolta importante. Sto par-lando della ritrovata sinergia tra il mio comune,Carona e Valleve. Con queste parole, il sindaco

di Foppolo Giuseppe Berera prepara il campo alla potenziataofferta del comprensorio orobico Brembo Ski, una struttura che,sempre più, vuole essere all'avanguardia in termini d'intratteni-mento turistico e che vanta, proprio nei tre comuni della ValleBrembana, i suoi maggiori azionisti. "Abbiamo deciso- continua Berera - di farci concorrenza sul servizio,non più sulle infrastrutture. Questo ci ha fatto guada-gnare molto in credibilità e, al contempo, ci ha con-sentito di fare alcuni importanti investimenti".

NUMERI - Il turismo, infatti, è un settore molto com-plesso che - per quanto riguarda le Alpi Orobie - hasempre vissuto d'inspiegabili spaccature tra ValleBrembana e Seriana, a loro volta segmentate incomuni concorrenti. Ciò di cui, invece, si avrebbe dav-vero necessità, sono investimenti seri, come quelliche Brembo Ski ha scelto d'affrontare nell'ultimoanno. "Fino ad oggi - aggiunge il sindaco - sono oltre8 i milioni di euro che i comuni di Foppolo, Carona eValleve hanno investito per il rilancio dell'intero com-prensorio sciistico. Altri 25 milioni di euro verrannospesi nei prossimi tre anni per il definitivo rilanciodella ski area. In totale parliamo di 33 milioni. E' la

cifra più alta che una società impianti abbia mai speso nellabergamasca e uno dei più importanti investimenti degli ultimianni nell'intero arco alpino".

SERVIZIO - Grazie, infatti, alla realizzazione dei nuovi impian-ti e al radicale maquillage delle piste esistenti - con la definizio-ne di nuovi tracciati -, il comprensorio è ora in grado di soddisfa-re le esigenze di ogni tipo di sciatore. Le piste sono molto varie-

RUBRICHE

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ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

Foppolo, Carona e San Simone,al via la stagione dei sogni

SCI&INVESTIMENTI

Il comprensorio sciistico Brembo Ski - che raggruppa i tre comuni della Valle Brembana - si è rifatto il look. Il presidente di Brembo SkiGiuseppe Berera: "Abbiamo già investito 8 milioni. Nei prossimi tre anni ci saranno spese per altri 25"

Pista Montebello

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gate, si va da quelle facili e di media difficoltà fino ad arrivarealle piste nere dedicate agli amanti delle forti emozioni. Un caro-sello, quindi, adatto a tutti: famiglie e bambini, giovani e adulti.

INFRASTRUTTURE - Per fare qualche esempio, i lavori diFoppolo non si sono mai fermati per tutta l'estate. La nuovapista Cappelletta, che parte dal Monte Valgussera a quota2.200 metri, è stato uno degli interventi più significativi. "Glisciatori potranno godere di un tracciatocompletamente nuovo, della lunghezza di1.400 metri con una larghezza media dioltre 70 e un dislivello di 410. Questa strut-tura segnerà la svolta per l'intera località e,inoltre, sarà capace di adattarsi a garenazionali e internazionali".

PROGETTI CONCLUSI - Questi lavori sonoandati a completare quelli iniziati lo scorsoanno, che hanno riguardato la realizzazione diuna nuova seggiovia quadriposto, quella cheporta al Valgussera (località Foppolo) dallaconca di Carisole (località Carona). Sempre aFoppolo, sono anche stati ultimati i lavori dialcuni nuovi tracciati, come il classicoMontebello, la pista Due e l'attacco dellavariante Tre. "Il 19 novembre scorso, perquanto riguarda i vicini di San Simone, i tec-

nici della società impianti Brembo Ski hanno completato laposa dei piloni per la nuova seggiovia biposto Camoscio.Un'infrastruttura importante che, dalla Baita del Camoscio, arri-verà ai piedi del Monte Cavallo a quota 1.970 metri".

LA RINASCITA - Questo intervento è l'ulteriore segno dellalungimiranza del comprensorio sciistico Brembo Ski e, nellospecifico, della ritrovata unione fra i tre comuni della Valle

Brembana. Oltre al nuovo impianto,costato circa due milioni di euro, losciatore troverà altre importanti novi-tà. Ad esempio, è già in cantiere unacabinovia a 8 posti, la prima inprovincia di Bergamo, che in solisei minuti collegherà Foppolo aMontebello e sarà in grado di traspor-tare fino a 2.800 persone all'ora. Uninvestimento da circa nove milioni emezzo di euro, che permetterà aFoppolo di rientrare nel circuito dellegrandi stazioni invernali, riportandoil comprensorio ai fasti di un tempo.

Veduta di Foppolodalle piste

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Il nuovo Ski Passdi Bremboski

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RUBRICHE

PHOTO: GIORGIO CHIESALario Bergauto e Rentand Go, una stagione"in discesa libera"

Alla presenza della campionessa di sci LaraMagoni, la concessionaria ufficiale BMWper Bergamo, Lecco e province ha presentatouna nuova e inedita partnership

SLALOM&MOTORI

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Un'insolita unione dai sapori inver-nali. Se martedì 17 novembrescorso, passando davanti allaconcessionaria BMW Lario

Bergauto di Lecco, qualcuno si fossechiesto cosa stesse succedendo all'internodello show-room, la risposta era da trova-re tra lo scenario montano e le aree espo-sitive appositamente allestiti per la ker-messe. Ancora una volta, i responsabilidell'area marketing del gruppo bergama-sco hanno stretto una speciale e ineditapartnership. Il tema dell'appuntamento,infatti, è stata la collaborazione tra BMWe Rent and Go, leader nazionale nell'af-fitto di articoli sportivi invernali, presen-te in tutta Italia con oltre sessanta nego-zi. A presentare la serata - in cui uno dei

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fortunati ospiti ha potuto vincere un casco BMW - èstato Kurt Ladstatter, l'ex slalomista azzurro oraimprenditore e amministratore delegato proprio dellaRent and Go. "Abbiamo rivoluzionato il concetto dinoleggio che, ora, non è più solo per i principianti, maanche per i veri intenditori delle piste. Adesso, graziealla nostra offerta, i maestri di sci possono valutare laconvenienza di una fornitura stagionale perfettamenterevisionata. Siamo davvero contenti di essere tra ipartner BMW per la stagione sciistica che è alle porte.Grazie alla casa tedesca e a questo speciale evento,siamo già in grado di mostrarvi alcuni dei nostri pro-dotti di altissima qualità". I partecipanti, infatti, hannoda subito potuto visionare l'attrezzatura non soloosservando i numerosi stand allestiti nella concessio-naria, ma anche grazie ad altre presentazioni illustri.Stiamo parlando degli sci Rossignol - mostrati daRoberto Leone -, degli snowboard Head - raccontatida Fabio Locatelli - e quelli prodotti dalla Lizzard,illustrati da Ivano Corvi. A farla da padrone ancheuna splendida BMW X1, accompagnata dalle altre bel-lissime xDrive parcheggiate all'interno dello sho-wroom. Il ruolo di testimonial della serata, invece, ètoccato ad una ospite illustre, medaglia d'argento aimondiali del Sestriere e ora presidente della commis-sione nazionale atleti del Coni. Stiamo parlando diLara Magoni, la campionessa da sempre in primalinea nella battaglia contro il doping. "Essere davantia questo pubblico fantastico - ha spiegato la berga-masca nata a Selvino - è davvero un onore. BMW eRent & Go sono due grandi aziende che, con le lorosponsorizzazioni e la loro passione, fanno tanto benealla disciplina che amo e a cui ho dedicato la mia vita.Queste due realtà rappresentano ciò che di buonoriesce a fare lo sport, valori importanti che non dob-biamo rovinare noi atleti. A cosa mi riferisco?Naturalmente al doping, una piaga che in Italia deve

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essere combattuta con severità e controlli più rigidi". Allapresenza, poi, di Mariangela Del Vecchio - responsabilemarketing di BMW Italia - la campionessa ha mostrato ai for-tunati presenti la medaglia d'argento del Sestriere, a dimo-strazione di quanto una vittoria pulita riesca a segnarti la vitadopo una carriera costellata da infortuni.

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PHOTO: GIORGIO CHIESA

Fiammanti, ruggenti e straordinaria-mente simpatiche. Il raduno dellemitiche Fiat 500 d'epoca ha anima-to, domenica 15 novembre scorso,

la festa di San Martino, il patrono diTorre Boldone. Lo storico ritrovo è statoorganizzato dall'inedita partnership tra lagioielleria "Lo Smeraldo" e il "GruppoBresciani Auto". La concessionaria uffi-ciale Fiat e Abarth per Bergamo e provin-cia - rappresentata dall'amministratoredelegato Gianfranco Testa, tra gli ospitidell'evento -, non solo ha sponsorizzato leoltre cinquanta storiche vetture presenti,ma ha concesso la prestigiosa passerellaanche a due "moderne" ed ugualmentesplendide 500, la Cabrio e la "cattiva"Abarth. Dunque, dopo aver rotto il ghiac-

Passerella in 500,Torre Boldone in festa

La gioielleria "Lo Smeraldo" e il "GruppoBresciani Auto" hanno organizzato unospettacolare raduno Fiat "old style" inonore del patrono San Martino

MOTORI&EVENTI

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cio, la kermesse ha tagliato i nastri di partenza nelprimo pomeriggio con il carosello di auto (circa 50), perconcludersi con le immancabili premiazioni. A riceverele onorificenze, infatti, non sono stati i guidatori piùspericolati o quelli tecnicamente più abili. Al contrario,sul podio simbolico allestito tra le vie del centro, sonosaliti tutti i proprietari che, grazie alla loro disponibili-tà, hanno permesso che lo storico raduno divenisserealtà. Stiamo parlando dei possessori dei bolidi dellacasa torinese, vale a dire alcuni commercianti di TorreBoldone e, per la precisione (come ci tengono a sottoli-neare), quelli di via Carducci e via Bugattone capitanatida Pietro Musci. Il concorso - sicuramente non com-petitivo -, ha visto fronteggiarsi alcune categorie di vet-ture molto particolari. A questo proposito, il sindacoClaudio Sessa (assistito dall'assessore per il commer-cio e la cultura Vanessa Bonaiti) ha avuto l'onore dipremiare la 500 più simpatica, quella più colorata, laserigrafia più originale e, non ultimo, l'equipaggio cheha percorso più chilometri. Al raduno, incredibilmente,non sono accorsi solo gli imprenditori locali, ma anchemolti appassionati provenienti da diverse aree del NordItalia. Alcune Fiat 500, infatti, hanno percorso circa 200chilometri per fare compagnia alle loro "amiche di scu-deria". Stiamo parlando di vetture giunte dal Veneto edal Piemonte, solo per fare due esempi. Proprio parlan-

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do di scuderia, l'evento di domenica è stato anche l'occasioneper un altro raduno, più modesto in termini numerici ma noncerto di prestigio. Una decina di Ferrari d'epoca, infatti, non hamancato di "rifare gli occhi" alle numerose persone presenti,che da un lato hanno potuto ammirare le storiche di casa Fiate dall'altro il marchio velocistico italiano per eccellenza.Anche per loro, un simpatico concorso ha messo in palio alcu-ni premi, rispettivamente per la vettura con lo scarico piùrumoroso e l'equipaggio più giovane. Come corollario alla spe-ciale kermesse, il primo cittadino ha ricevuto una targa perso-nalizzata per l'impegno profuso nel permettere alle storiche500 di dar sfoggio della loro classe nel centro del paese.Infine, quando sono arrivate le prime luci della sera, il caro-sello (tanto per rimanere in tema anni '50) delle 500 si è spo-stato nella splendida cornice di città Alta, dove le vetture sisono concesse l'ultima trionfale passerella della giornata.

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In una prestigiosa location come il Casinò di San Pellegrino abbiamo provato la nuova Gran Turismo. Un servizio

monotematico che Bergamo Economia ha voluto dedicare alle lineeinnovative di questo gioiello BMW un po' SUV e coupé,

ma con lo spazio da vera station wagon

Serie 5 GT, la nuovaBelle Époque dello stile

In una prestigiosa location come il Casinò diSan Pellegrino, coccolati dall'incantevolestile liberty della cittadina brembana fulcrodella Belle Époque nel secolo scorso,

abbiamo avuto modo di provare a fondo lanuova BMW Serie 5 GT, complice la disponibi-lità della concessionaria Lario Bergauto. Sitratta di una crossover del tutto particolare,destinata, ad inaugurare l'ennesima nicchia dimercato, come già fece la X6 qualche tempo fa.Nel Dna mutante di questa vettura troviamo unmix tra numerosi segmenti di vetture: berlina dilusso, coupè, SUV e station wagon. Un connu-bio davvero accattivante, che abbiamo volutopresentare in tutto il suo splendore in un servi-

zio "monotematico" speciale a dispetto deinostri canoni abituali. A dicembre, quindi,Bergamo Economia non proporrà i canonici dueservizi fotografici dedicati al mondo della auto.Bensì un unico grande speciale per la nuova GTdella casa Bavarese. E per farlo andremo adanalizzare al meglio tutte le caratteristiche diquesto gioiello, considerando che la nostraprova ha avuto sottomano la versione 535iautomatica a otto marce (in arrivo anche sullaSerie 7), che sceglie sempre il rapporto idealeper qualsiasi condizione di guida. Anche la piùsportiva, perché basta spostare la leva versosinistra e la D di Drive si trasforma in DS diDrive Sport sul cruscotto multifunzione. E,

Motore:abbiamo provato

la 535i, che monta il sei cilindri tremila

a iniezione diretta di benzina con turbo

a doppio stadio Twin Power Turbo

e Valvetronic per 306cv e 400Nm

tra 1200 e 5000 giri

LA PROVA SPECIALE

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: LAURA PIETRA

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in quel caso, la strada si trasforma in pista.

MIX DESIGN - Vedendola da vicino, il colpod'occhio porta alla mente una BMW X6 schiac-ciata a terra. Quando la si tocca con mano,invece, il tutto diventa decisamente più armo-nioso. Inoltre, rispetta a pieno la vocazione di"gran turismo" insita nel suo nome: l'ampioabitacolo, il passo lungo, l'indiscutibile capaci-tà motoristica e tecnologica BMW rendonopiacevoli ed appaganti i viaggi condotti conquesta particolare vettura. La base - detta ingergo tecnico, pianale - deriva dalla nuovaBMW Serie 7, capace di ospitare su di sé uninsieme di realtà stilistiche differenti. La lineaspiovente del padiglione ricorda infatti unacoupè, al pari delle quattro portiere prive dicornice. La linea di cintura alta non comportauna vetratura laterale ridotta, anzi: il tetto inso-litamente alto, per buona parte in cristallo,garantisce un abitacolo molto spazioso e lumi-noso come in un SUV. Il bagagliaio è moltoampio in stile station wagon, grazie alla lineamassiccia del posteriore, con un terzo volumeappena abbozzato. Di contro, la visibilità poste-

riore è leggermente ridotta, mancanza peròsopperita dalla telecamera per le manovre. Ilportellone è inoltre apribile in due sezioni: par-ziale, ricalcando il baule della classica berlina,o con tanto di vetro, in stile station wagon.

INTERNI - Molto bello l'abitacolo, con un gra-dito ritorno: la plancia orientata verso il guida-tore, segno distintivo BMW per anni e ultima-mente accantonato. L'impostazione minimali-sta dell'abitacolo delle ultime Bmw ha raggiun-to ormai il giusto compromesso tra pulizia distile e numero di pulsanti, ormai pratico efunzionale. E la Serie 5 GT ne è la rappre-sentazione più adatta. Da notare anche lanuova generazione del comando iDrive, chegrazie ai nuovi pulsanti intorno al pomello-ne e ai nuovi menu decisamente più facili,funziona bene ed è pratico per tutte le fun-zioni. C'è tanto spazio per le gambe anchedi chi siede dietro, che può approfittaresenza limiti dell'effetto chaise-longue deisedili posteriori, pure se chi sta davantiguida lungo. E al posto di guida è difficilestare lunghi, con la posizione di comando

Cambio:davvero impeccabile

Otto marce totali con massimo comfort

e fluidità al volanteE per la guida sporti-

va, basta spostare la leva verso sinistra

e il Drive Sport regalala giusta spinta

su strada

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Lario BergautoVia Campagnola, 50

Tel. 035 4212211 - Bergamowww.lariobergauto.bmw.it

Elettronica: efficace l'IntegralActive Steering,

ovvero le quattro ruotesterzanti che rendono

più diritte le curve e facili le manovre

anche in spazi sorpren-dentemente ristretti

un po' verticale, dominante la strada e la plancia piatta di comando che continuail suo motivo in legno sulle portiere senza nemmeno interrompersi sui montanti.

SPAZIOSA - Il suo essere mix in stile "berlina-wagon" è totale, con il bagagliaioseparato da una paratia dietro ai sedili posteriori e da una cappelliera rigida.Quando si apre soltanto il portello verticale, l'abitacolo è isolato come quello diuna berlina e il bagagliaio offre 440 litri di volume utile. I sedili posteriori sono,inoltre, regolabili nella seduta e nello schienale, sia che ci si fermi alla versionedi base con cinque posti e panchetta 2/3 1/3, sia che si opti per la versione con idue sedili posteriori separati. Quando si apre tutto il portellone la Serie 5 GranTurismo è una vera wagon, con una grande bocca in cui stivare 590 litri fino al lunot-to infilando la cappelliera sotto il piano di carico e 1700 litri se si ripiegano elettrica-mente in avanti i sedili e si abbassa la paratia tirando due leve ai lati del bagagliaio.

MOTORI - Oltre all'aspetto sportivo, la Serie 5 Gran Turismo ha sotto il cofanoben tre bei gioielli di famiglia. La 530d è spinta dal pluripremiato sei cilindri agasolio con turbina a geometria variabile da 245cv e 540Nm di coppia massimatra 1750 e 3000 giri. La 535i monta il sei cilindri tremila a iniezione diretta di ben-zina con turbo a doppio stadio Twin Power Turbo e Valvetronic per 306 cv e 400Nmtra 1200 e 5000 giri. La 550i stringe nel vano motore un V8 4.4 con iniezione diret-ta di benzina e Twin Power Turbo da 407 cavalli e 600Nm tra 1750 e 4500 giri. Unadiscreta scuderia di cavalli che consentono tempi sullo 0-100 km/h da sportive,rispettivamente 6,9, 6,3 e 5,5 secondi, alla faccia delle sue due tonnellate di peso.

SICUREZZA - La Serie 5 Gran Turismo in prova non si è fatta mancare proprio nulladelle ultime diavolerie elettronico-meccaniche pensate per la sicurezza e la dinamica diguida. L'Active Steering consente sempre di tenere le mani nella posizione regolamen-tare e di avere sempre una precisione di sterzo esemplare, grazie anche all'IntegralActive Steering, le quattro ruote sterzanti che rendono più diritte le curve e facili lemanovre anche in spazi sorprendentemente ristretti. L'Adaptive Drive tiene a bada ledue tonnellate puntellandosi sugli ammortizzatori e irrigidendo le barre antirollio etenendo la carrozzeria sempre ben parallela a terra. Con cotanto armamentario, la Serie5 Gran Turismo passa agevol-mente dal ruolo di macchinonecomodo da famiglia a sporti-va capace di dare filo da tor-cere ad alcune due posti secchi.

CONCLUSIONI - In sostanza,questa nuova sotto-nicchiacreata da BMW sembra avereun proprio perchè soprattutto sustrada, alla prova dei fatti. LaSerie 5 GT, infatti, può rappre-sentare una valida alternativaalla Serie 7, con un'accoglienzaa bordo del tutto paragonabi-le, finiture di livello non infe-riore, stesso catalogo deglioptional ma con qualchedecina di migliaia di euro inmeno. Non male per chi badaal sodo, sempre con stile.

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Nella mattinata di sabato 31 ottobre scorso è stato inaugurato,alla presenza del Sottosegratario alla Sviluppo EconomicoStefano Saglia, il cantiere di Agroenergia 2.5, il parco foto-voltaico che sorgerà a Isso dalla collaborazione di "Vipiemme

Solar" e "NRG AGRIVIS". Questo nuovo progetto sarà centrato sullarealizzazione di un impianto fotovoltaico (da 2.5 megawatt di picco edesteso su 11 ettari di terreno) a inseguimento biassiale. La costruzionedi Agroenergia 2.5, che permetterà il normale svolgimento delle attivitàagricole grazie a pannelli solari rialzati dal suolo, sarà ultimata nelprimo semestre 2010 e consentirà di fornire energia a impatto zero aoltre 1.400 famiglie di quattro comuni dell'area di Isso: Barbata, Covo,Fontanella e Antegnate. "Attualmente - ha sottolineato Stefano Saglia -, in Italia, abbiamo gli incentivi più generosi d'Europa. Stiamo lavorandoper far sì che la loro riduzione, prevista a partire dalla fine del 2010, siagraduale e sostenibile. Infatti, intendiamo mantenere l'obiettivo di3milamega watt installati". La cerimonia, cui ha partecipato anche ilsindaco di Isso Giampietro Boeri, è cominciata con un incontro mode-rato dal vicedirettore de "Il Giornale" Nicola Porro, che prima deltaglio del nastro inaugurale, ha voluto scambiare alcune opinioni conAlberto Volpi e Daniele Togni (rispettivamente amministratori dele-gati di Vipiemme Solar e NRG AGRIVIS). "Questo è un passo fondamen-tale verso la realizzazione di una vera e propria sun valley in Lombardia",concordano Volpi e Togni. "L'inaugurazione di Agroenergia 2.5 è unevento importante, specialmente in un periodo in cui emerge la neces-sità inderogabile di sviluppare energia pulita. Inoltre, grazie alle tecno-logie che abbiamo adottato, potremo ottenere rendimenti di granlunga superiori rispetto ai sistemi fotovoltaici classici. Con questo pro-getto, la Lombardia si conferma ai vertici del fotovoltaico italiano, con piùdel 15% d'impianti sul totale di quelli operanti sul territorio nazionale".

PHOTO: GIORGIO CHIESA

Vipiemme Solar e NRG AGRIVIS,per 1.400 famiglieecco Agroenergia 2.5CHI, DOVE E PERCHÈ

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Una serata tra amici per parlare d'imprenditoria, sfide e valori delnostro tempo. Venerdì 6 novembre scorso, la cena organizzatadal "Rotaract Bergamo" - che si è tenuta nella splendida corni-ce del "Roof Garden" all'ottavo piano dell'Hotel San Marco - è

stata il teatro di racconti, testimonianze e confidenze di due grandiimprenditori. Da una parte la solidità del metodo aziendale diGianmarco Gabrieli - amministratore delegato de "I Pinco Pallino" -,dall'altra la creatività di Giudo Gallovich, l'artista che ha realizzato iltavolo presidenziale dell'uomo più potente del mondo, Barack Obama.Sono stati loro i mattatori della serata, due ospiti di sicuro prestigio pre-sentati, per l'occasione, dal presidente del "Rotaract Bergamo"Francesca Regonesi. "Oggi - ha affermato Gabrieli - manca la capaci-tà di guardare al futuro con lungimiranza e caparbietà. La mia azienda edio siamo partiti da zero, solo col passare di tanti anni di duro lavoro siamoriusciti a costruire un'impresa forte e rispettata sul mercato internazio-nale". Dal canto suo, anche l'estroso Gallovich ha approfittato dell'occa-sione non solo per portare uno dei numerati esemplari del tavolo presi-denziale (esposto nella hall dell'albergo), ma anche per parlare ai nume-rosi rotaractiani presenti. "La mia storia personale - ha spiegato l'artista- è incredibile. Infatti, fino a qualche anno fa, ero un calciatore profes-sionista. Poi, al termine della carriera, ho voluto che il motto "carpe diem"diventasse la mia filosofia di vita. Ho iniziato a fare l'artista spendendotutto quello che avevo per costruire un piccolo studio. Adesso, posso direche la mia carriera è sulla cresta dell'onda grazie ad un "attimo fortuna-to" che sono riuscito a sfruttare. In occasione dell'ultimo G8 all'Aquila,infatti, Silvio Berlusconi scelse come regalo per Barack Obama il miotavolo. Fu un tale successo che lo stesso presidente degli Stati Uniti deci-se - proprio in quell'occasione - di farlo diventare il tavolo presidenziale".

PHOTO: GIORGIO CHIESA

CHI, DOVE E PERCHÈ

Tavolo presidenzialeper il "RotaractBergamo"

EVENTI

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La più suggestiva e storica discoteca bergamasca, il BobadillaFeeling Club, ha fatto da cornice a uno degli appuntamenti più atte-si dai velisti bergamaschi. La kermesse, fortemente voluta e creatadallo Yatch Club Bergamo del commodoro Giovanni Campi - nonché

brillante presentatore della serata -, ha letteralmente travolto i parteci-panti in un'onda musicale anni '70 caratterizzata dalla fresca brezza inver-nale e da alcuni partner di assoluto prestigio, tutti simpaticamente vestiticon jeans a zampa e camice floreali. Anche quest'anno, il "Winter Party"più amato dagli esperti del "vento in poppa" ha visto sfilare sponsor illu-stri come Ryanair, Gioielleria Fratelli Torelli, Motorama Bike - che ha por-tato delle splendide Lambrette -, Olivini, Roncalli Viaggi, Cereria Pernici,1Place e, soprattutto, Lario Bergauto. Proprio la concessionaria ufficialeBMW per Bergamo e provincia ha allietato la vista di tutti i fortunati pre-senti portando - nel maestoso ingresso della discoteca - la nuovissima X1,una vera e propria gemma incastonata tra le miriadi del Feeling Club ber-gamasco e - giusto per restare in tema - la simpatica MINI Clubman.Ospite d’onore della serata Lara Magoni, vicecampione del mondo alleolimpiadi del Sestriere, amica dello Yacht Club Bergamo e testimonial delBMW xDrive Tour partito dalla sede di Lecco della Lario Bergauto e cheavrà il clou nei prossimi mesi sulle piste delle migliori stazioni sciisticheitaliane. Il momento clou della serata è stato caratterizzato dalla tradizio-nale estrazione di numerosi premi, gentilmente offerti dai numerosi part-ner dello YCBG. Tra i più ambiti erano in palio sicuramente le giacche davela per lupi di mare e lo spettacolare corso di guida sicura su pista, veroe proprio must per gli amanti delle quattro ruote. Dulcis in fundo - oltre aiviaggi offerti da Ryanair e Roncalli -, è stata anche offerta una splendidacomposizione di candele Pernici. Un piccolo aneddoto della serata è stataproprio l'estrazione di quest'ultimo premio, che ha visto Evelina Pernicisorteggiare - incredibilmente - il suo stesso numero. Come segno di ami-cizia per tutti gli amici dello YCBG, però, la proprietaria della famosa cere-ria bergamasca ha deciso di rimettere in palio la sua offerta, ricevendo -per il bel gesto - una magnum di Lugana dalla vitivinicola Olivini.

PHOTO: LAURA PIETRA

YCBG, con BMWun Winter Party anni '70

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Il Panothlon International, come ampiamente riconosciuto, svolge unaparte attiva nel promuovere iniziative che fanno conoscere i profondisignificati educativi insiti nel concetto di "fair play". Per rinnovare latradizione, quindi, ad ogni primo venerdì del mese di novembre, l'as-

sociazione internazionale celebra la "Giornata Mondiale del Fair Play".A Bergamo, la speciale ricorrenza, si è svolta anche quest'anno nellasplendida cornice del Palazzo della Provincia, all'interno dello SpazioViterbi. La kermesse ha visto la consegna di tre prestigiosi premi peraltrettante personalità che, nel corso del tempo, si sono distinte nel dif-fondere la filosofia della buona educazione e della lealtà sportiva. Sotto ilbenestare e la supervisione del prefetto di Bergamo Camillo Andreana- socio onorario del Panathlon - ed ospiti del presidente della provinciaEttore Pirovano, i premi "alla carriera", "al gesto" e "alla promozione"sono stati consegnati tra l'entusiasmo di ospiti e amici accorsi all'evento.Il presidente del distretto bergamasco Maurizio Gamba, quindi, ha avutol'onore di consegnare il primo riconoscimento a Fedele Bettoni - presi-dente storico dell'Unione Ciclisti Bergamasca - per "la costante ispirazio-ne al fair play nel comportamenti di tutta una vita". La benemerenza "algesto", invece, è stata consegnata a Vittorio Lazzarini - tecnico appas-sionato di atletica leggera - per "la capacità di sacrificare le proprie vit-torie sportive in nome della lealtà sportiva". Infine, il premio "alla promo-zione" è stato assegnato a Carla Perrotti - esploratrice e guida di FabioPasinetti nel deserto - per "la capacità di tenere alto l'onore e il rispettosportivo anche in condizioni di grande difficoltà". Come gran finale, èstata anche consegnata la "Borsa di Studio Baldassare Agnelli" -presidente delle "Pentole Agnelli" e socio onorario del Panathlon - all'i-stituto comprensivo di Osio Sotto, per aver promosso e per continuare apromuovere la sana educazione sportiva nei giovanissimi delle scuoledell'infanzia, delle scuole primarie e delle secondarie di primo grado.

Allo Spazio Viterbitorna la "GiornataMondiale del Fair Play"

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Come ogni anno, Cornaro stupisce la propria affezionataclientela con collezioni da sogno. L'evento che si è svoltodomenica 22 novembre scorsa, è una piacevole ricorrenzaprenatalizia entrata nella tradizione della gioielleria di

via Camozzi 44, a Bergamo. Ancora una volta, quindi, ad andarein scena, è stato tutto ciò che fa tendenza in tema di alta gioiel-leria e orologeria, senza però dimenticare l'intramontabile classi-cità. La kermesse ha fatto da sfondo ad una mostra intitolata"Ricami di Luce", che ha avuto come protagonista il diamante,nelle sue infinite varianti di forma e colore. Bracciali, anelli, giro-colli ed orecchini rivisitati in chiave moderna, sono stati loro adar vita a sorprendenti creazioni d'alta gioielleria, con alcuniesemplari di pregio declinati in trame preziose che ricordano l'an-tica arte del ricamo. Inoltre, si è registrato un grande successoanche per l'universo maschile, con incredibili complicazioni distoriche marche di orologi come Chopard, Breguet, VacheronConstantin, Baume&Mercier e altre ancora. Insomma, una mostrache si è rivelata un sofisticato laboratorio di affascinanti novità.

PHOTO: GIORGIO CHIESA

"Ricami di Luce",da Cornaro Gioielli

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Un'atmosfera rilassata e - alla stesso tempo - decisamente gla-mour, ha animato la serata di giovedì 29 ottobre scorso (la"Essential Style Cocktail Party"), nel salone TONI&GUY di viaTorquato Tasso a Bergamo. Direttamente da Londra, infatti, è

sbarcata a Bergamo la collezione 2009/2010 "Interactive". Per l'occasio-ne, la partnership consolidata tra TONI&GUY e BMW MINI si ripropo-ne anche nella nostra città - dopo Modica, Milano e Torino -, con la con-cessionaria Lario Bergauto, che ha presentato alcuni modelli tra cui laMini Clubman Cooper S e la nuova MINI Ray G. Sorseggiando uncocktail e stuzzicando col ricco e sfizioso buffet - a cura di "Da Flo,Catering & Banqueting" -, è stato anche possibile fissare alcuni testdrive con le inglesine della Casa bavarese. Per festeggiare il secondoanniversario dello showroom, quindi, gli organizzatori hanno ideato unavera e propria festa in grande stile. Il dj set, infatti, ha visto in consolleCristian J (con la collaborazione di Alessandro Martello per la partevideo), la cui base musicale è stata curata dal dj bergamasco di famainternazionale Roberto Intrallazzi. Tutta la serata, inoltre, è stata illumi-nata dal raffinato allestimento della Cereria Pernici. Da segnalare anchela presenza del bergamasco doc Matteo Mulas - direttore del saloneTONI&GUY di Bergamo -, che dopo 12 anni trascorsi tra Milano e Londra,ha voluto trasferire nella sua città natale l'esperienza accumulata nellemetropoli europee di maggiore richiamo per la moda e l'hairdressing.

PHOTO: GIORGIO CHIESA

TONI&GUYcon MINI,il nuovo look di Lario Bergauto

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Una cigar room, un'elegante enoteca e uno spazio esposi-tivo per abiti di alta moda. Il locale più poliedrico dellacittà - la "Boutique Cafè Giordano", vicolo Macellerie -ha presentato la nuova collezione natalizia. L'evento, che

si è svolto durante il "Xmas Ball Party" lunedì 9 novembre scor-so, è stato accompagnato da un aperitivo a base di ostriche echampagne. Nel secondo piano del locale, inoltre, sono statimostrati ai fortunati ospiti gli addobbi e le decorazioni dei paesiin cui, proprio la tradizione natalizia, ha radici molto sentite eprofonde, come la Finlandia e gli Stati Uniti. Al loro fianco, ipanettoni prodotti artigianalmente dalla Boutique, sono staticonfezionati con pregiati tessuti d'arredamento, che ne hannofatto doni indimenticabili tanto eleganti quanto gustosi. Ancorpiù pregevoli, poi, se pensiamo che gli eleganti presenti sonostati affiancati dall'accurata selezione di vini e prodotti dellamigliore gastronomia italiana.

PHOTO: GIORGIO CHIESA

"Xmas Ball Party",alla Boutique Cafèun brindisi all'eleganza

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