bennato: l'intelligenza open source

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  • 8/14/2019 Bennato: L'intelligenza Open source

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    Li usiamo spesso, alcuni di noi tutti igiorni. C chi lo a per sentirsi la co-scienza in pace e quindi per evitare

    di installare prodotti commercialisenza averne la licenza. Chi lo aper un motivo etico-politico perchin questo modo ribadisce istanzepolemiche rispetto allindustria delsotware. C chi invece lo a perchne conosce i pregi e la qualit delcodice che ne consente il unziona-mento. il sotware open source,vero protagonista della rivoluzioneinormatica di questi ultimi anni. Itermini rivoluzione e inormaticaspesso sono accoppiati nelle iper-

    boli giornalistiche legate al mondodel computer e internet, ma in que-sto caso lassonanza qualcosa dipi di una semplice scelta retorica.Perch protagonista?Tutti conosco la storia di Linux, ilsistema operativo nato dallinsod-disazione per i sistemi operativididattici di Linus Torvald e che nonavrebbe potuto vedere la luce senon osse stato sostenuto da unacommunity di appassionati. Scrive-re un sistema operativo qualcosadi complesso e organizzato in ma-niera minuziosamente tayloristica:ricorda le strategie di costruzionedelle cattedrali. I processi produt-tivi del sotware libero sono menostrutturati, c una comunit inter-nazionale che attraverso strumentiinormatici in principio urono i

    newsgroup, adesso i wiki coor-dina le diverse attivit avvalendosidella libera partecipazione dellepersone. Questo modo di proce-dere stato paragonato da EricRaymond, personaggio importantedella scena hacker internazionale,al bazar, una orma organizzativarizomatica, complessa, partecipatae autopoietica. Ma se Linux sottogli occhi di tutti, soprattutto perchalternativa importante dei sistemioperativi commerciali, esistono altre

    decine di casi di successo di prodottiopen source, sui quali i mezzi di co-municazione poco hanno indugiatoma che rappresentano la nervaturadelle attivit inormatiche che ognigiorno si svolgono nel mondo. Comeper esempio Apache [http://www.apache.org] il celebre sotware per iserver web che rappresenta circa il46% dei siti mondiali (dati Netcrataggiornati ad aprile 2009). Oppurea linguaggi di scripting come PHP[http://www.php.net] che sonodiventati scelte obbligate per svi-luppare applicazioni lato server.Spesso in coppia con database di-

    di Davide Bennato

    LINTELLIGENZA OPEN SOURCEnamici come MySQL [http://www.mysql.com], anche questo prodottodal mondo dellopen source e so-stenuto in tempi recenti da giganticome Sun Microsistem, ovvero lasociet che sta dietro Java e che hacolto limportanza della diusione diquesto database, sempre pi pro-tagonista della nascita dei serviziweb 2.0. Dagli esempi fn qui citati

    si potrebbe pensare che il sotwareopen source sia roba da esperti diinternet che difcilmente vanno afnire nelle mani dei semplici utenti.Sbagliato. Molti conoscono e nonriescono a arne a meno le carat-teristiche di navigabilit di prodotticome Fireox o client email comeThunderbird [http://www.mozil-la-europe.org]. Mentre molti di noisono utenti, oppure semplicementehanno sentito parlare, di pacchettialternativi a Microsot Ofce comeOpen Ofce [http://www.openofce.

    org] o StarOfce [http://www.sun.

    com/sotware/starofce ]. Il mon-do dellopen source in costanteermento: nuovi progetti nascono,altri si stabilizzano, altri muoionooppure cambiano nome. Il modoper seguire questo susseguirsi diapplicazioni non semplice. Unottimo punto di partenza senzadubbio Sourceorge [http://www.sourceorge.org] un archivio il cui

    scopo quello di contribuire allanascita delle comunit di sviluppa-tori di sotware open ornendo lorouno spazio digitale in cui nasconoi progetti, vengono archiviati i datie vengono seguiti nello sviluppo.Un altro esempio di applicazioneinteressante Osalt [http://www.osalt.com] in grado di aiutarelutente inesper-to (ma anchequello smaliziato)a cercare unal-ternativa open

    source ai pi bla-

    sonati pacchetti commerciali. Cene sono di tutti i tipi: da Gimpshop,versione open di Photoshop, a

    Avidemux, versione alternativadi Moviemaker. Ma perch tuttequeste persone decidono di la-vorare gratuitamente per un pro-getto sotware lungo, complesso

    e senza essere pagati? Moltihanno cercato di rispondere aquesta domanda. Per metterealla prova le proprie capacit

    di programmazione, per

    sviluppare prodotti per poiessere commercializzati

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    pubblicit prase

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    in orma alternativa, per mostrareche un altro mondo sotware pos-sibile. Ma spesso il motivo quellodi ar parte di una comunit specia-le, in cui ci sono programmatori bril-lanti, in cui il proprio valore si misu-ra in quanto elegante il codice, incui si possono ar nascere modellidi business nuovi come hanno at-to Niklas Zenstroom e Janus Friische hanno messo a rutto il proprio

    know hownel progettare protocollipeer to peergrazie a Kazaa e chehanno cos dato vita a Skype [http://www.skype.com], il pi amoso so-tware di VOIP che tanto a tremarele compagnie teleoniche.Queste nuove orme commercialie lo sviluppo di modelli di businesshanno atto nascere diversi studiche cercano di comprendere il tipodi economia sviluppata da questeapplicazioni. Fra gli altri, amosalanalisi di Yochai Benkler che nelsuo La ricchezza delle Reti intro-

    duce il concetto di commons basedpeer production, ovvero produzionetra pari basata su risorse comuni,per illustrare il diverso modello eco-nomico a cui i progetti open sourcehanno dato vita. Il tema delle nuoveorme economiche basate sulla pro-duzione condivisa, introduce lideache quella open source una ri-

    voluzione proondamente cultura-le, di cui laspetto tecnologico semplicemente uno tra gli aspettipossibili. Gli esempi sono davverotanti. Il progetto Creative Commonsdi Lawrence Lessig nasce come ri-sposta alternativa al copyright in cuila condivisione condizione neces-saria per lo sviluppo della creativite deve le sue orme originarie pro-prio alle licenze sotware che sono

    nate per migliorare la distribuzionedel sotware open. Anche i compor-tamenti sociali legati al web 2.0 siispirano alle orme di collaborazio-ne collettiva spontanea tipica deiprogetti open source: Wikipedia basata su questo principio, gliuser generated content di servizicome Flickr o Youtubesono basatisu questo principio. Persino ormesofsticate di collaborazione comeil crowdsourcing ovvero le ormeemergenti di intelligenza collettivanata dallaggregazione di diverse

    competenze proessionali e semi-proessionali sono riconducibili adun processo lavorativo di tipo opensource. Continuando ad analizzareil movimento del sotware open,c qualcosa che appare in tutta lasua orza: letica hacker. Ci cherende assolutamente interessanteletica hacker, non tanto la sua

    componente hacker, quanto lasua componente etica, ovvero lasua particolare disciplina del la-voro che si esprime in norme chedevono essere seguite dai membridella comunit per poterne areparte. Essere hacker non vuol dire

    essere smanettone, ma vuol direar proprie le regole della comunithacker che sono condivisione, ov-vero la conoscenza deve essere pa-trimonio di tutti, indipendenza delsapere rispetto a chi lo ha prodotto,libert di circolazione del sapere edella conoscenza. Se si ragiona unattimo su queste dimensioni, ci sirende conto che anno parte del-lethos del lavoro scientifco: leticahacker e le norme deontologichedello scienziato moderno hanno lestesse caratteristiche. Questo vuoldire che gli hacker sono una ormadi scienziato contemporaneo, unaspecie di particolare lavoratoredella conoscenza. Similmente an-che il sotware open source ha lestesse caratteristiche di condivisio-ne indipendenza e libert.Questo vuol dire semplicementeuna cosa: non lopen source adessere intelligente. lintelligenza ad essere opensource.