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BENI COMUNI E COOPERAZIONE

Lorenzo Sacconi Università di Trento e EconomEtica

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OUTLINE1. Di cosa stiamo parlando? Né palingenesi sociale, né

giardinetti di quartiere: la governance dei servizi pubblici, né «statale», né «privata», ma «comune»

2. Attivare un «frame» alternativo per pensare l’economia: Il vocabolario dei beni comuni, definizioni e analisi economica della «tragedia» e della «commedia» dei beni comuni .

3. Il maggior insegnamento della teoria economica dei commons: autogoverno degli utenti per via d’accordo, la rilevanza della comunicazione ex ante e della deliberazione democratica.

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OUTLINE 4. Ma quando possiamo dire che un bene è «comune»?

Più della tecnologia può la giustizia: i beni comuni come parte della «teoria della giustizia», Rawls e Sen

5. Dal contratto sociale ideale alla gestione dei beni comuni: le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder. Contratto sociale parziale, cheap-talk e senso di giustizia

6. Le molte cattive riforme (o quasi) di banche e imprese negli anni recenti. Non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie!

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1. Di cosa stiamo parlando (rilevanza)?

qIntuizione (prima delle definizioni) :

• risorse naturali come i bacini d’acqua ma anche l’infrastruttura che rende il servizio idrico ,

• il patrimonio ambientale come i fiumi, i laghi, le coste, le foreste ma anche i servizi che permettono il loro mantenimento e utilizzo,

• il patrimonio artistico, ma anche la rete museale,

• La conoscenza e l’infrastruttura di circolazione della conoscenza, tra cui le Università e internet.

• Gli spazi comuni delle città, e i servizi culturali che vi si possono organizzare,

• Le aree dismesse pubbliche e private in quanto «uscite dal mercato» e dall’ «uso pubblico statale», da rigenerare come infrastrutture per molteplici attività, anche private, altrimenti senza sede–Ad es. le stazioni ferroviarie, le infrastrutture industriali dismesse, i grandi immobili inutilizzati - torre Galfa?

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E’ il dominio dei servizi pubblici: né statale, né privato, ma comune

• Non si tratta solo del recupero di piccoli immobili pubblici grazie alla cittadinanza attiva

• Ampiamente discusso è quale sia il migliore assetto di governance dei servizi pubblici Iocali– Impresa capitalistica regolamentata via concessione – Impresa pubblica («statale» inclusi gli EE.LL)– Soluzioni miste (impresa privata controllata dall’ EE LL)

• Consideriamo una quarta possibilità : la gestione e governance dei servizi pubblici locali attraverso cooperative di utenti con governo democratico multi-stakeholder 5

ESEMPIOq Una grande cooperativa di utenti, che si

estende sull’area metropolitana di Milano,

• che gestisce I bacini d’acqua, gli acquedotti e I servizi idrici a favore della comunità locale (circa 3 milioni di persone)

• I cui soci controllanti sono potenzialmente tutti i cittadini (o la maggioranza di essi) dell’area metropolitana

• Con una struttura di governo che completa la partecipazione degli utenti con quella dei lavoratori e degli investitori (rappresentati con posizioni di minoranza nel consiglio di sorveglianza) ,

• il quale nomina un comitato di gestione di manager professionali (governance duale)

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Il dominio dei servizi pubblici: né statale, né privato, ma comune

•E’ possibile la gestione mediante l’autogoverno e autoregolazione degli utenti , •Ma per produrre servizi dalla risorsa o l’infrastruttura occorre tuttavia un’ impresa (organizzazione economica-razionale dei fattori)•La governance cooperativa è adatta non solo alla regolazione dell’accesso, ma alla produzione di servizi pubblici o comuni , perché replica le caratteristiche dell’idea di «governance dei beni comuni»•Ma a tale scopo bisogna sviluppare le caratteristiche tipiche della impresa sociale cooperativa, –Governance multi stakeholder basata sulla partecipazione degli utenti–Come espressine del contratto sociale parziale su un bene comune/ sociale principale

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2. Il vocabolario dei beni comuni • All’azione collettiva sui beni comuni (Referendum

2011) non ha corrisposto una discussione pubblica informata di pari livello

• Le posizioni hanno assunto atteggiamenti pregiudiziali– Radicalità assoluta dei beni comuni irriducibili ad

ogni forma di pensiero nota e dipendenti dalla soggettività del movimento (Mattei)

– Nessuna novità ( = beni pubblici) (Vitale)• Evitata ogni

– A) fondazione normativa– B) il confronto con la recente teoria economica dei

commons• Senza un «frame» concettuale l’idea di impresa

resterà sempre preda dei vecchi paradigmi (l‘impresa è sempre e solo quella che genera profitto per il proprietario/ azionista)

• Occorre un vocabolario grazie al quale generare una visione o attivare un «frame» alternativo

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Il vocabolario dei beni comuni (II)• I beni comuni NON sono definiti da caratteristiche

fisiche o tecnologiche ma da un particolare forma di governance e di gestione, – basata in particolare sul diritto all’accesso

• NON sono caratterizzati dalla proprietà (pubblica o privata)

• Definizione della proprietà «in re»: un bene di proprietà è caratterizzato dal suo rapporto col resto del mondo: chiunque non ne sia proprietario sa di esser escluso

• Nei «comuni» mancano due caratteristiche essenziali della proprietà: diritto di alienazione e diritto di esclusione

• I commons hanno solo alcune caratteristiche della proprietà intesa come «bundle of rights» di vari soggetti– Accesso al bene, estrazione di risorse dal bene,

gestione,– un soggetto che possieda i primi tre diritti viene

definito detentore del bene (il claimant) ma non proprietario

• Così, se è governato come un «bene comune» , la sua proprietà ne risulta «limitata»

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Commons, definizioneq Sono risorse o infrastrutture fisiche o immateriali le

quali siano soggette a certi tipi di governance e gestione, – Caratterizzata da

• Uso condiviso e appropriazione comune • Accesso aperto ed eguale

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Commons, definizione (II) q Questo modello di gestione e governance non

permette l’esclusione di nessun utente potenziale entro l’ambito spaziale in cui la risorsa o infrastruttura è disponibile

q Si noti che : – Perché un bene sia comune , non deve

necessariamente mancare una tecnologia che lo renda escludibile

– La caratteristica necessaria è la forma di governo basata sul diritto all’accesso

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Commons, definizione (III)

qCon “open access” si intende non discriminazione tra utenti in base a caratteristiche individuali irrilevanti (come il reddito, lo status sociale, l’etnia etc.) e uguaglianza di trattamento nell’accesso •Come tale la gestione open access–Non vieta di caricare una tariffa –Ma non permette che la tariffa determini una discriminazione in base alla disponibilità di pagare , cioè in base alla ricchezza (come accade col prezzo) –Neppure obbliga alla copertura del costo marginale della fornitura da parte di ciascun utente (sussidi incrociati ) –L’uguaglianza di accesso tra utenti di un dato ambito territoriale è essenziale

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Commons, definizione (IV)

q“Open access“ riguarda una comunità di riferimento –Definita senza discriminazione basata su criteri di tipo sostanziale (etnicità, cultura, politica, credenze religiose) –Definizione meramente convenzionale: l’insieme degli individui che può di fatto accedere alla risorsa in una data area /spazio di disponibilità . –Sola restrizione : che l’accesso non renda possibile l’uguale accesso di ogni altro nelle stesse condizioni –Quindi l’ open access può essere definito e qualificato da vincoli di non congestione

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Analisi economica dei beni comuni (i) • Beni privati : rivali ed escludibili nel consumo• Beni pubblici : non-rivali e non-escludibili . • Beni di club: il consumo è non rivale

(complementare) ma sono escludibili (golf club) • Beni comuni :

– Il consumo è rivale (I metri cubi d’acqua che estraggo dal bacino non possono essere usati da altri, il posto in classe che occupo io non lo puoi occupare tu)

– Ma non escludibile: impossibile impedire a chiunque di estrarre acqua dal bacino per la propria sussistenza, impossibile vietare a qualcuno di imparare un’idea• Anche imporre un prezzo sarebbe inefficace.

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Analisi economica dei beni comuni(II) q Sono sempre presenti «esternalità» (positive e

negative) • Siccome il consumo è rivale , quando uno consuma il

bene ha effetti negativi sulla possibilità di consumo da parte di altri

• Tuttavia, anche effetti esterni positivi possono accadere– Il consumo di una unità di bene da parte di A ha

conseguenze positive su B • Direttamente: aumenta il consumo di altri (una piazza

permette relazioni se è usta da più persone) • Indirettamente , il valore di altri beni è maggiorato (l’igiene

e la sanità è migliorata dalla presenza di un ospedale connesso alla rete idrica)

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The tragedy of the commons• Ci si è principalmente focalizzati sulle esternalità

negative – Se gli individui sono egoisti razionali – Causa la rivalità: ogni individuo è indotto ad

anticipare il consumo altrui aumentando il proprio – Causa la non escludibilità: la domanda non è limitata

da un prezzo crescente che rifletta la ridotta offerta (disponibilità)

• La conseguenza è la ‘tragedy of the commons’ (Hardin 1968): il bene viene consumato oltre la capacità di riproduzione fino all’esaurimento

• NB: non è facile sfuggirvi, perché è un equilibrio16

The tragedy of the commons• Hardin descrive tragedia prendendo come esempio un

pascolo con «open access».• Ogni mandriano, agente razionale e auto-interessato,

sceglierà il numero di bovini portati al pascolo in modo da massimizzare il proprio guadagno

• Si chiederà quindi, “qual è l’utilità che deriva dall’aggiungere un animale alla mia mandria?”

• Portare un animale in più ha un effetto positivo e uno negativo sull’utilità personale: – L’effetto positivo è tutto personale: ha un animale in più da

vendere. – L’effetto negativo è condiviso da tutti : un bovino in più

sfrutta la risorsa comune (e ne avvicina l’esaurimento)

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The tragedy of the commons• Siccome l’utilità di un bovino in più è interamente appropriata

dal singolo, mentre la disutilità collettiva è suddivisa fra tutti gli individui, la prima ha un peso maggiore nella decisione del “mandriano egoista razionale”

• A causa della rivalità, temendo l’esaurimento del pascolo, egli è spinto ad anticipare il consumo altrui aumentando il proprio

• Inoltre, la domanda della risorsa naturale da parte di ciascuno non è limitata al decrescere della quantità disponibile (offerta), poiché appunto nessuno può essere escluso,.

• Così ogni mandriano è portato a spingere il proprio consumo fino al punto in cui l’effetto cumulativo dei consumi individuali è l’esaurimento della risorsa

Ø Quindi la “tragedia”.

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The tragedy of the commonsq La «tragedy» ha suggerito

– il controllo burocratico centralizzato che impone il razionamento stabilito dall’autorità ( Soluzione preferita da Hardin contro il «laissez - faire» per far fronte al problema della sovra-popolazione )

– Diritti di proprietà privata : usare il prezzo come meccanismo per escludere discriminando in base alla disponibilità a pagare

• Le due soluzioni sono analoghe perché istituiscono una autorità esterna alla comunità di utenti, la quale ha il diritto di escluderne i membri della comunità dal bene.

• Sono riunite dall’idea di contratto costituzionale neoliberale (Locke, Buchanan) che sfugge alla «tragedy» (stato di natura), istituendo la garanzia dei diritti di proprietà

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La “comedy of the commons” q C’è anche una ‘comedy of commons’ (Frishmann 2005)

– Il consumo è non ovunque rivale ( produce esternalità negative su altri utenti solo oltre una certa soglia di congestione )

– MA l’accesso aperto all’uso della risorsa infrastruttura genera molteplici esternalità positive Ø L’uso libero della risorsa da parte di alcuni ha effetti

positivi anche su atri , sebbene nessuno di questi paghi un prezzo per l’uso che ne fa o per gli effetti ottenuti,

– Ciò accade nonostante chi abbia mantenuto la risorsa o l’infrastruttura non si appropri del valore di queste ricadute positiveØ anzi, forse proprio per questo (altrimenti tale consumo

sarebbe limitato) 20

3. La governance dei beni comuni: autogoverno per via d’accordo

q Elinor Ostrom (Nobel prize, 2009) nel corso degli ultimi vent’anni ha dimostrato che la soluzione della tragedia dei commons basata sull’autorganizzazione degli utenti è perfettamente possibile. – casi di gestione comunitaria dei sistemi di irrigazione in

comunità di paesi in via disviluppo, – ma anche gestione di bacini idrici statunitensi, – esperimenti di laboratorio e sul campo, Ø condizioni micro e macro situazionali, che permettono a

gruppi di agenti, interagendo razionalmente tra loro, di stabilire regole e istituzioni di accesso alle risorse comuni, e farle valere volontariamente, evitando la “tragedia dei beni comuni” 21

Principi o caratteristiche di design istituzionale (le condizioni dell'emergenza dell’autogoverno)

i) Confini chiaramente definiti;

ii) Congruenza: la distribuzione dei benefici deve essere proporzionata ai costi che vengono imposti dalle regole.

iii) Meccanismi di scelta collettiva: gli individui influenzati dalle regole devono poter partecipare alla loro statuizione.

iv) Controllo: chi svolge l’attività di monitoraggio e controllo deve rendere conto agli utenti o deve essere egli stesso un utente.

v) Sanzioni graduate: chi viola le regole di accesso alla risorsa deve ricevere sanzioni proporzionate alla violazione, e chi irroga la sanzione devono essere gli utenti stessi

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Principi di design istituzionale(II)

vi) Meccanismi di soluzione dei conflitti: devono esistere sistemi istituzionali facilmente accessibili e accettati per dirimere le controversie

vii) Riconoscimento del diritto di autorganizzarsi: il diritto degli utenti di una data comunità di organizzare le loro istituzioni non deve essere messo in discussione dalle autorità governative centrali.

In caso di beni comuni su larga scala, vale un ulteriore principio:

viii) Governance su più livelli: ogni attività inerente la governance della risorsa comune deve essere organizzata su più livelli, in armonia e mai in conflitto

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Perché evitiamo la «tragedy of the commons»?

q La tragedia dei «comuni» viene evitata senza il ricorso all’imposizione di diritti di proprietà privata, o di un’amministrazione autoritaria esterna, – perché il modello di agente che corrisponde alle suddette

condizioni micro e macro situazionali è innovato rispetto all’agente economico razionale strumentale ed egoista

– Né puro egoista razionale, né perfetto altruista, ma dotato di un certo grado di comportamento pro-sociale, derivabile da preferenze e credenze che rispondono al contesto di interazione

– è un agente plastico che co-evolve con il contesto istituzionale genera istituzioni cui è adatto .

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Framework teorico• Da un lato:

– viene definita un’ampia teoria comportamentale della decisione adattabile a differenti contesti con diversi modelli

• Dall’altro:– vengono specificate le condizioni

micro-situazionali relative al contesto di interazione, adattandosi alle quali la teoria della decisione produce regolarità di comportamento efficiente

• Adattamento dell’uno all’altro: in un certo contesto micro/macro cui corrisponde un modello adatto di comportamento emergono certe regole /istituzioni che si auto-sostengono

• In questo framework la teoria del comportamento, sotto opportune condizioni, produce l’emergenza, per via d’accordo, di regole di autogoverno efficienti di beni comuni.

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framework teorico (II)q Le preferenze sono abbastanza

plastiche da permettere di spiegare con differenti modelli di comportamento razionale, adatti a contesti a loro volta differenti, l’emergere di diverse soluzioni istituzionali efficienti.

• Ad esempio, – in situazioni caratterizzate da

condizioni prossime alla concorrenza perfetta, è adatto il comportamento prevalentemente egoistico, che risulta compatibile con risultati efficienti nell’ambito di istituzioni di mercato.

– in situazioni caratterizzate dal problema dei beni comuni e dalle condizioni micro-situazionali suddette, il modello comportamentale adatto implica che gli agenti si auto-organizzino mediante regole di cooperazione concordate, • essenziale l’attivazione della

componente non auto interessata delle preferenze • e possibilità di sfruttare la

comunicazione ex ante (cheap talk).

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Esperimenti (I) q Massimo interesse hanno gli esperimenti che

enfatizzano l’importanza della pre-play communication. • Il gioco: i partecipanti scelgono tra

– Consumare privatamente una dotazione – O investirla nello sviluppo di un bene comune – Il loro investimento /uso del bene comune

§ Produce una remunerazione crescente per tutti fino a un certo punto (esternalità positiva)

§ Ma sopra un certo livello diventa collettivamente controproducente (troppo contributo distrugge la risorsa, es consumo di suolo ) ,

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Esperimenti (II) • Il gioco è ripetuto 20 volte sotto diverse condizioni per

verificare se il livello di super-investimento e sfruttamento è raggiunto in accordo con la teoria standard

• Se il gioco è giocato senza pre-play communication, il risultato standard è confermato

• Ma non così se i giocatori partecipano a una sessione di pre-play communication in cui possono concordare su regole e livelli di investimento

• Sebbene tale comunicazione sia «cheap talk» («chiacchiere che costano poco») , cioè non esista un meccanismo che imponga eventuali accordi

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La pre-play communication previene la tragedia

q A causa della «pre-play communication» ,utilizzata per discutere il livello collettivo di investimento e concordare sui livelli individuali , i partecipanti riescono– a rispettare il comportamento collettivamente più

vantaggioso (cioè limitando l’investimento) in ogni periodo

– Si osservano livelli di defezione molto limitati anche se la defezione individuale sarebbe vantaggiosa su piano individuale

– La tragedia è evitata, anche se il comportamento che condurrebbe al sovrainvestimento è l’unico razionale per agenti egoisti

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La pre-play communication previene la tragedia• Quando ai partecipanti è permesso di comunicare

– ogni periodo per concordare sul livello e punizione per I trasgressori dagli accordi

– ALLORA il comportamento approssima l’ottimo sociale• La cooperazione basata sulla comunicazione ex ante (cheap

talk) contraddice – la predizione che debba necessariamente realizzarsi l’unico

esito coerente con l equilibrio di Nash (combinazione di azioni reciprocamente razionali in senso egoista strumentale), cioè la nozione di razionalità economica neo-classica

– oppure l’idea che le preferenze siano indipendenti dalla pre-play communication e dalla scelta collettiva ex ante

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L’autogoverno dei commons come esempio su piccola scala del contratto sociale

• La cooperazione auto-organizzata nei commons getta nuova luce sull’idea di contratto sociale : – Il contratto sociale è una soluzione endogena del problema

della governance (anche quando basata su un sovrano assoluto) in cui le regole sono basate sul consenso dei governati

– L’idea di governo dei common è stata spiegata come un esempio di contatto sociale su regole cooperative per la produzione di beni comuni fatto valere senza la spada cioè autoimposto (Ostrom, Walker, Gardner 1992, Ostrom 1998a).

– Risolve il paradosso della stabilità del Social Contract31

Le maggiori obiezioniall’estensione della governance dei commons ai

servizi pubblici locali

• La governance dei common funziona solo per piccole comunità in via di sviluppo (vero o falso?)– (NB: in senso letterale è falso perché i casi studiati

riguardano la fornitura d’acqua alla California del sud e un terzo dell’area di Los Angeles superiore a quasi tutte le città italiane)

• Certi beni/servizi non sono «in senso stretto» comuni (vero o falso? )

• La governance dei commons organizza l’uso e l’accesso, ma non la produzione di sevizi mediante combinazione di fattori (vero o falso?)

• Per rispondere…..

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4. Perché un bene è «comune»? Più della tecnologia, può la giustizia

• La variabile essenziale è la non escludibilità, ma non è una caratteristica tecnologica– Dipende da una preferenza sociale di considerare non

escludibile quel bene• Quale è la base? È una base etica (norma sociale con un

contenuto morale universalistico)• Definizione di Rodotà: condizione per la cittadinanza democratica

– Costituzionalismo non del cittadino concreto con i suoi bisogni• Se i beni comuni sono condizione della cittadinanza, cioè

dell’accordo in base al quale si costituisce una società bene ordinata, renderli escludibili rende instabile la società

• Ma i legame tra beni comuni e giustizia è più profondo di cosi

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Infrastrutture• Ciò che è trattato come common non è un bene finale ma

una infrastruttura con e seguenti caratteristiche distintive (Frishmann 2012): – Parzialmente rivale nel consumo : sotto una certa soglia

non c’è riduzione del consumo degli altri, – La domanda sociale non è legata a un uso intrinseco ma

finalizzata ad altri beni , cioè è un bene capitale;• L’infrastruttura può essere usata come input per molti

altri usi , non solo per beni privati ma pubblici, sociali e meritori; che hanno valore intrinseco

– questi molti usi non possono essere previsti in anticipo e hanno non prevedibili effetti sterni (positivi) su altri

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Infrastrutture come beni sociali primari

• Le caratteristiche distintive sono (Frishmann 2012). – (i) sono mezzi per molti scopi (tali scopi di interesse

intrinseco per le persone , molti dei quali di interesse non solo privato)

– (ii) tali scopi sono ignoti ex nate , cosicché è impossibile stabilire ex ante gli scopi per i quali l’infrastruttura è strumentale, (quali scopi , di chi ecc…)

• Hanno la stessa struttura dei «beni sociali primari» di Rawls’ (1971) nella Theory of justice

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Beni sociali primari e giustizia• La giustizia distributiva riguarda l’assetto delle

istituzioni fondamentali che permettono la produzione o riproduzione e distribuzione di “beni sociali primari”

• Dal punto divista della scelta in posizione originaria sono– (a) mezzi per molti scopi (i piani di vita) ,– (b) scopi che sono ignoti quando occorre deliberare

(come dietro il velo d'ignoranza) Ø I piani di vita particolari non influiscono sulla scelta dei

principi in modo che I principi non possono essere ritagliati su misura di nessuno (imparzialità e impersonalità).

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Beni primari nella scelta costituzionale • Nella prospettiva costituzionale scegliamo le istituzioni

dietro un velo di ignoranza (che rende imparziale la scelta) – Preferiamo che l’accesso a tali beni sia uguale e tanto

grande quanto è possibile per ogni agente – Quando alcune diseguaglianze sono inevitabili in quanto

esse servono come incentivo allo sforzo, la distribuzione maximin dei beni primari è l‘unica accettabile.

• Le uniche diseguaglianze ammesse sono quelle che tornano a massimo vantaggio degli svantaggiati

• favoriscono lo scostamento minimo indispensabile dalla pura uguaglianza ,quello che massimizza l’acceso ai beni principali da parte di ciascuno (e in particolare lo svantaggiato)

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Infrastrutture come oggetto di giustizia

• La natura dei beni principali come mezzi per molti scopi , la cui distribuzione è stabilita dietro velo di ignoranza, replica esattamente le caratteristiche delle infrastrutture.

• Essendo omomorfe con I beni principali , la governance e l’assetto delle infrastrutture di primaria importanza dovrebbero essere valutate nella prospettiva della giustiziaØ In effetti non è difficile immaginare che Rawls avrebbe

ammesso nella lista incompleta di beni primari I beni comuni , come condizioni per l’auto-rispetto regolate dal secondo principio di giustizia (tolte e libertà)

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I beni comuni come parte della giustizia • Il disegno della governance delle infrastrutture può esser

visto come decisione di creare una istituzione dedicata alla produzione di un bene sociale primario particolare

• E’ perciò la specializzazione della giustizia mediante una particolare organizzazione

• Dal punto divista della giustizia I beni comuni devono esser distribuiti su base egualitaria – L’accesso all’infrastruttura deve essere ugualmente aperto a tutti – Se per mera ragione di incentivo (cioè provvedere che qualcuno

abbia l’incentivo di curare il mantenimento e riproduzione del bene comune) occorre introdurre una qualche diseguaglianza (il pagamento di tariffe da parte di alcuni per remunerar altri) queste devono esser compatibili col principio di maximin,

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Un secondo aggancio tra beni comuni e idea di giustizia: le capacità (I)

q Non solo beni sociali principali ma capacità (capabilities): Sen oltre Rawls

• La correlazione col well-being attraverso i funzionamenti: – le capacità danno la possibilità di scegliere con quali beni

(caratteristiche) funzionare bene, – il benessere è uno stato di «essere o fare bene» cioè adeguato

ad una certa sfera di funzionamento umano (ad esempio la nutrizione, l’abitazione, la scolarizzazione, la partecipazione ecc.)

– Nozione eudemonica di benessere• La giustizia a livello costituzionale è allocazione di massime uguali

capacità entro le quali gli individui possano scegliere di funzionare (benessere)

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Un secondo aggancio tra beni comuni e idea di giustizia: le capacità (II)

q Cosa avviene a livello post costituzionale? • le imprese sono istituzioni che si creano in fase post costituzionale

mediante accordi /contratti che usano le risorse costituzionali (diritti)

• Ma non è mera libertà contrattuale; le imprese esistono in quanto forme di governance delle transazioni, la governance è data dalla allocazione dei diritti residuali di controllo (proprietà sull’impresa): cioè esercizio di autorità – Il diritto residuale di controllo è la possibilità di prendere decisioni

residuali basate sulla minaccia di esclusione (proprietà) – La sua «ratio» è che deve proteggere gli investimenti specifici contro

la ricontrattazione opportunistica• Ma se gli investimenti specifici sono molteplici ci può essere abuso

di autorità: A, dotato di autorità, minaccia di esclusione B per espropriarne il valore dell'investimento di B 41

Un secondo aggancio tra beni comuni e idea di giustizia: le capacità (III)

q Il paradosso della tela di Penelope: – se a livello costituzionale vengono allocate le capacità (oltre che

riconosciuti i diritti di proprietà)– ma a livello post costituzionale non abbiamo il diritto di

accedere alle risorse fisiche che permettono di esercitare le capacità per trasformarle in funzionamenti,

– Allora il benessere non può essere raggiunto • Precisazione sulle capabilities: non sono solo abilità cognitive o

skills (che possono esser formate dalla scuola ) ma anche entitlement cioè diritti positivi di usare caratteristiche di beni per funzionare

• Ma tali diritti positivi possono confliggere con i diritti negativi cioè i diritti di proprietà esclusivi sulle risorse dell'impresa: per esercitare una capabilities io non devo poter essere escluso.

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Un secondo aggancio tra beni comuni e idea di giustizia: le capacità (IV)

q Di conseguenza:• Per la completa realizzazione delle capacità occorre che gli

asset delle imprese abbiamo caratteristiche di «bene comune», posseduti e controllati dal «proprietario» ma non arbitrariamente escludibili /alienabili

• NB: non è che la capacità siano beni comuni, MA che i beni (asset delle imprese) su cui c’è proprietà privata devono essere «reinterpretati» come «quasi-beni comuni»

• Anche se la presa delle decisioni residuali e l’ appropriazione del profitto è del proprietario , egli non può escludere arbitrariamente altri stakeholder le cui capabilities dipendono in modo essenziale dall’impresa.

• Questo riporta i principi della governance di impresa nell’alveo dell’idea di giustizia 43

5. Le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

• La produzione di «beni comuni» (servizi pubblici) presenta informazione asimmetrica e i contratti non possono esser e tutti specificati ex ante (incompletezza)

• L’impresa capitalistica fallisce perché ha l’incentivo a fare extraprofitti sfruttando l’asimmetria informativa e l’incompletezza

• Nel caso peggiore può anche catturare il regolatore • L’effetto è il non rispetto della non escludibilità e

l’esclusione di una parte degli utenti la fornitura ai quali non è funzionale al profitto

44

Perché l’ISC è migliore delle alternative(I)

• Chi proporne di riformare l’IS come impresa che remuneri l’investimento finanziario secondo standard di mercato sotto il vincolo di impatti sociali misurabili dimentica che– La possibilità di appropriarsi dei residui è un incentivo a

manipolare l’informazione – L’asimmetria info e l'incompletezza contrattuale implicano

che le misurazioni non saranno affidabili– Eventualmente si faranno solo servizi misurabili che non è

detto che siano quelli più importanti

45

Le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder (II)

• L’impresa cooperativa di utenti , dando i diritto di decisione residuale e di prelievo del residuo agli utenti, allinea la gestione (decisione residuale) all’obbiettivo di non escludere gli utenti e mantenere alta la qualità

• Ma essendo un’impresa manageriale, vi è il problema dell’opportunismo manageriale e della possibilità che i manager si approprino delle rendite

• Il vincolo non profit riduce questo incentivo poiché impedisce l’appropriazione privata

• Ma ci sono molti modi di aggirare questo vincolo con altre forme di appropriazione

46

Le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

q Anche in un contesto neoclassico con agenti auto interessati:

• La cooperativa di utenti sventa in parte l’opportunismo manageriale perché gli utenti sono in parte informati della qualità a loro offerta (più dell’azionista)

• Se l’asimmetria informativa è elevata tuttavia i lavoratori che fanno parte della governance possono sorvegliare il management

• Sei lavoratori possono colludere, allora bisogna considerare che c’è una soglia di collusione oltre la quale gli utenti si rendono conto che la qualità è inferiore a quella possibile:

Ø se tutti i lavoratori colludono allora c’è la voice dei consumatori, questa non ci può esser se non partecipano alla governance 47

le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

• Ma è sempre possibile anche una collusione da parte di management e lavoratori con una parte degli utenti per escludere utenti svantaggiati.

• La collusione richiederebbe che una maggioranza di utenti colluda per catturare gli amministratori

• Ma se la maggioranza è qualificata (ampia), allora la creazione di una coalizione collusiva tra manager parte dei lavoratori e maggioranza degli utenti è self defeating (occorre maltrattare molti utenti e in parte gli utenti collusivi stessi , per arrivare a catturare il management)

• Allora gli utenti non hanno interesse a colludere . • In conclusione se partecipano sia lavoratori che gli utenti è

possibile creare flussi informativi e decisioni collettive che prevengono l’abuso manageriale.

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Perché l’ISC è migliore delle alternative? Contratto sociale parziale, cheap talk e preferenze di

conformità alle norme

• La ragione principale per cui l’ISC è adatta alla produzione dei servizi pubblici locali è che essa estende il modello dalla regolazione dei commons da piccole comunità al caso dell’impresa anche di dimensioni ragguardevoli in cui vengono combinati fattori

• Perciò estende a questo caso l’efficienza della governance autoregolata dei common,

• posto che si tratti di servizi pubblici locai che forniscono beni comuni per i quali vale l’analogia con i beni sociali primari

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Contratto sociale su piccola scala • Assunzione base :

– L’impresa sociale cooperativa è basata su un contratto sociale costitutivo tra i suoi stakeholder , che stabilisce principi di giustizia sulla produzione e distribuzione di certi beni.

• La ISC è una organizzazione che specializza il contratto sociale generale a proposito di un particolare bene sociale primario (accesso a una infrastruttura)

• Si può considerare l'effetto di tale contratto sociale su piccola scala sulle preferenze e i comportamenti ex post agenti (ricordare l’esperimento di Ostrom et al) – Capacità di assimilare norme sociale e manifestare una

preferenza per la conformità ai principii di accesso aperto e non esclusione

50

Gioco dell’esclusione (opportunismo dei produttori contro

beneficiari deboli) • Il gioco coinvolge tre giocatori :

– manager,– Lavoratori , – Un beneficiario male infirmato e

quindi incapace di controllare • Il beneficiario non ha quindi la

capacità di partecipare effettivamente alla decisione sull’ allocazione del surplus

• La teoria standard concluderebbe che, potendo scegliere tra allocare il surplus allo sviluppo della qualità dei servizi o all’ approvazione privata, – I giocatori attivi (manager e

lavoratore) colluderebbero – perciò escluderebbero il beneficiario

(violando il principio di uguale accesso)

51

La soluzione è data in linea con l’idea del senso di giustizia (Rawls 1971)

• La psicologia morale di Rawls offre una soluzione endogena al problema della stabilità dei principi concordati dietro al velo

• Quando le istituzioni sono coerenti con principi razionalmente concordati sotto il velo, noi sviluppiamo un senso di giustizia che porta con sé il desiderio di stabilizzare istituzioni giuste

• Il senso di giustizia si traduce in una forza motivazionale capace di contrastare gli incentivi materiali volti ad agire giustamente

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Conformist Preferences• The relevant features of Rawls’ theory

are captured in the conformist preferences model

– (Grimalda and Sacconi 2005; Sacconi and Grimalda 2007)

• which is based on a different notion of gamepsychological game and psycologica Nash equilibrium

– (Geanakoplos, Pearce and Stacchetti, 1989; Rabin, 1993).

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Conformist Preferences Secondo questo modello un giocatore caratterizzato da preferenze conformiste rispetterebbe un accordo su principi che richiede scelte in contrasto con l’auto-interesse a condizione che i. Egli abbai partecipato a un accordo ex ante imparziale sui

principiii. Si aspetti che altri giocatori che hanno anch’esso accettato i

principio dietro a un velo, intendano rispettare i principiiii. Egli si attende che gli altri si aspettino che lui rispetterà i

principi •. Experimental tests of this theory have been conducted in the

lab with positive results by Sacconi and Faillo (CPE, 2010) Sacconi et al. (A&K, 2011) and Faillo et al. (PUCH, 2015).

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Preferenze di conformitàq Le preferenze e le utilità dipendono da credenze reciproche

circa la osservanza reciproca di principi di equità ,• Ipotizziamo che durante una fase di ex ante pre-play

communication un principio di equità possa essere concordato :– Attraverso un accordo che ha luogo dietro il velo di

ignoranza circa il ruolo che sarà giocato da ciascun dei tre agenti nella fase successiva

– accordi su principii distributivi tra giocatori anonimi – Attraverso comunicazione ex ante non vincolante (cheap

talk), ma anonima

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Preferenze di conformità• Prediciamo che: tale accordo rifletterà principii di

equità del contratto sociale – Accesso uguale ai benefici

• Prediciamo anche che – Se le parti concordano nella fase di pre-play

communication, e si aspettano la reciproca osservanza da parte delle atre

− di fatto esse si formano aspettative di reciproca osservanza per effetto del modello mentale che foggia il ragionamento by default dopo l’accordo

§ allora nella loro funzione di utilità assume un peso positivo una componente di preferenze psicologiche addizionali favorevole all’osservanza ai principi

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Equilibri con preferenze di conformità

• Segue che – Siccome questa componente entra nei payoff , il

gioco può contenere nuovi equilibri . – Se il peso è abbastanza alto

• esiste almeno un equilibrio psicologico , in base al quale tutti gli agenti massimizzano la loro utilità, la osservanza col principio di uguale accesso e non discriminazione

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Test sperimentale • Il modello è stato sottomesso a test sperimentale (Sacconi

and Faillo 2010 CPE ; Sacconi, Faillo and Ottone 2010 A&K, Faillo, Ottone and Sacconi 2015, PuCh).

• Osserviamo che :– In una situazione ex ante di pre-play communication dietro il

velo d ignoranza a, I soggetti raggiungono un accordo su principi egualitari

– Ex post giocator attivi si formano l’aspettativa di mutua osservanza.

– Il comportamento effettivo ex post mostra elevato livello di osservanza con l’accordo sottoscritto ex ante anche se nessuna sanzione lo impone e dal punto di vista materiale è un agire controinteressato.

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Intuizione a proposito dell’impresa cooperativa

• Le azioni volte a creare una cultura di impresa cooperativa tendono a ricreare le condizioni di pre-play communication che permettono agli agenti (manager, lavoratori utenti) di aderire al contratto costitutivo simulando una decsione dietro il velo di ignoranza

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In sintesi • Ostrom sostiene che la comunicazione ex ante incoraggia

l’apprendimento di norme sociali di reciprocità che permettono la cooperazione nell’offerta di beni comuni.

• Tuttavia la comunicazione «faccia a faccia» non permette il controllo di ciò che accade durante al comunicazione e introduce molte incognite nella spiegazione ,

• Al contrario la spiegazione basata sulle preferenze per la conformità ai principi di giustizia (sense of justice) permette di attribuire importanza chiave in un esperimento strettamente controllato all’accordo raggiunto sotto condizioni particolari, – L’imparzialità dell’accordo è ciò che conta per il

comportamento successivo

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In sintesi • Non vengono stabilite relazioni personali o affettive tra

le persone – (volutamente omesse dal design dell'esperimento in cui la

comunicazione avviene attraverso una rete di computer e costringe a scambiare messaggi che servono solo a raggiungere l’accordo)

• Insieme alle credenze, l’accordo sui principi raggiunto attraverso una procedura imparziale, è la sola ragione per l'emergenza della conformità ai principi

• NB: le credenze si formano per effetto dell’accordo come credenze di default

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6. Recenti cattive riforme: non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie

• Ciò che rende efficiente l’ISC come forma di governance per la gestione e riproduzione dei beni comuni è l’essere un’ impresa a governance multi-stakeholder espressione del «contratto sociale»

• Ciò è incompatibile con la finalizzazione unica o preminente alla remunerazione massima del capitale

• L’esperienza della crisi dovrebbe insegnare che la dottrina del primato dello shareholder value anche per le imprese operanti sui mercati dei beni privati ha fallito, e che al suo posto dovrebbe inserirsi una visione multi-stakeholder

• L’ISC è una versione particolarmente esigente di questo modello

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Non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie (II)

• I paradosso delle recenti riforme (Banche popolari, Credito cooperativo e IS) è stato il tentativo (in parte respinto) di affermare la visione secondo cui l’unico modello di impresa anche nel sociale deve essere ispirato al criterio dello «shareholder value»– Le banche popolari quando sono gradi devono trasformarsi

in commerciali (perché? Il MPS o CARIGE sono esempi di successo? )

– Le banche di credito cooperativo sono troppo piccole, dovrebbero accorparsi ed essere controllate da un azionista esterno (???) o potersi trasformare in commerciali (???)

– Il problema dell’IS sarebbe renderla investibile da capitale finanziario e quindi superare la forma non profit

• Ciò consentirebbe la mobilitazione di grandi quantità di capitale da investire co la logica dello shareholder value

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Non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie (III)

• Chi proporne di riformare l’IS come impresa che remuneri l’investimento finanziario secondo standard di mercato sotto il vincolo di impatti sociali misurabili dimentica che– La possibilità di appropriarsi dei residui è un incentivo a

manipolare l’informazione – L’asimmetria info e l'incompletezza contrattuale implicano

che le misurazioni non saranno affidabili– Eventualmente si faranno solo servizi misurabili che non è

detto che siano quelli più importanti

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Non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie (II) • Esiste effettivamente una grade massa di capitale in

circolazione che prende la via delle bolle speculative piuttosto che degli impeghi produttivi.

• Ma questo dipende esattamente dalla governance delle imprese finanziarie e dalla dottrina dello «shareholder value» che le domina.

• Al contrario parte di questa massa finanziaria create la QE delle banche centrali dovrebbe essere indirizzato verso forme di finanza cooperativa e non speculativa funzionale all’investimento paziente nei beni comuni

• in imprese in cui l’investitore è uno stakeholder di sorveglianza e non di controllo, e con interessi di lungo periodo e pazienti (cioè non commisurabili ai criteri dell’investimento finanziario speculativo) 65