benedizione in famiglia nel giorno di pasqua n°23 sono ... · regina dei cieli, rallegrati,...

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Data Programma Orario 25 marzo – 3 APRILE novena e Festa della Divina Misericordia Come nei giorni della semana 31 marzo Eccezionalmente Santa Messa 19,00 Nel programma , distribuito la semana scorsa manca quanto segue: Benedizione in famiglia nel giorno di Pasqua Cristo Signore, nella Pasqua di morte e risurrezione, dà in abbondanza agli uomini l'acqua che zampilla per la vita eterna. Quest'acqua traboc- ca dal pozzo della Samaritana e diventa fiume che bagna e vivifica la nuova Gerusalemme e i suoi abitanti. In vari luoghi è consuetudine per le feste pasquali "attingere" l'acqua dal fonte battesimale, per por- tarla nelle case. Con quest'acqua benedetta si fa il segno della croce e talvolta se ne prende anche un sorso prima di sedersi alla mensa di famiglia, come "segno" dell'acqua viva che disseta per la vita eterna. Prima del pasto, dopo una breve introduzione di chi guida la pre- ghiera, un familiare legge un brano della Sacra Scrittura scelto tra i seguenti: Così dice il Signore: Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,25-26). Il capofamiglia: - Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegria- moci ed esultiamo. Quindi dice: - Preghiamo Benedetto sei tu, Signore dei cielo e della terra, che nella grande lu- ce della Pasqua manifesti la tua gloria e doni al mondo la speranza della vita nuova; guarda a noi tuoi figli, radunati intorno alla mensa di famiglia: fa' che possiamo attingere alle sorgenti della salvezza la vera pace, la salute dei corpo e dello spirito e la sapienza dei cuore, per amarci gli uni gli altri come Cristo ci ha amati. Egli ha vinto la morte, e vive e regna nei secoli dei secoli. Tutti: - Amen. Il capofamiglia con un ramoscello d'olivo porge l'acqua benedetta e ciascuno si fa il segno della croce. n°23 MARZO 2016 Fra Njara Pascal Mi chiedo sempre sul significato che potrebbe avere l’augurio di Buona Pasqua. Gli eventi di questi giorni mi hanno fatto vivere questa Pasqua, con un sentimento diverso: il flusso migrativo scappando dalla guerra o della po- vertà; atti di intimidazioni e di violenza che incutono paura e terrore nel cuo- re; ma il tutto vissuto stranamente per un breve momento di commissione, poi una vita di indifferenza. Sono risorto, sono sempre con te! Vi auguro che le festività pasquali siano vera- mente occasione di Pasqua, di passaggio, di cambiamento profondo per noi Cristiani. Buona Pasqua per l’impegno di rinnovarci in Cristo: voi siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio (Col 3, 1-4 II lettu- ra). Non confondiamo la vera gioia con l’effi- mera gioia proposta dalle realtà caduche. Buona Pasqua per tornare a Gerusalemme, come i due discepoli di Emmaus, condividendo la gioia di aver incontrato il Signore Risorto. Buona Pasqua per raccontare, come Maria, lo stupore e la gioia della tomba vuota del Risorto. Affrettiamoci, come Pietro e Giovanni, verso la tomba, verso le nostre debolezze e le nostre disperazioni. Siamone certi, vi trovere- mo solo i teli posati là e il sudario, non il Cristo Risorto. Come gli apostoli, facciamo ancora fatica a credere nella Scrittura che ci parla della risurrezione del Signore, impariamo da loro a rimanere uniti nella preghiera (anche per paura dei Giudei) attendendo l’effusione dello Spirito Santo. Cerchiamo il Signore nella terra dei viventi, cioè risorgiamo con Lui cer- cando le cose di lassù (Col 3, 1-3), ci scambiamo gli auguri di Pasqua, rac- contando la gioia di aver incontrato il Signore Risorto. BUONA PASQUA !!!

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Data P r o g r a m m a Orario

25 marzo – 3 APRILE novena e Festa della Divina Misericordia

Come nei giorni della settimana

31 marzo Eccezionalmente Santa Messa

19,00

Nel programma , distribuito la settimana scorsa manca quanto segue:

Benedizione in famiglia nel giorno di Pasqua

Cristo Signore, nella Pasqua di morte e risurrezione, dà in abbondanza agli uomini l'acqua che zampilla per la vita eterna. Quest'acqua traboc-ca dal pozzo della Samaritana e diventa fiume che bagna e vivifica la nuova Gerusalemme e i suoi abitanti. In vari luoghi è consuetudine per le feste pasquali "attingere" l'acqua dal fonte battesimale, per por-tarla nelle case. Con quest'acqua benedetta si fa il segno della croce e talvolta se ne prende anche un sorso prima di sedersi alla mensa di famiglia, come "segno" dell'acqua viva che disseta per la vita eterna. Prima del pasto, dopo una breve introduzione di chi guida la pre-ghiera, un familiare legge un brano della Sacra Scrittura scelto tra i seguenti: Così dice il Signore: “Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,25-26). Il capofamiglia: - Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegria-moci ed esultiamo. Quindi dice: - Preghiamo Benedetto sei tu, Signore dei cielo e della terra, che nella grande lu-ce della Pasqua manifesti la tua gloria e doni al mondo la speranza della vita nuova; guarda a noi tuoi figli, radunati intorno alla mensa di famiglia: fa' che possiamo attingere alle sorgenti della salvezza la vera pace, la salute dei corpo e dello spirito e la sapienza dei cuore, per amarci gli uni gli altri come Cristo ci ha amati. Egli ha vinto la morte, e vive e regna nei secoli dei secoli. Tutti: - Amen. Il capofamiglia con un ramoscello d'olivo porge l'acqua benedetta e ciascuno si fa il segno della croce.

n°23

MARZO 2016

Fra Njara Pascal

Mi chiedo sempre sul significato che potrebbe avere l’augurio di Buona

Pasqua. Gli eventi di questi giorni mi hanno fatto vivere questa Pasqua, con

un sentimento diverso: il flusso migrativo scappando dalla guerra o della po-

vertà; atti di intimidazioni e di violenza che incutono paura e terrore nel cuo-

re; ma il tutto vissuto stranamente per un breve momento di commissione,

poi una vita di indifferenza.

Sono risorto, sono sempre con te!

Vi auguro che le festività pasquali siano vera-

mente occasione di Pasqua, di passaggio, di

cambiamento profondo per noi Cristiani.

Buona Pasqua per l’impegno di rinnovarci in

Cristo: voi siete morti e la vostra vita è ormai

nascosta con Cristo in Dio (Col 3, 1-4 II lettu-

ra). Non confondiamo la vera gioia con l’effi-

mera gioia proposta dalle realtà caduche.

Buona Pasqua per tornare a Gerusalemme,

come i due discepoli di Emmaus, condividendo

la gioia di aver incontrato il Signore Risorto.

Buona Pasqua per raccontare, come Maria, lo stupore e la gioia della tomba

vuota del Risorto. Affrettiamoci, come Pietro e Giovanni, verso la tomba,

verso le nostre debolezze e le nostre disperazioni. Siamone certi, vi trovere-

mo solo i teli posati là e il sudario, non il Cristo Risorto. Come gli apostoli,

facciamo ancora fatica a credere nella Scrittura che ci parla della risurrezione

del Signore, impariamo da loro a rimanere uniti nella preghiera (anche per

paura dei Giudei) attendendo l’effusione dello Spirito Santo.

Cerchiamo il Signore nella terra dei viventi, cioè risorgiamo con Lui cer-

cando le cose di lassù (Col 3, 1-3), ci scambiamo gli auguri di Pasqua, rac-

contando la gioia di aver incontrato il Signore Risorto.

BUONA PASQUA !!!

I RITI DELLA SETTIMANA SANTA

Nella Settimana santa il Cristianesimo celebra gli even-ti di fede correlati agli ultimi giorni di Gesù: la Sua Pas-sione, Morte e Resurrezione. Nel mondo, la maggior parte dei cristiani chiama Settimana santa il periodo, da Domenica delle Palme al Sabato santo, che precede la Pasqua, cioè la domenica in cui si ricorda la resurre-

zione dai morti di Gesù Cristo. La Pasqua è la massima solennità della fede cristiana e in occidente si celebra ogni anno la domenica che segue la prima luna piena di primavera (tra fine marzo e aprile). La Settimana santa, celebrata con solennità, si apre con l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato come messia e figlio di Davide. Nella liturgia viene letto il racconto della passione di Ge-sù secondo l'Evangelista corrispondente al ciclo liturgico che si sta vivendo. La tradizione risale a prima del IV se-colo. Questa ricorrenza non segna la fine della quaresi-ma che, nella forma ordinaria del rito romano, si conclu-de il giovedì santo esattamente prima della messa ve-spertina. Il lunedì, martedì e mercoledì santo la Chiesa contempla in particolare il tradimento di Giuda per tren-ta denari. La prima lettura della messa presenta i primi tre canti del Servo del Signore che si trovano nel libro del

profeta Isaia. Nella Chiesa cattolica, durante la mattina del Giovedì santo o il pomeriggio del Mercoledì santo non si celebra l'eucaristia, perché in ogni diocesi viene celebrata un'unica messa nella chiesa cattedrale, presieduta dal vescovo, insieme a tutti i suoi presbiteri e diaconi (messa crismale). In questa messa vengono consacrati gli oli santi e i presbìteri rinnovano le promesse dell'Ordine sacro. Il solenne triduo pasqua-le della passione, morte e resurrezione di Cristo inizia nel pomeriggio del giovedì santo. La sera si celebra la messa in Cena Domini, nella quale si ricorda l'Ultima cena di Gesù, l'istituzione dell'eucaristia e del sacerdo-zio ministeriale, e si ripete la lavanda dei piedi effettua-to da Cristo nell'Ultima cena. Alla fine della messa le

croci restano velate, le campane silenti, e gli altari senza ornamenti, ec-cettuato l'altare della reposizione dove vengono conservate le sacre spe-cie per l'adorazione e per la comunione del giorno seguente. Il Venerdì santo si ricorda il giorno della morte di Gesù sulla croce.

La chiesa celebra, verso le tre del pomeriggio, la solenne Passione. Il Sabato santo è tradizionalmente giorno in cui non si celebra l'eucaristia e la comunione si porta solamente

ai malati in punto di morte. Viene invece celebrata la liturgia delle Ore; caso unico nell'anno liturgico, i vespri di questo saba-to non sono considerati primi vespri della domenica seguente (la domenica di Resurrezione). Infine durante la notte si celebra la solenne veglia pa-squale, durante la quale si celebra la Risurrezione di

Gesù, che, nella Chiesa cattolica, è la celebrazione più importante di tutto l'anno liturgico. Vito Altieri

Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasqua-le, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste in sosti-tuzione dell'Angelus. E' una delle quattro antifone mariane. Le altre tre antifone mariane sono:

Salve Regina, Alma Redemptoris Mater e Ave Regina Coelorum. Vengono, per tradizione, cantate al termine della compieta, la pre-ghiera della Liturgia delle Ore, recitata a fine giornata.

REGINA CAELI

Regina dei cieli, rallegrati, alleluia. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,

è risorto, come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi, alleluia.

Rallegrati, Vergine Maria, alleluia. Il Signore è veramente risorto, alleluia.

Preghiamo. O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Ma-ria Vergine, concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

REGINA DEL CIELO “REGINA CAELI