barbera del monferrato presentazione

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Dastoli Francesco, Giordano Giulio, Primatesta Camilla

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Page 1: Barbera del Monferrato presentazione

Dastoli Francesco, Giordano Giulio, Primatesta Camilla

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Caratteristiche organolettiche:• COLORE: rosso rubino piu o meno intenso;

• ODORE: vinoso, caratteristico;

• SAPORE: asciutto, mediamente di corpo, talvolta vivace;

• TITOLO ALCOLOMETRICO VOLUMICO TOTALE MINIMO: 11,50% vol; per la “Barbera del Monferrato” con indicazione di “vigna”: 12,00% vol;

• ACIDITÀ TOTALE MINIMA: 4,5 g/l;

• ESTRATTO NON RIDUTTORE MINIMO: 23,0 g/l.

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Caratteristiche del vitigno

Il vitigno è si adatta bene ai terreni e ai climidel Monferrato: un sistema collinare pocoelevato dal clima temperato caldo

Foglia di media grandezza, pentagonale, pentalobata con grappolo mediamente grande,cilindrico, alato con acino medio-grande dicolore blu-nero.

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La pietra da cantoni

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Storia del MonferratoLa storia del vitigno èstrettamente legata a quella delsuo territorio, il Monferrato.Questo è il territorio che ècompreso fra due fiumi: ilTanaro e il Po.

Nei secoli il Monferrato fudominato da varie popolazioni:Liguri, Celti, Romani eLongobardi fino a raggiungerela propria indipendenza comeMarchesato.

Nel 1708 cadde sotto ildominio dei Savoia.

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Dal Monferrato al vitigno BarberaLe origini del vitigno Barbera sono antichissime: probabilmente nato da incroci inparte anche spontanei di vitigni già esistenti, era conosciuto già dai Longobardi; ladenominazione attuale gli fu attribuita da Gallesio “Vitis viniferaMontisferratensis”.

L’apice del successo viene raggiunto nel XIX sec. quando diventa il protagonistaindiscusso della scena vitivinicola piemontese come attestano Leardi e Demaria nel1873.

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Le malattie del vitignoUn punto cruciale della storia di questovitigno arriva alla fine dell'ottocento, quandola filossera inizia a distruggere sempre piùviti: i viticoltori si resero conto che erapossibile far sì che il vitigno Barberasopravvivesse innestandolo sulla radice dellavite americana.

La più perniciosa tra le patologie delvitigno è la flavescenza dorata che inquesti anni sta distruggendo larga partedelle delle piante e ad oggi non è stataancora trovata una cura definitiva.

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Il Monferrato appare votato alla viticoltura di qualità già nel XI secolo cometestimoniano alcuni documenti, tuttavia la produttività ha sempre trovato un limitenella forte frammentazione della proprietà che ha reso difficile l'affermarsi diaziende forti. Assume quindi grande importanza in questo ambito la cooperazioneenologica.

L’avvento della cooperazione enologica

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Produzione: tra storia e innovazione

Un tempo la spremitura delle uve, trasportate da piccoli carri, avveniva a mano o conl'ausilio di utensili manuali, successivamente vennero introdotti prima i torchi lignei e poinegli anni del secondo dopo guerra le vasche di cemento dove l’uva veniva facilmente“pigiata”; oggi i camion scaricano l’uva nelle vasche d'acciaio dove attraverso una cocleasi provvede a separare gli acini dai graspi e contemporaneamente a spremerli.

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Attraverso una conduttura il mosto giunge in grandi cisterne di cemento vetrificato nelquale riposa per un periodo di giorni che varia da annata ad annata in base al grado alcolicopresente nell’uva; questo processo negli anni ha subito principalmente due variazioni:• la meccanizzazione del processo di trasporto del mosto (che non avviene più

manualmente);• innovazione dei “contenitori”, ovvero si è passati dalle botti alle cisterne e vasche di

contenimento;

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Il vino veniva un tempo filtrato da particolari filtri di stoffa che trattenevano le impuritàe permettevano il gocciolamento del fluido ripulito; oggi invece si provvede al filtraggioautomatico del vino con particolari filtri i quali nel periodo in cui il vino riposa nellecisterne, lavorano ininterrottamente in modo da depurarlo dalla cosiddetta “feccia”,ovvero lo scarto/ le impurità del vino dalle quali, se distillate si ricava la grappa.

Filtraggio

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Imbottigliamento

Una volta che il vino è pronto a essere imbottigliato una linea automaticasvolge questo procedimento; l'imbottigliamento appare relativamente direcente nella storia della viticoltura: si stima infatti che sia stato introdottonella seconda metà dell'800.

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Ritorno al PassatoIl pur importante apporto dellatecnologia nella vinificazione haportato a perdere una certa partedella tradizione produttiva che inpassato era caratteristica distintivadi eccellenza. In particolar modosi è persa nel tempo l’idea che ilvino del Monferrato (il Barbera,ma soprattutto il Grignolino)fosse un vino da invecchiamento.Consci della perdita subita iviticoltori più attenti stanno oggicercando di recuperare questetradizioni.

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Coltivazione biologica e biodinamica

Caratteristiche tipiche coltivazione biologica:• Non si fa utilizzo di prodotti chimici;

• Inerbimento;

• Scelta varietale;

BiodinamicaSi ritiene che i movimenti di pianeti e

stelle abbiano un influsso rilevante sullosviluppo e sulla vita di piante uomini eanimali. Non si può quindi procederealle varie fasi agricole quando sipreferisce ma bisogna osservare precisicalendari.

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UNESCO e Ecomuseo"i siti devono rappresentare un esempio eccezionale di un insediamento umanotradizionale o di utilizzo tradizionale del territorio o del mare che sia rappresentativo diuna o più culture, oppure dell'interazione umana con l'ambiente.”

Assume in questo ambito rilevante importanza l'ecomuseo che è il museo del territorio:“un qualcosa che rappresenta ciò che un territorio è, e ciò che sono i suoi abitanti, a partiredalla cultura viva delle persone, dal loro ambiente, da ciò che hanno ereditato dal passato,da quello che amano e desiderano mostrare ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli."

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InfernotGli infernot sono una singolare tipologia di manufatto architettonico scavati in unaformazione geologica presente solo nel Basso Monferrato, la cosiddetta Pietra daCantoni

Caratteristiche:

• Temperatura e umidità costanti• Assenza di luce e aerazione diretta

Naturali:

Strutturali:

• Presenza del tavolo• Mensole e gradoni• Nicchie

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Storia degli infernot

Si presume che i primi infernot siano statiscavati nella seconda metà dell’800 quandofu introdotto l’imbottigliamento.

A sostegno di questa tesi, GiuseppeNiccolini nella sua opera “A zonzo per ilcircondario di Casale Monferrato”, risalentealla prima metà dell’ottocento, nella qualedescriveva le cantine del Monferrato, nonmenziona gli infernot.

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ProspettiveAd oggi possiamo dire che è il Barbera, in quanto eccellenza vinicola italiana giàconosciuta in tutto il mondo, a valorizzare e attrarre turisti in queste zone. Tuttaviala valorizzazione del territorio non si riflette in una intuitiva valorizzazioneeconomica: non vi è un materiale ritorno economico per i produttori dei vini.Andrebbe infatti sfruttata la visibilità data dall’UNESCO al territorio. Come?

• Etichette

• Valorizzazione che parte dal territorio

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Grazie per l’attenzione!