azan e la spada di dityan

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La Terra Sospesa è ormai un mondo in pace. Dopo tante lotte e tanti pericoli, dopo che la perfida strega Frida e il suo odioso figlio Dandel sembrano essere stati sconfitti, nel Regno degli Eggar regna finalmente l’armonia. Azan, coronando il suo sogno dopo essersi unita in matrimonio al principe Urban, mette al mondo Azira, una splendida bambina che nasce nell’amore. Ma nelle profondità della terra oscure entità si agitano, pronte ad uscire, ansiose di conquistare la Terra Sospesa. Dal regno delle tenebre un vero esercito di mostruose creature sta per materializzarsi, preparandosi a devastare, distruggere, e uccidere chiunque si opponga a questo. Presto quell'armonia si tramuterà in desolazione. Ma Azan avrà nuovi amici, nuove armi e unendo come sempre le forze di tutte le creature piccole e grandi della Terra Sospesa, combatterà strenuamente le terrificanti forze del male, che stavolta sembrano essere davvero imbattibili.

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Maristella Angeli

Azan e la spada di Dityan

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Ai lettori di questo romanzo, finché riconoscano i valori in

esso espressi: la pace tra i popoli, la speranza nel futuro,

l’entusiasmo e l’amore per la vita.

Maristella Angeli

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Copyright © 2014 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i PaesiCasa Editrice AntipodesVia Toscana, 290144 [email protected]

In copertina: Strade di luce di Maristella Angeli

ISBN: 978-88-96926-45-1

Maristella Angeli, Azan e la spada di Dityan, Antipodes, Palermo2014

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Scoprire e scoprirsi all’interno di vocaboli, nell’intimità diun autore, nello specchiarsi in parole incise nell’anima.

La grande magia ora è impressa, e invade l’anima che sussurra.

Maristella Angeli

Premessa

Questo secondo romanzo ha come protagonista la stessa prin-cipessa Azan, vissuta per diciotto anni sulla Terra ed ora tornata afar parte del suo popolo, un’unica stirpe elfica sopravvissuta e ri-fugiatasi in un pianeta parallelo e invisibile, molto vicino a quelladei terrestri: la “Terra Sospesa”.

La protagonista narra le vicende, i pericoli che dovrà affrontareinsieme al suo popolo, a causa di un nuovo e terribile attacco delleforze del male. Invincibili e potenti nemici minacciano le loro vitee quelle dei terrestri; affrontarle non sarà cosa facile. Ancora unavolta, gli elementi magici e le forze del bene le verranno in aiuto.L’unione, salda e indistruttibile di un popolo che desidera l’armo-nia e la pace, sarà determinante.

L’Autrice

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Capitolo1

Sufflan il vento che annuncia

Nuove vite segnano le ere e il tempo, scandite dal fato,

che di magia è intessuto.

Molto tempo era trascorso dalla cerimonia nuziale con il prin-cipe Urban e nella Terra Sospesa regnava l’armonia. Il sacro ritocelebrato nella foresta di Hilmianj, aveva segnato l’inizio di unanuova era. Un’unione scritta nel Libro Sacro Elfico, accolta dallanatura cui ogni elfo è legato come in simbiosi.

Un periodo stupendo della mia vita. Urban si rivelò un Eggardalle infinite qualità, attento, premuroso, coraggioso e affidabile.Ogni nuovo giorno era colmo di amore e di felicità.

La ragazzina di un tempo, vissuta sulla Terra per diciotto anni,era comunque un pensiero ancora vivo in me. Ricordavo perfet-tamente il mio aspetto, il mio corpo grassottello, i brufoli che cer-cavo di nascondere con uno strato spesso di fondotinta, icompagni di scuola, le risatine ironiche, gli sguardi di disgusto

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dei ragazzi e le battutine, di quelle che fanno male: “Brutta e grassa!”Mi mancava soprattutto la mia amica Lia e la gattona Miù. Distolsi i miei ricordi percependo strane vibrazioni.Qualcosa d’imprevisto giungeva a interrompere l’armonia che

regnava nella Terra Sospesa.Nella contea del sud si era avvertito un tremore, scosse ripetute.I Saidi avevano avvistato del fumo in lontananza, ma sapevano

che il vulcano Seymont era molto lontano, non poteva quindi co-stituire un pericolo. Avevano avvistato dei meteoriti, come avve-niva spesso nella Terra Sospesa. Nessuno se ne preoccupò.

Il mago Mixia, creatore della nostra terra, teneva sotto con-trollo tutto ciò che accadeva; era lui che ci proteggeva. Ci senti-vamo al sicuro da qualsiasi tipo di minaccia e percepivo chequalcosa stava accadendo, qualcosa che avrebbe messo in peri-colo le nostre vite.

«Urban, andiamo a vedere nella postazione più alta. Megliocontrollare.»

«Certo Azan, ma ci sono i Saidi che hanno una vista d’aquila.Se può essere utile a tranquillizzarti, andiamo a vedere di persona.»

Salimmo sulla torre di avvistamento per controllare la situazione.«Mi sembra che questa volta ci sia più fumo del solito sul vul-

cano Seymont.»«Sembra anche a me, Azan. I Saidi hanno avvistato meteoriti.

Ogni tanto si verificano dei fenomeni vulcanici. Non ti preoccupare.»Osservammo i Saidi sventolare la bandierina blu, segno che

tutto era tornato alla normalità.Rassicurata, tornai nelle mie stanze. Mi apprestai a prepararmi

con cura e, mentre indossavo un vestito damascato mi specchiai.La mia immagine riflessa era quella di una splendida princi-

pessa dai lunghi capelli biondo grano e dai grandi occhi azzurrocielo, ma a quella figura si sovrappose l’immagine terrestre. I ri-

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cordi riaffiorarono, la mia vita passata, e ripensai a tutto ciò chel’aveva cambiata radicalmente.

“Dove credi di andare con quella palandrana che indossi?” Erastata una delle battute preferite dei miei compagni. Solo Lia miconsolava e riusciva a comprendermi. Chissà se si era poi fidan-zata con Enzo, di cui era cotta. Se avesse conosciuto la verità,avrebbe compreso? Avrebbe potuto credere? E se mi avesse vistocosì, com’ero ora, mi avrebbe riconosciuta?

Appartenevo al popolo Eggar, figlia della regina Eine e del reSoldian, predestinata a salvare il mio popolo. Ancora ricordavo laterribile voce della strega Frida, le minacciose parole del principedelle tenebre. Grazie all’aiuto dell’amato Urban, delle fatine delbosco Andrian, Sillan e Vanis, ero riuscita nell’impresa: avevo li-berato il mio popolo distruggendo Frida e suo figlio Dandel.

Sapevo che se non ci fosse stato Vogish il drago protettore,Zenze lo specchio magico, Thishaf il bottoncino luminescente,Sifah il portagioie misterioso e Khiris l’amuleto degli Eggar, nonsarei certamente riuscita a sconfiggere quegli esseri demoniaci.Senza i consigli di Saspha, l’albero della saggezza, non avrei sa-puto svelare la formula magica per richiamare a me Acrum, laspada sacra, la sola in grado di distruggere il male. L’intero popoloEggar mi era stato accanto. Gli elfi potevano leggere nel pensiero,erano uniti nel percepire il sentimento e lo stato d’animo diognuno.

Era una bella giornata e il paesaggio era talmente stupendo chesembrava di vivere in una favola. Urban aveva impegni militari,così mi allontanai a cavallo. Muioj era il mio destriero pezzato,un Mustang. Il cavallo per gli elfi era un animale con il quale siaveva un profondo rapporto d’intesa e di fiducia reciproca: gliEggar avevano appreso dagli indiani Navajos a rendere unico, que-sto forte legame.

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Passeggiando per l’estesa prateria, ero presa dai ricordi e daitanti pensieri.

«Chissà se potrò tornare sulla Terra. E Miù? Come vorrei averlaqui, con me.»

Sapevo che la signora Elvira, la “gattara” del quartiere, curavatutti i gatti quando gli inquilini erano assenti. Fortunatamente leavevo lasciato le chiavi del mio appartamento e, ascoltando i mia-golii acuti di Miù, sapeva bene quando entrare in casa.

Quanto ai compagni di scuola, ormai iscritti a facoltà universi-tarie, desideravo rivederli nonostante mi avessero preso in giro peril mio aspetto. Sentivo che mi stavano cercando. Certo un po’ ave-vano ragione a darmi l’appellativo di “aliante in volo” visto leampie palandrane svolazzanti che indossavo per nascondere i nu-merosi rotolini di grasso. In quanto a Dean, pensavo a come avevofatto a invaghirmi di un tipo talmente vuoto e insignificante.

Mentre ero presa dai pensieri e dai ricordi, percepii un sibilo,poi una voce soave che mi chiamava.

«Principessa Azan, ora hai cose più importanti cui pensare.»Mi girai, ma non sembrava ci fosse nessuno.«Chi sei?» Chiesi incuriosita.Un vento tiepido mi avvolse, come a ricoprirmi con un soffice

manto d’aria.«Sono Sufflan il vento che annuncia.»Guardai sorpresa la strana morbida mantella d’aria che sem-

brava abbracciarmi.«Non temere porto buone notizie.»«Buone notizie? Dimmi quali.»«Azan, le donne Eggar percepiscono ogni più piccolo cambia-

mento nel proprio corpo.»«Cosa vuoi dirmi?»«Lo scoprirai da sola. Appoggia la mano sul tuo ventre.»

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Sorpresa a quella richiesta, obbedii.«Non sento niente. Proprio niente!»«Un po’ più in basso Azan.»«Oh…ma…?»«Puoi già sentirlo. Gli elfi possono!»Un piccolo battito velocissimo, come di un tic tac di orologio.«Sufflan, lo sento!»«Sì Azan, è il suo cuore.»«La mia bambina, mia figlia!»Scesi da cavallo e talmente grande era la felicità, che ridevo e

roteavo su me stessa.L’emozione fu talmente forte, che mi girò la testa. Distesa sul

prato fiorito, continuavo ad ascoltare la nuova vita crescere in me. «Azan, forze oscure si muovono nelle profondità. Dovrai pro-

teggere tua figlia!»«Nuove forze oscure? Ormai non c’è più pericolo per il popolo

Eggar.»«Purtroppo il male mette radici nelle profondità della terra. Pro-

teggi la tua bambina Azan!»Così com’era giunto improvviso il vento si dissolse, con un ul-

timo sibilo.Uno svolazzare di piccole ali annunciò l’arrivo dell’insepara-

bile fatina.«Andrian, mia dolce fatina.»«Azan, ho percepito la tua felicità e ne conosco il motivo. Sono

felice per te, una figlia è un tesoro prezioso.»«Grazie, sei molto cara! Devo annunciare l’importante notizia.»«Tutti già sanno. Ricordi, sappiamo leggere il pensiero!»Le vocine di Sillan e di Vanis si sovrapposero, rallegrando il

momento magico. Le fatine erano talmente emozionate, che nonriuscivano a farsi capire e farfugliavano.

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