auguri di buona pasqua a tutti - parrocchia di cassago ... · aiutati da un testo in preparazione...

12
1 Auguri di Buona Pasqua a tutti dalla redazione di Ueicap!

Upload: lytruc

Post on 15-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

1

Auguri di Buona Pasqua a tutti

dalla redazione di Ueicap!

2

MEDINITALY – CARNEVALE AMBROSIANO 2011

Sabato 12 Marzo nel nostro oratorio, come in tanti altri, si è festeggiato come ogni anno la festività del carnevale. Come sappiamo il tema del carnevale cambia sempre e quest’anno grazie al 150° anniversario dell’unità d’Italia, si è deciso di proporre la nostra ITALIA in tutti i suoi aspetti: difatti ci si poteva sbizzarrire in molti modi. Per rendere possibile sfilata la sfilata e i giochi a cui i bambini hanno partecipato e aderito vivamente, ci sono state delle serate tra di noi (animatori) per preparare tutto ciò: gli allestimenti presenti per l’oratorio, come ad esempio la torre di Pisa, il Colosseo e l’ufficio del presidente, dove ognuno poteva scattare una foto e così sentirsi presidenti per qualche minuto! Durante il pomeriggio gli animatori erano travestiti in diversi modi: un gruppo da hostess dell’Alitalia, altre da calciatrici della nazionale italiana, un ragazzo da vero pizzaiolo napoletano, una ragazza da pizza e infine altri da Garibaldini…insomma da tutto ciò che in minima parte poteva rappresentare la nostra patria. La sfilata del pomeriggio è iniziata ad Oriano davanti alla chiesa, ha attraversato una buona parte di Cassago e infine è terminata con l’arrivo in oratorio, dove i bambini hanno trascorso un bellissimo pomeriggio tra giochi e dolci tipici della festività. Ad ognuno dei partecipanti ai giochi veniva assegnata un’iscrizione, compilata da degli animatori, che serviva per accedere ai diversi giochi e una volta svolti, scrivere il punteggio da loro eseguito. I giochi erano 4. Il primo consisteva nel fare più canestri possibili , pur avendo sugli occhi degli occhiali speciali di cartone. Il secondo era basato sulla cucina italiana: LA PIZZA! Al bambino venivano consegnati una pizza di cartone e degli ingredienti, successivamente gli venivano riferiti alcuni di essi con i quali doveva creare una vera e propria pizza.

Il terzo era semplicemente un grande puzzle dell’Italia, che bisognava ricomporre incastrando correttamente le regioni, formando così la nostra nazione. Quarto e ultimo gioco consisteva in una specie di fionda, che serviva per lanciare dei piccoli aeroplanini di carta dell’Alitalia. Spero che ogni bambino e ragazzo durante questa giornata si sia divertito, soprattutto per aver avuto la possibilità di scegliere un travestimento idoneo al tema della nostra ITALIA! Jessica

Provvederemo a mettere la foto

anche sul sito!!!!

Un grande ringraziamento alle mamme che hanno riordinato e messo a nuovo

con tanta pazienza il camerino e gli abiti del teatro.

3

All’estero può sempre esservi utile…

Our Father, Who art in heaven

Hallowed be Thy Name;

Thy kingdom come,

Thy will be done,

on earth as it is in heaven.

Give us this day our daily bread,

and forgive us our trespasses,

as we forgive those who trespass

against us;

and lead us not into temptation,

but deliver us from evil. Amen.

GIORNATA DI RITIRO 3a ELEMENTARE

13 marzo 2011

Domenica 13 marzo, i bambini di 3à elementare si sono ritrovati in

oratorio per la prima volta, dopo la S. Messa delle ore 10,30, per la

giornata di ritiro quaresimale.

Ecco alcune impressioni dei bambini.

Ci piace andare a catechismo il martedì, ritrovarci con gli amici,

con la catechista e parlare di Gesù. Il giorno di ritiro ci è piaciuto molto, in particolare quando il parroco ci ha raccontato la storia di Bianchina. Vorremmo la pace nel mondo, così ci sentiamo più vicini a Dio. Marco, Camilla, Sara, Riccardo, Monica, Gloria, Anna.

Della giornata di ritiro ci è piaciuto quando don Adriano ci ha raccontato la storia di Bianchina e quando abbiamo fatto i lavoretti. Al mezzogiorno la pasta al ragù era buonissima, infatti abbiamo fatto il bis. Non ci è piaciuto la parte del gioco, perché è stato poco. Alessia e Simone B. A me è piaciuto, perché abbiamo fatto i lavoretti ed ho conosciuto bambini nuovi. Beatrice P.

Per me la giornata di ritiro è stata interessante, perché alla

celebrazione della S. Messa ci siamo incontrati con tutti i compagni e le

catechiste Piera, Giuseppina e Maria Rosa. Ho provato una forte

emozione quando ci siamo messi tutti in fila per l’imposizione delle ceneri.

Finita la cerimonia, senza i genitori, siamo andati a mangiare in compagnia

all’oratorio dove abbiamo anche giocato e colorato.

L’emozione più forte è stata quando don Adriano ci ha raccontato la storia di un pastore con il suo gregge e la

pecora Bianchina, che era la più bella, ma anche la più capricciosa e disobbediente. Scappò dal gregge e fece brutte

avventure. Quando il pastore la ritrovò, invece di sgridarla, la mise sulle spalle, la portò a casa e le fece una grande festa.

L’insegnamento di questa storia è che tutti noi non dobbiamo essere cattivi con chi sbaglia e Gesù ce lo insegna.

Melissa

RITIRO RAGAZZI DI 1a MEDIA Giovedì 17 Marzo

Giovedì 17 noi ragazzi di prima media abbiamo fatto il ritiro. Questo è iniziato con una messa in Chiesa Parrocchiale, continuando in oratorio. In chiesetta abbiamo meditato assieme. Lì siamo divenuti "pittori" di noi, degli altri e di Gesù, abbiamo infatti capito che, se devi dire come è una persona, il suo difetto non lo devi far notare, non lo devi cancellare, ma solo metterlo in secondo piano.

Dopodiché siamo andati nel salone a mangiare. Infine siamo partiti tutti insieme per andare alla “Nostra famiglia”. Lì una signora che lavora nel centro ce lo ha presentato attraverso parole ed un filmato. Abbiamo anche parlato con due ragazzi che stanno lì dei mesi per sottoporsi alle cure: Anna e Giacomo. Dopo aver visitato questo luogo abbiamo fatto merenda. Siamo tornati a casa. Una ragazza

Non capita spesso di avere l'opportunità di ascoltare due ragazzi speciali. Con nostra figlia che si appresta a vivere la Cresima abbiamo avuto questa opportunità una domenica pomeriggio di marzo presso l'istituto “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini. Anna e Giacomo non hanno forza nelle gambe, soffrono di osteoporosi imperfetta e quindi sono costretti a muoversi su una carrozzina. Anche le loro braccia non sono robuste come le nostre... ma hanno una grande forza interiore che consente loro di tagliare tanti traguardi. Giacomo, studente universitario, ama i motori ed è riuscito a conseguire la patente B. Anna, 10 anni, va a scuola con profitto e non si vergogna ad ammettere di avere 8 in comportamento. E' un “peperino” dalla simpatia travolgente.

Due persone diverse, di età ma anche di carattere, che hanno una cosa in comune: la forza di volontà che ha consentito loro di raggiungere gli obiettivi che si erano posti. Anche quelli più difficili. Non senza sacrifici, certo.

A loro, alla loro forza di volontà, deve andare il nostro pensiero quando ci troviamo di fronte a difficoltà che ci paiono insormontabili e che invece, rispetto ad altre, sono tanto piccole. Grazie Anna. Grazie Giacomo. Due genitori

4

Catechismo giovani: richiamati dal desiderio

“Richiamati dal desiderio”: non c’è espressione più appropriata per descrivere ciò che sono stati per noi i primi tre incontri di catechismo giovani. Il desiderio di avere un luogo in cui poter crescere nella fede, infatti, è stato il motivo per cui, con insistenza, abbiamo chiesto a Don Adriano di aiutare noi giovani nel cammino cristiano: è nata così l’idea di riprendere l’itinerario di catechesi per i giovani. Aiutati da un testo in preparazione alla prossima GMG di Madrid (“Dio ci ha fatti capaci di vivere con Lui: una domanda, un´intuizione apre un cammino”) abbiamo ri-scoperto che ciò che definisce l’uomo è quel desiderio di infinito, di pienezza della vita che comunemente è detto “senso o domanda religiosa”. Questa domanda è una esperienza comune a tutti gli uomini e, a maggior ragione, l’abbiamo riconosciuta come esigenza prioritaria per la nostra vita di giovani, e che ci ha portato a vivere con grande aspettative questi incontri.

Il catechismo vuole essere un cammino che vogliamo percorrere insieme per aiutarci ad andare a fondo di questo desiderio e quindi ad andare a fondo del nostro essere uomini. Siamo rimasti colpiti dal fatto che tale percorso non sia un discorso o un ragionamento filosofico, ma che sia il semplice riconoscimento della presenza di “fatti” nelle circostanze e nelle esperienze della nostra vita che ti mettono continuamente in cammino.

Ci auguriamo che questo cammino oltre che ad essere un aiuto per la nostra vita ci veda crescere anche in un’amicizia sempre più vera tra noi che lo condividiamo. Andrea e Maria

UN'OPERA DI MISERICORDIA Non sempre ci ricordiamo che vicino a noi vivono delle persone che

sono considerate da emarginare ed evitare, anzi, spesso del tutto dimenticate: i carcerati.

Quest'anno, noi e altri giovani di Cassago, abbiamo aderito all'iniziativa della Diocesi "Giovani e Carceri", che mira all'incontro tra i ragazzi e le persone che vivono l'esperienza del carcere. Ognuno ha potuto scegliere quale carcere visitare, noi abbiamo optato per la sezione femminile del carcere di Monza.

A febbraio c'è stato un incontro preparatorio con il cappellano del carcere, poi, il 5 marzo, ci siamo recati in Via Sanquirico, sede del carcere.

Radunati tutti davanti all'alto cancello, abbiamo atteso l'arrivo della guardia che, attraverso una serie di porte blindate e corridoi cinti dalle sbarre, ci ha introdotti all'interno della struttura. Subito ci siamo trovati disorientati dalla presenza di molti orologi da muro, ognuno fermo su un orario diverso, come ad indicare che il tempo del carcere scorre in maniera differente, è scandito da altri ritmi. Ci siamo riuniti nella sala polivalente della struttura, trenta in tutto, circa quindici "ospiti" e quindici "padrone di casa". Il bello dell'incontro, guidato dalla suora del carcere, si è visto già dell'inizio: non ci si guardava con diffidenza o timore, sedendo noi da un lato e loro in quello opposto, ma con voglia di incontrarsi, seduti in cerchio, l'uno accanto all'altro, indistintamente. A questo punto il ghiaccio era già crepato, quale miglior modo per romperlo del tutto, se non lasciarsi coinvolgere da un canto tutti insieme?

Le due ore messe a nostra disposizione per l'incontro sono cominciate con la loro curiosità di sapere cosa ci avesse spinto a questa attenzione nei loro confronti: le risposte sono state differenti, ma tutte con in comune la volontà di conoscere da vicino una realtà spesso estranea e di trovare in questa esperienza un momento di crescita. Non sapevamo, in realtà, quanto questo incontro sarebbe stato un vero e proprio scambio: una frase come: "Vi ringraziamo per essere qui, perché il solo sapere che c'è qualcuno fuori che pensa a noi, vuol dire veramente molto", dà l'idea dell'importanza per loro del nostro gesto; d'altro canto, vedere tanta umanità nei loro racconti e nelle loro lacrime, ma tanta forza nel vivere l'esperienza del carcere, pur nella consapevolezza dei loro sbagli, riuscendo a riscoprire il bene in loro stesse, ci ha fatto portare a casa molto più di quanto ci saremmo aspettati. Riccardo e Fiammetta

5

Accadde a aprile…

in quel di CASSAGO

Chiara

6 Aprile 1952 viene collaudato l'organo

ristrutturato

2 Aprile 2005 Gita di respira la montagna

a S.Tomaso e veglia per la morte del Papa

Giovanni Paolo II

Pellegrinaggio all’urna di S.Carlo E… S.MESSA in DUOMO con il CARDINALE!!!!!

Domenica 20 marzo noi ragazzi cerimonieri e chierichetti abbiamo avuto un privilegio unico:

il poter partecipare ad una S.Messa in Duomo a Milano celebrata dal nostro Arcivescovo Dionigi Tettamanzi .

Allora carichi ed entusiasti ci siamo ritrovati in piazza della chiesa pronti a partire.

Dopo un viaggio in macchina e in metropolitana siamo finalmente giunti a Milano …. Lì abbiamo incontrato

gli altri ragazzi del nostro Decanato di Missaglia e di Sesto Calende: eravamo davvero in tantissimi!! Prima

tutti insieme ci siamo recati nella Chiesa di S.Celso dove abbiamo celebrato i Vespri in onore del Santo.

Terminata la celebrazione ci siamo recati in Duomo per il grande evento.

Entrati siamo andati nella sacrestia per vestirci e prepararci alla Messa. Lì però ci hanno diviso dai

chierichetti, perché noi cerimonieri dovevamo servire sull’altare. Al sentire quelle parole ho pensato “Wow!

Che onore!” Allora abbiamo indossato delle vesti bianche e ci siamo spostati nella sacrestia capitolare,

ovvero quella del Cardinale.

Qui abbiamo fatto delle prove virtuali con un enorme quadro che raffigurava il Duomo con un

sacerdote che ci spiegava i movimenti . A quel punto mancava solo una cosa da fare … andare a prendere

l’Arcivescovo. Allora emozionatissimi siamo usciti da una porta laterale e siamo entrati nell’Arcivescovado. Qui

è arrivato Sua Eminenza Cardinal Dionigi e con lui siamo rientrati in Duomo.

Purtroppo i chierichetti non hanno potuto sedersi sull’altare come noi ,ma sono dovuti rimanere nelle

panche davanti. Questa S.Messa non era solo in onore di S. Carlo ma era anche per ricordare le vittime del

terremoto e dello tsunami in Giappone. Finalmente e’ iniziata la Messa. Dopo una lunga processione ci siamo

seduti ai nostri posti ed è stato acceso un grosso braciere ai piedi dell’altare secondo la tradizione

giapponese … Durante la liturgia c’è stato anche l’intervento del console del paese nipponico che ha

spiegato la situazione e ha lanciato un appello al popolo italiano.

Al termine della celebrazione ci siamo riuniti e

abbiamo fatto una foto di gruppo insieme agli altri

chierichetti.

Il Cardinale Tettamanzi felice di averci

visto presenti anche questa volta ha

commentato “Cassago e’ sempre presente”.

Infine sfiniti ma contenti siamo tornati a casa.

Per me e spero anche per i chierichetti

presenti ,E’ STATA un’esperienza

INDIMENTICABILE !!!!!!!!!

Ciao a tutti

Gabriele

6

LA RESPONSABILITA’ della FEDE

Carissimi giovani e ragazze, con grande gioia mi incontro nuovamente con voi in occasione di questa Veglia di preghiera, durante la quale vogliamo metterci insieme in ascolto di Cristo, che sentiamo presente tra noi. E' Lui che ci parla. "Voi chi dite che

io sia?" […] La risposta dell'uomo, una risposta che d'ora in poi dovrà dare senso e forma a tutta la sua vita. Ecco che cosa è la

fede! E' la risposta dell'uomo ragionevole e libero alla parola del Dio vivente. […]Ognuno di voi può ritrovare in se stesso la

dialettica di domande e risposte che abbiamo sopra rilevato. Ognuno può vagliare le proprie difficoltà a credere e sperimentare anche la tentazione dell'incredulità. Al tempo stesso, però, può anche sperimentare una graduale maturazione nella consapevolezza

e nella convinzione della propria adesione di fede.

Ogni essere umano ha dentro di sé qualcosa dell'apostolo Tommaso. E' tentato dall'incredulità e pone le domande di fondo:

E' vero che c'è Dio? E' vero che il mondo è stato creato da Lui? E' vero che il Figlio di Dio si è fatto uomo, è morto ed è risorto? La risposta si impone insieme con l'esperienza che la persona fa della Sua presenza. Occorre aprire gli occhi e il cuore alla luce dello

Spirito Santo.

Carissimi amici, anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e

testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire "l'Agnello dovunque va" (Ap 14,4). […]

Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì! Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno: penso ai fidanzati ed alla difficoltà di vivere, entro il mondo di oggi, la purezza nell'attesa del matrimonio. Penso alle giovani coppie e alle prove a

cui è esposto il loro impegno di reciproca fedeltà. Penso ai rapporti tra amici e alla tentazione della slealtà che può insinuarsi tra loro. Penso anche

a chi ha intrapreso un cammino di speciale consacrazione ed alla fatica che deve a volte affrontare per perseverare nella dedizione a Dio e ai fratelli.

Penso ancora a chi vuol vivere rapporti di solidarietà e di amore in un mondo dove sembra valere soltanto la logica del profitto e dell'interesse

personale o di gruppo. Penso altresì a chi opera per la pace e vede nascere e svilupparsi in varie parti del mondo nuovi focolai di guerra; penso a

chi opera per la libertà dell'uomo e lo vede ancora schiavo di se stesso e degli altri; penso a chi lotta per far amare e rispettare la vita umana e deve

assistere a frequenti attentati contro di essa, contro il rispetto ad essa dovuto. Cari giovani, è difficile credere in un mondo così? Nel Duemila è difficile credere? Sì! E' difficile. Non è il caso di

nasconderlo. E' difficile, ma con l'aiuto della grazia è possibile, come Gesù spiegò a Pietro: "Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). Questa sera vi consegnerò il Vangelo. E' il dono che il Papa vi lascia in

questa veglia indimenticabile. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l'ascolterete nel silenzio, nella preghiera,

facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo

e lo seguirete, impegnando giorno dopo giorno la vita per Lui! In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di

radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è

Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della

vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna. Carissimi giovani, in

questi nobili compiti non siete soli. Con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed

educatori, ci sono tanti di voi che nel nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in Lui. Nella lotta contro il

peccato non siete soli: tanti come voi lottano e con la grazia del Signore vincono! Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino" (cfr Is 21,11-12) in quest'alba del terzo millennio. Nel corso del secolo

che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli

uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e

propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri

umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi

sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.

Cari giovani del secolo che inizia, dicendo «sì» a Cristo, voi dite «sì» ad ogni vostro più nobile ideale. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell'umanità del nuovo secolo e

millennio. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni

giorno e in ogni situazione. Maria Santissima, la Vergine che ha detto «sì» a Dio durante tutta la

sua vita, i Santi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi e le Sante che hanno segnato attraverso i secoli il cammino della Chiesa, vi conservino sempre in questo santo proposito! A tutti ed a

ciascuno offro con affetto la mia Benedizione.

Alla fine del suo discorso ai giovani, Giovanni Paolo II ha così proseguito: Voglio concludere questo mio discorso, questo mio messaggio, dicendovi che ho aspettato tanto

di potervi incontrare, vedere, prima nella notte e poi nel giorno. Vi ringrazio per questo dialogo,

scandito con grida ed applausi. Grazie per questo dialogo. In virtù della vostra iniziativa, della vostra intelligenza, non è stato un monologo, è stato un vero dialogo.

Al termine della celebrazione il Papa ha salutato i giovani con queste parole: C’è un proverbio polacco che dice: "Kto z kim przestaje, takim si? staje".

Vuol dire: se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane. Così ritorno ringiovanito. E

saluto ancora una volta tutti voi, specialmente quelli che sono più indietro, in ombra, e non

vedono niente. Ma se non hanno potuto vedere, certamente hanno potuto sentire questo "chiasso".

Questo "chiasso" ha colpito Roma e Roma non lo dimenticherà mai!

Dal discorso della Veglia di Preghiera Presieduta da Papa Giovanni Paolo II Tor Vergata, sabato 19 agosto 2000

7

AGGIORNAMENTI CALCI

Bentornati all’appuntamento con il calcio delle squadre dell’Oratorio di Cassago !!! Ecco i risultati delle ultime partite disputate:

PULCINI MISTI A 6 (squadra A): 6^ giornata : Or. Cassago A – Cpo Osnago: 3 - 0 Sono 11^ con 3 punti.

PULCINI MISTI A 6 (squadra B): 6^ giornata : Pagnano - Or. Cassago B : 2 – 1 Sono 11^ con 0 punti.

ESORDIENTI A 11 99 6^ giornata di ritorno: Or. Cassago - Robbiate: 1 - 2 Sono 12^ con 2 punti.

GIOVANISSIMI A 11 97/98 6^ giornata di ritorno: Or. Cassago - Barzagò: sospesa Sono 5^ con 32 punti.

ALLIEVI A 11 94/95 10^ giornata di ritorno: Ars Rovagnate - Or. Cassago : 3 - 3 Sono 6^ con 44 punti.

JUNIORES 90/91/92/93 10^ giornata di ritorno: Robbiate - Cassago : 3 - 3 Sono 8^ con 35 punti.

Al prossimo aggiornamento sperando che le nostre squadre vincano ma soprattutto che i giocatori si divertano durante le partite !!!!!!! Ivan

GNOMEO E GIULIETTA

Il signor Capuleti e la signora Montecchi sono due vicini di casa con la passione (e un pessimo gusto) per l'allestimento del giardino. Sono rivali acerrimi, si odiano e così anche i loro oggetti da giardino (soprattutto nani ma alcune altre figure di pietra, ceramica o plastica). Divisi cromaticamente tra blu e rosso, le due famiglie di nani non si possono vedere e la cosa peggiorerà quando i rispettivi figli, Gnomeo e Giulietta, si scopriranno innamorati. "Romeo e Giulietta" del grande William Shakespeare in versione animata e ambientato nel simpatico mondo dei nani da giardino. La celebre storia di Shakespeare si trasforma così in una fiaba esilarante e imprevedibile, dove i nostri eroi, Gnomeo e Giulietta, dovranno superare tanti ostacoli. Buona visione!! Fabiola

Facciamoci due risate

Un esploratore si trova improvvisamente davanti un leone grandissimo.

L'esploratore impaurito dice:"Dio, fai che questo leone sia solo un'apparizione cristiana..."

Ed il leone risponde: "Dio, benedici questo pasto!

- Perche' Gesu' Cristo a Natale e' fra San Giuseppe e la Madonna,

invece a Pasqua e' fra i due ladroni?

- Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!

Per voi…

8

Una mano tesa verso l’altro…

Volontari per passione!!! Stefania F. 2011 – ANNO EUROPEO DEL VOLONTARIATO - Abbiamo pensato di inserire in Ueicap una sezione per aspiranti volontari, che presenta alcune realtà associative di volontariato presenti a Cassago o sul nostro territorio.

PIEDIBUS

Il piedibus è un pullman che va a piedi, composto da una comitiva di bambini che si dirigono

a scuola insieme accompagnati da almeno due adulti. E’ organizzato come un autobus: ha un capolinea prestabilito e un percorso disseminato da fermate con degli orari precisi e l’arrivo naturalmente a scuola per il suono della campanella.

L’ideatore e successivo promotore di questo servizio gratuito è l’ASL di Lecco che in concreto con i Comuni hanno esteso l’invito alle scuole primarie di molti paesi tra i quali spicca il nostro. Cassago Brianza ha aderito a questa iniziativa nel maggio dell’anno scorso, all’inizio in via sperimentale con la prima linea definita gialla, che interessava i bambini della frazione di Oriano, fino ad oggi in cui il servizio ha ben due linee collaudate di sola andata. La sopracitata linea gialla conta cinque fermate, percorre altrettante vie secondarie al fine di limitare i pericoli, con trentaquattro bambini iscritti e sette volontari; l’altra linea detta rossa tocca Via Volta e le vie attigue con 16 bambini e cinque volontari. Il percorso globale di ciascuna linea dal capolinea alla scuola è di trenta minuti. I bambini, per la tratta dalla fermata prescelta a scuola, sono coperti dall’assicurazione scolastica, mentre i volontari da una comunale. I volontari si alternano su turni prefissati.

Le motivazioni che devono spingere ciascun genitore ad iscrivere il proprio figlio a questo servizio sono numerose e tutte positive: per cominciare si contribuisce alla diminuzione dell’inquinamento e dei pericoli provocati dalle auto ammassate ai cancelli della scuola; i pediatri sostengono che una camminata di mezz’ora all’aria aperta sia con il sole che con la pioggia rafforza la forma fisica, importante per una crescita sana, e aiuta il corpo a sviluppare gli anticorpi necessari alla prevenzione delle malattie. Inoltre evita disturbi come l’obesità e la pigrizia, arriva proprio dalle maestre la conferma che i bambini “del piedibus” sono più svegli e attenti perché lungo il tragitto a piedi scaricano ansie ed eccitazioni, socializzano tra loro e acquisiscono autonomia rafforzando la loro autostima. Da ultimo imparano concretamente l’educazione stradale, abituandosi a mantenere un corretto comportamento pedonale. Una remora che induce molti genitori a non usufruire del piedibus è la cartella o per meglio dire il notevole peso di quest’ultima, problema facilmente risolvibile con una corretta preparazione della stessa in sintonia con le maestre perché non pesi troppo.

Affinché il servizio possa crescere, per maggio 2011 si sta pensando ad una possibile terza linea che possa percorrere la frazione di Tremoncino e la Via Sauro, è necessario l’impegno di ulteriori adulti che mettano a disposizione mezz’ora del loro tempo libero. I requisiti richiesti sono il buon senso, una particolare attenzione e un pari trattamento dei bambini, senza favoritismi. Gli attuali volontari hanno partecipato a quattro pomeriggi formativi per come rapportarsi ai bambini.

Proprio da loro arriva l’invito, che noi estendiamo a tutti i pensionati, i nonni, gli zii, i genitori casalinghi, di prender parte a questo servizio in quanto, oltre ad aiutare la nostra comunità in prima persona, una passeggiata fa bene alla salute fisica e la condivisione di un momento quotidiano con i bambini fa bene a quella mentale! Per chi fosse interessato segnaliamo i contatti dello sportello del cittadino Tel. 039-9213201e-mail:[email protected] oppure preghiamo rivolgersi alla biblioteca al tel. 039-9213.250, e-mail: [email protected] .

Notizie dal mondo… Vale

Terremoto Giappone, aiuti umanitari in arrivo da tutto il mondo Il terremoto dell‟11 marzo 2011 in Giappone, che ha registrato una magnitudo pari a 8,9 gradi della scala Richter, ha innescato

un devastante tsunami che si è abbattuto sulla costa nord orientale del Paese. Il sisma è stato uno dei più devastanti negli ultimi 150 anni (il più tremendo si verificò nel maggio del 1960 in Cile quando la terra tremò ad un magnitudo 9.3) e ha provocato uno spostamento dell'asse terrestre pari a 10 cm, portando all'aumento della rotazione della terra di un microsecondo (un milionesimo di secondo). L‟enorme muro d‟acqua ha travolto nella sua corsa migliaia di persone lasciando dietro di sé uno scenario di totale devastazione. Resta alta la preoccupazione per la centrale nucleare di Fukushima situata nella zona colpita dal terremoto, dove sono stati evacuati migliaia di residenti per evitare i rischi di una possibile fuga di radiazioni dagli impianti. Molti tecnici stanno tutt‟ora lavorando per limitare i danni ben sapendo che la loro incolumità si trova a grave rischio.

Ma cosa sta succedendo al nostro pianeta? Siamo sicuri che sia tutto solo un fattore naturale e che l'uomo non centri nulla? Tra le mille ipotesi fatte c'è chi sostiene che la causa del terremoto sia di natura umana. Dagli anni „50 Stati Uniti, Russia, Cina e India hanno infatti iniziato ad effettuare test nucleari e forti terremoti si sono succeduti alcuni giorni dopo questi test. Sappiamo benissimo che la crosta terrestre è in continuo movimento e le placche tettoniche che sfregano le une sulle altre provocano naturalmente terremoti, ma rimane il dubbio sul perché tutti i terremoti avvenuti dopo esperimenti nucleari abbiano avuto una così grande potenza. Ora che abbiamo davanti agli occhi questi dati e questa evidenza, non ci sono molti dubbi a riguardo: i grandi potenti stanno cambiando il nostro clima, la nostra terra e stanno distruggendo tutto negando l'evidenza.

Tornando al Giappone…nel mondo è in corso una lotta contro il tempo per portare aiuto alla popolazione giapponese colpita dal sisma e dallo tsunami. Uno dietro l'altro atterrano e ripartono gli aerocargo con a bordo aiuti umanitari e generi di prima necessità: derrate alimentari, ma anche coperte, scarpe e vestiti, raccolti dai volontari in 112 paesi del mondo e destinati al popolo giapponese.

Ricordiamo nella preghiera il popolo giapponese così duramente colpito: per le migliaia di morti ma in modo particolare per i sopravvissuti che si trovano ad affrontare la perdita dei propri cari e di tutti i propri beni.

9

Perle…

Se non parli mai di sacrificio

un giorno, tuo figlio, ti dirà che l’hai tradito

O.C.

I VESCOVI ASTRONOMI E DIONIGI IL PICCOLO

DOPO IL CONCILIO DI NICEA: Sulla base delle regole stabilite dal concilio di Nicea, (anno 325) non era certo facile per quei tempi stabilire in anticipo la data della Pasqua. Occorreva conoscere e calcolare con accuratezza i movimenti e le posizioni della Terra, del Sole e della Luna, ed era soprattutto quest‟ultima a creare le maggiori difficoltà soprattutto dopo che con l‟introduzione del calendario solare “giuliano”, per il calcolo delle date, era stato da alcuni secoli completamente abbandonato il computo delle fasi lunari.

Gli oltre trecento vescovi che avevano partecipato al primo concilio di Nicea, e fissato le norme per la data della Pasqua, non diedero alcuna indicazione sul metodo di calcolo e nemmeno stabilirono chi doveva farsi carico di questo compito, lasciando che le varie comunità cristiane provvedessero di loro iniziativa. Del resto per loro, questo era un problema quasi marginale, impegnati com‟erano a definire dogmi e questioni teologiche molto importanti quali la vera natura umane e divina di Gesù Cristo, oltre che a confutare eresie (quella ariana principalmente).

Inizialmente fu la Chiesa di Alessandra d‟Egitto, dove vi era una scuola di matematici ed astronomi che secondo la tradizione erano gli eredi di Tolomeo ed Aristarco a farsi carico del problema, calcolando in anticipo la data della Pasqua e dandone comunicazione alle altre comunità cristiane. Non mancarono tuttavia le divergenze tra le varie chiese, che pur applicando le stesse norme, in alcuni anni arrivano a determinare la Pasqua in date diverse, a causa della estrema difficoltà che avevano nell‟effettuare calcoli complessi ed in assenza di precise osservazioni astronomiche.

Nel IV secolo ci furono in ogni caso due astronomi, che elaborarono tavole con l‟indizione della Pasqua per gli anni futuri, ed in entrambi i casi si trattò di Vescovi della Chiesa di Alessandria d‟Egitto. Il primo fu Teofilo vescovo della città dal 385 al 412, le cui tavole coprivano un arco di 100 anni dal 380 al 480 e successivamente suo nipote Cirillo che elaborò le date dal 437 al 531. Verosimilmente queste tavole erano molto accurate, anche se non perfette. Per riuscire a conciliare gli anni solari con i mesi lunari, si avvalsero del “ciclo Metonico”. Si trattava di una scoperta fatta dall‟astronomo ateniese Metonio nel 406 a.C. il quale aveva calcolato con una certa approssimazione che la durata 19 anni solari, equivale a 235 mesi lunari.

Colui che tuttavia diede un contributo determinante per il calcolo della Pasqua fu Dionigi il Piccolo (Dionysius Exiguus) un monaco di probabile origine armena che viene ricordato soprattutto per aver introdotto il calcolo degli anni a partire dalla nascita di Gesù Cristo.

Nel 525, il monaco Dionigi aveva ricevuto dal pontefice romano: Papa Giovanni I, l‟incarico di calcolare la data della Pasqua per l‟anno successivo. La richiesta derivava dalla volontà della chiesa di Roma di rendersi autonoma su questo argomento dalla chiesa di Alessandria, con la quale i rapporti anche religiosi, si erano un poco incrinati. Da abile matematico quale era, Dionigi non si limitò al 526, ma aggiornò per i successivi 95 anni i calcoli (che arrivavano al 531), effettuati in precedenza dal Vescovo alessandrino Cirillo; stabilendo inoltre un metodo di calcolo della data pasquale valido per chiunque avesse buone cognizioni di matematica.

Senza entrare nel dettaglio dell‟algoritmo utilizzato, riportiamo alcuni degli elementi di calcolo utilizzati: Epatta: questo numero, rappresenta “l’età della Luna” nel corso del mese lunare ad una certa data dell‟anno. Dionigi scelse come data il 22 marzo, ed in quella data del 532 la fase lunare era “zero”, (primo giorno della luna nuova). L‟anno successivo (533), alla stessa data la fase lunare sarebbe stata di 11, corrispondente ai giorni di ritardo del calendario lunare rispetto a quello solare. Nel 534 l‟epatta era di 22 (0 + 11 + 11). L‟anno successivo (535) si ha un‟epatta pari a 3, così determinata: (22 +11 = 33); sottraendo poi a questo numero la durata del mese lunare che Dionigi arrotondava a 30 giorni, si ottiene il nuovo valore: (33 – 30 = 3). Numero del giorno della settimana. Si tratta del numero corrispondente al giorno della settimana calcolato da Dionigi al 24 marzo di ogni anno. Numero d’oro. Indica in quale anno del ciclo metonico di 19 anni ci si trovi ai fine del calcolo.

Nel calcolo degli anni del ciclo metonico, (Numero d‟oro), Dionigi notò che i vescovi alessandrini iniziavano dal primo anno di regno dell‟imperatore Diocleziano: “anno dei martiri”, corrispondente al 284 d.C.” Diocleziano però era stato un grande persecutore del cristiani, per cui Dionigi decise di utilizzare nella stesura delle sue tavole del computo pasquale, quello della nascita di Gesù, dando inizio alla cronologia della datazione degli anni che ancora oggi noi usiamo. Sfortunatamente è quasi certo che nel ricalcolare a ritroso l‟anno della nascita di Cristo sbagliò il conteggio. Gesù sarebbe probabilmente nato quattro anni prima di quanto calcolato da Dionigi il Piccolo.

Per quasi mille anni successivamente alla morte di Dionigi il Piccolo si procedette al ricalcolo delle “Tavole dell‟Epatta” ed all‟aggiornamento dei calcoli della data della Pasqua, anche se già intorno all‟anno mille qualche studioso ne evidenziava imprecisioni e disallineanti con le posizioni reali della Terra e del Sole.

10

Immacolata, Vergine bella, di nostra vita tu sei la stella di Benvenuto Perego E’ il 10 febbraio, giornata della Madonna di Lourdes e dell’ammalato. Ed è questo il canto che mi accoglie mentre entro nella nostra chiesa parrocchiale, piena di fedeli. Poiché il “mio posto” abituale sotto lo sguardo di Sant’Agostino è occupato, mi avvio alle panche di sinistra, in quella che una volta era detta “la parte delle donne”. La celebrazione non è ancora iniziata, ed ecco che noto con stupore come oltre alla bella statua lignea della Madonna del rosario – proprio sopra l’altare dedicatole – c’è anche una statua della Madonna di Lourdes lì vicino, sta sopra un tavolino ai piedi dell’altare maggiore. Nello spazio di pochi metri ecco due immagini di Maria: una è la Vergine del santo rosario, voluta dai nostri nonni, ricca nelle vesti e nei colori dipinti sul legno, antica, venerata. L’altra mi pare un’immagine molto più semplice: il vestito bianco, il manto di un azzurro stinto e segnato dal tempo tanto nel colore quanto nella figura. Il gesso sembra anzi lacerato e abraso, come per un’esposizione alle intemperie lunga molti anni. Infatti… è l’effige della Madonnina che ha “vegliato” sulla nostra Comunità per decenni! Quella che stava là, in una piccola grotta poco lontana dalla strada, un po’ nascosta dalle pareti dell’oratorio femminile come se fosse sempre in attesa e si accontentasse di uno sguardo da lontano, d’un cenno di saluto, di una giaculatoria o ancora del bacio frettoloso di un passante. Oggi la vedo in chiesa, e mi rallegro davanti a un’effige che cattura amorevolmente il mio sguardo. E se mi era rimasto qualche dubbio ora la riconosco con certezza: è proprio la Madonnina della grotta di Massabielle riprodotta nell’ormai ex oratorio femminile, adesso di proprietà privata. L’aveva voluta e costruita proprio a completamento dell’oratorio – sul finire degli anni ’50 – il compianto don Giovanni Motta affinché vegliasse sui cassaghesi e li custodisse, al di là di nebbie e falsi muri. Torno con la memoria a quegli anni lontani della mia giovinezza, e mi pare che ogni cosa riprenda colore. Allora erano molti i fedeli che si avvicinavano e, fermandosi, accendevano un cero o pregavano il rosario; chi solo per una giaculatoria, chi per mandare un bacio fuggevole e magari confidare una pena, o implorare intercessione e aiuto per tanti problemi, spesso di salute. Certamente c’era anche la ragazzina che si fermava per giocare nel prato, ma a quel tempo neppure lei dimenticava di alzare lo sguardo e di bisbigliare un’Ave Maria chissà, forse scusandosi per una piccola bugia. Erano tanti i giovani che confidavano a quell’immagine le loro pene amorose, eravamo tanti… magari nello stesso momento in cui qualche anziano le affidava l’anima nell’ultima agonia volgendo il capo in direzione della grotta. È più forte di me, torno a subire il fascino che sembra scaturire da quella fredda materia abrasa, scheggiata e consumata, che pure ai miei occhi è sempre stata specchio di bellezza. Perché raffigura la Vergine così come la giovane Bernadette (dove sarà finita la statua più piccola che la mostrava ai piedi della grotta?) la vide in apparizione nel lontano 25 marzo 1858, quando “la Signora” si presentò dicendo: “io sono l’Immacolata concezione”. E devo confessare che un poco mi addoloro sapendo che quei massi che la sorreggevano in una scenografia che invitava alla meditazione saranno abbattuti così come l ’edificio voluto con sacrificio dalla popolazione. È un pensiero che rattrista perché cesserà di esistere un luogo di crescita fecondo di fede, scuola di preghiera, di vita e di gioco, voluto e sostenuto dai nostri genitori. Eppure vive ancora la speranza che la grotta torni a sorgere poco distante, davanti al meraviglioso spettacolo dei monti, lontani e innevati, che si aprono a occidente come la più bella delle quinte teatrali: allora forse la sofferenza mia di tante altre persone potrà essere quietata, e potremo tornare di nuovo a guardare dal basso verso l’alto, proprio come S. Bernadette, alla nicchia e alla Vergine. Ecco che l’inizio della celebrazione liturgica interrompe la mia distrazione. Allora chino la testa come il pubblicano nel tempio e mi dispongo ad ascoltare la Parola. Non so con quale umiltà sarò capace di farlo, ma arriva la grazia del Vangelo a riempirmi, a colmare ogni ansia con le parole veraci che, come affamato, imploro. Chiedo anche l’aiuto della mamma celeste e la sua protezione sul mio vivere. Vorrei sentirne la mano carezzare il mio capo mentre mi libero dalle cose per saper superare, oltre il fascino dell’effimero, le tante delusioni che vivono nella mia storia di poco amore e poco perdono. Traccio col sacerdote il segno di croce ma dopo poco il mio sguardo e il mio pensiero tornano all’effige mariana che, inaspettata, mi rasserena ora che è qui nella nostra chiesa. Finalmente! Mi affascina il suo sguardo, e mi pare che mi ridoni fiducia e serenità. Fisso quelle mani cui vorrei attaccarmi per potermi alzare, stringerle, scaldarle in attesa di una carezza materna che cancelli i miei timori e mi rassereni.

11

Compagni di volo

[…] Vivere è assaporare l’avventura della libertà.

Vivere è stendere l’ala, l’unica ala,

con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come

Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore.

Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò,

per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.

Non farmi più passare indifferente

vicino al fratello che è rimasto con l’ala ,

l’unica ala inesorabilmente impigliata

nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno

di volare con Te;

soprattutto per questo fratello sfortunato,

dammi, o Signore, un’ala di riserva.

Don Tonino Bello

Giovedì 17 marzo 2011 il Gruppo

di Respira la Montagna ha festeggiato

il Compleanno dell’Italia con una cena in oratorio

gustandosi un ottimo piatto di trippa.

Sembra quindi terminata la solitudine di questa immagine della madre del cielo, quasi un abbandono in questi ultimi anni anche se sulla collina non risuona più il fruscio dei grandi alberi quieti, anch’essi già abbattuti, dove la farfalla colorata e l’uccellino dopo una danza gioiosa si posavano e, forse, formavano i loro nidi sui rami più vicino alla nicchia colmando la solitudine della Madonnina. È invidiando quell’uccellino e quella farfalla che le chiedo perdono. Ammaliato dall’immagine, che pure è di gelido gesso, mi rituffo nel ricordo. Quanto bene mi fa la visione grata di colei che “accettato l’annuncio, permise il compimento della divina volontà”. Quella Figura di donna rappresentata nella fredda e inerte materia mi trasporta a quando, nello spazio dell’oratorio rigidamente riservato alle ragazze, per alcuni decenni le nostre suore di S. Giovanna Antida ascoltavano, educavano, consigliavano e giocavano sotto lo sguardo materno della Vergine. Fisso allora quel medesimo sguardo con ammirazione e spio con curiosità: mi pare osservi, con tristezza, nel grande crocifisso il figlio sacrificato. Eppure è forte il desiderio che lo abbassi ancora, e presto, sulla nostra comunità come tante volte ha già fatto mettendola sotto la sua protezione in questi lunghi decenni. Soprattutto m’incuriosiscono quelle mani giunte e quel palmo che pare racchiuda qualcosa, qualcosa d i misterioso e di grande. E il pensiero cammina, apre varchi come in un sogno. Simile a un piccolo frutto fra i rami sgorga allora sottovoce, semplice e schietta, la mia litania; mi affido a quella figura di amatissima mamma, la “signora” di Massabielle il cui silenzio, rotto solo a Cana di Galilea, è testimonianza autentica che mi affascina. Mentre l’assemblea canta “tutta bella, tutta pura nel tuo splendore Immacolata noi ti chiamiamo” un’onda di fede mi dà l’energia con cui riemergere nei bagliori del mio cielo: non sempre è azzurro e spesso l’animo, davanti a scelte “diverse” mi si fascia di tristezza e naviga a stento. Adesso mi sento rasserenato dalla certezza che la mamma celeste da lassù, e anche dalla grotta dell’oratorio, mi hai visto crescere, brillare al sole, tremare nella tempesta divorato come fiaccola nel vento e poi gioire nel pieno sole dell’estate. E anche ora, benché preoccupato, accetto il soffio del quotidiano e auspico ancora il suo aiuto perché m’insegni i passi con cui, uscito da messa, potrò non scivolare nel buio del mio “io” e calpestare il sottile volume di letture e preghiere appena terminate. Sia la mamma del cielo, prima che io cada di nuovo, a porre sulla mia bocca sempre l’invocazione “Ave Maria mamma di Gesù e mamma mia.” E allora potrò unirmi di nuovo all’assemblea cantando “siam peccatori ma figli tuoi, Immacolata prega per noi!”.

Prossimi appuntamenti con Respira la Montagna http://respiralamontagna.xoom.it/

DOMENICA 1 MAGGIO

Rifugio MENAGGIO DOMENICA 22 MAGGIO CAMPIGLIA (gita al mare) DOMENICA 12 GIUGNO Sentiero del CARDINELLO – MONTESPLUGA DOMENICA 26 GIUGNO SAN BENEDETTO VAL PERLANA SABATO 2 LUGLIO - DOMENICA 3 LUGLIO

VAL VIOLA

12

“Queste montagne suscitano nel cuore

il senso dell'infinito,

con il desiderio di sollevare la mente

verso ciò che è sublime.”

GIOVANNI PAOLO II

Passo dopo Passo: Conosci San Carlo

Episodio 4: La morte del fratello e il cambiamento

Proprio quando sembrava che tutto fosse ormai sistemato, un

avvenimento tanto improvviso quanto triste sconvolge la vita di Carlo. Il 19 novembre 1562, il

fratello Federico muore all’età di 27 anni. Inizia un lungo periodo di riflessioni e ripensamenti

per Carlo. La morte del fratello lo fa riflettere sulla miseria dell’esistenza umana, e sul fatto

che ne i beni ne le ricchezze terrene possono salvare l’uomo. Nonostante egli sia rimasto

l’unico erede maschio della famiglia Borromeo, decide di lasciare tutto, e di consacrarsi per

sempre al Signore. E così a 24 anni mentre è al culmine della carriera politica e personale,

compie un cambiamento radicale e nel 1563 viene ordinato sacerdote. Non tutti approvano il

nuovo stile di vita di Carlo, c’è infatti chi lo ammira, chi lo crede pazzo, e anche chi non crede

affatto alla sua conversione. Nonostante ciò il modo di essere di Carlo è talmente genuino che

colpisce tutti e in breve tempo contribuisce a cambiare il modo di essere di Roma stessa. Sono

giorni molto importanti per l’intera Chiesa. Infatti il Concilio di Trento sta per concludersi e

anche Carlo ne prende parte offre molti contributi perché l’impresa giunga a buon fine.

1 maggio 2011

In S. Pietro

Papa

Giovanni Paolo II

verrà Beatificato

da Papa Benedetto XVI