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web: www.ortopediadeigiudici.it @: [email protected] tel: +39 329 3799525 Caro Paziente, in questo file troverai una serie di documenti che ti permetteranno di vivere con maggiore consapevolezza e serenità il tuo prossimo ricovero per l’intervento di ARTROPROTESI DI GINOCCHIO 1. Una breve informativa. - Questo documento dovrà essere firmato e consegnato al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per essere inserito nella tua cartella clinica. 2. Il consenso informato. - Questo documento dovrà essere firmato e consegnato al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per essere inserito nella tua cartella clinica. 3. Le schede di valutazione. - Queste pagine dovranno essere compilate con le risposte ad ogni singola domanda, e consegnate al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per essere inserite nella tua cartella clinica. 4. Il protocollo riabilitativo. - Questo documento sarà la tua guida personale dopo l’intervento, permettendoti di organizzarti per tempo per eseguire nel modo più opportuno tutte le terapie fisiche necessarie per un recupero soddisfacente del tuo grado di attività. Eventuali modifiche che saranno ritenute opportune per evenienze riscontrate in sede di intervento ti saranno indicate, invece, nella lettera di dimissione dalla Casa di Cura.

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Caro Paziente,

in questo file troverai una serie di documenti che ti permetteranno di vivere con maggiore consapevolezza e serenità il

tuo prossimo ricovero per l’intervento di

ARTROPROTESI DI GINOCCHIO

1. Una breve informativa.

- Questo documento dovrà essere firmato e consegnato al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per

essere inserito nella tua cartella clinica.

2. Il consenso informato.

- Questo documento dovrà essere firmato e consegnato al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per

essere inserito nella tua cartella clinica.

3. Le schede di valutazione.

- Queste pagine dovranno essere compilate con le risposte ad ogni singola domanda, e consegnate al momento

del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per essere inserite nella tua cartella clinica.

4. Il protocollo riabilitativo.

- Questo documento sarà la tua guida personale dopo l’intervento, permettendoti di organizzarti per tempo per

eseguire nel modo più opportuno tutte le terapie fisiche necessarie per un recupero soddisfacente del tuo grado

di attività. Eventuali modifiche che saranno ritenute opportune per evenienze riscontrate in sede di intervento ti

saranno indicate, invece, nella lettera di dimissione dalla Casa di Cura.

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INFORMATIVA SULL’ARTROSI DI GINOCCHIO E L’IMPIANTO PROTESICO

L’artrosi di ginocchio è una condizione debilitante che colpisce migliaia di persone ogni giorno,

con dolore costante, pesantezza, gonfiore e limitazione della funzione. È una malattia

degenerativa, cronica, e progressiva, che causa la lenta scomparsa dello strato di cartilagine

che riveste le superfici articolari. Spesso colpisce le persone di mezza età e gli anziani, ma può

colpire anche pazienti più giovani.

ARTROSI DI GINOCCHIO: CAUSE

L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) è all’origine di forti dolori e di un’importante limitazione, la

cui incidenza aumenta con l’età, con un picco tra i 70 e i 79 anni. La conseguenza è la

degradazione della cartilagine, l’usura, associata ad una iperattività dell’osso sub condrale

con produzione di osteofiti (nuovo osso nel tentativo di aumentare la superficie su cui si

scaricano le forze articolari). Alla base di questa degenerazione vi sono dei fenomeni meccanici

e biologici che alterano il delicato equilibrio tra la sintesi e la degradazione della cartilagine e

dell’osso sub condrale. E’ coinvolta anche la membrana sinoviale, che si attiva producendo

delle molecole che stimolano le cellule cartilaginee e modificano direttamente la matrice

extracellulare.

La degenerazione articolare in presenza di artrosi

Lo sviluppo della malattia è favorito sia da fattori meccanici locali che da fattori sistemici. Tra

i fattori sistemici si riconoscono l’età, con il sesso (è maggiore nelle donne), e alcuni fattori

genetici. Tra i fattori biomeccanici locali, invece, hanno importanza:

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o le lesioni articolari, in particolare quelle dei legamenti crociati, le rotture meniscali;

o lavorare in posizione accovacciata, e le professioni che comportano grossi carichi sulle ginocchia;

o le attività sportive, aumentando il rischio di lesioni articolari a causa delle continue sollecitazioni e dell’uso ripetitivo dell’articolazione;

o l’obesità, uno dei fattori più importanti per la comparsa e la progressione della malattia

o le alterazioni dell’asse della gamba, che causano il sovraccarico di un comparto del ginocchio rispetto ad altri

Le cause di gonartrosi vengono inquadrate in due insiemi: la forma idiopatica, primaria, in cui

non si riconosce una causa scatenante specifica; le forme secondarie, in cui l’alterazione parte

da un elemento chiaro come la non più naturale congruenza della superficie cartilaginea che

può risultare da una frattura articolare.

ARTROSI DI GINOCCHIO: SINTOMI

Quando insorge l’artrosi si prova dolore. Tuttavia la cartilagine non ha recettori del dolore, e

questo si ritiene provenga dai recettori che si trovano a livello dell’osso sub condrale. Per

questo motivo, quando il paziente inizia ad avvertire dolore al ginocchio, l’artrosi è spesso già di

un grado avanzato. Altre fonti di dolore nel ginocchio artrosico sono: l’infiammazione della

membrana sinoviale, le lesioni meniscali, e i danni periostali.

ARTROSI DI GINOCCHIO: DIAGNOSI

L’accuratezza della diagnosi è basata sugli elementi che derivano dalla storia del paziente, dai

test clinici, e dagli esami radiologici. Il dolore è il sintomo principale, ma la sua intensità spesso

non è correlata con la gravità radiologica dell’artrosi. È avvertito di solito al comparto più colpito,

ma spesso può irradiarsi a tutto il ginocchio, ed anche alla superficie anteriore della gamba. Il

paziente può segnalare episodi acuti in cui la sintomatologia diventa più importante, e a questa

può associarsi lassità legamentosa o versamento articolare. L’ispezione ricerca eventuali

deviazioni assiali degli arti inferiori e deformità irriducibili. Può essere presente, posteriormente,

una cisti poplitea (cisti di Baker). Il test della deambulazione dimostrerà la presenza di zoppia.

Se c’è versamento, questo è apprezzabile con il ballottamento rotuleo. I movimenti sono dolorosi

e/o limitati, il quadricipite sarà spesso di trofismo ridotto, e la stabilità legamentosa potrà essere

alterata.

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Ginocchio normale, a sinistra, a confronto con gonartrosi di 4° grado

Tra gli esami radiologici, la radiografia è l’esame principale per la diagnosi della gonartrosi.

Deve comprendere: una proiezione antero-posteriore, una proiezione latero-laterale, una

proiezione secondo Rosenberg, e una proiezione di entrambi gli arti inferiori che includa sia le

teste femorali che le caviglie. Su queste si potranno osservare, e quantificare, la riduzione dello

spazio articolare, l’addensamento dell’osso subcondrale, la presenza di osteofiti e di geodi (aree

cavitarie di riassorbimento), e l’allineamento dell’arto inferiore. Le altre tecniche radiologiche

(ecografia, risonanza magnetica, tomografia computerizzata) risultano, invece, inutili ai fini dello

studio dell’artrosi, e parzialmente utili per la valutazione di condizioni patologiche associate.

ARTROSI DI GINOCCHIO: TRATTAMENTO CONSERVATIVO

Il trattamento della gonartrosi si basa su di una combinazione di trattamenti farmacologici e

non farmacologici, da personalizzare in base ai fattori di rischio presenti, al dolore e alla disabilità

del paziente, il grado di infiammazione, e le caratteristiche osservate in radiografia. Le

possibilità non farmacologiche includono l’educazione del paziente sulla malattia, l’esercizio

fisico e la fisioterapia specifica, gli ausili per deambulare, e la riduzione del peso corporeo.

A questi si possono associare una serie di farmaci. Le applicazioni locali di antinfiammatori

sono utili e sicure nelle forme iniziali di artrosi; gli antinfiammatori per via orale, o iniettiva, sono

indicati nei pazienti che non rispondono al paracetamolo. Gli analgesici oppiacei sono utili

come alternativa qualora gli antinfiammatori risultino inefficaci o scarsamente tollerati. I

condroprotettori (composizioni di glucosamina solfato, condroitin solfato, acido ialuronico,

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ed altri elementi nutritivi per la cartilagine) agiscono sulla struttura cartilaginea e hanno un’azione

antinfiammatoria secondaria provata, sono abbastanza tollerati dai pazienti e non producono

fastidi durante la digestione. Un tipo di trattamento abbastanza conosciuto è la

viscosupplementazione, eseguita attraverso iniezioni intrarticolari di acido ialuronico

(infiltrazioni). Recentemente sono stati introdotti tipi di trattamento rigenerativo come l’uso

del PRP e delle cellule staminali a derivazione adiposa, praticato in sala operatoria tramite una

piccola liposuzione. I risultati sono promettenti per la possibilità di rallentare e/o arrestare la

degenerazione, agendo sull’infiammazione, e stimolando sia la formazione di un tessuto di

riparazione più valido che riequilibrando l’omeostasi articolare.

ARTROSI DI GINOCCHIO: TRATTAMENTO CHIRURGICO

Al fallimento delle possibilità farmacologiche e non, è opportuno prendere in considerazione

l’intervento di sostituzione protesica, per il quale le superfici di femore, tibia, ed

eventualmente rotula, verranno sostituire con delle componenti metalliche ad attrito

estremamente ridotto. Se la protesi ricopre uno solo dei comparti del ginocchio, allora

parleremo di protesi monocompartimentale. Quando, invece, rivestiremo tutto il ginocchio,

parleremo di protesi totale di ginocchio. In base alle condizioni cliniche del ginocchio e

dell’integrità legamentosa, la protesi totale del ginocchio può essere impiantata conservando

entrambi i legamenti crociati (anteriore e posteriore), oppure il solo legamento crociato

posteriore. Nei casi più complicati, invece, non sarà salvato nessuno dei due legamenti. La

riabilitazione per questo tipo di interventi è precoce, e si avvale del protocollo “Fast Track”.

Protesi Monocompartimentale Protesi Totale

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INFORMATIVA SUL PROTOCOLLO DI RIABILITAZIONE PRECOCE “FAST TRACK”

Rimanere in ospedale il minimo indispensabile e riprendere subito una vita normale.

Questi i due principali vantaggi del “Fast Track Recovery”, un nuovo modello di cura del

paziente diffuso in Nord America e Nord Europa.

FAST TRACK: COS’E’

Con “Fast Track Recovery” ci si riferisce ad un programma di cura del paziente ideato negli anni

’90 dal danese Kehlet, che favorisce il recupero postoperatorio. Si applicano accorgimenti

tecnici e farmacologici volti alla riduzione del sanguinamento, al controllo del dolore, alla

gestione della ferita, e all’educazione del paziente. Ideato per la chirurgia generale, oggi è molto

diffuso nell’Ortopedia Internazionale e sta trovando sempre più consenso nel nostro

Beneamato Stivale.

L’applicazione più appropriata è nel campo protesico (protesi di ginocchio

monocompartimentali, bicompartimentali, tricompartimentali, e protesi di anca), interventi

frequenti sia nel pubblico che privato.

FAST TRACK: COME FUNZIONA

All’atto pratico, il protocollo “Fast Track” viene applicato a partire dalla visita ambulatoriale, con

una fase “educativa”. L’educazione del paziente, attore centrale per il raggiungimento dei migliori

risultati, è operata in primis dal Chirurgo, affiancato dall’Anestesista, e dal Riabilitatore. Queste

figure illustreranno tutti i dettagli di propria competenza, sottolineandone i vantaggi sul breve,

medio, e lungo termine.

Il paziente arriverà all’intervento, quindi, completamente conscio di ogni passaggio che lo

riguarda, più sereno, e più motivato per un pronto recupero.

FAST TRACK: INTERVENTO

La fase successiva è prettamente “operatoria”, e si costituisce di una serie di accorgimenti

terapeutici volti a favorire il recupero precoce.

o L’anestesia sarà loco-regionale

o Non sarà applicato il catetere vescicale

o L’uso del tourniquet sarà limitato o evitato

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o Verrà iniettato un farmaco in grado di limitare il sanguinamento, in 3 momenti: prima dell’intervento, durante, e alla fine (in questo caso per via infiltrativa intrarticolare)

o Durante l’intervento il Chirurgo praticherà un’ulteriore anestesia, locale (sui tessuti molli periarticolari)

o L’intervento sarà eseguito con una tecnica “mini-invasiva”. Questo, tuttavia, non significa uscire dalla sala operatoria con una “piccola incisione”, bensì che il vostro Chirurgo avrà avuto il massimo rispetto dei tessuti molli (tendini, legamenti, capsula articolare, muscoli). Si eviterà, quindi, la disinserzione di queste strutture, cosa normale con altri tipi di accessi chirurgici

o Alla fine dell’intervento, l’Anestesista praticherà un’infusione continua di antidolorifici, che durerà circa 24 ore

o Si esce dalla sala operatoria con l’arto operato in flessione. Questa posizione consente un ulteriore riduzione del sanguinamento e una più facile mobilizzazione attiva successiva. Non saranno presenti, invece, i classici drenaggi applicati nel regime ordinario di gestione del paziente protesizzato

o Il riposo a letto, dopo l’intervento, sarà limitato a 3 ore. Quindi, con l’aiuto del terapista, il paziente sarà messo in piedi ed aiutato nel recupero della deambulazione. Senza avvertire dolore. Il giorno successivo all’intervento il paziente sarà istruito all’ascesa delle scale.

FAST TRACK: LA RIABILITAZIONE

Dopo 5 giorni (totali) di degenza il paziente sarà dimesso dal reparto, perfettamente

autosufficiente. Alla dimissione corrisponde la terza e ultima fase del “Fast Track Recovery”: la

riabilitazione.

Nei casi così trattati, il paziente non deve eseguire un classico “recupero”. Sarà stato “fermo”

per sole 3 ore, quindi il raggiungimento degli obiettivi funzionali post-operatori sarà nettamente

più rapido e meno impegnativo. Il Riabilitatore sarà di supporto, come educatore e

supervisore, stimolando la ripresa del paziente anche tramite un lavoro di educazione e

addestramento per i familiari e per le persone vicine.

FAST TRACK: VANTAGGI

o Assenza di dolore

o Assenza di cateteri e drenaggi o Non necessità di trasfusioni di sangue

o Riduzione marcata delle complicanze postoperatorie

o Mobilizzazione attiva immediata

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o Ricovero brevissimo (4-5 giorni contro 8 giorni, in media, dei protocolli di gestione standard)

o Recupero funzionale precoce con ripresa delle attività leggere e dell’autosufficienza rapidissima

o Riabilitazione senza ricoveri ma praticabile in regimi molto meno impegnativi come day hospital, ambulatoriale, o domiciliare

o Piena soddisfazione del paziente

FAST TRACK: RISULTATI

Presso la CdC Villa Igea di Ancona questo protocollo è routinariamente applicato a tutti i

pazienti sottoposti a chirurgia protesica di ginocchio ed anca. Ha portato ad un netto

miglioramento clinico oggettivo e soggettivo. Su circa 80 pazienti così trattati (gruppo A),

confrontati con altrettanti pazienti gestiti con il protocollo ordinario (gruppo B), si sono ottenuti:

0 trasfusioni (contro 8 nel gruppo B), 2 anemie postoperatorie (contro 13 nel gruppo B), 0

complicanze (contro 3 nel gruppo B, tutte infezioni superficiali della ferita risolte con terapia

antibiotica), e una percezione media definita come “fastidio”. Il ROM, quindi il grado di

movimento articolare, nel gruppo A è stato pressoché completo in tutti i pazienti.

Pazienti protesizzati durante una seduta di riabilitazione

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L’attività sportiva amatoriale è possibile anche da “grandi adulti”

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CONSENSO INFORMATO PER INTERVENTO DI CHIRURGIA MAGGIORE DEL

GINOCCHIO

Io sottoscritto ___________________________________________________ Nato/a a

____________________________________________

Il ___________________ affetto/a da

____________________________________________________________________________________

cui, previo valutazione specialistica ortopedica, è stata posta indicazione per intervento chirurgico di:

o SOSTITUZIONE TOTALE DI GINOCCHIO (ARTROPROTESI BI/TRI-COMPARTIMENTALE) Intervento chirurgico che prevede una prima fase di rimozione della superficie articolare di tutto il femore distale e della

tibia prossimale, la sua preparazione con tagli definiti, il posizionamento di inserti metallici e in polietilene processato, e il

bilanciamento legamentoso. Secondo necessità si può rendere necessaria la protesizzazione della rotula con una

componente in polietilene processato al fine di aumentare la durabilità dell’impianto e garantirne un migliore

funzionamento.

o REVISIONE DI SOSTITUZIONE DI GINOCCHIO Intervento chirurgico indicato nei casi in cui, su di una protesi già impiantata, si sia verificata una complicanza di natura

meccanica, biologica, infettiva, o traumatica. Questo intervento, più invasivo per il paziente, prevede la rimozione delle

componenti precedentemente impiantate, un eventuale tempo chirurgico accessorio per il posizionamento di componenti

in cemento antibiotato (da rimuovere successivamente alla risoluzione dell’eventuale infezione), e l’impianto di nuovi

componenti protesiche con steli più lunghi, e in alcuni casi più selezionati anche vincolate.

o SOSTITUZIONE PARZIALE DI GINOCCHIO (ARTROPROTESI MONO-COMPARTIMENTALE) Intervento chirurgico riservato a casi selezionati in cui la degenerazione coinvolge un unico compartimento del ginocchio

(femoro-rotuleo, femoro-tibiale mediale, femoro-tibiale laterale), lasciando pressoché indenni i rimanenti. La chirurgia

prevede la rimozione della superficie articolare del solo comparto affetto, la preparazione dell’osso con tagli definiti, il

posizionamento di inserti metallici e in polietilene processato, e il bilanciamento legamentoso. Casi molto selezionati

possono beneficiare dell’impianto simultaneo in più compartimenti.

o OSTEOTOMIA CORRETTIVA Intervento chirurgico volto alla correzione di deformità assiali, il cui obiettivo è il ripristino della normale biomeccanica del

ginocchio, la risoluzione della sintomatologia dolorifica, l’eliminazione del danno progressivo causato dal sovraccarico sulle

superfici articolari, e in ultimo la riduzione della degenerazione artrosica precoce. La correzione prevede, in base al tipo e

all’entità di deformità esistente, la rimozione di un cuneo osseo o la creazione di uno spazio cuneiforme tramite dei tagli

ossei; il passaggio finale è la stabilizzazione del nuovo asse osseo con un sistema di placche e viti specifiche. L’intervento

può essere eseguito sulla porzione metafisaria del femore distale o della tibia prossimale.

o ALTRO _________________________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________

___________________________

Dichiaro che mi sono state illustrate le motivazioni che rendono preferibile tale tipo di intervento rispetto ad altre scelte terapeutiche

(mediche, fisioterapiche o chirurgiche) che, stanti le caratteristiche della mia patologia, non risulterebbero altrettanto efficaci nel

ridurre il dolore e nel migliorare la funzionalità articolare e quindi, in definitiva, nel migliorare la qualità della vita.

Dichiaro di essere informato sulle complicanze di ordine generale e sui rischi generici osservabili in tutti gli interventi chirurgici ed

in particolare il rischio di infezioni, di emorragie, di reazioni avverse o allergiche a farmaci, di trasfusioni di sangue, di complicanze a

carico dell’apparato cardiovascolare (disturbi del ritmo cardiaco, sbalzi pressori, attacchi anginosi, infarto, flebiti, trombosi, embolie

periferiche ecc), dell’apparato respiratorio (broncopolmoniti, atelettasia di parte del polmone, embolia polmonare), dell’apparato

genito-urinario (infezione delle vie urinarie, ritenzione urinaria, insufficienza renale), dell’apparato gastroenterico (gastrite, ulcera

duodenale, colecistite, occlusione intestinale), di perdita della sensibilità, di perdita della funzionalità parziale o totale di organi o

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funzioni, di paralisi, di danni cerebrali, di complicanze anche letali; il tutto con specifico riferimento anche alle mie attuali condizioni

generali di salute.

Dichiaro altresì di essere stato esaurientemente informato sulle complicanze specifiche relative all’intervento indicato e qui di

seguito elencate.

I RISCHI INTRA-OPERATORI:

o Lesione di strutture vascolari (tronchi arteriosi e/o trochi venosi maggiori) con possibile importante perdita di sangue e

conseguente anemizzazione che può rendere necessarie trasfusioni di sangue e che può mettere a repentaglio la vita

stessa del paziente;

o Lesioni nervose con possibile perdita della sensibilità e/o paresi o paralisi;

o Lesioni tendinee e/o legamentose che possono sottendere al susseguirsi di lunghi periodi di immobilizzazione e/o esiti a

distanza o necessità di ulteriore trattamento chirurgico o che possono essere implicate nell’intervento stesso, come ad

esempio la necessità di dover procedere all’impianto di componenti di dimensioni maggiori o semivincolate;

o Fratture ossee (femore, tibia, rotula) con possibili ripercussioni sul programma di riabilitazione post–intervento con

allungamento del tempo di recupero e necessità di prolungata immobilizzazione dell’arto inferiore ed eventuali esiti a lungo

termine, nonché la possibile necessità di utilizzare componenti protesiche più stabili ma più invasive;

I RISCHI NEL POST-OPERATORIO:

o Complicanze vascolari rappresentate da flebite (infiammazione di vaso venoso superficiale), trombosi venosa profonda

(occlusione di un vaso venoso profondo con possibile evoluzione verso una sindrome post-trombotica con flebedema

monolaterale, fibrosi sottocutanea, cianosi, varicosi, che può arrivare fino alla gangrena dell’arto) ed embolia polmonare

(l’embolo, adiposo o trombotico, entra in circolo ed ostacola l’afflusso di sangue ai polmoni con quadro di insufficienza

respiratoria acuta più o meno grave , talvolta con rischio per la vita stessa del paziente). Per ridurre il rischio di tali

complicanze viene attuata una profilassi farmacologica con Eparina a Basso Peso Molecolare (EBPM) e con altre misure

(mobilizzazione precoce, utilizzo di calze elastiche).

o Infezione dell’articolazione (artrite settica): nonostante la profilassi antibiotica si può sviluppare un processo infettivo

nell’articolazione che può richiedere un successivo intervento chirurgico di pulizia; le conseguenze possono portare a danni

articolari anche irreversibili.

o Tumefazione dell’articolazione per versamento articolare infiammatorio (idrartro per sinovite reattiva) o per versamento di

sangue in articolazione (emartro), quest’ultimo solitamente negli interventi più complessi. Può rendersi necessaria

l’aspirazione del liquido articolare, anche ripetuta nel tempo, ed un rallentamento del programma riabilitativo.

o Formazione di cicatrice chirurgica retraente, ipertrofica, dolorosa o deturpante: tale eventualità dipende dalla localizzazione

della ferita chirurgica, dalla variabilità interindividuale, e dall’attenzione dedicata alla ferita stessa nei mesi successiv i

l’intervento;

o Limitazione dell’articolarità / rigidità articolare di entità variabile a seconda del tipo di intervento subito dovute alla

formazione di aderenze articolari: nei casi gravi può essere necessario un nuovo trattamento chirurgico (artrolisi) per

migliorare la mobilità articolare;

o Mobilizzazione delle componenti protesiche per cui si rende necessario un reintervento di revisione;

o Intolleranza (precoce o tardiva) ai mezzi di fissazione per cui possono rendersi necessari ulteriori interventi di pulizia

chirurgica fino alla rimozione dei mezzi di fissazione;

o Fratture periprotesiche con necessità di un secondo intervento

o Persistenza del dolore, zoppia, dismetria, instabilità articolare

o Usura delle componenti che richiede la revisione chirurgica (5-10% nei primi 10 anni)

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Mi è stato illustrato con chiarezza il normale decorso post-operatorio, menzionando la sintomatologia dolorosa conseguente

all’intervento, gli effetti visibili sul segmento operato ed il protocollo riabilitativo con i successivi accorgimenti da ado ttare dopo

l’intervento.

Sono stato inoltre informato della possibilità di utilizzare elementi tendinei, ossei, o legamentosi, derivanti da donatore

(ALLOGRAFT), accuratamente conservati presso la Banca dei Tessuti di riferimento, dei rischi connessi, e dello screening da

eseguire

☐Acconsento all’uso di allograft ☐Non acconsento all’uso di allograft

Sono a conoscenza della possibilità di essere ricontattato anche a distanza di molti anni per motivi di ricerca clinica e rivalutazione,

nonché della possibilità che tessuti “di scarto” e/o campioni bioptici mi possano essere prelevati per essere studiati, aumentando

così la conoscenza ortopedica.

☐Acconsento ☐Non acconsento

Autorizzo che per le stesse finalità di ricerca, miglioramento, e progresso possano essere conservati i miei dati e il materiale

audiovisivo prodotto durante l’intervento, purché l’eventuale pubblicazione avvenga in maniera completamente anonima e non lesiva

della mia persona.

☐Acconsento ☐Non acconsento

Io sottoscritto, in merito al trattamento proposto, dichiaro:

−di essere stato adeguatamente informato circa i benefici, i rischi prevedibili, le possibili complicanze prevedibili, le alternative

possibili, gli eventuali trattamenti terapeutici da effettuare dopo il trattamento sanitario;

−di aver ricevuto un’informazione chiara, completa ed esaustiva,

−di aver avuto il tempo di porre, senza fretta, al DR ________________________________ tutte le domande che ho ritenuto più

opportune riguardante l’intervento propostomi e di avere ricevuto risposte chiare e soddisfacenti.

Invitato dal medico ho ripetuto allo stesso, con parole mie, le informazioni sopraindicate, dimostrando di aver compreso pienamente

il significato delle informazioni ricevute dal medico.

Chiedo pertanto di essere sottoposto all’intervento chirurgico che mi è stato proposto. Nel caso in cui durante l’intervento si

verificasse, a giudizio dei medici, la necessità di utilizzare ulteriori o diverse procedure oltre a quelle descritte, queste sono da me

autorizzate senza la necessità di ulteriori richieste. Sono al corrente che nessuna promessa mi è stata fatta sui risultati che potranno

essere raggiunti, che sono probabili ma non sicuri essendo i tempi ed il grado di recupero dell’autonomia funzionale connessi a

variabili anche indipendenti dalla corretta esecuzione dell’intervento stesso (condizioni generali antecedenti, risposta individuale,

possibilità di adeguata riabilitazione ecc).

Sono stato altresì informato di poter revocare il mio consenso in qualsiasi momento e comunque prima che l’intervento stesso non

sia più arrestabile

Io sottoscritto, capace di intendere e volere, in grado di comprendere la lingua italiana, avuto adeguato tempo per leggere e riflettere

sul presente modulo scritto, sulle informazioni riportate e su quelle integrate su mia richiesta e ricevute da parte del medico indicato

☐Acconsento all’intervento ☐Non acconsento Data____________________

Firma del paziente Firma del medico

Per il/la paziente minorenne:

Se necessario, il genitore esercitante la Patria Potestà

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Nome e Cognome _________________________________________ Firma………………………………………….

Per il/la paziente interdetto/inabile alla

firma:

L’incaricato/tutore legale

Nome e Cognome _________________________________________ Firma………………………………………….

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SCHEDE DI VALUTAZIONE NELLA PATOLOGIA DEGENERATIVA DI

GINOCCHIO

Cognome: Nome: Tempo dall’intervento:

NRS (metta una croce sull’intensità del suo dolore abituale)

Dolore 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 (Il massimo)

Durante le ultime 4 settimane...

PARTE I - KNEE SCORE

Dolore (rispondere)

š Nessuno

š Leggero / Occasionale

š Leggero (solo con le scale)

š Leggero (camminando e con le scale)

š Moderato - Occasionale

š Moderato - Continuo

š Forte

Blocco in flessione (se presente)

š 5°-10°

š 10°-15°

š 16°-20°

š >20°

Deficit dell’estensione

š <10°

š 10-20°

š >20°

Valutazione della stabilità (massimo

movimento in ogni posizione)

Anteroposteriore

š < 5 mm

š 5-10 mm

š 10 +mm

Mediolaterale

š <5°

š 6-9°

š 10-14°

š 15°

Range totale di flessione

š 0-5 š 6-10 š 11-15 š 16-20 š 21-25

š 26-30 š 31-35 š 36-40 š 41-45 š 46-50

š 51-55 š 56-60 š 61-65 š 66-70 š 71-75

š 76-80 š 81-85 š 86-90 š 91-95 š 96-100

š 101-105 š 106-110 š 111-115 š 116-120 š 121-

125

Valutazione dell’asse varo/valgo

š 0 š 1 š 2 š 3 š 4 š 5-10 š 11 š 12 š 13

š 14 š 15 š Più di 15°

PARTE II - FUNZIONE

Rispondere alle seguenti domande

Capacità di camminare

š Senza problemi

š >10 isolati

š 5-10 isolati

š <5 isolati

š Solo in casa

š Impossibile

Usare le scale

š Senza problemi

š Uso della ringhiera solo a scendere

š Uso della ringhiera a salire e a scendere

š Uso della ringhiera a salire; impossibile a

scendere

š Impossibile usare le scale

Si impiegano ausili per camminare

(bastone o altro)?

š Nessun ausilio

š Uso di bastone da passeggio

š Uso di due bastoni

š Uso di stampelle

web: www.ortopediadeigiudici.it

@: [email protected]

tel: +39 329 3799525

L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).

L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).

Tegner (metta una croce sul livello di attività che meglio la rappresenta) Livello Significato

10 Sport competitivi (calcio, rugby, football americano) a livello internazionale (Nazionale Italiana)

9 Sport competitivi (calcio, football americano, rugby) di categoria inferiore, hockey, combattimento,

ginnastica artistica, basket

8 Badmington, raquet, atletica leggera, sci

7 Tennis, corsa, corse d’auto, pallamano o Calcio, football Americano, rugby, hockey, basket, corsa, a livello

semiprofessionistico

6 Tennis, badminton, pallamano, sci, jogging a livello amatoriale per almeno 5 giorni la settimana

5 Lavoro fisico pesante (costruttore ecc-) o Ciclismo, scii di fondo a livello professionale, Jogging amatoriale

per almeno 2 giorni la settimana

4 Lavoro fisico moderatamente pesante (camionista ecc.)

3 Lavoro fisico leggero (infermiere ecc.)

2 Lavoro fisico leggero o Camminare su terreni sconnessi, ma non trekking ed escursioni

1 Lavoro sedentario (segreteria ecc.)

0 Nessuna attività a causa della problematica al ginocchio

SF 12 Pre operatoria

1.In generale, direbbe che la Sua salute è:

1 Eccellente 2 Molto buona 3 Buona 4 Passabile 5 Scadente

Le seguenti domande riguardano alcune attività che potrebbe svolgere nel corso di una qualsiasi

giornata. La Sua salute La limita attualmente nello svolgimento di queste attività?

2. Attività di moderato impegno fisico, come spostare un tavolo, usare l’aspirapolvere, giocare a

bocce o fare un giretto in bicicletta

3.Salire qualche piano di scale

Nelle ultime 4 settimane, ha riscontrato i seguenti problemi sul lavoro o nelle altre attività

quotidiane, a causa della Sua salute fisica?

4. Ha reso meno di quanto avrebbe voluto

SI

mi limita parecchio

SI

mi limita parzialmente

NO

non mi limita per nulla

SI

mi limita parecchio

SI

mi limita parzialmente

NO

non mi limita per nulla

1 SI 2 NO

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L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).

L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).

5. Ha dovuto limitare alcuni tipi di lavoro o di altre attività

Nelle ultime 4 settimane, ha riscontrato i seguenti problemi sul lavoro o nelle altre attività

quotidiane, a causa del Suo stato emotivo (quale il sentirsi depresso o ansioso)?

6. Ha reso meno di quanto avrebbe voluto

7. Ha avuto un calo di concentrazione sul lavoro o in altre attività

8. Nelle ultime 4 settimane, in che misura il dolore l’ha ostacolata nel lavoro che svolge

abitualmente (sia in casa sia fuori casa)?

Le seguenti domande si riferiscono a come si è sentito nelle ultime 4 settimane.

Risponda a ciascuna domanda scegliendo la risposta che più si avvicina al Suo caso.

Per quanto tempo nelle ultime 4 settimane si è sentito …

9. calmo e sereno? Sempre Quasi

sempre

Molto

tempo

Una parte

del tempo

Quasi

mai

Mai

10. pieno di energia? Sempre Quasi

sempre

Molto

tempo

Una parte

del tempo

Quasi

mai

Mai

11. Scoraggiato e triste Sempre Quasi

sempre

Molto

tempo

Una parte

del tempo

Quasi

mai

Mai

12. Nelle ultime 4 settimane, per quanto tempo la Sua salute fisica o il Suo stato emotivo hanno

interferito nelle Sue attività sociali, in famiglia, con gli amici? Sempre Quasi

sempre

Molto

tempo

Una parte

del tempo

Quasi

mai

Mai

1 SI 2 NO

1 SI 2 NO

1 SI 2 NO

1 Per nulla 2 Molto poco 3 Un po’ 4 Molto 5 Moltissimo

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L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).

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LINEE GUIDA NEL TRATTAMENTO POST SOSTITUZIONE PROTESICA DI GINOCCHIO

Seconda giornata post-operatoria:

- Flesso-estensione assistita 0-90 con Kinetech; - Contrazioni isometriche del quadricipite con palla (10 serie, 15 secondi, isometriche, e 10 serie da 12

ripetizioni) - Contrazioni isometriche degli adduttori (10serie da 20secondi) - Massaggio dei flessori e del tensore della fascia lata - Ghiaccio a fine seduta (10-15min)

Terza - Ventunesima giornata post-operatoria:

- Contrazioni isometriche del quadricipite con palla (10 serie, 15 secondi, isometriche, e 10 serie da 12 ripetizioni)

- Contrazioni isometriche degli adduttori (10serie da 20secondi) - Massaggio dei flessori e del tensore della fascia lata - Deambulazione con carico a tolleranza con 2 bastoni - Contrazione isometrica del quadricipite (Esercizio 1) - Recupero graduale e progressivo dell’estensione (Esercizio 2) - Recupero graduale e progressivo della flessione: esercizi di mobilità pendolare passivi ed attivi da 0° a 80°/90° - Alzarsi e sedersi da un appoggio alto ( sgabello alto o tavolo ) - Ghiaccio a fine seduta (10-15min)

Esercizio 1 Sollevare l’arto esteso con il piede a 90° . Mantenere l’arto sollevato per 10 sec. E quindi abbassarlo

gradualmente. Eseguire l’esercizio 20 volte all’ora.

Esercizio 2 Contrazione del quadricipite per 10 sec. con il piede a 90° ed un appoggio sotto il tallone. Eseguire

l’esercizio 20 volte all’ora.

Ventiduesima - sessantesima giornata post-operatoria

- Deambulazione in carico completo con abbandono graduale dei bastoni - Cyclette - Recupero graduale della flessione fino ai limiti consentiti dal tipo di protesi

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L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).

L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).

- Stretching della muscolatura ischiocrurale e dei flessori dell’anca - Flesso-estensioni con piccoli carichi in catena cinetica aperta - Tonificazione dei flessori con resistenze elastiche - Trofismo degli estensori con resistenze elastiche - Contrazioni isometriche in carico su tutti i piani - Trofismo in catena cinetica chiusa (½ squat)

Sessantesima – centottantesima giornata post-operatoria:

- Riscaldamento su cyclette (a sella alta per 10min) - Cyclette con sella bassa resistenza media - Cyclette con sella normale aumentando progressivamente l’intensità - Ginnastica propriocettiva - Squat (alzarsi e sedersi da una sedia senza aiuti) - Tonificazione muscolatura flessoria del ginocchio (leg curl) - Trofismo apparato estensore del ginocchio con l’ausilio di resistenze (leg extension) - Leg press ROM 90° - 170° - Ministep - Cammino su nastro ergometro con progressivo incremento della velocità - Elettrostimolazione a frequenze medio-alte - Stretching specifico per: quadricipite, hamstring, polpaccio, tensore della fascia lata - Ghiaccio a fine seduta (15-20min)