arpa campania ambiente 2014 1

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I peggiori luoghi del mondo…per il meteo Paparo a pag.5 Il corallo, da sempre consi- derato uno degli organismi marini più delicati ha “ti- rato fuori le unghie”, ha im- parato da solo come difendersi dai rischi am- bientali, in particolar modo dal riscaldamento globale. Funaro a pag.8 Progetto PRISCA: il mestiere del riuso Nel Nord Europa sono già parte del tessuto produt- tivo, da noi finora stenta- vano a partire. I centri di riuso sono i capannoni in cui vengono raccolti gli og- getti superflui ma ancora in buono stato per essere proposti a un pubblico molto vasto di acquirenti. Allinoro a pag.10 Palumbo a pag.15 I grattacieli di legno Approvata a fine anno la nuova delibera regionale sulla qualità del mare Come ogni anno, le acque di balneazione in Campania sono state classificate con una delibera di Giunta regionale appro- vata a fine dicembre. La qualità di ogni “acqua adibita alla balneazione” viene classificata come scarsa, sufficiente, buona o eccellente. A inizio stagione balneare 2014, risulterà vietato, per inquinamento, il 10% delle acque di balneazione: un dato in costante diminuzione negli ultimi anni. La rete di monitoraggio attuale è composta da oltre 300 acque di balneazione: i prelievi vengono effettuati da Arpac grazie a una flotta di 7 imbarcazioni. I campioni prele- vati vengono analizzati nei laboratori del- l'Agenzia secondo i criteri normativi, e i risultati resi pubblici in tempo reale. De Maio-Lionetti a pag.6 Colori, suoni, giochi di luce, emozioni forti: i fuochi d’artificio rappresentano senza dubbio uno spettacolo suggestivo, il momento clou di feste e celebrazioni importanti. C’è però un aspetto a cui nessuno pensa: i fuochi d’artificio possono avere ricadute dannose per la salute. Martelli a pag. 12 La tradizione della pasta attraverso i secoli Già dall’antichità si hanno notizie di laga- nae (lasagne o fettuccine di pasta) arrivate forse dalla Calabria e già conosciute dai Greci che abitavano Sibari e Crotone: di esse era golosissimo lo stesso Mecenate se- condo quanto ci riferisce il poeta Orazio. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Ferrara a pag.18 Il dirigente pubblico I coloranti alimentari sono dei composti, o me- glio, degli additivi alimentari che vengono ag- giunti agli alimenti principalmente per inserire, compensare o migliorare le colorazioni degli alimenti; questi sono contenuti in numerosi alimenti, tra cui snack, mar- garina, formaggio, gelatine, dolci, bevande ecc. Cavallo a pag.13 Coloranti alimentari: il ruolo fondamentale dell'EFSA L’arma dei coralli contro il riscaldamento globale L’associazione Euromobility ha presentato il nuovo Rapporto Annuale sulla Mobilità Sostenibile nelle principali 50 città ita- liane. Il rapporto fa riferimento ai dati raccolti nell’anno 2012. Liguori a pag. 4 Rapporto 2013 sulla Mobilità Sostenibile Napoli perde posizioni, ma il futuro è tutto da scrivere Fuochi pirotecnici: belli alla vista, dannosi ai polmoni SCIENZA & TECNOLOGIA BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & SALUTE Costruire in legno, da sempre, è sinonimo di elasticità, resi- stenza, leggerezza e bellezza estetica. Ultimamente, grazie all’apporto della ricerca e delle tecnologie più avanzate in tema di ecosostenibilità, con il legno si stanno realiz- zando persino grattacieli. LAVORO & PREVIDENZA Le acque di balneazione in Campania nel 2014 PRIMO PIANO Povertà, ladra del nostro futuro NATUR@MENTE Tenetevi forte perché voglio iniziare il nuovo anno con il botto. Le vostre delicatissime orecchie saranno contaminate da un fastidioso suono compo- sto da sette lettere: povertà. Innanzitutto, non è vero che si nasce poveri. Si può nascere poeti, ma non poveri. Poveri si diventa. Come si diventa avvo- cati, tecnici, preti. Dopo una trafila di studi, cioè. Dopo lun- ghe fatiche ed estenuanti eser- cizi. Questa della povertà, insomma, è una carriera. E per giunta tra le più com- plesse. Suppone un noviziato severo. Richiede un tirocinio difficile. Tanto difficile, che il Signore Gesù si è voluto riser- vare direttamente l’insegna- mento di questa disciplina. La realtà sociale della quale siamo prigionieri ha fatto di più e meglio, ha costruito delle fabbriche dove sfornare la perfetta e efficiente povertà. Questi moderni stabilimenti sono luoghi di spazio sociale ben definiti benché diversi a seconda dei paesi e dei tempi, sono in funzione giorno e notte, i suoi lavoratori non scioperano mai e i sindacati nemmeno esistono. E’ un si- stema industriale talmente ef- ficiente, che per poter coprire tutti i segmenti di mercato, si sono sviluppate varie tipologie di fabbriche, così da produrre sempre nuovi poveri. Vedia- mole nel dettaglio, vi è: la fab- brica dell’inevitabilità della povertà, alimentata da un im- maginario collettivo molto dif- fuso nel mondo costruito sulla naturalità della povertà. Tafuro (continua a pag.19) DAL MONDO NATURA & BIODIVERSITÀ

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Magazine di informazione ambientale dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania

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Page 1: Arpa campania ambiente 2014 1

I peggiori luoghi delmondo…per il meteo

Paparo a pag.5

Il corallo, da sempre consi-derato uno degli organismimarini più delicati ha “ti-rato fuori le unghie”, ha im-parato da solo comedifendersi dai rischi am-bientali, in particolar mododal riscaldamento globale.

Funaro a pag.8

Progetto PRISCA: il mestiere del riuso

Nel Nord Europa sono giàparte del tessuto produt-tivo, da noi finora stenta-vano a partire. I centri diriuso sono i capannoni incui vengono raccolti gli og-getti superflui ma ancorain buono stato per essereproposti a un pubblicomolto vasto di acquirenti.

Allinoro a pag.10

Palumbo a pag.15

I grattacieli di legno

Approvata a fine anno la nuova delibera regionale sulla qualità del mare

Come ogni anno, le acque di balneazionein Campania sono state classificate conuna delibera di Giunta regionale appro-vata a fine dicembre. La qualità di ogni“acqua adibita alla balneazione” vieneclassificata come scarsa, sufficiente, buonao eccellente. A inizio stagione balneare2014, risulterà vietato, per inquinamento,il 10% delle acque di balneazione: un datoin costante diminuzione negli ultimi anni.La rete di monitoraggio attuale è compostada oltre 300 acque di balneazione: i prelievivengono effettuati da Arpac grazie a unaflotta di 7 imbarcazioni. I campioni prele-vati vengono analizzati nei laboratori del-l'Agenzia secondo i criteri normativi, e irisultati resi pubblici in tempo reale.

De Maio-Lionetti a pag.6

Colori, suoni, giochi di luce, emozioni forti: ifuochi d’artificio rappresentano senza dubbiouno spettacolo suggestivo, il momento clou difeste e celebrazioni importanti. C’è però unaspetto a cui nessuno pensa: i fuochi d’artificiopossono avere ricadute dannose per la salute.

Martelli a pag. 12

La tradizione della pastaattraverso i secoli

Già dall’antichità si hanno notizie di laga-nae (lasagne o fettuccine di pasta) arrivateforse dalla Calabria e già conosciute daiGreci che abitavano Sibari e Crotone: diesse era golosissimo lo stesso Mecenate se-condo quanto ci riferisce il poeta Orazio.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Ferrara a pag.18

Il dirigente pubblico

I coloranti alimentari sono dei composti, o me-glio, degli additivi alimentari che vengono ag-giunti agli alimenti principalmente perinserire, compensare o migliorare le colorazioni degli alimenti;questi sono contenuti in numerosi alimenti, tra cui snack, mar-garina, formaggio, gelatine, dolci, bevande ecc.

Cavallo a pag.13

Coloranti alimentari: il ruolo fondamentale dell'EFSA

L’arma dei coralli controil riscaldamento globale

L’associazione Euromobility ha presentato il nuovo RapportoAnnuale sulla Mobilità Sostenibile nelle principali 50 città ita-liane. Il rapporto fa riferimento ai dati raccolti nell’anno 2012.

Liguori a pag. 4

Rapporto 2013 sulla Mobilità Sostenibile Napoli perde posizioni, ma il futuro è tutto da scrivere

Fuochi pirotecnici: belli allavista, dannosi ai polmoni

SCIENZA & TECNOLOGIA

BIO-ARCHITETTURA

AMBIENTE & SALUTECostruire in legno, da sempre,è sinonimo di elasticità, resi-stenza, leggerezza e bellezzaestetica. Ultimamente, grazieall’apporto della ricerca edelle tecnologie più avanzatein tema di ecosostenibilità,con il legno si stanno realiz-zando persino grattacieli.

LAVORO & PREVIDENZA

Le acque di balneazione in Campania nel 2014

PRIMO PIANO

Povertà, ladradel nostro futuro

NATUR@MENTE

Tenetevi forte perché voglioiniziare il nuovo anno con ilbotto. Le vostre delicatissimeorecchie saranno contaminateda un fastidioso suono compo-sto da sette lettere: povertà.Innanzitutto, non è vero che sinasce poveri. Si può nascerepoeti, ma non poveri. Poveri sidiventa. Come si diventa avvo-cati, tecnici, preti. Dopo unatrafila di studi, cioè. Dopo lun-ghe fatiche ed estenuanti eser-cizi. Questa della povertà,insomma, è una carriera. Eper giunta tra le più com-plesse. Suppone un noviziatosevero. Richiede un tirociniodifficile. Tanto difficile, che ilSignore Gesù si è voluto riser-vare direttamente l’insegna-mento di questa disciplina. La realtà sociale della qualesiamo prigionieri ha fatto dipiù e meglio, ha costruito dellefabbriche dove sfornare laperfetta e efficiente povertà.Questi moderni stabilimentisono luoghi di spazio socialeben definiti benché diversi aseconda dei paesi e dei tempi,sono in funzione giorno enotte, i suoi lavoratori nonscioperano mai e i sindacatinemmeno esistono. E’ un si-stema industriale talmente ef-ficiente, che per poter copriretutti i segmenti di mercato, sisono sviluppate varie tipologiedi fabbriche, così da produrresempre nuovi poveri. Vedia-mole nel dettaglio, vi è: la fab-brica dell’inevitabilità dellapovertà, alimentata da un im-maginario collettivo molto dif-fuso nel mondo costruito sullanaturalità della povertà.

Tafuro (continua a pag.19)

DAL MONDO

NATURA & BIODIVERSITÀ

Page 2: Arpa campania ambiente 2014 1

Angelo Morlando

Il gioco sulla parola "clic-click" è dovuto alla concomi-tanza di due eventi diparticolare importanza chesembra utile citare entrambi:il primo evento è costituitodalla pubblicazione del docu-mento finale del progetto"Life + Wataclic"; il secondo èla nascita del nuovo portale"ResearchItaly - La ricercaitaliana a portata di click.".I riferimenti al primo pro-getto sono scaricabili dal sito:http://www.wataclic.eu. I risultati del progetto “WA-TACLIC” (Water against cli-mate change) sono statisintetizzati nel documento“Innovare la gestione dell’ac-qua in città, rispondere alcambiamento climatico” checostituiscono una serie di rac-comandazioni per migliorarela gestione delle acque in Ita-lia, dal trasferimento delle co-noscenze all’innovazione dellereti urbane, dalla progetta-zione edilizia agli strumentieconomici e ai processi di in-formazione dei cittadini. Gli obiettivi del progettosono: introdurre nuove regolenella pianificazione urbanaper aiutare la diffusione tragli utenti finali di tecnologie /strategie come la raccolta del-l'acqua piovana, del riciclodelle acque grigie e altre tec-niche in grado di consentireun uso più sostenibile delleacque urbane; adottare re-gimi tariffari volti a scorag-giare l'uso smoderato delleacque, per aumentare l'effi-cienza globale; dei sistemi diapprovvigionamento idrico;adottare delle campagne disensibilizzazione più efficaciper migliorare la conoscenzae la consapevolezza dei citta-dini.Le principali attività e i risul-tati del progetto sono stati

riassunti in campagne di co-municazione molto semplici econcentrate su eventi du-rante i quali gli esperti hannopresentato i risultati dei pro-getti con dimostrazioni diesperienze, tecniche e mate-riale informativo.Dal sito internet è possibilescaricare anche un kit per ilrisparmio idrico nel settoreagroalimentare e leggeremolti suggerimenti da appli-care nella vita quotidiana.I riferimenti al secondo pro-getto sono scaricabili dal sito:https://www.researchitaly.itResearchItaly è il nuovo por-tale web del Ministero del-l’Istruzione, dell’Università edella Ricerca, nato con l’obiet-tivo di fotografare, suppor-tare e promuovere la ricercaitaliana d’eccellenza, ovun-que questa sia realizzata: inItalia, in Europa e nel mondo.Un progetto sviluppato dalConsorzio CINECA, che ponela ricerca al centro di unnuovo piano di crescita cultu-rale ed economica del Paese,

mettendo a sistema quanto dimeglio l’Italia è oggi in gradodi produrre nei diversi campidel sapere e allineando il no-stro Paese alle migliori prati-che sviluppate a livelloEuropeo. Il portale è suddiviso in quat-tro aree tematiche generali:conoscere (per chi desideracapire meglio il mondo dellaricerca) , innovare (per le re-altà che vogliono agire comemotore dell'innovazione) ,esplorare (per soddisfare lecuriosità dei più giovani) ,fare (uno strumento per tutticoloro che fanno ricerca). Il sito è veramente bello, sem-plice e dai colori positivi, inol-tre, è molto aggiornato anchecon gli ultimi bandi per Hori-zon 2020.

Dalla rete innovazione e comunicazione ambientale

UNA CARRELLATA DI CLIC(K)!

“Oltre ai risultati del progetto “Wataclick” on-line anche il nuovo portale web del Miur

per promuovere la ricerca italiana d’eccellenza”

Dopo il terremoto che il 29 dicembre ha scossola Campania, sono rinate ataviche paure perchi era stato toccato dal terribile terremotodell’Irpinia del 1980 e sorte invece nuove ansiein chi si è trovato per la prima volta a fare iconti con un evento di que-st’entità. Per quanto un ter-remoto colga sempreimpreparati, è bene ricor-dare che ci sono accorgi-menti che possiamoprendere. Oltre alle basilarinorme di educazione civica ele esercitazioni per quantoriguarda i piani di evacua-zione, infatti, ognuno può tenere nella propriacasa un kit di emergenza. Kit che sia accessibilea ogni abitante della casa e sia ovviamente sem-pre a portata di mano. Averlo già pronto è utilenel caso in cui ci sia fretta di abbandonare l’abi-tazione e ci aiuta a non dimenticare cose che,nel trambusto generale, si potrebbero facil-mente dimenticare. Per il trasporto, utilizzareuno zainetto è la cosa migliore, perché praticoda portare e perché lascia libere le mani.Le indicazioni per riempirlo sono fornite dallaProtezione Civile: - fotocopia dei documenti d’identità e delle tes-sere sanitarie di tutti i componenti familiari;

- agendina cui segnare gruppo sanguigno, even-tuali patologie o allergie di tutti i componentidella famiglia;- torcia;- kit da pronto soccorso ed eventuali medicinali

indispensabili per i membridella famiglia (controllandoperiodicamente la scadenza);- alimenti non deperibili(barrette energetiche, fruttadisidratata e simili) e alcunebottiglie di acqua - protesi o occhiali (ancheuna vecchia versione);- coltellino pieghevole;

- copertine per proteggersi dal freddo e/o dai de-triti;- un capo d’abbigliamento supplementare pereventuale bisogno di cambio.Dopo la scossa oltre a prendere il kit di emer-genza è utile munirsi di oggetti di stretta utilitàquali le chiavi della macchina, il portafogli, ilcellulare. È buona norma possedere e tenere ac-canto al kit un elmetto per ogni membro dellafamiglia per proteggersi da eventuali crolli suc-cessivi alla scossa. Con quest’equipaggiamentosi garantisce a se stessi e ai membri della pro-pria famiglia un’autonomia di circa 72 ore.

A.E.

Terremoto, cosa portare con sé quando ci si allontana dalla propria casa

Page 3: Arpa campania ambiente 2014 1

Le temperature globali stanno seguendo un trendche non lascia scampo: previsto un aumento di al-meno 4 gradi entro la fine di questo secolo.Questo quanto risulta da una recente ricerca au-straliana, che afferma che i modelli finora svilup-pati per prevedere l’evoluzione della situazioneclimatica globale sono probabilmente errati, perchénon tengono conto correttamente del ruolo dellenuvole. Gli studiosi dell’Università del Nuovo Galles delSud, guidati dal professor Steven Sherwood delCentro di ricerca sul cambiamento climatico, so-stengono di aver individuato la chiave per preve-dere il comportamento della nuvolosità. Ma losviluppo più incredibile della ricerca riguarda, ap-punto, il ruolo che questa giocherà nel conteni-mento degli aumenti di temperatura: non saràaffatto d’aiuto. Negli ultimi 25 anni le maggiori in-certezze nel modellare i cambiamenti climaticisono state legate ai mutamenti nella nuvolosità,scrive Sherwood sulla rivista Nature. E in moltimodelli le previsioni di minori aumenti di tempe-rature si basavano sulla sua funzione di conteni-mento. “Questa ricerca risolve uno dei maggioridilemmi nella scienza climatica”, afferma. “La

chiave alla reattività del clima all'aumento dei li-velli di CO2 sta nel comportamento delle nuvole enella loro capacità di limitare gli aumenti, rinfre-scando la superficie terrestre oltre a riflettere nellospazio i raggi del sole”. Talvolta però l’aria si solleva solo di pochi chilome-tri fino a uno strato di confine, prima di ridiscen-dere verso la superficie terrestre. Altre volte puòsalire fino a 10-15 km. Il più ottimistico dei 43 mo-delli esaminati prevede che l’aria raggiunga inmaggior parte il livello più alto, formando nuvoleche avrebbero un effetto rinfrescante. “Questi mo-delli presuppongono una minore sensitività clima-tica, ma crediamo che non siano corretti”, sostieneSherwood. La pubblicazione della ricerca coincidecon gli ultimi dati del Bureau di Meteorologia se-condo cui nel 2013 l’Australia ha subito l’anno piùcaldo mai misurato, con temperature di 1,2 gradisuperiori alla media di lungo termine. Il rapportosottolinea l'influenza delle emissioni di anidridecarbonica, dichiarando che “il riscaldamento nellaregione australiana è molto simile a quello osser-vato su scala globale e l’anno passato sottolinea chela tendenza al riscaldamento continua”.

P.D’A.

Paolo D’Auria

Gli scienziati dell’UniversitàCa’ Foscari di Venezia hannoattivato una stazione di rile-vamento ai 2.550 metri diquota del Col Margherita, neipressi del Passo San Pelle-grino, al confine tra Veneto eTrentino-Alto Adige. Sulle Do-lomiti, gli studiosi misure-ranno la presenza naturalenell’atmosfera di mercuriogassoso, inquinante emessoda processi industriali. Que-sto dato sarà poi confrontatocon le informazioni raccolte dadecine di altre stazioni sparseper il mondo e contribuiràquindi a indirizzare le futurepolitiche ambientali. L’Uni-versità Ca’ Foscari Venezia el’Istituto per la Dinamica deiProcessi Ambientali del Cnrentrano così nella prima retemondiale di monitoraggio delmercurio, metallo tra i piùtossici per l’uomo e l’am-biente. La stazione di ColMargherita, infatti, è un nododella rete globale Gmos (Glo-bal Mercury Observation Sy-stem), che coinvolge 23 istitutiinternazionali ed è finanziatacon 10 milioni di euro dal-l’Unione Europea. Le stazioni

attive si trovano a terra inaree sensibili, ma non solo:strumenti si trovano in volo a6mila metri di quota, montatisu aerei, e altri attraversanogli oceani a bordo di navi. “Vo-gliamo capire quale sia l’im-patto dell’uomo sullevariazioni nel ciclo del mercu-rio nell’ambiente - spiegaCarlo Barbante, professore diChimica analitica all’Univer-sità Ca’ Foscari e direttoredell’Istituto per la Dinamicadei Processi Ambientali delCnr -. Il compito della nostra

stazione è vedere quale sia ilfondo naturale dell’inqui-nante in un sito di alta quota.La strumentazione ci ag-giorna telematicamente ognicinque minuti con i dati sulmercurio, inoltre misura pa-rametri meteorologici e cam-pioni di precipitazioni”.La ricerca coinciderà con la di-vulgazione. Informazioni pre-ziose saranno messe adisposizione degli sciatori, intempo reale: alla base dellafunivia del Col Margherita ivisitatori vedranno su uno

schermo dati utili come tem-peratura, precipitazioni, ef-fetto del vento sullasensazione termica. Il pro-getto è stato realizzato in col-laborazione con la societàdegli impianti sciistici del SanPellegrino, che ha permesso airicercatori di trasportare sullacima il container e gli stru-menti per il monitoraggio.Il sistema GMOS è formato dauno specifico team di lavoro ilcui scopo è quello di svilup-pare strumenti – come banchedati, cataloghi, servizi – per

realizzare dataset sulla rile-vazione del mercurio in atmo-sfera. Il sistema offre servizicome la ricerca, la visualizza-zione e la consultazione di setdi dati territoriali dal portalewww.gmos.eu. Il sistema èsviluppato nell’ambito dell’in-frastruttura per l’informa-zione territoriale delladirettava INSPIRE, con loscopo di rendere disponibiliinformazioni rilevanti, di altaqualità e geograficamente ar-monizzate per la valutazionedelle politiche e delle attivitàche hanno un impatto direttoo indiretto sull’ambiente. Dalmomento che l’interoperabi-lità è un concetto centrale peril sistema di osservazione glo-bale della Terra (GEOSS ), ilMonitoraggio globale perl'ambiente e la sicurezza(GMES) e la direttiva IN-SPIRE, l’utilizzo di standard èuna preoccupazione fonda-mentale in tutto il processo dicodifica. Con specifico riferi-mento al GMES, il databaseglobale sul monitoraggio delmercurio e le uscite del mo-dello GMOS sono resi disponi-bili attraverso una serie diservizi di monitoraggio, previ-sione e ri-analisi.

Aria: parte il monitoraggio del mercurio sulle DolomitiServirà a raccogliere dati utili sull’inquinamento industriale

Cambiamenti climatici:nessun aiuto dalle nuvoleDa una ricerca australiana previsti aumenti fino a 4°C entro la fine del secolo

Page 4: Arpa campania ambiente 2014 1

Fabiana Liguori

L’associazione Euromobilityha presentato il nuovo Rap-porto Annuale sulla MobilitàSostenibile nelle principali 50città italiane. Il rapporto fa ri-ferimento ai dati raccolti nel-l’anno 2012. Il primo risultato negativo che,purtroppo, viene alla luce dalnuovo documento è lo scivola-mento di Napoli nella classificadefinitiva: dal 21°posto dellascorsa edizione all’attuale 32°.La città partenopea perde il pri-mato di centro urbano più eco-mobile del Meridione, lasciandoil “podio” a Palermo e Bari. Ipunti critici del capoluogo cam-pano, che precede comunque diuna posizione Salerno, sono:l'elevata presenza di autovet-ture per kmq (la più alta in Ita-lia) e il preoccupante numero diautomobili inquinanti in circo-lazione (nello specifico aggiun-geremmo: vecchie! Conside-rando che, anche a causa delladisastrosa situazione socio- eco-nomica che affligge il popolo na-poletano, è più difficileacquistare auto all’avanguar-dia!). Trionfa Venezia, seguita daBologna e Torino. Fanalini dicoda Potenza, Reggio Calabriae Siracusa, ovviamente, tutte

“rappresentanti” di quel SudItalia così tanto screditato e di-menticato. Ma andiamo nel dettaglio. In45 città su 50 cala il numero diauto in rapporto agli abitanti(il cosiddetto indice di motoriz-zazione). In effetti, c’è una forteriduzione del numero di autovendute rispetto al 2011 (-20%).Considerando i costi assurdidel carburante, conti- nuano adessere preferiti i veicoli alimen-tati a gas (GPL o metano), pari

al 7,5% del totale (rispetto al7,1% dell’anno precedente).Piccolo ma significativo passoavanti verso l’utilizzo di carbu-ranti più puliti. Migliora laqualità dell’aria, anche se c’èancora molto da fare. Ben 35città su 50 superano il limitedei 35 giorni consentiti ognianno per il superamento dei li-velli di PM10. In alcune città,tra cui Milano e Torino, i livelliconsentiti sono stati superatiper oltre 100 giorni nell’arco

del 2012 al cospetto degli 80 diNapoli. Ma diamo un’occhiataal trasporto pubblico, peresempio: i dati presentati evi-denziano quanto l’offerta siapoco presente nella città parte-nopea rispetto ad altri capoluo-ghi come Milano, Torino oRoma, nonostante Napoli sia lacittà italiana con la più altadensità abitativa 8.057,1(ab/kmq). Solo questo baste-rebbe già a far riflettere…Scarse, per ora, “esperienze” di

car sharing e bike sharing.Tanti sono i “buchi neri” a Na-poli: aree pedonali, zone a traf-fico limitato, corsie ciclabili,parcheggi di interscambio, ecosì via. Ma qualcosa, in realtà,già dallo scorso anno si sta co-minciando a fare. Forse, ilprossimo Rapporto, ci riserveràbelle sorprese… Rimbocchia-moci le maniche, e anche se lastrada è lunga e faticosa, nondimentichiamo che è, pur sem-pre, la nostra strada!

È stata approvata la progetta-zione definitiva della messa insicurezza della discaricaSo.Ge.Ri. ubicata nel comunedi Castel Volturno e al confinecon il comune di Mondragone,presso la Regione Campania -UOD - Autorizzazioni Am-bientali e Rifiuti di Caserta.La Conferenza dei Servizi si èsvolta alla presenza delladott.ssa Norma Naim, diri-gente del settore regionale,con la partecipazione dell'ing.Brugiotti e dell'ing. Ciceronein rappresentanza della Soge-sid S.p.a. (società tecnica delMinistero dell'Ambiente) conl'ing. Spasiano e il dott. DelMuto in rappresentanza dellaprovincia di Caserta e conl'Associazione Culturale Offi-cina Volturno, da oltre dieci

anni operante sul territorio eappartenente alla Consultadelle Associazioni Ambientaliistituita presso il Comune diCastel Volturno. In tempi bre-vissimi sarà pubblicata la de-termina regionale, in seguito

alla quale la Sogesid potràesperire il bando di gara, forsegià a metà gennaio, in mododa iniziare i lavori entrol'estate 2014 e concluderlientro dicembre 2015.

A.M.

Rapporto 2013 sulla Mobilità Sostenibile Napoli perde posizioni, ma il futuro è tutto da scrivere

Napoli: gli alberi di Natale si smaltiscono gratis nelle isole ecologiche

Le isole ecologiche cittadinesono a disposizione per laraccolta degli alberi di na-tale in disuso. Abbando-narli per strada è un reato,oltre ad essere dannoso perl’ambiente. Il servizio è gra-tuito. Attualmente le isoleecologiche attive sono 6: viaSaverio Gatto (Colli Ami-nei), via Emilio Salgari

(Ponticelli), viale Pontedella Maddalena (Centrocittà), viale della Resistenza(Scampia), via Arturo La-briola (Fuorigrotta) e CupaCapodichino (Miano). I giorni e gli orari di aper-tura sono: lunedì dalle 14alle 19, dal martedì al sa-bato dalle 9 alle 19 e la do-menica dalle 9 alle 14.

Approvata la progettazione per la discarica So.Ge.Ri.

Istituzioni e associazioni unite per il territorio

Foto tratta da www.noi.caserta.it

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I PEGGIORI LUOGHI DEL MONDO…PER IL METEOLa classifica dei 10 posti più inospitali da un punto di vista climatico

Come non ci sono più le mezzestagioni, così è stata stilatauna classifica dei posti piùinospitali a livello meteorolo-gico del mondo. Una top tenche non risparmia nessuno. Così, dopo il nuovo picco difreddo, un vero e proprio re-cord registrato in Antartidecon ben -93,2gradi, la rivista“Weatherwise”, dedicata alcampo della meteorologia, haaffidato ad Ed Darack dicreare una classifica dei diecipeggiori posti al mondo sottoil profilo meteo. Ad aprire ledanze, in ultima posizione,troviamo Ojmjakon, nella Si-beria orientale, considerato ilposto stabilmente abitato conuna temperatura fredda cheraggiunge i -67,8gradi. Nonoposto, invece, per l’isola piùremota e inaccessibile: sitratta dell’isola Bouvet. Diproprietà norvegese, è situatanel tempestoso Atlantico me-ridionale a mille seicento chi-lometri dalle coste antartichedella Terra della ReginaMaud. In sostanza, ci tro-viamo di fronte a un vulcanoemerso, la cui superficie nonarriva a 50 km quadrati e peril 90% è coperta dai ghiacci.Solo all’ottavo posto troviamoil Sahara, con il Grande ErgOccidentale, forse perché ilgrande deserto, pur essendo

inospitale a causa del clima, èabitato da millenni e rappre-senta la culla di grandi civiltà.Per le Ande della Patagoniameridionali è pronto ad atten-derle il settimo posto. Anchese i luoghi sono splendidi,sono freddissimi e cadonoenormi quantità di neve ac-compagnati da forti raffiche divento, che li rendono inospi-tali. In sesta posizione troviamo lavalle Gandom-e Beryan neldeserto iraniano di Dasht-e

Lut, dove la temperatura delsuolo ha raggiunto i 70,7gradi. Saliamo ancora e arri-viamo al quinto posto, occu-pato dal Summit Camp, inGroenlandia, nel centro geo-grafico dell’isola ghiacciata a3.230m di altezza a 72° 36’Nord e 38° 25’ Ovest. Avan-zando incontriamo in quartaposizione la regione del K2 edell’alto Karakorum in Paki-stan, dove nel raggio di unaventina di chilometri ci sonoquattro delle 14 montagne più

alte del mondo, che rendono lazona la più alta della Terra.Qui l’inverno è freddissimocon temperature fino a -58°Ce non è un caso che il K2 nonsia stato ancora scalato nellastagione invernale. Siamo ar-rivati finalmente al podio. Medaglia di bronzo per lacosta dell’Antartide, che uni-sce in sé i posti più freddi earidi del pianeta con un maresempre in tempesta, con iventi fortissimi catabatici chespirano dall’altopiano antar-

tico. L’argento spetta alla ca-tena High Icefield tra Yukon(Cnada) e Alaska, dove tro-viamo i monti più alti del Ca-nada (Elias e Logan).Vincitore della medaglia d’orodi questa bizzarra classifica èla stazione russa Vostock, si-tuata al Polo Sud, che dete-neva il record di freddo, con ilraggiungimento di una tem-peratura pari a -89°C, primadi vedersi strappare via il pri-mato dalla Dorsale Argus.

A.P.

IL MONDO SU DUE RUOTELe sette città al mondo in cui ilbike sharing ha preso piùpiede diventando un fenomenostabile e integrato nella mobi-lità sono: Barcellona, Lione,Città del Messico, Montreal,New York, Parigi e Rio de Ja-neiro cittadina. La classifica èstata stilata dall’Institute forTransportation and Develop-ment Policy di New York, cheha preso come campione 400città nelle quali il servizio èstato avviato, sparse nei 5 di-versi continenti, fra queste,non figura nessuna città ita-liana. La classifica dell’ITDPpremia dunque quelle cittàche hanno saputo integrare inmaniera efficiente il sistemadi bike sharing con la rete dimobilità urbana già esistente,offrendo un servizio economicoed efficiente. Al primo postoabbiamo Barcellona, con 10,8utilizzi per ogni bici, 67,9

viaggi per 1.000 abitanti, alsecondo Lione con 8,3 utilizziper bici, 55,1 viaggi per 1.000abitanti, mentre al terzo tro-viamo Città del Messico con5,5 utilizzi per bici e 158,2viaggi per 1.000 abitanti. Aseguire al quarto posto tro-viamo Montreal, con 6,8 uti-lizzi per bici e 113,8 viaggi per1.000 abitanti, al quinto inveceNew York con 8,3 utilizzi perbici e 42,7 viaggi per 1.000 abi-tanti. Chiudono la classificaParigi con 6,7 utilizzi per bicie 38,4 viaggi per 1.000 abi-tanti, e Rio de Janeiro, con 6,9utilizzi per bici e 44,2 viaggiper 1.000 abitanti. In defini-tiva, secondo l’ITDP, nelmondo ci sono oltre 600 cittàcon un servizio attivo di bikesharing, solcate da oltre 700mila veicoli in affitto. I risultati della ricerca sonostati resi noti in occasione

della pubblicazione della “BikeSharing Planning Guide”, unaguida che offre gli strumentinecessari per pianificare e av-viare un sistema di bike sha-ring efficiente e convenienteper i cittadini. Dopo un’attentaosservazione di questi sistemi,infatti, gli esperti dell’ITDP hastilato una serie di criteri chedevono guidare il percorso dicostruzione del servizio: un so-stanzioso parco bici, stazionisituate al massimo ogni 300metri di distanza, un’area ope-rativa più ampia di 7 chilome-tri quadrati, metodi semplici eveloci per prenotare e prele-vare il veicolo, sistemi di sicu-rezza montati sulle bici che lerendano sicure e difficili da ru-bare. L’auspicio è che a questesette metropoli possa aggiun-gersi un giorno anche unacittà italiana.

F.S.

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Emma LionettiLucio De Maio

La Regione Campania con DGRn.663 del 30/12/2013, (BURCn.1 del 07/01/2014), ha definitoai sensi della normativa vigente(D.lgs. n.116 del 03.05.2008 eDM 30.3.2010) la Classifica-zione della qualità delle acque dibalneazione. La valutazione èstata effettuata con il contributotecnico-operativo della Dire-zione Tecnica Arpac - UnitàOperativa Mare - tramite elabo-razione statistica dei dati delleultime quattro stagioni balneariottenuti dai controlli eseguitidai Dipartimenti ProvincialiArpac. Ad ogni “acqua adibita alla bal-neazione” viene attribuita unaclasse di qualità “scarsa”, “suffi-ciente”, “buona” o “eccellente” inbase alla quale per ciascunaarea vengono adottate specifi-che modalità di gestione edeventuali provvedimenti miratialla tutela della salute dei ba-gnanti. A norma di legge, tuttele acque di balneazione entro lafine della stagione 2015 devonorisultare almeno di qualità “suf-ficienti”: quelle classificate“scarse” per cinque anni conse-cutivi saranno soggette ad undivieto permanente di balnea-zione.La rete di monitoraggio attualeè composta da 329 acque di bal-neazione (42 in provincia di Ca-serta, 149 in provincia di Napolie 138 in quella di Salerno). Pereffettuare i prelievi, Arpac di-spone di una flotta di 7 imbar-

cazioni, tra cui il battello ocea-nografico Helios. I campioni pre-levati vengono analizzati neilaboratori ARPAC secondo i cri-teri normativi, e i risultati resipubblici in tempo reale sul webdi Arpa Campania e sul PortaleAcque del Ministero della Sa-lute. La balneabilità per la pros-sima stagione 2014 risulterà

vietata ad inizio stagione 2014per circa 41 km di costa a causadi inquinamento (10%) e per 59km per cause indipendenti daesso (foci e torrenti di fiumi nonrisanabili, aree portuali e areemarine protette). I dati confer-mano l’inquinamento in prossi-mità dei centri abitati e deifiumi, torrenti e canali. Persiste

pertanto la necessità di rimuo-vere le cause di contaminazionedei corpi idrici che si immettonoin mare e di rendere più effi-cienti i sistemi di collettamentoe depurazione per restituire allabalneabilità zone costiere di altopregio ambientale e di elevatointeresse turistico. Il trend temporale della costa

vietata alla balneazione rispettoal totale di litorale controllatoda Arpac è abbastanza confor-tante. Infatti circa il 92% dellacosta campana è adibita allabalneazione (429 km) e di que-sta solo il 10% risulta vietata adinizio stagione balneare 2014 ri-spetto al 19% registrato nel2011 e al 12% del 2012.Inoltre se si analizza il dettagliodella classificazione si evidenziaanche una discreta riduzionedella costa di qualità “scarsa”che dal 9% diminuisce al5%.Questo dato positivo è do-vuto per lo più al recupero dellearee vietate alla balneazione inseguito alla comunicazione di ri-sanamento che i Comuni hannotrasmesso alla Regione e agliesiti favorevoli dei campiona-menti effettuati. Nel dettaglio, le condizioni dilegge per la riammissione sisono verificate, nel corso dellastagione balneare 2011, per 22aree (16 del Comune di Castel-volturno, tre di Mondragone,una di Portici, una di Minori euna del Comune di San Gio-vanni a Piro). Per il 2012 si sonoaggiunti tredici tratti di costa“riabilitati” e, nel 2013, sonostate recuperate altre tre acquedi balneazione della provinciadi Salerno (a Pontecagnano Fa-iano, Salerno e Santa Marina),per un totale di trentotto “ria-perture” in tre anni pari a circa34 km di costa definita a normadi legge “di nuova classifica-zione”. Tutte le informazionisono sul sito www.arpacampa-nia.it, sezione “Balneazione”.

Le acque di balneazione in Campania nel 2014

Un sistema a rete per le agenzie ambientaliAnna Gaudioso

Con il Decreto 21 maggio 2010n. 123 del Ministero dell'Am-biente e per la Tutela del Terri-torio e del Mare,sulla gazzettaufficiale n.179 del 3 agosto2010 è stato pubblicato il rego-lamento che sancisce la fusionedell’APAT(istituita nel 1999,fondendo l'Agenzia nazionaleper la protezione dell'ambienteed il Dipartimento per i servizitecnici nazionali della Presi-denza del Consiglio, dipendevadal Ministero dell'Ambiente edella Tutela del Territorio)dell’INFS e dell’ICRAM in ununico istituto:l’ISPRA. Conquesta sigla viene denominatol’Istituto superiore per la prote-zione e la ricerca

ambientale(ISPRA). Il decretoformalizza il sistema nazionaledelle Agenzie ambientali cheoggi conta una vasta presenzasu tutto il territorionazionale,infatti ben 21sono leAgenzie Regionali (ARPA) eProvinciali (APPA) che sonostate istituite con appositaLegge Regionale.In questo modo, sono stateposte di fatto le premesse per lacostituzione di un vero e pro-prio sistema a rete, di stampofederalista ,costituito da unastruttura centrale, con compitodi coordinamento tecnico scien-tifico,e ventuno realtà territo-riali con compiti di natura piùoperativa sul territorio. In que-sta direzione si delinea e si co-niuga una conoscenza diretta

del territorio e dei problemiambientali locali con le politi-che nazionali di prevenzione eprotezione dell'ambiente, cosìda diventare punto di riferi-mento, tanto istituzionalequanto tecnico-scientifico, perl'intero Paese.L’istituzione dell'ISPRA rap-presenta la coesione del Si-stema, pur nel rispetto dellerealtà territoriali, e ne favoriscelo sviluppo omogeneo su temi dicooperazione e collaborazione.Infatti, fin dall'istituzione delleprime Agenzie regionali, èemersa l'esigenza di crearedegli spazi di confronto e di-scussione tra le Arpa-Appa, alfine di promuoverne uno svi-luppo coordinato. E' per questomotivo che la legge istitutiva

dell'APAT prima e ora del-l'ISPRA ha istituito un Consi-glio Federale, presieduto dalPresidente dell'ISPRA e compo-sto dal Direttore Generale e dailegali rappresentanti delleARPA-APPA, che hanno unafunzione consultiva sulla con-venzione tra l'Istituto e il Mini-stero dell'Ambiente, conparticolare riguardo all'asse-gnazione dei finanziamenti eall'utilizzo delle risorse, nonchéalle metodologie tecnico opera-tive per tutto ciò che riguardal’esercizio delle attività delleArpa-Appa, ed anche per ilcompito di coordinamento del-l'Istituto nei confronti delleArpa-Appa. In questo panorama normativoe di riassetto generale non pos-

siamo non riportare l’interesseche l’ISPRA rivolge all’educa-zione ambientale,infatti pro-muove e realizza programmi dieducazione, divulgazione e for-mazione in materia ambientalea livello nazionale ed interna-zionale, attraverso :progetti dieducazione ambientale rivolti agiovani in età scolastica ed agliadulti ;divulgazione di metodo-logie e conoscenze a supportodei decisori dei piccoli Comuni;corsi di formazione ambientalesia in aula che a distanza; tiro-cini di formazione ed orienta-mento; coordinamento delgruppo di lavoro interagenzialeper l'Educazione Orientata allaSostenibilità e del gruppo di la-voro interagenziale per la For-mazione Permanente.

Migliora la qualità del mare: quest'annovietato per inquinamento il 10%

della costa adibita ai bagni

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L'educazione ambientale è uno dei compiti fondamentali della struttura Ispra-Arpa

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Gennaro Loffredo

Chi di noi non conosce la rosa deiventi? Il suo nome è dovuto alla dispo-sizione dei rombi che la compongono eche in origine indicavano le direzionida cui soffiano i venti.Le quattropunte principali indicano i punti car-dinali (Nord, Est, Sud, Ovest); le suc-cessive quattro punte i puntiintercardinali (Nord-est, Sud-Est,Sud-Ovest, Nord-Ovest).La tramontana ad esempio è un ventofreddo e secco proveniente da Nord,che interessa le regioni del medio ealto versante tirrenico ed è più fre-quente nei mesi invernali con condi-zioni di alta pressione sull’Europaoccidentale e di bassa sui Balcani.Questo vento porta generalmenteampie schiarite e visibilità eccellente.Il nome deriva dall’aggettivo tramon-tano, cioè ”oltre il monte”: si riferisceinfatti a un vento che proviene daoltre le Alpi, quindi da Settentrione.La Pianura Padana e le valli alpine,che si trovano sottovento rispetto aquesto tipo di circolazione, sonospesso interessate da venti di caduta

noti come Foehn oFavonio, moltoasciutti e caldi.La bora è un ventomolto freddo prove-niente da Nord-Est,tipico delle regionidel medio-alto ver-sante adriatico e inparticolare di Trie-ste. D’inverno labora, che nelle re-gioni meridionaliprende il nome digrecale, è la princi-pale responsabiledelle ondate difreddo che interes-sano la penisolaitaliana, con nevi-cate a quote anchebasse sulle regioniadriatiche e al Sud.Il levante prende il nome dal puntocardinale da dove spira, Est. Si generaquando è presente una depressionetra le coste Africane e le Isole Mag-giori o sullo Ionio Meridionale. Labassa pressione richiama correntiorientali dai Balcani verso l’Italia,analogamente a quanto succede con labora, anche se in questo caso le cor-renti associate sono generalmentemeno fredde. Il vento proveniente daSud viene chiamato ostro. La configu-razione barica e la fenomenologia as-sociata sono molto simili allo scirocco.Quest’ultimo è uno dei venti che piùfrequentemente spirano sui nostri ba-cini. E’ un vento tiepido d’inverno e intardo autunno, caldo negli altri pe-riodi dell’anno. È in origine un ventocaldo e secco, ma nell’attraversare ilMediterraneo giunge umido sulle no-stre regioni apportando nuvolosità efenomeni soprattutto al Settentrione.Lo scirocco raccoglie grandi quantitàdi sabbia dal Sahara e può dar luogoad una colorazione giallastra o rossa-stra delle nubi e a precipitazioni con-tenente pulviscolo.

In Estate, lo Scirocco si associa spessoall’arrivo dell’anticiclone nord-afri-cano sulla nostra penisola con fortiondate di caldo. Il libeccio spira dasud-ovest ed è attivato dal passaggiodelle perturbazioni atlantiche. Pro-voca intense precipitazioni sulle re-gioni tirreniche, ed è tipicodell’autunno e dell’inverno, stagioninelle quali può provocare intense ma-reggiate, specie su Lazio e Campania.Pur essendo un vento tiepido, essonon provoca particolari innalzamentidelle temperature, specie se la dire-zione del vento assume una compo-nente più occidentale, similmente aquanto accade con il ponente. Inestate il vento di libeccio tende adavere effetti simili al Foehn sulle re-gioni del versante adriatico, gene-rando un vistoso aumento delletemperature su queste zone. Il mae-strale è temutissimo da agricoltori enavigatori, in quanto è capace di rag-giungere punte di velocità ragguarde-voli ed è spesso responsabile diburrasche ed intense mareggiate in-torno alla Sardegna e alla Corsica. Èun vento che spira da Nord-Ovest e

può soffiare sia in pre-senza di una rimontadi alta pressione sulMediterraneo Occi-dentale, sia per un’ir-ruzione di aria articache entra nel Mediter-raneo dalla porta delRodano. Insommal’Italia, estesa in lati-tudine e in longitu-dine e grazie allapresenza delle catenemontuose, presentacaratteristiche diversedi clima anche grazieall’esposizione a parti-colari tipi di venti.

Angelo Morlando

Angelo Morlando

Unito nel nome dell’acqua: il no-stro Paese è una realtà moltocoesa, per quanto riguarda la di-sponibilità di acqua potabile. In-fatti, come evidenzia il Focus“Acque” pubblicato di recente dal-l’Ispra, sono rare le regioni che rie-scono, senza apporti esterni daaltre regioni, a soddisfare il propriofabbisogno idrico per uso civile.Con alcune eccezioni, le regioniitaliane scambiano molta acqua tradi loro: risultano totalmente auto-sufficienti solo la Valle d’Aosta, laSardegna, la Sicilia, l'Abruzzo e laprovincia autonoma di Trento. Leprime tre regioni sono del tutto“chiuse”, cioè, non ricevono né for-niscono acqua ad altre regioni. LaProvincia di Trento e l'Abruzzo for-niscono, ma non ricevono volumiidrici, mentre, al contrario, Puglia eCalabria importano acqua, ma nonesportano nulla. La Puglia, in parti-colare, risulta essere la regionepiù dipendente dall’esterno perl’approvvigionamento di acqua po-tabile da distribuire attraverso larete idrica. Circa il 60% della sua

acqua di rete, infatti, proviene daaltre regioni, in gran misura dallaBasilicata e in secondo luogo dallaCampania. La nostra regione, chepure alimenta in maniera cospicual’acquedotto pugliese, è a suavolta una grande importatrice diacqua: ne riceve circa 230 milionidi metri cubi all’anno, in particolareda Lazio e Molise. Nella classificadelle regioni “esportatrici” diacqua, in testa c’è la Basilicata,che cede all’esterno circa il 70%del volume di acqua prelevato sulproprio territorio. A seguire, il Mo-lise (che cede il 60% delle risorseidriche prelevate in regione) e ilLazio (12%). Il capitolo del Focusdedicato all’approvvigionamentoidropotabile in Italia, curato da Ste-fano Tersigni e Simona Ramberti(Istat), sottolinea come viene cal-colata la disponibilità di acqua peruso civile a livello regionale: sisomma l’acqua per uso potabileprelevata in regione all’acqua pro-veniente da altre regioni e si sot-trae l’acqua ceduta ad altre regionie l’acqua che viene convogliataspecificamente all’industria e al-l’agricoltura.

(2 – segue)

L’Italia esposta a una varietà di correnti

I venti tipici del Mediterraneodisposti sulla tradizionale Rosa

Focus “Acque”

La Campania importa230 milioni di m3

da Lazio e Molise

Così le regionisi scambiano

l’acqua

Raccontiamo il meteo

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 gennaio 2014 - Anno X, N.1Edizione chiusa dalla redazione il 14 gennaio 2014

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, F. Clemente, S. Cavallo, P. D’Auria,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Fu-naro, G. Loffredo, A. Morlando, A. Palumbo, A.Paparo, F. SchiattarellaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Rosa Funaro

Il corallo, da sempre considerato uno degli organi-smi marini più delicati ha “tirato fuori le unghie”,ha imparato da solo come difendersi dai rischi am-bientali, in particolar modo dal riscaldamento glo-bale. Catastrofiche le previsioni di un pool diricercatori del Coraal Reef Task Force americano,secondo cui oltre la metà delle barriere corallinedel mondo potrebbero scomparire in meno di 25anni, secondo gli esperti, infatti, circa il 30% dellebarriere coralline mondiali è andato distrutto negliultimi 50 anni, e un altro 30% è fortemente dan-neggiato. Le temperature del mare sono in aumento, provo-cando il fenomeno dello sbiancamento e indebo-lendo le resistenze dei coralli all'inquinamento,soprattutto quello di origine chimica. Ma oggi, ul-teriori studi in merito, hanno delineato scenarimeno apocalittici, immaginando un finale certa-mente più ottimistico. La bella notizia arriva dall’Australia dove, ungruppo di ricercatori, ha scoperto che i coralli sonopiù resilienti di quanto finora creduto e che la loroarma segreta di difesa contribuisce al cattivo odore

che può emanare dagli oceani. Secondo gli scien-ziati dell'Istituto australiano di scienze marine,l'odore proviene da un anti-ossidante prodotto daicoralli, nella forma di gas solforoso, che li mantienefreschi quando le temperature dell'acqua aumen-tano, aiutandoli a regolare l'ambiente circostante.“Quando l'acqua si riscalda - scrive sulla rivistaNature la specialista di analisi biomolecolare Che-rie Motti - i coralli rilasciano più molecole. Il gas solforoso di tali molecole aiuta a formare una'nebbia' che respinge il calore del sole, rinfrescandola superficie marina. Abbiamo osservato che le mo-lecole solforose vengono prodotte in più alte con-centrazioni quando il corallo è sbiancato dal calore,il che gli permette di sopravvivere molto più alungo. Questo significa che questa specie, siaquando è giovane e comincia a crescere, sia quandoè adulto sotto grave stress, ha la capacità di difen-dersi'”. Un sistema difensivo, questo, che si riveladavvero utile, anche se non è sempre infallibile,dato che, come ha spiegato la studiosa, un livellodi stress eccessivo dovuto ad alte concentrazioni diinquinanti può compromettere tale ciclo impe-dendo al corallo di produrre gas a sufficienza pertutelarsi.

Alessia Esposito

È Natale quando a Rosario, inArgentina, alcune “palometas”(pesci molto simili ai piranha)iniziano l’attacco ai bagnanti.Una serie atipica di agguati,che dura circa quarantotto ore. Si contano oltre sessanta feriti,riferisce il sottosegretario allaSalute Gabriela Quintanilla.Riportano morsi su talloni,piedi, mani, strappi di pezzi dicarne: una bambina di setteanni ha addirittura perso undito. Si tratta infatti di pescigrandi, molto voraci, con dentiaguzzi e molto taglienti. Fannoparte della famiglia dei Pygo-centrus (a cui fanno capo anchei più famosi fratelli piranha) esono diffuse in Sudamerica, neibacini del Rio delle Amazzoni,dei fiumi Paraguay e Rio Pa-raná, Orinoco ed Essequibo. Gliappartenenti a questa famigliahanno la ben conosciuta e ca-ratteristica figura romboidalecon corpo compresso lateral-mente e molto alto. La loro ali-mentazione è composta da unapporto vegetale e da insetti,vermi, crostacei, pesci, mammi-feri e uccelli (acquatici e non).Se “stressati” da particolaricondizioni non è strano che at-

tacchino l’uomo. E sono stateproprio queste condizioni distress a verificarsi a Rosarioqualche settimana fa; si è ve-nuta a creare una situazionefavorevole ad attirare le palo-metas in superficie e, conse-guentemente, all’attacco. Tragli imputati il caldo. Record, inquesto caso. Lo stesso cheaveva spinto novemila ba-gnanti in quel momento a fareun tuffo ristoratore nel fiume

Paranà. Nei giorni di Natalel’afa non ha dato tregua: si èpassati da una temperaturaminima di 30 gradi a una mas-sima di 38, un caldo che ha al-zato anche la temperaturadell’acqua. Complice da nonsottovalutare per analizzarel’agguato delle palometas sonole scarse precipitazioni del pe-riodo invernale. La siccità hafatto sì che il livello delle acquesi abbassasse rispetto al solito.

Ciò ha provocato, tra le altrecose, una diminuzione del ciboper le palometas che si sonocosì riversate sugli esseriumani, di solito non le loroprede preferite, nonostante lafama da “mangia uomini”. Il ve-terinario Juan Enrique Romerocommenta tuttavia: “Sono pa-renti del piranha. La comparsaha a che vedere con un determi-nato tipo di condizioni: acquacalda e movimento della gente

che si immerge per il caldoextra producono le condizioninaturali perché l’animale sferriun attacco. Come tutti i preda-tori, questo pesce è attratto dalsangue”. Gustavo Centurion,medico del Sistema Integradode Emergencia Sanitaria, rife-risce: “E’ la prima volta in que-sta periodo che accade questofenomeno. Ogni tanto le palo-metas compaiono, così ho po-tuto verificare che c’è bisogno dialcune condizioni climaticheperché questi pesci vengano ariva: una di queste è l’aumentodella temperatura dell’acqua.”Ad oggi le autorità competentistanno invitando a non fare ilbagno. Senza voler puntare ildito su una sola causa determi-nante e fare congetture sensa-zionaliste, è una serie dicongiunture a creare quest’at-tacco anomalo. Altrettanto cor-retto è però non parlare deltutto di “evento naturale”: le al-terazioni climatiche che provo-cano siccità in inverno e afarecord in estate hanno, comeormai è tristemente noto, ori-gini che sono ben altre. El’uomo non può esimersi dalfare un “mea culpa” per i dannicausati al riscaldamento glo-bale e, dunque, agli ecosistemi.

Argentina: a Natale attacco dei predatori del mareOltre 60 bagnanti hanno riportato ferite. Una bambina ha perso un dito

L’arma dei coralli contro il riscaldamento globaleUn gas solforoso che li mantiene freschi quando le temperature aumentano

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Anna Paparo

Nasce il primo registro euro-peo per la valorizzazione deicrediti di carbonio sul mercatovolontario del settore agroali-mentare e per calcolare l’im-pronta carbonica, conl’obiettivo di ridurre impatto econsumo energetico. Ecco avoi CO2 Resa. Ad esso si pos-sono iscrivere tutte quelle

aziende che hanno messo, nelcorso dei due anni appena tra-scorsi, o quanto meno mette-ranno in pratica azioni volte aridurre la quantità di gas cli-malteranti emessi, per poterattuare una politica indiriz-zata allo sviluppo sostenibilee alla tutela dell’ambiente.Unico nel suo genere, questoregistro rappresenta il primoesemplare in Europa dedicatoalla valorizzazione dei creditidi carbonio del settore, cheproduce ben il18,8% del totaledelle emissioni nazionali. Ilprimo settore ad essere statocoinvolto è quello del settorevitivinicolo, che nel corso degliultimi anni ha mostrato uncrescente interesse per la so-stenibilità come fattore di svi-luppo. Basti pensare al fattoche moltissime aziende hannogià attuato progetti di tutelaambientale con l’impiego delfotovoltaico, di corridoi ecolo-

gici, biomasse. Per esempio, laFranciacorta ha avviato nel2010 il programma volontariodi autocontrollo Ita.ca, chefornisce assistenza e consu-lenza viticola e enologica, di-ventando di fatto il primocalcolatore di emissioni speci-fico per la filiera vitivinicola.Il suo scopo è quello di calco-lare l’impronta carbonica, iltutto finalizzato alla ridu-

zione dell’impatto e del con-sumo energetico. Tutti elementi che fanno diessa un esempio da seguire eda emulare. Ma non finiscequi. Dopo il settore vitivini-colo (che CO2 Resa contabiliz-zerà in sinergia conValoritalia e CsqaCertifica-zioni) sarà la volta di quellioleario, caseario, fino a coin-volgere uno alla volta tutti icomparti dell’agro-alimen-tare. Vediamo più da vicino dicosa si tratta. Come si calcola la carbon foot-print di un’azienda vitivini-cola e, soprattutto, come sipossono ridurre le emissioni?Prima avviene il calcolo delleemissioni generate dai pro-cessi e dai prodotti, che si faprestando attenzione al cicloproduttivo e al ciclo di vita deiprodotti. Una volta analizzato e messoin luce il quantitativo di emis-

sioni in conformità a standardcodificati, si provvederà al-l’elaborazione di un piano diriduzione delle emissioni,come l’istallazione di sistemidi produzione energetica dafonti rinnovabili, come bio-masse ed energia solare. Tutti interventi che possonorendere più efficienti a livelloenergetico le aziende e pos-sono ridurre i costi e, di conse-

guenza, l’impatto ambientale.I corridoi ecologici, ovvero lacreazione di siepi e boschettisulle superfici agricole, e l’uti-lizzo di biochar, carbone vege-tale che assorbe CO2 ed èottenuto dalla combustione dibiomassa di scarto (stocchi dimais, scarti di potatura edell’attività di vinificazione,ecc.) in assenza di ossigeno,rappresentano altri metodiper ammortizzare l’impattoambientale e queste male-dette emissioni. Può essereutilizzato sia come combusti-bile sia come fertilizzante delsuolo. Questo registro rappresentauno strumento innovativo,grazie al quale le imprese po-tranno immettere sul mercatovolontario crediti di carboniogenerati da attività di miglio-ramento dell’efficienza d’inno-vazione tecnologico-gestionaleintrodotte nel ciclo produttivo.

Agricoltura ad emissionizero: nasce CO2 Resa

Fabio Schiattarella

L’abbandono dei campi, la cementificazione dei suolifertili rimasti, la mancanza di cambio generazionale, ledifficoltà di accesso da parte dei giovani e di avvio dinuove imprese sono solo alcuni dei freni che l’agricol-tura italiana sopporta. Su quest’ultimo punto la Coldi-retti pubblica dati parziali: se si guarda il 6°Censimento dell’Agricoltura Istat, si può notare come igiovani agricoltori con meno di 40 anni siano solo il9,9% del totale.Di essi, solo la metà ha meno di 35 anni.Dal confronto tra i dati del 6° Censimento con quelli delCensimento precedente, è evidente come il numero deigiovani agricoltori abbia subito una variazione negativa

pari al 40%.Paola Miglio-rini, agronoma e docenteafferma che dal 1990 al2000 si sono perse oltre400mila aziende e nel de-cennio successivo 775mila.Le aziende agricole gesti-scono il 40% delle terre inEuropa benché gli agricol-tori rappresentino solo il3% del comparto lavora-tivo. Attraverso questodato si capisce come dagliagricoltori dipendano molte

cose tra cui il mantenimento del paesaggio e del terri-torio oltre che la sostenibilità alimentare. Sostenibilitàche fa rima con sovranità alimentare,cioè il controllodelle proprie risorse. Lo sviluppo agricolo italiano è fre-nato in primis dal sistema burocratico, troppo pres-sante nei confronti degli imprenditori, e dall’accesso alcredito.Fare il contadino non è in generale un lavoromolto retributivo riprende la docente e in più ci sonotutta una serie di barriere economiche, dal costo altis-simo della terra ai costi iniziali di avviamento che pos-sono essere sì coperti fino al 50%.Un sistema che soffocala creazione di risposte innovative sul mercato. Mentrein Francia è possibile richiedere un’autorizzazione o undocumento per via telefonica o via internet, in Italia fac-ciamo ancora le code agli sportelli e produciamo tonnel-late di carta. Ma tutto ciò sciupa il territorio, non creavalore all’interno dell’azienda e schiaccia i prezzi versoil basso. Partendo dal presupposto che l’80% delle su-perfici agricole cementificate sono perse per sempre econtando che per scavare 50 cm di terreno occorre iltempo di una bennata di ruspa mentre per rigenerarne10 cm occorrono 2000 anni, gli studi si sono soffermatisulla capacità di provvista alimentare persa consu-mando terreno fertile nelle regioni italiane del Nord. Seun ettaro è in grado di fornire cibo per 6 abitanti in unanno, la Lombardia ha rinunciato a provvedere alla for-nitura di cibo tramite risorse locali.

L’avanzata del cemento

Il registro delle imprese agricole sostenibili

Uno dei freni dell’agricoltura italiana

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Salvatore Allinoro

Una copertura impermeabilee redditizia per ricavare soldidai rifiuti solidi urbani, que-sta volta senza infrangere leleggi. Celle fotovoltaiche pro-durranno energia pulita e da-ranno ricovero ai cumuli che aGiugliano occupano interi Ki-lometri quadrati e svettanocome montagne. Il progetto èpresentato da una consulta diingegneri riuniti nel logo di “laciviltà del sole”. Possiamo con-netterci, garantire adesione opartecipare attraverso il sitointernet: http://www.lacivilta-delsole.org/. Le idee in cerca difinanziatori sono semplici edinequivocabili. Nel centro con-vegni “Nugnes” di via Verdigli studiosi insistono sul pes-simo stato in cui versano i gi-ganteschi cumuli. I topi sonoghiotti di PET, i gabbianiaprono squarci, i buchi fannopenetrare tanta acqua che in-filtrandosi ha vita facile nelrompere le basi e mettere i li-quami a diretto contatto con ilbacino imbrifero. Solo un tettopuò aiutarci ad arginare il fe-nomeno. L’inquinamento delsottosuolo si aggrava a ogni

scroscio di pioggia, ogni voltache “schizzichea”, diventasempre più ingestibile dopo legrandini frequentissime tipi-che del clima che cambia, sin-tomo delle precipitazioni chetendono a diventare piùestreme. Il tetto fotovoltaico

sarebbe un argine ai tumori.Entro il 2065, quando è attesoil picco epidemiologico dei fe-nomeni degenerativi, po-tremmo aver posto unabarriera a guardia del benes-sere dei cittadini tamponandogli effetti nefasti. Il disegno

evidenzia un sistema di rac-colta delle acque piovane dariusare nell’impianto, è giàstato inviato a Renzo Piano dacui si spera di ricevere un con-tributo a implementare i si-stemi. Quando le pioggeavranno trovato i pannelli du-

rante il loro inarrestabile ciclogeochimico potranno essereraccolte e messe a disposi-zione dei chimici. Servirannoneutre per raffreddare i pan-nelli e ottimizzarne le fasi diproduzione (le celle fotovoltai-che funzionano meglio a 28°

C) senza rischiare un depositodi sedimento basico, sarannonecessarie sotto il tetto peraiutare le macchine a sepa-rare i rifiuti e indirizzarliverso le filiere produttive delriuso e del riciclo. Una gru prenderà le volumi-nose giacenze del mondo civi-lizzato, squadre di addetti nedetermineranno le sorti.Un’opera che darebbe ungrosso aiuto allo sviluppo delsettore campano delle energieverdi, impiegando costruttorie forze giovani nel recuperoenergetico molto meglio diquanto farebbe un inceneri-tore, anche da un punto divista remunerativo. Hanno in-tenzione di recuperare persinoi polimeri di cui sono fatte lebuste e su internet hanno rac-colto 20.000 firme. Ora tocca ate, visita il sito.

Un tetto fotovoltaico per coprire i rifiuti a Giugliano

Piramidi del sole: cercasi finanziatori

Nel Nord Europa sono già parte deltessuto produttivo, da noi finora sten-tavano a partire.I centri di riuso sono i capannoni incui vengono raccolti gli oggetti super-flui ma ancora in buono stato per es-sere proposti a un pubblico moltovasto di acquirenti.È disponibile una vasta gamma discelta. Mobili, attrezzi, mezzi di loco-mozione, libri, giochi. C’è di tutto.Gli acquirenti si fanno convincere daiprezzi convenienti associati a unbuono stato di conservazione del benein vendita. Spesso le mercanzie pas-sano per le mani attente degli arti-giani che ne riparano i difetti primadi riporle in vetrina. È usato di primacategoria, come nuovo.Nei Paesi Bassi è addirittura disponi-bile un fondo per risarcire gli esposi-tori che non riescono a vendere le loroproposte.A Napoli esistono solo esperimentitemporanei come una ormai famosafiera del baratto e dell’usato e le pic-cole stanze di chiese e associazioni

trasformate in bazar,soprattutto nelperiodo delle feste comandate.Il progetto PRISCA è un acronimo, ininglese significa Pilotproject for scalere-use starting from bulkywaste-stream (Progetto pilota per un riusospinto ed efficiente a partire dai sac-chetti ingombranti di spazzatura). Ilsito internethttp://www.progettopri-sca.eu è molto interessante, il primodei convegni in vista dell’effettivo ini-zio delle attività si è tenuto a Napoli

nel centro Congressi “Oltremare”. Isei partner del progetto sono stati fi-nanziati con i contributi europei,usano nuovi modi per esprimere vec-chi concetti, partono da un presuppo-sto inattaccabile: l’inquinamentouccide. Poi usano come dato il numerodi vite di cui si è prevenuto il decessoinvece dei soliti grammi di CO2 ri-sparmiata. Le aziende più grandihanno già prevenuto decine di morti,solo limitando i processi di produzionesuperflui ed inquinanti, semplice-mente facendo girare tra molte fami-glie sempre gli stessi beni di consumo.Cercheranno di fare rete, forse ricu-cendone i lembi, nel difficile mondodell’antropocentrismo economico edecologico. Prendono in considerazionestatistiche agghiaccianti: in ogni sac-chetto di rifiuti in media si trovanodue euro disponibili per i rovistatoridi cassonetti. Operano in condizionidifficili e pericolose per uno scarso li-vello delle norme igieniche che ten-dono a non rispettare, aiutiamoli.

S.A.

Progetto PRISCA: il mestiere del riusoSe non è buono per te per me può essere oro

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NUOVA ALLEANZA EUROPEA: NASCE “ELECTRA”Il progetto per la ricerca sulle reti elettriche intelligenti del futuro

Fiocco rosa per l’Ue: è nata“Electra”, la nuova alleanzaeuropea per la ricerca sullereti elettriche intelligenti delfuturo. Finanziato dall’UnioneEuropea con dieci milioni dieuro, questo nuovo progettovede uniti sullo stesso fronteventuno enti di ricerca pub-blici di ben sedici paesi euro-pei. E in occasione di unmeeting internazionale, orga-nizzato da RSE (acronimo per“Ricerca sul Sistema Energe-tico” che ricopre l’importanteruolo di coordinatore europeo)e svoltosi nel dicembre scorso,c’è stato l’avvio vero e propriodi questo nuovo piano di la-voro. Obiettivo primario diElectra, o meglio "EuropeanLiaison on Electricity gridCommitted Towards long-term Research Activities”, èquello di sviluppare soluzionipossibili e utili per le “smartgrid” del non lontano 2030.Come ha ben sottolineato il co-ordinatore Luciano Martini, lefonti rinnovabili e le reti elet-triche dovranno integrarsi,sviluppando un processo diosmosi in cui una non potràfare a meno dell’altra, richie-dendo un nuovo approccio intempo reale di tensione e cor-rente, per poter raggiungere ilfunzionamento coordinato dimilioni di dispositivi e di varie

tecnologie di produzione. Inparticolare per “smart grid” siintende l’insieme di una retedi informazione e di una retedi distribuzione elettrica checonsente di gestire la rete elet-trica in maniera “intelligente”sotto vari aspetti funzionalità;quindi, in maniera efficienteper la distribuzione di energiaelettrica e per un uso più ra-zionale dell’energia, riducendoal minimo eventuali sprechi esovraccarichi, nonché varia-

zioni della tensione elettricaintorno al suo valore nomi-nale. Una grande sfida, que-sta, per Electra, che la dovràaffrontare con grinta, coinvol-gendo in modo coordinato econtinuativo i maggiori criteridi ricerca europei che si inte-ressano di questa tematica.Questo rivoluzionario progettoavrà la durata di quattro annie offrirà un’importante oppor-tunità per la ricerca europea,che potrà affilare le sue armi e

arricchire il proprio patrimo-nio. Altro fine di Electra èanche quello di favorire la spe-cializzazione e il coordina-mento dei laboratori e delleinfrastrutture di ricerca, con loscopo di renderli più facil-mente accessibili. Verranno,poi, stanziati oltre 450milaeuro per favorire la mobilitàdei ricercatori, dando la possi-bilità a 50giovani di trasferirsie poter lavorare per 5setti-mane nei vari punti di ricerca

senza subire spese esose epoter, così, portare avanti ilprogetto. E ancora, il cervel-lone europeo sulle smart gridallargherà i suoi confini anchefuori dal Vecchio Continente:infatti, si cercherà di mettersiin rete con la ricerca di altriPaesi, come ad esempio gliStati Uniti, il Giappone e laCina, con l'obiettivo di lanciareanche dei nuovi progetti di col-laborazione internazionale.

A.P.

OLIO DI PALMA: MEGLIO SE SOSTENIBILE

Quando parliamo di olio dipalma, ci riferiamo all’olio ve-getale più diffuso al mondo, edal contempo, di una grave mi-naccia per le ultime forestetropicali del pianeta. Questo settore produttivo, daqualche anno, sta cercando diridurre gli impatti ambientali,ma per il WWF non è abba-stanza. Attraverso il “ PalmOil Buyers Scorecard Report2013 ”, il WWF ha dato le “ pa-gelle ” alle maggiori aziendemondiali del settore in modotale da stimolare le imprese aimpegnarsi seriamente nellaproduzione e nell’ utilizzo diolio di palma sostenibile. In occasione dell’aperturadell’undicesima conferenzaannuale della Roundtable onSustainable Palm Oil (RSPO)a Medan, in Indonesia, sonostati analizzati 130, tra pro-duttori e retailer, di articoli

contenenti olio di palma.L’azienda dolciaria Ferrero, labelga Ecover, il colosso di beniper la casa IKEA, il rivendi-tore tedesco REWE, il leadermondiale dell’utilizzo di olio di

palma Unilever e la UnitedBiscuits del Regno Unito sonole aziende in cima alla classi-fica sia per l’utilizzo di olio dipalma prodotto in modalitàpiù sostenibili, sia rispetto

agli sforzi per ridurre le emis-sioni di gas a effetto serra de-rivanti dalla sua produzione.Quarantacinque delle 130aziende valutate già utiliz-zano il 100% di olio di palma

certificato sostenibile. Attual-mente i due terzi di produt-tori e rivenditori si sonoimpegnati per utilizzare il100% del prodotto certificato esostenibile entro il 2015. Lepiantagioni più estese sonopresenti nelle aree tropicalidel Sud est asiatico oltre chein Africa ed America Latina.In questi luoghi la crescita in-controllata e la cattiva ge-stione della risorsa rischianodi compromettere per semprel’habitat di molti animali.L’olio di palma è un ingre-diente chiave in molti prodottidi uso quotidiano ed anche peri biocarburanti. L’aumentodella sua domanda influiscesulla biodiversità, sull’ emis-sione di gas serra e favoriscela conflittualità tra le comu-nità a cui vengono espropriatele terre.

F.S.

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L’inquinamento in Campania e le ricadute sulla fertilità

Giulia Martelli

Colori, suoni, giochi di luce,emozioni forti: i fuochi d’artifi-cio rappresentano senza dub-bio uno spettacolo suggestivo,il momento clou di feste e cele-brazioni importanti. C’è peròun aspetto a cui nessunopensa: i fuochi d’artificio pos-sono avere ricadute dannoseper la salute. «Ricadute», nelvero senso del termine: tutte leparticelle metalliche conte-nute nel fumo emesso dai fuo-chi d’artificio, o risultato delleesplosioni che si verificano du-rante il lancio e l’esplosionedell’oggetto pirotecnico, rag-giungono pian piano il terrenoe vengono inalate dalle per-sone che, con il naso all’insù,assistono estasiate alla ma-gica pioggia luccicante. Più lospettacolo pirotecnico è multi-colore e abbondante di effettispeciali, maggiore sarà la pre-senza di additivi alla polvereda sparo che si disperderannonell’atmosfera sotto forma dimicroscopiche particelle me-talliche in grado di raggiun-gere gli alveoli polmonari. Èsufficiente un breve elencodelle sostanze che si riversanonell’aria dopo una ventina diminuti di fuochi d’artificio percapire il reale rischio per l’ap-parato respiratorio, in partico-lare di quelle persone chesoffrono di malattie come

l’asma: stronzio (86 volte piùdella media accettabile), po-tassio (26), bario (11), ossido dicarbonio (9), piombo (7), rame(5), zinco (4), solo per citare ipiù importanti. Per evitare

che la millenaria tradizionedei fuochi d’artificio, risalenteall’invenzione della polvere dasparo, possa interrompersi aseguito delle scorie che aleg-giano nell’aria dopo che feste

ed emozioni sono passate glistudiosi americani Jesse Sa-batini e Jared Moretti stannosperimentando la creazione difuochi ecologici. Gli scienziatihanno infatti creato polveri in

cui non c’è bisogno di un ossi-dante: invece di un combusti-bile hanno utilizzato unasostanza che ha in se stessa lacapacità di esploderew. Sichiama 5-AT (5-ammino-te-trazolo) e rilascia energia dicolpo insieme con tanto gas: èinfatti un tipo dì esplosivousato per rigonfiare gli air-bagdelle auto. E il gas che siforma non è tossico o inqui-nante: oltre l’82% del 5-AT ècostituito da atomi d’azoto enella reazione essi formanoazoto biatomico, appunto ilgas più diffuso nell’aria. Nel-l’attesa che la ricerca producai suoi frutti per godere deglispettacoli pirotecnici in tuttasicurezza il consiglio è di nonstazionare proprio sotto allacascata di luci e fumi, poichéanche da una posizione più de-filata si può godere della ma-nifestazione pirotecnica.Importante è anche decifrarela direzione del vento, in mododa evitare la caduta delle pol-veri sottili sulla nostra testa.Dalla parte degli organizzatoridi eventi con fuochi d’artificio,è poi fondamentale che scel-gano prodotti autorizzati econformi alle disposizioni cheregolano la materia, privile-giando quelli che contengonosostanze poco dannose e nonmateriali tossici per l’organi-smo, come per esempio ilpiombo.

Fuochi pirotecnici: belli alla vista, dannosi ai polmoni

Se ne parla già da tempo(anche noi avevamo già trat-tato l’argomento nel maga-zine del 15 aprile scorso):esiste un nesso tra infertilitàe inquinamento? Oggi più chemai e in particolare nella no-stra regione, dopo la “sco-perta” delle tonnellate dirifiuti tossici interrati in al-cune zone, questo interroga-tivo si fa sempre piùpressante. Già nel 2008 ilprof. Fabrizio Menchini Fa-bris primario responsabiledell’ Unità Operativa di An-drologia dell’Università diPisa, raccolse dati da dieci-mila uomini di età media 29anni e con la sua equipe di ri-cercatori ricavò i primi datitracciando nette differenzetra le varie regioni italiane:“Pugliesi, siciliani e toscani

sembrano avere spermatozoipiù sani; Lazio, Lombardia eVeneto registrano invece pri-mati in negativo mentre la si-tuazione più preoccupanteriguarda la Campania e Na-poli in particolare, che presen-tano valori di gran lunga al di

sotto della media nazio-nale”…E non si sapeva an-cora dei rifiuti interrati…Fabris, con le sue dichiara-zioni sembrava fugare ognidubbio: “Esiste una correla-zione diretta fra riduzionedella fertilità e gli inquinanti

ambientali specie in Campa-nia. Negli uomini che vivononei grandi centri urbani, inaree inquinate da rifiuti indu-striali o zone agricole dove sifa ampio uso di pesticidi glispermatozoi sono meno mobilidel 20% rispetto ai coetaneinon esposti a queste fonti in-quinanti”. In Campania, aprovare a dare una rispostadefinitiva al quesito inizialeLuigi Montano, responsabiledell’ambulatorio di andrologiadell’Asl di Salerno che hamesso a punto il progetto diricerca ‘EcoFood Fertility’ an-cora in fase di avvio, che coin-volge i Dipartimenti del Cnrdi Napoli, Avellino e Roma el’Università di Torino. Si trat-terà di testare e comparare idati di 1800 uomini sani tra i20-40 anni, non fumatori, non

bevitori, non consumatori didroghe, scelti nell’area Nola-Acerra-Giugliano, nel bassobeneventano e nel basso sa-lernitano-Cilento (le ultimedue aree a medio e basso in-quinamento ambientale) perverificare l’indice di frammen-tazione del Dna dello sperma-tozoo e correlare i livelli diframmentazione con i livellidi inquinanti nel sangue e nelseme: diossine, Pcb, Ipa, me-talli pesanti”. EcoFood Ferti-lity, però, oltre a dimostrareuna volta per tutte il nesso in-quinamento-salute in Campa-nia ha anche lo scopo di offrirerisposte preventive, indica-zioni per i soggetti a rischio,terapie disintossicanti, utiliz-zando applicazioni dellescienze della nutrizione.

G.M.

Più lo spettacolo pirotecnico è multicolore maggioresarà la presenza di additivi alla polvere

da sparo che si disperderanno nell’atmosfera »«

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OSTEOPOROSI : PREVENIRLA CON UNA DIETA AD HOC

Fabiana Clemente

Circa 5 milioni di italiani sono colpitiogni anno dall’osteoporosi – patologiaresponsabile di una perdita di massaossea e resistenza. Le cause principalidell’insorgenza dell’osteoporosi sono ri-conducibili a fattori nutrizionali, meta-bolici o patologici. La sua incidenzaaumenta in presenza di specifici fattoridi rischio. In primis, una corporaturaesile con una ridotta massa ossea è par-ticolarmente sensibile all’insorgenza diquesta malattia. Il sesso femminile, so-prattutto in seguito alla menopausa,manifesta una predisposizione a que-sta malattia causata da una riduzionedi estrogeni – ormoni steroidei che svol-gono un ruolo protettivo del tessutoosseo. Casi di osteoporosi sono statidiagnosticati anche in presenza di di-sturbi alimentari.L’eccessiva magrezzae la conseguente ridu-zione di massa grassaprovocherebbero unasignificativa fragilitàossea. Tuttavia gio-cano un ruolo decisivoanche fattori ereditari.Cosa si può fare pre-ventivamente nel quo-tidiano per ridurre ifattori di rischio?L’abolizione di fumo,alcool e caffè giove-rebbe alla salute sottoogni punto di vista.

Una regolare attività motoria e un in-dice di massa corporea nei ranghi costi-tuiscono un ottimo punto di partenza.Per non tralasciare poi un regime ali-mentare sano e bilanciato. Provvederequotidianamente ad un ingente ap-porto di calcio è la regola base da tenersempre presente. Per fare ciò occorreosservare una dieta specifica - ovveroricca di calcio e magnesio. Quali sono lefonti principali di approvvigionamento?Un elevato contenuto di calcio è possi-bile trovarlo in formaggi a lunga stagio-natura. Fino a 1100 mg di calcio in 100grammi di alimento. Ma anche i for-maggi meno stagionati e quelli freschine garantiscono un buon apporto. Nonsono da meno pesce azzurro, fruttasecca e latte. Tra le verdure spiccano ibroccoli, i cavoli, gli spinaci e le verze.Tra i legumi è opportuno privilegiare i

fagioli grazie alla pre-senza di circa 50 mg in100 grammi di pro-dotto. Ma anche i cecihanno un buon conte-nuto calcico. Iniziarela giornata con la con-sueta tazza di latte acolazione, o in alterna-tiva un vasetto di yo-gurt, è una sanaabitudine alimentareche ben sposa lacausa. Inoltre è impor-tante sapere cheanche l’acqua è unafonte di calcio. Il va-

lore nutritivo ovviamente varia a se-conda della marca scelta. Si consiglia,pertanto, di consultare l’etichettaprima dell’acquisto, facendo attenzioneanche alla percentuale di sodio – re-sponsabile di demineralizzare la massaossea. È opportuno quindi sostituireuna dieta ricca di proteine animali,sodio e fosforo con una dieta pregna dicalcio e potassio. Un apporto di vita-mina D3 risulta essere fondamentale

sia per la prevenzione che per la cura.Provvede, infatti, all’assorbimento delcalcio a livello intestinale, al riassorbi-mento del calcio e del fosforo nel tubulocontorto prossimale e al deposito delcalcio nel tessuto osseo. In commerciotroviamo facilmente integratori ad hoc,per fornire all’organismo un giusto ap-porto di calciferolo. La prevenzione èuna valida arma a disposizione: utiliz-ziamola!

COLORANTI ALIMENTARI: IL RUOLO FONDAMENTALE DELL'EFSAStefania Cavallo

I coloranti alimentari sono deicomposti, o meglio, degli addi-tivi alimentari che vengonoaggiunti agli alimenti princi-palmente per inserire, com-pensare o migliorare lecolorazioni degli alimenti; que-sti sono contenuti in numerosialimenti, tra cui snack, marga-rina, formaggio, gelatine, dolci,bevande ecc. Ogni colorante ali-mentare il cui impiego è autoriz-zato nell’Unione Europea èsoggetto a una rigorosa valuta-zione in termini di sicurezza. Alcuni coloranti sono sostanzenaturali, altri sono sostanze na-turali concentrate o modificatechimicamente, altri sono imita-zioni di sintesi di sostanze na-turali, altri ancora sonototalmente artificiali e tuttisono generalmente indicati con

le sigle da E100 a E199. Tra leattività dell’EFSA (AutoritàEuropea per la Sicurezza Ali-mentare) nel campo dei colo-ranti alimentari rientrano lavalutazione della sicurezza deinuovi coloranti alimentari,prima della loro autorizzazioneall’uso nell’UE, e la revisione ditutti i coloranti alimentari auto-rizzati nell’UE prima del 20gennaio 2009. Inoltre, laddovepossibile (cioè se dispone di in-formazioni sufficienti), l'EFSAstabilisce una dose giornalieraaccettabile (DGA) per ogni so-stanza. La DGA è la quantità diuna sostanza che l’essereumano può consumare su basegiornaliera nel corso dell’interavita senza rischi apprezzabiliper la salute, questa di può ap-plicare a un additivo specifico oa un gruppo di additivi con pro-prietà simili. Quando l’EFSA ef-

fettua una nuova valutazione dicoloranti già autorizzati, puòconfermare o correggere unaDGA esistente, dopo aver esa-minato tutte le prove a disposi-zione. Le valutazioni sullasicurezza dei coloranti alimen-tari sono condotte dal gruppo diesperti scientifici dell’EFSA suiprodotti dietetici, l’alimenta-zione e le allergie (ANS). Tali valutazioni implicanoun’analisi di tutti gli studi scien-tifici pertinenti a disposizione edei dati sulla tossicità e sul-l’esposizione umana, dai qualisono tratte le conclusioni in me-rito alla sicurezza della so-stanza. Il gruppo ANS è anchechiamato a stabilire se determi-nati coloranti alimentari pos-sano o meno scatenare reazioniavverse per quanto riguarda leallergie alimentari. I colorantiimpiegati come additivi alimen-

tari possonoessere auto-rizzati all’usoanche comeadditivi permangimi, tale valutazione vieneeffettuata da gruppi di espertiscientifici distinti che però coor-dinano il proprio lavoro scienti-fico in modo da garantire

omogeneità nei loro approcci divalutazione del rischio e nelladisamina delle informazioniscientifiche disponibili in questiambiti.

Ridurre proteine, sodio e fosforo e aumentare calcio e potassio

Esegue una rigorosa valutazione in termini di sicurezza

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Già dall’antichità si hannonotizie di laganae (lasagne ofettuccine di pasta) arrivateforse dalla Calabria e già co-nosciute dai Greci che abita-vano Sibari e Crotone: di esseera golosissimo lo stesso Me-cenate secondo quanto ci rife-risce il poeta Orazio. Ma,secondo una diffusa tradi-zione, dopo l'occupazione nor-manna di Amalfi nel XIIsecolo, alcuni maestri locali,

già in contatto con i mercatie i mercanti orientali, sareb-bero sfuggiti agli invasori ri-fugiandosi presso Gragnano,tra i monti Lattari, conti-nuando lì la tradizione dellepaste. Da Gragnano si sareb-bero spostati nella zona dellafutura Torre Annunziata per-ché più adatta al commercioper mare e verso la città diNapoli, che iniziava la suacrescita progressiva. È certo,invece, che tra i secoli XVIIe XVIII i pastifici napoletaniraggiunsero una fama indi-

scussa e la corporazione dei"Maccaronari" era tra le piùpotenti in città, tanto da im-pedire l'importazione dai cen-tri vicini. Dalla fine del XVIIIsecolo, però, il livello di con-sumi fu così alto che fu ne-cessario acquistare pastaanche da Portici, Resina,Gragnano e, soprattutto,Torre Annunziata. Quest'ultima città vesu-viana diventò uno dei cen-tri commerciali piùimportanti di tutto il Regnoassorbendo nella produzionedella pasta tutta la manodo-pera locale e parte di quelladei dintorni. Nel Settecentoormai i maccheroni erano di-ventati un vero e propriopiatto nazionale. Nella stessa cucina reale bor-bonica quasi quotidiana-mente si consumavanoravioli, vermicelli, tagliolini alburro, lasagne, maccheronicon le salsicce o con i classicipomodori tanto da renderenecessaria l’installazione diuna “maccaroneria” di pro-prietà reale con macchine perla produzione meccanica findal 1776. L’ultimo Re di Na-poli, del resto, Francesco II diBorbone, veniva chiamato af-fettuosamente “lasa” dal

padre Ferdinando II. Nellaprima metà dell'Ottocento siavvertì l'esigenza di unnuovo cambiamento per mi-gliorare la quantità e la qua-lità della produzione e aquesta esigenza venne in-contro la politica economicache i Borbone seguivano inquegli anni proteggendo e sti-molando le industrie locali.Circa un centinaio, comples-sivamente, gli stabilimenti ein molti si erano diffusi ormaigli impianti azionati a va-pore. I famosi maccheroni

venivano esportati pratica-mente in tutto il mondo, aNew York come a Rio de Ja-neiro, a Odessa, Algeri,Atene, Algeri, Malta, Pietro-burgo o Amburgo e ancoraoggi sono il prodotto italianopiù conosciuto in ogni angolodel pianeta: gli ormai rari sta-bilimenti di Torre Annun-ziata, di Gragnano, diPomigliano e, in genere, dellaprovincia di Napoli hannoperduto molti dei loro primatima forse, per fortuna, nonquelli legati alla qualità.

La tradizione della pasta attraverso i secoliI “maccheroni” venivano esportati dalla Campania in tutto il mondo

In questo numero inauguriamo un “nuovo” viaggio nel tempo attraverso le eccellenze e le attività produttivelegate alla tradizione e all’ambiente di quella che una volta era chiamata: “Campania felix”

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Antonio Palumbo

Costruire in legno, da sempre,è sinonimo di elasticità, resi-stenza, leggerezza e bellezzaestetica. Ultimamente, grazieall’apporto della ricerca e delletecnologie più avanzate in temadi ecosostenibilità, con il legnosi stanno realizzando persinograttacieli: da Londra a Chi-cago, da Vancouver a Mel-bourne, da Stoccolma a Milano,quella dei grattacieli in legno èuna delle tendenze più interes-santi ed audaci dell’architet-tura “green”. È soprattutto unanuova generazione di architettia sostenere fortemente l’ideache preferire il legno al calce-struzzo e all’acciaio costituiscauna scelta sostenibile, capace diridurre notevolmente l’impattoambientale della costruzione.La lavorazione del legno, in-fatti, richiede un minor impiegodi energia e le corrispondentiemissioni di CO2 sono già bi-lanciate dall’anidride carbonicaassorbita dall’albero durante ilproprio ciclo di vita. Inoltre, illegno per la realizzazione diquesti grattacieli di nuova con-cezione proviene per lo più daforeste gestite in modo rigoro-samente sostenibile. Costruirein legno significa adoperare unmateriale traspirante, resi-stente, con proprietà antisismi-che e di isolamentotermoacustico; la sua intelaia-tura rende le strutture portantirobuste e sicure, mentre un ef-ficace sistema isolante proteggeil materiale dal rischio di in-

cendi. Evidenziamo solo qual-cuno dei progetti più interes-santi, la cui realizzazione èprevista entro i prossimi anni.Il Big Wood è un grattacielo inlegno che sorgerà a Chicago (lacittà dei primi grattacieli dellastoria), nell’area di South Loop.Sviluppato dall’architetto sta-tunitense Michael Charters, ilprogetto è stato presentato alconcorso “Skyscraper Competi-tion”, indetto dal magazineeVolo di New York. Si tratta diun edificio ibrido, concepito perospitare residenze universita-rie integrate con numerosealtre funzioni, tra cui uffici, uncentro commerciale ed un’areasportiva molto attrezzata. Dalpunto di vista compositivo, l’or-ganismo edilizio di Charters siinserisce nel tessuto urbanocome un aggregato di piccolipixel modulari, che lo fa sem-brare una sorta di geometricoalveare: tale reticolo crea unapiattaforma disomogenea, sucui è stata prevista la sistema-

zione di un tetto giardino conti-nuo, a partire dalla quale sierge una torre alta ben 40piani, con nucleo strutturalecentrale in legno massiccio.Altro progetto emblematico è

quello del Piramidenkogel, chesarà costruito dal gruppo altoa-tesino Rubner a Keutschacham See, nella Carinzia au-striaca, e che, con i suoi oltre100 metri di altezza, rappre-senta la torre panoramica piùalta del mondo. L’anima di que-sto edificio è costituita da unaspirale in acciaio, che si avvitaverso l’alto; per il resto, tuttosarà realizzato grazie all’im-piego di 500 metri cubi di legnolamellare e di 1000 metri qua-drati di legno a strati incrociati.Andiamo, infine, a Stoccolma,dove è prevista la realizzazionedi uno degli edifici in legno piùalti del mondo, il quale sorgeràproprio nel centro della capitalescandinava, elevandosi per ben34 piani, ed il cui completa-mento è previsto entro il 2023.

L’idea del grattacielo di Stoc-colma - che si prepara a diven-tare un nuovo simbolo ed unsicuro punto di riferimentodella città - è scaturita da unprogetto dello studio CF MøllerArchitects, vincitore di un con-corso indetto dalla nota societàdi costruzioni svedese HSB inoccasione del 100° anniversariodella sua fondazione. La torresi avvarrà di un nucleo in cal-cestruzzo, che assicurerà la sta-bilità dell’intero organismoedilizio, mentre per tutte lealtre parti strutturali e per i ri-vestimenti sarà impiegato illegno. Accanto ai numerosi edinnovativi aspetti di sostenibi-lità ecologica ed energetica, ilgrattacielo sarà in grado di svi-luppare una notevole sostenibi-lità sociale, prevedendo al suo

interno servizi per la colletti-vità, come gli orti urbani condi-visi, asili nido, depositi perbiciclette e persino giardinid’inverno. Ecologico, ignifugo enaturale, il legno permetterà alnuovo edificio di Stoccolma dimantenere elevati livelli dicomfort interno contenendo almassimo le dispersioni termi-che; in copertura sono previstela collocazione di una serie dipannelli fotovoltaici, che pro-durranno energia dal sole, e ladisposizione dei giardini pen-sili, i quali agiranno da filtrotermico tra interno ed esternodella costruzione. È inoltre pre-vista la realizzazione di unapompa di calore geotermica, ingrado di assicurare parte delfabbisogno energetico dellatorre svedese.

I grattacieli di legnoUna delle tendenze più interessanti ed audaci dell’architettura “green”

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Canapa: una risorsa ecosostenibileRisale alla preistoria il primo utilizzodella canapa, impiegata nella fabbrica-zione di corde resistenti per il trainodegli animali. In seguito fu valorizzatain ulteriori settori – dalla sua lavora-zione per realizzare fogli di carta al suoimpiego nella creazione di vele per le im-barcazioni. E se dal passato traessimodegli insegnamenti per tutelare l’am-biente? Sarebbe di sicuro una valente ri-sorsa per limitare in modo significativol’impiego di petrolio. Quali materie prime si ricavano dalla ca-napa? La canapa si compone di unaparte fibrosa del fusto – conosciuta cometiglio - e di una parte legnosa – il cana-polo. Si possono ricavare fibre tessili,stoppa, legno e semi. Tessuti, carta, ali-mentazione. Sono soltanto alcuni dei nu-merosi ambiti applicativi della canapa.La fibra tessile risulta essere molto piùrobusta del cotone e la sua coltivazione

richiede pochi pesticidi e fertilizzanti.Dalla stoppa è possibile fabbricare lacarta – resistente e di ottima qualità –valida alternativa alla carta ricavata dallegname degli alberi. Anche in falegna-meria e in edilizia la canapa manifestaalte potenzialità. Basti sapere che daifusti interi, lavorati ad hoc, si possonofabbricare robuste tavole – da impiegarepoi nella realizzazione di mobili e strut-ture varie. Ergo, la canapa rappresentauna strategica soluzione alla piaga am-bientale del depauperamento boschivo.Rivolgendo l’attenzione al settore ali-mentare è chiaro a tutti che ci troviamodi fronte ad una pianta dalle molteplicifacoltà. E’ biologicamente provato che isemi di canapa contengono un’alta per-centuale di proteine, percentuale note-volmente lievitata nell’olio di canapa. Ilsuo consumo è, inoltre, consigliato nellaprevenzione di malattie cardiocircolato-

rie, grazie all’elevata presenza di grassiinsaturi – importanti alleati nella ridu-zione del colesterolo cattivo. Una pianta poliedrica a tutto tondo. Ingrado di trasformarsi all’occorrenzaanche in materiale plastico resistente,da utilizzare in più contesti. E se que-st’ultima caratteristica non basta a con-vincerci che si tratta di una risorsaecosostenibile, il suo sancta sanctorumci convincerà di certo. Il campo applica-tivo per eccellenza è la produzione dicombustibili da biomassa, il cui impiegoai fini energetici non fa aumentare l’ef-fetto serra. Quindi investire nella produzione e nellalavorazione della canapa comporterebbeuna significativa riduzione dell’utilizzodel petrolio e dei suoi effetti deleterisull’atmosfera. Canapa: una scelta re-sponsabile ed ecologica!

F.C.

Il corso per la tutela del patrimonio culturale in caso di calamità

Proteggere i tesori storico-cul-turali della propria città dalleimprevedibili calamità che,purtroppo, si abbattono sulterritorio. Questa è la prerogativa delCorso di Formazione propostoda Legambiente, con il patro-cinio del Comune di Napoli,per la salvaguardia del Patri-monio Culturale dai rischi na-turali, in programma il 23, 24e 25 gennaio a Napoli, pressoil Palazzo delle Arti. L’obiet-tivo è creare una task force delterritorio partenopeo, formatada volontari e specialisti delsettore, pronta ad intervenire

tempestivamente in caso didisastri sul luogo, per lamessa in sicurezza dell'im-menso patrimonio culturale.Chi può aderire all’iniziativa?Tutti: tecnici, studenti, lau-reati e semplici cittadini.Basta inviare la richiesta al-l'indirizzo email [email protected], oltre ai propri datianagrafici, anche i contatti,un breve curriculum e le mo-tivazioni per cui si richiede lapartecipazione al corso. Se lerichieste dovessero superarela reale capienza della sedeprescelta, a parità di valuta-

zione, si farà riferimento al-l'ordine cronologico di arrivodelle domande. La partecipa-

zione è gratuita. Ma, per potersvolgere l'esercitazione, farparte della task-force e rice-

vere l’attestato, è obbligatorial'iscrizione a Legambiente/Neapolis 2000 per l'anno2014. Spesso, la mancanza dimezzi e possibilità, soprat-tutto in una metropoli unicama difficile come Napoli, di-venta quasi un’alibi per nonfare, per non scendere incampo. Sarebbe una cosa dav-vero giusta, quella di comin-ciare ad “avvalersi”, il piùpossibile, di opportunità bellecome questa, per impararepian piano a difendere la pro-pria città, anche e soprattuttonei momenti peggiori.

F.L.

Investire nella produzione

della canapa comporterebbe una riduzionedell’utilizzo del petrolio

Al Palazzo delle Arti di Napoli

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Cristina Abbrunzo

La corsa all'efficienza energe-tica sta invadendo, piano piano,tutti i settori. Questa volta siparla di benessere psico-fisico ela novità arriva, come spessocapita, dagli Stati Uniti. L’ul-tima idea per produrre energiaattraverso fonti non fossili e ri-durre i nostri consumi elettriciè una palestra capace di sfrut-tare il movimento degli sportiviche vi si allenano in modo daprodurre corrente elettrica al-ternata. Già applicato presso ilCalifornia Fitness club di HongKong – per la verità senza ri-sultati eccelsi – questo procedi-mento incontra ora una nuovafase. A Portland, in Oregon,Adam Boesel, personal trainere attivo ecologista, ha applicatoil sistema alla sua palestraGreen Microgym in modo daazzerare la bolletta elettrica.Adottandola su larga scala,questa politica di contenimentodei consumi può incidere sensi-bilmente sui problemi ambien-tali. Si prevedono quindiinteressanti novità per il fu-turo. La Green Microgym stainfatti allargando i suoi oriz-zonti, grazie a collaborazionicon partner finanziari e allapossibilità di supportare il mar-chio attraverso la modalità delfranchising. Si stima che almondo ci siano 110.000 pale-stre, dotate di circa 1 milione e500 mila attrezzature cardio-fitness potenzialmente utilizza-bili per la produzione dienergia. Dati che possono di-ventare significativi anche dalpunto di vista della lotta all’in-

quinamento atmosferico. Delresto, non è un caso che anchel’italiana TechnoGym, leadernella fornitura di attrezzaturee servizi per il fitness, abbiapuntato fortemente su questaprospettiva di ecosostenibilità.Grazie al concept sperimentaledi Technogym l’energia pro-dotta dalle pedalate viene con-vogliata in rete e contribuisce alfabbisogno elettrico della pale-stra, permettendo alla strut-tura di utilizzare meno energiaesterna prodotta in manieraconvenzionale ed inquinante.La nuova linea di macchinari,

denominata Artis, infatti, èstata studiata e creata per tra-sformare la fatica e lo sforzodegli atleti in energia elettricapulita, anziché lasciare che unapotenziale fonte rinnovabilevada dispersa. La palestra delfuturo diventa una piccola cen-trale elettrica e va nella dire-zione della autosufficienzaenergetica, grazie all’utilizzodell’energia prodotta dal movi-mento dei propri utenti. Si cal-cola che ogni attrezzo, quandoin movimento, sia in grado diprodurre sufficiente energiaper alimentare una lampada a

basso consumo (20W); ciò signi-fica che una palestra media,che dispone di 40 attrezzi, nel-l’ora di punta in cui sono tuttifunzionanti risulta autosuffi-ciente per quanto riguarda l’il-luminazione. L’energia pulitaprodotta da ogni attrezzo emessa in rete, comporta un ri-sparmio di energia prodotta coimetodi convenzionali (combu-stibili fossili) e di conseguenzacorrisponde ad una mancataemissione di C02: se il Techno-gym Green concept venisse ap-plicato a tutte le attrezzaturepresenti al mondo si eviterebbe

l’emissione di un quantitativodi C02 pari a quello prodotto daun’auto di media cilindrata chepercorre 10.000 volte il giro delmondo. La linea Artis è già invendita ed è stata inserita consuccesso in diversi centri fit-ness europei nelle città di Am-sterdam, Berlino, Bristol,Londra e Madrid. Noi, insiemea Technogym, ci auguriamo chequesto nuovo approccio almondo del fitness possa rappre-sentare un trampolino di lancioper sfruttare al massimo ognitipo di fonte rinnovabile a no-stra disposizione.

Sport e ambiente: sciare ecologicoTappeti energetici e skilift fotovoltaici

Nelle ultime settimane il grande freddo ètornato a interessare la nostra penisolaportando con sé abbondanti nevicate per lagioia dei moltissimi appassionati di sci esport invernali. Impianti di risalita ali-mentati a energia solare, sci usati che di-ventano combustile, mezzi da neve diultima generazione. Sono alcune strategieverdi messe in atto nelle stazioni sciisticheitaliane e straniere per preservare gli am-bienti naturali dall’inquinamento prodottodurante le stagioni invernali. Un rispar-mio, in termini di emissioni, che non soloaiuta a tutelare i paesaggi montani, ma èin grado anche di creare circoli virtuosi perla produzione di corrente elettrica. Quest’anno, l’ultima novità sulle piste,sono i tappeti energetici che trasformano ipassi degli sciatori in energia pulita. Iltutto grazie a un progetto finanziato dallaUe e chiamato «zone sciistiche climatichealpine» che coinvolge la Svizzera e l’Italia.La finalità è chiara: favorire il rispetto am-

bientale e ridurre le emissioni nocive gene-rate dagli impianti. I primi tappeti energe-tici hanno fatto la loro comparsa nella Vald’Ega (Bz), in Alto Adige pochi chilometrinord di Bolzano. Quanti saliranno, infatti,sulla cabinovia Hubertus che collega laseggiovia Paolina con le piste fassane delPasso di Costalunga, in particolare la Pràdi Tori, calpesteranno uno speciale mantoche ricopre le piste capace di trasformarepeso e passi in energia pulita. La risposta

del pubblico è stata molto positiva con unasorta di gara messa in atto tra i due stabi-limenti pilota del progetto ovvero la già ci-tata Val d’Ega per l’Italia ed i monti diArosa per la Svizzera. Ma il futuro greendello sci non si ferma qua. Infatti alcune lo-calità, come Tenna sulle Alpi Svizzere,stanno puntando decisamente sull’utilizzodell’energia solare per i propri impianti dirisalita. E proprio a Tenna, infatti è statocreato di recente il primo skilift green do-tato di 82 pannelli fotovoltaici che ne assi-curano il funzionamento. Infine in Francia,invece, hanno trovato il modo per riciclaregli sci dismessi. L’azienda francese Tri-Valles fa la raccolta, separa le parti metal-liche da quelle in plastica, e si occupa dellarifusione oppure combustione per produrrecalore. La speranza è che queste pratichee progetti di maggiore rispetto ambientalesi diffondano nel prossimo futuro per leprincipali località sciistiche.

C.A.

La palestra del futuro produce energiaÈ l’era del green fitness

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Eleonora Ferrara

L’articolo 2095 del codice civile– Categorie dei prestatori di la-voro –sancisce la distinzione deilavoratori in quattro categorie:dirigenti, quadri, impiegati eoperai. Inoltre, in ambito priva-tistico, la definizione di diri-gente non è contenuta nellalegge, bensì nella contrattazionecollettiva delle diverse aree diri-genziali, in base alla quale il di-rigente è visto come il soggettoinvestito di competenze e re-sponsabilità decisionali relativeall’intera azienda o ad una partedi essa. In effetti, nel settore pri-vato, il dirigente è il più strettocollaboratore dell’imprenditoreed il rapporto che ne deriva è ca-ratterizzato da un elevato gradodi affidamento. Se l’articolo2095 c.c. trova applicazioneanche nell’ambito del lavoropubblico, è importante sottoli-neare, al contempo, la specialitàdella disciplina contenuta, es-senzialmente, nel decreto legi-slativo n. 165/2001, per quel cheattiene, in modo particolare, alladirigenza statale, affiancata dauna serie di normative specifi-che relative alla regolamenta-zione della dirigenza di altrisettori della pubblica ammini-strazione, come, per esempio, laSanità. Il ruolo dei dirigenti,quindi, istituito in ogni ammini-strazione, è articolato, ai sensidel decreto legislativo 165/2001,nella prima e nella seconda fa-scia. L’accesso alla seconda fa-scia dirigenziale si puòconseguire o mediante concorsoper esami, o grazie all’ammis-sione al corso-concorso selettivodi formazione, bandito dallaScuola Superiore della PubblicaAmministrazione.Si può accedere, invece, allaqualifica di dirigente di primafascia, mediante concorso per ti-toli ed esami, che deve esserebandito per il cinquanta percento dei posti resisi disponibili,ogni anno, in seguito alla cessa-zione dal servizio dei dirigenti diruolo.Viene stipulato, con il vincitoredel concorso, un contratto di la-voro a tempo indeterminato,anche se la particolare connota-zione del rapporto del dirigentepubblico, consiste nel fatto che,in tale contesto, le attribuzionidi incarichi ai dirigenti sono ef-fettuate a tempo determinato.Il conferimento di incarico difunzione dirigenziale conseguead una congerie di valutazioni,quali la natura e le caratteristi-che degli obiettivi prefissati, la

complessità della struttura inte-ressata, le capacità professionalidel singolo dirigente, i risultatiraggiunti precedentementenell’amministrazione di appar-tenenza con l’afferente valuta-zione, le specifiche competenzeorganizzative possedute e, in-fine, eventuali esperienze di di-rezione maturate ancheall’estero, presso privati o altrepubbliche amministrazioni,sempre che siano attinenti al-l’incarico da rivestire.Infine, l’incarico viene conferitocon un provvedimento unilate-rale dell’amministrazione, conl’individuazione dell’oggettodell’incarico, degli obiettivi daconseguire, della durata dellostesso che non può essere infe-riore a tre anni né superare icinque.Nell’ambito del contratto indivi-duale, viene stabilito il corri-spondente compenso.Gli incarichi possono essere rin-novati, previa verifica dei risul-tati conseguiti, per decisionedell’amministrazione.Viceversa, nel caso in cui nonvengano raggiunti gli obiettivi,sussiste l’impossibilità di rin-novo dello stesso incarico diri-genziale.

DIRITTO ACCESSO INFORMAZIONELa sentenza del 19 dicembre2013 in causa C 279/12 dellaCorte di Giustizia dell’UnioneEuropea – Grande Sezione, de-linea il perimetro di applica-zione della disciplina inmateria di accesso del pubblicoall’informazione ambientalenei confronti di soggetti priva-tistici incaricati della gestionedi servizi idrici. In particolare,la sentenza evidenzia comel’articolo 2, punto 2, lettera b),della direttiva 2003/4 dev’es-sere interpretata nel senso cheuna persona che rientra in taledisposizione costituisce un’au-torità pubblica per quanto con-cerne tutte le informazioniambientali da essa detenute.Società commerciali che pos-sono costituire un’autorità pub-blica ai sensi di detta direttivasoltanto nei limiti in cui,quando forniscono servizi pub-blici nel settore ambientale,esse si trovino sotto il controllodi un organismo o di una per-sona evidenziate nella mede-sima direttiva, non sono tenute

a fornire informazioni ambien-tali se è pacifico che queste ul-time non riguardano lafornitura di tali servizi.ACQUA PUBBLICA Alla base della qualificazione dipubblicità di un'acqua, intesacome risorsa suscettibile di usoprevisto o consentito c’è l'inte-resse generale, tale interesse èpresupposto in linea di princi-pio esistente in relazione alla li-mitatezza delle disponibilità ealle esigenze prioritarie, speciein una proiezione verso il fu-turo, di uso dell'acqua, suscet-tibile, anche potenzialmente, diutilizzazione collimante con gliinteressi generali. La Legge36/1994 ha accentuato lo spo-stamento del baricentro del si-stema delle acque pubblicheverso il regime di utilizzo, piut-tosto che sul regime di pro-prietà. TAR Puglia (Le), Sez. I,n. 2289, del 11 novembre 2013.SVILUPPO SOSTENIBILEE’ legittimo il rigetto del-l'istanza volta ad ottenere l'au-torizzazione unica ai sensi deld.lgs 387/2003 per la realizza-zione e l'esercizio di impianto

eolico di potenza pari a 43,7MW, per mancanza delle rela-zioni geologica e geotecnica re-datte secondo quanto previstodall’art. 26 del D.P.R. 207/2010.Deve rimarcarsi che la verificadei documenti presentati a cor-redo dell’istanza di autorizza-zione unica è demandata agliuffici regionali proprio dalle di-sposizioni contenute nelle lineeguida nazionali e regionali.L’art. 13 del D.M. 10.9.2010,recante l’elenco dei documenti

da allegare all’istanza di A.U.,va infatti letto in combinato di-sposto con il precedente art.6(punto 1). Espressamente alpunto 6.1 delle linee guida na-zionali è contemplata la facoltàdelle Regioni di prescrivere:“..documentazione da allegareall’istanza medesima, aggiun-tiva a quella indicata al para-grafo 13. TAR Puglia (BA), Sez.I, n. 1508, del 7 novembre2013.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

IL DIRIGENTE PUBBLICOLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Tenetevi forte perché voglioiniziare il nuovo anno con ilbotto. Le vostre delicatissimeorecchie saranno contaminateda un fastidioso suono compo-sto da sette lettere: povertà.Innanzitutto, non è vero che sinasce poveri. Si può nascerepoeti, ma non poveri. Poveri sidiventa. Come si diventa avvo-cati, tecnici, preti. Dopo unatrafila di studi, cioè. Dopo lun-ghe fatiche ed estenuanti eser-cizi. Questa della povertà,insomma, è una carriera. Eper giunta tra le più com-plesse. Suppone un noviziatosevero. Richiede un tirociniodifficile. Tanto difficile, che ilSignore Gesù si è voluto riser-vare direttamente l’insegna-mento di questa disciplina. La realtà sociale della qualesiamo prigionieri ha fatto dipiù e meglio, ha costruito dellefabbriche dove sfornare laperfetta e efficiente povertà.Questi moderni stabilimentisono luoghi di spazio socialeben definiti benché diversi aseconda dei paesi e dei tempi,sono in funzione giorno enotte, i suoi lavoratori nonscioperano mai e i sindacatinemmeno esistono. E’ un si-stema industriale talmente ef-ficiente, che per poter copriretutti i segmenti di mercato, sisono sviluppate varie tipologiedi fabbriche, così da produrresempre nuovi poveri. Vedia-mole nel dettaglio, vi è: la fab-brica dell’inevitabilità dellapovertà, alimentata da un im-maginario collettivo molto dif-fuso nel mondo costruito sullanaturalità della povertà, latroviamo spesso nei nostri vi-cini. C’è poi la fabbrica dell’inegua-glianza, che approvvigionapratiche sociali e collettive

quali il buonismo, il paterna-lismo, il caritatismo assisten-ziale, la politica dell’aiuto, neho vista a bizzeffe nelle sacremura delle chiese questo Na-tale. Come non parlare della fab-brica dell’esclusione e dell’in-giustizia, il cui consiglio diamministrazione è compostadalla triade: capitale, im-presa, mercato, che legitti-mizza l’impoverimento sacra-lizzando il valore assolutodella ricchezza privata, c’è chiaccumula capitale e se la godecon il reddito che esso generae… dà gli spiccioli ai mendi-canti. In ultimo la migliore: lafabbrica della predazionedella vita il cui motore princi-pale è la finanziarizzazionedell'economia: la ricerca senzalimiti dei capital gains hafatto sì che valori quali l'inte-grità morale, la relazionalità,la fiducia venissero accanto-nati. La crescita è stata fattasul debito. Abbiamo assistitoalla fine dell'unitarietà dellapersona, noi esseri umanisiamo stati frazionati in lavo-ratori/consumatori. Con la finanziarizzazione del-l'economia il lavoratore ha la-sciato il posto allo speculatoreper poter essere un miglioreconsumatore. Allora con forza,domandiamo che l’AssembleaGenerale dell’ONU, l’Organiz-zazione delle Nazioni Unite,approvi nel 2018, 70° anniver-sario della Dichiarazione Uni-versale dei Diritti Umani, unarisoluzione nella quale si pro-clami l’illegalità di quelleleggi, istituzioni e pratiche so-ciali collettive che sono all’ori-gine e alimentano la povertànel mondo.

DODICI MOTIVI PER CUI LA POVERTÀ È ILLEGALE

1. Nessuno nasce povero né sceglie di esserlo. Tutti noi nascendo riceviamo la vita,è lo stato della società nella quale nasciamo che ci fa poveri o ricchi. 2. Poveri si diventa. La povertà è una costruzione sociale. La povertà non è unfatto di natura come la pioggia, è un fenomeno sociale, costruito e prodotto dallesocietà umane. Le società scandinave degli anni ’60-’80 sono riuscite a far sparirei processi strutturali d’impoverimento e a ridurre i processi d’esclusione ad ambitimolto limitati di povertà materiale. 3. Non è la società povera che produce povertà. La povertà, non solo materiale, siè nuovamente sviluppata dalla seconda metà degli anni ’90, perché le classi diri-genti hanno cambiato la loro visione del mondo ed operato scelte diverse da quelledel passato.4. L’esclusione produce l’impoverimento. L’esclusione riguarda sia l’accesso eco-nomico e sociale ai beni e ai servizi necessari ed indispensabili ad una vita degnae dignitosa, sia l’accesso alle condizioni e alle forme di cittadinanza civile, politicae sociale odierna. L’esclusione tocca l’insieme della condizione umana.5. In quanto processo strutturale, l’impoverimento è collettivo. Esso non riguardasolo una persona ma i nuclei familiari, intere popolazioni come gli immigrati, inomadi… e categorie sociali particolari come lavoratori precari, contadini, an-ziani... 6. L’impoverimento è figlio di una società che non crede nei diritti di vita e di cit-tadinanza per tutti né nella responsabilità politica collettiva per garantire tali di-ritti a tutti gli abitanti della Terra. I nostri governanti non credono nell’esistenzadei diritti umani di vita e di cittadinanza universali, indivisibili e imprescrittibili.Se sono obbligati dalle leggi a rispettarli, per esempio le Costituzioni, essi credonoche non siano fruibili per tutti. Inoltre, negli ultimi decenni, sono riusciti ad im-porre che l’accesso ai diritti umani e sociali deve essere pagante, è il caso del dirittoall’acqua o della salute di base. 7. I processi d’impoverimento avvengono in società ingiuste. Le società ingiustesono negatrici dell’universalità, dell’indivisibilità e dell’imprescrittibilità dei dirittidi vita e di cittadinanza e, quindi, negatrici dell’uguaglianza di tutti gli abitantidel Pianeta di fronte ai diritti. Queste società credono che l’accesso economico esociale ai beni e servizi necessari e indispensabili alla vita sia una questione diiniziativa personale o di gruppo e di merito individuale. 8. La lotta contro la povertà (l’impoverimento) è anzitutto la lotta contro la ric-chezza inuguale, ingiusta e predatrice (l’arricchimento).C’è impoverimento perchéc’è arricchimento. I processi d’impoverimento avvengono perché nelle società in-giuste prevalgono i processi di arricchimento inuguale, ingiusto e predatorio. 9. “Il pianeta degli impoveriti“ è diventato sempre più popoloso a seguito dell’ero-sione e della mercificazione dei beni comuni perpetrate a partire dagli anni ’70. Igruppi dominanti hanno dato sempre di più valore unicamente alla ricchezza in-dividuale. Essi hanno cancellato nell’immaginario dei popoli la cultura della ric-chezza collettiva, in particolare dei beni comuni pubblici. 10. Le politiche di riduzione e di eliminazione della povertà perseguite negli ultimiquaranta anni sono fallite perché si sono attaccate ai sintomi (misure curative) enon alle cause (misure risolutive). A causa del perseguimento di politiche econo-miche e sociali aventi obiettivi antitetici rispetto a quelli anti-povertà, si sono tra-dotte in politiche contro i poveri. Da qui i fenomeni di criminalizzazione dei poveri.11. La povertà è oggi una delle forme più avanzate di schiavitù perché basata suun “furto di umanità e di futuro”. La schiavitù moderna, è un furto di umanitàperpetrato nei confronti di miliardi di esseri umani esclusi dalla cittadinanza, aiquali per conseguenza si è anche rubato il futuro.12. Per liberare la società dall’impoverimento bisogna mettere “fuori legge” leleggi, le istituzioni e le pratiche sociali collettive che generano ed alimentano iprocessi d’impoverimento. È possibile uscire dalla povertà e liberare la societàdall’impoverimento, mettendo fuori legge quelle disposizioni legislative e misureamministrative, quelle istituzioni e quelle pratiche sociali collettive che, ai livellidecisivi locali, nazionali e mondiali, costituiscono gli agenti di alimentazione e di

crescita dei processi di ricchezza inuguale, ingiusta e predatrice.

POVERTÀ, LADRA DEL NOSTRO FUTURO.... la prima cosa da insegnare è che la ricchezza è cosa buona

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

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11.01.2014 – Visita guidata con l’associazione “VIVIquartiere” al Cimitero delle Fontanelle nel rione Sanità di Napoli

Dal camposantiello delle capuzzelle, voci narranti evocano storie, personaggi, riti e leggende legate al “refrisco” delle “anime do priatorio”

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