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Giugno 2019 N° 72 Eccoci, Mamma! Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1, LO/CO N. 64 - Maggio 2015 Miei cari, che profonda commozione vivo nel vedere realiz- zato il libro che ricorda i primi “venticinque anni della famiglia di Radio Mater”. Ringrazio di cuore tutti e in particolare i conduttori e i collaboratori che, consapevoli delle nuove povertà, sono stati fedeli strumenti di Gesù e della Mamma, dedicando risorse e tempo, per preparare le trasmissioni, per portare a tutti l’annuncio e la gioia del Vangelo. Quanti sacrifici avete fatto in questi 25 anni! Quanta cultura di misericordia, di consolazione avete seminato! “Il mistero e il miracolo di RADIO MATER”

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Page 1: “Il mistero e il miracolo di RADIO MATER” · Una Regola che don Mario aspettava da 25 anni e che ha accolto con grande gioia. «Sono qui per dire il grazie della Chiesa di Milano

Giugno2019

N° 72

Eccoci, Mamma!

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1, LO/CO N. 64 - Maggio 2015

Miei cari,che profonda commozione vivo nel vedere realiz-

zato il libro che ricorda i primi “venticinque anni della famiglia di Radio Mater”.

Ringrazio di cuore tutti e in particolare i conduttori e i collaboratori che, consapevoli delle nuove povertà, sono stati fedeli strumenti

di Gesù e della Mamma, dedicando risorse e tempo, per preparare le trasmissioni, per portare a tutti l’annuncio e la gioia del Vangelo.

Quanti sacrifici avete fatto in questi 25 anni! Quanta cultura di misericordia, di consolazione

avete seminato!

“Il mistero e il miracolodi RADIO MATER”

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Quanto dialogo, per spargere speranza, per accogliere, per costruire, per ridare sorriso a tanti cuori!

Grazie a Dio e grazie a ciascuno e a tutti voi.

Grazie a Gesù che, come per Matteo, dice “vieni e seguimi!”.

Coraggio, miei cari, la Mamma ci accompagni sempre, perché l’ascolto, l’umiltà e il rispetto, ci aiutino a non sentirci mai “padroni”, ma servi gioiosi della Verità!

“Dio, umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce!”

Miei cari, anche oggi, in ogni cuore, quanta sete di amore, di pace, di giustizia, di comunione, di dialogo, di condivisione.

In Gesù morto e risorto, acco-gliamo l’abbraccio del Padre, l’abbraccio di Dio!

Umilmente chiedo a Dio, il dono dell’ascolto e della preghiera per ciascuno, perché non venga mai a mancare l’impegno, la premura “samaritana” e materna: • per saper vedere e “appas-

sionarsi all’uomo”, • per riconoscersi figli e fratelli, • per lasciarsi condurre dallo

Spirito, pur nei mutevoli sentieri della storia, a cantare con gratitudine la fedeltà e l’amore di Dio,

• per seminare bellezza e bontà,• per esercitare la pazienza

della carità, in un’autentica solidarietà e progetto di vita.Insieme chiediamo che il

Signore, nella Santa Madre Chiesa, alimenti in noi la fede, l’amore, il coraggio e la perseveranza, per rispondere alla nostra vocazione ed essere resi capaci, per amore anche della famiglia di RADIO MATER, di gestire i mezzi di comunicazione con sapienza, per suscitare e ritrovare la bellezza del silenzio, del discernimento e la ricchezza del pensiero e della vera libertà!

Immergo nel Cuore Immacolato della Mamma, con gratitudine e commozione, tutti voi e coloro che mi sono stati vicini in questi lunghi anni: sacerdoti, benefattori, volontari, ascoltatori

e in particolare la Chiesa, che ho sempre sentito maternamente vicina.

Vi prego, carissimi, proseguiamo fedelmente tutti in Radio Mater, anche negli anni a venire, per essere una vera famiglia che nella preghiera vive• il Vangelo,• la devozione filiale alla Mamma,• l’obbedienza gioiosa alla Chiesa

Madre e Maestra,con lo stesso impegno, con la

stessa dedizione, per diventare sempre più santi noi e per aiutare tanti altri cuori a lasciarsi attirare da Gesù, con una vita che sia veramente “strada al Cielo”!

Vi abbraccio e vi stringo gioio-samente al cuore. Grazie!

don Mario

“Rendiamo grazie per questi 25 anni nei quali Radio Mater, la radio della Mamma, ha portato Gesù nelle case del mondo. E lo ha fatto con quella prossimità discreta che è tipica della Mamma, come una raccomandazione costante. Radio Mater è una forma di apostolato caratterizzata dalla tenerezza».

Le parole dell’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, pronunciate durante l’omelia per il 25mo anniversario della

fondazione di Radio Mater, resteranno scolpite nel cuore dei tanti collaboratori e ascoltatori. In centinaia hanno seguito la Messa nella cappellina della radio, in migliaia si sono sintonizzati sulle frequenze della radio e altrettanti hanno partecipato grazie alla diretta sul sito e sui social network.

Sono le 15 di domenica 24 febbraio. All’improvviso, le campane del paese iniziano a suonare: è il segnale, Mons. Delpini

è entrato ad Albavilla. Dopo pochi minuti l’Arcivescovo oltrepassa il cancello di Radio Mater, accolto da un lungo applauso. Mons. Delpini abbraccia don Mario Galbiati, che lo attende commosso fuori dalla cappellina.

A don Mario l’arcivescovo consegna la Regola di vita della Comunità di Maria, vero cuore e anima della radio, che raggruppa chiunque desideri trasformare il proprio volontariato in un cammino di fede.

don Mario accanto al manifesto del Venticinquesimo di Radio Mater

Mons. Mario Delpini: “Qui si respira la tenerezza della Mamma Celeste”

Venticinquesimo di Radio Mater

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Una Regola che don Mario aspettava da 25 anni e che ha accolto con grande gioia.

«Sono qui per dire il grazie della Chiesa di Milano a Radio Mater per i suoi 25 anni di servizio – spiega Monsignor Delpini durante l’omelia –. In questi anni abbiamo avuto la testimonianza di come la fede si qualifica con la forma della tenerezza, come una relazione con Gesù da vivere con intensità, passando dall’abbraccio tenero della Mamma Celeste.

La benevolenza è capace di chiamare fuori la bontà e la verità negli altri che incontriamo, liberandoci dalle etichette che imprigionano». Non sono mancati, negli ormai 36 anni di apostolato radiofonico di don Mario Galbiati, i momenti dolorosi: «Dalla vita di don Mario viene un esempio di tenacia e perseveranza – aggiunge l’Arcivescovo –, di affidamento sereno a Gesù anche nei momenti della prova. L’ascolto della radio poi è anche corresponsabilità: non solo servizio, ma realtà da tenere viva. Gli ascoltatori sentono di dover sostenere questa radio, si sentono parte di una comunità e la sostengono».

Il grazie di don Mario è commosso: «Caro Arcivescovo – dice con la voce rotta dall’emozione – noi gioiamo di averla in mezzo a noi oggi. Quante volte mentre sono in dialisi vorrei prendere il telefono e chiamarla, ma vedo da Avvenire quanti impegni ha e non voglio aggiungerne altri.

Oggi qui insieme a lei vogliamo fare una promessa: Mamma, promettiamo di non deluderti mai».

Non è mancato il messaggio di auguri di Papa Francesco, che ha voluto farsi vicino alla famiglia di Radio Mater nella preghiera e nella festa. Alla celebrazione hanno partecipato il prevosto e decano di Erba, Mons. Angelo Pirovano con numerosi sacerdoti conduttori. Da Milano sono giunti don Walter Magni portavoce dell’Arcivescovo, Don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana

e Maria con Te, e Luciano Regolo, condirettore di Famiglia Cristiana e di Maria con Te.

Da Roma sono arrivati anche Alessia Caricato, presidente di Corallo, Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000, e Massimo Porfiri, amministratore delegato di Tv2000.

Presente anche Franco Mugerli, presidente di Corallo nel 1993, oltre al sindaco di Albavilla, Giuliana Castelnuovo, all’assessore ai servizi sociali, Angela Bartesaghi e al comandante della polizia urbana Federico Ciceri.

Numerose altre iniziative hanno accompagnando il Venticinquesimo di Radio Mater, come l’Elevazione spirituale della Schola Cantorum di Merone, la Serata Mariana” dal titolo: Ave Dolce Maria – Intrecci di musica e parole sulla vita della Madre di Gesù con il Gruppo Musicale Memory Ensemble, la celebrazione Akathistos con la Schola Cantorum di Tabiago-Nibionno, la Meditazione musicale mariana dal titolo: “Le Mani di Maria” del Coro Santa Cecilia di Altopiano di Seveso.

Ed è proprio di questi giorni la pubblicazione del libro sui Venticinque anni di Radio Mater, che racconta la storia e la spiritualità della radio, con le prefazioni del card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, di mons. Mario Delpini, di Mons. Ivan Maffeis, sottosegretario CEI, Mons. Angelo Pirovano, decano di Erba, Franco Mugerli, direttore TER - Tavolo Editori Radio, e Alessia Caricato direttore del Corallo. Il libro narra i 36 anni di missione radiofonica di Don Mario Galbiati, fondatore prima di Radio Maria e poi di Radio Mater, perché, come si potrà leggere, non si può parlare di Radio Mater senza accostarsi alla vita di don Mario.

L’incontro tra l’Arcivescovo Mons. Delpini e don Mario

Gli auguri e la Benedizione apostolica di Papa Francesco ‘‘Qui

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In questo venticinquesimo dobbiamo dire un grazie sincero ai tantissimi conduttori, collaboratori e volontari di Radio Mater, che hanno aiutato la Radio a crescere, giorno dopo giorno. E grazie anche ai tantissimi ascoltatori che hanno contribuito con l’ascolto, la preghiera e le offerte, a superare le difficoltà di ogni genere che si sono frapposte. La Radio è stata fondata da don Mario, ma è cresciuta giorno dopo giorno con l’aiuto di tutti, anche di coloro che mensilmente hanno contribuito con mille lire, nei primi anni e, con 5 euro in questi anni.

Ma cosa si può fare con 5 euro? Per noi di Radio Mater, tutto, soprattutto perché donati da chi è “solo al mondo”, da chi è povero. E il povero che dona, accende una luce, una speranza in tutti i cuori.

Radio Mater poggia su fondamenta solide, sulla Provvidenza, che non lascia mai soli chi

confida in Lui, e vive dei piccoli sacrifici delle piccole offerte dei più poveri. Poveri sì, ma con un cuore grande così. Il cuore di chi si abbandona tra le braccia di Dio nostro Padre, che non fa mancare mai nulla ai suoi figli.

Possa sempre la famiglia di Radio Mater lasciarsi avvolgere e trasfigurare dalla gloria di Dio!

E seguire l’invito che il card. Martini ha rivolto a don Mario poche settimane prima di lasciarci: “Avanti, don Mario. Vai avanti con Radio Mater. Avanti e... affidati e affidala a un Vescovo”.

E ancora qualche mese prima (2 ottobre 2011), durante una concelebrazione, il cardinale, abbracciandolo, gli veva detto: “Ti ringrazio don Mario, angelo della preghiera, perché attraverso Radio Mater fai pregare tanta gente”.

Giacomo Bertoni Enrico Viganò

Don Mario rivolge il saluto a mons. Delpini don Mario taglia la torta del 25mo di Radio Mater

Foto ricordo di Mons. Delpini con i sacerdoti concelebranti la S. Messa

Un momento della celebrazione Akathistos Coro Santa Cecilia di Altopiano di Seveso‘‘Qui

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Era nel lontano 1989 – orami 30 anni fa – che la voce squillante, chiara e sicura di don Mario entrava nella mia vita quando, rannicchiato (per il freddo) sotto le coperte in quelle grandi camerate, disubbidendo ai superiori, ascoltavo con un vecchio e logoro walkman le trasmissioni serali che mi tenevano compagnia.

Così iniziò la mia “amicizia” e “guida sicura” con un pastore che non vedevo con gli occhi, ma che sentivo presente con il cuore. Poi, in tutte le tappe belle e tristi, gioiose e dolorose della mia vita Radio Mater è stata sempre accanto a me e mi ha aiutato a superare anche ostacoli e pericoli insormontabili. Era con me quando, con gioia, iniziai un cammino di fede con i Fatebenefratelli nel Canavese; lontano da casa, ma la “Mamma celeste” che parla e vive ora in Radio Mater, mi sosteneva ed incoraggiava.

Era con me a Trento, durante i miei studi e ora è ancora con me nelle tappe quotidiane del mio cammino di crescita. Questa sua presenza non è avvenuta per caso. Anzi. Il Signore ha sempre un piano per tutto e “usa” anche questi mezzi per esserti vicino e mostrarti il suo amore misericordioso. In tutti questi anni Radio Mater è stata per me fondamentale sulla mia via di redenzione e di cambiamento.

Radio Mater, nata da un progetto di Dio nel cuore sofferente di don Mario, è diventata un modo meraviglioso della redenzione, alla quale Maria coopera per tutti noi. In Radio Mater, la Vergine Maria si mostra ancella dell’amore nella nostra salvezza e diventa custode e maestra delle nostre anime. Ci insegna, attraverso il lavoro generoso dei molti

volontari e collaboratori che svolgono le loro trasmissioni con amore, ad amare Gesù, la Chiesa e tutti i nostri fratelli. Dove c’è Maria e la Chiesa non trionfa il male e l’odio. Trionfa l’amore ed il perdono.

Io, nel mio piccolo, ho vissuto questo. Ho visto questo. Testimonio questo. Grazie a Radio Mater, alle parole di don Mario e dei suoi collaboratori, sono riuscito a superare prove e pericoli assai forti; dolori e ferite che hanno distrutto il mio piccolo e fragile cuore, ma che grazie a questa voce del cielo si è rimarginato e ha continuato a battere, perdonando.

Mi ricordo la mia prozia Ciulì: quando si andava a casa sua aveva sempre la radio su don Mario e guai a disturbarla se stava parlando lui. Zitti in silenzio, in ginocchio e con il Rosario in mano. Si pregava con e per il Papa. Non ero digiuno al Rosario poiché a casa mia si è sempre pregato ogni giorno e si continua a pregarlo. Questa corona davvero salva e ti dona forza nei pericoli e nelle cadute. Fissando lo sguardo in Maria, si trovano le forze per rialzarsi sempre. Ecco, così, in modo semplice don Mario è entrato nella mia vita.

Poi, in un momento per me duro e molto doloroso, quando persone che avevano

il compito di accompagnarti ed educarti, invece ti distruggevano nell’anima, nel fisico e nel cuore, il mio punto fermo è sempre stato la preghiera all’Eucaristia e a Maria. Radio Mater è stata un’àncora di salvezza e di rifugio.

Piangevo, mi disperavo, non sapevo cosa fare, ma quando mi sintonizzavo sulla voce di don Mario la serenità invadeva il mio cuore, perché ho trovato l’unità e l’amore di una famiglia più grande e numerosa: quella della Chiesa e della Comunità.

Poi è giunto il giorno in cui ho avuto la “botta di fortuna” di pubblicare il mio primo libro: “Il matrimonio manifestazione trinitaria”. Un libretto senza pretese che presenta la famiglia, il matrimonio, i figli, il ruolo all’interno della società con parole che vengono dal cuore e dalle esperienze che ho vissuto in prima persona. Questo testo è arrivato a Radio Mater e, per caso (ma non è vero poiché nulla accade per caso, ma il Signore ha sempre un piano), sono approdato alla sede di Albavilla.

Non sapevo nemmeno dove fosse Albavilla. Quando lo dissi al mio vescovo – del quale fui collaboratore per 11 anni – mi disse con il sorriso sulle labbra: “Vai da don Mario, vai dalla Madonna! Non dire mai di no”. Questo mi stupì.

Era novembre, presi la mia auto e arrivai a Radio Mater. Chi mi accolse? Enrico e il caro Alessandro. Parlammo un pochetto e mi sentii come a casa. Come in un abbraccio fra fratelli. Che gioia provai. Lì presentarono il mio libro. Poi, finito il tutto, pensai che era stata una bella opportunità che sarebbe finita subito. Invece, mi sbagliai di grosso!

Gianluca Pedrali

“Fidati della Madonna, se sei quiè perché Lei lo ha voluto”

Gianluca Pedrali, bresciano, classe 1975, docente di Lettere e Arte alle Scuole superiori e Università; per 11 anni segretario del vescovo ausiliare emerito di Brescia, mons Vigilio Mario Olmi; educatore in alcuni oratori e segretario della Caritas parrocchiale della sua comunità; conduttore in Radio Mater della rubrica “Il matrimonio manifestazione trinitaria” in onda la quarta domenica del mese, alle ore 18,15. Così lo ha accolto don Mario:

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Enrico mi portò verso il cancello e, in quel momento, entrava don Mario reduce dalla terapia in ospedale. Non volevo disturbarlo però, Enrico insistette. Sapete… Avevo paura di vederlo. Avevo tremore di porre i miei occhi nei suoi. Di stringergli la mano. Di rivolgergli la parola. Era don Mario! Quel don Mario che, entrò nella mia vita, molti anni fa. Non lo avevo mai visto, solo sentito. Era lì, davanti a me. Procedeva con passo lento e stanco. Sostenuto da Giovanna. Subito alzò il suo sguardo e mi fissò negli occhi. In quel momento mi è venuto in mente il racconto che troviamo nel Vangelo di Marco, al capitolo 10 versetto 21 : “fissatolo, lo amò”. In quei pochi minuti ho capito che una nuova chiamata era pronta per me mediante la persona semplice ed umile di don Mario.

Dio sceglie dove posare lo sguardo, non è mai un guardare casuale quello di Dio, ma è fissarti

perché sono i tuoi occhi che vuole per amarlo, sono le tue labbra per pronunciare il tuo:”Ti amo anche io”, ed è il tuo cuore che vuole per fare cose grandi. È uno sguardo che però si fa sempre più insistente e nel cuore intanto tu ti senti sempre più attratta dall’amore, con il quale il Signore ti guarda, ti innamori piano piano di Colui che inizia non solo a guardarti, ma a sussurrarti nel cuore qualcosa.

Don Mario è stato per me gli occhi di Dio, le sue mani ed il suo cuore.

Mi è venuto incontro, mi ha abbracciato e mi ha detto fissandomi negli occhi: “Fidati della Madonna, se sei qui è perché Lei lo ha voluto”.

Bè… Non pensavo certo di rivederlo ancora una volta o di ritornare ad Albavilla, ben distante da casa mia. Invece, iniziò e continua una collaborazione ed una amicizia vera e proficua. Sì. Tutto è cominciato con un SI. Lo stesso SI che noi vediamo nella cappellina.

Stare a Radio Mater, per me, non vuol dire lavorare per te stesso e la tua “gloria”; ma essere strumento inadeguato ed inefficiente nelle mani del Signore. Star qui è come rispondere ad una VOCAZIONE. Tu non la cerchi, è lei che ti chiama e ti guida verso essa. Perché Radio Mater è così? La risposta mi viene diretta: perché è nata da una sofferenza e da un dolore. È nata dal Calvario cioè dal sacrificio e dal dono d’amore di don Mario. Su quella sofferta croce è salito. Ma, da quella croce, c’è stata la resurrezione e la nascita di questo faro di fede: Radio Mater.

Gianluca

Chi era Alessandro?Un collaboratore, un amico? Ancora ce lo chiediamo, mentre

guardiamo il suo posto di lavoro vuoto, terribilmente vuoto.

Ci accorgiamo allora di quanto ci manca. E non solo in radio, ma anche quando il nostro computer ci tradiva. Ecco allora che veniva istintivo chiamarlo.

E Alessandro subito interveniva, tranquillo, scavando nella propria esperienza telematica la procedura necessaria a ristabilire la normalità del lavoro.

Ma neppure questo dice tutto di lui. Si gestiva e ci gestiva con bonomia, pacatezza, serenità. Fino alle matte risate, quando una mail periodica ci ragguagliava su un “Guinness dei primati”

che descriveva le performances estemporanee di un certo coltivatore capace di rintracciare funghi a vagoni o raccogliere a tempo di record le balle di fieno come una multinazionale.

Quando un mattino, il 24 gennaio, giungendo in radio ci comunicarono che se ne era andato, fu impossibile crederlo. E subito il pensiero corse alla

Gianluca Pedrali con mons. Vigilio Mario Olmi

Alessandro, Alessandranon dimenticheremo il vostro sorriso

Gravi lutti hanno colpito in questi mesi la famiglia di Radio Mater. In questo articolo ricordiamo con dolore Alessandro De Girolamo e Alessandra Marchini, due amici, due voci inconfondibili e amate da tutti gli ascoltatori per la loro serenità, la loro fede e il loro amore per la Mamma. C’è sempre la mano di Maria nella conduzione dell’emittente. Alessandro e Alessandra ne sono la prova. E se la loro dipartita ci lascia sconvolti, ringraziamo Dio di questo avvenuto incontro e dell’eredità di bene che in tutti noi lasciano. Dal Cielo, Alessandro continua ad essere il nostro “regista” sempre presente e attento, e tu, Alessandra, ricordaci ancora come facevi al termine di ogni trasmissione: “Dio ci ama, lasciamoci amare”

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sua famiglia, moglie e figlia, orfana di un congiunto che non dava solo sostegno, ma amore ricambiato e ineguagliabile.

È la vita della radio e della Comunità, troppo spesso colpita da eventi come questo.

Il Cielo ormai è pieno di ex-collaboratori, che vivono in spirito quell’etere che riempivano di suoni. Alessandro ora è uno tra questi. Certamente egli ci assiste e ci guarda.

E con Alessandro De Girolamo, anche la nostra cara Alessandra Marchini.

Alessandra, sorriso, gioia di vivere, fede schietta, vivace, vera amica carissima, hai raggiunto la Casa del Padre, ma non hai abbandonato noi pellegrini in Terra. Con il tuo Nico ci hai insegnato a giocare con i Santi, dei quali ora speriamo condividi la gloria.

Hai lasciato una “scia luminosa” con la tua preghiera, con il tuo sguardo rivolto a Padre Pio e con la testimonianza della meravigliosa unità che portavi avanti con il “tuo” Nico, amato sposo il quale, anche con la sofferenza nel cuore per la tua assenza fisica, sorretto dal tuo amore e dalla tua preghiera, segue il

tuo consiglio di continuare ad aiutare la tua e nostra amata Radio Mater, e portare conforto, sorriso e speranza sussurrando a tutti e a ciascuno, come sempre dicevi:

“DIO C’È , DIO CI AMA.LASCIAMOCI AMARE!”

CIAO e arrivederci!

Lo scorso 10 maggio, è morto don Mario Bodega, sacerdote della diocesi di Milano, ma residente a Incisa Val D’Arno, in località Loppiano (Firenze), nella Parrocchia di San Vito. In Radio Mater conduceva da cinque anni la trasmissione: “Per una spiritualità di comunione”, il 3° lunedì del mese, alle ore 9.35.

Nato a Lecco il 15/9/1942, appartenente alla Parrocchia Sacro Cuore in Bonacina a Lecco, fu ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 28/6/1968. Dal 1968 al 1973 fu Vicario parrocchiale a Castellanza (Va); dal 1973 al 1984 Direttore Spirituale al Collegio San Carlo di Milano; dal 1984 Rettore vicario a Milano, S. Maria Annunciata in Niguarda. Dal 1986 al 1995 Assistente religioso dell’Associazione “Unione Samaritana” a Milano; dal 1993 al 1998 fu parroco a Lecco in località Germanedo – Parrocchia di Santi Cipriano e

Giustina, – Dal 1998 al 2009 ebbe incarichi pastorali a Grottaferrata (Rm) – Istituto Internazionale Mystici Corporis della P.A.M.

Per espressa sua volontà è stato sepolto nel cimitero di Loppiano. Significative le parole di suffragio inviate dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini: “Accompagniamo all’incontro con la gioia di Dio un uomo, un prete, un amico che ha custodito il sorriso di un’intima, profonda letizia, nei giorni della giovinezza e nei giorni della vecchiaia e della malattia, nel cumulo degli impegni pastorali e negli anni in cui l’attività è stata ridotta per il declinare delle forze.

In ogni situazione in cui l’ho conosciuto ha rivelato di custodire la cura per l’unità, l’attenzione alle persone, la sapienza di una parola rasserenante e incoraggiante, la perseveranza nella preghiera.

L’intensa e convinta assimi-lazione della spiritualità di Chiara e la condivisione del linguaggio e delle iniziative dei Focolari lo hanno condotto a conformarsi sempre più al Signore Gesù che, abbandonato, attira tutti a sé; crocifisso, è principio di

Alessandro De Girolamo

don Mario Bodega

Alessandra Marchini

Papa Francesco: “Caro don Mario,il prete non va mai in pensione”

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riconciliazione; morto, diventa il Signore della vita”.

Abbiamo conosciuto don Mario, cinque anni fa, quando, in vacanza a Lecco, venne ad Albavilla a incontrare il nostro don Mario. Dopo il loro colloquio, è venuto spontaneo invitare don Bodega a tenere in Radio Mater una trasmissione sui Focolarini, su Loppiano, su Chiara Lubic.

E’ nata così una proficua collaborazione, fino a pochi mesi fa, quando la malattia gli ha impedito di parlare in radio.

L’ultima volta che mi ha scritto è stato lo scorso 28 marzo: gli avevamo chiesto una canzone di GEN Verde da utilizzare come sigla della nuova trasmissione “In principio la Parola” sulla vita e le opere del Card. Carlo Maria Martini, condotta dal suo segretario don Gregorio Valerio. In quella lettera mi confidava che lui aveva iniziato a “fare radio” proprio con don Valerio quando era direttore di Radio A.

La sua caratteristica era l’umiltà, la spiritualità e la

capacità di essere in comunione con tutti. Un anno fa, durante il viaggio di papa Francesco a Loppiano, don Mario disse al Santo Padre che la malattia lo stava debilitando.

E il papa rispose: “Don Mario il prete non va mai in pensione, neppure quando è malato: sei sempre prete anche su una sedia a rotelle”. E fino all’ultimo don Mario ha fatto il prete.

Grazie don. Grazie per tutto il bene che hai fatto in Radio Mater.

Era anzitutto un uomo buono, corretto, serio, elegante, molto colto e, soprattutto, una “brava persona”. Sempre in giacca e cravatta, anche quando il copione avrebbe voluto, che so, un gilet colorato, un cappello di paglia: macché! E quando una domenica pomeriggio d’estate era arrivato in giardino con un golf chiaro, lo accolsi con: “Sir, oggi è il suo pomeriggio al Golf?”

Un giorno (e sono passati quasi 30 anni) dovendo leggere poesie di Ajroldi, gli avevo chiesto di accompagnarmi. Con lui era tutto facile: io leggevo, e lui seguiva…Per le prove, a casa mia, mi aveva chiesto il “permesso” di portare Lella Greco, e lì è nato il TEATRINO DI NOI.

Siamo cresciuti insieme, anche con Vito che ha portato il suo preziosissimo contributo da LAGHE’, poi più di 100 recital scritti recitati suonati e cantati: quattro pazzi in giro per l’Alta Italia.

Alla fine di ogni spettacolo, presentandoci al pubblico, dicevo: “E TUTTA LA NOSTRA ORCHESTRA: ROBERTO MOTTA! E gli applausi che segui-vano non erano di compiacenza, ma molto sentiti.

Con lui era tutto facile: io leggevo e lui seguiva, se gli chiedevo “l’acqua”, suonava l’acqua, quando volevo il vento,

si sentiva il vento, poi il tuono, la primavera, gli uccellini, qualche volta esageravo e volevo un accompagnamento RAP, ebbene, lui seguiva con un ritmo moderno straordinario, e ci divertivamo guardandoci con grande intesa. In quei momenti sorrideva un poco, complice.

L’armonia e la melodia, suonate contemporaneamente… tanto per intenderci: con le sole dita suonare l’armonia, l’accompa-gnamento, poi la melodia ossia le note del canto, quelle che ci restano impresse: il motivo di una canzone, di un brano... e sapete come ha fatto lui, da bambino per la grandissima passione per la chitarra? Il padre, bravo suonatore soprattutto di

mandolino, gliel’aveva regalata, un Natale, piccola, adatta a lui. E lui se ne stette a casa durante la Messa di mezzanotte: “Ci andrò domani”!

La mamma non voleva che suonasse per non essere distratto dagli studi.

Lo doveva fare di nascosto. Ebbene, quella notte alla radio suonava Andrés Segovia, il più grande chitarrista che sia mai esistito, chiamato il Paganini della chitarra, e autodidatta... come Roberto, e ci riuscì (non so ancora come…) a suonare armonia e melodia come l’abbiamo ascoltato per tanti anni.

Ma essendo riservato, persino timido, lo faceva soltanto se invitato, sollecitato…incalzato addirittura: “Dai Roberto, suonaci Sogni proibiti!”. Però dovevamo insistere...

Solo a metà aprile venne a casa mia: lo volevo convincere a venire a Reggio Emilia: “Ma no... ho un dito che non va bene... E io: “Ma va là. A Reggio ti perdoneranno se farai qualche accordo sbagliato, perchè sono tutti amici e ti aspettano.

Era riservato, sì, ma quella sera ci ha raccontato tante cose di sé che non avevamo mai sentito, anche di quella volta quando, giovanottino diciottenne, s’era messo a suonare sulla scalinata

Roberto Motta

Tutta la nostra orchestra: Roberto

Il maestro Roberto Motta ci ha lasciato lo scorso 19 maggio. Lunga è stata la sua collaborazione a Radio Mater, sempre prestata con grande generosità. Ecco la testimonianza di Rosanna Pirovano.

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del Licinium a Erba, in mezzo a un gruppo di amici una sera d’estate e Il maestro Venanzi, un professore di matematica, grande jazzista, passato da lì per caso, l’aveva mandato a chiamare: “Quel ragazzo è bravissimo, ditegli di venire da me perché dobbiamo metter su un’orchestra!” e nel raccontarmi di questo “successo” aveva abbassato gli occhi, quasi per paura di aver “parlato troppo bene di sé”!

Ho scritto una Messa in dialetto, e lui l’ha musicata.

Vi assicuro che è bellissima, una perfetta fusione con le parole, GLORIA – SANCTUS – CREDO – AVE MARIA – PATER NOSTER - ANGIUL DEL SIGNUUR - e spero che qualcuno, un giorno, possa trarne un CONCERTO, classico, sull’armonia e la melodia create da Roberto, un poeta della chitarra.

A Reggio Emilia, comunque, c’è un manifesto che dice: alla chitarra il Maestro Roberto Motta.

Rosanna Pirovano

Mia cara nipote, grazie per essermi venuta a trovare dopo diversi anni.

Sai, il mio cuore non voleva “addormentarsi” nelle sere precedenti il tuo arrivo, perché era pervaso del tuo profumo, del tuo sorriso, della tua voce e del ricordo dell’ultimo abbraccio di quando, quasi adolescente, mi promettesti:

“Nonna, vedrai che presto verremo ancora a trovarti! Non importa se il viaggio è tanto lungo, ci vediamo! ti voglio bene! ciao nonnina!” Ecco, questa era la dolce musica che ha riempito i miei momenti di nostalgia e solitudine, che ci hanno viste per diverso tempo lontane fisicamente.

Si, io ti sono sempre stata vicina, carissima nipotina, nelle preghiere ti ho sempre raccomandata, con i tuoi cari genitori e, pur non sentendoti quando telefonavo, a causa dei molteplici tuoi impegni, la tua immagine, impressa nella mia anima, ti rendeva presente. Ora finalmente l’incontro… Apro la porta e, quasi, non ti riconosco. Sapevo che ti piaceva da adolescente inseguire o precedere la moda ma.... Oltre le maniche di una camicetta esclusiva e sopra i calzoncini stracciati che indossi, vedo un corpo che è tutto un intarsio. Ti accorgi del mio imbarazzo e mi dici, con orgoglio, che questi tatuaggi ti sono costati un occhio della testa. Come sono invecchiata, penso, e cerco briciole di pelle su cui posare i miei occhi, perché incapace di comprendere ciò che mi vuoi comunicare con i tuoi tatuaggi. Mi guardi stupita... Non comprendi, ma non parli, non ti butti nelle mie braccia spalancate.

Anzi, mi osservi meglio, alla ricerca anche sul mio corpo di qualche piccolo “segno di appartenenza”.

Io conservo ancora il pigmento nat-urale, come Dio me l’ha dato.

Ho una cicatrice, è vero, ma risale all’età dell’incoscienza, quando, disobbedendo, volli giocare con un vetro. Da allora quella cicatrice rimane, a ricordo imperituro di una mia voluta e ostinata disobbedienza.

Che dolore risento e questo mi riporta a quanto soffrivo e gemevo nel vedere la mia piccola nipote, tra le braccia della mamma, che si dibatteva quando, ammalata, l’ago della siringa le perforava la delicata pelle e i tessuti sottostanti, per “aiutarla a guarire”. Avrei voluto sostituirmi a te, per non farti soffrire.

E ora? Quanto avrai sofferto per i tatuaggi!Inoltre, mi chiedo, in una società “mobile” come

la nostra, dove molti ritengono sia giusto cambiare con facilità in ogni istante, ogni cosa: lavoro, partner, amicizia, elettrodomestici, cellulari, macchine… Cosa sta succedendo? Non più dialoghi, ma SMS.

Non più incontri personali, ma conoscenze virtuali. Non più tempo da vivere insieme a tavola, ma spuntini ad ogni ora del giorno e fuori casa. Non più progetti comuni, ma ciò che “ho voglia di fare” e “carpe diem”.

Non più la famiglia. Ma il gruppo! E solo lui può dirmi come mi devo vestire, dove devo andare, cosa decidere, come mangiare, come bere... come non faticare... come trasgredire. Mi scuoto e mi chiedo: cosa vuole “portare fuori di sé, mia nipote? Cosa vuole comunicare? Perché desidera lasciare segni indelebili sulla sua pelle?

Pigmenti per i tatuaggi

Troppo Vecchia per i Tatuaggi:

“Nonna Adeguati”!

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Io sono Francesca e la Verità nella mia vita arriva il 23 giugno 2014, ero in dolce attesa della mia seconda bambina intorno alla 23esima settimana di gravidanza e quel giorno avevo un appuntamento per l’ecografia morfologica. Durante l’esame viene riscontrato un problema al cuore. Una grave cardiopatia congenita che prevede interventi nei primi mesi di vita e altri in età pediatrica e adulta.

Considerata la gravità della cardiopatia ci è stato subito ricordato che potevamo scegliere. E in quel momento più che una scelta risuonava come una sentenza di vita o di morte.

Con gli occhi pieni di lacrime e preoccupazione ma con un cuore in festa abbiamo pronunciato il nostro SI alla Vita, che dritto dritto è andato a Ri-Confermare quel nostro “SI“ che già avevamo pronunciato durante il Sacramento del Matrimonio qualche anno

prima. Abbiamo compreso subito la Presenza Viva di Dio che è Padre e tutto Amore.

La mia gravidanza è stata molto difficoltosa, ma anche un ‘’tempo di preghiera’’, e la presenza di Suo Figlio era Viva. Quel giorno, 23 giugno 2014, eravamo nella settimana dedicata al Sacro Cuore di Gesù e di Maria.

Annachiara è nata i primi giorni di ottobre e il 12 ottobre ha ricevuto il Sacramento del Battesimo celebrato da padre Paolo, cappellano dell’ospedale di Bergamo.

Durante i lunghi mesi di ricovero, padre Paolo è diventato un Padre, un Maestro che ci ha istruito alla Fede, un caro amico unito a noi in un cammino straordinario di scoperta della Grazia Infinita di Dio nella sofferenza. Avere lui al nostro fianco è stato un Dono immenso.

Mai siamo stati abbandonati dalla presenza viva di Dio, e nei momenti più difficili da vivere, mai abbiamo incontrato la disperazione. Anzi si faceva sempre più forte nei nostri cuori il sentimento di affidamento pieno e sincero, certi che il suo progetto è un Progetto di Amore fatto su misura per noi.

In queste poche righe è impossibile raccontare le infinite Grazie ricevute in soli 4 anni, ma posso assicurare che le fatiche vissute in Cristo non sono mai sterili, anzi producono frutto e si moltiplicano in noi e verso chi ha deciso di camminare con noi.

Non possiamo mai fare progetti a lungo termine. Anche nella prova ripetiamo spesso. ‘’ Un passo per volta l’importante che sia Benedetto da Colui che è la Via, la Verità e la Vita.

Andrea e Francesca con Marianna e Annachiara

Su quali avvenimenti vuole fermare il tempo?

Certo, tutto è fatto per muovere la curiosità di sapere qualcosa di più su di lei, sui suoi gusti.

Ma... anche ora non parla! La saluto ancora, sorrido, perché l’affetto è superiore all’imbarazzo. Vedo nel suo sguardo la compassione per

l’abisso che potrebbe separarci, e, mi lancia un estremo consiglio: “Adeguati, nonna!”

La prenderò in parola. No... Forse potrò farne a meno.

Non sento il bisogno di selezionarmi e numerarmi! Riusciremo a far trionfare il nostro amore, la nostra unicità in questo meraviglioso progetto di vita?

Si, cara nipote, perché sei un meraviglioso dono di Dio, per me e per tutti.

Sai, tutti abbiamo gli stessi tuoi timori e speranze. Vivili anche tu!

Cosa mi lega a te? Sei la mia adorabile nipote! ti voglio bene!

La tua nonna che “forse” non si adeguerà!!!

La famiglia di Radio MaterGli ascoltatori ci scrivono...

Vivere davvero la nostra vitacon Cristo e per Cristo

Come può una mamma e un papà accettare di sopravvivere alla malattia di un figlio che deve ancora nascere? Abbiamo capito che dovevamo ricominciare a vivere...

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A te dolcissima ANGELICA... FIGLIA, amica, donna, ragazza d’immensa bellezza ed eleganza.

Persona onesta e generosa con te stessa ed il prossimo.

Nel dolore ci chiediamo uma-namente perché è capitato tutto questo proprio a te. Ma guar-dando a quel DIO Crocifisso e risorto in Gesù, troviamo il coraggio e la forza di ringraziare perché ci sei stata DONATA!

Dolcissima ANGELICA noi crediamo e sappiamo che tu sei spiritualmente ancora con noi, confortante compagna di viaggio, luce in mezzo al cuore che riempie qualunque giornata di ogni colore.

Sai... Ci manchi... Ci manchi tanto, forse troppo. Soprattutto quando nel vuoto di ogni giorno abbiamo gli occhi e le guance bagnate di lacrime.

Ci manchi in tutto e per tutto perché il posto in cui vorremmo essere è lì proprio accanto al tuo.

Non importa dove... Ma sem-pre con te

Dedichiamo a Te ogni primo pensiero del mattino ed ogni ultimo della notte, perché non ci dimenticheremo mai, nel ricordo della tua storia che è stata un grandissimo capolavoro!

A te che porti la luce nel buio dei nostri pensieri...

A te ed alla tua anima così dolce e pura, saggia e vera, semplice e viva fantasticamente UNICA!

Una creatura al di sopra di ogni possibile immaginazione, di cui non si può non rimanere incantati, ammirati.

Perché TU sei “Vivere a Colori”Ieri, oggi, domani, PER SEMPRE.

Ci hai insegnato ad affrontare la vita con coraggio. Coraggio di vivere, di tentare, di morire e di credere nella luce oltre il confine dell’Essere.

Che TU sia benedetta per la tua testimonianza a chi resta da solo abbracciato al silen-zio, a chi nasce ogni giorno ed incomincia il suo viaggio, a chi lotta e sopporta il dolore con coraggio, perché niente finisce quando vivi in Eterno davvero!

Hai combattuto la buona bat-taglia, hai conservato la FEDE ed ora ti aspetta la corona di grazia e di giustizia che il Signore ti darà nel giorno stabilito.

Con la speranza che un giorno potremo ritrovarci.

Un ABBRACCIO in Cristo Gesù ed un grazie di cuore e sia BUONA VITA.

papà Marcello e mamma Romina

“Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà. “Mia parte è il Signore – io esclamo -, per questo in lui spero”. Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore”. (Lam 3,22-26)

Famiglia carissima di Radio Mater, dal 23 luglio 2016, il gruppo “Maria Porta del Cielo” di Alba (CN) ha il grande DONO di poter condividere con te la

trasmissione del quarto sabato del mese “Filo diretto con i nostri Angeli”. Quanta Luce da quel giorno! Quante luminose testi-monianze! Che spola continua tra Cielo e terra hanno fatto, e continuano a fare, i nostri Angeli! Storie dolorose quaggiù, ma gloriose Lassù, un tocco di Cielo che scende a incoraggiare e rafforzare coloro che cammi-nano ancora in questa “valle di lacrime”. Non possiamo aggiun-gere altro perché, com’è per voi, nelle vostre case, così è per noi in regia: tutto stupore e

don Eligio

TU, Angelica, sei “Vivere a Colori”

Dal 23 luglio 2016, don Eligio Mantovani, animatore del Gruppo “Maria Porta del Cielo” di Alba (CN) conduce la trasmissione “Filo diretto con i nostri Angeli” ogni quarto sabato del mese alle ore 14.

La Mamma Celeste è Lei che guida tutto!L

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meraviglia continua. La Mamma Celeste è Lei che guida tutto! E a noi altro non resta che collaborare alle meraviglie del Signore. Grazie don Mario, per aver risposto il suo “Eccomi” a questo Disegno della Mamma, che è Radio Mater: “Voce materna che viene da Lassù”. Voce che quotidianamente, giorno e notte, con-sola, corregge, illumina e guida i Suoi figli, fino all’approdo in Cielo. Da quel pomeriggio del 23 luglio tante e tante cose sono veramente cambiate anche nel nostro gruppo. L’eternità non ci basterà per dire il nostro: “L’anima mia magnifica il Signore … perché Egli ha compiuto grandi cose”. (Lc 1,46-49)

Ora segue la testimonianza di Barbara e Lorenzo Colombo, i genitori del piccolo grande uomo: Daniele di Milano, di cui abbiamo parlato nella trasmissione del 25 maggio.

Chiunque desiderasse approfondire meglio il motivo di essere del nostro gruppo, può visitare il nostro sito:

www.gruppomariaportadelcielo.it

La testimonianzadi Barbara e Lorenzo ColomboFidandoci di don Eligio, con in cuore più

domande che certezze, ci siamo avvicinati all’appuntamento di Radio Mater “Filo diretto con i nostri Angeli”. Temevamo di piangere ancora troppe lacrime perché la morte di Daniele è stata un po’ anche la nostra morte; ma poi ha preso il sopravvento il desiderio di non tradire la memoria e la speranza del cuore di Daniele, e così ci siamo lasciati convincere a testimoniare il tesoro di luce che nostro figlio ha lasciato nelle nostre vite. Come dice l’Apostolo Paolo: “Ciascuno di noi è una lettera scritta dallo Spirito Santo” (Cfr. 2 Cor 3,2-3), il nostro Dani è una lettera piena d’Amore per noi e per il Cielo,

su cui non perdeva occasione di fare tantissime domande. Amava infatti tantissimo la Madonna e Gesù, la cui Comunione Eucaristica agognava con tutto il cuore.

Subito prima della febbre aveva rinnovato il desiderio di poter ricevere l’Eucaristia: “Non come dice don Carlo (il nostro parroco che gli aveva suggerito di invitare Gesù nel suo cuore spiritualmente) ma per davvero!”. E crediamo lo abbia realizzato incontrando il suo grande amico Gesù. Dopo la sua nascita al Cielo, i medici ci hanno detto che il miocardio, che è il tessuto muscolare del cuore, quello che in Dani non ha retto, è lo stesso tessuto riscontrato nei miracoli eucaristici.

Per testimoniare questa sua tensione di Cielo e nella speranza di incontrare una Presenza che possa salvarci, pur nel profondo dolore, siamo approdati a Radio Mater, “un posto nel mondo ma del mondo”, dove la calda accoglienza di Giovanna e Barbara, insieme allo sguardo luminoso della bellissima Madonnina della Cappella, ci hanno fatto sentire come in famiglia. In un susseguirsi di emozioni contrastanti dalle lacrime al sorriso, sullo sfondo di una grandinata primaverile, abbiamo partecipato alla trasmissione e poi alla S. Messa conclusasi con la consacrazione a Maria e la Benedizione impartita da don Mario. La tristezza del cuore pian piano scivolava via, lasciando spazio a una dolcezza nuova, strana come il meteo di quel giorno di maggio. E siamo poi tornati a casa col cuore leggero.

Daniele è nato a Monza il 17 agosto 2011, giorno della Madonna Bianca (venerata soprattutto a Portovenere), ed è nato al cielo il 6 marzo 2018. Stava frequentando la prima elementare. Era un bambino dal cuore purissimo e tanto affettuoso, così vivace e solare che quando rideva gli occhi gli luccicavano come stelle. Ci abbracciava cento volte al giorno; sensibilissimo e incapace di tenere rancore, cercava sempre di mettere pace tra tutti. Adorava giocare ed era pieno di amici, sempre desideroso di sperimentare

papà Lorenzo con il figlio Daniele

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nuovi sport e avventure: fortissimo nel calcio (glielo insegnava il fratello), piccolo camoscio in montagna; voleva tanto provare il Surf, la cui tavola ci aveva chiesto come dono per gli ultimi suoi due compleanni. Ne voleva, infatti, una seconda per poterci surfare insieme ad un amico.

Gli piaceva tanto anche andare in bicicletta, eravamo sempre insieme e, seduto sul sellino, spesso cantava “Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso”, (canzone tratta dal film di San Filippo Neri, che avevamo guardato insieme). Era tanto curioso del Paradiso e di Gesù: faceva sempre tante domande su come giocasse Gesù da bambino e sul perché l’avessero ucciso, visto che era così buono.

Diceva che voleva essere un “lottatore” come Lui e che desiderava tanto fare la Comunione con Lui.

Insisteva così tanto che avevo acconsentito che chiedesse al parroco di anticipargliela e, poiché il nostro parroco gli aveva proposto di iniziare a farla “spiritualmente”, nell’attesa di riceverla sacramentalmente insieme ai suoi compagni, aveva iniziato a chiedere anche alla sua “amichetta” madre Eleonora, delle suore della S. Teresa di Calcutta, che spesso animava l’adorazione eucaristica, di portargli l’Ostia (accusandola poi di non essere una buona amica dal momento che lei non lo faceva).

Ad alcuni di noi aveva anche espresso la volontà di voler fare il prete, perché “voleva aiutare gli altri”.

L’ultimo venerdì sera della sua vita, eravamo in Quaresima, quando avevamo letto l’incoronazione di spine di Gesù, Daniele si era messo a piangere continuando a ripetere: “Ma poverino Gesù, mi dispiace tantissimo, poverino!”.

Il giorno dopo al pomeriggio mi ha detto che aveva mal di testa ed io, subito, ho pensato alla corona di spine. Ha ritagliato una corona e dei cuori di carta, e poi mi ha detto nuovamente di voler tanto fare la Comunione con Gesù.

Io non sapendo più che cosa suggerirgli, gli ho proposto di parlarne direttamente con Lui.

Ricorderò sempre il suo sorriso meraviglioso in risposta, e il mio riflettere, non senza un certo orgoglio materno, su quanto fosse pura e trasparente la sua anima. Il giorno successivo gli è salita la febbre e ha avvertito dolori, oltre che alla testa, anche alle mani e ai piedi e all’addome. Continuava a chiedere da bere ed è caduto a terra più volte, così che l’ho adagiato sul letto vicino a me.

Visto che il malessere non passava, abbiamo deciso di portarlo in ospedale. Là, con la sorpresa e lo sbigottimento di tutti, a causa di una miocardite virale fulminante, il suo cuore ha ceduto. Le ultime sue parole sono state l’Ave Maria. La Mamma del Cielo (come la chiamavamo

tra noi), non avrà resistito a scendere per assisterlo negli ultimi momenti e poi portarlo in Paradiso, lui che già sulla terra era un fiorellino profumato di Cielo. I medici hanno provato a tenerlo in vita artificialmente fino al martedì successivo, quando hanno staccato la macchina che permetteva al suo sangue di circolare artificialmente. Era circa mezzogiorno.

Due giorni dopo la sua nascita al Cielo, abbiamo celebrato il funerale e in quella data - 8 marzo - sono fioriti dappertutto i “Non ti scordar di me”. Erano in tutti prati di Milano: davanti alla Camera mortuaria, di fronte alla chiesa dove è stato celebrato il funerale, persino intorno e dentro al cimitero! Erano tantissimi e sembravano colorare la terra di Cielo. Questi fiori erano i nostri fiori preferiti e appena ne vedeva uno correva subito a coglierlo per me.

“Per questo, figlio caro, dedico a te proprio il “Non ti scordar di me”, bambino mio adorato e mio cuore che mai e poi mai potrò scordare!”. Mi è stato poi detto che il miocardio, che è il tessuto muscolare del cuore, è lo stesso tessuto riscontrato nei miracoli eucaristici. Questo mi ha fatto pensare che il suo grande desiderio di fare la Comunione con Gesù sia stato esaudito. “Ti voglio bene, un immenso bene, mio piccolo Daniele, fino al cielo e ancora più su!”.

Mamma Barbara e papà Lorenzo

Daniele Colombo

don Mario con don Eligio con amici del Gruppo “Maria porta del Cielo” La

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Eccoci, Mamma! n° 72 Giugno 2019

Comunità di Maria ONLUS • C.F. 93012890138 • Casella Postale n. 84 - 22031 Albavilla (CO)Registro stampa: Tribunale di Como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Comunità di Maria Onlus, Albavilla (Como) • A. 2005Direttore Responsabile: Enrico Viganò.Impaginazione e Grafica: Roberto BonfantiStampa: Ingraf Industria Grafica Srl • Via Monte San Genesio 7 • 20158 Milano (MI)

Coordinate SatellitariIn Europa Via Satellite:

EutelSat “Hot Bird” Posizione: 13° EstRicevitore:Digitale Standard - DVB - (MPEG2)Transponder:BOUQUET EUTELSAT TR. 72Frequenza: 12,149 GhzPolarizzazione:VerticaleFEC: 3/4 - S/R: 27.500 KB/sAntenna parabolica consigliata:diametro non inferiore a 100 cm.LNB: Universale

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101.500 Pescara - Chieti prov. - Teramo - Lanciano - Vasto Ch

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100.400 Prov. Vibo Valentia Vv96.300 Reggio Calabria Rc

EMILIA ROMAGNA88.700 Piacenza e prov. Pc88.60088.700 Parma Pr

LAZIO93.500 Roma e prov. Rm

107.600 Frosinone e prov. Fr107.600 Latina e prov. Prossedi Lt92.500 Fiuggi- Campitelli Fr

LIGURIA99.500 La Spezia e prov. Sp96.500 Savona e prov. Sv99.500 Portovenere Sp

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LOMBARDIA95.300 Milano e prov. Mi88.850

Bergamo e prov. Bg92.20095.300

88.200 Monte Creò comune di Parzanica Bg

107.900 Boario - Val Camonica Bs88.300 Bormio – Alta Valtellina So104.800

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90.750 Brianza Mb89.900

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101.900 Chiavenna – prov. So So89.900 Clusone – prov. Bergamo Bg90.500

Como e prov. Co94.90087.60089.400

103.300 Monte Tre Croci Co103.500 Civenna Co103.250

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FREQ. AREA DI SERVIZIO PR.88.300 Livigno So88.850 Lodi Lo88.850 Crema Cr88.850 Brescia Bs91.900 Mantova e prov. Mn

105.500 Morbegno So95.300 Pavia prov. Pv95.300 Como Co95.300 Lecco Lc95.300 Bergamo Bg

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PIEMONTE95.300 Alessandria Al95.300 Asti At96.000 Cuneo - Alba Cn97.000 Domodossola Vb98.400 Lago d’Orta No95.250 87.600 Lago Maggiore Vb

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PUGLIA101.600 San Nicandro Garganico

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SARDEGNA92.800 Bono - Gocèano Ss

107.600 Nuxis - Iglesias Ci

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SICILIA107.600 Lampedusa Ag96.600 Messina Me

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