annuncio, celebrazione, vita nel contesto del pensiero paolino e … · 2019. 12. 16. · teologia...

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3-8 Editoriale Manlio Sodi I. Tra kerygma e lex credendi 9-19 Logos e fides tra Atene e gli areopaghi del terzo millennio Enrico DAL COVOLO 21-30 Paolo interprete della Scrittura Antonio PITTA 31-43 Il Crocifisso e il volto di Dio nella teologia di San Paolo Piero CODA 45-58 La Chiesa nel mistero di Dio in San Paolo Aimable MUSONI 59-69 I sacramenti e il mistero nel corpus paulinum: un approccio sintetico Antonio MIRALLES 71-83 La grazia e la giustificazione nel pensiero di San Paolo Paul O’CALLAGHAN 85-104 L’usage de la pensée paulinienne dans l’“Eschatologie” de Joseph Ratzinger / Benoît XVI Réal TREMBLAY 131-120 Tra cristificazione e “divinizzazione” in Cristo nella tradizione del cristianesimo orientale † Yannis SPITERIS 121-130 La giustificazione per la fede Fulvio FERRARIO VOL. 8 - PONTIFICIA ACADEMIA THEOLOGICA - 2009/1 PATH Annuncio, celebrazione, vita nel contesto del pensiero paolino e delle realtà ecclesiali

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  • 3-8 Editoriale Manlio Sodi

    I. Tra kerygma e lex credendi9-19 LogosefidestraAteneegliareopaghidelterzomillennio Enrico dal Covolo

    21-30 PaolointerpretedellaScrittura Antonio Pitta

    31-43 IlCrocifissoeilvoltodiDionellateologiadiSanPaolo Piero Coda

    45-58 LaChiesanelmisterodiDioinSanPaolo Aimable Musoni

    59-69 Isacramentieilmisteronelcorpus paulinum:unapprocciosintetico Antonio Miralles

    71-83 LagraziaelagiustificazionenelpensierodiSanPaolo Paul o’Callaghan

    85-104 L’usagedelapenséepauliniennedansl’“Eschatologie”deJosephRatzinger/BenoîtXVI

    Réal treMblay

    131-120 Tracristificazionee“divinizzazione”inCristonellatradizionedelcristianesimoorientale

    † Yannis sPiteris

    121-130 Lagiustificazioneperlafede Fulvio Ferrario

    VOL. 8 - PONTIFICIA ACADEMIA THEOLOGICA - 2009/1

    PATH

    Annuncio, celebrazione, vitanel contesto del pensiero paolino

    e delle realtà ecclesiali

  • II. Tra cultus e lex orandi131-142 Romans12:1–Loghiké latreíaasthefoundationofauthentic

    christianWorship Jeremy drisColl143-152 UnannopaolinoperriscoprireilruolodiPaolonellaliturgia? Manlio sodi

    153-168 LaparoladiPaolonellapreghieradellaChiesa Antonio donghi

    III. Tra ethos e lex vivendi169-179 LeggeegraziainSanPaolo:l’eticadellanormael’eticadellagrazia Michelangelo tábet181-195 “Lacreazionegemenelledogliedelparto…”(Rm8,22):anche

    un’eticaecologica? Antonio Porras197-217 Lasyneidesispaolina:spuntiinprospettivaeducativa Paolo Carlotti219-230 Leformepaolinedelprimoethoscristiano Cataldo ZuCCaro

    Recensiones

    PaoloCarlotti,L’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo. Teologia morale e spirituale in dialogo,LAS,Roma2008,139pp.(ManlioSodi),pp.231-232.

    Angeloamato,Gesù, identità del Cristianesimo. Conoscenza ed esperienza,LEV,CittàdelVaticano2008,472pp.(CzesławRychlicki),pp.233-236.

    Vita academiae

    – DecretidinominadelPrelato SegretarioedelPresidentedell’Accademia,p.237.

    – Sessioneaccademicadel16dicembre2008,percelebrareil70°genetliacodiS.E.Mons.AngeloAmatoS.D.B.PrefettodellaCongregazionedelleCausedeiSanti:

    1. SalutodelPresidente(MarcelloBordoni)pp.238-239;

    2. SalutodelPrelatoSegretario(François-Marieléthel,ocd)pp.239-242;

    3. LaudatiodiS.E.Rev.maMons.AngeloAmato(PascualChávez villanueva,SDB):“GesùCristo,sorgentediognisantità”,pp.242-247;

    4. Lectio magistralisdiS.E.Rev.maMons.Angeloamato:“Gesù,identitàdelcristianesimo”,pp.247-256.

  • editoRiaLe

    Path 8 (2009) 3-8

    Lasceltadella tematicaè stata sollecitatadallacelebrazionedell’anno paolino.ÈinquestaotticachelaPontificia Academia Theologicasièsentitacoinvoltaapartiredalsuospecificointeresseedallapropriamissione.

    Kerygma, cultus, vita:tuttosimuovedaquellaprospettivadisintesiqualepuòessereoffertadalladeclinazionedell’intrecciotralex credendi,lex orandielex vivendi.Nonsembriforzatatalesceltainordinealpensieroeall’azionedi san Paolo. Di fatto, quanto è stato progettato e ora attuato permette dicogliereuna linea “unificante”non solopernon lasciarsi sfuggire lapolie-dricitàdelpensierodiPaolochedaduemillenniilluminaesorreggelavitadellaChiesa,maanchepersollecitarelariflessioneteologicadandomododiscopriresemprenuovirisvoltiotrovandoispirazioneperindividuarelineedisoluzioneaiproblemicheinterpellanoilvissutoecclesiale.

    La vita della Chiesa, infatti, sia nella sua azione ordinaria di “vitain Cristo”, sia nella risposta che essa è tenuta ad enucleare di fronte alleinfiniteprovocazionichelaculturadiognitemposollecita,trovainPaolononsolol’ermeneutadiunpensieroevangelico,maancheunesempiopri-vilegiato – e per tanti aspetti unico – di adattamento e di inculturazioneditalepensieroproprioapartiredallesfidechelostessoPaolohadovutoaffrontarenellasuamissione.

    1. Una linea di ricerca condivisa

    Il bisogno di una sintesi, e l’attivazione di una metodologia per rag-giungerla, costituisce la sfida in ogni ambito della ricerca. La riflessioneteologicaèchiamataincausainprimissimaistanzaproprioapartiredallospecificodellasuamissioneedelquadroepistemologicochelacaratterizzainognisuoambito.

  • ManlioSodi4

    Se ne è fatto interprete lo stesso Concilio Vaticano II quando nelDecretosullaformazionesacerdotaleOptatam totiusaln.16haindividuatounalineadipropostaeducativachetrasformassel’ambitodeglistuditeolo-giciinunaprimapalestradisintesi.Diquellasintesi,cioè,chel’educatoredel popolo cristiano – il presbitero, il diacono, il professore di scienzereligiose–èchiamatoa“scrivere”ocon lapropriariflessione,ocon l’in-segnamento, o più ordinariamente con un’azione pastorale finalizzata acogliere con intelligenza l’unitarietà del mistero cristiano, per conseguireun’unitarietàdivitaconsiderataintuttelesuesfaccettature.

    Rileggereditantointantoqueldettatoconciliarepermettedicogliereunavisionedisintesiche,apartiredaitemibiblici, invitaapercorreregliapprofondimentitipicideisingolitrattatiditeologiaediscienzeaffini,percogliereche tuttoquesto si attuanella celebrazionedei santimisteri.Ma,conqualeobiettivo?Quellodi«illustrareintegralmenteimisteridellasal-vezza»,«cercarelasoluzionedeiproblemiumani»,«applicareleveritàeter-neallamutevolecondizionediquestomondo»ecomunicare tuttoquesto«inmodoappropriatoagliuominicontemporanei»alloscopodi«illustrarel’altezzadellavocazionedei fedeli inCristoe il loroobbligodiapportarefruttonellacaritàperlavitadelmondo».

    Ènell’otticadelleattesediot16cherisaltaancorapiùurgentel’ane-litochesielevadallaFides et ratio,làdoveinnumerosipassaggiGiovanniPaoloIIneltrattaredelle«esigenzeirrinunciabilidellaparoladiDio»,aln.85proponeaffermazionichecontribuisconoaduninvitopressanteperunlavorodisintesi invistadi«unavisioneunitariaeorganicadelsapere»,eperun«pensierooriginale,nuovoeprogettualeperilfuturo».

    A partire anche da tutte queste istanze si comprende allora la stessaimpostazione del Catechismo della Chiesa Cattolica che – sulla linea delCatechismus ad ParochospromossodalConciliodiTrento–invitaacoglierel’unitarietà del riflettere, del celebrare e dell’agire cristiano nell’intrecciodelletreleges.EdèattornoaquestaimpostazionecheilConsigliodell’Ac-cademiahapredispostoilprogettogeneralediquestofascicoloeinvitatoisingoliCollaboratoriarimanervifedeli.Conun’attenzionemetodologicaecontenutisticaparticolare:purconilrischiodi inevitabilisovrapposizioni,illettoretrovairisultaticompletidiquestoprogettonelterzovolumedellacollana Itineraria, mentre nelle pagine che seguono se ne dà una sintesi,unitamenteadaltritesticheriguardanolavitadell’Accademia.

  • Editoriale 5

    2. Articolazione e risultati di un percorso

    Sesipuòaffermarechenonbasteràloscorreredeimillenniperesau-rire la profondità del pensiero di Paolo, si può anche evidenziare che lasceltaoperatadalConsigliodell’Accademiaintendeoffrireunasintesitaleda venire incontro soprattutto all’ambito tipico di un primo approccio almondodellateologia.

    – Tra kerygma e lex credendi. Di fronte ai numerosi percorsi che erapossibileintraprendere,cisiamosoffermatisualcuniritenutipiùstrategici.Ne è emerso un quadro sicuramente emblematico e propositivo anche invistadiulteriorisviluppi.Lasuavalorizzazionesaràpiùadeguataqualorasitengapresentecheiprimiduecontributioffronounorizzontegeneralepercogliere meglio alcuni aspetti del pensiero e dell’azione di Paolo, mentretutti gli altri che caratterizzano questa sezione toccano temi paolini chepiùdirettamentesiraccordanoconl’insegnamentoteologico,siainambitocattolicocheortodossoeprotestante.

    –Tracultuselex orandi. Ladimensionestrettamentecultualehanote-volissimirisvoltinelpensieropaolino.Anzi,lasuariflessionerisultadeter-minanteaifinidiunacomprensionepienadell’autenticocultocristiano.Inquestalineasiponeilprimostudiodiquestasecondaparte,mentreglialtriduecontribuisconoafarcoglierequantoampiasialapresenzadellaparoladiPaolonellaliturgia,acominciaredall’annoliturgicoperattraversarealtriLezionarichecostituisconosenzadubbiolapiùgrandericchezza“liturgica”che il Concilio Vaticano II ha auspicato per la Chiesa e che la successivariformaliturgicadifattohaassicurato.

    –Traethose lex vivendi. Nessunaprospettivaeticacristianapuòpre-scinderedalconfrontoo,piùancora,dallaradiceprimigeniacostituitadalpensiero di Paolo. In una riflessione di sintesi qual è quella prospettatanellepagineche seguono, il rapportodel suopensierocon ladimensionemorale–econalcuniambitisignificativichelailluminanoolagarantisco-no – risulta quanto mai emblematico e portatore di sviluppo di estremointeresseediurgenteattualità.

    Iquattrocontributichecaratterizzanolasezionesicollocanoinquestadimensioneeducativaepropositiva,all’insegnadell’attualitàdei temi trat-tati e quanto mai vincolanti nella temperies che oggi sta attraversando laChiesaelasocietàcivile.

  • ManlioSodi6

    3. Quale “lezione” teologico-vitale?

    A completamento del percorso sembra di poter affermare che ricon-ducendo con rinnovata attenzione la riflessione teologica, la sfida dellaspiritualitàdellaChiesa,l’azionecatechetico-pastoraleallecategoriepaolinesopra evidenziate è possibile offrire alcune linee per vedere in che modorilanciarela“lezione”diunannopaolinoperl’educatore-teologo.

    Proviamoadeclinarealcuneprospettivericorrendoancheallaformu-lazionediinterrogativipersollecitarepropostecheinterpellanoilversanteeducativo,quelladimensione cioè che tanto il teologo,quanto l’operatorepastorale sonochiamati ad avere sempredinanzi. Sonoprospettive che sipongonoadunlivellodi:

    – cultura.Paoloèunrabbino,maèanche“romano”,esitrovaadope-rare principalmente all’interno di una cultura ellenistica; in tale contestoemergeilsuoruolodimaestrodidialogotrafratellidifedieculturediver-se.Nonèquesta lasituazioneanchedel teologo-educatoreoggi,chiamatoadattivaresegmentidiculturainunmondoglobalizzato?

    – formazione biblica. Sia nei corsi istituzionali che nei tanti incontripromossidall’apostolatobiblicoappareessenzialeevidenziare la“lezione”liturgicachePaolopuòmettereapunto;iriflessiperl’agirecristianosononumerosi.Mainquesteattivitàformativesicercadiproporreunasintesiincuisiintreccinoarmonicamentelafede,ilcultoelavita?

    – confronto con i Padri della Chiesa.Latrasmissionedelpensieropao-linoattraversoleoperedeiPadrisiadiOrientechediOccidentepermettedi raggiungere capitoli molto illuminanti anche per l’oggi, e di riflessoessenziali per i vari ambiti della teologia. Il teologo-educatore cristiano èconsapevoledimuoversiall’internodiunastoriaquantomai ricca;masatrarredaessalelezionipiùadattedaattualizzarenell’oggi?

    – riflessione teologica. I temi paolini si diramano in tutti i contestiteologici,apartiredalruolodiPaoloermeneutadell’alleanzastabilitaconiPadri,perraggiungerelacategoria“corpodiCristo”alfinedicomprenderelaChiesa;iltemadellagrazia;lapresentazionedellevirtù;lagiustificazioneper la fede; la cristificazione e divinizzazione del fedele. Un orizzonte diquesto genere quali elementi chiama in causa per progetti di formazionepermanenteoperqualificaregli animatori chiamati aoperarenel tessutoecclesiale?

  • Editoriale 7

    – prassi liturgica. Sia nei corsi di liturgia che nell’impegno di anima-zione emerge l’urgenza di rispondere al bisogno di conoscere meglio ilpensierodiPaoloequindidivalorizzarnelapresenzacosìabbondanteneiLezionari,maanchenellaLiturgia delle Oreenell’insiemedell’annoliturgi-co.Difronteatantaricchezza–impensabileprimadelVaticanoII–comeci si può attivare in ordine al compito di animazione teologica, pastoraleespirituale,inmodocheleproposteidealinonrimanganosolo…ideali?

    – omelia e predicazione.Sel’omeliapuòesseretessutaapartiredaqua-lunqueelementodellacelebrazioneeparticolarmenteex textu sacro,perchénonprogettaredi tanto in tantouncommentoomileticocheprivilegi so-prattuttoitestipaolini,erealizzarloalmenoperuntriennio?Uninterroga-tivocomequestocomportaunarispostaevidente;quandoecomeattuarladipende solodauna sapienteprogettazione.Puòessereanchequestaunalezionechel’annopaolinorilanciaatuttalaChiesa?

    – comunicazione.Laconoscenzadella retoricapaolinacostituisceunalezionepreziosaalloscopodiconfrontarsiconunmetodopensatoeattuatoaserviziodelmessaggio;un’attualitàchepermettediaffrontareconmag-gior sicurezza anche i moderni aeropaghi. Quale attenzione si pone oggiallacomunicazione inambito religiosoecultualeperché si realizziquellafondamentalecomunicazionetraDioeilsuopopoloqualesiattuainma-nieraverticenelculto?

    – formazione della coscienza. Alcuni temi emergono con la loro ur-genza: il rapporto tra legge e grazia; la fondazione di una ecologia vistanell’otticadellacreazioneeredenzione,purnellaprospettivadeicielinuovieterranuova; il temadellacoscienzatipicoedesclusivodiPaolo; lacom-prensionedelveroéthoscristianoapartiredaicataloghidivirtùevizi; ilrapportoconilsociale;l’articolazioneecclesialecomearmoniatracarismiecomunità.Temidecisiviperlaloroimportanzaeperl’ampiezzadeirisvoltichecomportano;ma,comevengonoaffrontatiadiversilivellidiintreresseteologicoediitinerariformativi?

    – spiritualità e mistica.AllavitanelloSpiritoèorientatotuttol’impegnooratorioemissionariodiPaolo.L’essereoffertoinlibagionecomesacrificioalDioviventecostituiscelamisuraaltaepienadiunadonazionechefadiognimomentodell’esistenzadelcredenteuna loghiké thusía;sipensiatuttiqueiterminicaratterizzatidalprefissosyn-(circaunaventina)chePaolousaperesprimerelaprogressivaconformazionealCristoSignore.Educareall’essenza

  • ManlioSodi8

    delverosacrificiocristianononèlaperennesfidachecoinvolgetutticolorochesitrovanodifrontealleimplicanzeeducativedellinguaggioliturgico?

    – educazione.Educareallafededifronteallesfideealleattesedimol-teplici culturecostituisce l’impegno forteper l’educatorechiamatoaope-rare inun tempo in cui la globalizzazionepone all’attenzionedi tutti ciòcheprimapotevaessereriservatosoloadunapiccolaélite.Inquestaotticaeducativa si pone anche l’impegno del passaggio dalle forme paoline di“vocazioni”all’educazionedellachiamatainCristoperognipersonachesilasciafferraredallasualuceedallasuagrazia.Eanchequestononrilancial’attualitàdelpensieroedell’esempiodiPaolo?

    4. Conclusione

    Dall’insiemeemergeunquadrosufficientementeampiocircaletemati-chestudiate,einsiemeomogeneoperlelineeconduttricicheleganotuttiicontributisintetizzatinelletresezioni.

    Di fronteaquesti studi,generosamenteoffertidaiCollaboratori, sen-tiamo il dovere di esprimere il più vivo ringraziamento. La nostra è solounavocechesilevadall’orizzontedelservizioecclesialecheèstatoaffidatoalle varie Accademie Pontificie; ma unita al coro di tutti coloro che usu-fruirannodei risultatidiqueste ricerche,puòcontribuire aquell’armoniad’insiemequalesiinnalzadatuttalaChiesa.

    Essa infatti, sia quando riflette teologicamente, sia quando celebra isantimisteri,siaquandovivenellepiùdiversevicissitudinidellastoria,siaquando si configuraprogressivamenteal suoSignorenei tanti itineraridispiritualitàedimistica…èsempreunacommunitaschesimuoveall’inse-gnadiquelladialettica–sapientementeespressanelbinomioparalambáno-paradídomi,ricevere-trasmettere–chePaolohalasciatocomesuotestamen-tonelladescrizionediciòchehacompiuto«ilSignoreGesù,nellanotteincuivenivatradito[…]»(1 Cor11,23).

    Edèalserviziodiquestacommunitascheintendeporsil’insiemedellariflessioneracchiusanellepaginecheseguono.

    manlio Sodi

  • LOGOS e FIDES tRa atenee GLi aReoPaGHi deL teRZo miLLennio

    enriCo dal Covolo

    Path 8 (2009) 9-19

    Convienedelimitareopportunamentelaproblematica,dipersésconfi-nata,acuivogliamoaccennare.

    CiriferiremoanzituttoalcelebrediscorsodiPaoloall’Aeropago;svol-geremopoidiverseconsiderazionisuirapportitralafedeelaragionenellasuccessiva tradizione cristiana dei primi tre secoli; cercheremo infine disvilupparealcuneconclusioniperennementeattualinellamissioneevange-lizzatricedellaChiesa.

    Questo complesso itinerario storico-teologico è illuminato dall’En-cliclica Fides et Ratio1 di Giovanni Paolo II, in particolare dai numeri36-42delcapitoloIV,nelqualevengonoillustrateletappepiùsignificativedell’incontrotralafedeelaragione.2

    1. Il discorso di Paolo all’Areopago

    IldiscorsodiPaoloall’Areopago–dacuiGiovanniPaoloII inizia lasuarivisitazionestorica–rappresentapermoltiaspettilaprima“occasione

    1 Giovanni Paolo ii,Fides et Ratio, in“ActaApostolicaeSedis”91 (1999)5-88 (d’orain poi Fr). Vedi al riguardo un mio studio precedente: Fides et Ratio: l’itinerario dei primi secoli cristiani, in m. mantovani – S. thuruthiyill – m. toSo (edd.), Fede e ragione. Opposizione, composizione? (=BibliotecadiScienzeReligiose,148),Roma1999,37-44 (anchein“RicercheTeologiche”10(1999)297-304).Vedi infinee. dal Covolo,Metafisica e rivela-zione. L’itinerario dei primi tre secoli cristiani, in“PATH”5(2006)313-325;e. dal Covolo,L’incontro tra fede e logos durante l’età patristica (secc. I-III),in“Path”7(2008)87-97.

    2 Fr,33-38.

  • EnricodalCovolo10

    ufficiale”dell’incontrotrafideselogos,cioètrailcristianesimoelecorrentifilosofichedeltempo.3

    Si tratta, comeènoto,diundiscorsodotto, assai curato, infarcitodiriferimentiallaculturaeallafilosofiacontemporanea,inmodoparticolareallatradizioneecletticaplatonicaestoica.Visirintracciaunacitazionedi-rettadiAratodiSoli,e–fralealtrereminiscenzeclassiche–èevidenteilriferimentoall’Inno a ZeusdiCleante.

    Mal’esitodiquestodiscorsoèdeludente,percuisiparladisolitodel«fallimentodiPaoloall’Areopago»:«Tisentiremoun’altravolta»,commen-tanoironiciescetticigliAteniesi,voltandolespalleall’oratore.

    Da Atene – stando sempre al racconto degli Atti – Paolo raggiungeCorinto.Maqui,rispettoadAtene,ilsuoargomentaremanifestacaratteri-stichedifferenti.NellacomunitàcristianadiCorinto,infatti,Paoloavverteun grave pericolo: quello che il Vangelo venga scambiato con la sapienzadelmondo,conuna“filosofia”dell’ambiente.

    Ebbene, secondo Paolo concepire il Vangelo come una delle tantefilosofie significa anzitutto introdurre il germe della divisione nella co-munità, perché il “lieto annuncio”, una volta ridotto a sapienza umana,rimaneagganciatoalleargomentazionipiùomenocontroversedeifilosofi.MasoprattuttoilVangelononèpiùl’annunciodellasalvezzachevienedaCristo,madiunasalvezzachevienedagliuomini.CosìlacrocediCristoèsvuotata.PerquestoPaoloproclamaconforza:

    «Poichéilmondo,contuttalasuasapienza,nonhaconosciutoDio,èpia-ciutoaDiodisalvareicredenticonlastoltezzadellapredicazione.Emen-tre iGrecicercano la spienza,noipredichiamoCristocrocifisso, stoltezzaperipagani,potenzadiDioesapienzadiDio».4

    Èurgente,aquestopunto,chiarireunpossibileequivoco.Le affermazioni di Paolo (l’Enciclica cita in particolare la Lettera ai

    Colossesi 2, 8: «Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e convuoti raggiri ispirati alla tradizione umana [...]») non si oppongono alla

    3 Cf Atti degli Apostoli 17, 22-31. «Per il luogo dove si svolge», osserva R.Cantalamessa, e per il prestigio dell’uomo che lo pronuncia, il discorso «ha qualcosa diemblematicoediufficiale»:r. CantalameSSa,Cristianesimo primitivo e filosofia greca, inIl cristianesimo e le filosofie(=ScienzeReligiose,1),Milano1971,27-28.

    4 Cf1 Corinzi1,21-24.

  • Logos efides traAteneegliareopaghidelterzoMillennio 11

    possibilità di una vera sapienza cristiana, di una fede e di una teologiamatura.Maquestolavoroteologico,secondoilpensierodell’Apostolo,nonconsisteneltentativopiùomenolarvatodisostituireilmisterodiDioconlasapienzadelmondo,bensìnell’impegnodipenetrarepiùafondoilmi-sterodiDio.Questisonoi“perfetti”:quellichecapisconofinoinfondolastoltezzadellacroce,enefannoilcriteriofondamentaledellalorovita.

    In ogni caso, già qui appare evidente che l’incontro del logos con lafides«nonfuimmediatonéfacile».5

    CosìildiscorsodiPaoloall’Areopagorimaneaprimavistaunepisodioisolato,almenoinquellafasedimaturazioneediavviodellanuovareligio-ne che, nella storia letteraria, prende il nome di Scritti o Padri apostolici:ClementeRomano,ilPastorediErma,leLetterediIgnazio,diPolicarpoedelloPseudobarnaba...6

    A questo riguardo, tuttavia, conviene affacciare una domanda appa-rentementebanale,macheinrealtàcostringeadapprofondirelaquestionedei rapporti tra la fede e la ragione alle origini della Chiesa, mentre ac-compagna la lettura dei nn. 36-37 dell’Enciclica: quando inizia la teologia cristiana?7

    Nonèfacilerispondereaquestadomanda.Sipensianzituttoalladiffidenzadeiprimicristianiversoilterminetheo-

    loghía,ailoroocchitalmentecompromessoconilcultodeglidèi,cheancoraallafinedelIIsecoloMelitonepreferivariferirsialcristianesimocomephilo-sophíapiuttostochetheologhía:«Lanostraphilosophíasbocciòtraibarbari»,8esordisceilvescovodiSardiinuncelebreframmentodellaperdutaApologia.

    5 Fr,n.38,p.35.6 Perun’introduzioneaquestiScritti eunabibliografia aggiornata, vediperesempio

    G. BoSio – e. dal Covolo – m. maritano,Introduzione ai Padri della Chiesa. Secoli I-II(=StrumentidellaCoronaPatrum,1),Torino19985,54-154.

    7 Sullaquestionevedipiùampiamentee. dal Covolo,Storia della Teologia,1.Dalle origini a Bernardo di Chiaravalle, Bologna-Roma 1995, 517-523 (bibliografia disseminata,cui aggiungo e. oSBorn, The Emergence of Christian Theology, Cambridge 1993 (biblio-grafia, pp. 314-328); h. d. SaFFrey, Les débuts de la théologie comme science (IIIe-VIe siècle),in“RevuedesSciencesphilosophiquesetthéologiques”80(1996),201-220.

    8 euSeBio,Storia Ecclesiastica4,26,7,ed.G. Bardy,SC31,Paris1952,210.Sedob-biamo credere a Taziano, i pagani del II secolo riconoscevano che Taziano stesso propo-nevaledottrinedeibarbari(tà barbáron dógmata)megliodeiGrecieditantialtrifilosofi:cftaziano,Discorso ai Greci35,15-17,ed.m. marCoviCh,Patristische Texte und Studien43,Berlin-NewYork1995,66.

  • EnricodalCovolo12

    E anche senza seguire le posizioni estreme di chi comincia la storia dellateologia saltandoapièpari l’etàpatristica,bisognariconoscerechegli inizispeculativamentepiùrilevantivannocercatiaimarginidell’istituzione, seèveroche«glignosticifuronoimaîtres-à-penserdelcristianesimodiquell’epo-ca,siasottol’aspettoteologicosiasottol’aspettoesegetico».9

    Ma per impostare la questione in modo soddisfacente, occorre pre-cisare l’accezione di “teologia” a cui facciamo riferimento. Se non ci siriconducepregiudizialmente aunconcettodi teologiadotta, “scientifica”,e comunque posteriore al periodo del Nuovo Testamento, allora si puòaffermare che la teologia cristiana nasce con il cristianesimo stesso, nondopo il Nuovo Testamento e l’età apostolica. Di fatto kérygma originarioedelaborazioneteologicaappaionoinseparabilmenteintrecciatinegliscritticanonici del Nuovo Testamento, fin dal corpus paulinum, come del restonegli apocrifi più antichi e nei Padri apostolici. Così il “teologico” non èaggiuntoogiustapposto al “kerygmatico”,ma è interno ad esso,dimodochenonvièfratturatrarivelazioneeteologia.10

    2. Cristianesimo antico e filosofia11

    Pertanto, fin dalle origini, gli scrittori cristiani – seguendo l’illustreprecedentediPaoloall’Areopago–nonesitaronoautilizzarelecategorieeimetodidellafilosofiagreca.12

    Maqualefilosofia?Seinfattil’autodefinizionedelcristianesimocomephilosophía richiedevanecessariamentedientrarenellacircolazionediideedeldibattito filosoficogiàdasecoli inatto–quale, in ispecie, ladottrinadellogos–occorrevaperòesercitareunattentodiscernimento(chrésis) traciòchesipotevaomenoaccettare.

    Esclusi gli indirizzi epicureo e peripatetico a causa della negazionedella provvidenza, e a maggior ragione quelli scettico e cinico, non re-

    9 m. Simonetti,Un’intervista,in“RicercheTeologiche”1(1991),142.10 CfG. viSonà,La prima teologia cristiana: dal Nuovo Testamento ai Padri apostolici,

    ine. dal Covolo,Storia della Teologia...,23-44(notabibliografica,pp.42-44).11 Rinvio,ancheperulterioredocumentazione,aunaltromiosaggio:Tra cristianesimo e

    filosofia. Argomentazioni patristiche sulla verità,in“FilosofiaeTeologia”16(2002),481-494.12 Vedipiùampiamentem. Simonetti,Cristianesimo antico e cultura greca(=Cultura

    cristianaantica),Roma1983.

  • Logos efides traAteneegliareopaghidelterzoMillennio 13

    stavano che gli orientamenti “metafisici” del platonismo:13 come affermaClementeAlessandrino,l’unicafilosofiadaaccettare«èquelladicuiparlaSocratepressoPlatone».14

    ScriveRanieroCantalamessa inun lucidosaggiosuCristianesimo pri-mitivo e cultura greca:

    «Iprimitresecolivedonoimpegnatineldialogoduemondiancoraentram-bivivieautonomi,mentrepiùtardi,dopolapacecostantiniana,ilpagane-simoconlasuafilosofiatenderàsemprepiùadiventareunfattodisoprav-vivenzaculturale».15

    Questogiudiziocomplessivo–nonostantesusciti,elostessoautoreneè consapevole, molti interrogativi e istanze di puntualizzazione ulteriore– individua un arco cronologico ben definito per riflettere sui nn. 38-39dell’Enciclica16, cioè sul primo «incontro del cristianesimo con la filoso-fia».Difattoiprimitresecolisegnanoiltempodicostruzionefaticosadiun’identitàculturalecomplessadelcristianesimo,incuilaprimariaistanzareligiosa ed esistenziale viene progressivamente strutturata nelle categoriefilosoficheelinguistichedellaculturaellenisticaimperiale.

    Inoltre la periodizzazione evocata da Cantalamessa ci esime da unavalutazioneglobaledelrapportotraplatonismoecristianesimo,poichésolonelquartosecolosimanifestaappienolafaciesplatonicadelcristianesimo:com’è noto, tale rapporto segnerebbe – o segna, a seconda delle diverseposizionicriticheassuntedaglistorici–un’inculturazionepermanentedelcristianesimonellaformaplatonica.Dapartesua,l’Enciclicaaffrontaque-stoproblemaalcunepaginepiùavanti,neln.72delcapitoloVI.«Il fattochelamissioneevangelizzatriceabbiaincontratosullasuastradaperprimalafilosofiagreca»,ammetteGiovanniPaoloII,

    «non costituisce indicazione in alcun modo preclusiva per altri approcci.Oggi,viaviacheilVangeloentraincontattoconareeculturalirimastefino-

    13 È importante al riguardo S. lilla, Introduzione al Medio platonismo (= SussidiPatristici,6),Roma1992.

    14 Clemente al., Stromata 1,19,92,3,edd.C. mondéSert–m. CaSter,SC 30,Paris1951,118.Sonoperòapprezzatiancheglistoiciperlelorodottrinemorali.

    15 r. CantalameSSa,Cristianesimo primitivo e filosofia...,27.16 Fr,34-36.

  • EnricodalCovolo14

    raaldifuoridell’ambitodiirradiazionedelcristianesimo,nuovicompitisiapronoall’inculturazione».

    Così«problemianaloghiaquelli che laChiesadovetteaffrontareneiprimisecolisipongonoallanostragenerazione».D’altraparte,però,

    «quando la Chiesa entra in contatto con grandi culture precedentementenon ancora raggiunte, non può lasciarsi alle spalle ciò che ha acquisitodall’inculturazionenelpensierogreco-latino.Rifiutareunasimileeredità»,

    concludedecisamenteilPapa,«sarebbeandarecontroildisegnoprovvidenzia-lediDio,checonducelasuaChiesalungolestradedeltempoedellastoria».17

    In qualche modo, perciò, la metodologia dell’incontro tra il cristianesimo ela filosofia – inaugurata da Paolo all’Areopago, e proseguita nei primi secolicristiani–vieneconsiderata“paradigmatica”perleformesuccessivediincul-turazionedelmessaggioevangelico,lungotuttalastoriadellaChiesa.

    Ma – per tornare ai primi tre secoli – la questione fondamentale darisolvere, per consentire un “dialogo a tutto campo” tra cristianesimo eculturaclassica,eraquelladi fondareegiustificare il ricorsoalla filosofiapagana:enoneracertounproblemafacile.Aprimavista,infatti,ildialogotra la novitas cristiana e una filosofia, che comportava pur sempre l’osse-quioallareligioneolimpica,potevasembrareimproponibile.Così,findaiprimi tempi, si riscontrarono, in senoal cristianesimo,dueatteggia-mentidiversi:quellodell’accettazione,maanchequellodelrifiuto.

    Quellodiuntotalerifiuto,almenoapparente,halasuaespressio-nepiùevidente inalcunirappresentantidelcristianesimoafricanoesiriaco(comeTertulliano,almenoperalcunisuoiscritti,eTaziano),cioèdidueareeestremedelmondoellenizzato.Tertulliano, inparti-colare,prorompeininterrogativisdegnati,dicuisifacennonell’Enciclicastessa:18«Checosac’èdisimiletraunfilosofoeuncristiano,traundisce-polodellaGreciaeundiscepolodelcielo?».Eancora:

    «Checosac’è incomune traAteneeGerusalemme?Checosa tra l’Acca-demiaelaChiesa?[...]LanostradisciplinavienedalporticodiSalomone,il quale aveva insegnato che sidoveva cercareDio in semplicitàdi cuore.

    17 Fr,n.72,p.61.18 Fr,n.41enota40,p.37.

  • Logos efides traAteneegliareopaghidelterzoMillennio 15

    Cipensinocolorochehannoinventatouncristianesimostoicoeplatonicoedialettico».19

    L’altroatteggiamentoinvecefudigrandeapertura,didialogocriticoecostruttivoconlafilosofiadeiGreci.Èl’atteggiamentoiniziatodaGiustinoesviluppatodagliAlessandrini,soprattuttodaClemente.Qui il logosdeiGrecinonsolononèrifiutato,maèvistocomepropedeuticoallafede.

    Difatto,icristianideiprimisecoligiunseroperlopiùalegittimareilricorsoallafilosofiapaganasullabasediunadupliceargomentazione.

    La prima pare a noi (dico a noi, nel nostro orizzonte culturale dioggi, che però non corrisponde a quello degli antichi) insufficiente e dicomodo.Standoaquestainterpretazione,iGreciavrebberoattintoalcuneveritàfondamentalidallaBibbia,cheèpiùanticadiPlatone(così,sullasciadell’apologetica giudaico-ellenistica, scrissero Giustino, Clemente e moltialtriApologisti).20

    La secondaargomentazione,benpiùprofondaeoriginale, è la teoriadel Lógos spermatikós di Giustino.21 Il suo significato è ben noto: quelLógos, che si è manifestato profeticamente (in figura) agli Ebrei nellaLegge,sièmanifestatoancheparzialmentesottoformadisemidiveritàaiGreci.Ora,concludeGiustino,poichéilcristianesimoèlamanifestazionestoricaepersonaledelLógosnellasuatotalità,neconsegueche«tuttociòchedibello(kalôs)èstatodettodachiunque,appartieneanoicristiani».22

    19 tertulliano, La prescrizione degli eretici 7, 11, r.F. reFoulé (ed), CCl 1,Turnholti1954,193.

    20 È questa la celebre tesi dei furta Graecorum. Cf al riguardo (dopo gli studi sem-pre validi di C. Andresen, R. Holte e J.H. Waszink) l’ormai classico a.J. droGe, Homer or Moses? Early Christian Interpretations of the History of Culture (= HermeneutischeUntersuchungen zur Theologie, 26), Tübingen 1989 (qui soprattutto per le pp. 59-72;bibliografia,pp.201-206),nonchéi. Sanna,L’argomento apologetico FurtaGraecorum,inProblemi attuali di filosofia, teologia, diritto. Studi della Pontificia Università Lateranense per il 50° della nuova sede(=StudiaLateranensia,1),CittàdelVaticano1989,119-143.

    21 Vedileduemonografie,traloroindipendenti,diG. GirGenti,Giustino martire. Il primo cristiano platonico (=Platonismoefilosofiapatristica.Studietesti,7),Milano1995(bibliografia, pp. 157-162), e di P. merlo, Liberi per vivere secondo il Logos. Principi e criteri dell’agire morale in san Giustino filosofo e martire(=BibliotecadiScienzeReligiose,111),Roma1995(bibliografia,pp.333-352).

    22 GiuStino, 2 Apologia 13, 4, ed. e.J. GoodSPeed, Die ältesten Apologeten,Göttingen1984 (=1914), 88.CfC. CorSato,Alcune “sfide della storia” nel cristianesimo

  • EnricodalCovolo16

    InquestomodoGiustino(comegiàPaolo),purcontestandoallafilosofiagreca le suecontraddizioni,orientadecisamentealLogosqualunqueveritas philosophica,fondandocosìdalpuntodivistarazionalelapretesadiuniver-salitàdellareligionecristiana.Sel’AnticoTestamentotendeaCristocomelafigura(týpos)tendeallapropriarealizzazione(alétheia),laveritàgrecatendeanch’essaaCristoealVangelo,comelaparte(méros)tendeaunirsialtutto.Eccoperchélafilosofiagrecanonpuòopporsiallaveritàevangelica,eicri-stianipossonoattingerviconconfidenza,comeaunbeneproprio.23

    3. Una nuova occasione di incontro: la “scuola alessandrina”

    Su questi presupposti si realizza tra la fine del II secolo e la primametàdelIIIunanuovaoccasionediincontrotralaragioneelafede,dopoil“fallimento”dell’Areopago.

    Ne furono protagonisti Clemente e Origene. Essi sono stati defini-ti in modo suggestivo «il Giano bifronte della “scuola alessandrina”»24.Clemente,infatti,guardainunadirezioneculminativadelpassato,mentreOrigene è volto a un futuro differente (ma nonostante la direzione deglisguardiprospettici,lametaforasuggerisceanchelacontinuitàel’omogenei-tàsostanzialetraleduefaccescolpitesullamedesimapietra).InparticolaresipuòcogliereneidueAlessandriniunmododiverso(epermoltiaspetticomplementare) di intendere il rapporto tra fides e logos.25 Per Clementela tradizionefilosoficagrecaè,alparidella leggepergliEbrei,ambitodirivelazione, sia pure imperfetta, del Lógos, che permette all’uomo di rag-giungere i “semi” della verità (egli giunge ad affermare che Dio ha datola filosofia ai Greci «come un testamento loro proprio»).26 Per Origene,invece,lafilosofiahafunzioneprevalentementestrumentale,diattrezzatura

    delle origini: Giustino, Cipriano, Gregorio Magno, in“StudiaPatavina”42(1995),231-251(soprattutto231-235:Giustino e la cultura nel secondo secolo).

    23 Cfe. dal Covolo,I Padri preniceni davanti alla cultura del loro tempo,in“RicercheTeologiche”9(1998),133-138.

    24 m. rizzi, La scuola alessandrina..., in e. dal Covolo, Storia della Teologia..., 83.Perilseguito,cfIbidem,84-91.

    25 CfJ. daniélou,Messaggio evangelico e cultura ellenistica(=Collanadistudireligio-si)(ed.francese,Tournai1961),Bologna1975,359-380(“Filosofiaeteologia”).

    26 Clemente aleSSandrino,Stromati6,8,67,1,P. deSCortieux (ed.),SC446,Paris1999, 196. Cf al riguardo G.m. vian, Cristianismo y culturas en la época patrística, inCristianismo y culturas. Problemática de inculturación del mensaje cristiano. Actas del VIII

  • Logos efides traAteneegliareopaghidelterzoMillennio 17

    concettuale per lo sviluppo dell’indagine teologica ed esegetica, che deveesseresempreverificataallalucedellarivelazione.

    Inoltre per Origene – a differenza di Clemente – la distinzione deigradidella conoscenza teologicanonpoggia tanto su ragioni intellettuali,quantoinvecesuragionimoraliespirituali,suunasortaditiepidezzanellafede,cheimpedisceilprogressognoseologicopropriodiunafedeintensa.Èinsommaladimensionedella“dedizionedifede”,delladisponibilitàallarivelazione, che caratterizza il cristiano secondo Origene, e la teologia èdipendente(noncausa)rispettoadessa.

    Inognicaso,tuttieduegliAlessandriniattingonogenerosamenteallecategorie filosofiche del loro tempo «per elaborare una prima forma diteologiacristiana».27

    Siprendaperesempiolosviluppodell’idea(diderivazioneplatonico-stoica)dellahomóiosis theô(l’«assimilazioneaDioealdivino»).Nellateo-logiaalessandrinaessafondaivarilivellidiconoscenzaediprogressonellaperfezione della vita cristiana, fino alla compiuta assimilazione al divinostesso, frutto del superamento dell’ostacolo della lettera nella Scrittura,dellacarnenellamorale,dell’ombra–proiettatadallarealtàcreata–nellacontemplazionedei“misteri”trascendenti.28

    Cosìl’EnciclicaFides et RatioriconosceilmeritosingolarediOrigenenellastoriadellateologia:«Traiprimiesempichesipossonoincontrare»,scriveGiovanniPaoloIIapropositodell’incontrotrafilosofiaanticaecri-stianesimo,«quellodiOrigeneècertamentesignificativo».29

    Simposio de Teología Histórica(=FacultasdeTeologíaSanVicenteFerre.Seriesvalentina,37),Valencia1995,69.

    27 Fr,n.39,36.28 Cf e. dal Covolo, Conoscenza “razionale” di Dio, contemplazione ed esperienza

    “mistica”. Ignazio di Antiochia, Clemente e Origene,inl. PadoveSe,Atti del V Simposio di Tarso su S. Paolo Apostolo(=Turchia:laChiesaelasuastoria,12),Roma1998,237-251.

    29 Fr,n.39,35.Di fattoOrigeneproponeun itinerario spirituale in cui conoscenza“razionale”, contemplazioneedesperienza“mistica”diDio, lungidaldivaricarsi, si com-penetrano fra loro e vengono proposte continuamente a ogni cristiano, perché camminisulla via della perfezione. In particolare F. Bertrand, Mystique de Jésus chez Origène (=Théologie,23),Paris1951,hasottolineatolostrettorapportocheOrigeneindividuatrailprogressospiritualeelagradualescopertadiCristoedellesue“denominazioni”(epínoiai):perilcristianoesseformanocomeunamedesima“scala”nellaconoscenzaenell’imitazionedelFigliodiDio.

  • EnricodalCovolo18

    Bisognariconoscere infattiche l’interouniversomentaledell’Alessan-drino appare strutturato platonicamente secondo i due livelli della realtà(l’idea e la copia), e che in maniera conforme a tale strutturazione egliaffronta i singoliproblemipostidall’elaborazionedeldatodi fede.Nonèuncasoche la rispostaalDiscorso verodiCelso,dopoquasi settant’anni,la scriva lo stesso Origene, dimostrando che la fede cristiana poteva sod-disfareleistanzedellaragione:ilsuoDioèincorporeoalparidiquellodiCelso,laletteradelraccontodellaGenesirispondeallestesseesigenzedeimiti platonici, il Cristo incarnato (scandalo per il pagano Celso) esorta icristianiaconoscerloinquantoLógos...30

    4. Da Paolo e dai primi secoli cristiani a oggi

    In conclusione, al di là del “fallimento dell’Areopago”, la philosophíarimane pur sempre – da Paolo in poi – l’area privilegiata dell’incontro fracristiani epagani.Fra l’altro,optandoper la filosofia e rinnegando la falsareligio – identificata con irreligiositas e superstitio –31 i cristiani intendevanorassicurareipaganidellorolealismoversoleistituzionicivili,esidifendeva-no,ritorcendolecontroipagani,dalleaccusedi“ateismo”edi“empietà”.32

    È illuminante, a questo punto, una riflessione di Joseph Ratzinger,all’epoca professore di Teologia dogmatica nell’Università di Tubinga,quando–all’indomanidelConcilioVaticanoII–l’Europaerapercorsadaiventiscompostidellacontestazione,chesembravanoscuoterelefondamen-tastessedellaverità.

    30 Cfe. Prinzivalli,Incontro e scontro fra “classico” e “cristiano” nei primi tre secoli: aspetti e problemi,in“Salesianum”56(1994)543-556.

    31 Come è noto, fin dal I secolo era proprio questo (atheótes kaì asebéia) il capo diaccusafondamentaledeipaganicontrolareligionecristiana:cfperesempioS. mazzarino,L’impero romano 2 (= Universale Laterza, 244), Roma-Bari 1973, 281-374. Vedi anche ilmiosaggio:e. dal Covolo, Religioe pietasnell’età classica. Incontri e scontri tra pagani e cristiani,in“VoxPatrum”26(2006)125-134.

    32 D’altra parte, proprio questa “filosofizzazione” del discorso cristiano (come sinotava già in Paolo ai Corinzi e ai Colossesi, e in alcuni passi di Tertulliano) non mancòdi accendere un vivace dibattito − ancor oggi perfettamente attuale − sul rapporto traragionefilosoficaefederivelata.Nonèquestoil luogoperaffrontarelaquestione.Rinvioallostudiorecentedia. maGriS, la filosofia greca e la formazione dell’identità cristiana, in“Annalidi storiadell’esegesi”21 (2004)59-107, riservandomi ilgiudizio sulla“riflessioneconclusiva”acuiilcontributoapproda.

  • Logos efides traAteneegliareopaghidelterzoMillennio 19

    «Ilparadossodellafilosofiaantica»,scrivevanel1968ilfuturoPonteficein Introduzione al cristianesimo,un librooggipiùchemaiattuale,«consi-ste,dalpuntodivistadella storiadelle religioni,nel fattocheessacon ilpensierohadistruttoilmito»,senzaperaltroaccantonaredeltuttolaformareligiosa di venerazione degli dèi. Di fatto la religione tradizionale nonbattevalaviadellogos,masiostinavasuquelladelmito,purriconosciutodallafilosofiacomeprivodiconsistenzareale.«L’opzionecristianaorigina-ria»,concludeRatzinger,

    «è invece completamente diversa. La fede cristiana ha fatto sua la sceltanettacontroglidèidellareligioneperilDiodeifilosofi,valeadirecontroilmitodellaconsuetudineperlaveritàdell’essere».33

    OccorrericonoscereindefinitivachelalezionediPaolo–dall’AreopagoaCorinto–trascorrenellapredicazionedeiPadri,erimanevalidapersempre.

    Nonunasapienzachepretendedisostituirelafolliadellacroce,maunasapienzacheaderisceprogressivamenteallaveritàdell’essere–cioèunaragionedisponibilealmisteroecapace, inqualchemisura,di“dilatarsi”difronteadesso–:questaèlaviadellatradizionecristiananeldialogotrafideselogos.

    Così – scriveva ancora Joseph Ratzinger alcuni decenni dopo in unaltro contributo importante, al quale più volte ci siamo ispirati – i nostriPadri,sullasciadiPaoloall’Areopago,

    «continuanoasegnarecondecisioneilcamminodichiintende“dareragio-ne”della sua fede inCristo.Essipossono servired’esempioancheai teo-logidelnostrotempo,aiquali ilPapa(GiovanniPaoloII)raccomandadi“recuperareedevidenziarealmeglio ladimensionemetafisicadellaverità,perentrareinundialogocriticoedesigentetantoconilpensierofilosoficocontemporaneoquantocontuttalatradizionefilosofica”.Illegameintimotralasapienzateologicaeilsaperefilosoficoè,infatti,“unadellericchezzepiù originali della tradizione cristiana nell’approfondimento della veritàrivelata”(Fr,n.105)».34

    33 Riprendo con qualche modifica la traduzione di e. martinelli in J. ratzinGer,Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico (= Biblioteca di teologia con-temporanea,5),Brescia1969(ilvolumeèstatorieditomoltevolte:lapiùrecenteedizioneitalianaèlaquattordicesima,del2005,conunnuovosaggiointroduttivo),99-104(quipp.103-104).

    34 J. ratzinGer, Il magistero dei Padri nell’Enciclica Fides et Ratio, in“L’OsservatoreRomano”,13novembre1998,4.

  • PAolo InTePreTe DellA SCrITTUrA

    antonio Pitta

    Path 8 (2009) 21-30

    1. Introduzione

    Diversi contributi hanno dimostrato che la S. Scrittura svolge unruolo centrale nelle quattro grandi lettere di Paolo (1-2 Corinzi, Galati eRomani).1Restadachiarireilpesospecificodell’atnellesuelettere:èpos-sibilestabilirelafonteprioritariadellaScritturanelleletterecitateequalefunzione svolge nel loro intreccio argomentativo? Nel recente contributo,dedicatoallatematica2,siamopervenutiaiseguentiesiti.

    Con il termine“Scrittura” s’intendenelleprime fonti cristiane il cor-pus delle Scritture d’Israele, giacché nel I sec. d.C. non esiste ancora un“Nuovo Testamento”, distinto da un Antico Testamento. Anche se nonesiste ancora un textus receptus standardizzato, la o le versioni che circo-lano nelle prime comunità cristiane sono quelle greche dei lxx. Paolononsembrapresentareunavisionediun“canonenelcanone”,matuttalaScritturachecomprende“laLeggeeiProfeti”(Rm3,21),svolgefunzionedidatticaed’insegnamento (1 Cor10,11;Rm15,4).Nonostante l’impor-tanzaconferitaalprocessointertestuale,nonsonoicontestioriginari,bensìquello di approdo di Paolo ad assumere preminenza. Nella letteratura

    1 D.-A.G. KoCh, Die Schrift als Zeuge des Evangeliums. Untersuchungen zur Verwendung und zum Verständnis der Schrift bei Paulus, Mohr Siebeck, Tübingen 1986;C.D. Stanley, Paul and the Language of Scripture. Citation Technique in the Pauline Epistles and Contemporary Literature, University Press, Cambridge 1992; M. tiwald,Hebräer von Hebräern.Paulus auf dem Hintergrund frühjüdischer Argumentation und bibli-scher Interpretation,Herder,Freiburgi.B.2008.

    2 A.Pitta,Paolo, la Scrittura e la Legge. Antiche e nuove prospettive,edB,Bologna2009.

  • AntonioPitta22

    apocrifaepseudepigraficadeltempol’utilizzodellefontibiblicheèlibero,funzionale e dipende dalle diverse prospettive ermeneutiche. Le premes-se eremeneutiche sulla centralità di Cristo e sulla rilettura ecclesiologicaorientano l’interpretazione paolina della Scrittura. Le principali tecnicheper l’uso dell’at nelle lettere paoline sono la tipologia, il qal wahomer ol’argomentazionea fortiori e lagezerah Shawaho l’inferenza fradueopiùcitazioniscritturistiche.3

    Suquestidaticerchiamodivalutarelafunzioneel’importanzadell’atnelle 4 grandi lettere paoline, giacché in esse, più che nelle altre lettere,godediunospaziodominante.

    2. Isaia e la 1 Corinzi

    Daglianni’70sièandatosviluppandoilmetodoretoricoperleletterepaoline, con due ramificazioni: il rhetorical criticism, che partendo dalladispositio proposta dai trattati di retorica antica, cerca di riscontrare glistessimodellidispositivinelleletterepaoline;4ela“retorica-letteraria”chepreferisce conferire priorità all’originale disposizione delle lettere così daevitareilrischiodiapplicarvimodelliprecostituiti.5

    Conquest’ultimametodologiasipuòcogliereche,nella1 Corinzi,allafinedellasezioneintroduttiva di1 Cor1,11-17èpostalasentenzadi1 Cor1,18-19:

    «La parola della croce infatti è stoltezza per coloro che si perdono, maper quelli che si salvano, per noi è potenza di Dio. Sta scritto infatti:“Distruggeròlasapienzadeisapienti/eannullerò l’intelligenzadegli intel-ligenti”».

    Siaper lacriteriologiaconsolidatanel reperimentodellepropositionesprincipalidell’epistolariopaolino,siaperquellaoffertadaitrattatidireto-

    3 P.BaSta,GezerahShawah. Storia, forme e metodi dell’analogia biblica,P.i.B.,Roma2006.

    4 H.D.Betz,The Literary Composition and Function of Paul’s Letter to the Galatians,in“ntS” 21(1975),353-379.

    5 J.-N.aletti,La présence d’un modèle rhétorique en Romains: Son rôle et son impor-tance, in“Bib” 71(1990),1-24;A.Pitta,Disposizione e messaggio della Lettera ai Galati,P.i.B.,Roma1992.

  • Paolointerpretedellascrittura 23

    ricaantica,iversisonobrevi,completieconcisi,6sidistinguonodalconte-sto immediato, assumono funzioneproletticae sonocapacidigenerare lesuccessivedimostrazioni.7

    Inalternativa,alcunistudiosipropongonolaproposizionedi1 Cor1,17dedicataallaprioritàdel’evangelizzazionenellamissionediPaolorispet-toalbattesimo.8Tuttaviainseguitononèaffrontataunaquestioneautobio-grafiadiPaolo,bensìlacentralitàdella“paroladellacroce”,cometerminediconfrontoperglialtrigeneridisapienzaumana.Dallasuccessivadimo-strazionedi1 Cor1,19–4,21risaltachel’intreccioargomentativoprocedeseguendolaletturadiIs29,14,introdottain1 Cor1,18.Significativaèlagezerah Shawah stabilita con l’inferenza della sapienza fra i passi citati: ilpluraletn sophn diIs29,14in1 Cor1,18-19èripresoconilSal93,11(lxx)in1 Cor3,20ealnominativoin1 Cor3,19quelladiGb5,13.Leconnessionipermettonodicogliere laprincipaleposta ingiocochePaolointendedimostrare:negareunasapienzaumanaeaffermarequelladivinadellaparoladellacroce.Latipologiasapienzialeèconfermatadallaripre-sadell’antinomia tra il vocabolariodella sapienza equellodella follianelcorso della sezione: la parola della croce s’identifica con la follia di Dionell’aversceltounpercorsocosìassurdoperrivelarenellacrocediCristolasuasapienza.

    Consistente è la prospettiva cristologica da cui Paolo interpreta laScritturain1 Cor1–4.Ancheseavoltericorreaformulediadempimento,ladinamicaermeneuticaèinversa:dalla“paroladellacroce”allaScrittura.Pertanto il profeta Isaia occupa il posto centrale in 1 Corinzi, sia per lacitazionediIs29,14nellapropositioprincipaledi1 Cor1,18-19,sianelledimostrazionichedaessasisnodano.

    3. la Parola di Dio e la 2 Corinzi

    Non è questo il luogo per dimostrare che la 2 Corinzi canonica rap-presental’esitoredazionalediduelettereinviatedaPaolo,intempidiversimavicinifraloro,allecomunitàdell’Acaia.Riteniamochelaprimamacro-

    6 ariStotele,Rhetorica 3,13,37;CiCerone,De invenzione, 1,22,32.7 J.-N.aletti,La Lettera ai Romani e la giustizia di Dio,Borla,Roma1997,29-31.8 C.PelleGrino,Paolo, servo di Cristo e padre dei Corinzi.Analisi retorico-letteraria di

    1Cor4,Gregoriana,Roma2006,113-118.

  • AntonioPitta24

    sezionedi2 Cor1–9corrispondaalla“letteradellariconciliazione”equelladi 2 Cor 10–13 alla successiva “lettera polemica”.9 Per la prima lettera, latesiprincipaledell’apologiadi2 Cor2,14–7,4sembracontenutain2 Cor2,16-17:«Echièdegnoperquestecose?InfattinonsiamocomemoltichemercanteggianolaParoladiDio,maconsinceritàeinviatidaDioparliamoinCristodavantiaDio».Inquestioneèladignitàdell’apostolato,incentratasullerelazioniconlaParoladiDio.Lastessatesidell’apologiaèpreparatadall’affermazionedel “sì”diDio inCristo,mediante il compimentodellesuepromesseinCristo(2 Cor1,20).

    Ilmodelloperdimostrarelemodalitàconcuil’indegnitàsitrasformaindignitàministeriale,èquellodiMosè,procedendodall’eventodellasuavocazionesinoallateofaniadelSinai,narratainEs34.Inrapportoaquestatipologiaimplicita,sonoevocatidiversipassidell’at,anchesel’unicacita-zionedirettadellaprimadimostrazionedi2 Cor3,1–4,6èquellaassem-blatadiGen1,3ediIs9,1in2 Cor4,6:«PerchéilDiochedisse:“Dalletenebresplenderàlaluce[…]”».

    Con la terzadimostrazionedi2 Cor 5,11–7,4 laScritturaassumedinuovounaposizionedirilievoconlacitazionedirettadiIs49,8in2 Cor6, 2 e soprattutto con la catena di citazioni riportate in 2 Cor 6, 16b-18.Dal versante critico il paragrafo di 2 Cor 6, 14–7,1 è discusso: alcuni loconsideranounaglossasuccessiva.Riteniamocheilparagrafosiapaolinoecherisentadell’esegesiqumranicadell’at.Leprincipalicontiguitàsihannocon 4Q 174, 3, altrimenti noto come 4QMidrash escatologico, che recita:«[…]EquantoaciòchedisseaDavide:“[(2 Sam 7,11)Tidaròriposo]datuttiituoinemici”»:daràlororiposodatuttiottoifiglidiBelialperfarliinciamparedistruggendoli (con lacolpa),poiché sonovenutinelpianodiBelialperfareinciampareifiglinovedellaluceeperprogettarecontrodiloropianipeccaminosiaffinchésianopresidaBelialnell’errorecolpevole,vacat 10(2 Sam7,11b.12b.14a)«YHWHtihaannunziatocheticostruiràunacasa».E:«Faròsorgereiltuosemedopoditeeconsolideròiltronodelsuoregno(persempre).Ioglisaròpadreeluimisaràfiglio».10

    Iparagrafidi2 Cor6,16-18edi4Q174,3,7-11sonoaccomunatidallaripresa di 2 Sam 7, 10-14 e dalle diverse antinomie. Così il posto princi-

    9 A.Pitta, la seconda lettera ai Corinzi,Borla,Roma2006.10 Per latraduzionecfF.GarCía martínez − C.martone (edd.),Testi di Qumran,

    Paideia,Brescia1996,351.

  • Paolointerpretedellascrittura 25

    pale dell’autorità biblica in 2 Cor 1–9 è occupato dal Libro dell’Esodo enonpiùdaIsaia, come invecenella1 Corinzi.Riteniamoche lagenericitàdell’allusione alla “Parola di Dio” sia dovuta alla questione ermeneuticasottostante. In questa direzione si spiegano il contrasto tra la “antica al-leanza”(2 Cor3,14), la“nuovaalleanza”(2 Cor3,6)e il riferimentoalla“letturadiMosè”(2 Cor3,15).Purtroppospessosullaprimaantitesisonostatedelineateinterpretazionialquantoanacronistiche.Ledueformulenonandrebbero rese con “Antico Testamento” e “Nuovo Testamento”, poichécomeabbiamoprecisato,citroviamoinunperiodoincuinonesisteancoraun“NuovoTestamento”,distintodall’Antico,bensìcon“anticaalleanza”e“nuovaalleanza”.Oraquantodistingueleduealleanzein2 Cor3,1-17nonèl’abrogazionedellaprima,conl’avventodellaseconda,bensìilvelocheinCristoètoltodimezzo(2 Cor3,14)quandosileggeMosè.Inpratical’uni-ca differenza tra le due alleanze riguarda il modo di leggere la Scrittura:letteralistico, per cui la “lettera uccide”, o “ispirato”, poiché “lo Spiritovivifica”(2 Cor3,6).

    Pertanto in questo caso, il filo conduttore è rappresentato dalla tesidi2 Cor2,16b-17con il richiamoallaParoladiDio,rilettadall’essere inCristoedall’azionedelloSpirito.Nonostanteilmodellocheprocededallapromessa, è l’adempimento, inatteso in Cristo, che regola e reinterpretalepromessedivine.Laprospettivaermeneutica,delineata in2 Cor3,puòessere applicata a tutta la modalità con cui Paolo ridisegna l’antica nellanuovaalleanza.

    Circa la“letterapolemica”di2 Cor10–13,altroveabbiamopropostod’identificare la tesi principale in 2 Cor 11, 5-6 dove, prima di sostene-re confronto con i suoi detrattori,11 Paolo riconoscere di essere incoltonell’eloquenza,manonnellaconoscenza.IndicativoèloscarsorilievodellaScritturanellaletterapolemica:ècitatasoltantoditransennaconlaripresadiGer 9,22-23 in2 Cor 10,17, con l’allusioneaGen 3,4.13 in2 Cor 11,3,enellacitazionediDt19,15 in2 Cor13,1b.Inrealtà laScritturanonsvolgeunruolodeterminantein2 Cor10–13:perquestolatesiprincipalenoncomprendealcunriferimentoscritturistico,mapuntasullaconoscenzadiCristo,comecampodiconfrontotraPaoloeisuoiavversari.

    11 A.Pitta,Il “discorso del pazzo” o periautologia immoderata? Analisi retorico-lettera-ria di2Cor11, 1–12, 18,in“Bib” 87(2006),493-510.

  • AntonioPitta26

    4. Gen 15, 6 e la Lettera ai Galati

    LaScritturasvolgedinuovounpostocentralenellaLettera ai Galati.Per arginare l’avanzare della propaganda degli avversari, Paolo si appellaallaScrittura:dopo la tesigenerale sull’originedivinadel suovangelo (cfGal1,11-12),elanarrazioneautobiograficadiGal1,13–2,14,subentraildiscorsodiGal2,15-21.ConGal3,6iniziaunabbondanterichiamoall’atcheperdurasinoallasezioneesortativadiGal5,13–6,10.

    Dibattutaèl’identificazionedellatesiprincipalediGal2,15–5,1.AdH.D.Betzsidevel’ipotesicheconsiderailparagrafodiGal2,15-21comepropositio principaledellalettera:12inquestioneèlaviaperlagiustificazio-ne,semediantele“operedellaLegge”oconla“fedediCristo”.Tuttavia,sipuòrilevarecheilparagrafoèampio,articolatoecedeilpostoall’apostrofediGal3,1-5.

    Peraltri studiosi la tesiprincipalesarebbecontenuta inGal2,16.13Lapropostarimuovel’obiezionemossaall’ipotesiprecedentepoichélaproposi-zioneèpiùbreve,manonèchiara,èincompletaenonpuòesseredistintadalcontesto.Difattolaproposizionecontienediversecrux interpretum.Qualèilsignificatodelle“operedellaLegge”chePaolononspiegaechehannoacce-soildibattitoesegeticosesianorelazionateallagiustificazioneoagliidentity markerscheseparanoigiudeidaigentilioaentrambi?La“fedediCristo”alludealla fede in lui,alla sua fedeltàoall’unaeall’altra?LaproposizionediGal 2, 16nonè incompleta,poichémanca il fondamentalemotivodellafigliolanzachestaacuoreaigalatiechePaolospiegherà inGal3,6–5,12.D’altrocanto,lasentenzadiGal2,21èdefinitoria:chiudelanarrazioneini-ziataconGal1,13,sull’irruzionedellagraziadivinanell’esistenzadiPaolo.Certol’opposizionetrale“operedellaLegge”ela“fedediCristo”rappresen-taunadelletematichediGalati,manonsembralaprincipaleebisognerebbedistinguerelatipologiadallatesicheintendedimostrare.

    NelcommentoaGalatihopropostodiconsiderareGal1,11-12cometesigeneraleeGal3,5-6comesecondaria,dacuidipendelafaseprobativadi Gal 3, 7–5, 12: «Come Abramo credette e gli fu accreditato a giustizia;riconoscete dunque che coloro che sono dalla fede questi sono figli di

    12 H.D.Betz,Galatians,FortressPress,Philadelphia1979,113-114.13 M. raStoin, Tarse et Jérusalem. La double culture de l’Apôtre Paul en Galates 3,

    6–4, 7,P.i.B.,Roma2003,45; J.-N.aletti,Galates 1–2 Quelle fonction et quelle démon-stration?,in“Bib”86(2005),319.

  • Paolointerpretedellascrittura 27

    Abramo».14 La proposizione si distingue dal contesto previo: è precedutadai rimproveri rivolti ai galati per la loro iniziale apostasia (Gal 3, 1-5).ForseèbeneprecisarecheloSpirito,dacuidipendelafigliolanzadivina,compareperlaprimavoltainGal3,2esvolgeunruolocentraleinseguito:primadiGal3nonsiaccennamaiinGalatialloSpirito!Dallaproposizio-nediGal3,6-7 scaturiscono ledimostrazioni successivediGal3,8–4,7,sulcomesidiventafiglidiAbramo,ediGal4,8–5,12,incentratasull’aut-aut dellafigliolanzaabramitica.

    SenzalerelazioniconlacitazionediGen15,6sirischiaditravisareilmidrash diGal3,8-14edifraintenderelafunzionediAb2,4inGal3,11:«Il giustodalla fedevivrà».Diper sé, la citazioneprofeticapresentaunagezera Shawahoun’inferenzalessicaleconlacitazionediLv18,5inGal3,12:«Macolui che compirà queste cose vivrà per esse».Poichéilverbozesetai collegaleduecitazioni,sipotrebbesostenerecheconl’osservanzaintegraledelleoperedellaLeggesiapossibileottenere lagiustiziadivina.Inrealtà,Paolo intende escludere proprio questa deduzione: che l’osservanza dellaLegge produca la giustizia umana, a prescindere dalla capacità umana dipraticarlainmodototaleoparziale.Perquestolaprincipalegezera Shawah diGal3,6-14nonètraLv18,5eAb2,4,matraGen15,6eAb2,4,benriconoscibiledalleinferenzetralafedeelagiustizia.IcommentidiPaolocheintroduconolacatenadicitazioniinGal3,6-17confermanolerelazionitraGen15,6;Gen12,5eAb2,4dalversantepositivoequelletraDt27,26;Lv18,5eDt21.23daquellonegativo:tralagiustificazioneperleoperedellaLeggeeperlafedec’ètotaleincompatibilità.

    Pertanto, a differenza delle lettere ai Corinzi, non sono più Isaia el’Esodo, bensì il Libro della Genesi, con Abramo e la sua discendenza, asvolgereilruolopreminenteinGalati.PurtroppocisonopervenutescarsenotiziesullefontibiblichenellaliturgiasinagogaledelIsecolod.C.,manonèfortuitochelastessanarrazionediGen16–22costituiscailseder oiltestoprincipale,esiacommentatadallahaftarah odaltestosecondariodiIs54,comeinGal4,21–27.15Ilricorsoallecitazionibiblichenelleletterepaolinenonèimprovvisato,maderivadallasuaformazionefarisaicaedall’ambien-teliturgicosinagogale.

    14 A.Pitta,Lettera ai Galati,Introduzione, versione e commento,edB,Bologna20093.15 S.di mattei,Paul’s Allegory of the Two Covenants (Gal4.21-31) in Light of First-

    Century Hellenistic Rhetoric and Jewish Hermeneutics,in“ntS” 52(2006),114-115.

  • AntonioPitta28

    5. Ab 2, 4 e la Lettera ai Romani

    Ilcanovacciodellasezioneintroduttivadella1 Corinzi(cf1 Cor1,1-19),siripresentainRomani:dopolasezioneintroduttivadiRm1,1-15seguelapropositioprincipaledi1,16-17. Inquest’ultimaparte, chevede i commen-tatoriconcordineldefinirlacomelatesiprincipaledellalettera,16èriportatalacitazionediAb2,4,giàutilizzatainGal3,11.Tuttavia,lacitazionediAb2,4nonèsubitospiegata,poichéèseguitadallasezionededicataallacolleradivina(Rm1,18–3,20),maèripresanellatesisecondariadiRm3,21-22.Leduecitazionisucuipuntal’attenzionediPaolonellasezionediRm3,21–4,25sonotrattedallaLegge(Gen15,6 inRm4,3),edaiProfeti(Sal31,1-2lxxinRm4,7-8).Unanuovagezera ShawahcollegalavicendadiAbramoequelladiDavide:ilverbo“accreditare”permettediriconoscerechelaviadellagiustificazioneper lafedevalesiaprima,sia inseguitoallapromulga-zionedellaLegge.17L’immediatainferenza diRm4,1-23perònondevefardimenticarequellagenerale,cherestalaprincipale,traAb2,4in1,17eGen15,6inRm4,3,echeponel’accentosullarelazionetralagiustiziaelafede.Si determina così una relazione inversa sull’uso della Scrittura in RomanirispettoaGalati:nonpiùAb2,4infunzionediGen15,6,mailcontrario.L’inversionesideveall’universalizzazionedellarelazionetra lagiustiziae lafede:per“chiunquecrede”valelagiustificazionedivina.

    LaScritturanonèriportatasoltantoperlapars construens,bensìancheperquelladenstruensdiRm1,18–3,20.Nonè fortuitoche larivelazionedellacolleradivinasichiudeconlacatenadicitazioniinRm3,10-18,concuidimostrachetuttol’uomoèpeccatore.Unelencodi6citazioniattestachel’interocorpoumanoèinstatodicolpevolezza.L’unicaviad’uscitanonsitrovanelriconoscimentodellacolpaenell’espiazioneumanadelpeccato,escluse inRm1,18–3,20,bensìdallavianuovapercui, secondo il fram-mentopre-paolinodiRm3,25,«Diolohapredisposto(CristoGesù)comestrumentodiespiazione[…]».

    Dunque, laScritturapermettedistabilirecheilpercorsodellagiusti-ficazione divina si realizza soltanto per la fede. Quando tuttavia si tratta

    16 J.-n. aletti,Lettera ai Romani,30;R.Penna,Lettera ai Romani.Introduzione, ver-sione, commento,edB,Bologna2004,I,131;A.Pitta,Lettera ai Romani.Nuova versione, introduzione e commento,Paoline,Milano20093,62-63.

    17 P. BaSta,Abramo in Romani 4.L’analogia dell’agire divino nella ricerca esegetica di Paolo,in“AnBib”168,P.i.B.,Roma2007,146-182.

  • Paolointerpretedellascrittura 29

    dispiegareilcontenutodellariconciliazionenonèpiùlaScritturaadimo-strarlo,bensìilkerygmapre-paolinodiRm1,3-4ediRm3,25.Perquesto,nellasezionecentralediRm5,1–8,39,dedicataalleconseguenzedellagiu-stificazioneinCristoperlafede,scarseggianolecitazioniesplicitedell’at,afavoredellacentralitàdelkerygmaedellesueimplicazioni.

    LaScritturatornaaoccupareunruolocentralenellasezionededicataalla fedeltàdellaParoladiDio (Rm9,1–11,36).Comenella letteradellariconciliazione (2 Cor1–9) sottovalutazioneè laParoladiDiochenonèvenuta meno, secondo la tesi principale di Rm 9, 6. Con l’autorità dellaScritturaPaolocercadidimostrareche l’elezionedivinaprecedequalsiasiappartenenzaetnica(Rm9,7-29),cheCristoèilfine(enonlacessazione)dellaLegge(Rm9,30–10,21)eche,nonostante l’incredulità,Diononharifiutatoilsuopopolo(Rm11,1–24).

    FraquestepartitraspaionoalcunetensionitralaParoladiDio,IsraeleeGesùCristo: comemai se l’elezionepermettedidistinguereche senontuttoIsraeleeIsraele,allafinetuttoIsraelesaràsalvato?Esela«“laParoladiDio”s’identificaconla“Paroladellafede”»(Rm10,8),ossiaconlapre-dicazionediGesùCristo,ilSignore,perchéallafineIsraelesaràsalvato?Iltenoresapienziale,concuiPaolosiappropriadelledomandediGiobbe(cfRm11,34-36),attestacheilmisterodiDioconservainterrogativi irrisolti,machevannorispettatipernontrarreconclusioniinfondate.Nellasezionenon asserisce mai che Israele è sostituito dalla Chiesa, né che il modellod’IsraelepuòessereapplicatoaipopolichenoncredonoinGesùCristo.

    In genere le sezioni esortative delle lettere paoline non presentanocitazionibiblichedirilievo,trannequelladiRm12,1–15,14checulminaconunnuovoexcerptumdipassibiblici (Rm15,9-12).Lagezera Shawah,prodottaconlaripetizionedeisostantiviethnos e laos,creaunconcatena-mentotralaprioritàdelpopolodelSignoreel’universalismodellasalvezzainCristopertuttiipopoli.L’originalitàdiRm14,1–15,13meritadiesseresegnalata rispettoallavisionepaolinadellaLeggeedelle regoledipuritàalimentari18. Alcuni studiosi sostengono che nell’esortazione di Rm 14,1–15,13laLeggeassolvaaunafunzionehalakica onormativaperPaolo.19

    18 A.Pitta,The Strong, the Weak and the Mosaic Law in the Christian Communities of Rome (Rom. 14, 1–15, 13), in J. zanGenBerG − m. laBhan (edd.), Christians as a Religious Minority,T&TClarkInternational,London-NewYork,2004,90-102.

    19 P.J.tomSon,Paul and the Jewish Law:Halakhain the Letters of the Apostle to the Gentiles,FortressPress,Minneapolis1990.

  • AntonioPitta30

    Inrealtà,l’ipotesiomologa,inmodofuorviante,lafunzionedellaScritturaconquelladellaLegge.Di fattononc’èunpassodellaLegge che regolalesceltechePaoloproponeaifortieaideboli,malaScritturaèrilettadalrapporto con la morte di Cristo, con l’amore vicendevole e con l’azionedelloSpirito.

    6. Conclusioni

    La Scrittura svolge un ruolo centrale nelle 4 grandi lettere paoline.Dopoaverchiarito ledisposizionidelle lettereanalizzate,abbiamorileva-toundatosignificativo: laScritturaècitatanella suaglobalità, inquantoParoladiDio,oconunacitazionediretta,ingranpartedelleprincipalitesi.Quandoècitatacome“ParoladiDio”(cf2 Cor2,17;Rm9,6)l’attenzioneè rivolta alla relazione ermeneutica tra l’antica e la nuova alleanza, tra lafedeltàdiDioelaParoladiCristo.Neglialtricasi,subentranolecitazionidiIs29,14per1 Cor1–4,diGen15,6perGalatiediAb2,4perRomani.

    DalmodoconcuiPaolo interpreta laScritturaemerge il suonotevo-le background nella formazione farisaica. Contro una visione diffusa checonsidera il fariseismocomerigidoointransigente,andrebberiletta l’atte-stazioneriportataaQumrannel4QPesher Naumchealludeaifarisei:«Lasua interpretazione si riferisce a Demetrio, re di Yavan che volle entrareinGerusalemmesuconsigliodicolorochecercano interpretazioni facili»(4QpNahfr.3-4col.I).

    LanotevolecapacitàdiadattareidiversipassidellaScritturaalkeryg-ma cristologico e alle sue comunità, dimostra come sia infondato il pre-sunto rigidismo della corrente farisaica. Molto probabilmente Paolo devealla sua formazione farisaica un’ermeneutica che adatta l’intera Scritturaall’evento Cristo, nonostante sia stato quest’ultimo a causare una radicalenovitànelsuomododileggerelaScrittura.

  • Il CroCIfISSo e Il volTo DI DIo nellA TeologIA DI SAn PAolo

    Piero Coda

    Path 8 (2009) 31-43

    Lateologiadellacroce–nelsensointegralediteologiadelCrocifisso-Risorto–costituiscesenzadubbioilcentrodellateologiapaolinasecondol’affermazioneprogrammaticadi1Cor2,2:«Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo e questi crocifisso».Talecentralitàèricono-sciutaalivellosiaesegeticosiateologico-sistematico.Sipuòanziricordarecometuttaunatradizioneteologica,chepartendodaSanBonaventuranelmedioevo e da Martin Lutero agli albori della modernità si snoda sino aSörenKierkegardnell'’800, e soprattuttoaKarlBarth, JürgenMoltmanneEberhardJüngelnel’900,siconfiguriesplicitamentecometeologiadellacroce,eproprioapartiredaS.Paolo.Senzadiredeimisticidellatradizionecattolica,daGiovanniePaolodellaCroceaEdithStein.

    Sitrattadiuncentrononnelsensodiuntema,seppurediprimissimopiano,manelsensodiunaprospettivainterpretativaglobaledell’interomi-sterocristiano.Proprioperciòèovviochelateologiadellacrocepermeituttigliambitidellateologiapaolina:dallacristologiaallateo-logia(nelsensodidiscorsosuDio),dall'ecclesiologiaall'antropologiasinoallacosmologia.Milimitoquiaunambito,ancheseèdifficileisolarlodaglialtri:quellopropria-menteteo-logico.SeguendoPaolo,michiederòcioèqualèilvoltodiDiocheilCristocrocifissorivela,limitandomiaesaminarelequattrograndiLet-tere:laprimaesecondaaiCorinti,laletteraaiRomanielaletteraaiGalati,cuiaccostoilcap.secondodellaletteraaiFilippesi.1

    1 Elenco qui di seguito alcuni degli studi di cui mi sono maggiormente servito nellastesura dell’articolo: U. vanni, ‘Omoìoma’ in Paolo, in “Gregorianum”, 58 (1977), 445-454;id.,Gesù di fronte alla morte secondo Paolo,inAssociazioneBiblicaItaliana,Gesù e la sua morte,Roma1984,155-175;H.SChürmann,Gesù di fronte alla propria morte,Brescia

  • PieroCoda32

    1. Paolo e il volto di Dio rivelato dal Cristo crocifisso

    1.1.Kerigma originario e centralità della risurrezione

    ConosciamoilkerigmacheanchePaoloricevette.LoattestaeglistessonellalCor15,3-6:«Vi ho trasmesso quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici ...».

    Nelkerigma ilfattodecisivoèlamorte-risurrezionediGesù.Sitrattadiuntestorisalenteforseadappena5annidopolaPasqua.VisiparladellamortediGesùsenzacennoallacroce.Inaltritesti,egualmenteantichi,inca-stonatinegliAtti degli Apostoli,siribadiscelamedesimarealtà.InAt5,30,Pietroannunciaadesempio:«Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù che voi avete ucciso appendendolo alla croce»(cfancheAt2,22ss.;3,5ss.ecc.).Inquestotestosifariferimento,sì,allacroce,macomeaundatochesottolinealamodalitàfattualeincuièavvenutalamortedelCristo,senzaunaspecificarilevanzateologica.

    Nellachiesaprimitivaè indiscussalacentralitàdell'annunciodellari-surrezionediGesù,cheicristianiavvertonovivoepresentenellacomunitàgraziealdonodelloSpirito.AncheperPaolol’incontroècolCristo«katà pneûma»sullaviadiDamascoenonconilCristo«katà sarka»,concuis’in-contraronoprimadellaPasquagliapostoli.Tantocheintuttoilsuoepisto-lariononc’èunsoloriferimentonarrativoallavitadiGesù.Perchédunque–viendachiedersi–Paoloribadiscecosìdecisamentedinonconoscerealtriche«Cristo crocifisso»,proprioluichehaincontratosoloilRisorto?

    1983;X.léon-duFour,Face à la mort Jésus et Paul,Paris1979;G.roSSé,Gesù crocifisso nella vita di Paolo,in“NuovaUmanità”,1(1979),n.2,33-50;id.,Il grido di Gesù in croce,Roma1984;id.,Il grido di Gesù in croce. Approccio biblico,in“Sophia”,1(2008/0),47-60;E. CorteSe, «Maledetto colui che è appeso al legno» (Gal 3,10-14), in La Sapienza della Croce oggi,Torino1976,vol.I,151-162;J.GnilKa,La lettera ai Filippesi,Brescia1972;J.heriBan,Retto phroneîn e kénosis,Roma1984;E.KäSemann,Prospettive paoline, Brescia1972; H.U. von BalthaSar, Mysterium Paschale, in Mysterium Salutis, Brescia 1971, vol.VI,171-412.V;R.Penna,Lettera agli Efesini,Bologna1988;id.,I ritratti originali di Gesù Cristo. Inizi e sviluppi della cristologia neotestamentaria, 2 voll., Cinisello Balsamo 1996-1999; id.,Lettera ai Filippesi. Lettera a Filemone,Roma2002; La prima lettera ai Corinti.Introduzione,versioneecommentodiG.Barbaglio,Bologna1996;H.SChlier,La lettera agli Efesini, Brescia 1965; id., Lettera ai Galati, Brescia 1966; id., La lettera ai Romani,Brescia1982;id.,La lettera ai Filippesi,Milano1993;Id.,Linee fondamentali di una teolo-gia paolina,Brescia1985;F.muSSner,La lettera ai Galati,Brescia1987.

  • IlcrocifissoeilvoltodiDionellateologiadiS.Paolo 33

    1.2.L'accento paolino sulla rilevanza teologica della croce

    LaforteenecessariasottolineaturadellarisurrezionediCristo,inrealtà,potevaprodurredelle conseguenzenegative edar adito, in alcune frangeentusiastiche,aunatentazione:quelladiscartarelacrocecomeunfattodelpassatodefinitivamentesuperato.Paolodenunciailpericolo,nellaprimaaiCorintiaicapitoli1e2,diridurreilkerigmaaundiscorsodisapienzaumanacheevacualoscandalodellacroce.NellaletteraaiGalatiarringa:«O stolti Galati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresenta-to al vivo Gesù Cristo crocifisso?»(Gal3,1).EnellaletteraaiFilippesi3,18:«Molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo».

    IlpericolochePaolovuolesorcizzareèquellodiconsiderarelacrocecomepassaggionecessario,masolopassaggioormaisuperato,versolaglo-riadellarisurrezione.Inaltreparole,egliintuiscedalloSpiritoilrischiodiscartareilnegativoinnoiefuoridinoi,invecediassumerloetrasformarloinCristo.Ora,proprioilCrocifissocidicecheDioèentratofinoinfondonellacondizioneumanaechelasuapotenzatrasformatrice,quellachesimanifestanellarisurrezioneeneldonodelloSpirito,silasciasperimentaresin d'ora dentro tale condizione vissuta nella fede. Non accettare Gesùcrocifissosignificanonpercepirechelasalvezzatoccal'uomonelsuostatoreale di uomo coperto di limiti, miserie, negatività: quando vive questesituazioninellafedeinGesùcrocifisso,eglipuòsperimentaregiàqualcosadellavittoriadefinitivasudiesserealizzataescatologicamentenellarisur-rezionedelSignore.

    Per questo, Paolo dà rilevanza teologica alla croce di Cristo. E lo fainduemodi:l)specificalamortediCristocomemortedicroce,avviandounapenetrazionedeldrammachesinascondesotto ilmerodato fattualedell'uccisione di Cristo, così personalizzando l'evento: non parla più sol-tantodimortediCristo,madiCristocrocifisso;2)rivendicaintalmodoilvalorepermanenteeattualediGesùcrocifisso:lacroceèpassaggioversolarisurrezione,certo,maèpassaggiocontinuocheinvestel'uomo,laChiesa,lastoriaintuttelelorodimensioni,pertrascinarleconCristo,nellaforzadelloSpirito,versoilsenodelPadre.

    Inquestosenso,èesegeticamenterilevanteilfattoche,perparlarediCristo crocifisso, Paolo usi il participio perfetto: Christòs estauroménos.Comenoto,ingrecoilparticipioperfettoindicaunpassatochehauneffet-

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    topermanentesulpresente,adifferenzadelparticipioaoristocheindicaunpassatopuntualeesenzapiùrilevanzaperl’oggi.

    Èovvioche il luogodacuiPaologuardaalCrocifissoè ilRisorto, incuiè inseritovitalmenteattraverso lacomunitàcristiana.È loSpiritochepermetteaPaolodiaccederealcontenuto teologicoesalvificodelCristocrocifisso.Pertanto, eglinonassolutizza la croce,ma sempre la leggeallalucedellarisurrezioneecomepassaggioversolavitapienaedefinitiva.

    1.3Lo “scandalum crucis”: rottura dell'egocentrismo religioso e intellettuale

    Passiamoinquest’otticaall'esamedialcunitestipaolinicheraccogliamointregruppi,lacuisuccessionecronologicaèdocumentabilestoricamentecome sviluppo della teologia di Cristo operata da Paolo. Si tratta di unasuccessionechepermettediscenderesemprepiùinprofonditànellaveritàteo-logicamisteriosaedefficacedelCrocifisso.

    Cominciamoda lCor l,17.Paolohadi frontedue atteggiamenti chepossiamoqualificare, seguendoErnstKäsemann,come“egocentrismi”.Sitratta, innanzi tutto, dell'egocentrismo religioso degli Ebrei che – scrivel’Apostolo–«cercanomiracoli»,nelsensochepretendonodaDiounmododicomportarsierivelarsicom’essidesiderano.Essicorronocosì il rischiodiarrogarsiilruolodimisuradiveritàdiDiostesso,delsuoagireedelsuoessere.Insecondoluogo,sitrattadell'egocentrismointellettualedeiGreci,chepresumonoconlesoleloroforzerazionaliespeculativedipenetrareilmisterodiDio.Inquestomodo,anch'essicorronoilrischiodiarrogarsiilruolodimisuradiveritàdellanaturadiDio.

    Paoloribadisce,apartirediquieconunavispolemicaeretoricafor-midabile, la concretezza del rivelarsi di Dio in Cristo crocifisso. È Cristocrocifisso–ribadisce–lamisurapienaedefinitivadellaveritàdiDio.SiapergliEbreicheperiGreci,ilCrocifissoqualerivelazioneescatologicadelvoltodiDioèsconcertanteeparadossale.Per iGiudeièscandalo,pietrad'inciampo,nongiàmanifestazionediunDioonnipotentechesalvaattra-versoladýnamisdeimiracoli,maattraversoladebolezzadellacroce.PeriGrecièstoltezza,cifraincomprensibilediDiorispettoallaqualelaragionesembranonavernulladadire.Cristocrocifissoèdunqueildemistificatoredell'atteggiamentodell'uomofalsamentereligiosoointellettuale,chesivuolporrecomemisuradiDio.Sidà,certo,unmodod'accostarsialmisterodiDio–nellareligioneebraicaenellafilosofiagreca–cheèveroeautentico

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    (cfades.Rom1,20;2,17ss):maèessenzialenonassolutizzarlocomepre-tesaneiconfrontidiDio,bensìaprirloallapienarivelazionediDioinCristocrocifisso.

    LachiavepercomprenderechièilCristocrocifissoècosìespressadaPaolo:«Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ( ...) ciò che nel mondo è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio»(vv.27-29).DifronteallacrocediCristo,lapretesablasfemadidisobbedireaDiosostituendosiaLui,eanchequellafalsamentereligiosadiconoscerlomaproiettandosudiLuilepropriecate-goriedigiudiziointellettualeedetico,sonosmascherateeridottaanulla.

    1.4.Cristo crocifisso – porta d'accesso alla “logica di Dio”

    Diosirivelanonlàdovel'uomolovaacercare,sifaincontrarenonlàdovel'uomoloattende.Diosirivelanellastoltezzaenelladebolezzadellacroce:ciòsignifica,daunaparte,lagratuitàassolutadell'interventodisal-vezzadiDioe,dall'altra,latrascendenzadelsuovoltoedelsuoagirerispet-toallecategorieumane.

    Difronteaquestaparadossalemodalitàdirivelazioneedisalvezzama-nifestata inCristocrocifisso, l'uomoèchiamatoadarrendersi.Èmessoanudonellasuafalsareligiosità,smascheratonegliidoliintellettualichescam-biaperDioeinvitatoadabbandonarsiperamoreeconfiduciaaDiocheglivieneincontroinCristocrocifisso.

    Quest’atteggiamentoèilluogodinascitadellafede.Sipuòdaquiar-guirecomesiarticolaladottrinapaolinadellagiustificazioneconlateologiadella croce. La dottrina della giustificazione costituisce, in effetti, l'esattocorrispettivodellateologiadellacrocealivelloantropologico.Vuotodiséèdellesuepretese,l'uomoèprontoadaccogliereildonodellafede.SaràloSpiritochepromanadalCrocifissoaparteciparglilaSapienzadiDio.«Noi abbiamo ricevuto–scrivePaolo–non lo spirito del mondo ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato»(lCor2,12).

    L'uomopercepiscecosì lasapienzadiDionascostae insiemerivelatanella «logicadella croce».Puòcioèpenetrarenel segretodinamismochespingeDioamostrareilsuovoltoeadonarelasuasalvezzainquestomodoenoninunaltro.«L'uomo naturale–spiegaPaolo–non comprende le cose dello Spirito di Dio,e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare

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    solo per mezzo dello Spirito.(...)Ora noi abbiamo il pensiero (noûs) di Cri-sto»(vv.14-16).Secondolalogicaumanaildiscorsodellacroce(lógos toû stauroû) è follia.Secondo la logicadiCristo,permeatadalloSpirito, essodiventainveceluminosoedefficace.

    Vieneinmente,comeunparallelo,l'episodionarratodaMarcoalcap.8delsuoVangelo:laconfessionedifedeaCesareadiFilippo.Pietro–visiracconta–riconoscelamessianicitàdiGesù,ilqualeparlaagliapostolidella suapassioneemorte: «Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini"»(Mc8,32-33).

    Gesùrigetta,nelmododiragionarediPietro,latentazionedinonaprir-siallasuperiorelogicadell'amorepropriadiDio.Paoloribadiscelostessoconcettonella2Cor10,5:«Distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio e facendo prigioniero ogni pensiero per portarlo ad obbedire a Cristo».

    Riassumendoquestoprimolivello,possiamodireche,secondol'Apo-stolo,ilCristocrocifissoaccoltonellafedeèlaportad’accessoallalogicadiDiochenedischiudel’autenticovolto.O,inaltreparole,cheilDiorivelatodalCrocifissoèilDiochesirivelaanoiechecisalvainmodoassolutamentegratuitoetrascendente:conlagratuitàelatrascendenzatipichedell'amorecheèpropriodiDio.

    2. la logica della croce come logica di condivisione

    2.1.L’“admirabile commercium” tra Dio e l’uomo nel Crocifisso

    Il passo che ora ci attende – entriamo così nel secondo livello dellateologiadellacrocepaolina–èquellodipenetrareneldinamismoproprioespecificoesibitodallalogicadellacroce.PerchéDiosirivelaecisalvaattra-versoCristocrocifisso?

    NonèchePaoloabbiaunarispostabell'econfezionata.Èunapprofon-dimentoesperienzialeesoffertoquelloche loportaapenetrare inquestodinamismo.Tantochegiungeràascrivere,inGal2,20:«Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me»(cf5,24;6,14;2 Cor 4,10; 12,9-10). Tutta l'esistenza cristiana, infatti, dall'accoglimentodellafedeallasuaespressionesacramentalenelbattesimo(cheèimmersione

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    nellaPasquadiCristo),sinoallapartecipazioneall'Eucaristia,èprogressivaconformazioneallacrocifissionediCristocheintroducesemprepiùprofon-damentenellasuarisurrezione.

    Nella2Corenella letteraaiGalati la logicadellacrocesirivelacosìlogica della condivisione. Nel contesto dell’ottavo capitolo della 2 Cor,PaolopresentaCristocomecoluiche«da ricco che era si è fatto povero per voi perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà»(v.3).Lalogicadell’incarnazioneculminantenellacroceèlogicadellacondivisioneindu-plicesenso: l’assunzionedapartediCristodellapovertàdellacondizioneumana,maanchelapartecipazioneall'uomodellavitadiDio.

    Unendoquestiduesignificati,iPadridellaChiesainterpreterannol'in-carnazioneelaPasquadelSignoregraziealladottrinadelloscambio:Diosièfattouomo,assumendolanostrapovertà,perchél'uomopossaessereleva-toall'altezzadiDio,partecipandoallaricchezzadellasuanaturadivina.

    2.2.L'identificazione con l'escluso dell'alleanza

    Nella2CoreinGal,Paolooffrel'approfondimentoteologicopiùaltodelNuovoTestamentocircailprimoversantedellalogicadellacrocecomelogicadisolidarietàdiDioconl'uomoeconlasuaconcretasituazionedipeccatoelontananzadaDio.InGal3,13scrive:«Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, divenuto per noi maledizione, perché è scritto: "Male-detto chiunque pende dal legno"».

    L'espressioneèforte.Cristosifamaledizionepernoi:nonsolopovero,comenella2Cor.Danotareilverbousato:gígnomai (diventare),lostessodel prologo di Giovanni al v. 1,14: «Ho Lógos sàrx eghéneto». La parolagrecasárx,traducendol'ebraicobašár,significalacondizionediprecarietàdell'esistenzaumana.PaoloèpiùradicalediGiovanni.Cristonondivienesolosárx,mamaledizione.InRom8,3scrivecheCristoassumeuna«sàrx hamartías»,una«carnedipeccato».Ciòchespingel’Apostoloaquestoap-profondimentoadirpocoscandaloso(ilFigliodiDiochesifamaledizione!)èlaspecificitàdellamortediCristocomemortedicroce.

    PaolocitauntestodelDeuteronomio(21,23),secondoilqualel'omicidadev’essereappesoall'alberoeseppellitoentro ilgiornoperchémaledetto.Eglirispondecosìimplicitamenteaun’accusadegliEbrei:iCristianiadore-rebberounmaledettodaDio,unbestemmiatore(l'accusadelsommosacer-doteaGesù),chehasubítoun’uccisioneinfamantecomequelladellacroce,

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    perché–secondoappuntoilDeuteronomio–coluicheèappesoall'alberoèmaledetto.

    AnchealtritestidelNuovoTestamentosottolineanocheilCristoègiu-stiziatofuoridalrecintod’Israeleechequindièesclusodall'alleanza.CosìEb13,12:«patì fuori della porta»;Mt7,3:Cristoèfattousciredallacittàsantaper lacrocifissione;Mt21,39eLc20,15: laparaboladeivignaiuoliomicidi,dove sidicedella cacciatadelfiglio fuoridalla vigna edella suauccisione(lavignaessendoIsraele:cfades.Is5,2).

    LacondivisionediCristocomesolidarietà,cosìcomerivelatadallacro-ce,sispingedunquesinoall'identificazioneconl'esclusodall'alleanza.Delresto,Gesùavevavissutoquesta logicae l'avevaresa tangibileconquello«stare a mensa con i peccatori»dicuiripetutamentediconoisinottici(cfMc2,16;Mt11,19;Lc7,34;15,2).

    2.3.Il Figlio nella situazione di lontananza da Dio

    Questotemaèesplicitatoin2Cor5,21:«Colui che non conosceva pecca-to, (Dio) lo fece (lo trattò da) peccato (hamartía) per noi, affinché noi diventas-simo giustizia di Dio in lui».

    Cristo s’identifica con la situazionedipeccatodell'uomo.Nell’esege-sipiù tradizionale si tendeadattenuare la forzadell’espressione, facendorisalire il significatodihamartía all'ebraicohattát (sacrificioo vittimaperil peccato).Cristo, inquest’interpretazione, è l'oggettodiun sacrificiodiespiazione a Dio per il peccato, secondo l'uso veterotestamentario, comePaolo stesso sottolinea in Rom 3,25: «Dio l'ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede nel suo sangue, al fine di mani-festare la sua giustizia», con riferimento al sacrificio compiutonel grandegiornodell'espiazione(cfLv16,1),dovevenivaaspersoilpropiziatorio(cfEs25,17).

    L’esegesirecentepreferisceleggereinhamartíailsensopropriodipec-cato.Giàl'esegetaAllofacevanotarechemainelNuovoTestamentohamar-tíaèusatoinluogodisacrificioovittimaperilpeccato.Dapartesua,Bul-tmannhascrittoche«DiohafattodiCristo(eticamentesenzapeccato)unpeccatore(insensoforense)perilfattochel'hafattomorireincrocecomemaledetto». L'interpretazione bultmanniana è senz’altro eccessivamentegiuridicaedestrinsecista.Piùprofondamentesipuòdire,alseguitodivon

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    BalthasareK.Rahner,cheCristosiponenellasituazionedilontananzadaDiodelpeccatoreperviverlaevincerladall'interno.

    È in questo contesto che si comprende come la personalizzazionedell'eventodellacrocediCristoèportataquidaPaoloalsuosignificatopiùintenso.Basticonfrontarequestotestoconquellopiùtradizionaledella1Pt2,22-24,chesirifàadIsaia:«Colui il quale non fece peccato, portò i nostri peccati nella sua persona sull'albero della croce».PerPaolo,Cristononsoloportainostripeccati,maèfattopeccato.Egli–notaVanni–«divenutoper-sonalmentemaledizioneepeccatodifronteaDioemorendocometalesullacroce,fadituttociòun'esperienzacosciente»,tantoche«ilfattodiessereesentirsimaledizioneepeccatoraggiungeesuperaillivellodrammaticodel"Diomio,Diomio,perchémihaiabbandonato?"deiVangelisinottici».

    Maveniamoadalcuneconsiderazioniriassuntivecircaquestosecondolivellodellateologiadellacrocepaolina.

    2.4.La croce come giudizio e trasformazione

    ParlandodiCristo crocifisso,Paolo sottolinea laprofonditàdella so-lidarietà vissuta da Cristo con l'uomo, mostrandoci che essa giunge sinoall'identificazioneconlostatodipeccatodell'umanità.EdèproprioperchéraggiungequestoabissocheCristogiustificatutti.ComehascrittolaCom-missioneTeologicaInternazionaleneldocumentosuTeologia - Cristologia - Antropologia(1981),riferendosiaquestitesti,qualunquesialadistanzatrailpeccatoreeDioessasaràsempremenoampiadiquellatrailFigliofattopeccatoeilPadre.

    Perché,dunque,Cristogiustifica?Perché,condividendolasituazionedimaledizioneedipeccatodell'uomo, lagiudica:è il concettodellacro-cecomekrísis, cheGiovanni svilupperàe che inPaoloè avviluppatonelconcettodellacondivisione;einsiemelasupera,latrasforma,laredime:èilconcettochePaolosvolgedicendochesullacroceècrocifissoconCristol’“uomovecchio”.

    DallamortediCristocrocifissonascel'uomonuovo,l'uomospirituale.«Sappiamo bene–scrivePaolo–che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo più schiavi del peccato. Per quanto riguarda la sua morte egli morì al peccato una volta per tutte. Ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio»(Rom6,6ss).

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    In talmodo,Paoloporta lapersonalizzazionedell'eventodella croceallasuamassimaprofondità,dischiudendounulteriorelivellodelsignificatodellamortediCristoincroce.CheCristosiafattopeccato,infatti,significacheeglivivel'eventodellasuacrocifissioneemortedi fronte al Padre e per gli uomini.Lalogicadellacroceèlogicaessenzialmenterelazionale.Ladina-micadell'identificazioneèdinamicadell'amore.

    3. la logica della croce come logica trinitaria

    3.1.La croce, dramma trinitario

    Paoloesplicitalasuainterpretazioneindueserieditestichecipropo-niamodiesaminarecomeultimatappadelnostropercorso.

    Comesiaccennava,ilfattocheCristosia"trattatodapeccato"(cf2Cor5,21)significarapporto:diCristoCrocifissocolPadreediluiconnoi.Infatti,chièilsoggettodeltrattareCristodapeccatosenonilPadre?E,d'altraparte,neiconfrontidichisenondelPadresiesplicitalacoscienzacheCristohadiviverelasituazionedipeccatoincuisitroval'umanitàlontanadaDio?

    Proprioinquestaprospettiva,GiovanniPaoloII,nellaSalvifici doloris,accostandoleparoledell'abbandonoattestatedaMarcoeMatteoaquelleprimacitatediPaolodella2Cor,hascritto:

    «Quando Cristo dice "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?",le sueparolenon sono solo espressionediquell'abbandonochepiùvoltesi faceva sentirenell'AnticoTestamento, specialmenteneiSalmie, inpar-ticolare, in quel Salmo 22, dal quale provengono le parole citate. Si puòdirechequesteparoledell'abbandononasconosulpianodell'inseparabileunionedelFigliocolPadre,enasconoperchéilPadre"fecericaderesudiLuil'iniquitàdinoitutti"(Is53,6)esullatracciadiciòchediràsanPaolo:"Coluichenonavevaconosciutopeccato,Diolotrattòdapeccatoinnostrofavore".Insiemeconquestoorribilepeso,misurando l'intero male di voltare le spalle a Dio,contenutonelpeccato,Cristo,medianteladivinaprofonditàdell'unionefilialecolPadre,percepisceinmodoumanamenteinesprimibilequesta sofferenza che è il distacco, la ripulsadel Padre, la rottura conDio.Mapropriomediantetalesofferenzaeglicompielaredenzione,epuòdirespirando:"Tuttoècompiuto"»(n.18).

    Ildrammadellacroce,nellasuaabissaleprofondità,sipone,oltrechesullivellodellastoriaumana,sullivellodella"storiadivina":perchéCristoè

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    ilVerbodelPadredivenutouomo,egliassumelastoriadipeccatodell'uma-nitàelaconsumacolsuoamorenellospaziodelrapportodiobbedienzaalPadrenelloSpirito.

    3.2.Il dinamismo della consegna trinitaria

    NellaletteraaiRomani(maanchein2Cor)Paoloevidenziaildinami-smodella“consegnatrinitaria”comeesplicazionedellaPasquadimorteerisurrezionedelCristo.Essoèespressoconunverbopresenteben120voltenelNuovoTestamento:paradídomi(“consegnare”,einparticolare,consi-gnificatocristologico:“consegnareallamorte”).

    Visonodeitesti,inPaolo,incuisidicecheGesùèconsegnato(cfRom4,25;lCor11,23,incontestoeucaristico);venesonoaltriincuisisottolineal'azionedelPadrecomeagenteprimoeconsapevoledellaconsegnadelFi-glio;cosìinRom8,31-32:«Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui?».Èappenadanotarecheinquel“ognicosa”cheilPadredonaanoicolFiglio,c'èinnanzituttoildonodelloSpirito (cf Rom 5,4: «L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato»).Paolousaqui,peresprimereildonodelloSpirito,lostessoverbochehausatoperesprimereildonocheilPadrehafattodelFigliosuo(cfancheGal4,6;esulrapportoGesùCro-cifisso-SpiritoSanto,Rom5,1-6;Gal3,13;4,4ss;Rom8,15):èproprioloSpirito,infatti,afarciesclamare:«Abbà, Padre!».

    Inaltritestiancora,èesplicitamenteCristoilsoggettodiquestaauto-consegna:adesempio inGal2,20:«Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me».CosiancheinRom15,3.Piùesplicitoancorauntestopiùtardo,Ef5,1-3:«Fatevi dunque imitatori di