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con guida «La riforma della giustizia » a € 5,00 in più Nuova serie - Anno 24 - Numero 257 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Giovedì 30 Ottobre 2014 Uk £ 1,40 - Ch fr. 2,50 Francia € 2,50 contro i piccoli guasti domestici, arriva eni sos casa esprimi la tua arte negli spazi autorizzati eni gas e luce la soluzione più semplice la polizza assicurativa che è tua per 2 anni, senza costi aggiuntivi, se sei nostro cliente o se lo diventi. attivala subito all’800 900 700 o su soscasa.eni.com un tubo che perde, una serratura che si blocca o un elettrodomestico che si rompe: sono tanti gli imprevisti che possono capitare. con eni sos casa hai una polizza assicurativa per i piccoli guasti domestici che prevede l’intervento tempestivo di tecnici specializzati. perché eni gas e luce ti dà molto di più di gas e luce. Polizza erogata da selezionata compagnia di assicurazione e attivabile entro il 31/01/2015 per i già clienti, ed entro il 31/03/2015 per i nuovi clienti. Condizioni e massimali su soscasa.eni.com Superamento massimali soggetto a preventivo. QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it di Serena Gana Cavallo La numerologia, spiega Wikipedia, è lo studio della possibile relazione mistica o esoterica tra i numeri e le caratteristiche o le azioni di oggetti fisici ed esseri viventi. Altri si azzar- dano a definirla una scienza, sempre con le medesime finalità. Forse per salvare l’Italia dovremmo approfon- dire la questione, a partire dagli 8 milioni di baionette, per seguitare con i 3 milioni al Circo Massimo, il milione a San Giovanni, i mitici 80 euro, l’articolo 18, il concambio fissa- to a suo tempo per l’euro, 1.936,27, (di cui penso che Ciampi e Prodi saranno chiamati a rispondere nel giorno dell’Apocalisse, ma Adesso tutti stanno dando i numeri ma i numeri purtroppo non tornano più Fisco, scambio dati tra 51 paesi Accordo Ocse firmato ieri a Berlino: entrerà in vigore dal 2017 ma con effetto retroattivo sui conti correnti dal 2015. Padoan: è una spinta alla voluntary L’Ocse lancia un assist alla voluntary disclosure italiana. I rappresentanti di 51 paesi e giurisdizioni facenti par- te del Global forum dell’Ocse sulle questioni fiscali hanno siglato ieri a Berlino l’accordo che prevede la fine del segreto bancario a partire dal 2017 (ma con effetto retroattivo sui conti correnti dal 2015). Per il mini- stro dell’economia Pier Carlo Padoan l’accordo rafforzerà anche l’impatto della voluntary disclosure che il Par- lamento italiano sta discutendo in queste settimane. Cerne a pag. 27 QUESTI SONO I FATTI Gli euroburocrati si sono inventati i parametri che ci strozzano Oldani a pag. 10 continua a pag. 7 Segni contraddittori dal fron- te della crisi. Sono dei segni a macchia di leopardo. Il nume- ro di auto sulle autostrade, ad esempio, è in continuo aumento, sia pure del 3%. Anche gli iPho- ne tirano sempre, nonostante i prezzi: si vede che le nonne sono ancora in grado di sovvenziona- re i nipoti. Un grande gestore di supermercato invece mi confida che è in caduta libera la vendita dei prodotti biologici. Quando tiravano, essi venivano messi in fondo ai supermercati. Tanto, si sapeva, che chi voleva acqui- starli, essendo un doverista, era disposto anche a fare il percorso più lungo. Adesso invece i pro- dotti biologici sono stipati vicino alla cassa. Inoltre la farmacista, affranta, mi dice che i prodotti omeopatici («che un tempo anda- vano come il pane») adesso non li acquista quasi più nessuno. An- che perché le assicurazioni non li rimborsano più. DIRITTO & ROVESCIO SU WWW.ITALIAOGGI.IT Fisco - Gap tributario nelle tasse locali, lo stu- dio della Sose Riscossione - Il decre- to sull’attività di notifi- ca svolta per stati esteri Giustizia - La circolare mini- steriale sul pro- cesso civile telematico Legge di Stabilità - Il ddl con le relazioni ca e G c ste CAPACITÀ FISCALE Evasi 3,8 miliardi di Imu e Tasi: è un quinto del gettito Stroppa-Miliacca a pag. 31 A L’O dis di 5 te START-UP INNOVATIVE Tre interventi in arrivo: incentivi, crowdfunding e tecnologia De Stefanis a pag. 32 q B d 2 c s l d l q COMMERCIALISTI Il presidente Longobardi: ecco il lavoro di cento giorni Longoni a pag. 33 ANNUNCIATO DECRETO Il bonus asilo raddoppia l’importo (da 300 a 600 €) D’Alessio a pag. 27 IN EDICOLA CON ORA TEME LE REGIONALI M5s terrorizzato in Calabria. A Reggio è passato da 28,5 a 2,5% Ponziano a pag. 8 10 NUOVI NEGOZI Larte porta design e food italiano nel mondo Sottilaro a pag. 17 EDITORIA Briglia-Vallardi rilanciano il magazine Grande Cucina Capisani a pag. 21 ALLE REGIONALI Alfano volta le spalle al Cav e in Liguria si allea col Pd Bucchi a pag. 13 CLAUDIO VELARDI Gli oppositori di Matteo Renzi sono tutti dei quaquaraquà Pistelli a pag. 5 MILANO-BERLINO A/R A 60 EURO Cosa vedere e dove mangiare. I consigli esclusivi di Giardina Giardina a pag. 16 PLANET LABS NE HA GIÀ MESSI IN ORBITA 71 È l’ora dei mini-satelliti Usa grandi come una scatola di scarpe Galli a pag. 15 €1,20 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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con guida «La riforma della giustizia » a € 5,00 in più

Nuova serie - Anno 24 - Numero 257 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Giovedì 30 Ottobre 2014 Uk £ 1,40 - Ch fr. 2,50 Francia € 2,50

contro i piccoli guastidomestici, arriva

eni sos casa

esprimi la tua arte negli spazi autorizzati

eni gas e luce la soluzione più semplice

la polizza assicurativa che è tua per 2 anni, senza costi aggiuntivi, se sei nostro cliente o se lo diventi. attivala subito all’800 900 700 o su soscasa.eni.comun tubo che perde, una serratura che si blocca o un elettrodomestico che si rompe: sono tanti gli imprevisti che possono capitare. con eni sos casa hai una polizza assicurativa per i piccoli guasti domestici che prevede l’intervento tempestivo di tecnici specializzati. perché eni gas e luce ti dà molto di più di gas e luce.Polizza erogata da selezionata compagnia di assicurazione e attivabile entro il 31/01/2015 per i già clienti, ed entro il 31/03/2015 per i nuovi clienti.

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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La numerologia, spiega Wikipedia, è lo studio della possibile relazione mistica o esoterica tra i numeri e le caratteristiche o le azioni di oggetti fisici ed esseri viventi. Altri si azzar-dano a definirla una scienza, sempre con le medesime finalità. Forse per salvare l’Italia dovremmo approfon-dire la questione, a partire dagli 8 milioni di baionette, per seguitare con i 3 milioni al Circo Massimo, il milione a San Giovanni, i mitici 80 euro, l’articolo 18, il concambio fissa-to a suo tempo per l’euro, 1.936,27, (di cui penso che Ciampi e Prodi saranno chiamati a rispondere nel g iorno del l ’Apocal isse, ma

Adesso tutti stanno dando i numerima i numeri purtroppo non tornano più

Fisco, scambio dati tra 51 paesiAccordo Ocse firmato ieri a Berlino: entrerà in vigore dal 2017 ma con effetto retroattivo sui conti correnti dal 2015. Padoan: è una spinta alla voluntary

L’Ocse lancia un assist alla voluntary disclosure italiana. I rappresentanti di 51 paesi e giurisdizioni facenti par-te del Global forum dell’Ocse sulle questioni fiscali hanno siglato ieri a Berlino l’accordo che prevede la fine del segreto bancario a partire dal 2017 (ma con effetto retroattivo sui conti correnti dal 2015). Per il mini-stro dell’economia Pier Carlo Padoan l’accordo rafforzerà anche l’impatto della voluntary disclosure che il Par-lamento italiano sta discutendo in queste settimane.

Cerne a pag. 27

QUESTI SONO I FATTI

Gli euroburocrati si sono inventati

i parametriche ci strozzano

Oldani a pag. 10

continua a pag. 7

Segni contraddittori dal fron-te della crisi. Sono dei segni a macchia di leopardo. Il nume-ro di auto sulle autostrade, ad esempio, è in continuo aumento, sia pure del 3%. Anche gli iPho-ne tirano sempre, nonostante i prezzi: si vede che le nonne sono ancora in grado di sovvenziona-re i nipoti. Un grande gestore di supermercato invece mi confi da che è in caduta libera la vendita dei prodotti biologici. Quando tiravano, essi venivano messi in fondo ai supermercati. Tanto, si sapeva, che chi voleva acqui-starli, essendo un doverista, era disposto anche a fare il percorso più lungo. Adesso invece i pro-dotti biologici sono stipati vicino alla cassa. Inoltre la farmacista, affranta, mi dice che i prodotti omeopatici («che un tempo anda-vano come il pane») adesso non li acquista quasi più nessuno. An-che perché le assicurazioni non li rimborsano più.

DIRITTO & ROVESCIO

SU WWW.ITALIAOGGI.IT

Fisco - Gap tributario nelle tasse locali, lo stu-dio della SoseRiscossione - Il decre-to sull’attività di notifi-

ca svolta per stati esteri Giustizia - La circolare mini-

steriale sul pro-cesso civile telematicoLegge di Stabilità - Il ddl con le relazioni

caeGc

ste

CAPACITÀ FISCALE

Evasi 3,8 miliardi di Imu e Tasi: è un quinto

del gettitoStroppa-Miliacca a pag. 31

A

L’Odisdi 5te

START-UP INNOVATIVE

Tre interventi in arrivo: incentivi,

crowdfunding e tecnologia

De Stefanis a pag. 32

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COMMERCIALISTI

Il presidente Longobardi: ecco il lavoro di cento giorni

Longoni a pag. 33

ANNUNCIATO DECRETO

Il bonus asilo raddoppia

l’importo (da 300 a 600 €)

D’Alessio a pag. 27

IN EDICOLA

CON

ORA TEME LE REGIONALI

M5s terrorizzato in Calabria. A

Reggio è passato da 28,5 a 2,5%

Ponziano a pag. 8

10 NUOVI NEGOZI

Larte porta design e food

italiano nel mondo

Sottilaro a pag. 17

EDITORIA

Briglia-Vallardi rilanciano il magazine

Grande CucinaCapisani a pag. 21

ALLE REGIONALI

Alfano voltale spalle al Cav

e in Liguriasi allea col Pd

Bucchi a pag. 13

CLAUDIO VELARDI

Gli oppositori di Matteo Renzi

sono tutti dei quaquaraquà

Pistelli a pag. 5

MILANO-BERLINO A/R A 60 EURO

Cosa vedere e dove mangiare. I consigli esclusivi di GiardinaGiardina a pag. 16

PLANET LABS NE HA GIÀ MESSI IN ORBITA 71

È l’ora dei mini-satelliti Usa grandi come una scatola di scarpe Galli a pag. 15

€1,20

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2 Giovedì 30 Ottobre 2014 I C O M M E N T I

Aspettiamo le trascri-zioni, per dare un giudizio comples-

sivo sulla testimonianza di Gior-gio Napolitano sollecitata dai pm di Palermo nell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafi a. Ma, dalle prime dichiarazioni rila-sciate dagli stessi titolari delle in-dagini, si ricava l’impressione che la principale novità emersa dalla deposizione del presidente della Repubblica corrisponda alla sco-perta dell’acqua calda. Il procura-tore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, ha rivelato (parlando con un cronista) che il capo dello Stato ha spiegato che «con le bombe del 1993 la mafia pose un aut aut alle istituzioni». Un vero e proprio ricatto. Non serviva certo mandare quaranta persone al Quirinale per scoprire questa incre-dibile verità. Bastava domandarsi perché un’organizzazione crimino-sa pone in atto una serie di sangui-nosi attentati: è del tutto ovvio che intende ricattare lo Stato. Quando gli jihadisti dell’Isis mostrano le de-capitazioni degli ostaggi fi niti nelle loro mani, che cosa fanno se non ricattare il mondo intero? Il terro-rismo (che sia islamico, o mafi oso, o camorrista, o brigatista) tenta

di intimidire il ne-mico, e indebolirlo. Napolitano avrebbe,

tuttavia, negato di essere al corren-te di «indicibili accordi» con Cosa nostra. Qualcuno si è domanda-to (in modo provocatorio) perché, quasi vent’anni prima, non fosse stata avviata una trattativa con le Brigate rosse per salvare la vita di Aldo Moro. Ma ci mancò poco, allo-ra, perché i leader della Dc (fautori della «fermezza») non fossero incri-minati come complici degli assas-sini dello statista. E sono in molti, a distanza di quasi quarant’anni dall’assassinio di Moro, a esprime-

re giudizi di severa condanna nei con-fronti di Fanfani e di Andreotti che si rifi utarono di apri-re un dialogo con le Br e di concedere la scarcerazione di

alcuni appartenenti al movimento di Curcio e Franceschini per ga-rantire la salvezza del presidente del loro partito. In quel caso era in ballo la vita di un solo uomo, un politico di primissimo piano. Nel ricatto della mafi a si rischiavano stragi indiscriminate. E se qualcu-no ha trattato, non lo ha fatto per tornaconto personale, ma per evi-tare stragi indiscriminate. Forse, chissà, per senso dello Stato.

© Riproduzione riservata

Le stragi di mafi a un aut aut

alle istituzioni

DI MASSIMO TOSTI

L’ANALISI

Al Quirinale i magistrati hanno scoperto l’acqua calda

DI EDOARDO NARDUZZI

«Dante Giacosa era come Steve Jobs, era incon-tenibile». La

scorsa settimana presentando l’ultimo libro di Riccardo Rug-geri, Fiat, una storia d’amore (fi nita), ho potuto scoprire un altro pezzo forte del Pantheon dei grandi italiani del Nove-cento. Non i senza mestiere laureati in sociologia, comu-nicazione o scienze politiche ai quali l’Italia regala ruoli direttivi, vitalizi con le tasse altrui e perfi no intitola strade e piazze. L’ingegner Giacosa appartiene al gruppo di per-sone scelte dal destino per mi-gliorare la qualità della vita collettiva e per accrescere il benessere comune. Inventò la Topolino a soli 26 anni, poi di-segnò macchine rivoluzionarie come la 600 e la 500. Ancora oggi una parte importante del valore del brand di Fiat (Fca) e del suo fatturato dipendono dai modelli creati dallo Steve Jobs italiano nel primo dopo-guerra.

Negli ultimi due secoli gran parte, se non la totalità, del

nostro progresso è da attri-buire alle invenzioni, di vario genere, degli ingegneri e dei tecnici. Sono loro, non la politi-ca con i suoi fallimenti a ripe-tizione nel deliberare quanto promesso, che ci hanno garan-tito una vita migliore. Giacosa

è stato l’idealtipo del grande ingegnere-inventore italiano del Novecento anche se, fatto tipico dei paesi che non han-no valori veri, è praticamente sconosciuto ai più. Della sto-ria degli ingegneri di Olivetti si è scritto molto, quella dei tecnici della Fiat è rimasta più nascosta. Eppure hanno inventato il motore common rail durante gli anni più bui della società e hanno perfi no permesso, grazie ai brevetti realizzati, a Sergio Marchion-ne di comprare Chrysler a co-sto zero: conferendo il valore della tecnologia nel deal. Il libro di Ruggeri ora rende il

giusto onore alla grande squa-dra di ingegneri della Fiat che ha dato all’Italia la più grande industria manifatturiera del-la sua storia.

In un qualsiasi paese civile e progredito Dante Giacosa sarebbe, da anni, raccontato nelle scuole e fatto conoscere nelle università. Sarebbe un esempio cristallino di «role model», per dirla con Robert K. Merton. Uno come Jobs che deve essere promosso e fatto conoscere perché così ispire-rà tanti giovani a diventare

come lui. È l’unico modo per avere il progresso di noi tutti a costo zero, cioè tante esterna-lità positive per l’intera società e tanti nuovi casi di successo imprenditoriale da offrire ai giovani come campioni da emulare e da battere. Gli in-gegneri italiani sono e sono stati formidabili, perché han-no una flessibilità culturale che agli altri non appartiene. Credo dipenda dalla peculiare e secolare storia che li ha pre-ceduti. Una miniera, una del-le tante, fatta marcire da un paese incapace di classifi care correttamente i valori veri.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

Dante Giacosa, un genio come Steve Jobs:la bellissima storia degli ingegneri italiani

DI MARCO BERTONCINI

Dopo la spaccatura sen-za precedenti fra Pd e Cgil, molti ritenevano che la ten-sione avesse raggiunto l’ac-me e che quindi fatalmente scendesse. Non si pensava al ritorno a una situazione pre renziana, ma una de-crescita dello scontro era data per ovvia.

Ieri, invece, ecco arrivare imprevedibili prima la pole-mica sollevata da Susanna Camusso (con replica dura da Pina Picierno), poi gli scontri con i manifestanti ternani a Roma. Di qui il sindacato, di là il Pd; di qui i sindacalisti e i sindacaliz-zati, di là polizia e governo. La contrapposizione è nelle cose. Va notato che a ogni governo di sinistra sempre corrisponde (meglio, corri-spondeva) una duplice per-cezione: i politici ritengono che i sindacati siano più tranquilli, avendo un go-verno considerato amico; i sindacati ritengono che i politici siano più disponibi-li, avendo amici come con-troparte. Le delusioni non

mancano. Un solo esem-pio: Pietro Nenni, dopo la nascita del centrosinistra storico, nel ’64, rimase incredulo di fronte alla proclamazione di scioperi, ritenendoli ingiustifi cati, visto che i rappresentanti dei lavoratori erano arriva-ti al potere.

Adesso, però, altro che delusione. I sindacalisti giudicano che la polizia carichi i manifestanti per ordine dell’esecutivo, e quindi accentuano la pro-pria lontananza dal primo partito di governo. Quanto ai dirigenti del Pd, il ritor-no della Camusso a nuovi assalti è letto come la pos-sibile instaurazione di una guerriglia permanente, se non di un confl itto totale.

Per ora, non spira proprio rappacifi cazione fra Pd e Cgil. È anzi verosimile che le posizioni s’irrigidiscano, con conseguenze politiche evidenti: accresciuti som-movimenti della sinistra democratica e accentuato richiamo renziano verso i moderati.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Tra la Cgil e il Pd siamoormai allo scontro totale

Sono stati il motore di 50 anni di

crescita economica

We wait for the tran-scripts to give an overall judgment on Giorgio Napolitano’s

testimony requested by prosecu-tors in Palermo in the investiga-tion into the alleged State-Mafia negotiation. However, from the first statements made by inves-tigators, the impression is that the main news emerged from the President of the Repub-lic’s testimony is the invention of the wheel. Palermo deputy prosecutor, Vittorio Teresi, re-vealed (talking to a reporter) that the head of state explained that “with 1993 bombs mafia gave institutions an ul-timatum”. A real blackmail. Send-ing forty people to the Quirinale was not necessary to discover this incredible truth. It was enough to wonder why a criminal organization carries out a series of bloody attacks: it is quite obvious that it wants to blackmail the state. When ISIS jihadists show the beheadings of hostages ended up in their hands, what do they do if not blackmailing the whole world? Terrorism (whether it is carried out by Islam, Mafia, Camorra or the Red Brigades) tries to intim-

idate the enemy and weaken it. Mr. Napolitano, however, sup-posedly denied being aware of “unspeakable agreements” with Cosa Nostra. Someone asked (in a provocative way) why, al-most twenty years before, nego-tiations with the Red Brigades hadn’t been opened to save Aldo Moro’s life. But the leaders of the Christian Democrats (promot-ers of “firmness”) were nearly charged with being accomplices of the statesman’s killers. And many, nearly forty years after Mr. Moro’s assassination, se-verely condemned Fanfani and

Andreotti, who refused to open a dialogue with the BR and to grant the release of some members of Curcio’s and Francesch in i ’s

movement, to ensure the safety of their party president. In that case the life of only one man was at stake, a leading politician. In Mafia blackmail there was the risk of indiscriminate slaugh-ters. And if someone negotiated, he/she didn’t do it for personal advantage, but to avoid indis-criminate slaughters. Maybe, who knows, for statemanship.

© Riproduzione riservata

Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH

At the Quirinale magistratesinvented the wheel

Mafi a slaughtersare an ultimatum

to institutions

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4 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R I M O P I A N OScontri a Roma polizia-lavoratori. Camusso: Renzi voluto dai poteri forti. Il Pd insinua: tessere false

Governo-Cgil, sono botte da orbiStabilità, comuni sulle barricate: 3,7 mld di tagli effettivi

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Una giornata ad alta tensione, con scontri di piazza, accuse e veleni. Tra il governo e la Cgil

sono volati ceffoni pesantissimi che delineano un solco sempre più profondo anche all’interno del Pd tra la maggioranza ren-ziana e l’opposizione di sinistra. Ad innescare la miccia ieri le dichiarazioni della leader della Cgil, Susanna Camusso, che in una intervista a Repubblica ha rilanciato al premier Renzi l’accusa di essere stato messo al governo «dai poteri forti». A stretto giro la risposta dell’eu-roparlamentare democratica, Pina Picierno, che ha accusa-to la segretaria del sindacato di Corso d’Italia di essere arrivata alla segreteria generale «grazie a tessere false» e di aver riem-pito la piazza di San Giovanni di sabato scorso con «pullman pagati» da altri.

Proverà il vicesegre-tario del Pd, Lorenzo Guerini, a gettare ac-qua sul fuoco: «A volte capita che nel dibattito animato si utilizzino parole eccessive. Il go-verno rispetta il sinda-cato, il sindacato però faccia altrettanto con il governo». Ha ragionato il presidente del Pd, l’ex giovane turco, Matteo Orfini: «Susanna Ca-musso ha detto cose sbagliate, ma anche Pina Picierno ha dato una risposta sbagliata e rozza, la piazza va ascoltata e rispettata». Per il dissidente Pippo Civati nessun dubbio: la Picierno dice «le stes-se cose che diceva pri-ma Silvio Berlusconi. Preferivo prima, era più semplice».

Ma il caso più grave è lo scontro tra le forze dell’ordine e i circa 600 lavoratori delle acciaierie Terni-Ast giunti a Roma per protestare, sotto alla sede del ministero dello svilup-po economico, contro il piano industriale di ThyssenKrupp e l’avvio dei licenziamenti.

Scontri di piazza, chieste le dimissioni di Alfano

I manifestanti erano diretti al ministero dello sviluppo eco-nomico, quando all’altezza di piazza Indipendenza sono sta-ti bloccati dagli agenti della polizia in tenuta antisommos-sa. I lavoratori dell’Ast hanno cercato di forzare il cordone, ma sono stati respinti delle forze dell’ordine. Secondo fonti sindacali il bilancio de-gli scontri è di cinque feriti, che sono andati in ospedale, e dieci contusi, tra questi an-che il segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa, e il coordinatore Fiom, Gianni

Venturi. «Hanno caricato gli operai, in un paese di ladri, di disonesti, hanno menato i lavoratori», ha accusato il segretario della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, presente agli scontri«non lo consentire-mo mai più».«Ci sono persone che rischiano il posto di lavoro che sono state picchiate dal-la polizia. Si parli di questo e non delle sciocchezze», ha detto la Camusso, riferendo-si alle accuse della Picierno. ll numero uno del sindacato si è poi recato in ospedale a visitare i lavoratori condan-nando «con forza e sdegno» le cariche, esprimendo «piena vicinanza e solidarietà» alla piazza e chiedendo al ministro dell’Interno Angelino Alfano di fare chiarezza sull’accaduto. «Ci hanno manganellato perché non volevano farci arrivare al ministero dell’Economia», rac-contano alcuni operai. «Stava-

mo facendo un corteo assolu-tamente pacifi co verso il Mise che è stato interrotto da una carica immotivata da piazza Indipendenza. Non c’era e non c’è nessun problema di ordine pubblico, lo crea chi ha carica-to», così il segretario nazionale Fim-Cisl Marco Bentivogli. Diversa la versione della que-stura: «Nel tentativo di creare un corteo non autorizzato verso la Stazione Termini, sono sta-ti tirati oggetti contro le forze dell’ordine e un funzionario e tre agenti di polizia sono rima-sti feriti». Da Sel è arrivata la richiesta di dimissioni per Al-fano, che riferirà in parlamento sull’accaduto. Fino alla tarda serata, un vertice al Vimina-le tra Alfano e i sindacati per capire cosa non ha funzionato. Il premier Renzi ha chiesto di avere un’analisi dettagliata dell’accaduto per accertare le responsabilità. E ha inviato un messaggio: abbassare i toni, evitare che su un terreno come quello di una crisi industriale si

possano provocare lacerazioni e scontri.

Comuni al governo: ci sono più tagli di quelli detti

La manovra 2015 pesa «non per 1,2 miliardi, come è stato detto finora, ma per 3,7 mi-liardi». A dirlo il presidente dell’Anci, Piero Fassino, che ha chiesto al governo «una forte correzione alla legge di stabili-tà. Senza correttivi, le città sono a rischio dissesto». Nel corso del vertice tra gli enti locali e il governo, presenti il premier, Matteo Renzi, il sottosegre-tario Graziano Delrio, il mi-nistro per gli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, e il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, Fassino ha ribadito: «Se la riduzione delle risorse verrà confermata fi no al 2017 queste istituzioni non sono in grado di vivere, di

stare in piedi». Ma il premier ha sostenuto che il contributo chiesto ai comuni è proporzio-nale e sopportabile rispetto alla riforma complessiva del bilan-cio dello Stato. E ha annuncia-to: «Basta miriade di tasse e tributi. In prospettiva faremo una local tax».

Bruxelles promuove Renzi con cautela

L’agenda italiana delle rifor-me «è ambiziosa e la Commis-sione la sostiene. È delicata, ma assolutamente necessaria ed entrambe le camere del Par-lamento dovrebbero approvarla e attuarla», ha detto il commis-sario Ue agli Affari economici, Jyrki Katainen. Per Katainen la valutazione della Stabilità si baserà sulle previsioni econo-miche d’autunno e terrà conto delle opinioni dell’esecutivo di Bruxelles sull’outlook macro-economico, delle misure prese dai governi e dai rischi legati all’attuazione del bilancio. La

valutazione, ha concluso, dirà «se misure addizionali o sosti-tutive saranno necessarie per assicurare il pieno rispetto del Patto». Per Katainen non si può quindi escludere che la Com-missione «debba adottare ulte-riori misure sotto la procedura per defi cit eccessivo per alcuni Stati membri». Il commissario ha poi rincarato la dose quan-do ha sottolineato che «la situa-zione economica è cambiata in quest’ultimo anno», ma «non possiamo cambiare retrospet-tivamente gli impegni», quindi, «non cambiamo le regole per quest’anno, e se mi chiede se i Paesi eviteranno sanzioni per quest’anno a causa delle pro-spettive cambiate, la risposta è no».

Fondi Ue, in arrico 43 miliardi

L’Italia ha incassato l’appro-vazione dell’accordo per l’asse-

gnazione dei fondi strutturali Ue per il periodo 2014-2020. Si tratta di pro-grammi da un valore complessivo di circa 43 miliardi, in linea con il periodo prece-dente. Di questi, 32,2 miliardi proverranno dai fondi della politi-ca di coesione (erano circa 28 miliardi nel 2007-2013), 10,4 di quelli per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni per il settore marit-timo e della pesca. I fondi europei servi-ranno a cofi nanziare i progetti regionali, con la condizione che siano accompa-gnati da un piano di rafforzamento am-ministrativo. Dato che la Commissione Ue ha riscontrato

nell’ineffi cienza della pubblica amministrazione uno dei fat-tori principali di cattiva spe-sa dei fondi europei, all’Italia si impone l’obbligo di snellire la burocrazia. Dal canto suo, l’Italia dimezzerà la quota di co-fi nanziamento dei fondi dal 50 al 25%, anche per liberare dal patto di stabilità interno quei soldi che avrebbero rischiato di bloccare pure gli stanziamenti europei.All’interno dell’accordo mancano ancora all’appello i programmi di Campania, Ca-labria e Sicilia.

Stato-mai a, da Napolitano contributo importante

La deposizione del presiden-te Giorgio Napolitano «ha contribuito in maniera estre-mamente importante al pro-cesso che è in corso a Palermo sulla trattativa Stato-Mafi a», ha commentato il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, che ha sottolineato come il capo dello Stato abbia

confermato l’idea del ricatto. E torna sulle critiche di chi so-spettasse doppi fi ni da parte dei magistrati: «Chi avanzava riserve mentali sulla nostra richiesta di testimonianza, sostenendo che era inutile o, peggio ancora, che il nostro vero obiettivo era mettere in difficoltà il capo dello Stato è stato smentito. Erano solo falsità».

Caso Moro, richiesta la desecretazione

A 36 anni dai fatti ci sono 12.500 atti relativi al seque-stro e alla uccisione del leader Dc Aldo Moro attualmente secretati; 474 di questi sono stati emessi da enti stranieri. Per fronteggiare questa situa-zione, illustrata ieri nella prima audizione dal sottosegretario ai servizi Marco Minniti, la commissione d’inchiesta sul caso Moro, presieduta da Beppe Fioroni, ha chiesto la estensione della direttiva Renzi sulla declassifi ca degli atti sul-le stragi anche ai 55 giorni del rapimento Moro.

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Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

Renzi: «In futuro,local tax».

Arrivano le tassea chilometro zero.

* * *

Renzi: «Vogliamo mantenerequesti saldi».

Parlava della leggedi stabilità,non di commercio.

* * *

Fassina: «Far cambiare rotta al governo».

Confonde l’isolacon la città del Giglio.

* * *

Caso Ior, non si trova un fascicolo.

Si comincia sempre così.

* * *

Atac, 500 autistida tagliare.

È arrivato il Califfato?

* * *

Si avvicina la nottedi Halloween.

È già tornata Rosi Bindi.

PILLOLE

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5Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30 OttobrP R I M O P I A N OClaudio Velardi: io, che pure lo stimo, sarei invece capace di fargli vedere i sorci verdi

Renzi ha oppositori quaquaraquàCercano di fargli le bucce su delle cosine piccine così

DI GOFFREDO PISTELLI

Dopo lo scontro a d is tanza Piazza S.Giovanni-Leopolda, Claudio Velardi è

un interlocutore obbligato. Perché questo caustico 60en-ne napoletano, che per tanti anni è stato fra giornalismo e politica, fino a diventare cons ig l i e re po l i t i co d i M a s s i m o D’Alema a Palazzo Chigi nel 1998, ha a che fare con i due luoghi. Viene infatti idea lmente dalla prima ed è approda-to da tempo alla seconda, quando Mat-teo Renzi non era affatto nel mainstre-am, anzi.

Domanda. Velardi a che punto è l’antirenzismo del Paese? Il via libera di Bru-xelles alla legge di stabi-lità, martedì sera, è stato accompagnato quasi da un certo sbigottimento dei critici più inflessibili, che scom-mettevano sulla boccia-tura.

Risposta. G u a r d i l o sconcerto di certi rottami della politica e dalla infor-mazione, non lo calcolo pro-prio.

D. E che cosa val la pena prendere in considerazione, allo-ra?

R. Secondo me è molto più rilevante il commento del pro-fessor Giuseppe Guarino sul Corriere di oggi (ieri per chi legge, ndr), ha presente?

D. Come no, il teorico degli accor-di europei come golpe g iur id ico : ItaliaOggi è stata la prima a in-tervistarlo sulle sue te-orie anti-eu-ro. Perché è importante la chiosa di questo an-ziano giuri-sta?

R. Perché dice che Renzi ha fatto una rivoluzione sul fi scal compact.

D. Sì ma dice che l’ha fatta «forse inconsapevo-lemente»...

R. Lasci perdere quell’aspet-to: sono parole in cui c’è tutta

la boria e la prosopopea, un po’ ridicola ammettiamolo, della vecchia classe dirigen-te, che cerca di spiegare tut-to ex-post, anche le cose che, malauguratemente, Renzi fa bene.

D. Ma perché è impor-tante Guarino, allora?

R. Perché lui riconosce che, per la prima volta, qualcuno

in Europa abbia osato mettere in discussione i sacri pa-rametri. Ri-conosce che sia un fatto enorme, ca-pace di far da battistrada a tutta un’am-pia rifl essio-ne. Un fatto così clamo-roso che, ap-

punto, il professore si lascia scappare che possa essere non cosciente.

D. E quindi?R. E quindi al netto di que-

sti commenti, che hanno a che fare con la psicologia e un po’ la psicanalisi di una vecchia classe dirigente, resta il fat-

to, Renzi ha c o m p i u t o qualcosa di mai visto pri-ma nella poli-tica europea. Nessuno, fi no a oggi, aveva spinto così avanti la cri-tica a tutta la filosofia dei limiti agli stati. Que-sto il punto vero.

D. La vasta schiera degli oppositori, a tutti i livelli, è ossessionata dall’annun-cite del premier che, poi, quando le cose vengono fatte, rimane effettiva-mente un po’ attonita.

R. È un meccanismo che scatta su tutto: Renzi dice

di scassare qualcosa, di voler fare una rivoluzione in un setto-re? Prima lo irridono: «È impossibile», commenta-no, «chi sei tu, per pen-sare di po-terlo fare?», gli chiedono, «non sei i condizioni»,

obiettano. Poi si mettono a fargli le bucce nel dettaglio, provvedimento per provvedi-mento.

D. E poi cosa succede?R. Succede che, in otto mesi,

il presidente del consiglio ab-bia fatto, è vero, molto annun-

ci, ma di aver realizzato già quello che molti altri governi non hanno fatto nelle decine di anni precedenti.

D. Di bucce ne fa molte Massimo D’Alema nell’in-

tervista al Sole 24 Ore di oggi (ieri, ndr)...

R. È incredibile. Una pagi-na intera a mondare l’aran-cio, a infi larsi in cento cosetti-ne, con puntiglio. Dopodiché, nella sostanza, anche lui può parlarne perché Renzi ha fat-to quella rivoluzione chiama-ta Jobs Act.

D. Un’intervista che in effetti dà la sensazione di

rafforzare Renzi...R. Ma certo. Non c’è alcun

dubbio. Ma questo è propria-mente il paradosso di un certo antirenzismo: rincorre conti-nuamente cose che il premier ha fatto e sta facendo.

D. Una coazione a ripe-tere...

R. Guardi, torniamo a Gua-rino. Che cosa riesce a dire? Che lo ha fatto inconsapevol-mente, quando, al contrario, doveva dire: «Bravo, vengo a trovarla, facciamo la rivolu-zione».

D. E invece niente. Ma secondo lei, a Renzi tutto ciò che effetto fa?

R. Secondo me ne ride, e non dico per dire. Ride di questi conati da vecchia clas-se dirigente che non batte più chiodo e che ha reazioni psicanalitiche appena si sve-glia la mattina. E soloneggia. Se mi dessero due soldi, che l a v o r i a m o per campare, andrei io a fargliela l’op-posizione a Renzi.

D. E che cosa fareb-be?

R. Lo in-chioderei sul-lo scarto fra annuncio e realizzazioni, ma non nel senso della differenza fra slide e provve-dimenti, quanto fra distanza fra le idee della rottamazione e la prassi.

D.Per esempio?R. Prendiamo le Camere di

commercio? Fossi uno dell’op-posizione mi metterei davan-ti a una di queste con un bel cartello con su scritto: «Caro premier, ave-vi detto che le avresti abo-lite, perché stanno ancora aperte?».

D. E inve-ce?

R. E invece fanno subito la battaglia a difesa: «Nes-suno tocchi le camere».

D. Stiamo trovando dei difetti a Renzi. Andiamo avanti.

R. Per esempio che, per certi aspetti, è un po’ Berlu-sconi e un po’ Giulio Andre-otti, buonanima.

D. Bingo, un singolare ircocervo...

R. Ma no, è un po’ Berlu-sconi perché fa tutti gli annunci di questo mondo. Sono fantasti-ci, meraviglio-si e, badi bene, non li critico affatto.

D. E An-dreotti?

R. Andre-otti subentra nella pratica quotidiana. A Napoli si direb-be che Renzi «è nu carro pa’ ‘a scesa» , cioè è impegnato nel mantenere l’assetto dell’ese-cutivo e a che non si ribalti. Ecco quindi le frenatine, i pic-coli accordi, le concessioni.

D. Nell’opposizione a

Renzi c’è anche quella in-terna al Pd. Lei è sempre stato scettico sulla pos-sibilità di una scissione. Lo è anche dopo Piazza S.Giovanni?

R. Mah. Resto estrema-mente dubbioso. Ci vorrebbe, mi scusi l’espressione, un le-ader con le palle.

D. Che facesse, cosa?R. Ci vor-

rebbe qual-cuno che fos-se disposto ad attraver-sare il deser-to, a mettere in forse le sinecure di partito, il po-sto in lista, il vitalizio, e ricostruisse una presenza della vecchia sinistra.

D. Che avrebbe ancora uno spazio?

R. Certo, in un paese ar-retrato e corporativo come questo, la vecchia sinistra Otto-novecentesca andrebbe rappresentata, ma...

D. Ma?R. Questi vogliono la botte

piena e la mo-glie ubriaca e ci sarebbe il corrispettivo napoletano che però ora non mi vie-ne.

D . N e l senso?

R. Nel sen-so che voglio-no fare bei discorsi, par-tecipare alle manifesta-

zioni, riempirsi un po’ di pa-role come «stare dalla parte dei più deboli», senza perdere di vista, però, il seggio alle prossime elezioni che, prima o poi, verranno. Anzi, più passa il tempo dal quel cor-teo e da quella manifestazio-ne, più si percepiscono, nella

minoranza Pd, gli arre-tramenti, le r i compos i -zioni, finché quelle pa-role d’ordine svaniranno.

D. Ma in-somma, lei non ricono-scerebbe , chessò, a un Alfredo D’Attorre o un Pip-

po Civati gli attributi per fare un’operazione simile?

R. Guardi che ho parlato di leader, forse non ci siamo capiti.

@pistelligoffr© Riproduzione riservata

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s

sondtem

zioni, riempirsi u

Ma ci sarebbe anco-ra spazio, oggi, per una formazione a sinistra del Pd? In un paese arretrato e corporativo com’è

l’Italia la sinistra ottocen-

tesca attende solo di essere rappresentata

nel mainstre-

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punto, il profess

Renzi, lo riconosce anche Guarino, è l’unico che, in

Europa, è riuscito a mettere in discussio-ne i sacri parametri. È una cosa clamoro-

sa capace di fare da battistrada a

un’ampia rifl essione

tervista al Sole 24 Ore di

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Se fossi dell’oppo-sizione mi metterei

davanti a una Camera di commer-cio con un bel car-tello con su scritto: «Caro premier avevi detto che le avresti abolite. Perché esse sono ancora qui?»

na prendere D. La vasta sc

In otto mesi il pre-mier ha fatto molti annunci. Troppi,

a dire il vero. Molti sono rimasti an-

nunci. Ma bisogna riconoscere che

ha fatto, in 8 mesi, più che gli altri

in decine di anni

apoli si direb-

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po Civati gli

I dissidenti si na-scondono dietro

alate parole come lo «stare dalla parte

del più debole» ma senza perdere

però di vista il seggio alle prossime elezioni

che, primo o poi, arriveranno

rafforzare Renzi...

da

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i

usfaqScs

Renzi è un pò Berlu-sconi (perché spesso

le spara grosse) ed un po’ Andreotti

(perché, dopo i clamorosi annunci, utilizza le frenatine, organizza i piccoli accordi, si piega alle concessioni)

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obiettano. Poi s

D’Alema ha sprecato un’intera pagina del Sole 24 ore per fare le pulci a Renzi, dis-sertando su cosette

insignifi canti e dimenticandosi

che il premier ha fat-to la rivoluzione

del Jobs Act

lide e provve-

rcusasatoinspsilriudsi

D. Che avreb

Per fare una scissio-ne dal Pd ci vorrebbe

qualcuno disposto ad attraversare

il deserto, a mettere in forse il posto

in lista, il vitalizio. Ci vorrebbe, mi scusi,

uno con le palle

Claudio Velardi

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6 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R I M O P I A N OLa deposizione del presidente al processo di Palermo è stato un errore politico e giuridico

L’unico che esce bene è NapolitanoCerti giudici non fanno processi ma riscrivono la storia

DI EDOARDO PETTI

Nessuna conoscenza di un accordo perseguito o stipulato tra apparati istituzionali e rappre-

sentanti di Cosa nostra. «Nes-sun turbamento» per l’allarme lanciato da forze dell’ordine e intelligence su possibili atten-tati alla sua persona nel 1993.

Nessun riscontro oggettivo ai timori manifestati dal con-sigliere giuridico Loris D’Am-brosio: essere stato considera-to «un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi» quando lavorava al ministero della giustizia.

Lasciano pochi margini a letture e interpretazioni le ri-sposte più signifi cative fornite dal presidente della Repubbli-ca Giorgio Napolitano nel corso dell’audizione svolta al Quirinale dalla Corte d’Assise di Palermo, chiamata a giudica-re sulla presunta trattativa fra Stato e criminalità mafi osa nel biennio delle stragi 1992-1993. Una testimonianza ritenuta umiliante e surreale da Mario Sechi, editorialista del Foglio, commentatore di Radio24 e già direttore del Tempo.

Domanda. La deposizione del capo dello Stato al pro-cesso di Palermo si è risolta in un nulla di fatto?

Risposta. È uno dei più gra-vi errori mai commessi dalla giustizia italiana. Errore poli-tico e giuridico al contempo. Un pasticcio che non fa onore a chi

lo ha provocato. Vi sono istituzioni che me-

ritano di essere preservate da ogni tipo di interferenza, stru-mentalizzazione, offesa.

E una di queste è la presi-denza della Repubblica. Gior-gio Napolitano non doveva neanche essere chiamato a testimoniare. Detto questo, Napolitano ha offerto, ancora una volta, un esempio di come si interpreta il ruolo di uomo di Stato.

D. Per quale ragione è stato chiamato a testimo-niare?

R. Si è creato un cortocir-cuito istituzionale incredibile, costringendo, in un certo senso, la più alta carica dello Stato a stare metaforicamente nello stesso «luogo» di mafi osi con-dannati per strage. La feccia della criminalità. Come se Ba-

rack Obama fosse chiamato a deporre nella stessa aula con John Gambino.

Quando ha colto il rischio tangibile di un colossale pa-sticcio, la magistratura ha provato a mettere un cerotto impedendo la presenza degli imputati. Una pezza che non tappa il buco, perché crea un motivo probabile di nullità del processo. Ma non è questo il fatto importante, ripeto, il tema è politico: una parte della magistratura non fa processi, vuole riscrivere la storia. E lo fa male, perché non è il suo mestiere.

D. La testimonianza del presidente della Repub-blica non può contribuire a gettare luce su una pa-gina oscura della storia repubblicana?

R. L’Italia è uno strano posto. Tutto ciò che non può essere spiegato secondo cer-ti teoremi giudiziari, diviene automaticamente oscuro e misterioso.

Ma non si dice la cosa più semplice. E cioè che non esiste il fatto a fondamento del ca-stello accusatorio. Più che mai fragile. Si tratta di avvenimen-ti di cui il presidente della Re-pubblica non sa nulla. E la sua testimonianza l’ha ampiamen-te confermato: nessuna notizia rilevante è emersa nel corso dell’audizione al Quirinale.

È stato offerto un pessimo servizio alla giustizia e alla ricostruzione storica. Io e lei, a tavolino, potremmo descrive-

re questo scenario: in guerra si tratta sempre, dunque c’è sta-ta una trattativa con la mafi a per evitare stragi. Ma questa è una ipotesi, non un fatto pro-vato. Mancano le fonti. E così la faccenda si è trasformata in fi ction.

D. Il processo di Palermo è ispirato da una «logica te-atrale», come ha detto il Pd Giovanni Pellegrino?

R. Assolutamente sì. Non riesco a spiegarmi perché si

sia arrivati a tanto. Non vi è logica, se non quella di offri-re una «rappresentazione». La vicenda giudiziaria sulla presunta trattativa è una cosa che va in onda, che deve essere trasmessa, che i citta-dini devono vedere affinché si faccia spettacolo. E l’esito inevitabile è il circo indecente cui una persona della levatura di Napolitano è stato sottoposto al Quirinale.

Formiche.net

DI FRANCESCO DAMATO

Il caso (solo il caso?) ha vo-luto che Luciano Violante decidesse di annunciare alle «signore e signori del Parla-

mento» la sua rinuncia alla con-trastata candidatura a giudice costituzionale in coincidenza con la testimonianza di Giorgio Na-politano alla Corte d’Assise di Palermo sulla presunta trattativa di una ventina d’anni, nella stagio-ne delle stragi di mafi a, fra pezzi dello Stato e di Cosa Nostra. E an-cor più in coincidenza con il ten-tativo maldestro degli inquirenti palermitani, più volte criticati da Violante proprio su questo tema, di trovare nelle parole del capo dello Stato una conferma del loro cosiddetto impianto accusatorio. Una conferma che invece non c’è stata per niente.

Lasciatisi avvicinare dai giornalisti dopo la deposizione di Napolitano, per bocca di Vit-torio Teresi, almeno per quanto riportato tra virgolette sul Cor-riere della Sera da Giovanni

Bianconi, gli inquirenti hanno espresso la loro soddisfazione per avere ottenuto al Quirinale la conferma del «ricatto» mafi oso allo Stato costituito dalle stragi del 1992 e 1993.

Ma nessuno ha mai dubitato di questo «ricatto», cioè della volontà della mafi a di piegare con il sangue ai loro interessi e ai loro obbiettivi le istituzioni. Il problema portato dagli inquirenti al processo è un altro, per niente suffragato dalla testimonianza di Napolitano, e contestato da Violante giù durante le indagini preliminari, quando lo stesso Violante fu interrogato per il lavoro svolto come presidente della commissione parlamentare antimafi a proprio durante la sta-gione delle stragi.

Il teorema degli inquirenti è che i mafi osi fossero riusciti nel loro intento, con la complicità di pezzi dello Stato, ottenendo concessio-ni, per esempio, sul trattamento dei detenuti appartenenti a Cosa Nostra.

Questo è il problema del pro-cesso, riproposto dagli inquirenti

aggrappandosi al «timore» espres-so in una lettera del 2012, quasi in punto di morte, dall’allora consi-gliere giuridico di Napolitano, Lo-ris D’Ambrosio, di potere essere stato al Ministero della Giustizia, dove lavorava nella stagione delle stragi, «ingenuo e utile scriba» per «indicibili accordi». Ma su questo, l’accusa non ha ricavato nulla, proprio nulla, dalla deposizione di Napolitano così ostinatamente e spettacolarmente voluta.

Chiedano qualcosa, piuttosto, alla sorella del martire di mafi a Giovanni Falcone, Maria, citata dal povero D’Ambrosio nella sua lettera a Napolitano come destina-taria di uno «scritto» sul suo «timo-re» per un libro in cui però non si trovò traccia alcuna. Consapevole di questa e di tante altre storture delle indagini e del conseguente processo sulla presunta trattativa con la mafi a, peraltro capeggiata allora da un boss, Totò Riina, che fi nì catturato, Violante si è visto stranamente costretto, sia pure con una decisione formalmente volontaria, a rinunciare ad un

posto, alla Corte Costituzionale, dove per competenza e autorevo-lezza avrebbe ben potuto operare per un riequilibrio dei rapporti fra la magistratura e le altre istitu-zioni.

Violante si è trovato costret-to, ripeto, alla rinuncia prima dai voti che a scrutinio segreto gli sono mancati per una ventina di volte nell’aula di Montecitorio anche nel suo partito, e poi dall’invito al ritiro sostanzialmente rivolto-gli in televisione dal presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi per lasciare spazio a un nome sul quale raggiungere un’intesa in Parlamento anche con i grillini. Che intanto hanno già alzato la voce e la posta nella partita alla quale sono stati chia-mati dopo il delitto politico (qua-si) perfetto subìto da Violante. I magistrati decisi a non rinuncia-re alle loro esondazioni, diventate tali e tante da indurre Violante a svoltare rispetto alle sue origina-rie posizioni in tema di giustizia, ringraziano sentitamente.

Formiche.net

LE DUE VICENDE SEMBRANO FRA DI LORO INDIPENDENTI ED INVECE SONO COMPLETAMENTE INTRECCIATE

Nel giorno dell’interrogatorio a Napolitano, Violante ha ritirato la candidatura alla Corte costituzionale, dopo 20 votazioni nulle

Mario SechiDI CORRADO MIRASOLE

E ti pareva. Se le banche italiane fanno acqua da tutte le parti, mò la colpa è di Renzi! Eh già perché i vertici di talune banche ritengono che l’Ue abbia voluto far pagare certi atteggiamenti tutti italiani. Balle.

* * *Avviso ai naviganti: è iniziata la campagna acquisti (anche tra chi fa politica già da un pezzo) del giovin premier. Cito-fonare palazzo Chigi e chiedere di Lotti: purché si portino anche i voti e non solo le chiacchiere perché ne serviranno molti per superare la soglia e guadagnare la maggioranza dei seggi.

* * *Una cosa ve la devo confessare: alla Leopolda non se ne poteva più di ascoltare il refrain di «Geronimo», canzonet-ta tanto divertente quanto anonima. Sapete che vi dico? Sarebbe stato molto meglio l’heavy metal del metallaro Bersani.

* * *Perché fare tanto i coraggiosi e rendete pubbliche le lettere europee ma non i contenuti del Patto del Nazareno? Per la serie: trasparenza a giorni alterni.

* * *Avviso ai naviganti : forse c’è più prosa che poesia nei mo-tivi che spingono certe alte cariche a non dimettersi tanto facilmente.

VOCI DI CORRIDOIO

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7Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30 OttobrP R I M O P I A N OAl pari di Romano Prodi anche lui preferisce circondarsi di gente i data anzichè competente

Renzi è debole sui collaboratoriGiusto l’opposto di Fanfani, Moro, Craxi e D’AlemaDI DOMENICO CACOPARDO

Non è detto che il presi-dente del consiglio ce la faccia. Non si tratta di essere gufi o pappagal-

li, si tratta d’essere consapevoli della complessità della situa-zione, prima di tutto europea, nella quale deve guidare l’Italia. Insieme ai problemi della crisi generale, ci sono le diseconomie interne, le posizioni parassita-rie, la caduta della produtti-vità, l’ineffi cienza del sistema giudiziario, una concezione dei rapporti sociali, ormai da anni ovunque abbandonata. Pensia-mo ai lavoratori le cui aziende debbono chiudere o ridimen-sionarsi. Da noi è normale che blocchino ferrovie e autostrade, che occupino Roma, che, insom-ma, tentino di scaricare le loro drammatiche questioni sulla comunità nazionale. Lo sche-ma aveva rilevanti possibilità di successo sino agli anni ’90: le partecipazioni statali consen-tivano allo Stato di assumersi l’onere di gestire aziende de-cotte o in diffi coltà, riuscendo, in qualche caso a risanarle. Il più delle volte continuavano a essere idrovore che consumava-no la ricchezza nazionale. Anche questo c’è nel conto dell’immen-so debito pubblico italiano.

Ora no. I vincoli comuni-tari impediscono operazioni di salvataggio a spese degli stati. Perciò, i lavoratori posso-no occupare quello che voglio-no, ma la comunità nazionale e, quindi, il governo non possono intervenire nell’unico modo uti-le: mettendoci quattrini. Salvo quelli degli ammortizzatori. Il paradosso è che il sindacato non si assume la responsabilità di dire la verità, anzi specula sulle crisi, mettendosi alla testa delle inutili manifestazioni di piazza che le accompagnano. Al divieto di aiuti di Stato, si sommano i vincoli allegramente accettati, gli errori del ’98, quando l’ac-coppiata Prodi&Ciampi defi nì le ragioni di cambio lira-euro, l’assenza di una seria politica riformista, che hanno aggravato il disastro sino alle dimensioni attuali.

Ora, alle diffi coltà di ma-neggiare i rapporti inter-nazionali e la crisi interna, si aggiunge un serio nemico che si aggira a Roma, a Bruxelles e Firenze: si chiama Matteo Renzi. L’approccio dell’ex sin-daco di Firenze ai problemi dell’Europa e del governo è stato, quantomeno, discutibile. I politici di livello gestiscono il piccolo o grande potere affi dato loro in due modi: ci sono quelli sicuri di se stessi che si affi da-no a collaboratori esperti, per dirla in modo chiaro, di serie A; ci sono quelli insicuri che si affi dano agli amici, senza guar-dare alla qualità professionale degli stessi.

Tra i primi ricordo, per personali esperienze, Fanfa-ni, Moro, Craxi e D’Alema. Fra i secondi, il più signifi cativo è stato Romano Prodi, sem-pre pronto a preferire l’amico del proprio cerchio magico (il caso Rovati è il più noto, ma ce ne sono tanti altri) al professio-nista capace.Craxi, per esem-pio, aveva intorno una squadra di compagni di strada di tutto rispetto: da Amato a Martel-li, da Formica a De Miche-lis. E l’ingresso dei socialisti al governo, nell’80, si caratterizzò con iniziative di grande signi-fi cato innovativo. Il giro di De Michelis per le fabbriche, nelle quali, nel pieno di un’altra cri-si, si incontravano agguerrite cellule terroristiche, mostrò il volto di un governo coraggioso nell’affrontare i problemi a viso aperto. In qualche modo, una tecnica mutuata dall’attuale «premier» che non manca occa-sione per andare nelle scuole, nelle fabbriche, nei luoghi del disagio.

Quanto all’Europa, e non poteva essere diversamente, vista la combinata inespe-rienza di Renzi e dell’ectopla-smatica ministra Mogherini (che continuerà a non esistere a Bruxelles, ragione questa della sua generale approvazio-ne) il semestre italiano è stato francamente sprecato. Aveva il potere, Renzi, di iniziarlo convocando una riunione, non sulle diffi coltà dei vari paesi,

ma sull’Unione, sullo suo stato e sulle più urgenti esigenze per andare avanti nel processo di integrazione (unica vera rispo-sta alla crisi) con, per esempio, l’armonizzazione fi scale (divie-to di dumping), la creazione di una Fbi e di una forza armata europee, una reale politica di sviluppo.

Non è stato così. L’unico incontro di qualità politica è stato quello della scorsa setti-mana. Ma i risultati sono stati modesti e di corto respiro. Ecco, se Renzi non rinnoverà profon-damente la sua squadra di go-verno, se insisterà nel preferire gli amici fi dati ai professionisti di riconosciute qualità, potrà

sempre scivolare nella trap-pola che gli faranno trovare i vecchi marpioni europei e ita-liani e/o nella grave intensità dei problemi. È questa l’ombra che permane su un processo di rinnovamento della politica ita-liana che apprezziamo e di cui vorremmo il successo.

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sicuramente avrebbero dovuto parlarne con uno psichiatra di fiducia al momento), per finire col magico 3 (per cento) che domina con piglio severo i destini delle popolazioni più dissestate dell’Europa infelix. I numeri, naturalmente, si possono spi-egare, ma non capire, per cui nulla serve sottolineare che negli 8 milioni fossero cal-colati tutti, ma proprio tutti i maschi adulti dai 20 ai 50 anni del 1940, cui però bisog-nava aggiungere le baionette di legno dei balilla per avvicinarsi almeno un po’ alla fatidica cifra, così come non serve calcolare la capienza di San Giovanni o del Circo Mas-simo, mentre più utile è considerare che i rapporti con la stampa della Camusso sono nelle mani dello stesso addetto che curò quelle del Cofferati oceanico e del Coffera-ti aspirante leader politico, sbolognato a sindaco. Se perfino la questura dice (ma non l’ha detto per iscritto, come un tempo, e quindi forse glielo hanno fatto dire indebitamente), con supremo sprezzo della legge sulla incom-penetrabilità dei corpi, che a San Giovanni a vedere la Camusso saltellare come faceva a suo tempo Berlusconi (e come i veri forti e autorevoli sindacalisti Lama, Trentin, Di Vittorio, Carniti ecc. mai avrebbero fatto) c’erano 700 mila persone, ebbene sia: arro-tondiamo al milione, cifra tonda e non se ne parli più.

Dell’articolo 18, già si è scritto su queste pagine. È chiaramente un numero diabolico: 666. Bastava semplicemente rinumerarlo e lasciarlo morire per consunzione, visto che, col suo alto patrocinio, i sindacati hanno assistito, senza nemmeno pensare alla lon-tana a uno sciopero generale, alla scompar-sa di quasi 2 milioni di posti di lavoro negli ultimi anni e le cronache giudiziarie regis-trano che le azioni in nome del suddetto articolo hanno visto soccombenti più di 3 mila lavoratori in tempi recentissimi, con l’eccezione della ballerina della Scala che ha denunciato le politiche anoressiche per il corpo di ballo.

Per l’euro il discorso di fondo è leggere i numeri giusti. Molti autorevoli economisti hanno spiegato che la sua introduzione non è stata un fattore di inflazione, salvo che per alcuni servizi e beni, teorizzando che, ad esempio, i ristoratori avevano aspettato ad aumentare i prezzi, in vista del cambiamen-to di moneta e che se pure gli alimentari costavano di più, i prodotti elettronici e infor-matici avevano un costo inferiore. In realtà, l’inflazione, ovvero un aumento dei costi ha picchiato duro in un particolare settore, ovvero le retribuzioni dei dirigenti pubblici, le indennità dei politici con conseguenti vitalizi, il finanziamento ai partiti, gli sti-

pendi della cosiddetta «casta», gli emolu-menti ai santoni del talkshow politico che ormai ammorba le nostre serate televisivo. Pare infatti che siano stati fatti con-tratti, nel gran viavai tra una rete e l’altra, per 4 milioni di euro: 8 miliardi di lire. Così come pare che tra i dipendenti delle camere ci sia rivolta per una ventilata diminuzione dei compensi e si può capirli: sembra che al barbiere si voglia ridurre il compenso annuo a 72 mila euro, vale a dire 150 milioni di lire. Mentre si dice che al Senato il segretario generale guadagnasse la modica cifra di 500 mila euro, vale a dire circa un miliardo di vecchie lire. Potete fare lo stesso giochino con retribuzioni di magistrati, burocrati, diri-genti Asl o Usl (ancora non è chiaro), baronie universitarie ecc., per ritornare ad avere un senso analitico più aderente alla realtà. Ovviamente questo non ha funzionato per lavoratori dipendenti e pensionati, ma si sa: non si può accontentare tutti. I fantas-tici 80 euro (160 mila lire) dovrebbero incor-aggiare al consumo una platea relativa-mente vasta: basta fare quattro volte una spesa normale al supermercato e li avete finiti. Mentre gli 80 euro, contributo per incentivare la maternità fuori tempo mas-simo, che bastano per tre o quattro con-fezioni di pannolini (due di pannoloni per anziani) o per due serate di baby sitter, vanno, come è logico, alle famiglie che han-no un reddito massimo annuo di 90 mila euro (180 milioni), anche se c’è un mondo vasto di persone che campa (si fa per dire) con pensioni di 4/500 euro mensili, alle quali nulla viene dato. Il che pone seri dubbi sulla conoscenza del mondo reale del primo ministro, che pure risulta avere figli, ma non sa che ormai, nelle famiglie, i figli si fanno sempre meno (col vecchio sistema tradizionale) mentre pesano sempre di più, i problemi di assistenza per gli anziani, di cui il governo si accorgerà quando si saran-no quasi estinti e non saranno quindi più un problema. Infine, sempre tornando ai numeri, pare che ci sia solo un 5% dei contribuenti che denuncia un reddito superiore ai 100 mila euro (quindi fatto il conto di burocrati, parlamentari, assessori regionali, com-messi delle due camere, magistrati vari, forse avanza spazio per una decina di imprenditori.) La cosa strana è che si dice che il 10% delle famiglie detenga più del 50% della ricchezza nazionale. Il conto non torna, ma non importa. La matematica, di fatto, è solo un’opinione. Cerchiamo qualche buon esperto laureato in numerologia e sapremo dove comincia e dove finisce il nos-tro futuro.

Serena Gana Cavallo© Riproduzione riservata

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Bergoglio di Riccardo Ruggeri«Non sono comunista …». Ma i comunisti non erano tutti • scomparsi?

Napolitano

Rilassato e chiaro nella «sala oscura» del Bronzino.• Quirinale

Sentiti tutti gli avvocati emerge che D’Ambrosio era una • persona perbene a cui era sfuggito un «indicibile».

Legale di Riina

«..ora abbiamo delle carte da giocare…» Si può dire, senza • offendere nessuno, «la giornata delle supercazzole»?

Cgil

«Piano del Governo: sterilizziamo la Camusso». Ragaz-• zi, non esageriamo.

BRIOCHE E CAPPUCCINO

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8 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R I M O P I A N OLe elezioni regionali del 23 novembre saranno la cartina al tornasole della tenuta dell’M5s

Calabria, il terrore dei grilliniA Reggio C. sono precipitati dal 28,5 al 2,5% dei voti

DI GIORGIO PONZIANO

Beppe Grillo si appre-sta a un nuovo tour (politico) al Sud (dopo i fuochi d’artificio, in

Sicilia, sulla mafia) con uno scopo preciso: le regionali in Calabria. Ci sono infatti due stress test elettorali forse de-cisivi per il suo movimento: le urne in Emilia (di cui abbia-mo scritto ieri) e in Calabria. Il M5S non sembra più godere lo stato di salute d’una volta, le campagne di epurazione lasciano ferite, il cerchio ma-gico è sempre più un fortino inespugnabile per la periferia che però incomincia a ribel-larsi. L’esito delle elezioni,

seppur assai parziali, del 23 novembre sarà quindi un im-portante banco di prova per i pentastellati in vista delle future politiche. Ma anche in Calabria non mancano diatri-be e frizioni interne e l’esito del voto (preferenze compre-se) potrà fare prevalere gli uni o gli altri, i più dialoganti o i grillini duri-e-puri contro tutto e tutti.

Da Reggio Calabria arri-va per il M5S un campanello d’allarme poiché alle recenti comunali la sconfi tta è ma-turata tutta all’interno del movimento, con tre meetup (i circoli grillini) in lotta fra-tricida tra loro, un candidato sindaco che ha subito la fatwa da parte dei vertici ed è sta-to cambiato in corsa, i leader nazionali che hanno snob-bato la campagna elettorale in tutt’altre faccende affac-cendati. Tanto che si stanno aprendo i processi e sul web piovono le invettive: meno tv e più periferia, meno diktat e più discussione, meno web e più banchetti nelle strade.

Grillo non commenta la sconfi tta sul suo blog (quel-lo che era il libretto rosso dei maoisti del movimento stu-dentesco). Parla chiaro inve-ce la deputata 5stelle reggina Federica Dieni: «Possiamo decidere se nascondere la testa sotto la sabbia o se in-tendiamo imparare dai nostri errori. C’è qualcosa che non ha funzionato. La presenta-zione di una lista non dovreb-be rispondere alle esigenze di visibilità di qualcuno, ma dovrebbe essere la conse-guenza di un percorso natu-

rale costruito su alcuni punti programmatici. Per queste ragioni nessun eletto al par-lamento o membro dello Staff di chicchessia può infl uire su una decisione autonoma dei cittadini».

È una critica a com’è stata gestita tutta la faccen-da con i tre meetup che non hanno trovando l’accordo tra loro e chiesto, ognuno per suo conto, la certifi cazione, cioè l’uso del simbolo, a Gianro-berto Casaleggio, che come Ponzio Pilato ha risposto: votate in rete. Conclusione: ha vinto la lista con a capo Sal-vatore Ser-ranò, che ha incominciato a fare la cam-pagna eletto-rale salvo poi essere messo alla porta dal cerchio ma-gico per un p r e c e d e n t e uso improprio del simbolo. Fuori uno, è arrivato un altro candidato, Vincenzo Giordano, fra contestazioni, accuse e feroci improperi.

In più vi è l’annosa frat-tura tra i due senatori lo-cali, Francesco Molinari e Nicola Morra, con rela-tivo schierarsi di supporter. Dice Molinari: «Con Morra interpretiamo diversamente il ruolo di portavoce: io mi sento un portavoce degli at-tivisti, lui invece nell’ultima assemblea regionale ha detto che si basa sulla stima che ri-ceve da Grillo e Casaleggio». Risponde Morra: «La verità è che dove presentiamo una squadra forte con candidati a modo prendiamo molti voti, dove sbagliamo scelte venia-mo puniti».

Insomma, Molinari avrebbe appoggiato Gior-dano e quindi a lui va adde-bitato il patatarac. Ma non ci sembra omogeneità nei punti di vista sull’elezione plebi-scitaria del nuovo sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà (31 anni, più gio-vane di tanti grillini in lista, pidiessino dialogante) neppu-re tra coloro che sono nella li-

sta per le prossime regionali. Dice una delle candidate, Sil-via Scerbo: «A Reggio Cala-bria ha vinto Falcomatà, un cognome im-portante per la città dello stretto, un cognome che i n e v i t a b i l -mente riporta alla mente un uomo vera-mente saggio e che aveva nel cuore la sua città; è con an imo sincero che auguro al nuovo sindaco di riuscire a far rinascere la città».

Al contrario, un altro candidato, Massimo Morelli, afferma: «A Reggio ha votato il 65.06%, di cui Falcomatà ha preso il 60.99%. Questo signi-fi ca due cose: un terzo degli elettori non ha votato; il pri-mo cittadino è stato scelto da un popolo pari a quello che ha disertato le urne». Diver-genze che il senatore Nicola Morra vorrebbe rimanesse-ro all’interno: ma il web non era il totem dei pentastel-

lati? Adesso sembra non sia più così: «Finire con-tinuamente sui giornali perché c ’è qualcuno che fa polemica sul web- af-ferma Morra -non signifi ca lavorare per far crescere il movimento

ma per impedirne il successo. Quindi bisognerebbe evitarle quando non hanno valenza pubblica».

Le elezioni del 23 no-vembre fanno stare in an-sia tutta la nomenclatura grillina. Il fl op reggino è stato clamoroso: dopo il 28,5 delle politiche e il 21 delle europee, si è scesi al 2,49. In un anno

e mezzo i grillini a Reggio hanno perso 23.000 voti. Un quotidiano locale ha scritto che l’aspirante sindaco stella-

to, Vincenzo G i o r d a n o «avrebbe fi r-mato come a r c h i t e t -to, secondo quanto scri-vono gli at-tivisti sui so-cial network, alcuni dei progetti con-testati della passata am-ministrazio-

ne Scopelliti».Lui nega ma la vicenda

la dice lunga sull’aria che si respira nel M5S calabro. Tra l’altro c’è addirittura una vi-cenda con tanto di tinnar di manette. In una maxi ope-razione dei carabinieri sono state fermate ventisei per-sone appartenenti alla cosca di ’ndrangheta dei Bellocco, operativa a San Ferdinando, sulla costa tirrenica reggina. Le accuse, a vario titolo, sono associazione mafi osa, traffi co di droga, estorsioni, danneg-giamenti, intimidazioni. Tra i fermati, anche il sindaco Do-menico Madafferi accusato di aver favorito il rilascio di li-cenze e autorizzazioni per ne-gozi nella disponibilità della cosca e il consigliere comunale Giovanni Pantano, eletto in una lista civica e tra i promo-tori del meetup grillino a San Ferdinando.

Da parte dei 5stelle si sottolinea che Pantano è un simpatizzante ma non un iscritto al blog di Grillo («non è mai stato un rappresentante istituzionale del movimento») ma l’affaire ha fatto comunque scalpore, anche perché l’arre-stato partecipava all’attività del movimento senza essere stato mai scomunicato. Non a caso il deputato Mimmo Pisano ha chiesto maggiore attenzione nelle liste «per evi-tare infi ltrazioni mafi ose».

In questo caravanserra-

glio c’è chi prova a fare cam-pagna elettorale. Melania Di Bella, per esempio, lancia una proposta: «Utilizzare ca-stelli e torri in disuso lunga tutta la Regione come punti di distribuzione del segnale wi-fi gratuito». Mentre Silvia Scerbo twitta: «Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai». Un caso curioso è quel-lo di Antonio Nesci, fratello della parlamentare Dalila: si era proposto alle web-prima-rie, suscitando un caso per via della parentela, ma ha ottenu-to appena due voti, e quindi è rimasto fuori dalla lista.

Le speranze elettorali sono riposte su Cono Can-telmi, presente due volte, come capolista e come aspi-rante consigliere, un double

face assai chiacchierato ma lui sportivamente sulla sua pagina Facebook pubblica an-che le critiche, tra cui questa: «A me pare che anche tu sia affetto da arrivismo politico e, a tutti i costi, sei alla ricerca di una poltrona. Sei uno dei pochissimi, se non l’unico, che nella storia delle competizioni regionali in Italia si è candida-to per entrambe le posizioni». Cantelmi è un avvocato di Ca-tanzaro. Gli sono bastati 183 (!) voti per vincere le primarie on line. Sulle sue spalle il compito di ribaltare il rovescio di Reg-gio Calabria e dimostrare se il M5S è ancora vivo e vegeto.

Twitter: @gponziano© Riproduzione riservata

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ne Scopelliti».

Investito dai voti presi sul web aveva cominciato la cam-pagna per diventare sindaco il grillino Salvatore Serranò

che però è stato poi messo alla porta

dal cerchio magico

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La Regione è spacca-ta fra le due fazioni

che fanno capo a due senatori locali del

Movimento 5 stelle: Francesco Molinari e Nicola Morra che sono da sempre ai

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face assai chiacchierato ma

Per certifi care il tra-collo dei grillini nelle comunali di Reggio

Calabria è suffi ciente rilevare che, in un anno e mezzo, essi hanno perso, nella città del Stretto, ben 23 mila voti

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ma per impedirne

La deputata 5stel-le Federica Dieni,

davanti alla débacle grillina a Reggio Ca-labria scrive: «Possia-

mo decidere se na-scondere la testa sotto la sabbia o imparare

dai nostri errori»

DI DOMENICO CACOPARDO

Gentile dottor Cantone, la notizia della richiesta inoltrata dall’Au-torità anticorruzione al Prefetto di Roma per il commissariamento

del Consorzio Venezia Nuova era attesa. Più volte l’ho invocata sulle colonne di questo giornale. Ovviamente, non c’è alcuna soddi-sfazione : si tratta di un evento traumatico che registra una situazione di anomalia giuridica e imprenditoriale. Tuttavia, per-ché l’insediamento di un commissario non

rimanga nell’ambito delle operazioni di superficie, le segnalo la necessità, di cui il ministro Lupi non s’è colpevolmente reso titolare, di una «due diligence» che definisca i costi sostenuti dalle imprese del Consorzio e quelli rimborsati dallo Stato. Il delta che sicuramente emergerà, definirà l’entità del-la provvista illecita usata per il pagamento di tangenti, per l’erogazione di liberalità e per l’effettuazione di spese ingiustificabili. La ringrazio per l’attenzione.

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SOLO COSÌ SI POTRÀ CALCOLARE IL VOLUME DELLE TANGENTI

Caro dottor Cantone faccia fare lei la due diligence sul Consorzio Mose

Cono Cantelmi

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10 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R I M O P I A N ONon rompe il Patto del Nazareno sulle riforme istituzionali ma brandisce la spada anti-tasse

Berlusconi vuol darsi una mossaIn caso contrario viene fagocitato da sinistra e destra

DI MARCO BERTONCINI

L’incombente richiamo al patto del Nazareno ha da mesi costretto in un angolo Fi, con il

più che evidente rischio di fi ni-re appiattita su Matteo Ren-zi. Se n’è reso conto il massimo assertore del patto, vale a dire Silvio Berlusconi. Di qui, il via libera da lui espresso alla manifestazione anti tasse. A citare con adeguata ricorrenza il carico fi scale (contro il quale mobilitarsi) erano stati fi nora sia oppositori interni (Daniele Capezzone, anche per il ruolo di presidente della commis-sione Finanze a Montecitorio, e Raffaele Fitto), sia il capo-gruppo dei deputati, Renato Brunetta, il quale, in verità, non ha mai cessato di affronta-re l’argomento, fornendo studi tanto doviziosi quanto poco o male sfruttati.

Adesso Berlusconi scende in campo con alcune dichiara-zioni che lo collocano in antitesi alla politica perseguita da Ren-zi, mentre si annuncia un ri-torno alla piazza, il «casa day», come già segnalato da ItaliaOg-gi, per specifi camente combat-tere il fi scalismo immobiliare della maggioranza. È palese che il Cavaliere si è reso conto della necessità di una sterzata politica: mantiene sempre sal-

da l’intesa sulle riforme istitu-zionali, ma intende recuperare libertà su temi importanti, per i quali non sarebbe motivata (anzi, sarebbe suicida) l’ade-sione alla linea perseguita dal governo. Lasciare a Lega e alla destra il monopolio della polemica è dannoso per Fi: la concorrenza nel centro-destra si avverte.

È esatto quanto Berlu-sconi dichiara: la sinistra ha le tasse nel Dna. Finora, però, Fi non aveva agitato il tema. Eppure la politica go-vernativa offre motivi formi-dabili di attacchi, dal silenzio sulle migliaia di società pub-bliche da abbandonare, all’in-cremento delle accise, dalla crescita del debito pubblico, all’aumento della pressione fi scale, dall’assenza di riforme che consentano il decrescere della spesa, alla liquidazione del commissario Cottarelli. La rivoluzione liberale, predicata in origine dal Cavaliere e ora tirata di nuovo fuori dopo anni di abbandono e di tradimento sostanziale, non può che fon-darsi anche sulla decrescita forte e solida delle tasse.

È probabile che Berlu-sconi, piuttosto che riprende-re un’antica bandiera, guardi alla contingente necessità di assumere posizioni autonome rispetto a Renzi. Tanto i son-

daggi quanto le pressioni inter-ne quanto taluni richiami della stampa amica devono averlo persuaso che Fi deve darsi una scossa. Se procede nel sostegno a Renzi, il rischio è semplice: re-

cargli elettori. La mobilitazione della piazza (o di più piazze), legata a temi popolari (Tasi, Imu, carico fi scale in genere), è un’occasione eccellente per chiamare a raccolta attivisti e

simpatizzanti, per mostrare ad-dirittura l’esistenza in vita del partito, per dare modo a molti delusi di vedere che c’è chi si oppone a Renzi, e non per con-testarlo da sinistra.

DI TINO OLDANI

Perché non sottoporre a stress test anche l’Unione europea? L’obiettivo è evidente: a diffe-renza delle banche, non si trat-

ta di misurare una solidità patrimonia-le, bensì la coerenza politica della stessa Commissione Ue con i Trattati europei. Troppo spesso questi ultimi sono sta-ti «calpesti e derisi» da euroburocrati prepotenti, mai eletti da nessuno, ma diventati incredibilmente più forti dei governi nazionali, questi sì eletti dal popolo in modo democratico. In fondo, è proprio questa la tesi che accomuna le interviste recenti di tre studiosi di questioni europee, che pur partendo da temi diversi, giungono tutti alla stessa conclusione: basta con le violazioni dei Trattati da parte dell’euroburocrazia; sì al ritorno degli ideali di pace, soli-darietà e prosperità, che ispirarono i fondatori dell’Europa unita.

Il primo a dire «basta» è Giusep-pe Guarino, 91 anni, giurista autore-vole e lucidissimo, a dispetto dell’età. Un paio d’anni fa, con un saggio ormai celebre, fu lui a mettere in dubbio su Milano Finanza che il Fiscal Compact avesse il valore di fonte normativa. E ieri, in un’intervista al Corriere della sera, ha ribadito la stessa tesi, spie-gando che il primo gennaio 1999 gli euroburocrati di Bruxelles imposero

con un regolamento (numero 1466/97) l’obiettivo del pareggio di bilancio al po-sto della «crescita sostenibile», indicata nel trattato di Maastricht. In pratica, con un semplice regolamento, gli euro-burocrati hanno modifi cato un trattato, cosa inammissibile sul piano giuridico. Da quell’abuso si è poi arrivati, sempre per vie burocratiche, all’obbligo dell’in-debitamento pari allo 0% per i Paesi in disavanzo, invece del 3% indicato dal trattato di Maastricht. Un’imposizione che per Guarino «ha costituito un atto illegale», che ha prodotto miseria..

Per questo, ha aggiunto, bene ha fatto il premier Matteo Renzi a ribellarsi a vincoli imposti con un re-golamento illegale, varando la Legge di stabilità 2015 che fonda la propria legittimità sul 3% di Maastricht. In questo modo, a parere del giurista, il premier italiano «ha rottamato» non solo un regolamento europeo sbagliato e illegittimo, ma anche il Fiscal com-pact, che ne era la diretta conseguen-za. «La rottamazione del principio della parità del bilancio provocata da Renzi» sostiene Guarino «offre un’occasione unica per uscire dalla gabbia europea», e rilanciare i principi originari dell’Eu-ropa unita.

Meno ottimista l’analisi dell’economi-sta francese Jean-Paul Fitoussi, che insegna alla Luiss di Roma, da sempre critico verso la politica di austerità. A

suo avviso, il governo italiano e quel-lo francese, che all’inizio sembravano alleati nel contrastare i vincoli impo-sti dal Fiscal compact, hanno ceduto alle pressioni del vicepresidente della Commissione Ue, Jirky Katainen, e corretto le rispettive manovre di bilan-cio, riducendone la portata espansiva. «Una grossa occasione persa», ha detto alla Repubblica Fitoussi, che – al pari di Guarino punta il dito contro l’euro-burocrazia: «Due governi democratici che eseguono gli ordini, anche piuttosto discutibili, di un funzionario europeo. Sia Padoan che Sapin si sono adattati alle indicazioni, forse sarebbe meglio chiamarle diktat, della Commissio-ne sulla crescita potenziale, frutto di una elaborazione puramente teorica che Bruxelles ha fatto cadere dall’al-to, adducendo un potere d’imperio che non ha». Più avanti: «Non è tempo di compromessi. È tempo di fare l’opposto del rigore, cioè di impostare politiche espansive, altrimenti l’economia non si riprenderà mai».

Pollice verso nei confronti dell’Europa a trazione burocratica anche da parte dell’economista Paolo Savona, che in un’intervista al sito l’antidiplomatico.it ribadisce le criti-che espresse più volte nei suoi scritti su ItaliaOggi. In particolare, sottolinea l’assurdità di cedere la sovranità nazio-nale non solo in materia monetaria, ma

anche fi scale e normativa, qualora un Paese chieda alla Troika (Bce, Fmi, Ue) di essere aiutato a superare una crisi del debito pubblico. «È una forma di co-lonizzazione economica che contrasta con lo spirito democratico dei trattati», sostiene Savona. «Ho paragonato que-sta situazione a un assetto istituzionale in cui le leggi approvate dai parlamenti devono essere sottoposti a organi re-ligiosi, che giudicano la loro coerenza con i testi sacri , come in Iran. Perciò ho chiamato il Fiscal compact, ma an-che altri testi europei, il Corano d’Eu-ropa. Coloro che accettano di disfarsi della sovranità nazionale senza prima avere raggiunto l’unifi cazione politica, verranno giudicati severamente dalla storia».

La soluzione? Per Fitoussi c’è un solo modo per tagliare fuori l’eurobu-rocrazia: «Pensare a una Commissione Ue eletta dal popolo, come vogliono le più elementari regole di democrazia. Non possiamo farci governare da tec-nici, per di più scarsamente intelligen-ti». Come punto d’arrivo di eventuali stress test politici all’Unione europea, l’unifi cazione politica dell’Europa in-dicata da Savona e l’elezione popolare della Commissione Ue auspicata da Fitoussi, non sarebbero affatto male. Anzi, due nuovi traguardi culturali e politici per cui battersi.

© Riproduzione riservata

TORRE DI CONTROLLO

Guarino, Fitoussi e Savona: dopo il Fiscal compactè urgente rottamare anche la stolta euroburocrazia

DI GIULIANO CAZZOLA

Nella ricorrenza di quella del 28 ottobre del 1922 abbiamo assistito alla «Marcia su Roma» della Procura di Palermo. Avevamo pensato di proporre a qualche parlamentare amico di presentare un progetto di legge per istituire, il 28 ottobre di ogni anno, la Giornata della Ver-gogna nazionale. Ma ciò che è successo in quel giorno maledetto non lo merita proprio, perché si è trattato solo di un’indecorosa pagliacciata. E le pagliacciate non si celebrano. In nessun altro modo potremmo defi nire lo spettacolo di Piazza del Quirinale piena di capannelli di giornalisti radunati intorno ad avvocati che intendevano sfruttare, raccontando ciò che avevano udito delle dichiarazioni del Capo dello Stato, quelle ore di inattesa celebrità, a costo di essere protagonisti di un evento che sarà annoverato come una pagina nera nella storia della Repubblica. Uno di questi «prìnci-pi del Foro» si era persino scritto gli appunti e li leggeva. Male.

* * *D’ora in poi chiamerò Matteo Renzi il Ba-

lilla perché - sia pure con la consueta presun-zione e la solita strafottenza – non rinuncia a tirare sassate nella piccionaia della sinistra. Se scoprissi, pure, che ama i gatti, penso che sarei disposto a cambiare opinione su di lui.

* * *Nel disegno di legge di stabilità ci sono

molte cose non condivisibili. In particolare, lo ripetiamo, non si capisce perché si sia voluto ferire a morte un settore d’importanza stra-tegica come la previdenza complementare a capitalizzazione. Ma quando abbiamo visto tagliare i fondi a disposizione degli «esoda-ti» ci si è aperto il cuore e ci siamo convinti che nel nuovo corso c’è anche del buono. La «vecchia sinistra» aveva spostato in pieno la loro causa, in modo totalmente acritico. Le rappresentanze delle diverse categorie di salvaguardati erano ospiti di tutte le tra-smissioni televisive, al pari di tante Madonne pellegrine. Ovviamente non ignoriamo che ci fossero dei problemi, anche seri. Ma le loro rivendicazioni costituivano l’espressione di una società e di un sistema, divenuti inso-stenibili, che garantivano il pensionamento prima dei sessant’anni, come se questa fosse la sola soluzione possibile per chi ha raggiunto quell’età. Poi ci si è accorti anche le previsioni di spesa su fondavano su numeri esagerati. Di qui i risparmi che Renzi ha pensato bene di requisire. Immaginiamo, allora, che non vi sarà un settimo intervento di salvaguardia. Ci dispiace per Cesare Damiano, il «difensore della fede» dei primi sei.

Formiche.net

PUNTURE DI SPILLO

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11Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30 OttobrP R I M O P I A N O

Papa Francesco: «Mi dicono comunista, ma è amore per i po-veri». Renzi: «Mi dicono comunista, e mi viene da ridere».

Filippo Merli

Avete messo su un gran bel locale

Di carta stampata se ne vede molta meno in giro, ma al contempo il giallo è sempre più diffuso. Voi di ItaliaOggi state andando forte. Siete riusciti a creare qualcosa di unico, a inserirvi in un mercato di super scatoloni vuoti più simili tesine copia-incolla che quotidiani, con un prodotto ricerca-to, pulito e polposo (un DOCG sugli scaffali dell’edicolante). Quando ero un ragazzino sceglievamo un bar, piuttosto che altri, perchè si diceva essere frequentato da «bella gente». Intendiamoci, non persone dal bell’aspetto o di estrazione alto borghese, ma semplicemente con qualcosa di concreto in zucca e due argomenti stimolanti da trattare. Parlando per metafore quindi, siete riusciti, voi di ItaliaOggi, a dar vita a un gran bel locale, con una miriade di «belle teste», che in modo estremamente eterogeneo stuzzicano, diver-tono e informano (non formano) chi, una volta al giorno, decide di fare un salto tra le vostre pagine, per leggere qualcosa che altrove non c’è.

Michele MoraschiTroppa grazia. Ma grazie.

Grazie a Oldani, a Ruggeri (e a ItaliaOggi)

Basta leggere Tino Oldani su ItaliaOggi di ieri (Sono stress test taroccati) e il bellissimo resoconto del dibattito tra Ric-cardo Ruggeri e sua moglie sulla Legge di stabilità per capire più cose di questo bel Paese che non attingendo per una settimana intera a vuoti talk show e altisonanti arti-coloni della stampa. Grazie di esistere.

Matteo Rigamonti

Pina Picierno deve ancora pedalare

La rampante piddina Pina Picierno è famosa, ma non famo-sissima. Se provate a digitare la parola «Pina» su Google, appaiono nell’ordine: Pina Colada, Pina Fantozzi e solo ter-za Pina Picierno. La ragazza deve ancora lavorare.

Amanda Chiegni

Due conti della serva

Centomilaquattrocentocinquanta euro. Tanto è costata alla Cgil la sosta romana di 2009 pullman in occasione della manifestazione contro la politica economica del governo. Certo è che per ogni bus il sindacato di Corso d’Italia ha versato al comune di Roma guidato da Ignazio Marino ap-punto 50 euro, cifra necessaria per ottenere il permesso G valido, spiega l’assessorato alla mobilità della capitale, per «i Grandi Eventi, di carattere religioso o laico». Fin qui i dati ufficiali. Ora facciamo due conti: su duemila pullman ci possono stare 100 mila persone (calcolando 50 persone su ogni mezzo). Le altre 900 mila dichiarate dalla Cammusso e riprese da tutti i media, come sono venute a Roma? Forse via facebook, come si usa oggi

Vitale Longo

Chi ci prende in giro di più?

Berlusconi ha detto bene: «Se lo Stato riduce una tassa, come sta facendo oggi questo Governo, ma invece di ri-sparmiare toglie fondi alle Regioni che, per far funzionare la sanità, sono costrette ad aumentare le tasse regionali, allora si prendono in giro gli italiani». Invece abolire l’Imu lasciando a secco i comuni, che quindi saranno costretti ad aumentare le tasse comunali, quello invece…

Lucio Sironi

Giornalisti o scendiletto?

Fabio Fazio e Massimo Gramellini, ricevendo a Che tempo che fa il sindaco di Roma, Marino, non erano due giornalisti bensì due scendiletto che hanno semplicemente contrac-cambiato il sorriso di Marino coi loro sorrisi estasiati. Così il sindaco si è sentito autorizzato a tenere una breve omelia sul fatto che in Campidoglio ha fatto la sua apparizione l’amore, che nelle sue molteplici forme non può essere con-trastato da nessuno. Nessuno, in studio, gli ha ricordato a quali sciagure storiche abbia condotto l’applicazione del principio hegeliano che tutto ciò che è reale è anche razio-nale. E nessuno lo ha invitato ad essere più coerente con le sue premesse: se la condizione necessaria e sufficiente per contrarre matrimonio è l’amore fra i soggetti, perché Marino non trascrive anche i matrimoni poligami (ce ne sono certamente anche a Roma, fra gli immigrati), i polia-mori (rapporti affettivi e sessuali fra tre o più persone) e le relazioni incestuose? Se il criterio che fa premio su tutto è l’amore, se c’è il consenso degli interessati, perché no?

Rodolfo Casadei

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Il futuro mi sorride, con i suoi denti ca-riati. Altan, Donne nude. Longanesi.

Dice Bergoglio che Big Bang e creazionismo non sono in contraddizione. Dai!, allora resta unito an-che il Pd. Maurizio Crip-pa. Il Foglio.

Il costo dei lavoratori sarà così basso che la Cina protesterà per concorrenza sleale. Spinoza. Il Fatto.

Meglio due sinistre che nessuna. Jena. la Stampa.

Per il Veneto, che è una Regione virtuosa, i tagli imposti dal governo centrale peseranno moltissimo. Per le Regioni che sprecano tan-to, invece, cambierà poco: continueranno a sprecare solo un po’ meno. Luca Zaia, pre-sidente della Regione Veneto.

Alessandro Di Battista, uno dei più noti portavoce del Movimento 5 Stelle, è consi-derato da gran parte della stampa quasi l’ala sinistra del movimento fondato da Beppe Grillo. Lui però non si riconosce af-fatto in questo, anzi. Incontrato per stra-da mi racconta la sua storia familiare, con il papà che era un leader locale missino «proprio fascista, destra sociale». E dice di comprendere bene il disagio degli italiani nei confronti degli immigrati clandestini, segnando in questo una svolta del M5S. «Cosa c’è di razzista nel dire che un clan-destino deve andare a casa?». Di Battista rivela anche (come aveva fatto fra mille polemiche il segretario della Lega nord Matteo Salvini) di avere visto a Tropea un hotel a 4 stelle sequestrato per dare rifugio agli immigrati clandestini. Franco Bechis. Libero.it

La coalizione che sosteneva il secondo go-verno Prodi era una coalizione fra diversi, lunatica, sospettosa, destinata a rompersi presto. La discussione preventiva su quanto avrebbe dovuto fare il governo del Professore aveva partorito un programma mostruoso, di trecento pagine. Dopo il voto venne messo insieme un ese-cutivo obeso, con un nume-ro debordante di ministri, viceministri, sottosegretari. Infi ne emerse la vocazione al suicidio e l’irresistibile piacere di impiccarsi da soli. Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli, 2012.

La differenza fra la comunicazione poli-tica e quella aziendale sta nei ritmi e nel livello di aggressività. Le sfi de fra i brand possono proseguire per decenni (Coca e Pepsi, Nike e Adidas, Apple e Microsoft)

e l’attacco all’avversario non può superare certi li-miti. Invece la politica è spietata. Le partite tra i candidati si giocano solita-mente in poche settimane, e non consentono appelli.

Chi perde, non governa, va a casa, e nor-malmente (tranne che in Italia) non si ri-candida più. Inoltre in politica la soglia di tolleranza per i colpi bassi è molto più ele-vata. I cittadini sono assuefatti a un livello di violenza verbale che è impensabile nella comunicazione aziendale. Se una società defi nisse un prodotto della concorrenza «un pericolo per i consumatori» la cosa scanda-lizzerebbe, quando due avversari politici si defi niscono, reciprocamente, «pericolo per la democrazia» non ci fa né caldo, né fred-do. Claudio Velardi, L’anno che doveva cambiare l’Italia. Mondadori.

«Scrivere, per mio padre, era un tor-mento per lui», dice Luigi Barzini junior.

«Quasi una tortura. Tutte le volte, sempre, era come se fosse al suo esordio. Procedeva lentamente sulla pagina, pieno di dubbi, di ripensamenti. Cancellando, correggendo, riscrivendo continuamente e rimanendo sempre insoddisfatto. Ma, alla fine, ne uscivano articoli di così scorrevole lettu-ra da far pensare che fosse facile ottenere quelle pagine. Erano invece il risultato di un lungo lavoro. «La semplicità», diceva, «è un punto di arrivo». Luigi Barzini jr in Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore. Simonelli editore, 1997.

Come gli altri suoi compagni di avventu-ra, Giovannino Guareschi trovò il coraggio di sopravvivere anche grazie a Radio Cate-rina, l’unico mezzo che i deportati italiani di Witzendorf ebbero per sapere, dalla loro prigionia, come evolveva la guerra. Quel-la radio clandestina, che invano i nazisti cercarono rabbiosamente, era stata costruita già nel lager di Sandbostel dal tenente Olivero e da altri geniali uffi ciali che erano riusciti ad impadronirsi di una valvolina rotta e, suc-cessivamente, riparata col catrame tolto dal tetto di una baracca. Partendo dalla valvolina, avevano costruito tutto il resto usando la latta di un barattolo sottratto alle immondizie, la celluloide di un por-tatessere, stagnola, cartine di sigarette, carta per avvolgere la margarina trattata con grafi te di matita. In un portasapone fu messo il gruppo della bobina, antenna, sin-tonia, variometro fatto con un fi lo rubato da Carlo Martignago a una bicicletta del-le sentinelle tedesche appoggiato proprio sotto una torretta di guardia. Martignago era riuscito a rubare ai tedeschi anche i magnetini per la cuffi a di ascolto. Il tenen-te Olivero saliva con un fi lo di rame tra i denti su un castello di letti, si metteva oriz-zontale di una traversa e si trasformava in antenna. Beppe Gualizzini, Guareschi. Editoriale Nuova.

Non esco mai di casa, il mio mondo è tra questi muri: la poltrona su cui siedo, il tinello dove mangio, il letto in cui dormo. La vita si allunga e gli spazi si restringono. Tutto sommato è un vita ancora gradevo-le, lenta nei movimenti e con il tempo che stranamente se ne va in fretta. Mi farebbe più fatica uscire. E poi amo questa casa. Anche Fiumetto amo. Tanto quanto ho detestato Roma dove ho vissuto dal 1917 al 1940. Roma è una città bellissima che odiavo profondamente. Odiavo la squadra di calcio, le facce indolenti dei romani, la storia antica, la retorica delle rovine. Odia-vo i musei e le gallerie, i caffè e i ristoranti. Parteggiavo per Pirro e Annibale. Sognavo Vercingetorige. Mi auguravo nuove inva-sioni barbariche. Ero per New York. O al massimo per Milano. Ho cominciato ad af-fezionarmi a Roma da lontano, durante i miei anni americani. Manlio Cancogni, romanziere, 98 anni. la Repubblica.

Per più di mezzo secolo, con intuizione, crudeltà, alle volte, Françoise Giroud non ha mai cessato di giudicare, di valutare i suoi contemporanei per spazzolarli con qualche frase secca, li graffi ava volentie-ri con delle formule raffi nate, raramente gratuite. Giroud ha amato perdutamen-te il giornalismo. Lei si è interessata più alle persone che ai concetti, ha praticato la critica più che l’analisi, ai sentimenti lei ha preferito le parole. È così che si è fatta temere, ammirare, rispettare. Christine Okrent, Françoise Giroud. Fayard,

2003.

È più facile snellire un fachiro che la nostra buro-crazia. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

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PERISCOPIO

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12 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R I M O P I A N OIl discorso sui movimenti popolari ha riscosso l’adesione senza riserve dei centri sociali

Un papa sempre più peronista?La stampa laica, salvo Libero, lo ha però minimizzato

DI CESARE MAFFI

Il discorso tenuto lunedì da papa Bergoglio a 150 rap-presentanti di «movimenti popolari» arrivati da un’ot-

tantina di Paesi non può essere liquidato fra le tante espressio-ni di circostanza. Esso infatti, stante pure la lunghezza del testo, rappresenta una sorta di manifesto politico-sociale del pontificato. Stupisce, quin-di, che la stampa ieri l’abbia trascurato, tutta impegnata a trattare della testimonianza giudiziaria resa dal capo dello Stato.

Ovviamente ne dà am-pio conto l’Avvenire, che ri-porta l’intero discorso papale come editoriale e poi in una pagina interna. Nell’articolo di presentazione si legge che «i movimenti popolari rappre-sentano quasi un terzo della popolazione mondiale». Quali siano questi movimenti popo-lari lo specifi ca bene il titolo del Fatto Quotidiano: «Zapati-sti, marxisti e indignados tutti dal papa».

Terra, casa e lavoro è la tria-de sulla quale il pontefi ce ha incentrato il proprio dire. Rile-

vando i pericoli sottesi a inter-pretazioni per lui all’evidenza errate, Bergoglio ci ha tenuto a ricordare di non essere comu-nista. Ecco quindi il Giornale che, in pagina interna, con pezzo non fi rmato, virgoletta nel titolo il «Non sono comuni-sta»: nessuna annotazione, solo spezzoni di frasi. Silenzio totale su quotidiani pur attenti, anzi molto attenti, a quel che succe-de Oltretevere, come La Stam-pa e il Foglio; pure Il Tempo non si occupa dell’incontro. Il Quotidiano Nazionale parla di «abbraccio del Papa ai cen-tri sociali», mentre la frase «io comunista?» è derubricata a scherzo nell’intera pagina de-dicata all’evento, con intervista a un leoncavallino.

Pure la Repubblica ri-porta una dichiarazione di un noto esponente dei centri sociali di casa nostra, Danie-la Farina, «storico portavoce del Leoncavallo e ora deputato di Sel». Il Messaggero, dopo un richiamo in prima, propone un servizio preciso, a sottolineare la posizione seccamente con-trapposta al capitalismo. Il Corriere della Sera, nell’enu-cleare svariate rifl essioni osti-

li al dio denaro, rinviene nella concione una «traccia di un’en-ciclica sociale». È una lettura tutt’altro che scorretta: vedre-mo probabilmente concetti simili ripresi nell’annunciata enciclica ambientalista (scom-mettiamo che sarà intinta dei più vieti ecologismi?).

L’unico giornale nel cen-

tro-destra che ha scelto di fornire con ruvida chiarezza una lettura politica dell’inter-vento pontifi cio è Libero. Dopo il colonnino in prima («Papa Bergoglio choc», anche se mol-te tesi erano state già, isolata-mente, espresse), ecco l’intera pagina 15 su «Papa Francesco leader dei centri sociali». Fau-

sto Carioti denuncia, con ac-centi molto espliciti, la posizio-ne antiliberista del pontefi ce. Avrebbe anche potuto aggiun-gere che quasi l’intero discorso odora di peronismo, connota-zione sempre più evidente nel pensiero di Bergoglio.

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Massimo Cacciari (che non sopporta più le boutade del boy scout, e non è il solo) spiega che un partito si chiama così perché è «di parte». Un partito della nazione, come se lo canta, se lo suona e se lo balla il premier, è «una contraddizione logica». E se non ci può essere un partito della nazione, se non nel paese delle meraviglie oppure «oltre lo spec-chio», fi gurarsi se ce ne possono essere due, come vorrebbe sempre Renzi. Un partito della nazione a sinistra e un altro a destra, come le due Queen’s Guard col cappellone di pelo che prestano servizio al cancello di Buckingham Palace.

Renzi non spiega che differenza ci

sia tra un partito della nazione di destra e un partito della nazione di sinistra. Non lo spiegano neanche i due capi di Forza Ita-lia, Papi e la sua fi danzata, che pure hanno l’aria d’approvare l’idea dei partiti nazionali di destra e di sinistra. Partito della nazio-ne? Pronti, siam qua. Se c’è da dare un po’ i numeri i politici italiani sono sempre i primi ad alzare la mano. Italiani, vogliamo rappresentarvi tutti, buoni e cattivi, gio-vani e anziani, belli e brutti, disoccupati e occupati, borghesi e proletari. Berlusconi rappresenta il vostro lato destro, quello peg-giore, e Renzi il vostro lato migliore, quello sinistro.

IL CORSIVO

Italiani, tranquilli, noi vi rappresentiamo tutti

DI CLAUDIO RISÈ*

Coppia è bello. Nella variega-ta saggistica sulla relazione e i rapporti affettivi si nota un forte cambiamento: dallo

sguardo negativo sulla coppia come stabile organizzazione della propria vita affettiva a una riscoperta del suo valore. Le ultime riflessioni sulla coppia confermano così le statistiche note da tempo e verificate negli anni, soprattutto nei Paesi anglosassoni, che raccontano come le persone in una coppia stabile vivano più a lungo, si ammalino meno, abbiano situazioni economiche e sociali più risolte e dichiarino di essere più fe-lici di chi invece vive in situazione di singleness. Vivaci e per certi ver-si sorprendenti si rivelano a questo proposito saggi provenienti da am-bienti culturali lontani da posizioni confessionali, occupati fino a qualche anno fa da lavori che presentavano il single come espressione di una pro-posta di vita particolarmente avan-zata e ricca di sviluppi. Oggi invece proprio queste posizioni vengono confutate tra gli altri da studiosi come Claude Habib (specialista di letteratura del secolo dei Lumi, e docente all’università di Paris III) nel suo ultimo libro Il gusto della vita insieme. Elogio della coppia (Firenze, Ponte alla Grazie, 2014, pagine 142, 14 euro). «Il panegirico dell’autonomia affettiva in sé è vuoto e non porta da nessuna parte» af-

ferma la Habib, ricordando che fare dell’ideale individualistico «lo scopo della vita significa decretare l’inver-no perpetuo».

L’osservazione della relazio-ne fra uomo e donna nella propria esperienza e in quella degli altri (oltre che nelle intuizioni della let-teratura di qualità), porta l’autrice a delineare tratti di una morale laica della coppia che appare singolar-mente simile a quella della grandi tradizioni religiose e cristiane. La grande forza e funzione della cop-pia viene individuata così nell’«espe-rienza affettiva della cura dell’altro» che produce come «effetto reale» di questa pratica «l’abitudine al bene». Che dire allora dell’accusa di violen-za spesso fatta alla comunità fami-liare, e dell’oppressione come ingua-ribile vocazione del maschio? Queste accuse, dice la Habib, derivano «da una visione della storia nella quale le persecuzione delle donne ha pre-so il posto di qualsiasi prospettiva collaborativa. Le forme antiche di solidarietà non sono più intuitiva-mente accessibili, né è comprensibile la coesione tra gli esseri umani. A questi legami ormai fuori portata si sostituisce l’intenzione di opprime-re. Il risultato sono delle grandi di-storsioni». La Habib, come già Ivan Illich nei suoi lavori sul genere, non crede realistico né utile sostituire la categoria dell’oppressione all’eviden-za anche di cooperazione e comple-mentarità tra uomini e donne du-rante il corso della storia fi no a oggi.

«Prima di essere un pericolo politico, la complementarità è un’esperienza privata assolutamente normale, che continua a ribadire la sua utilità ed anche il suo fascino».

Riconoscere la complemen-tarità tra uomo e donna, osserva Habib, ha molto più senso che sban-dierare «il manifesto paritario della condivisione dei compiti». E ironi-camente nota che «di fatto è molto meglio non essere in due a cucinare: lo spazio è quello che è. Quando la coppia funziona, ciascuno sbriga le proprie faccende senza chiedersi se è sfruttato o meno». Anche la valu-tazione della coppia in base alla va-lutazione quantitativa del «chi fa di più» è futile. «Impossibile stabilirlo» risponde la Habib. Nella coppia «la stima è più importante dell’astrat-ta parità». Rispetto e stima: aspetti dell’amore che nella coppia hanno una funzione portante.

L’unione, conclude, non è af-fatto una privazione, ma un’op-portunità. Tutto il contrario del bunker difensivo e reclusivo cui la si è spesso paragonata negli ultimi de-cenni. La coppia è piuttosto un luogo di «decollo», nel quale sperimentare la libertà di essere se stessi, sostenu-ti dall’affettuosa presenza dell’altro. Che (e non è cosa da poco) ti ricor-derà anche dopo la morte, come nel verso «e io ti aspetto, ricordati» di Guillaume Apollinaire (fi ducioso refrain più volte citato nel libro).

Queste virtù e risorse della coppia tuttavia (come ricorda la

stessa Habib) sono state talmente rimosse dalla sloganistica mediatica e politica sulla relazione e la fami-glia che vanno in qualche modo re-imparate anche dal punto di vista cognitivo e comportamentale per poterle fare pienamente proprie e vivere nelle loro potenzialità. A questo scopo sono assai utili libri come Noi due. Strumenti per comprendere e migliorare la vita di coppia (Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2013, pagine 212, 10 euro) della psicologa Laura Capantini, che presenta la coppia come il luogo dell’incontro con l’al-tro, utilizzando supporti narrativi che vanno dal Cantico dei cantici a Roland Barthes. La ricchezza di questa situazione, assieme ai suoi problemi, è presentata utilizzando discipline diverse, dalle scienze della formazione alla psicologia, alla let-teratura.

Indispensabile al riconosci-mento delle potenzialità della coppia si rivela (anche in questo li-bro) il sottrarla alla mitologia spesso consumistica dell’innamoramento, osservandola invece nella concretez-za della relazione, del tempo, della costruzione di vita e della condivi-sione delle esperienze affettive e cognitive, corporee ed esistenziali. Un sapere umano collaudato nei se-coli, ma da riconoscere e fare proprio calandolo nel nostro (per certi versi nuovissimo) tempo.

*Psicanalista. Da l’Osservatore Romano

NELLA FAMIGLIA, SCRIVE CLAUDE HABIB, LA STIMA È PIÙ IMPORTANTE DELL’ASTRATTA PARITÀ

La famiglia non è più in un cono d’ombra. Viene sempre più riscoperta in base a considerazioni laiche e psicologiche e non solo confessionali

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13Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30 OttobrP R I M O P I A N OI consiglieri dell’Ncd sono sempre più sbilanciati a sinistra. Fi: ormai sono in maggioranza

Liguria, Alfano vota con il PdOk al bilancio della giunta Burlando, il fl irt continua

DI GIOVANNI BUCCHI

Se il Nuovo Centrodestra si chiama fuori dall’omo-nima coalizione, forse è bene che cambi diretta-

mente nome. Perché un conto è l’accordo nazionale di governo con il Pd di Matteo Renzi, un conto è l’ostracismo di cui il partito di Angelino Alfano è stato oggetto da parte di Silvio Berlusconi che non ha voluto quelli che ritiene traditori come alleati di Forza Italia sia in Ca-labria che in Emilia-Romagna. Altra questione, però, è il voto a favore, o la benevola astensione, nei confronti di provvedimenti decisivi firmati dalle ammini-strazioni regionali di centrosi-nistra, peraltro a ridosso delle elezioni, in programma nella primavera del 2015.

Prendiamo il caso della Liguria. Martedì pomeriggio il

consiglio regionale ha licenzia-to sia il consuntivo di bilancio 2013 della giunta di centrosi-nistra di Claudio Burlando (ex diessino e bersaniano poi convertitosi al renzismo), sia l’assestamento dei conti del 2014. Nel primo caso, i due con-siglieri dell’Ncd, il capogruppo ex An Alessio Saso e il vice Gino Garibaldi, si sono aste-nuti, mentre il resto dei gruppi di minoranza (Fi, Lega Nord, Lista Biasotti e gruppo Misto) sono usciti dall’aula in aperto dissenso sulla manovra. Non si trattava, infatti, di un consun-tivo qualunque, bensì del bilan-cio severamente criticato dalla Corte dei conti regionale e sul quale è stato pure respinto un ricorso della Regione al livello nazionale della magistratura contabile.

I due alfaniani non solo non hanno condiviso la stra-

tegia delle altre opposizioni, restando in aula e aiutando quindi la maggioranza nel caso fosse venuto meno il numero le-gale, ma non si sono nemmeno espressi contro. Non bastasse, alla conta sul provvedimento successivo, hanno addirittura aggiunto i loro due voti favore-voli a quelli della maggioranza guidata dal Pd, contribuendo così a fare approvare l’asse-stamento dei conti regionali. Quanto basta per fare infuria-re il resto del centrodestra, con Raffaella Della Bianca (già Pdl, ora Misto e desiderosa di candidarsi come presidente alle regionali del 2015 alla guida di una lista civica) che constata come l’Ncd «si chiama defi niti-vamente fuori dalla minoranza consigliare, venendo meno al voto dei cittadini che hanno eletto i tre consiglieri in mino-ranza».

Da qui la richiesta di ri-vedere le vicepresidenze delle commissioni affi date alle mino-ranze, ovviamente per togliere le poltrone agli alfaniani, ormai considerati parte integrante della maggioranza di governo. «Ancora una volta questa diver-sifi cazione di voto – attacca il ca-pogruppo di Fi, Marco Melgra-ti -, su un documento tra l’altro così importante qual è appunto il rendiconto, da parte degli esponenti Ncd, rappresenta il ponte virtuale del passaggio di questo partito al centrosinistra, anche in una prospettiva eletto-rale per le regionali». A questo punto, anche in Liguria, Forza Italia e Lega Nord ragionano su un asse da mettere in campo e sul quale fondare un’alleanza, coinvolgendo Fratelli d’Italia e altre forze civiche, magari in dialogo con la stessa Della Bianca. Ma tutto questo, senza

tenere più nella debita conside-razione l’Ncd.

D’altronde, il capogruppo alfaniano Saso, già a inizio ottobre, aveva fatto capire che aria tirava da quelle parti: «A noi di Ncd - aveva detto - con-viene stare in una coalizione vincente, che ci dia prospettive amministrative: un piccolo par-tito non può commettere errori di posizionamento». E ancora: «Nel momento in cui Forza Ita-lia si stacca dall’idea di una lista comune, noi dovremmo andare da soli e in Liguria signifi che-rebbe non eleggere nessuno». Insomma, l’Ncd ha capito che per rimettere piede in consiglio regionale ha una sola possibi-lità: lasciare il centrodestra e finire definitivamente tra le braccia del Pd. Resta da capire se lo seguiranno i pochi elettori che gli sono rimasti.

© Riproduzione riservata

DI ISHMAEL

Va bene tutto, gufi e rosiconi, la Tv dei ragazzi, l’inglese da ristorante, il Pulcino Pio, la scamiciatezza, i modi spicci.

Ma i finanzieri italo-londinesi che vor-rebbero limitare il diritto di sciopero no. Qui il premier boy scout esagera. Ci sono cose, a sinistra, che non si possono fare. Con i sindacati, anche a sinistra, è giusto non cedere d’un millimetro e ricordare loro che i governi non sono «il padronato» né «la controparte» né tanto meno un’azienda metalmeccani-ca post italiana quotata a Wall Street e che dunque i presidenti del consiglio non «trattano» le leggi dello stato con

la Fiom. Ma cosa ci fa in un partito di sinistra un tale che vuole impedire gli scioperi nel pubblico impiego (per co-minciare)?

Magari ha ragione lui, e di sicuro la maggioranza degl’italiani (quelli che non lavorano per lo stato) la vede più o meno nello stesso modo: scioperanti, oltre che scioperati, gli statali non sono simpatici a nessuno. È una posizione «legittima», come dicono i politici (che defi niscono a denti stretti «legittime» tutte le «posizioni» politiche che puni-rebbero volentieri con la lapidazione, come l’adulterio a Baghdad, se soltanto potessero). È una posizione legittima e persino sensata (se non si esagera). Ma è una posizione da partito di destra e

non da partito di sinistra. È roba che non si fa.

Matteo Renzi, che ha preso le distanze da Davide Serra, l’«ammi-nistratore delegato del fondo Algebris» che rubrica lo sciopero alla voce «di-soccupazione crescente», in realtà non doveva nemmeno invitarlo a Firenze, dove questo reazionario da manuale gli ha, oltretutto, anche rubato la scena. Serra può invitarlo a cena il Caima-no (le sere in cui non passa Luxuria per il caffè) oppure può prendere un «frappuccino» in uno Starbucks di Wall Street in compagnia di Sergio Mar-chionne. Ma la tessera d’un partito di sinistra no. Quella non serve a lui e non serve al partito democratico. Come non

serve al partito democratico neppure eleggere a proprio portavoce Oscar Farinetti, il tycoon dello spaghetto «culturale», «d’eccellenza» E persino un po’ «etico» (e poetico).

Sono mesi che il patron di Eataly si pavoneggia nei talk show dandosi arie da capitalista illuminato. Ma è nei ranghi di Forza Italia che ci si deve dare arie da capitalista illuminato. Nel-le fi la di sinistra, a regola di briscola, devono starci i lavoratori. Morale: ai boy scout di Palazzo Chigi ne stanno facendo passare troppe. Spero di sba-gliare, ma temo che uno di questi giorni Matteo Renzi fi nirà per inciampare in uno dei suoi spropositi, e allora addio, la sinistra andrà in tocchi.

SOTTO A CHI TOCCA

È una posizione «legittima» dicono i politici che definiscono così tutte le posizioni che punirebbero volentieri con la lapidazione

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14 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R I M O P I A N OFino a che non la avrà deciso la magistratura al terzo grado di giudizio e non un gip

I soldi dei Riva sono dei RivaNon possono essere messi nella disposizione di Gnudi

DI GIANNI CREDIT

Sulla famiglia Riva (in particolare su Emilio, morto lo scorso aprile a Milano, dov’era nato 88

anni fa) ciascuno può aver ma-turato nel tempo, o esprimere oggi, l’opinione che preferisce. Grande famiglia della Corpora-te Italia? Chi scrive continua a pensarlo: nonostante tutto quanto possa aver accompa-gnato, anche nel caso dei Riva, una grande famiglia impren-ditoriale. Anche e soprattutto nella sua stagione dell’Ilva.

Ci sono state dinastie im-prenditoriali cui lo Stato ha regalato la Telecom in cambio di un investimento dello 0,6%: il risultato è stato una catena di disastri assai più gravi - per l’Azienda-Italia - di quelli pur serissimi provocati dall’Ilva a Taranto. La piastra siderurgica tarantina, quando la famiglia Riva se n’è fatta carico per in-tero, sgravandone lo Stato, non era certo il ricchissimo monopo-lista delle tlc ma un baraccone ripieno di ogni residuo tossico dell’assistenzialismo indu-striale meridionalistico. Certo, vi sarà sempre qualche pro-fessore, bocconiano o non, che avrebbe preferito una Taranto in formato Detroit: desertifi cata e con i libri in Tribunale. Ancor più «terra di nessuno» in mano alla criminalità organizzata di quanto - in parte - è già indu-bitabilmente oggi.

Quel che è sicuro è che la famiglia Riva, nell’era della

competizione siderurgica glo-bale, ha generato ricavi dagli altiforni, pagato gli stipendi a fi ne mese: fi no a che, l’anno scor-so, il Tribunale, anzi la Procura non ha accusato i Riva di ogni male. Su chi abbia commesso quali illeciti e come all’Ilva, la giustizia sta facendo il suo corso ed è giusto così: anche se la de-terminazione della Procura di Taranto nel tutelare l’ambiente e nel perseguire le ipotesi di rea-to contro le esigenze industriali, occupazionali e sociali di Taran-to sta tenendo accese le polemi-che e spegnendo gli altiforni.

Ieri, in ogni caso, un Gip di Milano ha accolto la richie-sta di Piero Gnudi (professio-nista bolognese di scuola pro-diana, ex presidente dell’Enel e oggi Commissario straordinario del Governo all’Ilva) di poter utilizzare liberamente 1,2 mi-liardi sequestrati al defunto Emilio e al fratello Adriano nell’ambito di un procedimento tuttora in corso per frode fi sca-le. I soldi andranno all’Ilva «in conto aumento di capitale» per fi nanziare parte del risanamen-to ambientale. Tutto bene?

No, almeno ad avviso di chi qui scrive.

Quella montagna di quat-trini potrà essere stata accu-mulata in modo «fraudolento» dai Riva a Taranto, ma questo lo deve decidere la magistra-tura in tre gradi di giudizio. Fino ad allora, quel miliardo abbondante di euro è «in cu-stodia cautelare»: esattamente come un indagato può essere

arrestato sotto determinate condizioni di necessità ma an-che di garanzia. E non perderà le sue libertà fi no a che «il suo giudice naturale» non lo avrà condannato secondo procedure costituzionalmente defi nite.

Non è la prima volta che assistiamo a «procedure di estrema urgenza» (questa l’ordinanza del magistrato milanese ieri) sui «soldi degli altri», soprattutto se molti. Quasi dieci anni fa la Procura di Milano «arrestò» il 40% di AntonVeneta che la Popolare di Lodi aveva raccolto in una libera competizione di Borsa. Quattro mesi dopo un giudi-ce milanese rivendette quel pacchetto ad Abn Amro (e ri-corderemo fi no alla noia che il gruppo olandese non aveva i quattrini per pagare, fallì l’an-no dopo e rivendette l’Anton-Veneta al Montepaschi, quello delle prima pagine di questi giorni sugli stress test Bce).

Ma c’è qualcos’altro che ancor di più sorprenderebbe negativamente: se il ministro della Giustizia del governo Renzi - Andrea Orlando, lo stesso che ieri ha defi nito «non normale» la procedura di inter-rogatorio del presidente della Repubblica Giorgio Napoli-tano sulla presunta trattativa Stato-mafi a - non avesse nulla da dire sul «doppio sequestro» imposto ai Riva. È questa la civiltà giudiziaria che Renzi sostiene ogni giorno di voler ripristinare in Italia?

Ilsussidiario.net

DI ANDREA GIACOBINO

Un’altra società di gestione di fondi immobiliari arriva al capolinea ed entrano i commissari. Qualche giorno fa, infatti, il ministero dell’Eco-nomia e delle Finanze, con decreto n.76969,

ha disposto, su proposta della Banca d’Italia e sentita la Consob, lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Prisma Sgr e la sotto-posizione della stessa ad amministrazione straordina-ria. Con provvedimento della Banca d’Italia sono stati quindi nominati gli organi straordinari nelle persone di Antonio Pironti quale commissario straordinario, Maria Elisabetta Contino, Claudio Corsini e Silvio Martuccelli, quali componenti del comitato di sorve-glianza.

La società di gestione prosegue regolarmente la propria attività, ma l’arrivo dei commissari segna uno spartiacque per la sgr fi no a ieri presieduta da Sergio Corbello, fra l’altro presidente di Assoprevidenza, e gui-data da Alberto Carpani, fondata nel 2001. In estate era stato lanciato un aumento di capitale di 2 milioni di euro che avrebbe dovuto essere sottoscritto entro fi ne 2015 dagli azionisti fra i quali lo stesso Carpani (col 18%) e il cui socio di maggioranza relativa al 30% circa Roberto Villa (tramite l’olandese Jallerop Aps), già patron della Richard Ginori 1735, storica azienda fi o-rentina di porcellane poi salvata dal fallimento nel 2013 dal gruppo Gucci.

La ricapitalizzazione era giunta dopo che il bi-lancio 2013 si era chiuso con una forte perdita di 4,5 milioni che, sommata alle perdite portate a nuovo dagli esercizi precedenti pari a 2,5 milioni, aveva portato il passivo ad oltre un terzo del capitale di 10,2 milione di fi ne dello scorso anno. Il bilancio scontava, a fronte di commissioni nette per 3,2 milioni, rettifi che di oltre 3 milioni, tra cui l’integrale writeoff dell’avviamento, che avevano aggravato il rosso fi nale rispetto agli 1,8 mi-lioni di perdita del 2012. Nel 2013 Banca d’Italia aveva multato i vertici della società per oltre 200.000 euro rilevando carenze nell’organizzazione e nei controlli.

Con un patrimonio gestito di 514 milioni, la sgr è attiva con i fondi immobiliari Uno, Due, Sei, Sette (che ha visto il sequestro giudiziario del 100% delle quote) e Obton II.

Alberto Folonari rafforzala holding di famiglia

Alberto Folonari, vicepresidente di Ubi Banca, noto imprenditore bresciano vicino a Giovanni Bazoli, pre-sidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, rafforza la holding di famiglia. Qualche giorno fa, infatti, a Brescia nello studio del notaio Giovanni Battista Ca-lini si è tenuta un’assemblea straordinaria di Fingiama che ha aumentato il capitale da 2 a 5,1 milioni di euro. Le azioni di nuova emissione sono state immediatamente sottoscritte da tutti i soci: Folonari senior, la moglie Ma-ria Immacolata D’Amelio e i tre eredi Ambra, Guido e Italo, che peraltro hanno fi nanziato Fingiama per cir-ca 1,6 milioni, L’attivo della holding dei Folonari, pari a 13,5 milioni, è rappresentato dalla quota di controllo di Mercury e dal 42,8% di Philarmonica. La prima, basata a Verona, è attiva nel settore dell’autonoleggio e lo scorso anno ha fatturato oltre 8 milioni guadagnando circa 340 mila euro. La seconda partecipazione è in una società mista con Antonella Tabacchi e il banchiere di lun-go corso, nonché enologo appassionato, Pierdomenico Gallo. Philarmonica possiede diversi terreni vocati alla produzione vinicola: i ricavi lo scorso anno sono stati di 2,5 milioni in calo dai 4,5 milioni del precedente esercizio e il bilancio si è chiuso in perdita per oltre 1,8 milioni. Fingiama ha chiuso il 2013 in perdita per 798 mila euro, ripianata attingendo alle riserve.

© Riproduzione riservata

CARTA CANTA

È arrivata al capolinea anche Prisma sgr

DI CARLO VALENTINI

Il porto di Ravenna si appresta a chiudere un anno con una crescita record e forte di questo risultato rilancia la necessità di una politica portuale nazionale che

valorizzi le strutture italiane, spesso snobba-te a vantaggio dei porti stranieri. Nei primi nove mesi dell’anno sono state movimentate 18.302.692 tonnellate di merce, con una cre-scita di 1.774.315 tonnellate, pari al 10,7%, rispetto ai medesimi mesi del 2013. In parti-colare gli sbarchi sono stati pari a 15,3 milioni di tonnellate (+8,9%), mentre gli imbarchi am-montano a 3,0 milioni di tonnellate (+21,3%). Sono arrivate 2358 navi (46 in più). Al top i prodotti metallurgici (provenienti dai porti di Taranto, Novorossisk in Russia e Brema in Germania), seguono quelli agricoli (da Bulga-ria, USA e Canada), il granoturco (Ucraina), il legno in pallet (Canada e USA), il sorgo (Ucrai-na e dalla Russia).

«L’obiettivo, che per altro speriamo di raggiungere in breve tempo - dice Galliano Di Marco, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna - è superare i 30 milioni di tonnel-late di merce movimentata l’anno”. Per quanto riguarda i trailer, le linee che hanno registrato uno sviluppo maggiore sono state la Raven-na-Catania e la Ravenna-Brindisi, Inoltre si

è aggiunta una nuova linea (Grimaldi) con la Grecia. «Continua - aggiunge Di Marco - il boom delle Autostrade del Mare che nei primi nove mesi segnano il nuovo primato di traffi co per il porto di Ravenna, con un +60%, consi-derando il totale della movimentazione. Tra l’altro i nostri dati confermano l’inversione di tendenza del mercato dell’auto, nei nove mesi sono state sbarcate 20.434 auto nuove, 1.612 in più dello stesso periodo del 2013».

Ravenna però lancia un altolà a Vene-zia. «È incredibile, afferma il vicesindaco con delega al porto, Giannantonio Mingozzi - come ritorni ancora alla ribalta la richiesta di Venezia e della sua autorità portuale di vedersi fi nanziato, con risorse pubbliche, un nuovo por-to off-shore con terminal petrolifero e container, 8 miglia al largo della costa, un progetto il cui costo stimato è di 2,1 miliardi di euro. Sabato, in un dibattito a Venezia, l’autorità portuale di quella città ha rilanciato con il sostegno del sottosegretario all’economia Paolo Baretta un’idea che costituisce una vera e propria pro-vocazione e un inutile sperpero di risorse: dopo il Mose ora tocca al porto esclusivo per Venezia, tutto il contrario di un buon rapporto di collabo-razione tra gli scali dell’alto Adriatico: Venezia, Trieste e Ravenna, al contrario hanno tutto da guadagnare dal fare sistema».

© Riproduzione riservata

AUTOSTRADE DEL MARE CRESCIUTE DEL 60% IN NOVE MESI

Il porto di Ravenna scoppia di salute con +10,7% di merci movimentate

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15Giovedì 30 Ottobre 2014ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIALa start-up Usa, Planet Labs, ne ha già messi in orbita 71: fotografano tutto il mondo

Mini satelliti, è la nuova modaPesano 4,5 chili e sono grossi come una scatola di scarpe

DI MASSIMO GALLI

I mini satelliti sono la nuo-va moda delle aziende specializzate in tecnolo-gia spaziale. Un esempio

lampante di questa tendenza è la start-up americana Pla-net Labs, nata nella Silicon Valley da un gruppo di ex di-pendenti della Nasa. Negli ul-timi quattro anni, nonostante avesse a disposizione risorse economiche limitate, l’azien-da ha già piazzato 71 satelliti nell’orbita terrestre. E non è che l’inizio, afferma determi-nato Josh Alban, direttore sviluppo di Planet Labs, che ha sede a San Francisco. An-che se proprio ieri altri 26 sa-telliti sono andati distrutti in un’esplosione durante la fase di lancio.

Il segreto dell’azienda risiede nelle dimensioni dei satelliti, che sono grandi quanto una scatola di scarpe e pesano soltanto 4,5 chili. Il costo di fabbricazione e di lancio di quelli che vengono chiamati nanosatelliti (fra 1 e 10 chilogrammi) è molto più basso rispetto ai dispositivi tradizionali. Per risparmia-re ulteriormente, la start-up acquista i componenti via Internet. La batteria è la stessa di un computer porta-tile e i microchip sono quelli presenti negli smartphone. La taglia in cambio del nu-mero: così sintetizza la stra-tegia di Planet Labs Mason Peck, docente all’univer-sità di Cornell (New York). In questo modo è possibile scattare decine di fotografi e della Terra nello stesso istan-te. Invece i suoi concorrenti come DigitalGlobe, che for-nisce immagini all’esercito americano, sono costretti ad accontentarsi di un numero più limitato.

Planet Labs fa parte di una nuova corrente che intende rivoluzionare le tec-nologie spaziali e che si ap-poggia sul successo di Cube-sat, un tipo di micro satelliti (10x10 centimetri) sviluppa-to dall’università Stanford che ha permesso di tagliare il prezzo d’ingresso. Una di queste realtà è stata apprez-zata da Google, sempre più attiva nel settore. Così il co-losso del web ha rilevato nei mesi scorsi Skybox per 500 milioni di dollari, poco meno di 400 mln di euro. L’azienda è attiva appunto nella produ-zione di micro satelliti, molto più grandi e pesanti di quel-li progettati da Planet Labs (fi no a 100 chili).

Gli sbocchi commercia-li per queste società sono molteplici. La domanda di foto satellitari è elevata: basti pensare che Planet

Labs ha già diversi clienti, soprattutto nell’agricoltura di precisione, che cerca di ot-timizzare l’utilizzo dei lotti di terra. Altri clienti potenziali sono le compagnie petrolife-re e minerarie. Ma anche le assicurazioni, che potrebbero verifi care velocemente i dan-ni denunciati. Per proseguire con le istituzioni fi nanziarie,

che potrebbero capire in anti-cipo il livello del raccolto agri-colo e quindi le quotazioni dei prodotti, oppure le vendite di una catena di negozi osser-vando quanto avviene nei parcheggi.

Anche i governi potreb-bero essere della partita, perché le nuove tecnologie

permettono di ridurre i costi dei lanci in un periodo di cri-si per le fi nanze pubbliche e di taglio della spesa. I dati, inoltre, sarebbero disponibili anche a quei paesi che non dispongono di propri satelliti. Un ulteriore sbocco è nell’am-bito della comunicazione, dove la connessione a Internet potrebbe essere assicurata

alle regioni che ne sono an-cora sprovviste. Certamente potrebbero esserci degli usi ambigui, per esempio a fi ni di spionaggio industriale. Come ha rivelato qualche mese fa Dan Berkenstock, cofon-datore di Skybox, sono state messe sotto osservazione le fabbriche di Foxconn, in Cina, per dedurre la data di uscita dell’iPhone di Apple.

Non può mancare, infi -ne, il classico rovescio del-la medaglia, che riguarda la privacy. Josh Alban sostiene che le immagini scattate nel-lo spazio non permettono di identifi care i volti o di legge-re le targhe delle automobili. Tuttavia, fanno notare alcu-ni addetti ai lavori, le foto, disponibili più volte nell’arco della giornata, conterrebbero parecchie informazioni sulle abitudini personali. Anche se nella società contemporanea, ormai, sempre più persone stanno rinunciando alla riser-vatezza mettendo in piazza sentimenti, passioni e persino arrabbiature.

© Riproduzione riservata

DI ETTORE BIANCHI

Aprirà i battenti il mese prossimo One World Trade Center, il gratta-

cielo più alto di New York, sorto dalle ceneri delle Torri gemelle distrutte nell’atten-tato dell’11 settembre 2001. È alto 541 metri e per la sua realizzazione sono stati spesi 3,9 miliardi di dollari (3,1 mld euro). Le attese sono enormi: si conta ogni anno su oltre 3,5 milioni di visitatori per quella che si annuncia come la nuova at-trazione della Grande mela. I proprietari, dunque, non si accontentano dei canoni degli affitti degli uffici, ma scommettono convinti sui flussi turistici e prevedono di incamerare oltre 50 milioni di dollari (39,5 mln euro) all’anno.

Il prezzo del biglietto per raggiungere la sommità del grat-tacielo non è ancor stato reso noto, anche se è trapelato che la somma sarà appetibile rispetto ai 29 dollari (23 euro) e più che occorre sborsare per l’Empire State Building. Se gli spazi per uffi ci saranno coperti al 95% entro il 2019, come previsto, le entrate annue in ambito immobiliare ammonteranno a 144 milioni di dollari (114 mln euro). I vertici dell’Autorità portuale di New York, che insieme a Durst Organization è proprietaria dell’edifi cio, parlano di un’esperienza unica a livello mondiale per i visitatori, con notevoli ricadute posi-tive in ambito fi nanziario.

Queste considerazioni sono basate su un dato di fatto: un po’ ovunque i punti di os-servazione sono diventati macchine da sol-di. L’Empire State Building ottiene attual-mente il 40% dei propri ricavi dal turismo, per un importo di 101 milioni di dollari nel

2013 rispetto ai 78 milioni di tre anni prima. La Willis Tower di Chicago, meglio conosciuta come Sears To-wer, ha visto i fl ussi balza-re all’insù da quando sono state installate apposite cabine di osservazione: ora i visitatori sono 1,5 milioni all’anno, con un aumento del 30% rispetto al 2009.

Attorno a questa ten-denza sta nascendo un bu-siness ben preciso. Legends Hospitality, l’operatore at-tivo nel nuovo World Tra-de Center, è specializzato nel marketing sportivo e nelle concessioni e d’ora in poi avrà un ruolo di primo piano nel grattacielo new-

yorchese. Inizialmente i proprietari volevano aprire un risto-rante in cima alla torre, simile a quello presente sulle Torri gemelle, il Windows on the World. Ma poi è stato deciso che si sarebbero incassati più soldi dedicando lo spazio al punto di osservazione, che comunque comprenderà un angolo di ristorazione.

L’anno scorso la parte Downtown di Manhattan ha contato 9,6 milioni di turisti: un numero atteso in crescita grazie all’apertura del nuovo grattacielo. Esso è diventato il sim-bolo della rinascita e dell’orgoglio di una città che ha dovuto far fronte a uno degli attentati terroristici più terribili nella storia del pianeta. Proprio accanto al nuovo World Trade Center si trova il Memoriale che commemora le vittime e

ricostruisce la tragedia attraverso immagi-ni, documenti e reperti. Esso benefi cerà con ogni probabilità dei nuovi fl ussi di visitato-ri che, ammirando il nuovo grattacielo, non mancheranno di tornare con la memoria a quei terribili giorni del nuovo millennio.

© Riproduzione riservata

È IL PIÙ RECENTE E ALTO GRATTACIELO REALIZZATO NELLA CITTÀ AMERICANA

Sono più di 3,5 milioni i visitatori attesi al nuovo World Trade Center di New York

Uno dei piccoli satelliti messi in orbita nello spazio

Il nuovo grattacielo è alto 541 metri

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette

in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

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16 Giovedì 30 Ottobre 2014 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIARoberto Giardina offre informazioni molto riservate e personali agli amici di ItaliaOggi

Cosa vedere se venite a BerlinoÈ facile: con easyJet a/r bastano 60 euro da Malpensa

da Berlino ROBERTO GIARDINA

A Berlino arrivano i tu-risti per il venticinque-simo anniversario del Muro. E mi sembra che

la maggioranza siano italiani, anche perché il biglietto stan-dard andata e ritorno di easyJet da Malpensa costa solo 60 euro. Dove condurre gli amici? I tour nella capitale tedesca, come è logico, preferiscono l’Est. Ma i luoghi sono noti. Piuttosto, tutti si ammassano per man-giare e divertirsi nei quartieri orientali alla moda, come Pren-zlauerberg, che era il ghetto e il paradiso degli intellettuali contestatori, o all’Ovest a Kreu-zberg, il quartiere dei turchi e dei giovani, sempre più caro e più falso. I gusti sono gusti, c’è chi ama la movida, ma è uguale da Roma a Madrid.

I miei amici li guiderei nella parte trascurata dal turismo, nel settore occidenta-le. Fu un’isola per quasi mezzo secolo, minacciata, assediata, desiderata. Perché non visitare anche West Berlin? È qui che si ritrova, a saperla vedere, l’atmosfera della repubblica di Weimar e della guerra fredda. Non monumenti, ma a volte un ristorante o un caffè, un albergo.

La Literaturhaus (Fasanen-strasse 23) occupa una grande villa d’inizio secolo, in un bel giardino. Qui, se volete, potete trascorrere un pomeriggio leg-gendo i giornali a disposizione, consumando un caffè. Nessuno vi disturberà.

All’inizio della strada, una delle più belle della metropoli, nel palazzo d’angolo sulla Kur-fürstendamm, Robert Musil scrisse e non fi nì L’uomo senza qualità. Scendendo per il lungo viale, al n. 53, trovate l’Hotel Askanischer Hof, ha solo 17 ca-mere arredate con mobili d’epo-ca, meglio prenotare. Sembra la pensione di Cabaret. Era il pre-ferito da Helmut Newton, che qui fotografava le sue modelle. Anche la magnifi ca Charlotte Rampling, dai capelli fiam-meggianti pur in una foto in bianco e nero. Era l’albergo di Kafka, ma per la verità allora stava in un altro luogo, però i mobili sono gli stessi. In uno dei 17 letti avrà dormito l’autore de Il Processo.

A Berlino, per vedere la realtà, bisogna spesso immagi-narla. Di fronte, nella Schlüter-strasse al n. 45, c’è il palazzo che ospitava l’Hotel Bogotà, appena chiuso. Qui si trovava la sezione della Gestapo che controllava gli intellettuali, e, per la legge del contrappasso, dopo la guerra, vi alloggiò la sezione alleata che controlla-va musicisti e scrittori com-promessi con il nazismo. Per

trovare l’autentica pensione di Cabaret, o meglio di Goodbye to Berlin, il libro da cui fu tratto il musical scritto da Christo-pher Isherwood, andate nel-la Nollendorferstrasse al n. 17. Qui lo scrittore abitò dal 1930 fi nché arrivò Hitler. Era venu-to per i bei ragazzi, che nella Germania di Weimar costava-no poco.

Il cibo fa parte di un tour. Se non siete quelli drogati da

spaghetti e tagliatelle, anda-te da Rogacki (Wilmersdor-ferstrasse 28). È in realtà un enorme negozio di alimentari, formaggi, pesci, selvaggina, ma potete gustare le specialità del Nord in piedi, al bancone. Sono ottime e costano poco. Non avrà mai una stella della Michelin, però resiste dal 1928, e qui venivano per uno spuntino Bertolt Brecht e Vladimir Nabokov. Non lontano, nella Röntgenstrasse al n. 5, la Sch-

nitzlei offre le migliori Wie-nerschnitzel della capitale, al lunedì c’è un happy hour delle cotolette panate a metà prezzo. Ma andateci per conoscere la cucina tedesca senza rischiare un’overdose di colesterolo: po-tete ordinare 16 tapas prussia-ne, i piatti tipici in proporzioni minuscole, dalle Königsberger Klöpse, le polpettine ai cappe-ri di cui Kant era goloso, alla Kohlroulade, l’involtino di ca-volo.

Il Café Ein-stein, quello originale, non la catena che porta il suo nome, si trova nella Kurfürsten-strasse al n. 18. È una storica villa. Qui abitò per al-cuni anni la diva del muto Henny Potten, corteg-giata da Goeb-bels, il ministro della propagan-da di Hitler, che si occupava di cinema, e soprat-tutto di attrici.

Lei preferì sposare un medico ebreo. La villa fu comprata dal banchiere ebreo Georg Blu-mensfeld, che venne espro-priato nel 1939. E la palazzina divenne un club riservato alle SS. Blumensfeld si tolse la vita, e poco dopo si uccise anche la moglie Margarete, come ricor-dano due Stolperstein, le pietre d’inciampo, all’ingresso. Anche questa è Berlino, oltre il muro e la movida.

© Riproduzione riservata

Niente da fare, alla fine Dan Shafer ha perso la guer-ra del caffè con gli

asiatici. In un’asta online per una pregiata varietà di chicchi prodotta in Ruanda, l’americano, che lavora per la società di import Crop to Cup Coffee Importers, era convinto di potercela fare ad aggiudicar-si una tonnel-lata di caffè proveniente da una picco-la fattoria del paese africa-no. Ma, dopo circa quattro ore, egli ha do-vuto arrender-si di fronte al prezzo balzato a 8 dollari (6,30 euro) alla libbra (circa 453 grammi): una somma più che quadru-pla rispetto alla quotazione media mondiale.

A uscirne vincitore è stata una società sudcoreana. Mol-te realtà asiatiche dominano il mercato elettronico delle aste, dove viene commercia-lizzata gran parte del caffè più costoso.

Il consumo di questa be-

vanda in Oriente sta cre-scendo rapidamente. Alcuni addetti ai lavori affermano che gli asiatici non si fanno problemi a sborsare enormi cifre per i tipi più rari di chic-chi, che rappresentano una novità in nazioni tradizio-

nalmente legate al tè come la Corea del Sud e la Cina. I futures relativi al caffè di tipo arabica sono raddoppiati quest’anno a 2,20 dollari alla libbra: ciò ha portato marchi del largo consumo come Star-bucks ad alzare i prezzi. Il caffè al quale puntava da Shafer può essere venduto, nei negozi e nei bar, anche a 30 dollari (23,50 euro) alla libbra.

© Riproduzione riservata

Nelle aste gli asiatici vogliono il meglio

Coreano, caffè al quadruplo

Le navi da guerra en-trano nell’era 2.0. E lo fanno all’Euronaval, il più grande salone

mondiale del settore, aperto in questi giorni a Bourget, nei pressi di Parigi. Protagonisti di questa edizione sono stru-menti come combattimenti tridimensionali, simulatori tattici, navi teleguidate im-piegate contro le mine, droni dotati di ra-dar in grado di sorvegliare e raccogliere dati dentro e fuori dall’acqua.

S o n o 3 5 2 gli espositori p r o v e n i e n t i dall’intero pia-neta a mettere in vetrina i loro prodotti e ser-vizi innovativi. Secondo i dati della società di consulenza Ami International, sono in corso 522 programmi di costruzione di navi per un totale di oltre 3.800 imbarca-zioni di superfi cie e sottoma-rini, con un fatturato superio-re a 900 miliardi di euro nel prossimo ventennio.

Nazioni emergenti come Brasile e India hanno l’am-bizione di diventare potenze marittime, mentre giganti

come Russia e Cina non disde-gnano massicci investimenti. In Europa la Nato sarà alla prese con l’ammodernamen-to delle sue forze navali nei prossimi dieci anni. Preziosi alleati del futuro saranno strumenti digitali, simulatori, navi robotizzate e droni. Un mercato ancora al debutto, quello dei droni, che però si sta sperimentando in vista

dell’integrazione a livello operativo. I droni vengono già utilizzati nelle missioni di cartografi a dei fondi vicino ai litorali, nella sorveglianza costiera, nella protezione di piattaforme offshore e di par-chi eolici. Prendono inoltre parte alla guerra elettronica e sono impiegati nella distru-zione delle mine, sempre più numerose in mare aperto.

© Riproduzione riservata

Droni e apparecchi 3D all’Euronaval

Navi da guerra, vetrina francese

Uno stand a Euronaval

A sinistra, la pensione di Cabaret, al 17 della Nollendorferstrasse dove visse lo scrittore Christopher Isherwood;Sopra, il negozio di alimentari Rogacki

Dan Shafer

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terà anche le tendenze del mercato polacco nell’ambito dei macchinari

per l’industria alimentare, sarà aperto da Michal Gorski, Consigliere

dell’Ufficio di Promozione del Commercio e degli Investimenti dell’Amba-

sciata della Repubblica di Polonia a Roma (in foto).

In chiusura, sono previste le presentazioni da parte delle delegazioni di

aziende polacche presenti che, tra l’altro, saranno disponibili ad incontra-

re agenti del settore interessati ad acquisire nuovi mandati.

Gli incontri con gli agenti di commercio si terranno presso lo stand

polacco (B20 – Padiglione 25 ter), durante tutti i giorni della fiera.

Per maggiori informazioni e/o per prenotare gli incontri,

Agent321 ha messo a disposizione una pagina web:

collegandosi a http://esteroworkshop.it/polonia_11_14/

o chiamando il numero verde 800.86.16.16

sarà possibile accreditarsi all’evento.

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Agent321 segnala il Convegno «Polonia: nuove opportunità di

business per le Imprese Italiane».

L’evento, organizzato dall’Agenzia Polacca per l’Informazione e gli

Investimenti Esteri, dall’ICE e dall’Ufficio della Promozione del Commer-

cio e degli Investimenti dell’Ambasciata di Polonia in Roma, è patroci-

nato dal Ministero dell’Economia della Repubblica di Polonia e dal Mi-

nistero dello Sviluppo Economico della Repubblica Italiana.

L’appuntamento prevede un programma ric-

chissimo di interventi da parte dei più illustri

personaggi, tanto del mondo economico po-

lacco, quanto di quello italiano. Saranno ri-

portate le testimonianze di aziende storiche,

ma soprattutto sottolineiamo la straordinaria

partecipazione di Sua Eccellenza il Presiden-

te della Repubblica di Polonia, ��������

Komorowski (in foto).

L’incontro, aperto a tutti gli imprenditori italiani che desiderano approfon-

dire le opportunità offerte dal mercato polacco, si tiene oggi 30 Ottobre

2014, presso l’Hotel Regis (Grand Hotel), Via V.E. Orlando, 3 – Roma.

della Redazione di Agent321

«Polonia: nuove opportunità dibusiness per le Imprese Italiane».Incontro con gli Imprenditori

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Bronisław Komorowski

Michal Gorski

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25Giovedì 30 Ottobre 2014

Oltre 7.000 appuntamenti riempiranno ogni giorno il palinsesto dell’area metropolitana

Milano, così l’Expo ti fa bellaSei icone artistiche segneranno sei mesi di eventi in città

DI LUISA CONTRI

Durante l’Expo Milano 2015 l’area metropoli-tana di Milano sarà a place to be ovvero il

posto dove andare. Il centro cittadino, i quartieri periferi-ci e tanti luoghi della Grande Milano saranno scenario d’un palinsesto d’eventi culturali e d’intrattenimento ispirati al tema Nutrire il pianeta. Ener-gia per la vita, ricco e fi tto più che mai. Quello di Expo in città, l’iniziativa voluta dal Comune di Milano e dalla Camera di Commercio di Milano, che ha il sostegno del-la società Expo 2015, tanto che entrerà nel palinsesto uffi ciale dell’esposizione universale.

Expo in città, che durerà per tutti e 184 i giorni della mani-festazione, ricalcherà il format già sperimentato con succes-so lo scorso maggio. L’offerta d’eventi sarà organizzata per aree tematiche identifi cate da dieci parole chiave: performan-ce, art, media, creativity&style, Leonardo, kids, science, well being, città mondo e feed the planet. Ma sarà ancora più ric-co dell’edizione 2014. Oltre che di un logo grafi co, Expo in città disporrà d’un logo musicale che ne accompagnerà la promozio-ne, composto appositamente e donato alla città dal composito-re Giovanni Sollima. E s’av-varrà di sei icone, apparte-nenti al patrimo-nio artistico di Milano, che ne costituiranno la cor-nice narrativa:

- il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo a maggio segna l’ini-zio di Expo in città riassunto con il claim BEginning;

- il Bacio di Hayez rappresenta il tema dell’amore trattato a giugno (BEloved);

- lo Sposalizio della Vergine di Raffaello è l’icona di luglio, mese dell’appartenenza (BE-long);

- la Pietà Ronda-nini di Michelangelo identifi ca agosto come il mese della solidarietà (BEside);

- il Concetto Spa-ziale. Attesa di Lucio

Fontana, a settembre in-vita a guardare oltre (BE-yond);

- l’Ultima Cena di Le-onardo a ottobre è l’icona del credere (BElieve).

Come ha annunciato Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, nella conferenza stampa di lunedì scorso, gli oltre 200 pro-getti presen-tati da realtà pubbliche e private italia-ne ed estere e già approvati dal comitato di coordi-namento di Expo in città daranno luo-go a più di 7 mila appuntamenti quotidiani dei generi più diversi. Eventi che, a oggi, si svolgeranno per il 43% nel centro di Milano, per il 50% in diverse zone dell’area metropolitana e per il 7% fuori di essa. Fra quelli di maggior rilievo, l’assessore alla cultura del Comune di Milano Fabio Del Corno ha citato a maggio 2015 la mostra di Leonardo da Vinci, con tre prestiti dal Lou-vre, e a luglio quella di Giotto, ma anche Piano city, l’arrivo del Giro d’Italia, i concerti in piazza Duomo e l’apertura della stagione della Scala per Expo a maggio; l’edizione spe-ciale del Compasso d’Oro e gli eventi della città di Barcellona

a giugno; il festival Latino-americano e i laboratori per i bambini del Muba a luglio; l’appuntamento conclusivo dei mercati agricoli al Castello e la nona edizione del festival Mi-lano Arte e Musica ad ago-sto; Milano Fashion Week, Cascine aperte e MiTo. Settembre musica a settem-bre; il Festival dell’acqua, la rappresentazione di Odyssey

di Robert Wilson e Design circus a ottobre. Il calenda-rio di Expo in città 2015 sarà comunque consultabile al link costantemente aggiornato http://it.expoincitta.com/Ca-lendario/Appuntamenti

«Gli eventi saranno senz’al-tro più dei 7 mila già appro-vati», ha anticipato Claudio Artusi, coordinatore di Expo

in città, «perché in lista d’attesa ci sono altri 500 progetti che potrebbero dare origine a oltre 10 mila appuntamenti ag-giuntivi». E non è tutto. L’edizione 2015 di Expo in città potrà contare su uno sportello dedicato che renderà più semplice e veloce il rilascio delle

autorizzazioni e licenze ne-cessarie agli organizzatori degli eventi programmati. Sarà operativo dal 15 novem-bre. E ha già generato altri progetti, come Ambassador, in partnership

con Confcommercio Mi-lano. I negozianti che s’im-pegneranno a rispettare un decalogo finalizzato a migliorare l’accoglienza dei visitatori dell’esposizione universale potranno farsi ambasciatori di Expo in città, offrendo informazioni e facendo da punto di rife-rimento per i cittadini e i

turisti. Saranno riconoscibili da vetrofanie, loghi e insegne che potranno esporre.

Nei giorni scorsi il ministro del commercio e industria internazionali (Miti) della Malesia, Y.B Dato’ Sri Mustapa Mohamed ha visitato il padiglione della Malesia di Expo 2015. Alla presentazione, curata da En Raslan Dahlan, ceo di Pico Integrated Exhibits (M) Sdn Bhd, che ha ideato il concept del padiglione, hanno preso parte l’ambasciato-re della Malesia in Italia H.E. Datin Paduka Halimah Abdullah, Datuk Dr. Wong Lai Sum, ceo di Matrade, Dato’ Azman Mahmud, ceo di Mida e altri rappresentanti e delegati del Miti che hanno visitato anche l’intero sito di Expo insieme a Giuseppe Filiputti, manager di Expo.

Il padiglione malese vaSiemens ha svelato il progetto artistico «Portali di Expo», che verrà realizzato per l’esposizione 2015 di Milano. Nel cuore del

sito verranno i n s t a l l a t e quattro scul-

ture arboriformi di 10 metri di altezza, collocate

nei quattro angoli di Piazza Italia. Le scul-ture sono disegnate dall’architetto di fama internazionale Daniel Libeskind e costruite dal Central industry group in Germania, che è solito collaborare con lo scultore e archi-tetto britannico, Anish Kapoor, e il pittore e scultore statunitense, Frank Stella. In qualità di partner strategico di Enel, Siemens fornirà il software intelligente per il funzionamento della Smart Grid di Expo e i servizi correlati per gli utenti della rete. La fornitura include le apparecchiature di media tensione e un innovativo centro di controllo.

I portali di Libeskind

Giovedì 30 Ottobre 22014 25

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ItaliaOggiExpo 2015

Le sei icone narrative di Milano

che segneranno i sei mesi

di Expo in città

Ogni giovedì,il supplementosu Expo 2015

a cura di Luigi [email protected]

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26 Giovedì 30 Ottobre 2014

Luigi Brugnaro, presidente del comitato per Milano2015, lancia il portale

Il Leone ruggisce in reteI veneti per Expo fanno sistema con internet

DI SILVIA CRAVOTTA

Il Veneto fa rete in vista di Expo 2015. E presto sarà anche in rete, con un por-tale che segue il protocollo

d’intesa sottoscritto dal mondo produttivo regionale. Su www.expoveneto.it al momento compare un countdown che scandisce ore e minuti in vista della presentazione ufficiale di domani a Mestre, quando il sito diventerà operativo e visi-bile a tutti. Obiettivo, offrire un approccio innovativo all’espo-sizione, «esperienziale» come lo defi nisce Luigi Brugnaro, presidente Umana holding e Assolavoro, alla guida del Comitato Expo Veneto.

Domanda. Quale sarà il contributo delle imprese venete a Expo 2015?

Risposta. L’idea è che le sin-gole imprese organizzino degli eventi in azienda, coerenti con il tema dell’esposizione univer-sale. Bisogna cogliere l’occasio-ne per far toccare con mano, ai milioni di visitatori che arriveranno, la realtà pro-duttiva veneta e ciò che più la contraddistin-gue. La partecipazione deve partire anche, e soprattutto, dal basso. A Milano ci sarà il clou della manifestazione e la massima scelta espositiva, noi daremo un appoggio ulteriore e complementare. L’evento che abbiamo davanti è una straordinaria vetrina delle eccellenze italiane e un’occa-

sione per il rilancio del siste-ma paese, che non possiamo mancare.

D. Come vi muoverete in questa direzione?

R. Il Veneto è pronto. Asso-ciazioni di categoria e sindaca-ti, 17 soggetti in tutto, hanno sottoscritto il protocollo per lavorare compatti all’esposi-zione universale. Expoveneto.it si confi gura come un grande planner in cui imprese e isti-tuzioni potranno inserire i loro eventi legati all’Expo: tradotto in 25 lingue, sarà uno strumen-to a servizio dell’internaziona-lizzazione delle imprese. Il por-tale continuerà a esistere dopo il 2015 fungendo da Agenzia di sviluppo tecnologica per il terri-torio, per fare rete: sia nel sen-so di fare gioco di squadra, che di sfruttare le enormi potenzialità del web.

D. Come affronterete il tema dell’esposizione?

R. Il concetto di «Nutrire il Pianeta, Energia per la vita» ha molte declinazioni, oltre quella alimentare. Per questo occorre organizzare degli eventi che servano a mostrare la parte più bella del nostro paese: il made in Italy è sostenibile perché è bello e, allo stesso tempo, la bellezza è la vera sostenibilità. Ma perché questo si concretizzi serve uno spirito olimpico e che ognuno faccia il suo pezzettino, in piena collaborazione.

D. Come sarà questa espo-sizione universale?

R. L’Expo milanese sarà un evento espositivo, quello Vene-to esperienziale: un’azione di mobilitazione e partecipazione congiunta, da ampliare a livello

nazionale. Il 2015 dev’essere un’occasione storica per dare l’idea di un paese forte e avanza-

to. C’è una forte ener-gia positiva, si deve remare compatti non per, come si

dice, uscire dalla crisi, ma per ricostruire

il paese. Vince chi ha il coraggio:

Milano è il nostro orizzonte e le porte per chi vuole essere dentro

l’Expo sono aperte. Il Ve-neto, mettendo assieme il mondo produttivo, desidera dare un segnale, ma questo

è un punto non di arrivo, bensì di partenza verso le prossime sfi de che ci attendono.

Stanziati oltre 1,5 mln per individuare le miglio-ri start-up lombarde nei settori collegati al tema Expo «Feeding the planet, Energy for life». Regione Lombardia e le camere di commercio lombarde, con il patrocinio di padiglione Italia, incentivano con un bando ad hoc lo sviluppo di nuove imprese che pro-pongano al mercato idee originali, nuovi prodotti, servizi, modelli organiz-zativi da presentare tra le eccellenze italiane duran-te Expo 2015. Particolare attenzione sarà dedicata alle start-up guidate da giovani imprenditori (un-der 35). La domanda di partecipazione dovrà esse-re presentata online dalle ore 10 del 6/11/2014 alle ore 12.30 del 16/1/2015 al seguente indirizzo te-lematico https://gefo.servizirl.it/re-startup/. L’iniziativa è aperta ai progetti di impresa in: agrifood, salute dell’uomo e educazione alimentare, innovazione sociale e cul-turale, sviluppo di mate-riali e processi innovativi, applicazioni che migliori-no la vita nelle città, uso efficiente di energia, ge-stione del ciclo dei rifi uti e dell’acqua.

Cinzia De Stefanis

Alle start-up1,5 mln €

OGGI EXPO 2015 SPA presenta in anteprima a Milano, presso l’Expo gate di via Beltrami, la sua campagna di comu-nicazione.

LUNEDÌ PROSSIMO FON-DAZIONE TRIULZA, alla presenza del viceministro alle politiche agricole, Andrea Olivero, pre-senterà uffi cialmente, in via Bernardino Luini 5 a Milano, l’area mercato del padiglione Società Civile.

INTESA SANPAOLO PER EXPO. Mercoledì, 5 no-vembre, Intesa Sanpaolo, offi cial global partner di Expo Milano 2015, pre-senterà il suo progetto di partecipazione all’esposi-zione universale, in piaz-za della Scala 6, Gallerie d’Italia - Sala Mattioli.

BOCCONI PER EXPO. #Fo-odSavingBEC è un’ini-ziativa di università Boc-coni ed Expo Milano 2015, in collaborazione con Mipaaf e Commissione Ue. Sarà presentata lu-nedì prossimo a Milano, in Bocconi, piazza Sraffa 13, alla presenza del mini-stro alle politiche agricole, Maurizio Martina.

REGGIO EMILIA lancia i progetti per l’Expo. Oltre 1 mln di euro l’investimento del comitato promotore. In programma 50 eventi e l’allestimento di stazione Av Mediopadana, Palaz-zo dei Musei e Piazza/Palazzo Casotti come luo-ghi Expo. Il 18/11 scade il termine per le proposte sul brand unico «Reggio Emilia per Expo 2015».

APPUNTAMENTIdel comitato per Milano2

ItaliaOggi

Imprenditori italiani ot-timisti e fi duciosi nei con-fronti di Expo: il 66% ritie-ne che ospitare Expo 2015 possa aiutare la ripresa dell’economia italiana;

solo il 22% esprime pa-rere negativo e pensa che la manifestazione non avrà impatti, mentre ben il 12% non sa o non prende posizione. Il dato emerge da un’indagine trimestrale su manager e imprenditori, effettua-ta dal network Grant Thornton, che, in que-

sto caso, ha coinvolto un campione selezionato di 50 aziende italiane. Ma l’ottimismo nei confronti di Expo, secondo Grant Thornton, non avrà ri-percussioni dirette sugli investimenti aziendali: l’84% degli intervistati dichiara di non prevedere incrementi dei propri inve-stimenti in vista di Expo.

Expo? Aiutala ripresa

Dare visibilità alle piccole eccellenze dell’agroalimentare italiano ed estero prima, durante e dopo Expo Milano 2015. È l’obiettivo del progetto Rise2Up, ideato dall’associazione Talent4Rise e realizzato grazie al partner tecnologico Si-seco, con la collaborazione culturale dell’associazione La libreria che non c’è. Il progetto si sostanzierà in fi lmati di 2 minuti in cui 200 (forse anche più) piccole imprese potranno raccontare i motivi della loro eccel-lenza. I video saranno proiettati a rotazione dai megaschermi interattivi installati all’in-terno dello stand del padiglione della Socie-tà civile in Cascina Triulza, così da essere visibili ai 20 mln di visitatori attesi a Expo Milano 2015. Alle aziende protagoniste sarà chiesto di versare un contributo di 44 euro al giorno per la diffusione del loro fi lmato per 3 o 6 mesi. Durante l’esposizione universale i protagonisti dei fi lmati potranno essere protagonisti di 18 workshop. I video saranno anche postati sui social network e caricati su YouTube e sul sito dell’Expo, così da dar loro una visibilità ancora più amplifi cata (1 mld di persone) e da raggiungere un pubblico giovane. E parteciperanno a un concorso. Il voto sarà esteso al pubblico. «Per educare i giovani ad apprezzare il gusto degli alimenti d’eccellenza e a seguire uno stile di vita corretto sano», dichiara a ItaliaOggi Mirella Mastretti, presidente di Talent4Rise, «emetteremo anche una call4ideas rivolta ai giovani per la realizzazione di un’app».

Luisa Contri

L’eccellenza agroalimentarefi nisce in cortometraggio

Dieci idee innovative e dieci buone pratiche. Sono i progetti vincitori della «call for ideas» lanciata nel maggio 2014 dalla Regione e che la Toscana presenterà all’Expo 2015. C’è Agri-SmaRT, dell’università di Firenze, piattaforma integrata per l’applicazione delle tecnologie «smart» all’agricoltura, con ap-plicazioni nella meccanizzazione, nella difesa fi tosanitaria e del suolo, nelle tec-niche agronomiche innovative. Sempre dell’università di Firenze c’è il progetto per so-stituire i pesticidi con sostanze attive naturali derivanti da funghi. Dalla Scuola Superio-re Sant’Anna arriva invece la proposta di Droni per monitorare le colture, eventuali attacchi parassitari o patologie, carenze nutrizionali delle piante. Poi ci sono i progetti per le biomasse, la creazione di una «banca dei fermenti» per gli alimenti, un sistema infor-matico per gestire le risorse idriche, soluzioni innovative per imballaggi, derivati dal castagno per mantenere i formaggi, l’uso e il riuso dei rifi uti e il calcolo delle emissioni di CO2 per produrre olio extravergine di oliva. Tra i progetti già in atto funghi in casa con i fondi di caffè, pulmino contadino e pesca in rosa con sole donne pescatrici.

Andrea Settefonti

La Toscana sceglie 10 idee da esibire durante l’Expo

Luigi Brugnaro

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27Giovedì 30 Ottobre 2014

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La riforma deDiritto& Fisco

Siglato ieri a Berlino l’accordo di 51 paesi sulla i ne del segreto bancario dal 2017

L’Ocse rafforza la voluntaryLo scambio di informazioni spingerà all’adesione

DI TANCREDI CERNE

L’Ocse lancia un as-sist alla voluntary disclosure italiana. I rappresentanti

di 51 paesi e giurisdizio-ni facenti parte del Global forum dell’Ocse sulle que-stioni fiscali hanno siglato ieri a Berlino l’accordo che prevede la fine del segre-to bancario a partire dal 2017. aumenta dunque, con lo scambio di informazioni fiscali, la probabilità di es-sere individuati per chi ha capitali nascosti all’estero ponendo quindi l’alternati-va offerta dall’autodenuncia inserita nella procedura di collaborazione volontaria come ultimo treno per la tranquillità fiscale. tanto che ieri il ministro dell’economia italiano Pier Carlo Padoan, dopo la firma dell’accordo ha scritto su twitter: «L’Ita-lia sta facendo molto contro l’evasione fiscale e l’accor-do di oggi rafforzerà anche l’impatto della voluntary di-sclosure». Il nuovo standard per lo scambio di dati tra le giurisdizioni Ocse (51 su 123 partecipanti al Global Fo-rum), già approvato da par-te dei ministri delle finanze del G20 in occasione della riunione di fine settembre a Crains, in Francia, prevede la condivisione automatica su base annua delle infor-mazioni riguardanti i conti correnti, i dividendi, gli inte-ressi ricevuti e i redditi deri-vanti dalla sottoscrizione di polizze assicurative da par-te dei propri contribuenti, siano essi privati cittadini, entità giuridiche, fondazioni o trust. Non solo. A fornire questi dati dovranno essere in primis le banche ma an-che i broker, le compagnie di assicurazione oltre ad al-cuni veicoli di investimento collettivo. Il Global Forum stabilirà poi un processo di peer review necessario per assicurare l’effettiva appli-cazione dei termini stabiliti dal programma a livello bi-laterale assicurando l’effi-cacia del sistema. A questo si aggiunga la decisione dei governi dei 51 paesi di far rientrare nel grande flus-so di informazioni condivi-se anche quelle relative ai beneficiari di entità legali. «Stiamo completando la vo-

luntary disclosure e questo accordo ne rafforzerà l’im-patto», ha sottolineato Pa-doan. L’accordo raggiunto ieri in Germania consentirà infatti ai paesi firmatari di condividere in maniera au-tomatica le informazioni con

effetto retroattivo sui conti correnti aperti a partire dal 2015. «Questa intesa è cruciale per recuperare la fiducia dei cittadini che è stata danneggiata dalla crisi finanziaria e dalle crescenti diseguaglianze», ha aggiun-

to il segretario gene-rale dell’Ocse, Angel Gurria, «e sono lieto di continuare a regi-strare un crescente impegno su questo fronte. È notizia di poche ore fa il lancio di una «african ini-tiative» per aumen-tare il livello di guar-dia contro l’evasione fiscale e peraltro 17 paesi africani fanno già parte del global forum». Alle parole di Gurria hanno fato eco quelle del mini-stro delle finanze te-desco Wolfgang Scha-euble. «In un mondo globalizzato serve un sistema unico di scambio delle infor-mazioni. È una que-stione di giustizia e

di equità. Non è giusto che alcuni cittadini si vedano le tasse trattenute diretta-mente dagli stipendi mentre altri hanno la possibilità di spostare i loro guadagni giocando sulle opportunità offerte dalla mancanza di omogeneità fra le diverse giurisdizioni». La Germa-

nia, ha aggiunto Schauble, spenderà 20 milioni di euro per assicurarsi che le sue strutture informatiche sia-no in grado di assicurare la compliance con i termini dell’accordo entro il 2017. Soddisfatto ma più scettico il cancelliere dello Scacchie-re, George Osborne. «Gli ac-cordi ridurranno l’evasione fiscale. Ora saranno scam-biate molte informazioni e aumenterà la capacità dei governi di combattere l’eva-sione fiscale. Vogliamo ridur-re le opportunità che hanno le persone di non pagare le tasse». Secondo Osborne, tuttavia, c’è ancora della strada da fare. «Dovremmo far sì che anche i paesi in via di sviluppo partecipino a questa battaglia», ha ag-giunto il responsabile delle finanze della Gran Bretagna secondo cui l’evasione fiscale è immorale e che chi evade dovrebbe essere trattato come un normale ladro. «I cittadini sono costretti a pa-gare tasse maggiori perché qualcuno ha evaso le tasse e questo non è giusto», ha concluso il cancelliere dello Scacchiere.

Raddoppia il bonus per l’asilo e la «bab-ysitter» sia nell’importo (da 300 a 600 euro), sia per la platea, poiché potran-no usufruirne le mamme dipendenti del pubblico e del privato. Arriverà «a giorni» il decreto del ministero del wel-fare con i nuovi criteri per usufruire della chance, contenuta nella riforma di Elsa Fornero (legge 92/2012), in base alla quale una madre lavo-ratrice, in alternativa al con-gedo parentale, può chiedere in via sperimentale, nel trien-nio 2013-2015, di ricevere un voucher di importo mensile di 300 euro per un massimo di 6 mesi con cui pagare la retta degli asili nido accreditati, op-pure i servizi per l’assistenza del bambino. Il restyling annunciato ieri dal tito-lare del dicastero di via Veneto, Giu-liano Poletti, n e l c o r s o del question time a Mon-t e c i t o r i o , punta a rivi-

talizzare la misura che fi nora non si è rivelata un successo: nel 2013, infatti, meno di 4 mila madri hanno sfruttato questa possibilità e sono stati utiliz-zati circa 5 milioni di euro, a fronte di uno stanziamento annuo di 20. I fondi inutilizzati, spiega il sottose-gretario Teresa Bellanova, saranno

recuperati e reinvestiti con lo stesso scopo di sostenere

le politiche di concilia-zione fra tempi di la-voro e cura familiare. Le novità, riferisce nel corso di un collo-quio con ItaliaOggi,

riguardano innanzi-tutto l’innalzamento della quota fi no a 600

euro, poi l’opportuni-tà di presentare

la domanda per accedere a l l ’ agevo -lazione in quals ias i momento d e l l ’ a n -no e non

più soltanto in periodi determinati, mediante bandi a tempo limitato. E, soprattutto, si allargano i benefi ciari, perché se il bonus era stato in origine concepito soltanto per le occupate del comparto pubblico, adesso saranno an-che le addette delle aziende private a potersi avvantaggiare del contribu-to per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia, o dei servizi privati accreditati, da uti-lizzare negli 11 mesi successivi al con-gedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi.Bellanova esprime soddisfazione. «È un bel segnale» per la componente femminile, «non più indotta, come spesso accade, ad arretrare, nel pro-prio incarico, quando i bambini sono troppo piccoli». E, «una volta messi al riparo 15 milioni per quest’anno, e 40 per il biennio successivo», non rimane che attendere «pochi giorni per l’emanazione del decreto intermi-nisteriale», già fi rmato dal welfare e dall’economia, cui manca soltanto la sigla del dicastero della pubblica am-ministrazione.

Simona D’Alessio

IN ARRIVO IL DECRETO. IL VOUCHER PASSA DA 300 A 600 EURO

Il bonus asilo nido raddoppia l’importo

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di equità. I tweet del ministro Pier Carlo Padoan sull’Accordo

Giuliano Poletti

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28 Giovedì 30 Ottobre 2014 GIUSTIZIA E SOCIETÀPROCESSO CIVILE TELEMATICO/ Il ministero della giustizia sugli oneri di cancelleria

Atti, autenticazione retroattivaPotere del difensore su procedimenti prima del 30 giugno

DI GABRIELE VENTURA

Potere di autentica-zione degli atti, da parte del difensore, esteso anche ai pro-

cedimenti instaurati prima del 30 giugno 2014 (data di entrata in vigore del proces-so civile telematico). Adegua-menti del contributo unifica-to anche per i procedimenti instaurati presso uffici non interessati dal pct. Resta in capo alle cancellerie l’attività di rilascio della copia in for-ma esecutiva. Sono queste alcune delle principali novi-tà contenute nella circolare della direzione generale della giustizia civile del 28 ottobre 2014, recante «Adempimen-ti di cancelleria conseguenti all’entrata in vigore degli ob-blighi di cui agli artt. 16-bis e segg. dl 179/2012 e 90/2014», che ha integrato quella del 27 giugno 2014, sulla base dei quesiti formulati dagli uffici giudiziari e da quanto emerso nel corso degli ultimi mesi dal tavolo tecnico permanente in materia di processo civile te-lematico.

Pagamento del contri-buto unifi cato con marca da bollo. La nuova circola-re di via Arenula aggiunge quattro nuovi punti (dal 14 al 17) a quella del 27 giugno scorso. Il primo riguarda il pagamento del contributo unifi cato con marca da bol-lo, «dato che», si legge nella circolare, «a seguito dell’en-trata in vigore delle disposi-zioni in tema di esclusività del deposito telematico nei

procedimenti di cui al libro IV, titolo I, capo I del cpc, si è evidenziata la problematica connessa alle modalità con le quali gli uffi ci giudiziari de-vono provvedere all’annulla-mento delle marche da bollo utilizzate dalla parte che in-staura un procedimento per l’assolvimento del contributo unifi cato». Sul punto, la Dire-zione generale della giustizia civile, ritiene condivisibile la

prassi di invitare il procura-tore della parte, che abbia assolto il contributo unifi ca-to mediante acquisto dell’ap-posita marca da bollo, e che abbia provveduto alla scan-sione della marca stessa ai fi ni del suo inserimento nel fascicolo informatico, a recar-si presso l’Uffi cio giudiziario in modo da consentirne l’an-nullamento.

Autenticazione degli atti. Il secondo punto trat-tato dalla circolare riguarda il potere di autenticazione, da parte del difensore, degli atti contenuti nel fascicolo informatico. L’art. 52 del dl 90/2014 ha, infatti, introdot-to il comma 9-bis dell’art. 16-bis del dl n. 179/2012, attribuendo, al difensore, al consulente tecnico, al profes-sionista delegato, al curatore ed al commissario giudiziale la facoltà di «estrarre con modalità telematiche du-plicati, copie analogiche o informatiche degli atti e dei provvedimenti» contenuti nel fascicolo informatico, ed il potere di «attestare la con-formità delle copie estratte ai corrispondenti atti conte-nuti nel fascicolo informati-co». Alcuni uffi ci, però, hanno dubitato che la norma fosse da applicare anche agli atti e documenti contenuti in fa-scicoli relativi a procedimenti instaurati prima dell’entrata in vigore della norma stessa, o comunque prodotti e/o de-positati in epoca anteriore. Secondo via Arenula, invece, «è da ritenersi che il potere di autentica si estenda a tutti gli atti contenuti nei fascico-li informatici, indipendente-mente dalla data di instau-razione del procedimento o di deposito del singolo atto o documento».

Applicabilità degli ade-guamenti del contributo unificato. Una ulteriore questione è stata sollevata ri-guardo all’applicabilità degli adeguamenti del contributo unifi cato presso uffi ci, come quelli del giudice di pace, at-tualmente non interessati dal pct. Secondo la circolare, in-vece, non è consentita alcuna distinzione circa l’applicabili-tà degli adeguamenti.

Rilascio della formula esecutiva. Infine, l’ultima questione riguarda il rilascio della formula esecutiva su co-pia estratta dal difensore, se cioè la cancelleria debba pro-seguire a osservare le consue-te modalità di rilascio di copia esecutiva, provvedendo essa stessa, su richiesta di parte, all’estrazione della copia stes-sa, alla sua certifi cazione di conformità all’originale con contestuale spedizione in for-ma esecutiva, o, se, piuttosto sia possibile, per il difenso-re, provvedere in autonomia all’estrazione di copia ed alla sua autenticazione. Secondo la direzione generale questa ultima modalità operativa è da escludere.

Un nuovo ente bilaterale agricolo convenzionato con Istat, Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e Ismea, (Istituto di servizi per il mercato agricolo), per fornire al settore primario i dati condivisi sui fl us-si occupazionali, sulla crescita delle retribuzioni e, soprattutto, sugli incrementi di produttività a livel-lo provinciale. L’Eban è stato presentato da Stefano Mantegazza, segretario uscente della Uila-Uil, alla ta-vola rotonda «La nuova frontiera sindacale: il welfare contrattuale», organizzata nel corso del V Congresso nazionale, per illustrare una ricerca su bilateralità e contrattazione collettiva nel settore agroalimentare. Con tre fondi pensione, nove fondi integrativi sanitari, un fondo per la formazione continua, 85 fondi bila-terali territoriali che erogano, tra l’altro, misure di sostegno alla genitorialità, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, al reddito e allo studio, il comparto agroalimentare è un modello signifi cativo, unico in Europa, a livello di welfare contrattuale. Nella tavo-la rotonda, si è discusso del possibile accorpamento, proposto dalla Uila, dei fondi pensionistici e anche di quelli sanitari per diminuire i costi di gestione, rendere le prestazioni più qualifi cate e per ampliare l’operatività dei fondi territoriali. Riempire dei giusti contenuti la certifi cazione del Made in Italy è poi la richiesta principale rivolta al ministro delle politiche agricole Maurizio Martina. «Non vorremmo che do-mani, nel segno distintivo proposto dal Governo», ha detto Mantegazza, «venisse ricompresa, ogni produ-zione quale ne sia la qualità, la provenienza, il valore etico. Nel marchio fatto in Italia dobbiamo al contrario mettere l’unicità delle nostre produzioni, della pro-fessionalità del nostro lavoro». Secondo il segretario Uila il marchio, attribuito e controllato dalle società che già svolgono questa attività, non deve gravare sulle imprese e certifi care non solo la provenienza delle materie prime, ma anche il rispetto delle leggi sul lavoro e dei contratti. Preoccupazione, infi ne, è stata espressa per la Politica agricola comune e per le modalità di erogazione dei fondi, puntando il dito contro Agea che sta predisponendo un lungo elenco di documenti per la certifi cazione dell’agricoltore attivo, tutti già in possesso delle altre amministrazioni.

Giusy Pascucci

Inea, dati più aggiornatisull’economia agraria

DI BEATRICE MIGLIORINI

Fecondazione etero-loga in attesa di un intervento del Parla-mento. Le linee guida

varate dalla Conferenza del-le regioni non hanno, infatti, superato la necessità di un intervento legislativo a livel-lo nazionale. A sottolinearlo, il Ministro della salute Beatri-ce Lorenzin, nel corso del Question time che si è svol-to ieri in Aula alla camera, rispondendo al quesito posto d a E u g e n i a Roccella (Ncd). N e l c o r s o dell’intervento il ministro ha sottolineato la necessità di «un intervento di urgenza da parte del Parla-mento attraverso una legge nazionale sulla fecondazione eterologa che contribuisca anche a uniformare i trat-tamenti dal punto di vista economico. L’iniziativa della Conferenza delle regioni, che dopo la sentenza della Corte costituzionale ha varato li-nee guida in tema, non ha,

infatti, superato la necessità di un intervento legislativo a livello nazionale».

Punto di partenza, l’istitu-zione di un registro dei dona-tori. Ad avviso della Lorenzin, l’istituzione di un registro ad hoc «sarebbe necessaria in quanto permetterebbe di monitorare il rapporto

donatore-nato per tutto il suo iter. I tecnici del Ministero sono, comun-que, all’opera per adottare misure in que-sto senso». In merito al limi-te dei 43 anni della madre per accedere alla procedura di fecondazio-ne eterologa,

la linea di principio sarebbe quella di applicare le stesse condizioni della fecondazione omologa. «Rispetto al limite dei 43 anni», ha concluso la Lorenzin, «credo sia giusto applicare le stesse condizioni in vigore per la fecondazione omologa. Sarà comunque il medico ad effettuare la va-lutazione clinica necessaria per dare il via alle procedure sanitarie più adatte».

Lorenzin: intervento legislativo ampio

Eterologa al parlamento

Beatrice Lorenzin

Pagamento del contri- procedimenti di cui al libro prassi di invitare il procura-

Pagamentodel Contributo unifi cato

con marca da bollo

Per l’annullamento della marca da bollo il pro-curatore della parte deve recarsi presso l’Ufi cio giudiziario

Autenticazione degli atti da parte del difensore

Potere di autenticazione degli atti, da parte del difensore, esteso anche ai procedimenti instaurati prima del 30 giugno 2014

Adeguamentidel contributo unifi cato

Adeguamenti del contributo unii cato anche per i procedimenti instaurati presso ufi ci non ancora interessati dal pct

Rilascio della formula esecutiva

Resta in capo alle cancellerie l’attività di rilascio della copia in forma esecutiva

Pagamento Per l’annullamento della marca da bollo il pro

Le novità in pillole

La circolare sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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29Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30I M P O S T E E TA S S EIn G.U. il dm che consente anche alle p.a. di riscuotere all’estero

Una mano sulla notificaRiscossori italiani in campo per gli stati Ue

L’agente della riscos-sione italiano può prendere in carico richieste di notifica

provenienti da stati membri dell’Unione europea e avrà sei mesi di tempo per adempiere al compito. È una delle pre-visioni contenute nel decreto 21 ottobre 2014 del ministero dell’economia, pubblicato ieri sulla Gazzetta Uffi ciale n. 252, recante «Modalità procedura-li per l’affi damento all’agente della riscossione territorial-mente competente dell’attività di notifi ca». Un ruolo cruciale nella procedura viene svolto dal «servizio di collegamento», la struttura presso il diparti-mento delle finanze compe-tente allo scambio di infor-mazioni in materia di tributi locali collegato con la rete che permette le trasmissioni per via elettronica tra le autorità richiedenti e le autorità adite degli stati membri. Il decreto prevede che uno stato mem-bro possa chiedere l’assistenza per la notifi ca solo se non sia in grado di provvedere diretta-mente alla notifi ca o qualora

tale notifi ca dia luogo a diffi -coltà sproporzionate. In que-sti casi interviene il servizio di collegamento, il quale dopo aver controllato la regolarità e la correttezza formale della documentazione pervenuta tra-smette il mate-riale, tramite posta elettro-nica certifi ca-ta, all’agente della riscos-sione terri-t o r i a l -mente

competente per essere consegnato al destina-tario. L’agente della riscos-sione territorialmente com-petente dà corso alla notifi ca entro sei mesi dalla data in

cui ha ricevuto la documen-tazione ovvero entro il diverso termine eventualmente indi-cato dall’autorità richiedente. Una volta eseguita la notifi ca, l’agente della riscossione in-via, entro i cinque giorni la-vorativi successivi alla data

di acquisizione dell’esito della notifi ca stes-

sa, al servizio di collegamento, sempre tramite

Pec, una comu-nicazione di cui il

servizio informerà l’autorità straniera ri-chiedente Il sistema funziona ovviamen-te anche in senso

inverso. Vale a dire che i co-muni, le pro-

vince e le regioni possono inviare in via te-

lematica al servizio di collega-mento la richiesta di notifi ca da inoltrare all’autorità dello stato membro in cui deve av-venire la riscossione. Se una richiesta non può essere tra-smessa tramite la rete Ccn, la stessa viene inviata per posta

raccomandata o elettronica. In tal caso, la richiesta di notifi ca deve essere fi rmata dal responsabile o da un fun-zionario, debitamente auto-rizzato a tal fi ne, del servizio di collegamento. Il decreto si chiude ricordando che ai fini dell’applicazione delle disposizioni contenute negli accordi o nelle convenzioni bilaterali o multilaterali che stabiliscono un’assistenza reciproca più ampia, qualora non sia possibile utilizzare le procedure ordinarie (decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 29) il servizio di collegamento provvede alla notifi ca secondo le procedure vigenti nell’ordi-namento nazionale. Può tut-tavia essere prevista, in sede di convenzione, la possibilità da parte del dipartimento di avvalersi dell’Agenzia delle entrate.

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Marco Di Capua e Salvatore Lampone rassegnano le dimissioni dall’Agenzia delle entrate. A renderlo noto un comunicato dell’amministrazione di via Cristoforo Colombo, ieri. Nella nota l’Agenzia ringrazia Marco Di Capua, che pure è stato in predicato per diventa-re direttore dell’Agenzia delle entrate, per il «grande lavoro svolto in 12 anni di servizio, prima come Di-rettore centrale dell’Accertamento, poi al vertice di Amministrazione, pianifi cazione e controllo e infi ne come vicario del diret-tore». Di Capua lascia l’Agenzia per assume-re, dal 1° novembre, il ruolo di responsabile Internal audit in Fin-meccanica.P e r i l d i r e t t o r e dell’Agenzia delle en-trate, l’Agenzia perde uno degli artefi ci del volto della ammini-strazione finanzia-ria così come è oggi: «Marco Di Capua»,ha dichiarato il diretto-re, Rossella Orlandi, «ha accompagnato lo sviluppo della nostra ammini-strazione interpretando sempre con professionalità e dedizione gli incarichi che gli sono stati affi dati. Cre-do di esprimere il pensiero di tutti i nostri funzionari se dico che è anche grazie al lavoro di Di Capua che l’Agenzia è diventata la realtà che oggi conosciamo: un’amministrazione moderna ed effi ciente al servizio dei cittadini di questo paese». Dal 1° novembre lascia l’amministrazione fi nanziaria anche Salvatore Lampone. In Agenzia dal 2012, prima come direttore centrale Accertamento e successiva-mente al vertice della Direzione Audit e Sicurezza, Lampone va ad assumere la carica di responsabile Risk management in Finmeccanica. Al posto di Lampone po-trebbe arrivare Pasquale Stellacci, attualmente diret-tore provinciale di Pesaro che ha ricoperto in passato incarico presso la direzione regionale Emilia Romagna nel settore accertamento.

Entrate: Di Capuae Lampone lasciano

L’Agenzia delle entrate porta alla luce una maxi frode fi scale da 250 milioni di euro. «Al termine dell’attività di indagine», ha fatto sapere, ieri, tramite una nota l’amministrazione fi nanziaria che ha collaborato con la procura della Repubblica di Milano e il nucleo di polizia tributaria della Guardia di fi nanza di Milano, « sono emersi articolati meccanismi di fronde attinenti al settore della logistica, del facchinaggio, del trasporto su strada e servizi alle imprese che hanno portato al sequestro di 63 milioni di euro di beni e all’emana-zione di otto ordinanze di custodia cautelare». Tra i soggetti coinvolti anche l’ex calciatore Bruno Limido, l’ex presidente del Varese ed ex vicepresidente del Genoa Antonio Rosati, e l’ex a.d. del Varese calcio Enzo Montemurro. Le indagini hanno avuto inizio nel dicembre 2013, quando gli uffi ci antifrode delle Entrate hanno effettuato accessi nei confronti di 18 realtà societarie operanti fra Milano e Roma. Attra-verso un consorzio, l’utilizzo strumentale di società cooperative e un giro di fatture false, l’organizzazione acquisiva commesse a condizioni economiche vantag-giose per poi subappaltarle a cooperative di lavoro e produzione usate come serbatoi di manodopera (sotto costo e in nero) e svuotate delle risorse fi nanziarie attraverso prelevamenti di denaro contante. Secondo quanto riferito, poi, dalle Fiamme gialle, sarebbe sta-ta individuata un’associazione criminale costituita da imprenditori, organizzatori e/o agevolatori, meri prestanome che, avvicendandosi ed alternandosi nel-le cariche societarie, ne hanno assunto formalmente le relative responsabilità. In campo un team di 37 funzionari dell’uffi cio centrale, della direzione re-gionale Lazio e della direzione regionale Lombardia. L’azione degli uomini dell’Agenzia è stata decisiva per lo sviluppo delle indagini, in quanto in quella fase sono stati acquisiti importanti elementi di prova a carico dei reali dominus della frode, che godevano della complicità di professionisti compiacenti. «L’at-tività è stata frutto», hanno fatto sapere le Entrate, «di un rapporto sinergico, voluto e coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica di Milano, dott. Carlo Nocerino, che vede Agenzia delle entrate e Guardia di fi nanza impegnate all’unisono già dalla fase investigativa».

Il fi sco porta a galla una frode dal 250 mln

L’Associazione italia-na giovani avvocati ha depositato un ricorso al Tar del Lazio contro il nuovo regolamento varato a luglio dal Con-siglio nazionale forense relativo alle modalità per l’iscrizione all’albo delle giurisdizioni superiori. È chiara, secondo Aiga, «l’incostituzionalità del regolamento, con una palese disparità di trat-tamento nella defi nizione dei requisiti per diventare cassazionisti. È un testo», spiega la presidente di Aiga Nicoletta Giorgi, «che trasforma comple-tamente l’iter per poter patrocinare davanti alle giurisdizioni superiori, li-mitandone estremamente l’accesso alle generazioni più giovani di legali».

Presidenti dell’Auto-rità garante della con-correnza e del mercato (Agcm) Giovanni Pitruz-zella e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il sistema idrico (Aeegsi) Guido Bortoni hanno firmato un protocollo d’intesa per rafforzare la tutela dei consumatori, con particolare riferimen-to alle pratiche commer-ciali scorrette nei settori regolati. La cooperazione fra le due autorità, trami-te il protocollo d’intesa, si realizza in particolare attraverso la segnalazio-ne reciproca, nell’ambito di procedimenti di di-retta competenza, di casi di pratiche commerciali scorrette e/o di violazioni delle normative e/o della regolamentazione nei settori dell’energia elet-trica, del gas e dei servizi idrici.

L’eventuale sostituzio-ne delle varie tasse co-munali con la «local tax» porterebbe in un’«unica» soluzione nelle casse degli oltre 8.000 comuni italiani oltre 31 miliardi di euro. A realizzare la stima la Cgia di Mestre, che ha elencato le prin-cipali imposte/tasse co-munali e i relativi gettiti che potrebbero essere sostituiti a partire dal prossimo anno. Tra Imu e Tasi (18,8 miliardi di euro), tassa sull’aspor-to rifi uti (7,3 miliardi di euro), addizionale comunale Irpef (4,3 mi-liardi di euro), imposta sulla pubblicità (426 milioni di euro), la tassa sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche (218 milioni di euro), l’imposta di soggiorno (105 milioni di euro) e l’imposta di scopo (14 milioni di euro), il gettito totale ammonta a 31,2 miliardi che ver-rebbero incassati con un’unica imposta: la «local tax».

BREVI

Marco Di Capua

Il testo del decretosul sito www.italia-oggi.it/documenti

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30 Giovedì 30 Ottobre 2014 I M P O S T E E TA S S ELEGGE DI STABILITÀ/ L’inversione riguarderà tutte le prestazioni sugli edii ci

Reverse charge nelle puliziePagamento dell’Iva a carico di chi si avvale dei servizi

DI FRANCO RICCA

Servizi di pulizia de-gli edifici B2B sen-za rivalsa dell’Iva: dall’anno prossimo

le imprese non potranno addebitare l’imposta a nes-sun committente che sia un operatore economico, in quanto il tributo dovrà es-sere assolto dal destinatario con il meccanismo dell’inver-sione contabile. Questa una delle misure contenute nel ddl stabilità 2015 nell’am-bito delle disposizioni che prevedono di estendere il cosiddetto «reverse charge», dalle quali si attende un re-cupero di evasione stimato in complessivi 900 milioni. Nel caso specifi co, la novità comporterà però complica-zioni per i committenti che svolgono attività esenti (as-sicurazioni, banche, fi nan-ziarie, medici ecc.), i quali saranno tenuti a maggiori adempimenti, tra i quali la presentazione della dichia-razione annuale Iva.

L’ampliamento del re-

verse charge. Secondo il ddl, al fi ne di contrastare le frodi all’Iva, dal 1° genna-io prossimo il meccanismo dell’inversione contabile sarà esteso:

- alle prestazioni di servi-zi di pulizia, di demolizione, di installazione impianti e di completamento relative a edifi ci (nuova lettera a-ter aggiunta nell’art. 17, sesto comma, dpr 633/72), con un recupero di gettito di 650 milioni di sola Iva;

- in via temporanea, per quattro anni, ai trasferimen-ti di quote di emissione di gas serra o di unità similari (certificati verdi), nonché alle cessioni di gas ed ener-gia elettrica nei confronti di soggetti passivi rivenditori (nuove lettere d-bis, d-ter e d-quater), con un recupero di gettito di 250 milioni.

Il settore edile. Per quanto riguarda il settore edile, le nuove disposizioni andranno ad aggiungersi, con carattere di speciali-tà, a quelle della lettera a) dell’art. 17, che assoggetta-

no all’inversione contabile le prestazioni di servizi dei subappaltatori. A differen-za delle disposizioni vigenti, però, quelle in arrivo si ap-plicheranno oggettivamente ai servizi considerati, allor-quando resi nei confronti di soggetti passivi dell’Iva: pertanto non sarà richiesto che il rapporto sia riconduci-bile a un subappalto, né che il committente svolga a sua volta un’attività del settore edile. Questa ampiezza del-la portata delle disposizioni trova conferma nella rela-zione tecnica del ddl, ancor meglio che in quella illustra-tiva: vi si legge, infatti, che per effetto della nuova nor-ma, il regime dell’inversio-ne contabile, come osserva-to su queste pagine (si veda ItaliaOggi del 17 ottobre scorso), «riguarderebbe non soltanto le opere effettuate nei contratti di subappalto, bensì tutte le prestazioni rese nei rapporti B2B, anche nei confronti dei committen-ti che non operano nel set-tore edile o dei contraenti

generali». Di conseguenza, le imprese che prestano servizi di pulizia, di demo-lizione, di completamento o di installazione impianti degli edifici, quando ope-rano verso soggetti passivi Iva (imprese commerciali e agricole, professionisti), do-vranno emettere la fattura senza l’addebito dell’impo-sta; imposta che sarà assol-ta dal destinatario previa integrazione della fattura, con il regime dell’inversione contabile. Di solito, questo regime, che mira a evitare comportamenti scorretti dei fornitori, rappresenta un vantaggio finanziario notevole per i clienti, i qua-li, anziché pagare l’imposta al fornitore, la iscrivono a debito verso l’erario nella contabilità e nel contempo, se svolgono attività con di-ritto a detrazione, iscrivono un corrispondente credito e chiudono la liquidazione a zero. La situazione cambia, però, qualora il cliente non abbia il diritto alla detra-zione (perché svolge attivi-

tà esenti, oppure soggette a regimi speciali, per esem-pio, agricoltura): in tal caso, infatti, l’imposta risulterà a debito dalla liquidazione pe-riodica e dovrà essere versata all’erario, sicché il meccani-smo si traduce in una compli-cazione degli adempimenti e può far venir meno l’esonero dall’obbligo della dichiara-zione annuale concesso ai soggetti che effettuano solo operazioni esenti. In una si-tuazione simile si sono trova-ti anni fa i dentisti a seguito dell’introduzione del reverse charge per le cessioni di ma-teriali preziosi; nell’occasione, il dpr n. 315/2000 concesse la possibilità di effettuare le li-quidazioni trimestrali senza interessi.

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La cartella esattoriale è valida anche quando il coniuge non la consegna al contribuente. È suffi ciente che la noti-fi ca sia avvenuta nell’indirizzo di resi-denza. Lo ha sancito la Corte di cassa-zione che, con la sentenza n. 22928 del 29 ottobre 2014, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate. La vicenda riguarda l’iscrizione di un’ipoteca da parte di Equitalia a carico di un con-tribuente che lamentava la mancata notifi ca della cartella esattoriale. In particolare il plico era stato conse-gnato presso l’abitazione dell’uomo a una donna che si era qualifi cata una volta come la moglie e una volta come la madre. Dagli atti era poi emerso che la coppia si stava separando. Per que-sto la Ctr ha annullato la cartella. Ora la Cassazione ha ribaltato il verdetto spiegando che la Ctr si esprime in ter-mini di «perplessità sulle notifi che», limitandosi a rilevare un «rapporto di confl ittualità coniugale» che lascereb-be presumere che il marito non sia venuto effettivamente a conoscenza di quanto notifi cato, senza peraltro precisare gli elementi rilevanti ai fi ni della ritualità della notifi ca, quali il luogo in cui la stessa fu perfezionata e la qualità del soggetto cui l’atto fu consegnato, ai sensi e per gli effetti dell’art. 139 cpc.Per i Supremi giudici è quindi nulla la sentenza ai sensi dell’art. 132 in quan-to essa risulta corredata da motivazio-ne solo apparente, estrinsecantesi in argomentazioni del tutto apodittiche e disancorate dalla fattispecie concre-ta. Dello stesso avviso la procura generale del Pa-lazzaccio.

Debora Alberici©Riproduzione riservata

Coniugi smemorati la cartella è valida

La Suprema corte fissa dei palet-ti all’utilizzabilità del questionario nell’ambito della procedura di accer-tamento fi scale. Sono infatti utilizzabili in giudizio dal contribuente i documen-ti che non ha potuto esibire all’uffi cio in sede amministrativa perché non a sua disposizione. Ma non solo: l’amministrazione fi nan-ziaria deve indicare il termine entro il quale il cittadino è tenuto a rispondere ai chiarimenti.Sono questi, in sintesi, i principi af-fermati dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 22946 del 29 ottobre 2014, ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle entrate. La vicenda riguarda un imprenditore che non aveva prodotto in sede amministrativa alcuni documenti perché ancora in possesso dell’Inps. Li aveva però utilizzati e prodotti in giu-dizio. Per la Suprema corte non sussiste alcuna irregolarità nel procedimento seguito. Infatti, ha spiegato la sezione tributaria, Se è necessario che l’ammi-nistrazione, con l’invio del questiona-rio, fi ssi un termine minimo per l’adem-pimento degli inviti o delle richieste, avvertendo delle conseguenze pregiu-dizievoli che derivano dall’inottempe-ranza alle stesse, in caso di mancato rispetto della suddetta sequenza proce-dimentale, non è invocabile la sanzione dell’inutilizzabilità della documenta-zione esibita dal contribuente solo con l’introduzione del processo tributario, trattandosi di obblighi di informativa espressione del medesimo principio di lealtà, il quale deve connotare, come

si evince dagli articoli 6 e 10 dello Statuto del contribuen-te, l’azione dell’uffi cio.

Debora Alberici©Riproduzione riservata

Giudizio tributario Ok a nuove carte Confimpreseitalia ed

Equitalia proseguono il percorso di collaborazione per migliorare i servizi e intensifi care il dialogo con il mondo produttivo. Grazie al-lo sportello telematico, acces-sibile dal sito internet www.gruppoequitalia.it, i delegati di Confi mpreseitalia possono interagire direttamente con le sedi provinciali di Equitalia per richiedere informazioni e fi ssare appuntamenti con personale qualifi cato per i casi più delicati. Il rinnovo dell’accordo è stato sotto-scritto da Benedetto Mineo, amministratore delegato di Equitalia, e da Guido D’Ami-co, presidente nazionale di Confi mpreseitalia.

«Le Aler lombarde non pagheranno più l’Irap». Lo ha fatto sapere l’assessore regionale alla Casa Paola Bulbarelli, spiegando che la manovra rientra nella legge di Bilancio per il 2015 approvata dalla Giunta. «Si tratta di un provve-dimento», ha aggiunto, «che dà un po’ di fi ato alle aziende che si occupano di edilizia popolare». Il provvedimento vale circa 5,7 milioni di euro, 3,9 dei quali vanno a benefi cio dell’Aler di Milano.

Il Tar Lombardia stop-pa l’ordinanza del comune di Milano che limita l’ora-rio per le slot dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23: la

prima sezione del tribunale, riporta Agipronews, ha accol-to, con decreto presidenziale, il ricorso presentato da Sisal e fi ssato la discussione in ca-mera di consiglio al prossimo 19 novembre. L’ordinanza del comune dello scorso 15 otto-bre, si legge nel decreto, non tutela gli interessi pubblici «tassativamente previsti» in materia di libertà di stabi-limento e libera prestazione di servizi per gli esercizi pubblici, lo stop agli apparec-chi previsto dall’ordinanza comunale, si legge ancora, appare avere «gli estremi del grave pregiudizio».

Il Cda di Equitalia, a se-guito delle dimissioni di Vittorio Guerriero Conti, ieri ha provveduto, su desi-gnazione dell’azionista Inps, alla cooptazione nell’organo amministrativo di Mauro Nori. Il prossimo 13 novem-bre assemblea dei soci per la nomina del vicepresidente.

BREVI

Il testo del ddl Stabilità 2015 con le relazioni sul sito www.italiaog-gi.it/

Le sentenze sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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31Giovedì 30 Ottobre 2014GiovedENTI LOCALI E STATOI dati della relazione sulla capacità i scale degli enti. Chi riscuote di più incasserà più fondi

Imu e Tasi, evasi 3,8 miliardiManca 1/5 del gettito. Tasse locali pari a 604 € pro capite

DI VALERIO STROPPAE ROBERTO MILIACCA

Ogni abitante vale per i comuni 604 euro all’anno di tasse lo-cali. Il 50% della ca-

pacità fi scale è prodotto dalla tassazione immobiliare. Ma nelle casse degli enti manca-no all’appello 3,8 miliardi di euro tra Imu e Tasi, evasi o non versati dai contribuen-ti. Una cifra, seppur stimata, pari a un quinto del gettito teorico. È quanto emerge dalla relazione sulla capacità fi scale degli enti locali nelle regioni a statuto ordinario, predisposta dal gruppo di lavoro istituito presso il Mef e costituito dai tecnici di Di-partimento fi nanze, Ragione-ria generale dello stato, Sose e Anci-Ifel. La stima puntua-le della capacità fi scale dei comuni italiani si è resa ne-cessaria con l’entrata in vi-gore dell’articolo 14 del dl n. 16/2014. Tale norma dispone che sarà erogato ai comuni il 10% del Fondo di solidarietà comunale sulla base delle capacità fi scali, nonché dei fabbisogni standard.

Utilizzando le best practi-ce internazionali in materia statistica, la ricerca misura l’ammontare delle entrate tributarie che un ente locale potrebbe potenzialmente ot-tenere, date le basi imponibili e le aliquote fi scali vigenti. In particolare, lo studio prende in esame la tassazione immo-biliare (Imu e Tasi), l’addizio-

nale comunale all’Irpef, la tassa per la raccolta e smal-timento dei rifi uti, nonché le entrate residuali (imposta di soggiorno, imposta di sbarco, imposta sulla pubblicità, To-sap/Cosap ecc.).

La capacità fi scale media standard dei comuni nelle regioni a statuto ordinario

risulta pari a 604 euro per abitante. La Liguria è la re-gione dove il prelievo poten-ziale pro capite è maggiore (876 euro), seguita da Lazio (714 euro) ed Emilia-Ro-magna (700 euro). Sopra la media pure Lombardia (644 euro per abitante), Veneto (614 euro), Piemonte (639

euro) e Toscana (677 euro). A livello di singole città, si collocano sopra la media i co-muni molto grandi (oltre 100 mila abitanti) e molto piccoli (meno di 1.000 abitanti).

Per Imu, Tasi e addizionali Irpef la misurazione è stata effettuata in maniera pun-tuale, avendo a disposizione

la base imponibile (dati cata-stali e reddituali), le aliquote e le varie detrazioni. In tutti gli altri casi, non essendo agevolmente quantificabili tali elementi, sono stati uti-lizzati metodi matematici e coeffi cienti di regressione tarati sui singoli tributi. La stima si basa sulle serie sto-riche delle entrate relative ai circa 6.700 comuni delle re-gioni a statuto ordinario per il periodo 2003-2012.

Nel valutare la capacità fi scale degli enti il gruppo di lavoro ha tenuto conto pure del tax gap, ossia della diffe-renza tra il gettito teorico (che affl uirebbe in caso di perfetto adempimento agli obblighi tributari) e quanto effetti-vamente incassato dalle am-ministrazioni. Il tax gap, già sviluppato dall’Agenzia delle entrate negli ultimi anni, è un indicatore più ampio ri-spetto all’evasione fiscale, in quanto comprende anche gli errori nell’interpretazio-ne nelle norme e gli omessi versamenti dovuti a crisi di liquidità (imposte dichiarate ma non pagate). In materia di Imu e Tasi il tax gap na-zionale è stimato a quota 4,3 miliardi di euro escludendo i terreni, le aree fabbricabili e i fabbricati rurali. Si tratta di una cifra pari al 22,6% del gettito teorico. Considerando solo le regioni a statuto ordi-nario, nelle casse dei muni-cipi mancano all’appello 3,8 miliardi tra Imu e Tasi.

© Riproduzione riservata

Le premesse non sono state di-verse rispetto all’incontro con le regioni: tanta disponibilità a di-scutere, ma senza variare i saldi della manovra. Matteo Renzi ha riservato al numero uno dell’An-ci, Piero Fassino, la stessa «ac-coglienza» offerta al presidente della Conferenza delle regioni Sergio Chiam-parino: «Noi vogliamo mantenere questi sal-di, se avete contropro-poste entro questo pe-rimetro, siamo pronti a discuterne». Per la prima volta dall’altra parte della barricata, l’ex sindaco di Firenze e il fi do sot-tosegretario Graziano Delrio (anch’egli ex sindaco) non hanno fat-to promesse ai comuni sulla legge di Stabilità. Anzi, hanno insistito sulla necessità che gli enti locali provvedano a sfoltire la giungla del-le partecipate, offrendo al contempo l’assicurazione sulla pubblicazione online delle spese ministeriali. L’unica apertura ai sindaci riguar-

da l’istituzione della local tax, che dovrebbe riunire la miriade di tas-se e imposte comunali (a comincia-re dall’unifi cazione di Imu e Tasi) in un tributo unico per davvero e non tale solo di nome come avve-nuto per la Iuc. Renzi ha anche assicurato l’impegno del governo

a studiare misure che possano raf-forzare il peso politico dei sindaci nei confronti delle regioni dopo la riforma delle province.

Ma a parte questo, quando si è passati ai tagli della manovra, lo scontro sulle cifre è stato fronta-le.

Secondo l’Anci i tagli in vista per i comuni sarebbero di gran lunga superiori rispetto al mi-liardo e 200 milioni previsto dal-

la legge di Stabilità 2015. «I tagli effettivi applicati ai comuni ammontano a 3,5-3,7 miliardi», ha os-servato Fassino, perché ai sacrifi ci chiesti dalla manovra vanno aggiunti quelli delle leggi di bilan-cio precedenti con effetti sul 2015.

Le divergenze di ve-dute sui numeri hanno indotto il governo a con-vocare immediatamente un tavolo tecnico con gli enti locali per verifi care le cifre.

«Si è deciso in tempi rapidissimi di istituire un tavolo tecnico di ap-profondimento con un primo incontro settimana

prossima», ha annunciato il sot-tosegretario Delrio. L’Anci è con-vinta della correttezza delle pro-prie proiezioni. «Al taglio iscritto

formalmente vanno aggiunte altre pesanti decurtazioni derivanti da provvedimenti del 2013 e 2014 che ricadranno sull’esercizio 2015». Tra queste il presidente Anci ha menzionato «il fondo di spesa per i crediti poco esigibili» la cui isti-tuzione, insieme ad altre misure, «determinerà un peso ancora più oneroso rispetto ai tagli assegna-ti, annullando i vantaggi dell’al-lentamento del patto di stabilità». Per questo motivo Fassino ha con-fermato che chiederà «al governo una signifi cativa correzione non soltanto sulla dimensione di tagli lineari, ma anche dell’impatto che le nuove misure, come appunto il fondo per i crediti poco esigibili, avranno sul peso complessivo del sacrificio richiesto ai comuni». «Dopo la riunione», ha annunciato il sindaco di Torino, «chiederemo un incontro a tutti i gruppi parla-mentari per rappresentare anche a loro come stanno effettivamente le cose». Intanto, anche le provin-ce sono sul piede di guerra. I nuovi presidenti di provincia (tutti sin-daci) mettono le mani avanti: «con i tagli della manovra non sarà pos-sibile garantire i servizi essenziali ai cittadini».

Francesco Cerisano

Renzi promette la local tax ai comuni, ma è scontro con l’Anci sui tagli

Regione Imu/TasiTax gap Imu/Tasi

(1)

Addizionale comunale

Imposte varie(2)

Tassa rii uti

Totale

Piemonte 310 3 56 124 146 639

Lombardia 296 3 61 138 146 644

Veneto 292 3 53 121 145 614

Liguria 487 4 59 137 191 876

Emilia-Romagna 351 3 59 136 151 700

Toscana 338 4 54 124 158 677

Umbria 242 3 48 103 136 533

Marche 244 2 48 107 152 554

Lazio 357 6 55 131 164 714

Abruzzo 260 4 42 89 150 545

Molise 225 3 36 75 140 480

Campania 183 4 31 63 148 429

Puglia 226 3 34 69 138 470

Basilicata 155 3 34 69 126 387

Calabria 162 4 30 59 148 401

Media 288 4 50 112 150 604

Tax gap Imposte

Tasse locali: quanto valeogni cittadino per i comuni

1) Il tax gap indicato è la quota di sommerso che la ricerca ipotizza di recuperare2) Imposta di soggiorno, imposta di sbarco, imposta sulla pubblicità, tassa occupazione spazi e aree pubbliche ecc. Fonte: Sose. Dati in euro

Piero Fassino

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32 Giovedì 30 Ottobre 2014 DIRITTO E IMPRESAIl governo lavora a un collegato innovazione alla legge di stabilità 2015. Ecco le misure

Bonus fiscali ampi alle start-upEquity esteso a chi investe in crowdfunding per le imprese

DI CINZIA DE STEFANIS

Allo studio del dicastero dello sviluppo econo-mico e dell’economia un decreto collegato

alla finanziaria 2015 che di-sciplini nuove agevolazioni per le start-up innovative. Tre i punti nevralgici che do-vrebbero essere contenuti nel provvedimento collegato alla cosiddetta legge di stabilità 2015, che è sta-ta trasmessa alle camere per il consueto passaggio di approvazione: amplia-mento degli incentivi fi scali per le società innovative , maggiore sviluppo del crowdfunding come strumento per il fi -nanziamento di tale universo innovativo e rafforzamento del ruolo dell’istituto italiano di tecnologia.

INCENTIVI FISCALI PER LE START-UP. Alcune delle norme che dovrebbero trovare col-locazione nel nuovo decreto Mise e Mef disciplineranno gli incentivi fi scali per le start-up e altre tipologie di agevolazio-ni seguendo la semplifi cazione procedurale dell’esenzione. L’estensione al quinquennio dello status di «start-up inno-vativa» contenute nella legge di stabilità 2015 amplierebbe il numero delle innovative che potranno benefi ciare dei bonus fi scali. È inoltre prevista l’op-portunità di non notifi care a Bruxelles tutte le misure che introducono agevolazioni di na-tura tributaria per le start-up.

ISTITUTO ITALIANO DI TEC-NOLOGIA. Nato nel 2005 per promuovere lo sviluppo tecno-logico del paese il nuovo pro-getto di sviluppo delle start-up prevedrebbe che l’istituto possa svolgere anche un ruolo di incubatore o di acceleratore d’impresa. La fondazione di tecnologia attualmente faci-lita e accelera lo sviluppo, nel sistema di ricerca nazionale, delle capacità scientifiche e tecnologiche adeguate a favo-rire la transizione del sistema

di produzione nazionale ver-so assetti tecnologicamente all’avanguardia e sviluppa me-todi e competenze innovativi, per agevolare l’introduzione di pratiche di eccellenza e mecca-nismi positivi di competizione nell’ambito della ricerca nazio-nale. La fondazione dell’Istitu-to italiano di tecnologia è stata istituita alla fi ne del 2003 con

l’approvazione della legge 24 novembre 2003 n. 326. L’istituto ha vissuto un

periodo iniziale di avviamento di due anni, terminato il 2 ottobre 2005.

C R O W D F U N -DING. Attualmente molte start-up si finanziano con il crowdfunding. Il pacchetto di dispo-

sizioni collegate alla legge di stabilità 2015 dovrebbe raffor-zare lo strumento dell’equity crowdfunding ed estenderlo anche ai veicoli di investimen-to. Questo sta a significare che attraverso i portali in rete potrebbero finanziarsi non solo le stesse società, ma an-che organismi terzi che a loro volta investono in start-up. Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone («folla», ocrowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per fi nanziare un progetto impren-ditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet («piattaforme» o «portali») e ri-cevendo talvolta in cambio una ricompensa. Si parla di «equity-based crowdfunding» quando tramite l’investimento online si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la «ricom-pensa» per il fi nanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e ammi-nistrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa. È possibile distinguere altri modelli di crowdfunding a se-conda del tipo di rapporto che si instaura tra il soggetto che fi nanzia e quello che ha richie-sto il fi nanziamento.

Dopo sei mesi di trattative l’Italia e la Com-missione europea hanno perfezionato l’accor-do di partenariato che defi nisce le strategie di spesa dei fondi strutturali e di investimento europei (Sie) destinati allo stato e alle regioni per il 2014-2020. Una partita che vale oltre 42 miliardi di fi nanziamenti da Bruxelles, cui andrà a sommarsi il cofi nanziamento da par-te delle amministrazioni nazionali. Il pacchet-to è formato da 32,2 miliardi per la politica di coesione, 10,4 miliardi provenienti dal fondo agricolo per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni per la pesca. Dei 32,2 miliardi delle politiche di coesione che verranno distribuiti secondo circa 50 programmi operativi nei prossimi sette anni, 22,2 miliardi sono destinati alle regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), 1,3 miliardi a quelle in transizione (Sar-degna, Abruzzo e Molise), 7,6 alle regioni più svilup-pate, 1,1 per la «cooperazione territoriale europea» (che per l’Italia riguarda essenzialmente per l’area Adriatico-Ionica) e 576 milioni circa per l’iniziativa Ue a favore della disoccupazione giovanile. Particolarmente si-gnifi cativa per la Commissio-ne Ue è la sintonia trovata con Roma sul miglioramento della capacità amministrativa di gestione delle spese. I ritardi e la confusione tipici del-

le amministrazioni italiane alle prese con i fondi Ue, con il non lusinghiero dato di una capacità di assorbimento dei fondi 2007-2013 solo al 60% a poco più di un anno da un loro ipotetico disimpegno, dovrebbero diventare un ricordo del passato. Almeno sulla carta. La nuova scommessa di Roma e Bruxelles per rendere più effi ciente la spesa si chiama Pra, «piani di rafforzamento amministrativo». Si tratta di documenti che sono al tempo stesso un impegno politico delle amministrazioni italiane a dettagliare i modi e la tempistica dell’erogazione dei fi nanziamenti, e uno stru-mento di assistenza tecnica da parte della Commissione. A questo si aggiunge lo sforzo fatto dall’Italia per orientare più risorse verso ricerca, innovazione, effi cienza energetica e ri-

duzione delle emissioni. Alla fi ne il risultato «rifl ette bene le priorità che l’Ue si è data», spiega a ItaliaOggi Nicola De Michelis del dipartimento politiche regionali della

Commissione, «vedremo come questi principi saranno tradotti nei programmi operativi nazionali e regionali». E lo scorporo della

quota di fi nanziamento nazionale dal calcolo del defi cit, che l’Italia

insegue da mesi a livello poli-tico? «Al momento dal punto di vista tecnico non ci sono lavori in corso su questo»,

conclude il funzionario, «ma ciò non vuol dire che non possano

iniziare in futuro».Angelo Di Mambro

Accordo Italia-Ue sui fondi. Vale 43 mld

DI CINZIA DE STEFANIS di produzione nazionale ver-

Incentivi fi scaliper le start-up

Le agevolazioni i scali per le start-up saranno sotto forma di esenzione

Istituto Italianodi tecnologia

Rafforzamento dell’Istituto italiano di tecnologia attraver-so lo svolgimento del ruolo di incubatore o di acceleratore d’impresa

Crowdfunding

Rafforzamento dello stru-mento dell’equity crowdfun-ding attraverso l’applicazione ai veicoli di investimento

Le agevolazioni iscali per le

Tre punti per le start-upnel collegato

alla legge di stabilità 2015

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33Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30 OttobrP R O F E S S I O N IA Roma il primo confronto fra il Consiglio nazionale e i rappresentanti territoriali

Commercialisti, ecco il futuroLe priorità: difesa degli ordini e della professione a 360°

DI BENEDETTA PACELLI

Il Cndcec in difesa degli ordini territoriali (tutti) e della categoria. Nella sua relazione alla prima

assemblea con i rappresen-tanti degli organismi del territorio (presenti 131 or-dini su 144), Gerardo Lon-gobardi, dallo scorso luglio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori com-mercialisti e degli esperti contabili, mette queste due questioni in cima all’agenda del suo mandato: la revisio-ne della geografi a giudizia-ria e le relative ripercussio-ni sugli ordini territoriali e la lotta senza esclusione di colpi contro chi esercita abu-sivamente la professione di commercialista.

In tema di revisione giu-diziaria, ammette lo stesso Longobardi, «la strada è in salita». Ma i margini ci sono. Si tratta di «sviluppare una posizione giuridicamente sostenibile a supporto della nostra volontà di lasciare inalterato l’attuale assetto territoriale dei nostri ordi-ni». Per fare questo la strada migliore, spiega il numero uno di categoria, «è quella di costituire un tavolo tecnico, con il coinvolgimento anche degli stessi ordini che possa elaborare una posizione da portare all’attenzione del ministero vigilante. Che in-vece dal canto suo, sembra essere sulla scia della po-sizione assunta anche per gli avvocati: la soppressio-ne dell’ordine relativo allo stesso tribunale.

Principio che nel caso dei commercialisti interessereb-be 17 ordini, mentre altri 37 subirebbero un ridimensio-namento o un allargamento della propria base.

C’è poi il tema dell’eser-cizio abusivo della pro-fessione. Qui Longobardi annuncia il pugno di ferro contro chi impropriamente utilizza i titolo di commer-cialista, un abuso che oltre-tutto «penalizza i redditi dei commercialisti e soprattut-to crea confusione verso la clientela spesso non in grado di distinguere se l’attività è svolta da un commercialista o da un abusivo». Se questo è parte degli obiettivi futuri, l’ex-presidente di Roma ha poi illustrato quanto fat-to nei primi 100 giorni di mandato.

Tra le prime azioni il tema della riduzione dei compen-si e della razionalizzazione delle spese, come mostra il bilancio del Cn che passa da 22 milioni del 2012 ai 15 del 2014.

In particolare non solo la riduzione del 10% dei com-pensi per i consiglieri ma anche la fissazione di un

tetto per i rimborsi spese per tutto il Cn e poi anco-ra la riorganizzazione e la razionalizzazione delle com-missioni di studio fi no alla riduzione delle quote da 150 a 130 euro e la diminuzione del 50% della quota per i gio-vani under 36 che passa da 130 euro a 65.

Accanto poi alla priorità assoluta di dover riallaccia-re i rapporti con le istituzio-ni persi per questo anno e mezzo di commissariamento e ai successi portati a casa nelle diverse audizioni (nes-sun obbligo di indirizzi Pec per l’attività di antiriciclag-gio, commercialisti del lavo-ro, protocollo con il Mef per agevolare il pagamento dei crediti vantati dalle impre-se nei confronti della p.a.) Longobardi ha parlato dei prossimi obiettivi. Innanzi-tutto un pacchetto or-ganico di proposte sul controllo negli enti locali, con il suggeri-mento di indirizzare i primi incarichi dei revisori negli enti più grandi dove, essendo il controllo affi dato a un collegio di tre membri, è più faci-l e m a -t u r a r e un’espe-r i e n z a sul cam-p o , d i e s t e n -dere il m e c -c a n i -smo di estrazio-ne anche alle società partecipate pubbliche e a quelle quotate e infine di rivedere il compenso dei revi-sori fermi ai limiti m a s s i m i del 2005.

I commer-c i a l i s t i p o i ritengono fon-d a m e n t a l e p r o m u o v e r e l’emanazione di una disciplina normativa che punti alla rior-ganizzazione e razionalizzazio-ne del sistema dei controlli nelle società di capitali per la tutela e ga-ranzia del «sistema Italia».

Infi ne fondamenta-le un’interlocuzione costante con l’Agenzia delle entrate.

DI MARINO LONGONI

Taglio delle spese del consiglio nazionale, ripresa del dialogo istituzionale, riduzio-ne del contributo annuale per l’iscrizio-ne all’albo a carico dei giovani. Questo il succo dei primi 100 giorni di governo di Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commer-cialisti ed esperti contabili dal 31 luglio 2014. Che in questa intervista si racconta a ItaliaOggi.

Domanda. Il nuovo Consiglio ha mes-so fi ne a due anni di commissariamento che hanno paralizzato l’azione politica dei vertici della categoria. Presidente, che cosa ha fatto nei primi 100 giorni?

Risposta. Ci sono molte emergenze. La prima è sicuramente la necessità di re-stituire fiducia ai nostri colleghi. Siamo stati sotto stress per due anni a causa

della mancanza di governance. Questo significa che tutti i provvedimenti fiscali ci sono passati sopra la testa senza che noi potessimo farci nul-la. È stato necessario riallacciare i rapporti con tutte le istituzioni politiche ed economiche per ri-prendere il dialogo che in questi due anni è venuto a mancare. A livello interno abbiamo comincia-

to a razionalizzare le spese per la gestione del Consi-glio nazionale, abbiamo ridotto i compensi dei consiglieri, migliora-to la trasparenza (da oggi le delibere del Consiglio nazionale saranno pubbliche).

D. Secondo indi-screzioni prove-nienti dall’Agen-zia delle entrate

(ripresi da Italia-Oggi Sette del 1°

settembre) ci sarebbe la volontà di ridurre drasti-camente il numero delle categorie soggette agli studi di settore, can-cellandoli per tutte le professioni ordini-stiche, per le quali lo strumento si è rivela-to poco effi cace. An-che perché con l’ob-bligo di compilare i bilanci in Xbrl il fi sco disporrà di una banca dati sulle imprese italiane ancora

più affi dabile di quella costruita

per gli studi di set-tore. Qual è la posi-

zione dei commer-cialisti?

R. Ancora pri-ma di diventare

presidente del Consiglio nazionale avevo parlato della questione con la dottoressa Orlandi e avevamo trovato un accordo sull’abolizione dell’obbligo per i profes-sionisti. Obiettivamente lo studio di set-

tore non è efficace per chi è soggetto al regime di cassa, come noi. È uno

strumento rudimentale. L’obiet-

tivo è tornare alla determinazione del reddito prodotto secondo i criteri previsti dal nostro ordinamento tributario, senza scorciatoie. Una volta che avremo la cer-tezza che gli accertamenti saranno fatti secondo le norme del testo unico (dpr 600 art. 38 e seguenti), una volta consolidato l’orientamento recentissimo della Cassa-zione secondo il quale il prelevamento di somme dal conto corrente non è prova di evasione, allora non dovrebbero farci più paura nemmeno le indagini finanziarie. Gli studi di settore si possono elimina-re.

D. Con l’invenzione della norma sull’abuso di diritto la Corte di cas-sazione ha dato un’altra picconata a quel poco che restava della cosiddetta certezza del diritto. Voi siete i respon-sabili della pianifi cazione fi scale delle aziende, come state affrontando questo problema?

R. L’abuso di diritto è una questione che, fin dalle sentenze del 2011, ha creato molti problemi agli operatori economici, disincentivando gli investimenti stra-nieri in Italia. Oggi abbiamo in corso di approvazione una modifica normativa contenuta nella legge di semplificazione fiscale. Con questa riforma si è giusta-mente posto l’accento sulla motivazione rafforzata e l’obbligo del contradditto-rio preventivo in assenza dei quali l’ac-certamento verrebbe annullato. Come commercialisti abbiamo fatto un lavoro piuttosto ampio, consultando anche la categoria, per cercare di fornire qualche certezza agli operatori e ai professionisti con un’interpretazione obiettiva, secondo diritto. Mi auguro comunque che non si arrivi mai alla sanzionabilità penale.

D. Una delle novità del ddl sulle sem-plificazioni fiscali prevede l’invio ai contribuenti del modello 730 precom-pilato. Prevista anche la responsabilità dei professionisti che appongono il vi-sto di conformità in caso di errori per dichiarazioni non veritiere dei contri-buenti. A questo punto il professionista ha ancora interesse a prestare assisten-za fi scale?

R. Nel nostro ordinamento è presente il principio della solidarietà nell’obbliga-zione tributaria, ma non si è mai visto un meccanismo che preveda in capo al professionista e ai Caf, l’obbligo di ver-sare non solo la sanzione, ma anche le maggiori imposte e gli interessi che non ha versato il contribuente. È una palese violazione dell’articolo 53 della costitu-zione (principio di capacità contributiva). È una norma che se diventerà legge non potrà che essere impugnata e dichiarata incostituzionale. Ci stiamo già attrez-zando per preparare eventuali ricorsi in questo senso.

D. Negli ultimi anni c’è stata più di una stretta in materia di revisione le-gale dei conti, che ha ridotto la presen-za dei professionisti all’interno delle società e ha comportato il venir meno di un presidio di legalità: preoccupato delle conseguenze?

R. La revisione legale ha bisogno di un’accurata preparazione perché può essere fonte di gravi problemi ma anche di grosse soddisfazioni. Un problema

PARLA IL PRESIDENTE DEL CNDCEC

Longobardi: ecco il lavoro di 100 giorni

Continua a pagina 34

Gerardo Longobardi

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34 Giovedì 30 Ottobre 2014 P R O F E S S I O N IPubblicato il primo rapporto sulla professione della nuova Fondazione di categoria

Il commercialista perde appeal Crolla il numero (-18%) dei praticanti. Fisco per il 90%

DI BENEDETTA PACELLI

La professione del com-mercialista perde ap-peal. Almeno nelle gio-vani generazioni. Negli

ultimi cinque anni, infatti, i laureati che si sono iscritti al registro dei praticanti hanno subito un crollo signifi cativo: a gennaio 2014 erano pari a 16.664, oltre il 18% in meno cioè rispetto al 2013 e addirit-tura il 37,1% in meno dal 2009. Lo stesso vale per gli abilitati sotto i 40 anni diminuiti dal 21,1% al 20,2%. E se il numero complessivo degli iscritti all’al-bo unico dei dottori commercia-listi e degli esperti contabili è salito da 107 mila (nel 2008) a 115 mila professionisti (nel gennaio 2014) questo è dovuto principalmente a quegli over 40, che magari avevano già su-perato l’esame di stato ma non si erano iscritti all’albo e che dalle aziende, complice la crisi

di questi ultimi anni, sono pas-sati alla libera professione.

A mettere in fi la i numeri per la categoria è il Rappor-to annuale dell’istituto di ri-cerca del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili rinato con la nuova denominazione di Fondazione nazionale dei commercialisti e guidato da Giorgio Sganga. Una radio-grafi a da cui saltano all’occhio alcuni dati in particolare come il fatto che il contributo in va-lore assoluto alla crescita degli iscritti della categoria è dato al nord d’Italia rispetto al tradi-zionale sud, zoccolo duro fi no ad ora per numero di iscritti: +547 iscritti al Nord e «solo» +239 al Sud. E poi ancora di segno meno pure i redditi: la media Irpef nominale dei redditi alle casse 2012 è pari a 59.187 con un calo di -1,1% sul 2011, mentre il

valore reale calcolato defl azio-nando il valore nominale è pari a 52.396 con un calo del 4,4% sul 2011. Inoltre, dice ancora il rapporto, rispetto al 2007 la media Irpef nominale si è ri-dotta dell’1,1% e quella reale del 12,4%. Non è un caso che di fronte a que-sti numeri cresca la vog l ia , o forse l a n e -c e s s i t à , tra i pro-fessionisti contabili di

aggregarsi in forma associata o condivisa.

Sempre prendendo a riferi-mento un rapporto della Fon-dazione, questa volta incentra-to sulla «Organizzazione dello studio e della specializzazione professionale», infatti emer-gono nuovi modelli organiz-zativi di una professione sempre più impegnata nell’assistere lo sviluppo delle piccole e medie im-prese nella morsa della crisi. Cresce quindi l’ag-gregazione professionale

con una percentuale di studi associati e condivisi che sfi ora il 43% del totale.

Non solo perché gli studi associati in quasi il

22% dei casi presenta-no profi li spec ia-listici a più alto v a l o r e

aggiunto, cosi come è sempre più diffusa la pratica dello studio condiviso (20,9%) che permette di sfruttare meglio alcuni vantaggi dello studio associato. E chi invece decide di restare in forma individua-le sfrutta, comunque, sempre di più, le economie di rete of-ferte dalla pratica dei network professionali.

Ma qual è l’attività che caratterizza la professione? Dall’indagine emerge con forza l’immagine di una professione ancora fortemente legata alla consulenza in ambito conta-bile e fi scale, che coinvolge il 90% dei commercialisti, ma nello sesso tempo proiettata verso profi li specialistici più evoluti. Le specializzazioni che interessano la maggio-ranza dei professionisti sono il diritto societario nel 62,8% dei casi, e il contenzioso tributario in cui sono coinvolti il 51,5% dei commercialisti.

grave oggi è quello della mancata equipollenza tra l’esame di stato per l’iscrizione all’albo dei com-mercialisti e quello necessario per l’iscrizione al registro dei revisori. Ci stiamo attivando per trovare una risposta a questi problemi. Un primo passo è la garanzia che la formazione professionale conti-nua fatta dai commercialisti sarà valida anche per i revisori. Poi c’è la questione spinosa del revisore inattivo. Pensiamo al sindaco di società quotate o agli attestato-ri nella disciplina fallimentare: abbiamo avuto assicurazione che queste attività si potranno con-tinuare a svolgere pur essendo iscritti al registro dei revisori nella sezione degli inattivi.

D. Sempre più spesso i dotto-ri commercialisti sono obbligati ad adempimenti in favore del fisco più che del contribuente. Vi state trasformando in quasi-dipendenti pubblici?

R. Abbiamo contribuito forte-mente e pesantemente, a nostre spese, alla informatizzazione del sistema fiscale. A volte però ci troviamo a vivere esperienze paradossali: non è possibile che un professionista debba affron-tare adempimenti che scadono il 20 agosto. Però è anche vero che qualcosa sta cambiano, piccoli segnali si riescono a intravedere. Pensiamo per esempio al cambio di rotta sull’obbligo di comunica-zione della Pec (posta elettroni-ca certificata) dei professionisti, reso possibile da una nostra fer-ma presa di posizione contraria all’obbligo.

D. Quanto la crisi economica ha inciso sui fatturati degli stu-di professionali e sulla diffi coltà ad incassare le parcelle?

R. Siamo fortemente preoccu-pati. I giovani sono quelli che soffrono di più la crisi, hanno

un futuro previdenziale sempre più incerto. Per questo Consiglio nazionale i giovani sono il core business. Non a caso per la prima volta abbiamo previsto una contri-buzione ridotta de 50%. Spero che anche gli ordini locali si adegui-no a questo segnale che viene dal Consiglio nazionale.

D. Qual è il progetto più im-portante al quale state lavorando per questi due anni di presidenza da poco iniziati?

R. È un progetto di cultura, ab-biamo rifondato il nostro istituto di ricerca, la Fondazione, l’ambi-zione è che le nostre circolari ac-quistino la stessa autorevolezza delle circolari dell’Agenzia delle entrate o di altri player. Vogliamo ridare ai colleghi l’orgoglio di fare questa professione.

SEGUE DA PAGINA 33

Altro che «semplifi cazione»: il 730 pre-compilato (previsto dalla delega fi scale, legge 23/2014) crea «nuovi obblighi di comunicazio-ne» e di «integrazione». E, onde evitare di scaricare «il peso» sui sostituti d’imposta e sui professionisti, è opportuno che l’Agen-zia delle entrate metta a disposizione software e istruzioni «sin dall’inizio dell’anno», per non far sì che incorrano nelle sanzioni. È un passaggio dell’audizione di ieri, tenuta da Gerardo Longobar-di, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec), nella commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. La norma, infatti, presenta elementi di diffi coltà per gli operatori economici; a partire dalla nascita dell’ennesimo adempimento a carico dei sostituti d’imposta, che alla scadenza del 7 marzo dovranno inoltrare all’Agenzia delle entrate «certifi cazioni attestanti i redditi erogati, le ritenute ope-rate, le detrazioni d’imposta effettuate e i contributi previdenziali e assistenziali trattenuti». Comunicazione telematica «necessaria», ricordano i commercialisti, per l’inserimento dei dati nella dichiarazione precompilata da ren-der disponibile entro il 15 aprile, poiché è prevista «una sanzione di 100 euro per ogni certifi cazione omessa, tardiva o errata, senza la possibilità di applicare la norma in tema di concorso di violazioni e continuazione» (articolo 12 del dlgs 472/1997), che fi ssa l’applica-zione di «un’unica sanzione, seppur maggiorata, per chi commette, anche con più azioni od omissioni, diverse violazioni formali» della medesima disposizione; le Entrate, pertanto, dovrebbero fornire «sin dall’inizio dell’anno», software e procedure indispensabili per rispettare il termine del 7 marzo. E non è tutto, giacché, evidenzia Longobardi, per i primi anni della sperimentazione «avremo la pre-compilata da compilare»: le En-trate stimano, infatti, che per il 2015 «su circa 20 milioni di 730 (19.985.976) il 71,7% (14.335.535) avrà bisogno di essere integrati, senza contare le correzioni che si renderanno necessarie per il re-stante 28,3% (5.650.441). Per il 2016, le precompilate da integrare, pur riducendosi, resteranno comunque circa il 45,2% (9.023.900) del totale». Quanto, poi, ai pagamenti mediante modello F24, il Cndcec si sof-ferma sull’«eccessivo ingabbiamento delle regole», perciò per fa-vorire «il più importante adempimento che un sistema di fi scalità di massa possa conoscere», invoca il ripristino per soggetti non titolari di partita Iva della «possibilità di presentare in banca, o presso gli uffi ci postali, deleghe di versamento in formato cartaceo». Infi ne, si chiede «gradualità» nell’introduzione in via esclusiva per tutta la pubblica amministrazione della fatturazione elettronica: al 31 agosto, infatti, a tre mesi dall’introduzione dell’obbligo per ministeri e loro articolazioni, Agenzie fi scali ed enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, l’incidenza degli scarti per errori formali è risultata pari a circa il 20% del totale dei fi le ricevuti dal Sistema di interscambio.

di Simona D’Alessio

Il Mod. 730 pre-compilato? Altro che semplifi cazione

Giorgio Sganga

È scomparsoGiannetto Mancini

È morto lunedì scorso, a Roma, Giannetto Mancini, giornalista di lungo corso, uno dei pionieri della politi-ca delle professioni. È stato collaboratore di ItaliaOggi fi n dalla sua fondazione e fi no a metà degli anni ’90 quando assunse l’incarico nell’uffi cio stampa del Consiglio Naziona-le dei Ragionieri e dopo qual-che anno nell’uffi cio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti. Gian-netto Mancini è stato per un breve periodo anche direttore dell’Aga, l’agenzia giornalisti-ca dei quotidiani di provincia associati a Confindustria. Condoglianze alla moglie Da-niela e al fi glio Umberto, col-lega de Il Messaggero.

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35Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì C O N F P R O F E S S I O N IL’intervento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, in audizione alla Camera

Job act, troppe leggi sul lavoroLe criticità: ammortizzatori, contratti e politiche attive

Pubblichiamo ampi stralci dell’interven-to del presidente di Confprofessioni,

Gaetano Stella, tenuto lo scorso 27 ottobre presso la Commissione Lavoro del-la Camera, in occasione dell’audizione di Confpro-fessioni sul disegno di legge C. 2660: «Delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e del-le politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di so-stegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

Il disegno di legge delega si cala in una fase delicatis-sima per il Paese: un Paese in recessione, caratterizzato da modesti livelli di produzione e con tassi di disoccupazione in costante aumento soprattut-to fra le fasce più giovanili. In questo contesto, l’impegno messo in campo da Governo e Parlamento deve ancora dimo-strare l’effi cacia delle inizia-tive a favore di una robusta ripresa economica e di quegli interventi strutturali sul mer-cato del lavoro tesi a rimuo-vere vincoli, per molti versi, anacronistici e ad assicurare occupazione stabile.

L’intensa produzione legisla-tiva in materia di lavoro all’esa-me delle Camere si presta a delle considerazioni importan-ti che non possiamo, oggi, non approfondire alla luce di alcu-ni atti in fase di discussione in Parlamento. Nella bozza della legge di stabilità così come in precedenti provvedimenti del governo sono già infatti pre-senti misure importanti che in parte anticipano alcune delle operazioni che vogliono realiz-zarsi con il jobs act. Si rende assolutamente necessaria una razionalizzazione che porti in tempi rapidi, anche in nome di quella semplifi cazione che è uno dei punti cardine della leg-ge delega, a un Testo unico che racchiuda tutti gli interventi in materia di lavoro.

Ammortizzatori sociali

Il decreto del 1° agosto del Ministero del lavoro, che ha rivisto in generale i criteri per la concessione degli ammor-tizzatori sociali in deroga, ha deliberatamente lasciato privo di tutela il settore degli studi professionali, individuando le sole imprese di cui all’art. 2082 cc quali soggetti beneficiari. Tale scelta rappresenta una vera e propria discriminazione nei confronti del comparto de-gli studi professionali poiché,

come già ampiamente sancito a livello comunitario, i profes-sionisti svolgono a tutti gli ef-fetti una attività economica e, al pari delle imprese, operano in un mercato caratterizzato da una profonda crisi. Giusta-mente, la legge delega mira ad una sistemazione definitiva degli ammortizzatori sociali, ma il riferimento alle sole im-prese di cui all’art. 2082 cc – al di là della clamorosa disparità tra soggetti economici – solleva dubbi di legittimità rispetto ad dettato europeo.

Tale impostazione del Governo è ancor più discutibile alla luce dei Fondi bilaterali di solidarietà, intro-dotti dalla Riforma Fornero e riconfer-mati, da quanto si evince, dal disegno di legge delega in lettura nell’ambito delle tutele in costan-za di rapporto di lavo-ro. Come noto, la legge n. 92/2012 ha di-sposto che a de-

correre dal 1° gennaio 2014 è attivato il Fondo di Solidarietà Residuale, per tutelare il red-dito dei lavoratori dipendenti dai datori di lavoro con più di 15 dipendenti, appartenenti ai settori non rientranti nel cam-po della cigo e cigs.

Servizi per il lavoroe politiche attive

Il tema dei servizi per l’im-piego e delle politiche attive è probabilmente uno dei princi-

pali talloni d’Achille del nostro sistema. Da

questo punto di vista la possibi-lità introdotta dalla legge Fornero di far confluire i fondi inter-professionali per la forma-zione continua nell’ambito dei fondi di solida-rietà bilaterali è da considerarsi

il segnale di

una impostazione assoluta-mente non effi cace. Così come il prelievo forzoso di risorse dagli stessi fondi interprofessionali, che viene ormai abitualmente effettuato per finanziare gli ammortizzatori sociali in dero-ga, è la dimostrazione evidente della scarsa attenzione che il decisore pubblico ha per poli-tiche attive di assoluto rilievo strategico come la formazione professionale.

Sostegno all’occupazione

Nel corso degli ultimi tem-pi si sono succeduti una serie di interventi che hanno al-locato molteplici risorse sul sostegno all’occupazione de-stinandole molto spesso alle stesse categorie di benefi ciari con conseguenti fenomeni di sovrapposizione e ineffi cacia delle misure introdotte. Gli incentivi alle assunzioni o alla stabilizzazione sul lungo periodo non hanno impedito licenziamenti ed un calo gene-ralizzato dell’occupazione. È necessario operare una ridu-zione generalizzata del costo del lavoro altrimenti qualsiasi intervento anche incentivante può risultare vano. Invitiamo quindi a rifl ettere che anzi-ché sull’attuale quadro delle agevolazioni sarebbe meglio puntare su un taglio lineare del cuneo fi scale.

Riordino delle forme contrattuali

Siamo favorevoli alla mo-difica di alcune tipologie contrattuali, ma va tenuto conto che la riduzione a mo-delli contrattuali unici, se non adeguatamente pondera-ta, potrebbe portare ad effetti controproducenti con limita-zioni evidenti sulle possibili-tà di assunzione. Rileviamo d’altronde che l’opzione della delega nasce con l’esplicito intento di superare l’art. 18 che prevede tutele in caso di licenziamento da strutture che impiegano un numero di lavoratori superiore a 15. Si tratta di realtà assolutamen-te diverse rispetto a quelle che caratterizzano il compar-to degli studi professionali, in cui le problematiche e le esigenze sono completamente differenti.

Confprofessioni sostiene con convinzione l’autonomia negoziale delle parti sociali, che mediante la contrattazio-ne collettiva possono adegua-re alle specifi cità dei singoli settori la regolazione del mer-cato del lavoro. Auspichiamo, quindi, che nella fase di re-dazione dei decreti legislativi si opti per una impostazione che vada a defi nire in manie-ra generale i criteri regolato-ri dei singoli Istituti e rinvii per l’attuazione degli stessi ai contratti collettivi.

Lombardia, Giuseppe Calai orieletto alla presidenza

Nell’assemblea dello scorso 28 ottobre, il Consiglio regionale della delegazione lombarda, ha nominato i nuovi compo-nenti della Giunta esecutiva di Conf-professioni Lombardia. Giuseppe Ca-lafiori (Federnotai) è stato eletto alla

carica di presidente per il prossimo quadriennio, mentre Alberto Codazzi (Associazione nazionale dentisti ita-liani) è stato nominato vicepresiden-te. La nuova giunta si completa con la nomina dei consiglieri: Daniele Beretta (Associazione dottori commercialisti), Angelo Di Leva (Associazione naziona-le commercialisti), Antonio Erba (As-sociazione nazionale forense) , Ema-nuele Minetti (Associazione nazionale medici veterinari italiani), Claudio

Mosca (Assoingegneri), Roberto Rez-zola (Sindacato nazionale ingegneri e architetti liberi professionisti italiani), Enrico Vannicola (Associazione nazio-nale consulenti del lavoro). Il collegio dei revisori è composto dal presidente Ezio Maria Reggiani, Luisa Porrini (Associazione nazionale revisori con-tabili) e Andrea Cirincione (Psicologi

liberi professionisti).

Umbria. Bruno Toniolattiriconfermato presidente

Nell’assemblea dello scorso 27 ot-tobre, il Consiglio regionale della delegazione umbra, ha nominato i componenti della Giunta esecu-tiva di Confprofessioni Umbria. Bruno Toniolatti (Associazione nazionale consulenti del lavoro) è stato riconfermato alla carica di presidente per il prossimo qua-driennio; Michele Mangiucca (Associazione nazionale dentisti italiani) è stato nominato vice-

presidente. A completare la giunta, sono stati chiamati Nicola D’Ubaldo (Sindacato nazionale dei geologi pro-fessionisti), Maurizio Valentini (Asso-ciazione nazionale me-dici veterinari italiani), Stefano Stellati (Unio-ne nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili) e Patrizia Sara Siciliano (Federnotai), Alessio

Burini (Ala, Architetti liberi professio-nisti). Il collegio dei revisori è compo-sto dal presidente Mauro Scarpellini, Simonetta Centurione (Federazione italiana medici di medicina generale) e Giancarlo Aleandri (Associazione dot-tori commercialisti).

Abruzzo, la presidenzaa Marco Della Torre

Nell’assemblea del 25 settembre scorso, il Consiglio regionale di Confprofessio-ni Abruzzo ha rinnovato i componenti della Giunta esecutiva di Confprofes-sioni Abruzzo. Il nuovo presidente è Marco Della Torre (Associazione na-zionale medici veterinari italiani), vi-cepresidente è stata eletta Elisabetta Plevano (Associazione nazionale con-sulenti del lavoro). Componenti della nuova giunta sono stati eletti: Mar-cello Pacifico (Associazione nazionale forense), Antonio Tafuri (Associazione nazionale dentisti italiani), Maurizio Papale (Associazione nazionale tecnici e tecnici laureati). Il collegio dei revi-sori è composto dal presidente Sandro Spella, Andrea Ricci (Associazione na-zionale revisori contabili) e Christian

Graziani (Federazio-ne italiana medici di medicina generale) e Giancarlo Aleandri (Unione nazionale giovani dottori com-mercialisti ed esperti contabili).

DELEGAZIONI TERRITORIALI CONFPROFESSIONI

Nuova tornata per i rinnovi delle cariche elettive

Giuseppe Calai ori e Alberto Codazzi

Pagina a cura diCONFPROFESSIONI

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Gaetano Stella

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36 Giovedì 30 Ottobre 2014 U G R CIl presidente di Cassa ragionieri illustra il bando europeo per ricerca di cinque nuovi gestori

Patrimonio Cnpr in buone mani Pagliuca: un nuovo modello di gestione per ridurre i rischi

La Cassa di previden-za dei ragionieri ha pubblicato un bando per una gara pubbli-

ca europea per la gestione del patrimonio mobiliare. Il Consiglio di amministrazio-ne dell’Istituto, presieduto da Luigi Pagliuca, ha messo a punto un nuovo modello di investimenti allo scopo di esercitare un maggiore controllo sul proprio porta-foglio.

Domanda. Presidente Pa-gliuca, come nasce questa iniziativa?

Risposta. La Cassa ra-gionieri aveva scelto, alcu-ni anni fa, il modello della sicav, ossia una società di investimento a capitale va-riabile in cui il capitale della società corrisponde, in ogni momento, al valore di mer-cato del patrimonio della sicav. Questo tipo di investi-mento presenta il vantaggio di offrire, giorno per giorno, il corretto e puntuale valore di mercato di tutti gli inve-stimenti, poiché ogni azione assume il valore di mercato del patrimonio in quel gior-no diviso il numero di azioni

della sicav.Di norma gli azionisti di

una sicav hanno il solo pote-re di approvare i bilanci, di nominare gli amministratori e di conferire il mandato di gestione a un soggetto ter-zo. Di conseguenza, abbia-mo avvertito la necessità di esercitare un maggiore con-

trollo e un ruolo più diretto e più attivo.

Il nuovo consiglio di am-ministrazione, in attuazione del programma di mandato presentato all’assemblea dei delegati, ha delineato un diverso modello di in-vestimenti, abbandonando l’esperienza della sicav, ri-

tenuta poco idonea per il frazionamento dei rischi di concentrazione delle masse affi date, per passare a man-dati di gestione patrimonia-le affi dati a più gestori. Con il nuovo modello la Cassa potrà indirizzare più da vicino le scelte strategiche di investimento, fi nalizzate a garantire l’equilibrio di lungo periodo, e controllar-ne il rispetto da parte dei gestori.

D. Quanti gestori inten-dete selezionare e per qua-li volumi di investimenti?

R. Selezioneremo cinque gestori e a ognuno di loro affi deremo una cifra varia-bile fra i 120 milioni e i 300 milioni di euro.

D. Cercate gestori spe-cializzati nelle diverse ti-pologie di investimento?

R. No, intendiamo far re-plicare a ogni gestore l’asset allocation complessiva della Cassa. In questo modo po-tremo confrontare i gestori fra di loro, con riguardo alla loro capacità di performance di gestione del portafoglio. Nel bando di gara ci siamo

riservati il diritto di sosti-tuire, ogni anno, il gestore che ha raggiunto i risultati meno brillanti.

D. Avete in progetto an-che di apportare dei cam-biamenti al portafoglio della Cassa nel corso del 2015?

R. Come tutte le Casse che provengono dall’esperienza pubblica in passato abbiamo investito molto nell’immobi-liare e di conseguenza ab-biamo investimenti ridotti in azioni e in obbligazioni.

Riteniamo tuttavia che la diversificazione del porta-foglio debba essere attuata con grande attenzione, te-nendo conto della situazio-ne dei mercati e senza le ansie che possono portare a investire nel momento sbagliato. Con la grave cri-si del mercato immobiliare in corso non riteniamo sarà possibile dismettere a bre-ve gli investimenti diretti o indiretti in immobili. Ci siamo perciò concentrati sul-la ripartizione delle risorse disponibili: la liquidità e gli strumenti finanziari mobi-liari che al momento dell’af-fi damento saranno presenti in portafoglio. Prevediamo di investire per l’anno 2015 il 30% in azioni e il 70% in obbligazioni. Contiamo così di iniziare a riequilibrare le diverse asset class del patri-monio, per ottenere migliori rendimenti. Le singole asset class potranno essere incre-mentate o decrementate dai gestori sulla base dell’anda-mento dei mercati mobilia-ri e sulla base di bande di oscillazione che prevedono una presenza minima delle asset class obbligazionarie nella misura del 65% e mas-sima dell’80%.

D. Come assicurare la giusta trasparenza a queste operazioni?

R. Una maggiore traspa-renza è l’obiettivo primario del nuovo Consiglio di ammi-nistrazione. Avvertiamo come una necessità condividere con i delegati e gli iscritti tutte le azioni intraprese dalla Cas-sa. Stiamo operando in vari settori, dall’effi cientamento al risparmio, dall’ottimizza-zione delle risorse alla messa in sicurezza dei patrimoni. Queste attività svolte dai vertici devono essere asso-lutamente condivise, anche perché un’intelligenza col-lettiva, che raccolga quindi i contributi degli iscritti, è si-curamente superiore rispetto a quella di un singolo.

«Le Casse di previdenza italiane si stanno da tempo ponendo il problema di come aiutare i giovani iscritti ad inserirsi nel mondo della professione, sostenendoli nell’attrezzare gli studi e affrontare con serietà le tematiche che riguardano la formazione e l’ag-giornamento. Per gli iscritti meno giovani, invece, serve un welfare che possa essere di supporto anche per questioni fisiche legate all’età». Lo ha detto Maria Vittoria Tonelli, consi-gliere di amministrazione della Cassa nazionale di previdenza dei ragionie-ri, intervenendo al forum «Presente e futuro della previdenza dei ragionieri commercialisti», che si è svolto presso la sede dell’Ordine dei dottori commer-cialisti e degli esperti contabili di Pesa-ro-Urbino, promosso e organizzato dal Si.C.E.C Sindacato dei commercialisti ed esperti contabili (Pesaro-Urbino).In occasione del convegno, introdotto dagli indirizzi di saluto di Paolo Ba-lestieri e Massimo Tonucci, rispetti-

vamente presidente e vicepresidente Odcec Pesaro-Urbino, è stato inaugu-rato il nuovo servizio «Punto Previ-denza» presso la sede dell’Ordine, uno sportello dedicato agli iscritti.«Gli Istituti di previdenza stanno vivendo un momento cruciale per il loro futuro», ha evidenziato il nu-

mero uno di Cassa Ragionieri Luigi Pa-gliuca. «La questione dei diritti acquisiti però non coinvolge solo questi Enti ma riguarda la collettivi-tà, a pagarne le con-seguenze potrebbero essere i più giovani, che già vivono le dif-ficoltà dell’accesso alla professione e del calo dei redditi degli ultimi anni».All’incontro hanno partecipato il vice-

presidente della Cnpr Giuseppe Sco-laro, i consiglieri d’amministrazione dell’Istituto previdenziale Alessan-dro Bergonzini, Simone Boschi, Fau-sto Giulietti, Paolo Longoni, Fedele Santomauro e il vicedirettore del ser-vizio previdenza della Cassa, Paolo Frontoni.

Necessario un nuovo welfare più attento ai giovani

La Cgia di Mestre ha lanciato un allarme: le aziende italiane dovran-no, entro la fi ne dell’anno, onorare 25 scadenze fi scali, al ritmo di una scadenza ogni due giorni circa. L’at-tenzione dei media si è concentrata in modo particolare sull’aspetto eco-nomico di questo ingorgo fi scale, se-gnalando quanto verseranno media-mente le imprese interessate. Poco o nulla, invece, sugli effetti che questi continui adempimenti fanno ricade-re sul lavoro dei professionisti e dei loro studi, rendendo lo svolgimento

dell’attività sempre più complicato.Una semplifi cazione fi scale appare in-dispensabile per i contribuenti ed an-che per i professionisti, nei confronti dei quali gli oneri sono sempre più numerosi tra adempimenti, sanzioni e continui controlli che vengono ef-fettuati per le ragioni più disparate, dalla privacy all’antiriciclaggio. Un rapporto più sereno tra il fi sco e i contribuenti dovrebbe rappresentare la base del nostro sistema, e questo non può che passare per il ruolo di primaria importanza che viene svolto

dai professionisti.Viene quasi da lanciare una proposta al ministero dell’Economia: sarebbe opportuna la creazione di un «Servi-zio fi scale nazionale», ispirandosi a quello Sanitario, che preveda l’istitu-zione della fi gura del commercialista di base, perché così ci si renda con-to del contributo che offre la nostra professione.

di Luigi Capuozzopresidente Ugrc

Unione commercialistied esperti contabili

La proposta dell’Ugrc: un servizio fi scale nazionale

Pagina a cura dell’UGRC

UNIONE COMMERCIALISTI

ED ESPERTI CONTABILI

Maria Vittoria Tonelli

Luigi Pagliuca

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37Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 30 Ottobre 201G E O M E T R IIl presidente del Consiglio nazionale interviene nel dibattito sulle riforme utili alla ripresa

Gli ordini? Risorsa per il PaeseSavoncelli: dalla categoria idee utili per la semplifi cazione

«Senza un ade-guato supporto concettuale, i processi di sem-

plificazione, snellimento e sussidiarietà rischiano di somigliare più a delle buo-ne prassi che non a processi strutturali. Lo spread che separa i due concetti è nel-la forza che ciascuno di essi può imprimere alla ripresa del Paese».

Le parole di Maurizio Sa-voncelli, presidente CNGe-GL, rivelano la consapevo-lezza dell’intera Categoria della delicatezza del mo-mento storico che vive l’Ita-lia e della necessità che la politica intraprenda un per-corso riformista ispirato da momenti di ascolto, condivi-sione e confronto piuttosto che dall’ansia di affrontare le urgenze.

Domanda. Nei confronti del Governo, la posizione del CNGeGL (oltre 109 mila iscritti) è chiara: sostegno pieno e condiviso alla vo-lontà di riformare il Paese,

valutazione costruttiva e propositiva del metodo.

Risposta. L’obiettivo è co-mune: fare ripartire il Paese puntando prima di tutto su semplifi cazione, snellimen-to e sussidiarietà. Detto ciò, siamo convinti che l’effi cacia di queste «leve» rimarrà par-ziale fi no a quando non sa-

ranno istituzionalizzati mo-menti preventivi di ascolto, condivisione e confronto con gli stakeholders. Discutere a monte con chi ha competen-ze specifi che su argomenti che interessano il futuro del Paese evita di giunge-re a valle (ossia in sede di conversione dei decreti in legge) senza avere tutte le

conoscenze adeguate e non di rado essenziali sui punti strategici, con il rischio di emanare provvedimenti che non rispondono alle esigenze di chi li ha sollecitati e com-plicando ulteriormente un ginepraio normativo peren-nemente esposto al rischio contenzioso. Ciò di cui ha bi-sogno l’Italia è esattamente

l’opposto: regole chiare, leg-gibili e uniformi.

D. L’assenza di un quadro giuridico di riferimento con queste caratteristiche penalizza tutti i settori produttivi e in particolar modo quello dell’edilizia, scoraggiando chi vuole fare impresa.

R. Chi oggi ha il coraggio e la forza di fare impresa nel nostro Paese, ed è indubbio che in prima linea ci siano proprio i professionisti di area tecnica, deve essere messo nelle condizioni di operare in un sistema tra-sparente e uniforme su tutto il territorio nazionale. Solo così sarà possibile elimina-re margini di discrezionalità talmente ampi da aver gene-rato, nel tempo, distorsioni abnormi. Alcuni passi in questa direzione sono stati fatti: l’emanazione dei Mo-delli Unici per i permessi di costruire e la Scia consento-no fi nalmente agli ottomila Comuni d’Italia di operare in modo univoco. Nella stessa direzione va il Regolamen-to edilizio unico che, grazie alle richieste avanzate nelle sedi istituzionali dalla Rete delle professioni tecniche, è nuovamente oggetto di at-tenzione politico-normativa. Ciascuno di questi provve-dimenti va nella direzione che noi geometri reputiamo la più giusta: uniformità comportamentale. Che si traduce in regole uguali per tutti (dalle misurazioni ai regolamenti) e certezza per chi investe che quanto si sta facendo sia corretto, allon-tanando il timore che basti una mera asimmetria infor-mativa per bloccare il lavo-ro già avviato. La semplici-tà delle norme, la snellezza delle procedure e soprattut-to la sussidiarietà devono puntare a questo: assicurare a quanti vogliono investire nel nostro Paese un modus operandi uniforme.

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Antonio Benvenuti, vicepresi-dente del CNGeGL, è il mi-nistro degli Esteri in pectore della categoria: su delega del

presidente Maurizio Savoncelli parte-cipa ai più importanti incontri tecnico-informativi internazionali in Europa e nel mondo, promuove le capacità e le competenze del geometra made in Italy, instaura relazioni con fi gure pro-fessionali analoghe o complementari in altri Paesi. Una rappresentanza di alto livello propedeutica ad altre iniziative, ascrivibili a un progetto di promozione più ampio e ambizioso, al quale nell’ul-timo anno è stata impres-sa una forte accelerazione: l’internazionalizzazione a vocazione commerciale.

Domanda. Vicepresi-dente Benvenuti, ritiene che ci siano possibilità per i geometri italiani di ottenere commesse tran-snazionali?

Risposta. Sì, soprattut-to negli ambiti dell’edilizia e del green, in forte espan-sione nei paesi Cee e nel-le economie emergenti. In queste realtà c’è grande interesse per il know-how proprio della nostra Cate-goria, il cui valore è tale da essere perfettamente sovrapponibile a quello richiesto al professionista globalizzato. Assistiamo oggi, soprattutto in Eu-ropa, all’affermazione di

un concetto di libera professione fo-calizzato sulla prestazione di servizi immateriali di elevato valore e dal ca-rattere spiccatamente intellettuale, che richiedono un alto grado di competenze specialistiche: va in questa direzione, ad esempio, il Parere del Comitato economico e sociale sul tema «Ruolo e futuro delle libere professioni nella società civile europea del 2020», pubbli-cato nella Gazzetta uffi ciale dell’Unione europea del 16 luglio 2014.

D. In che maniera il CNGeGL in-

terviene in favore dei propri iscritti per rendere concrete queste possi-bilità?

R. In ottica di business relation, ci muoviamo lungo tre direttrici. La pri-ma favorisce le cosiddette skills allian-ces con partner esteri: professionisti italiani e stranieri a confronto su me-todi di lavoro e best practice grazie alla partecipazione a convegni e meeting, come ad esempio quelli organizzati da Tegova e Federazione Internazionale Geometri. La seconda ha come obietti-

vo la defi nizione di proto-colli d’intesa con i soggetti istituzionali referenti dei processi d’internaziona-lizzazione, quali Mini-stero degli affari esteri, Ice, Confi ndustria, Ance: le prime linee guida do-vrebbero scaturire entro il 2014, al termine di una serie d’incontri già in agenda. La terza prevede la partecipazione a fi ere ed eventi internazionali dedicati a diversi aspetti del mercato immobiliare: è nostra intenzione re-plicare l’esperienza più che positiva registrata a Birmingham, dove il CNGeGL ha partecipa-to alla fiera immobilia-re internazionale degli operatori del mercato «A place in the Sun» assieme ad Anpe Brescia, l’Asso-ciazione notarile per le procedure esecutive.

PARLA IL VICEPRESIDENTE BENVENUTI

Geometri sempre più internazionali

Lo scorso ottobre si è svolta a Birmingham «A place in the Sun», fi era internazionale dedicata agli operato-ri del mercato immobiliare. CNGeGL e Anpe Brescia hanno preso parte alla manifestazione con uno stand espositivo presso il quale i visitatori hanno potuto ricevere informazioni su NotaRealEstate, il primo portale nazionale degli immobili certifi cati nato dalla collaborazione tra Almaviva e Notarnetwork per quan-to riguarda gli aspetti tecnici, e tra CNGeGL e Anpe Brescia per quanto riguarda quelli operativi, fi naliz-zati a garantire la qualità degli immobili in vendita telematica, a tutela dell’acquirente. Nel corso dell’evento, lo stand italiano (presenti anche Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Turchia, Usa) ha offerto al pubblico cinque speaking slot: «Semplici step per acquistare una proprietà in Italia» (ACA Italian Property), «Come acquistare una proprietà in Italia» (Studio Legale Internazionale Gaglione), «Esplorare il mercato immobiliare italiano utilizzando il portale web» (Gate-away.com), «L’uffi cio del notaio» (Vigna-verde), «Possedere una casa in Italia: le informazioni necessarie» (The Spectrum IFA Group). Prossima edi-zione: Londra, 8-10 maggio 2015.

Cng e Anpe protagonistianche a Birmingham

Maurizio Savoncelli

Pagina a curaDEL CONSIGLIO NAZIONALE

GEOMETRI

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38 Giovedì 30 Ottobre 2014 E N A S A R C OIl dirigente Maddalena Magrini anticipa alcune novità per gli iscritti alla Fondazione

Enasarco, estratti conto onlineI riepiloghi sono disponibili nell’area riservata del sito

Per le ditte, gli agenti di commercio e le so-cietà di persone e di capitali iscritte alla

Fondazione Enasarco si pro-fi la un inverno ricco di novità. Ne abbiamo parlato con Mad-dalena Magrini, dirigente del servizio contribuzioni.

Domanda. Lei è uno dei dipendenti che da più anni rappresenta la Fondazione. Come è cambiata la Cassa de-gli agenti in questo periodo?

Risposta. Effettivamente, in termini di appartenenza, tra i miei colleghi sono il di-rigente decano essendo in Fondazione dal 1973, cioè dall’anno di approvazione della legge 12 con la quale è stata sancita defi nitivamente l’obbligatorietà della contri-buzione Enasarco; da allora ho sempre lavorato all’inter-no del servizio contribuzioni del quale, per dirla in gergo, conosco vita, morte e mira-coli. Guardando indietro nel tempo, devo dire che di cam-biamenti, anche radicali, ce ne sono stati davvero tanti. Dai primi progetti informa-tici, agli inizi degli anni 90, con i quali si gestiva l’acqui-sizione della partita Iva e il codice fi scale per una corret-ta attribuzione dei contributi sui conti degli agenti, alle fasi organizzative per una miglio-re gestione dei dati e delle in-formazioni; dall’introduzione della famosa distinta/cedoli-no per accelerare il transi-to dei versamenti sul conto dell’agente fi no ad arrivare alla Contribuzione online, con la quale, a mio avviso, si è realizzata la vera rivoluzione dell’ente.

D. Nello specifi co può farci una panoramica delle tante funzioni svolte dal servizio contribuzioni?

R. Le attività si riassumo-no semplicemente e in poche parole: far sì che le aziende possano regolarmente provve-dere ai pagamenti trimestrali e mettere gli agenti in condi-zione di acquisire le presta-zioni (pensionistiche, integra-tive, etc.) a cui hanno diritto. Dietro a ciò, tuttavia, si svol-gono una serie di attività di controllo e verifi ca fi nalizzate ad assicurare l’attendibilità dei dati, che devono essere assolutamente congrui, certi e stabili prima di transitare sulla scheda della singola ditta e, da qui, sul conto per-sonale di ogni agente. Svol-gere accertamenti anagrafi ci, contabili e contributivi sulla conformità dei versamenti acquisiti sono quindi attività

che presuppongono non solo una preparazione altamente specializzata da parte degli operatori, ma che richiedo-no anche un aggiornamento continuo, una rielaborazione costante delle conoscenze ac-quisite. La peculiarità delle nostre funzioni sta proprio nel fatto che occorre avere una profonda dimestichezza con i criteri applicativi delle varie normative che si sono succedute nel tempo. È per questo motivo che mi piace paragonare il servizio a un grande laboratorio dove si mettono a posto e si colloca-no correttamente tutti i tas-selli.

D. In che misura i servizi online hanno cambiato le mo-dalità del vostro lavoro?

R. Come ho già detto l’evo-luzione decisiva per la mo-dernizzazione della Fonda-zione si ha nel 2004, con la Contribuzione online, ovvero il processo informatico per acquisire e contabilizzare i contributi. In questo modo, è stato ottimizzato a monte il percorso di erogazione delle varie tipologie di prestazioni, eliminando quasi completa-mente i supporti cartacei e abbattendo i tempi di lavo-razione e i margini di errore. Credo che siamo stati il primo ente previdenziale a sostitu-ire, con la trasmissione via web, i tradizionali canali per l’acquisizione e la ripartizio-ne dei pagamenti. Da allora, a cascata, si è innestato un processo virtuoso fatto di ele-menti di sostanziale novità e successo in termini di servizi offerti ai nostri iscritti. Mi riferisco alle registrazioni online che consentono di ag-giornare i propri dati, compi-lare le distinte, monitorare l’estratto conto o l’avanza-mento delle domande inol-trate: insomma di essere al centro dei processi, come ogni cittadino si attende da istituti che erogano servizi.

Ovviamente ciò ha com-portato una trasformazione signifi cativa delle modalità lavorative, nonché un radi-cale cambio di mentalità e di approccio, una velocizzazione delle procedure, un’interpre-tazione univoca dei regola-menti, un recupero di effi cien-za e di effi cacia. Insieme ai colleghi del servizio informa-tion technology, governiamo una sorta di meccanismo a orologeria. Basti pensare che quasi 90 mila ditte mandanti si collegano, trimestralmente, al nostro sito istituzio-nale per assolvere i propri obblighi nei confronti di oltre 200 mila agenti. Da parte nostra, dobbiamo aver completato tutti gli interventi ne-

cessari per garantire la piena funzionalità del sistema. Lo stesso vale per i provvedimen-ti contabili che determinano l’erogazione delle prestazioni pensionistiche, assistenziali o le liquidazioni degli accan-tonamenti Firr se si vogliono mantenere gli attuali livelli di servizio, che sono davvero soddisfacenti. Oggi ad esem-pio eroghiamo la pensione di vecchiaia in meno di 30 giorni e la liquidazione del Firr in 75.

D. L’estratto conto online è l’ultima novità: che tipo di progetto è stato? Cosa cam-bierà nello specifi co per agen-ti e aziende?

R. Si tratta di un traguardo che rivendico con grande orgo-glio, un progetto inseguito per molto tempo e che fi nalmente va in porto. Occorre precisare che l’invio dell’estratto conto annuale risponde a una pre-cisa disposizione regolamen-tare e ha la fi nalità di mettere le ditte, gli agenti, le società di persone e di capitali in condizione di verifi care gli ag-giornamenti e le movimenta-zioni contabili che avvengono nel corso dell’esercizio fi nan-ziario. Le ditte appurano se i pagamenti eseguiti sono stati acquisiti correttamente dalla Fondazione; gli agenti con-trollano se i contributi versati in loro favore sono conformi alle provvigioni maturate e alla tipologia del mandato, se ci sono registrazioni con-tabili che esulano dall’ordi-nario (ad esempio se è stato accreditato un contributo re-golarizzato tardivamente dal-la mandante), se sono state ef fettuate liquida-zioni

Firr, o se sono stati rettifi cati i periodi di riferimento di un contributo. In buona sostan-za, si tratta di un attestato annuale della movimenta-zione contabile avvenuta che mette i soggetti interessati in condizione di verifi care la propria regolarità contribu-tiva ovvero l’annullamento di eventuali difformità pre-cedentemente segnalate ma anche di rilevarne altre.

Fino allo scorso anno l’invio avveniva in forma cartacea, con grande dispendio di mez-zi e di tempo causa i mancati recapiti, gli smarrimenti, il rilascio di duplicati. Occorre sempre considerare che le no-stre categorie di riferimento sono fluide, estremamente mobili, sparse sul territorio nazionale e soggette a mol-te più accidentalità di altri settori. Ora, invece, il docu-mento resterà conservato permanentemente nell’area riservata, e potrà essere veri-fi cato e consultato in qualsia-si momento. Sarà suffi ciente accedere nella specifi ca sezio-ne (self-service documentale) per reperire il fi le in forma-to pdf, identico a quello che sarebbe stato spedito presso le residenze dei destinatari. Nei programmi della Fonda-zione, l’estratto conto online rappresenta un traguardo di effi cienza, trasparenza, qua-lità e lotta agli sprechi e sarà quanto mai funzionale per gli iscritti che saranno interessa-ti a partecipare direttamente alla vita dell’ente.

Immagino si conoscano già le novità introdotte dallo statuto, approvato di recente dagli organi della Fondazio-

ne, in merito ai criteri per l’elezione dell’assemblea

dei delegati e dei com-ponenti del consiglio di amministrazione. Tali criteri identifi cano il corpo elettorale con soggetti attivi, ossia con gli agenti e le ditte che risulte-ranno avere un mandato di agenzia in essere, produtti-

vo di effetti economici,

già registrato e pubblicato dalla Fondazione mediante i rispettivi estratti conto, per i quali sia trascorso il termine di sei mesi, stabilito per pre-sentare eventuali rilievi o contestazioni da parte degli iscritti.

D. Ci sono altre novità in cantiere?

R. Nel nostro laboratorio ci sono sempre delle novità in cantiere. Come ho spiegato, per le prerogative e le fi na-lità che persegue, il servizio contribuzioni nell’economia generale dell’ente svolge un ruolo di connessione operati-va e collegamento trasversale in un ambito di attività mol-to ampio. Il nostro impegno non potrà perciò che prose-guire nella stessa direzione. Nell’immediato futuro, l’obiet-tivo è quello di una organiz-zazione interna volta a rea-lizzare risparmi di esercizio; mi riferisco in particolare alla digitalizzazione degli archivi cartacei e alla dematerializ-zazione dei documenti. Nei lo-cali dell’ente sono conservati oltre un milione di fascicoli, intestati a ditte, agenti atti-vi e pensionati, che vengono continuamente movimentati per lo svolgimento delle at-tività quotidiane. I processi della gestione cartacea dei documenti sono costosi, sia in termini di risorse impiegate sia per la manutenzione dei macchinari utilizzati. La tra-sparenza e la sicurezza, nella condivisione e nell’archivia-zione dei documenti, possono risultare oggettivamente ca-renti. I tempi di ricerca a vol-te sono elevati, sono possibili errori o smarrimenti. Tutto questo senza considerare il forte impatto ambientale, del quale indubbiamente ci dobbiamo preoccupare tutti: si rende quanto mai utile un intervento di razionalizzazio-ne e miglioramento.

Il secondo obiettivo è senz’altro quello di accresce-re la tutela degli agenti, acce-lerando le azioni di recupero degli insoluti contributivi e dei versamenti omessi, e semplifi care per le aziende, nel rispetto delle norme in vigore, la regolarizzazione delle situazioni pregresse.

In questo particolare mo-mento storico è davvero diffi cile negare o anche solo ritardare una prestazione pensionistica o un benefi cio assistenziale per l’inosser-vanza degli obblighi previ-denziali da parte del prepo-nente: un contributo omesso non è soltanto un importo non incassato dalla Fon-dazione, ma piuttosto un ostacolo per una persona che forse è in difficoltà economica e che aspetta

di veder concretizzare gli effetti della propria attivi-tà lavorativa.

Pagina a cura DELLA FONDAZIONE ENASARCO

www.enasarco.it

Maddalena Magrini

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39Giovedì 30 Ottobre 2014

I conti trimestrali in linea con le previsioni. La Ferrari in borsa entro giugno 2015

Fca sfodera il bond convertendoSarà di 2,5 mld di dollari per investitori istituzionali

Fiat Chrysler automobi-les in grande spolvero dopo i conti del terzo trimestre, l’annuncio

del bond convertendo e dello scorporo di Ferrari con suc-cessiva quotazione nel 2015. Il titolo ha chiuso a Milano a 8,60 euro, +12,79%, dopo un massimo a 9,02 euro; a metà seduta, a New York, il titolo guadagnava il 13,6% a 11,04 dollari.

Fca ha registrato nel terzo trimestre un utile netto di 188 milioni di euro, sostanzialmen-te stabile rispetto ai 189 del corrispondente periodo 2013. I ricavi sono però cresciuti a 23,6 mld (+2,9 mld), «princi-palmente per effetto del buon andamento di Nafta (+20%), Apac (+30%) e dei marchi di lusso (+35%), cui si aggiunge la crescita registrata da Emea (+6%) e dai componenti (+11%). Questi incrementi sono stati in parte compensati dal calo del 12% registrato in Latam.Nel complesso le consegne totali sono aumentate nel pe-riodo del 10% a 1,1 milioni, trainate dalla performance delle vendite nell’area Nafta.L’ebit trimestrale è cresciuto del 7% a 926 milioni. Esclu-dendo le componenti atipiche, l’utile operativo è migliorato di 99 mln. L’indebitamento netto industriale era di 11,4 miliardi (9,7 al 30 giugno) principalmente per l’assor-bimento di cassa stagionale. Il gruppo ha confermato «i tar-get per l’anno in corso». Le con-segne globali dovrebbero atte-starsi a 4,7 milioni di veicoli (per il 2015 la stima prelimina-re è di 4,8-4,9 mln), i ricavi a 93

mld e l’ebit tra 3,6 e 4 miliardi di euro. L’utile netto è atteso tra 0,6 e 0,8 mld, con un utile per azione in miglioramento da 0,10 euro a 0,44-0,60 euro. L’indebitamento netto indu-striale è previsto tra 9,8 e 10,3 miliardi di euro.

«Siamo in linea per conse-guire gli obiettivi che ci siamo dati per l’intero esercizio 2014. Con la creazione di Fca e il suo debutto al listino di New York, abbiamo intrapreso una nuova fase come azienda globale con possibilità sempre maggiori», ha commentato l’a.d., Sergio Marchionne.

Il cda ha anche autorizzato

l’emissione di un bond conver-tendo per 2,5 mld di dollari mediante un’offerta registra-ta presso la Sec e rivolta a investitori istituzionali statu-nitensi e internazionali. Exor si è già impegnata a investire fi no a 600 mln.

Il cda ha anche ribadito l’intenzione di eliminare ogni vincolo contrattuale che limiti

i fl ussi fi nanziari tra le società del gruppo. Di conseguenza, Fca si attende di rimborsa-re anticipatamente i prestiti obbligazionari di Chrysler in circolazione non più tardi della prima data di rimborso opzionale di giugno 2015 per le senior secured notes con scadenza 2019 e cedola 8% e di giugno 2016 per quelle con

scadenza 2021 e cedola 8-1/4%. Inoltre, il cda, «ha autorizzato la separazione di Ferrari da Fca». La separazione sarà at-tuata attraverso l’offerta pub-blica di una parte della parte-cipazione di Fca in Ferrari pari al 10% del capitale della casa di Maranello e la distribuzione delle rimanenti quote agli azio-nisti del gruppo italoamerica-no. La separazione avverrà nel 2015 con la quotazione verso giugno in Usa «e in un altro mercato europeo», che molti analisti sperano sia Milano, come ha annunciato Marchion-ne in conference call.

© Riproduzione riservata

Marchionne riesce ancora una volta a stupire il merca-to. La notizia del giorno, che ha portato Fca a decollare in borsa, è stata la separazione di Ferrari, il gioiello di casa Fca. Il cda ha autorizzato la sepa-razione di Ferrari dal gruppo, che verrà effettuata attraverso l’offerta pubblica di una parte della partecipazione di Fca in Ferrari pari al 10% del capi-tale e la distribuzione della rimanente partecipazione in Ferrari agli azionisti di Fca.«La cessione del 10% di Ferra-ri può portare, considerando una valutazione prudenziale, 800 mln euro. Del resto, valorizzare Ferrari a 8 mld significa applicare dei multipli ev/ebitda assolutamen-te ragionevoli per il settore del lus-so», ha commentato un analista.«Le notizie sono estremamente positi-ve. È verosimile ipotizzare che lo spin-

off di Ferrari sia fatto a un prezzo mol-to superiore alle attuali valorizzazioni dell’asset implicite nelle valutazioni di Fca incorporate dal mercato», ha spiegato un esperto di una primaria casa d’affari. Per l’esperto, «al mo-mento le valutazioni di Ferrari impli-

cite nella somma delle parti di Fca sono al massimo a 5 mld euro, ma in caso di spin-off si può arrivare tranquillamente a una valutazione di 10 mld».Il cda di Fca ha anche autoriz-zato il collocamento e la ven-dita di azioni ordinarie Fca e di un prestito obbligazionario a conversione obbligatoria. L’offerta riguarderà sino a 100 mln di azioni ordinarie Fca.Fca si attende di collocare un ammontare nominale com-plessivo sino a 2,5 mld usd di obbligazioni a conversione obbligatoria. Gli investitori che parteciperanno all’offerta,

subordinatamente al completamento della separazione di Ferrari, avranno titolo a partecipare all’operazione di se-parazione e ricevere azioni di Ferrari.Proprio questo aspetto rende il bond Fca particolarmente interessante.

© Riproduzione riservata

Cavallino rampante l’arma segreta di Marchionne

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CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 27,784 27,749 0,0350 21,8136

Corona Danese 7,4445 7,444 0,0005 5,8448

Corona Norvegese 8,4675 8,4415 0,0260 6,6480

Corona Svedese 9,3294 9,363 -0,0336 7,3246

Dollaro Australiano 1,4334 1,437 -0,0036 1,1254

Dollaro Canadese 1,4192 1,4287 -0,0095 1,1142

Dollaro N Zelanda 1,6035 1,6039 -0,0004 1,2589

Dollaro USA 1,2737 1,2748 -0,0011 -

Fiorino Ungherese 309,05 309,26 -0,2100 242,6396

Franco Svizzero 1,2059 1,2056 0,0003 0,9468

Rand Sudafricano 13,8447 13,8886 -0,0439 10,8697

Sterlina GB 0,79095 0,7881 0,0029 0,6210

Yen Giapponese 137,75 137,45 0,3000 108,1495

Zloty Polacco 4,2252 4,2318 -0,0066 3,3173

Tasso uffi ciale di riferimento 0,05 0,15 0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 1,83 - -

Tasso Infl azione ITA -0,20 -0,10 -0,10

Tasso Infl azione EU 0,30 0,30 0,00

Indice HICP EU-12 119,90 117,70 2,20

HICP area EURO ex tobacco 117,43 116,91 0,52

Tasso annuo crescita PIL ITA -0,30 -0,30 0,00

Tasso di disoccupazione ITA 12,30 13,60 -1,30

1 sett 0,040

1 mese 0,009

2 mesi 0,005

3 mesi -0,002

4 mesi -0,002

5 mesi -0,002

6 mesi -0,006

7 mesi -0,011

8 mesi -0,015

9 mesi -0,019

10 mesi -0,022

12 mesi -0,027

Preziosi ($ per oncia)Oro 1229,39 1229,73Argento 17,23 17,25Palladio 793,1 796,9Platino 1265,4 1268,5Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1996,5 1996Rame 6795 6794Piombo 2034 2033Nickel 15545 15540

Stagno 19875 19850Zinco 2257 2256Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 220,52 242,38Sterlina (n.c.) 223,27 250,02Sterlina (post 74) 223,27 250,02Marengo Italiano 173,47 195,74Marengo Svizzero 173,41 194,47Marengo Francese 172,44 194,31Marengo Belga 172,44 194,31

EuriborEuriborScadenza

1 Sett. 0,013

2 Sett. 0,009

1 M 0,012

2 M 0,049

3 M 0,088

6 M 0,189

9 M 0,263

12 M 0,340

BtpBtpScadenza Rendimento

2Yr BTP 0,662

3Yr BTP 0,843

5Yr BTP 1,272

10Yr BTP 2,505

30Yr BTP 3,841

dati macroUltima Prece- Variaz.

rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A.Scadenza Scadenza

TA S S I E VA L U T EIrs

Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

1 anno 0,181 0,221

2 anni 0,215 0,255

3 anni 0,273 0,313

4 anni 0,359 0,399

5 anni 0,465 0,505

6 anni 0,582 0,622

7 anni 0,711 0,751

8 anni 0,844 0,884

9 anni 0,971 1,011

10 anni 1,087 1,127

12 anni 1,282 1,322

15 anni 1,493 1,533

20 anni 1,691 1,731

25 anni 1,775 1,815

30 anni 1,810 1,850

Fonte: EMMI Valori al 28/10/2014

$)37,9,0 +3&56,50 (, %655, , 13)99, (, &9,0/,! *0/(,! 4,'&7! .&5)3,)

13,.) 4, 10440/0 -)++)3) +3&56,5&.)/5) .)/53)4, *03.&/0 46 888",5&-,&0++,",5#.)3'&5, '-,''&/(0

46- 3,26&(30 & ()453& Quotazioni Realtime

098105098108105111103114

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Page 34: ANNUNCIATO DECRETO È l’ora dei mini-satelliti Usa I ... · e progredito Dante Giacosa sarebbe, da anni, raccontato nelle scuole e fatto conoscere nelle università. Sarebbe un

40 Giovedì 30 Ottobre 2014 MERCATI E FINANZA

Valori al 29/10/2014

EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1380,02

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 18,54 28/10/2014 GBP 14,6200 28/10/2014 USD 23,6200 28/10/2014

Healthcare Opportunities EUR 18,51 28/10/2014 GBP 14,6000 28/10/2014 USD 10,8800 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 19,92 29/10/2014 GBP 12,3600 29/10/2014 JPY 2151,6500 29/10/2014

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 28/10/2014

www.ram-ai.com

RAM (Lux) Systematic FundsEm Mkts Eq B($) USD 162,08Em Mkts Eq F($) USD 158,90Em Mkts Eq J(Chf) CHF 133,10Em Mkts Eq L EUR 150,14Em Mkts Eq O EUR 151,46European Equities B EUR 304,84European Equities C(Chf) CHF 271,68European Equities D($) USD 296,5800European Equities F EUR 294,06European Equities H EUR 286,82Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 112,12Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 111,11Long/Short European Eq B EUR 117,47Long/Short European Eq D ($) USD 117,77North American Eq. B($) USD 216,99North American Eq. E EUR 193,9200North American Eq. F($) USD 210,3700North American Eq. G EUR 187,4400North American Eq. H($) USD 198,9400

RAM (Lux) Tactical FundsDiv Income D USD 128,81Div Income E EUR 130,70Div Income F EUR 128,25Div Income H USD 126,65Quality Bond Fund D USD 132,47Quality Bond Fund E EUR 133,26Quality Bond Fund F EUR 129,53Quality Bond Fund H USD 128,87

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MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

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Valorizzazione al:

MetLife Liquidità 1,000

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,259

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,177

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,083

Alico Monet. Protetto 28/10/14 1,107

Alico P.P. Eur 2014 28/10/14 1,008

Alico P.P. Eur 2015 28/10/14 0,989

Alico P.P. Eur 2016 28/10/14 1,010

Alico P.P. Eur 2017 28/10/14 1,039

Alico P.P. Eur 2018 28/10/14 1,076

Alico P.P. Eur 2019 28/10/14 1,107

Alico P.P. Eur 2020 28/10/14 1,123

Alico P.P. Eur 2021 28/10/14 1,176

Alico P.P. Eur 2022 28/10/14 1,155

Alico P.P. Eur 2023 28/10/14 1,188

Alico P.P. Eur 2024 28/10/14 1,132

Alico P.P. Eur 2025 28/10/14 1,137

Alico P.P. Eur 2026 28/10/14 1,388

Alico P.P. Eur 2027 28/10/14 1,163

Alico P.P. Eur 2028 28/10/14 1,058

Alico P.P. Eur 2029 28/10/14 1,165

Alico P.P. Eur 2030 28/10/14 1,185

Alico P.P. Eur 2031 28/10/14 1,201

Alico P.P. Eur 2032 28/10/14 1,167

Alico P.P. Usa 2014 28/10/14 1,020

Alico P.P. Usa 2015 28/10/14 1,041

Alico P.P. Usa 2016 28/10/14 1,082

Alico P.P. Usa 2017 28/10/14 1,095

Alico P.P. Usa 2018 28/10/14 1,151

Alico P.P. Usa 2019 28/10/14 1,193

Alico P.P. Usa 2020 28/10/14 1,205

Alico P.P. Usa 2021 28/10/14 1,294

Alico P.P. Usa 2022 28/10/14 1,235

Alico P.P. Usa 2023 28/10/14 1,276

Alico P.P. Usa 2024 28/10/14 1,177

Alico P.P. Usa 2025 28/10/14 1,243

Alico P.P. Usa 2026 28/10/14 1,517

Alico P.P. Usa 2027 28/10/14 1,233

Alico P.P. Usa 2028 28/10/14 1,166

Alico P.P. Usa 2029 28/10/14 1,086

Alico P.P. Usa 2030 28/10/14 1,284

Alico P.P. Usa 2031 28/10/14 1,318

Alico P.P. Usa 2032 28/10/14 1,282

Alico P.P. Global 2014 28/10/14 1,000

Alico P.P. Global 2015 28/10/14 0,987

Alico P.P. Global 2016 28/10/14 1,018

Alico P.P. Global 2017 28/10/14 0,975

Alico P.P. Global 2018 28/10/14 1,093

Alico P.P. Global 2019 28/10/14 1,181

Alico P.P. Global 2020 28/10/14 1,141

Alico P.P. Global 2021 28/10/14 1,199

Alico P.P. Global 2022 28/10/14 1,146

Alico P.P. Global 2023 28/10/14 1,191

Alico P.P. Global 2024 28/10/14 1,142

Alico P.P. Global 2025 28/10/14 1,174

Alico P.P. Global 2026 28/10/14 1,431

Alico P.P. Global 2027 28/10/14 1,137

Alico P.P. Global 2028 28/10/14 1,062

Alico P.P. Global 2029 28/10/14 1,185

Alico P.P. Global 2030 28/10/14 1,165

Alico P.P. Global 2031 28/10/14 1,218

Alico P.P. Global 2032 28/10/14 1,171

Alico Prot.Trim. Eur 28/10/14 1,082

Alico Prot.Trim. Usa 28/10/14 1,085

Alico Gest.Bilanc.Glob 28/10/14 1,318

Alico Gest.Azion.Glob 28/10/14 1,328

Alico Gest.Bilanc.Eur 28/10/14 1,332

Alico Gest.Azion. Eur 28/10/14 1,272

Alico Aper.Indiciz.Eur 28/10/14 0,952

Alico Aper.Indiciz.Usa 28/10/14 1,462

Alico Aper.Indiciz.Glo 28/10/14 1,192

Alico Aper.Indiciz.Ita 28/10/14 0,783

Alico Liquidita’ 28/10/14 1,077

Alico R. Prudente 28/10/14 1,162

Alico R. Crescita 28/10/14 1,070

Alico R. Multi Comm. 28/10/14 0,640

Alico Multi Comm. 28/10/14 0,669

Alico R. Peak Usa 2014 28/10/14 1,039

Alico R. Peak Usa 2015 28/10/14 1,028

Alico R. Peak Usa 2020 28/10/14 1,159

Alico R. Peak Usa 2025 28/10/14 1,236

Alico R. Peak Usa 2030 28/10/14 1,245

Alico R. Peak Usa 2035 28/10/14 1,223

Alico R. Peak Eur 2014 28/10/14 1,029

Alico R. Peak Eur 2015 28/10/14 1,065

Alico R. Peak Eur 2020 28/10/14 1,188

Alico R. Peak Eur 2025 28/10/14 1,252

Alico R. Peak Eur 2030 28/10/14 1,303

Alico R. Peak Eur 2035 28/10/14 1,211

Alico R. Peak Asia 2014 28/10/14 1,073

Alico R. Peak Asia 2015 28/10/14 1,115

Alico R. Peak Asia 2020 28/10/14 1,280

Alico R. Peak Asia 2025 28/10/14 1,400

Alico R. Peak Asia 2030 28/10/14 1,466

Alico R. Peak Asia 2035 28/10/14 1,421

Alico Sec. Acc. 2016 28/10/14 1,036

Alico Sec. Acc. 2017 28/10/14 1,086

Alico P.P. Asia 2014 28/10/14 1,108

Alico P.P. Asia 2015 28/10/14 1,144

Alico P.P. Asia 2020 28/10/14 1,294

Alico P.P. Asia 2025 28/10/14 1,384

Alico P.P. Asia 2030 28/10/14 1,391

Alico P.P. Asia 2035 28/10/14 1,418

Alico Long Investment 28/10/14 0,748

Alico Agriculture 28/10/14 0,509

Alico Metals 28/10/14 0,543

28/10/14

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APF-Linea bilanciata 29/10/2014 53,5600

APF-Linea europea 29/10/2014 95,8000

APF-Linea mondiale 29/10/2014 57,7200

APF-Linea nord america 29/10/2014 102,2700

Seven Stars Invest 29/10/2014 130,0100

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UNIDESIO 760071 12,139 24/10/2014

UNIDESIO 760072 11,696 24/10/2014

UNIDESIO 760073 11,733 24/10/2014

UNIDESIO 760074 12,902 24/10/2014

UNIDESIO 760075 12,871 24/10/2014

UNIDESIO 760078 11,2590 24/10/2014

UNIDESIO 760080 11,4580 24/10/2014

UNIDESIO 760082 11,1090 24/10/2014

UNIDESIO 760085 10,808 24/10/2014

UNIDESIO 760088 12,0150 24/10/2014

UNIDESIO 760091 12,0910 24/10/2014

UNIDESIO 760095 10,604 24/10/2014

UNIDESIO 760096 10,9340 24/10/2014

UNIDESIO 760098 12,170 24/10/2014

UNIDESIO 760099 11,5930 24/10/2014

UNIDESIO 760102 11,240 24/10/2014

UNIDESIO 760104 10,8880 24/10/2014

UNIDESIO 760105 10,7570 24/10/2014

UNIDESIO 760106 11,7520 24/10/2014

UNIDESIO 760109 11,3870 24/10/2014

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,567 24/10/2014

AZZOAGLIO DINAMICO 5,220 24/10/2014

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,405 24/10/2014

UNIDESIO PRUDENTE 11,439 24/10/2014

UNIDESIO MODERATO 11,416 24/10/2014

UNIDESIO ATTIVO 11,438 24/10/2014

UNIDESIO VIVACE 11,009 24/10/2014

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,447 24/10/2014

AZIONARIO EURO 8,383 24/10/2014

FTSE MIB 99,760 29/10/2014

FTSE MIB 2010 99,914 29/10/2014

EUROSTOXX 50 - 2010 100,516 29/10/2014

DUAL INDEX - 2012 99,567 29/10/2014

DUAL INDEX - 2013 96,207 29/10/2014

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 98,751 29/10/2014

INDEX EuroCrescita 2014 91,376 29/10/2014

INDEX TOP DIVIDEND 2013 100,788 21/10/2014

INDEX TRENTA 2011 110,115 29/10/2014

INDEX FOUR E 50 - 2011 106,690 29/10/2014

INDEX STOXX EUROPE - 2011 106,257 29/10/2014

EUROSTOXX 50 - 2012 105,610 29/10/2014

PREVIMISURATO 13,401 23/10/2014

PREVIBRIOSO 12,366 23/10/2014

PREVIDINAMICO 13,367 23/10/2014

LINEA 1 12,268 30/09/2014

LINEA 1 - FASCIA A 12,705 30/09/2014

LINEA 1 - FASCIA B 12,415 30/09/2014

LINEA 2 12,968 30/09/2014

LINEA 2 - FASCIA A 13,243 30/09/2014

LINEA 2 - FASCIA B 13,337 30/09/2014

LINEA 3 12,982 30/09/2014

LINEA 3 - FASCIA A 13,169 30/09/2014

LINEA 3 - FASCIA B 14,157 30/09/2014

UNIDESIO 760125 11,917 24/10/2014

UNIDESIO 760129 12,097 24/10/2014

UNIDESIO 760130 10,9060 24/10/2014

UNIDESIO 760137 10,6610 24/10/2014

UNIDESIO 760139 11,856 24/10/2014

UNIDESIO 760140 11,9150 24/10/2014

UNIDESIO 760147 11,8020 24/10/2014

UNIDESIO 760149 11,7640 24/10/2014

UNIDESIO 760150 11,7850 24/10/2014

UNIDESIO 760156 10,291 24/10/2014

UNIDESIO 760157 12,1050 24/10/2014

UNIDESIO 760158 10,2600 24/10/2014

UNIDESIO 760159 11,6640 24/10/2014

UNIDESIO 760160 11,318 24/10/2014

UNIDESIO 760163 10,1500 24/10/2014

UNIDESIO 760167 11,264 24/10/2014

UNIDESIO 760170 11,769 24/10/2014

UNIDESIO 760173 11,3960 24/10/2014

UNIDESIO 760174 11,7190 24/10/2014

UNIDESIO 760179 11,328 24/10/2014

UNIDESIO 760180 11,5360 24/10/2014

UNIDESIO 760182 8,8320 24/10/2014

UNIDESIO 760183 11,205 24/10/2014

UNIDESIO 760185 11,1790 24/10/2014

UNIDESIO 760186 11,1120 24/10/2014

UNIDESIO 760187 11,4880 24/10/2014

UNIDESIO 760189 11,4800 24/10/2014

UNIDESIO 760191 10,470 24/10/2014

UNIDESIO 760192 11,5100 24/10/2014

UNIDESIO 760193 11,5690 24/10/2014

UNIDESIO 760198 8,5040 24/10/2014

UNIDESIO 760201 11,179 24/10/2014

UNIDESIO 760202 11,658 24/10/2014

UNIDESIO 760203 12,4370 24/10/2014

UNIDESIO 760205 10,8490 24/10/2014

UNIDESIO 760206 10,7880 24/10/2014

UNIDESIO 760210 11,484 24/10/2014

UNIDESIO 760216 10,548 24/10/2014

UNIDESIO 760229 10,492 24/10/2014

UNIDESIO 760234 10,066 24/10/2014

UNIDESIO 760235 9,972 24/10/2014

AZIONARIO GLOBALE 10,888 24/10/2014

BILANCIATO 11,124 24/10/2014

CONSERVATIVE 10,444 24/10/2014

BOND MIX 10,615 24/10/2014

BALANCED 11,324 24/10/2014

GLOBAL EQUITY 13,092 24/10/2014

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,341 24/10/2014

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,082 24/10/2014

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 10,527 24/10/2014

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 13,388 24/10/2014

HELVETIA 4-30 108,92 29/10/2014

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 11,72 21/10/2014

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 11,33 21/10/2014

HELVETIA WORLD EQUITY 125,24 21/10/2014

HELVETIA EUROPE BALANCED 195,46 21/10/2014

HELVETIA WORLD BOND 228,57 21/10/2014

HELVETIA GLOBAL BALANCED 160,19 21/10/2014

HELVETIA GLOBAL EQUITY 105,29 21/10/2014

LINEA GARANTITA 12,22 30/09/2014

LINEA BILANCIATO 13,37 30/09/2014

LINEA OBBLIGAZIONARIO 12,66 30/09/2014

LINEA AZIONARIO 10,01 30/09/2014

HELVETIA QUATTRO.10 96,37 29/10/2014

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 100,15 29/10/2014

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 96,09 29/10/2014

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PROSPETTO DEI VALORI CORRENTIDELLE POLIZZE INDEX LINKED

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 15 OTTOBRE 2014

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 15/10/2014 OBBLIGAZIONARIO

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 116,760 ABN AMRO BANK NV Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

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42 Giovedì 30 Ottobre 2014 MERCATI E FINANZAIn Usa la Fed chiude il Quantitative easing. I tassi restano fermi

Milano giù con i bancariFtse Mib -1,64%, trascinato da Mps (-8%)

Molte borse europee in ribasso, con Mi-lano maglia nera, spinta all’ingiù

dalle forti vendite del com-parto bancario, penalizzato soprattutto dal nuovo scivo-lone di Banca Mps (-8%). Il Ftse Mib ha chiuso a 19.157 punti, -1,64%, mentre il resto d’Europa ha registrato perdite marginali. Ibex -1,41%, Cac-40 -0,05%, Dax +0,16%, Ftse 100 + 0,81%. A metà seduta, a New York, in attesa delle decisione della Fed, il Dow Jones segna-va -0,16%, l’S&P 500 -0,22%, il Nasdaq Composite -0,66%.

Come previsto, la Fed non ha preso decisioni su quando inizierà ad alzare i tassi d’in-teresse, ma ha annunciato la fi ne del Quantitative easing, con il taglio degli ultimi 15 mld di dollari mensili (all’inizio del sostegno erano 85 mld di dol-lari al mese). Il programma (il terzo della Fed) era iniziato a settembre 2012 e incrementato a dicembre. Il Fomc ha mante-nuto, come da attese, il range dei Fed Funds a 0-0,25%, con

un voto di 9-10Quanto allo spread Btp-

Bund, ha chiuso poco mosso a 160,5 pb, al 2,50%.

Ininfl uente l’asta Bot: il mi-nistero dell’economia ha collo-cato semestrali per 6,5 mld. Il rendimento medio ponderato semplice si è attestato allo 0,379%, in rialzo dello 0,15% rispetto all’asta precedente. La domanda è stata per 11,2 miliardi per un rapporto di co-

pertura pari a 1,73.La debolezza del mercato

italiano e di quello spagnolo è legata alla debole performan-ce del settore bancario. Bper -5,81%, Banca Mps -8,23%, nuovo scivolone che ha por-tato il titolo ai minimi storici, Banco popolare -5,72%, Uni-credit -4,48%, Intesa Sanpa-olo -3,77%, Popolare Milano -5,73%, Ubi banca -4,7% e Me-diobanca -1,94%. Forti acquisti

su Fca (+12,79% a 8,6 euro). In scia al newsfl ow di Ferrari, an-che Exor ha accelerato al rialzo (+7,03% a 31,37 euro). In posi-tivo Cnh industrial (+1,51%), in vista dei conti trimestrali di oggi. In rialzo anche Mon-cler (+1,65%), Sogefi (+1,95%), Recordati (+2,25%). Vendite in-vece su Salvatore Ferragamo (-2,31%), Fincantieri (-1,36%), Italcementi (-4,27%).

Quanto all’euro, ha chiuso stabile a 1,2760 contro il dol-laro, dopo avere raggiunto un picco di 1,2770, in attesa delle conclusioni del Fomc della Fed. Poi è sceso a 1,2695. Euro-yen a 137,93, dollaro-yen a 108,10.

Infi ne il petrolio: le scorte set-timanali Usa sono salite di 2,1 milioni di barili, meno dell’at-teso incremento di 3,4 milioni di barili, per il taglio della pro-duzione delle raffi nerie. Il dato non ha infl uito sulle quotazioni del greggio. A metà seduta, a New York, il future dicembre sul Wti era quotato 82,61 dol-lari al barile, contro gli 87,63 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

Nel terzo trimestre, «la domanda di prestiti da par-te delle imprese è tornata a fl ettere; quella di mutui per acquisto abitazioni è, invece, aumentata. Nel trimestre in corso aumen-terebbero sia le richieste di fi nanziamenti da parte delle imprese sia quelle di mutui delle famiglie».

Questi dati emergono dall’indagine di Bankitalia condotta su otto tra i prin-cipali gruppi bancari ita-liani e conclusa il 9 ottobre.Nel terzo trimestre, i cri-teri di offerta dei prestiti alle imprese sono rimasti nel complesso invariati, con una maggiore pressio-ne concorrenziale tra le banche, ma hanno risenti-to dell’aumento del rischio percepito sulle prospettive di alcuni settori o imprese. È proseguita la riduzione dei margini sulla media dei prestiti, pur con un in-cremento di quelli appli-cati sui fi nanziamenti più rischiosi. Gli intermediari si attendono un lieve al-lentamento dei criteri nel quarto trimestre.

Anche le condizioni di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimaste invariate; al contributo espansivo esercitato dalla maggiore pressione concor-renziale si è contrapposto il peggioramento delle pro-spettive del mercato degli immobili residenziali. I margini sulla media dei prestiti hanno continuato a ridursi. Per il quarto tri-mestre gli intermediari si attendono un allentamen-to dei criteri.

Analoga fotografi a vie-ne da un sondaggio della Bce, dal quale emerge che le condizioni per la con-cessione di prestiti delle banche alle imprese e alle famiglie della zona euro sono diventate meno rigi-de nel terzo trimestre.

È il secondo migliora-mento consecutivo nel periodo luglio-settembre per gli standard di credi-to degli istituti. Da metà 2007 all’inizio del 2014, le condizioni per la con-cessione di prestiti erano invece peggiorate nella zona euro, come ricorda la Banca centrale europea. Il rapporto mette in luce che il riemergere delle preoccupazioni nella zona euro «sta pesando sugli standard del credito». Una nota positiva è però rap-presentata dal fatto che nel terzo trimestre l’ac-cesso delle banche a «tutti i mezzi di fi nanziamento» è migliorato.

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BANKITALIA

Crescono i mutui

per la casa

L’occupazione nelle grandi imprese ha registrato ad agosto un calo dello 0,1% al lordo dei dipendenti in cig e dello 0,2% al netto della cig. Nel confronto con un anno fa, l’occupa-zione è calata dello 0,8% al lordo della cig e dello 0,5% al netto. L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è stata pari a 36,3 ore ogni mille ore lavorate, in diminuzione di 6,8 ore ogni mille rispetto ad agosto 2013.La retribuzione lorda per ora lavorata ha registrato un +2,6% rispetto a luglio. In termini tendenziali, l’indice grezzo è aumentato del 5%. Rispetto ad agosto 2013, la retribuzione lorda e il costo del lavoro per dipendente (al netto dei dipen-denti in cig) sono aumentati dell’1,4% e dell’1,6%.

Frena calo occupazionenelle grandi imprese

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AVVISO DI PUBBLICAZIONE

BANDO DI GARASi comunica che sul sito istituzionale INPS - Sezione Gare - è stato pubbli-cato bando da esperire con procedura aperta per l’affidamento dei “lavori di manutenzione straordinaria per la ristrutturazione e riqualificazione delle camerette a servizio dei Convittori dei piani primo, secondo e terzo del Con-vitto Luigi Sturzo di Caltagirone delle Industrie n. 9”. CIG.5972960285 - scadenza 17/11/2014. Importo a base d’asta € 293.865,86 di cui € 4.285,83 per oneri connessi sicurezza non soggetti a ribasso.

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43Giovedì 30 Ottobre 2014Giovedì 3MERCATI E FINANZANonostante i buoni dati di giugno-settembre. Il titolo perde il 10%

Stm, pesano proiezioniDelude la guidance del quarto trimestre

La conferma degli obiet-tivi di medio termine di Stm non è bastata a ri-sollevare le sorti del tito-

lo in borsa. L’azione ha chiuso a 5 euro con una perdita del 10,15% dopo la guidance sul quarto trimestre deludente.In conference call, il presiden-te e a.d., Carlo Bozotti, che ha citato il peggioramento del quadro macro per spiegare le indicazioni peggiori di quanto stimato dagli analisti per il tri-mestre in corso, ha confermato i target di marginalità per il prossimo anno.

«Anche con una situazione di ricavi più deboli, stiamo lavo-rando per raggiungere il nostro obiettivo di un margine lordo tra il 36 e il 38% dalla secon-da metà del 2015», ha detto il manager, aggiungendo che «noi confermiamo il nostro obiettivo di medio periodo di un margine operativo di circa il 10% dalla metà del 2015».

In termini di fatturato, «abbiamo l’ambizione di rag-giungere circa 2 mld usd di ricavi nel terzo trimestre e ovviamente anche nel quarto

trimestre del prossimo anno», ha detto Bozotti.

Il gruppo ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 1,89 mld usd, mentre per l’ultimo trimestre la società si attende una fl essione dei ricavi intorno al 3,5% su base sequenziale, più o meno 3,5 punti percentuali.Il margine lordo nel trimestre è migliorato al 34,3%, dal 34% del secondo trimestre e, men-tre il risultato netto è stato po-sitivo per 72 mln usd (-66 mln

nello stesso periodo del 2013).Per gli ultimi tre mesi, Stm

si aspetta che il margine lordo scenda al 33,8%.

Proprio la guidance cauta sull’ultimo trimestre ha delu-so gli analisti. Kepler Cheu-vreux ha ridotto il prezzo obiettivo sul titolo da 7,5 a 6 euro (rating hold) a fronte dei conti trimestrali «in linea», ma di un outlook sul quar-to trimestre sotto le attese. Per Equita sim, i risultati del

terzo trimestre sono stati in li-nea, ma la guidance sul quarto trimestre è «sotto le attese. Il management ha anche an-nunciato la ristrutturazione del segmento eps (embedded products) con la fusione del business digitale (Dcg) e ima-ging (Ibp) e la riduzione di 450 dipendenti con risparmi per 100 mln usd a regime dal terzo trimestre 2015. Confermiamo il giudizio buy».

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Indesit ha chiuso i primi nove mesi con un utile netto di 3,8 mln (-8,3 nell’analogo periodo del 2013). L’ebit del periodo è stato di 58,3 milioni di euro, in crescita del 37%. La percentuale del margine sul fatturato è salita al 3,1% contro il 2,2% dello stesso periodo del 2013. Il margine operativo del terzo trimestre è stato di 24,8 milioni di euro (27,8 milioni nel 2013).

L’ebit adjusted, il margine operativo esclusi gli oneri non ricorrenti netti, è risul-tato pari a 64,3 milioni di euro (54,9 mln), in aumento del 17,2%. La percentuale del mar-gine sul fatturato è salita al 3,4% contro il

2,8% dello stesso periodo dell’anno passato.I ricavi sono stati pari a 1,88 miliardi di euro (1,97 miliardi) in calo del 4,2% (-1% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

I ricavi del terzo trimestre sono stati di 700,9 milioni di euro (718,9 milioni) in di-minuzione del 2,5% (-0,9% a cambi costan-ti) rispetto allo stesso periodo del 2013.L’indebitamento fi nanziario netto è stato pari a 530 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai 553 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno scorso.

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Indesit: sale l’ebit, calano i ricavi

LUXOTTICA

Cresconoancoragli utili

Nel terzo trimestre, Luxot-tica ha riportato un utile netto adjusted in crescita del 17,5% a 173 mln e un fatturato di 1,906 miliardi, +6,7% a cambi costanti e +6,8% a cambi cor-renti. L’utile operativo adju-sted è cresciuto del 16,1% a 296 milioni. Nei 9 mesi, l’utile netto adjusted è cresciuto del 7,9% a 566 milioni, con ven-dite per 5,785 mld, +5,5%.L’indebitamento netto è dimi-nuito a 1,119 miliardi (1,461 a fi ne 2013).

Nella riunione, il cda, su proposta del presidente, Leo-nardo Del Vecchio, ha cooptato Adil Mehboob-Khan e Massi-mo Vian come nuovi consiglie-ri, affi dando a quest’ultimo ad interim tutte le deleghe ese-cutive fi no all’ingresso effet-tivo di Adil Mehboob-Khan, che da gennaio 2015 ricopri-rà il ruolo di co-a.d. Mercati. Stefano Grassi è stato inoltre nominato cfo.

«Si è concluso un altro tri-mestre con ricavi e redditivi-tà in crescita», ha detto Le-onardo Del Vecchio. «Anche in questa fase di transizione, l’impegno e la determinazione di tutti e la forza dei nostri marchi hanno consentito a Luxottica di raggiungere ot-timi risultati».

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CARIGE

Capitaledi qualitàdopo piano

Una volta realizzato il ca-pital plan, il piano che dovrà essere sottoposto alla Bce per fare fronte all’esigenza di una dotazione supple-mentare di capitale, emersa dagli esiti dei recenti eser-cizi, Banca Carige porterà il capitale di miglior qualità ai livelli confrontabili con i best player europei. Lo ha sottolineato l’istituto di cre-dito ligure, ricordando che la cessione della parte as-sicurativa ad Apollo mana-gement holding è soltanto il primo passo per la rea-lizzazione del capital plan.Banca Carige ha anche ricordato di aver visto confermata la propria adeguatezza patrimoniale come certifi cato dall’esito degli Aqr. «Il Cet1 è supe-riore al requisito minimo dell’8%, più elevato sia rispetto al minimo regola-mentare (4,5%) sia rispet-to al minimo aumentato del margine di conserva-zione del capitale (7%)». L’incremento di capitale è previsto a seguito dell’eser-cizio di comprehensive as-sessment nel caso di stress test con teorico scenario avverso.

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Fininvest. Il cda ha esa-minato il documento con il quale Banca d’Italia ha ritenuto compatibile il tra-sferimento a un trust della quota di Mediolanum ec-cedente al 9,9% che dovrà essere venduta e che fa capo indirettamente a Silvio Ber-lusconi attraverso Finin-vest. È stato dato mandato all’a.d., Pasquale Cannatel-li, di compiere ulteriori va-lutazioni per creare il trust e ha incaricato il consigliere delegato di concordare con FinProg Italia, che fa capo a Ennio Doris, la formaliz-zazione dello scioglimento anticipato e consensuale del patto di sindacato.

Il gruppo Autogrill pro-segue l’espansione nell’area del Sudest asiatico: si è ag-giudicata una nuova conces-sione per cinque anni nello scalo di Bali-Ngurah Rai, in Indonesia, con ricavi per 25 milioni di euro. In Vie-tnam ha avviato l’apertura di 27 punti vendita negli aeroporti di Ho Chi Minn, Hanoi e Nha Trang. I rica-vi stimati sono di circa 160 mln nel periodo 2015-2025.

Enel green power e Dcns sono stati selezionati dall’Organizzazione per lo sviluppo economico del go-verno cileno per creare un innovativo centro globale di eccellenza per lo sviluppo dell’energia marina. Il cen-tro sarà supportato da un

contributo di 20 milioni di dollari.

Fincantieri ha stretto un accordo di cooperazio-ne con il Cantiere navale Vittoria di Adria, specia-lizzato nella costruzione di navi militari, da trasporto e da lavoro fi no a 100 me-tri di lunghezza. L’accor-do prevede la fornitura di attività relative a piatta-forme di unità minori, a uso mercantile e militare.

La Fondazione Banco di Sardegna, nel 2015, fi nanzierà progetti per 16 milioni. L’ha annunciato il presidente Antonello Ca-bras a Cagliari.

Deutsche bank torna a registrare un trimestre in perdita per aumentare gli accantonamenti per copri-re diversi contenziosi legali. Ha registrato nel terzo tri-mestre una perdita netta di 94 milioni di euro (+41 mln nello stesso periodo 2013). La perdita era comunque attesa dopo la decisione del-la scorsa settimana di con-tabilizzare ulteriori riserve per contenzioni per 894 mln, portando a 3 miliardi gli stanziamenti fi nora opera-ti. Tuttavia, Deutsche Bank ha registrato un aumento dell’utile ante imposte dai 18 milioni di un anno fa a 266 milioni, grazie in par-ticolare alla ripresa delle attività nel reddito fi sso.

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