annuario dei dati ambientali 2011 - cap. 3
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Acque superficiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 141
Acque sotterranee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 221
Acque marino costiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 261
Acque di transizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 337
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� L’implementazione della nuova Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE)
Nel 2010 in Emilia-Romagna ha preso avvio il primo ciclo di monitoraggio sulle nuove reti defi-nite in applicazione della Direttiva quadro. Con la Direttiva 2000/60/CE, l’Unione europea havoluto promuovere e attuare una politica sostenibile a lungo termine di uso e protezione delleacque superficiali, sotterranee e degli ecosistemi loro correlati, con l’obiettivo di contribuire al per-seguimento della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità ambientale, oltre che all’usoaccorto e razionale delle risorse naturali. La Direttiva ha individuato nei distretti idrografici (costituiti da uno o più bacini idrografici) gli spe-cifici ambiti territoriali di riferimento per la pianificazione e gestione degli interventi finalizzati allasalvaguardia e tutela della risorsa idrica; la suddivisione del territorio nazionale in distretti idro-grafici è contenuta nel DLgs 152/2006. Per ciascun distretto idrografico è prevista la predisposi-zione di un Piano di gestione, cioè di uno strumento conoscitivo, strategico e operativo attraversocui pianificare, attuare e monitorare le misure per la protezione, il risanamento e il miglioramen-to dello stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, favorendo il raggiungimento degli obiettiviambientali previsti dalla Direttiva. Per tutti i corpi idrici, entro il 2015, ogni Stato membro dovràgarantire il raggiungimento del “buono” stato e, ove già esistente, provvedere al mantenimentodel lo stato “elevato”.
I riferimenti normativiLa Direttiva quadro 2000/60/CE è stata recepita in Italia con l’emanazione del Decreto legislati-vo 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”. Al DLgs 152/2006 sono segui-ti i relativi decreti attuativi per le acque superficiali e sotterranee:– Decreto Tipizzazione DM 131/2008 - Regolamento recante “i criteri tecnici per la caratteriz-
zazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione corpi idrici, analisi delle pressioni)”; – Decreto Monitoraggio DM 56/2009 - Regolamento recante “i criteri tecnici per il monitoraggio
dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tec-niche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia am bientale, pre-disposto ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo”;
– Decreto Classificazione DM 260/2010 - Regolamento recante “i criteri tecnici per la classifica-zione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decretolegislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi del-l’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo”.
Per le acque sotterranee è stata emanata la Direttiva 2006/118/CE inerente la “Protezione delleacque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”. La Direttiva è stata recepita in Italiadal DLgs 30/2009, che integra e modifica parti del DLgs 152/2006 e contiene:– criteri per l’identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei;– standard di qualità per alcuni parametri e valori soglia per altri parametri necessari alla valuta-
zione del buono stato chimico delle acque sotterranee;– criteri per individuare e per invertire le tendenze significative e durature all’aumento dell’inqui-
namento, oltre che per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza;– criteri per la classificazione dello stato quantitativo;– modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo.I Decreti 56/2009 e 260/2010 contengono alcuni allegati relativi alle acque sotterranee che con-fermano e non modificano quanto contenuto nel DLgs 30/2009.
Il quadro di riferimentoLa normativa suddivide le acque in superficiali e sotterranee: con acque sotterranee si intendonotutte le acque che si trovano al di sotto della superficie del suolo nella zona di saturazione e a con-tatto diretto con il suolo e sottosuolo; con acque superficiali si intendono le acque interne (a ecce-zione delle sotterranee), le acque di transizione e le marino-costiere. Nelle acque dolci compren-diamo sia le fluviali sia le lacustri.
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L’unità base di valutazione dello stato della risorsa idrica, secondo quanto previsto dalla Direttiva,è il “corpo idrico”, cioè un elemento di acqua superficiale (tratto fluviale, porzione di lago, zonadi transizione, porzione di mare) appartenente a una sola determinata tipologia o volume d’ac-qua in seno a un acquifero per quelle sotterranee, con caratteristiche omogenee al suo interno siadal punto di vista qualitativo sia quantitativo. Ogni corpo idrico deve pertanto essere caratteriz-zato attraverso un’analisi dettagliata delle pressioni che su di esso insistono e del suo stato di qua-lità (derivato dai dati di monitoraggio pregressi laddove esistenti), al fine di valutare il rischio dinon raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla normativa.Per potere classificare lo stato dei corpi idrici nei tempi richiesti dalla normativa, è quindi statonecessario rivedere le reti di monitoraggio al fine di garantire, all’interno del periodo di vita delPiano di gestione, il monitoraggio su tutti i corpi idrici individuati; è stato definito un quadro diriferimento tecnico preciso che per le diverse tipologie di acque (superficiali e sotterranee) haprevisto: – tipizzazione per le acque superficiali, ovverosia la definizione dei diversi tipi per ciascuna cate-
goria di acque basata su caratteristiche naturali, geomorfologiche, idrodinamiche e chimico-fisi-che;
– analisi delle pressioni, che è stata condotta individuando e analizzano tipologia ed entità dellepressioni che gravano su ciascuna categoria di acque;
– individuazione dei corpi idrici superficiali intesi come porzioni omogenee di ambiti idrici in ter-mini di pressioni, caratteristiche idro-morfologiche, geologiche, vincoli, qualità/stato e necessitàdi misure di intervento;
– identificazione e caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei effettuata partendo dai complessiidrogeologici definiti a scala nazionale, identificando poi gli acquiferi, tenendo conto di criteridi quantità significative o flusso significativo di acqua e delimitando infine i corpi idrici sulla basedi confini idrogeologici o differenze nello stato di qualità e delle pressioni;
– attribuzione a ogni corpo idrico della classe di rischio di non raggiungimento degli obiettivi diqualità previsti a livello europeo.
A partire da tale quadro di riferimento sono stati effettuati gli accorpamenti di corpi idrici e sceltii siti rappresentativi a definire la qualità del corpo idrico. Sulla base dei risultati dell’analisi dirischio e delle indicazioni previste dalla Direttiva europea, è stato possibile quindi ridisegnare lereti di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e revisionare i rispettivi programmi dimonitoraggio.
Il sistema di monitoraggioAl fine di fornire un corretto quadro conoscitivo a livello ecosistemico si è provveduto a pianifica-re il nuovo sistema di monitoraggio (Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 350/2010), conl’inserimento di indagini innovative diversificate in funzione delle diverse finalità; ai sensi dellaDirettiva quadro sono previste tre tipologie di monitoraggio:– monitoraggio di sorveglianza per i corpi idrici superficiali e sotterranei “probabilmente a
rischio” o “non a rischio” di raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa al2015;
– monitoraggio operativo per i corpi idrici superficiali e sotterranei “a rischio di non raggiungi-mento degli obiettivi ambientali”;
– monitoraggio di indagine per i corpi idrici superficiali per i quali sono necessari specifici studidi approfondimento per contaminazioni accidentali o per cause sconosciute di superamenti erischi di non raggiungimento dello stato buono.
I piani di monitoraggio sono parte integrante dei piani di gestione e prevedono cicli di controllopluriennali (triennale o sessennale a seconda del tipo di monitoraggio) in linea con il ciclo di vitadei Piani di gestione; da sottolineare che all’interno del ciclo previsto per le acque superficiali, ilmonitoraggio biologico è prevalentemente articolato nell’arco di un anno, mentre il monitoraggiochimico in operativo è condotto tutti gli anni.Pertanto solo al termine del ciclo di monitoraggio (tri-sessennale) viene effettuata la classificazionecomplessiva dello stato di qualità, che può portare anche a una rimodulazione nel tempo dei pianidi monitoraggio, in funzione dei risultati progressivamente acquisiti.Per quanto riguarda i controlli le principali novità introdotte, quindi, riguardano la centralità dellavalutazione dello stato delle comunità biologiche, unitamente al monitoraggio degli elementi chi-
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mico/fisici a supporto del biologico, senza ovviamente tralasciare il controllo degli inquinanti dasostanze chimiche prioritarie, il cui elenco è in aggiornamento sia come sostanze aggiuntive siacome livelli di Standard di qualità; grande importanza assume inoltre la valutazione dello statoidromorfologico dei corsi d’acqua, sia ai fini classificatori a supporto degli elementi di qualità bio-logica, ma anche per consentire agli enti di stabilire e mettere in campo tutte le misure necessarieper il contenimento degli impatti.La revisione dei programmi di monitoraggio ha comportato variazioni sostanziali in termini dinumero e localizzazione delle stazioni, frequenze di campionamento e parametri indagati.In particolare, date le rilevanti innovazioni apportate con la Direttiva, il monitoraggio delle com-ponenti biologiche ha acquisito una crescente valenza e complessità nell’ambito dei programmi.Ai fini della classificazione dei corpi idrici superficiali, i valori da attribuire a ogni elemento diqualità biologica indagato dipendono dal confronto con determinate condizioni di riferimento disiti a bassa contaminazione (siti di riferimento), variabili in funzione delle diverse tipologie dicorpo idrico. Dal grado di deviazione dalle condizioni di riferimento, che si verificano in assenzadi impatti significativi di attività antropica, dipende l’attribuzione al corpo idrico della relativa cate-goria di stato ecologico.
La classificazioneAltro importante elemento di novità derivante dall’implementazione della Direttiva riguarda il siste-ma di classificazione dei corpi idrici.Per i corpi idrici superficiali è previsto che lo “stato ambientale”, espressione complessiva dellostato del corpo idrico, derivi dalla valutazione attribuita allo “stato ecologico” e allo “stato chimi-co” del corpo idrico.Lo “stato ecologico” è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosiste-mi acquatici associati alle acque superficiali; alla sua definizione concorrono:– elementi biologici (macrobenthos, fitoplancton, macrofite e fauna ittica);
– elementi idrologici (a supporto), espressi come indice di alterazione idrologica;
– elementi morfologici (a supporto), espressi come indice di qualità morfologica;
– elementi fisico-chimici e chimici, a supporto degli elementi biologici.Gli elementi fisico-chimici e chimici a sostegno comprendono i parametri fisico-chimici di base esostanze inquinanti, la cui lista e i relativi Standard di Qualità Ambientale (SQA) sono definiti alivello di singolo Stato membro sulla base della rilevanza per il proprio territorio .Nella definizione dello stato ecologico, quindi, la valutazione degli elementi biologici diventadominante e le altre tipologie di elementi (fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono consi-derati a sostegno per la migliore comprensione e l’inquadramento dello stato delle comunità bio-logiche all’interno dell’ecosistema in esame . Per la definizione dello “stato chimico” è stata predisposta a livello comunitario una lista di 33+8sostanze inquinanti, peraltro in aggiornamento, indicate come prioritarie con i relativi Standard diqualità ambientale.Nel contesto nazionale, gli elementi chimici da monitorare nei corsi d’acqua ai sensi della Direttivaquadro, distinti in sostanze a supporto dello stato ecologico e sostanze prioritarie che concorronoalla definizione dello stato chimico, sono specificati nel DM 260/10 (DM 56/09) rispettivamentenelle tabelle 1/B e 1/A.Per le acque marino costiere e di transizione, oltre alle sostanze di cui alle tabelle 1/B e 1/A deidecreti citati da ricercare nella matrice acqua, sono previsti anche elementi chimici da ricercarenel sedimento che concorrono, come elementi a sostegno degli elementi biologici, alla definizio-ne dello stato ecologico e alla definizione dello stato chimico, rispettivamente riportati nelle tabel-le 3/B e 2/A del DM 260/10 (DM 56/09). Possono concorre alla definizione dello stato chimi-co anche gli elementi chimici ricercati nel biota (Mytilus galloprovincialis) (tabella 3/A).Solo al termine dell’intero ciclo di monitoraggio sarà possibile definire la classificazione dello statoambientale di un corpo idrico; la classificazione dello stato “buono” potrà essere confermata solose sia lo “stato ecologico”sia lo “stato chimico”raggiungono lo stato “buono”.Per i corpi idrici sotterranei è previsto che lo “stato ambientale”, espressione complessiva dellostato del corpo idrico, derivi dai valori attribuiti allo “stato quantitativo” e allo “stato chimico” delcorpo idrico. Lo stato chimico viene attribuito come classe “buono” o “scarso”: quest’ultima in funzione del supe-ramento di uno o più parametri chimici rispetto agli standard di qualità o valori soglia definiti
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dall’Allegato 3 al DLgs 30/2009, superamento occorso in un volume di acqua sotterranea supe-riore al 20% del volume complessivo del corpo idrico.Lo stato quantitativo viene attribuito come classe “buono” o “scarso”; il buono stato quantitativo siverifica quando “il livello/portata di acque sotterranee nel corpo sotterraneo è tale che la mediaannua dell’estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili”,come definito nell’Allegato 3 al DLgs 30/2009.Lo “stato ambientale” di un corpo idrico sarà classificato al termine del ciclo di monitoraggio come“buono” se sia lo “stato quantitativo” sia lo “stato chimico” sono stati classificati come “buono”.
La reportistica ambientaleI risultati derivanti dalle attività del nuovo sistema di monitoraggio e la conseguente classificazio-ne dei corpi idrici presentano tempistiche diverse rispetto a quanto veniva effettuato in applica-zione del DLgs 152/99. Ecco, quindi, che devono essere revisionati anche i contenuti e la fre-quenza di aggiornamento dei prodotti di reporting ambientale che da essi derivano. La nuova nor-mativa prevede infatti la classificazione dello stato ambientale dei corpi idrici superficiali su basealmeno triennale, tempistica diversa rispetto alla annuale, come richiesto dal DLgs 152/99 ormaiabrogato.Cambia quindi anche la modalità di reporting ambientale che, ai fini di una valutazione dei trendqualitativi, sarà basata su un set di indicatori/parametri che concorrono alla classificazione deicorpi idrici, popolati e aggiornati annualmente, cui saranno affiancati, a cadenza triennale, gliindici integrati per la classificazione dello stato dei corpi idrici (stato ecologico, stato chimico eambientale).
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 144
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 144
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
Indicatori
Determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 148
Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 161
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 176
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 210
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 220
INDICE
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� � Distribuzione territoriale della popolazione Vedi capitolo Rischio sismico (pag. 793)
� Agglomerati urbani ≥ 200 AE Provincia 2005-2009 148
� Scarichi in corpo idrico superficiale Bacino 2007-2009 154idrografico
� Terreni irrigati Suolo Provincia 1986-2010 157
� � Uso del suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 702)
� � Consumo di suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 706)
� Consumi alle utenze e prelievi di acque superficiali Provincia Stime 161e di falda per il settore acquedottistico civile al 1998-2011
� Inquinanti sversati per bacino Bacino Stime 164idrografico al 2005-2009
� Emissione di nutrienti da depuratori Impianto Stime 169 di acque reflue urbane (N e P) di trattamento al 2005-2009
� Uso di fertilizzanti Vedi capitolo Suolo (pag. 711)
� Uso di fitofarmaci Vedi capitolo Suolo (pag. 715)
� Concentrazione dei nutrienti Regione 2011 176nei corsi d’acqua, azoto nitrico
� Concentrazione dei nutrienti Regione 2011 180nei corsi d’acqua, azoto ammoniacale
� Concentrazione dei nutrienti Regione 2011 184nei corsi d’acqua, fosforo totale
� Fitofarmaci nei corsi d’acqua Regione 2011 188
� Concentrazione dei nutrienti negli invasi, Regione 2011 197fosforo totale
� Ossigeno disciolto negli invasi Regione 2011 200
� Trasparenza negli invasi Regione 2011 203
� Stato morfologico Regione 2012 206
� AE serviti e depurati negli agglomerati Provincia 2005-2009 210≥ 200
� Impianti di depurazione Regione 2009 213acque reflue urbane
� Conformità impianti di trattamento Regione 2005-2009 217(Tab. 1 DLgs 152/06)
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici� Risorse idriche e usi sostenibili
Introduzione
� Messaggio chiave
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Sui corsi d’acqua regionali si verificano diverse situazioni di criticità legate alla presenza di azotonitrico in concentrazioni significative, o comunque superiori al valore soglia associato allo stato“buono” dell’Indice LIMeco (1,2 mg/l); in particolare, i valori più elevati (da 4 a 8 mg/l) si riscon-trano nei bacini idrografici: Boriacco, Tidone, Chiavenna, Arda, Destra Reno, Bevano, Rubicone eVentena. Per effetto dei crescenti apporti inquinanti, di origine prevalentemente diffusa, la pre-senza di azoto nitrico nelle acque aumenta spostandosi da monte verso valle. Infatti, nelle chiusu-re di bacino pedemontano si rispetta quasi ovunque il valore soglia di buono, mentre le criticitàaumentano nelle stazioni di pianura, dove risultano conformi soltanto i bacini: Trebbia, Nure,Sissa-Abate, Secchia, Fiumi Uniti e Conca. Nel complesso, dunque, solo il 19% dei bacini idro-grafici raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, evi-denziando la presenza di criticità diffuse sul territorio.
Tra i bacini regionali si osservano diverse situazioni di attenzione legate alla presenza di fosforo inconcentrazioni superiori al doppio della soglia obiettivo di “buono” dell’Indice LIMeco (0,1 mg/l).Le maggiori criticità, con valori medi di fosforo totale che superano la soglia di 0,4 mg/l, si riscon-trano in particolare nei bacini idrografici di Boriacco, Sissa-Abate Crostolo, Bevano e Uso.Spostandosi da monte verso valle, le concentrazioni di fosforo nelle acque tendono ad aumentarein modo significativo, soprattutto in presenza di fonti di pressione puntuale rilevanti. Si osservaquindi che, mentre nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia del “buono” è rispettata quasiovunque, nelle stazioni di pianura risultano conformi soltanto i bacini: Bardonezza, Lora-Carogna,Tidone, Trebbia, Nure, Taro, Secchia, Canal Bianco, Reno, Lamone, Fiumi Uniti, Savio, Marano eConca. Nel complesso, il 44% dei bacini idrografici regionali raggiunge l’obiettivo di qualità“buono” rispetto alla concentrazione di fosforo totale.
Continua il controllo dei fitofarmaci nei corsi d’acqua regionali; sulla base degli esiti del monito-raggio del 2011, effettuato nelle 39 stazioni di chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei prin-cipali corpi idrici regionali, i valori di concentrazione dei fitofarmaci, espressa come sommatoria,risultano nel 95% dei casi inferiori allo Standard di Qualità Ambientale previsto, pari a 1 µg/l.
In ambito regionale gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane censiti sono 2.162 e pre-sentano diverse tipologie di trattamento, da quelle più semplificate a quelle più complesse, tipichedei grandi sistemi consortili. Tali impianti risultano avere, complessivamente, una potenzialità diprogetto di circa 8,25 milioni di AE e risultano trattare oltre 6 milioni di AE. Il 95% degli impian-ti di trattamento, soggetti al controllo della qualità degli scarichi, è risultato conforme a quantoprevisto dal DLgs 152/06. La percentuale degli AE serviti da rete fognaria in Emilia-Romagna siattesta su valori molto alti (circa il 99%), mentre la percentuale di AE depurati da impianti di trat-tamento delle acque reflue urbane è pari al 98%.
L’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ha com-portato, per le acque superficiali, una profonda revisio-ne sia dei sistemi di monitoraggio, con modifichesostanziali in termini di numero, localizzazione dellestazioni, frequenze e tipologia di campionamen-to/analisi, sia della modalità di classificazione.Ai fini di una valutazione dei trend qualitativi è presen-tata una valutazione basata su un set di indicatori checoncorrono alla classificazione dei corpi idrici, aggior-nati annualmente, cui saranno affiancati, a ca den zatriennale, gli altri indici utili.
In sintesi, come riportato nelle descrizioni dei singoliindicatori, in considerazione del significato di trofiadell’indice LIMeco, della variazione delle frequenze dicampionamento che statisticamente perdono di signifi-cato per i raffronti, si manifesta una generale riduzionedelle soglie di qualità peggiore e si determina unaminore capacità di differenziazione in classi delle acquedi qualità da inferiore a buona.Per quanto riguarda una valutazione dello stato deicorpi idrici, in generale si verifica un progressivo peg-gioramento della qualità delle acque procedendo dalle
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aree montane del bacino verso valle. In funzione dellepressioni che gravano sulle aree territoriali, la qualità èinfluenzata sia da fonti puntuali, quali scarichi civili eproduttivi, sia da apporti diffusi legati all’agro-zootec-nia, in ragione dell’uso di fertilizzanti e prodotti fi -tosanitari oltre che degli spandimenti che apportanonotevoli carichi di nutrienti.Gli insediamenti civili, di norma, danno origine a so -stanze organiche biodegradabili, mentre dal com partoindustriale generalmente deriva un ca rico inquinantecaratterizzato prevalentemente dalla presenza disostanze organiche alogenate e metalli pesanti.La valutazione dello stato deve essere correlata allepressioni. Analizzando le stesse nel dettaglio, come sievince dall’analisi dei carichi, prosegue il trend che ve -de una progressiva diminuzione dei carichi da fitofar-maci nel complesso, pur con la evidenza del riscontroin modiche quantità di alcune sostanze attive non pre-ceden temente monitorate e/o di nuova introduzione.Il carico dei fitofarmaci si concentra nelle aree del Po diVolano, Burana Navigabile, Reno e De stra Reno, areeche rappresentano circa il 73% del carico regionalecomplessivo derivante dai fitofarmaci e metaboliti; ri -spetto al carico di in quinanti complessivo invece, l’ap-porto dagli ef fluenti emiliani al Po rappresenta circa il2,5% del carico totale; analogamente per le al tre so -stan ze organiche ci si attesta intorno al 3%. Per il carico organico, in generale, gli apporti di BOD5
(fonti puntuali e diffuse di inquinamento) si concentra-no maggiormente, con una forte prevalenza delle fontipuntuali, nel canale Burana Navigabile e Reno, mentre
in alcuni bacini romagnoli (Fiumi Uniti, Sa vio,Rubicone e Uso) è forte la pressione esercitata dal le fon -ti diffuse a causa della vocazione agro-zootecnica dellearee interessate.Per quanto riguarda i nutrienti, per il carico di Azo tola componente diffusa di inquinamento esercita unruolo significativo per quasi tutti i bacini idrografici, aeccezione di Sissa Abate, Par ma, Panaro, Reno e altriminori.Riguardo ai carichi di Fosforo, per molti bacini si notaun significativo contributo delle fonti puntuali di in -quinamento (comparto civile e industriale); fanno ec -cezione alcuni bacini, in particolare il Marecchia e ilSavio, dove la componente agro-zootecnica prevale,men tre per gli altri i contributi provenienti dalle duefonti sostanzialmente si equivalgono. In diminuzione icarichi provenienti da fonti di tipo puntuale, sversatinei corpi idrici superficiali, rispettivamente del 10%,del 3% e del 16% per i parametri BOD5, azoto e fosforo.Per quanto riguarda le azioni messe in campo, si ritie-ne che in Emilia-Romagna lo stato della depurazioneconsenta di avere un’ottima risposta in termini dicopertura finalizzata alla riduzione, attraverso adegua-menti e implementazione dei sistemi di trattamentopiù avanzati dei carichi inquinanti; anche la percentua-le di conformità si attesta verso valori molto elevati,mediamente nell’intorno del 95%.Risulta evidente l’importanza del miglioramento deisistemi di trattamento, oltre al controllo dell’uso di fer-tilizzanti e fitofarmaci, al fine della tutela dei corpi idri-ci per il raggiungimento dello stato richiesto.
Il monitoraggio delle acque superficiali in Emilia-Ro -magna, attivo fino al 2009 ai sensi del DLgs 152/99, èstato adeguato solamente nel 2010 alla Direttiva 2000/60/CE; il ritardo, causa di procedura di infrazione perl’Italia, è legato ai tempi con cui è stata recepita la Di -rettiva dal DLgs 152/2006 e solo successivamente resooperativo dai decreti attuativi: DM 131/08 “...criteri tec-nici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazio-ne, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressio-ni)”, DM 56/09 “criteri tecnici per il monitoraggio eidentificazione delle condizioni di riferimento” e DM260/10 “...criteri tecnici per la classificazione dello statodei corpi idrici superficiali, per la modifica delle normetecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 etc”.Il lavoro preliminare finalizzato all’individuazione, ca -ratterizzazione e tipizzazione dei corpi idrici, che hadelineato il quadro tecnico che ha permesso di istitui-re la rete di prima individuazione, è stato estrema-mente complesso ed è terminato alla fine del 2009 esolo nel 2010, con la DGR 350, la Regione Emilia-Ro -ma gna ha ufficializzato le nuove reti e i programmi dimonitoraggio predisposti per il triennio 2010-2012,
contestualmente all’avvio del nuovo sistema di moni-toraggio. Obiettivo fondamentale della Direttiva Quadro è averein Europa un quadro conoscitivo approfondito di tuttigli elementi che influiscono sullo stato ecologico delleacque, per potere mettere in campo tutte le azioni fina-lizzate alla protezione e alla riduzione di inquinamen-to e ulteriore deterioramento delle acque, mediantel’uso accorto delle risorse naturali; sulla base di princi-pi di precauzione, la DQ mira alla graduale riduzione diimmissioni di inquinanti nelle acque, perseguendo l’o-biettivo dell’eliminazione delle sostanze pericolose,prioritarie al fine del raggiungimento di valori prossimial fondo naturale per le sostanze presenti in natura. LaDirettiva Quadro pone come obiettivo ambientale lostato “buono” al 2015.In quest’ottica il sistema di monitoraggio per le acquesuperficiali subisce profonde trasformazioni: la Di ret -tiva Quadro infatti apporta una profonda innovazione,ponendo la bio-indicazione (macroinvertebrati bento-nici, macrofite, fauna ittica e fitoplancton per i laghi)quale strumento centrale per valutare, conservare e
� Quadro generale
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
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preservare gli ambienti fluviali, lacustri, oltre che mari-no costieri e di transizione. Gli esiti dei monitoraggibiologici non sono valutati come valori assoluti, masono espressi come rapporto di qualità rispetto allostato di comunità biologiche presenti in siti a bassapressione antropica (carichi di inquinanti e idromorfo-logia) presi come “riferimento”. I siti di riferimento,dopo essere proposti dalle regioni, devono es sere vali-dati e confermati a livello nazionale per ogni tipologiafluviale o lacustre.Punto focale quindi è rappresentato dalla centralità cheriveste, rispetto alle normative precedenti, il mo ni -toraggio appunto delle comunità biologiche degli eco-sistemi acquatici a vari livelli della catena trofica, cheamplia il campo degli elementi considerati (flora ac -quatica, macrobenthos, fauna ittica) e pone diretta-mente in relazione le pressioni che insistono sul cor poidrico con gli elementi idromorfologici e chimico fisiciche turbano lo stato ecologico dell’ecosistema idrico.Data la grande incertezza normativa e i tempi recentis-simi di emanazione dei decreti attuativi, i problemi siaoperativi sia di elaborazione dati per la classificazionenon sono tuttora risolti. In particolare per gli indicibiologici di nuova introduzione, le metodologie di cam-pionamento e analisi sono di recentissima ufficializza-zione; da se gnalare inoltre che ogni Paese europeo hado vuto scegliere e valutare quali fossero le metricheidonee per elaborare le liste floristiche e faunisticheritrovate, cui avrebbe dovuto seguire una validazionenazionale che permettesse di valutare se effettivamentele metodiche di campionamento-analisi ed elaborazio-ne (metriche adottate) ri spon dessero oggettivamentein termini di correttezza di risposta alle pressioni misu-rate. A oggi non è ancora completata la validazione deisiti di riferimento a livello nazionale e delle metodicheper il biologico; ancora da valutare quindi l’effettivarispondenza delle metriche di elaborazione degli indicibiologici alle pressioni antropiche e quindi l’esatta asse-gnazione del livello di stato ecologico riscontrato. I dati completi del monitoraggio biologico, in ragionedella stratificazione dei campionamenti, saranno dispo-nibili al completamento del primo ciclo triennale dimonitoraggio.La classificazione dello stato del corpo idrico è da ta dal-l’integrazione dello stato ecologico (monitoraggio bio-logico e chimico a supporto), con lo sta to chimico; per-tanto contestualmente prosegue con cicli annuali (al -meno in operativo), la valutazio ne, rispetto a Stan darddi Qualità medio annua indicata dal DM 260/2010, dellivello di presenza di sostanze inquinanti sia a suppor-to dello stato ecologico, sia afferenti all’elenco di prio-rità. Il programma di monitoraggio per il triennio2010-2012 sulla nuova rete delle acque superficiali èstato redatto differenziando, come richiesto, le fre-quenze di controllo sulla base del rischio o meno dinon raggiungimento dello stato di buono al 2015 (perle stazioni definite a rischio il monitoraggio è definitooperativo, se non a rischio di sorveglianza).Oltre alla opportunità di riduzione delle frequenze
minime di campionamento (da mensile a trimestrale, anessuna) in relazione ai diversi livelli di cri ticità evi-denziate, la normativa consente una de clinazione pun-tuale del profilo analitico per ogni corpo idrico in baseallo studio delle pressioni e della dimostrata presen-za/assenza di specifici gruppi di sostanze.Il DM 56/09, poi ripreso dal DM 260/2010, prevede unampio ventaglio di inquinanti, fitofarmaci e altri mi -croinquinanti organici e inorganici da mo nitorare constandard di qualità estremamente bassi, il che compor-ta una attività analitica estremamente complessa e one-rosa per garantire il rispetto delle prestazioni minimerichieste.Per ottimizzare la programmazione del monitoraggiochimico sia in termini di differenziazione dei profilianalitici che di riduzione delle frequenze di campiona-mento, dove ritenuto opportuno, come peraltro richie-sto dalla normativa, è stato condotto lo studio per lavalutazione degli inquinanti chimici da ricercare sulterritorio regionale, a partire dalle informazioni dispo-nibili in termini di dati di qualità pregressi (2002-2008)e di analisi delle pressioni incidenti sul corpo idrico sot-teso dalla stazione.Analisi condotte a livello di bacino idrografico permet-tono di effettuare alcune considerazioni, ad esempio, sein chiusura di bacino montano non è stata riscontratapresenza di sostanze chimiche prioritarie; è ragionevo-le estendere il concetto ai corpi idrici afferenti al baci-no sotteso dalla stazione, soprattutto se situati in con-testi montani e/o poco antropizzati.Pertanto per il primo ciclo di monitoraggio e per unaprima verifica delle pressioni presenti sul territorioregionale, si è mantenuto un controllo ca pillare per gliinquinanti che possono dare luogo a inquinamento dif-fuso (fitofarmaci, metalli pesanti, composti organo alo-genati, IPA), per altri microinquinanti organici sonostate condotte valutazioni costi/benefici prendendo inesame pressioni possibili, casistica di impiego e impe-gno analitico che hanno portato alla scelta di specifichestazioni di monitoraggio; in particolare ad esempio clo-roalcani, di feniletere bromato (PBDE), no nil/ottil -fenolo, cloroaniline, clorobenzeni, clo ro nitro tolueni eclorofenoli (sorgenti puntuali) verranno monitorati nelprimo anno strategicamente in chiusura di ba cino e deiprincipali sottobacini, i composti organici dello stagno(trifenil/tributil) solo in corsi na vigabili (antifouling,cantieristica navale etc).Dopo il primo ciclo di monitoraggio, sulla base de gliesiti, sarà possibile valutare se e come estendere i con-trolli. Anche per quanto riguarda i fitofarmaci, la sceltadei principi attivi da ricercare si basa sul potenzialerischio di contaminazione delle acque; la valutazionedei dati del monitoraggio, condotto in un arco di temposignificativo, può dare indicazioni riguardo alla mag-giore o minore ricorrenza delle sostanze attive nelleacque e, unitamente all’analisi di altri indici, quali adesempio l’indice di priorità e le caratteristiche fisico-chi miche della so stanza attiva, orientare la scelta delpro tocollo analitico da applicare.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 147
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota:* stazione di misura in cui non vengono effettuate analisi per la ricerca di fitofarmaci
Tabella A: Elenco delle stazioni di misura in chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei prin-cipali corpi idrici regionali
Stazione Bacino idrografico Corpo idrico Nome stazione di misuraCodice stazione - Rete regionale di
monitoraggio
1 PO F. Po C.S. Giovanni SP ex SS412 10001002 PO F. Po Pontelagoscuro - Ferrara 10007003 BARDONEZZA R. Bardonezza SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco 10101004 LORA-CAROGNA R. Lora Attr. Via Malvicino, CSG 10201005 BORIACCO T. Boriacco A valle di Castel San Giovanni 10301006 TIDONE T. Tidone Pontetidone 10504007 TREBBIA F. Trebbia Pieve Dugliara 10906008 TREBBIA F. Trebbia Foce in Po 10907009 NURE T. Nure Ponte Bagarotto 111030010 CHIAVENNA T. Chiavenna P.te str.Caorso-Chiavenna Landi 112020011 ARDA T. Arda A Villanova 114040012 TARO F. Taro Ponte sul Taro Citerna-Oriano 1150200*13 TARO F. Taro San Quirico - Trecasali 115070014 SISSA ABATE C.le Milanino Loc. Fossette di Sissa 116010015 PARMA T.Parma Pannocchia 1170300*16 PARMA T.Parma Colorno 117150017 ENZA T. Enza Traversa Cerezzola 1180500*18 ENZA T. Enza Brescello 118080019 CROSTOLO T. Crostolo Vezzano 1190200*20 CROSTOLO T. Crostolo Ponte Baccanello 119070021 SECCHIA F. Secchia Traversa di Castellarano 1201100*22 SECCHIA F. Secchia Ponte Bondanello 120150023 PANARO F. Panaro Briglia Marano-Marano 1220900*24 PANARO F. Panaro Ponte Bondeno 122160025 CANAL BIANCO Canal Bianco Ponte S.S. Romea 200030026 PO DI VOLANO Po di Volano Codigoro ponte Varano 400020027 BURANA NAVIGABILE C.le Navigabile A monte chiusa valle Lepri 500140028 RENO F. Reno Casalecchio 600210029 RENO F. Reno Volta Scirocco - Ravenna 600550030 DX RENO C.le Dx Reno P.te Zanzi 700030031 LAMONE F. Lamone P.te Mulino Rosso 800020032 LAMONE F. Lamone P.te Cento Metri 800090033 C.LE CANDIANO C.le Candiano C.le Candiano 900010034 F. UNITI F. Uniti Ponte Nuovo - Ravenna 1100180035 BEVANO T. Bevano Casemurate 1200010036 SAVIO F. Savio San Carlo 1300070037 SAVIO F. Savio P.te S.S. Adriatica 1300090038 C.LE FOSSATONE C.le Fossatone Cesenatico 1500010039 RUBICONE F.Rubicone Capanni - Rubicone 1600020040 USO T. Uso S.P. 89 1700030041 MARECCHIA F. Marecchia Ponte Verucchio 1900020042 MARECCHIA F. Marecchia A monte cascata via Tonale 1900060043 MARANO T. Marano P.te S.S. 16 S. Lorenzo 2000020044 CONCA T. Conca 200 m a monte invaso 2200030045 VENTENA R. Ventena P.te via Emilia-Romagna 23000200
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011148
DescrizioneIndica il numero di agglomerati urbani presentinelle singole province per ciascuna classe di consi-stenza. L’agglomerato urbano, come viene specifica-to nelle definizioni riportate nel DLgs 152/06, indivi-dua l’area in cui la popolazione, ovvero le attivitàproduttive, è concentrata in misura tale da rendereammissibile, sia tecnicamente che economicamente,in rapporto anche ai benefici ambientali conseguibi-li, la raccolta e il convogliamento delle acque reflueurbane verso un sistema di trattamento o verso unpunto di recapito finale.La consistenza viene calcolata come somma dei resi-denti, dei turisti presenti nella settimana di maggiorafflusso, degli AE produttivi che recapitano nellefognature comprese nella delimitazione spaziale de -gli agglomerati.Gli agglomerati serviti da fognature possono, in fun-zione del sistema di raccolta e smaltimento dei refluiurbani, essere di tre tipologie:– tipologia A – l’agglomerato ha un unico sistema di
raccolta e un unico scarico o un unico impianto ditrattamento;
– tipologia B – l’agglomerato dispone di due o piùsistemi di raccolta e ciascuno di questi termina oin uno scarico o in un impianto di trattamento;ciascuno scarico o impianto deve essere a norma el’agglomerato va valutato nel suo complesso;
– tipologia C – l’agglomerato ha una consistenza paria due o più località e più sistemi di raccolta cherecapitano in un unico impianto di trattamento.
Nel territorio regionale sono stati individuati, nellamaggior parte dei casi, agglomerati semplici del tipoA e tipologie più complesse riconducibili al tipo C.Pochi agglomerati possiedono due o più sistemi diraccolta che convogliano i reflui in due o più impian-ti di trattamento. Un esempio per ciascuna tipologiadi agglomerato è riportato in figura.
ScopoIl Decreto 152/06 prevede, nella parte III - titolo IIIsulla tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi,i requisiti di copertura fognaria, il livello di tratta-mento depurativo e il rispetto dei limiti di emissioneper gli scarichi provenienti dagli agglomerati di con-sistenza superiore o uguale a 2.000 AE. Per questomotivo risulta importante definire tutti gli elementiche concorrono alla formazione dei singoli agglome-rati (località, reti fognarie, impianti di trattamento ereti non depurate), che per loro definizione possonovariare nel tempo, sia come consistenza, sia comeestensione spaziale.Gli scarichi degli agglomerati/insediamenti isolati –nuclei isolati < 2.000 AE – sono disciplinati dallaDGR 1053/2003.
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I - Determinanti
DETERMINANTI
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 149
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I - Determinanti
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. agglomerati urbani, n. Abitanti Equivalenti
FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Esempi di tipologie di agglomerati in Emilia-Romagna (Tipologie A, B, C)
A
C
B
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011150
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I - Determinanti
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.1: Individuazione degli agglomerati di consistenza ≥ 2.000 AE (2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 151
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I - Determinanti
200-1.999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 69 17 4 1 91Parma 78 24 7 1 110Reggio Emilia 48 13 6 1 68Modena 68 31 9 2 110Bologna 105 29 11 1 146Ferrara 82 19 2 2 105Ravenna 36 7 7 3 53Forlì-Cesena 58 5 3 2 68Rimini 11 1 1 3 16Emilia-Romagna 555 146 50 16 767
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.1: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consi-stenza (2005)
200-1.999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 56 17 4 1 78Parma 60 24 7 1 92Reggio Emilia 46 13 6 1 66Modena 70 30 9 2 111Bologna 94 29 11 1 135Ferrara 65 19 2 2 88Ravenna 31 7 7 3 48Forlì-Cesena 51 4 3 2 60Rimini 10 1 1 3 15Emilia-Romagna 483 144 50 16 693
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.2: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consi-stenza (2007)
200-1.999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 54 17 4 1 76Parma 56 24 7 1 88Reggio Emilia 45 13 6 1 65Modena 71 28 11 2 112Bologna 85 28 11 1 125Ferrara 62 18 2 2 84Ravenna 23 7 7 3 40Forlì-Cesena 47 4 3 2 56Rimini 17 2 1 3 23Emilia-Romagna 460 141 52 16 669
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.3: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consisten-za (2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011152
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I - Determinanti
200-1999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 40.489 74.181 59.352 137.177 311.199Parma 43.535 127.485 181.722 250.706 603.448Reggio Emilia 33.124 69.723 217.736 166.344 486.927Modena 41.036 151.618 253.101 382.036 827.791Bologna 65.157 149.803 238.205 652.612 1.105.777Ferrara 67.273 96.595 32.982 331.107 527.957Ravenna 23.696 31.859 347.051 509.700 912.306Forlì-Cesena 41.339 21.216 192.095 289.191 543.841Rimini 5.463 6.147 82.878 745.706 840.194Emilia-Romagna 361.112 728.627 1.605.122 3.464.579 6.159.440
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.4: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classedi consistenza (2005)
200-1999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 31.724 74.594 59.352 137.326 302.996Parma 33.467 129.692 181.807 250.706 595.672Reggio Emilia 29.332 70.568 220.195 166.499 486.594Modena 43.824 149.105 253.101 382.036 828.066Bologna 61.958 152.429 240.092 653.809 1.108.288Ferrara 55.154 96.938 34.973 331.107 518.172Ravenna 19.806 31.853 347.821 512.634 912.114Forlì-Cesena 32.842 18.907 198.700 290.095 540.544Rimini 4.351 6.147 82.878 747.357 840.733Emilia-Romagna 312.458 730.233 1.618.919 3.471.569 6.133.179
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.5: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classedi consistenza (2007)
200-1999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 33.967 79.716 52.604 147.060 313.347Parma 32.340 127.233 182.790 251.363 593.726Reggio Emilia 28.918 67.785 208.683 163.618 469.004Modena 43.407 130.356 283.042 343.044 799.849Bologna 56.914 152.835 242.954 653.809 1.106.512Ferrara 54.434 92.570 34.973 335.554 517.531Ravenna 13.166 32.901 347.181 518.087 911.335Forlì-Cesena 31.694 18.907 199.257 282.867 532.725Rimini 9.375 11.896 82.878 745.684 849.833Emilia-Romagna 304.215 714.199 1.634.362 3.441.086 6.093.862
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.6: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classedi consistenza (2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 153
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I - Determinanti
I dati di questo indicatore si riferiscono agli agglo-merati di consistenza superiore o uguale a 200 AE.Complessivamente nel 2009 sono risultati presen-ti 669 agglomerati, per una consistenza di circa6.100.000 AE. Circa l’83% del carico complessivoè ubicato negli agglomerati di classe > 10.000 AE.La provincia di Rimini possiede un sistema fogna-rio molto esteso, che le permette di trattare l’ele-vato carico turistico in pochi impianti concentra-ti lungo la costa; in questa provincia, infatti, ilnumero di agglomerati è molto ridotto, mentre la
consistenza raggiunge, nel periodo di punta, unodei valori più elevati della regione. La provincia diBologna contribuisce in maniera più rilevante alnumero degli AE presenti nel territorio regionale(circa il 18% del totale). In tutte le province si èregistrata una diminuzione del numero degliagglomerati nel periodo 2005-2009, ad esclusionedella provincia di Rimini, in quanto nel 2009 sisono aggiunti gli agglomerati dei sette comuni exMarche che si sono uniti alla regione Emilia-Romagna.
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Piacenza Parma Reggio Emilia
Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
N. ag
glom
erat
i (reg
ione)
N. a
gglom
erat
i (pro
vincie
)
2005 2007 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.2: Numero di agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE, per provincia,regione e anno
0
1.000.000
2.000.000
3.000.000
4.000.000
5.000.000
6.000.000
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800.000
1.000.000
1.200.000
Piacenza Parma Reggio Emilia
Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena
Rimini Emilia-Romagna
N. ab
itant
i equ
ivalen
ti (re
gione
)
N. ab
itant
i equ
ivalen
ti (pr
ovinc
e)
2005 2007 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.3: AE nominali presenti negli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE,per provincia, regione e anno
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011154
DescrizioneIndica il numero di scarichi in corpo idrico super-ficiale, ripartiti per tipologia e consistenza, suddi-visi per bacino idrografico.Per gli scarichi delle acque reflue urbane depurateviene riportato il numero di tutti gli impianti didepurazione presenti nel territorio regionale(indipendentemente dal livello depurativo effet-tuato), suddiviso in base alla potenzialità di pro-getto degli stessi.L’informazione inerente le località che presentanoalmeno una rete non depurata risale a un aggiorna-mento condotto nel 2007. Ogni località è stataricondotta a un agglomerato di riferimento (vedischeda indicatore “Agglomerati urbani ≥ 200 AE”).Per gli agglomerati di consistenza ≥ 2.000 AE sonostate censite le reti fognarie che effettivamente nonsubiscono un trattamento di depurazione primadella loro immissione nel corpo idrico recettore.
Per quanto riguarda gli agglomerati di consistenzainferiore a 2000 AE, si è fatta invece l’assunzioneche ogni singola località sia dotata di una sola retefognaria. Dunque, ogni località che non è servita daimpianto di trattamento depurativo viene conside-rata come una “unità” non depurata.Relativamente alle autorizzazioni industriali sonostati presi in considerazione solo gli scarichi pro-venienti da attività industriali di tipo idroinqui-nante-idroesigente, che recapitano in corpo idricosuperficiale.
ScopoIndividuazione della consistenza e della tipologiadi scarichi che determinano una differente pres-sione sullo stato ambientale delle acque; indicato-re dell’inquinamento potenziale che grava su unbacino idrografico.
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I - Determinanti
DETERMINANTI
Scarichi in corpo idrico superficiale
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Scarichi in corpo idricosuperficiale
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. scarichi FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Bacino idrografico COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Numero di scarichi per tipologia e per bacino idrografico di recapito
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 155
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I - Determinanti
Grafici e tabelle
Bacino
Loca
lità co
n ret
i non
depu
rate
Reti n
on
depu
rate
Scari
chi
indus
triali
Loca
lità co
n ret
i non
depu
rate
Reti n
on
depu
rate
Scari
chi
indus
triali
(n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.)
AE
<2.000
AE 2.000-
10.000
AE
10.000-
15.000
AE
15.000-
50.000
AE >
50.000
Aggl
<2000
Aggl
>2000
AE
<2.000
AE 2.000-
10.000
AE
10.000-
15.000
AE
15.000-
50.000
AE >
50.000
Aggl
<2000
Aggl
>2000
R. BARDONEZZA 2 0 0 0 0 3 0 0 2 0 0 0 0 3 0 0
R. LORA - CAROGNA 12 0 0 0 0 17 0 5 12 0 0 0 0 17 0 5
R. CARONA - BORIACCO 6 0 1 1 0 8 0 4 7 0 1 1 0 8 0 4
R. CORNAIOLA 5 1 0 0 0 0 0 2 5 1 0 0 0 0 0 2
T. TIDONE 57 1 0 0 0 38 0 4 58 1 0 0 0 38 0 4
T. LOGGIA 4 0 0 0 0 3 0 3 4 0 0 0 0 3 0 3
R. DEL VESCOVO 4 0 0 0 0 0 0 2 4 0 0 0 0 0 0 2
R. RAGANELLA 6 0 0 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 0 0
F. TREBBIA 129 7 0 1 0 50 0 11 134 7 0 1 0 49 0 11
COLATORE RIFIUTO 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
T. NURE 71 3 1 0 0 55 0 7 71 3 1 0 0 57 0 7
T. CHIAVENNA 74 6 0 0 0 8 0 17 75 6 0 0 0 5 0 17
CAVO FONTANA 11 2 0 0 0 10 0 6 11 2 0 0 0 10 0 6
T. ARDA 55 3 0 1 0 23 0 20 56 3 0 1 0 23 0 20
F. TARO 227 12 1 4 0 231 0 85 237 12 1 4 0 219 0 85
CAVO SISSA-ABATE 2 1 0 0 0 1 0 3 3 2 0 0 0 1 0 3
T. PARMA 73 6 1 2 2 98 0 53 75 6 1 2 2 90 0 53
T. ENZA 141 5 2 1 0 104 0 40 152 5 2 1 0 99 0 40
T. CROSTOLO 20 3 0 1 2 8 0 21 21 3 0 1 2 8 0 21
F. SECCHIA 227 20 1 3 2 210 0 72 252 20 0 4 3 208 0 72
COLL. PRINCIP. (MANT. R.) 2 1 2 0 1 7 0 13 2 1 2 0 0 7 0 13
F. PANARO 174 21 4 3 1 77 2 100 172 21 4 3 1 80 5 100
CANAL BIANCO 10 0 0 0 0 32 0 2 10 0 0 0 0 34 0 2
COLL. GIRALDA 1 1 0 0 0 2 0 1 1 1 0 0 0 2 0 1
PO DI VOLANO 17 8 0 3 0 98 0 7 17 8 0 3 0 99 0 7
CAN. BURANA-NAVIGABILE 68 20 2 4 2 178 9 25 64 19 2 4 2 186 5 25
F. RENO 189 34 5 7 2 170 4 73 186 33 5 7 2 158 4 73
CAN. DESTRA RENO 13 4 1 2 3 21 4 13 12 4 1 2 3 18 5 13
F. LAMONE 13 2 0 1 1 2 0 3 16 2 0 1 1 2 0 3
CAN. CANDIANO 2 0 0 2 1 5 1 10 2 0 0 2 1 4 0 10
CAN. DEL MOLINO 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0
FIUMI UNITI 41 7 0 0 1 21 0 17 39 7 0 0 1 18 0 17
T. BEVANO 3 1 0 1 0 27 0 5 3 1 0 1 0 20 0 5
F. SAVIO 35 2 0 0 0 31 1 3 43 2 1 0 0 28 1 3
SC. VIA CUPA NUOVO 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0
SC. MADONNA DEL PINO 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P.TO CAN. DI CESENATICO 1 1 0 0 2 4 0 1 2 1 0 0 2 4 0 1
SCOLMATORE TAGLIATA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
F. RUBICONE 18 0 0 0 1 14 0 7 22 0 0 0 1 13 0 7
F. USO 21 0 0 0 1 8 0 1 22 0 0 0 1 7 0 1
SC. BRANCONA 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 0 0 2 0 1
F. MARECCHIA 5 0 0 0 2 19 0 4 41 2 0 0 2 21 0 4
R. MARANO 5 0 0 0 1 1 0 1 5 0 0 0 1 1 0 1
R. MELO 6 0 1 0 0 3 0 0 7 0 1 0 0 2 0 0
F. CONCA 12 0 0 1 0 4 0 0 17 0 0 1 0 4 0 0
T. VENTENA 8 0 0 0 1 5 0 0 10 0 0 0 1 5 0 0
T. TAVOLLO 2 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 0 0 1 0 0
ASTA PO 6 1 0 0 1 0 0 2 8 1 0 1 1 3 0 2
ALTRI BACINI 11 1 0 1 0 8 0 8 9 1 0 0 0 5 0 8
Totale Emilia-Romagna 1.789 174 22 39 28 1.609 21 652 1.888 174 22 40 28 1.559 20 652
Scarichi di reflui urbani depurati/potenzialità di
progetto
Scarichi di reflui urbani depurati/potenzialità di
progetto
anno 2007 anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.7: Numero di scarichi ripartiti per bacino, per tipologia e consistenza (2007, 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011156
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I - Determinanti
Il numero di località che presentano almeno unarete fognaria non depurata è risultato pari a 1.559(1,5% del totale degli AE serviti da fognatura)negli agglomerati di consistenza inferiore a 2.000AE, mentre sono 20 le reti fognarie non depuratepresenti negli agglomerati ≥ 2.000 AE. Tale datoderiva da recenti interventi di risanamento chehanno fortemente ridotto il numero delle reti nontrattate, da 179 a 20.Sono stati individuati gli scarichi di tutti i depura-tori presenti nel territorio regionale, suddivisi perpotenzialità di progetto e bacino idrografico recet-tore. Nel canale Destra Reno e nel Secchia recapi-tano il maggior numero di impianti con potenzia-
lità superiore a 50.000 AE, mentre il Reno, il Bu -rana-Navigabile e il Panaro sono i bacini che pre-sentano il numero più elevato di scarichi depuratidi potenzialità superiore a 10.000 AE.Il numero degli scarichi significativi di acquereflue industriali di attività idroinquinanti e idroe-sigenti, che sversano direttamente in corsi d’acquasuperficiali, è complessivamente pari a 652. I baci-ni Panaro, Taro, Reno e Secchia risultano esserequelli dove vi è il maggior numero di scarichi in -dustriali con recapito diretto in corpo idrico su -perficiale. Sui bacini suddetti gravita, inoltre, unconsistente numero di scarichi civili puntuali abassa potenzialità di inquinamento.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 157
DescrizioneMisura l’estensione dei terreni irrigati a scopoagricolo.
ScopoL’estensione, nonché l’evoluzione delle colture ir -rigate, è indice della qualità dei prodotti (la possi-bilità di fornire acqua quando serve ne migliora lecaratteristiche), ma anche della consistenza delpre lievo di risorsa idrica dai fiumi appenninici edal Po, nonché dalle falde.
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I - Determinanti
DETERMINANTI
Terreni irrigati
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Terreni irrigati DPSIR D
UNITÀ DI MISURA Ettari, metri cubi FONTE Istat,Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
1986-2010
AGGIORNAMENTODATI
Decennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Il dato sulla superficie irrigata per comune, sulle diverse colture, è fornitoin maniera attendibile dall’Istat ogni 10 anni, in corrispondenza delCensimento dell’agricoltura. L’ultimo è avvenuto nel 2011 e ha fotografa-to la situazione dell’annata 2010
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011158
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I - Determinanti
Grafici e tabelle
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
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Altr
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zion
i
Ett
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2000 2010
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati IstatFigura 3A.4: Evoluzione delle superfici agricole irrigue sul territorio regionale (2000-2010)
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
9.000
10.000
11.000
12.000
13.000
Ris
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Ort
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Dotazione irrigua media al campo
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati IstatFigura 3A.5: Dotazioni irrigue medie al campo1 per il territorio regionale (stime al 2010)Nota: 1 valori al netto delle perdite per adduzione
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 159
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I - Determinanti
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1.000
1.200
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1986 1990 2000 2010
Sup
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.000
)
SA
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ttar
i x 1
.000
)SAU2 (Istat) Superfici irrigate
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat e Regione Emilia-RomagnaFigura 3A.6: Evoluzione delle colture irrigate 1986-2010 sul territorio regionale1
Nota: 1 per i dati 1990, 2000 e 2010 la fonte è Istat2 SAU = Superficie Agricola Utile
Provincia Ris
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scol
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Altr
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ltiva
zion
i
Totale irrigato
Istat 2010
Colture irrigue 2000
Piacenza 9 1.567 5.599 5.449 25 14.905 16 757 221 44 844 893 41.922 41.771
Parma 9 1.126 12.122 1.318 1 5.102 17 1.000 69 82 1.438 445 27.146 26.603 ReggioEmilia 6 819 12.099 1.275 16 1.098 12 761 543 4.264 6.907 609 34.542 29.381
Modena 531 800 2.854 567 4 1.376 40 1.641 8.094 3.459 28 449 23.895 23.131
Bologna 152 1.890 2.048 675 172 3.177 2.743 1.117 5.950 2.510 62 1.324 24.180 24.140
Ferrara 7.237 2.529 1.737 1.069 52 10.837 660 4.034 12.824 317 7 5.384 60.788 67.740
Ravenna 78 307 404 560 57 4.768 805 904 15.764 7.072 11 2.220 34.061 27.666
Forlì-Cesena 104 5 33 47 22 2.733 177 93 4.909 585 0 478 9.228 10.070
Rimini 31 5 52 33 929 5 0 0 320 45 320 107 1.859 1.877
Totale 2010 8.158 9.049 36.947 10.993 1.279 44.001 4.471 10.307 48.693 18.377 9.619 11.910 257.621 252.378
Colture irrigate 2000 .7 865 17.610 36.163 (*)1.430 487 36.368 3.841 13.509 52.007 14.91 9.486 11.814 252.378
Variazione 2000-2010 4% -49% 2% 669% 162%
11.590
4.416
6.132
4.052
2.361
14.100
1.112
41
12
43.816
47.508
-8% 21% 16% -24% -6% 29% 1% -1% 2%
(*) Stima basata sul coltivato al 2000 - il mais verde non era presente disaggregato nei precedenti censimenti, la forte crescita nella coltivazione è legata alla produzione di biomasse a uso energetico e si può valutare in rilevante ulteriore crescita negli anni successivi 2011 e 2012
Fonte: Elaborazione Arpa-Emilia-Romagna su dati Istat
Tabella 3A.8: Ripartizione provinciale e per coltura delle superfici irrigate (anno 2010)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011160
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I - Determinanti
Le maggiori superfici irrigue sono presenti nell’arealeemiliano del bacino del Po, con percentuali rispettoalla SAU del 25-30% e tendenza alla stabilità (al calodi Ferrara si contrappone una crescita a ReggioEmilia); per l’areale bolognese-romagnolo il rapportoè dell’ordine del 15-20%, anche qui con tendenza allastazionarietà, salvo che per Ra venna, per la quale l’au-mento è notevole (+23%), in parte legato all’incre-mento degli areali irrigui consorziali connessi al CER.In termini di superfici irrigue, le 4 colture principalisono rappresentate dai fruttiferi, le ortive, il granotur-co e le foraggere avvicendate, con quasi il 70% dellerelative estensioni regionali interessate. La maggioreestensione irrigata è a Ferrara, ma ciò non stupisce,essendo l’unica provincia interamente pianeggiante epressoché totalmente servibile da acque di Po.In termini di variazioni a livello regionale, dal 2000 al2010 si osservano principalmente: una leggera cresci-ta complessiva nella SAU irrigata delle colture inten-sive considerate, pari a circa 5.000 ha (+2%); un -50%per la barbabietola da zucchero; un -24% per i cerea-li, esclusi mais e riso; una riduzione tra il 6 e l’8%rispettivamente per fruttiferi e granoturco da granel-la; un incremento del 16-21% rispettivamente perpatata e ortive e quasi del 30% per la vite; anche ilgirasole cresce percentualmente molto, ma le superfi-ci irrigue interessate sono modeste.
Le percentuali maggiori di decremento delle superficiirrigate si valutano a Ferrara e Forlì-Cesena (qui l’e-stensione, esclusa Rimini, è però 1/3-1/4 di quelladelle altre province); le percentuali maggiori di incre-mento si osservano, invece, a Reggio Emilia e Ra -venna.Risultano abbastanza stabili le superfici irrigue di ri -so (di gran lunga la coltura più idroesigente), fo -raggere avvicendate e prati permanenti e pascoli. Undiscorso a parte viene fatto, nel seguito, per il maisverde.Considerando il periodo 1986-2010, si rileva che a unprogressivo calo delle colture irrigate, riscontratosifino agli ultimi anni, si contrappone ora una loro cre-scita. Tale fenomeno, oltre che essere legato agliincrementi di ortive (+8.000 ha) e vite (+4.000 ha),dipende dalla rilevante espansione (+9.500 ha) delmais verde, utilizzato principalmente come biomassaper produzione energetica e con l’incremento di granlunga più rilevante ri scontrabile a Piacenza.Inoltre, considerando l’elevato numero di impianti abiogas in costruzione/conversione sul territorio re -gionale (oltre a quelli già esistenti), a breve ci si puòquindi attendere un’ulteriore decisa crescita dellesuperfici coltivate a mais verde, anche in virtù deiprezzi ritenuti remunerativi fissati per tale coltiva-zione.
Commento
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Consumi alle utenze e pre-lievi di acque superficiali edi falda per il settore acque-dottistico civile
DPSIR D/P
UNITÀ DI MISURA Metri cubi, percentuale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
Stime 1998-2011
AGGIORNAMENTODATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elaborazione dati forniti dalle Agenzie territoriali per i servizi idricie rifiuti (Aato/Atersir)/Aziende Acquedottistiche
DescrizioneIndica il quantitativo di risorsa idrica consumatadalle utenze e prelevata dai corpi idrici sotterraneie superficiali a livello di provincia per il settoreacquedottistico civile.
ScopoStima la necessità di risorsa idrica alle utenze e lapressione di prelievo esercitata sui corpi idricisuperficiali e sotterranei per il settore acquedotti-stico civile.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 161
PRESSIONI
Consumi alle utenze e prelieviper il settore acquedottistico
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I - Pressioni
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011162
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I - Pressioni
Grafici e tabelle
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1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
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Prelevatida acque superficiali
Prelevatida acque sotterranee
Erogati contabilizzati
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.7: Evoluzione dei consumi alle utenze e dei volumi prelevati per l’approvvigionamentodelle reti acquedottistiche civili (stime 1998-2011)
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PC PR RE MO BO FE RA FC RN
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Usi tecnici di potabilizzazione
Perdite, usi tecnici di gestione, sottocontazioni e usi non contabilizzati
Erogati contabilizzati
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.8: Valori medi provinciali annuali di erogati contabilizzati, perdite/usi tecnici di gestio-ne/sottocontazioni/usi non contabilizzati e usi tecnici di potabilizzazione (stime su dati 2009-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 163
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I - Pressioni
80%
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115%
120%
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Erogati contabilizzati per residente servito
Prelevati dall'ambiente per residente servito
Residenti
Residentiserviti
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.9: Andamento degli indicatori relativi al settore acquedottistico civile: popolazione residen-te e servita, volumi prelevati dall’ambiente ed erogati contabilizzati procapite (stime 1998-2011)Nota: 1998=100
Dei diversi settori d’uso, quello idropotabile civileè quello per il quale le informazioni relative a con-sumi alle utenze e prelievi dall’ambiente sono notecon migliore affidabilità. Dall’analisi dei dati riferiti all’ultimo medio perio-do (1998-2011) emerge che i consumi alle utenzesono risultati in leggero incremento per il primosettennio e successivamente, nel secondo setten-nio, in leggero decremento: sostanzialmente ivolumi erogati contabilizzati attuali sono allineatia quelli di inizio periodo di monitoraggio. Un ana-logo andamento è evidenziabile per i prelievi dal-l’ambiente, anche se in questo caso la diminuzio-ne è stata minore e i prelievi attuali sono apprez-zabilmente superiori a quelli di inizio periodo dimonitoraggio. Gli approvvigionamenti avvengonocon acque superficiali e sotterranee in proporzioninon dissimili fra loro, circa 45% per le prime ecirca 55% per le seconde.Di evidente interesse risulta l’andamento degliindicatori relativi alla popolazione residente e ser-vita e ai consumi e prelievi procapite. Si osserva, inparticolare, come la popolazione servita da acque-dotto sia valutata con un incremento superiore acirca due punti percentuali rispetto a quello dellapopolazione residente, per effetto della progressivaestensione delle reti acquedottistiche a coprireareali non serviti e a inglobare acquedotti rurali;
nel futuro non è prevedibile uno scostamentoaltrettanto significativo, in relazione alla circo-stanza che la quota di popolazione servita attual-mente ha raggiunto valori non distanti dall’unità.Il confronto degli indicatori relativi a consumi eprelievi complessivi e procapite mostra come lapiù che significativa diminuzione dei consumiprocapite, con un evidente disaccoppiamento conl’evoluzione della popolazione, abbia permesso dilimitare l’incremento dei prelievi dall’ambiente,compensando l’aumento della popolazione servita,e, anzi, di conseguire una apprezzabile diminuzio-ne nell’ultimo settennio. A scala provinciale lasituazione è fortemente differenziata sia con riferi-mento all’andamento di consumi e prelievi neldecennio, sia alle modalità di approvvigionamen-to; si rilevano in particolare province decisamente“virtuose” nel contenimento dei consumi e prelie-vi e altre dove invece i consumi e prelievi procapi-te non mostrano una significativa diminuzione.Oltre ai valori connessi alle aziende acquedottisti-che, sono attualmente stimabili complessivamen-te circa 5~8 Mm3/anno connessi ai consumi diutenze non servite dalle reti, che si rifornisconoautonomamente o con acquedotti rurali privati;l’entità dei prelievi connessi a tali utilizzatori èrisultata, nell’ultimo medio periodo, in progressi-va riduzione.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011164
DescrizioneDeterminazione dei carichi inquinanti di BOD5,azoto e fosforo per la valutazione della pressioneesercitata sulla qualità della risorsa idrica. Comeprincipali fattori di generazione dei carichi inqui-nanti sono state prese in considerazione le seguen-ti fonti puntuali e diffuse: comparto civile e pro-duttivo, settore agro-zootecnico e apporti al suolodi origine naturale.
ScopoStima dei carichi di sostanze organiche e dinutrienti effettivamente sversati nei diversi baciniidrografici, dopo le eventuali fasi depurative, alfine di individuare i fattori di maggior pressionesulle acque superficiali.
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I - Pressioni
PRESSIONI
Inquinanti sversati per bacino
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Inquinanti sversati per bacino
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UNITÀ DI MISURA Tonnellate/anno FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Bacino idrografico COPERTURA TEMPORALE DATI
Stimeal 2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Stima dei carichi sversati da fonti di inquinamento puntuali e diffusemediante utilizzo di dati provenienti da catasti degli scarichi, controlli agli scarichi, censimenti dell’agricoltura, censimenti Istat; calcolo degli apporti al suolo e stima del carico effettivamente sver-sato nei corpi idrici mediante procedure di regionalizzazione e uti-lizzo di modellistica (CRITERIA)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 165
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Grafici e tabelle
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.10: Carichi annui di BOD5 - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.11: Carichi annui di BOD5 - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011166
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.12: Carichi annui di azoto - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
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Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.13: Carichi annui di azoto - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 167
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.14: Carichi annui di fosforo - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.15: Carichi annui di fosforo - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011168
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I - Pressioni
Nell’ambito del Piano di Tutela, la Regione Emilia-Romagna ha completato il quadro conoscitivo suicarichi inquinanti puntuali e diffusi rilasciati neibacini idrografici. Recentemente è stato aggiorna-to il quadro relativo alle fonti puntuali provenien-ti dal settore civile (anni 2005, 2007 e 2009). Perquanto riguarda l’inquinamento diffuso, si rappre-senta qui solo il carico stimato durante la predi-sposizione della fase conoscitiva del Piano diTutela, in quanto si assume che tali valori sianovalidi nell’arco temporale qui considerato.Come fattori di generazione dei carichi puntualisono stati presi in considerazione: i reflui dei de -puratori (che comprendono scarichi civili e indu-striali), gli scarichi eventualmente bypassati daidepuratori, i reflui degli scaricatori di piena dellereti fognarie, gli scarichi del comparto civile pro-venienti da fognature non depurate e i reflui indu-striali autorizzati allo scarico diretto in acque su -perficiali. Tra le fonti di inquinamento diffuso so -no stati considerati: apporti al suolo di origineantropica, da fonte agricola (reflui zootecnici, usodi fertilizzanti chimici, utilizzo di fanghi di depu-razione) e da fonte civile (case sparse non collega-te alla rete fo gnaria) e apporti al suolo di originena turale (azoto atmosferico, mineralizzato e dasuoli incolti).La parte di carico civile su suolo viene considerata
carico diffuso, in quanto i recettori di tali scarichisono quasi sempre piccoli corsi d’acqua a portataridotta o nulla.Gli apporti di BOD5 derivano da fonti puntuali ediffuse di inquinamento, con una forte prevalenzadelle fonti puntuali nel canale Burana Navigabile eReno, mentre in alcuni bacini romagnoli (FiumiUniti, Savio, Rubicone e Uso) è forte la pressioneesercitata dalle fonti diffuse a causa della vocazio-ne agro-zootecnica delle aree interessate.Per quanto riguarda i carichi di azoto, la compo-nente diffusa di inquinamento esercita un ruolosignificativo per quasi tutti i bacini idrografici, aeccezione di Sissa Abate, Parma, Panaro, Reno ealtri minori.Riguardo ai carichi di Fosforo, per molti bacini sinota un significativo contributo delle fonti pun-tuali di inquinamento (comparto civile e indu-striale). Fanno eccezione alcuni bacini, in partico-lare il Marecchia e il Savio, dove la componenteagro-zootecnica prevale, mentre per gli altri i con-tributi provenienti dalle due fonti sostanzialmentesi equivalgono.Nel periodo 2005-2009 si è registrata una diminu-zione dei carichi provenienti da fonti di tipo pun-tuale, sversati nei corpi idrici superficiali, rispetti-vamente del 10%, del 3% e del 16% per i parame-tri BOD5, azoto e fosforo.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 169
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I - Pressioni
PRESSIONI
Emissione di nutrienti da depuratoridi acque reflue urbane
DescrizioneSono descritti i carichi di nutrienti (azoto e fosfo-ro) emessi dai principali depuratori di acque reflueurbane con potenzialità superiore a 50.000 AE. Iquantitativi di nutrienti emessi dagli impianti ditrattamento sono stimati utilizzando le concentra-zioni medie rilevate allo scarico e le portate annueeffettive di liquame trattato.
ScopoStima dei carichi di nutrienti effettivamente sver-sati dai depuratori direttamente nei corpi idricisuperficiali. L’indicatore fornisce indicazioni pre-cise sul livello di incidenza, in termini di sostanzenutrienti, di ciascun impianto di trattamento dielevata potenzialità sulle acque superficiali e mari-no costiere.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Emissione di nutrienti dadepuratori di acque reflueurbane (N e P)
DPSIR P
UNITÀ DI MISURA Tonnellate/anno FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Impianto di trattamento COPERTURA TEMPORALE DATI
Stimeal 2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Stima dei carichi sversati dagli impianti di trattamento mediante uti-lizzo delle informazioni provenienti dai controlli degli scarichi delleacque reflue urbane effettuati da Arpa
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011170
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I - Pressioni
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.16: Localizzazione degli impianti di potenzialità superiore a 50.000 AE (2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 171
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.17: Emissione di azoto da depuratori - Carichi annui area occidentale (stime al 2005,2007 e 2009)
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.18: Emissione di azoto da depuratori - Carichi annui area orientale e regione (stime al2005, 2007 e 2009)
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.19: Emissione di fosforo da depuratori - Carichi annui area occidentale (stime al 2005,2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011172
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RA - FAENZA
RA - LUGO
RA - MASSA LO
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.20: Emissione di fosforo da depuratori - Carichi annui area orientale e regione (stime al2005, 2007 e 2009)
Depuratore Potenzialità AE Bacino recettorePIACENZA - BORGOFORTE 163.000 ASTA POPARMA OVEST 168.000 T. PARMAPARMA EST 130.000 T. PARMAREGGIOLO NUOVO 58.000 COLL. PRINCIP. (MANTOVANE REGGIANE)REGGIO EMILIA - MANCASALE 280.000 T. CROSTOLOREGGIO EMILIA - RONCOCESI 150.000 T. CROSTOLOCARPI - CORREGGIO 150.000 F. SECCHIAMODENA - NAVIGLIO 500.000 F. PANAROSASSUOLO 120.000 F. SECCHIABOLOGNA - CORTICELLA 900.000 F. RENOIMOLA - SANTERNO 75.000 F. RENOCOMACCHIO - VALLE MOLINO 180.000 CAN. BURANA-NAVIGABILEFERRARA 240.000 CAN. BURANA-NAVIGABILEALFONSINE 100.000 CAN. DESTRA RENOCERVIA 200.000 SC. VIA CUPA NUOVOFAENZA 100.000 F. LAMONELUGO 270.000 CAN. DESTRA RENOMASSA LOMBARDA 80.000 CAN. DESTRA RENORAVENNA 240.000 CAN. CANDIANOCESENA 197.500 P.TO CAN. DI CESENATICOCESENATICO 120.000 P.TO CAN. DI CESENATICOFORLI' 250.000 FIUMI UNITISAVIGNANO SUL RUBICONE - BASTIA 130.000 F. RUBICONEBELLARIA - IGEA MARINA 80.000 F. USOCATTOLICA 120.000 T. VENTENARICCIONE 180.000 R. MARANORIMINI - S. GIUSTINA 220.000 F. MARECCHIARIMINI - VIA MARECCHIESE 270.000 F. MARECCHIA
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota: in blu l’elenco di depuratori dell’area occidentale
Tabella 3A.9: Depuratori con potenzialità di progetto > 50.000 AE e bacino recettore dei reflui(2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 173
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I - Pressioni
I maggiori carichi di nutrienti, sia in termini diazoto che di fosforo, provengono dagli impianti diBologna Corticella e Modena Naviglio, i due depu-ratori di potenzialità maggiore.Quasi tutti i principali impianti di trattamentosono ubicati a nord della via Emilia (unica ecce-zione è l’impianto di Sassuolo).I carichi in uscita dalle infrastrutture depurativeprovengono principalmente dall’area emiliana,con incidenze per l’azoto del 57% nel 2005 e del61% nel 2007 e 2009, mentre per il fosforo la per-centuale del 74% registrata nel 2005 e 2007 si èridotta al 60% nell’ultimo anno misurato (2009).L’in cre mento dell’azoto del 2007 rispetto a quello
del 2005 è imputabile all’impianto di Bologna Cor -ticella, in quanto erano in corso di realizzazionealcuni interventi (comparto di denitrificazione)finalizzati al miglioramento della capacità di rimo-zione dell’azoto medesimo e, quindi, l’impiantonon è stato in grado di funzionare al meglio dellasua potenzialità. Altrettanto importanti sono statii lavori di miglioramento realizzati sempre nel-l’impianto del capoluogo regionale per l’abbatti-mento del fosforo (-60% nell’impianto emilianonel periodo 2005-2009 ); nello stesso periodo si èverificata una riduzione complessiva del carico difosforo sversato negli impianti considerati di circail 56%.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011174
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I - Pressioni
Ai fini della classificazione dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua il DLgs152/99 prevede-va la valutazione degli elementi chimico-fisici di base attraverso il Livello di Inquinamento deiMacrodescrittori (LIM), indice utilizzato per la classificazione dei corsi d’acqua regionali finoal 2009.
Tabella 1: Schema di classificazione per l’indice LIM
Il DM 260/2010, attuativo del DLgs 152/06, introduce, con l’indice LIMeco, un nuovo siste-ma di valutazione della qualità chimico-fisica dei corsi d’acqua utile alla classificazione delloStato Ecologico ai sensi della Dir 2000/60.
Tabella 2: Schema di classificazione per l’indice LIMeco
Tabella 3: Conversione del valore medio di LIMeco in Classe di qualità del sito
Questo sistema si differenzia dal precedente per molteplici aspetti:– il LIMeco è incentrato sulla considerazione dell’ossigeno disciolto e dei soli nutrienti, confi-
gurandosi come indice di stato trofico, mentre sono esclusi dalla valutazione gli aspettilegati al carico organico e all’inquinamento microbiologico;
– l’algoritmo di calcolo è basato sull’attribuzione di un punteggio standardizzato tra 0 e 1,risultato della media dei punteggi “istantanei” dei singoli campionamenti, a loro volta otte-nuti come media dei punteggi dei singoli parametri, mentre il LIM si basava sulla conside-razione del 75° percentile (valore generalmente più elevato della media, ma al tempo stes-so non influenzato da eventuali picchi anomali di concentrazione) e sulla somma dei sin-goli punteggi conseguiti dai 7 macrodescrittori;
BOX 1 - Dal LIM (DLgs 152/99) al LIMeco (DM 260/2010)
(segue)�
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
100-OD (% sat.) ≤ 10 ≤ 20 ≤ 50 ≤ 30 > 50
BOD5 (O2 mg/l) <2,5 ≤4 ≤8 ≤15 >15
COD (O2 mg/l) <5 ≤10 ≤15 ≤25 >25
NH4 (N mg/l) <0,03 ≤0,10 ≤0,50 ≤1,50 >1,50
NO3 (N mg/l) <0,3 ≤1,5 ≤5 ≤10 >10
Fosforo tot. (P mg/l) <0,07 ≤0,15 ≤0,30 ≤0,60 >0,60
E. coli (UFC/100ml) <100 ≤1.000 ≤5.000 ≤20.000 >20.000
Punteggio 80 40 20 10 5
L.I.M 480-560 240-475 120-235 60-115 <60
NH4 (N mg/l)
NO3 (N mg/l)
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
Punteggio 1 0,5 0,25 0,125 0
100-OD (% sat.) ≤ 10 ≤ 20 ≤ 40 ≤ 80 > 80
< 0,03 ≤0,06 ≤0,12 ≤0,24 > 0,24
< 0,6 ≤1,2 ≤2,4 ≤4,8 > 4,8
Fosforo tot. (P mg/l) < 0,05 ≤0,10 ≤0,20 ≤0,40 > 0,40
Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo
≥ 0,66 ≥ 0,50 ≥ 0,33 ≥ 0,17 < 0,17
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 175
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I - Pressioni
– ai fini della classificazione, il punteggio complessivo della stazione, espresso come EQR(Ecological Quality Ratio), è confrontato con valori soglia di riferimento, indifferenziati pertipologia fluviale, stabiliti dal CNR IRSA, ma passibili di eventuale revisione all’aumentaredei dati disponibili;
– nel LIMeco gli intervalli definiti dai valori soglia tabellari per l’attribuzione dei punteggi aisingoli parametri risultano più ravvicinati, con una generale riduzione delle soglie di qua-lità peggiore, determinando una minore capacità di differenziazione in classi delle acquedi qualità da inferiore a buona (vedi figura 1 e tabella 3).
(continua)
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
LIM LIMeco
Azoto ammoniacale (N-NH4 mg/l)
Livello 5 Livello 4
Livello 3
Livello 2 Livello 1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
LIM LIMeco
Azoto nitrico (N-NO3 mg/l)
Livello 5
Livello 4
Livello 3
Livello 2
Livello 1
LIM 0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
LIMeco
0,7
Fosforo totale (P mg/l)
Livello 5
Livello 4
Livello 3
Livello 2
Livello 1
Figura 1: LIM e LIMeco, schemi di classificazione dei nutrienti a confronto
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di trofia deicorsi d’acqua espresso attraverso la concentrazio-ne media annuale dell’azoto nitrico, valutata attra-verso lo schema classificatorio dell’indice LIMeco.La rete di riferimento è composta dalle stazionisituate in chiusura dei bacini idrografici regionalie dei principali bacini pedemontani, nell’ambitodella rete regionale di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimentorappresentati dall’indice LIMeco consente di otte-nere una classificazione parziale delle acque ri spet -to unicamente al contenuto di azoto nitrico, utileper valutare l’entità dell’inquinamento da nutrientinei diversi bacini, la sua distribuzione ter ritoriale alivello regionale, la ripartizione percentuale dellestazioni in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimentodello Stato ecologico buono entro il 2015, che equi-vale al raggiungimento almeno della seconda classedi LIMeco.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011176
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I - Stato
Legenda
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
NO3 (mg/l) < 0,6 ≤ 1,2 ≤ 2,4 ≤ 4,8 > 4,8
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinei corsi d’acqua, azotonitrico
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione inclassi di qualità
STATO
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, azoto nitrico
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 177
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I - Stato
Grafici e tabelle
2,7 2,2
2,7 3,0
5,5 6,5
0,4 1,1 1,1
5,5 4,6
0,3 1,9
1,2 0,4
3,1 0,5
1,51,6
3,7 0,6
0,5 2,2
1,3 1,9 2,0
0,4 1,2
4,4 1,0
1,6 3,7
0,7 4,2
1,3 3,9
2,0 0,5
3,7 2,0
0,87,7
0,0 2,0 4,0 6,0 8,0
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*)
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*) CHIAVENNA - (P.te str.Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*) TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*)
TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*) SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Pannocchia) - 15 (*) PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Briglia Marano-Marano) - 23 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte S.S. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Casalecchio) - 28 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Milligrammi/litro
8,3
BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*)
Valore soglia
0,9
1,0
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.21: Concentrazione media annuale di azoto nitrico nei principali bacini regionali a con-fronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2011)Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011178
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.22: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazio-ne di azoto nitrico (2011)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 179
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I - Stato
19%
34%
31%
16%
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.23: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrograficoper classi di concentrazione (LIMeco) di azoto nitrico (2011)
Per quanto riguarda il contenuto di azoto nitriconelle acque (figura 3A.21), nei bacini regionali siosserva in modo diffuso la presenza di N-NO3 inconcentrazioni superiori alla soglia dell’obiettivodi “buono” ricavato dall’indice LIMeco (1,2 mg/l).Le situazioni più critiche (con valori medi da 4 a 8mg/l N-NO3) si riscontrano, in particolare, neibacini idrografici di Boriacco, Tidone, Chiavenna,Arda, Destra Reno, Bevano, Rubicone e Ventena.Dal punto di vista della distribuzione territoriale(figura 3A.22), le concentrazioni di nitrati nelleacque tendono ad aumentare spostandosi da monteverso valle per effetto della crescente antropizzazio-ne e utilizzo agricolo del territorio, per cui, mentre
nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia di“buono” è rispettata quasi ovunque, nelle stazioni dipianura risultano conformi soltanto i bacini: Trebbia,Nure, Sissa-Abate, Secchia, Fiumi Uniti e Conca.La classificazione delle acque in chiusura di bacino,rispetto al singolo macrodescrittore (figura 3A.23),mostra che nessuna stazione rientra nel Livello 1, il19% ricade nel Livello 2, il 34% nel Livello 3, il 31%nel Livello 4 e il 16% nel Livello 5.Nel complesso, dunque, solo il 19% dei baciniidrografici raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, evi-denziando la presenza di criticità diffuse sul terri-torio.
Commento
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di trofia deicorsi d’acqua, espresso attraverso la concentrazio-ne media annuale dell’azoto ammoniacale, valuta-ta attraverso lo schema classificatorio dell’indiceLIMeco.La rete di riferimento è composta dalle stazionisituate in chiusura dei bacini idrografici regionalie dei principali bacini pedemontani, nell’ambitodella rete regionale di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimentorappresentati dall’indice LIMeco consente di otte-nere una classificazione parziale delle acquerispetto unicamente al contenuto di azoto ammo-niacale, utile per valutare l’entità dell’inquina-mento da nutrienti nei diversi bacini, la sua distri-buzione territoriale a livello regionale, la riparti-zione percentuale delle stazioni in classi di con-centrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimentodello Stato ecologico “buono” entro il 2015, cheequi vale al raggiungimento almeno della secondaclasse di LIMeco.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011180
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I - Stato
Legenda
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
NH4 (mg/l) < 0,03 ≤ 0,06 ≤ 0,12 ≤ 0,24 > 0,24
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinei corsi d’acqua, azotoammoniacale
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione inclassi di qualità
STATO
Concentrazione dei nutrienti neicorsi d’acqua, azoto ammoniacale
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 181
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I - Stato
Grafici e tabelle
0,19 0,04
0,13 0,10
2,76 0,04
0,01 0,02 0,01
0,92 0,26
0,01 0,02
0,93 0,03
0,08 0,02
0,12 0,05
1,15 0,09 0,08
0,01 0,29
0,11 0,90
1,13 0,05
0,27 1,91
0,01 0,12
0,47 0,01
0,47 0,01 0,04
1,27 2,27
19,68 0,01
0,17 0,51
0,01 1,81
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*)
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*) CHIAVENNA - (P.te str.Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*) TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*)
TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*) SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Pannocchia) - 15 (*) PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Briglia Marano-Marano) - 23 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte S.S. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
RENO - (Casalecchio) - 28 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Milligrammi/litro
BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*)
Valore sogliaFonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.24: Concentrazione media annuale di azoto ammoniacale nei principali bacini regionali aconfronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2011)Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011182
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.25: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazio-ne di azoto ammoniacale (2011)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 183
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I - Stato
16%
9%
19%
6%
50%
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.26: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrograficoper classi di concentrazione (LIMeco) di azoto ammoniacale (2011)
Per quanto riguarda il contenuto di azoto ammo-niacale nelle acque (figura 3A.24), la situazione deibacini regionali si presenta fortemente eteroge-nea: le concentrazioni medie riscontrate varianoda molto basse (in diversi casi si rispetta la sogliadel primo livello LIMeco di 0,03 mg/l, rappresen-tativo di condizioni inalterate) fino a picchi estre-mamente elevati, che superano anche in modo lo -garitmico la soglia del quinto livello previsto dallaclassificazione (0,24 mg/l), segnalando la presenzadi situazioni fortemente impattate.Tra le principali criticità si può identificare unprimo gruppo di bacini che presenta valori mediannuali prossimi o superiori a 1 mg/l N-NH4 (Chia -venna, Sissa-Abate, Crostolo, Po di Volano, Bu ranaNavigabile, Fossatone) e un secondo gruppo chesfiora o supera i 2 mg/l N-NH4 (Bo riacco, DestraReno, Rubicone, Uso e Ventena).Dal punto di vista della distribuzione territoriale(figura 3A.25), le concentrazioni di ammoniacanelle acque tendono ad aumentare spostandosi damonte verso valle per effetto della crescente antro-
pizzazione del territorio e dei relativi apporti in -quinanti, per cui, mentre nelle stazioni di bacinopedemontano la soglia del “buono” è rispettataquasi ovunque, nelle stazioni di pianura risultanoconformi soltanto i bacini del Po, Tidone, Trebbia,Nure, Taro, Fiumi Uniti, Savio e Conca.La classificazione delle acque in chiusura di baci-no rispetto al singolo macrodescrittore (figura3A.26) mostra che il 16% rientra nel Livello 1, il9% nel Livello 2, il 19% nel Livello 3, il 6% nelLi vello 4 e il 50% nel Livello 5. Questo risultatori flette in parte la limitata capacità dell’indiceLIMeco di discriminare le acque di media-scarsaqualità a causa dei range estremamente ristrettidelle classi, ma indica anche l’elevato tenore diazoto ammoniacale effettivamente presente inmolti corsi d’acqua.Nel complesso dei bacini idrografici regionali,rispetto alla concentrazione di azoto ammoniaca-le, il 25% raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”,mentre la metà di essi risultano in condizioni diforte criticità.
Commento
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di trofia deicorsi d’acqua espresso attraverso la concentrazio-ne media annuale del fosforo totale, valutata attra-verso lo schema classificatorio dell’indice LIMeco.La rete di riferimento è composta dalle stazionisituate in chiusura dei bacini idrografici regionalie dei principali bacini pedemontani, nell’ambitodella rete regionale di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60.
ScopoLa concentrazione media di fosforo totale è con-frontata con i valori soglia LIMeco (tabella 4.1.2/adel DM 260/2010), indice utilizzato per la classifi-cazione chimica di base dei corsi d’acqua ai sensidel DLgs 152/06. Attraverso questo riferimento normativo si valutala qualità ambientale delle acque rispetto al conte-nuto in fosforo, esprimendola in 5 livelli che varia-no dall’elevato al cattivo. L’obiettivo fissato daiPiani di gestione è rappresentato dal raggiungi-mento dello Stato ecologico “buono”, che per lacomponente chimica in oggetto corrisponde allasoglia di 0,10 mg/l.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011184
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I - Stato
Legenda
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
P tot (mg/l) < 0,05 ≤ 0,10 ≤ 0,20 ≤ 0,40 > 0,40
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinei corsi d’acqua, fosforototale
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione inclassi di qualità
STATO
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, fosforo totale
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 185
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I - Stato
Grafici e tabelle
0,11 0,13
0,06 0,05
0,58 0,07
0,01
0,01 0,34
0,31 0,05
0,02 0,71
0,04 0,18
0,04 0,14
0,04 1,06
0,25 0,06
0,04 0,33
0,09 0,22
0,19 0,04
0,07 0,15
0,07 0,05
0,12 0,01
0,44 0,04
0,01 0,16 0,16
0,01 0,26
0,10 0,01
0,36
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*)LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*) BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*)
TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*)
TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*)
CHIAVENNA - (P.te str.Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*) ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*) TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*)
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*) PARMA - (Pannocchia) - 15 (*)
PARMA - (Colorno) - 16 (*) ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*)
ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*)
CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*)
SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) PANARO - (Briglia Marano-Marano) - 23 (*)
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) CANAL BIANCO - (Ponte S.S. Romea) - 25 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Casalecchio) - 28 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Milligrammi/litro
2,31
Valore soglia
0,03
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.27: Concentrazione media annuale di fosforo totale nei principali bacini regionali a con-fronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2011)Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011186
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.28: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazio-ne di fosforo totale (2011)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 187
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I - Stato
19%
24%
25%
16%
16%
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.29: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrograficoper classi di concentrazione (LIMeco) di fosforo totale (2011)
Per quanto riguarda il contenuto di fosforo totalenelle acque (figura 3A.27), tra i bacini regionali siosservano diverse situazioni di attenzione legatealla presenza di forforo in concentrazioni superio-ri al doppio della soglia obiettivo di “buono” rica-vato dall’indice LIMeco (0,1 mg/l). Le maggioricriticità, con valori medi di fosforo totale che su -perano la soglia di 0,4 mg/l, si riscontrano in par-ticolare nei bacini idrografici di Boriacco, Sissa-Abate, Crostolo, Bevano e Uso. Dal punto di vista della distribuzione territoriale(figura 3A.28), le concentrazioni di fosforo nelleac que tendono ad aumentare spostandosi damonte verso valle per effetto dei crescenti apportiinquinanti. In particolare, nei bacini in cui incido-
no fonti di pressione puntuale rilevanti, si osservache, mentre nelle stazioni di bacino pedemontanola soglia del “buono” è rispettata quasi ovunque,nelle stazioni di pianura risultano conformi sol-tanto i bacini: Bardonezza, Lora-Carogna, Tidone,Trebbia, Nure, Taro, Secchia, Canal Bianco, Reno,Lamone, Fiumi Uniti, Savio, Marano e Conca.La classificazione delle acque in chiusura di baci-no, rispetto al singolo macrodescrittore (figura3A.29), mostra che il 19% rientra nel Livello 1, il24% nel Livello 2, il 25% nel Livello 3, il 16% nelLi vello 4 e il 16% nel Livello 5. Nel complesso dei bacini idrografici regionali,rispetto alla concentrazione di fosforo totale, il44% raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”.
Commento
DescrizioneI prodotti fitosanitari (sostanze attive e loro for-mulati), utilizzati in agricoltura per consentireelevati standard di qualità nelle produzioni agrico-le, rappresentano un fattore di pressione rilevanteper la risorsa idrica. La presenza di residui nelleacque avviene attraverso processi di scorrimentosuperficiale, drenaggio laterale o percolazione dal -le superfici agricole trattate. La maggior parte diqueste sostanze è costituita da molecole di sintesigeneralmente pericolose per tutti gli organismi vi -venti. In funzione delle caratteristiche molecolari,delle condizioni di utilizzo e di quelle del territo-rio, queste sostanze possono essere ritrovate neidiversi comparti dell’ambiente (aria, suolo, acqua,sedimenti) e nei prodotti agricoli, e possono costi-tuire un rischio per l’uomo e per gli ecosistemi,con un impatto immediato e nel lungo termine.Per le elaborazioni sono state considerate solo lestazioni di chiusura di bacino e di sotto-bacinomontano dei principali bacini regionali nell’ambi-to della nuova rete di monitoraggio regionale delleacque superficiali, così come definita nella DGR350/2010, monitorate con frequenza mensile o tri-mestrale. Nell’attività di monitoraggio 2011 lesostanze attive analizzate sono state in tutto 69(con limiti di quantificazione – LOQ – pari a0,01μg/l, 0,02 μg/l e 0,05 μg/l in funzione dellasostanza esaminata), riportate in tabella con lacategoria fitoiatrica di appartenenza. L’indicatore èespresso in termini di concentrazione mediaannua sia per singola sostanza attiva, sia comesommatoria totale. La presenza media annua deifitofarmaci, definita nel DM 260/10, non deve su -perare i valori di riferimento (Standard di Qualità-SQA-MA ) riportati nella tabella 1/A e nella tabella1/B del decreto per singola sostanza attiva e il valo-
re di 1 μg/l come sommatoria totale. L’ela bora -zione della media è stata determinata come indi-cato in normativa; se un risultato analitico risultainferiore al limite di quantificazione viene utiliz-zato il 50% del valore del limite di quantificazione;nel caso in cui il 90% dei risultati analitici siasotto il limite di quantificazione non è effettuata lamedia dei valori. Per la determinazione della som-matoria, come indicato nella normativa, sono staticonsiderati i soli valori di concentrazione superio-ri al limite di quantificazione della metodica anali-tica utilizzata.
ScopoEvidenziare l’entità della pressione agricola in ter-mini di riscontro di residui di fitofarmaci nei corpiidrici superficiali. I fitofarmaci appartengono siaall’elenco delle sostanze chimiche prioritarie, qua -li so stan ze pericolose, e pertanto contribuisconoal la de finizione dello sta to chimico, sia all’elencodelle sostanze chimiche non prioritarie, contri-buen do quindi a supportare l’attribuzione dellaclas se di Stato ecologico.La presenza di residui e i livelli di concentrazioneriscontrati nelle acque superficiali rappresentanoun aspetto importante che evidenzia la capacitàproprie di alcune sostanze di contaminare le acquein funzione delle proprie caratteristiche chemiodi-namiche. Sulla base degli esiti del monitoraggio,dell’aggiornamento del reale rischio sugli ecosi-stemi acquatici, della dismissione di alcune so -stanze o dell’immissione sul mercato dell’uso dinuove molecole, ci si orienta a ottimizzare e perio-dicamente aggiornare la scelta delle sostanze atti-ve da controllare.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011188
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STATO
Fitofarmaci nei corsi d’acqua
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 189
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Categoria SOSTANZA ATTIVA LOQ Categoria (μg/l) (μg/l) (μg/l) SOSTANZA
ATTIVALOQ Categoria SOSTANZA
ATTIVALOQ
Erbicida 3,4 DICLOROANILINA Erbicida ALACLOR 0,01 Erbicida ATRAZINA 0,01Erbicida ACETAMIPRID Erbicida ACETOCLOR 0,01 Erbicida ACLONIFEN 0,01Erbicida ATRAZINA DESETIL
(met)0,010,01
Erbicida
0,01
ATRAZINA DESISOPROPIL (met)
0,02 Insetticida AZINFOS METILE 0,01
Fungicida AZOXYSTROBIN 0,02 Erbicida BENFLURALIN 0,01 Erbicida BENSULFURON METILE
0,01
Insetticida BUPROFEZIN 0,01 Insetticida CARBOFURAN 0,01 Insetticida CLORFENVINFOS 0,01Insetticida CLORANTRANILIPROLE 0,01 Fugicida CYPRODINIL 0,01 Erbicida FLUFENACET 0,01 Erbicida CLORIDAZON
(PIRAZONE)0,01 Erbicida 0CLOROTOLURON ,01 Insetticida CLORPIRIFOS
ETILE0,01
Insetticida CLORPIRIFOS METILE 0,01 Insetticida DIAZINONE 0,01 Fungicida DICLORAN 0,02 Insetticida DICLORVOS 0,01 Erbicida DIMETENAMIDE-P 0,01 Insetticida DIMETOATO 0,01Erbicida DIURON 0,01 Insetticida ENDOSULFAN
ALFA0,01 Insetticida ENDOSULFAN
BETA0,01
Erbicida ETOFUMESATE 0,01 Insetticida FENITROTION 0,01 Insetticida FOSALONE 0,01 Insetticida IMIDACLOPRID 0,01 Erbicida ISOPROTURON 0,01 Erbicida LENACIL 0,01Insetticida LINDANO (GAMMA
HCH) 0,01 Erbicida 0LINURON ,01 Insetticida 0MALATION ,01
Fungicida METALAXIL 0,01 Erbicida METAMITRON 0,01 Erbicida METAZACLOR 0,01Insetticida METIDATION 0,01 Erbicida METOBROMURON 0,01 Erbicida METOLACLOR 0,01 Erbicida METRIBUZIN 0,01 Erbicida MOLINATE 0,01 Erbicida OXADIAZON 0,01
Insetticida PARATION 0,01 Fungicida PENCONAZOLO 0,01 Erbicida PENDIMETALIN 0,01Erbicida PETHOXAMID 0,01 Insetticida PIRIMICARB 0,01 Erbicida PROPACLOR 0,01
Fungicida PIRIMETANIL 0,01 Erbicida PROCIMIDONE 0,01 Fungicida PROPICONAZOLO 0,02 Erbicida PROPANIL 0,01 Erbicida PROPAZINA 0,01 Erbicida TERBUTILAZINA 0,01 Erbicida PROPIZAMIDE 0,01 Erbicida SIMAZINA 0,01 Erbicida TRIFLURALIN 0,01Erbicida TERBUTILAZINA
DESETIL (met)0,01 Erbicida TIOBENCARB 0,01 Erbicida 2,4 D 0,05
Erbicida BENTAZONE 0,05 Erbicida MCPA 0,05 Erbicida MECOPROP 0,05
Elenco delle sostanze attive monitorate nel 2011 e limiti di quantificazione (LOQ* in µg/l)
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Fitofarmaci nei corsi d’acqua
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Nota: * LOQ = limite di quantificazione
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011190
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Grafici e tabelle
0 0,1 0,2
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*)
PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni - Bosnasco) - 3 (*)
LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)
DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)
F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*)
SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)
USO - (s.p. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Microgrammi/litro
Acetoclor Bensulfuronmetile Clorantraniliprolo (DPX E-2Y45) Dimetenamid-P Etofumesate Flufenacet Metamitron Metolaclor Metribuzin Oxadiazon Pirazone (cloridazon-iso) Propizamide SQA-MA
0,3
a)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 191
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I - Stato
0 0,1 0,2
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*)
PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni - Bosnasco) - 3 (*)
LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*)
TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)
DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)
F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*)
SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)
USO - (s.p. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
Microgrammi/litro
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Azoxistrobin Ciprodinil Imidacloprid
Metalaxil Penconazolo Petoxamide
Pirazone (cloridazon-iso) Pirimetanil Pirimicarb
SQA-MA
0,4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.30: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazionidi monitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,1 µg/l (2011)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
b)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011192
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0 0,1 0,2 0,3 0,4
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)
F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)
USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Microgrammi/litro
Diuron SQA-MA
1,6
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.31: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazionidi monitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,2 µg/l (2011)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 193
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I - Stato
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6
PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*)
BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni - Bosnasco) - 3 (*)
LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*) BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*)
TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*)
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)
DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)
F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*)
C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)
USO - (s.p. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)
CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
Microgrammi/litro
3,4 dicloroanilina Bentazone Desetil terbutilazina Dimetoato Terbutilazina Linuron MCPA (Acido 2,4 MetilCloroFenossiAcetico) Mecoprop SQA
1,4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.32: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazionidi monitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,5 µg/l (2011)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011194
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49
41
14
37
23
10
6
2
10
18
5
4
7
4
5
6
12
22
20
38
30
23
17
25
17
1
4
36
34
6
1
8
13
3
28
0 10 20 30 40 50 60
PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*)
BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*)
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*)
LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*)
TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*)
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)
DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)
F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*)
SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te s.s. Adriatica) - 37 (*)
C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)
USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*)
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)
CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Numero S.A.
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.33: Numero di Sostanze Attive (S.A.) riscontrate per punto di monitoraggio delle acquesuperficiali (2011)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)** il colore degli istogrammi rappresenta la classe di concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) riporta-ta in figura 3A.34
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 195
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.34: Concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) nei corpi idrici superficiali(2011)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011196
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I - Stato
Sulla base degli esiti del monitoraggio del 2011, rela-tivi alle 39 stazioni di chiusura di bacino e sotto-baci-no montano dei principali bacini regionali, la som-matoria dei fitofarmaci in 37 stazioni risulta inferio-re allo standard di qualità ambientale previsto, pari a1 μg/l; solamente nella stazione A Villanova, sul T.Arda (11 - T. Arda), in provincia di Piacenza e S.P.89,sul F. Uso (40 - F. Uso), in provincia di Rimini, siriscontra il superamento del valore soglia (figura3A.34). Nel 10% delle stazioni, pari a 4, non è statariscontrata la presenza di nessuna delle sostanze atti-ve ricercate. In ogni caso, nel 74% delle stazioni (29)sono state rilevate concentrazioni di sommatorie disostanze attive non significative (da 0,01 a 0,2 μg/l);le singole sostanze attive non superano mai il pro-prio limite di legge (SQA-MA) (0,1 μg/l, 0,2 μg/l e 0,5μg/l). Queste stazioni sono distribuite su quasi tuttoil territorio regionale (figura 3A.34). Le stazioni in cui la concentrazione media annuariscontrata mostra una soglia di attenzione (classedi concentrazione compresa tra 0,2-1 μg/l) sonopari a un 10% (4), presenti nel territorio piacenti-no, ferrarese e ravennate. Di queste, solo nelle sta-zioni di Foce in Po, sul F. Trebbia (8 - F. Trebbia)(PC), e Codigoro, Ponte Varano (26 - Po di Volano)(FE), si registrano superamenti del valore soglia(concentrazione media > SQA-MA) delle sostanzeattive: Oxadiazon (0,3 μg/l e 0,17 μg/l) e Azo -xistrobin (0,4 μg/l) (figura 3A.30a e b).
Il superamento della sommatoria dei fitofarmaci(>1 μg/l) nella stazione di A Villanova (11 - T. Arda)è ascrivibile soprattutto alla sostanza attiva Ben -tazone (1,4 μg/l) (concentrazione media > SQA-MA) (figura 3A.32), nonostante il superamento delproprio limite di legge anche del Meto lachlor(concentrazione media >SQA-MA) (figura 3A.30);mentre, nella stazione s.p. 89 (40 - T. Uso), al supe-ramento della sommatoria contribuisce quasiesclusivamente il Diuron (1,6 μg/l) (concentrazio-ne media > SQA-MA) (figura 3A.31).Le sostanze attive di cui si riscontra presenzapiù diffusa in tutte le stazioni sono: la Ter bu ti -lazina e il suo metabolita (Desetil Terbuti lazi na),il Metolachlor, l’Oxadiazon, l’Imidacloprid (do -vuto probabilmente all’abbassamento del LOQnel 2011), il Pirazone, l’Azoxystrobin, il Diu ron,il Metalaxil, l’Acetochlor, il 3,4 Dicloro anilina(figure 3A.30 e 3A.31). Si evidenzia che i princi-pi attivi riscontrati appartengono soprattuttoalla categoria degli erbicidi, tranne l’Azo xy stro -bin e il Metalaxil (fungicidi) e l’Imida clo prid (in -setticida).In figura 3A.34 è rappresentato il numero totaledelle sostanze attive riscontrate in ciascuna stazio-ne; gli istogrammi corrispondenti sono indicaticon la scala cromatica appartenente alla classe diconcentrazione media annua di fitofarmaci (som-matoria) segnalata in figura 3A.34.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 197
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di qualità troficadei corpi idrici lacustri, espresso attraverso la concen-trazione media annuale (ottenuta come media ponde-rata rispetto all’altezza degli strati) nel periodo dipiena circolazione alla fine della stagione invernale,misurata negli invasi regionali, nell’ambito dellanuova rete di monitoraggio am bien tale istituita aisensi della Direttiva 2000/60 (DGR 350/09). La con-centrazione media annuale è confrontata con i valorisoglia della tabella 4.2.2/d del DM 260/2010 per il cal-colo del LTLeco, l’indice trofico individuato in Italiaper la valutazione della qualità chimica dei laghi ai finidella classificazione dello Stato ecologico in confor-mità alla Direttiva.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimento rap-presentati dall’indice LTLeco (tabella riportata diseguito) consente di ottenere una classificazione par-ziale delle acque rispetto unicamente al contenuto difosforo totale, utile per valutare l’entità dell’inquina-mento da nutrienti negli invasi e la ripartizione per-centuale in classi di concentrazione. L’obiettivo nor-mativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecolo-gico “buono” entro il 2015 che, rispetto all’elementodi qualità parziale considerato, equivale al raggiungi-mento almeno della seconda classe di LTLeco (macro-tipo L2 ≤15 e macrotipo L3 ≤20). Per gli invasi del ter-ritorio bolognese (Lago Brasimone e Lago di Su via na)il monitoraggio avviene in anni alterni; a partire dalluglio 2011 è stato avviato nel Lago Brasimone, men-tre nel 2012 si è proceduto per il Lago di Suviana.
STATO
Concentrazione dei nutrientinegli invasi, fosforo totale
Valori di fosforo per macrotipi
Livello1
Livello 2
Livello 3
Punteggio 5 4 3 L2 (Mignano, Suviana, Ridracoli)
8 15 >15
L3 (Molato, Brasimone)
12 20 >20
Individuazione dei livelli per il fosforo totale (μg/l)
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinegli invasi, fosforo totale
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 131/08DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Media annuale, espressa come media ponderata, della concentra-zione di fosforo totale nel periodo di piena circolazione alla finedella stagione invernale
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I - Stato
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011198
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I - Stato
Grafici e tabelle
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Diga del Molato (PC) Diga di Mignano (PC) Lago Brasimone (BO) Invaso di Ridracoli (FC)
Mic
rogr
amm
i/litr
o Valore soglia Livello 2 per macrotipi L2 ( 15) Valore soglia Livello 2 per macrotipi L3 ( 20)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.35: Concentrazione media annuale, ottenuta come media ponderata, di fosforo totale nelperiodo di massima circolazione negli invasi alla fine della stagione invernale (a confronto convalore soglia Livello 2 - obiettivo di Stato “buono”) (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 199
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.36: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di concentrazione del fosforototale (2011)
La figura 3A.35 mostra che solo sugli invasi piacen-tini si sono verificate situazioni di criticità legate allapresenza di fosforo totale; spesso questo nutriente sipresenta con concentrazioni molto basse, prossimeal limite di quantificazione della metodica analitica
in uso. Come riportato nella mappa di figura 3A.36,la presenza di fosforo totale nelle acque degli invasirispetta l’obiettivo di qualità buono (Lago Bra si mo -ne) e elevato (Invaso di Ridracoli); mentre è suffi-ciente per Molato e Mignano.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011200
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di qualità troficadei corpi idrici lacustri, la cui concentrazione dipen-de dalla temperatura e dalla pressione; si esprimeattraverso la concentrazione media annuale (ottenu-ta come media ponderata rispetto all’altezza deglistrati considerati) nel periodo di fine stratificazione(periodo estivo), misurata nei cinque invasi artificia-li regionali, nell’ambito della nuova rete di monito-raggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva2000/60 (DGR 350/09). La concentrazione mediaannuale è confrontata con i valori soglia della tabel-la 4.2.2/d del DM 260/2010 per il calcolo del LTLeco,l’indice trofico individuato in Italia per la valutazio-ne della qualità chimica dei laghi ai fini della classi-ficazione dello Stato ecologico in conformità allaDirettiva.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimentorappresentati dall’indice LTLeco (tabella riportata diseguito) consente di ottenere una classificazione par-ziale delle acque rispetto unicamente all’ossigenodisciolto (% saturazione), utile per valutare eventua-li condizioni di ipossia nei cinque invasi regionali ela ripartizione percentuale in classi di concentrazio-ne. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimentodello Stato ecologico “buono” entro il 2015, cheequivale al raggiungimento almeno della secondaclasse di LTLeco (ossigeno >40% e <80%). Per gliinvasi del territorio bolognese (Lago Brasimone eLago di Su viana) il monitoraggio avviene in annialterni; a par ti re dal luglio 2011 è stato avviato nelLago Bra simone, mentre nel 2012 si è proceduto peril Lago di Suviana.
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I - Stato
STATO
Ossigeno disciolto negli invasi
Individuazione dei livelli per l’ossigeno disciolto (% saturazione)
Valori di Ossigeno disciolto
Livello1
Livello 2
Livello 3
Punteggio 5 4 3 Tutti gli invasi >80 >40
<80 <40
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Ossigeno discioltonegli invasi
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Percentuale saturazione FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 131/08DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Media annuale, espressa come media ponderata, della concentrazio-ne dell’ossigeno disciolto alla fine del periodo di stratificazione (sta-gione estiva)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 201
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I - Stato
Grafici e tabelle
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Diga del Molato (PC) Diga di Mignano (PC) Lago Brasimone (BO) Invaso Di Ridracoli (FC)
Per
cent
uale
Valore soglia Livello 2 per tutti i
macrotipi (>40 e <80)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.37: Concentrazione media annuale, ottenuta come media ponderata, dell’ossigeno ipo-limnico (% saturazione) alla fine del periodo di stratificazione negli invasi (a confronto con valoresoglia Livello 2 - obiettivo di Stato “buono”) (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011202
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.38: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di concentrazione dell’ossige-no ipolimnico (2011)
La figura 3A.37 mostra che solo per la Diga di Mi -gna no si sono verificate situazioni di criticità lega-te a carenza di ossigeno (inferiore al limite di sogliadel Livello 2), che portano a una qualità sufficiente.
Come riportato nella mappa di figura 3A.38, labuona ossigenazione nelle acque degli invasi ri -spetta l’obiettivo di qualità “buono” (Molato e Ri -dra coli) o elevato (Brasimone).
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 203
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di qualità troficadei corpi idrici lacustri, che individua lo spessore dellazona eufotica, quella dove si svolgono i processi di fo -tosintesi; si esprime attraverso il valore medio an nua -le, misurato nei cinque invasi artificiali regionali, nel-l’ambito della nuova rete di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (DGR 350/09).Il valore medio annuale è confrontato con i valori so -glia, diversificati per macrotipi lacustri, della tabella4.2.2/d del DM 260/2010 per il calcolo del LTLeco, l’in-dice trofico individuato in Italia per la valutazione del -la qualità chimica dei laghi ai fini della classificazionedello Stato ecologico in conformità alla Diret ti va.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimento rap-presentati dall’indice LTLeco (tabella riportata di se -guito) consente di ottenere una classificazione parzia-le delle acque unicamente rispetto alla trasparenza,uti le per valutare la presenza di microalghe (fitoplan -cton) nei cinque invasi regionali e la ripartizione per-centuale in classi di concentrazione. L’obiettivo nor -mativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecolo-gico “buono” entro il 2015, che equivale al raggiungi-mento almeno della seconda classe di LTLeco (macro-tipo L2 ≥5,5 e macrotipo L3 ≥3). Per gli invasi del ter-ritorio bolognese (Lago Brasimone e Lago di Suvia na)il monitoraggio avviene in anni alterni; a partire dalluglio 2011 è stato avviato nel Lago Brasimone, men-tre nel 2012 si è proceduto per il Lago di Suviana.
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I - Stato
STATO
Trasparenza negli invasi
Individuazione dei livelli per la trasparenza (m)
Valori di trasparenza per macrotipi
Livello1
Livello 2
Livello 3
Punteggio 5 4 3L2 (Mignano, Suviana, Ridracoli)
10 5,5 <5,5
L3 (Molato, Brasimone)
6 3 <3
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Trasparenza negli invasi DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Metri FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 131/08DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Media annuale
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011204
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I - Stato
Grafici e tabelle
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Diga del Molato (PC)
Diga di Mignano (PC)
Lago Brasimone (BO)
Invaso di Ridracoli (FC)
Met
ri Valore soglia Livello 2 per macrotipi L2 ( 5,5)
Valore soglia Livello 2 per macrotipi L3 ( 3)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.39: Valore medio annuale della trasparenza negli invasi (a confronto con valore sogliaLivello 2 - obiettivo di Stato “buono”) (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 205
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.40: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di valore della trasparenza (2011)
La figura 3A.39 mostra che in quasi tutti gli invasiregionali, tranne per il Lago Brasimone, si sono veri-ficate situazioni di criticità legate alla trasparenza,con valori nettamente inferiori alla soglia di riferi-mento del Livello 2 dell’indice LTLeco; questa condi-zione è probabilmente legata alle operazioni di gestio-ne degli invasi, quali svaso/manutenzione, che porta-
no a frequenti movimentazioni dei volumi d’acquacon risospensione dei materiali sedimentati, e allacospicua vegetazione spondale. Come riportato nellamappa di figura 3A.40, la trasparenza nelle acque degliinvasi rispetta l’obiettivo di qualità buono solo per ilLago Brasimone, mentre per gli altri invasi (Mignano,Molato e Ridracoli) si registra una qualità scarsa.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011206
DescrizioneMisura il grado di alterazione morfologica delleaste principali del reticolo idrografico naturale.Il Decreto 8 novembre 2010, n. 260 prevede le 2classi di stato morfologico:
Le modalità di valutazione dell’Indice di QualitàMorfologica (IQM) sono riportate nel documentodi Ispra “Manuale tecnico-operativo per la valuta-zione ed il monitoraggio dello stato morfologicodei corsi d’acqua”, Versione 1-Marzo 2011 (nel se -guito “Manuale”).Dei 28 indicatori considerati nell’IQM: 13 sono “difunzionalità”, cioè valutano le forme fluviali e lafunzionalità dei processi connessi al flusso delmateriale d’alveo; 12 sono di “artificialità” e sonolegati all’esistenza di opere trasversali e longitudi-nali e di interventi; gli ultimi 3, inerenti le “varia-zioni morfologiche” intervenute dagli anni 60 inpoi, considerano modificazioni quali la semplifica-zione delle forme, i restringimenti e gli approfon-dimenti. Ogni indicatore è solitamente valutatoconsiderando 3 possibili condizioni ad alterazionecrescente: bassa o nulla, media e forte.Le condizioni morfologiche di un’asta sono legateal flusso e alla presenza del materiale solido (massi,ciottoli, ghiaia e sabbia). Quando essi sono entram-bi abbondanti, in quanto non limitati da manufattitrasversali e/o longitudinali o da eccessive estrazio-ni, gli alvei presentano condizioni morfologichesolitamente buone, cioè naturali, e quindi i proces-
si biologici e di autodepurazione, la flora spondale ela fauna ne beneficiano notevolmente.Sulla base dei valori dell’IQM si definiscono, più ingenerale, le classi di qualità morfologica. I valori pre-visti dal “Manuale” sono forniti nella tabella sotto-stante.
Come si osserva Stato morfologico “elevato” eClas se di qualità morfologica “elevato” corrispon-dono allo stesso intervallo di valori IQM.
ScopoLo Stato morfologico da Decreto 8 novembre2010, n. 260 serve per la classificazione delle acquein Stato ecologico elevato, nel senso che un corpoidrico è tale solo se anche lo Stato morfologico èelevato.L’IQM e gli indicatori raccolti per la sua valutazio-ne servono per l’individuazione dei corpi idrici for-temente modificati (HMWB), sulla base dellametodologia Ispra esistente.L’IQM e gli indicatori raccolti di funzionalità, arti-ficialità e variazioni morfologiche sono essenzialinella fase di valutazione delle azioni da intrapren-dere per il miglioramento della componente mor-fologica delle aste naturali.
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I - Stato
STATO
Stato morfologico
IQ M STATO 0,85 ≤ IQM ≥ 1,00 ELEVATO
IQM < 0,85 NON ELEVATO
Relazione tra IQM e classe di qualità morfologica
IQM CLASSE DI QUALITÀ
0,0 ≤ IQM < 0,3 PESSIMO O CATTIVO 0,3 ≤ IQM < 0,5 SCADENTE O SCARSO 0,5 ≤ IQM < 0,7 MODERATO O SUFFICIENTE
0,7 ≤ IQM < 0,85 BUONO 0,85 ≤ IQM < 1,0 ELEVATO
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 207
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I - Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato morfologico DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Classe di qualità morfologica
FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Esennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CEDM 260/2010
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Lo stato morfologico (elevato, non elevato) ha alla base la classe diqualità morfologica (elevato, buono, moderato, scadente, pessimo),che è funzione del valore dell’Indice di Qualità Morfologica (IQM).L’Indice di Qualità Morfologica viene valutato sui tratti morfologica-mente omogenei precedentemente individuati della rete idrograficanaturale tipizzata della regione.Per il suo calcolo vengono considerati 28 indicatori, che valutano lostato di alterazione del tratto rispetto alla funzionalità, alla artificializ-zazione e alle variazioni morfologiche intercorse negli ultimi 60 anni.Parte degli indicatori sono valutati ”a tavolino”, altri richiedono unaverifica di campo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011208
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I - Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.41: Classe di qualità morfologica dei tratti morfologicamente omogenei del reticolo naturaletipizzato della regione (2012)Nota: qualità elevata corrisponde a Stato morfologico elevato
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 209
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I - Stato
343
384
226
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150
200
250
300
350
400
450
Buono Elevato Moderato Scadente Pessimo
N. t
ratt
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Affluenti del Po Affluenti diretti dell'Adriatico
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.42: Classe di qualità morfologica dei tratti morfologicamente omogenei della rete natu-rale tipizzata sui 2 ambiti principali della regione (2012)
I tratti della rete naturale principale in qualità morfo-logica “elevata” e, quindi, in Stato morfologico “ele -vato” sono 488 su 1.769 (28%) e sono localizzati prin-cipalmente, come è logico attendersi, nella fasciamontana della regione.I pochi tratti in stato “pessimo” (meno dell’1%) sonorelativi quasi sempre ad ambiti, prevalentemente ocompletamente, tombinati o cementati al fondo ealle sponde, sono di ridotta lunghezza e all’interno diareali urbani, spesso su alvei di ridotta ampiezza.I tratti con qualità morfologica “scadente” sono fre-quenti nella pianura, soprattutto sulla porzione bo -lognese-romagnola.Tra i grossi bacini, quelli che presentano mediamen-
te un Indice di Qualità Morfologica più elevato suiloro tratti sono: Taro, Parma ed Enza.Tra i diversi indicatori che concorrono all’IQM, quel-li più critici sono relativi alle “variazioni morfologi-che”, intervenute sulla rete idrografica negli ultimi60 anni, con la progressiva e frequente tendenzaverso fenomeni di “canalizzazione” (restringimenti,semplificazione delle forme e approfondimenti). Talieffetti sono conseguenti alla grande quantità dimanufatti trasversali realizzati (briglie, soglie e tra-verse), che ostacolano il flusso verso valle del mate-riale solido e soprattutto alle massicce estrazioni diinerti effettuate sui tratti fluviali delle fasce collinarie dell’alta pianura.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011210
DescrizioneIn base alla copertura fognaria presente per cia-scuna località dell’Emilia-Romagna e del successi-vo trattamento depurativo, effettuato presso gliimpianti di trattamento delle acque reflue urbane,è stato possibile ricostruire la percentuale diAbitanti Equivalenti nominali serviti da fognaturae depurazione negli agglomerati di consistenzasuperiore o uguale a 200 AE.
ScopoValutare il grado di copertura fognaria presentenegli agglomerati urbani e individuare la quotaparte che subisce un trattamento depurativoprima dello scarico finale.
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I - Risposte
RISPOSTE
AE serviti e depurati negli agglomerati ≥200
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
AE serviti e depurati negliagglomerati ≥ 200
DPSIR R
UNITÀ DI MISURA AE FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valutazione del livello di copertura fognaria e depurativa presentenegli agglomerati di consistenza ≥ 200 AE
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 211
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I - Risposte
Provincia AE
nominali serviti AE %
servitiAE
depurati depurati Piacenza 311.199 310.979 100 307.249 99 Parma 603.448 580.329 96 575.602 95 Reggio Emilia 486.927 468.060 96 459.167 94 Modena 827.791 827.259 100 823.362 99 Bologna 1.105.777 1.100.812 100 1.082.018 98 Ferrara 527.957 523.992 99 508.175 96 Ravenna 912.306 901.436 99 877.976 96
Forlì-Cesena 543.841 528.481 97 491.441 90 Rimini 840.194 839.698 100 836.907 100 Emilia-Romagna 6.159.440 6.081.046 99 5.961.897 97
%
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.10: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regio-ne suddivisi per provincia (2005)
Provincia AE
nominali serviti %
servitiAE
depurati depurati %
Piacenza 302.996 302.996 100 301.846 100 Parma 595.672 572.787 96 571.655 96 Reggio Emilia 486.594 467.033 96 463.285 95 Modena 828.066 825.291 100 823.808 99 Bologna 1.108.288 1.102.591 99 1.092.157 99 Ferrara 518.172 513.631 99 507.814 98 Ravenna 912.114 900.965 99 884.326 97 Forlì-Cesena 540.544 525.517 97 506.130 94 Rimini 840.733 840.292 100 839.914 100 Emilia-Romagna 6.133.179 6.051.104 99 5.990.935 98
AE
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.11: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regio-ne suddivisi per provincia (2007)
Provincia AE
nominali serviti % %
servitiAE AE %
depurati depurati Piacenza 313.347 313.347 100 312.211 100 Parma 593.726 571.306 96 570.367 96 Reggio Emilia 469.004 449.443 96 445.695 95 Modena 799.849 799.114 100 795.530 99 Bologna 1.106.512 1.101.751 100 1.092.217 99 Ferrara 517.531 514.036 99 508.538 98 Ravenna 911.335 900.176 99 892.540 98 Forlì-Cesena 532.725 522.671 98 503.905 95 Rimini 849.833 849.619 100 849.195 100 Emilia-Romagna 6.093.862 6.021.464 99 5.970.198 98
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.12: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regio-ne suddivisi per provincia (2009)
Grafici e tabelle
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011212
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I - Risposte
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1.000.000
2.000.000
3.000.000
4.000.000
5.000.000
6.000.000
7.000.000
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200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
Piacen
za
Parma
Reggio
Emilia
Moden
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Bologn
a
Ferra
ra
Raven
na
Forlì-
Cesen
a
Rimini
AE (r
egio
ne)
Emilia
-Rom
agna
AE (p
rovin
cia)
AE nominali
AE serviti
AE depurati
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.43: AE nominali, serviti e depurati, negli agglomerati di consistenza superiore o ugualea 200 AE (2009)
La percentuale degli AE serviti da rete fognaria inEmilia-Romagna si attesta su valori molto alti (cir -ca il 99%) e analogamente il dato viene registratoper gli AE depurati da impianti di trattamento delleacque reflue urbane (98%). Visto l’elevato grado di
copertura fognaria, non è stato possibile, in questiultimi anni, avere un miglioramento delle percen-tuali riscontrate nel 2005, mentre per quanto ri -guarda la depurazione si è passati dal 97% al 98%sempre nel periodo 2005-2009.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 213
DescrizioneIndividuazione della potenzialità di progetto edella tipologia di trattamento effettuata negliimpianti di depurazione delle acque reflue urbane
ScopoLa conoscenza del numero degli impianti di depu-razione delle acque reflue urbane, della loro po -tenzialità di progetto e della tipologia di tratta-mento depurativo effettuato ci permette di cono-scere il grado di risposta, messo in campo da partedel servizio idrico integrato, alle esigenze di ridu-zione dei carichi inquinanti, generati dalle pres-sioni antropiche, nei corpi idrici superficiali.
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I - Risposte
RISPOSTE
Impianti di depurazioneacque reflue urbane
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Impianti di depurazioneacque reflue urbane
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UNITÀ DI MISURA N. impianti, AE FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Numero di impianti di trattamento delle acque reflue urbane pertipologia di trattamento e rispettivi valori di potenzialità di progetto
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011214
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I - Risposte
Classe potenzialitàI II III tot I II III tot
(AE) (n) (n) (n) (n) (AE) (AE) (AE) (AE)0-1.999 1.471 414 12 1.897 208.630 210.076 8.260 426.966
2.000-10.000 0 93 82 175 0 387.065 476.415 863.48010.001-49.999 0 6 54 60 0 98.000 1.125.600 1.223.60050.000-100.000 0 1 7 8 0 80.000 513.000 593.000
>100.000 0 0 22 22 0 0 5.178.833 5.178.833Totale 1.471 514 177 2.162 208.630 775.141 7.302.108 8.285.879
Numero impianti Potenzialità di progetto
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.13: Numero degli impianti di trattamento suddivisi per tipologia di trattamento e poten-zialità di progetto (2009)
Grafici e tabelle
87,7%
8,1%
2,8%
0,4%
1,0%
Numero impianti
AE
AE
0 – 1.999
2.000 - 10.000
10.001 - 49.999
50.000 – 100.000
>100.000
5,2%
10,4%
14,8%
7,2% 62,5%
AE progetto
0 – 1.999
2.000 - 10.000
10.001 - 49.999
50.000 – 100.000
>100.000
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.44: Ripartizione percentuale degli impianti di trattamento per tipologia di trattamento epotenzialità di progetto (2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 215
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I - Risposte
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.45: Ubicazione dei principali impianti di trattamento con potenzialità di progetto supe-riore a 2.000 AE per bacino idrografico (2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011216
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I - Risposte
In ambito regionale sono stati censiti 2.162 im -pianti di depurazione delle acque reflue urbane.Detti impianti comprendono diverse tipologie ditrattamento da quelle più semplificate a quelle piùcomplesse, tipiche dei grandi sistemi consortili.Essi risultano avere complessivamente una poten-zialità di progetto di circa 8,25 milioni di AE erisultano trattare oltre 6 milioni di AE, conside-rando il carico trattato nel periodo di punta, as -sunto come significativo per tutte le elaborazionicondotte negli studi di settore. Gli impianti appar-tenenti alle classi di potenzialità superiore a10.000 AE, pur essendo in numero ridotto rispettoal totale (circa 4%), possiedono una capacità depu-rativa pari all’85% del totale.Nella tabella 3A.16 viene indicato il numero, assie-me alla rispettiva potenzialità di progetto, degliimpianti di trattamento delle acque reflue urbanepresenti nel territorio regionale, suddivisi per tipo-
logia di trattamento. Tra gli impianti di I livello ven-gono considerate le fosse Imhoff, le fosse settiche egli altri trattamenti di tipo primario. Appartengonoal II livello tutti i trattamenti biologici, quali i fan-ghi attivi, i biodischi e i letti percolatori, mentre gliimpianti che, oltre a effettuare un trattamento se -condario, possiedono processi di defosfatazione e/odenitrificazione sono inclusi nel III livello. Come sipuò osservare nella stessa tabella, in Emilia-Ro ma -gna vi sono 1.471 impianti che possiedono solo untrattamento primario (per una capacità pari al 3%del valore complessivo), 514 presentano un tratta-mento equivalente al secondario e gli altri 177 trat-tamenti più avanzati per la rimozione dei nu trienti.Tra questi ultimi, 73 presentano solo la ri mozionedell’azoto (DeN), 10 hanno il solo trattamento per ilfosforo (DeP), mentre 94 prevedono en trambe lefasi di trattamento di denitrificazione e defosfata-zione (DeN + DeP).
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 217
DescrizioneViene valutato il numero di impianti di trattamentodelle acque reflue urbane conformi ai requisiti richie-sti nella Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06. In base alle analisi effettuate dalle Sezioni provincialiArpa e dagli Enti gestori nell’anno 2009 è stata valu-tata la conformità, rispetto ai valori limite previstidalla Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06, per cia-scun impianto analizzato, sulla base di quanto dispo-sto dal decreto.Riguardo alla valutazione della conformità ai valorilimite della Tabella 1, occorre fare riferimento alnumero massimo di campioni (vedi tabella di seguitoriportata) per i quali è ammesso il superamento, fattosalvo il superamento per il singolo campione del100% per il BOD5 e il COD e del 150% per i SST.Nell’attuazione pratica di tale criterio, ci si è attenutia quanto previsto dall’Allegato I - D punto 4 delladirettiva 91/271/CEE: “le acque reflue trattate si pre-sumono conformi ai relativi parametri se, per ogni
relativo parametro singolarmente considerato, icampioni dell’acqua mostrano che essa soddisfa ilrispettivo valore parametrico ……”. Esempio applicativo:• n. campioni effettuati: 24;• n. campioni per i quali è consentito il superamen -
to: 3;• n. campioni superati: 1 per il COD, 2 per il BOD5, 1
per i SST. Impianto conforme;• n. campioni superati: 1 per il COD, 4 per il BOD5, 1
per i SST. Impianto non conforme per il BOD5.
ScopoIl decreto 152/06 prevede, nella parte III - titolo IIIsulla tutela dei corpi idrici e disciplina degli scari-chi, che tutti gli scarichi di acque reflue urbanesiano disciplinati in funzione del rispetto degliobiettivi di qualità dei corpi idrici e debbano co -munque rispettare i valori limite previsti nell’Alle -gato 5 alla parte III del decreto.
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RISPOSTE
Conformità impianti di trattamento
Numero di campioni prelevati durante l’anno Numero massimo consentito di campioni non conformi
4-7 1
54-67 6
8-16 2
68-81 7
17-28 3
82-95 8
29-40 4
96-110 9
41-53 5
111-125 10
Numero di campioni prelevati per i quali è ammesso il superamento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011218
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Conformità impianti di trattamento(Tab. 1 DLgs 152/06)
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UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2005, 2007, 2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valutazione di confomità degli impianti di trattamento delle acquereflue urbane a livello regionale
Grafici e tabelle
91%
92%
93%
94%
95%
96%
97%
98%
99%
100%
2005 2007 2009
Per
cent
uale
Non conformi Conformi Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.46: Percentuale di impianti di trattamento delle acque reflue urbane risultati conformi aquanto previsto nella Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06 (2005, 2007 e 2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 219
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I - Risposte
I dati fanno riferimento alle comunicazioni che laRegione Emilia-Romagna ha effettuato negli anni2005, 2007 e 2009 al ministero dell’Ambiente edella tutela del territorio e del mare e alla Com -mis sione europea.La percentuale di impianti conformi si è attestatain questi ultimi anni (2005, 2007 e 2009), versovalori molto elevati, sempre superiori al 94% (vediistogramma). Con riferimento al sistema dei controlli per l’anno2009, relativamente alla Tabella 1 del DLgs152/2006, si evidenzia quanto segue:– tutti i 221 impianti, che presentano un tratta-
mento di livello secondario, a servizio degli ag -glo merati di consistenza superiore o uguale a
2.000 AE con recapito in area sensibile o in baci-no drenante, sono stati oggetto delle proceduredi controllo sopra richiamate in coerenza con ilDLgs 152/06;
– 11 impianti sono risultati non conformi: sonostate determinate 8 analisi che superavano del150% il limite previsto in Tabella 1 del DLgs152/06 per il parametro SST, 3 analisi di COD >100% del valore limite e 5 analisi superiori al100% del BOD5;
– nessun impianto ha superato il numero massi-mo consentito di campioni non conformi in rap-porto al numero di misure effettuate, come databella specifica contenuta nell’Allegato 5 delDLgs 152/06.
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Riferimenti
� Autori
Donatella FERRI (1), Gisella FERRONI (1), Gabriele BARDASI (1), Emanuele DAL BIANCO (1), Daniele CRI-STOFORI (1), Paolo SPEZZANI (1), Silvia FRANCESCHINI (2)
(1) ARPA DIREZIONE TECNICA, (2) ARPA RE
� Bibliografia
1. Decreto n. 131 del 16 giugno 2008, Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione deicorpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici e analisi delle pressioni)
2. Decreto n. 56 del 14 Aprile 2009, Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazio-ne delle condizioni di riferimento
3. Decreto n. 260 del 8 novembre 2010, Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dellostato dei corpi idrici superficiali e per la modifica delle norme tecniche del DLgs 152/06 etc.
4. Direttiva 2000/60/CE - Water Framework Directive (WFD). “Directive of the European Parliament andof the Council of 23 October 2000 establishing a framework for Community action in the field of waterpolicy”, OJ L327, 22 Dec 2000, pp 1-73
5. Direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque 6. Direttiva 2009/90/CE che stabilisce specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello
stato delle acque7. European Commission. Guidance n. 19 on Surface water chemical monitoring for the water frame
directory Technical Report 2009 - 0258. Regione Emilia-Romagna (2010). Delibera di Giunta n. 350 del 8/02/2010, Approvazione delle attivi-
tà della Regione Emilia-Romagna riguardanti l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai finidella redazione e adozione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici Padano, Appennino setten-trionale e Appennino centrale:http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/piani%20di%20gestione
� Sitografia
1. http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/Acqua/generale_678.asp2. http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/generale/generale_1177.asp
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 224
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 224
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226
Indicatori
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 228
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 256
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 260
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 260
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 260
INDICE
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TERM
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NTI
� � Distribuzione territoriale della popolazione Vedi capitolo Rischio sismico (pag. 793)
� Agglomerati urbani ≥ 200 AE Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 148)
� Scarichi in corpo idrico superficiale Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 154)
� Terreni irrigati Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 157)
� � Uso del suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 702)
� � Consumo di suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 706)
� Consumi alle utenze e prelievi acque superficialie di falda per il settore acquedottistico civile Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 161)
� Inquinanti sversati per bacino Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 164)
� Emissione di nutrienti da depuratori di acque reflue urbane (N e P) Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 169)
� Uso di fertilizzanti Vedi capitolo Suolo (pag. 711)
� Uso di fitofarmaci Vedi capitolo Suolo (pag. 715)
� Nitrati in acque sotterranee Regione 2011 228
� Organoalogenati in acque sotterranee Regione 2011 235
� Fitofarmaci in acque sotterranee Regione 2011 242
� Livello delle acque sotterranee Regione 2010 249
� Subsidenza Regione 1992-2000 2562002-2006
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici
� Risorse idriche e usi sostenibili
� Subsidenza
Il monitoraggio delle acque sotterranee, siaquantitativo che chimico, è stato adeguato nel2010 alle direttive europee 2000/60/CE e2006/118/CE, definendo nuovi corpi idrici, cherispetto al passato coprono l’intero territorioregionale, e nuovi programmi di monitoraggioche vanno dal 2010 al 2015. Lo stato comples-sivo di ciascun corpo idrico sotterraneo è defi-
nito dall’integrazione dello stato chimico conquello quantitativo.Lo stato chimico viene rappresentato dalla qua-lità delle acque sotterranee, che può essereinfluenzata sia dalla presenza di sostanze inqui-nanti, attribuibili principalmente ad attivitàantropiche, sia da meccanismi idrochimicinaturali che ne modificano la qualità riducen-
� Sintesi
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Introduzione
I nitrati sono inquinanti di origine antropica che mettono a rischio lo stato chimico delle acquesotterranee. La loro presenza è dovuta prevalentemente all’uso di fertilizzanti azotati e allosmaltimento di reflui zootecnici: in regione le concentrazioni sono particolarmente rilevantinei corpi idrici sotterranei pedeappenninici (conoidi alluvionali), dove avviene anche la ricari-ca delle acque sotterranee profonde, e nell’acquifero freatico di pianura. Le maggiori concen-trazioni, oltre i limiti normativi, si riscontrano in diverse conoidi emiliane (Panaro, Tiepido,Secchia, Parma, Nure, Tidone) e, con minore estensione areale, in alcune conoidi romagnole.Nelle sorgenti rappresentative dei corpi idrici montani, monitorate nel 2011 per la prima volta,le concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori ai limiti normativi.
Una corretta definizione dei valori di fondo delle sostanze chimiche di origine naturale diogni corpo idrico sotterraneo è fondamentale per una corretta individuazione degli impattidi origine antropica. Negli acquiferi profondi e confinati di pianura dell’Emilia-Romagna,infatti, si riscontrano concentrazioni anche molto elevate di sostanze di origine naturalecome i metalli (ferro, manganese, arsenico), lo ione ammonio o i solfati.
Il livello delle falde, o piezometria, è necessario per calcolare lo stato quantitativo dei corpiidrici sotterranei. Tale parametro, risultante dalla sommatoria degli effetti di tipo antro-pico (prelievi) e naturale (ricarica delle falde), si distribuisce territorialmente, a scalaregionale, con valori elevati nelle zone di margine appenninico (conoidi), che si attenua-no passando alla pianura alluvionale, fino alla zona costiera. Questo andamento generalenaturale è però interrotto da una depressione piezometrica presente nella conoide Reno-Lavino, conseguenza dei consistenti prelievi effettuati su di essa negli anni 50-60 delsecolo scorso e ancora oggi piuttosto evidente. Il monitoraggio anche automatico dei livel-li di falda è indispensabile a supportare le scelte per una gestione sostenibile della risor-sa idrica sotterranea.
I cambiamenti climatici, con calo delle precipitazioni, periodi siccitosi sempre più fre-quenti e prolungati e con conseguente incremento dei prelievi a uso irriguo, associatiall’impermeabilizzazione del suolo nelle aree di ricarica, possono ridurre la ricarica degliacquiferi nel tempo e innescare o aumentare il fenomeno della subsidenza, o abbassa-mento del suolo. Tuttavia, in Emilia-Romagna, in base all’ultimo rilievo relativo al perio-do 2002-2006, si registra una generale attenuazione del fenomeno. Il territorio bologne-se presenta ancora i tassi di abbassamento più elevati, pur se in netta diminuzione rispet-to al passato. Non sembrano esserci, invece, variazioni significative per le delicate areelitoranee.
� Messaggio chiave
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done significativamente gli usi pregiati dellarisorsa, come ad esempio ione ammonio, solfa-ti, ferro, manganese, arsenico, boro.In generale, tra le sostanze contaminanti disicura origine antropica, si evidenzia la presen-za di nitrati in concentrazioni elevate nei corpiidrici sotterranei pedeappenninici – conoidialluvionali – dove avviene la ricarica delleacque sotterranee profonde. Il fenomeno è cor-relabile all’uso di fertilizzanti azotati e allosmaltimento di reflui zootecnici, oltre che apotenziali perdite fognarie e a scarichi urbani eindustriali puntuali. Ciò è evidente anche neicorpi idrici freatici di pianura, caratterizzati daelevata vulnerabilità, essendo acquiferi colloca-ti nei primi 10-15 m di spessore della pianuraed essendo in relazione diretta con i corsi d’ac-qua e canali superficiali, oltre che con il marenella zona costiera. Nelle sorgenti rappresenta-tive dei corpi idrici montani, monitorate nel2011 per la prima volta, le concentrazioni dinitrati sono abbondantemente inferiori ai limi-ti normativi.Altre sostanze contaminanti che possono deter-minare uno scadimento della qualità sono fito-farmaci e sostanze clorurate. I primi sono legatiall’uso nei trattamenti fitosanitari in agricoltu-ra, mentre le seconde sono di origine prevalen-temente industriale. Nelle aree di conoide e dipianura alluvionale appenninica e padana i fito-farmaci sono assenti, oppure le concentrazioninon sono significative, essendo aree ca rat -terizzate da minore vulnerabilità all’inquina-men to di queste sostanze, come peraltro già evi-denziato nei monitoraggi ambientali degli anniprecedenti. Le stazioni, invece, con sommatoriadi fitofarmaci e concentrazioni di singoli princi-pi attivi oltre i limiti di legge sono ubi cate negliacquiferi freatici di pianura.Le sostanze clorurate, anche come sommatoriadi sostanze, sono presenti nelle conoidi alluvio-nali appenniniche, in particolare del modenesee bolognese, mentre sono assenti o presentanoconcentrazioni poco significative nelle aree dipianura alluvionale appenninica e padana, pervia della minore vulnerabilità all’inquinamen-to. Alcune stazioni con superamenti per singo-le sostanze clorurate si riscontrano anche neicorpi freatici di pianura. Fitofarmaci e sostanzeclorurate non sono state ritrovate nelle stazio-ni dei corpi idrici montani.Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterraneideriva dalle misure di livello delle falde, cherappresenta la sommatoria degli effetti antropi-ci e naturali sul sistema idrico sotterraneo in
termini quantitativi, ovvero prelievo di acque ericarica naturale delle falde medesime.La distribuzione areale della piezometria eviden-zia il caratteristico andamento del livello delleacque sotterranee, con valori elevati nelle zone dimargine appenninico, che si attenuano poi pas-sando dalle conoidi libere, che rappresentano lazona di ricarica diretta delle acque sotterraneeprofonde da parte dei corsi d’acqua, alle zone dipianura alluvionale, fino ad arrivare a quotenegative nella zona costiera. Questo andamentogenerale, con gradienti piezometrici differenti,più elevati nelle zone delle conoidi emilianerispetto a quelle romagnole, è interrotto dallaconoide Reno-Lavino, che presenta in prossimitàdel margine appenninico valori negativi a forma-re una depressione piezometrica che si ampliaarealmente con la profondità, ovvero negli acqui-feri liberi e confinati inferiori. Ciò costituiscel’impatto, ancora oggi molto evidente, prodottodai consistenti prelievi effettuati negli anni 50-60del secolo scorso nella conoide medesima. Inquesto caso, la soggiacenza raggiunge valori dicirca 60-65 m dal pia no campagna, evidenziandouno spessore di acquifero insaturo rilevante sot-tostante l’alveo del fiume Reno. La distribuzionedella soggiacenza evidenzia situazioni moltomeno accentuate rispetto a quella del Reno anchein altre conoidi, come ad esempio nel Trebbia,Taro, Sec chia, Panaro, e in alcune conoidi roma-gnole, frutto dei prelievi per i diversi usi dellarisorsa.Queste situazioni di disequilibrio tra la ricaricanaturale, regolata anche dal regime climaticooltre che dall’uso del suolo, e i prelievi determi-na il deficit idrico dei diversi corpi idrici sotter-ranei e rappresenta il motore potenziale all’in-nesco/aumento della subsidenza.Quest’ultima presenta, infatti, valori elevatinella zona del bolognese e lungo la fascia co -stiera, anche se il regime degli attuali prelievisembra non comportare un effetto negativo sudi essa, che registra nel periodo più recente ungenerale miglioramento, a parte alcune zonemolto limitate del territorio regionale. I prelie-vi di acque sotterranee stanno in questi ultimianni cambiando; riducendosi quelli a uso indu-striale per effetto dell’evoluzione del compartoe dell’efficientamento dei processi produttivi,mentre i prelievi a uso ci vile sono in leggeroaumento in gran parte per aumento della popo-lazione, infine quelli a uso irriguo possonoessere ulteriormente diminuiti con la progres-siva infrastrutturazione del Canale emiliano-romagnolo.
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Il monitoraggio delle acque sotterranee in Emi -lia-Romagna, avviato nel 1976 per la componen-te quantitativa e nel 1987 per quella qualitativa,è stato adeguato dal 2010 alle direttive europee2000/60/CE e 2006/118/CE, che prevedono comeobiettivo ambientale anche per i corpi idrici sot-terranei il raggiungimento dello stato “buono”al 22 dicembre 2015. In Italia le direttive sonostate recepite dal DLgs 30/2009, che ha conte-stualmente modificato il Testo Unico ambien tale(DLgs 152/2006).L’applicazione dei nuovi criteri normativi hamo dificato il sistema di monitoraggio delle ac -que sotterranee dell’Emilia-Romagna adottatofino al 2009, ai sensi del DLgs 152/1999, portan-do a una nuova individuazione dei corpi idricisotterranei e alla modifica dei criteri per la defi-nizione del buono stato chimico e del buonostato quantitativo, riferiti a ciascun corpo idricoo raggruppamento degli stessi.Criteri importanti nella definizione dei corpiidrici, oltre le caratteristiche geologiche (com-plessi idrogeologici-mezzi porosi o fessurati) eidrogeologiche (acquiferi liberi e confinati),sono le pressioni antropiche che insistono sulleacque sotterranee e i relativi impatti, la cui enti-tà può o meno determinare il raggiungimentodegli obiettivi di buono stato sia chimico chequantitativo dei corpi idrici medesimi.A questo proposito occorre ricordare che i corpiidrici sotterranei sono in generale caratterizzatida una elevata inerzia alle modifiche di stato oalla inversione delle tendenze significative e du -rature all’aumento delle concentrazioni di in -quinanti, e ciò viene evidenziato al punto 28delle premesse alla Direttiva 2000/60/CE: “…per garantire un buono stato delle acque sotter-ranee è necessario un intervento tempestivo euna programmazione stabile sul lungo periododelle misure di protezione, visti i tempi necessa-ri per la formazione e il ricambio naturali di taliacque. Nel calendario delle misure adottate perconseguire un buono stato delle acque sotterra-nee e invertire le tendenze significative e dura-ture all’aumento della concentrazione dellesostanze inquinanti nelle acque sotterranee èopportuno tener conto di tali tempi.”.Con Delibera di Giunta Regionale 350/2010, laRegione Emilia-Romagna ha approvato i nuovicorpi idrici sotterranei, la rete e il programmadi monitoraggio ambientale degli stessi dal2010 al 2015. Rispetto al passato, dove i corpiidrici sotterranei erano limitati alla porzione dipianura profonda del territorio regionale, sonostati individuati i corpi idrici montani e quellifreatici di pianura, mentre per la pianura pro-
fonda sono stati distinti corpi idrici sovrappostisulla verticale (confinati superiori e confinatiinferiori), al fine di tenere conto delle pressioniantropiche. La rete di monitoraggio è stataquin di estesa oltre che agli acquiferi profondi dipianura (conoidi e piane alluvionali) a quellifreatici di pianura (contenuti entro i 10-15 me -tri di profondità) e a quelli montani, attraversoil monitoraggio di sorgenti significative. Ilnuovo monitoraggio, oltre a coprire l’intero ter-ritorio regionale, è in grado di distinguere lostato ambientale delle acque sotterranee con laprofondità, con la quale sono stati individuatiacquiferi progressivamente meno vulnerabilialle pressioni antropiche, sia di tipo chimicoche quantitativo. Il programma di monitorag-gio prevede frequenze differenziate, semestrale– primavera e autunno – di ciascun anno, ridot-ta a cicli biennali per le acque sotterranee pro-fonde di pianura, dove si ha una buona cono-scenza pregressa dello stato chimico, e ciclitriennali per le sorgenti montane dove le pres-sioni antropiche sono ridotte. Le frequenzesono funzione del rischio di non raggiungere lostato “buono” al 2015 (monitoraggio di sorve-glianza oppure operativo), della vulnerabilitàalle pressioni antropiche e della tipologia diflusso delle acque sotterranee che determina itempi di rinnovamento della risorsa. Nei corpiidrici montani e in quelli profondi delle pianu-re alluvionali (confinato inferiore) sono pre vistimonitoraggi con frequenze rispettivamentetriennali e biennali, pertanto il 2011 è l’annonel quale è previsto il monitoraggio di tut ti icorpi idrici sotterranei.A questo proposito sono state aggiornate lestime dei carichi inquinanti originati da fonti siapuntuali che diffuse, permettendo in questomodo di valutare l’entità della pressione antro-pica che grava su ogni corpo idrico e poter con-durre un monitoraggio mirato e finalizzato allaproposizione di adeguate misure di contenimen-to. Il peggioramento dello stato qualitativo delleacque sotterranee dipende dalla vulnerabilitàdegli acquiferi, che è maggiore nell’alta pianura– conoidi alluvionali appenniniche – in condi-zioni di acquifero libero, dove avviene la mag-giore alimentazione e ricarica degli acquiferiprofondi rispetto la medio-bassa pianura – pia-nure alluvionali appenninica e padana – in con-dizioni di acquifero confinato, dove avvengonoinvece processi evolutivi prevalentemente natu-rali delle acque di infiltrazione più antica.Diverse sono le sostanze indesiderate o inqui-nanti presenti nelle acque sotterranee che pos-sono compromettere gli usi pregiati della risor-
� Quadro generale
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sa idrica, come ad esempio quello potabile, manon per questo tutte le sostanze indesideratesono sempre di origine antropica. Esistono,infatti, molte sostanze ed elementi chimici chesi trovano naturalmente negli acquiferi, la cuiorigine geologica non può essere consideratacausa di impatti antropici sulla risorsa idricasotterranea. Ad esempio, in acquiferi profondi econfinati di pianura si possono naturalmenteriscontrare metalli come ferro, manganese,arsenico, oppure sostanze quali ione ammonioanche in concentrazioni molto elevate, per effet-to della degradazione anaerobica della sostanzaorganica sepolta (torbe). In questi contesti,anche la presenza di cloruri (salinizzazione delleacque) può essere riconducibile alla presenza diacque “fossili” di origine marina. Anche metallicome cromo esavalente possono essere di origi-ne naturale in contesti geologici di metamorfi-smo sia nella zona alpina che appenninica, comead esempio nelle zone a ofioliti (pietre verdi).Pertanto una corretta definizione dei valori difondo naturale di queste sostanze è fondamenta-le per una corretta individuazione degli impattiantropici e delle corrette azioni da intraprende-re per ripristinare la qualità delle acque sotter-ranee fino alle situazioni naturalmente presentinegli acquiferi. Al contrario è indicativa diimpatto antropico di tipo chimico sui corpi idri-ci sotterranei, quindi non riconducibile a con-tributi di origine naturale, la presenza di fitofar-maci usati in agricoltura, microinquinanti orga-nici e sostanze clorurate utilizzate prevalente-mente in attività industriali, nitrati con concen-
trazioni medio-alte, derivanti dall’uso di fertiliz-zanti chimici in agricoltura o dall’utilizzo direflui zootecnici, cloruri derivanti da intrusionesalina.Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterraneideriva dalle misure di livello delle falde, che rap-presenta la sommatoria nel tempo degli effettiantropici e naturali sul sistema idrico sotterra-neo in termini quantitativi, ovvero prelievo diacque e ricarica naturale delle falde medesime.Il livello può essere riferito sia al piano campa-gna (soggiacenza) che al livello medio del mare(piezometria).Se i prelievi non vengono correttamente commi-surati nel tempo alle portate di acqua che na -turalmente, nei periodi piovosi, ricaricano la fal -da stessa, non sono sostenibili e portano al peg-gioramento dello stato quantitativo dei corpi idri -ci, abbassamento della piezometria nel tem po.Ciò può essere causa di pesanti criticità ambien-tali dovute al sovrasfruttamento, con con se -guente abbassamento delle falde e innesco/au -mento della subsidenza, ovvero dell’abbassamen-to della superficie topografica oltre le velocitànaturali. Il monitoraggio quantitativo manuale,effettuato con frequenza semestrale, viene inte-grato da un monitoraggio ad alta frequenza – ora-rio – tramite strumentazione automatica instal-lata su 40 stazioni (rete automatica della piezo-metria), al fine di avere informazioni di dettagliosulle oscillazioni di livello delle falde e ottenereinformazioni in tempo reale anche nei periodidell’anno critici per la siccità, quello estivo etardo autunnale.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011228
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STATO
Nitrati in acque sotterranee
DescrizioneLa concentrazione nelle acque sotterranee dell’a-zoto nitrico dipende dall’entità delle pressioni an -tropiche sia di tipo diffuso, come l’uso di fertiliz-zanti azotati in agricoltura o lo smaltimento direflui zootecnici, sia di tipo puntuale, come le po -tenziali perdite da reti fognarie, ma anche gli sca-richi puntuali di reflui urbani e industriali. Lapresenza di nitrati nelle acque sotterranee, masoprattutto la loro eventuale tendenza all’aumen-to nel tempo costituiscono uno degli aspetti piùpreoccupanti dell’inquinamento delle acque sot-terranee. I nitrati sono infatti ioni molto solubili,difficilmente immobilizzabili dal terreno, cheper colano facilmente nel suolo raggiungendo,quin di, l’acquifero.Il limite nazionale sulla presenza di nitrati nelleacque sotterranee, ribadito nel recente DLgs30/2009 di recepimento delle Direttive europee2000/60/CE e 2006/118/CE di modifica del DLgs
152/2006, è pari a 50 mg/l, coincidente con il limi-te delle acque potabili (DLgs 31/01).
ScopoIndividuare le acque sotterranee maggiormentecompromesse dal punto di vista qualitativo, percause antropiche. La concentrazione di nitrati èuno dei principali parametri per la definizionedella classe di stato chimico delle acque sotterra-nee, che si riflette poi sullo stato ambientale com-plessivo della risorsa. È un indicatore importanteanche per individuare e indirizzare le azioni dirisanamento da adottare attraverso gli strumentidi pianificazione della risorsa idrica e consente,poi, di monitorare gli effetti di tali azioni, al fine diverificarne il perseguimento degli obiettivi di qua-lità ambientale. È utile, inoltre, per orientare eottimizzare nel tempo i programmi di monitorag-gio dei corpi idrici sotterranei.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Nitrati in acque sotterranee DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 229
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Grafici e tabelle
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenninicheConoidi montane e sabbie gialleConoidi alluvionali appenniniche
Freatico di pianuraPianura alluvionale appenninica - confinato superiore
Transizione pianura app.-padana - confinato superiorePianura alluvionale padana - confinato superiore
Pianura alluvionale costiera - confinatoPianura alluvionale - confinato inferiore
Totale acquiferi Emilia-Romagna
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<10 mg/l 10-25 mg/l 25-40 mg/l 40-50 mg/l 50-80 mg/l >80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.1: Presenza di nitrati nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011230
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.2: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici freatici di pianura (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 231
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.3: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici montani, liberi e confinatisuperiori (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011232
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.4: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici di conoide liberi e confinatiinferiori (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 233
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0% 20% 40% 60% 80% 100%
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero
Tidone-Luretta-Nure-superiore
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore
Arda-libero (*)
Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore
Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero
Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore
Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore
Crostolo-Tresinaro-libero
Crostolo-Tresinaro-superiore
Crostolo-Tresinaro-inferiore
Secchia-Tiepido-Panaro-libero
Secchia-Tiepido-Panaro-superiore
Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<10 mg/l 10-25 mg/l 25-40 mg/l 40-50 mg/l 50-80 mg/l >80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.5: Presenza di nitrati nelle conoidi alluvionali occidentali (2011)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Conoidi montane e sabbie gialle orientali (*)
Samoggia-Reno-Lavino-libero
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore
Savena-Zena-Idice-libero (*)
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore
Sillaro-Santerno-libero
Sillaro-Sellustra-Santerno-superiore
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore
Senio-Lamone-libero
Senio-Lamone-superiore
Senio-Lamone-inferiore (*)
Montone-Rabbi-Ronco-libero (*)
Ronco-Montone-superiore
Ronco-Montone-inferiore (*)
Savio-libero (*)
Savio-superiore
Savio-inferiore (*)
Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore
Marecchia-libero
Marecchia-superiore
Conca-libero
Conca-superiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<10 mg/l 10-25 mg/l 25-40 mg/l 40-50 mg/l 50-80 mg/l >80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.6: Presenza di nitrati nelle conoidi alluvionali orientali (2011)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011234
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Il monitoraggio delle acque sotterranee effettuatonel 2011 ha riguardato tutti i corpi idrici sotterra-nei, compresi quelli confinati inferiori di pianura equelli montani; per questi ultimi si tratta del primomonitoraggio, essendo la rete di monitoraggio deicorpi idrici montani di nuova istituzione.Nel 2011 i nitrati sono stati determinati su 530stazioni di monitoraggio; di queste l’89,4% ha unaconcentrazione media al di sotto del limite dei 50mg/l, mentre le restanti 6,4% e 4,2% sono rispet-tivamente comprese nella classe 50-80 mg/l e inquella maggiore di 80 mg/l. Le stazioni con eleva-te concentrazioni, oltre i limiti di legge, sono ubi-cate nelle conoidi alluvionali appenniniche(18,3%), nelle conoidi montane (15,4%) e negliacquiferi freatici di pianura (26,4%). Non sonopresenti, invece, stazioni con concentrazioni si -gnificative di nitrati nei corpi idrici montani e inquelli di pianura alluvionale appenninica e padanaconfinato superiore. Questi corpi idrici sotterraneirisultano meno vulnerabili all’inquinamento,caratterizzati da acque mediamente più antiche eda condizioni chimico-fisiche prevalentementeriducenti, dove i composti di azoto si ritrovanonaturalmente nella forma di ione ammonio.Gli acquiferi freatici di pianura sono, al contrario,caratterizzati da elevata vulnerabilità, avendo
spessore medio di circa 10-15 m ed essendo inrelazione diretta con i corsi d’acqua e canali super-ficiali per tutta la pianura, oltre che con il marenella zona costiera. Anche le aree di conoide allu-vionale sono caratterizzate da elevata vulnerabili-tà, sono infatti la sede di ricarica diretta degliacquiferi più profondi e le condizioni chimico-fisi-che sono prevalentemente ossidanti.Nelle conoidi, la presenza di nitrati è stata analiz-zata anche nelle sue 3 porzioni, dove presenti:libera, confinata superiore e confinata inferiore. Lesituazioni di maggiore compromissione sonoquelle di contestuale presenza di nitrati, oltre ilimiti di legge, nelle diverse porzioni, o quandopresente un incremento di concentrazione dallaporzione libera a quelle confinate, in particolarequella inferiore. Le conoidi maggiormente impat-tate dalla presenza di nitrati sono quelle emiliane,tra le quali: Arda (libero), Chiavenna-Arda-Sti ro -ne-Parola (confinato superiore), Stirone-Taro-Par -ma-Baganza-Enza (libero), Crostolo-Tresinato(con finato superiore e inferiore), Secchia-Tiepido-Pa naro (tutte le porzioni di conoide). Tra le conoi-di romagnole si riscontrano superamenti di nitra-ti generalmente nelle porzioni libere, come nel ca -so di Senio-Lamone, Montone-Rabbi-Ronco, Savioe Marecchia.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 235
DescrizioneI composti organoalogenati non sono presenti innatura e sono caratterizzati da tossicità acuta ecronica, e cancerogenicità variabile a seconda deisingoli composti. Il loro utilizzo è di tipo indu-striale e domestico; alcuni di essi si formano anchea seguito del processo di disinfezione delle acquecon cloro.Il limite nazionale sulla presenza di tali compostinelle acque sotterranee, come sommatoria mediaannua, definito dal DLgs 30/09, è pari a 10 μg/l, delquale, seppure è rimasta invariata la concentrazionerispetto alla normativa previgente, sono state modi-ficate le sostanze che concorrono alla sommatoria,rendendo quindi meno agevole effettuare confronticon le versioni precedenti dell’indicatore. Oltre illimite di sommatoria, il DLgs 30/09 ha introdottoanche un limite per ciascuna delle singole sostanzeche concorrono alla sommatoria, che viene riporta-to di seguito tra parentesi: Tricloroetano (0,15 μg/l),Cloruro di vinile (0,5 μg/l), 1,2 Dicloroetano (3 μg/l),Tricloroetilene (1,5 μg/l), Tetracloroetilene (1,1μg/l), Esa cloro bu tadiene (0,15 μg/l). Le sostanze 1,2
Di clo roetilene, Dibromoclorometano e Bromo di clo -ro metano non sono, pertanto, conteggiate nellasom matoria degli organoalogenati.
ScopoIndividua le acque sotterranee maggiormentecompromesse dal punto di vista qualitativo, percause antropiche di origine prevalentemente indu-striale da attività attuali e pregresse.La concentrazione di organoalogenati totali è unodei principali parametri per la definizione dellaclasse di stato chimico delle acque sotterranee,che si riflette poi sullo stato ambientale comples-sivo della risorsa.È un indicatore importante anche per individuaree indirizzare le azioni di risanamento da adottareattraverso gli strumenti di pianificazione e con-sente, poi, di monitorare gli effetti di tali azioni everificarne il perseguimento degli obiettivi. È uti -le, inoltre, per orientare e ottimizzare nel tempo iprogrammi di monitoraggio dei corpi idrici sotter-ranei.
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Organoalogenatiin acque sotterranee
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Organoalogenati in acquesotterranee
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UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011236
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Grafici e tabelle
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche
Conoidi montane e sabbie gialle
Conoidi alluvionali appenniniche
Freatico di pianura
Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore
Transizione pianura app.-padana-confinato superiore
Pianura alluvionale padana-confinato superiore
Pianura alluvionale costiera-confinato
Pianura alluvionale-confinato inferiore
Totale acquiferi Emilia-Romagna
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,15 g/l 0,15-2 g/l 2-7,5 g/l 7,5-10 g/l >10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.7: Presenza di organoalogenati* nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2011)Nota: * sommatoria organoalogenati
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 237
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.8: Concentrazione media annua di organoalogenati nei corpi idrici freatici di pianura (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011238
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.9: Concentrazione media annua di organoalogenati nei corpi idrici montani, liberi e con-finati superiori (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 239
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.10: Concentrazione media annua di organoalogenati nei corpi idrici di conoide liberi econfinati inferiori (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011240
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0% 20% 40% 60% 80% 100%
Conoidi montane e sabbie gialle occidentaliTidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero
Tidone-Luretta-Nure-superioreTidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore
Arda-libero (*)Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superioreStirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero
Taro-Parma-Baganza-Enza-superioreStirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore
Crostolo-Tresinaro-libero (*)Crostolo-Tresinaro-superiore
Crostolo-Tresinaro-inferioreSecchia-Tiepido-Panaro-libero
Secchia-Tiepido-Panaro-superioreSecchia-Tiepido-Panaro-inferiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,15 g/l 0,15-2 g/l 2-7,5 g/l 7,5-10 g/l >10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.11: Presenza di organoalogenati** nelle conoidi alluvionali occidentali (2011)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
** sommatoria organoalogenati
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Conoidi montane e sabbie gialle orientali (*)Samoggia-Reno-Lavino-libero
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore (*)Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superioreAposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore
Sillaro-Santerno-liberoSillaro-Sellustra-Santerno-superiore (*)
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferioreSenio-Lamone-libero
Senio-Lamone-superioreSenio-Lamone-inferiore (*)
Montone-Rabbi-Ronco-libero (*)Ronco-Montone-superiore
Ronco-Montone-inferiore (*)Savio-libero (*)
Savio-superioreSavio-inferiore (*)
Pisciatello-Rubicone-Uso-superioreMarecchia-libero
Marecchia-superioreConca-libero
Conca-superiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,15 g/l 0,15-2 g/l 2-7,5 g/l 7,5-10 g/l >10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.12: Presenza di organoalogenati** nelle conoidi alluvionali orientali (2011)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
** sommatoria organoalogenati
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 241
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Nel 2011 la sommatoria degli organoalogenati èstata determinata su 411 stazioni di monitorag-gio; di queste il 98,1% ha una concentrazioneme dia al di sotto del limite dei 10 μg/l, mentre lerestanti 1,9% presentano concentrazioni oltre illimite di legge. In ogni caso, il 79,8% delle sta-zioni ha una concentrazione di organoalogenatiin feriore a 0,15 μg/l.Le stazioni con sommatoria di organoalogenatioltre i limiti di legge sono tutte ubicate nelle co -noidi alluvionali appenniniche: quelle maggior-mente impattate sono: Secchia-Tiepido-Pana ro eReno-Lavino.Non sono presenti, infatti, stazioni con concen-trazioni significative nelle aree montane e dipianura alluvionale, sia appenninica che padana-confinato superiore. Questi corpi idrici sotterra-nei risultano meno vulnerabili all’inquinamentoe caratterizzati da acque mediamente più anti-
che rispetto ai corpi idrici di conoide e a quellifreatici.Questi ultimi sono caratterizzati da elevata vul-nerabilità e, pur non presentando situazioni dicri ticità come sommatoria di organoalogenati,presentano, in 2 stazioni su 53, il superamentodel limite per il Triclorometano (Parma). Tutti glialtri superamenti di singoli organoalogenati sonoubicati nelle conoidi alluvionali, oltre a 2 stazio-ni che ricadono in pianura alluvionale padana-confinato superiore, al limite con la conoide delTrebbia-Nure. La contaminazione da organoalo-genati, sia come sommatoria che come singolicomposti, riguarda prevalentemente le conoidi li -bere e confinate superiori, meno quelle confinateinferiori, a esclusione del modenese (Secchia),per Triclorometano e Tetracloroetilene, e del bo -lognese (Savena e Idice), per Tricloroetilene e Tri -clorometano.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011242
DescrizioneI fitofarmaci non sono presenti in natura e fanno partedell’elenco delle sostanze pericolose da monitorarecon particolare attenzione. Si fa uso di queste sostan-ze in agricoltura, come ad esempio erbicidi e insetti-cidi, in diversi periodi dell’anno a seconda della coltu-ra. Risultano quindi essere distribuiti sul terrenoagrario, rappresentando una fonte diffusa.La presenza media annua dei fitofarmaci, definita nelDLgs 30/09 che recepisce la Direttiva 2006/118/CE,non deve superare 0,5 μg/l come sommatoria totale e0,1 μg/l come singolo principio attivo.I fitofarmaci analizzati nel monitoraggio 2011 sono73, riportati in tabella (con limiti di rilevabilità pari a0,01 μg/l e 0,05 μg/l in funzione della sostanza analiz-zata) e individuati sulla base delle pressioni antropi-che e delle caratteristiche chimiche e chemiodinami-che della sostanza.Per la determinazione della sommatoria, come indi-
cato dalla normativa, sono stati considerati i soli valo-ri di concentrazione superiori al limite di quantifica-zione della metodica analitica.
ScopoIndividuare le acque sotterranee maggiormentecompromesse dal punto di vista qualitativo per causeantropiche legate al settore agricolo. La concentra-zione di fitofarmaci è uno dei parametri per la defi-nizione della classe di stato chimico delle acque sot-terranee, che si riflette poi sullo stato ambientalecomplessivo della risorsa. È un indicatore importan-te anche per individuare e indirizzare le azioni dirisanamento da adottare attraverso gli strumenti dipianificazione e consente, poi, di monitorare gli ef -fetti di tali azioni e verificarne il perseguimento degliobiettivi. È utile, inoltre, per orientare e ottimizzarenel tempo i programmi di monitoraggio dei corpiidrici sotterranei.
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Fitofarmaci in acque sotterranee
2,4 D DDD(o,p) Metidation3,4 dicloroanilina DDD(p,p) MetobromuronAcetamiprid Diazinone MetolachlorAcetoc Dicloran MetribuzinAclonifen Diclorvos MolinateAlachlor Dimetenamide-P OxadiazonAtrazina Dimetoato Paration-etileAtrazina Desetil Diuron PenconazoloAtrazina Desisopropil (met) Endosulfan Alfa PendimethalinAzinfos-metile Endosulfan Beta PetoxamideAzoxystrobin Etofumesate PyrimethanilBenfluralin Fenitrotion PirimicarbBensulfuronmetile Flufenacet ProcimidoneBentazone Fosalone PropachlorBuprofezin Imidacloprid PropanilCarbofuran Isoproturon PropazinaCiprodinil Lenacil PropiconazoloClorantraniliprolo (DPX E-2Y45) Lindano (HCH Gamma) PropizamideClorfenvinfos Linuron SimazinaCloridazon-iso Malation TerbutilazinaClorpirifos-etile MCPA Terbutilazina DesetilClorpirifos-metile Mecoprop TiobencarbClortoluron Metalaxil TrifluralinDDT(o,p) MetamitronDDT(p,p) Metazaclor
Elenco dei fitofarmaci ricercati nei campioni di acque sotterranee (2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 243
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Fitofarmaci in acque sotter-ranee
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UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Grafici e tabelle
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche
Conoidi montane e sabbie gialle
Conoidi alluvionali appenniniche
Freatico di pianura
Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore
Transizione pianura app.-padana-confinato superiore
Pianura alluvionale padana-confinato superiore
Pianura alluvionale costiera-confinato
Pianura alluvionale-confinato inferiore
Totale acquiferi Emilia-Romagna
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,001 g/l 0,001-0,1 g/l 0,1-0,25 g/l 0,25-0,5 g/l >0,5 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.13: Presenza di fitofarmaci* nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2011)Nota: (*) sommatoria fitofarmaci
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011244
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.14: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici freatici di pianura (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 245
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.15: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici montani, liberi e confi-nati superiori (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011246
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.16: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici di conoide liberi e confi-nati inferiori (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 247
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Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero
Tidone-Luretta-Nure-superiore (*)
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali
Arda-libero (*)
Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore (*)
Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero
Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore
Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore
Crostolo-Tresinaro-superiore
Crostolo-Tresinaro-inferiore (*)
Secchia-Tiepido-Panaro-libero
Secchia-Tiepido-Panaro-superiore
Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,001 g/l 0,001-0,1 g/l 0,1-0,25 g/l 0,25-0,5 g/l >0,5 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.17: Presenza di fitofarmaci** nelle conoidi alluvionali occidentali (2011)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
** sommatoria fitofarmaci
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Samoggia-Reno-Lavino-libero
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore (*)
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore
Aposa-Savena-Zena_Idice-Quaderna-superiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore
Sillaro-Santerno-libero (*)
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore (*)
Senio-Lamone-libero
Senio-Lamone-superiore
Senio-Lamone-inferiore (*)
Montone-Rabbi-Ronco-libero (*)
Ronco-Montone-superiore (*)
Ronco-Montone-inferiore (*)
Savio-Superiore
Savio-inferiore (*)
Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore (*)
Marecchia-libero
Marecchia-superiore
Conca-libero (*)
Conca-superiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,001 g/l 0,001-0,1 g/l 0,1-0,25 g/l 0,25-0,5 g/l >0,5 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.18: Presenza di fitofarmaci** nelle conoidi alluvionali orientali (2011)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
** sommatoria fitofarmaci
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011248
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Nel 2011 la presenza di fitofarmaci è stata verifica-ta attraverso determinazioni analitiche di 73 princi-pi attivi su 305 stazioni di monitoraggio; di questeil 98% ha una concentrazione, come sommatoriatotale, inferiore al limite di 0,5 μg/l, mentre lerestanti 2% presentano concentrazioni oltre il limi-te di legge. In ogni caso, nell’88,9% delle stazioninon è stata riscontrata la presenza di nessuno deiprincipi attivi ricercati (ovvero sono inferiori al re -la tivo limite di quantificazione).Le stazioni in cui i fitofarmaci non sono stati ri -scontrati, oppure le concentrazioni non sono signi-ficative, sono ubicate nelle aree montane, di conoi-de e di pianura alluvionale appenninica e padana,caratterizzate da minore pressione antropica leprime e minore vulnerabilità all’inquinamento daqueste sostanze, le restanti, come peraltro già evi-denziato nei precedenti monitoraggi ambientali.Le stazioni, invece, con concentrazioni di somma-
toria di fitofarmaci oltre i limiti di legge, sono ubi-cate: una in Pianura alluvionale appenninica (pro-vincia di FC) e tutte le restanti negli acquiferi frea-tici di pianura, che sono caratterizzati da elevatavulnerabilità e, nonostante solo il 9,6% delle sta-zioni di monitoraggio, sulle 52 totali, superino illimite di legge, il 28,9% evidenzia presenza di fito-farmaci a concentrazioni variabili, mentre è assen-te nel restante 61,5%. Le stazioni con concentra-zioni elevate di sommatoria di fitofarmaci sonoubicate nelle province di Parma, Bologna, Ferrarae Ravenna. Ciò vale anche per i superamenti dellesingole sostanze attive, pari a 9 stazioni, dove sonostate ritrovate le seguenti sostanze, a concentrazio-ni superiori a 0,1 μg/l, nella provincia indicata traparentesi: Ace to chlor (BO, FC), Azoxystrobin (BO),Benta zone (FE), Ciprodinil (RA), Imida clo prid(RA), Me to lachlor (PR), Terbutilazina (BO, PR),Terbu ti la zina Desetil (PR).
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 249
DescrizioneIl livello delle acque sotterranee rappresenta la som-matoria degli effetti antropici e naturali sul sistemaidrico sotterraneo in termini quantitativi, ovveroprelievo di acque e ricarica delle falde medesime.Il livello delle falde misurato durante le attività dimonitoraggio può essere poi restituito rispetto allivello medio del mare (quota assoluta tramitepiano quotato) e viene definito piezometria, oppurepuò essere riferito alla quota del piano campagnalocale (quota relativa), in tal caso si definisce sog-giacenza, che ha valori positivi crescenti verso ilbasso, dal piano campagna fino al pelo libero del-l’acqua. La piezometria viene utilizzata per calcola-re le linee di deflusso delle acque sotterranee e irelativi gradienti idraulici, essendo a tutti gli effettiuna superficie equipotenziale reale nel caso diacquiferi liberi, mentre per gli acquiferi confinatirappresenta una superficie ideale di uguale pressio-ne dell’acqua. La soggiacenza viene spesso utilizza-ta per le applicazioni di campo, essendo riferita alpiano locale, e, come per la piezometria, rappresen-ta un dato reale nel caso di acquiferi liberi, mentreper gli acquiferi confinati diventa reale solo quandoviene perforato l’acquitardo al tetto dell’acquiferoconfinato. Dai valori di livello delle acque sotterra-
nee, si possono poi calcolare le tendenze nel tempo(trend) con le quali è possibile valutare le variazio-ni medie annue dei livelli delle falde, a supportodella definizione dello stato quantitativo delle acquesotterranee.
ScopoEvidenziare le zone del territorio sulle quali insisteuna criticità ambientale di tipo quantitativo, ovverole zone nelle quali la disponibilità delle risorse idri-che sotterranee è minacciata dal regime dei prelievie/o dall’alterazione della capacità di ricarica naturaledegli acquiferi. È utile, quindi, a supportare la defi-nizione dello stato quantitativo dei corpi idrici e con-testualmente a indirizzare le azioni di risanamento,al fine di migliorare la compatibilità ambientale delleattività antropiche, da adottare attraverso gli stru-menti di pianificazione. È utilizzato, di conseguenza,per consentire il monitoraggio degli effetti delleazioni di risanamento e verificare periodicamente ilperseguimento degli obiettivi ambientali previsti peri corpi idrici sotterranei. La variazione del livellodelle falde nel tempo è utile, anche, per orientare eottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggiodei corpi idrici sotterranei. A
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Livello delle acque sotterranee
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Livello delle acque sotterra-nee
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UNITÀ DI MISURA Metri FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011250
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.19: Soggiacenza media annua nei corpi idrici freatici di pianura (2010)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 251
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.20: Piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2010)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011252
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.21: Soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2010)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 253
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.22: Piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati inferiori (2010)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011254
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.23: Soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati inferiori (2010)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 255
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I dati utilizzati per le elaborazioni sono relativi allemisure di livello sia manuali, effettuate con fre-quenza semestrale, sia quelle della rete automati-ca della piezometria, che avvengono su un nume-ro ridotto di stazioni dei corpi idrici profondi, confrequenza oraria. Di queste ultime è stato comun-que calcolato il dato medio annuo per renderloconfrontabile con le misure manuali.Il livello delle acque sotterranee dei corpi idricifreatici dipende oltre che dalle precipitazioni, chesu questo corpo idrico costituiscono una parterilevante della ricarica diretta, anche dal rapportocon i corsi d’acqua superficiali, che possono inalcuni periodi dell’anno essere alimentanti in altridrenanti in funzione delle quote relative tra alveoe corpo idrico sotterraneo, e infine dal regime deiprelievi. La distribuzione media annua di soggia-cenza evidenzia che il 96,3% delle 52 stazioni dimonitoraggio ha un valore inferiore ai 4 metri esolo 4 stazioni hanno un valore di soggiacenzamedia da 4 a 8 metri, ubicate nelle province diRavenna, Forli-Cesena e Piacenza.Le carte di piezometria e relativa soggiacenza deicorpi idrici più profondi della pianura sono stateelaborate spazializzando i dati medi annuali pun-tuali relativi sia ai corpi idrici di conoide libera,confinata superiore e di pianure alluvionali con-finate superiori, sia di quelli sottostanti e piùprofondi che, oltre le conoidi libere, contempla-no le conoidi confinate inferiori e le pianurealluvionali confinate inferiori. Questa diversaelaborazione rispetto al passato, determinatadalla nuova individuazione dei corpi idrici anchecon la profondità, non permette il confrontodiretto con le elaborazioni precedenti; permette
però di cogliere meglio gli effetti dei prelievi e/odel regime di ricarica naturale alle diverse pro-fondità della pianura.La distribuzione della piezometria evidenzia ilcaratteristico andamento del livello delle acquesotterranee, con valori elevati nelle zone di mar-gine appenninico – nel parmense si riscontrano iva lori più alti –, che si attenuano poi passandodalle conoidi libere, che rappresentano la zona diricarica diretta delle acque sotterranee profondeda parte dei corsi d’acqua, alle zone di pianuraalluvionale, fino ad arrivare a quote negative(entro i -5 m) nella zona costiera. Questo anda-mento generale, con gradienti piezometrici diffe-renti, più elevati nelle zone delle conoidi emilianerispetto a quelle romagnole, è interrotto dallaconoide Reno-Lavino, che presenta in prossimitàdel margine appenninico valori di piezometrianegativi, anche nella porzione libera di conoide,raggiungendo valori fino a -10 m. Questa depres-sione piezometrica si amplia arealmente con laprofondità, ovvero negli acquiferi liberi e confina-ti inferiori. Ciò costituisce l’impatto, ancora oggimolto evidente, prodotto dai consistenti prelievieffettuati negli anni 50-60 del secolo scorso nellaconoide medesima. In questo caso, la soggiacenzaraggiunge valori di circa 60-65 m dal piano cam-pagna, evidenziando uno spessore di acquiferoinsaturo rilevante sottostante l’alveo del fiumeReno. La distribuzione della soggiacenza eviden-zia situazioni molto meno accentuate rispetto aquella del Reno anche in altre conoidi, come adesempio nel Trebbia, Taro, Secchia, Panaro, e inalcune conoidi romagnole, frutto di prelievi per idiversi usi della risorsa.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011256
DescrizioneLa subsidenza è un fenomeno di abbassamentodella superficie terrestre che può essere determi-nato sia da cause naturali (evoluzione della crostaterrestre, costipamento dei sedimenti), che antro-piche. La pianura emiliano-romagnola è caratte-rizzata da un fenomeno di subsidenza naturale, alquale si sovrappone, in diverse aree, un abbassa-mento del suolo di origine antropica, legato prin-cipalmente a eccessivi emungimenti di acque sot-terranee e, in misura minore e arealmente più
limitata, all’estrazione di gas da formazioni geolo-giche profonde. L’entità degli abbassamenti dovutia cause naturali è dell’ordine di alcuni millime-tri/anno, mentre la subsidenza antropica può pre-sentare velocità di abbassamento del suolo moltopiù elevate, variando considerevolmente a secondadelle zone.
ScopoEvidenziare i movimenti verticali del suolo.
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Subsidenza
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Subsidenza DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Millimetri/anno FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1992-2000 2002-2006
AGGIORNAMENTODATI
Quinquennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/99
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 257
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.24: Carta delle velocità di movimento verticale del suolo nel periodo 1992-2000
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011258
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.25: Carta delle velocità di movimento verticale del suolo nel periodo 2002-2006
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 259
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I risultati delle attività di monitoraggio avviate nel 2004 sono stati consegnati ai committenti(Re gione Emilia-Romagna e Provincia di Bologna) nel 2007. Il lavoro ha avuto come princi-pale obiettivo la realizzazione di un quadro conoscitivo, da un punto di vista geometrico, sul-l’andamento del fenomeno della subsidenza, relativamente all’intero territorio di pianuradella regione, circa 11.000 km2. L’indagine costituisce l’aggiornamento del primo rilievodella Rete regionale di controllo della subsidenza. Come è noto tale rilievo (1999) permisedi realizzare la prima carta regionale a cur ve isocinetiche, utilizzando circa un migliaio dicapisaldi di livellazione storici su un totale di oltre 2.300 capisaldi che costituivano la retedi livellazione. L’aggiornamento al 2006 di quella prima carta è stato realizzato affiancan-do al metodo classico della livellazione geometrica di alta precisione il metodo satellitare del-l’analisi interferometrica di dati radar con tecnica PSInSARTM. Il metodo satellitare risulta par-ticolarmente efficace per la valutazione dei movimenti verticali del suolo, se si può disporredi un congruo dataset di punti a terra in funzione di riferimento e controllo del dato radar. Atal fine nel 2005 è stata realizzata la misura di una rete di livellazione – sottoinsieme dellaRete regionale – di circa 1.000 km di sviluppo con oltre 1.000 capisaldi. Nel 2006-07 èstata realizzata l’analisi interferometrica e sono state compiute le operazioni necessarie perla validazione e la messa a punto dei dati radar, al fine di un loro concreto utilizzo per laredazione della nuova carta delle velocità di movimento verticale del suolo nel periodo 2002-2006. Con le stesse modalità è stata realizzata anche una carta delle velocità di movimen-to verticale del suolo relativa al periodo 1992-2000, in modo da riuscire a valutare i cam-biamenti intervenuti nel periodo più recente con più precisione e coerenza rispetto ai risulta-ti già evidenziati dalla carta prodotta nel 1999, che, come già allora si sottolineava, pre-sentava forti disomogeneità spaziali e temporali.
Box 1 - Aggiornamento dei dati della Rete regionale di monito-raggio della subsidenza
I risultati ottenuti, per la prima volta, fornisconoun quadro sinottico di dettaglio del fenomenodella subsidenza a scala regionale. In particolare,sulla base della disponibilità dei dati satellitari,sono state realizzate, come si diceva, due diversecartografie a curve isocinetiche. La prima, relativaal periodo 1992-2000, fa riferimento all’elabora-zione dei dati provenienti da due satellitidell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ERS1 eERS2, e si basa sulle velocità di movimento relati-ve a circa 160.000 punti. La seconda, riguardanteil periodo più recente 2002-2006, fa riferimentoall’elaborazione dei dati provenienti dai satellitiENVISAT (ESA) e RADARSAT (Agenzia SpazialeCanadese) e si basa sulle velocità di movimentorelative a circa 140.000 punti.L’utilizzo del metodo satellitare ha, quindi, per-messo di acquisire un’informazione molto più dif-fusa e capillare rispetto al rilievo terrestre: unnumero di punti di ben due ordini di grandezzasuperiore al numero dei capisaldi di livellazionesui quali poteva contare la precedente cartografia.Dall’osservazione dei risultati ottenuti si evidenzia,nel periodo più recente (2002-2006), una sostan-ziale assenza del fenomeno nelle province di
Piacenza e Parma, una riduzione degli abbassa-menti per le province di Reggio Emilia e Modena,soprattutto per quanto riguarda i capoluoghi ora inbuona parte esenti da movimenti significativi,mentre alcune aree di media pianura di tali provin-ce, tra cui Correggio, Carpi e Ravarino, continuanoa essere interessate da abbassamenti medi intornoa 10 mm/anno. Valori decisamente superiori carat-terizzano una vasta area della provincia di Bologna,con abbassamenti medi intorno a 20 mm/anno,sebbene si registri, in generale, un notevole miglio-ramento rispetto agli anni 90. Altre criticità giànote si evidenziano nell’area tra Faenza e Cotignolae a nord di Savignano sul Rubicone, con valoricompresi tra 10 e 20 mm/anno. Il territorio ferra-rese presenta, in generale, movimenti molto picco-li, con una progressiva accentuazione, approssi-mandosi all’area deltizia con valori tra 5 e 10 mm/anno. Per il litorale, infine, non sembrano essercivariazioni significative rispetto al periodo prece-dente: a fronte di qualche leggero miglioramentolocale si evidenzia anche qualche peggioramento,per cui, in sostanza, questo delicato paraggio con-tinua a perdere mediamente poco meno di 1 cm diquota all’anno.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
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Riferimenti
� Autori
Donatella FERRI (1), Marco MARCACCIO (1), Flavio BONSIGNORE (1), Andrea CHAHOUD (1)
(1) ARPA DIREZIONE TECNICA
� Bibliografia
1. Decreto Legislativo n. 30 del 16 marzo 2009. Attuazione della Direttiva 2006/118/CE, relativa allaprotezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento. Pubblicato nella Gaz -zetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2009
2. Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 2135 del 2 novembre 2004, Rete di monitoraggio delleacque sotterranee della Regione Emilia-Romagna e integrazioni riguardanti le reti di controllo delleacque superficiali
3. Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 350 del 8/02/2010, Approvazione delle attività della RegioneEmilia-Romagna riguardanti l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai fini della redazione e ado-zione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici Padano, Appennino settentrionale e Appennino cen-trale. http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/piani%20di%20gestione
4. Direttiva 2000/60/CE - Water Framework Directive (WFD). Directive of the European Parliament andof the Council of 23 October 2000 establishing a framework for Community action in the field of wa -ter policy, OJ L327, 22 Dec 2000, pp 1-73
5. Direttiva 2006/118/CE, GroundWater Daughter Directive (GWDD). Directive of the European Par -liament and of the Council of 12 December 2006 on the protection of groundwater against pollutionand deterioration, OJ L372, 27 Dec 2006, pp 19-31
6. European Commission. Guidance on groundwater status and trend assessment, guidance documentno 18. Technical Report 2009, ISBN 978-92-79-11374-1 European Communities, Luxembourg, 2009
7. Regione Emilia-Romagna, Arpa Emilia-Romagna, 2005. Le caratteristiche degli acquiferi dell’Emilia-Ro -magna - Report 2003. A cura di A. Fava, M. Farina, M. Marcaccio. Rapporto tecnico Arpa Emilia-Romagna,Scandiano (RE). 244 pp. http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=553&idlivello=234
� Sitografia
1. http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/Acqua/generale_679.asp2. http://www.arpa.emr.it/subsidenza/index.asp?idlivello=1414
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 264
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 264
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 264
Indicatori
Determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 267
Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 285
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 293
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 315
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 333
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 336
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 336
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 336
INDICE
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263Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
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� Uso prevalente in essere Acque, Provincia 2008 267del territorio delle province costiere Suolo
� Densità turistico ricettiva costiera Aria, Suolo, Provincia 2001-2011 270Rifiuti
� Densità residenziale costiera Acque, Provincia 2004-2011 276Aria, Suolo,
Rifiuti
� Densità turistica costiera Acque, Provincia 2004-2011 278Aria, Suolo,
Rifiuti
� Densità abitativa costiera Acque, Provincia 2007-2011 281Aria, Suolo,
Rifiuti
� Inquinanti sversati per bacino Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 164)
� Carichi di inquinanti pericolosi Acque, Bacino Stime 285Natura e idrografico al 2008-2011
biodiversità
� Classificazione delle acque Acque, Regione 2008-2011 293di balneazione Suolo, Rifiuti
� Indice trofico TRIX Acque, Regione 1996-2011 298Natura e
biodiversità
� Concentrazione di fosforo Acque Regione 1983-2011 302
� Concentrazione di azoto Acque Regione 1982-2011 305
� Concentrazione di sostanze pericolose Acque, Regione 2007-2011 310nei sedimenti (cadmio, piombo, cromo, nichel, Natura e arsenico, mercurio, PCB’s, DD’s, IPA) biodiversità
� Indice di torbidità TRBIX Acque, Regione 2011 315Natura e
biodiversità
� Presenze microalgali Acque, Regione 2007-2011 318Natura e
biodiversità
� Macroinvertebrati bentonici Acque, Regione 2011 322Natura e
biodiversità
� Ossigeno sul fondo, aree di anossia Acque, Regione 1998-2011 325Natura e
biodiversità
� Concentrazione di clorofilla “a” Acque, Regione 2007-2011 329Natura e
biodiversità
� Zone permanentemente Acque, Provincia 2011 333e/o temporaneamente balneabili Suolo
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici
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Introduzione
Trend tendenti alla diminuzione negli ultimi 20 anni delle concentrazioni delle componentifosfatiche. Aumento invece delle componenti azotate.
Trend in aumento delle concentrazioni di Clorofilla “a” in tutte le aree della costa.
Trend delle condizioni qualitative ambientali degli ultimi anni senza marcate variazioni. Lavariabilità è strettamente legata alle fluttuazioni meteoclimatiche.
La situazione qualitativa delle acque marino costiere presenta elementi di criticità lega-ti allo sviluppo di fenomeni eutrofici che, seppure con intensità e persistenza ridotterispetto agli anni 70 e 80, sviluppano stati distrofici. Il trend delle condizioni troficheè in aumento. É necessario perseguire le azioni di risanamento (riduzione carichi N eP) a scala di bacino.
� Messaggio chiave
L’introduzione delle recenti normative, che hannosostituito gli Allegati tecnici del DLgs 152/06,hanno imposto una nuovo approccio conoscitivosempre più ecosistemico.Non viene, quindi, valutato solo il TRIX, ma anchegli elementi, sia chimici sia biologici, che nel loroinsieme determinano lo stato ambientale del corpoidrico. Nel 2011, per le acque marino costieredell’Emilia-Romagna, si segnala il manifestarsi difenomeni eutrofici causati dagli apporti di sostanzenutritive (forme di P e N), trasportate a mare a
seguito delle precipitazioni che hanno dilavato sia ibacini padani, che costieri, in associazione con pe -culiari condizioni meteo-marine. Anche nel 2011 sisono verificati casi di ipossia/anossia negli stratiprofondi. Si segnala un trend in aumento delleforme azotate trasportate a mare dai bacini costierie un abbassamento dell’ortofosfato. Il raggiungi-mento e mantenimento dell’obiettivo “Buono” perl’indice trofico TRIX, nei tempi richiesti dalla nor-mativa, necessita di un ulteriore sforzo indirizzatoall’abbattimento dei carichi di nutrienti.
� Sintesi
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
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� Quadro generale
L’attività trentennale di controllo e monitoraggiodelle acque marino costiere dell’Emilia-Romagnaha permesso di conoscere non solo l’evoluzionedello stato qualitativo, ma anche l’efficacia delleazioni di risanamento mirate alla mitigazione delfenomeno eutrofizzazione. Detto fenomeno rap-presenta, a tutt’oggi, il principale problemaambientale dell’Adriatico nord-occidentale. Leacque costiere sono il recettore finale di un com-plesso sistema idrografico. I settori produttivi,comprendenti l’agrozootecnia e il settore civile,rappresentano le principali fonti di generazionedei nutrienti. La lettura dei diversi indicatori sele-zionati deve essere comunque fatta in un contestopiù ampio, in quanto deve essere necessariamenteconsiderato l’insieme dei fattori morfologici, idro-grafici, biologici e meteoclimatici. Oltre alla quan-tità e qualità degli apporti di nutrienti (azoto e
fosforo in particolare), sono da valutare la scarsaprofondità del l’Adriatico settentrionale, la confor-mazione della linea di costa, la scarsa idrodinami-cità (soprattutto nel periodo estivo) e le condizio-ni meteorologiche. Que ste ultime, rappresentatesoprattutto dal vento, dalle correnti, dal motoondoso, possono favorire la risoluzione di stati dis-trofici in atto e, nel contempo, favorire la diluizio-ne e dispersione dei carichi eutrofizzanti prove-nienti dagli apporti fluviali. Al contrario, diffuse epersistenti precipitazioni atmosferiche determina-no un incremento dei carichi di nutrienti veicola-ti a mare e, conseguentemente, favoriscono lo svi-luppo di blooms algali. Le manifestazioni spaziotemporali de gli eventi eutrofici sono molto diver-sificate; in estre ma sintesi si può affermare che,nella zona compresa tra il delta del Po e Ravenna(dighe foranee del porto), i processi di fioritura
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 265
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microalgale sono più frequenti e più intensi rispet-to alla parte centrale e meridionale della costa.Anche la distribuzione degli elementi “fertilizzanti” edell’indice di biomassa microalgale seguono unmodello con andamento in diminuzione da nord asud, da costa verso il largo e dalla superficie verso ilfondo. La formazione di situazioni anossiche delleacque di fondo è la principale conseguenza dell’eutro-fizzazione, in quanto determina effetti distrofici sugliequilibri degli ecosistemi bentonici, con im pattodiretto sul comparto della pesca e un riflesso negativosul turismo, per lo spiaggiamento di organismi mortie lo sviluppo di odori sgradevoli derivati dai processidi degradazione della sostanza or ganica.Fino al 2007 si è osservata una diminuzione delleconcentrazioni dei nutrienti nelle acque marinocostiere, con conseguente riduzione dei fenomenieutrofici e dei casi di anossia/ipossia, anche in termi-
ni di intensità e durata; purtroppo tale tendenza apartire dal 2008 è cambiata. Dopo un periodo di scar-sa piovosità con conseguente diminuzione delle por-tate fluviali (2003-2007), si è riscontrata nel biennio2008-2009 una significativa ripresa nelle portate.Dalla classificazione trofica effettuata in ottemperan-za alle disposizioni del DLgs 152/99, risulta che leacque marino costiere a partire dal 2007 si sono atte-state nello stato di “Buono-Mediocre” con un valoremedio annuale di TRIX pari a 4,96, riscontrandonegli ultimi anni un trend in lieve miglioramento.Nel 2009 e 2010 il valore medio annuale di TRIX èsalito rispettivamente a 5,78 e 5,98, attribuendo allostato trofico delle acque marino costiere il giudizio“Sufficiente” in base a quanto previsto dal DLgs152/06 e DM 260/10. Nel 2011 si è mantenuto il giu-dizio “Sufficiente” con il valore medio/anno delTRIX pari a 5,67.
Con il DLgs 152/06 (che recepisce la Direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente il pre-cedente DLgs 152/99) sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazione dello statodi qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque marino costiere sono previsti numerosinuovi elementi per la definizione dello Stato ecologico e la ricerca di contaminanti inorganicie organici nelle matrici acqua, sedimento e biota per la definizione dello Stato chimico. Con ilDM 56/09 vengono definiti i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici, individuandogli elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico e dello stato chimico.Con il successivo DM 260/10, sono definiti i criteri tecnici per la classificazione dello stato deicorpi idrici superficiali. Tale decreto definisce le modalità per la classificazione dei corpi idricida effettuare al termine del ciclo di monitoraggio.Un altro decreto attuativo del DLgs 152/06, precedente al DM 56/09, è il DM 131/08 recan-te i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici. Tale decreto definisce le metodologieper l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazione), la indi-viduazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti.I criteri per la tipizzazione dei corpi idrici consentono la caratterizzazione delle acque costie-re con valori medi annuali di stabilità verticale, secondo le tre tipologie:
– alta stabilità;– media stabilità;– bassa stabilità.
Tutta la fascia costiera emiliano romagnola ricade nella tipologia “alta stabilità”.Tale tipologia è giustificata non solo dalla formazione di termoclini nel periodo primaveri-le/autunnale, ma anche dalla presenza di aloclini/picnoclini determinati dai cospicui apportidi acque dolci sversate in particolare dal fiume Po.Associando i criteri geomorfologici (costa sabbiosa e pianura alluvionale) con quelli idrologici(alta stabilità), risulta che l’intera fascia costiera dell’Emilia-Romagna appartiene al tipo “E1”(pianura alluvionale).La fase successiva è stata quella di individuare i corpi idrici. I “corpi idrici” sono le unitàa cui fare riferimento per la verifica della conformità con gli obiettivi ambientali definiti nelDLgs 152/06. La corretta identificazione dei corpi idrici è di particolare importanza, in quanto gli obiettiviambientali e le misure necessarie per raggiungerli si applicano in base alle caratteristiche e allecriticità dei singoli “corpi idrici”. L’identificazione deve permettere un’accurata descrizionedello stato degli ecosistemi acquatici, per consentire l’applicazione corretta degli obiettivi am -bientali e il loro perseguimento e raggiungimento come previsto dal DLgs 152/06.
BOX 1 - Implementazione della Direttiva 2000/60/CE alle acque marino costiere
(segue)�
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
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Per le acque marino costiere della regione Emilia-Romagna si individuano 2 corpi idrici (figu-ra sottostante). Il corpo idrico CD1 si estende da Goro (delta Po) a Ravenna con una super-ficie di circa 96 km2 ed è influenzato dagli apporti sversati dal bacino padano e da quellodel fiume Reno. Il corpo idrico CD2 si estende da Ravenna a Cattolica con una superficiepari a 202 km2 e riceve il contributo dei bacini idrografici dei Fiumi Uniti/Savio e delConca/Marecchia.
Al capitolo 12 (pag. 1010) si riporta la descrizione e la rappresentazione cartografica dellarete di monitoraggio delle acque marino costiere istituita ai sensi del DLgs 152/06. Nello schema seguente si riporta un’anagrafica sintetica dei punti di campionamento che costi-tuiscono la nuova rete di monitoraggio delle acque marino costiere della regione Emilia-Ro -magna istituita ai sensi del DLgs 152/06.
I dati ottenuti dall’attività di monitoraggio svolta ai sensi del DLgs 152/06 sono integrati coni dati chimico-fisici e biologici rilevati nella attività di monitoraggio effettuate per la valuta-zione dello stato trofico delle acque marino costiere (LR 39/78, LR 3/99 e LR 44/95), rela-tivamente a stazioni di campionamento ubicate alla distanza di 10 e 20 km dalla costa. Taleintegrazione consente di analizzare lo stato delle acque marino costiere con una visione piùampia delle informazioni.
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Corpo Idrico 2 (CD2)
Corpo Idrico 1(CD1)
F CF C
R AR A
F EF E
R NR N
RRimini
Ravenna
Cattolica
Comacchio
L. Adr iano
Cesenatico
L. di Volano
P. Gar ibaldi
M. di Ravenna
Casal Bor setti
SAVIO
REN
O
BEVA
NO
LAMONE
MAR
ECCH
IA
BEVANO
/
Figura - Rappresentazione cartografica della suddivisione in corpi idrici delle acque marino costiere
WGS84
Vertici CD1 Goro - Ravenna
Distanza costa km
Profondità fondale m
Latitudine Longitudine
A1 0,5 2,5 44.4786 12.1637 B1 3,0 4,5 44.4789 12.1867 C1 3,0 8,7 44.2985 12.1924 D1 0,5 3,5 44.2984 12.1705
WGS84
Vertici CD2 Ravenna - Cattolica
Distanza costa km
Profondità fondale m
Latitudine
Longitudine
A2 0,5 2,8 44 .2917 12.1711 B2 3,0 8,8 44 .2971 12.1922 C2 3,0 10,5 43 .5969 12.4585 D2 0,5 3,7 43 .5820 12.4494
(continua)
Codice Stazione Località Corpo idrico Lat WGS84 Lon WGS84 Discosta
(km) Prof. (m)
2 Lido di Volano CD1 44.457656 12.155128 0,5 3,9 302 Lido di Volano CD1 44.456876 12.174088 3 6,7 4 Porto Garibaldi CD1 44.396873 12.154228 0,5 3,7 SFBC4 Porto Garibaldi CD1 44.397070 12.155680 1 5 304 Porto Garibaldi CD1 44.396934 12.172888 3 9,1 Tecno Porto Garibaldi CD1 44.420335 12.177028 4,3 10,5 6 Casalborsetti CD1 44.332012 12.174568 0,5 5,2 306 Casalborsetti CD1 44.334052 12.193348 3 10,2 308 Marina di Ravenna CD2 44.288990 12.192627 3 8,1 9 Lido Adriano CD2 44.240749 12.195387 0,5 5,4 SFBC9 Lido Adriano CD2 44.242420 12.194870 1 6 309 Lido Adriano CD2 44.243089 12.213866 3 9,4 AngeCl Foce Bevano CD2 44.234869 12.206426 1,95 7,5 14 Cesenatico CD2 44.127226 12.241524 0,5 3,1 SFBC14 Cesenatico CD2 44.128090 12.244960 1 5 314 Cesenatico CD2 44.132626 12.258444 3 8,3 Copra Cesenatico CD2 44.130347 12.279503 4,9 9,5 17 Rimini CD2 44.046585 12.350548 0,5 4,3 317 Rimini CD2 44.058165 12.359907 3 9,9 19 Cattolica CD2 43.582924 12.444691 0,5 4,1 SFBC19 Cattolica CD2 43.580440 12.445400 2 10,5 319 Cattolica CD2 43.593664 12.455912 3 11 Ass_Cattol Cattolica CD2 43.594684 12.445172 2,7 10,5
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 267
DescrizioneL’antropizzazione del territorio e il suo sfrutta-mento finiscono per condizionare in maniera piùo meno rilevante anche la qualità delle diversematrici ambientali. A seguito del processo diantropizzazione, infatti, l’uso del suolo, secondomodalità più o meno sostenibili, può rappresenta-re un importante fattore di pressione sugli ecosi-stemi; la sua adeguata e precisa conoscenza risul-ta quindi fondamentale, anche ai fini di unamigliore rappresentazione e valutazione della qua-lità delle risorse ambientali.
ScopoLa valutazione dell’uso del territorio costiero con-tribuisce alla individuazione dei fattori che posso-no favorire il manifestarsi di eccessi di carico opressioni sull’ambiente, facilitando even tuali in -terventi correttivi mediante la loro pianificazione.
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Determinanti
DETERMINANTI
Uso prevalente in essere delterritorio delle province costiere
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Uso prevalente in essere del territorio delle provincecostiere
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2008
AGGIORNAMENTODATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/09LR 20/00
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Suddivisione percentuale del territorio in relazione alla tipologia di utilizzo (superfici artificiali, superfici agricole utilizzate, terreniboscati e semi-naturali, zone umide e corpi idrici)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011268
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Determinanti
Grafici e tabelle
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 3C.1: Mappa dell’uso del suolo, province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini (2008)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 269
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Determinanti
4%7%
82%
1%6%
Ferrara
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
3%
72%
11%
11%3%
Ravenna
1%
46%
7%
46%
0%Forlì-Cesena 2%
57%15%
26%
0%Rimini
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 3C.2: Distribuzione percentuale dell’uso del suolo nelle province di Ferrara, Ravenna,Forlì-Cesena, Rimini (2008)
La mappa dell’uso del territorio costiero è stataestratta dal database della Regione Emilia-Roma -gna “Uso del suolo 2008”, che è un aggiornamen-to di quanto già prodotto nel 2003; utilizza comefonte informativa ortofoto “Agea 2008” e come si -ste ma di classificazione il CORINE Land Cover. Il raggruppamento delle categorie relative all’usodel suolo adottato quest’anno è speculare al siste-ma CORINE Land Cover e, pertanto, si limita alcom mento dell’anno in oggetto.Nonostante l’annessione di una vasta area1 (328km2) scarsamente popolata (55 ab/km2) si osservache la provincia, in cui si ha il maggior sfrutta-mento del suolo, è Rimini, ove la categoria “su -perfici artificiali” (comprensive di: zone urbaniz-zate di tipo residenziale, zone industriali, com-merciali e infrastrutturali, zone estrattive, can -tie ri, discariche e terreni artefatti e abbandonati,zone verdi artificiali non agricole) copre il 14,8%dell’intero territorio, mentre nelle altre provincesi attesta su valori più contenuti (RA 10,7%, FE7,4%, FC 7,1%).Per quanto riguarda le “superfici agricole utilizza-
te”, rilevante è la percentuale riscontrata nellapro vincia di Ferrara (81,8%), mentre con ordinede crescente seguono Ravenna (72,1%), Rimini(57,1%) e Forlì-Cesena (45,5%).Al valore più basso dell’uso del suolo per l’agri-coltura della provincia di Forlì-Cesena si contrap-pone la percentuale più elevata dei “territoriboscati e semi-naturali” (46,4%), superiore alleal tre province (Rimini 25,8%, Ravenna 11,2% eFerrara 1,1%).La presenza di “zone umide”nelle province diFerrara (6%) e di Ravenna (3%) è attribuibile allevalli interne, alle acque di transizione e alle salinepresenti nel rispettivo territorio; per quantoriguarda le province di Forlì-Cesena (0,003%) e diRimini (0,048%) i dati evidenziano una estensionemolto limitata.
Nota: 1 La Legge 117 del 3 agosto 2009 ha sancito il distac-co della Comunità montana dell’Alta Valmarecchia dallaregione Marche e il suo accorpamento alla provincia diRimini: dal 1° gennaio 2010 i sette nuovi comuni sono statiintegrati nelle statistiche ufficiali dell’Emilia-Romagna esono, quindi, considerati in questo capitolo
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011270
DescrizioneLa capacità turistica è valutata in termini di nume-ro di strutture ricettive e posti letto per unità disuperficie. Al fine di uniformare diverse fonti (Istat,Ufficio statistico regionale e provinciale), si classifi-cano tre tipologie di strutture ricettive: strutturealberghiere (alberghi e residence), strutture com-plementari1 (campeggi, villaggi turistici, case perferie, ostelli, rifugi, case e appartamenti per vacan-ze a gestione imprenditoriale, agriturismi, countryhouse, bed & breakfast) e alloggi privati gestiti informa non imprenditoriale (non iscritti al REC).Nella presente scheda si considerano solo le strut-ture alberghiere e quelle complementari, poiché glialloggi privati non iscritti al REC non sono inclusinelle statistiche regionali, in analogia a quanto fa
l’Istat a livello nazionale, in quanto la metodologiadi rilevazione non è omogenea per tutte le provincee i dati non sono, quindi, facilmente confrontabili.
ScopoLa conoscenza delle capacità ricettive del territo-rio e della tipologia delle strutture turistico-ricet-tive è strumento importante per prevedere il cari-co antropico potenziale e per predisporre infra-strutture e servizi adeguati alla quantità e qualitàdella presenza turistica.
Nota: 1 Si accorpano le strutture ricettive distinte nella LR16/2004 in strutture ricettive all’aria aperta e strutturericettive extralberghiere, nonché le altre tipologie ricettive,gestite in forma imprenditoriale
DETERMINANTI
Densità turistico ricettiva costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità turistico ricettivacostiera
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. strutture ricettive, n. postiletto/chilometro quadrato
FONTE Regione Emilia-Romagna,Province
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2001-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Aria, Suolo, Rifiuti
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/09LR 16/2004
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Suddivisione delle strutture ricettive turistiche per territorio provincia-le e per tipologia, raffronto con superficie provinciale
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Determinanti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 271
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Determinanti
Grafici e tabelle
2001 1 14 38 25 26 2 62 1682002 1 13 40 26 26 2 88 1962003 1 14 39 26 25 3 111 2192004 1 15 41 27 26 4 171 2852005 1 15 42 24 25 4 194 3052006 1 15 42 26 24 5 202 3152007 1 17 43 21 20 7 212 3212008 1 17 44 19 20 8 241 3502009 1 16 46 21 13 8 254 3592010 1 16 46 20 13 9 265 3702011 1 14 47 18 12 9 278 3792001 0 39 332 131 55 13 1208 17782002 0 42 336 124 49 14 1249 18142003 1 47 338 116 42 18 1256 18182004 1 49 338 115 38 21 1366 19282005 2 52 337 111 36 24 1042 16042006 2 53 341 104 35 27 1090 16522007 2 53 341 104 35 27 902 14642008 3 62 337 94 31 32 960 15192009 4 64 337 87 30 32 1068 16222010 4 69 346 85 26 32 520 10822011 4 71 344 81 26 32 545 11032001 0 24 298 183 84 9 161 7592002 0 30 303 177 73 13 191 7872003 0 30 317 166 68 15 349 9452004 0 32 322 163 63 14 372 9662005 0 32 322 150 63 18 380 9652006 0 36 345 147 64 16 418 10262007 0 37 353 139 60 14 451 10542008 0 37 364 129 49 13 393 9852009 0 36 367 128 47 16 495 10892010 0 36 368 127 48 17 527 11232011 0 37 342 114 39 17 550 10992001 2 94 1069 854 493 60 161 27332002 2 104 1148 771 438 70 182 27152003 2 107 1149 740 392 79 191 26602004 2 112 1140 720 377 93 238 26822005 2 129 1213 643 327 104 285 27032006 2 133 1200 628 306 118 312 26992007 2 134 1182 592 287 110 258 25652008 2 143 1223 533 244 125 274 25442009 2 149 1223 521 239 140 293 25672010 3 148 1228 519 232 145 379 26542011 3 148 1236 513 227 151 405 2683
Strutture complementari Totale
Ferrara
Ravenna
3 Stelle 2 Stelle 1 Stella ResidenceProvincia Anno 5 Stelle 4 Stelle
Forlì- Cesena
Rimini
Fonte: Regione Emilia-Romagna, Province
Tabella 3C.1: Numero di strutture turistico-ricettive (2001-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011272
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0,0
1,0
2,0
3,0
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6,0
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
Strutture alberghiere Strutture complementari
N. s
trut
ture
/km
2
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.3a: Densità delle strutture turistico-ricettive (2006-2011)
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
5 Stelle
4 Stelle
3 Stelle
2 Stelle
1 Stella
Residence
Strutture complementari
N. s
trut
ture
/km
2
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo provincialiFigura 3C.3b: Densità strutture turistico-ricettive distinte per tipologia (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 273
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Determinanti
2001 53 1441 3016 988 591 34 20000 261232002 53 1260 3099 1015 585 34 22263 283092003 53 1415 3120 1010 471 58 21699 278262004 53 1418 3444 1038 466 82 29111 356122005 53 1421 3493 942 464 82 29077 355322006 53 1413 3439 1413 458 122 27870 347682007 53 1605 3215 1185 364 419 26621 334622008 53 1533 3097 1088 360 471 26166 327682009 53 1348 3495 668 229 642 25574 320092010 53 1496 3268 629 233 836 26701 332162011 53 1313 3644 617 223 836 26815 335012001 0 4674 24144 5676 1674 1105 36414 736872002 0 5236 24155 5341 1457 1444 36615 742482003 152 5585 24248 4883 1186 1756 36192 740022004 160 5788 24502 4814 1070 1771 37115 752202005 410 6157 24203 4702 1011 2212 36646 753412006 340 6405 25514 4461 995 2502 36515 767322007 220 6794 25580 4144 957 2637 35346 756782008 276 7361 24321 3998 877 3004 35434 752712009 354 7884 25012 3783 837 3194 36105 771692010 369 8393 25536 3695 826 3228 36741 787882011 409 8731 25191 3560 840 3000 37875 796062001 0 2925 21571 8539 2598 464 22451 585482002 0 3694 22028 8087 2272 641 22755 594772003 0 3718 22991 7377 2115 675 23503 603792004 0 3919 23288 7161 1981 666 24124 611392005 0 3984 23842 6323 1958 926 23274 603072006 0 5027 29677 6663 2110 1302 24452 692312007 0 5396 29972 6082 1832 1121 24584 689872008 0 4852 25466 4996 1379 1001 21946 596402009 0 4799 25590 4954 1274 1174 22002 597932010 0 5596 32902 5529 1435 1402 25070 719342011 0 5615 31672 4946 1298 1361 24376 692682001 379 10815 75091 36305 13587 2332 20008 1585172002 379 12197 82209 33611 12327 2743 19996 1634622003 379 12374 82084 32468 11178 3038 19875 1613962004 379 12934 83260 32814 11156 3458 19712 1637132005 379 14447 88911 28320 9603 3818 21072 1665502006 379 14765 88261 27774 9001 4240 21144 1655642007 379 14925 88123 26994 8740 4100 19501 1627622008 379 16015 91054 23169 7301 4610 19424 1619522009 379 16826 91196 22653 7159 5571 20791 1645752010 504 16844 92273 22751 7047 6026 26068 1715132011 504 16877 92942 22561 6927 6420 26633 172864
ResidenceProvincia Anno 5 Stelle 4 Stelle
Ferrara
Ravenna
Forlì- Cesena
Rimini
Strutture complementari
Totale3 Stelle 2 Stelle 1 Stella
Fonte: Regione Emilia-Romagna, Province
Tabella 3C.2: Numero di posti letto nelle strutture turistico-ricettive (2001-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011274
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Determinanti
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2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Ferrara Ravenna Forli-Cesena Rimini
N. p
osti
lett
o/km
2
In strutture complementari In strutture alberghiere
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.4a: Densità di posti letto nelle strutture turistiche ricettive (2006-2011)
0
20
40
60
80
100
120
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
N. p
osti
lett
o/km
2
5 Stelle
4 Stelle
3 Stelle
2 Stelle
1 Stella
Residence
Strutture complementari
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo provincialiFigura 3C.4b: Densità di posti letto nelle strutture turistiche ricettive distinte per tipologia (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 275
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Determinanti
Dall’analisi dei dati si rileva che la maggior con-centrazione di strutture turistico-ricettive è pre-sente nella provincia di Rimini. Si precisa che, ovenon diversamente specificato, i dati 2010 e 2011 diRimini, riportati in tabelle e grafici, sono riferiti aiconfini definiti dalla L 117/2009 (annessione deisette comuni dell’Alta Valmarecchia). Nei 328 km2
del territorio dell’Alta Valmarecchia sono presentisolo 64 strutture turistiche. Confrontando i dati del 2006 con quelli del 2011, sievidenzia che il numero di strutture ricettive è au -men tato a Ferrara (64 unità, pari a +20,3%) e a For -lì-Cesena (73 unità, pari a +7,1%), mentre si registraun lieve calo a Rimini (-16 unità, pari a -0,6%)(tabella 3C.1). Per Rimini, limitando il confrontoall’ultimo biennio, si osserva un moderato trendpositivo (+1,09%).Per la provincia di Ravenna si nota un lieve incre-mento di strutture ricettive (21 unità, pari al l’1,9%)nel biennio 2010-2011. Non si considerano i datiregistrati fino al 2009, in quanto non comparabilicon quelli degli anni successivi per una diversamodalità di ricognizione delle strutture comple-mentari.L’offerta turistica è differenziata lungo la costa: lestrutture complementari sono in netta prevalenzaa Ferrara (73% del totale); a Ravenna si equivalgo-no a quelle alberghiere (49% dopo la bonifica deivecchi dati), così come a Forlì-Cesena (50%), men-tre a Rimini raggiungono solo il 15%, nonostantel’apporto dell’Alta Valmarecchia, la cui offerta –
molto limitata in valori assoluti – è nettamentespostata a favore di alloggi complementari (83%).Focalizzando l’attenzione alle singole strutture ricet-tive, si nota una tendenza alla diminuzione dellestrutture alberghiere, mentre le complementariaumentano: dal 2006 al 2011 il numero di esercizialberghieri si è ridotto a Ferrara (-10,6%), a Forlì-Cesena (-9,7%) e a Rimini (-4,6%), rimanendo pres-soché invariato a Ravenna (-0,7%); le strutture com-plementari (fatta salva la flessione di Ravenna per imotivi sopra esposti) sono aumentate ovunque: circail 38% a FE, circa il 32% a FC, circa il 30% a RN. Nell’ambito delle strutture alberghiere e nell’in-tervallo di tempo tra il 2006 e il 2011, si registranella maggior parte delle 4 province costiere unadiminuzione di alberghi a una e due stelle, a fron-te di un lieve aumento di quelli di categoria supe-riore e di un incremento dei residence.Come si può notare, l’annessione del territorio po -vero di strutture turistiche ha determinato, a par-tire dal 2010, una forte flessione della densità ri -cettiva di Rimini (figura 3C.3a). Per i comuni dinuova acquisizione non è stato possibile ricostrui-re serie storiche relative all’intera superficie attua-le a causa della mancanza di dati disaggregati.Il numero di posti letto, considerati nel loro insie-me e nell’arco temporale 2006÷2011, è aumentatonelle province di Rimini (+4,4%) e di Ravenna(+3,8%); rimane pressoché stabile in quella diForlì-Cesena (+0,1%) e per Ferrara si registra unaflessione (-3,6%) (tabella 3C.2).
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011276
DescrizioneLa densità residenziale è definita dal rapporto tra ilnumero degli abitanti e l’estensione del territorio, ed èun parametro confrontabile nello spazio e nel tempo.Dal valore ottenuto è possibile estrapolare indicazio-ni diverse sia di tipo socio-economico, che si posso-no collegare al livello di qualità della vita, sia di tipoambientale, in quanto fornisce informazioni relativa-mente alla pressione antropica sul territorio.
ScopoIl calcolo della densità residenziale permette divalutare l’entità e la distribuzione dei carichiantropici ed è l’indicatore di base nei differenti tipidi analisi per lo sviluppo sostenibile di un’areageo grafica. È, inoltre, componente importante peraltri indicatori che misurano impatti pro-capite.
DETERMINANTI
Densità residenziale costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità residenziale costiera
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. residenti/chilometro qua-drato
FONTE Regione Emilia-Romagna,Istat
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2004-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Aria,Suolo, Rifiuti
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Numero di abitanti valutato annualmente in relazione alla superficiecomplessiva del territorio provinciale
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Determinanti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 277
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Determinanti
Grafici e tabelle
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Ferrara 347.360 349.774 351.452 353.303 355.809 357.980 358.972 359.994
Ravenna 355.395 365.369 369.427 373.449 379.468 385.729 389.509 392.458
Forlì-Cesena 366.805 371.318 374.678 377.993 383.043 388.019 392.329 395.489
Rimini 281.344 286.796 289.932 294.074 298.294 303.256 325.219 329.302
Provincia Anno
Fonte: Istat (dati al 1° gennaio), Regione Emilia-Romagna
Tabella 3C.3: Popolazione residente (2004-2011)
0
100
200
300
400
500
600
700
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
2006 2007 2008 2009 2010 2011
N. r
esid
enti/
km2
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat e Regione Emilia-RomagnaFigura 3C.5: Densità residenziale costiera (2006-2011)
Dall’analisi dei dati emerge che nel 2011 le treprovince a nord (Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena)hanno un numero di abitanti per km2 relativa-mente simile (137, 211, 166) e, considerando l’in-tervallo di tempo che va dal 2006 al 2011, la den-sità residenziale è in leggera crescita per Ferrara(+2,6%), a fronte di un trend evolutivo in decisoaumento per Ravenna (+6,3%) e Forlì-Cesena(+5,6%) (figura 3C.5).Discorso a parte esige Rimini che, con l’entrata invigore della L 117/2009, ha inglobato i settecomuni dell’Alta Valmarecchia e ha registrato dal2010 una forte espansione del territorio in rela-zione al numero di residenti con conseguente
flessione della densità residenziale nella provin-cia attuale.Ne consegue che, per quanto riguarda la provinciadi Rimini, si è ritenuto opportuno limitare il con-fronto all’intervallo di tempo che va dal 2010 al2011, durante il quale si osserva un incrementodella densità (+1,24%), che risulta il valore piùalto fra quelli delle quattro province costiere (FE+0,40%, RA +0,81% e FC +0,85 %).Questo significa che, nonostante l’annessione diuna vasta area (328 km2) scarsamente abitata (55ab/km2), Rimini resta la provincia più densamentepopolata della costa e in cui più forte è l’incre-mento demografico.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011278
DescrizioneSecondo le raccomandazioni dell’Organizzazionemondiale del turismo la definizione di “presenzaturistica” implica che vi sia un pernottamento ed èin questa accezione che il termine è usato in que-sta sede, pur avendo presente il ruolo, altrettantoimportante ma al momento non rilevabile, chepossono giocare i visitatori non pernottanti in ter-mini d’impatto ambientale.Il numero di turisti per unità di superficie è un fat-tore legato alle pressioni sui beni ecologici, cultu-rali e sulle infrastrutture, capace di influenzarediversi aspetti della sostenibilità a medio e lungotermine. Pur ritenendo statisticamente non cor-retto considerare dati raccolti a livello provincialecon metodologie non omogenee che ne inficiano il
confronto, per non trascurare un fenomeno checomunque contribuisce alla determinazione delcarico antropico totale, si sono considerate, man-tenendole distinte, anche le presenze turistichestimate presso alloggi privati gestiti in forma nonimprenditoriale (non iscritti al REC).
ScopoPermette una valutazione del carico antropico deri-vante dalle attività turistiche ed è, quindi, informazio-ne di base necessaria per tutte le forme di pianifica-zione e gestione di un territorio, oltre a essere un datochiave per comprendere e prevedere la pressionepotenziale sullo stesso e una componente importanteper altri indicatori che misurano impatti pro capite.
DETERMINANTI
Densità turistica costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità turistica costiera DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. presenze turistiche/ chilometro quadrato
FONTE Regione Emilia-Romagna,Province
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2004-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Aria,Suolo, Rifiuti
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Calcolo del rapporto fra numero di presenze turistiche sul territorioe la sua estensione
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Determinanti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 279
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Determinanti
Grafici e tabelle
Provincia Anno
Presenze ** Presenze c/o
alloggi privati e non iscritti al REC
c/o strutturealberghiere e
complementari
Totale presenze
2004 2.615.974 2.848.381 5.464.355 2005 2.468.792 3.036.264 5.505.056 2006 2.589.967 2.976.400 5.566.367 2007 2.601.156 2.832.348 5.433.504 2008 2.520.626 3.026.890 5.547.516 2009 2.552.914 3.051.939 5.604.853 2010 2.488.829 2.941.295 5.430.124 2011 2.588.657 2.707.762 5.296.419 2004 6.073.871 503.792 6.577.663 2005 6.080.373 510.638 6.591.011 2006 6.365.500 475.474 6.840.974 2007 6.619.680 482.440 7.102.120 2008 6.519.893 471.301 6.991.194 2009 6.689.007 511.399 7.200.406 2010 6.382.325 529.305 6.911.630 2011 6.586.703 488.367 7.075.070 2004 5.365.931 405.749 5.771.680 2005 4.971.765 413.071 5.384.836 2006 5.355.513 358.730 5.714.243 2007 5.601.687 369.352 5.971.039 2008 5.671.300 335.398 6.006.698 2009 5.617.784 326.351 5.944.135 2010 5.598.761 323.582 5.922.343 2011 5.626.436 304.543 5.930.979 2004 14.988.520 1.909.023 16.897.543 2005 15.013.693 1.930.706 16.944.399 2006 15.445.703 1.986.695 17.432.398 2007 15.721.893 1.993.484 17.715.377 2008 15.571.144 2.071.388 17.642.532 2009 15.541.991 2.082.152 17.624.143 2010* 15.614.000 2.095.893 17.709.893
2011* 16.242.831 2.120.304 18.363.135
Rimini
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Fonte: Regione Emilia-Romagna e ProvinceNote: * dati riferiti ai confini attuali conseguenti alla attuazione della L 117/2009
** dati stimati
Tabella 3C.4: Presenze turistiche presso strutture ricettive e presso alloggi privati gestiti in formanon imprenditoriale (2004-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011280
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Determinanti
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5.000
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15.000
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25.000
30.000
35.000
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2006
2007
2008
2009
2010
*
2011
*
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
N. p
rese
nze/
km
Densità presenze c/o strutture alberghiere e complementariDensità presenze c/o alloggi privati non iscritti al REC
2
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna e ProvinceFigura 3C.6: Densità turistica (2006-2011)Nota: * dati riferiti ai confini attuali conseguenti all’attuazione della L 117/2009
Dal confronto, nell’anno 2011, fra le quattro provin-ce di costa spicca l’elevata densità turistica comples-siva di Rimini (21.303 presenze/km2 sull’attuale ter-ritorio amministrativo, 33.000 presenze/km2 entro i“vecchi” confini cui fa riferimento la serie storica2006÷09), su cui insiste anche la maggiore densitàresidenziale (figura 3C.6). A livelli notevolmente piùbassi si collocano Ravenna (3.806 presenze/km2),Forlì-Cesena (2.495 presenze/km2) e Ferrara (2.012presenze/km2).E’ interessante notare la diversa distribuzione di pre-senze in strutture di tipo diverso: a Ferrara la quotadi turisti ospitati presso alloggi privati non iscritti alREC supera quella delle strutture alberghiere e com-
plementari (rispettivamente 2.707.762 e 2.588.657presenze, le prime sono pari al 51,1% del totale),mentre nelle altre province la percentuale di presen-ze di questa tipologia sul totale è di gran lunga infe-riore (5,1% a Forlì-Cesena, 6,9% a Ravenna, 11,5% aRimini).Durante l’arco di tempo considerato (2006÷2011) siregistra qualche variazione sulle presenze turistiche:in particolare sono diminuite a Ferrara (-4,8%) eaumentate a Ravenna (+3,4%), Forlì-Cesena (+3,8%)e Rimini (+5,3%). Quest’ultima valutazione, in real-tà, risente della diversa situazione territoriale dellaprovincia di Rimini nelle due annualità prese a con-fronto.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 281
DescrizioneNelle zone costiere ad alta densità di strutturericettive e con volumi turistici elevati e concen-trati in periodi di tempo limitati, si verificanoannualmente rilevanti fluttuazioni nei carichiantropici.Per evidenziare il grado di stagionalità della do -manda, che può essere indice di potenziali squili-bri e pressioni sulla comunità e sull’ambiente,nasce la necessità di quantificare le presenze turi-stiche a livello mensile. Si definisce “densità abi-tativa” la somma della densità residenziale conquella turistica (in termini di residenti equivalen-ti mensili), che grava sul territorio nei vari mesidell’anno.Si è poi cercato di mettere in evidenza il “peso”esercitato dai turisti sulla comunità locale me -diante il calcolo dell’Indice di Pressione Turistica(IPT), definito come numero di turisti-residenti
equivalenti/100 residenti. Sono esclusi in questascheda i turisti ospitati in alloggi privati gestiti informa non imprenditoriale.
ScopoValutare il carico antropico globale, misurandonela stagionalità, e consentire la stima dei carichi ori -ginati dal turismo rispetto a quelli prodotti dai resi-denti nei vari periodi dell’anno.Nell’ambito della pianificazione di uno svilupposostenibile del territorio, la disaggregazione alivello mensile delle presenze turistiche può con-sentire l’individuazione di ulteriori margini diespansione o, viceversa, può indurre alla scelta, inrelazione alla capacità di carico, di un ridimensio-namento dei flussi o, ancora, indirizzare la gestio-ne delle destinazioni turistiche verso programmidi diversificazione dell’offerta.
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Determinanti
DETERMINANTI
Densità abitativa costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità abitativa costiera DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. turisti + n. residenti/ chilometro quadrato,n. turisti/100 residenti
FONTE Regione Emilia-Romagna,Province
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Mensile ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Aria,Suolo, Rifiuti
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Il calcolo della densità abitativa (residenti + turisti) mensile è effettuatocome di seguito descritto, equiparando i turisti ai residenti (=residentiequivalenti):– Densità residenziale (DR) = residenti/km2
– Residenti equivalenti mensili (TREM) = giornate di presenza turisticamensile/gg del mese
– Densità turistica mensile (DTM) = TREM/km2
– Densità abitativa mensile = DR + DTM– Indice di pressione turistica (IPT) = TREM/100 residenti
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011282
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Determinanti
Grafici e tabelle
mese-anno Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
gen-07 36348 77930 80987 206822feb-07 42532 66797 82060 182120mar-07 64004 116834 142168 258783apr-07 142199 391205 324005 732270mag-07 221988 426154 394428 807939giu-07 404133 1202947 1002919 2998129lug-07 617814 1597472 1299454 3865525ago-07 688602 1832074 1394323 4335950set-07 226531 592065 510792 1588415ott-07 66130 140155 143474 318041nov-07 47128 90919 119896 227528dic-07 43747 85276 107181 197463Totale 2601156 6619828 5601687 15718985
gen-08 34959 69359 71615 205000feb-08 41019 77170 89573 184209mar-08 58251 146063 161327 344489apr-08 116946 270518 249452 512779mag-08 254329 518119 415293 961491
giu-08 363381 1162261 991253 2931367lug-08 603247 1612408 1349494 3944650ago-08 648931 1802155 1456333 4381092set-08 229519 558072 513277 1469682ott-08 51948 123679 146166 304086nov-08 34603 91779 119059 183334dic-08 36471 88310 108458 148935Totale 2473604 6519893 5671300 15571114
gen-09 33219 80587 66137 188767feb-09 35907 72371 85558 154936mar-09 49614 108021 108058 217854apr-09 122939 281320 262435 563265mag-09 230527 532193 403824 965400giu-09 389955 1171669 946622 2829308lug-09 617313 1665815 1328061 3971354ago-09 691350 1883910 1491251 4510267set-09 248966 601956 570027 1509388ott-09 59229 123916 141505 313709nov-09 35715 84308 109257 159208dic-09 38180 82941 105049 158535Totale 2552914 6689007 5617784 15541991
gen-10 28508 78559 66281 201432feb-10 32820 65501 84897 161174mar-10 47233 103504 110789 242321apr-10 91941 246545 255923 580533mag-10 227663 429529 383769 875995giu-10 371769 1092198 932992 2746746lug-10 614491 1648389 1388998 4085379ago-10 690683 1849173 1473574 4530282set-10 248626 589880 516108 1515254ott-10 60545 131161 158052 322523nov-10 39228 77471 119475 193540dic-10 35322 70415 107903 158821Totale 2488829 6382325 5598761 15614000
gen-11 33949 74613 77623 241346feb-11 32849 64730 89209 176949mar-11 48867 102476 114608 257646apr-11 109181 283880 278642 663581mag-11 169917 379459 343068 811974giu-11 439836 1201930 982561 2979346lug-11 621784 1712437 1367700 4171385ago-11 731178 1886495 1481202 4612585set-11 257421 614633 521509 1616209ott-11 70475 125903 153665 355435nov-11 37017 70752 112365 190424dic-11 36183 69395 104284 165951Totale 2588657 6586703 5626436 16242831
Fonte: Assessorati al turismo regionale e provinciali
Tabella 3C.5: Presenze turistiche mensili (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 283
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Determinanti
0
100
200
300
400
500
600
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feb
bra
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mar
zo
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aggi
o gi
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lu
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se
ttem
bre
ot
tob
re
nove
mb
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dic
emb
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dic
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dic
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ugno
lu
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ag
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se
ttem
bre
ot
tob
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nove
mb
re
dic
emb
re
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
N. a
bita
nti/k
m2
Densità residenziale Densità turistica
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.7a: Densità abitativa residenziale e turistica mensile (2011)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
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aio
feb
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nove
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tob
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mb
re
dic
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genn
aio
feb
bra
io
mar
zo
april
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aggi
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ugno
lu
glio
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bre
ot
tob
re
nove
mb
re
dic
emb
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N°
turis
ti-re
side
nti e
quiv
alen
ti/10
0 re
side
nti
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.7b: Indice di pressione turistica (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011284
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Determinanti
Il periodo di maggior impatto turistico (tabella 3C.5)è, per tutte le province, quello che va da giugno a set-tembre, in cui si concentra l’80% in media delle pre-senze annuali (79% a Ferrara, 77% a Forlì-Cesena,82% a Ravenna e a Rimini). La spiccata stagionalitànon accenna a “stemperarsi”: dal 2007 al 2011 laconcentrazione di presenze turistiche nei quattromesi estivi è mediamente stabile o in aumento intutte le quattro province. Ove non diversamente spe-cificato i dati del 2010 e del 2011 di Rimini, riporta-ti in tabelle e grafici, sono riferiti ai confini attualisecondo la L 117/2009, che ha annesso alla provinciai sette comuni dell’Alta Valmarecchia.Il mese di maggior afflusso turistico è agosto: comeevidenziato dalla figura 3C.7a, la densità abitativa diRimini aumenta del 45% (1 turista ogni 2 residenti),a fronte di incrementi più contenuti nelle altre pro-
vince (+16% RA, +12% FC, +6% FE). Il dato relati-vamente basso di Ferrara è influenzato, più deglialtri, dal fatto che nella elaborazione sono stati esclu-si gli ospiti di alloggi privati gestiti in forma nonimprenditoriale, la cui stima annuale supera, in que-sta provincia, le presenze rilevate presso le altrestrutture (vedi tabella 3C.4). Dalla figura 3C.7a si osserva anche che, in agosto, ladensità abitativa di Rimini (555) risulta essere 2,3volte quella di Ravenna (244), 3 volte quella diForlì-Cesena (183), 3,8 volte quella di Ferrara (145),nonostante la notevole diminuzione della densitàabitativa (anno 2009-anno 2010: -35%) dovuta al -l’ampliamento territoriale. L’indice di pressioneturistica di settembre a Rimini supera quello relati-vo al mese di agosto delle altre tre province costie-re (figura 3C.7b).
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 285
DescrizioneL’indicatore descrive la consistenza dei carichi inqui-nanti in uscita verso mare ripartiti per singoli bacinidi provenienza. Al fine di evidenziare gli areali daiquali provengono i maggiori sversamenti sia di tipopuntuale, connessi alle aree urbanizzate e alle pro-du zioni manifatturiere e artigianali, sia di originedif fusa, legati agli apporti di nutrienti e all’uso deifitofarmaci sulla maggior parte delle colture intensi-
ve della regione, vengono riportati i carichi inqui-nanti annuali suddivisi nelle seguenti categorie: nu -trienti, metalli, fitofarmaci e altri microinquinanti.
ScopoValutare l’entità dei principali apporti a mare diinquinanti e la loro distribuzione lungo la fasciacostiera.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Carichi di inquinanti pericolosi
DPSIR P
UNITÀ DI MISURA Chilogrammi, tonnellate FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Bacino idrografico COPERTURA TEMPORALE DATI
Stime al 2008-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque,Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CEDLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valutazione dei carichi in transito alle stazioni di valle delle diverseaste fluviali, sulla base dei valori di concentrazione rilevati e dellecorrispondenti portate idriche medie stagionali
PRESSIONI
Carichi di inquinanti pericolosi
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Pressioni
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011286
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Pressioni
Grafici e tabelle
Azoto
totale
(t/anno)
Fosforo
totale
(t/anno)
Nichel
(kg/anno)
Zinco
(kg/anno)
Altri
metalli
(kg/anno)
[*]
Fitofarmaci
(kg/anno)
[**]
Altre sost. pericolose
di derivazione industriale-artigianale (kg/anno)
[***]
Asta Po (all'altezza di Ferrara)
Corso d’acqua
[A] 157.387 8.041 138.618 172.816 110.551
( )
5.320( ) ( )1.641
- di cui dagli affluenti emiliani 11.508 681 5.520 71.830 10.997 179 614 Apporto Po di Goro (~10% asta
Po) 15.739 804 13.862 17.282 11.055 532 164
C.l Bianco e Po di Volano 1.746 47 3.223 1.701 554 187 0,4 C.le Burana - Navigabile 2.881 64 2.308 3.168 1.050 201 24 F. Reno 3.516 70 1.952 2.644 806 125 409 C.le Destra Reno 735 16 467 1.981 667 19 78 F. Lamone 421 4 296 694 322 1,9 64 F. Uniti 1.209 11 375 4.623 409 10 105 T. Bevano 168 2 55 238 84 8 14 F. Savio 158 0,9 72 54 12 0,1 11 F. Rubicone 288 3 105 319 205 1,3 14 F. Uso 159 7 109 129 76 1,7 67 F. Marecchia 334 18 427 332 78 1,2 92 R. Marano 40 0,9 17 202 9 0,4 6 T. Conca 39 0,2 27 22 17 0,1 5 R. Ventena - T. Tavollo 231 9 126 1.078 125 1,7 33
Totale da C.l Bianco - Po di Volano a Tavollo [B]
11.925 253 9.559 17.185 4.415 557 924
Incidenza rispetto al carico del F. Po [B/A]
8% 3% 7% 10% 4% 10% -
Totale carico regionale in uscita
[C] 23.433 934 15.079 89.016 15.412 736 1.538
Incidenza apporti diretti in Adriatico rispetto al totale
regionale [B/C] 51% 27% 63% 19% 29% 76% 60%
Per alcuni metalli, fitofarmaci, ma soprattutto per le altre sostanze pericolose l'elevato grado di diluizione entro le acque del F. Po ne consente solo occasionalmente il rilevamento e, quindi, il carico sul Po risulta sottostimato
(*) Sono compresi: Arsenico, Cromo totale, Mercurio, Piombo, Rame
(**) Sono compresi: Acetoclor, Azoxistrobin, Bentazone, Diuron, Etofumesate, Lenacil, Mecoprop, Metalaxil, Metamitron, Metolaclor, Metribuzin, Oxadiazon, Pirazone (cloridazon-iso), Propaclor, Terbutilazina, Desetil terbutilazina
(***) Sono compresi: O-Xilene, M,P-Xileni, Triclorometano, 1,1,2,2 Tetracloroetilene (percloroetilene), Toluene, Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP), Naftalene, C10-C13 (Cloroalcani), Totale PBDE, Ottilfenolo, 4-Nonilfenolo, 2,4-Diclorofenolo, 2,4,5-Triclorofenolo, 2,4,6-Triclorofenolo, Pentaclorofenolo
Fonte: Arpa Emilia-Romagna* valori mediati nel triennio 2008-11
Tabella 3C.6: Apporti in Adriatico dalle aste fluviali principali relativi a nutrienti, metalli, fitofar-maci e altre sostanze pericolose (stime al 2008-2011)*
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 287
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Pressioni
0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 100.000
Arsenico
Cromo totale
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
Zinco
Carichi regionali in uscita (kg/anno)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.8: Carichi annui di metalli (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali della regione(stime al 2008-2011)
0 50 100 150 200 250
Acetoclor
Azoxistrobin
Bentazone
Diuron
Etofumesate
Lenacil
Mecoprop
Metalaxil
Metamitron
Metolaclor
Metribuzin
Oxadiazon
Pirazone (cloridazon-iso)
Propaclor
Terbutilazina
Desetil terbutilazina (metab.)
Carichi regionali in uscita (kg/anno) Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.9: Carichi annui di fitofarmaci (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali dellaregione (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011288
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Pressioni
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1.000
O-Xilene
M,P-Xileni
Triclorometano
1,1,2,2 Tetracloroetilene
Toluene
Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP)
Naftalene
C10-C13 (Cloroalcani)
Totale PBDE
Ottilfenolo
4-Nonilfenolo
2,4-Diclorofenolo
2,4,5-Triclorofenolo
2,4,6-Triclorofenolo
Pentaclorofenolo
Carichi regionali in uscita (kg/anno)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.10: Carichi annui di sostanze pericolose di derivazione industriale-artigianale (kg/anno)in uscita dalle principali aste fluviali della regione (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 289
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Pressioni
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.11: Carichi annui di azoto apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011290
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Pressioni
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.12: Carichi annui di fosforo apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 291
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Pressioni
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.13: Carichi annui di metalli apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011292
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Pressioni
Per i diversi tipi di sostanze considerate, gli appor-ti del fiume Po risultano spesso superiori di oltreun ordine di grandezza rispetto a quelli complessi-vamente derivanti dagli altri affluenti regionali,che sversano direttamente in Adriatico.Tra gli affluenti diretti, e per le diverse sostanzeconsiderate, i tre corsi d’acqua che apportano imag giori carichi sono sempre quelli situati più anord, cioè il Po di Volano, il C.le Burana – Navi -gabile e il F. Reno.Rispetto al totale regionale, gli affluenti direttidell’Adriatico, che drenano il 51% della superficieregionale, apportano quantitativi preponderanti intermini di Nichel (63%), Fitofarmaci (76%) e altresostanze di derivazione industriale-artigianale (60%).Tra i metalli, l’Arsenico è rilevato sulla maggiorparte delle aste fluviali. Le concentrazioni presen-ti sono però mediamente dell’ordine degli 0,7 μg/l(con un dato relativo al 90° percentile delle con-centrazioni medie rilevate per stazione pari a 1,8μg/l), 1/5÷1/10 cioè del limite individuato della CEper le acque potabili (10 μg/l).Tra i carichi dei diversi fitofarmaci quelli mag-giormente consistenti sono: Terbutilazina (auto-
riz zata fino a dicembre 2012), Azoxystrobin, Meto -lachlor e Pirazone; di questi ultimi tre per Azo xy -strobin e Pirazone si valuta un basso grado dibioaccumulo negli organismi acquatici, un li vellobasso-moderato per il Metolachlor. L’ap porto ditali principi attivi dalle aree montano-collinari èmolto limitato.Tra le sostanze pericolose di derivazione industria-le-artigianale quella maggiormente presente è loFtalato di bis(2-etilesile), seguita da 4-Nonilfenoloe Triclorometano.Relativamente allo Ftalato di bis(2-etilesile) unaconsistente parte del quantitativo è presente anchealle chiusure di bacino montano-collinari. Talesostanza è utilizzato come plastificante, come flui-do dielettrico, ma soprattutto è ampiamente rin-tracciabile nelle formulazioni di repellenti per in -set ti, cosmetici, alcool, saponi liquidi, detersivi,in chiostri, vernici, oli industriali e lubrificanti,anti schiuma, vettori di fitofarmaci. Riguardo allasua persistenza ambientale, tale inquinante ècomunque soggetto a una degradazione ambienta-le (abbattimento) naturale abbastanza veloce, contempi di dimezzamento dell’ordine di giorni.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 293
DescrizioneLa valutazione della qualità delle acque di balnea-zione viene effettuata al termine di ciascuna sta-gione balneare e sulla base delle serie di dati sullaqualità delle acque di balneazione relativi alla sta-gione balneare in questione e alle tre stagioni bal-neari precedenti. Il giudizio di qualità di ogniacqua di balneazione si ottiene attraverso la valu-tazione del 95° percentile (o 90° percentile) deiparametri microbiologici Entero coc chi intestinalied Escherichia coli (vedi tabella riportata sotto).Con delibere delle giunte provinciali di Rimini eRavenna sono state definite alcune nuove aree dibalneazione, prima dell’inizio della stagione bal-neare 2010. La classificazione di queste nuovearee, così come recita la legge, si potrà verificaresolo al termine del 2013, una volta ottenuti i dati
relativi ai campionamenti eseguiti nel quadriennio2010-2013.
ScopoIl Decreto legislativo 116/2008 introduce unnuovo sistema di classificazione delle acque di bal-neazione basato sull’analisi dei dati microbiologicidi ogni singolo campione; dati ricavati dagli ultimi4 anni di analisi, opportunamente elaborati secon-do la valutazione del 95° percentile o del 90° per-centile per la definizione delle classi di qualitàrispettivamente: eccellente, buona, sufficiente escarsa. I parametri microbiologici rappresentanola migliore corrispondenza possibile tra inquina-mento di origine fecale e ripercussioni per la salu-te nelle acque destinate a scopi ricreativi.
Parametri (UFC***/100 ml) Classi di qualità
A B C D
Eccellente Buona Sufficiente Scarsa
Enterococchi intestinali 100 (*) 200 (*) 185 (**) >185 (**)
Escherichia coli 250 (*) 500 (*) 500 (**) >500 (**)
Note:(*) sulla base del 95° percentile(**) sulla base del 90° percentile(***) Unità Formanti Colonia
Classi di qualità delle acque di balneazione
STATO
Classificazione delle acquedi balneazione
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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011294
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NOME DELL’INDICATORE
Classificazione delle acquedi balneazione
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna,Ausl
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2008-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale-mensile ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Suolo,Rifiuti
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n.116Decreto del Ministero della Salute 30 marzo 2010
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Il giudizio di qualità di ogni acqua di balneazione si ottiene attra-verso la valutazione del 95° percentile (o 90° percentile) dei para-metri microbiologici Enterococchi intestinali ed Escherichia coli dellequattro stagioni balneari precedenti alla stagione in corso. Sullabase della valutazione del percentile della normale funzione di den-sità di probabilità (PDF) log10 dei dati microbiologici ricavati su unaparticolare acqua di balneazione, il percentile viene così ricavato:- si calcola il log10 di tutte le enumerazioni batteriche nella sequenzadi dati da valutare (se si ottiene un valore zero, si calcola invece illog10 del limite minimo di rilevazione del metodo analitico usato);- si calcola la media aritmetica dei log10 (µ);- si calcola la deviazione standard dei log10 (omega).Il punto superiore del 90° percentile della funzione PDF si ricavadalla seguente equazione: superiore al 90° percentile = antilog (µ +1,282 (omega)). Il punto superiore del 95° percentile della funzione PDF si ricavadalla seguente equazione: superiore al 95°percentile = antilog (µ +1,65 (omega)).Le acque di balneazione possono essere classificate secondo 4 clas-si di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 295
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otnup enoizanimoneDenumoCaicnivorPClassificazione
2006-2009Classificazione
2007-2010Classificazione
2008-2011FE Comacchio Lido Volano - punto 3FE Comacchio Lido Volano - punto 4FE Comacchio Lido Nazioni - punto 5FE Comacchio Lido Nazioni - punto 6FE Comacchio Lido Nazioni - punto 7FE Comacchio Lido Pomposa - punto 8 FE Comacchio Lido Schacchi - punto 9FE Comacchio Portogaribaldi - punto 10FE Comacchio Portogaribaldi 50 m nord Portocanale - punto 11FE Comacchio Lido Estensi 100 m sud Portocanale - punto 78FE Comacchio Lido Estensi Canale Logonovo - punto 79FE Comacchio Lido Spina - punto 14FE Comacchio Lido Spina - punto 15RA Ravenna Bellocchio
RA Ravenna 200 m S confine Poligono di tiro Foce RenoArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RA Ravenna Casalborsetti - 100 m N foce Canale Destra Reno RA Ravenna Casalborsetti - 80 m S foce Canale Destra RenoRA Ravenna Casalborsetti - Camping
Ravenna Marina Romea - 100 m N foce Lamone RRA
A Ravenna Marina Romea - 100 m S foce Lamone RA Ravenna Marina Romea RA Ravenna Marina di RA RA Ravenna Lido Adriano RA Ravenna Lido Adriano - 500 m N foce Fiumi Uniti RA Ravenna Lido di Dante - 300 m S foce Fiumi UnitiRA Ravenna 1,4 km S foce Fiumi UnitiRA Ravenna Bassona - 100 m N Foce Bevano RA Ravenna Bassona - 100 m S Foce Bevano RA Ravenna Lido di Classe - 2,5 km S Foce BevanoRA Ravenna Lido di Classe - 100 m N Foce fiume Savio - Circolo Nautico SavioRA Ravenna Lido di Savio - 150 m S Foce fiume Savio
RA Ravenna Lido di Savio - SudArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RA Ravenna Lido di Savio - 100 m N Foce Scolo Cupa RA Cervia Milano Marittima - 100 m S Foce Scolo Cupa RA Cervia Milano Marittima - 100 m N Canale immissario saline RA Cervia Milano Marittima - 100 m N Porto Canale di Cervia RA Cervia 50 m S Porto Marina di Cervia
RA Cervia Pinarella Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
FC Cesenatico Canale Tagliata NordFC Cesenatico Canale Tagliata SudFC Cesenatico Porto Canale Cesenatico NordFC Cesenatico Porto Canale Cesenatico Sud FC Cesenatico Cesenatico - Ex Colonia AgipFC Cesenatico Valverde NordFC Cesenatico Valverde SudFC Cesenatico Villa MarinaFC Gatteo Foce Fiume Rubicone NordFC Savignano sul Rubicone Foce Fiume Rubicone SudFC San Mauro Pascoli San Mauro MareRN Bellaria-Igea Marina Bellaria - Foce Vena 2RN Bellaria-Igea Marina Bellaria - Foce Uso 100 m NRN Bellaria-Igea Marina Bellaria - Foce Uso 100 m SRN Bellaria-Igea Marina Bellaria - Rio PircioRN Rimini Torre Pedrera - Pedrera GrandeRN Rimini Torre Pedrera - CavallaccioRN Rimini Torre Pedrera - Brancona
RN Rimini Punto 1 - Difronte Via DurantiArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Rimini Viserbella - La Turchia
RN Rimini Punto 2 - Difronte Via CanutiArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Rimini Viserbella - La Sortie
RN Rimini Punto 3 - Difronte Via PolazziArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Rimini Viserbella - Spina-Sacramora
RN Rimini Punto 4 – Di fronte Viale Gorizia
RN Rimini Rivabella - Turchetta
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Rimini Punto 5 - Difronte Via LongaroneArea di nuova individuazione
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Area di nuova individuazione
RN Rimini Rimini - Foce Marecchia 50 m NRN Rimini Rimini - Foce Marecchia 50 m SRN Rimini Rimini - Porto Canale 100 m S
RN Rimini Punto 6 - Difronte Grand HotelArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Rimini Rimini - AusaRN Rimini Rimini - PradellaRN Rimini Bellariva - Colonnella 1
RN Rimini Punto 7 - Difronte Via BuccariArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Rimini
RN Rimini
Bellariva - Colonnella 2RN Rimini Rivazzurra - Istituto Marco PoloRN Rimini Rivazzurra - Rodella
RN Rimini Punto 8 – Di fronte Via BevilacquaArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Miramare - Roncasso
RN Rimini Punto 9 - A sud Rimini TermeArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Riccione Riccione - Rio AsseRN Riccione Riccione - Foce Marano 50 m NRN Riccione Riccione - Foce Marano 50 m SRN Riccione Riccione - Fogliano MarinaRN Riccione Riccione - Porto Canale 100 m NRN Riccione Riccione - Porto Canale 100 m SRN Riccione Riccione - Colonia BurgoRN Riccione Riccione - Rio CostaRN Misano Adriatico Misano Adriatico - Rio AlberelloRN Misano Adriatico Misano Adriatico - Rio Agina
RN Misano Adriatico Punto 10 - Difronte Via MontiArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Misano Adriatico Porto Verde - Porto Canale 100 m N RN Cattolica Cattolica - Torrente Ventena 50 m N
RN Cattolica Punto 11 - Difronte Viale Venezia
RN Cattolica Cattolica - Torrente Ventena 50 m SArea di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
RN Cattolica Cattolica - Viale FiumeRN Cattolica Cattolica - Tra 1 e 2 scogliera
LegendaEccelenteBuonaSufficienteScarsa
CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.7: Classificazione delle acque di balneazione della regione Emilia-Romagna (2011)
Grafici e tabelle
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011296
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.14 Mappa della classificazione delle acque di balneazione della regione Emilia-Romagna(2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 297
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Per la provincia di Ferrara, il quadro analitico perla stagione balneare 2011 riconferma valori moltobassi per entrambi i parametri microbiologici, conun lieve aumento, rispetto al 2010, delle caricherilevate nelle acque comprese fra Lido di Volano eLido delle Nazioni. Si osservano, inoltre, valorisensibilmente più alti nei punti estremi alla fasciacostiera monitorata e nella zona centrale. Questoandamento può trovare spiegazione nella distribu-zione territoriale delle pressioni, in quanto corre-lato alla presenza dei carichi entranti a nord dal Podi Vo lano, a sud dal Fiume Reno e più central-mente dal Portocanale di Porto Garibaldi e margi-nalmente dal Logonovo, che funge da collegamen-to idraulico con le retrostanti Valli di Comacchio.Va tuttavia specificato che tali pressioni insistonoprincipalmente sulla fascia pre-costiera, immet-tendo acque potenzialmente inquinate a distanzetali da permettere un sufficiente abbattimento e/odiluizione prima dell’immissione in mare, laddovenon vengano a verificarsi eventi meteorici di rile-vante intensità. Analogo andamento, peraltro,mostravano i dati del monitoraggio precedenteeffettuato secondo il Decreto 470/82 (Coliformifecali e totali, Streptococchi fecali).Per la provincia di Ravenna, i dati complessiva-mente sono in linea con la qualità eccellente stori-camente mantenuta negli anni. In occasione delmonitoraggio dell’11 luglio, a sud della foce delfiume Savio si è osservato un moderato inquina-mento per Escherichia coli (970 UFC/100 ml), cheha comportato l’interruzione temporanea dellabalneabilità lungo un tratto di costa di 350 m dal13 al 15 luglio. Si ha ragione di ritenere che l’ori-gine dell’inquinamento vada ricondotta a un even-to accidentale. L’episodio è stato considerato come“inquinamento di breve durata”, non avendoinfluito sulla qualità dell’acqua per più di 72 ore,
ed è stata seguita la procedura definita nel comma4 dell’Allegato IV del DLgs 116/2008.Per la provincia di Forlì-Cesena la stagione bal-neare 2011 ha mostrato una situazione comples-sivamente buona. Si è verificata una criticità nelmonitoraggio dell’11 luglio nei punti “CanaleTagliata Nord” e “Canale Tagliata Sud” (Esche -richia coli 640 UFC/100 ml in entrambi). Si ètrattato di un episodio di inquinamento di lieveentità, probabilmente determinato dalla tempo-ranea situazione di scarico in mare delle acquesuperficiali del Canale Tagliata, che ha influitosulla qualità delle acque di balneazione per menodi 72 ore.Nella provincia di Rimini i monitoraggi hanno evi-denziato complessivamente una buona situazione. Ivalori dei parametri microbiologici sono statiampiamente al di sotto dei limiti legislativi (En -terococchi intestinali ≤ 200 UFC/100 ml, Esche -richia coli ≤ 500 UFC/100 ml) e non si sono maiverificati divieti temporanei della balneazione aseguito di campionamenti. Alcuni momenti di leg-gera sofferenza si sono registrati a giugno nel pun -to “Bellaria – Foce Uso 100 m S” (Escherichia coli120 UFC/100 ml), a luglio nel punto “Rimini – FoceMarecchia 50 m S” (Escherichia coli 130 UFC/100ml) e ad agosto nei punti “Riccione – Foce Marano50 m N” (Escherichia coli 190 UFC/100 ml ed En -terococchi intestinali pari a 105 UFC/100 ml) e“Riccione – Foce Marano 50 m S” (Escherichia coli150 UFC/100 ml ed Enterococchi intestinali 85UFC/100 ml). La causa di questi valori superiori allamedia può attribuirsi al fatto che la qualità igieni-co-sanitaria delle acque di balneazione risente del-l’influenza determinata dall’immissione a mare deivolumi di acqua provenienti dai sistemi fluviali pre-senti, nonché da quanto veicolato dal reticolo idro-grafico secondario.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011298
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DescrizioneL’indice trofico TRIX permette di ottenere un’inte-grazione dei parametri trofici fondamentali in uninsieme di semplici valori numerici, che rende leinformazioni comparabili su un largo range di con-dizioni trofiche e, nello stesso tempo, consente dievitare l’uso soggettivo di denominatori trofici;descrive, quindi, un fenomeno da un punto di vistasia qualitativo che quantitativo. I parametri utilizza-ti sono coerenti sia con i fattori causali che determi-nano incrementi di biomassa algale (sali di azoto efosforo), sia con gli effetti conseguenti all’incremen-to di biomassa (scostamento del valore dell’ossigenodal valore fisico di saturazione, concentrazione dellaclorofilla “a”).I parametri fondamentali che concorrono alla defini-zione di un indice trofico per le acque marino costie-re sono rappresentativi in termini sia di produzione dibiomassa fitoplanctonica, sia di dinamica della produ-zione stessa, identificando lo stato trofico in manierasignificativa e inequivocabile.Ai fini dell’applicazione dell’indice trofico TRIX nellaclassificazione dello stato ecologico delle acque mari-no costiere, il DM 260/10 definisce i limiti di classe peril TRIX. Per le acque marino costiere il limite di clas-se per il TRIX fra lo stato “buono” e “sufficiente” è 5.
Valori di TRIX ≤5 indicano uno stato trofico “buono”,che corrisponde ad acque moderatamente produttive,livello di trofia medio, buona trasparenza delle acque,occasionali intorbidimenti, occasionali anomale colo-razioni, occasionali ipossie sul fondo.Valori di TRIX >5 indicano uno stato trofico “suffi-ciente”, che corrisponde ad acque molto produttive,livello di trofia elevato, scarsa trasparenza delle acque,anomale colorazioni, ipossie e occasionali anossie sulfondo, stati di sofferenza degli organismi sul fondo.
ScopoRidurre la complessità del sistema marino costiero,eliminare valutazioni soggettive basate sui singoliparametri e su denominatori trofici non quantificabi-li, discriminare tra diverse situazioni spazio-tempora-li, rendere possibile un confronto quantitativo e forni-re una valutazione dello stato trofico che contribuiscealla definizione dello stato qualitativo dell’ecosistemamarino.Nella procedura di classificazione dello stato ecologi-co definita dal DM 260/10, il TRIX concorre, assiemeagli elementi di qualità biologica (EQB), nell’esprime-re il giudizio di stato ecologico.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Indice trofico TRIX DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1996-2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie mensili, stagionali e annuali delle stazioni comprese tra 0,5e 10 km dalla costa; mappe di distribuzione stagionali (1.300 km2)
STATO
Indice trofico TRIX
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 299
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.15: Mappe di distribuzione dell’indice trofico (TRIX) lungo la costa emiliano-romagno-la, da costa fino 10 km al largo, medie stagionali (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011300
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Lido di Volano
Porto Garibaldi
Casalborsetti Lido Adriano
Cesenatico Rimini Cattolica
SufficienteBuono
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.16: Valore medio/anno dell’indice trofico (TRIX) nelle stazioni a 0,5 e 3 km dalla costa(2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.17: Valore medio dell’indice trofico (TRIX) per corpo idrico (CD1 e CD2) (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 301
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Porto Garibaldi 0,5 km
Cesenatico 0,5 km
Cattolica 0,5 km
Cattolica 10 km
Confronto medie TRIX 1996-2011
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2010
2011
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.18: Confronto tra il valore medio/anno del TRIX di tre stazioni costiere (P. Garibaldi,Cesenatico e Cattolica) e di una stazione off-shore (l0 km al largo di Cattolica) (1996-2011)
Osservando i valori medi/anno di TRIX riscontratinel periodo 1996-2011 (figura 3C.18), si nota ungradiente in diminuzione dell’indice trofico danord verso sud e una inversione di tendenza nel2011, rispetto all’anno precedente, delle stazionicostiere (0,5 km), non rilevabile nella stazione diCattolica.In figura 3C.16 sono riportate le medie annuali delTRIX nelle stazioni ubicate a 0,5 e 3 km dalla costa;tutte le stazioni hanno un valore di TRIX > di 5,che rappresenta il limite di classe TRIX tra “buono”e “sufficiente”. Il parametro rappresentato mostraun trend in diminuzione da nord verso sud e dacosta verso il largo.In un quadro di sintesi spazio-temporale, in figura3C.15 è rappresentata la distribuzione stagionaledell’indice trofico lungo la fascia costiera emiliano-romagnola.In tutta l’area, l’indice trofico (TRIX) in inverno e
primavera si attesta nella condizione di “sufficiente”(valori >5). I valori migliorano poi in estate, sia nellazona costiera, che in quella al largo, raggiungendouna condizione “buona” (valori <5); fa eccezione lazona a ridosso del delta padano dove permane la con-dizione “sufficiente”. Gli apporti padani, giunti amare nel mese di novembre, abbassano in autunnol’indice da “buono” a “sufficiente” in tutta la zonacostiera e in quella al largo, limitatamente al trattocompreso tra Lido di Volano e Ravenna.Nel 2011 il valore medio/anno del TRIX per il corpoidrico CD1 e CD2 sono rispettivamente 5,96 e 5,37(figura 3C.17). Tali valori identificano per entram-bi i corpi idrici una condizione “sufficiente”, carat-terizzata da acque molto produttive, con livello dieutrofia elevato e scarsa trasparenza, ipossie/anos -sie occasionali delle acque di fondo, che possonocomportare stati di sofferenza nel comparto bento-nico.
Commento
DescrizioneIl fosforo, generato da attività antropiche e a seguitodel dilavamento dei territori dei bacini, arriva a maredai fiumi e portocanali. Le sorgenti principali sonoindividuate nei comparti civile e industriale (industrieconserviere, zuccherifici, mangimifici, altre industriealimentari etc.). Il fosforo è un microelemento nutri-tivo disciolto nell’acqua, le cui componenti fosfaticheanalizzate sono rappresentate dal fosforo-ortofosfato(P-PO4) e dal fosforo totale (P-tot). La prima compo-nente è estremamente variabile, con tendenza a stabi-lizzarsi nelle stazioni più lontane dalla costa. Il fosfo-ro, sotto questa forma, può essere immediatamenteassimilato dal fitoplancton; la sua concentrazione inAdriatico è solitamente bassissima, a volte inferiore allimite di rilevabilità analitica. In presenza di intensefioriture algali, quando l’ortofosfato disponibile nellacolonna d’acqua viene rapidamente consumato, èsicuramente ipotizzabile l’innesco di meccanismi diriciclo di questo nutriente (rapida mineralizzazione esuccessivo riutilizzo da parte della biomassa algale).Le concentrazioni di fosforo totale sono, invece, stret-tamente collegate alla presenza di particellato organi-co in sospensione nella colonna d’acqua, sia di originedetritica, e quindi direttamente correlato agli apporti
fluviali, sia fitoplanctonica. Alla fine del suo ciclo puòessere immobilizzato nei sedimenti attraverso la for-mazione di complessi insolubili (in particolare con ilcalcio e con il ferro ossidato). In caso di situazioni dianossia a livello dell’interfaccia acqua-sedimento, ilfosforo può essere rilasciato e tornare in soluzionecome ortofosfato biodisponibile.
ScopoLo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagliapporti di nutrienti veicolati a mare dai bacini costieriadriatici, soprattutto dal bacino del Po; conoscere,quindi, le concentrazioni di fosforo in mare permettedi valutare e controllare il fenomeno eutrofico. Al finedi ridurre i fenomeni eutrofici e, quindi, di migliorarelo stato qualitativo delle acque costiere, è necessariorimuovere e controllare i carichi di nutrienti generatie liberati dai bacini, in modo da abbassare sostanzial-mente le concentrazioni di nutrienti di fosforo (e diazoto) a mare. Nelle acque costiere emiliano-roma-gnole e, in generale, in tutto l’Adriatico settentrionale,il fosforo è il fattore limitante la crescita algale, per-tanto rimane l’elemento su cui maggiormente devonoessere concentrati gli sforzi per contrastare l’eutrofiz-zazione costiera.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011302
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NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di fosforo DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1983-2011
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CEDLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, medie geometriche mensili, stagionalie annuali
STATO
Concentrazione di fosforo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 303
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P-tot P-PO4
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.19: Andamento temporale della concentrazione del fosforo ortofosfato e fosforo totalenella stazione costiera di Lido di Volano (0,5 km da costa) (2011)
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazione 12-14 Cervia-Cesenatico Stazione 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.20: Trend evolutivo della media geometrica della concentrazione annuale del fosforoortofosfato in tre aree della costa emiliano-romagnola (1983-2011)
Grafici e tabelle
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011304
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazione 12-14 Cervia-Cesenatico Stazione 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.21: Trend evolutivo delle media geometrica della concentrazione annuale del fosforototale in tre aree della costa emiliano-romagnola (1983-2011)
Il fosforo ortofosfato è un parametro molto varia-bile soprattutto nelle stazioni costiere, che risen-tono, in maniera diretta, dei contributi degliinsediamenti locali. La distribuzione di questoelemento lungo la costa presenta un andamentoin diminuzione da costa verso largo, da nord asud e da superficie verso il fondo; fanno eccezio-ne i casi in cui si verificano condizioni di ipos-sia/anossia degli strati profondi, che portanocome conseguenza una sua solubilizzazione e,quindi, un suo aumento. Anche il fosforo totalepresenta concentrazioni molto variabili durantel’anno, più accentuate nella parte settentrionaledella costa direttamente investita dagli apportidel Po. La figura 3C.19 mostra gli andamentitemporali del fosforo totale e dell’ortofosfato nel2011 nella stazione costiera più a nord (Lido diVolano). La figura evidenzia la notevole differen-za di concentrazione dei due parametri, con laprevalenza del fosforo totale soprattutto nei mesiprimaverili ed estivi, dove la componente ortofo-sfatica è la forma che viene assimilata immedia-tamente e di conseguenza non presenta concen-trazioni apprezzabili nell’acqua. Nelle acquecostiere emiliano romagnole il fosforo ortofosfa-to presenta concentrazioni basse e, soprattuttonel periodo estivo, inferiori al limite della rileva-bilità strumentale. Nelle figure 3C.20 e 3C.21sono stati elaborati i trend evolutivi delle dueforme di fosforo in alcune stazioni costiere e i
valori riportati sono le medie geometriche an -nuali elaborate e raggruppate per area: l’area piùsettentrionale, compresa fra le stazioni di Goro eComacchio, che risente degli apporti del Po e pre-senta elevati livelli trofici frequenti durante l’an-no; l’area più meridionale antistante Cattolica,con più bassi livelli trofici; infine le stazionicostiere nell’area centrale della costa emiliano-romagnola, compresa tra Cervia e Cese na tico, incui si rileva una situazione trofica intermedia,caratterizzata anche dagli apporti dei bacini loca-li, soprattutto nel periodo estivo. In tutte e tre learee esaminate si è verificata, nel lungo periodo,una diminuzione delle concentrazioni del fosforototale e del fosforo ortofosfato, corrispondente auna diminuzione dei carichi. Nei diagrammi sonorappresentate le tendenze di tipo lineare (rettetratteggiate), che mostrano in termini assolutil’evoluzione complessiva dei sistemi, e quelle diordine superiore (linee continue), che consento-no di evidenziare eventuali fenomeni di ciclicitàinterannuale. La tendenza di ordine superioreevidenzia due cicli di circa 10 anni, ciascuno coni massimi raggiunti rispettivamente nel 1985 e1995 per entrambe le forme di fosforo, e un ulte-riore picco nel 2005 per il fosforo totale. I valoridi fosforo ortofosfato registrati nel 2011 (figura3C.20) mantengono il trend in diminuzione rile-vato negli anni precedenti, mentre le medie delfosforo totale mantengono un andamento stabile.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 305
DescrizioneLe sorgenti principali sono individuate nei com-parti agricolo e zootecnico e, rispetto a quanto evi-denziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti diazoto derivano da sorgenti diffuse provenienti daisuoli coltivati.Tali nutrienti azotati, provenienti da sorgentipuntiformi (città, aree urbane), a seguito del dila-vamento dei terreni determinato dalle precipita-zioni atmosferiche, arrivano a mare dai fiumi eporto canali. L’azoto è un microelemento nutriti-vo disciolto nell’acqua, le cui componenti azotatesono rappresentate da composti minerali solubili,quali azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (N-NO2) e azoto ammoniacale (N-NH3), e dall’azotototale (N-tot). Le componenti solubili possonoessere rappresentate anche come DIN (DissolvedInorganic Nitrogen), che corrisponde alla sommadelle concentrazioni delle singole componenti(N-NO3 + N-NO2 + N-NH3). Le componenti azotatepresentano una elevata variabilità stagionale, conle concentrazioni minori registrate nel periodoestivo in coincidenza con i minimi di portata deifiumi afferenti la costa; di conseguenza l’anda-mento di questi parametri è, in genere, ben cor-relato con la salinità. L’azoto ammoniacale pre-senta anch’esso analogo andamento, ma risente,in alcuni casi in maniera evidente, anche diapporti provenienti dagli insediamenti costiericaratterizzati da elevata densità di popolazione.Un ulteriore incremento dell’azoto ammoniacalesi registra negli strati profondi in prossimità deifondali nei periodi estivo-autunnali, in concomi-tanza di fenomeni ipossici/anossici dovuti ai pro-cessi di degradazione della sostanza organica (inquesto caso le concentrazioni maggiori sono bencorrelate a bassi valori di ossigeno disciolto).Le concentrazioni di azoto totale sono, invece,strettamente collegate alla presenza di particellatoorganico in sospensione nella colonna d’acqua, diorigine sia fitoplanctonica sia, soprattutto, detriti-
ca e, quindi, direttamente correlato agli apportifluviali.
ScopoLo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendentedagli apporti di nutrienti veicolati a mare daibacini costieri adriatici, soprattutto dal Po.Conoscere, quindi, le concentrazioni di azoto inmare permette di valutare e controllare il feno-meno eutrofico. Al fine di ridurre i fenomenieutrofici, e quindi di migliorare lo stato qualitati-vo delle acque costiere, è necessario rimuovere econtrollare i carichi di nutrienti generati e libe-rati dai bacini, in modo da abbassare sostanzial-mente le concentrazioni di nutrienti a mare,oltre che di fosforo anche di azoto. La compo-nente DIN viene utilizzata con il P-PO4 nel calco-lo del rapporto N/P. Nelle acque costiere emilia-no-romagnole il fosforo è sempre stato l’elemen-to chiave che ha limitato e controllato i fenome-ni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolo nonlimitante. Il processo alla base di questa conside-razione è legato al meccanismo secondo il qualeil fitoplancton assume i nutrienti in soluzione,secondo lo stesso rapporto molare che questi ele-menti hanno all’interno della biomassa algale,cioè N/P elementare = 16, riferito al peso atomi-co N/P = 7,2. Se il rapporto nell’acqua di maresupera il valore N/P di 7,2 si afferma che il fosfo-ro è il fattore limitante la crescita algale e l’azotoin eccesso presente nelle acque non può essereutilizzato dalle alghe. Questo significa che gliinterventi di risanamento per migliorare lo statoqualitativo delle acque eutrofiche devono preve-dere una riduzione degli apporti di fosforo. Ingenere la fosforo limitazione è il fattore checaratterizza acque costiere con livelli troficimediamente elevati, l’azoto limitazione è, invece,riscontrabile nelle acque costiere in cui il rischioeutrofico è molto limitato, se non assente.
STATO
Concentrazione di azoto
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Stato
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011306
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione azoto DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro, FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1982-2011
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, medie geometriche mensili, stagionalie annuali
0
200
400
600
800
1.000
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1.400
1.600
1.800
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Mic
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amm
i/litr
o
N-NO3 N-NO2 N-NH3
10-g
en
24-g
en
1-fe
b
14-f
eb
9-m
ar
24-m
ar
4-ap
r
20-a
pr
6-m
ag
24-m
ag
9-gi
u
20-g
iu
5-lu
g
21-l
ug
1-ag
o
16-a
go
7-se
t
22-s
et
4-ot
t
18-o
tt
9-no
v
21-n
ov
7-d
ic
21-d
ic
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.22: Istogrammi in pila relativi agli andamenti temporali di nitrati, nitriti e azoto ammo-niacale (N-NO3, N-NO2, N-NH3) nella stazione di Lido di Volano (0,5 km da costa) nel 2011
Grafici e tabelle
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 307
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1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
Valore medio annuale= 1.358 m3/sec
0 g f m a m g l a s o n d
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
Met
ri cu
bi/s
econ
do
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.23: Valori giornalieri della portata del Po rilevati a Pontelagoscuro (2011)
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Met
ri c
ub
i/se
con
do
1917-2010 2011
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.24: Confronto delle medie mensili delle portate del Po del 2011 con le medie calcolateper il periodo storico 1917-2010
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011308
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazioni 12-14 Cervia-Cesenatico Stazioni 19-319 Cattolica
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.25: Trend evolutivo delle medie geometriche annuali del DIN* in tre aree della costaemiliano-romagnola (1982-2011)Nota: *DIN = somma delle concentrazioni delle tre forme azotate solubili: N-NO3, N-NO2, N-NH3
0
40
80
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160
200
240
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazioni 12-14 Cervia-Cesenatico Stazioni 19-319 Cattolica
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.26: Trend evolutivo delle medie geometriche annuali del rapporto N/P in tre aree dellacosta emiliano-romagnola (1982-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 309
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Nella figura 3C.23 sono rappresentate le portateannuali del Po rilevate nel 2011 a Pontelagoscuro(FE). I valori di portata registrati nel 2011 mostra-no tre picchi importanti in marzo, giugno enovembre. Il picco massimo di portata si è avutol’11 novembre, con 5.748 m3/sec, a seguire il 19marzo, con 5.058 m3/sec, il 9 giugno, con 3.153m3/sec, mentre il più basso, pari a 569 m3/sec, il 5agosto. Il valore medio annuale registrato è di1.358 m3/sec, valore inferiore rispetto alla mediaannuale del 2010 di 1.933 m3/sec.Confrontando i valori medi mensili di portata nel2011 con quelli del periodo storico 1917-2010(figura 3C.24), si evidenziano anomalie di tenden-za soprattutto nei mesi di maggio e ottobre. Nelmese di gennaio e marzo i valori medi di portatarisultano maggiori rispetto al periodo storico aconfronto.La somma delle concentrazioni delle tre forme azo-tate solubili (N-NO3, N-NO2, N-NH3) è denominataDIN (azoto inorganico disciolto). L’analisi dell’anda-mento del DIN, elaborato in figura 3C. 25, prende inconsiderazione le medie geometriche annuali nellungo periodo (1982-2011) in tre aree costiere, rap-presentative della costa emiliano-romagnola. L’areapiù settentrionale, Goro-Comacchio, risente degliapporti del Po e presenta elevati livelli trofici permolti mesi dell’anno. L’area meridionale, Cattolica,risente in misura minore degli apporti padani e pre-senta bassi livelli trofici. L’area costiera centrale,Cervia-Cesenatico, rileva una situazione troficaintermedia, caratterizzata anche dagli apporti deibacini locali, soprattutto nel periodo estivo.Anche se nell’anno 2011 il valore medio del DIN èdiminuito significativamente nell’area settentrio-nale, questa resta comunque l’area più sensibileall’effetto dei processi di dilavamento dalle fontidif fuse. Nelle altre due aree i valori medi sono di -minuiti sensibilmente rispetto all’anno precedente. La forma azotata che maggiormente incide suivalori di DIN è l’azoto nitrico (N-NO3), come evi-denziato nella figura 3C.22, che riporta i valoridelle tre forme azotate rilevate nella stazione a 0,5km davanti a Lido di Volano. La componente DIN viene utilizzata con il P-PO4
nel calcolo del rapporto N/P. Nelle acque costiere
emiliano-romagnole il fosforo è sempre stato l’ele-mento chiave che ha limitato e controllato i feno-meni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolonon limitante. Anche per quanto riguarda il rapporto N/P (figura3C.26) si è voluto rappresentare il trend evolutivonel periodo 1982-2011, mettendo a confronto lemedie geometriche annuali di tre aeree (Goro-Comacchio, Cervia-Cesenatico e Cattolica). Il grafi-co mostra un aumento dei valori medi in tutte e trele aree, particolarmente evidente dal 2006 al 2011.Nei grafici delle figure 3C.25 e 3C.26 sono rappre-sentate, oltre alle tendenze di tipo lineare (rettetratteggiate), che mostrano in termini assoluti l’e-voluzione complessiva dei sistemi, anche quelle diordine superiore (linee continue), che consentonodi evidenziare eventuali fenomeni di ciclicità inte-rannuale.La tendenza di ordine superiore, ben correlata conle portate del Po, evidenzia quattro cicli periodici,con i massimi raggiunti negli anni 1985, 1994,2005 e 2010 (vedi figura 3C.25).Le concentrazioni delle diverse forme azotaterispecchiano gli andamenti delle portate fluviali,in particolare del Po (figura 3C.22).Gli andamenti bimensili di nitrati, nitriti e azotoammoniacale nel 2011 (figura 3C.22) presentanouna distribuzione caratteristica con elevata corri-spondenza dei valori più alti con i periodi di mag-giore portata fluviale e di precipitazioni atmosferi-che; in genere nei periodi invernali e primaverili.L’azoto ammoniacale, proveniente sia dagli apportifluviali che dagli insediamenti urbani, può presen-tare elevate concentrazioni anche durante il perio-do estivo nelle stazioni costiere e, nei casi di ipos-sia/anossia, negli strati profondi, a seguito dellamineralizzazione della sostanza organica con con-seguente solubilizzazione e rilascio di azoto ammo-niacale.Lungo la costa emiliano-romagnola l’andamentodelle concentrazioni delle forme azotate è caratte-rizzato da una diminuzione da nord verso sud e dacosta verso il largo a eccezione dell’area setten-trionale, che nei periodi di massima portata èdirettamente investita dalle piene del Po fino alargo e in profondità.
Commento
DescrizioneSi prendono in considerazione le concentrazionidi cadmio (Cd), piombo (Pb), cromo totale (Cr) edesavalente (Cr VI), nichel (Ni), arsenico (As),PCB’s (PoliCloroBifenili), IPA (Idrocarburi Poli ci -clici Aromatici) e DD’s (isomeri e metaboliti delDi cloroDifenilTricloroetano-DDT) nello stratosu per ficiale del sedimento. Tali parametri contri-buiscono alla definizione delle pressioni esercita-te dai settori industriale e agricolo. Tali sostanzein genere sono legate al particolato sospeso che sideposita nei sedimenti. Il cadmio, prodotto dallacombustione del carbone e dall’incenerimento dirifiuti, è impiegato come stabilizzatore nelle ma -terie plastiche (PVC) e come elettrodo nelle bat-terie ricaricabili. Il piombo, tra i metalli, è il piùimpiegato nel settore industriale e, quindi,abbon dantemente disperso nell’ambiente (basticitare l’uso come additivo nelle benzine). Ilcromo deriva dalla produzione di industrie mine-rarie e metallurgiche, lacche, vernici, lavorazionedel le gno, pellami e concerie, acciaierie, industriegalvaniche, industria tessile, fanghi di depurazio-ne, inceneritori. L’arsenico e molti dei suoi com-posti sono cancerogeni. L’esposizione cronicaall’arse nico ha effetti dannosi sulla salute. I suoicomposti trovano impiego come fitofarmaci,erbicidi e insetticidi. Gli idrocarburi clorurati, quali i DD’s, rappresen-tano i prodotti organici di sintesi impiegati comeantiparassitari, in particolare come insetticidi. Al -tra classe di composti compresi nella dizione diidrocarburi clorurati è quella dei policlorobifenili
(PCB’s), composti industriali persistenti e lipofili,usati come fluidi dielettrici nei trasformatori, co -me plastificanti, come ritardanti di fiamma. Gliidrocarburi policiclici aromatici (IPA) costituisco-no un numeroso gruppo di composti organici for-mati da uno o più anelli benzenici. Sono contenu-ti nel carbone e nei prodotti petroliferi (particolar-mente nel gasolio e negli olii combustibili). GliIPA sono bioaccumulabili. In generale l’emissionedi IPA nell’ambiente risulta molto variabile aseconda del tipo di sorgente, del tipo di combusti-bile e della qualità della combustione.
ScopoRilevare la concentrazione di alcuni metalli pe -san ti come cadmio (Cd), piombo (Pb), cromo to -tale (Cr) ed esavalente (Cr VI), nichel (Ni), arseni -co (As) e sostanze microinquinanti quali IPA,DD’s e PCB’s. Fornire indicazioni sull’inquina-mento da immissioni di insediamenti produttivi(industriali), dall’attività agricola e da sversamen-ti accidentali di idrocarburi. Gli idrocarburi clo-rurati (DD’s) mostrano una bassa tossicità acutae una elevata stabilità chimica; questa ultima ca -ratteristica determina la loro persistenza e, con-seguentemente, il loro accumulo nei sedimen ti.La loro presenza nel sedimento viene considerataun segnale di contaminazione di tipo “agricolo”dell’area d’indagine. La presenza, come residuinei sedimenti, dei PCB’s indica una contamina-zione di tipo industriale.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011310
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Concentrazione di sostanze pericolose nei sedimenti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 311
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NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di sostanzepericolose nei sedimenti(cadmio, piombo, cromo,nichel, arsenico, mercurio,PCB’s, DD’s, IPA)
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/chilogrammo p.s.,microgrammi/chilogrammo p.s.
FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti dei valori di concentrazione; media annuale
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011312
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.27: Valore medio annuale della concentrazione dei Metalli nel sedimento in 4 stazionicollocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
Grafici e tabellea)
d)
e)
g
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0
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Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
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Piombo
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0,05
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Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
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Cadmio
2007 2008 2009 2010 2011
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
mg/
kg so
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Cromo VI
2009 2010 2011
Porto Garibaldi
0 15 30 45 60 75 90
105 120 135 150 165 180
Lido Adriano Cesenatico Cattolica Porto Garibaldi
0 15 30 45 60 75 90
105 120 135 150 165 180
Lido Adriano Cesenatico Cattolica
mg/
kg so
stanz
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Cromo totale
2007 2008 2009 2010 2011
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
mg/
kg so
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a sec
ca
Nichel
2007 2008 2009 2010 2011
0
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4
6
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12
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
mg/
kg so
stanz
a sec
ca
Arsenico
2007 2008 2009 2010 2011
0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
mg/
kg so
stanz
a sec
ca
Mercurio
2007 2008 2009 2010 2011
c)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 313
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0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
1,8
DDT DDD DDE DDT DDD DDE DDT DDD DDE DDT DDD DDE
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
μg/
kg s
osta
nza
secc
a
2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.28: Valore medio annuale della concentrazione del DDT, DDD e DDE nel sedimento in4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
0
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100
150
200
250
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
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2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.29: Valore medio annuale della somma delle concentrazioni degli IPA nel sedimento in4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011314
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1
2
3
4
5
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7
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Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
g/kg
sos
tanz
a se
cca
2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.30: Valore medio annuale della somma delle concentrazioni dei PCB’s nel sedimento in4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
Di seguito si analizza il trend registrato negli ultimi 5anni di dati disponibili relativo al valore medio annuodelle concentrazioni delle sostanze inquinanti rilevatein 4 stazioni (delle 8 monitorate), considerate come lepiù rappresentative della costa emiliano-romagnola,ubicate a 3 km di distanza dalla linea di riva. La figura 3C.27 riporta i valori medi annui relativi aimetalli pesanti. La presenza di Cr e Ni lungo la costaemiliano-romagnola non ha solo origine da attivitàantropica. Questi metalli e i loro composti sono pre-senti come elementi “naturali” nella composizionechimica delle terre della pianura padana e compaiononei se dimenti marini a elevate concentrazioni, spessosuperando lo Standard di Qualità Ambientale (SQA)del DM 56/09. I valori medi annui per il Cromo esavalente (Cr VI),relativi a un periodo di 3 anni, mostrano un andamen-to decrescente da nord a sud e sono sempre inferioriallo SQA, di cui al DM 56/09.Il Piombo nel 2011 mostra una lieve diminuzione delvalore medio annuo rispetto all’anno precedente nellelocalità analizzate, fatta eccezione per la stazione diCattolica. Tutti i valori sono inferiori allo SQA definitodal DM 56/09.L’Arsenico nel 2011 mostra un lieve aumento del valo-re medio annuo rispetto all’anno precedente nelle sta-zioni di Cesenatico e Cattolica. Tutti i valori sono infe-riori allo SQA definito dal DM 56/09.Per il Cadmio l’andamento è più variabile; nel 2007 siosservano valori medi/anno inferiori al Limite diRilevabilità strumentale (L.R.), che per questo noncompaiono nei grafici. Negli ultimi 4 anni consideratii valori medi annui sono sempre al di sotto dello SQAdefinito dal DM 56/09.Il Mercurio, nel periodo considerato, presenta unandamento variabile. Nelle stazioni di Lido Adriano eCattolica si sono verificati dei superamenti dello SQA,
di cui al DM 56/09; si tratta comunque di valori medidi concentrazione molto contenuti. Nel 2011, invece,si osserva che tutti i valori medi sono inferiori all’SQA.Per quanto riguarda i DD’s (figura 3C.28), i valori mediannui di DDD, DDE e DDT sono relativi alla sommadegli isomeri 2,4 e 4,4. Nel grafico si riportano le con-centrazioni rilevate per le forme di DDT, DDD e DDEche sono spesso inferiori al limite di rilevabilità stru-mentale. Nelle stazioni di Porto Garibaldi e Cattolica siè verificato, nel 2010, un lieve superamento del SQAdefinito dal DM 56/09. Nel 2011 tutti i valori medi diconcentrazione sono inferiori all’SQA.Gli IPA (figura 3C.29) presentano valori medi annuivariabili nella zona settentrionale (Porto Garibaldi,Lido Adriano) e meridionale (Cattolica), ma con livellidecisamente inferiori allo SQA definito dal DM 56/09.I valori medi annui degli IPA derivano dalla sommadelle 16 tipologie più significative.I valori medi annui dei PCB’s sono relativi alla som -ma dei 13 congeneri più significativi (figura 3C.30).Tali valori sono inferiori allo SQA definito dal DM56/09 in tutte le località e in tutti gli anni considera-ti. Si osserva una diminuzione dei valori medi nel2010 e 2011.Nella valutazione complessiva dei dati è necessarioconsiderare che la fascia costiera emiliano-romagnolaè investita prevalentemente dagli apporti di originepadana, i cui effetti si fanno sentire anche nella partepiù meridionale della costa. Inoltre, alcune sostanze,in particolare i PCB’s, hanno tempi di sedimentazionemaggiori per cui, in alcuni casi e in coincidenza conparticolari condizioni idrodinamiche, l’accumulo èmaggiore nella parte più meridionale della costa. Ingenerale si può affermare che le concentrazioni rileva-te, sia dei metalli pesanti, sia delle restanti sostanze,non evidenziano valori tali da inficiare il giudizio qua-litativo dell’ecosistema marino costiero.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 315
DescrizioneIndice numerico che esprime la quota di torbiditàdelle acque dovuta alla componente fitoplanctoni-ca rispetto a quella particellata minerale di originedetritica.
ScopoValutare lo stato qualitativo del sistema costieromediante un indice complesso, rapportando i valo-ri di TRIX con quelli di TRBIX, discriminando nu -mericamente, nella valutazione della trasparenza,il contributo della componente microalgale rispet-to alla risospensione del sedimento o all’apporto dimateriale inorganico dai fiumi.
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IMPATTO
Indice di torbidità TRBIX
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Indice di torbidità TRBIX DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09LR 3/99
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali nelle stazioni costiere (0,5 e 3 km).Integrazione con il TRIX
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011316
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.31: Diagrammi di “Scatter plot” tra l’indice di torbidità (TRBIX) e l’indice trofico(TRIX) (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 317
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Combinando l’indice di torbidità (TRBIX) con l’in -dice trofico (TRIX) si rappresentano gli scatter plotdel TRIX verso il TRBIX, calcolati utilizzando irisultati rilevati nel 2011 nelle stazioni a 0,5 e 3km dalla costa. Osservando la figura 3C.31, il gra-fico viene diviso in quattro quadranti, rispettiva-mente definiti dal valore medio di TRIX e TRBIX.La localizzazione della combinazione dei valoriall’interno di ciascun quadrante viene interpretatain base alla tabella allegata alla figura 3C.31. Ilconfronto tra i due corpi idrici della costa mostrache per il CD1, area compresa tra Lido di Volano eCasalborsetti, la maggior parte dei valori si distri-buisce sul quadrante B, che identifica, in terminidi TRBIX, acque colorate da fitoplancton con bassi
valori di trasparenza; da sottolineare anche i valo-ri che si posizionano nel quadrante A, che sotten-de acque poco o scarsamente colorate con presen-za di torbidità dovuta anche alla componenteminerale. Questa peculiare distribuzione generaledei dati, nell’area centro-settentrionale, evidenziala forte variabilità riscontrata, con periodi di ele-vata concentrazione di biomassa microalgale esituazioni di medio/alta trasparenza.Nell’area compresa tra Lido Adriano e Cattolica(CD2), i dati si distribuiscono soprattutto nelqua drante A e B e in minima parte nel C, a in -dicare un incremento della componente minera-le/de tri tica che influisce sulla trasparenza inque sta zona.
Commento
DescrizioneLe Diatomee sono una delle classi dominanti nel fi -toplancton marino. La loro distribuzione stagiona lee l’abbondanza relativa forniscono importanti indi-cazioni circa lo stato degli ecosistemi marini, conparticolare riferimento ai fenomeni di eutrofizzazio-ne. Le Dinoflagellate, più frequentemente, pos sonoprovocare fenomeni di “acque colorate”. L’ab -bondanza del numero di microalghe per litro d’ac-qua determina una alterazione della normale colo-razione e trasparenza delle acque. La proliferazioneabnorme delle microalghe è causata dalla presenzain acqua di elevate concentrazioni di nutrienti (inparticolare di P e N); tali elementi nutritivi sono ingenerale veicolati a mare da affluenti costieri.
ScopoLe analisi quantitative dei popolamenti di Dia -tomee, Dinoflagellate nelle acque marine consen-tono una stima della produttività primaria delsistema e in generale costituiscono un elementobasilare nella valutazione dello stato qualitativo, inquanto influiscono sulla trasparenza e sulla colo-razione delle acque costiere. Ne consegue cheentrambi i gruppi al termine del loro ciclo sono instretta correlazione con le condizioni di ipossia eanossia delle acque di fondo, che si sviluppano nelperiodo estivo/autunnale. Le analisi quali-quanti-tative di Diatomee e Dinoflagellate forniscono unulteriore contributo alla conoscenza dello statodell’ecosistema marino costiero.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011318
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Presenze microalgali DPSIR I
UNITÀ DI MISURA N. cellule/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali nelle stazioni a 0,5 e 3 km. Rapporto tra igruppi
IMPATTO
Presenze microalgali
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 319
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1,E+02
1,E+03
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1,E+06
1,E+07
1,E+08
F M A M G L A S O N D
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Diatomeea)
4 19
1,E+00
1,E+01
1,E+02
1,E+03
1,E+04
1,E+05
1,E+06
1,E+07
1,E+08
G F M A M G L A S O N D
N.c
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Dinoflagellateb)
4 19
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.32a,b: Andamento temporale dell’abbondanza di Diatomee e Dinoflagellate in due sta-zioni collocate a 0,5 km dalla costa, P. Garibaldi (4) e Cattolica (19), posizionate a nord e a suddella costa emiliano-romagnola (2011)
Grafici e tabelle
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011320
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.33a,b,c: Abbondanze medie annuali di Diatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton neicorpi idrici CD1 e CD2 (2007-2011)
0,0E+001,0E+042,0E+043,0E+044,0E+045,0E+046,0E+047,0E+048,0E+049,0E+04
2007 2008 2009 2010 2011
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Dinoflagellatea)
Abbondanza media CD1 Abbondanza media CD2
0,0E+00
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2,0E+06
3,0E+06
4,0E+06
5,0E+06
6,0E+06
7,0E+06
2007 2008 2009 2010 2011
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Diatomeeb)
Abbondanza media CD1 Abbondanza media CD2
0,0E+00
2,0E+06
4,0E+06
6,0E+06
8,0E+06
1,0E+07
1,2E+07
2007 2008 2009 2010 2011
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Altro fitoplanctonc)
Abbondanza media CD1 Abbondanza media CD2
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 321
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Gli andamenti temporali delle concentrazioni diDiatomee (figura 3C.32a,b), sia a nord che a sud,risultano simili da gennaio a fine settembre. Nellarestante parte dell’anno, tra ottobre e dicembre, siriscontra invece una discordanza tra nord e sud.Anche considerando il dato quantitativo, la zonanord è caratterizzata da concentrazioni maggioririspetto alla zona sud, soprattutto tra aprile e set-tembre. Nel periodo autunnale la tendenza si inver-te. Come negli anni precedenti, i valori massimi diDiatomee si registrano tra gennaio e aprile, mentre ivalori minimi in estate, tra giugno e settembre. Itaxa più rappresentativi per frequenza e abbondanza,durante tutto il 2011, sono in ordine Skele tonemaspp. e Chaetoceros spp. Il primo domina durante l’in-verno fino a inizio primavera ed è presente conabbondanze rilevanti anche in novembre, mentre ibloom di Chaetoceros spp. si verificano in primaverainoltrata (aprile e maggio), in estate (agosto) e inautunno (ottobre e novembre).Per quanto riguarda il gruppo delle Dinoflagellate, se
si considerano le medie annuali si registra una sen-sibile diminuzione rispetto all’anno passato. Anchese nel 2011 non si registrano fioriture importanti acarico di questo gruppo, alcuni taxa appartenenti allafamiglia delle Prorocentraceae, quali Prorocentrumtriestinum e Prorocentrum micans, sono i responsa-bili delle abbondanze maggiori, soprattutto nellazona nord. Come per le Diatomee, gli andamentitemporali a nord e a sud sono simili, a eccezione delperiodo autunnale (novembre) quando si registranoalcune discordanze. Se si considerano i valori mediannuali, nella zona nord (CD1) si registrano concen-trazioni maggiori rispetto alla zona sud (CD2).In figura 3C.33a,b,c viene rappresentato l’andamen-to delle medie annuali delle abbondanze diDiatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton nelmedio periodo (5 anni) nei corpi idrici CD1 e CD2.L’andamento temporale delle Dinoflagellate nel pe -riodo è considerato decrescente in entrambi i corpiidrici, mentre quello relativo alle Diatomee è cre-scente nel CD2 e piuttosto altalenante nel CD1.
Commento
DescrizioneLo studio delle comunità macrobentoniche deifon di marini viene soprattutto applicato nelle in -dagini degli ambienti perturbati, soggetti a diversitipi di inquinamento o dei sistemi naturalmenteipossici. I lavori che ne emergono riguardano siadescrizioni delle variazioni della struttura dellecomunità bentoniche in relazione ai gradi di alte-razione am bientale, sia metodi in grado di stabili-re, con maggior o minor efficacia, il grado di alte-razione sulla base delle caratteristiche strutturalidella comunità. Infatti gli organismi bentonici,non potendo compiere grandi spostamenti, sonosottoposti per tutto il proprio ciclo vitale alle con-dizioni ambientali più o meno perturbate presentinella zona, mostrando di conseguenza gli effettidell’esposizione prolungata a diversi fattori am -
bientali e di inquinamento. Tali effetti si manife-stano alterando la fisionomia del popolamento siain termini di composizione in specie, sia in termi-ni di numero di specie e rapporti di abbondanzatra specie.
ScopoL’effetto di perturbazioni ambientali risulta indivi-duabile attraverso l’interpretazione delle reazioniche la comunità macrobentonica presenta nel tem -po. Tali risposte possono manifestarsi sia come varia-zioni qualitative sia quantitative, ovvero sia in termi-ni di composizione in specie, sia in termini di nume-ro e di rapporti di abbondanza tra specie. In altreparole, il grado di alterazione della comunità è desu-mibile sulla base delle sue caratteristiche strutturali.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011322
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Macroinvertebrati bentonici DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valori stagionali dell’indice AMBI
IMPATTO
Macroinvertebrati bentonici
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 323
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Grafici e tabelle
Phylum/Stazioni Garibaldi
Porto
(4)Adriano
Lido
(9)Cesenatico
(14)Cattolica
(19)Garibaldi
Porto
(4)Cesenatico
(14)Cattolica
(19)Anellida 21 23 24 25 12 21 20 30Arthropoda 9 10 11 13 3 6 7 6Cnidaria 0 0 2 1 1 0 1 2Echinoderma 0 3 2 2 0 1 3 6Idroidomeduse 0 0 0 0 0 0 0 1Mollusca 16 16 24 24 14 19 20 23Phoronyda 1 0 1 1 1 1 1 1Sipuncula 0 1 1 1 1 1 0 0Totale 47 53 65 68 32 49 52 70
Adriano (9)
Lido SFBC VTC
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.8: Numero di specie rinvenute per le biocenosi SFBC e VTC (2011)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.34: Valori stagionali dell’indice AMBI per le stazioni delle biocenosi SFBC (2011)LEGENDA: I= inverno, P= primavera, E= estate, A= autunno
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011324
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.35: Valori primaverili e autunnali dell’indice AMBI per le stazioni delle biocenosi VTC(2011)
Vengono presentati i valori dell’indice biotico AMBIbasato sulla presenza di specie appartenenti a grup-pi ecologici a differente sensibilità nei confrontidell’inquinamento; questo indice varia in modocontinuo da 0 (condizione di assenza di disturbo) a6 (condizione di estremo disturbo). Le stazioniindagate sono quelle appartenenti alla biocenosidelle Sabbie Fini Ben Calibrate (SFBC), ubicate acirca 1 km dalla costa, e quelle dei Fanghi TerrigeniCostieri (VTC), distanti 3 km dalla costa. Nella tabella 3C.8 si osserva come il numero dispecie rinvenute si aggiri intorno a un valoremedio di 55. A Cattolica, sia nelle SFBC che nelleVTC, si sono registrate il maggior numero di spe-cie, rispettivamente 68 e 70, mentre il minornumero si è avuto a Porto Garibaldi, nella VTC. IPhylum che maggiormente contribuiscono alla
costruzione delle comunità bentoniche sono quel-lo degli Anellida e quello dei Mollusca.Dalla figura 3C.34 si può notare come le stazioniappartenenti alla biocenosi delle SFBC siano clas-sificate come siti lievemente disturbati, a eccezio-ne di Porto Garibaldi (4), che in primavera mostraassenza di disturbo. Le stazioni SFBC di PortoGaribaldi, Lido Adriano e Cattolica (4, 9 e 19)mostrano un gradiente stagionale nord-sud cre-scente, mentre quella di Cesenatico (14) decre-scente.Dalla figura 3C.35 si può notare come le stazioniappartenenti alla biocenosi delle VTC siano classi-ficate come siti lievemente disturbati, a eccezionedi Cesenatico, che in autunno risulta moderata-mente disturbata; non si evidenzia un particolaregradiente nord-sud.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 325
IMPATTO
Ossigeno sul fondo,aree di anossia
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DescrizioneDefinisce il livello di saturazione dell’ossigeno nel -le acque in relazione alla solubilità (in funzionedella temperatura e salinità), ai processi di degra-dazione, respirazione e fotosintesi nelle acque. Imeccanismi biochimici che consentono un’au-mentata tolleranza all’anossia sono importanti fat-tori che possono influenzare la composizione delbenthos, in relazione all’intensità, alla durata ericorrenza dei fenomeni.Aree interessate da durature situazioni di anossiao da costanti condizioni di ipossia severa possonovedere completamente modificata la bionomiabentonica, con diminuzione di biomassa e biodi-versità.La moria di organismi adulti produce di per sé undanno ambientale, ma un danno maggiore è datodalla perdita di organismi in fase larvale (uova,stadi giovanili), la cui carenza indebolisce la con-
sistenza delle generazioni future. La ciclicità e l’e-stensione dei fenomeni anossici lungo la costaemiliano-romagnola, colpendo indiscriminata-mente sia gli organismi adulti sia le forme giova-nili, rischia di essere tale da comportare un serio eirreversibile impoverimento degli stock di alcunespecie.
ScopoRilevare i fattori predominanti che modificano ilva lore di saturazione dell’ossigeno nelle acque, conparticolare riferimento ai processi di ossidazionemicrobiologica della sostanza organica e al consu-mo per respirazione degli organismi. L’ossi genoviene ripristinato attraverso la fotosintesi (i valoriche eccedono la saturazione sono solo di ori ginefo tosintetica) e tramite i processi fisici di scambiodei gas tra atmosfera e acqua superficiale.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Ossigeno sul fondo, aree dianossia
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1998-2011
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10LR 39/78
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie mensili, stagionali e annuali.Mappe di distribuzione dell’ossigeno nelle acque di fondo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011326
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.36: Mappe di distribuzione della massima estensione annuale delle condizioni anossiche(concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l) delle acque di fondo dal delta del Po aCattolica e da costa fino a 10 km al largo (1998-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 327
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.37: Mappe di distribuzione della massima estensione delle condizioni anossiche*/ipossiche** delleacque di fondo, da costa fino a 10 km al largo (2011)Note: *anossia = concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l
**ipossia = concentrazione di ossigeno disciolto tra 1 e 3 mg/l
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011328
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.38: Isolinee di concentrazione dell’ossigeno disciolto, dalla superficie al fondo per ognimetro di profondità, delle stazioni a 10 km al largo di Porto Garibaldi, Cesenatico e Cattolica (2011)
Una delle conseguenze dei processi di eutrofizzazioneè la formazione di condizioni di carenza di ossigeno(ipossia) e/o di assenza di ossigeno (anossia) nelleacque di fondo. Gli areali interessati sono molto vasti evariabili, estendendosi da qualche decina a centinaia dikm2. Generalmente la fascia costiera compresa traGoro e Cesenatico risulta maggiormente interessatada condizioni di carenza di ossigeno, che riguardanoprincipalmente lo strato di acque prossime al fondale(1-3 m). La figura 3C.36 evidenzia come questa pro-blematica colpisca prevalentemente la parte setten-trionale della costa. Tale area è la più sensibile perdiversi motivi: è direttamente e maggiormente investi-ta dagli apporti padani, ha condizioni idrodinamicheparticolari, con vortici che aumentano i tempi di sta-zionamento delle acque, e presenta condizioni eutrofi-che persistenti per periodi lunghi dell’anno. Lo stato dianossia sul fondo, una volta innescatosi, si mantiene esi estende nel tempo in funzione delle correnti e sirisolve in occasione di mareggiate importati in gradodi rimescolare l’intera colonna d’acqua. Le condizionianossiche si manifestano prevalentemente nel periodo
estivo-autunnale, quando l’incremento della tempera-tura, la presenza di abbondante biomassa microalgale,la stasi idrodinamica e la stratificazione termica e/osalina agiscono come fattori sinergici nello sviluppodello stato anossico. Deve essere, quindi, sempre con-siderata e valutata la molteplicità di fattori che con-corrono al verificarsi di ipossie/anossie. I periodi piùcritici del 2011 si sono avuti a partire dal mese di giu-gno fino a ottobre, dove situazione ipossiche/anossichesi sono osservate in gran parte dell’area marina costie-ra controllata (figura 3C.37). In figura 3C.38 sono state riportate le isolinee di con-centrazione dell’ossigeno disciolto lungo il profilo dasuperficie al fondo, rilevate settimanalmente nell’anno2011 con la sonda multiparametrica in tre stazioni col-locate a 10 km dalla costa di fronte a Porto Garibaldi,Cesenatico e Cattolica; si osserva che le aree anossi-che/ipossiche si distribuiscono negli ultimi metri diprofondità della colonna d’acqua, mentre negli stratipiù vicini alla superficie le concentrazioni di ossigenodisciolto presentano elevati valori correlati alle elevateconcentrazioni di clorofilla “a”.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 329
IMPATTO
Concentrazione di clorofilla “a”
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DescrizioneL’indicatore descrive la concentrazione di clorofilla“a” nelle acque superficiali e lungo la colonna d’ac-qua, consentendo una stima indiretta della biomassafitoplanctonica, in quanto fornisce la misura del pig-mento fotosintetico principale presente nellemicroalghe. Essa rappresenta un efficace indicatoredella produttività del sistema. Nello schema DPSIR èinserito tra gli indicatori di Impatto, perché segnalal’effetto della perturbazione della qualità ambientaledelle acque marine sulle biomasse fitoplanctoniche.
ScopoLa concentrazione della clorofilla “a” nelle acquemette in evidenza il livello di eutrofizzazione delleacque costiere. È, inoltre, di fondamentale impor-tanza per l’applicazione di indici trofici e dell’indi-ce di torbidità, per la valutazione delle caratteristi-che trofiche di base del corpo idrico e dello statodegli ecosistemi; è, inoltre, un ottimo indicatoreper la valutazione della produzione primaria e deigradi di trofia dell’ecosistema.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di clorofilla“a”
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie mensili, stagionali e annuali.Mappe di distribuzione stagionali (complessivi 1.300 km2)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011330
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Grafici e tabelle
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1,E+04
2,E+04
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4,E+04
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6,E+04
7,E+04
8,E+04
9,E+04
0 2 4 6 8
10 12 14 16 18 20 22
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2007 2008 2009 2010 2011
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a” (m
icro
gram
mi/l
itro)
cellu
lel/l
itro
Clorofilla "a" media CD1 Clorofilla "a" media CD2Abbondanza media Dinoflagellate CD1 Abbondanza media Dinoflagellate CD2
0,E+00
1,E+06
2,E+06
3,E+06
5,E+06
4,E+06
6,E+06
7,E+06
0 2 4 6 8
10 12 14 16 18 20 22
b)
2007 2008 2009 2010 2011
cellu
le/li
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Clo
rofil
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a” (m
icro
gram
mi/l
itro)
Clorofilla "a" media CD1 Clorofilla "a" media CD2Abbondanza media Diatomee CD1 Abbondanza media Diatomee CD2
0,E+00
2,E+06
4,E+06
6,E+06
8,E+06
1,E+07
1,E+07
0 2 4 6 8
10 12 14 16 18 20 22
c)
2007 2008 2009 2010 2011
cellu
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Clo
rofil
la “
a” (m
icro
gram
mi/l
itro)
Clorofilla "a" media CD1 Clorofilla "a" media CD2Abbondanza media Altro fitoplancton CD1 Abbondanza media Altro fitoplancton CD2
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.39a,b,c: Medie annuali di clorofilla “a” con abbondanza media annuale di Diatomee,Dinoflagellate e Altro fitoplancton nei corpi idrici CD1 e CD2 (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 331
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Impatto
La figura 3C39a,b,c mostra l’andamento tempo-rale della concentrazione della clorofilla “a” insuperficie, mediata per area (corpi idrici CD1 eCD2), dal 2007 al 2011. Dall’analisi dei dati si evi-denzia un aumento della concentrazione di clo-rofilla negli ultimi anni lungo tutta la costa.Prendendo in considerazione il valore di concen-trazione di 3,5 μg/l di clorofilla, quale limite peruno stato buono/sufficiente (DM 260/10), siosserva il suo superamento in entrambi i corpi
idrici. La zona settentrionale della costa (CD1)mostra i valori più elevati, a causa di una maggiorinfluenza degli apporti di nutrienti generati nelbacino padano, che favoriscono e alimentanoquesta condizione di eutrofia.In figura 3C.39b si può notare, inoltre, come leconcentrazioni medie di clorofilla “a” eDiatomee presentino lo stesso andamento, inparticolare in CD2. Le stesse concentrazionimedie di clorofilla “a” non risentono, in partico-
Commento
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.40: Media stagionale della concentrazione di clorofilla “a” da Goro a Cattolica e da costafino a 10 km al largo (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011332
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Impatto
lar modo, del contributo dato dalle Dinoflagel -late (figura 3C.39a). L’andamento medio stagionale nel 2011 (figura3C.40) evidenzia come in primavera, lungo tutta lacosta, i livelli di clorofilla “a” abbiano raggiunto ivalori più alti, mantenendosi al di sopra dei 10μg/l. Nei mesi invernali il CD2 risulta essere l’areacon una condizione di eutrofia più marcata.Durante la stagione estiva, in concomitanza con lariduzione delle immissioni di elementi nutritivi inmare dai bacini costieri, si registrano abbassamen-
ti dei livelli di clorofilla in particolare tra Cese na -tico e Cattolica; in questa zona si attesta uno statoambientale oligotrofico, con acque caratterizzateanche da una buona trasparenza; solo in una zonacircoscritta a ridosso del delta padano perdura unacondizione di eu tro fizzazione.In autunno, con il cambiamento della circolazio-ne e l’incremento degli apporti di fattori nutritividai bacini costieri e dal bacino padano, aumenta-no in media i valori di clorofilla “a” e, quindi, l’in-cremento di biomassa microalgale.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 333
DescrizioneL’applicazione delle norme in tema di acquedestinate alla balneazione porta alla definizionedi zone vietate in modo permanente. La RegioneEmilia-Romagna con l’Ordinanza balneare n.1/2011 ha stabilito di vietare, in corrispondenzadi foci di corpi idrici, un tratto di litorale per unalunghezza di 50 metri a nord e 50 metri a suddelle foci stesse per motivi precauzionali di natu-ra igienico-sanitaria, in quanto le acque convo-gliate a mare sono potenzialmente ricche di cari-chi antropici.Per motivi di sicurezza la stessa Ordinanza vietapermanentemente i tratti di litorale interessati daltransito di natanti: i porti e la superficie di mareper un raggio di 150 metri dall’imboccatura degli
stessi, misurati a semicerchio dalla cima dei moliguardiani, se presenti.Tratti di litorale interdetti sono anche le zone interes-sate da servitù militare (5,2 km in provincia di Raven -na, poco a sud del confine con Ferrara) e le zone adi-bite alla molluschicoltura (Sacca di Goro a Ferrara).Oltre ai divieti di balneazione permanenti sonoconsiderati anche i divieti temporanei, legati a epi-sodi d’inquinamento transitori, la cui entità èespressa dall’Indice di balneabilità temporanea.
ScopoMettere in evidenza le zone permanentemente etemporaneamente vietate alla balneazione in baseall’applicazione della normativa nazionale in tema diacque destinate alla balneazione.
RISPOSTE
Zone permanentemente e/otemporaneamente balneabili
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Zone permanentemente e/otemporaneamente balneabili
DPSIR R
UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE Province, RegioneEmilia-Romagna,Ausl,Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque,Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n.116Decreto del Ministero della Salute 30 marzo 2010
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Suddivisione in zone: rapporto percentuale fra la costa balneabile(oppure non balneabile per inquinamento e/o sicurezza, o non bal-neabile per altri motivi) e la lunghezza complessiva dell'area dicosta in esame.Indice di balneabilità: rapporto percentuale espresso come differen-za fra la quota totale di litorale balneabile (metri per giorni di dura-ta della stagione balneare) e la quota di litorale interdetta tempora-neamente alla balneazione (metri interdetti per giorni di durata del-l’interdizione temporanea) rispetto alla quota complessiva di litoralebalneabile (metri per giorni di durata della stagione balneare)
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Risposte
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011334
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Risposte
Grafici e tabelle
44%
1%
55%
Provincia di Ferrara
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(porti, fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(area adibita alla molluschicoltura)
96%
4%
Provincia di Forlì-Cesena
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(porti, fiumi e canali)
95%
5%
Provincia di Rimini
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(porti, fiumi e canali)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, RegioneEmilia-RomagnaFigura 3C.41: Suddivisione percentuale dei tratti di costa delle province in: balneabili, non balnea-bili per inquinamento e/o sicurezza e non balneabili per altri motivi (2011)
ProvinciaLunghezza
totale costa (km)
Lunghezza costa adibita
alla balneazione (km)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione
(porti, fiumi e canali) (km)
Lunghezza costanon adibita alla balneazione
(area adibita alla molluschicoltura) (km)
Ferrara 48,13 21,04 0,39 26,71Ravenna 47,37 39,23 2,60 5,54
Forlì-Cesena 9,14 8,78 0,35 0,00Rimini 34,88 33,09 1,78 0,00
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, RegioneEmilia-Romagna
Tabella 3C.9: Zone balneabili e non balneabili delle province (2011)
83%
5%
12%
Provincia di Ravenna
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(porti, fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(servitù militare)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 335
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Risposte
73%
4%
23%
Costa balneabile Costa non balneabile per inquinamento e/o sicurezza Costa non balneabile per altri motivi
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, RegioneEmilia-Romagna Figura 3C.42: Suddivisione percentuale dei tratti di costa regionale in: balneabili, non balneabiliper inquinamento e/o sicurezza e non balneabili per altri motivi (2011)
Provincia Indice di balneabilità temporanea
Ferrara 100%Ravenna 99,9%Forlì-Cesena 99,6%Rimini 99,0%
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Comuni, Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.10: Indice di balneabilità temporanea (2011)
I dati relativi alle aree effettivamente sottoposte amonitoraggio di norma non subiscono variazionifrequenti nel corso degli anni; sono però di note-vole interesse, in quanto utili alla reale stima per-centuale dei tratti di costa non adibiti alla balnea-zione.Anche per l’anno 2011 si è provveduto a determi-nare l’Indice di balneabilità temporanea (tabella3C.10), che indica l’effettiva fruibilità delle acque
balneabili, al netto degli episodi di inquinamentotemporaneo che hanno determinato la chiusuradella balneazione per tempi limitati e in tratti cir-coscritti del litorale.Come rilevabile dai dati presenti in tabella 3C.10,la stagione balneare 2011 ha fatto registrare, nelleprovince di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, alcu-ne chiusure temporanee della balneazione a segui-to di episodi d’inquinamento.
Commento
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Riferimenti
� Autori
Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Giuseppe MONTANARI (1), Attilio RINALDI (1), CristinaMAZZIOTTI (1), Margherita BENZI (1), Paola MARTINI (1), Stefano SERRA (1), Sandro TARLAZZI (1), Clau -dio SILVESTRI (1), Leonardo RONCHINI (2), Vanessa RINALDINI (2), Alberto CAPRA (2), Rita ROSSI (2),Paolo SPEZZANI (3)
(1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA RN, (3) DIREZIONE TECNICA
� Bibliografia
1. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Ambiente e Riqualificazione urbana, Arpa Struttura Daphne(1982-2010), Qualità ambientale delle acque marine in Emilia-Romagna - Rapporto annuale2011. Regione Emilia-Romagna, Arpa Emilia-Romagna
2. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, ArpaIngegneria ambientale (2003), Supporto tecnico alla Regione Emilia-Romagna, alle Province e alleAutorità di Bacino per l’elaborazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque e PianoTerritoriale di Coordinamento Provinciale (art. 44 del DLgs 152/99 e art. 115 LR 3/99)
3. Regione Emilia-Romagna, Bollettino Ufficiale, 15 febbraio 2005, Deliberazione del consiglio regio-nale 20 gennaio 2005, n. 645, Approvazione delle linee guida per la gestione integrata delle zonecostiere (GIZC)
� Sitografia
1. www.arpa.emr.it/daphne2. www.arpa.emr.it/balneazione3. www.arpa.emr.it/pubblicazioni/acqua4. www.arpa.emr.it/rimini/ecotono_turismo.htm5. www.isprambiente.gov.it6. www.marescienza.it
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 340
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 340
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 341
Indicatori
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 346
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 393
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 412
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 416
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 416
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 416
INDICE
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Indic
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Tren
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Pag.
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EIM
PATT
OST
ATO
DETE
RMIN
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TI
� � Uso prevalente in essere Vedi capitolo Acque marino costiere (pag. 267)del territorio delle province costiere
� Temperatura Acque superficiali, Regione 2007-2011 346marino costiere
� Salinità Acque superficiali, Regione 2007-2011 350sotterranee,
marino costiere
� Concentrazione di fosforo Acque superficiali, Regione 2007-2011 355marino costiere
� Concentrazione di azoto Acque superficiali, Regione 2007-2011 364sotterranee,
marino costiere
� Ferro labile (LFe) e solfuri volatili (AVS) Acque superficiali, Regione 2010-2011 377marino costiere
� Elenco degli habitat Natura e Provincia 2009 381di interesse comunitario biodiversità (Ferrara, Ravenna)
� Elenco delle specie floristiche Natura e Provincia 2009 384di interesse comunitario biodiversità (Ferrara, Ravenna)
� Elenco delle specie faunistiche Natura e Provincia 2009 387di interesse comunitario biodiversità (Ferrara, Ravenna)
� Presenze microalgali Acque superficiali, Regione 2011 393marino costiere,
Natura ebiodiversità
� Macrofite Acque superficiali, Regione 2010 398(Indice R-MaQI modificato) Natura e
biodiversità
� Macroinvertebrati bentonici Acque superficiali, Regione 2010 401(indici M-AMBI e BITS) marino costiere,
Natura ebiodiversità
� Concentrazione di clorofilla “a” Acque superficiali, Regione 2007-2011 407marino costiere,
Natura ebiodiversità
� Aree naturali protette Natura e Provincia 2012 412biodiversità (Ferrara, Ravenna)
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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tura
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici
� Biodiversità: tendenze e cambiamenti
Introduzione
L’analisi ambientale effettuata mostra una discreta disomogeneità negli ambienti di tran -sizione considerati, sia da un punto di vista idraulico che geomorfologico. Ogni bacino ana-lizzato possiede sue peculiarità sia nella conformazione che negli usi antropici.Lo stato ecologico, valutato in base agli elementi di qualità biologica (EQB) e agli elementia sostegno degli EQB, ha evidenziato che le maggiori criticità sono presenti nella Sacca diGoro e nelle Valli di Comacchio.
Le criticità riscontrate nelle Valli di Comacchio sono in gran parte dovute a carenze gestio-nali del sistema idraulico (interramento di canali sublagunari, riduzione degli scambi con ilmare, immissioni di ingenti carichi di nutrienti).Questa condizione ha, in pochi decenni, portato a radicali cambiamenti nei popolamenti flo-ristici di tale ambiente. Sono scomparse o fortemente ridotte le macrofite a seguito di fio-riture microalgali innescate da rilevanti carichi di nutrienti (N e P) e dal ridotto idrodina-mismo. Tali condizioni hanno portato a un progressivo intorbidimento delle acque con forteriduzione nella penetrazione della luce lungo la colonna d’acqua.
Gli eventi anossici/ipossici, condizioni da definire “fisiologiche” per questi ambienti se simantengono entro limiti tollerabili per la fauna e la flora residenti, si sono verificati preva-lentemente nella Sacca di Goro, a Valle Nuova e nella Piallassa Baiona.
Non rilevabili trend per le forme fosfatiche.
Trend in lieve aumento per le forme azotate.
Nella maggior parte dei corpi idrici si sviluppano intensi fenomeni eutrofici nel periodo esti-vo-autunnale con elevate concentrazioni di clorofilla “a”.
� Messaggio chiave
Le acque di transizione rappresentano, oggi, areemarginali di un ecosistema un tempo diffuso in va stiterritori costieri del nostro Paese e in tanti altri Statirivieraschi che si affacciano sul Me diter raneo.Anche la nostra regione mostra condizioni analoghe,visto che dall’inizio dell’ottocento circa il 70% deiterritori lagunari sono stati bonificati.Le principali problematiche delle acque di tran -sizione dell’Emilia-Romagna si possono brevementesintetizzare come segue:– eccessivi apporti di sostanze nutritive (carichi diazoto e fosforo);– forte subsidenza di origine antropica che determi-na principalmente la perdita di porzioni di territorio;– regressione costiera generata da fenomeni erosivi;– scarsa disponibilità delle risorse di acqua dolce aseguito dei prelievi irrigui e acquedottistici;– problemi idraulici di circolazione delle acque;– progressivo aumento dell’ingressione salina infalda e nella rete idrica superficiale.Molte delle specie presenti negli elenchi delle specie
minacciate vivono negli ambienti acquatici co stieri.Gli stessi uccelli migratori trovano in questi habitatprotezione e nutrimento. Un altro aspetto che va te -nuto in considerazione è costituito dal potere di fil-tro che questi ecosistemi hanno nei confronti delleacque fluviali e drenanti del territorio. È ampiamen-te documentata la loro capacità di trattenere quoteimportanti di nutrienti (N e P) e di abbattere i cari-chi batterici che altrimenti si riverserebbero diretta-mente in mare.Ragioni dettate dalle vigenti direttive comunitarie enazionali raccomandano e impongono la loro tutela.In questo assume una straordinaria importanza ilruolo della Regione e degli Enti locali territorial-mente coinvolti e quello dell’Arpa Emilia-Ro ma gna edell’Ente Parco del Delta Po. È auspicabile che, inquesto intreccio di interessi e ruoli, vi sia una visio-ne concreta dei principi previsti nelle li nee guidadella Gestione integrata delle Zone co stiere approva-ta dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera n.643 del 20/01/05.
� Sintesi
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� Quadro generale
Una vasta area di territorio della regione Emilia-Romagna è coperta da zone umide, caratterizzateda una elevata variabilità ambientale e biologica.Tale area è di origine sia naturale che artificiale(lagune vive, laghi salmastri, meandri e foci fluvia-li, casse di espansione, invasi di ritenuta, cave diinerti dismessi, canali, vasche di colmata, saline).Per valorizzare e tutelare quest’area la RegioneEmi lia-Romagna ha istituito il Parco regionale delDelta del Po, con un’estensione complessiva di cir -ca 58.000 ettari. Le zone umide del Parco regio -nale rappresentano il settore meridionale del gran-de sistema di zone umide che caratterizzal’Adriatico settentrionale, dal Friuli fino a Cervia, eche costituisce un unico complesso sistema ecolo-gico, come dimostrato dalla presenza di endemi-smi comuni, dalla esistenza di associazioni vegeta-li che caratterizzano l’intero sistema e dagli ampispostamenti delle popolazioni di uccelli. Le zoneumide comprese tra la Sacca di Goro e le Valli diComacchio devono la loro origine all’ampio siste-ma deltizio del fiume Po. L’equilibrio idrogeologi-co dell’area è controllato dall’uomo (nota peresempio l’attività agricola e di pesca con le grandibonifiche ferraresi); in pratica a oggi tutte le zoneumide della regione sono soggette a regimi idriciartificiali, finalizzati a diversi scopi: l’agricoltura(oggi la principale attività produttiva praticatanelle aree circostanti le acque di transizione), l’ac-quacoltura, la pesca e, a seguire, le attività indu-striali e il turismo.L’agricoltura condiziona fortemente lo stato diconservazione delle zone umide, influenzando ne -
gativamente sia la qualità (eutrofizzazione da fer-tilizzanti e reflui zootecnici, inquinamento dafitofarmaci), sia la quantità delle acque (utilizzo ascopo irriguo). L’acquacoltura intensiva e semi-intensiva hanno un elevato impatto sulla qualitàdelle acque per l’immissione di mangimi e medi-cinali (antibiotici) e, per quanto riguarda la biodi-versità, esse risultano impattanti a causa dell’in-troduzione di specie alloctone allevate o contenu-te nei mangimi (microalghe); la molluschicoltu-ra, oltre a necessitare di ambienti con opportuniricambi idrici per evitare fenomeni di anossia deifondali, deve essere condotta con pratiche ade-guate al fine di non causare danni ai fondali. Leattività industriali sono prevalentemente presentinell’area ravennate, sono numericamente limita-te, ma di elevato im patto (porto industriale e polochimico di Raven na). Il turismo ha creato nel pas-sato profonde modificazioni territoriali, con ladistruzione pressoché totale dei principali sistemidunosi costieri. Attualmente si stanno sviluppan-do attività turistiche di carattere naturalistico,didattico educativo.Nei paragrafi seguenti sono riportati i soli risulta-ti delle indagini effettuate negli ultimi anni sullamatrice acquosa; i dati relativi ai sedimenti e albio ta sono attualmente piuttosto frammentari a li -vello territoriale e non permettono, quindi, di co -struire un quadro generale completo.Per interventi di risanamento eseguiti dall’Auto -rità portuale di Ravenna nella Piallassa Piomboni,nel 2010 in tale corpo idrico sono state sospese leattività di monitoraggio.
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Figura - Rappresentazione cartografica della suddivisione in corpi idrici delle acque costiere marine
Il DLgs 152/99 e s.m.i. prevedeva il monitoraggio delle acque di transizione con indaginida effettuare sulla matrice acquosa con frequenza mensile e quindicinale nel periodo giugno-settembre, sui sedimenti con frequenza annuale e sul biota con frequenza semestrale. La clas-sificazione delle acque lagunari era effettuata sulla base della valutazione del numero di gior-ni di anossia/anno, misurata nelle acque di fondo, che interessava oltre il 30% della super-ficie del corpo idrico. Lo stato di anossia è caratterizzato da valori dell’ossigeno discioltonelle acque di fondo compresi fra 0-1 mg/l. Per la classificazione delle acque di transizionecontribuivano anche i risultati delle indagini sui sedimenti e sul biota.Con il DLgs 152/06 (che recepisce la direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente ilprecedente DLgs 152/99) sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazionedello stato di qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque di transizione sono pre-visti numerosi nuovi elementi per la definizione dello Stato Ecologico e la ricerca di conta-minanti inorganici e organici nella matrice acqua e sedimento per la definizione dello StatoChimico. Il DLgs 152/06 rimane non applicato fino a quando, con il DM 56/09, vengono definiti icriteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici. Il DM 56/09 All. 1 definisce le modalitàper il monitoraggio dei corpi idrici, individuando gli elementi qualitativi per la classificazio-ne dello stato ecologico e dello stato chimico, inoltre abroga e sostituisce quanto riportato nelDM 367/03 alla tab. 2 e all’All. 1 del DLgs 152/06. Di recente emanazione è il DM 260/2010, recante i criteri tecnici per la classificazione dellostato dei corpi idrici superficiali. Tale decreto definisce le modalità per la classificazione deicorpi idrici da effettuare al termine del ciclo di monitoraggio.Un altro decreto attuattivo del DLgs 152/06, precedente al DM 56/09, è il DM 131/08,recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici. Tale decreto definisce le meto-dologie per l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazio-ne), l’individuazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti.Il processo di caratterizzazione dei corpi idrici si è concluso con l’individuazione di 8 corpiidrici:7 Lagune Costiere regionali suddivise in confinate e non confinate, di cui una artificiale (Lagodelle Nazioni); 1 Delta interregionale.
Di seguito si riporta lo schema riepilogativo del processo di caratterizzazione dei corpi idrici di tran -sizione.
Tali corpi idrici sono tutti ricadenti sul territorio delle province di Ferrara e Ravenna e sono di stribuitia “isole” dislocate lungo la fascia costiera. Non sono comunicanti fra loro, risultano “immobilizza-ti”, bloccati rispetto alla loro naturale evoluzione morfologica ed ecologica, circondati da aree dedi-te all’agricoltura, da insediamenti urbani e da infrastrutture. Si possono definire come degli “habitatsotto assedio”.Il Piano di tutela delle acque della Regione Emilia-Romagna (anno 2003) considerava “acque ditransizione” anche il corpo idrico Ortazzo.Con il DLgs 152/06 e il successivo DM 131/08, sono attribuiti alla categoria acque di tran -sizione “i corpi idrici di superficie maggiore di 0,5 Km2 conformi all’art. 2 della Direttiva2000/60, delimitati verso monte (fiume) dalla zona ove arriva il cuneo salino (definito come la
BOX 1 - Implementazione della Direttiva 2000/60/CE alle acque di transizione
Codice tipi Corpo idrico Geomorfologia Grado di confinamento Macrotipo
AT03 L. Nazioni (corpo idrico artificiale)
AT07 V. Cantone AT08 V. Nuova AT09 V. Comacchio
Confinato TW1
AT19 Pialassa Baiona AT18 Pialassa Piomboni AT18 Sacca di Goro
Lagu
na c
osti
era
Non confinato TW2
AT21 Po di Goro Delta DELTA
(segue) �
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sezione dell’asta fluviale nella quale tutti i punti monitorati sulla colonna d’acqua hanno il valoredi salinità superiore a 0,5 psu) in bassa marea e condizioni di magra idrologica e verso valle(mare) da elementi fisici quali scanni, cordoni litoranei e/o barriere artificiali, o più in generaledalla linea di costa”.La zona umida Ortazzo non rientra nella definizione di acque di transizione per i seguenti motivi: – non è delimitata a monte da un fiume;– a valle non è in collegamento con il mare;– di conseguenza, non avendo nessun collegamento con il mare, non presenta alcuna escursione di
marea;– presenta valori di salinità bassi, attribuibili ad ambienti di acqua dolce, con innalzamenti repenti-
ni solo in coincidenza di una ingressione salina da falda;– le lievi pressioni sulla qualità dell’acqua sono attribuibili esclusivamente agli apporti dal canale
Acquara (regolati da paratoia), che raccoglie le acque di drenaggio dei terreni agricoli circo-stanti;
– non è attribuibile geomorfologicamente l’identificazione di “Laguna” o “Delta”.
In risposta a quanto prevede il DLgs 152/06 è stata istituita la nuova rete di monitoraggio per leacque di transizione della regione Emilia-Romagna (vedi cap. 12, pag. 1007). La fascia costiera del -la regione Emilia-Romagna è dichiarata area sensibile (art. 91, DLgs 152/06), in quanto soggettaa processi di eutrofizzazione. Per tale motivo i corpi idrici individuati e sopra riportati sono cor pi idri-ci a rischio, ai quali viene applicato il monitoraggio operativo come previsto dal DM 56/09.Nello schema seguente si riporta un’anagrafica sintetica dei punti di campionamento, che costitui-scono la nuova rete di monitoraggio delle acque di transizione della regione Emilia-Romagna isti-tuita ai sensi del DLgs 152/06. Rispetto alla precedente, si passa da 19 a 16 stazioni di campio-namento. Essendo il Delta del Po un corpo idrico interregionale, il monitoraggio di tale corpo idri-co è stato attribuito alla regione Veneto, che ha già la competenza per gli altri rami del fiume Po.Per praticità, le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle faranno riferimento all’acronimo diciascuna stazione.
Acronimo Corpo idrico Localizzazione Profondità(cm)Codice
99050000 DPG1 DELTA DEL PO DI GORO DELTA DEL PO DI GORO
99100100 SGOR1 SACCA DI GORO FOCE VOLANO 150
99100201 SGOR2bis SACCA DI GORO GORINO 150
99100300 SGOR3 SACCA DI GORO PORTO GORINO 150
99100401 SGOR4bis SACCA DI GORO BOCCA A MARE 150
99200100 VCAN1 VALLE CANTONE VALLE CANTONE 80
99300100 VNUO1 VALLE NUOVA VALLE NUOVA 80
99400100 LNAZ1 LAGO DELLE NAZIONI LAGO DELLE NAZIONI 400
99500200 VCOM2 VALLI DI COMACCHIO CASONI SERILLA-DONNA BONA 100
99500300 VCOM3 VALLI DI COMACCHIO SIFONE EST 100
99500400 VCOM4 VALLI DI COMACCHIO DOSSO PUGNALINO 100
99500500 VCOM5 VALLI DI COMACCHIO VALLE CAMPO 100
99600100 PBAI1 PIALLASSA BAIONA CHIARO DELLA RISEGA 100
99600300 PBAI3 PIALLASSA BAIONA CHIARO MAGNI 100
99600500 PBAI5 PIALLASSA BAIONA CHIARO VENA DEL LARGO 100
99700100 PPIO1 PIALLASSA PIOMBONI VIA DEL MARCHESATO 100
(continua)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
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La Sacca di Goro è una laguna salmastra estesa circa 3.700 ettari. Confina a nord ovest con gliargini delle ex valli Goara e Pioppa e con il Bosco della Mesola, a nord con aree bonificate nelNovecento (valli Bonello, Vallazza e Seganda) e con l’argine del Po di Goro. A sud lo Scannonedelimita il confine con il mare aperto; una bocca di circa 1.500 metri tra il Lido di Volano e lapunta dello Scannone, e un taglio in quest’ultimo mettono in comunicazione la Sacca con il mareaperto. Le aree orientali sono le valli di Gorino.La Sacca di Goro riceve acqua salata dal mare (grazie alle maree), riceve acqua dolce dal Po diGoro (tramite la chiusa di Gorino), dal Po di Volano e dal Canal Bianco.
Valle Bertuzzi (Valle Nuova e Valle Cantone). Il complesso comunemente detto di ValleBertuzzi è costituito da due bacini di acqua salmastra: Valle Nuova (circa 1.400 ettari) e ValleCantone (circa 600 ettari). Si estende immediatamente a sud del Po di Volano, tra Vaccolino, Lidodi Volano, il Lago delle Nazioni e le Valli bonificate di San Giuseppe. Il complesso di Valle Bertuzziera, fino al 1998, di proprietà della Società per la bonifica dei terreni ferraresi ed è stato vendu-to a due aziende private, le quali hanno una gestione indipendente finalizzata alla pesca estensi-va e, in piccola parte, alla caccia. Dopo la sistemazione dell’argine di Val Cantone (1998/99), ilcomplesso è stato idraulicamente separato in due bacini: Valle Cantone e Valle Nuova. Fino al1998 l’unico lavoriero in funzione era quello di Valle Nuova, per questo l’intero complesso erachiamato a volte Valle Bertuzzi, dal bacino di maggiori dimensioni, o Valle Nuova, dal bacino incui era presente il lavoriero. La profondità media è di circa 50 cm, ma sono presenti anche zonedi 1,5-2 metri in corrispondenza dei canali sub lagunari.
Il Lago delle Nazioni è un bacino salmastro situato tra Valle Nuova, la pineta demaniale e lespiagge di Volano e di Lido delle Nazioni. Ha una superficie di circa 90 ettari, ai quali vannoaggiunti, al fine di delimitare l’esatto comparto naturalistico, i 70 ettari circa del contiguo alleva-mento brado di tori e cavalli Camargue-Delta. Il lago è un bacino artificiale, ricavato da scavi elavori condotti nell’ex valle di Volano. La valle, originatasi per ripetuti episodi di ingressione diacque marine, ha cambiato più volte forma, seguendo l’accrescimento del litorale, ed è stata indiretto contatto con il mare fino ad alcuni decenni fa attraverso Bocca del Bianco. Attualmente ilricambio idrico è assicurato da un canale regolato per mezzo di un sifone e un’idrovora connessicon il tratto terminale della foce del Po di Volano.
Le Valli di Comacchio sono un ampio e articolato sistema lagunare, localizzato lungo la costanord-ovest del Mar Adriatico. Esse costituiscono un sistema seminaturale, la cui evoluzione è statacorretta dall’intervento antropico di regolazione idraulica e di bonifica terminata negli anni 60. LeValli di Comacchio sono delimitate a sud dall’argine del fiume Reno e separate dal mare dal cor-done litoraneo di Spina, di circa 2,5 km di larghezza. Possono comunicare col mare attraverso ilcanale di Porto Garibaldi, il canale Logonovo e il Gobbino, questo oramai interrotto nella suabocca a mare.Le Valli hanno una profondità media di circa 60 cm, con massimi di 1,5-2 m. Sono attualmentedivise in quattro bacini principali: Valle Fossa di Porto (2.980 ettari), Valle Magnavacca (6.160ettari), parzialmente separate dal cordone dunale di Boscoforte, Valle Campo (1.670 ettari), com-pletamente arginata, e Valle Fattibello (730 ettari), separata dal resto del sistema dall’argine delcanale Fosse-Foce, in diretta connessione con il mare e su cui si affaccia l’abitato di Comacchio. A questi se ne aggiungono alcuni di minor estensione quali le Valli Smarlacca, Scorticata,Lavadena (frutto della separazione di Valle Magnavacca mediante argini di nuova costruzione) ela Salina e, nelle immediate vicinanze, relitti di valli non in comunicazione con le precedenti: ValleMolino, Valle Zavelea (detta anche Oasi Fossa di Porto), Vene di Bellocchio e Sacca di Bellocchio.Le Valli di Comacchio si sono formate intorno al X secolo a causa della subsidenza (abbassamen-to del suolo tipico delle piane alluvionali, causato dal compattamento dei sedimenti e dall’impalu-damento delle acque costiere).
BOX 2 - I corpi idrici di transizione individuati nel Piano di tutela delle acque della Regione Emilia-Romagna
(segue) �
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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 345
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Costituiscono un sistema sostanzialmente chiuso, con ridotti scambi idrici regolati dall’uomo, ecaratterizzato da forti escursioni di temperatura e salinità.Il controllo della salinità veniva affidato agli attingimenti di acqua dolce dal Po di Volano e dalfiume Reno, rispettivamente sul lato nord e sul lato sud delle Valli. Con la bonifica è venuto a man-care il collegamento col Po di Volano, mentre l’utilizzo delle acque del Reno, negli scorsi decennicompromesso da derivazioni a scopi irrigui e industriali, è stato considerevolmente miglioratomediante la costituzione di 2 coppie di sifoni e il ripristino di alcuni degli storici manufatti di deri-vazione.
La Piallassa Baiona, la Piallassa Piomboni e le circostanti zone umide (Valle Mandriole ePunte Alberete peraltro ad acqua dolce) comprendono circa 1.500 ettari (di cui circa 1.200 ascri-vibili alla sola Baiona) collegati al mare con un unico sbocco rappresentato dal canale Candianoe dalla bocca di porto; il Candiano separa l’area in due distinti spazi lagunari, la Piallassa Baionaa nord e quella del Piomboni a sud. La Baiona, in particolare, è delimitata da due serie di cordo-ni sabbiosi che si sviluppano parallelamente a costa, mentre il limite settentrionale e meridionalesono definiti da opere artificiali, a sud dal cavo portuale e a nord dall’inalveamento del tratto ter-minale del fiume Lamone.Nel suo insieme il sistema delle piallasse ravennati è oggi caratterizzato da aree bacinali semi-sommerse e poco profonde, chiamate “chiari”, interrotte da dossi e barene. I chiari, delimitati daargini artificiali, sono alimentati e suddivisi da canali principali e secondari ad andamento rettili-neo e organizzati secondo una prevalente geometria a ventaglio al fine di costituire un bacino diripulsa a servizio dell’officiosità della bocca di porto del canale Candiano. I principali tra questi portano verso la Baiona le acque dolci di drenaggio dei diversi bacini sco-lanti, oltre a una parte delle acque del fiume Lamone, che hanno alimentato il bosco allagato diPunte Alberete.L’afflusso idraulico delle piallasse è strettamente controllato, oltre che dal flusso e deflusso mareale,anche attraverso diverse immissioni di acque dolci regimate grazie alla presenza di numerose para-toie, saracinesche, dispositivi di troppo pieno etc. Le correnti di marea giungono in Piallassa attra-verso la sola imboccatura connessa al canale portuale e le sue acque ricevono, per due volte algiorno, acqua marina durante l’alta marea e altrettante volte la restituiscono in bassa marea.
(continua)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011346
DescrizioneLa temperatura delle acque di transizione presentauna variabilità spaziale e temporale in funzione deidecorsi meteoclimatici stagionali. La temperaturavaria da valori minimi invernali di 3°C a valori di27°-30°C in estate. Normalmente, nel periodo inver-nale non c’è stratificazione grazie ai continui movi-menti della massa d’acqua e agli apporti provenientidai fiumi e/o dal mare; nella restante parte dell’annosi creano stratificazioni sulla co lonna d’acqua inseguito a fenomeni di stagnazione o, comunque, diridottissimo idrodinamismo solo dove le acque sonosufficientemente profonde. Tale fenomeno non simanifesta con un semplice termoclino1, ma si tradu-ce in una più complessa stratificazione, con stratiche differiscono per densità, salinità e temperatura.
ScopoLa temperatura dell’acqua è di per sé un parame-tro di stato significativo, in quanto influisce diret-tamente, in concomitanza anche con la variazionedi altri parametri chimico-fisici, non solo sullastruttura della comunità bentonica, ma su tutta lafauna e la flora, provocando cambiamenti più omeno marcati. La temperatura, inoltre, influenzala densità dell’acqua, la solubilità dell’O2, la solubi-lità dei sali, la stratificazione dell’acqua e il pro-cesso di eutrofizzazione.
Nota:1 Strato di acqua al di sotto dello strato superficiale, in cuisi manifesta un netto gradiente di temperatura dell’acqua
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Stato
STATO
Temperatura
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Temperatura DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Gradi centigradi FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 347
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.1: Andamenti temporali della temperatura rilevati nei punti di campionamento dei corpiidrici di transizione (2011)
Grafici e tabellea)
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3
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mar giu 07-set 06-dic
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Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
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0
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10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Gra
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gra
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Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
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15
18
21
24
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mar giu 15-set 2-dic
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gra
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Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
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24-mar 22-giu 15-set 21-dic
Gra
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enti
gra
di
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
28,8
29,0
29,2
29,4
29,6
29,8
30,0
30,2
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Gra
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entig
rad
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ora
Valli di Comacchio
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.2: Andamento giornaliero della temperatura nelle Valli di Comacchio, località Stazionedi Pesca di Foce (01/08/2006)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011348
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Temperatura (°C)
Funzione statistica 2007 2008 2009 2010 2011
Media 22.18 19.63 16.38 16.65Max 30.20 29.40 25.90 26.00Min 8.20 5.60 8.40 6.00D.S. 7.46 8.74 8.44 10.69
SGOR1
n. valori 11 16 4 4Media 16.50 16.25Max 27.30 27.10Min 7.20 4.20D.S. 9.41 11.89
SGOR2bis
n. valori 4 4Media 21.95 19.78 16.70 16.33Max 29.90 29.60 25.90 27.20Min 8.30 5.10 9.70 5.40D.S. 7.74 8.98 8.09 11.52
SGOR3
n. valori 11 16 4 4Media 17.20 17.85Max 26.20 27.50Min 9.90 7.60D.S. 8.02 10.01
Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
n. valori 4 4Media 22.98 19.41 15.48 17.78Max 30.60 31.00 27.20 28.60Min 5.40 7.10 4.80 7.20D.S. 8.18 8.40 9.69 11.71
Valle
C
anto
ne
VCAN1
n. valori 10 16 4 4Media 20.30 18.29 15.68 17.73Max 30.00 29.90 26.70 28.00Min 4.80 0.20 5.20 7.00D.S. 9.97 8.62 9.21 11.48
Valle
N
uova
VNUO1
n. valori 8 16 4 4Media 23.39 19.27 16.10 17.40Max 29.90 29.00 27.00 27.20Min 6.80 4.40 7.40 8.20D.S. 7.39 8.68 9.38 10.47
Lago
del
le N
azio
ni
LNAZ1
n. valori 11 16 4 4Media 22.10 19.13 17.83 16.50Max 28.80 28.70 25.60 28.50Min 10.70 7.10 13.90 6.20D.S. 5.86 7.33 6.73 11.32
VCOM2
n. valori 10 16 3 4 Media 21.76 19.87 17.50 16.00 Max 28.30 27.90 26.30 27.70 Min 11.00 6.60 12.30 5.50 D.S. 5.83 7.34 7.66 11.19
VCOM3
n. valori 10 15 3 4 Media 21.88 18.91 17.30 15.90 Max 28.20 27.50 25.80 26.50 Min 11.10 6.80 12.70 5.50 D.S. 5.68 7.19 7.37 10.78
VCOM4
n. valori 10 16 3 4 Media 21.85 19.15 13.78 16.63 Max 27.70 28.50 25.10 24.30 Min 5.60 3.70 5.00 7.60 D.S. 6.87 8.50 8.48 8.29
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
n. valori 11 17 4 4 Media 19.89 19.38 15.10 17.65 Max 28.60 28.20 24.10 26.20 Min 10.40 5.00 3.00 4.90 D.S. 6.49 7.16 9.97 10.41
PBAI1
n. valori 16 16 4 4 Media 20.73 19.64 21.08 20.63 Max 30.20 27.80 29.70 29.40 Min 10.40 9.50 11.90 8.60 D.S. 6.31 6.36 8.40 9.42
PBAI3
n. valori 16 16 4 4 Media 19.44 19.41 14.70 17.35 Max 28.10 28.40 23.70 26.50 Min 9.20 5.00 3.20 4.80 D.S. 6.50 7.37 9.95 10.53
Pial
lass
a B
aion
a
PBAI5
n. valori 16 16 4 4 Media 19.83 18.59 14.78 Max 32.00 28.80 23.80 Min 7.00 3.10 2.50 D.S. 8.60 8.73 10.00 Pi
alla
ssa
Piom
boni
PPIO1
n. valori
18.8930.20
4.608.35
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18.6729.90
4.408.48
13
17.5629.90
4.707.99
1419.3429.20
5.108.82
1318.6428.60
6.508.19
1419.6630.00
6.908.10
1118.8726.60
6.407.48
1118.8026.60
7.207.29
1117.7026.00
7.307.19
921.4528.8010.90
5.3716
22.1429.5010.40
5.1716
21.0728.00
9.805.03
1618.9229.60
4.907.72
16 16 16 4
StazioneANNO
Lege
nda:
Va
lore
del
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nov
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.1: Temperatura - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 349
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Le informazioni riportate nei grafici e nella tabella fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 343).I valori di temperatura rilevati nell’anno 2011, riportati nei grafici e nella tabella, si riferiscono a deter-minazioni effettuate su campioni di acqua prelevati nello strato superficiale. Osservando i grafici di figu-ra 3D.1 si nota che l’andamento temporale della temperatura presenta una tipica distribuzione sinusoi-dale, anche con la frequenza trimestrale delle misure. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 ècampionata nei mesi di marzo e giugno in periodi differenti rispetto alle altre anche di 10-15 giorni; perquesto motivo i valori di temperatura della stazione VCOM5, in alcuni casi, non sono similari a quellidelle altre stazioni, che sono invece campionate nello stesso giorno.Nelle acque di transizione la temperatura è fortemente influenzata dagli scambi con fiumi e mare che,a esclusione delle lagune non confinate, sono regolati dall’uomo in base a esigenze specifiche, quasiesclusivamente legate all’attività di acquacoltura.Nella figura 3D.2 si riporta, a titolo esemplificativo, l’escursione giornaliera della temperatura nella loca-lità Stazione di Pesca di Foce, presso le Valli di Comacchio, rilevata a intervalli di un’ora il 01/08/06; irilevamenti sono stati effettuati mediante l’utilizzo di una sonda multiparametrica. Notare come la tem-peratura durante la notte diminuisca fino a raggiungere il valore minimo (28,9°C) alle ore 23:00, per poiaumentare e raggiungere il valore massimo (30,0°C) alle ore 17:00.La tabella 3D.1 riporta alcune elaborazioni statistiche del parametro temperatura per ciascun punto dicampionamento della rete di monitoraggio. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati di -sponibili del periodo 2007-2011. I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa cherichiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli deglianni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valori degli altri anni).
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011350
DescrizioneLa salinità può essere assunta quale indicatore distato, che definisce il contenuto di sali discioltinell’acqua.La salinità delle acque di transizione può oscillaretra valori molto bassi (<5 psu) e valori >40 psu;presenta spesso una stratificazione verticale o,addirittura, carattere di “cuneo salino” e ancheun’accentuata variabilità spazio-temporale.Generalmente l’aloclino1 s’instaura nel periodoprimaverile-estivo.Per Pratical Salinity Unit (PSU) si intende il pesoin grammi dei sali disciolti in un kg di acqua. Inbase al valore di salinità l’acqua salmastra è classi-ficata come:• oligoalina (salinità <5 psu);• mesoalina (salinità 5-19 psu);• polialina (salinità 20-29 psu);
• eurialina (salinità 30-40 psu);• iperalina (salinità >40 psu).
ScopoLa conoscenza del grado di salinità consente diidentificare le diverse tipologie di acque di tran -sizione. I valori di salinità dipendono dal regimeidraulico di un bacino, dalle diverse situazioni dideflusso, dalla situazione mareale. Le variazioni disalinità sono legate a tre fondamentali processi:l’evaporazione, le precipitazioni e il mescolamen-to. La salinità influenza la solubilità dell’ossigenonelle acque.
Nota:1 Strato di acqua al di sotto dello strato superficiale, in cuisi manifesta un netto gradiente di salinità dell’acqua
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STATO
Salinità
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Salinità DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Pratical Salinity Unit FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,sotterranee, marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 351
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Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.3: Andamenti temporali della salinità nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransizione (2011)
a)
d)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
mar giu 7-set 6-dic
PS
U
Data campionamento
Valli di Comacchio 53.6
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
PS
U
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
mar giu 15-set 2-dic
PS
U
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
24-mar 22-giu 15-set 21-dic
PS
U
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
26
24
28
30
32
34
36
PS
U
Valli di Comacchio
ora
00.0
0
01.0
0
02.0
0
03.0
0
04.0
0
05.0
0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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0
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23.0
0
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.4: Andamento giornaliero della salinità nelle Valli di Comacchio, località Stazione diPesca di Foce (01/08/2006)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011352
AC
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I TR
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E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.5: Valore medio annuale della salinità nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 353
AC
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Stato
Salinità (psu)
Stazione Funzione statistica 2007 2008 2009 2010 2011
Media 21.38 19.33 12.75 16.82 12.48 Max 32.90 27.40 27.00 24.60 26.70 Min 11.50 7.00 5.00 8.31 5.60 D.S. 6.31 6.03 7.10 6.69 9.75
SGOR1
n. valori 1113 16 4 4 Media 19.50 23.68 Max 23.90 30.50 Min 16.37 19.10 D.S. 3.40 4.89
SGOR2bis
n. valori 4 4 Media 24.61 20.62 20.56 19.45 21.00 Max 31.20 27.10 29.00 23.13 29.80 Min 18.90 12.90 11.00 15.16 16.80 D.S. 3.94 4.76 5.14 3.29 5.96
SGOR3
n. valori 13 11 16 4 4 Media 21.69 25.03 Max 28.48 31.60 Min 15.61 18.00 D.S. 5.88 6.16
Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
n. valori 4 4 Media 21.89 22.13 18.25 14.69 22.25 Max 27.0025.60 21.00 17.34 29.80 Min 17.90 17.00 15.00 11.61 12.80 D.S. 2.56 3.51 1.98 2.39 7.75 Va
lle
Can
tone
VCAN1
n. valori 14 10 16 4 4 Media 31.96 30.95 23.81 17.55 27.15 Max 41.70 39.00 45.00 22.76 41.00 Min 23.20 19.00 16.00 12.26 16.90 D.S. 7.17 7.13 7.70 4.88 10.75 Va
lle
Nuo
va
VNUO1
n. valori 813 16 4 4 Media 27.30 28.13 28.38 26.11 26.03 Max 28.50 31.00 31.00 28.01 27.10 Min 26.10 26.00 27.00 24.40 24.10 D.S. 0.80 1.62 1.15 1.48 1.34
Lago
del
le N
azio
ni
LNAZ1
n. valori 1114 16 4 4 Media 36.75 41.30 35.88 30.67 35.18 Max 46.90 48.00 45.00 32.34 43.00 Min 31.00 34.70 29.00 28.99 28.00 D.S. 5.59 3.96 4.73 1.68 6.82
VCOM2
n. valori 1011 16 3 4 Media 35.64 41.25 35.87 31.16 35.00 Max 48.00 47.00 45.00 35.41 41.60 Min 25.70 35.10 29.00 28.21 27.80 D.S. 6.90 4.30 5.78 3.77 6.97
VCOM3
n. valori 11 10 15 3 4 Media 36.22 40.04 36.44 31.90 35.95 Max 48.00 46.00 46.00 36.16 43.60 Min 29.90 34.80 29.00 28.97 27.30 D.S. 6.10 3.98 5.89 3.78 7.89
VCOM4
n. valori 11 10 16 3 4Media 39.07 36.74 35.94 33.96 41.13 Max 46.00 44.00 49.00 39.89 53.60 Min 33.80 28.00 24.00 30.10 27.80 D.S. 4.59 4.91 7.00 4.24 11.44
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
n. valori 9 11 18 4 4 Media 33.68 32.87 31.39 30.45 30.85 Max 36.90 34.60 33.50 31.70 34.20 Min 27.40 30.90 26.10 27.80 24.40 D.S. 2.24 1.23 2.24 1.79 4.47
PBAI1
n. valori 16 16 16 4 4 Media 32.03 31.66 31.84 28.63 29.55 Max 36.30 35.00 35.70 31.60 34.70 Min 26.60 24.50 25.30 20.20 21.40 D.S. 2.62 2.77 2.30 5.62 5.92
PBAI3
n. valori 1616 16 4 4Media 34.08 33.18 32.06 30.43 31.73 Max 37.80 35.60 34.70 32.80 35.46 Min 30.40 30.10 28.90 27.50 26.30 D.S. 2.02 1.47 1.63 2.31 4.07
Pial
lass
a B
aion
a
PBAI5
n. valori 16 16 16 4 4 Media 28.27 26.23 28.66 29.39Max 33.80 31.60 32.00 32.34 Min 23.40 17.80 20.30 24.80 D.S. 3.45 4.29 3.09 3.47 Pi
alla
ssa
Piom
boni
PPIO1
n. valori 16 16 16 4
ANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.2: Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011354
AC
QU
E D
I TR
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SIZ
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E -
Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 343).I valori di salinità, riportati nei grafici e nella tabella, si riferiscono a determinazioni effettuate su cam-pioni di acqua prelevati nello strato superficiale.Nei grafici si riportano i valori di salinità rilevati a frequenza trimestrale nell’anno 2011 nei corpi idricidi transizione. La salinità delle acque di transizione è dipendente dagli apporti di acqua dai fiumi (spesso regolati dal-l’uomo mediante dispositivi idraulici) e dal mare, dalle precipitazioni atmosferiche e dal processo di eva-porazione.Generalmente i valori di salinità più elevati si riscontrano nei periodi estivi, ove gli apporti fluviali sonocontenuti e il fenomeno dell’evaporazione è più pressante a causa di temperature elevate. Nei periodiprimaverili e autunnali, invece, i valori di salinità tendono a diminuire, grazie a un apporto fluviale mag-giore e a precipitazioni atmosferiche più abbondanti rispetto agli altri periodi dell’anno. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 è campionata nei mesi di marzo e giugno in periodi diffe-renti rispetto alle altre, con uno sfasamento temporale anche di 10-15 giorni; per questo motivo i valo-ri di salinità della stazione VCOM5, in alcuni casi, non sono similari a quelli delle altre stazioni, che sonoinvece campionate nello stesso giorno.Nei periodi di siccità, l’elevata salinità presente nelle Valli di Comacchio è dovuta al fatto che in estatenon sono attivati i dispositivi idraulici che consentono apporti di acque dolci dal fiume Reno; per miti-gare l’eccesso di salinità si ricorre all’acqua di mare.Nella figura 3D.4 si riporta, a titolo esemplificativo, l’andamento giornaliero rilevato l’01/08/2006 dellasalinità nella località Stazione di Pesca di Foce, presso le Valli di Comacchio; i rilevamenti sono statieffettuati ogni ora mediante l’utilizzo di una sonda multiparametrica. I valori di salinità oscillano fra unmassimo di 33,6 psu e un minimo di 25 psu nell’arco delle 24 ore. La variabilità della salinità è dovutaprincipalmente al fatto che in quella località viene attinta acqua di mare.Nella figura 3D.5 si riporta il valore medio annuale della salinità nei corpi idrici di transizione negli ulti-mi 5 anni. Le valli di Comacchio presentano valori medi/anno più elevati, nel tempo considerato, rispet-to agli altri corpi idrici di transizione. I valori più bassi, invece, si osservano nella Sacca di Goro e ValleCantone.La tabella 3D.2 riporta alcune elaborazioni statistiche per ciascun punto di campionamento della rete dimonitoraggio delle acque di transizione. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati disponi-bili che vanno dall’anno 2007 al 2011.I dati relativi al 2010 e 2011 (riportati sia in figura 3D.5, sia in tabella 3D.2), rilevati in applicazione dellarecente normativa che richiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere con-frontati con quelli degli anni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valoridegli altri anni).
Commento
355
AC
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Stato
STATO
Concentrazione di fosforo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
DescrizioneIl fosforo è veicolato alle acque di transizione princi-palmente dai fiumi. Le sorgenti principali sono indivi-duate nei comparti civile e industriale. Anche il fosfo-ro in eccesso, rispetto alle quote di fertilizzante assi-milate dalle piante in determinate condizioni ambien-tali, può essere mobilizzato e defluire con le acquesuperficiali. Il fosforo è un microelemento nutritivodisciolto nell’acqua, le cui principali componenti sonorappresentate dal fosforo-ortofosfato (P-PO4) e dalfosforo totale (P-tot). Il fosforo-ortofosfato è la formafosfatica più facilmente assimilabile da parte dellacomponente floristica, in particolare dal fitoplancton.In presenza di intense fioriture algali, quando l’orto-fosfato disponibile nella colonna d’acqua viene rapida-mente consumato, è sicuramente ipotizzabile l’in -nesco di meccanismi di riciclo di questo nu triente(rapida mi ne ralizzazione e successivo riu tilizzo daparte della biomassa algale).Le concentrazioni di fosforo totale sono, invece, stret-tamente collegate alla presenza di particellato organi-co in sospensione nella colonna d’acqua, sia di originedetritica, e quindi direttamente correlato agli apportifluviali, sia fitoplanctonica e batterica. Alla fine del suociclo può essere immobilizzato nei sedimenti attra-
verso la formazione di complessi insolubili (in parti-colare con il calcio e con il ferro ossidato).In caso di situazioni di anossia a livello dell’interfacciaacqua-sedimento, il fosforo può essere rilasciato e tor-nare in soluzione come ortofosfato biodisponibile.
Scopo
Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagliapporti di nutrienti veicolati dai bacini adiacentiattraverso i fiumi; conoscerne, quindi, le concentra-zioni permette di valutare e monitorare il fenomenoeutrofico. Al fine di ridurre i fenomeni eutrofici, equindi di migliorare lo stato qualitativo delle acque ditransizione, è necessario rimuovere e controllare icarichi di nutrienti generati e liberati dai bacini, inmodo da abbassare sostanzialmente le concentrazio-ni di nutrienti (fosforo e azoto). In generale, nelleacque di transizione emiliano-romagnole il fosforo èil fattore limitante della crescita algale, pertantorimane l’elemento su cui maggiormente devono esse-re concentrati gli sforzi per contrastare il processo dieutrofizzazione nelle acque di transizione. Nel caso diriserve ambientali di fosforo particolarmente impor-tanti (ad esempio nei sedimenti), possono acquistareoccasionalmente rilievo anche condizioni di azoto-limitazione.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di fosforo DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011356
AC
QU
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AN
SIZ
ION
E -
Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.6: Andamenti temporali del P-PO4 nei punti di campionamento dei corpi idrici di transi -zione (2011)Nota: nelle Valli di Comacchio tutti i valori di P-PO4 sono inferiori al limite di rilevabilità strumentale
a)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
21-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Piallassa Baiona 63.9
PBAI1 PBAI3 PBAI5
b)
Mic
rog
ram
mi/
litro
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis M
icro
gra
mm
i/lit
ro
0
5
10
15
20
25
30
35
40
mar giu 15-set 2-dic
Data campionamento
Corpi idrici minori 52
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.7: Andamenti temporali del P-tot nei punti di campionamento dei corpi idrici di tran -sizione (2011)
a)
d)
0
25
50
75
100
125
150
175
200
225
250
mar giu 7-set 6-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
25
50
75
100
125
150
175
200
225
250
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
25
50
75
100
125
150
175
200
225
250
mar giu 15-set 2-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
25
50
75
100
125
150
175
200
225
250
21-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 357
AC
QU
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I TR
AN
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E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.8: Andamenti temporali del P-tot disciolto nei punti di campionamento dei corpi idricidi transizione (2011)
a)
d)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
mar giu 7-set 6-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
10
20
30
40
50
60
70
80
mar giu 15-set 2-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Corpi idrici minori 96
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
10
20
30
40
50
60
70
80
24-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Piallassa Baiona
119.6 96
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011358
AC
QU
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SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.9a: Valore medio annuale del P-PO4 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 359
AC
QU
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I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.9b: Valore medio annuale del P-tot nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011360
AC
QU
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I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
P-PO4(μg/l)ANNOStazione Funzione statistica
2007 2008 2009 2010 201123.59
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
Valle
C
anto
ne
VCAN1
Valle
Nuo
va
VNUO1
Lago
del
leN
azio
ni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aion
a
PBAI5
18.0025.00
<108.91
410.2526.00
<1010.50
48.25
13.00<103.95
49.50
15.00 <10 5.26
4 <10<10<100.00
410.5013.00
<103.70
419.50 52.00
<10 22.28
4 <10<10<100.00
4<10<10<100.00
4<10<10<100.00
4<10<10<100.00
427.2847.00
<1017.59
437.2363.90
<1024.92
422.4038.00
<1014.90
4
Pia
llass
aP
iom
boni
PPIO1
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media MaxMin D.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S.n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
27.58 65.60
<10 18.53
13
14.04 29.20
<10 9.22
13
9.11 17.50
<10 <10 5.08
14 5.40
10.20 <10 1.44
13 46.95
129.80 <10
46.08 14
7.20 29.20
<10 7.30
11 9.32
52.50 <10
14.32 11
6.14 17.50
<10 3.77
11 <10 <10 <10 0.00
9 25.63 50.00 10.00 10.94
16 38.13 70.00 10.00 16.42
16 26.25 60.00 10.00 10.88
16 76.25
260.00 10.00 64.79
16
34.49 48.10 13.10 10.62
11
31.87 180.30
<10 50.36
11
12.96 19.00
4.82 10
9.25 14.60
<10 4.77
8 37.97 99.10
<10 32.32
11 5.81
13.10 <10 2.56
10 10.12 35.00
<10 10.99
10 7.00
13.10 <10 3.29
10 7.27
24.80 <10 <10 6.02
11 16.75 36.00
<10 9.59
16 13.25 26.00
<10 6.44
16 12.38 20.00
<10 5.25
16 50.63
180.00 <10
40.35 16
87.00<10
21.8116
14.27 62.00
<10 16.28
16
5.50 13.00
<10 2.00
16 12.1967.00
<1016.00
1623.7184.00
<10 28.43
16 14.00 73.00
<10 19.23
1612.93
101.00 <10
25.07 15
17.56 90.00
<10 25.68
16 9.12
40.00
11.26 17
17.0056.00
<1013.46
1613.33 27.00
<10 5.92
15 15.6337.00
<109.60
1669.75
384.00 14.00
100.32 16
15.75 31.00
<10 12.95
4 8.00
17.00 <10 6.00
4 10.75 28.00
<10 11.50
4 8.00
17.00<106.00
410.75 22.00
<10 8.02
4 10.25 19.00
<10 6.70
4 11.00 19.00
<10 7.12
4 <10 <10 <10 0.00
3 <10 <10 <10 <10
3 <10 <10 <10 0.00
3 <10 <10 <10 0.00
4 16.20 24.00
<10 8.95
4 56.40 98.00 15.60 36.09
4 24.60 38.00 10.00 11.45
4 32.25 51.00
<10 21.56
4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.3a: P-PO4 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 361
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
P-tot (μg/l) P-tot disc. (μg/l)
Funzione statistica2007 2008 2009 2010 2011 2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
Valle
Can
tone
VCAN1
Valle
Nuo
va VNUO1
Lago
del
leN
azio
ni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pial
lass
a Ba
iona
PBAI5
106.50165.00
68.0041.27
455.5074.0038.0018.63
455.5088.0038.0023.63
435.7552.0027.0011.12
455.2568.0038.0013.30
473.00
113.0035.0032.37
4128.25170.00
90.0039.69
4136.50206.00
20.0080.97
4132.00176.00
36.0064.64
4126.75181.00
25.0070.21
4128.75246.00 25.0099.67
452.2397.0016.0033.53
478.75
130.0040.0044.97
450.5896.0025.0031.24
4
41.7580.00
<1030.67
422.2533.0016.00
7.594
18.0024.0014.00
4.324
18.5028.00
<109.75
434.7546.0022.0010.81
431.0060.0016.0019.97
458.0096.0035.0026.52
435.5055.00
<1022.35
439.5066.00
<1026.26
442.7568.00
<1029.74
437.0074.00
5.0028.34
441.7379.0015.0026.98
467.40
119.6019.0048.08
439.95
7816.0026.59
4
Pial
lass
aPi
ombo
ni
PPIO1
Media MaxMin D.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valori
14
1
62.44148.70
<3041.09
13
32.33109.20
<3027.00
13
<3069.80
<3020.43
<30 50.10
<3013.06
1376.76 76.00
<3057.23
14 79.93
195.30 <30
48.45 11
88.02 211.00
41.00 44.96
11 92.44
255.10 42.50 56.81
11 48.84
103.20 <30
32.75 9
46.2570.0020.0012.58
1662.50
100.00 30.00 20.17
16 46.88 80.00 20.00 12.50
16 133.13 440.00
30.00
16
93.06163.80
48.80 35.63
11
78.99 149.60
32.50 43.02
10
67.29 126.00
39.40 24.07
10 103.45 252.00
<30 76.03
8 181.25 346.50
85.00 72.55
11 185.99 218.90 155.90
21.40 10
203.22 263.00 141.70
31.55 10
197.49 256.70 159.10
25.16 10
145.46 196.90
94.50 27.85
11 43.88
105.00 10.00 28.06
16 34.94 63.00 20.00 12.97
16 32.44 55.00
<10 17.26
16 103.56 220.00
20.00 54.68
16
89.69223.00
32.0051.65
16
61.06 162.00
<30 37.42
16
80.19433.00
30.00103.95
1663.75
148.0037.0029.99
16157.19672.00
66.00141.12
16133.31220.00
47.0056.26
16157.80232.00
52.0050.29
15166.19257.00
58.0055.66
16103.12163.00
50.0037.86
1737.13
100.0010.0023.68
16<30
54.0012.0010.99
1533.2567.0013.0016.69
16134.69673.00
27.00176.27
16
73.50129.00
<3041.73
458.75
117.0030.0039.47
441.7550.00
<3011.95
439.5046.0033.00
5.454
48.2565.0030.0014.52
470.00
153.00<30
56.434
113.75151.00
55.0041.21
4158.33216.00102.00
57.013
195.00302.00102.00100.73
3202.33339.00101.00122.87
3123.50191.00
65.0054.22
430.6037.4022.00
6.494
84.08140.00
49.3040.52
437.4358.0025.0014.40
456.60
108.0021.4037.76
4
27.00
<1046.00
17.644
22.0035.0016.00
8.834
22.0039.00
<1015.34
415.2528.00
<109.50
424.5041.0013.0013.48
421.0035.0011.0011.20
442.0058.0035.0010.80
427.00 38.0016.0011.00
331.0049.0016.0016.70
327.3339.0016.0011.50
327.7549.0013.0015.17
423.35
27.0019.00
3.964
64.60126.00
16.4048.52
431.4552.0016.0015.01
443.3867.0018.5022.87
4
Stazione ANNO ANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.3b: P-tot e P-tot disciolto - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campio-namento (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011362
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
P-PO4 (μg/l) e Salinità (psu)
Stazione Funzione statistica2007 2008 2009 2010 2011
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media Salinità
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
Media P-PO4
SGOR1
n. valori
SGOR2bis
n. valori
SGOR3
n. valori
Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
n. valori
Valle
C
anto
ne
VCAN1
n. valori
Valle
Nuo
va
VNUO1n. valori
Lago
del
le
Naz
ioni
LNAZ1n. valori
VCOM2
n. valori
VCOM3
n. valori
VCOM4
n. valoriValli
di C
omac
chio
VCOM5
n. valori
PBAI1
n. valori
PBAI3
n. valori
Pia
llass
a B
aion
a
PBAI5
n. valori
12.48
18.00
4
23.68
10.25
4
21.00
<10
4
25.03
<10
4
4
27.15
4
26.03
19.50
4
35.18
<10
4
35.00
<10
4
35.95
<10
4
41.13
<10
4
30.85
27.28
4
29.55
37.23
4
31.73
22.404
Pia
llass
aP
iom
boni
PPIO1
n. valori
21.38
27.58
13
24.61
14.04
13
21.89
<1014
31.96<10
13
27.30
46.9514
36.75
<10
11
35.64
<10
11
36.22
<10
11
39.07
<10
9
33.68
<10
16
32.03
38.13
16
34.08
26.2516
28.27
76.25
16
19.33
34.49
11
20.62
31.87
11
22.13
12.9610
30.95<10
8
28.13
37.9711
41.30
<10
10
41.25
10.12
10
40.04
<10
10
36.74
<10
11
32.87
16.75
16
31.66
13.25
16
33.18
12.3816
26.23
50.63
16
12.75
23.59
16
20.56
14.27
16
18.25
<1016
23.8112.19
16
28.38
23.7116
35.88
14.00
16
35.87
12.93
15
36.44
17.56
16
35.94
<10
17
31.39
17.00
16
31.84
13.33
15
32.06
15.6316
28.66
69.75
16
14.69
10.75
10.25
16.82
15.75
4
19.50
<10
4
19.45
10.75
4
21.69
<10
4
4
17.55
4
26.11
11.004
30.67
<10
3
31.16
<10
3
31.90
<10
3
33.96
<10
4
30.45
16.20
4
28.63
56.40
4
30.43
24.604
29.39
32.25
4
ANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.3c: P-PO4 e Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamen-to (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 363
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 343).La concentrazione del fosforo in ambienti semi-chiusi come le acque di transizione è influenzata dagliapporti di acqua dai fiumi e dalle diverse correlazioni esistenti tra i diversi fattori biotici e abiotici delsistema.Vengono ricercate 3 forme di fosforo: P-PO4 (figura 3D.6), P totale (figura 3D.7), P totale disciolto (figu-ra 3D.8).Il fosforo totale disciolto è analizzato sul campione di acqua filtrato e successivamente mineralizzato.Tale parametro, richiesto dalla recente normativa (DM 260/10), è stato monitorato a partire dal 2010 euna elaborazione statistica è riportata in tabella 3D.3b.Osservando i grafici di figura 3D.6, si notano concentrazioni di P-PO4 spesso inferiori al limite di rileva-bilità strumentale. Per le Valli di Comacchio, ad esempio, per tutti e quattro i campionamenti del 2011e per tutte le stazioni i valori del P-PO4 erano inferiori al limite di rilevabilità strumentale.Il P-PO4 è uno degli elementi fisico-chimici a sostegno degli elementi di qualità biologica che concorrealla classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici di transizione. Per questo elemento, il DM 260/10definisce il limite di classe per gli ambienti con salinità maggiore di 30 psu.Osservando i grafici di figura 3D.7, si notano concentrazioni di P-tot generalmente inferiori ai 125 μg/l.Si distinguono i valori di concentrazione nelle Valli di Comacchio che, nel mese di settembre, superanoi 200 μg/l. La figura riporta i valori di concentrazione del P-tot disciolto rilevato a frequenza trimestra-le nel 2011. Tali valori presentano, generalmente, concentrazioni maggiori della forma solubile e rap-presentano una forma fosfatica facilmente assimilabile da parte degli organismi vegetali.Nella figura 3D.9a e nella figura 3D.9b si riporta il valore medio/anno del P-PO4 e del P-tot degli ultimi5 anni nei corpi idrici di transizione.Le tabelle 3D.3a e 3D.3b riportano alcune informazioni statistiche per ciascun punto di campiona-mento. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati disponibili che vanno dall’anno 2007 al2011. Nella tabella 3D.3c si riporta la valutazione del valore medio/anno del P-PO4 rispetto al valore me dio/anno di salinità per ciascun punto di campionamento appartenente alla rete di monitoraggio delle acquedi transizione. Il trend analizzato è di 5 anni (dal 2007 al 2011). I valori medi di P-PO4 che superano illimite di classe sono evidenziati in giallo.I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa cherichiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli deglianni precedenti, in quanto per il 2010 e 2011 vi sono generalmente 4 valori all’anno contro gli 11-16valori degli altri anni.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011364
DescrizioneLe fonti principali sono individuate nei compartiagricolo e zootecnico e, rispetto a quanto eviden-ziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti diazoto derivano appunto da sorgenti diffuse prove-nienti dai suoli coltivati. I nutrienti azotati, ana-logamente ai fosfati, a seguito del dilavamento deiterreni determinato dalle precipitazioni atmosfe-riche, arrivano dai fiumi e porti canali. Anche lezone industrializzate e centri abitati, sia prossimial corpo idrico, sia afferenti alla rete idrica super-ficiale, possono rivestire notevole importanzacome sorgenti di azoto da composti minerali solu-bili, quali: azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (N-NO2), azoto ammoniacale (N-NH3), azoto totale(N-tot) e azoto totale disciolto (N-tot disc.).Le componenti azotate presentano una elevatavariabilità stagionale, con le concentrazioni mino-ri registrate nel periodo estivo in coincidenza coni minimi di portata dei fiumi; di conseguenza, l’an-damento di questi parametri è in genere ben cor-relato con la salinità. L’azoto ammoniacale presen-ta anch’esso analogo andamento, ma risente, inalcuni casi in maniera evidente, anche di apportiprovenienti dagli insediamenti caratterizzati daelevata densità di popolazione. Un ulteriore incre-mento dell’azoto ammoniacale si registra neglistrati profondi nei periodi estivo-autunnali, inconcomitanza di fenomeni ipossici/anossici dovutiai processi di degradazione della sostanza organica(in questo caso le concentrazioni maggiori sonoben correlate a bassi valori di ossigeno disciolto),di origine sia fitoplanctonica che batterica sia,soprattutto, detritica.
Scopo
Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendentedagli apporti di nutrienti veicolati dai bacini.
Conoscere, quindi, le concentrazioni di azotopermette di valutare e controllare il fenomenoeutrofico. Tale concetto assume una significati-va rilevanza per le acque di transizione, soprat-tutto se si considerano i casi di eutrofia indottida invasiva proliferazione di macroalghe nitrofi-le quali le Ulvaceae. Al fine di ridurre i fenome-ni eutrofici, e quindi di migliorare lo stato qua-litativo delle acque di transizione, è necessariorimuovere e controllare i carichi di nutrientigenerati e liberati dai bacini, in modo da abbas-sare sostanzialmente le concentrazioni dinutrienti nelle acque di transizione, oltre che difosforo anche di azoto. In generale, nelle acquedi transizione emiliano-romagnole il fosforo èl’elemento chiave che limita e controlla i feno-meni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolonon limitante a eccezione di alcuni casi soprat-tutto nel periodo estivo. Il processo alla base diquesta considerazione è legato al meccanismosecondo il quale il fitoplancton assume inutrienti in soluzione secondo lo stesso rappor-to molare che questi elementi hanno all’internodella biomassa algale, cioè N/P elementare = 16,riferito al peso atomico N/P = 7,2. Se il rapportonell’acqua di transizione supera il valore N/P di7,2, si afferma che il fosforo è il fattore limitan-te della crescita algale.Deve, comunque, essere tenuto presente che larimessa in circolo del fosforo da parte della bio-massa algale è molto più celere di quella dell’a-zoto. Tale condizione può essere particolarmen-te esaltata nelle acque di transizione a seguitodelle loro peculiarità fisiche, biologiche e idrodi-namiche.Questo significa che gli interventi di risana-mento per migliorare lo stato qualitativo delleacque di transizione devono prevedere la con-temporanea riduzione degli apporti di fosforo edi azoto.
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
STATO
Concentrazione di azoto
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 365
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di azoto DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro,milligrammi/litro
FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,sotterranee,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.10: Andamenti temporali del N-NH3 nei punti di campionamento dei corpi idrici di tran -sizione (2011)
a)
d)
0
100
50
150
200
250
300
350
400
450
500
550
600
mar giu 7-set 6-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Valli di Comacchio 610 651
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
550
600
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Sacca di Goro 983
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
550
600
mar giu 15-set 2-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Corpi idrici minori 749
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
550
600
24-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011366
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.11: Andamenti temporali del N-NO2 nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransi zione (2011)
a)
d)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
mar giu 7-set 6-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
mar giu 15-set 2-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
21-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Piallassa Baiona 138
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.12: Andamenti temporali del N-NO3 nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransizione (2011)
a)
d)
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
mar giu 7-set 6-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Sacca di Goro 4.670 1.815
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
mar giu 15-set 2-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
24-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
rog
ram
mi/
litro
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 367
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.13: Andamenti temporali del N-totale nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransizione (2011)
a)
d)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
mar giu 7-set 6-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Valli di Comacchio 10.2
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Sacca di Goro 12
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11-mar 23-giu 15-set 2-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
24-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.14: Andamenti temporali del N-totale disciolto nei punti di campionamento dei corpiidrici di transizione (2011)
a)
d)
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
6,5
mar giu 7-set 6-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Valli di Comacchio 6.6
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
b)
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
6,5
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Sacca di Goro 6.8
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
6,5
mar giu 15-set 2-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
6,5
24-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mill
igra
mm
i/lit
ro
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011368
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.15a: Valore medio annuale del N-NH3 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 369
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.15b: Valore medio annuale del N-NO2 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011370
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.15c: Valore medio annuale del N-NO3 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 371
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Stazione Funzione statistica2007 2008 2009 2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR1S
acca
di G
oro
SGOR4bis
SGOR2bis
Valle
Can
tone
VCAN1
Valle
Nuo
va
VNUO1
Lago
del
leN
azio
ni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aion
a
PBAI5
521.00983.00304.00311.25
4 143.75 298.00
43.00 109.19
4 119.50 164.00
82.00 34.07
4 87.50
119.00 54.00 31.84
4 251.50 316.00 170.00
75.27 4
339.75 749.00 152.00 277.17
4 32.00 85.00
<10 36.09
4 177.00 610.00
<10 290.54
4 232.50 593.00
19.00 249.94
4 292.75 651.00
16.00 276.57
4 30.75
101.00 <10
46.95 4
23.50 44.00
<10 16.38
4 46.00
109.00 <10
44.38 4
12.0016.00
<10 4.97
4
Pia
llass
aP
iom
boni
PPIO1
Media MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMin D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valori
281.69804.00
33.00220.18
13
91.62 212.00
20.0058.83
13
186.21377.00
14.00101.87
14130.00742.00
24.00188.80
1352.86
133.00<10
43.3414
66.09239.00
<10 76.44
11136.27 554.00
<10208.63
11132.82605.00
<10 201.68
11 74.44
292.00 <10
106.40 9
233.44 430.00
<10 113.15
16 603.75
2300.00 170.00 570.38
16 218.75 430.00
<10 118.97
16 478.44
1970.00 <10
472.98 16
341.00 920.00 119.00
223.38 11
287.00 1355.00
88.00 358.83
11
176.70 422.00
84.00 98.37
10 1194.13 3964.00
180.00 1299.85
8 73.36
217.00 <10
62.11 11
31.50 164.00
<10 55.12
10 30.60
231.00 <10
70.46 10
10.80 37.00
<10 10.00
10 52.73
188.00 <10
64.39 11
74.31 270.00
18.00 65.54
16 148.50 910.00
42.00 226.43
16 61.69
120.00 <10
41.33 16
275.00 1730.00
33.00 425.77
16
365.881104.00
150.00250.88
16
141.31 328.00
20.00 105.27
16
123.50321.00
14.00 87.76
16 450.50
1379.00100.00298.58
16 90.81
433.00 <10
129.84 16
153.31602.00
<10 227.07
16 142.00589.00
<10 219.19
15 193.38
1043.00 <10
301.20 16
167.001309.00
<10 324.25
17 71.38
279.0010.0064.16
16 107.87516.00
25.00133.92
15 63.69
215.00<10
52.2516
400.944330.00
22.001057.39
16
214.50361.00
46.00 131.60
4 68.00 95.00 42.00 28.93
4 119.50 270.00
<10 120.73
4 65.25 96.00
<10 40.87
4 153.50 248.00
37.00 105.29
4 293.25777.00100.00323.36
4 99.50
255.00<10
111.084
108.00 168.00
<10 89.60
3 106.33184.00
<1091.82
3 138.33 244.00
<10 121.88
3 337.00993.00
<10 444.62
4 12.7525.00
<109.67
4 178.65461.00
<10 207.74
4 16.50 38.00
<10 15.59
4 39.00
105.00 <10
47.16 4
N-NH3 (μg/l)ANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4a: N-NH3 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011372
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
N-NO2 (μg/l)ANNOStazione Funzione statistica
2007 2008 2009 2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
Valle
Can
tone
VCAN1
Valle
Nuo
va
VNUO1
Lago
del
leN
azio
ni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pial
lass
a B
aion
a
PBAI5
59.2586.0026.0025.73
415.2523.00
<108.34
429.00 39.00 18.00 8.68
4 18.25 33.00
<10 12.04
4 17.7525.0010.006.95
426.25 81.00
<10 36.75
4 <10<10<100.00
411.50 31.00
<10 13.00
4 <10 <10 <10 0.00
4 14.5043.00
<1019.00
412.00 33.00
<10 14.00
4 17.0037.00
<1015.32
446.75
138.00<10
61.384
10.5016.00
<106.35
4
Pial
lass
aPi
ombo
ni
PPIO1
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
40.6292.0012.0026.44
13
18.15 42.00
<10 11.70
13
31.57233.00
<1058.89
1410.62 46.00
<10 12.25
13 5.00 5.00 <10 0.00
14 14.2762.00
<1020.80
1116.00 71.00
<10 24.60
11 14.00 59.00
<10 20.12
11 13.22 44.00
<10 16.35
9 12.19 30.00
<10 9.01
16 33.25 90.00
<10 27.77
16 10.25 24.00
<10 6.56
16 29.38
170.00 <10
47.11 16
39.64 92.00 12.00 27.35
11
20.45 75.00
<10 21.32
11
9.80 41.00
<10 11.24
10 63.13
299.00 <10
102.78 8
5.73 13.00
<10 2.41
11 8.70
42.00 <10
11.70 10
5.00 5.00 <10 0.00
10 10.40 59.00
<10 17.08
10 <10 <10 <10 0.00
11 16.00 65.00
<10 15.75
16 35.81
124.00 <10
31.95 16
12.50 34.00
<10 9.96
16 50.25
257.00 <10
72.48 16
62.31117.00
31.0024.33
16
57.0025.25
<1019.37
16
32.25 258.00
<10 63.79
16 60.69
195.00 <10
53.59 16
5.7517.00
<103.00
1619.13
124.00<10
38.6616
21.33129.00
<1043.11
1521.00
139.00<10
43.7816
14.24 63.00
<10 18.32
18 19.38 62.00
<10 19.23
16 24.7393.00
<1027.17
1614.88 39.00
<10 11.45
16 33.06
116.00 <10
38.51 16
82.00 33.00 21.98
4 25.50 54.00
<10 21.95
4 41.25 60.00 32.00 13.00
4 19.5032.00
<1011.96
449.25
150.00 <10
68.84 4
37.25 85.00
<10 35.61
4 9.75
24.00 <10 9.50
4 23.33 60.00
<10 31.75
3 21.67 55.00
<10 28.87
3 21.00 53.00
<1027.71
3 47.50
126.00 <10
57.20 4
16.75 27.00
<10 9.46
4 69.43
128.00 23.00 47.54
4 17.0026.00
<108.76
443.00 97.00
<10 45.78
4
50.00
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4b: N-NO2 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 373
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
N-NO3 (μg/l)ANNOFunzione statistica
2007 2008 2009 2010 2011
Sac
ca d
i Gor
oVa
lleC
anto
neVa
lleN
uova
Lago
del
leN
azio
niVa
lli d
i Com
acch
ioP
ialla
ssa
Bai
ona
Pia
llass
aP
iom
boni
Stazione
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
PBAI1
PBAI3
PBAI5
PPIO1
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori
591.00 2382.00
153.00 626.76
13
293.54 1042.00
15.00 318.29
13
144.21 397.00
11.00 124.12
14 57.62
146.00 <10
42.73 13
48.14 170.00
10.00 43.33
14 55.09
248.00 <10
76.47 11
132.73 859.00
<10 252.99
11 53.55
200.00 <10
64.01 11
69.67 152.00
<10 61.19
9 408.44
1700.00<10
481.7416
507.50 1200.00
<10 428.11
16 526.25
2100.00 <10
549.49 16
413.75 1200.00
<10 403.41
16
470.55 1240.00
99.00 373.91
11
317.45 1315.00
11.00 401.58
11
89.70 260.00
38.00 70.05
10 474.25
3114.00 20.00
1069.89 8
52.64 139.00
12.00 34.67
11 80.80
313.00 16.00 99.71
10 89.20
383.00<10
112.4010
61.40 264.00
12.00 76.13
10 123.64 667.00
20.00 190.96
11 71.06
440.00 <10
112.24 16
279.31 2040.00
<10583.23
16 47.00
193.00<10
58.5316
110.38 510.00
<10<10160.93
16
<10
2252.44 12228.00
154.00 3352.04
16
1268.007639.00
17.002033.79
16
108.63 371.00
20.00 94.67
16 569.25
3606.0029.00
872.1316
45.19 206.00
<10 52.19
16 106.56 433.00
<10 137.65
16 99.47
488.00<10
129.2315
101.63495.00
<10 143.67
16352.47
2215.00<10
649.4318
44.00 158.00
10.00 41.96
16 79.67
253.0013.0075.91
1641.38
109.00<10
32.8516
64.50 259.00
70.50 16 4
1070.002250.00
448.00833.47
4689.75
1685.0015.00
782.974
999.002003.00
256.00 868.17
4804.75
1920.00334.00748.42
4 420.75
1566.0018.00
763.914
100.50176.00 21.0070.33
498.50
357.00<10
172.424
184.33468.00
13.00247.43
3143.33356.00
11.00186.00
3
330.0015.00
164.543
183.75338.00
13.00177.00
434.2540.0027.00 6.29
4138.00292.00
25.00118.09
439.9551.0028.009.42
457.38
140.00<10
57.83
29.00
17.22
1517.004670.00
438.002102.16
4238.75673.00
32.00302.28
4646.00
1815.00227.00 779.97
4553.50
1345.00212.00531.03
4114.75300.00
27.00125.63
484.75
208.0028.0083.20
428.2532.0025.003.30
432.7549.0014.0014.36
432.0076.0017.0029.34
436.7572.0017.0025.26
4118.25355.00
158.024
46.2591.0018.0031.46
499.25
153.0041.0061.62
426.00 42.00
<10
4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4c: N-NO3 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011374
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
N-tot (mg/l) N-tot disc. (mg/l) ANNO ANNOStazione Funzione statistica
2007 2008 2009 2010 2011 2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sac
ca d
i Go
ro
SGOR4bis
Val
leC
anto
ne
VCAN1
Val
leN
uova VNUO1
Lag
o d
elle
Naz
ioni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Val
li d
i Co
mac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aio
na
PBAI5
3.436.801.542.33
42.253.910.871.26
43.076.321.392.23
42.563.870.901.34
43.72 5.57 2.90 1.24
4 3.534.702.710.92
43.545.751.921.64
44.996.093.761.04
45.05 6.58 3.23 1.41
4 4.42 6.21 2.95 1.47
4 4.906.393.951.05
42.433.511.330.96
42.43 3.84 1.68 0.96
4 2.233.601.271.04
4
Pia
llass
aP
iom
bo
ni
PPIO1
Media MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMin D.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMin D.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valori
4.119.612.142.04
13
3.637.011.851.39
13
4.549.272.471.99
146.99
21.122.634.87
135.07
12.912.782.67
146.08
16.601.283.99
115.70
16.261.813.93
116.91
15.643.163.52
118.44
12.893.333.38
90.781.970.250.45
161.392.99 0.250.81
160.92 2.360.250.51
161.162.580.200.85
16
3.59 5.85 2.02 1.38
11
3.56 4.99 2.28 1.05
11
4.09 6.16 1.95 1.24
10 6.61 9.63 5.37 1.34
8 4.44 6.90 1.81 1.79
11 7.54
11.98 4.52 2.27
10 7.70
14.29 4.16 2.93
10 8.00
13.86 4.52 3.24
10 5.20 8.20 2.71 1.57
11 0.61 1.52 0.34 0.30
16 0.85 2.94 0.20 0.74
16 0.74 2.16 0.38 0.45
16 0.922.430.320.49
16
4.02 4.90 3.33 0.65
4 3.58 4.04 3.19 0.46
4 3.77 5.09 2.57 1.22
4 3.61 4.38 2.76 0.73
4 3.86 4.85 2.47 1.03
4 4.42 6.90 2.95 1.81
4 5.14 5.61 4.28 0.60
4 7.35 8.80 6.04 1.38
3 8.42
11.65 6.51 2.81
3 8.59
13.316.094.09
37.11 8.92 5.18 1.58
4 1.643.410.121.58
42.20 3.62 0.59 1.60
4 1.63 2.88 0.10 1.19
4 2.13 4.77 0.09 2.19
4
3.494.372.660.75
43.013.712.000.83
43.21 4.57 2.19 1.13
4 3.213.902.660.60
42.694.041.241.30
42.664.281.381.28
43.714.851.471.54
44.035.142.711.23
34.68 6.51 2.95 1.79
3 4.79 6.66 3.23 1.73
3 4.475.182.851.10
41.332.490.111.19
41.77 3.30 0.38 1.34
4 0.78 1.55 0.10 0.69
4 1.26 2.37 0.06 1.17
4
5.35 13.311.48 3.83
16
4.51 15.41 1.38 3.38
16
3.90 5.94 1.62 1.26
16 4.437.421.871.90
164.889.870.892.03
166.74
11.171.513.06
167.08
11.891.552.82
157.15
11.651.573.22
166.11
10.46 0.23 2.54
17 0.631.180.350.23
160.87 1.35 0.38 0.30
15 0.662.040.290.40
161.60 7.06 0.11 1.85
16
5.38 12.04 2.45 4.52
4 3.475.751.841.90
43.55 6.77 1.81 2.26
4 3.66 6.23 1.99 1.96
4 4.62 6.17 3.99 1.04
4 4.335.573.081.03
44.376.393.271.46
47.46 9.12 6.49 1.15
4 7.05 7.90 6.21 0.76
4 7.449.216.471.27
47.94
10.15 6.39 1.58
4 3.28 4.53 1.94 1.07
4 3.49 5.20 1.90 1.38
4 2.613.841.480.97
4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4d: N-tot e N-tot disciolto - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campio-namento (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 375
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
DIN (μg/l) e Salinità (psu)
Funzione statistica2007 2008 2009 2010 2011
n
VCAN1
VCOM5
PBAI1
12.482097.25
4 23.68
397.75 4
21.00794.50
425.03
659.254
22.25 384.00
4 27.15
450.754
26.0365.25
435.18
221.254
35.00269.50
435.95
3444
41.13161.00
430.8586.75
429.55
192.00 4
31.73 48.50
4
Stazione
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VNUO1
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
PBAI3
PBAI5
PPIO1
Media SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DIN. valori
Media SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia Salinità Media DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valori
21.38913.31
13
24.61403.31
13
21.89362.00
1431.96
198.2313
27.30106.00
1436.75
135.4511
35.64285.00
1136.22
200.3611
39.07157.33
933.68
654.0616
32.031144.50
1634.08
755.2516
28.27921.56
16
19.33851.18
11
20.62624.91
11
22.13276.20
1030.95
1731.508
28.13131.73
1141.30
121.0010
41.25 124.80
10 40.0482.60
1036.74
181.3611
32.87161.38
1631.66
463.6316
33.181.19
1626.23
435.6316
12.752680.63
16
20.561434.56
16
18.25264.38
1623.81
1080.4416
28.38141.75
1635.88
279.0016
35.87262.80
1536.44
316.0016
35.94533.71
1731.39
134.75 16
31.84212.27
1532.06
119.9416
28.66498.50
16
16.821334.50
419.50
783.254
19.451159.75
421.69
889.504
14.69623.50
417.55
431.004
26.11207.75
430.67
315.673
31.16271.33
331.90
304.33 3
33.96568.25
430.45 63.75
4 28.63
386.084
30.4373.45
429.39
139.384
ANNO
Sacc
a di G
oro
Cant
one
Valle
Nuov
aVa
lleNa
zioni
Lago
delle
Valli
di Co
macc
hioPi
allas
sa B
aiona
Piall
assa
Piom
boni
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota: * DIN= azoto minerale disciolto (N-NO3, N-NO2, N-NH3)
Tabella 3D.4e: DIN* e Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011376
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 343).Vengono analizzate le seguenti forme azotate: N-NH3, N-NO2 , N-NO3, N-totale, N-totale disciolto.Generalmente le concentrazioni di tutti le forme azotate sopra elencate mostrano una certa variabilitàstagionale, ove le concentrazioni minori, spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale, si regi-strano nel periodo estivo, in coincidenza con i minimi di portata dei fiumi afferenti. La variabilità e leelevate concentrazioni di N-NH3 rilevate nel periodo estivo sono presumibilmente dovute sia ad apportioccasionali locali, sia a eventi meteorologici, con conseguente dilavamento del suolo, e anche a seguitodi processi ipossici/anossici.Dalla figura 3D.10 alla figura 3D.14 si riporta la situazione relativa al 2011 di ciascun corpo idrico. Siosserva che con soli 4 campionamenti all’anno risulta difficoltoso apprezzare la variabilità stagionale deivalori di concentrazione delle varie forme dell’azoto.Nella Sacca di Goro, la stazione SGOR1 presenta generalmente valori più elevati rispetto alle altre; ciòè dovuto al fatto che tale stazione è ubicata in prossimità della foce del Po di Volano e risente degli appor-ti soprattutto nel periodo invernale in occasione di aumento della portata.Per gli altri corpi idrici, le concentrazioni di N-NH3, N-NO2 e N-NO3 sono generalmente più basse rispet-to a quelle rilevate nella Sacca di Goro. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 è campionata in periodi differenti rispetto alle altre anchedi 10-15 giorni; per questo motivo i valori delle varie forme di azoto della stazione VCOM5, in alcunicasi, si differenziano da quelli delle altre stazioni, che sono invece campionate nello stesso giorno.Nelle figure 3D.15a,b,c si riporta il valore medio/anno relativo agli ultimi 5 anni del N-NH3, N-NO2 e N-NO3 nei corpi idrici di transizione.Nelle tabelle 3D.4a,b,c,d, si riportano alcune elaborazioni statistiche delle varie forme di azoto per cia-scun punto di campionamento della rete di monitoraggio delle acque di transizione. Le elaborazionisono state effettuate sulle serie di dati dall’anno 2007 al 2011. Nella tabella 3D.4e si riporta la valutazione del valore medio/anno del DIN rispetto al valore medio/annodi salinità per ciascun punto di campionamento. Il trend analizzato è di 5 anni (dal 2007 al 2011). I valo-ri medi di DIN che superano i limiti di classe sono evidenziati in giallo.I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa cherichiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli deglianni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valori degli altri anni).
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 377
DescrizioneCon il termine AVS (Acid Volatile Sulphides) si indi-cano i solfuri che sono estraibili dal sedimento insoluzione acida. Comprendono il monosolfuro diferro (FeS), che in natura tende a precipitare, e isolfuri liberi, in equilibrio nelle tre specie chimi-che: H2S, HS- e S2-. Il FeS, in quanto insolubile,diventa una trappola per i solfuri che, essendo lega-ti, perdono la loro tossicità.Con il termine Ferro Labile (LFe) si intende quellafrazione del ferro che è immediatamente disponibi-le per reagire con il solfuro e che lo rende insolubi-le (come FeS). Si considera quindi LFe nel sedi-mento la forma più reattiva del Fe(III), riducibilecon idrossilammina a Fe(II), e il Fe(II), estraibilecon HCl 0,5 M. La produzione di solfuro avviene in condizioni dianossia per riduzione batterica dissimilativa delsolfato. La quantità di solfuro prodotta dipende,quindi, dalla carenza di ossigeno nell’ambienteacquatico e dalla sua durata. In presenza di ferrolabile, il solfuro si lega con il ferro formando AVS.In tal modo, la quantità di AVS prodotta è unamisura indiretta della durata e dell’intensità dellacarenza di ossigeno.Il rapporto AVS/LFe è un indicatore delle condizio-ni di carenza di ossigeno, in quanto gli AVS si accu-mulano in ambiente anossico e si legano progressi-vamente al ferro. Il LFe è, invece, un indice della capacità del sedi-mento di trattenere i solfuri.Una misura della carenza di ossigeno e del rischioambientale a essa associato è data dal rapportoAVS/LFe, ovvero dalla concentrazione di AVS nor-malizzata rispetto alla concentrazione del ferrolabile. L’AVS va analizzato congiuntamente a LFe,come si vede in seguito.Quando AVS/LFe ≥ 1 tutto il ferro labile è legato aisolfuri e questi restano liberi andando in soluzione(condizione di rischio elevata). Tale situazione siverifica dopo prolungati episodi di anossia. Per AVStendente a zero, si assume una elevata disponibilitàdi ossigeno in grado di ossidare i solfuri o una scar-sa produzione di AVS, che indica un basso metabo-lismo solfato riduttore in condizioni di anossia. Ladisponibilità di LFe è massima e la concentrazionedi AVS è minima in acque e sedimento ben ossige-nati e con scarsi apporti di detrito organico.
La scala dei valori e la loro interpretazione è riportatadi seguito.
Valutazione del rischio di anossia sulla base del rap-porto AVS/LFe.
ScopoIl motivo per il quale si propone di utilizzare l’AVS eil rapporto AVS/LFe è basato essenzialmente sulladifficoltà di interpretare le misure puntuali di ossi-geno, che sono largamente influenzate da fattori siafisici che biologici. Ad esempio, negli ambientimicrotidali, frequenza e persistenza dell’ipossia edell’anossia vanno lette in funzione del ciclo dellemaree. Se nelle lagune microtidali si ha un elevatoconsumo di ossigeno (ad esempio dopo il collasso diuna fioritura algale) e nel mare aperto ci sono buonecondizioni di ossigenazione, con la marea crescenteaumenterà il tenore di ossigeno che diminuisceinvece con la marea calante. L’anossia persistente, ingenere, capita in occasione dei cosiddetti morti d’ac-qua, soprattutto nel periodo estivo (durante lemaree di quadratura), e può durare alcuni giorni,quando non vi siano eventi meteorici significativi.Quindi la disponibilità di ossigeno è influenzata dalciclo di marea, con un’alternanza di fasi normossi-che e di carenza di ossigeno la cui durata dipenderàda quella delle fasi di marea. Per avere un quadrosufficientemente attendibile delle condizioni diossigenazione delle acque, occorrono dunque misu-re di ossigeno ripetute nel tempo e nello spazio, condifficoltà tecniche e costi in genere non sostenibili.Negli ambienti non tidali, la persistenza delle con-dizioni di ipossia o anossia non è influenzata dallemaree, ma dai processi di produzione e decomposi-zione della sostanza organica. In questo caso, dura-ta e frequenza delle fasi di deficit dell’ossigeno di -pendono dal ciclo vitale dei produttori primari eavranno una frequenza temporale prevalentementenictemerale.
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STATO
Ferro labile e solfuri volatili
Ferro labile (μmol⋅g-1)
>100>100 < 100< 100
Ossigeno presente, ipossia episodica
<0,25 <0,25
Ipossia frequente, anossia episodica
0,25-0,50 0,25-0,75
AVS/LFe
Anossia da frequente a persistente
>0,50 >0,75
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011378
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Ferro labile (LFe) e solfurivolatili (AVS)
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UNITÀ DI MISURA Micromoli/grammo FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2011
AGGIORNAMENTODATI
3 volte all’anno ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 210/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Rapporto AVS/LFe
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 379
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Grafici e tabelle
Primavera Estate AutunnoCorpo idrico
Stazione Parametro 2011 2010 2011 2010 2011
Fe 304.00 309.70 458.00 323.80 365.00SGOR1
AVS/Fe 0.01 0.07 0.06 0.10 0.01
Fe 187.00 261.90 155.00 264.80 255.00SGOR2bis
AVS/Fe 0.03 0.18 0.58 0.39 0.27
Fe 226.00 176.80 243.00 125.60 132.00SGOR3
AVS/Fe 0.12 0.18 0.04 0.28 0.20
Fe 109.00 84.90 255.00 74.20 110.00
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AVS/FeSGOR4bis
0.01 0.00 0.03 0.00 0.03
Fe 191.00 195.30 149.00 141.70 170.00VCAN1
AVS/Fe 0.06 0.23 0.15 0.15 0.18
Fe 175.00 121.00 91.00 202.90 257.00VNUO1
AVS/Fe 0.07 0.10 0.28 0.23 0.60
Fe 53.00 155.90 89.00 78.20 44.00Va
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LNAZ1AVS/Fe 0.01 0.24 0.14 0.33 0.08
Fe 121.00 79.00 171.00VCOM2
AVS/Fe 0.04 0.17 0.05
Fe 122.00 116.00 197.00VCOM3
AVS/Fe 0.16 0.16 0.12
Fe 149.00 166.90 125.00 153.30 233.00VCOM4
AVS/Fe 0.21 0.22 0.17 0.16 0.06
Fe 133.00 129.20 157.00 186.20 107.00Va
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VCOM5AVS/Fe 0.13 0.13 0.05 0.16 0.02
Fe 198.00 226.10 120.00 183.30 175.00PBAI1
AVS/Fe 0.16 0.25 0.42 0.26 0.29
Fe 207.00 250.20 138.00 243.80 160.00PBAI3
AVS/Fe
FeAVS/Fe
0.09 0.07 0.36 0.22 0.24
192.00 196.90 171.00 207.40 156.00Pia
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PBAI50.01 0.13 0.45 0.36 0.35
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.5: Concentrazioni medie del ferro labile (LFe) e dei solfuri volatili disponibili (AVS)(µmol/g) (2010 e 2011)
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 343).Le frequenze di campionamento dei suddetti parametri previste dal DM 260/10 sono le seguenti:
− tra giugno e luglio e tra fine agosto e settembre (in concomitanza con le maree di quadratura), quan-do il rischio di anossia è elevato;
− tra febbraio e marzo (in concomitanza con le maree di sigizia), quando è massima la riossigenazionedel sistema sedimento.
Per il monitoraggio del 2011 sono state effettuate tre determinazioni del LFe e AVS in primavera, esta-te e autunno. Le stazioni campionate sono 14, dislocate su 6 corpi idrici.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011380
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Osservando i dati riportati in tabella 3D.5 emerge quanto segue:– in primavera (marzo) non si evidenziano situazioni di sofferenza da ipossia e anossia;– in estate (giugno) si sono verificate sofferenze da “anossia da frequente a persistente” nella stazione
SGOR2bis della Sacca di Goro, mentre a Valle Nuova e in tutte le stazioni della Piallassa Baiona, si sonoverificate sofferenze da “ipossia frequente e/o annossia episodica delle acque di fondo”;
– in autunno (settembre), nella stazione di Valle Nuova, si sono verificate sofferenze da “anossia da fre-quente a persistente”, mentre nella stazione SGOR2bis della Sacca di Goro e in due stazioni dellaPiallassa Baiona si sono verificate sofferenze da “ipossia frequente e/o anossia episodica delle acque difondo.”
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 381
DescrizioneLa Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definita diretti-va “Habitat”, recepita in Italia con il DPR 357/97 es.m.i., rappresenta lo strumento più re cente e piùcaratterizzante di un diverso approccio per individuareazioni coerenti che consentano l’uso del territorio e losfruttamento delle risorse in una logica di svilupposostenibile, per il mantenimento vitale degli ecosiste-mi. La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azionie per la costituzione di una rete europea: Na tura 2000,costituita da siti rappresentativi per la conservazionedel patrimonio naturale di interesse comunitario.Per habitat di interesse comunitario, elencati nel l’Al -legato I della Direttiva, si intendono: quegli habitatche rischiano di scomparire dalla loro area di riparti-zione, quelli che hanno un’area di ripartizione ristret-ta a causa della loro regressione o che hanno l’area diripartizione ridotta. Sono di interesse comunitarioan che gli habitat che costituiscono esempi notevolidelle caratteristiche tipiche di una o più delle cinquezone biogeografiche interessate dalla Direttiva
92/43/CEE, tra le quali si citano, in quanto compren-denti il territorio nazionale, l’alpina, l’atlantica, lacontinentale e la mediterranea.All’interno di questo elenco sono individuati gli habi-tat prioritari, per la cui conservazione l’Unio ne euro-pea ha una responsabilità particolare per la grandeimportanza che essi rivestono nell’area in cui sonopresenti.
ScopoLa conoscenza degli habitat di interesse comunitarioè lo strumento principale per l’individuazione delleazioni atte al mantenimento vitale degli ecosistemi eper consentire un corretto uso e sfruttamento dellerisorse del territorio, secondo una logica di svilupposostenibile.Lo scopo è, dunque, quello di contribuire alla prote-zione della biodiversità con la conservazione deglihabitat naturali e seminaturali e della flora e faunaselvatiche nel territorio, tenuto conto delle diverseesigenze economiche, sociali e culturali.
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Elenco degli habitatdi interesse comunitario
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NOME DELL’INDICATORE
Elenco degli habitat di inte-resse comunitario
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UNITÀ DI MISURA N. habitat FONTE RegioneEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2009
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE Dir 2009/147/CEDPR 357/97DM 20/01/99DM 03/09/02DPR 120/03DM 11/06/07LR 7/04LR 6/05
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenco degli habitat di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011382
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Grafici e tabelle
Habitat di interesse comunitario
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Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
x x x
Estuari x x
Lagune * x x x x x
Vegetazione annua delle linee di deposito marine x x
Vegetazione annua pioniera di Salicornia e altre delle zone fangose e sabbiose
x x x x
Prati di Spartina maritima (Spartinion) x
Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) x x x x x
Perticaie alofile mediterranee e termo-atlantiche (Arthrocnemetalia fruticosae)
x x x x
Steppe salate (Limonietalia) * x x x x x
Dune con vegetazione di sclerofille (Cisto-Lavanduletalia) x
Dune mobili embrionali x x
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)
x x
Dune fisse a vegetazione erbacea (dune grigie) * x
Dune con presenza di Hippophae rhamnoides x
Prati dunali di Malcomietalia x x
Foreste dunali di Pinus pinea e/o Pinus pinaster * x x x
Acque oligotrofe dell'Europa centrale e perialpina con vegetazione di Littorella o di Isoetes o vegetazione annua delle rive riemerse (Nanocyperetalia)
x
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition
x
Tabella 3D.6: Habitat di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
(segue) �
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 383
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Habitat di interesse comunitario
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Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperteda cespugli su substrato calcareo (Festuco Brometalia)( * stupenda fioritura di orchidee)
x
Praterie mediterranee con piante erbacee alte e giunchi (Molinion-Holoschoenion )
x x x
Boschi misti di quercia, olmo e frassino di grandi fiumi x
Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba x x x
Foreste di Quercus ilex x x
Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici, compresiil Pinus mugo e il Pinus leucodermis
x
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaNota: * prioritario
(continua)
Nella tabella 3D.6 sono riportati i tipi di habitat naturali di interesse comunitario individuati nei corpiidrici “acque di transizione” e riportati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE. Le tipologie di habitatcon asterisco sono considerate prioritarie, per la cui conservazione l’Unione europea ha una responsa-bilità particolare per la grande importanza che esse rivestono nell’area in cui sono presenti.Osservando l’elenco in tabella si nota che nei diversi corpi idrici sono presenti 24 tipologie di habitat, dicui 5 di interesse prioritario. Le informazioni riportate nella tabella sono la sintesi di un lavoro ben piùampio pubblicato dalla Regione e visibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”.Spesso le informazioni che si riportano non si riferiscono unicamente al corpo idrico considerato, maanche a zone immediatamente circostanti.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011384
DescrizioneLa Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definitadirettiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento piùrecente e più caratterizzante di un diverso approc-cio per individuare azioni coerenti che consentanol’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorsein una logica di sviluppo sostenibile, per il mante-nimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva forni-sce indirizzi concreti per le azioni e per la costitu-zione di una rete europea: Natura 2000, costituitada siti rappresentativi per la conservazione delpatrimonio naturale di interesse comunitario.Le specie di interesse comunitario, elencatenell’Allegato II della Direttiva, vengono suddivisein base alla loro consistenza numerica o livello diminaccia di estinzione e, quindi, la suddivisionerisulta così articolata: in pericolo, vulnerabili, rareed endemiche.
Le specie prioritarie, indicate sempre nell’AllegatoII della Direttiva, sono le specie in pericolo per lacui conservazione l’Unione europea ha una parti-colare responsabilità.
ScopoLa conoscenza delle specie di flora e fauna di inte-resse comunitario è lo strumento principale perl’individuazione delle azioni atte al mantenimentovitale degli ecosistemi e per consentire un corret-to uso e sfruttamento delle risorse del territorio,secondo una logica di sviluppo sostenibile.Lo scopo è, dunque, quello di contribuire allaprotezione della biodiversità con la conservazio-ne degli habitat naturali e seminaturali e dellaflora e fauna selvatiche nel territorio, tenutoconto delle diverse esigenze economiche, socialie culturali.
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Elenco delle specie floristichedi interesse comunitario
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Elenco delle specie floristi-che di interesse comunitario
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UNITÀ DI MISURA N. specie FONTE RegioneEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2009
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE DPR 357/97DM 20/01/99DM 03/09/02DPR 120/03DM 11/06/07LR 2/77LR 7/04LR 6/05
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenco delle specie di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 385
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Grafici e tabelle
Specie di flora di interesse comunitario
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Salicornia veneta Salicornia veneta* x x x x
Salicornia strobilacea Halocnemum strobilaceum x
Granata irsuta Bassia hirsuta x x x
Erianthus ravennae x x
Leucojum aestivum x
Limonio del Caspio Limonium bellidifolium x x x x
Oenanthe lachenalii x
Piantaggine di Cornut Plantago cornuti x x x x
Salvinia natans x
Spartinia maritima x
Trapa natans x
Triglochin maritimum x x
Typha laxmannii x
Tabella 3D.7: Specie di flora di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaNota: * specie prioritaria
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011386
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Nella tabella 3D.7 sono elencate le specie di flora di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”, riportate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. L’unica specie di flora di inte-resse comunitario individuata è la Salicornia veneta, che tra l’altro risulta di interesse prioritario (aste-risco); tutte le altre specie riportate sono considerate specie “importanti”.La tabella 3D.7 è la sintesi di un lavoro ben più ampio pubblicato dalla Regione e visibile sul sito“Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”.Spesso le informazioni che si riportano non si riferiscono unicamente al corpo idrico considerato, maanche a zone immediatamente circostanti.
Commento
387
DescrizioneLa Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definitaDirettiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento piùrecente e più caratterizzante di un diverso approc-cio per individuare azioni coerenti che consentanol’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorsein una logica di sviluppo sostenibile, per il mante-nimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva forni-sce indirizzi concreti per le azioni e per la costitu-zione di una rete europea: Natura 2000, costituitada siti rappresentativi per la conservazione delpatrimonio naturale di interesse comunitario.Le specie di interesse comunitario, elencatenell’Allegato II della Direttiva, vengono suddivisein base alla loro consistenza numerica o livello diminaccia di estinzione e, quindi, la suddivisionerisulta così articolata: in pericolo, vulnerabili, rareed endemiche.Le specie prioritarie, indicate nell’Allegato II, sonole specie in pericolo, per la cui conservazionel’Unio ne europea ha una particolare responsabilità.La Direttiva 92/43/CEE, in realtà, non è la primadirettiva comunitaria che si occupa di questamateria.È del 1979, infatti, un’altra importante direttiva,
che rimane in vigore e si integra all’interno delleprevisioni della Direttiva “Habitat”, la cosiddettaDirettiva “Uccelli” 79/409/CEE, recepita in Italiacon la L 157/92, concernente la conservazione ditutte le specie di uccelli selvatici.La Direttiva “Uccelli” prevede una serie di azioniper la conservazione di numerose specie di uccel-li, indicate nell’Allegato I della Direttiva stessa, el’individuazione da parte degli Stati membridell’Unione di aree da destinarsi alla loro conser-vazione, le cosiddette Zone di Protezione Speciale(ZPS).
Scopo
La conoscenza delle specie di flora e fauna di inte-resse comunitario è lo strumento principale perl’individuazione delle azioni atte al mantenimentovitale degli ecosistemi e per consentire un’agevoleuso e sfruttamento delle risorse del territorio,secondo una logica di sviluppo sostenibile.Lo scopo è, dunque, quello di contribuire alla pro-tezione della biodiversità con la conservazionedegli habitat naturali e seminaturali e della flora efauna selvatiche nel territorio, tenuto conto dellediverse esigenze economiche, sociali e culturali. A
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Elenco delle specie faunistichedi interesse comunitario
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011388
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Elenco delle specie faunisti-che di interesse comunitario
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UNITÀ DI MISURA N. specie FONTE RegioneEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2009
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 79/409/CEEDir 92/43/CEE Dir 2009/147/CEL 157/92DPR 357/97DM 20/01/99DM 03/09/02DPR 120/03 LR 11/93LR 8/94LR 7/04LR 6/05LR 15/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenco delle specie di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 389
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Grafici e tabelle
Specie di fauna di interesse comunitario
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ANFIBI e RETTILI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Tritone crestato Triturus carnifex x x
Tartaruga palustre Emys orbicularis x x x x
Testugina marina Carretta carretta* x
PESCI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Storione cobice Acipenser naccarii * x
Lampreda di mare Petromyzon marinus x x
Cheppia Alosa fallax x x x x
Pigo Retilus pigus x
Barbo Barbus plebejus x x
Savetta Chondrostoma soetta x
Cobita comune Cobitis taenia x x
Nono Aphanius fasciatus x x x x x
Ghiozzetto cenerino Pomatoschistus canestrini x x x x x
Ghiozzetto di laguna Knipowitschia panizzae x x x x x
INVERTEBRATI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Licena delle paludi Lycaena dispar x
UCCELLI - All.1 Dir. 79/409/CEE
Strolaga minore Gavia stellata x x
Strolaga mezzana Gavia arctica x x x x
Svasso cornuto Podiceps auritus x x
Tarabuso Botaurus stellaris x x x x x
Tarabusino Ixobrychus minutus x x x x x x x x
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Tabella 3D.8: Specie di fauna di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
(segue) �
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Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
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lass
a B
aion
a
Nitticora Nycticorax nycticorax x x x
Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides x x x x
Garzetta Egretta garzetta x x x x x x x x x x x x x
Airone bianco maggiore Egretta alba x x x x x x x x x x x x x
Airone rosso Ardea purpurea x x x x x x x x
Cicogna bianca Ciconia ciconia x
Cicogna nera Ciconia nigra x
Mignattaio Plegadis falcinellus x x x
Spatola Platalea leucorodia x x x x x x x x
Fenicottero Phoenicopterus ruber x x x x x x x x x
Moretta tabaccata Aythya nyroca x x x x x x
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus x x
Nibbio bruno Milvus migrans x x x
Falco di palude Circus aeruginosus x x x x x x x x x x x x x
Albanella reale Circus cyaneus x x x x x x x x
Albanella pallida Circus macrourus x
Albanella minore Circus pygargus x x x x x x x x
Aquila anatraia maggiore Aquila clanga x x
Falco pescatore Pandion haliaetus x x x
Falco cuculo Falco vespertinus x
Smeriglio Falco columbarius x x x x
Lanario Falco biarmicus x
Pellegrino Falco peregrinus x x
(segue) �
(continua)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 391
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Stato
Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
Pial
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a Pi
ombo
ni
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Lago
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Valli
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omac
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Voltolino Porzana porzana x x
Schiribilla Porzana parva x x
Gru Grus grus x
Cavaliere d'Italia Himantopus himantopus x x x x x x x x x x
Avocetta Recurvirostra avosetta x x x x x x x x x x x x x x x
Pernice di mare Glareola pratincola x x
Fratino Charadrius alexandrinus x x x x x x x x x x x x x
Piviere dorato Pluvialis apricaria x x x x
Combattente Philomachus pugnax x x x x x x
Croccolone Gallinago media x x
Pittima minore Limosa lapponica x x x x
Piro piro boscereccio Tringa glareola x x x x x
Falaropo beccosottile Phalaropus lobatus x
Gabbiano corallino Larus melanocephalus x x x x x x x x x x x x x x
Gabbianello Larus minutus x x x x
Gabbiano roseo Larus genei x x x x x x x x x
Sterna zampenere Gelochelidon nilotica x x x x x x
Sterna maggiore Sterna caspia x
Beccapesci Sterna sandvicensis x x x x x x x x
Sterna comune Sterna hirundo x x x x x x x x
Fraticello Sterna albifrons x x x x x x x x x
Mignattino piombato Chlidonias hybridus x x x x x
Mignattino Chlidonias niger x x x x
(segue) �
(continua)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011392
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Stato
Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
Pial
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a Pi
ombo
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ne, N
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) e
Lago
del
le N
azio
ni
Valli
di C
omac
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Pial
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aion
a
Gufo di palude Asio flammeus x x
Martin pescatore Alcedo atthis x x x x x x x x x x x x x x x x
Ghiandaia marina Coracias garrulus x x
Tottavilla Lullula arborea x x
Calandro Anthus campestris x
Pettazzurro Luscinia svecica x
Forapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon x x x x x x x
Averla piccola Lanius collurio x x x
Averla cenerina Lanius minor x x x x
Marangone dal ciuffo ss.mediterranea Phalacrocorax aristotelis desmarestii
x
Marangone minore Phalacrocorax pygmeus x x x x x
Casarca Tadorna ferruginea x x
Falco cherrug x
(continua)
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
LEGENDA:S/R= si trova nel sito tutto l’anno (Stanziale/Residente)R/N= utilizza il sito per nidificare e allevare i piccoli (Riproduzione/Nidificazione)S = utilizza il sito durante l’inverno (Svernamento)T = utilizza il sito in fase di migrazione o di muta, al di fuori dei luoghi di nidificazione (Tappa)Nota: * specie prioritaria
Nella tabella 3D.8 sono elencate le specie di fauna di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”, riportate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE e nell’Allegato I della Direttiva79/409/CEE. Le informazioni riportate nella tabella sono la sintesi di un lavoro ben più ampio pubblicato dallaRegione e visibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”.Spesso le informazioni che si riportano non si riferiscono unicamente al corpo idrico considerato, maanche a zone immediatamente circostanti.Osservando le specie elencate in tabella, si nota che nei diversi corpi idrici non sono presenti mammi-feri di interesse comunitario; alla voce “anfibi/rettili” sono riportate 3 specie, di cui 1 prioritaria; perquanto riguarda i pesci sono presenti 10 specie, di cui 1 prioritaria; è presente, inoltre, una sola speciedi invertebrati e 64 di uccelli.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 393
DescrizioneLa determinazione quali-quantitativa del fito-plancton consiste, per ogni punto di indagine edata di campionamento, nelle seguenti valutazio-ni:– numero cellule/litro e specie (abbondanza e
composizione);– biomassa totale del fitoplancton (mg/m3 di clo-
rofilla “a”).
Il fitoplancton è un elemento chiave, da unpunto di vista ecologico, degli ambienti di tran -sizione. Il nano/microfitoplancton è costituitoda un gruppo di organismi autotrofi con dimen-sioni comprese tra 2 e 200 μm di diametro. Essivivono lungo la colonna d’acqua (planctonici) oadesi al substrato (bentonici), includendo sia
forme solitarie che coloniali. Negli ambientiacquatici di transizione, il fitoplancton gioca unruolo fondamentale nella formazione di nuovafrazione organica e nel riciclo del carbonio, deinutrienti e dell’ossigeno.
ScopoIl fitoplancton è un eccellente indicatore dei cam-biamenti dello stato trofico delle acque, segnalan-do arricchimenti di nutrienti che portano a unincremento di biomassa, di produzione primaria,di bloom algali, come anche di cambiamenti nellacomposizione in specie. Inoltre, il fitoplanctonrisponde alle variazioni dei parametri chimico-fisi-ci e idrodinamici.
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Impatto
IMPATTO
Presenze microalgali
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Presenze microalgali DPSIR I
UNITÀ DI MISURA N. cellule/litroN. taxa
FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere,Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali. Applicazione indici di diversità
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011394
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Impatto
Grafici e tabelle
0.E+00
1.E+07
2.E+07
3.E+078.08E+07
3.87E+07 1.10E+082.15E+08
1.41E+091.25E+09
3.73E+08 4.39E+08 5.73E+08 3.15E+08
4.09E+08
6.07E+081.16E+09
3.76E+081.81E+09
7.80E+08
2.87E+081.59E+099.82E+08
7.54E+08
N. c
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10131619222528313437
giu. set. dic.
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.16: Abbondanze totali per campagna di monitoraggio (2011)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.17: Numero di taxa per campagna di monitoraggio (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 395
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StazioniFamiglia/GruppoSGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis VCAN1 VNUO1 LNAZ1 VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5 PBAI1 PBAI3 PBAI5
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181 113251
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151121
81
2317135
118
19
12
1
14110
101
22114
22
37
dic.
Altro FitoplanctonBacillariophyceaeChlorophyceaeChrysophyceaeCryptophyceaeCyanophyceaeDinophyceaeEbriophyceaeEuglenophyceaeEustigmatophyceae
TotaleAltro FitoplanctonBacillariophyceaeChlorophyceaeCyanophyceaeDinophyceaeEuglenophyceaeEustigmatophyceaePrasinophyceaeTrebouxiophyceae
TotaleAltro FitoplanctonBacillariophyceaeChlorophyceaeCyanophyceaeDinophyceaeEbriophyceaeEuglenophyceaeEustigmatophyceaeTrebouxiophyceaeZygnematophyceaeTotale
Altro FitoplanctonBacillariophyceaeChlorophyceaeCryptophyceaeCyanophyceaeDinophyceaeEbriophyceaeEuglenophyceaeEustigmatophyceaePrasinophyceae
Totale
110
11
3
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1718
131
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1211
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51
1
1
8161
51
1417
22
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1
1414
21
8
14
1
616
5
12171
2
1
12133
3311
1
16
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21
1115
26
14
5
3
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3
1813
2
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712
2
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10
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1
1513
211
815
14
11
1313
2
1
7
15
1
1191
2
1
413
17
11
1415
31
1
11
15
1711
4
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71
161
1
1019
5211
19
1121
111
1717
381
2015
14
1
1
13
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11
7
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20110
6
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11
11
18
19
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111
1415
7
1316
14
1
1313
1
5
Tabella 3D.9: Composizione e numero di taxa rilevati per stazione e per campagna di monitoraggio(2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011396
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Impatto
0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0
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mar.
1,1 1,1 1,1 1,2
0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0
VC
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1,3 1,2 1,3 1,5 1,5
0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0
VC
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1,1 1,2 2,3
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1,4
Lagune aperte Lagune chiuse
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.18: Indice di Margalef per campagna di monitoraggio (2011)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
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0,3
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0,6
0,7
0,8
0,9
1,0
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M4
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M3
VCO
M2
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VNU
O1
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dic.
1,38
Lagune aperte Lagune chiuse
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.19: Indice di Shannon per campagna di monitoraggio (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 397
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Impatto
Le informazioni riportate nei grafici e nella tabella fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 343).La composizione quali-quantitativa del fitoplancton è svolta annualmente con frequenza trimestrale intutte le stazioni della rete di monitoraggio delle acque di transizione.Il numero e l’ubicazione delle stazioni di indagine permettono di effettuare una valutazione sufficiente del-l’ampiezza e dell’impatto generato (bloom algali).In figura 3D.16 e 3D.17 si riporta una rappresentazione grafica delle abbondanze totali e del numero ditaxa per ogni campagna di monitoraggio relativa al 2011.La nomenclatura utilizzata fa riferimento ad “AlgaeBase on line database” (Guiry, M.D. & Guiry, G.M. 2012World-wide electronic publication, National University of Ireland, Galway. http://www.algaebase.org, sear-ched on 3 October 2012) e i taxa identificati appartengono a 12 classi: Bacillariophyceae, Clorophyceae,Chrysophyceae, Cryptophyceae, Cyanophyceae, Dinophyceae, Ebriophyceae, Euglenophyceae,Eustigmatophyceae, Prasinophyceae, Trebouxiophyceae, Zygnematophyceae. Nel 2011 sono stati identificati 140 taxa appartenenti a 12 classi o gruppi rispettivamente con: 58 Bacilla -riophyceae, 49 Dinophyceae, 11 Clorophyceae, 9 Cyanophyceae, 3 Cryptophyceae, 3 Euglenophyceae, 2Ebriophyceae, 1 Chrysophyceae, 1 Eustigmatophyceae, 1 Prasinophyceae, 1 Trebouxiophyceae, 1 Zygne -matophyceae, 2 taxa raggruppati sotto la dicitura “Altro Fitoplancton indet.”. Questo numero però è dacon siderarsi inferiore a quello reale, poiché non sempre è stato possibile raggiungere un livello tassono-mico inferiore alla classe. In alcuni casi, infatti, era riconoscibile il genere mentre in altri era evidente sol-tanto la classe d’appartenenza. Per altre entità, di piccole dimensioni (con dimensione < 10 μm), è risul-tata difficile anche la definizione della classe. Queste sono state raggruppate sotto la denominazione ancorpiù ampia di “Altro Fitoplancton indet.”.Considerando il numero di taxa presenti durante tutto l’anno, nelle Valli di Comacchio la stazione Sifoneest (99500300 - VCOM3) è la stazione con il minor numero (18), mentre la stazione Bocca a mare(99100401 - SGOR4bis) della Sacca di Goro presenta il numero maggiore (59) (vedi tabella 3D.9).Tra le lagune chiuse (Valle Cantone, Valle Nuova, Lago delle Nazioni e Valli di Comacchio) le più compro-messe, da un punto di vista qualitativo, sono le Valli di Comacchio. Tale corpo idrico presenta in tutte lecampagne effettuate nel 2011 i maggiori valori di abbondanza a carico di una piccola EustigmatoficeaNannochloropsis gaditana e del taxon artificiale “Altro Fitoplancton indet.”.Per valutare la biodiversità dell’elemento fitoplancton nelle stazioni si è scelto di utilizzare l’indice diMargalef e l’indice di Shannon. Il primo prende in considerazione il numero di taxa rispetto all’abbondanzatotale della comunità, il secondo invece considera anche le abbondanze dei singoli taxa. In figura 3D.18 ein figura 3D.19 sono rappresentati gli elaborati suddivisi per ciascun periodo di campionamento (marzo,giugno, settembre, dicembre). La scala degli indici varia da 0 a ∞.Se si prende in considerazione l’indice di Margalef (figura 3D.18), la Sacca di Goro ha mostrato i più altilivelli di biodiversità, in particolare nella stazione SGOR4bis (99100401-Bocca a mare). Anche la PiallassaBaiona presenta, comunque, valori simili alla Sacca di Goro. Considerando invece l’indice di Shannon (figura 3D.19), la situazione si inverte: Piallassa Baiona e Saccadi Goro presentano sempre i valori più alti tra tutti gli altri corpi idrici, ma è la Piallassa Baiona che pri-meggia rispetto alla seconda. Questi corpi idrici, se si considera l’elemento biologico fitoplancton, risulta-no come i meno compromessi.In altre parole, le lagune aperte si confermano come quelle con i maggiori valori di biodiversità; tale con-dizione è sicuramente influenzata anche dalla presenza di specie marine favorita dall’ingresso in laguna diacqua di mare. È ben noto dalla letteratura come il ricambio delle acque, operato grazie alle maree, portisia a un rinnovo di risorse trofiche che a un aumento della nicchia ecologica e, conseguentemente, a unaumento di possibilità di successo per le specie.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011398
DescrizioneLe macrofite sono i vegetali macroscopicamentevisibili, presenti negli ambienti acquatici, e sonocomposte da fanerogame acquatiche e macroalghe.Durante le campagne di caratterizzazione dei siti,non essendo state trovate fanerogame, si fa riferi-mento esclusivamente alle macroalghe bentonicheformanti aggregati. La composizione e la strutturadelle macroalghe dipende dal livello trofico delleacque e dalla sua alterazione dovuta a carichi orga-nici, ciò determina la riduzione o la scomparsa deitaxa più esigenti a favore di quelli più tolleranti.
ScopoMonitorare i cambiamenti di composizione dellecomunità macroalgali nel tempo permette di valu-tare le variazioni dello stato ecologico dei corpiidrici interessati e le possibili fonti di stress trofi-co dovuto a inquinanti organici. Le comunità amacroalghe sono anche sensibili alla presenza dialtri inquinanti, come fitofarmaci e metalli pesan-ti. La determinazione delle comunità macroalgalipermette, quindi, di poter valutare una particolaresituazione per il sito monitorato e le sue modifica-zioni nel tempo.
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Impatto
IMPATTO
Macrofite
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Macrofite (Indice R-MaQImodificato)
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Triennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenchi tassonomici
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 399
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Impatto
Grafici e tabelle
Sacca di Goro SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis Phylum Taxon 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010
Chlorophyta Chaetomorpha ligustica X X Cladophora laetevirens X X X Cladophora vadorum X Ulothrix flacca X Ulva compressa X X Ulva intestinalis X X Ulva prolifera X Ulva rigida X X X Ulva rotundata X Rhodophyta Agardhiella subulata X Gracilaria gracilis X
Gracilaria vermiculophylla
X
X
X
X Neosiphonia harvei X
nessun phylum nessun taxon X X
Tabella 3D.10: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Sacca di Goro (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Valle Cantone, Valle Nuova e Lago Nazioni
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
Phylum Taxon 11/06/2010 01/10/2010 11/06/2010 01/10/2010 11/06/2010 01/10/2010Chlorophyta Chaetomorpha ligustica X X X X Cladophora aegagropila X Cladophora glomerata X Codium fragile X X Ulva prolifera XRhodophyta Chondria tenuissima X X Dasya baillouviana X X Gracilariopsis longissima X Polysiphonia sp. X X X X
Tabella 3D.11: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delleNazioni (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Piallassa Baiona PBAI1 PBAI3 PBAI5Phylum Taxon 04/06/2010 21/09/2010 04/06/2010 21/09/2010 04/06/2010 21/09/2010
Chlorophyta Chaetomorpha ligustica X X XCladophora aegagropila XCladophora cfr. albida XCladophora glomerata XCladophora vadorum XEnteromorpha multiramosa XUlothrix implexa XUlva cfr. compressa XUlva compressa X XUlva curvata X XUlva flexuosa XUlva intestinalis XUlva lataevirens XUlva prolifera XUlva rotundata X X
Rhodophyta Agardhiella subulata X X X X XErythrotrichia carnea XGracilaria bursa -pastoris X XGracilaria gracilis X X X XGracilaria vermiculophylla X X X X X XGracilariopsis longissima X X X X X XPolysiphonia setularioides X
Tabella 3D.12: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Piallassa Baiona (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011400
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Impatto
Le stazioni della rete di monitoraggio per la determinazione qualitativa delle macroalghe e fanerogamesono 15, dislocate su 7 corpi idrici di transizione. Le informazioni riportate nelle tabelle fanno riferi-mento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343).Nel 2010, la determinazione qualitativa di questo Elemento di Qualità Biologica (EQB) Macroalghe èstata effettuata su 14 stazioni monitorate dislocate su 6 corpi idrici. Il DM 56/09 richiede una frequenza di indagine, per le macroalghe, di 2 volte (possibilmente nello stes-so anno), da ripetere con cicli non superiori a 3 anni.Nelle tabelle 3D.10, 3D.11 e 3D.12 si riporta, per ciascun corpo idrico: la stazione di indagine, la data dicampionamento, il riconoscimento tassonomico delle macroalghe. Nelle Valli di Comacchio non è statarilevata la presenza di alcun taxon.Per l’EQB Macrofite, ai fini della classificazione, viene utilizzato l’indice E-MaQI.L’affidabilità dell’indice è legata al numero di specie presenti nelle stazioni di monitoraggio; l’applicabi-lità dell’indice richiede la presenza di almeno 20 specie.Nel caso in cui il numero di specie presenti sia inferiore a 20, si applica l’indice R-MaQI, modificato.Il Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) del MaQI di ciascuna stazione di indagine dei corpi idrici ditransizione verrà calcolato in conformità alle indicazioni riportate nel DM 260/10 e alle “Linee guida perl’applicazione del Macrophyte Quality Index (MaQI)”, Ispra, aprile 2010.
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 401
DescrizioneLo studio delle comunità macrobentoniche deifondali degli ambienti di transizione viene soprat-tutto applicato nelle indagini degli ambienti per-turbati, soggetti a diversi tipi di inquinamento, odei sistemi naturalmente soggetti a eventi anossi-ci. Questo indicatore si è dimostrato essere unvalido strumento per la descrizione sintetica del-l’ecosistema degli ambienti di transizione, infattigli organismi che ne fanno parte sono caratteriz-zati sia da scarsa mobilità che da cicli vitali suffi-cientemente lunghi, risultando quindi strettamen-te legati alle variazioni dei principali parametriambientali. Inoltre gli organismi del macrozoo-bentos, che vivono in stretta relazione con il sub-strato, giocano un ruolo fondamentale negli scam-bi tra sedimento e colonna d’acqua.
ScopoL’effetto di perturbazioni ambientali risulta indivi-duabile attraverso l’interpretazione delle reazioniche la comunità macrobentonica presenta neltempo. Tali risposte possono manifestarsi comevariazioni sia qualitative sia quantitative, ovverosia in termini di composizione in specie sia in ter-mini di numero e di rapporti di abbondanza traspecie. In altre parole, il grado di alterazione dellacomunità è desumibile sulla base delle sue carat-teristiche strutturali.
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IMPATTO
Macroinvertebrati bentonici
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Macroinvertebrati bentonici(indici M-AMBI e BITS)
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Triennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere,Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Composizione e abbondanza macroinvertebrati bentonici
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011402
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Grafici e tabelle
Sacca di Goro SGOR1
Classe Taxon 08/06/2010 08/06/2010 08/06/2010 08/06/2010SGOR4bisSGOR2bis SGOR3
Anthozoa Actiniaria spp. X Bivalvia Abra alba X
Abra segmentum X X X X Cerastoderma glaucum X X X Modiolus adriaticus X Musculista senhousia X X X Mytilus galloprovincialis X X Ruditapes philippinarum X X X X
Clitellata Hirudinea spp. X Oligochaeta spp. X X
Gastropoda Cyclope neritea X Hydrobia ventrosa X X X X
Insecta Chironomus salinarius X X X Malacostraca Ampelisca diadema X X
Ampelisca sarsi X X Corophium insidiosum X X X Corophium orientale X X X X Gammarus aequicauda X X X Gammarus insensibilis X X X Idotea balthica X X X Lekanesphaera monodi X Melita palmata X
Maxillopoda Balanus improvisus X X Nemertea Nemertea X X Polychaeta Capitella capitata X X X X
Capitomastus minimus X X Ficopomatus enigmaticus X Glycera convoluta X Hediste diversicolor X X X Heteromastus filiformis X Mediomastus capensis X X X Neanthes succinea X X X Nephtys hombergii X Polydora ciliata X X X X Spio decoratus X X Streblospio shrubsolii X X X X Syllides edentatus X
Turbellaria Polycladida spp. X
Tabella 3D.13: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Sacca di Goro (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 403
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Impatto
Anthozoa Actiniaria spp. X X Bivalvia Abra segmentum X X
Cerastoderma glaucum X X X Loripes lacteus X Mytilaster minimus X
Clitellata Oligochaeta spp. X X X Oligochaeta spp.1 X
Gastropoda Cyclope neritea X X Haminoea navicula X Hydrobia ventrosa X X X Nassarius nitidus X Nassarius pygmaeus X Retusa truncatula X
Insecta Chironomus salinarius X X Malacostraca Carcinus aestuarii X
Corophium orientale X X Gammarus aequicauda X Gammarus insensibilis X X Idotea balthica X X Melita palmata X
Maxillopoda Balanus improvisus X Nemertea Nemertea X X Polychaeta Capitella capitata X X
Ficopomatus enigmaticus X Heteromastus filiformis X
Mediomastus capensis X Neanthes succinea X X X Polydora ciliata X X Spio decoratus X Streblospio shrubsolii X X
Priapulida Priapulus caudatus X Sipunculidea Sipunculus nudus X
Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delle Nazioni VCAN1
Classe Taxon 11/06/2010 11/06/2010 11/06/2010
VNUO1 LNAZ1
Tabella 3D.14: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Valle Cantone, ValleNuova e Lago delle Nazioni (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011404
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Impatto
Anthozoa Actiniaria spp. X Bivalvia Abra alba X
Abra segmentum X Cerastoderma glaucum X X Loripes lacteus X
Clitellata Oligochaeta spp. X X X Oligochaeta spp. 1 X
Insecta Chironomus salinarius X X X Malacostraca Ampelisca diadema X
Carcinus aestuarii X X Corophium insidiosum X X Melita palmata X
Polychaeta Amphitrite gracilis X Capitella capitata X X X X Cirriformia tentaculata X Heteromastus filiformis X X X X Neanthes succinea X X X X Ophiodromus flexuosus X Paraonis lyra X Polydora ciliata X X X Streblospio shrubsolii X X X X Phyllodoce laminosa X
Sipunculidea Sipunculus spp. X
Valli di Comacchio VCOM2
Classe Taxon 14/06/2010 14/06/2010 14/06/2010 14/06/2010VCOM3 VCOM4 VCOM5
Tabella 3D.15: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nelle Valli di Comacchio(2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 405
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Impatto
Anthozoa Actiniaria spp. X X X Bivalvia Abra segmentum X X X Anadara demiri X Cerastoderma glaucum X X X Gastrana fragilis X Hiatella arctica X Musculista senhousia X X X Mytilus galloprovincialis X X X Ruditapes philippinarum X X X Clitellata Oligochaeta spp. X X X Gastropoda Haminoea navicula X Hydrobia ventrosa X X X Insecta Chironomus salinarius X X X Malacostraca Corophium insidiosum X X X Cyathura carinata X Gammarus aequicauda X X X Idotea balthica X X X Lekanesphaera hookeri X Microdeutopus gryllotalpa X X Nebalia spp. X Tanais dulongii X X Nemertea Nemertea X X X Ophiuroidea Amphipholis spp. X X Polychaeta Capitella capitata X X X Cirratulidae spp. X Cirriformia tentaculata X X X Eunicidae spp. X Heteromastus filiformis X Janua spp. X X X Malacoceros fuliginosus X Marphysa fallax X Marphysa sanguinea X Ophiodromus agilis X X X Ophiodromus flexuosus X X Polydora ciliata X X Prionospio cirrifera X X X Pygospio elegans X X Streblospio shrubsolii X X X Trypanosyllis zebra X
Piallassa Baiona PBAI1
Classe Taxon 04/06/2010 04/06/2010 04/06/2010
PBAI3 PBAI5
Tabella 3D.16: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Piallassa Baiona (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011406
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Impatto
Nel 2010 le stazioni della rete di monitoraggioper la determinazione della composizione e ab -bondanza dei macroinvertebrati bentonici sono14, dislocate su 6 corpi idrici di transizione. Lein formazioni riportate nelle tabelle fanno riferi-mento all’acronimo di ciascuna stazione (vedita bella pag. 343).In base al DM 56/09 la frequenza di indagine per imacroinvertebrati bentonici è 1 volta all’anno, daripetere con cicli non superiori a 3 anni.La determinazione quali-quantitativa dei macroin-vertebrati bentonici consiste, per ogni punto diindagine e data di campionamento, nelle seguentivalutazioni:– identificazione dei taxa determinando il numero
di specie e il numero di individui (composizionee abbondanza dei macroinvertebrati bentonici);
– segnalazione dei taxa sensibili;
– elaborazione della matrice quantitativa dei datisu cui calcolare gli Indici specificati nella norma -tiva (DM 260/10) quali: AMBI, M-AMBI e BITS.
Nelle tabelle 3D.13, 3D.14, 3D.15 e 3D.16 si ripor-ta la composizione del macrozoobenthos nelle sta-zioni dei diversi corpi idrici di transizione.Per l’Elemento di Qualità Biologica (EQB) Ma cro in -vertebrati bentonici, ai fini della classificazione dellostato ecologico, verrà applicato l’indice M-AM BI e,facoltativamente, anche l’indice BITS.L’M-AMBI è un indice multivariato, che deriva da unaevoluzione dell’AMBI integrato con l’indice di diversi-tà di Shannon-Wiener e il numero di specie (S). La modalità di calcolo dell’M-AMBI prevede l’ela-borazione delle suddette 3 componenti con tecni-che di analisi statistica multivariata.Il valore dell’M-AMBI varia tra 0 e 1 e corrispondeal Rapporto di Qualità Ecologica (RQE).
Commento
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 407
DescrizioneL’indicatore descrive la concentrazione di clorofil-la “a” nelle acque superficiali e lungo la colonnad’acqua, consentendo una stima indiretta dellabiomassa fitoplanctonica, in quanto fornisce lamisura del pigmento fotosintetico principale pre-sente nelle microalghe. Esso rappresenta un effi-cace indicatore della produttività del sistema.Nello schema DPSIR è inserito tra gli Impatti, per-ché segnala una perturbazione della qualità del-l’ambiente alterando, a elevate concentrazioni, lanaturale colorazione e trasparenza dell’acqua.
ScopoLa concentrazione di clorofilla “a” è di fondamen-tale importanza per la valutazione delle caratteri-stiche trofiche di base del corpo idrico e dello statodegli ecosistemi; è, inoltre, un ottimo indicatoreper la valutazione della produzione primaria e deigradi di trofia dell’ecosistema. In base alla concen-trazione della clorofilla “a” nelle acque, si mette inevidenza il livello di eutrofizzazione delle acque ditransizione.
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IMPATTO
Concentrazione di clorofilla “a”
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di clorofilla“a”
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2011
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere,Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011408
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.20: Andamenti temporali della concentrazione di clorofilla “a” nei punti di campiona-mento dei corpi idrici di transizione (2011)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
10-mar 15-giu 14-set 21-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
mar giu 7-set 6-dic
Mic
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i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
130 125 147
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
21-mar 22-giu 15-set 21-dic
Mic
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i/litr
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Data campionamento
Piallassa Baiona
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
mar giu 15-set 2-dic
Mic
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amm
i/litr
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Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
SGOR1 SGOR3 SGOR2bis SGOR4bis
PBAI1 PBAI3 PBAI5
Grafici e tabellea)
d)
b)
c)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 409
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Impatto
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.21: Valore medio annuale della clorofilla “a” nei corpi idrici di transizione(2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011410
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Clorofilla "a" (μg/l)ANNOFunzione statistica
2007 2008 2009 2010 2011
Sacc
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Gor
oVa
lleC
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uova
Lago
del
leN
azio
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lli d
i Com
acch
ioPi
alla
ssa
Bai
ona
10.3323.00
0.809.25
4 3.858.500.903.35
4 9.38
23.001.30 9.55
45.07
12.200.705.31
4 15.3523.00
9.006.06
4 17.0023.0011.00
5.894
28.4544.0014.7915.22
4 97.00
125.0079.0019.92
4 87.25
130.0034.0042.73
4 87.75
147.0060.0040.73
4 52.2594.0010.0034.59
4 <0.5<0.5<0.50.00
4 1.816.500.253.13
4 0.461.10<0.50.43
4
Pial
lass
aPi
ombo
ni
Stazione
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
PBAI1
PBAI3
PBAI5
PPIO1
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
4.35 10.80
0.70 3.31
11
7.09 20.20
0.50 6.11
9
7.16 28.20
1.30 7.63
14 1.82 4.90 0.90 1.12
11 10.54 26.10
3.30 5.88
14 17.23 33.50
6.70 11.19
7 25.15 75.00
5.70 23.39
8 40.05
109.708.10
34.10 8
12.60 23.90
1.80 8.70
8 2.42
12.50 <0.50
3.45 16
8.08 26.50 <0.50
9.33 16
1.02 3.90
<0.50 1.10
16 43.69
637.20 <0.50
158.42 16
4.48 12.70
0.80 3.99
11
17.04 86.80
0.70 27.05
9
4.43 8.60 1.90 2.60
10 2.57 4.40 1.60 0.99
7 20.23 48.40
2.80 14.04
11 39.46 80.2017.9022.38
951.18 84.60 20.10 19.14
10 52.63 96.80 29.10 19.95
10 20.35 35.40
8.10 9.61
11 3.75
27.10 <0.50
7.29 16
11.37 62.20 <0.50 16.24
16 3.60
27.70 <0.50
7.24 16
2.88 15.20 <0.50
3.96 16
4.4111.20
0.803.59
15
5.7414.20<0.54.77
14
5.1915.20
2.403.43
15 4.958.400.802.53
14 20.5352.70
4.4014.90
11 53.4
82.8010.0022.45
12 51.67
104.406.00
31.1911
57.07118.10
11.1031.98
13 20.4155.70
4.10 14.03
17 7.99
32.30<0.5010.14
16 3.87
13.60<0.50
3.7015
7.35 29.30<0.50
9.92 16
48.43293.70<0.5097.86
16
15.4435.58
2.42 14.15
4 10.2918.62
1.119.18
4 20.8334.14
2.12 13.49
4 14.5339.61
1.3617.07
4 14.5322.51
6.727.11
4 12.4318.99
6.33 5.59
4 27.5835.9015.72
9.174
87.63105.23
75.4015.62
3 116.33137.30
82.9829.20
3 115.01122.40108.91
6.84 3
36.4050.4023.0411.39
4 2.65 5.20
<0.502.48
3 4.58
12.00<0.50
6.453
0.711.00
<0.500.41
3 8.83
13.801.506.48
3
Tabella 3D.17: Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 411
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Impatto
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabel-le fanno riferimento all’acronimo di ciascuna sta-zione (vedi tabella pag. 343).Nella figura 3D.20, si riporta la concentrazione diclorofilla “a” relativa alle 4 determinazioni esegui-te nel 2011, effettuate nel mese di marzo, giugno,settembre e dicembre.Il valore di 10 μg/l è considerato convenzionalmen-te il limite inferiore di una condizione eutrofica.Nel 2011 i valori più alti di clorofilla si sono rilevatinelle Valli di Comacchio, con valori fino a 147 μg/l,mentre quelli più bassi nella Piallas sa Baiona, convalori inferiori al limite di rilevabilità strumentale.Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 èstata campionata nei mesi di marzo e giugno, inperiodi differenti rispetto alle altre anche di 10-15gioni; per questo motivo i valori della clorofilladella stazione VCOM5, in alcuni casi, non sonocorrispondenti con quelli delle altre stazioni chesono invece campionate nello stesso giorno.
Nella figura 3D.21 si riporta il trend degli ultimi5 anni del valore medio/anno della clorofilla “a”nei corpi idrici di transizione. Nella Sacca di Goroe a Piallassa Baiona l’andamento nel periodo con-siderato mostra una notevole variabilità. Nel2011 si registra un aumento del valore medio ri -spetto agli anni precedenti nelle Valli di Co mac -chio, Valle Cantona, Valle Nuova e Lago del le Na -zioni.La tabella 3D.17 riporta alcune informazioni stati-stiche per ciascun punto di campionamento dellarete di monitoraggio delle acque di transizione. Leelaborazioni sono state effettuate sulle serie di datidall’anno 2007 al 2011. I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati),rilevati in applicazione della recente normativa cherichiede una frequenza di monitoraggio trimestrale,non possono essere confrontati con quelli degli anniprecedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 con-tro gli 11-16 valori degli altri anni).
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011412
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Risposte
RISPOSTE
Aree naturali protette
DescrizioneAttualmente il sistema delle aree naturali protetteè classificato come segue.• Parchi nazionali: sono costituiti da aree terre-stri, fluviali, lacuali o marine che contengono unoo più ecosistemi intatti o anche parzialmente alte-rati da interventi antropici, una o più formazionifisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche,di rilievo internazionale o nazionale per valori na -turalistici, scientifici, estetici, culturali, educativie ricreativi, tali da richiedere l’intervento delloSta to ai fini della loro conservazione per le gene-razioni presenti e future.• Parchi naturali regionali e interregionali: sonocostituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed even-tualmente da tratti di mare prospicienti la costa, divalore naturalistico e ambientale, che costituisco-no, nell’ambito di una o più regioni limitrofe, unsistema omogeneo, individuato dagli assetti natura-listici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici edalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.• Riserve naturali: sono costituite da aree terre-stri, fluviali, lacuali o marine che contengono unao più specie naturalisticamente rilevanti della florae della fauna, ovvero presentano uno o più ecosi-stemi importanti per la diversità biologica o per laconservazione delle risorse genetiche. Le riservenaturali possono essere Statali o Regionali in basealla rilevanza degli elementi naturalistici in esserappresentati.• Zone umide di interesse internazionale: sonocostituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere,oppure zone naturali o artificali d’acqua, perma-nenti o transitorie, comprese zone di acqua mari-na la cui profondità, quando c’è bassa marea, nonsu peri i sei metri, che per le loro caratteristichepossono essere considerate di importanza interna-zionale ai sensi della convenzione di Ramsar “Con -venzione internazionale relativa alle Zone umidedi importanza internazionale, soprattutto comehabitat degli uccelli acquatici”, sottoscritta nel1971 a Ramsar (Iran). La convenzione di Ramsar èstata recepita in Italia con il DPR 488/76 e s.m.i.• Altre Aree naturali protette: sono aree (oasi delleassociazioni ambientaliste, parchi suburbani etc.)che non rientrano nelle precedenti classi. Si divi-dono in aree di gestione pubblica, istituite cioècon leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e
aree a gestione privata, istituite con provvedimen-ti formali pubblici o con atti contrattuali qualiconcessioni o forme equivalenti.• Zone di Protezione Speciale (ZPS): designate aisensi della Direttiva 79/409/CEE, recepita in Italiadalla L 157/92, sono costituite da territori idoneiper estensione e/o localizzazione geografica allaconservazione delle specie di uccelli di cui al l’Al -legato I della Direttiva citata, concernente la con-servazione degli uccelli selvatici.• Zone Speciali di Conservazione (ZSC): designa-te ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, recepita inItalia dalla DPR 357/97 e s.m.i., sono costituite daaree naturali, geograficamente definite e consuperficie delimitata, che:– contengono zone terrestri o acquatiche che si di -stinguono grazie alle loro caratteristiche geografi-che, abiotiche e biotiche, naturali o seminaturali(habitat naturali) e che contribuiscono in modo si -gnificativo a conservare, o ripristinare, un tipo di ha -bitat naturale o una specie della flora e della fau naselvatiche di cui agli Allegati I e II della Direttiva92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitatnaturali e seminaturali e della flora e della fauna sel-vatiche in uno stato soddisfacente a tutelare la diver-sità biologica nella regione paleartica mediante laprotezione degli ambienti alpino, appenninico emediterraneo;– sono designate dallo Stato mediante un attoregolamentare, amministrativo e/o contrattuale, ein esse sono applicate le misure di conservazionenecessarie al mantenimento o al ripristino, in unostato di conservazione soddisfacente, degli habitatnaturali e/o delle popolazioni delle specie per cuil’area naturale è designata.Tali aree vengono indicate come Siti di Impor tan -za Comunitaria (SIC).
ScopoAttraverso la tutela e la valorizzazione delle areenaturali possono essere avviate concrete iniziativea salvaguardia della natura, in modo da razionaliz-zare la gestione del territorio e delle sue risorse.Il mantenimento delle identità dei diversi ecosiste-mi, la conservazione degli habitat e la protezionedelle specie vegetali e animali concorrono a realiz-zare gli obiettivi che l’umanità si è posta per ilfuturo prossimo.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 413
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Aree naturali protette DPSIR R
UNITÀ DI MISURA Ettari FONTE Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Convenzione di Ramsar/1971; Dir 79/409/CEE; Dir 92/43/CEE;Dec 2004/4031/C; DPR 488/76; L 157/92; DPR 357/97; DLgs 152/99; DLgs 258/00; DM 17/10/07; DM 30/03/09; DM 10/06/09; LR 7/04; LR 6/05; DGR 167/06; DGR 1191/07; DGR 1224/08; DGR 667/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Rappresentazione grafica delle aree protette, calcolo della superficiedei corpi idrici “acque di transizione” ricadenti nelle aree protette
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Grafici e tabelle
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 3D.22: I corpi idrici “acque di transizione” e la distribuzione delle Aree protette nel trattodi costa compreso tra la Sacca di Goro e Piallassa Piomboni (2012)
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SIC ZPS Ramsar
Sacca di Goro 3.707 3.707 3.707 1.681Valle Cantone 555 555 555 555Valle Nuova 1.406 1.406 1.406 1.406Lago delle Nazioni 97 97 97 97Valli di Comacchio e Saline di Comacchio 11.768 11.768 11.768 11.768Piallassa Baiona 1.180 1.180 1.180 1.180Piallassa Piomboni 304 189 189 0
Superficie (ettari)
Corpo idrico
Tabella 3D.18: La superficie dei corpi idrici “acque di transizione” ricadente nelle Aree protette(2012)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
Sito SIC ZPS Ramsar
Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona, Foce del Po di Volano 4.872 4.872 1.681
Complesso Valle Bertuzzi, Valle Porticino-Canneviè, Lago Nazioni 2.691 2.691 3.146
Valli di Comacchio 16.781 16.781 14.004
Piallasse Baiona, Risega e Pontazzo 1.596 1.596 1.621
Piallasse dei Piomboni, Pineta di Punta Marina 465 465
Superficie (ettari)
Tabella 3D.19: La superficie delle Aree protette nel tratto di costa compreso tra la Sacca di Goro ePiallassa Piomboni (2012)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
Nella figura 3D.22 si riportano le aree naturali pro-tette presenti sul tratto costiero compreso tra laSacca di Goro e Piallassa Piomboni. Osservando lafigura si nota come spesso le diverse tipologie di Areenaturali protette si sovrappongono e ricomprendonointeramente i corpi idrici “acque di transizione”.Nella tabella 3D.18 si riporta la superficie in ettaridei corpi idrici “acque di transizione” ricadente nelleAree naturali protette. Notare che quasi tutti i corpiidrici considerati sono all’interno delle aree protette
definite SIC, ZPS e Ramsar, a eccezione della Saccadi Goro, ove circa 1.681 ettari su 3.707 sono consi-derati zone umide di importanza internazionale,come previsto dalla Convenzione Ramsar, e dellaPiallassa Piomboni, che non è all’interno delle zoneRamsar, ma dove circa 189 ettari su 304 sono deno-minati SIC-ZPS. Nella Tabella 3D.19, si riportano lesuperfici delle Aree naturali protette nel tratto dicosta compreso tra la Sacca di Goro e PiallassaPiomboni.
Commento
Riferimenti
� Autori
Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Erika MANFREDINI (2), Silvia BIGNAMI (2), SaverioGIAQUINTA (3)Hanno collaborato:Mirko PANTERA (3), Laura BILLI (3), Ivan SCARONI (3), Amleto FIORENTINI (4)
(1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA FE, (3) ARPA RA, (4) AUSL RA
� Bibliografia
1. Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (2000), Elementi di identificazione delle acque ditransizione
2. Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT), giugno 2005, Zone umide inItalia-Elementi di conoscenza
3. Azienda USL di Ravenna – Dipartimento dei Servizi di Prevenzione (1992), Studio e valutazione sul-l’assetto ambientale della Piallassa Piombone
4. Azienda USL di Ravenna – Dipartimento dei Servizi di Prevenzione (1994), Analisi dello statoambientale e sanitario nelle valli ravennati: La Piallassa Baiona
5. Comune di Ravenna – Agenda 21 Locale di Ravenna (2004), Rapporto sullo stato dell’ambiente6. Consorzio del Parco regionale del Delta del Po Emilia-Romagna, Ente Parco regionale Veneto del
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i servizi Tecnici (APAT) (2005), Metodologie per il rilevamento e la classificazione dello stato diqualità ecologico e chimico delle acque, con particolare riferimento all’applicazione del decretolegislativo 152/99
9. Provincia di Ferrara (1991, 1994), Sacca di Goro: studio integrato sull’ecologia10. Provincia di Ferrara – Servizio Risorse Idriche e Tutela Ambientale (2003), Attività di monitorag-
gio ambientale della sacca di Goro11. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile (2001),
Progetto Wetlands-Gestione integrata di zone umide12. Regione Emilia-Romagna, Bollettino Ufficiale, 15 febbraio 2005, Deliberazione del consiglio regio-
nale 20 gennaio 2005, n.645 Approvazione delle linee guida per la gestione integrata delle zonecostiere (GIZC)
13. Università di Bologna in Ravenna-Scienze Ambientali, Comune di Ravenna (2003), La Piallassadella Baiona
� Sitografia
1. www.arpa.emr.it/pubblicazioni/acqua2. www.isprambiente.gov.it/site/it-IT-/Temi/Acqua/Risorse-idriche/Acque-di-transizione/3. www.regione.emilia-romagna.it/natura20004. www.parcodeltadelpo.it
Foto di pag. 337 gentilmente concessa dall’“Archivio fotografico Parco Delta del Po Emilia-Romagna”
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