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Anno VIII - Numero 9-10 15-31 Maggio 2007 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it E-MAIL: [email protected] in primo piano cronaca Il Gran Maestro Raffi: “Woodcock non avrà le liste” Trapani: “Nessune collusione con la mafia” Gela: il Gran Maestro Aggiunto Bianchi sfida il sindaco Crocetta Servizio Biblioteca Ricordo di Ivan Mosca Serata sull’Alchimia Celebrazioni per Garibaldi Manifestazioni COSENZA / I Massoni ricordano i fratelli scomparsi NAPOLI / Convegno della Loggia “Aletheia” SAVONA / Convegno su “Libero pensiero ed evoluzione Umana MESTRE / Meluzzi discute di famiglia al Round Table TARANTO / Conferenza sulla laicità della Loggia “Giuseppe Mazzini” FIRENZE / Convegno del Collegio toscano su “Cultura e sviluppo” LECCE-TARANTO / Le Logge “Libertini” e “Pitagora” presentano l’opera di Marcello Fagiolo CAGLIARI / Grande folla alla rassegna “Monumenti Aperti” PALERMO / Celebrazioni delle logge “Centrale”, “Sicilia Libera” e “Cosmos” attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione rassegna stampa storia e cultura attualità anniversari 18 22 39 2 7 Il Gran Maestro Ettore Ferrari commemora Garibaldi sul Gianicolo (1907) sommario 8

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Page 1: Anno VIII - Numero 9-10 15-31 Maggio2007 · Anno VIII - Numero 9-10 15-31 Maggio2007 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06

Anno VIII - Numero 9-1015-31 Maggio 2007

DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

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in primo pianocronaca Il Gran Maestro Raffi:“Woodcock non avrà le liste”Trapani: “Nessune collusionecon la mafia”Gela: il Gran Maestro AggiuntoBianchi sfida il sindaco Crocetta

Servizio BibliotecaRicordo di Ivan MoscaSerata sull’AlchimiaCelebrazioni per Garibaldi

Manifestazioni COSENZA / I Massoniricordano i fratelli scomparsiNAPOLI / Convegno dellaLoggia “Aletheia”SAVONA / Convegno su “Libero pensiero edevoluzione UmanaMESTRE / Meluzzi discute difamiglia al Round TableTARANTO / Conferenza sullalaicità della Loggia “Giuseppe Mazzini”

FIRENZE / Convegno delCollegio toscano su “Cultura e sviluppo”

LECCE-TARANTO / Le Logge“Libertini” e “Pitagora”presentano l’opera diMarcello Fagiolo

CAGLIARI / Grande folla allarassegna “Monumenti Aperti”

PALERMO / Celebrazioni dellelogge “Centrale”, “SiciliaLibera” e “Cosmos”

attività Grande Oriente d’ItaliaNotizie dalla Comunione

rassegna stampa storia e culturaattualità

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Il Gran Maestro Ettore Ferraricommemora Garibaldi sul Gianicolo (1907)

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E’ la mattina di sabato 19 maggio e i giornali cosariportano? Che John Henry Woodcock, l’arcino-to pm di Potenza, ha “finalmente” formulato la

domanda ufficiale: dopo mesi e mesi di ventilate richiestee di riferimenti alla Massoneria nelle sue indagini, ha de-ciso che è giunta l’ora di avere gli elenchi di tutti i mas-soni e lo ha notificato a 103 prefetture italiane.Non si sa ancora con precisione quali siano i fatti su cui ruo-ta la sua indagine, o meglio, indagini, visto che sono più diuno i filoni di ricerca sulla presunta esistenza di un grandecomitato d’affari che, partendo da Potenza, arriverebbe fi-no al Vaticano, secondo le dichiarazioni di un certo Massi-mo Pizza che, tra le tante cose, avrebbe parlato al pm dimassoneria e anche di “massoneria vaticana”.Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha subito replicato alla no-tizia. Raggiunto prima dall’Adnkronos e poi da Repubbli-ca e La Stampa, ha dimostrato sicurezza sull’assurdità del-la richiesta invitando a non creare una ‘massonopoli’. “Siparli con le persone – ha detto – le si interroghi comepersone informate sui fatti, ma cerchiamo di non giocare

TORINO - Grembiuli rossi e bianchi,guanti bianchi che si sfilano. Il tradizio-nale rito che precede la relazione delGran Maestro è appena terminato eHenry John Woodcock torna ad esserel’uomo più evocato fra i cinquecento ma-

schi partecipanti al raduno annuale delle68 logge massoniche di Piemonte e Val-le d’Aosta, ieri di casa al Lingotto di To-rino. Ma il diritto ufficiale di replica spet-ta a Gustavo Raffi, avvocato romagnoloe Gran Maestro del Grande Oriente d’Ita-

lia di Palazzo Giustiniani. Un ricco colla-re verde e all’occhiello della giacca laspilletta con l’effigie di Giuseppe Mazzi-ni: “Se Woodcock mi dice alcuni nomi emi chiede se sono iscritti da noi nessunproblema. Se però pretende l’elenco dei

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Ieri raduno annuale in Piemonte. La replica del Gran Maestro del Grande Oriented’Italia di palazzo Giustiniani

“Woodcock non avrà le liste” No della massoneria al pm di Potenza: “C’è la legge sulla privacy”

IL CASO / Il pm Woodcock chiede alle prefetture gli elenchi dei massoni

Il Garante per la Privacy: “non si combatte una zanzara con labomba atomica”Per Paissan “le liste della Massoneria non sono segrete, ma nonsono nemmeno a disposizione del primo che passa. Dev’esserciuna finalità determinata e una proporzionalità”E Il Gran Maestro Raffi: “Se Woodcoock parla di massoneria deviatanon ha che fare con noi. Le nostre logge sono alla luce del sole”

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nostri 18 mila e 500 iscritti allora sono dialtro parere. Se ha domande da fare lefaccia nella forma dovuta. Sono un citta-dino di serie A e in Italia esiste la leggesulla privacy. Venga con un provvedi-mento o mi faccia domande come perso-na informata dei fatti”. Un invito a prendere un caffè insieme.La relazione annuale aperta al pubblicocomincia così, con un messaggio fra l’i-ronico e il cordiale: “Sono venuti la Le-vi Montalcini, il fratello di Prodi, il pre-mio Nobel Rigoberta Menchù. Potrà ve-nire anche lui, immagino. Nel ‘93 vennela Digos e andai a Bologna, tranquillis-simo”. Strano, prosegue il Gran Mae-

stro, che Woodcock abbia dichiaratoche chiederà l’elenco alle prefetture:“Quella legge che imponeva di deposi-tare gli elenchi è stata abrogata dallalegge sulla P2 e a meno che qualchefratello non abbia deciso di consegnar-la spontaneamente non è lì che devechiedere”. E guai a parlare di massone-ria “deviata”: “Quella che noi rappre-sentiamo è una massoneria che si èaperta alla società, altamente traspa-rente. Siamo in vetrina e dunque se siparla di massoneria “coperta” non sia-mo noi. Questo non vuol dire che nonci possano essere dei mariuoli, ma sipossono trovare in ogni famiglia e se ci

dicono chi sono da noi escono imme-diatamente. E con regole anche più se-vere”. Una lobby? Un termine che fasorridere l’avvocato: “Se lobby vuol di-re battersi per la scuola pubblica tute-lando la dignità di una categoria sotto-valutata come quella degli insegnanti,se vuol dire difendere la laicità, insiste-re sul ruolo fondamentale della ricercascientifica allora sì, ma non credo che siintenda questo. Iscriversi alla massone-ria oggi - e i numeri sono in crescita -significa trovare uno spazio adogmati-co, dove gli uomini si confrontano ri-cercando valori condivisi“.

(Sara Strippoli)

20 maggio 2007sulla pelle delle persone”. Ricordandopoi che c’è già stata una precedente in-chiesta finita con un’archiviazione, haosservato che, in ogni caso, “nel nostroPaese se ci sono delle responsabilità pe-nali sono personali. E dico di più, pernoi è sufficiente che un fratello sia rag-giunto da un’informazione di garanziaper qualunque cosa che lo sospendiamoper ragioni di opportunità”.‘’Quello che voglio ribadire – ha ag-giunto – è che siamo alla luce del sole,siamo sull’elenco telefonico e le nostresedi hanno le targhette fuori. Non c’ènulla di nascosto. Purtroppo per igno-ranza la nostra associazione viene af-fiancata alla P2 che, io dico sempre, staalla Massoneria come le Br stavano alPartito Comunista. Nulla a che vedere econdanna senza appello’’.Sull’iniziativa di WoodcocK è intervenu-to anche Mauro Paissan dell’Ufficio delGarante per la privacy le cui dichiara-zioni rilasciate al Giornale Radio Rai so-no state quasi integralmente pubblicatedal Corriere della Sera. “Le liste dellaMassoneria non sono a disposizione delprimo che passa”, ha detto, specifican-do che non è certo il caso della Magi-stratura. Per Paissan, tuttavia, “deve es-serci una finalità determinata e una pro-porzionalità: non è che si combatte unazanzara con la bomba atomica”.

Gustavo Raffi, Gran Maestro di Palazzo Giustiniani,risponde all’inchiesta di Woodcock

“Non ci sarà una massonopoli”“Vuole sapere chi siamo? Venga a prendereun caffè da noi”Il nuovo obiettivo del pm più famoso d’Italia è la massoneria. Ma i massoni non ci stan-no ad apparire come loschi faccendieri. ieri, all’iniziativa di Henry John Woodcock, cheda Potenza ha chiesto a tutti i prefetti d’Italia l’elenco degli iscritti alle logge, hannoreplicato con durezza. “Non esiste una massonopoli”, dice Gustavo Raffi, Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, la più importante organizzazio-ne massonica del paese. “La massoneria che noi rappresentiamo è quella che si è aper-ta alla società, altamente trasparente - insiste - E quando si mette in vetrina non pos-sono esserci personaggi strani, quindi se lui parla di massoneria deviata o coperta nonci riguarda, non ha nulla a che fare con noi. C’è una cosa che mi viene spontanea dadire a Woodcock ed è: venga a prendere un caffè da noi. Abbiamo avuto tanti ospitiillustri, quindi venga anche lui in amicizia a chiederci quello che gli interessa”.LL’’iinncchhiieessttaaII primo passo è del maggio 2006 quando il pm di Potenza individuò una pista nel cor-so dell’inchiesta “Somaliagate” che portò in carcere alcune persone per truffe ai dan-ni di aziende. Al centro di quell’inchiesta c’era il faccendiere Massima Pizza, dal cui in-terrogatorio emersero varie ipotesi. Una riguardava l’esistenza di una loggia massoni-ca, centro di potere in Basilicata, che si sarebbe finanziata con operazioni legate al pe-trolio, all’acqua e ai rifiuti e che avrebbe diramazioni in tutta Italia. Nell’interrogatorioPizza faceva riferimento al coinvolgimento di alti prelati. Quella pista si era inabissataperchè nel frattempo Woodcock si era dedicato a Savoiagate e Vallettopoli. che sononate una dopo l’altra proprio da agganci di persone o di circostanze: il nome di Vit-torio Emanuele di Savoia spunta infatti proprio nell’inchiesta sulla Somalia dall’inter-rogatorio di Pizza mentre la “Vallettopoli” nasce da un filone d’indagine dell’inchiesta-Savoia. (A.MAS)

Le dichiarazioni del GranMaestro Raffi sono statepubblicate anche dalGiornale del Piemonte edal Corriere dell’Umbria

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TRAPANI / Operazione “Black out”: si parla di intrecci tra mafia e Massoneria

Gran Maestro Raffi: “Non esaustivoil riferimento a massoneria deviata: lascia spazio a dubbi”“Ritengo non esaustivo il mero riferimen-to a ‘massoneria deviata’, che lascia spa-zi a dubbi ai non addetti ai lavori, chenon sanno distinguere ‘il grano dal lo-glio’. Il Grande Oriente d’Italia di PalazzoGiustiniani ha condannato e condanna,inesorabilmente e senza appello, le asso-ciazioni criminali di stampo mafioso eogni forma delinquenziale, ogni collusio-ne tra mala politica e malaffare di qual-siasi natura, nonché quanti colludano concostoro per incidere sulla vita pubblica eper inquinare le attività economiche”.“Condanna altresì – ha aggiunto il GranMaestro – ogni forma associativa che,utilizzando e abusando della denomina-zione ‘Massoneria’, persegua fini contra-ri a quelli professati dalla Libera Murato-ria. Di conseguenza il Grande Oriente d’I-talia, quale ente esponenziale, a difesadei veri e autentici Liberi Muratori, si co-stituirà parte civile in pregiudizio diquanti verranno inquisiti per i fatti de-nunciati dalla stampa”.“In materia di legalità e di osservanza deivalori di democrazia, libertà e di dignità– ha concluso – non ci possono esseretransazioni e non possono essere con-sentiti comportamenti omissivi”.

La replica del Gran Maestro Gustavo Raffi alla richiesta del pm Woodcockdi avere gli elenchi della Massoneria precede di pochi giorni quella relativaall’indagine “Black out”, condotta nel trapanese, in cui sarebbero emersiintrecci masso-mafiosi (sic!). Nove gli arresti, che hanno portato in carcereimprenditori, commercianti, impiegati, persone, secondo gli inquirenti,insospettabili che avrebbero controllato gli appalti pubblici per conto dellamafia e all’ombra della Massoneria. Per il procuratore aggiunto della Ddadi Palermo Roberto Scarpinato “alcuni degli arrestati avevano rapporti conpersonaggi della loggia massonica segreta ‘Iside 2’, scoperta negli anniOttanta all’interno del centro Scontrino di Trapani”.I titoli di alcuni giornali del 10 maggio sono altisonanti (solo negli articoli siparla di ‘massoneria deviata’) e, sebbene la questione sia estranea al GrandeOriente d’Italia, il Gran Maestro è intervenuto immediatamente.

Alcuni titoli del 10 maggio

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L’intervento del Gran Maestro Raffi èstato ripreso dall’Espresso che ha rag-giunto anche il fratello trapanese Anto-nio Gualano, membro del GrandeOriente e storico della Massoneria, cheha espresso i sentimenti dei fratelli lo-cali.

(...) Tirata in ballo così pesantemente,la massoneria ufficiale non è stata aguardare. I circa 150 aderenti alle settelogge del Trapanese del Grande Orien-te d’Italia (Goi) sono in subbuglio ehanno chiesto al Gran Maestro GustavoRaffi d’intervenire pubblicamente. Cosache l’avvocato romagnolo ha fatto nelgiro di 24 ore dagli arresti, garantendoche nessuno degli indagati risultaiscritto al Goi. E che, anzi, la massone-ria di Palazzo Giustiniani si costituiràparte civile contro chiunque abusi oabbia abusato della denominazione‘Massoneria’. Per ora, le altre principa-li obbedienze sono rimaste in silenzio,ma presto tutte dovranno quantomenoprendere carta e penna. Perché il que-store di Trapani Giuseppe Gualtieri(che come capo della Mobile di Paler-mo ha messo a segno l’arresto di Pro-venzano), si accinge a chiedere allevarie massonerie ufficiali di aggiornaregli elenchi dei loro affiliati, fermi al2004. Un atto dovuto, in base alla leg-ge approvata dopo lo scandalo dellaP2 di Licio Gelli, ma che non mancheràdi sollevare polemiche. “Questa dellaconsegna degli elenchi è sempre unafaccenda vagamente persecutoria”, di-ce a ‘L’espresso’ Antonio Gualano, exGran Maestro della loggia Rinnova-mento di Trapani e autore di diversi li-bri sulla massoneria. Ma poi aggiunge:“Siamo preoccupati, certo, anche seprobabilmente paghiamo la nostra se-verità al momento delle ammissioniproprio con la nascita di queste loggespurie”. (...)

Inutile dire che l’immagine della Masso-neria in Sicilia non sia delle migliori,anche se si tratta di strumentalizzazio-ni, e il Grande Oriente è costretto, dicontinuo, ad intervenire per rimettereordine. Nel servizio dell’Espresso siparla infatti di un altro caso, quello delsindaco di Gela che, in piena campagnaelettorale, ha tirato in ballo la Masso-neria. Le risposte, come scrive lo stes-so giornale, non sono mancate.

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Roma, 24 aprile 2007. “Apprendo conprofondo stupore e meraviglia le di-chiarazioni del Sindaco di Gela, Rosa-rio Crocetta, riportate dal quotidianoLa Sicilia di domenica 22 aprile, che,del tutto arbitrariamente, pone sullostesso piano “mafiosi e massoni” invi-tando anche i massoni a “vergognarsiin quanto vorrebbero che a Gela tuttotorni come prima”. Il Sindaco, poi, ol-tre a chiedere il sostegno contro la ma-fia lo chiede anche “contro la Masso-neria per portare avanti Gela”. Stigma-tizzo la violenza verbale elettoralisticae le gratuite offese, e condanno viva-mente che tali dichiarazioni siano volu-tamente generiche e che omettanoscientemente nomi, circostanze e ogniriferimento a determinate istituzionimassoniche - senza neppure utilizzarel’escamotage della distinzione tra laMassoneria ufficiale e regolare edeventuali fenomeni deviati e devianti –al chiaro fine di aggirare responsabilitàcivili e penali”.Lo ha detto Massimo Bianchi, GranMaestro Aggiunto del Grande Oriented’Italia di Palazzo Giustiniani, la piùimportante Istituzione massonica esi-stente in Italia sin dal 1805, replicandoalle dichiarazioni del Sindaco Crocetta.“Lo diffido a fare chiarezza in un pub-blico confronto che potrà avvenire nel-l’Aula consiliare del Municipio, nellapubblica piazza o nella nostra sede. Ri-

badisco - ha concluso Bianchi - che ilGrande Oriente d’Italia di Palazzo Giu-stiniani è una comunione di spiriti libe-ri e critici che vivono la loro militanzain una Istituzione che unisce uominiper i quali il rispetto delle Leggi delloStato costituisce un imperativo catego-rico, ha nel suo Dna la cultura dellatrasparenza e della legalità e respingequindi con vibrato sdegno qualsiasi in-sinuazione di collusione con fenomenimalavitosi e deviati e devianti”.

Roma, 27 aprile 2007. “Il lupo perde il pe-lo ma non il vizio: non contento dell’ag-gressione verbale di cui ci ha fatto ogget-to qualche giorno fa, il Sindaco di Gela,Rosario Crocetta, con nuove estemporaneee bizzarre dichiarazioni persevera con legratuite offese nei confronti della Masso-neria, ponendo addirittura delle ‘condizio-ni’ per un confronto pubblico, civile e tra-sparente: un bell’esempio di democraziache verrà certamente ricordato sui libri diStoria. E le sue ‘condizioni’ sono nientemeno che l’avere a disposizione l’elencodei nomi degli iscritti alla Massoneria.Quello del Grande Oriente d’Italia di Palaz-zo Giustiniani è a sua disposizione, a pat-to, ovviamente – e qui rispondo con unaprovocazione alla sua provocazione - cheegli mi fornisca quello degli iscritti gelesi aipartiti che sostengono la sua candidatura,con buona pace della legge sulla privacy edi quella sulla libertà di associazione”.Lo ha detto Massimo Bianchi, Gran Mae-stro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia diPalazzo Giustiniani, la più importante Isti-tuzione massonica esistente in Italia sin dal1805, replicando alle dichiarazioni del Sin-daco Crocetta.“Ben triste destino attende Gela se un suocandidato sindaco deve usare questi me-schini mezzucci per rifiutare un confrontodialettico. Abbia, Crocetta, il pudore e ilcoraggio di negarsi esplicitamente. Atto le-gittimo quello di non voler dialogare. Attograve e inaccettabile se prima si offende esi aggredisce l’interlocutore come egli hafatto con noi. Vada egli su Internet, visiti ilnostro sito, osservi bene le indicazioni sututte le Logge, e sulla loro diffusione sulterritorio. In termini di trasparenza, noinon diamo lezioni a nessuno, ma nessunopuò darle a noi”.

Gela: Massoneria, Gran MaestroAggiunto Bianchi replicaduramente a Sindaco Crocettae lo sfida a pubblico confronto

Gela:Massoneria,

Gran MaestroAggiunto Bianchi

su SindacoCrocetta “il lupoperde il pelo ma

non il vizio”

24 maggio 2007

Il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi

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ROMA / Anticipazioni

Serata sull’alchimiaIl “paradiso” a cui il sapere alchemico dà accesso è la capa-cità di trasformare la realtà per portarla alla perfezione che,per la materia e i metalli, in particolare, si identifica con ilprocesso di aurificazione, mentre per l’essere umano coinci-de con la perfetta salute e la longevità. Un’opera, pubblicata a novembre dello scorso anno da Mon-dadori, ci introduce in questo sapere affascinante e misterio-so: parliamo di “Alchimia. I testi della tradizione occidenta-le”, un’antologia curata da Michela Pereira, professore Ordi-nario di Storia della filosofia medievale presso l’Università diSiena, che sarà presentata, a cura del Servizio Biblioteca,nella sede nazionale del Grande Oriente d’Italia di Villa ‘Il Va-scello’ (via di San Pancrazio) il 23 giugno, a partire dalle19,30.Nel corso dell’incontro, la curatrice illustrerà il suo lavoro diricerca di testi, da lei stessa tradotti e presentati nel volume,che vanno dalle prime testimonianze del periodo greco-ro-mano e bizantino fino al Seicento e che sono stati suddivisiin tre grandi epoche, a loro volta strutturate in capitoli tema-tici che guidano il lettore in un percorso lungo i secoli e leculture. La ricca introduzione, sempre a firma di Pereira, met-te poi in luce come l’alchimia, correttamente intesa, sia, nel-la ricchezza dei suoi linguaggi e del suo simbolismo, la “ma-

dre” di molti discorsi filosofici e comesi confronti con le diverse interpreta-zioni moderne, soprattutto di naturapsicoanalitica e antropologica.Interverranno alla presentazione l’i-conologo Mino Gabriele dell’Uni-versità di Udine, l’italianista Alfre-do Perifano dell’Università di Be-sançon (Franche-Comté), e ilGran Maestro Gustavo Raffi.Ingresso libero.

IInnffoo: 06 5883214 [email protected]

GLI INCONTRI A VILLA ‘IL VASCELLO’I

La cronaca è anche in video nel sito del Grande Oriente d’Italia www.grandeoriente.it

Il 25 novembre di due anni fa moriva IvanMosca. Novantenne, aveva dedicato granparte della sua vita alla Massoneria. Conl’incontro intitolato “Ricordo di Ivan Mo-sca”, realizzato il pomeriggio del 20 mag-gio a Villa ‘Il Vascello’, il Collegio circo-scrizionale dei maestri venerabili del La-zio, in collaborazione con il Servizio Bi-blioteca del Grande Oriente d’Italia e laLoggia “Monte Sion-Har Tzion” (705) diRoma, fondata da Ivan Mosca nel 1969,ha voluto richiamare alla memoria e va-lorizzare l’opera di uno dei personaggipiù rappresentativi del Grande Oriente nelsecondo dopoguerra.Entrato in Massoneria nel 1947, Ivan Mo-sca privilegiò sempre lo studio della tra-dizione iniziatica, nei suoi simboli e neisuoi riti, e si dedicò all’istruzione mura-toria in tutta Italia, con una serie di “se-minari”, ormai parte della storia della no-

stra Istituzione, che sintetizzò magistral-mente nei “Quaderni di Simbologia Mu-ratoria” editi dal Grande Oriente fra il1977 e il 1981.Primo Gran Maestro Aggiunto dal no-vembre 1978 al marzo 1982, fu successi-vamente nominato Gran Maestro Onora-rio. Nel Rito Scozzese Antico e Accetta-to fu membro effettivo a vita del Supre-mo Consiglio e Ispettore Regionale delLazio per un lungo periodo.Ivan Mosca nacque a Parma, ma visse aMilano e poi a Roma, con numerosi sog-giorni a Madrid, Parigi, Barcellona, NewYork e Tel Aviv. Fu un “nobile viaggiato-re” d’altri tempi che si considerava un“pellegrino” sempre attratto dai santua-ri della sua arte, la pittura, che lo resefamoso in tutto il mondo, e dalla ricercainiziatica che lo appassionò per oltre 70anni.

Al Vascello hanno ricordato la sua figura:il Gran Segretario Giuseppe Abramo, Bru-no Battisti D’Amario, Massimo Cioni, Ber-nardino Fioravanti, Francesco Indraccoloe la figlia Wilma Mosca. Le conclusioni so-no state del Gran Maestro Gustavo Raffi. Rimandiamo al prossimo numero di Era-smo Notizie per la cronaca completa del-la manifestazione.

Roma

Ricordo di Ivan Mosca

Ivan Mosca

Michela Pereira

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Celebrazioni per il Gran MaestroGaribaldiIl 3 luglio 1907 il Grande Oriente d’Italia celebrava il primocentenario della nascita del Gran Maestro Giuseppe Garibaldicon una grande commemorazione al Teatro Adriano di Roma.Oratore ufficiale fu Ernesto Nathan, da poco eletto sindaco diRoma dopo essere stato anch’egli Gran Maestro. CCeennttoo aannnnii ddooppoo,, nneelllloo sstteessssoo ggiioorrnnoo,, iill GGrraannddee OOrriieennttee dd’’IIttaa--lliiaa ttoorrnnaa aa rriiccoorrddaarree GGiiuusseeppppee GGaarriibbaallddii ccoonn uunn eevveennttoo ppuubb--bblliiccoo nneell ppaarrccoo ddii VViillllaa ‘‘IIll VVaasscceelllloo’’ ((vviiaa ddii SSaann PPaannccrraazziioo 88)),,sseeddee nnaazziioonnaallee ddeellllaa MMaassssoonneerriiaa iittaalliiaannaa,, aa ppaarrttiirree ddaallllee oorree1199,,3300..

Interverranno i più importanti studiosi delRisorgimento e saranno proiettatibrani di film rarisu Garibaldi ele sue im-prese eroi-che. Nonmancherà laparte musica-le con l’esecuzio-ne di canti patriot-tici e garibaldini.La commemora-zione ufficiale saràtenuta dal Gran Mae-stro Gustavo Raffi.

Nonostante le condizioni atmosferichepromettessero tutt’altro che bene, nelgiorno della commemorazione dei defuntiLiberi Muratori, un centinaio di “fratelli” siè adunato nel sacrario di Attilio ed EmilioBandiera, presso il Vallone di Rovito.Il 10 marzo è la data scelta dalla Masso-neria ufficiale italiana per ricordare i “fra-telli passati all’Oriente Eterno”. Ed è ilgiorno in cui cessò di vivere GiuseppeMazzini (a Pisa nel 1872). La celebrazionecosentina dei “fratelli defunti” si volge da

sempre dinanzi al sacrario dei due eroi ri-sorgimentali. Il Gran Maestro Onorariodel Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giu-stiniani, Ernesto D’Ippolito, ieri ha breve-mente ricordato le date dei due eroi giun-ti in Calabria da Corfù.Il 16 giugno 1844 i fratelli Bandiera sbarca-no alla foce del fiume Neto, vicino Croto-ne e apprendono che la rivolta del 15 mar-zo 1844 è repressa nel sangue e che almomento non è in corso alcuna ribellioneall’autorità del re di Borbone. Cionono-

stante i due fratelli conti-nuano l’impresa e partonoper la Sila. Qui s’imbattonoin un’imboscata, vengonocatturati e portati a Cosen-za. Il 25 luglio vengono fu-cilati nel Vallone di Rovito.Un’aneddotica vuole che idue, rinchiusi in cella, rice-vano la visita di un prete:il sacerdote De Rose. Ilquale è dapprima respinto.Sbottona allora il suo abi-to talare e mostra ai con-dannati a morte la fasciache indossa e che rivelaI labari delle logge cosentine

COSENZA

I massoni ricordano i fratelli scomparsiLe logge cosentine al sacrario dei martiri Bandiera

Nel corso della cerimonia è stata de-posta una corona d’alloro al suonodel “Silenzio” eseguito dalla BandaMusicale di Dipignano diretta dal M°Francesco Aiello. Insieme a tutti imaestri venerabili delle logge di Co-senza, presenti con i loro labari, han-no partecipato le rappresentanze deidue Capitoli delle Stelle d’Oriente.“Da gran tempo i Liberi Muratori delGoi – ha detto il Gran Maestro Ono-rario Ernesto D’Ippolito in un passodel suo discorso – usano solennizza-re il giorno dei defunti il 10 marzo, ladata, nella quale è scomparso il gran-de Iniziato Giuseppe Mazzini. E’ que-sto il primo, e il più importante, sim-bolo”. “Ricordare Mazzini – ha aggiunto –significa ricordarne l’insegnamentoetico-politico, sintetizzato nella invo-cazione: “Io aspiro a un solo diritto:il diritto di fare il mio dovere!”.Alla fine di tutti gli interventi è statoeseguito l’Inno Nazionale.La giornata è proseguita con la visitaal Cimitero di Colle Mussano di Co-

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non solo la sua appartenenza al Grande Oriente d’Italia ben-sì il suo grado iniziatico. Si trattava di un Fratello Libero Mu-ratore giunto al suo 33° grado del Rito Scozzese Antico e Ac-cettato. Alla cerimonia del 10 marzo erano presenti le loggedel Goi di Cosenza nonché i rappresentanti delle istituzioni.Per quest’ultime, c’erano Stefania Covello assessore provin-ciale alla Cultura, Salvatore Perugini sindaco di Cosenza,Giancarlo Morrone assessore cosentino alla Cultura. La ma-nifestazione è stata organizzata dal presidente del Collegiodei Maestri Venerabili di Cosenza, Pino Felicetti, coadiuvatodal Maestro Santino Amendola.Il piccolo Tricolore esposto sotto la lapide è l’originaleproprietà dei fratelli Bandiera, prelevato dal MaestroAmendola presso l’economato del Comune di Cosenza chelo conserva. Alla fine, tappa al cimitero per visitare le tom-be dei massoni defunti. (Luigi Guido, “Calabria Ora” dell’11marzo 2007)

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E’ stato un invito alla comunicazione e al-la trasparenza il convegno pubblico su“Massoneria e società italiana” che si ètenuto a Napoli il 24 marzo nella casamassonica “Circolo Darwin” del CollegioCircoscrizionale della Campania e Luca-nia. Ad organizzarlo è stata la Loggia na-poletana “Aletheia” (1156) con l’intento diportare all’esterno l’immagine della Mas-soneria e di mettere in risalto il ruolo cheessa occupa nel tessuto sociale italiano. Prima dell’inizio dei lavori, è stato lostesso Maestro Venerabile dell’OfficinaRaffaele Fiume a dare il benvenuto ai re-latori e alle persone del pubblico, tra lequali si è notata la presenza dell’onore-vole Emilio Novi. Sono seguiti il salutodel presidente del Collegio circoscrizio-nale Geppino Troise e quello del GranMaestro Aggiunto Massimo Bianchi, a no-me suo e del Gran Maestro Gustavo Raf-fi e della Giunta del Grande Oriente. Moderati da Livio De Luca, presidente delConsiglio dei maestri venerabili di Napoli,sono intervenuti il senatore Paolo Amato,il sociologo Luigi Caramiello dell’Univer-sità di Napoli “Federico II”, il medico or-topedico Luciano Sembiante, il presidentedel Collegio circoscrizionale di Piemonte eValle d’Aosta, Piero Lojacono, e il promo-tore del convegno Raffaele Fiume, docen-te di Economia Aziendale presso l’Univer-sità di Napoli “Parthenope”. Assente giu-stificato il senatore Antonio Polito.Gli argomenti esposti hanno messo inevidenza la stretta connessione tra la

Massoneria e il vivere quotidiano. PaoloAmato con il tema “I valori della Masso-neria nella politica italiana”, ha sottoli-neato come la Massoneria e la politicaabbiano un sottile filo di collegamento.Secondo Amato, la nostra Costituzione siispira alla libertà, alla tolleranza, alla fra-tellanza, ma sovente questi valori vengo-no disattesi per cui le Istituzioni hannobisogno di un rinnovo culturale che solol’apporto della Massoneria può ridefinirecon i suoi antichi e nuovi valori. A tal fi-ne, due sono le battaglie da condurre:quella per la difesa dei principi e del ri-spetto dei diritti-doveri di ognuno; la se-conda è quella culturale. “Conflitto e cooperazione: il dialogo mas-sonico nello scenario sociale” è stato il ti-tolo della relazione di Luigi Caramielloche ha spiegato come la competizione, lasfida e la selezione sono le componentiprincipali per una adeguata cooperazionein una società moderna. La democrazia èun classico esempio di cooperazione, haprecisato, ed è un’evoluzione del mododi gestire un conflitto politico: è un regi-me, insomma, in cui si riesce a sostituireun leader senza spargimento di sangue.La cooperazione è il continuo scambio diidee, è la volontà di aprire i propri oriz-zonti anche con il nemico per la ricercadella verità, di quella verità che poi siidentifica con la libertà. Ma la verità nonè vera in assoluto, ma in un tempo e inuno spazio limitati tali da consentire lacostruzione di una società civile con l’al-

ternanza politica. Il conflitto – ha dettoancora Caramiello – ha bisogno di rego-le per evitare di sfociare nel caos e, inparte, lo Stato liberale è il supporto ne-cessario ma non sufficiente. Occorreun’evoluzione culturale, senza pregiudizi,un confronto autentico e la Massoneria,per il sociologo, è quella parte “extra-po-litica” che riesce a fornire i necessari ele-menti di condivisione tra i conflitti. Di seguito ha preso la parola LucianoSembiante che con l’argomento “Masso-neria e Chiesa cattolica” ha messo in ri-salto l’antica ostilità della Chiesa verso laMassoneria; ne ha fatto una disamina sto-rica e ha sottolineato le condanne da par-te della Curia di Roma. Una timida aper-tura al dialogo si avvertì durante il papa-to di Paolo VI, che fu però interrotta daisuccessivi interventi e culminati nella di-chiarazione del 1983 da parte della Con-gregazione per la Dottrina della Fede gui-data all’epoca da Joseph Ratzinger. Il convegno si è quindi incentrato sul rap-porto con il mondo della cultura attra-verso l’intervento di Raffaele Fiume. Oggiuna delle linee seguite dalla Massoneria,ha evidenziato, è la proiezione verso l’e-sterno e il convegno in esame ne è stataun’autentica espressione. Perciò ha rite-nuto necessario spiegare ai presenti lanatura della Massoneria e i suoi scopiconfutando, punto per punto, quei luoghicomuni che ancora gravano sull’immaginedell’Istituzione. “La dimensione filantropica” è invece il te-

Il Gran Maestro Onorario D’Ippolito

NAPOLI / Convegno pubblico della Loggia “Aletheia”

La Massoneria nella società italiana

senza, dove il fratelloPino Guidi, decano del-la Comunione, ha resoomaggio ai fratelli mas-soni defunti con unemozionante interven-to.Per la perfetta realizza-zione dell’iniziativa èstata determinante l’o-pera del fratello Santi-no Amendola, Maestrodi casa, della Loggia“Bruzia-P. De Roberto1874” (269). (red)

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ma conclusivo affrontato daPiero Lojacono che haesposto alcune esperienzedirette della Massoneriapiemontese impegnata innumerose attività socialiverso gli emarginati e i bi-sognosi. “Tutto ciò che ab-biamo realizzato – ha det-to Lojacono – è una goccianel mare, ma il mare è fat-to di gocce”. Le conclusioni sono stateaffidate al Gran MaestroAggiunto Massimo Bianchiche, dopo un excursus sto-rico sulla Massoneria italia-na, ha incoraggiato i fratelli

a continuare a percorrere ilcammino che ha portato ilGrande Oriente d’Italia adavere oggi credibilità e ri-spetto dalle massime istitu-zioni, invitandoli ad impe-gnarsi, in modo sempre piùincisivo, nel sociale e a so-stegno della cultura, armiesclusive per una societàpiù civile e più giusta. “Esoprattutto – ha aggiunto –diamo uno sguardo ai gio-vani, perché loro sono il no-stro futuro e, senza una lo-ro crescita sana e motivata,non possiamo sperare diandare molto lontano”.

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Tema di grandissima attualità quello trat-tato il 10 marzo a Savona nel convegnopubblico organizzato dal Collegio “Ligu-ris” del rito simbolico italiano. “Liberopensiero ed evoluzione umana: un futurodi libertà e solidarietà” è infatti il titolodell’incontro realizzato presso la “salamostre” della Provincia savonese (che hadato il patrocinio all’iniziativa) alla pre-senza del Gran Maestro Aggiunto Giusep-pe Anania che ha rappresentato il GrandeOriente d’Italia su delega del Gran Mae-stro Gustavo Raffi. Il presidente del “Liguris” Tarciso Tallu hamoderato i lavori che si sono avvalsi deicontributi di due docenti dell’Università diSiena, lo psichiatra e psicoterapeuta Ales-sandro Meluzzi e l’antropologo VinicioSerino; del teologo Don Giampiero Bof edel saggista Giovanni Cecconi. Le conclu-sioni sono state affidate a Marco Novari-no, storico dell’Università di Torino. In apertura, dopo la presentazione del con-vegno da parte del presidente del rito sim-bolico italiano, Mario Gallorini, hanno por-tato saluti l’assessore alla cultura Ferdi-nando Molteni, in rappresentanza del sin-daco Federico Berruti, e il Gran MaestroAggiunto Anania che, dopo aver espresso

i saluti del GranMaestro, si ècomplimentatoper il tema in di-scussione argo-mentandolo am-piamente.Sono stati rice-vuti messaggidal Presidentedella Provincia edal Prefetto diSavona NicolettaFrediani e, per ilGrande Oriente,dal SecondoGran Sorveglian-te Sergio Longa-nizzi, dal GranMaestro Onora-rio Aldo Chiarle,dai presidenticircoscrizionaliArturo Pacinotti(Toscana), Carlo Mereu (Liguria) e PieroLojacono (Piemonte-Valle d’Aosta). Significativa la presenza del Gran Mae-stro Onorario Renzo Brunetti, vicepresi-dente nazionale dell’Associazione Mazzi-

niana, del giudice della Corte CentraleOttavio Gallego, del garante d’amiciziaMarziano Pagella. Numerosi i fratelli pro-venienti anche dal Piemonte e dalla To-scana.

Il tavolo di presidenza. Da sinistra: Luigi Caramiello, Massimo Bianchi, Livio DeLuca, Raffaele Fiume, Paolo Amato e Geppino Troise.

SAVONA / Il Gran Maestro Aggiunto Anania partecipa al convegno del Collegio“Liguris” del rito simbolico

Libero pensiero ed evoluzione umana

A destra il Gran Maestro Aggiunto Anania con il fratello Vinicio Serino

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S erata stimolante il 15marzo, nella sala delristorante “All’Amelia”,

dove il club service Round Table32 di Mestre ha organizzato unaconferenza del fratello Alessan-dro Meluzzi. Tema dell’incontro:la famiglia italiana e le mutazio-ni dei rapporti tra genitori e fi-gli negli ultimi anni. L’importanza e l’attualità del-l’argomento ha stimolato un di-battito appassionato che è statocondotto dall’avvocato RobertoLoffredo e dall’ingegner Cristia-no Perale, rispettivamente pastpresident e vice presidente delclub, in sostituzione del presi-dente Matteo Giacomazzi im-possibilitato a partecipare permotivi di salute.Alessandro Meluzzi, da grandedivulgatore, ma soprattutto conla competenza dello specialista(ricordiamo che è psichiatra e psicotera-peuta) ha coinvolto, sino a tarda ora, lecinquanta persone in sala.

L’incontro ha consentito inoltre la presen-tazione del suo ultimo libro “ErosAgape:un’unica forma d’amore”, edito da OCD.Il Grande Oriente d’Italia non è nuovo alla

partecipazione a serate organizza-te dal club service Round Table 32.Poco più di un anno fa il GranMaestro Gustavo Raffi ha tenutouna conferenza in occasione delbicentenario dell’Istituzione, men-tre il Gran Maestro Onorario Mor-ris Ghezzi, in un’altro incontro, haaffrontato il difficile tema degliaspetti etico-giuridico e scientificilegati alla fecondazione assistita.Il past-president Loffredo, in chiu-sura di serata, ha consegnato alsuo ospite un assegno del RoundTable 32 Mestre a favore dell’asso-ciazione “Agape Madre dell’acco-glienza onlus”, comunità di acco-glienza del disagio psichico ed esi-stenziale per minori e adulti fonda-ta e gestita da Alessandro Meluzzi.Un’altra iniziativa benefica delclub, in collaborazione con l’asso-ciazione “l’Acacia”, si è svolta il25 maggio a Rovigo, presso la sa-

la grande del museo dei fiumi, con il con-certo del pianista Igor Cognolato e delbaritono Christopher Norton-Welsh.

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FFIIRREENNZZEE - Si sono tenuti a febbraio, in diversi licei fiorenti-ni, una serie di incontri organizzati dal Forum degli studen-ti fiorentino alla quale sono stati invitati a partecipare espo-nenti del Collegio circoscrizionale toscano. Il liceo classicoDante, lo scientifico Castelnuovo e il Macchiavelli-Capponihanno ospitato dibattiti sui temi più attuali spaziando dallaMassoneria, ai più recenti Dico fino alle ultime problemati-che, evidenziate nel capoluogo toscano, in tema di droga.Tra gli ospiti Zeffiro Ciuffoletti, docente universitario fioren-tino, l’ex assessore alla cultura Simone Siliani e l’ex procu-ratore generale antimafia Pierluigi Vigna. Negli incontri si èdiscusso con gli studenti della storia dell’Istituzione masso-nica, della sua simbologia e delle vicende mediatiche og-getto di dibattito negli ultimi due decenni. Non sono man-cate le domande e le precisazioni del pubblico che si è ri-velato estremamente curioso e sensibile a temi di attualità edel passato recente del nostro Paese.

LLIIVVOORRNNOO – La casa massonica dei Domenicani ha ospitato il20 marzo la celebrazione del quinto anniversario di vita del-la Loggia “Giovanni Marradi (1179) di Rosignano Marittimo.Ai lavori, condotti dal Maestro Venerabile Vincenzo Pizzo,ha partecipato il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchiinsieme a fratelli di Livorno, Pisa e Sassari. I festeggiamenti

sono terminati con un’agape bianca nel corso della quale ifratelli presenti hanno ricevuto un bicchiere da degustazio-ne con il logo dell’Officina.

TTAARRAANNTTOO – “Carducci e Pascoli: il Maestro, l’Apprendista el’Arte dei Liberi Muratori” è il tema del convegno organiz-zato il pomeriggio del 19 maggio dalla Loggia tarantina “Pi-tagora” (856). L’incontro si è svolto nei locali della Provin-cia di Taranto. Dopo i saluti dell’assessore provinciale alla Cultura Giu-seppe Vinci e del presidente circoscrizionale della PugliaArturo Rossano, il Maestro Venerabile della “Pitagora”Maurizio Maggio ha presentato il convegno che ha regi-strato gli interventi degli storici Roberto Balzani dell’Uni-versità di Bologna, che ha parlato della presenza di Car-ducci al Senato nel periodo della gran maestranza Lemmie del governo Crispi, e Fulvio Conti dell’Università di Fi-renze che ha esaminato il rapporto tra Massoneria e so-cietà in Italia fra Otto e Novecento; “Una questione con-troversa: Pascoli e la Massoneria” è invece il titolo dellarelazione che è stata tenuta dal critico letterario MarinoBiondi, anch’egli dell’ateneo fiorentino. Ha chiuso i lavoriCarlo Petrone, Consigliere dell’Ordine nella Giunta delGrande Oriente d’Italia.

Alessandro Meluzzi con il past president Roberto Loffredo

MESTRE / Massoni al Round Table

Alessandro Meluzzi discute di famiglia

IINN BBRREEVVEE

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Terzo appuntamento pubblico, il 2 feb-braio, della Loggia tarantina “GiuseppeMazzini” (1277) che nei locali dell’HotelPark Mar Grande ha organizzato una con-ferenza del Gran Maestro Onorario Mor-ris Ghezzi.“Crisi di Laicità, crisi di democrazia, crisidi libertà” è stato il tema dell’incontroche è stato presentato dal fratello Fran-cesco Guida.Ghezzi, che è Ordinario di Sociologia delDiritto all’Università di Milano, ha spiegatocome, partendo dalla mortificazione dellalaicità, viene minato il principio democrati-co e la tutela delle libertà. Si è soffermatosulla crisi odierna di laicità nelle sue variemanifestazioni che vanno dalle incursionidella Chiesa cattolica nell’ambito dello Sta-to all’inerzia delle istituzioni e della politi-ca a questa ingerenza “religiosa”.

In chiusura, il so-ciologo ha formu-lato l’augurio chesi possa giungereall’abolizione dellastruttura dei PattiLateranensi, a suogiudizio obsoletae inutile, e che laMassoneria possarealmente assume-re il ruolo di“agenzia” di for-mazione laica, dapiù parti sostenu-ta, quale luogo dielaborazione culturale e di difesa dellalaicità.E’ seguito un acceso dibattito al quale èintervenuto il Maestro Venerabile della

“Mazzini”, Elio Franco, che ha espressoil suo apprezzamento per il preziosocontributo del Gran Maestro OnorarioGhezzi.

Il Palazzo Medici Riccardi èstato sede il 29 marzo di unimportantissimo convegnopromosso dall’Associazione“Italia Nostra” con il patrociniodel Collegio Circoscrizionaledella Toscana, della Provinciae dell’Università degli Studi diFirenze, Dipartimento di StudiStorici e Geografici. L’incontro,dal titolo “Il patrimonio cultu-rale quale motore di svilupposocio-economico”, si è avvalsodella macchina organizzativadel Laboratorio, periodico del-la Comunione massonica dellaToscana, che si è occupato in-tegralmente della programmazione, com-presa l’attività di comunicazione e di uf-ficio stampa per la massima diffusionedell’evento.Il patrimonio culturale, come definito dal“Codice Urbani”, è costituito dai beni cul-

turali e dai beni paesaggistici e rappre-senta una ricchezza estremamente a ri-schio perché fragile e non rinnovabile.Per questo le politiche di protezionestanno puntando sempre di più all’inte-grazione tra cultura e formazione da unlato e tra ambiente, pianificazione e svi-

luppo sociale dall’altro. I be-ni culturali costituiscono unpatrimonio inestimabile datutelare e che può rappresen-tare un’opportunità strategicain termini di sviluppo econo-mico e occupazionale, so-prattutto per quella crescitaeconomica di tipo sostenibileche in sede europea e inter-nazionale viene indicata tragli obiettivi prioritari.La salvaguardia non può peròprescindere dalla definizionedi interessi comuni nell’ambi-to scientifico, economico esociale il cui risultato deter-

minerà la gestione e il corretto uso delpatrimonio stesso.In particolare le “Carte” adottate dall’Ico-mos e dall’Unesco hanno introdotto ilconcetto di conservazione integrata, svi-luppando tra l’altro le problematiche rela-

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TARANTO / Conferenza della Loggia “Giuseppe Mazzini”

Parliamo di laicità

FIRENZE / Convegno del Collegio circoscrizionale toscano

Il patrimonio culturale quale motoredi sviluppo socio-economico

Un momento del convegno

Un momento del dibattito

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tive alla partecipazione consapevole e al-la necessità di creazione di reti telemati-che che sviluppino una corretta politica digestione e di valorizzazione. In questi ul-timi anni le politiche internazionali, comu-nitarie e nazionali, hanno riconosciutol’attività di cooperazione come necessarialinea di sviluppo, evidenziando il ruolodecisivo svolto dalla cultura nell’assicura-re la pace e la sicurezza nei diversi Paesi.Attraverso un approccio basato sulrafforzamento delle istituzioni democrati-che e sulla collaborazione nei settori tec-nico-scientifici e socio-culturali si può

conseguentemente mirare a un autenticosviluppo economico sostenibile, al finedella tutela della salute dell’uomo e dellaprotezione ambientale.Il convegno ha illustrato, attraverso i va-ri interventi – coordinati da LeonardoRombai, presidente di “Italia Nostra” –alcune esperienze di cooperazione inter-nazionale che hanno visto coinvolti entiistituzionali, di ricerca e imprese, constrategie comuni per la conservazione evalorizzazione dei beni culturali e am-bientali.Sono intervenuti ai lavori: il presidente

del Collegio della Toscana Arturo Paci-notti; Gennaro Tampone del Dipartimentodi Restauro e Conservazione dei Beni Ar-chitettonici dell’Università di Firenze;l’imprenditore Gianfranco Mela; LauraBaratin, docente presso la facoltà diScienze e Tecnologie dell’Università diUrbino “Carlo Bo”; Carlo Arancini del Co-mune di Firenze per la tutela del CentroStorico, Patrimonio Mondiale Unesco;Guido Vannini, docente presso la facoltàdi Lettere e Filosofia dell’Università di Fi-renze. Ha chiuso i lavori il presidenteRombai.

Due giorni intensi di attività in Puglia gra-zie all’iniziativa delle logge “Giuseppe Li-bertini” (737) di Lecce e “Pitagora” (856)di Taranto che hanno promosso nelle lo-ro città il libro di Marcello Fagiolo dedi-cato alla Libera Muratoria. Parliamo di“Architettura e Massoneria, l’esoterismodella costruzione” edito lo scorso annoda Gangemi. Le manifestazioni si sonosvolte il 22 e il 23 marzo.La prima – promossa dalla Loggia “Li-bertini”, artefice lo scorso anno di impor-tanti iniziative per il 35esimo anniversariodi nascita – è stata organizzata presso ilMuseo Provinciale “Sigismondo Castro-mediano” di Lecce dove si è tenuta unaconferenza ed è stata allestita una mostradocumentaria.L’auditorium del Museo si è riempito ve-locemente con posti in piedi e tanta at-tenzione da parte del pubblico. Tra i pre-senti, insieme alla “Libertini”, c’eranorappresentanti della Provincia di Lecce,con il Centro di studi sul Barocco, dell’U-niversità del Salento e del Grande Orien-te d’Italia. Tantissimi i cittadini, di ognietà e sesso, tra cui studiosi, architetti, in-gegneri, docenti, studenti, dottorandi edesponenti dei mezzi d’informazione chehanno dato ampio spazio all’iniziativa.Erano presenti anche le altre Logge diLecce e quella di Gallipoli.Il libro “Architettura e Massoneria” è sta-to illustrato da Marcello Fagiolo dell’Uni-versità “La Sapienza” di Roma e VincenzoCazzato dell’Università del Salento, ri-spettivamente autore e coordinatore ge-

nerale dell’opera. Ha supportato l’esposi-zione la proiezione di numerose diaposi-

tive che hanno evidenziato, nelle svariateforme dell’architettura, l’esistenza di

A TarantoLa presentazione del libro “Architettura e Massoneria” si è spostata il giorno suc-cessivo, venerdì 23 marzo, da Lecce a Taranto, questa volta, su iniziativa della Log-gia tarantina “Pitagora” (856) che ha organizzato la manifestazione nella sala con-vegni del Grand Hotel Delfino.Gaetano Carroz-zo, all’epoca vi-cepresidente del-la Provincia di Ta-ranto, ha portatoi saluti della suaamministrazionein apertura di la-vori che sono sta-ti introdotti daMaurizio Maggio,Maestro Venera-bile della “Pitago-ra” e da ArturoRossano, presi-

LECCE E TARANTO / Le logge “Libertini” e “Pitagora” presentano l’opera diMarcello Fagiolo sulla Libera Muratoria

Architettura e Massoneria

L’annuncio dellaGazzetta delMezzogiorno del22 marzo

Il tavolo di presidenza con il membro di Giunta Carlo Petrone

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tracce “liberomuratorie” che testimonianoil multiforme, e continuo, lavoro dellaMassoneria per la realizzazione dei suoiideali: Massoneria e architettura appaio-no, dunque, un binomio inscindibile neltempo, come ha sottolineato il Gran Mae-stro Gustavo Raffi nella presentazione dellibro.Ha fatto gli onori di casa il presidentedella Provincia di Lecce, il senatore Gio-vanni Pellegrino, che ha partecipato ai la-vori con grande interesse insieme al Ret-tore dell’Università del Salento OronzoLimone, con loro il Gran Maestro Aggiun-to Massimo Bianchi che ha partecipato sudelega del Gran Maestro Raffi e ha presoposto al tavolo di presidenza insieme aldirettore del Centro di studi sul BaroccoAntonio Cassiano e al Maestro Venerabi-le della Loggia “Libertini”, Alfredo Bruni,che hanno presentato la manifestazione.E’ intervenuto anche il bibliotecario delGrande Oriente d’Italia Dino Fioravanti.Al termine è stata inaugurata una riccaesposizione composta di 55 pannelli, cin-que dei quali, curati da Cazzato ed espo-sti a Lecce per la prima volta, sono dedi-

cati ai giardini esoterici, con riferimenti apresenze anche in Puglia e nel Salento. La

mostra è rimasta aperta fino a tutto il me-se di maggio.

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dente del Collegio circoscri-zionale della Puglia.La conferenza è entrata nelvivo con l’introduzione delbibliotecario del GrandeOriente d’Italia Dino Fiora-vanti, giunto da Lecce conMarcello Fagiolo, che ha illu-strato brevemente il volumee il contributo fornito dalServizio Biblioteca alla suarealizzazione.Di seguito è intervenuto ilprofessor Fagiolo che, per circa due ore, ha intrattenuto le oltre 200 persone insala, utilizzando ancora diapositive per illustrare meglio il contenuto dell’opera

sulla quale si sono espres-si anche Vincenzo LaGioia, presidente dell’Or-dine degli Architetti di Ta-ranto, e Lorenzo Liberti,docente presso la IIª Fa-coltà di Ingegneria dellacittà.Ha chiuso i lavori CarloPetrone, rappresentantedel Consiglio dell’Ordinenella Giunta del GrandeOriente d’Italia.Grande il successo dell’ini-ziativa che si è avvalsadella collaborazione deiragazzi del Capitolo “Ca-

valieri della Croce Bianca” dell’Ordine De Molay che hanno accolto il pubblico evenduto 50 copie del volume.Ai presenti è stata distribuita una copia dell’allocuzione tenuta dal Gran MaestroGustavo Raffi in occasione della Gran Loggia del 2006.

Il pubblico in sala. In prima fila, il bibliotecario del GrandeOriente Dino Fioravanti e Marcello Fagiolo

Marcello Fagiolo illustra la sua opera

Il pubblico in sala

Da sinistra: Vincenzo Cazzato, Marcello Fagiolo, Giovanni Pellegrino, Massimo Bianchi, AlfredoBruni e Antonio Cassiano

La mostra

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Giulia ha quasi 9 anni e una gran voglia di fare domande; tieneper mano la madre e si aggira per quegli ambienti così grandi insilenzio, quasi non voglia disturbare. Poi si fa coraggio e comin-cia a chiedere a dei signori sconosciuti: “Perché ci sono le spa-de? Cosa significa il soffitto dipinto come un cielo stellato? Per-ché quelle due pietre, una rozza e l’altra squadrata? Perché il pa-vimento a scacchi?”.Ad ogni domanda ha ricevuto una risposta, precisa ed esaurien-te e si allontana soddisfatta; ne discute con i genitori: oggi haimparato molte cose. Giulia è stata una delle 4500 per-sone che, il 28 e 29 aprile, ha vi-sitato la casa massonica cagliari-tana, nell’ambito della rassegna“Monumenti Aperti” voluta e or-ganizzata dall’amministrazione co-munale per consentire ai cittadini,e non solo cagliaritani, di poterammirare e, in molti casi scoprire,il cospicuo patrimonio archeologi-co e artistico del capoluogo dellaSardegna.La casa massonica è stato il quar-to sito più visitato in città, il pri-mo tra quelli per così dire “priva-ti”, e cioè non gestiti direttamen-te dalle pubbliche amministrazio-ni. E’ il decimo anno consecutivoche la Massoneria sarda partecipaalla rassegna.Il merito è del “nuovo corso” inau-gurato anni fa dalle logge caglia-ritane, una strada fatta di frequentiiniziative pubbliche – con conve-gni, presentazioni di libri e altrieventi – sostenute da un nutritogruppo di fratelli che, come inquesto caso, si è fatto carico del-l’organizzazione “interna” dell’i-niziativa. Hanno accolto i nume-rosissimi visitatori che hanno or-dinatamente fatto la fila in PiazzaIndipendenza e all’interno di quel-lo che fu Palazzo Sanjust, e chehanno accompagnato, riuniti ingruppi, in vere e proprie visiteguidate ricche di notizie, in parti-colare storiche, rispondendo a de-cine e decine di domande sullaMassoneria, sulle sue origini e sulsuo ruolo oggi.

Il coordinamento del presidente del Consiglio dei maestri venera-bili di Cagliari, Ignazio Scalas, ha quindi funzionato alla perfezionee questo grazie alla preziosa collaborazione dei fratelli di quasi tut-te le officine della città (“Asproni”, “Cavour”, “Conti”, “Silicani”,“Risorgimento”, “Sardegna”, “Giordano Bruno”, “Europa”, “Ciusa”,“Concordia”, “Kipling”, “Mozart”) che anche questa volta non si so-no risparmiati. Com’era accaduto il 10 marzo, in occasione della“Giornata Mazziniana” indetta in onore di Lando Conti, il massonefiorentino, già sindaco di Firenze, trucidato dalle Brigate Rosse.

CAGLIARI / La tradizionale rassegna di “Monumenti Aperti”

Grande folla nella casa massonica

15La guida del Comune alla rassegna “Monumenti Aperti”

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Grandi celebrazioni il 5 maggio a Palermoper tre officine della città che, con un “in-contro triangolare di studi massonici”(così recita il programma), hanno festeg-giato i 125 anni di Massoneria nella Valledell’Oreto.Si tratta delle logge “Centrale” (519), “Si-cilia Libera” (291) e “Cosmos” (282) chehanno organizzato, con il patrocinio delCollegio circoscrizionale della Sicilia, unamanifestazione anche per i non massoniper testimoniare la presenza significativadella Liberia Muratoria in questa partedell’isola. Era presente il Gran TesoriereAntonio Catanese su delega del GranMaestro Gustavo Raffi.L’Hotel Casena dei Colli ha ospitato l’in-contro che, dopo un’ora di lavori rituali,è stato aperto al pubblico dal MaestroVenerabile della Loggia “Centrale” Tom-maso Castagna che ha espresso il benve-nuto ai numerosi presenti. Sono poi in-tervenuti il Gran Maestro Onorario AldoScarlata e il Venerabile della “Cosmos”Vito Zagra che hanno illustrato la storiadella Massoneria in Sicilia e delle loggedella Valle dell’Oreto delle quali la Loggia“Centrale” è la decana con i suoi 125 an-ni di vita, “raccontati” nel corso dei lavo-ri dal suo ex Maestro Venerabile Onora-rio Nino D’Andrea. Significativo anchel’intervento dell’ex Maestro Venerabile Fi-lippo Ampola che ha presentato il nuovolabaro dell’Officina. Ha chiuso i lavori ilPresidente circoscrizionale Nicola Gittomentre il saluto di commiato è stato affi-dato al Maestro Venerabile della Loggia“Sicilia Libera”, Giuseppe Schimmenti.Il Gran Tesoriere Antonio Catanese, nelportare il saluto del Gran Maestro, ha

parlato del grande recupero di valori etradizioni che la Massoneria italiana haeffettuato negli ultimi anni, citando le re-centissime espressioni di stima di espo-nenti dell’attuale Governo e di intelletua-li di grande prestigio, addirittura di areacattolica, come Paolo Prodi e AlbertoMelloni.“Emerge oggi, sempre più chiaramente,– ha detto il Gran Tesoriere – che que-sto è il momento in cui la Massoneria ingenerale, e quella di Palazzo Giustiniani

in particolare, può e deve ritornare adassumere quell’importante ruolo cultura-le che ebbe nel passato, tenendo semprepresente che la nostra funzione è quelladi stimolare la società civile su temi qua-lificati al quali riteniamo di poter portareun contributo sereno e razionale, e nondimenticando che il nostro dovere èquello di operare al di fuori della politi-ca, valutando e soppesando con profon-do rispetto le ragioni e gli argomenti ditutti”.

PALERMO / Celebrazioni delle logge “Centrale”, “Sicilia Libera” e “Cosmos”

Valle dell’Oreto: 125 anni di storia massonica

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Gran Tesoriere Catanese:“Il Labaro significa richiamo ai

valori di aggregazione”Il labaro è un oggetto carico di significato – ha detto il Gran Tesoriere AntonioCatanese nel corso del triangolare di Palermo -, implicito ed esplicito, simbolicoe distintivo; pertanto si potrebbero trovare molte chiavi di lettura, ma preferiscosoffermarmi su un particolare aspetto: quello dell’emblema, poiché questo ultimoè il maggior richiamo che sintetizza l’anima storica di un’Officina e ne evidenzial’essenza, tendendo a fermarla nel tempo, condensandola in memoria ed emozio-ne che in questo caso palpita nel segno di un glorioso evento: il 125esimo anni-versario della fondazione della Loggia “Centrale” (519).Esso costituisce un vessillo da interpretare – ha aggiunto – come porta della me-moria dalla quale entrare per risvegliare criticamente 125 anni di storia. Un gran-de esoterista ha scritto che il simbolo è un rito in potenza e il rito è un simboloin atto.Ed è in queste parole – ha evidenziato il Gran Tesoriere – che si esprime tuttala forza del “labaro” che significa rimando, richiamo ai valori di aggregazione, dicondivisione, di militanza che fanno di una loggia una monade, un gruppo ope-rativo compatto che lavora in generale per il bene dell’Umanità e in particolareper l’avanzamento della Comunità.La presentazione del nuovo labaro, mi dà l’occasione di esprimere il mio pensie-ro su ciò che rappresenta al meglio lo spirito di corpo di una loggia, di un’idea,di una fede che accomuna i fratelli dell’Officina.

LUCCA – Il 19 giugno, dalle ore 20, l’AAnnttiiccoo CCaaffffee’’ ddii SSiimmoo (VViiaa FFiilllluunnggoo 5588) ospiterà l’ultimo dei tre incontri della rassegna“Conversazioni mensili su storia, cultura e pensiero massonico”, curata da Vittorio Vanni in collaborazione con la Loggia “Li-bertas” (1223) di Lucca. Si tratta di “Percorsi di libertà: la Massoneria a Lucca” che avrà come relatori gli storici e saggistiOlinto Dini e Roberto Pizzi.“Garibaldi Massone” e “Carducci Massone” sono i titoli delle altre due conferenze realizzate nei mesi di aprile e maggio, ri-spettivamente, da Gian Piero Caglianone, storico e saggista, e Marco Veglia, italianista dell’Università di Bologna.Ingresso libero

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Il 5 per milleAiutiamo chi aiutaAnche quest’anno, in sede di dichiarazione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), tutti i contribuenti avrannola possibilità di attribuire il 5 per mille ad associazioni ed enti particolari. Come specificato espressamente nella modulisticache tutti saremo chiamati a compilare (CUD, Unico e 730), sarà possibile operare una scelta tra:- “Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale,

delle associazioni e fondazioni”;- “Finanziamento della ricerca scientifica e della università”;- “Finanziamento della ricerca sanitaria”;- “Attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente”.Molte sono le realtà associative gestite da fratelli del Grande Oriente d’Italia, in ogni circoscrizione, che operano nel campodel volontariato, dell’assistenza, della utilità sociale. Tutti noi ne conosciamo qualcuna, ne apprezziamo il lavoro, ma spessone ignoriamo le difficoltà economiche e la penuria di mezzi.Vi sollecitiamo a cogliere tale opportunità destinando a queste realtà la quota del 5 per mille dell’imposta che grava sul vo-stro reddito. Specifichiamo che la destinazione del 5 per mille:• non sostituisce ma si aggiunge a quella, già da tempo prevista, dell’8 per mille a favore dello Stato e delle varie confes-

sioni religiose;• è esercitabile già dai primi mesi in occasione degli adempimenti fiscali relativi ai redditi conseguiti nell’anno 2005;• riguarda tutti i contribuenti che abbiano conseguito un reddito imponibile nell’anno 2005, anche se dalla loro dichiarazio-

ne fiscale prossima non risultasse un saldo a debito o addirittura emergesse un credito;• riguarda tutti i contribuenti sia che presentino il modello 730 che il modello Unico (ex 740). Riguarda anche chi non è te-

nuto alla presentazione della dichiarazione, in quanto non possiede redditi oltre quelli di lavoro dipendente o di pensio-ne certificati dal modello CUD;

• viene esercitata apponendo la propria firma nell’apposito spazio ed indicando il codice fiscale dell’istituto prescelto;• non costituisce un aggravio di imposta e in ogni caso non costa nulla al contribuente.

A mero titolo di esempio, segnaliamo alcune associazioni che hanno comunicato alla Gran Segreteria di essere autorizzate adaccedere al 5 per mille:

SSOOCCIIEETTÀÀ PPEERR GGLLII AASSIILLII NNOOTTTTUURRNNII UUMMBBEERRTTOO IIcod. fisc. 80095950012

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE PPIICCCCOOLLOO CCOOSSMMOOcod. fisc. 97581370018

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE MMAAZZZZIINNIIAANNAA IITTAALLIIAANNAA OONNLLUUSScod. fisc. 97004760159

PPAANNEE QQUUOOTTIIDDIIAANNOOcod. fisc. 80144330158

UUNNIIVVEERRSSIITTÀÀ PPOOPPOOLLAARREE DDII TTOORRIINNOOcod. fisc. 97533990012

SSOOCCIIEETTÀÀ UUMMAANNIITTAARRIIAAcod. fisc. 01076300159

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE CCIIRRCCOOLLOO CCAARRLLOO DDAARRWWIINNcod. fisc. 94132560635

FFOONNDDAAZZIIOONNEE LLUUIIGGII EEIINNAAUUDDIIcod. fisc. 80213770581

PPIICCCCOOLLOO MMOONNDDOO OONNLLUUSScod. fisc. 90031430409

NN..II..SS..OO.. –– NNOORRTTHHEERRNN IITTAALLYY SSHHRRIINNEE OOAASSIISS OONNLLUUSScod. fisc. 97370530152

FFOONNDDAAZZIIOONNEE PPEERR LLEE SSCCIIEENNZZEE RREELLIIGGIIOOSSEE GGIIOOVVAANNNNII XXXXIIIIIIcod. fisc. 92028270376

CCOOMMUUNNIITTÀÀ IINNCCOONNTTRROO OONNLLUUSScod. fisc. 06368500580

MMAANNII AAMMIICCHHEE OONNLLUUSScod. fisc. 93123210879

MMOOVVIIMMEENNTTOO CCIITTTTAADDIINNII EEUURROOPPEEII OONNLLUUSScod. fisc. 93098590420

FFUUTTUURRAA OONNLLUUSS--AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE BBIIOOMMEEDDIICCAAcod. fisc. 07278491001

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE MMIIRRAABBIILLIISS FFAABBUULLAAcod. fisc. 97401300583

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE IINNSSIIEEMMEE SSII PPUUÒÒ OONNLLUUSScod. fisc. 94019500308

DDEE MMOOLLAAYY IITTAALLIIAA AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE CCUULLTTUURRAALLEEcod. fisc. 97290620588

FFOONNDDAAZZIIOONNEE RRIITTAA LLEEVVII--MMOONNTTAALLCCIINNIIcod. fisc. 96200110581

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Il direttore responsabile di Erasmo Notizie nel Consiglio Nazionale dell’USPIIl 19 aprile, l’Assemblea Generale dell’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana), una delle maggiori associazioni europee di edi-tori per numero di iscritti, ha eletto il nuovo Consiglio Nazionale che rappresenta 3300 testate associate.Il Consiglio Nazionale è composto da 30 membri eletti e dal Segretario Generale, membro di diritto.Primo tra gli eletti è risultato Francesco Lorenti, nostro direttore responsabile, il quale è stato anche nominato membro dellaGiunta Esecutiva. La Redazione e la Direzione di “Erasmo Notizie” formulano al fratello Lorenti le più vive congratulazioni.

notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

AGRIGENTO – Il 20 aprile la Loggia agrigentina “Con-cordia” (955) ha celebrato con grande solennità il conferimentodell’onorificenza “Giordano Bruno” d’argento al fratello Giusep-pe Lo Sardo, membro dell’Officina e Garante d’Amicizia, da par-te del Gran Maestro Gustavo Raffi. La decorazione era stata consegnata a Rimini, nel tempio dellaGran Loggia dell’aprile scorso, dal Grande Ufficiale Salvo Pulvi-renti insieme al presidente della Corte Centrale Tonino Perfetti eal gran rappresentante Salvatore Ardizzone che, a nome del GranMaestro, aveva evidenziato le motivazioni del conferimento: ilgrande attaccamento del fratello Lo Sardo all’Istituzione e il suoincessante lavoro per la salvaguardia dei suoi principi, soprattut-to all’esterno contro i continui attacchi di istituzioni e opinionepubblica di cui è oggetto spesso in Sicilia. Il fratello Pulvirenti,sempre sulla scia delle motivazioni del Gran Maestro aveva au-spicato che il contributo del fratello Lo Sardo proseguisse con lostesso entusiasmo a beneficio non solo della sua circoscrizione,ma di tutto il Grande Oriente.

Il fratello Lo Sardo, al centro, con i fatelli delle logge “Concordia” e“Garibaldi” di Agrigento

Il Maestro Venerabile della “Concordia” Lucio Pilotto appena avu-to notizia dell’avvenimento ha voluto festeggiare il fratello LoSardo con tutta l’Officina organizzando una tornata rituale in suoonore. Numerosissime le attestazioni di stima e le espressioni au-gurali trasmesse attraverso il Venerabile. A partire da quelle delGran Maestro Aggiunto Giuseppe Anania che ha ricordato l’ami-cizia e il legame fraterno che lo legano a Lo Sardo, per prose-guire con quelle di altri illustri esponenti del Grande Oriente co-me i Gran Maestri Onorari Morris Ghezzi, Renzo Brunetti, AldoScarlata; i consiglieri dell’Ordine Pierluigi Tenti (membro di Giun-ta) e Paolo Valvo; i Grandi Rappresentanti Antonio Panaino (di-rettore scientifico di “Hiram”), Carmelo Romeo, Giulio Compagnoed Enrico Ardizzone, il Maestro Venerabile Aldo Mangione e Ni-

no Pisano a nome dell’altra Loggia agrigentina “Giuseppe Gari-baldi” (592), i fratelli Franco Spedale di Brescia, Gilberto Bonac-corso, Vincenzo Pulvirenti e Mimmo Prestamburgo, quest’ultimodi Varese. Infine, particolarmente sentito il messaggio del Gran Maestro Ono-rario Luigi Sessa che ha esaltato il valore dell’onorificenza “conla quale l’Ordine contraddistingue l’operosità dei fratelli che, in-faticabili dedicano tanta parte della propria esistenza alla co-struzione del Tempio comune e affratella nell’Ordine Libero Mu-ratorio”. “Con il riconoscimento che decorrerà la tua persona – ha scrit-to Sessa a Lo Sardo – e indirettamente la tua Loggia, il tuo Orien-te e la tua circoscrizione Sicilia, sicuramente saprai onorare lanostra Istituzione mantenendo alta la dignità della Libera Mura-toria”.

AREZZO – Il 31 marzo ha alzato le colonne la Loggia“Agorà” (1294), quinta Officina dell’oriente aretino.Ha condotto la cerimonia di istallazione il presidente circoscri-zionale della Toscana Arturo Pacinotti alla presenza di numerosifratelli di Arezzo, Cortona, Montevarchi, Sansepolcro, Firenze,Siena, e anche Bologna e Napoli.Il Gran Maestro Gustavo Raffi, impossibilitato a partecipare, hainviato un messaggio di augurio, delegando il Grande ArchivistaVittorio Gnocchini a prendere parte ai lavori.Dopo la promessa solenne e l’insediamento dei dignitari la tor-nata è proseguita con la consegna di regali al neo Maestro Ve-nerabile Raffaello Simi e le espressioni augurali di numerosi fra-telli.La celebrazione è terminata con un’agape fraterna nella sala deipassi perduti organizzata dalla Loggia “Agorà”.

La Loggia “Agorà”

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CATANZARO – Costituita con decreto del Gran Mae-stro Gustavo Raffi del 13 dicembre 2006, la Loggia “Francesco DeLuca” (1292) di Catanzaro ha celebrato la cerimonia di innalza-mento delle colonne lo scorso 12 febbraio. L’Officina è compostada 15 fratelli e nasce come “gemmazione” dalla Loggia “Italia Nuo-va” (597) della stessa città.Hanno preso parte ai lavori: il Gran Maestro Onorario ErnestoD’Ippolito, il Secondo Gran Sorvegliante Ugo Bellantoni, l’alloraGran Tesoriere Aggiunto Franco Cristiani, il Grande Ufficiale An-tonino Criseo, il Giudice della Corte Centrale Edoardo Bruni, ilConsigliere dell’Ordine Gianfranco Fragomeni. Numerosi i garan-ti d’amicizia e altri esponenti dell’Ordine, oltre a rappresentanzedi venti logge calabresi.

Il presidente del Collegio circoscrizionale della Calabria MarioDonato Cosco ha presieduto i lavori insediando il nuovo Venera-bile Luigi Antonio Macrì, il quale, a sua volta, ha installato i di-gnitari dell’Officina.Una delle finalità della nuova Loggia, come ha evidenziato il fra-tello Macrì nel suo discorso di insediamento, è quella di studiarevita e opere di Francesco De Luca, uomo politico e di cultura, na-to a Cardinale, nel catanzarese. Esponente di punta del Risorgi-mento italiano, fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1865al 1867 dopo essere stato iniziato il 16 febbraio 1862 dal sacerdoteDomenico Angherà, arciprete di San Vito sullo Ionio.Il Collegio circoscrizionale della Calabria e l’amministrazione co-munale di Cardinale organizzarono nel 2003, nella piazza princi-pale del paese, un convegno nel corso del quale venne presen-tato un libro su Francesco De Luca curato da Luigi Polo Friz e Do-menico Mammone per le Edizioni Brenner.

COSENZA – Il 6 maggio il presidente della Corte Cen-trale Antonio Perfetti ha tenuto una conferenza, nel corso di unariunione del capitolo “Demetra” (20) dell’Ordine della Stella d’O-riente aperta ai fratelli, nella casa massonica di Cosenza. Titolodell’intervento “Il Labirinto, Mito ed Archetipo”.In chiusura hanno preso la parola molti fratelli, tra i quali rap-presentanti delle logge cosentine, del Collegio calabrese e delGrande Oriente nazionale.

IMOLA – “Cabalà e Massoneria... da dove veniamo” è il ti-tolo della conferenza tenuta il 4 aprile dal Gran Segretario Giusep-pe Abramo in occasione di una tornata congiunta delle logge “Evan-gelista Torricelli” (1260) di Faenza e “Andrea Costa” (373) di Imola.I lavori sono stati condotti dal Maestro Venerabile della “Costa”Gian Paolo Perfetti nella casa massonica imolese gremitissima difratelli di varie sedi. Erano presenti il Grande Ufficiale Carlo Gril-li, il Giudice della Corte Centrale Giangiacomo Pezzano, i Garan-ti d’Amicizia Adolfo Penazzi, Eglio Martini e Leo Taroni, il Consi-

gliere dell’Ordine e Venerabile della “Torricelli” Filiberto Ponzet-ti, il Presidente circoscrizionale dell’Emilia Romagna GianfrancoMorrone, i Maestri Venerabili Stefano Romiti e Francesco Paga-no delle logge “Risorgimento-VIII Agosto” (102) di Bologna e “Fran-cesco Baracca” (414) di Lugo.Il Gran Segretario, nel suo intervento, ha evidenziato i numerosipunti di contatto fra l’antica saggezza segreta della Cabalà e laMassoneria. Non sono mancati i momenti di suggestione, in par-ticolare quando ha parlato della creazione. Il Grande Architettodell’Universo, ha spiegato, creò l’uomo dalle vibrazioni cosmichedella polvere di stelle e pose, sulla sua testa, miliardi di galassieche definì “volta stellata” e, ai suoi piedi, polvere di stelle più den-sa e piena di vita, che definì “terra madre”. Fu così, ha detto an-cora il Gran Segretario, che il Grande Architetto sistemò l’uomoal centro della creazione, quale anello di congiunzione fra terra ecielo, come tempio della sua sovranità. In chiusura, numerose le espressioni di apprezzamento dei fra-telli che hanno dimostrato di aver gradito la particolarità del te-ma trattato.

LANCIANO – Serata suggestiva il 30 marzo nella casamassonica di San Giovanni Teatino, vicino Sambuceto, dove laLoggia “Umberto Cipollone” (1000) di Lanciano, ha svolto unaemozionante cerimonia di iniziazione: il Maestro Venerabile del-l’Officina Michele Botolini ha infatti iniziato il proprio figlio Ni-cola alla Massoneria.Alla celebrazione hanno partecipato il Primo Grande Ufficiale An-drea Roselli, che ha “presentato” Nicola, il Consigliere dell’Ordi-ne Vincenzo Di Rosario, quasi tutti i venerabili della circoscrizio-ne e numerosissimi fratelli di varie sedi.Inutile descrivere la commozione che ha invaso tutti i fratelli apartire, naturalmente, dal Venerabile che a cerimonia conclusa haabbracciato il proprio figlio riconoscendolo come fratello in unpercorso virtuoso di crescita comune nei valori massonici.Toccanti le parole espresse dall’oratore Mario D’Andreamatteo,dal Consigliere dell’Ordine Vincenzo Di Rosario e dai numerosis-simi fratelli presenti.

Foto di gruppo di fratelli della circoscrizione. Al centro sono riconoscibili ilneoapprendista Nicola Botolini e il Primo Grande Ufficiale Andrea Roselli.

Significativo l’intervento del fratello Roselli che, dopo aver espres-so al “neofita” Nicola riflessioni profonde sul cammino iniziaticoche dovrà intraprendere, ha calamitato l’attenzione dei presenticon la tavola sofferta scolpita in occasione dell’iniziazione di suofiglio Roberto, avvenuta quattro anni fa, che in quella occasionenon ebbe la forza di leggere.In chiusura dei lavori i fratelli si sono riuniti in agape fraternapresso un locale della zona frentana.

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MONTEPULCIANO – La Loggia ”XX Settembre”(604) ha tenuto il 21 aprile un’agape rituale per celebrare solen-nemente la ricorrenza dell’Equinozio di Primavera e i cin-quant’anni” massonici del fratello Giancarlo Marri, fondatore epiù volte Maestro Venerabile dell’Officina. L’incontro si è svoltoin una sala riservata del ristorante “La Moscadella” a Castelmu-zio-Trequanda, vicino Siena, alla presenza di numerosi fratellidella Toscana e dell’Umbria.Nel corso dei lavori il Venerabile Giorgio Bastreghi, dopo aver ri-cordato alcuni episodi significativi della vita massonica del festeg-giato, ha consegnato al fratello Marri la medaglia del Veterano delGrande Oriente d’Italia e la medaglia offerta dai fratelli di loggia.Numerose le testimonianze di affetto e di stima dei presenti, frale quali il dono di un piatto commemorativo offerto dalla Loggia“Arnolfo di Cambio” (673) di Colle Val d’Elsa.

PALMI – Si è tenuta il 23 marzo la quinta edizione del Con-certo della Memoria che la Loggia palmese “Pitagora-VentinoveAgosto” (1168) organizza ogni anno nella casa massonica della cittàper ricordare le vittime dell’Olocausto. Grandissima, come sempre,la partecipazione, con rappresentanti di logge da Amantea, Ca-tanzaro, Lamezia Terme, Cosenza, Crotone, Gioia Tauro, GioiosaJonica, Palmi, Reggio Calabria, Siderno e Vibo Valentia. Tra loro ilSecondo Gran Sorvegliante Ugo Bellantoni, i Grandi Ufficiali Alfre-do Del Giudice e Antonio Criseo, il Presidente della Corte Centra-le Antonio Perfetti, i Garanti d'Amicizia Attilio Russo, Enrico Ber-tonotti e Filippo Bagnato, il Consigliere dell'Ordine Giuseppe Lom-bardo, l'Ispettore Bruno Surace e il Vicepresidente del Collegio cir-coscrizionale della Calabria Fortunato Violi. Protagonisti della serata sono stati i fratelli musicisti Giacomo Pel-legrino della Loggia “Monti d'Arete” (1194) di Amantea e AntonioSantoro della Loggia “Mediterraneo” (1195) di Crotone: insiemeal Grande Oratore Aggiunto Bent Parodi hanno offerto grandiemozioni attraverso musica e parole.Sono stati eseguiti brani dal tema di Schindler's List, una com-posizione del fratello Pellegrino intitolata Simbolica, Gabriel'sOboe e Love Thema di Ennio Morricone e la colonna sonora diLa vita è bella del maestro Nicola Piovani.Alla parte musicale ha fatto seguito l’intervento del fratello BentParodi che, con una profonda riflessione su “Ebraismo e antise-mitismo”, ha calamitato l’attenzione di tutti i presenti sia per laparticolarità delle sue argomentazioni, sia per la semplicità del-l'esposizione e la passione che è riuscito a trasmettere.Il Maestro Venerabile della Loggia, Enzo La Valva, esprimendogrande soddisfazione per la serata, ha concluso evidenziando ilruolo importante dell'educazione e auspicando un profondo cam-biamento dei cuori, un'autentica conversione spirituale, poiché“la fonte ultima della violenza – ha detto – è la corruzione delcuore umano”.L’oratore Cosimo Petrolino, ideatore e coordinatore dell'iniziati-va, ha definito l’incontro “una serata di grandi vibrazioni, di co-noscenza alta, di momenti che la Loggia vuole condividere con ifratelli della Comunione, affinché sia mortificato ciò che divide e,al contrario, esaltato e sublimato il tanto che unisce”.Un'agape fraterna ha chiuso la serata.

PESARO - Il 9 marzo si è tenuta nella casa massonica diVia Cicognani la tradizionale commemorazione dei fratelli defun-ti alla quale hanno partecipato numerosi fratelli, accompagnatida fratelli e amici.Oltre alla Loggia pesarese “Giuseppe Garibaldi” (145), organiz-zatrice dell’incontro, era presente una folta delegazione di fra-

telli della Serenissima Gran Loggia di San Marino, il Grande Ora-tore Brunello Palma e il presidente del Collegio circoscrizionaledelle Marche Roberto Bracci.Nell’occasione il Maestro Venerabile Ferdinando De Rosa ha inau-gurato la mostra di cimeli massonici, costituita da oltre 100 pez-zi – anche di grande valore storico – che riguardano gioielli, pa-ramenti, medaglie e altri oggetti donati dal compianto ex Vene-rabile dell’Officina Italo Binucci. A lui, nella stessa cerimonia, èstata intitolata la sala delle riunioni della casa massonica, men-tre la sala dei passi perduti è stata dedicata al fratello FedericoMicheloni, Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia di SanMarino scomparso lo scorso anno, che per un cinquantennio haornato le colonne della “Garibaldi”.La cerimonia è stata condotta dal Gran Segretario sammarineseSergio Rabini, Maestro Venerabile di una delle logge della Re-pubblica del Titano.La serata si è conclusa con un’agape bianca in un noto ristoran-te di Pesaro.

ROMA – Due le lezioni magistrali tenute nei mesi scorsidalla Loggia romana “Dio e Popolo” (786) nella casa massonicadi Via Penta. La prima si è svolta il 19 febbraio con la conferenza del Gran Se-gretario Giuseppe Abramo su “Esoterismo e Simbolismo in Leo-nardo e nella sua opera”; il 19 marzo è stata invece la volta delGran Maestro Onorario Luigi Sessa che ha dibattuto il tema “IlProgetto Architettonico: dal Pavimento a Quadri alla Tavola daMaestro e al Quadro di Loggia”. Numerosa la partecipazione, in entrambe le occasioni, di fratellidelle logge romane.

ROMA (2) – Il tempio Garibaldi della casa massonica diVia Penta, gremitissimo di fratelli, ha accolto il 17 aprile il Gran-de Oratore Aggiunto Bent Parodi, da tempo annunciato nella ca-pitale, che ha tenuto, in una tornata a logge riunite, una confe-renza dal titolo “Il cammino del massone dall’Officina alla societàcivile”. L’incontro è stato organizzato dalle officine romane “Adria-no Lemmi” (789), “Italia Torrigiani” (170), “Galileo Galilei” (433),“Giustizia e Libertà” (767) e “Virtude e Conoscenza” (1098).Nel suo magistrale intervento, il fratello Parodi è partito dalle re-minescenze remote, illuminate dagli antichi Misteri, per arrivare,attraverso i dovuti richiami all’Illuminismo, alle attuali ragioni del-la validità della presenza massonica nella società civile.Erano presenti i Gran Maestri Onorari Aldo Chiarle e Luigi Sessa,il Gran Segretario Aggiunto per le Relazioni Esterne Gianfranco DeSantis, il Giudice della Corte Centrale Antonello Zucco, i GrandiRappresentanti Mario Salvetti, Giuseppe Selvaggi, Pierluigi Wink-ler, i Consiglieri dell’Ordine Enrico Sbaffi, Giancarlo Ronci e Ric-cardo Nasta, il Presidente e il Vicepresidente del Collegio circo-scrizionale del Lazio Bruno Battisti D’Amario e Francesco Lorenti,il Presidente delle Logge romane Valter De Dominicis e numerosifratelli in rappresentanza delle logge capitoline e della regione.La serata si è conclusa con un’agape fraterna.

SAMBUCA – “Richiamiamo all’attenzione dei nostri fra-telli il monito del Gran Maestro Gustavo Raffi: tenere alta la guar-dia da qualsiasi ingerenza nelle scelte del vivere civile, nessundorma!”. Questo è stato il richiamo del fratello Filippo Caldara,Maestro Venerabile della Loggia “Armonia” (1187) di Sambuca diSicilia (Agrigento) nella tornata rituale dello scorso aprile, in oc-casione della visita dei fratelli della Gran Loggia dello Stato di NewYork Biagio Valenti, Gran Portastendardo, Giuseppe Ventimiglia,ex Gran Rappresentante, Francesco Scaturro e Mario Zinerco, tut-

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ti membri della corposa delegazione guidata dal Gran MaestroNeal Bidnick che ha partecipato all’ultima Gran Loggia di Rimini.Le parole del Venerabile Caldara sono state riprese dal Gran Rap-presentante Giuseppe Lo Sardo, della Loggia “Concordia” (955)di Agrigento, che ha evidenziato quanto è stato fatto dall’attualeGran Maestranza per la difesa dei principi massonici, attraversoun clima di dialogo con le istituzioni e l’opinione pubblica. Un im-pegno che ha incrementato la considerazione dell’Istituzione an-che all’estero che, anzi, segue il Grande Oriente come esempio. Particolarmente sentito poi il ringraziamento espresso dai fratelliVentimiglia e Valenti che, dopo aver ricordato il particolare lega-me che unisce la Gran Loggia di New York al Goi, hanno auspica-to una sempre maggiore diffusione dei principi massonici incen-trata nel rispetto dell’uomo, senza alcuna distinzione.I lavori sono stati chiusi dal Venerabile Caldara esprimendo pa-role di elogio verso gli ospiti italoamericani e il fratello Lo Sar-do per il suo fondamentale contributo alla difesa della Massone-ria (ricordiamo il caso dell’Assemblea siciliana) Erano presenti alla tornata il Consigliere dell’Ordine FrancescoSammartano, che ha dato il benvenuto ai fratelli italoamericani,il giudice della Corte Centrale Enzo Lentini e i fratelli Andrea Ab-bruzzo, Lucio Sciortino e Lucio Pilotto, Maestri Venerabili dellelogge “Figli di Hiram” (368) di Menfi, “Francisco Ferrer” (908) diCastelvetrano e “Concordia” (955) di Agrigento. Numerosa, infi-ne, la presenza di fratelli appartenenti a officine delle provincedi Agrigento e Trapani.

Foto di gruppo dei fratelli italoamericani con la Loggia “Armonia” di Sambuca

VIBO VALENTIA – “Vorrai esprimere le mie più vi-ve felicitazioni al Maestro Venerabile della tua rispettabile Log-gia e il benvenuto ai 31 regolarizzandi, esprimendo loro la cer-tezza che troveranno nella loro nuova casa affetto, intelligenzae armonia. Vorrai dir loro che, grazie alla tua intercessione, pe-raltro ben motivata, hanno ottenuto in via del tutto eccezionale,di essere accolti tutti nella tua Loggia”. Sono queste le parole delmessaggio di augurio del Gran Maestro Gustavo Raffi che il Se-condo Gran Sorvegliante Ugo Bellantoni ha letto in apertura del-la solenne tornata realizzata il 27 aprile dalla Loggia vibonese“Michele Morelli” (153) nell’elegante struttura del 501 Hotel del-la città.Un tempio straordinariamente gremito di fratelli – schierati inpiedi, all’ordine, su impulso del Maestro Venerabile DomenicoCorigliano – ha riecheggiato queste parole che hanno consacra-to un evento straordinario, definito indimenticabile dallo stessoVenerabile e che rimarrà scolpito nella storia della Massoneriacalabrese e del Grande Oriente d’Italia.Come ha fatto cenno il Gran Maestro nel suo messaggio, i lavo-ri si sono svolti in tornata straordinaria per regolarizzare 31 fra-

telli, provenienti dalla Gran Loggia Regolare d’Italia, che hannoscelto di diventare parte integrante della Loggia “Michele Morel-li”. Alla cerimonia hanno preso parte, oltre al Secondo Gran Sor-vegliante Bellantoni, i Gran Maestri Onorari Ernesto D’Ippolito edEttore Loizzo, l’allora Gran Tesoriere Aggiunto Francesco Cristia-ni, i Grandi Ufficiali Domenico Macrì, Antonino Criseo e ToninoSeminario, il Presidente della Corte Centrale Tonino Perfetti, nu-merosi garanti di amicizia della regione e i rappresentanti dellaquasi totalità delle 60 logge calabresi.Questa regolarizzazione ha rappresentato il coronamento dellaperseveranza di chi, non cedendo dinanzi agli inauditi attacchiesterni, ha mantenuto fermo il proprio impegno nell’interesse ge-nerale dell’Istituzione. “Nessuno avrebbe immaginato quattordici anni fa una cosa simi-le – ha dichiarato il Maestro Venerabile Corigliano – quando nel-l’aprile del 1993 il transfuga Gran Maestro Di Bernardo abbando-nava la guida del Grande Oriente lasciandolo nel guado, nel ten-tativo di frantumarlo. Oggi il Goi è più forte e prestigioso di pri-ma: questa è la giusta ricompensa per gli uomini giusti e di buo-ni costumi”.Insomma, Vibo Valentia e, per essa, la più antica delle sue logge(la “Morelli” è stata fondata nel 1793), è protagonista di questariconciliazione con la storia, riallacciando un filo traumaticamen-te spezzato e recuperando la dovuta armonia nel segno della fra-tellanza universale.Ma la tornata del 27 aprile è stata ricca di altri eventi. Nel corso deilavori il fratello Fiorenzo Corbo della Loggia “Garibaldi” della GranLoggia dello Stato di New York è stato nominato membro onorariodell’Officina a dimostrazione, secondo lo stesso Venerabile, “dell'u-niversalità dei valori di fratellanza e di amore che uniscono tutti ifratelli sparsi per il mondo“. Ed ancora, i fratelli Francesco Cortesee Antonino Profiti hanno ricevuto l'onorificenza dell'Ordine “Gior-dano Bruno - Classe Argento” conferita dal Gran Maestro Raffi.A fare da corona alla serata, le profonde riflessioni del GrandeOratore Aggiunto Bent Parodi contenute in una sua tavola sul “mi-stero”. “Mistero – spiega il Grande Oratore Aggiunto – è paro-la che ci deriva dal greco mysterion, termine, a sua volta, soli-dale con mystes, ‘l’iniziato’, e con mystokos, la ‘proprietà dell’i-niziato’. Così, il misticismo, in senso stretto, è la ‘condizione del-l'iniziato’, il suo modo rinnovato di vivere la realtà, di porsi inessa. II mistero è un’esperienza conoscitiva, esso comporta l’in-vito alla realizzazione metafisica, cioè al ‘conoscere’ come pro-cesso di essenziale identificazione tra soggetto ed oggetto”.A chiusura di lavori il Maestro Venerabile Corigliano ha rivolto unparticolare ringraziamento al Secondo Gran Sorvegliante Ugo Bel-lantoni “senza la cui guida – ha ricordato – e comprovata saggez-za e operatività, questa magica serata non avrebbe avuto luogo”.

Un momento dei lavori. In primo piano, da sinistra, il presidente dellaCorte Centrale Perfetti e il Secondo Gran Sorvegliante Bellantoni

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Alcune settimane fa, il professor Enzio Vol-li, avvocato e docente universitario che al-l’età di 85 anni mantiene un’invidiabile vi-talità fisica e mentale, è stato nominatoGran Maestro onorario del Grande Orien-te d’Italia. Un triestino, dunque, ai verticinazionali della Massoneria italiana. La de-signazione ci ha indotto a parlare nuova-mente di questo mondo, sul quale aveva-mo già puntato i riflettori nell’autunno2005. A quasi 300 anni dalla sua nascita uf-ficiale, la Fratellanza conserva il fascinodell’arcano e vede ancora fiorire numero-se leggende sul suo conto, anche se In-ternet sta sfondando sempre più muri el’impegno massonico al segreto ed alla ri-servatezza è ogni giorno più difficile. In-ternet è una grande risorsa, ma bisognavalutare con il dovuto distacco tutto quel-lo che vi si trova. Proprio sulla Massone-ria la rete è piena (soprattutto nei siti inlingua inglese) di notizie fantasiose e vo-lutamente diffamatorie, che non hanno ri-scontri probatori.

Cerchiamo allora di parlare della Fratel-lanza tenendoci ancorati alla realtà e par-tendo da un fatto di cronaca come i lavo-ri della Gran Loggia 2007, svoltisi in apri-le a Rimini, nel corso dei quali è avvenu-ta la nomina di Volli alla massima caricaonorifica del Grande Oriente d’Italia. L’ap-puntamento in terra romagnola è stato de-dicato alla ‘pedagogia delle libertà’ e havisto la presenza di delegazioni di 30 GranLogge straniere provenienti da Europa,Africa e America. L’evento è stato accom-pagnato da una serie di mostre sulla spe-dizione dei Mille e sui cimeli garibaldini,dal momento che quest’anno ricorre il bi-centenario della nascita di Giuseppe Gari-baldi, che fu Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia.Il Grande Oriente è la più antica delle treobbedienze massoniche presenti nel no-stro Paese ed anche quella che conta ilmaggior numero di aderenti.(...)Andiamo ora ad analizzare questo mondosul piano locale. II Grande Oriente d’Italia

conta a Trieste 6 logge peralcune centinaia di ade-sioni. Le logge si chiama-no Italia, GuglielmoOberdan, Nazario Sau-ro, Alpi Giulie, Giusep-pe Garibaldi e Ars Re-gia. Notevole è il rife-rimento ai personaggidel Risorgimento edell’Irredentismo, ariprova del ruoloche ebbe la Massoneria nelricongiungimento di Trieste all’Italia. Unanno e mezzo fa, quando facemmo il pri-mo servizio sulla Massoneria, il Goi aprìai “profani’ le porte del tempio di CorsoSaba. A quell’evento, che registrò unagrande partecipazione di pubblico, si rife-riscono molte delle immagini a corredo diquesto nostro servizio. Ora i triestini delGrande Oriente hanno una ragione di or-goglio in più con la nomina del professorEnzio Volli a Gran Maestro Onorario. (...)

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La copertina del periodico trieststato pubblicato un ampio serv

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CCoossaa vvoolleevvaa ffaarree ddaa ggrraannddee??Non ricordo.CCooss’’èè ddiivveennttaattoo??Un ingegnere chimico, che ha lavoratosia in una fabbrica sia nel mondo dellaricerca. E poi un avvocato e un docenteuniversitario di diritto della navigazione.SSttaattoo dd’’aanniimmoo aattttuuaallee..Sconforto per la situazione generale delPaese, che ha abbandonato l’impegno ci-vile degli anni della Resistenza. Ma anchefiducia che ci siano le basi cui fare appel-lo per riscoprire i valori dell’illuminismoe creare un baluardo sia contro il nuovooscurantismo, sia contro una visione me-ramente economicistica della vita.UUnn vviizziioo ee uunnaa ppaassssiioonnee..Il lavoro, lo studio, la volontà di cono-scere sempre più sono sia un vizio cheuna passione.LL’’uullttiimmoo ppeennssiieerroo pprriimmaa ddii ccoorriiccaarrssii..Leggo molto di sera e quindi cerco di

trarre una sensazione dalle coselette.CCoossaa llaa ffaa ffuuggggiirreeddaa uunn uuoommoo??L’arroganza, l’i-gnoranza, la falsitàe la disonestà.CCoossaa llaa ffaa ffuuggggiirree ddaauunnaa ddoonnnnaa??Le stesse cose e in piùl’alterigia. L’incontroche le ha cambiato lavita. La mia vita è cam-biata più volte. Incontriimportanti sono statiquelli con il premio No-bel Ruzika, che mi ha in-segnato a vedere i feno-meni della natura, e conUgo La Malfa, che fu in car-cere con mio padre.CChhii vvoorrrreebbbbee iinnccoonnttrraarree ddiinnuuoovvoo??Fernando Schiavetti, che ne-gli Anni Venti fu segretario na-zionale del Pri. A Zurigo la sua

abitazione divenne la mia seconda casa.AA ccoossaa nnoonn rriinnuunncceerreebbbbee??Alla mia libertà di pensiero e di azione,all’imperativo categorico della mia co-scienza.DDoovvee vvoorrrreebbbbee rriiffuuggiiaarrssii??Mi sento bene nelle città, dove vedo lavita pulsare. Penso a Parigi o Buenos Ai-res.

PPeerr cchhee ccoossaa ssii sseennttee ““ddii ddeessttrraa”” ee ppeerrcchhee ccoossaa ““ddii ssiinniissttrraa””??Non mi sento di destra. Se la sinistra si-gnifica libertà, eguaglianza e fratellanza,allora mi sento di sinistra, altrimenti no.LLaa ccoommppaaggnniiaa iiddeeaallee ppeerr uunnaa cceennaa iimm--ppoorrttaannttee..Bili Clinton, Carlo Azeglio Ciampi o RitaLevi Montalcini.CCoossaa llee ffaa ppiiùù ppaauurraa??Il ritorno del fascismo e del nazismo e laperdita della libertà. Qualche anno fa hoavuto la sensazione che l’Italia stesse av-viandosi a diventare un regime. Ora, perfortuna, il clima è migliore.UUnn ccoonnssiigglliioo cchhee nnoonn hhaa aassccoollttaattoo..Quello di mettermi a riposo e di stare piùtranquillo.CCoossaa nnoonn rriiffaarreebbbbee??L’essermi estraniato dal tentativo di por-tare un contributo concreto alla vita pub-blica.UUnn lliibbrroo..“Il gioco delle perle” di Hesse.UUnn ffiillmm cchhee llee hhaa llaasscciiaattoo iill sseeggnnoo..“La Strada” di Fellini.SSee ssii ttrroovvaassssee aallll’’iimmpprroovvvviissoo aa vviinncceerreeuunnaa ggrraannddee ssoommmmaa ddii ddeennaarroo......Comprerei molti libri, concentrerei l’atti-vità professionale su alcune cose e ritor-nerei a scrivere.PPeerr ccoossaa llaasscceerreebbbbee TTrriieessttee??Solo per un incarico che mi dovesse fa-gocitare...PPeerr ccoossaa rriimmaarrrreebbbbee aa TTrriieessttee??E’ una città a misura d’uomo, con tradi-zione, storia e cultura.IIll ccoonncciittttaaddiinnoo cchhee llee iissppiirraa ppiiùù ssiimmppaattiiaa..Margherita Hack.CCoossaa rriittiieennee ssoottttoovvaalluuttaattoo iinn cciittttàà??Il suo futuro, che a mio avviso è nel por-to.LL’’ooppeerraa ppuubbbblliiccaa mmeegglliioo rriiuusscciittaa aa TTrriieessttee??Piazza Goldoni è diventata un lager, Piaz-za Vittorio Veneto un deserto e le Riveun’autostrada...UUnn ppoossttoo cchhee aammaa ffrreeqquueennttaarree??Piazza Unità e la riviera di Barcola.CCoossaa ccaammbbiieerreebbbbee ddeell ssuuoo ffiissiiccoo??A 85 anni è un po’ difficile... LL’’eerrrroorree cchhee ffaa ppiiùù ssppeessssoo??Sono troppo impulsivo.PPeerr ccoossaa vvoorrrreebbbbee eesssseerree rriiccoorrddaattoo??Per aver cercato di ridare alla città laconsapevolezza del suo futuro, che è nelporto.

Paolo Zeriali

A 85 anni, En-zio Volli parlacome un fiumein piena e sisposta nel suostudio con pas-so spedito. E’una miniera diricordi, rifles-sioni e critichesul passato esul presente. Ditutto quello che ha detto, ci ha colpitoin particolare un pensiero. “Noi siamofalliti – ha affermato, riferendosi allasua generazione – perché non abbiamodato corpo alle speranze del dopoguer-ra, non siamo riusciti a fare dell’Italia unPaese veramente moderno e una societàpiù giusta”. Parole chiare e decise, masoprattutto coraggiose, in netta contro-tendenza con il leitmotiv di una geron-tocrazia nazionale e locale impegnatacontinuamente ad autoincensarsi, a dire“quanto siamo stati bravi noi che ab-biamo ricostruito l’Italia e quanto sonoincapaci i giovani d’oggi...”. Volli non lapensa così e a 85 anni non si culla nel-le nostalgie, ma guarda al futuro. Anchese il suo passato è ricco e intenso. Com-prende la persecuzione nazifascista, chelo portò a concludere esule a Zurigo glistudi universitari di chimica. Una pagi-na di vita cui seguì l’impegno nella ri-cerca scientifica a fianco del professorRuzika, vincitore del Premio Nobel pergli studi sul testosterone. Il gruppo dicui faceva parte Volli lavorava sui tri-terpeni (molecole con 30 atomi di car-bonio) e sulla vitamina D.Poi si aprì un altro capitolo nell’esisten-za del professionista triestino. Conseguìla laurea in Legge per diventare quindidocente universitario e uno dei massimiesperti mondiali di diritto marittimo. Ilsuo ingresso nella Massoneria risale acirca mezzo secolo fa. Gli anni intensiche lo videro protagonista anche sul pia-no civile. Più tardi andò in sonno, ossianon svolse più attività massonica, finoal risveglio di circa un anno fa, dovutoalla sintonia di Volli con l’azione delGran Maestro Gustavo Raffi e con il suomodo di intendere l’azione della Mas-soneria. E lo stesso Raffi, del resto, haspeso non poche parole di stima neiconfronti del professionista triestino, de-

stino Zeno. All’interno èvizio sulla MassoneriaGrande Oriente d’Italia

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LL’’IINNTTEERRVVIISSTTAAII

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Convegno sulla bioetica organizzato dalla Massoneria Umbra

“Libertà di ricerca scientifica”PERUGIA – “Sui temi della bioetica la Chiesa cattolica ha certa-mente tutto il diritto di richiamare i suoi fedeli alle proprie ve-rità, alla sua teologia, alla sua morale. Crediamo che sia inveceinaccettabile che essa ritenga di poter assumere una tutela mo-rale sulla libertà di coscienza di tutti gli italiani, e soprattuttodel loro stato, in modo che le sue leggi non siano conformi aiprincipi di laicità riconosciuti dalla Costituzione Repubblicana,ma a quelli dell’autorità religiosa”: lo ha afferrmato il Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, GustavoRaffi.Presente alla “Giornata della Bioetica” organizzata ieri a Perugiadalla Massoneria umbra. Raffi ha ribadito che “non è ammissi-bile che una sola pretesa verità assoluta possa essere impostaalla comunità civile come l’unico vincolo etico-morale da accet-tare senza deroghe. L’esercizio delle proprie convinzioni senzavincoli teologici da imporre agli altri: questa è per noi Massonilibertà nella diversità”.“Nel nostro Paese – aggiunge Raffi in una dichiarazione – nonsolo vige una delle peggiori normative rispetto alla ricercascientifica concernente i diversi aspetti della genetica e della fe-condazione artificiale, ma si è tecnicamente dichiarato che la fe-condazione eterologa sarebbe un reato per puri motivi legati aduna posizione teologica specifica, non condivisa né dalla comu-nità scientifica né da una parte della stessa Chiesa cattolica”.“Come Massoni – conclude Raffi – ci sentiamo oggi profonda-mente colpiti dall’inadeguatezza con cui aspetti etici fondamen-tali per tutta la nostra società vengono di fatto trattati. Ogni te-ma cruciale diventa oggetto di un negoziato tra teologia e mon-do laico, tra proclami da crociata e richiami al dogmatismo re-ligioso e accordi più o meno sottobanco, in un mercato delle li-bertà che ci appare inqualificabile”.Dopo il saluto del presidente del Collegio Fulvio Bussani, han-no preso la parola: Chiara Tonelli, Ordinario di Genetica dell’U-niversità di Milano (Ogm: la ricerca scientifica a favore della vi-ta); Brunetto Chiarelli, Ordinario di Antropologia ed Etnoetno-logia dell’Università di Firenze (Le basi biologiche dell’etica equelle storiche della morale); Massimo Donà, Ordinario di Filo-sofia Teoretica dell’Università “Vita-Salute San Raffaele” di Mila-no (Libertà e autonomia dell’Individuo); Giulio Giorello, Ordina-rio di Filosofia della Scienza dell’Università di Milano (La deci-sione libera e razionale). Il Gran Maestro Raffi ha chiuso quindii lavori che sono stati coordinati da Adolfo Puxeddu, presidedella Facoltà di Medicina dell’Università di Perugia e presidente

del Comitato Etico della Regione umbra.In mattinata si è svolto un altro convegno sulla bioetica, que-

finendo la sua nomina a Gran Maestro onorario “un giustoriconoscimento che premia, da un lato, gli alti meriti di En-zio Volli, studioso di fama internazionale, dall’altro, il gran-de testimone dei valori della laicità, protagonista della bat-taglia per una democrazia compiuta e fautore di un dialogoserrato e costruttivo per la difesa della dignità e della libertàdell’uomo”.Del pensiero di Volli colpisce anche il suo grido di allarmesul possibile ritorno di un regime illiberale in Italia, un ti-

more che il docente percepì solo alcuni anni fa. Non è sta-to certo l’unico a usare la parola “regime”, nell’ultimo de-cennio questo termine è stato impiegato di frequente sullepagine dei giornali o alla tv. Ma quando ad agitare lo spet-tro di una dittatura è un giovane o magari una cinquanten-ne che non ha mai vissuto la guerra, si può pensare che vo-glia ricorrere a un’iperbole per dare forza al discorso. Quan-do a lanciare tale allarme è una persona che il fascismo e ilnazismo li ha conosciuti bene come Enzio Volli, c’è da ri-flettere seriamente.

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IL SEMINARIO Al Turreno

Oltre 500 studentiparlano di bioetica

C’erano oltre cinquecento studenti arrivati da tutta l’Um-bria, ieri mattina al Turreno, per partecipare al seminariosu “Libertà della vita, libertà di ricerca nella società dellaconoscenza” che ha segnato l’avvio della “Giornata dellaBioetica”. Un’iniziativa ad ampio raggio che è proseguitanel pomeriggio con la proiezione del documentario di AlGore, “Una scomoda verità”, e poi con il convegno allaSala dei Notari su “La centralità dell’Uomo tra ricerca edetica delle decisioni” organizzato dalla Massoneria umbradel Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.I lavori si sono aperti in mattinata con il saluto di Rober-to Momi, presidente dell’Associazione “Giordano Bruno,filosofo del divenire” che ha organizzato il seminario eche si è rivolto ai ragazzi (“forse l’ultima generazione uti-le per salvare il pianeta”) per spiegare il senso della bioe-tica, “scienza del comportamento da tenere perché l’uomonon vada incontro alla propria autodistruzione” e per sot-tolineare l’importanza di un incontro tra scienza e filoso-fia. Ha poi rivolto un appello alle autorità per l’introdu-zione di un’ora di bioetica nei programmi scolastici. Nelpomeriggio la “Giornata” è proseguita alla Sala dei Nota-ri. Presente anche il Gran Maestro Gustavo Raffi che hasottolineato che “non è ammissibile che una sola pretesaverità assoluta possa essere imposta alla comunità civilecome unico vincolo etico-morale da accettare senza dero-ghe”. A suo avviso “sui temi della bioetica la Chiesa cat-tolica ha certamente tutto il diritto di richiamare i suoi fe-deli alle proprie verità, alla sua teologia, alla sua morale.Crediamo che sia invece inaccettabile che essa ritenga dipoter assumere una tutela morale sulla libertà di coscien-za di tutti gli italiani, e soprattutto sul loro stato”.

Perugia, 16 maggio 2007

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sta volta su iniziativa dell’AssociazioneCulturale Giordano Bruno. Si è trattatodel seminario “Libertà della vita, libertàdi ricerca nella società della conoscen-za” che si è svolto al Teatro Turreno edera destinato a studenti e docenti dellescuole secondarie superiori dell’Umbria.Ai partecipanti sono stati rilasciati atte-stati dei crediti formativi. Oltre a Giulio

Giorello e Chiara Tonelli, in programmacome relatori nel convegno del pomerig-gio, è intervenuto lo zoologo Quirico Pi-risinu.A conclusione dei lavori è stato proietta-to il film “Una scomoda verità”, vincitoredell’Oscar 2007 come miglior documenta-rio, voluto e realizzato dall’ex vicepresi-dente degli Stati Uniti Al Gore per rap-

presentare la nuova presa di coscienzaglobale dei problemi della bioetica, so-prattutto dell’ambiente.La manifestazione, sostenuta in primoluogo dal Collegio Circoscrizionale del-l’Umbria, ha ricevuto il patrocinio dellaRegione Umbria, della Provincia e delComune di Perugia e della Provincia diTerni.

PERUGIA – Se parlate con un tifoso ju-ventino accanito non vi potrà mai diremale della propria squadra. Pur di non in-fangare la propria formazione del cuorefarà finta che Moggi non ha mai diretto lasocietà bianconera. Quindi non c’è nullada stupirsi se il Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, Gu-stavo Raffi, all’inizio del suo discorsopunti tutto sul valore storico, culturale esociale della Massoneria, Una “puntata”che si voglia oppure no risulta essere vin-cente e difficilmente confutabile. D’altron-de il binomio Massoneria-Risorgimentoitaliano parla da solo. “La Massoneria èuna grande scuola di vita per la forma-zione dell’individuo. Ma se fosse soloquesto sarebbe una filosofia riduttiva. Purdando massima attenzione all’uomo, allasingolarità, la Massoneria ha un obiettivoche si porta dietro da sempre: creare ipresupposti di società civile in grado diessere protagonista e positiva per tutta lasocietà dell’uomo”. Raffi non si limita al-la teoria ma presenta anche qualcheesempio che svela anche la sua influenzanon solo in ambito nazionale. “Non mol-to tempo fa ascoltando il presidente delMontenegro – spiega – ho avuto ancorala conferma, anche se non ne avevo bi-sogno in fin dei conti, di capire le dina-miche sociali che da sempre ispirano edanno un ruolo alla Massoneria. II presi-dente infatti dopo essere stato in gradodi portare la propria nazione all’autono-mia dalla Serbia, mi spiegava che la dif-ficoltà maggiore sarebbe stata nel creareuna classe dirigente e una società civile in

grado di guidare il proprio Paese. LaMassoneria non è anti-sistema ma è ilcollante di un sistema che forgia la so-cietà civile. Il concetto di solidarietà, difratellanza e appartenenza alle proprieradici sono valori dei massoni da sem-pre”. E proprio sulle radici quello che inmolti considerano un vero e proprio an-ti-Stato va a braccetto con i rappresen-tanti dell’istituzione Italia. “Quando ilpresidente Ciampi parlava di senso di ap-partenenza, di culto della bandiera e delsentirsi italiano, noi non potevamo nonessere con lui. In questi anni si è rischia-to di perdere quel patto di fratellanza trauomini che vivono lo stesso territorio. Unrischio difficilmente sopportabile per tut-ti”. Ma Raffi sa che a Perugia sono anchein molti quelli che non vedono la Masso-neria di buon occhio. Che anzi, spessoanche con qualche episodio più che veri-

ficato, associa il movimento al potere chetutto comanda in regione. “Spesso si faconfusione e si vuole fare confusione. Lefaccio un esempio: in molti quando sen-tono la canzone popolare Bandiera Rossapensano che si tratti di un movimentocomunista. Invece no, è una canzone ga-ribaldina che, se permette, non è la stes-sa cosa”. Si procede ad esempi e para-goni con Raffi anche quando gli si conte-sta che un po’ di storia italiana è segna-ta da massoni deviati o che hanno cerca-to di fare carriera proprio sfruttando lafratellanza del movimento. “Ciò che dicenon è completamente estraneo. Ma io al-lora le dico: se un prete commette deireati nessuno dirà che tutta la Chiesa, in-tesa come istituzione, è corrotta. E noimassoni a differenza della Chiesa nonabbiamo neanche l’obbligo di riportaresulla retta via anche la pecorella smarri-

rassegna stampa

rassegna stampa16 maggio 2007

Intervista al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi

“La Massoneria non è il malema cementa la società civile”

SCIENZA E FEDE

La Chiesa cattolica e libertà dicoscienza

ASSISI – “Sui temi della bioetica la Chiesa cattolica ha certamente tutto il diritto dirichiamare i suoi fedeli alle proprie verità, alla sua teologia, alla sua morale. Cre-diamo che sia invece inaccettabile che essa ritenga di poter assumere una tutelamorale sulla libertà di coscienza di tutti gli italiani”. La replica alla Chiesa da par-te del Gran Maestro Gustavo Raffi è arrivata al termine della “Giornata della bioe-tica” organizzata a Perugia dalla Massoneria umbra. “Non è ammissibile che unasola pretesa verità assoluta possa essere imposta alla comunità civile come l’unicovincolo etico-morale da accettare senza deroghe. L’esercizio delle proprie convin-zioni senza vincoli teologici da imporre agli altri: questa è per noi Massoni libertànella diversità”. (Ni.Bo.)

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ta. lo l’ho dettoanche al Sud seuno dei fratellicommette deglierrori noi nonaspettiamo nean-che i tre gradi digiudizio, scattaimmediata la so-spensione”. Ed aquesto punto, seuno volesse pren-dere per oro cola-to le parole diRaffi, allora per-ché la Massoneriasi è fatta una cat-tiva nomina incerti ambienti?“Per cinquant’anninon si è capitol’importanza dellacomunicazione edell’essere apertialle persone, atutte le persone. Ilsilenzio destasempre sospetto,anche se nel casonostro ingiustifi-cato”. Ora il silen-zio sarebbe stato riempito dal dialogo cheRaffi, con il suo fare da avvocato, conclu-de spiegando che è l’unico mezzo per laMassoneria per incanalare il loro pensie-ro. Come per il tifoso della Juventus il ta-lento della propria squadra è stato l’uni-co mezzo per vincere gli scudetti. Forsesi, forse no. Nicola Bossi

SOSPETTI

“Non c’è nessuncollegamentocon il casoNarducci”Non è il suo argomento preferito e nean-che dell’istituzione che rappresenta, ma ilGran Maestro del Grande Oriente d’Italia,Gustavo Raffi, non si sottrae a parlare delcaso Narducci. Un’inchiesta giudiziaria cheha tirato in ballo la Massoneria considera-ta il cemento, in questo caso, di un pre-sunto intreccio di connivenze che avrebbepermesso di insabbiare la vera morte delmedico perugino al centro del terzo attodel Mostro di Firenze. “Non entro nel me-rito della vicenda giudiziaria – spiega Raf-fi – ma c’è da chiarire subito un aspettofondamentale: Francesco Narducci non èstato mai un iscritto alla Massoneria. Nonc’è un collegamento tra l’istituzione e ilcaso giudiziario. Gli eventuali comporta-menti dei singoli non possono e non de-vono intaccare le finalità della Massone-ria”. Raffi parla anche del dramma diun’inchiesta giudiziaria come quella del

caso Narducci. “Parlo da avvocato – conclude –, è sempre un dramma un’auto-psia a tanti anni di distanza. Si riaprono ferite che provocano un grande dolore al-l’interno della famiglia coinvolta. Anche per questo non entro nello specifico delcaso giudiziario in questione”. Nell’inchiesta condotta dal Pm, Giuliano Mignini, so-no partiti avvisi di garanzia a personaggi appartenenti – attivi o in sonno – adalcune logge. Personaggi che avrebbero collaborato tra loro per evitare l’autopsiasul corpo di Francesco Narducci.

rassegna stampa20 maggio 2007

Tornati all’ombra della Mole come fu nelgiugno di due anni fa, per il Bicentenariodel Grande Oriente d’Italia, i massoni pie-montesi hanno saputo mostrare di nonavere alcuna ribalta da temere. La corni-ce del Lingotto, più ampia e più presti-giosa di quella prescelta negli anni scor-si, è stata riempita e animata senza diffi-coltà dai partecipanti alla riunione ritualedelle logge comprese nella circoscrizionePiemonte e Valle D’Ansia. Centinaia i

“maestri venerabili”, e gli altri “fratelli”che si sono riversati nella Sala gialla delcentro congressi al fondo di via Nizza,cui nel tardo pomeriggio si è unita lagente comune, invitata ad ascoltare il di-scorso solenne che per tradizione vienetenuto dal Gran Maestro del Goi GustavoRaffi. A fare gli onori di casa, il presiden-te del Collegio circoscrizionale dei mae-stri venerabili piemontesi e valdostani,Piero Lojacono, che nella mattinata, nel

tempio grande che affaccia su piazza Vit-torio, aveva già accolto una delegazioneospite di questa edizione della “tornata”rituale. Si tratta dei rappresentanti delle14 logge italiane (una delle quali a Tori-no) intitolate a Giuseppe Mazzini. Cele-brazione nella celebrazione, dunque, unamaratona che ha alternato i momenti del-la tradizione a quelli della modernità,com’è l’allocuzione che il Gran Maestroda tempo ormai dedica anche al cosid-

Il Grande Oriente in Piemonte

Il Lingotto si è fatto tempio per il GoiCentinaia di massoni a Torino per la seduta a logge riunite diPiemonte e Valle d’Aosta

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detto “mondo profano”, ossia i non ap-partenenti alla massoneria.Nel suo discorso Raffi non ha rinunciato aconciliare attualità e principi, dedicandouna menzione anche a Henry John Wood-cock, il pm di Potenza titolare di un’in-chiesta sulla cosiddetta “massoneria de-viata” (come l’ha definita lo stesso magi-strato). Il pm ha chiesto a tutte le prefet-ture di fornire l’elenco completo dellelogge e dei loro affiliati, iniziativa che hastupito il capo della massoneria italiana,“poiché fa riferimento a una normativache non esiste più”, ma non lo ha scalda-to più di tanto. “Woodcock venga a pren-dere un caffè da noi – ha detto Raffi, se-rafico –. In una massoneria trasparente,com’è quella del Goi, certi personaggi nonsi intrufolano perché quelli prediligonol’occulto. E allora se si vuole stanare la

‘massoneria devia-ta’ non bisogne-rebbe cercarla trai galantuomini”.Il timore espres-so nei templi èche prevalga ladinamica delteoremi e “chegli elenchinon servanoa incrociaredei nomi,ma a raffor-zare supposizioni”.La risposta di Raffiresta comunquequella di sempre:“Replichiamo con lanostra trasparenza,

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Il Grande Oriente nelGiornale del Piemonte del

20 maggio con il richiamo inprima pagina

Il Presidente Lojacono

“Presto raggiungeremoquota 70”

E’ il regista del tradizionale appuntamento a logge riunite el’anima delle iniziative che negli ultimi anni hanno segnato ilpercorso del Goi in terra piemontese: Piero Lojacono, presi-dente del Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili diPiemonte e Valle D’Aosta, rappresenta una delle realtà mas-soniche più attive d’Italia. Le logge che fanno capo alla suacircoscrizione di qui a breve saliranno a 70 (due in più del-lo scorso anno) e gli iscritti a 1750. Eletto tre anni or sono,fu prima vicepresidente per un altro triennio e in quella ve-ste per sei mesi guidò il Collegio alla morte dell’avvocatoSilvio Pilocane. Forte di una lunga esperienza (“e di unagrande dedizione”, assicurano i fratelli che gli sono più vici-ni) a giugno si candiderà per succedere a se stesso.

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L’APERTURA AL MONDO DELLA SCUOLA

Sette vincitori per ilconcorso della“Ceccherini”Al vertice della classifica unallievo dell’ITC Quintino Sella. La gara giunta alla sua terzaedizioneSi chiama Luca Barone, studente dell’istituto tecnico com-merciale Quintino Sella, il vincitore del concorso che laLoggia ‘Tito Ceccherini’ ha rivolto agli allievi del quarto equinto anno delle scuole superiori torinesi. La gara, giun-ta alla sua terza edizione, quest’anno era dedicata al tema“Amore è...”, dopo quelli relativi alla felicità e all’amicizia.Dieci gli istituti partecipanti: i licei Alfieri, Cavour, D’Aze-glio, Copernico. Il liceo del Collegio San Giuseppe (deiFratelli delle Scuole Cristiane), gli istituti tecnici commer-

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con tutto quello che abbia-mo fatto negli ultimi anni ecol dialogo intrapreso conla società civile”. A Raffipiace la definizione dimassoneria come “agenziaetica” data al Goi dallostorico di area cattolicaPaolo Prodi. “E’ il ricono-scimento dell’aver favoritosempre il dialogo – diceRaffi – anche quello, oggipiù delicato, tra diversereligioni, nonostante il no-stro richiamo continuo aivalori della laicità“. Al ter-mine del discorso del GranMaestro sono stati premia-ti gli studenti vincitori delconcorse promosso dallaLoggia torinese ‘Tito Cec-cherini’.

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ciali Sommeiller e Quintino Sella, l’istituto tecnico industriale Enzo Ferrari, l’istituto internazio-nale e I’Athenaeum. Barone ha ricevuto ieri la notizia delta vittoria, in occasione della “tornataa logge riunite” della massoneria aderente al Goi in Piemonte e Valle d’Aosta. Domenica scorsanel tempio grande in piazza Vittorio Veneto 19 erano stati premiati tutti i 73 giovani partecipan-ti al concorso, i presidi dei dieci istituti e i professori che hanno fatto parte della commissioneesaminatrice degli elaborati. “Poiché anche questa edizione del concorso ha ricevuto il patroci-nio della città di Torino, era presente alla cerimonia Michele Coppola, vicepresidente del Consi-glio comunale – racconta Nino Di Leo, che della Tito Ceccherini è stato Maestro Venerabile edè giudice della corte centrale del Grande Oriente d’Italia -. Nella stessa occasione il preside delCopernico ci ha invitato a intensificare la nostra collaborazione con le scuole e sarò felice dimettere in campo iniziative che vadano in questa direzione”. Ieri invece il Gran Maestro del GoiGustavo Raffi ha premiato i sette vincitori e la preside del Quintino Sella, l’istituto che frequen-ta il ragazzo cui è stato assegnato il primo premio. Alla scuola del vincitore è andato un asse-gno da utilizzare per attività didattiche. In classifica, dopo Luca Barone. si sono piazzati MarcoBarone (Quintino Sella), Giulia Germano (Athenaeum), Silvia Gamba (Alfieri), Leslie LambertoLazzarino (D’Azeglio), Eugenio Bosco (Cavour) e Maurizio Borea (internazionale). “Sono grandila gioia e la soddisfazione per aver portato a compimento, per il terzo anno consecutivo, que-sta iniziativa – commenta Di Leo -. Dalla prossima edizione però passerò la mano a fratelli piùgiovani, in modo che possano, anche loro, operare per continuare a dar vita al nostro concor-so”. A sentire i promotori, l’iniziativa ha soprattutto contribuito ad aprire un dialogo tra la mas-soneria torinese e il mondo della scuola. “E ormai tanti giovani – assicura Di Leo – ci chiedo-no di collaborare con noi nelle nostre istituzioni umanitarie”.

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storia e cultura

Già negli anni passati qquuaallccuunnoo aattttrraavveerr--ssoo llaa ssttaammppaa hhaa vvoolluuttoo ppaarrllaarree ddii uunnaa mmiiaaiissccrriizziioonnee aallllaa MMaassssoonneerriiaa..La stessa avventura è stata vissuta damolti miei colleghi vescovi.Io però sono tra quelli che non hannosmentito ufficialmente e non sono ricorsiall’autorità giudiziaria. È facile compren-dere il motivo: quello di non offrire ai ca-lunniatori una qualunque veste ufficiale elasciare invece la calunnia relegata nelmondo dei sogni malevoli.SSee ggllii ooccccuullttii aaccccuussaattoorrii aavveesssseerroo vvoolluuttoorriiffeerriirrssii aa rraappppoorrttii ppeerrssoonnaallii oo ppaassttoorraalliiccoonn mmeemmbbrrii aanncchhee eelleevvaattii ddeellllaa MMaassssoonnee--rriiaa,, èè bbeennee cchhee ssii ssaappppiiaa cchhee hhoo sseemmpprreettrraattttaattoo ii ccoossiiddddeettttii lloonnttaannii ccoonn ttuuttttaa ll’’aatt--tteennzziioonnee,, iill rriissppeettttoo,, llaa lliibbeerrttàà cchhee èè lleeccii--ttoo aassppeettttaarrssii ddaa uunn pprreettee..Come segno di rispetto mi piace qui ri-cordare il delicato insegnamento di PaoloVI che ha educato a non qualificare nes-suno come “non credente“, ma a i vede-re in essi dei “credenti in valori umani“.IInn qquueessttoo cclliimmaa ll’’iinnccoonnttrr00 ccooii mmaassssoonnii e

anche con altri credenti in valori umani didiversa estrazione, èè ssttaattoo sseerriioo ee ccoorrddiiaa--llee,, ddeelliiccaattoo nneellllee ppoossiizziioonnii ee cchhiiaarroo nneell rrii--cchhiiaammoo aaii pprriinncciippii. Naturalmente lascian-do spazio all’amicizia personale e al rap-porto con le loro famiglie. Devo comun-que precisare che, mmeennttrree llee ddiissccuussssiioonniissii ssoonnoo ppiiùù vvoollttee rriippeettuuttee ssuuii mmoottiivvii ddeellllaassccoommuunniiccaa aaii mmaassssoonnii,, mmaaii ddaa ppaarrttee ddii lloo--rroo vvii ffuu llaa mmiinniimmaa pprreessssiioonnee cchhee ssppiinnggeess--ssee aa ssoottttoovvaalluuttaarree llee ddiissppoossiizziioonnii vvaattiiccaa--nnee nnéé ttaannttoommeennoo aadd uunn’’eevveennttuuaallee iissccrriizziioo--nnee aallllaa MMaassssoonneerriiaa.Mi piace qui ricordare un episodio di cuila stampa ha avuto notizie circa dieci an-ni fa e con un ulteriore ritardo di quasidieci anni lloo vvoogglliioo rriiccoorrddaarree ppeerrcchhéé,,qquuaallee pprreessiiddeennttee ddeellllaa CCoommmmiissssiioonnee EEppii--ssccooppaallee IIttaalliiaannaa,, ffuuii iinnvviittaattoo aa ppaarrtteecciippaarreeaadd uunn ppaarrttiiccoollaarree iinnccoonnttrroo..LLaa sseeddee nnoonn llaasscciiaavvaa ssppaazziioo aa ppeerrpplleessssiittàà,,ttrraattttaannddoossii ddeell cceennttrroo SSaann CCaalllliissttoo iinn zzoo--nnaa vvaattiiccaannaa eexxttrraatteerrrriittoorriiaallee.. II ccoommppaaggnniiddii llaavvoorroo,, aassssoolluuttaammeennttee qquuaalliiffiiccaattii,, iillpprrooffeessssoorr DDoonn NNeeggrrii,, mmeemmbbrroo ddeell ppoonnttii--

ffiicciioo ccoonnssiigglliioo ppeerr ii nnoonn ccrreeddeennttii,, eedd iillddoottttoorr SSaallvviinnii,, GGrraann MMaaeessttrroo ddii uunn’’iimmppoorr--ttaannttee llooggggiiaa mmaassssoonniiccaa iittaalliiaannaa.Anche straordinario e nuovo era l’argo-mento perché gli intervenuti dovevanopronunziarsi sulla possibilità di sollevaredalla scomunica i massoni cristiani. CCii ssiiddoovveettttee lliimmiittaarree aadd uunnoo ssccaammbbiioo ddii iimm--pprreessssiioonnii durante il quale si rivelò la ne-cessità, tra persone che non si erano maiincontrate, di sintonizzarsi anche sul vo-cabolario. DDeecciiddeemmmmoo ddii aaggggiioorrnnaarree llaasseedduuttaa aalllloo ssccooppoo ddii ddaarree ccoonnttiinnuuiittàà aall--ll’’aarrggoommeennttoo,, ccoossìì ggrraavvee......PPuurrttrrooppppoo ccoonnttiinnuuiittàà nnoonn vvii ffuu,, ffoorrssee ppeerrllaa mmoorrttee aa bbrreevvee ddiissttaannzzaa ddii PPaaoolloo VVII. Daallora nulla di nuovo in un clima che sidirebbe distaccato nelle ripetute confer-me di condanna dei massoni.Penso che lo spirito di obbedienza nonimpedisca di richiamare l’attenzione deiresponsabili sull’eventuale evoluzione diquesta realtà massonica.Non si chiede un aggiornamento di routi-ne o di ufficialità, quanto un’attenzione

… e in quel paese che si chiama“Massoneria”?Parla il vescovo emerito di Livorno Alberto Ablondi

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FIRENZE è oggi la città con più alta pre-senza massonica: 44 sono le logge delGrande Oriente d’Italia, 26 quelle dellaGran Loggia di Piazza del Gesù, per untotale di 1750 iscritti. E’ un primato cheaffonda le radici nel tempo: a Firenze vi-de la luce fra 1731 e 1732 la prima loggiamassonica italiana, fortemente avversatadalla Chiesa cattolica, ma bene accoltanegli ambienti della corte lorenese: lostesso sovrano, Francesco Stefano, era un

“fratello”. Difficile dunque conoscere afondo la storia della città, trascurandoquesta essenziale componente: oggi, invirtù dell’apertura degli archivi, volutadal Gran Maestro Gustavo Raffi, decisoad assicurare la massima pubblicità dellevicende della Massoneria, contro ogni re-taggio di segretezza e chiusura in se stes-si, è possibile ricostruire una storia pienadi connessioni, scientificamente seria, chetoglie alla Libera Muratoria i veli del mi-

stero per storicizzarla, evidenziandonel’impegno culturale, sociale, politico e ci-vile. E’ quanto accade nelle pagine delvolume su La massoneria a Firenze. Dal-l’età dei lumi al secondo Novecento, edi-to dal Mulino. Un’opera redatta a più vo-ci, a cura di Fulvio Conti (già autore del-la Massoneria a Livorno), fondata su unadocumentazione inedita e corredata daaccattivanti illustrazioni. Ricostruire, do-cumenti alla mano, le vicende della Mas-

Porte aperte nelle logge per capire la storia della cittàConcentrazione da primato con 1750 iscritti

severa obbligata moralmente dopo il grave ammoni-mento di Giovanni XXIII: per esso nnoonn ssii ddeevvee mmaaiiccoonnddaannnnaarree uunn mmoovviimmeennttoo ssoolloo ppeerr ggllii eelleemmeennttii ddeellssuuoo iinniizziioo ee ddeellllaa ssuuaa nnaasscciittaa.. BBiissooggnnaa iinnvveeccee ssccoopprrii--rree ee cceerrccaarree ddii ccaappiirree eevveennttuuaallii ggeerrmmii ee sseemmii ddii vveerriittààcchhee iieerrii nnoonn cc’’eerraannoo,, mmaa cchhee ooggggii ppoossssoonnoo eesssseerrccii;;cchhee ooggggii nnoonn ccii ssoonnoo,, mmaa cchhiieeddoonnoo ddiissppoonniibbiilliittàà ddii aatt--tteennzziioonnee ppeerr iill ffuuttuurroo eevvoollvveerrssii:: ssii ttrraattttaa iinnffaattttii ddii ddoott--ttrriinnee ee ddii mmoovviimmeennttii cchhee iimmpprreevveeddiibbiillmmeennttee ssvviilluuppppaa--nnoo vveerrssoo ffoorrmmee iinnaatttteessee,, aa vvoollttee ssoorrpprreennddeennttii..È in fondo quella attenzione che la virtù della Caritàanima e provoca.

DDaall lliibbrroo ddii mmoonnssiiggnnoorr AAllbbeerrttoo AAbblloonnddii ““SSaaggggii ddii EEssppeerriieennzzee PPaassttoorraallii..

MMaaii llaattiittaannttee,, nnéé iinnvvaaddeennttee...... uunnaa CChhiieessaa””

Monsignor Alberto Ablondi è nato a Milano il 18 dicembre 1924. Ordi-nato sacerdote il 31 maggio 1947 dopo aver compiuto gli studi a Venti-miglia, si è laureato in Lettere classiche con specializzazione in Ar-cheologia (1947), in Filosofia (1950) e in Giurisprudenza (1955). Dal 1947ha svolto il ministero come Cappellano nella Parrocchia della vecchiaSanremo e ha insegnato Letteratura e Filosofia in Seminario e Religioneal Liceo. Dal 1952 al 1966 ha svolto il ministero come Parroco di SantaMaria degli Angeli in Sanremo e ha continuato a insegnare Religione alLiceo.Eletto alla Chiesa Titolare di Mulli il 9 agosto 1966 e consacrato Vesco-vo il 1° ottobre 1966, ha svolto il suo ministero come Vescovo Ausilia-re di Livorno e Amministratore Apostolico di Massa Marittima. E’ di-ventato Vescovo di Livorno il 26 settembre 1970.E’ stato presidente mondiale WCFBA della Federazione Universale Cat-tolica per l’Apostolato Biblico (1994-96), vicepresidente mondiale perl’Europa delle Società Bibliche (1984-96).Membro del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, Grande Ufficia-le dell’Ordine del Santo Sepolcro, Grande Ufficiale al merito della Re-

pubblica, nonché Cittadino Onorario di Livorno, è stato vicepresidente della Cei dal 1998 al 2000, presidente della Commissio-ne della Cei per l’ecumenismo per tre turni triennali e di quella per la dottrina della fede per altri due trienni. Il 4 novembre1996 è stato nominato “Artigiano della Pace”. Dal 2000 è presidente del Ce.Do.Mei e vescovo Emerito di Livorno.

L’esperienza pastorale di monsignor Ablondi è raccontata in 260 pagineche esprimono lo spirito di un uomo dedicatosi, per tutta l’esistenza, almondo e alla fede religiosa.Per questo servizio il vescovo Ablondi non ha esitato a salire, in puro sti-le Sister Act, sul sedile posteriore di una motocicletta guidata da una suo-ra, per presentare la nuova traduzione interconfessionale del Vangelo nelVietnam ancora comunista. Non si è tirato indietro nemmeno quando si ètrattato di esporsi, da vescovo, in un conflitto sindacale o in un funerale ci-vile. La chiarezza di pensiero, “l’attenzione, il rispetto, la libertà che è le-cito aspettarsi da un cristiano“, gli ha consentito di far crescere con pa-zienza la comunità cattolica di Livorno, e di raggiungere tutti – gli altri cri-stiani, gli ebrei, gli assenti per i più vari motivi (Don Ablondi non li chiamalontani), i credenti in valori umani (come Paolo VI preferiva definire i noncredenti), non esclusi i massoni – instaurando, da vescovo, un dialogo eun’amicizia che consente di non ignorare, e se necessario puntualizzare, ciòche divide, ma concentrarsi, con speranza e fiducia, su ciò che unisce.

Monsignor Ablondi alla incoronazione del nuovo PatriarcaOrtodosso Armeno, in rappresentaza di papa Giovanni Paolo II

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storia e cultura20 maggio 2007

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soneria fiorentina, significa in senso piùampio raffigurare un affresco della città,nel divenire delle classi dirigenti e dei ce-ti popolari, del diffondersi delle reti as-sociative e della selezione della classepolitìca, delle forme di circolazione delleidee e del progressivo strutturarsi dellasocietà civile e dell’opinione pubblica.Chi erano i massoni fiorentini? Non sem-pre gli stessi, ovvero – tabelle alla mano– non appartenenti alle stesse classi so-ciali. In età napoleonica prevalgono icomponenti della nobiltà; dopo la Re-staurazione si delinea all’interno dell’as-sociazione la natura interclassista, conesigua componente popolare e ampiaprevalenza dei fratelli “artigiani”, inrealtà piccoli imprenditori e proprietari.Dopo l’Unità la Massoneria diviene luogoprivilegiato di aggregazione dei ceti me-di emergenti, la piccola borghesia laicaimpegnata a combattere l’egemonia eco-nomica, politica e culturale dell’aristocra-zia fondiaria, orientata verso la Chiesacattolica e permeata di robusti valori re-ligiosi.Si accentua, nel periodo ri-sorgimentale e post-unita-rio, l’anticlericalismo esa-sperato dall’intenso spintopatriottico: Garibaldi èGran Maestro proprio allavigilia del trasferimentodella capitale a Firenze(1864) e numerosi “fratel-li” fiorentini militerannonelle sue file, sia nellaguerra dei 1866, che por-terà alla liberazione delVeneto, sia – l’anno suc-cessivo – nella sfortunataavanzata su Roma, arre-stata dai francesi a Menta-na. Fra gli affiliati allaLoggia fiorentina Concor-dia, la più prestigiosa, cheseguono il generale nel1866, vi è un personaggiodestinato a lasciare unatraccia profonda nella vitaculturale cittadina: Frede-rick Stibbert, il ricco fi-nanziere e collezionistaitalo-inglese che in oltremezzo secolo di viaggiavrebbe messo insieme lastraordinaria raccolta diarmi e armature conserva-te nel museo che ne portail nome. Filantropismo,mutuo soccorso, solidari-

smo e assistenzialismo rappresentanol’altro elemento caratterizzante l’impegnodella Massoneria fiorentina fra Ottocentoe Novecento.Eredità di impronta mazziniana: si pensialla Fratellanza artigiana, associazioneassai ramificata fra i molteplici mestieridella popolazione cittadina, che ponevaal primo posto nei propri statuti lo scopodell’istruzione delle classi popolari. Unterreno di difficile penetrazione, quellodella conquista dei ceti più poveri: laMassoneria si trova a competere con lacrescente organizzazione del movimentosocialista, e soprattutto con le tradiziona-li istituzioni benefiche e caritative dellaChiesa rafforzate dalle nuove forme di at-tivismo e di intervento sociale dei catto-lici, la cui espressione più autorevole ediffusa fu la Società San Vincenzo de’Paoli.Il filo rosso continua, con le prime giuntecomunali dei partiti popolari (nel 1902 èsindaco Silvio Berti, primo “non patrizio”alla guida della città, mentre a Roma do-mina in Campidoglio il Gran Maestro Er-

nesto Nathan), con la guerra e il dopo-guerra, con gli anni difficili del fascismo...Non solo. Per la prima volta si varca il li-mite del secondo conflitto mondiale eFulvio Conti affronta gli anni della rina-scita, dopo l’agosto del ‘44, con la nettascelta antifascista, requisito fondamenta-le per essere ammessi alla loggia. E’ que-sto l’elemento che consente la presenza,fra gli iscritti, di esponenti dei mondo so-cialista e comunista. Con il paradosso chein quegli anni “coesistono” nelle liste de-gli adepti alla Massoneria personalitàspiccatamente conservatrici, come il figliodi Dino Perrone Compagni, uno degli ar-tefici del fascismo fiorentino, accanto a fi-gure del mondo democratico e progressi-sta come Ernesto e Menotti Riccioli, o co-me Nedo Fiano, uno dei pochi sopravvis-suti di una famiglia ebraica annientata neilager.Il libro arriva agli anni di La Pira, checoincidono con una nuova stagione nellastoria della Massoneria fiorentina. Maquella storia resta ancora da ripercorrere.

Cosimo Ceccuti

FIRENZE – In libreria dal 10 mag-gio, il volume “La massoneria aFirenze. Dall’eta dei Lumi al se-condo Novecento”, edito dal Mu-lino a cura dello storico FulvioConti, è stato realizzato su ini-ziativa del Consiglio dei maestrivenerabili di Firenze e del suopresidente Moreno Milighetti incollaborazione con le associazio-ni Albizi 18 e Fratellanza Fiorenti-na onlus. La sua prima presenta-zione si è svolta il pomeriggiodel 14 maggio presso l’Audito-rium del Consiglio Regionale del-la Toscana, alla presenza di Con-ti e degli altri autori. Dopo l’in-troduzione del presidente More-no Milighetti, sono intervenuti glistorici dell’Università di FirenzeZeffiro Ciuffoletti e Cosimo Cec-cuti, quest’ultimo presidente del-la Fondazione Spadolini-NuovaAntologia, il presidente del Con-siglio Regionale toscano RiccardoNencini e il Gran Maestro Gusta-vo Raffi. Ha coordinato l’incontroil giornalista Stefano Bisi, autoredel libro “Mitra e Compasso” sul-la storia dei rapporti tra Masso-neria e Chiesa da Clemente XII aBenedetto XVI. (red)

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storia e culturaCATANIA / Nuova presentazione del libro sul Gran Maestro Guido Laj

L’attualità di un pensieroNella splendida cornice dell’ex monasterodei Benedettini di Catania, oggi sede uni-versitaria, il Collegio Circoscrizionale deimaestri venerabili della Sicilia e la Loggiacatanese “Giuseppe Garibaldi” (315) han-no organizzato la presentazione dellabiografia del primo Gran Maestro del se-condo dopoguerra, “L’eredità di Nathan.Guido Laj (1880-1948), Prosindaco di Ro-ma e Gran Maestro” (Carocci Editore) diAnna Maria Isastia e Guido Laj.Ha aperto i lavori il Maestro Venerabiledella Loggia “Garibaldi”, Francesco Zaccà,sottolineando l’importanza di portare lastoria della Massoneria all’attenzione del-l’opinione pubblica. Dopo i saluti del Pre-sidente del Collegio Nicola Gitto, ha pre-so la parola lo psicologo Ferdinando Te-sta che ha parlato della biografia comestrumento e storia di vita: ebbene GuidoLaj è un esempio di rettitudine e dignitàmorale. Da questa premessa è partito lostorico Antonio Coco, dell’università diCatania, che ha ribadito che quella di Lajè una vita esemplare, un modello di edi-ficazione interiore e di impegno nel mon-do per gli altri.L’esistenza di questo personaggio si pro-pone come un ponte teso tra la crisi del-lo stato liberale e l’esperienza dell’avven-tura fascista da una parte, e le delicate di-namiche del secondo dopoguerra dall’al-tra. Laj è un figlio del Risorgimento, im-pregnato di questa cultura, portatore di

valori condivisibili all’interno di una Italiacollassata.Un altro storico, Santi Fedele dell’univer-sità di Messina, ha aperto il proprio in-tervento ricordando il grande spessoredella produzione scientifica di Anna MariaIsastia e l’importanza dei suoi studi sullamassoneria. Il libro su Laj si propone co-me un ulteriore tassello di questa lunga eaccurata ricerca. Importanti appaiono l’in-teresse per lo scoutismo di Guido Laj, lasua adesione convinta al socialismo rifor-mista, la piena condivisione della lineapolitica del “Mondo” di Amendola. “Anna

Maria Isastia – ha detto Santi Fedele – èriuscita, malgrado l’estrema penuria didocumenti, a ricostruire il tessuto dellavita massonica a Roma e a documentarecome la carriera di Laj nella pubblica am-ministrazione sia rimasta bloccata per tut-to il ventennio a testimonianza che i mas-soni non sono diventati tutti fascisti, co-me sostengono a torto alcuni”. Laj infattiha mantenuto un “atteggiamento riserva-to di non adesione al fascismo” come tan-ti altri massoni di rilievo a livello nazio-nale.Particolarmente significativi appaiono i ri-sultati della ricerca dell’autrice dal 1943 al1948, anni in cui questa biografia si in-treccia con la storia della rinascita delGrande Oriente d’Italia di cui Laj fu unodegli artefici. Viene messa in luce la pre-senza di massoni in una vasta gamma dipartiti di area laico-democratica e la dif-ferenza tra i demolaburisti, ancorati a unavisione ancora legata al notabilato prefa-scista, e i repubblicani meglio ancorati al-la nuova realtà.Scavando nella vicenda storica del Gran-de Oriente di quegli anni si incomincianoad intravedere inadeguatezze e ritardiculturali che peseranno sempre più neglianni successivi, superati solo dal proces-so di rinnovamento e di aggancio allarealtà odierna messi in essere dall’attualegran maestranza.“La Massoneria è un grande contenitore,la Massoneria è di questo mondo senzaessere solo di questo mondo, la Masso-neria è portatrice di un grande messaggiosociale evidente nell’opera di uomini co-me Laj, Cipollone e Lenzi”, ha detto ilGrande Oratore Aggiunto Bent Parodi achiusura dell’incontro, invitando i presen-ti a leggere, con grande attenzione, il di-scorso che Laj fece al momento dell’inse-diamento come Gran Maestro.Per Parodi si tratta di un discorso di gran-dissima attualità, oggi che si è riaperto unconfronto serrato con la chiesa cattolicache si ritiene unica depositaria della ve-rità, ponendo seri problemi di rapporticon lo Stato. “Gli spiriti liberi si trovano adover fronteggiare integralismi che minac-ciano da ogni parte – ha aggiunto citan-

La presentazione a Catania

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do il discorso di Laj del 1945 – e non sicapisce perché gli eredi di Ismaele e diIsacco non riescano ad andare d’accordo”.Bent Parodi ha anche invitato, attraversoil testo, a non trascurare la difficile que-stione dell’aspettativa di poteri e di ric-chezza che contrasta con lo spirito diservizio che dovrebbe essere il solo leci-to per i massoni.“La Massoneria è portatrice di due gran-di valori: uno sociale e uno metafisico –

ha concluso il Grande Oratore Aggiunto.– Ebbene, in un mondo in cui sono crol-

lati i grandi valori, i massoni hanno l’ob-bligo della testimonianza”.

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storia e cultura

LLaa pprroossssiimmaa pprreesseennttaazziioonnee ddeell vvoolluummee ““LL’’eerreeddiittàà ddii NNaatthhaann.. GGuuiiddoo LLaajj ((11888800--11994488)),,PPrroo ssiinnddaaccoo ddii RRoommaa ee GGrraann MMaaeessttrroo”” ddii AAnnnnaa MMaarriiaa IIssaassttiiaa ee GGuuiiddoo LLaajj èè pprreevviissttaa iill1155 ggiiuuggnnoo,, aallllee oorree 1177,, pprreessssoo iill PPaallaazzzzoo SSeennaattoorriioo ddeell CCoommuunnee ddii RRoommaa,, nneellllaa SSaallaaddeell CCaarrrroocccciioo ((PPiiaazzzzaa ddeell CCaammppiiddoogglliioo 11))..IInntteerrvveennggoonnoo ggllii ssttoorriiccii GGiioovvaannnnii SSaabbbbaattuuccccii,, MMaassssiimmoo TTeeooddoorrii,, VViittttoorriioo VViiddoottttoo ee iillvviiccee pprreessiiddeennttee ddeellllaa CCoommmmiissssiioonnee ccuullttuurraa ddeell CCoommuunnee ddii RRoommaa PPaaoolloo MMaassiinnii.. CCoonn--cclluuddee ll’’iinnccoonnttrroo iill GGrraann MMaaeessttrroo GGuussttaavvoo RRaaffffii.. SSaarraannnnoo pprreesseennttii ggllii aauuttoorrii..

Viaggio all’inferno e ritornonel nuovo libro di Franco Cuomo

E’ in libreria il nuovo romanzo di Franco Cuomo dal titolo “Anime perdute. Notturnoveneziano con messa nera e fantasmi d’amore”, edito da Baldini Castaldi Dalai. E’ unastoria noir di ambiente contemporaneo, che si articola come una sorta di simbolicoviaggio all’inferno e ritorno, partendo dal presupposto che nessun inferno è per sem-pre, nessun paradiso è mai perduto del tutto.Facendo leva su di una interpretazione attuale di antichi miti, come quello di Orfeoed Euridice, e di dottrine magiche tuttora praticate, come il satanismo estremo diAleister Crowley, l’autore si propone di mostrare come dalla notte più nera si pos-sa distillare l’oro del mattino, risalendo così alla luce.La trama si articola sulle traversie di Dario, un cattivo maestro la cui carriera uni-versitaria è compromessa dalla immoralità di certe sue teorie sul male inteso co-me fattore propulsivo del bene. La situazione precipita fin dall’inizio, quando Da-rio lascia Roma e l’università per inseguire a Venezia una sconosciuta contessache gli si è concessa in un equivoco albergo nei pressi della stazione Termini.Una intensa curiosità reciproca li trascina da un eccesso all’altro, in cerca diesperienze estreme, fin quando l’incontro apparentemente casuale di Dario conun suo antico professore e con altri personaggi di uno strano circolo intellet-tuale cambia del tutto il loro rapporto. A sconvolgere la relazione fino a quel momento appassionata contribuiscel’inspiegabile improvvisa attrazione di Dario per una giovanissima nipote delprofessore, insignificante d’aspetto e di salute talmente cagionevole da cau-sarle un costante indefinito malessere. Dario ne è quasi stregato, al punto da lasciarsi sempre più coinvolgere ne-gli strani progetti del professore, nella cui cerchia spicca un ambiguo pre-

te inglese che si atteggia a depositario dei segreti di Aleister Crowley e del mitonon soltanto letterario di Frederik Rolfe, detto Baron Corvo, lo scandaloso scrittore morto a Vene-

zia un secolo prima.Quasi privo di volontà per amore dell’infe-lice nipote del vecchio maestro, Dario ac-cetterà di entrare a fare parte di questa am-bigua compagnia, partecipando a una mes-sa nera che si risolverà in una discesa agliinferi. Ma la rovina definitiva per lui verràda Roma, dove alcuni suoi studenti uccide-ranno un ragazzo a loro sconosciuto, spa-randogli senza movente, al solo scopo diverificare una delle sue tante tesi sulla ca-sualità del diritto. Con la conseguenza dicoinvolgerlo in un processo senza via d’u-scita, quale ispiratore o mandante moraledel delitto. (fl)

FRANCO CUOMO, giornalista e scrittore, hapubblicato per la Baldini Castoldi Dalai i romanzi I

sotterranei del cielo, Il tatuaggio e Guntherd’Amalfi, già finalista al Premio Strega, più il

saggio I dieci, sugli scienziati che firmarono il“manifesto della razza” nel 1938. E’ autore di testi

e ricerche sui grandi enigmi della storia, come latragedia dei templari e altri misteri d’ogni tempo.

Ha tradotto Utopia di More e numerosi classiciper la scena, tra cui Shakespeare, Marlowe,

Camus e Rostand. E’ autore infine di un vastorepertorio teatrale, rappresentato in Italia e

all’estero da registi quali Carmelo Bene eMaurizio Scaparro. Ha ricevuto tra gli altri

riconoscimenti il Premio per la cultura dellaPresidenza del Consiglio, il Flaiano, il Vallecorsi e

il Riccione per il teatro.

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Spazio e durata, rebus perdue soluzioni

Ci sono nozioni filosofiche con le qualitutti noi dobbiamo fare dolorosamentei conti. Sono idee, a tutta prima astrat-te, che si rivelano nella storia condrammatica concretezza: fra queste, alprimo posto, è il tempo.Di esso si è scritto a proposito e asproposito; fisici, poeti, letterati e pen-satori a vario titolo e a vario modohanno dissertato del tempo, esaminan-done le varie facce.La problematicità della nozione stessaesercita un fascino irresistibile suchiunque anche non interessato, nor-malmente, a questioni teoretiche. Il fat-to che il tempo richiama, per immedia-ta associazione, il concetto di durata e,con essa, quello della ineluttabilità del-la morte. Nascita, crescita, declino silegano intimamente all’antichissimaconcezione del ciclo, su cui si basaro-no le religioni mediterranee pre-in-doeuropee.Tenteremo anche noi, qui, un’analisiper approcci del problema-tempo, vi-sto nel suo aspetto storico e semantico,con l’obiettivo di riaffermare quel filodi continuità culturale che, sin da epo-ca arcaica, sembra apparentare le pri-me speculazioni mitologiche alle piùrecenti acquisizioni della fisica contem-poranea. Per la nostra indagine somma-ria (sull’argomento potrebbero versarsifiumi d’inchiostro) partiremo dalla Gre-cia. Gli elleni, indoeuropei e, perciò, af-fini agli ariovedici dell’India sanscrita,chiamarono il tempo chronos, da unaradice gher che in tutta l’area linguisti-ca aria designa il concetto di recingere,chiudere, delimitare, e simili.Essi, dunque, videro la durata come li-mite, già intimamente associata all’ideadello spazio, uno spazio non vuoto(come comunemente si ritiene) ma co-me recipiente di potenzialità: il chaosteogonico – si pensi a Esiodo, a Fe-recìde – che si riallaccia agli omologhitermini chaschànò, chàschò, connessi alsignificato di ‘serbatoio’. Il chaos nonera il nulla (concetto, in realtà, estra-neo alla mentalità degli antichi) mal’antefatto della vita, della molteplicitàdei fenomeni, e - per questo - quasisempre indicato come progenitore del-la realtà. Caos come spazio, allora, e lospazio – come si sa – si è rivelato intempi assai recenti come tutt’altro che

vuoto (il vuoto non esiste), portatoredi materia interstellare, addirittura divita; l’analisi spettroscopica degliastrofisici ha individuato tutti gli ele-menti organici necessari alla costituzio-ne del fenomeno-vita proprio neglispazi interstellari.E siamo al modernissimo concetto diunità spazio-tempo, il cronotopo comeè stato chiamato con termini greci, chela fisica relativistica, da Einstein in poi,ha posto come esigenza della sua vi-sione cosmologica di base.Chronos, dicevamo, fu inteso e – l’eti-mologia ce ne da conferma – come de-limitazione della realtà, una realtà che,dunque, supera il tempo per ampiezzae durata.Alle stesse conclusioni giunse, già dibuonora, la sapienza arcaica dei Latini:all’ellenico chronos i romani con trap-posero tempus, la parola che ha datoorigine all’italiano tempo.Ma questo termine degli indoeuropeiitalici fu mutuato dal vocabolario grecoanch’esso: tempus ha la sua radice eti-mologica in tem, che troviamo in tem-no, ‘tagliare’, cingere, conchiudere. Siriafferma, anche in questo caso, la no-zione di limite, di porzione limitata del-la realtà. E la Grecia e Roma sono solodue esempi, fra i più significativi, diquesto modo di concepire il tempo na-to con tutta probabilità - nell’età tardoneolitica.Fu allora, infatti, che le prime società diagricoltori imparando a coltivare rego-larmente la terra si avvidero anche del-le ferree leggi del ciclo naturale dellestagioni, a cui le colture erano di ne-cessità soggette.Fu anche l’epoca in cui ci si rese contodella dualità della natura: giorno-notte,caldo-freddo, luce-buio, nascita e mor-te del mondo vegetale, fenomeno –quest’ultimo – a cui fu spontaneo as-sociare anche l’uomo. Nacque così, inembrione, l’idea dell’identità fra micro-cosmo (l’uomo) e il macrocosmo (l’uni-

verso), che nel mondo antico giunse acompleta maturazione speculativa conla riflessione degli Stoici che inteserol’universo come un tutto vivente (uni-verso: ciò che si volge a unità...).La nozione di ciclo, apparsa con la cul-tura neolitica della religiosità agrariamediterranea, è responsabile – comeabbiamo visto – dell’ètimo di chronose del tempo, del loro essenziale signi-ficato di limitazione. E quest’idea anti-chissima si è in fondo mantenuta fino ainostri giorni nella coscienza comune,chiaro retaggio delle nostre inalienabiliradici motivazionali. Ma il tempo, ne-mico dell’uomo in quanto lo limita, lofrena nel suo irresistibile impulso di au-totrascendimento, si prestò anche adaltre interpretazioni, anch’esse soprav-vissute fino ai nostri giorni: in tutte leculture ritroviamo accanto al tempo-li-mite anche il tempo-senza tempo, l’e-ternità come proiezione e realistico tra-guardo della durata-provvisoria.La geometria ci ha insegnato che ilsegmento è una porzione finita dellaretta infinita; in filosofia riscontriamol’analogo rapporto tempo-eternità edeternità etimologicamente si ricollega altempo, all’evo, al grande ciclo afferma-to dalla filosofia induista (il para-brah-man, il kali-yuga).Perché, sin dal sorgere della specula-zione mitica, prima, e ragionale, poi,gli uomini sono stati portati istintiva-mente a vedere nel tempo il suo supe-ramento? Probabilmente perché vi è in-nata nell’uomo un’esigenza di totalità,che gli fa cogliere intuitivamente l’infi-nito, pur essendo questo posto al di làdella possibilità del nostro pensiero e,quindi, rappresentabile solo attraversoil simbolo.Il simbolo, si diceva. Esso ci da la chia-ve di volta, di decifrazione della realtàmetastorica, dell’al-di-là delle cose.L’origine della parola ci rinvia ai con-cetti di allusione, di contrassegno e diriferimento sottinteso; e non è un casoche nel mondo della sapienza greca,magistralmente scandagliato da GiorgioColli, riscontriamo agli albori della spe-culazione l’enigma, il nascosto (“la na-tura ama nascondersi“, affermava Era-clito; “agli dèi non piace ciò che è ma-nifesto, essi amano l’enigma”, afferma-no ancora le Upanishad indiane).La soluzione del limite nell’illimitatotrovò il suo primo ambito di pertinenzanelle società misteriche. E non c’è, dun-

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que da stupirsi se già con l’orfìsmo ch-ronos, il ‘limite’ fu identificato (associa-zione magica fondata sull’omofonìa)con Kronos, l’antico dio dei monti dellareligiosità pregreca. Qui Ker, la radice diKronos, allude al fare, all’eseguire e fufacile per le speculazioni mistiche del-l’antica Grecia sovrapporre alla figuramitologica di Kronos un’attività demiur-gica di creatore della realtà, che si attri-buì, quindi, al tempo, alla dimensionedionisiaca che troverà ancora un’econell’interpretazione di Nietzsche. L’inno-cenza creativa si svolge nella dimensio-ne del limite per superarsi e trascende-re nel senza-limiti, nell’Eternità agogna-ta da tutti gli iniziati d’ogni tempo, da-gli Orfici ai teosofi del mondo contem-poraneo.E veniamo alla seconda coincidenza se-mantica. Il verbo greco témno, che –abbiamo visto – significa tagliare e che,in questa sua accezione particolare, haprovocato la formazione del vocabololatino tem-pus, tempo, nasconde altrepossibilità di analisi che rinviano alla

contrapposizione del tempo profano aquello sacro, del tempo secolare a quel-lo mitico dell’eterno. Témno ha prodot-to la parola témenos, recinto chiuso econsacrato, propriamente: cioè, il tem-pio greco, il luogo di dio. E lo stessotermine, ripreso dal vocabolario elleni-co, ritroviamo nel latino templum, nell’i-taliano ‘tempio’, sempre col medesimosignificato di fondo a cui rimanda l’eti-mologia.V’è, sottinteso, un fecondo rapportodialettico di identificazione ‘magica’ fratempo e tempio, di cui s’è perduta co-gnizione ma non sentimento.L’uomo in questa polarità di significati,entrambi validi e veri ad un diverso li-vello dell’esistere, compie una scelta dicampo irreversibile per il suo stesso de-stino: vivere nel limite o, piuttosto, nel-la dimensione di eternità.La svolta drammatica in più tempi ripro-posta dall’antico invito delfico “Conoscite stesso”, svela il senso profondo deimisteri e del messaggio mitico, di cui lafilosofia non serberà che un parziale ri-

cordo, un’oscura nostalgia come ‘aspi-razione alla sapienza’. E chi è sapiente?Chiunque può esserlo, e in potenza lo è.E ancora Colli (La nascita della filosofia)a ricordare che sapiente è chi getta lucenell’oscurità, chi scioglie i nodi, chi ma-nifesta l’ignoto, chi precisa l’incerto.Per essere sapienti bisogna tornare almito. Di miti c’è ancora – e, soprattuttooggi – grande bisogno. Ma la dimen-sione mitica mal si attaglia all’esaspera-to razionalismo, alle rigidità filologiche.La filosofia corrente non ci viene in soc-corso perché essa ha perduto il ‘filod’Arianna’: il simbolo.Persino un grande filologo, come il te-desco Ulrich Wilamovitz von Moellen-dorf, notissimo per il suo estremo scru-polo testuale, ebbe un cedimento miti-co. E scrisse, narrando d’un suo viaggioin Arcadia, d’essersi imbattuto in un si-leno... E il suo racconto non fu privod’una certa commozione. Il simbolo èun’esigenza profonda dello spirito, lavia per superare il tempo e accedere altempio.

rassegna stampa

attualità24 maggio 2007

Giganteschi i problemi da affrontare per-ché la pace regni nel mondo. Ben piùcomplessi quelli per capire che cosa siala pace. A questo punto l’uomo “pratico”smette di leggere: vuole proposte “con-crete”, qui, ora. Tuttavia il mondo se neva per la sua strada: in nessun luogo il“concreto” può prescindere ormai daquanto accade sull’intero Pianeta e daquanto accadrà in un futuro anche nonprossimo. Eventi come la globalizzazioneeconomico-tecnologica, la disponibilitàdelle energie, lo “sviluppo sostenibile”sono irriducibili alla logica del qui, ora.Inoltre la pace è intesa in modi contra-stanti. La pace della democrazia o del ca-pitalismo non è quella del cristianesimo odell’islam. Quale scegliere? E come sce-gliere se non si sa che cos’è la pace?D’altra parte, quale forma di sapere po-trà dircelo? Nel convegno “Dialogo inter-culturale: una sfida per la pace”, che si ètenuto presso la Pontificia Università Gre-

goriana a Roma il 3 e 4 maggio scorsi,prendendo la parola dopo l’intervento diSeyyed Mohammad Khatami, ex presi-dente dell’Iran, ho rilevato che ormai sul-la terra ogni sapere e ogni conoscenzasono divenuti una fede. Mi soffermeròora su questo tema, tralasciando gli altridella mia relazione; ma si può dire subi-to che, allora, ci troviamo nella condizio-ne in cui soltanto una fede potrà dirci checosa è la pace. Ma, si dirà, e la scienza?La scienza è fede?! Sì. Per avere potenzasul mondo, la scienza ha rinunciato datempo ad essere “verità“, nel senso attri-buito a questa parola dalla tradizione fi-losofica. La scienza è divenuta sapereipotetico. Sa di non essere sapere assolu-to (“verità”, appunto) – e in questo sen-so non è fede ma dubbio –; tuttavia peraver potenza sul mondo deve aver fedenella propria capacità di trasformarlo; edè all’interno di questa fede che essa ela-bora, risolve o conferma i propri dubbi.

La distinzione tra scienza e tecnica ap-partiene al passato, quando la scienzacredeva di conoscere la “verità”, e consi-derava la tecnica come “applicazione diessa”. Certo, la fede scientifica è diversadalla fede religiosa, dalla fede in cui an-che l’arte consiste, ed è diversa anchedalla fede nella quale in effetti consiste la“verità” a cui si rivolge la tradizione filo-sofica. Diversissime la complessità, coe-renza, potenza, consapevolezza di sédelle varie fedi; ma ogni fede è la volontàche il mondo abbia un certo senso piut-tosto che altri, o che gli si debba dare uncerto ordinamento piuttosto che altri.Proprio perché ha questo carattere, ognifede è irrimediabilmente in conflitto conogni altra. Vuole imporsi su ogni altra, acosto di distruggerla. Afferma che il mon-do è in un certo modo, non perché ap-paia l’impossibilità che esso sia altrimen-ti, ma perché, da ultimo vuole che essosia in quel modo. Nell’apparire di quella

RELIGIONI E PACE

Le fedi e la lotta per il potere

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impossibilità con-siste invece la “ve-rità” a cui si era ri-volta la tradizionefilosofica. Ma se lafede è questa vo-lontà (anzi, la fedeè la volontà stes-sa) e se tale vo-lontà è una molte-plicità di volontàcontrapposte, allo-ra la radice di ogniconflitto è l’esi-stenza stessa dellafede. Senza fedenon si può vivere,si ripete. Sì, maquesto vuol direche la vita è nellemani del conflitto,della guerra, della violenza. La volontà èguidata dalla conoscenza, si ripete, anchela volontà di pace. Sì, ma se oggi ogni co-noscenza mostra di essere una fede (e,certo, si deve capire perché questo even-to decisivo si sia prodotto), allora volerela pace facendosi guidare dalla fede si-

gnifica volere la pace collocandosi sin dalprincipio nella dimensione della guerra. Eottenere la pace sulla base dalla fede si-gnifica aver fede – soltanto fede – diaverla ottenuta. Sarà il “dialogo” – si ri-pete – a risolvere il problema della pace.Ma il dialogo può solo condurre a scopri-

re una base comunea certe sedi. Adesempio, cristianesi-mo e islam hanno incomune la Bibbia ela filosofia greca. Maciò che è specifico diuna fede è anche ciòin cui essa più si ri-conosce ed è quindiper essa irrinuncia-bile. Dialogando traloro, eppur scopren-do quanto hanno incomune, le fedi nonpossono rinunciarealla propria specifi-cità. Rinuncerebberoa se stesse. Ma allo-ra è inevitabile chealla fine, soprattutto

quando vogliono che non una parte delmondo, ma il mondo intero abbia un cer-to senso piuttosto che un altro, esse siscontrino non solo sul piano del dialogo,ma anche su quello dell’agire effettivo deipopoli e che prevalga la fede più poten-te. Ho più volte indicato i motivi per iquali la tecnica, adeguatamente intesa, èla fede più potente. Le fedi si combatto-no, ma per vincere debbono affidarsi allapotenza maggiore oggi esistente sullaTerra: la tecnica, appunto. E affidandosialla tecnica ne riconoscono più o menoesplicitamente la primazia. In quanto vo-luta dalla fede più potente, la pax techni-ca è la forma più potente della conflittua-lità. Si sono mostrati alcuni degli ostacolia cui va incontro ogni volontà di pace. Maintanto, si dirà, qualcosa si deve pur fareper la pace! È, questo, il discorso chesempre è stato fatto. Non ha mai impedi-to i massacri e la violenza che accompa-gnano ogni momento della storia.

Emanuele Severino

La tolleranza è la disposizione civicaa convivere armoniosamente con per-sone di credi differenti e persino op-posti ai nostri, e anche con regole so-ciali e usanze che non condividiamo.La tolleranza non è semplice indiffe-renza ma è qualcosa che implica, in

molti casi, sopportare quel che ci di-sgusta: ovviamente, l’essere tolleran-te non impedisce di formulare criticheragionevoli e nemmeno ci obbliga apassare sotto silenzio il nostro mododi pensare per non “ferire” chi la pen-sa diversamente.

La tolleranza è la virtù dei forti

EEMMAANNUUEELLEE SSEEVVEERRIINNOOGià professore di Filosofia teoretica al-l’Università di Venezia, insegna Ontolo-gia fondamentale presso l’Università Vi-ta-Salute San Raffaele di Milano. Nellesue ricerche ha offerto un’interpretazio-ne della filosofia occidentale che sottoli-nea lo scacco del pensiero metafisico daPlatone a Nietzsche e Heidegger. Per su-perare le aporie nichilistiche della tradi-zione metafisica evidenti anche nel discorso moderno della tecnica, ha promosso unritorno a una filosofia dell’Essere che escluda rigorosamente il non-essere e il diveni-re. E’ accademico dei Lincei. Da alcuni decenni collabora con il Corriere della Sera.

rassegna stampa

attualità11 maggio 2007

Chi deve esseresempre rispettato

sono le personee non le loro opinioni

o i loro comportamenti[ [

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La tolleranza ha due direzioni: il prezzo di non proibire o im-pedire la condotta del prossimo ha come contropartita chequesti si rassegni a obiezioni e battute di chi ha opinioni diffe-renti. Così, la cortesia raccomanda in molti casi la moderazio-ne, che è una scelta volontaria e non un obbligo legale. Esse-re tollerante non implica essere universalmente acquiescente...Per di più, chi deve essere sempre rispettato sono le personee non le loro opinioni o i loro comportamenti.Ovviamente, la tolleranza esige un piano condivisodi istituzioni che devono essere riconosciuteda tutti: chi nega tale condivisione stanegando anche il suo stesso dirittoad essere tollerato. Uno dei pila-stri della tolleranza è delimita-re ciò che la minaccia, vale adire denunciare l’intolle-ranza e l’intollerabile,combattendolo democra-ticamente. Lo scrittoresvedese Lars Gustafssonlo ha riassunto bene:“La tolleranza dell’intol-leranza produce intolle-ranza. L’intolleranza del-l’intolleranza produce tol-leranza“. Questo significa,per esempio, che autorizza-re con sotterfugi legali la pre-senza elettorale di partiti politiciche appoggiano o giustificano ilterrorismo (...) equivale a garantire efomentare l’intransigenza dei violenti, senzaarginarla. D’altra parte, lo sfruttare i vantaggi del-la tolleranza pubblica impone a tutti di rinunciare ad esercita-re forme di intolleranza privata. L’eccesso di suscettibilità dicerti gruppi organizzati. come autentiche lobbies è una nuovaforma di intolleranza in nome diuna “tolleranza” che non ammettecritiche. Faccio alcuni esempi: con-vertire in “fobia” (islamofobia, cri-stianofobia, omofobia, catalanofo-bia, eccetera eccetera), ossia inuna sorta di malattia qualsivogliacommento di disapprovazione cheviene fatto. Decretare che chi criti-ca è una specie di malato sociale è una delle più antiche pra-tiche totalitarie...Nell’ambito religioso, la tolleranza democratica è riconoscereil diritto di chiunque a praticare le proprie credenze religiose,

sempre che tale culto non violi le leggi civili (in caso di con-trasto, sono queste regole a dover predominare). Ma questodiritto individuale non può mai convertirsi in un dovere, pernessuno né d’altronde per la comunità nel suo complesso,

Nessuna autorità religiosa può aspirare a convertirsi inuna specie di tribunale superiore che giudichi

quali leggi devono essere accettate equali rifiutate. Vale a dire: nessuna

autorità religiosa può pretenderedi convertire ciò che secondo la

propria credenza sono consi-derati “peccati” in “delitti”per tutti, in reati definitidal Codice Penale. Con-viene non scordarsi cheanche il rifiuto di crede-re nel soprannaturale(per esempio, in nomedella verità o della ra-gione) deve essere una

posizione religiosa difesae protetta dalla legge. Lu-

crezio, Voltaire, Freud eNietzsche sono figure della

storie delle religioni, così comeSant’Agostino o il cardinal New-

man.Essere tollerante non vuol dire essere de-

bole, ma essere sufficientemente forte ed esseresufficientemente sicuro delle proprie scelte per convivere

senza scandalo né rigetto con il diverso, sempre che si rispet-tino le leggi. Quel che realmente si oppone alla tolleranza è il

fanatismo, molte volte insito nontra i più convinti ma tra coloro chepretendono di zittire i propri dubbiscreditando e chiudendo la boccaagli altri.Come ha giustamente detto Nietz-sche, “il fanatismo è l’unica forza divolontà di cui sono capaci i debo-li“. Le società più intolleranti sono

quelle che, generalmente, si sbriciolano con maggior facilitàquando autorizzano al loro interno forme di dissidenza chescardinano l’uniformità stabilita.

Fernando SavaterTraduzione di Leonardo Sacchetti

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FFEERRNNAANNDDOO SSAAVVAATTEERRE’ uno dei più noti intellettuali spagnoli di oggi. Insegna

Filosofia presso l’UniversidadComplutense di Madrid. Notoin tutto il mondo per il suo li-bro “Etica per un figlio” (“Éti-ca para Amador”), è cono-sciuto per il suo pensiero li-bertario e anticonformista.

Un grave pericoloè convertirele critichein “fobia”:

islamofobia omofobia...[ [

Nessuna autoritàreligiosa può pretendere

di convertire ciò checonsidera “peccati”

in “delitti”[ [

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A un’istituzione millenaria come la Chiesa di Roma non si puòpensare che manchi la saggezza. Questa saggezza, misuratacon quel metro millenario, consiste (oltre in altre cose, comedire, più riservate ed interiori) nel praticare e predicare unformidabile senso del limite: Pulvis es et pulvis rediebis. La vi-ta terrena è una milizia, un transito: la vera vita, promossa epromessa dal Cristo, è l’Aldilà, dove sarà tutto compiuto eperfetto quel che qui è tutto incompiuto e imperfetto.C’è qualcosa d’eroico in questa immane resistenza al senso delmoderno, che invece è tutto mutamento, fungibilità e ricercadel nuovo. E nessuno potrà obiettare in linea di principio chela Chiesa svolga questa funzione, che è la sua: perché se nonla svolgesse, non sarebbe più lei, e la modernità perderebbe ilsuo principio oppositivo, che è sempre bene che ci sia.Tuttavia, la saggezza della Chiesa conosce anch’essa un limi-te: perché la Chiesa è ispirata da Dio, ma non è Dio, che è ilsolo infallibile (a dir la verità anche questo, come vedremo, èun punto di discussione). Mi permetto di osservare che laChiesa entra qualche volta nell’errore (e qualche volta ancheclamorosamente) quando pratica senza senso del limite il suosenso del limite. Ovvero quando contraddice manifestamenteil nocciolo più profondo della sua saggezza, che consiste nelmantenere un certo (necessariamente instabile) equilibrio frail terreno e il divino, fra il celestiale e l’umano.In casi del genere, quanto più il caso è acuto, si può arrivareal delirio.Farò due soli esempi sul piano storico.Nel 1633, com’è noto, Galileo Galilei fu sottoposto a processodal Sant’Uffizio (che operava in pieno accordo con il Pontefi-ce Urbano VIII) a causa della tesi da lui sostenuta nel suo Dia-logo sopra i due massimi sistemi del mondo, secondo cui(molto sinteticamente) la terra girava intorno al sole e non vi-ceversa. Il 22 giugno di quell’anno Galilei fu giudicato colpe-vole e condannato, per “aver tenuto e creduto dottrina falsae contraria alle Sacre e divine Scritture, ch’il sole sia centrodella terra e che non si muova da oriente a occidente, e chela terra si muova e non sia centro del mondo” (lo stesso Ga-lilei, timoroso di fare la fine di Bruno o di affrontare di nuo-vo i rigori della tortura dichiarò nella sua abiura di essersipersuaso a “lasciar la falsa opinione che il sole sia centro delmondo e che non si muova e che la terra non sia centro delmondo e che si muova“, perché “detta dottrina è contraria al-la Sacra Scrittura“).In questo caso, di una certa innegabile rilevanza (mi pare), al-la scoperta scientifica ci si limitava ad opporre puramente esemplicemente l’“autorità” dei Libri sacri (vecchia questione,su cui non posso soffermarmi, ma che meriterebbe di essereriesumata anche oggi).Dunque: se la Chiesa di Roma l’avesse avuta vinta, e se la con-danna di Galilei avesse conseguito i frutti sperati, noi sarem-mo qui tutti ancora a sostenere che “la terra sia il centro delmondo e che non si muova” (il Dialogo galileiano fu tolto dal-l’Indice solo due secoli più tardi quando ormai la battaglia per

fermare il corso del sole appariva inequivocabilmente persa).Nel 1870 lo Stato della Chiesa, dopo le precedenti vicende ri-sorgimentali, era ridotto al solo Lazio. E’ noto che passi furo-no fatti, in particolare dall’entourage di Vittorio Emanuele II,per ottenere che Papa Pio IX accettasse pacificamente la riu-nificazione del Lazio e di Roma all’Italia.Solo dopo il rifiuto netto del Pontefice, e approfittando del-l’indignazione provocata dalla decapitazione in Roma di Mon-ti e Tognetti (gli ultimi patrioti che abbiano perso la vita perla causa dell’Unità italiana), le truppe italiane entrarono nelLazio e liberarono Roma, passando per la breccia di Porta Pia.In questo caso, le Sacre Scritture non dicevano nulla in meri-to del potere temporale dei Papi. Tuttavia la Chiesa di Romafece della difesa dell’ultimo brandello di “teocrazia” un ba-luardo invalicabile della propria dottrina, ancorando i cattoli-ci, per quasi mezzo secolo, alla “non collaborazione” con ilneonato Stato liberale italiano (non sarà male ricordare che ilcattolicesimo liberale nasce nel corso del Risorgimento pro-prio in opposizione all’intransigentismo papale).Dunque: se il punto di vista della Chiesa di Roma avesse pre-valso, non ci sarebbe l’Italia, e Roma non ne sarebbe la Capi-tale (so che qualcuno lo considererebbe positivo, ma io restofedele alle scelte dei nostri padri).La forma del mondo e il potere temporale: due forme concre-te, l’una del sapere l’altra della politica, l’una della realtà fi-sica, l’altra di quella umana, su cui la Chiesa ha impegnatotutto il suo prestigio per mantenere lo status quo: perdendo,direi inevitabilmente, date le premesse.Che accade oggi? Cos’è in gioco oggi? Qual è il sole che stafermo, quale la terra che gira (o viceversa)? Alla frontiera fi-sica e a quella pratica, terrena, se ne aggiunge una, ancor piùdecisiva: quella della vita. Quel che è in gioco oggi è l’insie-me delle questioni che riguardano più da vicino l’esistenza

rassegna stampa

attualità17 maggio 2007

I limiti della ChiesaAALLBBEERRTTOO AASSOORR RROOSSAARomano, è un criticoletterario, scrittore euomo politico. Di for-mazione marxista, hacollaborato alle rivi-ste Classe operaia eMondo nuovo ed èstato direttore delsettimanale del PciRinascita. Ha proget-tato e diretto la colla-na Letteratura italianaedita da Einaudi.Nel 1956 ha interpretato la critica del Partito Comunista Ita-liano contro il libro Ragazzi di vita di Pasolini, che parlavadella prostituzione maschile. Dal 1972 è professore ordina-rio di Letteratura italiana all’Università La Sapienza di Roma.

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umana: la vita, appunto, e con la vita, necessariamente, lamorte; le relazioni fra le persone, il sesso; la conoscenza deimisteri della sopravvivenza; la possibilità d’influenzare le na-scite.Insomma, ogni momento è scelta della vita umana, dalla pri-ma comparsa sulla scena del mondo (il concepimento) finoalle modalità della definitiva scomparsa (ed è evidente, nonsi può far finta di non vedere, che ci sarà dentro prima o poianche l’eutanasia).Sullo sfondo il problema dei limiti (appunto) della cono-scenza umana. Un complesso formidabile di fattori, da af-frontare, sull’uno come sull’altro versante, con estrema pru-denza. Ma intanto senza mai dimenticare che Galilei andòsotto processo esattamente per aver infranto i limiti dellaconoscenza e non essersi accontentato, come facevano qua-si tutti al suo tempo, della “verità” delle Sacre Scritture (chein realtà sull’argomento da lui affrontato dicevano poche pa-role di sapore quasi infantile).Ora, pare a me che la Chiesa di Roma reagisca oggi a que-sto complesso di fattori con la medesima assenza di sensodel limite con cui reagì quando le furono strappati prima ildominio della conoscenza dell’Universo e poi il dominio (po-litico e territoriale) su di un pezzo della nostra terra (mise-rabile cosa, a pensarci bene, ma a fronteggiar la quale, solopochi mesi prima che accadesse, fu elaborato niente di me-no che il dogma dell’infallibilità papale ex cathedra, la cosapiù incredibile che abbia mai partorito la teologia cattolicanel corso di tutta la sua storia). E’ la preoccupazione di per-dere un altro pezzo del suo dominio sugli uomini che le faperdere il senso del limite e, con il senso del limite, il sensodella misura. I preti in piazza!

L’appello alla fedeltà di coscienza da parte dei politici catto-lici! Sembra d’esser tornati a una situazione pre-risorgimen-tale, al Papa-Re, agli esorcismi contro quelli che s’azzarda-vano a scrutare la volta del cielo con due lenti infilate in untubo di metallo (il cosiddetto cannocchiale).Invece ci sarebbe molto bisogno di una posizione cattolicasaggia.Ce ne sarebbe bisogno, perché dall’altra parte il senso del li-mite e la prudenza si misurano con un eccesso travolgente diottimismo progressista. Il relativismo – tanto per mettere ipuntini sulle i –, non è l’assenza dei valori (che potrebbe es-serne, e non sempre, una conseguenza). Il relativismo è ilmutamento incessante delle conoscenze e delle tecnologie,che ad ogni istante ci mettono di fronte a passaggi per ognu-no dei quali in passato ci sarebbero voluti secoli. Regole sonda porre, non v’è dubbio. Ma non a partire dal rifiuto dei ri-sultati della conoscenza, che va per suo conto, e opporsi al-la quale significherebbe solo andare incontro ad un’altra co-cente sconfitta (forse quella decisiva, perché non si vede co-sa ci sia oltre la vita).Il dibattito sulla vita (compreso quello sui sessi e sulla sessua-lità) come fenomeno caratterizzante i livelli attuali dell’espe-rienza umana non ha forse lo stesso valore scardinante che eb-be la scoperta di Galilei che la terra girava intorno al sole, maè certamente della stessa natura, perché cambia nozione e pra-tica dell’umano – umano che, per definizione, è divino. Perchéla Chiesa di Roma non ne prende atto?

Alberto Asor Rosa

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Galileo Galilei

Pio IX, l’ultimo Papa-re

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anniversari anniversari

L’Italia dei Liberi MuratoriPiccole biografie di massoni famosi

MEUCCIO RUINIa v v o c a t o , m i n i s t r oNato a Reggio Emilia il 14 dicembre

1877, si laureò in giurisprudenzaall’università di Bologna nel 1899 conuna tesi di filosofia del diritto sui rap-porti tra Stato e società. Il 5 maggio 1901fu affiliato col grado di Maestro pressola Loggia “Rienzi” di Roma e successiva-mente fu Consigliere dell’Ordine.Rivolto dapprima alla carriera scientifi-ca, entrò nell’Amministrazione del Lavo-ri Pubblici nel 1900, nel 1912 fu direttoregenerale per il Mezzogiorno e nel 1913Consigliere di Stato. Eletto deputato alParlamento nel 1913, nella guerra 1915-18fu volontario e decorato con la medagliad’argento al valore militare. Rappresentòil Partito Radicale nella XXIV e XXV Le-gislatura. Nel 1919 fu Sottosegretario nelMinistero del Lavoro nel Gabinetto Or-lando e nel 1920 Ministro delle Colonie

nel gabinetto Nitti. Si deve a lui la crea-zione dell’Istituto delle Case Impiegatidi cui fu presidente; promotore e presi-dente anche dell’ENIT (Ente NazionaleItaliano per il Turismo) e dell’IstitutoNazionale per l’Esportazione, nel 1923organizzò l’Unione Nazionale per laNuova Democrazia. Dopo la sua espul-sione dagli uffici nel 1927, durante il fa-scismo, si dedicò a studi di storia e didiritto. Nel 1943 fondò il P.D.L., promos-se e partecipò al Comitato di Liberazio-ne Nazionale. Ministro senza portafoglionel primo Gabinetto Bonomi (18 giugno1944), Ministro dei Lavori Pubblici nelsecondo Gabinetto Bonomi (12 giugno1944), Ministro per la Ricostruzione nelGabinetto Parri (21 giugno 1945), fu Pre-sidente del Comitato Interministerialeper la Ricostruzione e Membro del Con-

siglio di Gabinetto dal 1944 al 1945 e poiPresidente del Consiglio di Stato. Giàdeputato alla Costituente e Senatore didiritto nella prima Legislatura Repubbli-cana, rappresentante dell’Italia al Consi-glio d’Europa, nel giugno 1953 fu Presi-dente del Senato, e dal 1957 al maggio1959 Presidente del Consiglio Nazionaledell’Economia e del Lavoro. Si spensenel 1970.

Dal libro di Vittorio Gnocchini, “L’Italia dei Liberi Muratori.

Piccole biografie di massoni famosi”,

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NEL PROSSIMO NUMERO☛ le visite del Gran Maestro a New York e nel Montenegro

☛ il bando di concorso dedicato al compianto fratello Guido D'Andrea

e ancora tante, tante notizie

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Periodico informativo culturale Anno VIII • Numero 9-10 • 15-31 maggio 2007

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