anno i numero vi l'europa e la crisi · l'idea di un'europa unita ci ha fatto uscire...

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La Formica La Formica Copia cartacea del blog dei GD Subaugusta Copia cartacea del blog dei GD Subaugusta Anno I Numero VI Anno I Numero VI L'EUROPA L'EUROPA E LA CRISI E LA CRISI I costi di un'unità incompleta e I costi di un'unità incompleta e dell'adesione al modello liberale dell'adesione al modello liberale IL DOSSIER: IL DOSSIER: Euro e Euro e liberismo liberismo :un'alchimia :un'alchimia perdente perdente Europa: un percorso da completare Europa: un percorso da completare L'INSERTO L'INSERTO “LA FORMICA MUNICIPALE”: “LA FORMICA MUNICIPALE”: -Quale mobilità nel Decimo? -Quale mobilità nel Decimo? -Scuole: sono finiti i fondi -Scuole: sono finiti i fondi -Territorio e istituzioni: il sondaggio dei GD -Territorio e istituzioni: il sondaggio dei GD L'ATTUALITA' POLITICA: L'ATTUALITA' POLITICA: Manovra economica: l'unica possibile? Manovra economica: l'unica possibile? Referendum elettorale: la discussione Referendum elettorale: la discussione

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Page 1: Anno I Numero VI L'EUROPA E LA CRISI · L'idea di un'Europa unita ci ha fatto uscire dal dramma della Seconda Guerra Mondiale: ... comporta la necessità di varare misure e manovre

La FormicaLa Formica Copia cartacea del blog dei GD Subaugusta Copia cartacea del blog dei GD Subaugusta Anno I Numero VIAnno I Numero VI

L'EUROPA L'EUROPA E LA CRISIE LA CRISII costi di un'unità incompleta eI costi di un'unità incompleta e

dell'adesione al modello liberale dell'adesione al modello liberale

IL DOSSIER:IL DOSSIER: Euro e Euro e liberismoliberismo:un'alchimia:un'alchimia perdente perdente Europa: un percorso da completareEuropa: un percorso da completare

L'INSERTOL'INSERTO “LA FORMICA MUNICIPALE”:“LA FORMICA MUNICIPALE”:

-Quale mobilità nel Decimo?-Quale mobilità nel Decimo?-Scuole: sono finiti i fondi-Scuole: sono finiti i fondi

-Territorio e istituzioni: il sondaggio dei GD-Territorio e istituzioni: il sondaggio dei GD

L'ATTUALITA' POLITICA:L'ATTUALITA' POLITICA: Manovra economica: l'unica possibile?Manovra economica: l'unica possibile? Referendum elettorale: la discussione Referendum elettorale: la discussione

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I trattati di Roma del 1957 con cui nasceva la Comunità Economica Europea

L'approfondimento Pagina 2

IL DOSSIER: I PARTEIL DOSSIER: I PARTE

EUROPA: QUO VADIS?EUROPA: QUO VADIS?L'idea di un'Europa unita ci ha fatto uscire dal dramma della Seconda Guerra Mondiale: L'idea di un'Europa unita ci ha fatto uscire dal dramma della Seconda Guerra Mondiale:

oggi l'unica via per uscire dalla crisi oggi l'unica via per uscire dalla crisi èè completare questo percorso completare questo percorso

All’inizio degli anni ’50, i Paesi del vecchio continente, usciti “malconci” da una seconda guerra mondiale che li aveva visti scannarsi fra di loro senza pietà, capirono che per ottenere una pace stabile e garantirsi un duraturo sviluppo economico era più conveniente ricercare l’unità che dividersi ancora

Nacque così la Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), prima forma di cooperazione europea che, fino al Trattato di Lisbona, si è sempre più evoluta trasformandosi da semplice piattaforma internazionale a vera e propria organizzazione politico-economica in grado non solo di influire sulla vita degli Stati, ma anche su quella dei singoli cittadini. Oggi, la crisi che attanaglia l’economia di tutto il mondo ha messo però a dura prova quella volontà di aiuto reciproco che esisteva fra i Paesi membri, riportando in auge quei comportamenti di isolazionismo ed assi bilaterali (franco-tedesco, anglo-tedesco, anglo-francese, ecc. ma mai col suffisso “italo”) che hanno sempre caratterizzato i periodi più bui della Storia mondiale. La Grecia è un caso evidente: se tutti i

rappresentanti ufficiali fanno a gara a dire che il Paese ellenico va salvato per evitare la crisi dell’intera zona euro, in realtà tra i corridoi di Bruxelles e Strasburgo e delle maggiori cancellerie degli Stati membri si dà per certo e inevitabile il default greco (abusato inglesismo giornalistico che sostituisce

il –non troppo simpatico- “bancarotta” italiano), che comporta la necessità di varare misure e manovre economiche nazionali “lacrime e sangue” adeguate per evitare il disastro.Che cosa è successo? Dove e quando c’è stato questo punto di rottura? Di chi è la

colpa? La crisi non basta a dare una risposta a queste domande. Di crisi nel corso della storia dell’umanità ce ne sono state tante, forse anche peggiori, ma ci si aspettava che rispetto al secolo precedente, contraddistinto da divisioni ideologiche ed economiche, quello presente si sarebbe caratterizzato per la presenza

di una sovrastruttura internazionale come la Ue, baluardo di sicurezza e stabilità, sorretta da forti “Stati-struttura”. Sovrastruttura che invece si è rilevata insufficiente. E non è neppure bastevole chiamare in causa le banche europee e mondiali, che

hanno prosperato all’inizio del nuovo millennio per poi ritrovarsi a gambe all’aria, invocando costosi aiuti dalle varie pubbliche amministrazioni.Ciò che risulta ormai evidente è la fragilità politica del meccanismo europeo che di fronte alle storture economiche si è mostrata in maniera palese. La Ue è rimasta un’organizzazione che manca di esprimersi con una sola voce sullo scenario internazionale e sul piano interno fatica ad accendere i cuori di chi la vede ancora come un’entità lontana che vuole gestire l’esistenze dei cittadini, senza mostrare loro la sua vera consistenza. Se il materiale per gli euroscettici è quindi tanto, l’occasione odierna può però rappresentare per l’Europa un’occasione di rilancio inatteso. Trovare dentro di sé le risorse per rinascere è possibile, se al centro delle presenti politiche economiche verranno messi la classe lavoratrice ed i giovani, unici veri motori di un possibile sviluppo. Se ciò avverrà, questo duro esame di maturità sarà superato. Altrimenti anche il futuro europeo sarà a rischio default.

Marco Venerucci

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L'occupazione del ponte di Brooklyn da parte dei manifesti di "Occupy Wall Street"

L'approfondimento L'approfondimento Pagina 3Pagina 3

IL DOSSIER: II PARTEIL DOSSIER: II PARTE

LA CRISI DEL LIBERISMOLA CRISI DEL LIBERISMONELNEL '700 '700 ILIL LIBERISMOLIBERISMO HAHA PRODOTTOPRODOTTO LALA RIVOLUZIONERIVOLUZIONE FRANCESEFRANCESE. O. OGGIGGI CREACREA LALA FINANZAFINANZA

CHECHE DOMINADOMINA SULLSULL''ECONOMIAECONOMIA REALEREALE. E . E II MOVIMENTIMOVIMENTI DIDI PROTESTAPROTESTA RISCOPRONORISCOPRONO M MARXARX......

Il sistema economico che da 50 anni sembra inarrestabile, ora arranca. A chi dare la colpa?

Il discorso non è semplice. Non si tratta soltanto della mancanza di lavoro, di investimenti o più semplicemente, di risorse. Il sistema liberale economico immaginato da Locke e da Smith è arrivato al capolinea.Un'economia alle prime armi, come quella del 1700, vedeva nelle idee liberali il futuro. Una piena autoregolazione e gestione del mondo commerciale ed economico da parte del mercato senza l’intromissione dello Stato, favorì ed incentivò i primi imprenditori ed investitori. Una spinta così forte non poteva non avere dei risvolti storici. La rivoluzione francese, La Dichiarazione d’Indipendenza Americana furono le logiche conseguenze di un nuovo modo di guardare e di gestire il mondo. Ma ora, cosa è rimasto di tutto questo?L'eccessiva fiducia dell'America e dell'Europa verso il “laissez-faire” ha

avuto come risultato la perdita del potere dello Stato sul mondo finanziario. Ora sono le tristemente famose agenzie di Raiting ( Standard & poor’s e Moddy’s su tutte) ad avere il destino di ogni singola nazione nelle proprie “A”. Ma c’è chi tutto questo non lo vuole più. Movimenti come: “Occupy Wall Street”, “ Idignados” sono le specchio di una società stanca, ridotta al lastrico da quel misero ma perfido 1 % di loro che gestisce il potere. In tutto questo enorme “Mess” , il “guru” scelto da questi movimenti è l’anti-capitalista per eccellenza, Karl Marx. Le teorie del filosofo-economista tedesco riecheggiano nelle strade di Wall-Street, e non solo. Grandi banchieri e colossi finanziari Americani rispolverano oggi colui che 150 anni fa aveva fatto luce sul futuro del mondo economico controllato dai “pochi”. È evidente, come dice il 75enne storico e geografo David Harvey che non ha mai smesso di insegnare Marx ai suoi studenti, che in mano al capitalismo sregolato e alla destra, l’economia di mercato va verso

l'autodistruzione. “Il capitalismo borghese, una volta arrivato al potere, ha distrutto e riformato ogni relazione economica-sociale riportando tutto a semplici rapporti di denaro. Il continuo sconvolgimento della produzione, l’ininterrotto vacillare di ogni condizione sociale, l’insicurezza e l’agitazione distinguono l’epoca borghese da tutte le epoche anteriori”.

L’attualità delle parole di Marx è confortante ma, allo stesso tempo, sconvolgente. La lotta di classe, vista da Marx come il motore della storia, è anche oggi viva nelle strade di tutto il mondo.

Il filosofo tedesco comprese che le ricchezze prodotte diventeranno troppo grandi da poter essere gestite dal quel gruppo “ristretto”di borghesi, che oggi chiamiamo manager, banchieri ecc. Il capitalismo, come tante altre realtà storiche, ha distrutto di più di quello che ha creato. È arrivato il momento di voltare pagina.

di Marco Ronci

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L'attualità politica Pagina 4

Referendum elettorale: posizioni a confrontoReferendum elettorale: posizioni a confrontoPerché ho firmato Perché non ho firmato

Dopo aver raccolto un milione e passa di firme, il referendum sulla legge elettorale ha davanti un solo ostacolo: deve essere dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale. La domanda sorge allora spontanea: è giusto essere favorevoli ai quesiti proposti? Occorre innanzitutto dire che tornare a votare con l’attuale legge porcellum di Calderoli non è ammissibile, anche perché, se fossero confermati gli attuali sondaggi, qualsiasi parte politica vincesse non avrebbe la maggioranza al Senato, con il risultato di avere un Governo estremamente traballante, se non addirittura da subito un governo tecnico. E’ dunque per questo motivo che è auspicabile che si raggiunga il quorum e che sia modificata tramite tale strumento di democrazia diretta l’attuale legge Calderoli. Inoltre, tornerebbero le preferenze, in modo da non avere più un Parlamento di nominati ma di

“eletti”, anche se sappiamo bene che le preferenze di per sé, non sono sinonimo di democrazia, come ricorda il costituzionalista Ceccanti, che spiega “un sistema di preferenze, in collegi molto grandi, in realtà non attribuisce alcun potere agli elettori, ma al contrario, a chi dispone delle risorse adeguate per poter canalizzare i consensi”; ciò espone nuovamente la nostra democrazia a dei rischi ben noti come le infiltrazioni mafiose, i voti di scambio e il clientelismo. Per concludere, l’importante è spazzare via l’attuale legge elettorale, poi la maggioranza che avrà vinto le prossime elezioni politiche, potrà, se vorrà, cambiare come meglio ritiene il sistema elettorale del nostro Paese: infatti, secondo il diritto, nulla vieterebbe in una nuova legislatura di tornare sull’argomento.

Gabriele Pisanti

Più che un “no” netto, il mio è un “ni”. Credo infatti che sulle questioni politiche è sempre molto facile essere tutti contro qualcosa, ma è molto difficile che questa contrarietà si risolva in una proposta positiva. Il limite di questa proposta di referendum, a mio avviso, è proprio questo. Va giustamente contro una legge aberrante. Ma non è in grado poi di dare una soluzione che sia la più efficace: in qualche maniera lascia il problema a metà. Sicuramente ha avuto un suo effetto positivo nel riaccendere il dibattito sulla questione del “porcellum”, ma non indica una via di uscita in grado di dare una coerenza di legge elettorale all'attuale sistema di partiti. Per quanto riguarda il Pd, condivido la linea che è stata tenuta, ovvero di sostegno “logistico” alla raccolta di firme, ma con la volontà di non mettere il cappello su questa battaglia, consapevole che il ruolo di un partito si svolge

attraverso la dialettica parlamentare (il che si traduce nella proposta di legge elettorale presentata dal Partito Democratico), mentre il referendum è, e deve rimanere, un grande strumento in mano alla società civile. A frenarmi ulteriormente nel non firmare per sostenere il referendum è stato proprio quest'ultimo aspetto: i partiti, e certi personaggi politici, hanno invaso un terreno che non è il loro. E lo hanno fatto senza cercare una logica di condivisione prima dell'azione: più per mettersi in mostra che per dare una soluzione unitaria al problema. Logica della condivisione che in questo preciso momento storico-politico è necessaria più che mai.

Diego Gavini

Il punto della FormicaBocciato il rendiconto dello stato. Così recitava la prima pagina de “Il sole 24 ore” del 12.10.2011. A seguito della nuova manovra finanziaria, con un’approvazione lampo che le ha dato la luce quando tutti gli italiani consumavano il pranzo di Ferragosto, nulla è cambiato. Nonostante sia stata fatta una “manovra” che ha messo un cappio al collo degli italiani, nonostante gli emendamenti, le modifiche, le proposte e le controproposte, tra l’imbarazzo e l’ilarità dell’intera comunità europea, continuiamo a vivere questa crisi con profonda inettitudine. La stessa Marcegaglia ha detto della manovra: “È tutta tasse”-ed ancora- “Non è accettabile che un Paese come l'Italia sia meno credibile della Spagna, ma dai mercati veniamo percepiti così ed è il Governo che ci ha fatto perdere

credibilità”. Ma se questa manovra non serve neanche agli industriali, a chi serve allora? Non si venga a dire al bene dell’Italia, perché i conti sono in rosso (come sempre) ed il bilancio dello stato è stato bocciato! A chi serve? Si ricorda come fosse ieri la fatidica frase: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”. Parliamone: IVA al 21% con aggravio di costi su beni quali automobili, vestiti, scarpe, carburante, telefonia, hi-fi, televisori, computer; introduzione della c.d. “Robin Tax” che prevede l’addizionale IRES del 10,5% a carico delle aziende che producono energia (quando sul punto il popolo si era già espresso con l'ultimo referendum); aumento delle spese di giustizia e ingresso del contributo unificato per i processi tributari e per quei procedimenti

ove prima vigeva un trattamento di esenzione (cause di lavoro, materia previdenziale, divorzi); introduzione del c.d. articolo 8, con possibili deroghe alle leggi nazionali sul contratto di lavoro per gli accordi aziendali e territoriali, comprese quelle sui licenziamenti; e ancora, aumento dell’età pensionabile per le donne, riduzione della pensione di reversibilità, superbollo sui depositi titoli, con l’evidente effetto di paralizzare possibili investimenti, sanatoria per liti fiscali, tagli ai finanziamenti per i ticket sanitari, tagli agli enti locali, e l'introduzione dell'ex Ici, oggi Imu. Per quanto riguarda il contributo di solidarietà a carico dei “super ricchi” inizialmente erano previste due aliquote di tassazione (del 5% per la parte di reddito eccedente 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i

150mila euro), poi ridimensionate, scegliendo di tassare i soli titolari di un reddito complessivo superiore ai 300mila euro con aliquota anch’essa ridimensionata al 3% e con possibilità di deduzione fiscale della stessa. Quindi non osiamo pensare al modo in cui avrebbe agito il nostro “governo” se avesse voluto metterci le mani in tasca. L’operazione in atto costituisce il trionfo del relativismo culturale introdotto dalla teoria filosofica del “pensiero debole” che, nella sua variante “politica” consente al detentore di questo potere di modificare e costruire la realtà a suo piacimento (celeberrima la frase di Donald Rumsfeld – ministro della difesa USA - dopo la caduta del comunismo: “Ora il mondo lo facciamo noi”).

Salvatore Pagnotta

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La Formica del X MunicipioLa Formica del X Municipio

MOBILITA': I PROBLEMI MOBILITA': I PROBLEMI STORICI E LE NUOVE PROPOSTE STORICI E LE NUOVE PROPOSTE

Le prospettive: prolungamento metro A e rafforzamento treni

In una città che fa del traffico e dell’insufficienza/cattiva gestione dei mezzi pubblici i suoi problemi più annosi, non esiste stagione in cui il tema della mobilità non sia all’ordine del giorno.

Il problema si ampia, poi, se inquadrato all’interno di un municipio che di tale città costituisce una rete di agglomerati urbani dalla crescita irregolare e disordinata, per la maggior parte privi di un adeguato servizio di trasporto pubblico.Attualmente, i quartieri del Decimo maggiormente affetti dall’endemico problema mobilità sono quelli che cadono al di fuori del raccordo anulare. Si tratta di un’area piuttosto ampia, comprendente zone come Morena, Gregna Sant’Andrea, La Romanina, Tor Vergata e Vermicino che ancora pagano le conseguenze dello storico errore commesso nel 1980 nel fissare il capolinea della metropolitana linea A ad Anagnina senza tener conto della crescita repentina alla quale erano destinate. A ciò si aggiunge il macigno rappresentato dall’ultima (e non solo) manovra finanziaria, che prevede il taglio del 75% dei fondi relativi al trasporto pubblico locale nella Regione Lazio.Questo il punto sul quale fa leva la mozione recentemente approvata dal Consiglio Municipale in merito all’applicazione degli indirizzi del Piano Strategico della Mobilità Sostenibile nel X Municipio. Secondo i consiglieri di maggioranza, i tagli dei fondi “rende impossibile garantire il livello minimo del servizio pubblico”. Gli interventi richiesti al sindaco Alemanno e agli assessori comunali di riferimento, al contrario, vanno ben oltre l’ordinaria amministrazione e contemplano imponenti misure di riqualificazione

del sistema dei trasporti pubblici e privati. L’opera più importante sarebbe il prolungamento della Metro A da Anagnina a Tor Vergata, ipotesi alla quale si lavora già da un paio d’anni senza particolari passi avanti. Poco più di un miraggio, insomma, tenuto conto soprattutto dell’eccessivo costo dei lavori in un periodo di crisi così profonda. Il compromesso offerto dal comune di Roma, in tal senso, è la realizzazione dello stesso collegamento in superficie, attraverso una tramvia che unisca la stazione di Anagnina alla futura fermata Metro di C di Torre Gaia, passando per Tor Vergata. Fatti salvi gli indubbi benefici che tale progetto potrebbe portare ai cittadini e il notevole risparmio in termini economici (la spesa si ridurrebbe di fatto a un terzo di quella necessaria a prolungare la metropolitana), la scelta di intervenire in superficie comporta numerose insidie, soprattutto se non accompagnata da una parallela sistemazione delle strade e dalla creazione di parcheggi di scambio

lungo la linea che disincentivino l’uso dei mezzi privati.All’attenzione del Municipio ci sono anche le ferrovie. Un’ambizione ormai di vecchia data è quella di conferire ai treni regionali quella funzione di trasporto metropolitano che finora hanno rivestito soltanto in minima parte. In tal senso, un timido segnale di incoraggiamento è stato rappresentato dal via libera alla realizzazione della fermata di Villa Senni a Grottaferrata, lungo la ferrovia Roma-Frascati. La speranza del Decimo Municipio è che si possa proseguire su questa strada, realizzando nuove fermate urbane su questa ed altre linee ferroviarie regionali. Nella mozione si fa esplicito riferimento a possibili fermate a Centrioni, Statuario, Via Selinunte e Morena Sud, al confine con Ciampino.

Di Andrea Listanti

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“A te la parola: dai i voti al Municipio”.Il sondaggio dei Gd

MUNIX INMUNIX INPROGRESSPROGRESS

di di Eleonora MuziEleonora Muzi

al 22 ottobre inizieremo a girare in maniera

capillare il territorio del X Municipio con una serie di banchetti, proponendo ai cittadini di rispondere a un sondaggio che tocca dieci grandi tematiche della vita quotidiana: la mobilità pubblica, la mobilità privata, le strutture culturali, gli spazi aggregativi, la manutenzione stradale, la manutenzione del verde pubblico, le strutture scolastiche pubbliche, le informazioni relative all'attività del Municipio, il rapporto con l'istituzione municipale, le strutture sanitarie (sarà peraltro possibile rispondere al questionario sul nostro blog: gdsubaugusta. wordpress.com). A questo sondaggio “generico”, volto a comprendere quanto una problematica sia più avvertita rispetto ad un'altra, quali sono le priorità sentite dalle persone, abbiamo intenzione di far seguire questionari più precisi relativi alle singole tematiche allo scopo di approfondirle al meglio. Lo

Ddi

Diego Gavini

scopo di questa iniziativa non è tanto quella di avere un freddo quadro statistico delle problematiche avvertite nei nostri quartieri, di ridurre tutto ad un numero. L'idea è quella di riportare nelle strade la politica più bella, quella fatta di ascolto e dialogo al fine di comprendere i problemi della vita quotidiana ed elaborare una soluzione. Il sondaggio, con i suoi risultati, non sarà per noi un fine, ma solo l'inizio di un più vasto progetto di “ritorno al contatto coi cittadini”: l'obiettivo è quello di riattivare una rete fra la politica e le persone su questioni concrete. Iniziare con il chiedere di rispondere a un questionario o semplicemente di parlare dei problemi che l'azione politica può risolvere, non deve fermarsi al disegnare un quadro delle questioni

più sentite, ma da quel quadro partire per attivare iniziative concrete di soluzione dei problemi. Il sondaggio vuole infatti essere solo una primissima fase di questo progetto, che deve essere accompagnato, e soprattutto seguito, da una seconda fase molto più importante, quella dell'attivarsi concretamente, del proporre l'attivazione di una discussione pubblica (attraverso incontri coi cittadini, la creazione di forum, la messa in rete delle tematiche) su ogni determinato tema. Il tutto con l'idea sia di arrivare a risolvere concretamente le problematiche in questione, sia di cominciare a “ripensare” tutti insieme questo Municipio: portare le istanze dei cittadini, dei comitati e delle associazioni dentro al dibattito politico per tornare a creare una base di dialogo costruttivo fra politica e “società”, tassello fondamentale per la concretizzazione dell'azione politica sul territorio.

Allarmante quadro delle scuole nel Municipio. Plessi scolastici che cadono a pezzi, bagni dissestati, cornicioni pericolanti, inagibilità delle strutture, riduzione dell'organico. Questi e tanti altri i problemi con cui il Municipio, genitori e studenti fanno i conti tutti i giorni. Una scuola che si sgretola e che le istituzioni contribuiscono a sgretolare, a partire dal Comune di Roma che ha operato sul Municipio un drastico taglio all'edilizia scolastica, tagli all'assistenza disabili nelle scuole, a cui si sommano i tagli del Governo all'istruzione. A ciò si aggiunge la difficoltà del Municipio ad assicurare il servizio mensa agli asili scongiurando la chiusura di questi. Garantire la qualità dei servizi sia educativi che di manutenzione delle strutture sono gli obiettivi che da sempre il Municipio persegue ma è messo a serio rischio dalla riduzione o mancanza di fondi da parte del Comune di Roma, ed i Municipi non possono e non devono reggere il peso del problema solo sulle loro spalle. Un evidente segno della “cattiva gestione” dell'attuale amministrazione comunale, un fallimento della sua politica di investimenti che ha lasciato le casse del Municipio in rosso non potendo tutelare, così, la sicurezza e la vivibilità dei luoghi agli studenti. Per il momento ci si arrangia. Genitori, insegnanti, studenti fanno da sé, comprano gessi, sedie, banchi, dipingono aule, aggiustano bagni e quadri elettrici. Fino a quando potrà durare?

GIOVANI DEMOCRATICI SUBAUGUSTAGIOVANI DEMOCRATICI SUBAUGUSTA

“NASHWAN AL QADI”“NASHWAN AL QADI”

al CIRCOLO PD in Via Giuseppe Chiovenda 64al CIRCOLO PD in Via Giuseppe Chiovenda 64

RIUNIONI tutti i martedì alle ore 18RIUNIONI tutti i martedì alle ore 18..0000

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