anno 8 numero 1 a.s. 2014/2015 · la struttura di un vulcano viglia ! o! esperimento: vulcano fai...
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2a parte
Formazione alla consa-
pevolezza del rischio/
coscienza del pericolo:
conoscenza della nuo-
va pianificazione di
emergenza del rischio
vulcanico del Vesuvio
e dei Campi Flegrei;
conoscenza in parti-
colare del piano co-
munale.
I docenti e gli alunni coin-
volti si sono soffermati
maggiormente sulla secon-
da parte approfondendo
tutte le tematiche in essa
contenute attraverso una
serie di attività diversificate
( produzioni di disegni, di
acrostici, di testi scritti, di
cruciverba, di intervi-
ste,realizzazione di cartello-
ni murali, lettura di articoli
di riviste scientifiche,lettura
di mappe,visione di filma-
ti…). Sono stati utilizzati
materiali didattici ( il volume
Noi e i vulcani ) ed il sito
web Edurisk.
I docenti e gli alunni delle
classi quinte della scuola pri-
maria del 2° Circolo Didattico
di Ercolano, in questo anno
scolastico, hanno realizzato il
Progetto Edurisk, sviluppan-
do un percorso che ha affron-
tato una delle tematiche di
rischio connesse all’ uso del
territorio. In considerazione
del territorio da essi abitato,
hanno incentrato la loro at-
tenzione sul rischio vulcanico
e in particolare sul nuovo
piano di emergenza e sui com-
portamenti che la popolazio-
ne dell’area vesuviana deve
adottare se dovesse scattare
l’allarme.
Si ritiene che è fonda-
mentale ,per la gestione
dell’emergenza , sviluppare
nei bambini la conoscenza del
rischio attraverso la cultura
della sicurezza e del rispetto
dell’ambiente.
Si legge nel Progetto che
“diffondere in modo semplice
informazioni scientifiche ag-
giornate permette di far cre-
scere nei cittadini quella cono-
scenza approfondita del terri-
torio che è il miglior strumen-
to per avviare strategie di
prevenzione e riduzione dei
rischi naturali”.
Ovviamente, il rischio
vulcanico ha riguardato il
Vesuvio, il vulcano del nostro
territorio.
Il percorso è stato diviso
in due parti.
1a parte
Presentazione del fenome-
no vulcanico articolato nei
seguenti punti:
come nasce e come è
fatto un vulcano;
come avvengono le
eruzioni;
fenomeni eruttivi e loro
pericolosità;
cenni sulle principali
eruzioni del Vesuvio;
curiosità,leggende e
miti legati al Vesuvio.
Attività di previsione e
prevenzione:
sono prevedibili le eru-
zioni vulcaniche?
attività volte a ridurre i
danni di un’eruzione;
piani di emergenza;
compiti della Protezio-
ne Civile.
Sommario:
Anno 8 Numero 1
A.s. 2014/2015
Edizione straordinaria del
Ciclone di notizie
a cura delle classi V
Ciao sono un vulcano!
Conoscenze scientifiche: pag. 2-3
I pericoli delle eruzioni pag. 4-5
Cenni sulle principali eruzioni 6-7
Acrostici - filastrocche … 8-9
Miti e leggende 10-11
Prevedibilità delle eruzioni 12-13
Indagini sul rischio Vesuvio 14-15
Piano di emergenza e mappe ge-
mellaggi 16-17
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Lungo i margini delle placche( pezzi di cro-
sta) le rocce del mantello (strato di rocce
dense intorno al nucleo della Terra) si
sciolgono e formano il magma. Que-
sto ,caldo e leggero ,sale e appena trova
un’apertura della crosta esce all’aperto.
Le eruzioni possono essere effusive o e-
splosive. Nel 1° caso la lava è molto fluida
e con pochi gas ; nel 2° caso il magma è
pieno di gas ed esplode facendo ricadere
ceneri e altro materiale.
Abbiamo versato due spatoli-
ne di bicarbonato di sodio e
una di farina nei quattro crate-
ri;
Poi abbiamo messo in un bic-
chiere due tacche di aceto e
del colorante rosso in granelli e
mescolato il tutto.
Infine abbiamo aspirato il liqui-
do e unito al composto farina +
bicarbonato per provocare
l’eruzione.
La struttura di un vulcano
Che meraviglia ! Ci stiamo divertendo molto!
ESPERIMENTO: Vulcano fai da te
Oggi a scuola abbiamo fatto un esperimento
per capire come eruttava un vulcano .
Abbiamo preso un grosso contenitore pieno di
terreno bagnato.
Abbiamo mescolato il bicarbonato di sodio, in
un bicchiere insieme alla farina .
Abbiamo messo una bottiglia di plastica nel
terreno e l’ abbiamo ricoperta di terreno dan-
dogli la forma di un vulcano.
Poi abbiamo aggiunto la miscela nella botti-
glia .
A questo punto abbiamo mescolato l’ aceto
con la tempera rossa e il “VULCANO” è esplo-
so .
Scendeva lentamente una finta ed efferve-
scente lava rossa , sembrava una vera e pro-
pria eruzione.
E’ stato l’ esperimento più bello che io abbia mai visto!!!
E’ stato l’ esperimento più bello
che abbiamo mai visto!!! Quasi
quasi lo rappresentiamo !
Pagina 3
Pagina 4
Molti sono i pericoli delle eruzioni vul-
caniche :
le colate di lava
i proiettili e le ceneri
i flussi piroclastici
le frane
le colate di fango
i maremoti e gli tsunami
Il rischio vulcanico per la zona
del Vesuvio è altissimo, proba-
bilmente il più alto del mondo,
perché l ’ alta pericolosità del
vulcano si combina con un al-
tissimo valore esposto costitui-
to dalle centinaia di migliaia di
persone che vivono sulle sue
pendici .
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Ma allora se i vulcani sono rischiosi
perché gli uomini costruiscono ai loro
piedi ? Lo abbiamo chiesto al nostro
Vesuvio e lui ci risposto semplicemen-
te così:
Alla luce della mia storia eruttiva si pre-
vede che la prossima eruzione sarà esplo-
siva di tipo sub - pliniano.
Lo scenario è il seguente:
colonna eruttiva alta 15-20 m ;
caduta di bombe, ceneri e lapilli fino
a 10 km , che seguono il vento pre-
valente in quel momento;
collasso della colonna e dunque co-
late piroclastiche fino al mare;
colate di fango.
Posso a ragione afferma-
re che chi si è insediato
ai miei piedi non ha avuto
rispetto per me !
Questa è la mia carta geologica
LE ERUZIONI NELLA MEMORIA DEGLI ERCOLANESI
Per molti secoli il Vesuvio fu un monte tranquillo. Scrittori
antichi lo descrissero coperto di orti e vigne, eccetto per
l'arido culmine. Anche diverse fonti iconografiche, come
alcuni affreschi attualmente conservati presso il Museo
Archeologico di Napoli, mostrano il Vesuvio come una
montagna a picco unico, coperta di vegetazione e di vigne-
ti.
L'eruzione del Vesuvio del 79 è il principale evento erutti-
vo verificatosi in epoca storica. L'eruzione, che ha profon-
damente modificato la morfologia del vulcano e dei terri-
tori circostanti, ha provocato la distruzione delle città di
Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia, le cui rovine sono ri-
maste sepolte sotto strati di pomici fino al XVIII secolo.
Nel Medioevo si ricordano numerose e violente esplosioni.
La bella fama del Vesuvio era tramontata e un misterioso
sacro terrore cominciò a circondare quel nome, già evoca-
tore di scene incantate. Il pino di fumo, i minacciosi baglio-
ri notturni, i boati paurosi, le terrificanti eruzioni, fecero
pensare che il terribile cratere fosse l’entrata dell’inferno.
In quel lungo periodo, ad ogni eruzione, si ripeterono le
stesse scene di terrore, di pentimento dei propri peccati,
di invocazioni a San Gennaro, di processioni penitenziali
ecc.
Dopo l’eruzione del 1139 il Vesuvio si concesse un lunghis-
simo periodo di riposo. Incoraggiati dalla calma del Vulca-
no e dalla fertilità dei luoghi, nacquero numerosi centri a-
bitati ai piedi del monte. Torre del Greco, Resina, Portici,
Cremano acquistavano la loro inconfondibile fisionomia e
popolavano di una gaia e festosa folla le campagne, le col-
line e le coste che dominava il vulcano. Nell’immaginario
collettivo, il nostro monte si trasformò da giustiziere me-
dievale a idilliaco sentimentalone, incapace di altre eruzio-
ni. Ma, dapprima con terremoti, poi man mano con episo-
di sempre più disastrosi, il Vesuvio infine, fece registrare
una nuova violenta esplosione nel 1631.
Il 16 dicembre 1631 era un martedì (I contadini
notarono la coincidenza con il giorno consacrato
al dio della guerra!), ci fu un'altra terribile eru-
zione. Dopo numerosi eventi premonitori quali
il rigonfiamento del suolo, piccoli terremoti che
si manifestavano già da qualche mese e prosciu-
gamento delle fonti, all'alba, alcuni contadini
videro una grande colonna di fumo denso solle-
varsi dalla cima del vulcano. Il Vesuvio rientrò
in attività dopo un riposo di circa 130 anni! La
colata dell’eruzione si divise in sette rami princi-
pali, uno dei quali attraversò Pugliano, divoran-
do prati e colture ma risparmiando miracolosa-
mente il celebre tempio.
Il 13 giugno 1794 gli ercolanesi sentirono tre-
mare la terra e dal cratere della montagna uscì
un globo di fuoco molto alto. Il 15, in concomi-
tanza con i festeggiamenti di San Vito, si aprì un
crepaccio tra Resina e Torre del Greco. Gli abi-
tanti di quest’ultima cittadina temettero il peg-
gio, infatti, dopo essersi inizialmente diretta ver-
so Resina, la lava sgorgata dalla fenditura si di-
resse verso di loro, incendiando la città.
Anche con l’eruzione del 1855 lo spavento fu
grande. Minacciati dei loro averi, i possidenti
del piano alto di San Vito, alle prime avvisaglie
del pericolo, corsero alla Chiesa Madre di Pu-
gliano, perché si portassero in processione i san-
ti protettori là dove avanzava la lava. Il loro desi-
derio fu esaudito. Alcuni sacerdoti, seguiti da
numerose persone, si avviarono lungo la via
nuova di San Vito portando il simulacro ligneo
della Madonna di Pugliano e un mezzo busto di
San Gennaro. Quest’ultimo fu depositato nella
chiesa di San Vito a guardia del vulcano.
Dopo l'eruzione del 1944, il Vesuvio è in
fase di quiescenza. Tale periodo di riposo,
in base alla descrizione del ciclo delle e-
ruzioni del vulcano, appare atipico, in
quanto la ripresa dell'attività eruttiva pa-
re fortemente in ritardo. La soglia d'allar-
me è alta per le future eruzioni che po-
tenzialmente potrebbero coinvolgere
un'area dove oggi vivono più di tre milio-
ni di persone, quindi, il Vesuvio è stretta-
mente monitorato.
Pagina 8
1 N 2 U 3 B
4 E 5
6
7 A 8 9 O 10 11 P 12
13 P 14 O 15 M 16 I 17 C 18 I
19 0 20 21 B 22 23 24
25 L 26 27 E 28 T 29 N 30 A
31 I 32 33 34 V 35 36
VERTICALI
1 PROVINCIA DEL VESUVIO
3 I PIROCLASTI PIU’ GRANDI
11 PROTEZIONE CIVILE
28 DA’ LE NOTIZIE
ORIZZONTALI
1 PUO’ ESSERE ARDENTE
13 PRODOTTI PIROCLASTICI OTTIMI PER CALLI
27 UN GRANDE VULCANO SICILIANO
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Io sono MIRIAM e vi volevo raccontare una leggenda romantica che parla
di una vera e quasi impossibile storia d ’ amore . C’era una volta a NA-
POLI, ai tempi dei re, un re e una regina di un meraviglioso regno. La
regina, gravemente ammalata, rimase incinta e i sudditi fecero di tutto
per aiutarla: le portavano erbe curative e bevande miracolose, ma
niente funzionava perché per farla guarire dalla sua malattia ci voleva
“la foglia magica”. Il re, allora, mandò tutti gli abitanti del regno in una
ricerca disperata e alla fine trovarono “la foglia magica” e la regina
dopo dieci giorni guarì, ma le era stato predetto che i suoi figli avreb-
bero dovuto soffrire. La regina scordò in tre giorni la predizione e do-
po nove mesi partorì tre bei gemelli, due femmine ed un maschio: I-
SCHIA, CAPRI E VESUVIO, ma nella notte il loro regno venne attaccato
e i tre gemelli vennero divisi. CAPRI e ISCHIA furono salvate dalla ma-
dre, ma VESUVIO venne rapito.
Vent’ anni dopo … VESUVIO, CAPRI ed ISCHIA erano cresciuti e la regi-na ed il re dopo anni di ricerche avevano perso la speranza di ritro-vare il loro figlio adorato, quindi si doveva andare avanti con la vita e le due principesse fatte grandi dovevano sposarsi. CAPRI era bellissima, con occhi blu intenso e capelli biondo miele con dei riflessi ramati, era così bella che la sorella ISCHIA era molto gelosa e le faceva tutti i dispetti possi-bili. Un giorno qualcuno bussò alla porta e da essa uscì un bellissimo giovane
con occhi castani e capelli rosso fuoco .CAPRI e ISCHIA se ne innamorarono
ma quel giovane appena vide CAPRI rimase folgorato; a quel punto entrò
la regina e disse: <Voi figlie mie vi dovete sposare perciò vi ho portato un
giovane .Chi di voi due sarà in grado di conquistarsi il suo amore lo spose-
rà>, ma CAPRI non sapeva che si era innamorata di suo fratello VESUVIO, i
due non sapendolo continuarono a vedersi e a un certo punto sotto le stel-
le della notte si baciarono ed ISCHIA, anche lei innamorata del fratello, li
vide e si ingelosì a tal punto che andò lì e buttò la sorella CAPRI nelle gelide
acque del MAR TIRRENO dove per un minuto si trattenne sott’ acqua. Lì un
oracolo le raccontò tutto il passato trasmettendoglielo nella mente, lei,
scoprendo tutto, prima si ghiacciò, poi venne CUPIDO il dio dell’ amore e
per far sì che VESUVIO e CAPRI si vedessero la scongelò e la trasformò in
una bellissima isola e VESUVIO in un vulcano con della terra marrone come
i suoi occhi e lava rossa come i suoi capelli, ma in fondo al cuore VESUVIO
sapeva che l’ amata sorella era morta perciò un po’ fu l’ incantesimo a tra-
sformarlo in un vulcano ed un po’ la sua tristezza.
I due che erano uno di fronte all’ altro si scambiavano sempre sguardi in-
namorati e doloranti. ISCHIA poi responsabile della morte della sorella fu
trasformata dagli dei per punizione anche lei in un’ isola, ma sorse lontana
da CAPRI e dal VESUVIO, dove isolata sembrava che guardasse i due con
gli occhi della gelosia (due sorelle possono anche litigare per amore)
Ecco questa è la storia d’ amore più vera e quasi impossibile, che insegna
che in amore se ci si ama davvero si rischia anche la vita per difendere il
proprio sentimento verso l’ altro
Ed è qui che finisce la storia di un amore impossibile!!!
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SE LO GUARDERAI TE NE INNA-
MORERAI
MA SE ERUTTERA' SOL SCAPPARE
POTRAI
FINO AD ORA HA FATTO IL BRA-
VO
COME E' BELLO IL MIO VULCANO
E' DOLCE E ANCHE SE DI PIETRA
NON SEMPRE INQUIETA
E' FORTE E MUSCOLOSO
E QUANDO ERUTTA E' PERICOLO-
SO
QUANTO E' GRANDE IL MIO VUL-
CANO
SI AMMIRA DA URANO
SI CHIAMA VESUVIO
E QUANDO ERUTTA SEMBRA UN
DILUVIO
MA IL NOSTRO SANTO PREDILET-
TO
FERMA SUBITO LA LAVA NEL SUO
LETTO
QUESTO SANTO E' SAN GENNA-
RO
AIUTA NAPOLI ED ERCOLANO.
Pagina 11 Anno 8 Numero 1
IL VESUVIO:UN PEZZO DI PARADISO.
LUCIFERO,L'ANGELO PIU' BELLO DEL PARADI-
SO,MA ANCHE IL PIU' RIBELLE, PRECIPITATO
DALLA COLLERA DEL SIGNORE SULLA TER-
RA,TRASCINO' CON SE' UN PEZZO DI PARADI-
SO DANDO COSI' ORIGINE AL GOLFO DI NA-
POLI DOVE SI AFFACCIA IL NOSTRO INCANTE-
VOLE MA TEMIBILE VESUVIO.
IL VESUVIO: ORIGINE DEL NOME (ALCUNE CU-
RIOSITA')
NELL'ANTICHITA' SI RITENEVA CHE IL VESUVIO
FOSSE CONSACRATO ALL'EROE SEMIDIO ERCO-
LE,FIGLIO DI GIOVE E DI ALCMENA,REGINA DI
TEBE. UNO DEI NOMI DI GIOVE ERA "VES"COSI'
CHIAMATO PER ESSERE IL DIO DELLA PIOG-
GIA.ERCOLE,PERCIO',DIVENNE "VESOUUIOS",IL
FIGLIO DI VES.UNA TRADIZIONE POPOLARE
DELLA FINE DEL SEICENTO,INVECE,VORREBBE
CHE LA PAROLA VESUVIO DERIVI DA "VEH
SUIS",GUAI AI SUOI! IN QUANTO LA MAGGIOR
PARTE DELLE ERUZIONI FINO AD ALLORA AC-
CADUTE, AVEVANO SEMPRE PRECEDUTO O
POSTICIPATO AVVENIMENTI STORICI IMPOR-
TANTI O QUASI SEMPRE CARICHI DI DISGRA-
ZIE.L'ERUZIONE DEL 1631 SAREBBE STATO IL
PREAVVISO DEI MOTI DI MASANIELLO.
Il gigante addormentato
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Prima di un’eruzione ci sono i co-
siddetti fenomeni precursori…..
A scuola abbiamo parlato di uno di questi fenomeni precursori:
IL TERREMOTO
CHE FACCIAMO SE DOVESSE CAPITARE?
NON FARTI PRENDERE DALLA PAURA:RAGIONA !
NON ABBANDONARE L’EDIFICIO DURANTE LA SCOSSA :ASPETTA CHE FINISCA !
RIPARATI SOTTO UN TAVOLO O NEL VANO DI UNA PORTA O NELL’ANGOLO DELLA STANZA.
FINITA LA SCOSSA CHIUDI GLI INTERRUTTORI DI ACQUA,GAS ED ELETTRICITA’.
ESCI DI CASA CON CALMA!
RAGGIUNGI UNO SPAZIO APERTO,LONTANO DA EDIFICI PERICO-LANTI.
NON USARE L’AUTOMOBILE PER NON INTRALCIARE I SOCCORSI.
NON USARE IL TELEFONO SE NON IN CASO DI NECESSITA’.
SE SEI ALL’APERTO DURANTE LA SCOSSA ALLONTANATI DA CIO’ CHE PUO’ CADERE:ALBERI,LAMPIONI,FILI DELLA LUCE.
SE SEI ALL’APERTO DURANTE O DOPO LA SCOSSA ALLONTANATI DAI MURI DELLE CASE :POSSONO CADERE I CORNICIONI.
L’OSSERVATORIO VESUVIANO
L'Osservatorio Vesuviano è una istituzione
pubblica dedicata alla ricerca vulcanologi-
ca e geofisica e alla sua applicazione al
monitoraggio dei vulcani attivi. Fondato
nel 1841 dal re delle due Sicilie Ferdinan-
do II di Borbone, è il più antico osservato-
rio vulcanologico del mondo. In particola-
re, la sua attività si concentra sui vulcani
dell’area napoletana: Ischia, Vesuvio, Cam-
pi Flegrei e Stromboli per i quali svolge at-
tività di ricerca scientifica, sorveglianza,
presidio 24 ore su 24, didattica e divulga-
zione. Trattandosi di vulcani ad alto ri-
schio, per il carattere esplosivo delle eru-
zioni e la vicinanza a vaste zone urbanizza-
te, l’obiettivo dell’Osservatorio è consenti-
re una previsione a breve termine sempre
più accurata e tempestiva. Per questo, il
sistema di sorveglianza è stato adeguato
negli anni allo sviluppo delle conoscenze
vulcanologiche e tecnologiche.
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Le strutture di monitorag-
gio e controllo scientifico
( OSSERVATORIO VESU-
VIANO ) segnalano alla
PROTEZIONE CIVILE il ve-
rificarsi di fenomeni pre-
cursori; dopodiché scatta il
PIANO NAZIONALE DI E-
MERGENZA.
L’evacuazione comincia quando si raggiunge lo stato di allarme ( 72 ore prima
dell’evento).
La popolazione è accolta in aree sicure di 1a accoglienza fuori dalla zona or-
mai evacuata per essere poi trasferita nelle regioni gemellate.
Pagina
AIUTOOOO!! SCAPPIAMO!!
Alcune curiosità
Domanda: "Se scattasse l'allarme sai co-
sa dovresti fare?
Risposta: Si,indosserò delle coperte di
lana,metterò delle pentole d'acciaio in
testa e mi dirigerò verso il punto di rac-
colta.
Risposta: Si,mi dovrei nascondere sotto
qualche tavolo con gli altri.
Risposta: Scapperei subito,senza atten-
dere la Protezione Civile che senz'altro ci
farebbe morire tutti.
Vesuvio: Odio e Amore.
Noi bambini della quinta A abbiamo svolto un'indagine dal tito-
lo:"Rischio Vesuvio".Questo è quello che abbiamo scoperto:
Un ‘indagine sul rischio Vesuvio
Anno 8 Numero 1
A.s. 2014/2015 Pag
LE NOSTRE DOMANDE
Se dovessimo evacuare con quali
mezzi dovremmo farlo?
Quali sono le vie di fuga previste?
Sono diverse a seconda della regione
in cui dovremmo andare?
Lungo le vie saremo accolti in speciali
“ aree”?
Sarà in quelle speciali aree che la
popolazione verrà registrata e riceve-
rà informazioni ed assistenza?
Che si sta facendo alla rete stradale
vista la precaria situazione viaria?
La Protezione Civile si servirà solo
dei suoi uomini o anche di squadre
speciali di esperti in materia di rischio
vulcanico?
I Comuni attiveranno propri CENTRI
OPERATIVI COMUNALI?
Per dare un’ idea a tutti, si potrebbe-
ro fare delle simulazioni?
Se siamo appena fuori dalla zona
rossa siamo al sicuro?
Il 28 maggio i docenti e gli alunni delle classi quinte hanno incontrato a
scuola il dott. Evangelista della Protezione civile che ha prima discusso
del Progetto con i ragazzi e poi ha risposto a tutte le loro domande.
Innanzitutto ha affermato che preparare un piano di emergenza vuol
dire essere pronti a ciò che potrebbe succedere. In caso di evacuazione
gli ercolanesi andrebbero in Emilia Romagna dopo essere stati censiti
dalla Protezione civile in particolari aree (lì avrebbero cure necessarie
ed assistenza) poste alla fine delle vie di fuga . L’emergenza potrebbe
essere difficile da gestire a causa del sovraffollamento dell’ area a ri-
schio e dell’ inadeguatezza delle strade a permettere una efficace eva-
cuazione della popolazione. Il piano di emergenza è dunque in continua
evoluzione in quanto pianificare vuol dire saper agire nel modo giusto.
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Anno 8 Numero 1
Da una recentissima comunicazione dell’ ex Capo della Protezione Civile.
L’area vesuviana “è una delle aree vulcaniche più pericolose del mondo” ma anche “una delle più
monitorate”. Per questo il nuovo piano di sicurezza, entrato in vigore da poco, è fondamentale.
Lo diceva l’ex capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, che ricordava come “il piano del
2006 prevedeva l’evacuazione preventiva di 18 comuni dell’area rossa” che ora sono stati porta-
ti a 25 :Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Palma Cam-
pania, Poggiomarino, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant’Anastasia, San Gennaro Vesuviano,
San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana,
Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, e Scafati e parte dei territori dei co-
muni di: Napoli (parte della circoscrizione di Barra – Ponticelli – San Giovanni a Teduccio), Nola
Gabrielli ha spiegato che “in questo momento per il Vesuvio il livello di pericolo è base, cioè
verde. Per la comunità scientifica il passaggio al livello di attenzione successivo, giallo, è pre-
stabilito, mentre per quello da pre-allerta ad allerta è subordinato alle valutazioni della com-
missione “Grandi rischi”. Il piano di evacuazione è stabilito con un minimo di 72 ore di anticipo
perché “l’unico vantaggio nella previsione dei fenomeni di eruzione vulcanica rispetto ai terre-
moti è che quanto più ci si avvicina all’evento tanto più le probabilità sono certe. Le 72 ore so-
no una sorta di accordo che la comunità scientifica e il sistema di protezione civile hanno stabi-
lito per consentire l’evacuazione. E’ quindi fondamentale un piano di studio della viabilità e della
tempistica dell’evacuazione”. Riguardo all’immediato post-evacuazione e all’accoglienza “è stato
codificato il sistema dei gemellaggi, per cui gli abitanti dei 25 paesi della nuova zona rossa ver-
ranno trasferiti nelle Regioni che hanno aderito a questo gemellaggio – spiega Gabrielli”.
“Occorre che i comuni si dotino di strutture ordinarie di protezione civile, oltre che una mag-
giore informazione, e una implementazione degli strumenti di prevenzione, un percorso già
tracciato sul quale dobbiamo proseguire a passo spe-
dito e senza abbassare la guardia”.
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Si ringraziano: Il Dirigente scolastico prof. Giovanna Tavani,
i docenti e i bambini delle classi V del 2° Circolo didattico “Francesco Giampaglia” di Ercolano (NA)
Impaginazione: docente Ruggiero Maria Antonietta
Patrimonio dell’ umanità