workflow & ir non testuale

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Roma (Italy), Università di Roma Tre, 2004-12-03

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AIDA AIDA Università di Roma Tre, 2004-12-03AAssociazione ssociazione IItaliana per la taliana per la DDocumentazione ocumentazione AAvanzatavanzata

workflow & irnon testuale

domenico.bogliolo@uniroma1.it

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2 accezioni di workflow:

1. organizzare documentiattori: archivista, bibliotecario,

documentalista

2. organizzare conoscenzaattore: comunità di prassi

cioè un gruppo auto-organizzato che scambia informazioni e conoscenza per compiere un processo condiviso

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la comunità di prassiorganizza il flusso documentale con

un’intenzione diversa

2 progetti sul trattamento del documento:

1.centrato sul contenuto2.centrato sull’utente

nel primo caso il documento è un fine, nel secondo è uno strumento

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per la comunità di prassi

il documento importa più per le aspettative e i rischi attesi che non per la sua oggettualità

il documento è indicizzabile diversamente per ogni nuovo progetto

perché lo scopo attribuibile al documento prevale sulla sua struttura

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la comunità di prassi

crea liberamente il proprio orizzonte cognitivo attribuendo significati nuovi alla realtà

e sa governare con efficacia la creazione del caos che genera l’ordine

la gestione strutturale del documento lavora sull’ordine

quella intenzionale lavora sul caos

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ordine dal caos ≠ ordine dal disordine

• caos = disordine (stoici)• caos = abisso (esiodo)

gola aperta, cavità vuota oscura e misteriosa, fonte di vita e di conoscenza

conoscenza = la fonte femminiledell’azione

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la gestione intenzionale del documento non possiede visioni chiare e distinte del mondo

perché il mondo sul quale opera nasce in occasione della discussione, della contrattazione, dell’esperimento, del feedback emotivo, della contrapposizione dei sentimenti

non esprimibili adeguatamente dalla conoscenza esplicita

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manuale per imparare a

oppure a

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è impossibile!

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la comunità di prassi crea e scambia soprattutto conoscenza tacita quando non implicita

preferibilmente attraverso il contatto diretto

altrimenti, attraverso la tecnologia

lavorando “in rete” e “a rete”

cioè interattivamente

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l’interazione ottimale preferisce il pensiero emotivo a quello intellettivo

cioè alla dimensione della ragione preferisce quella del giocoche è la dimensione tipica della

realtà virtuale

così come preferibilmente accade in aula nell’interazione docente-discente e timidamente nella fad di ultima generazione

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l’interazione emotiva preferisce i documenti multimediali

ma gli attuali sistemi per il workflow preferiscono trattare informazione testuale

magari nella forma del blog, della chat o dello storytelling

perché facilitare i flussi di conoscenza tacita significa in gran parte appoggiarsi sul potere evocativo della multimedialità

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serve una teoria generale del content management multimediale

servono sistemi cognitivi che sappiano lavorare con il rumore

e interagire automaticamente e a basso costo con il contenuto nontestuale dei documentisia con quello che appartiene alla

struttura del documentosia con quello che appartiene

all’intenzione dell’utentewww.aidaweb.it - aida@aidaweb.it

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servono sistemi di workflow commerciali a basso costo e user friendly cioè intuitivi, possibilmente peer-to-peer, che sappiano indicizzare, archiviare e recuperare i documenti multimediali ai fini della comunicazione interattiva per comunità di prassi che devono creare e trasferire conoscenza soprattutto tacita

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