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Provincia di Piacenza Settore Sistema Scolastico
ed educativo Istruzione e università. Servizi alla persona e alla comunità
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Tavolo di Coordinamento Pedagogico Provinciale di Piacenza
Revisione 2014
Provincia di Piacenza Settore Sistema Scolastico
ed educativo Istruzione e università. Servizi alla persona e alla comunità
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PREMESSA ORIGINI E SCOPI DEL DOCUMENTO
Il presente documento nasce come prodotto di un percorso di formazione dedicato ai coordinatori pedagogici tenuto dalla dott.ssa
Viviana Tanzi sul tema della competenza riflessiva del cp nell’affiancamento del gruppo di lavoro in seno alla progettazione educativa.
Il documento ha il principale scopo di guidare il cp nel complesso compito professionale di stimolare e sostenere il gruppo di lavoro
nella capacità di interrogare le proprie ipotesi progettuali al fine di renderle sempre più aderenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie.
La finalità è quella di sostenere i processi riflessivi delle equipe educative promuovendo continue occasioni di riflessione sulle
proposte educative dei servizi nell’ottica del miglioramento continuo della qualità delle offerte educative.
Il documento identifica la qualità della progettazione educativa a partire da tre principali criteri:
-COERENZA : correlazione ai valori generali del servizio
-SIGNIFICATIVITA’: centratura sui bisogni evolutivi specifici dei bambini di sezione
CONTINUITA’: connessione di tutta l’esperienza di vita dei bambini al nido, dalle routines, all’accoglienza, alle specifiche
attività sviluppate nel corso dell’anno.
Il progetto educativo non è in questo senso riconducibile alle singole proposte operative \ didattiche\ attività, od alla loro somma, ma
ad unno specifico Progetto complessivo di lavoro di tutte le offerte educative dell’anno per quella sezione.
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DEFINIZINONI DA LINEE GUIDA
Progetto pedagogico - costituisce il documento in cui si definisce l’identità e la fisionomia pedagogica del servizio, declinandone gli orientamenti e gli intenti
educativi di fondo ed esplicitandone le coordinate di indirizzo metodologico. Il progetto pedagogico rappresenta un documento d’impegni con il territorio e un
piano generale di azione, contestualizzato e realizzabile, in cui sono precisate le finalità, i criteri e le modalità di organizzazione educativa del servizio.
Progetto educativo – è il documento di pianificazione dell’attività educativa elaborato annualmente da ciascun gruppo di lavoro. Il progetto educativo traduce a
livello operativo le intenzioni educative e le linee metodologiche definite nel progetto pedagogico, descrivendo le ipotesi di lavoro concrete e flessibili che
verranno privilegiate nell’anno di riferimento.
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PRIMA FASE DI PROGETTAZIONE
DALLA PROGETTAZIONE PEDAGOGICA DI SERVIZIO ALLA PROGETTAZIONE
EDUCATIVA DI SEZIONE
Il Coordinatore pedagogico con il gruppo di lavoro, prima di definire il progetto
educativo di sezione, rimettere in memoria quali siano i valori educativi di
riferimento del servizio da cui scegliere e tradurre gli specifici percorsi di sezione.
PUNTO 1 scelta del percorso generale di sezione coerente coi valori del servizio e
correlato coi bisogni evolutivi dei bambini
Il CP ed il gruppo di lavoro individuano i bisogni evolutivi emergenti, attraverso un
CONFRONTO ed una RICOGNIZIONE di idee su come vedono i bambini, su quali
competenze sembrano più solide e su quali invece ritengono opportuno andare a
sviluppare con progetti di lavoro a supporto.
Il CP da questo primo giro di confronto deve rintracciare il FILO CONDUTTORE che
lega i vari contributi, INTERPRETANDO in chiave pedagogica gli aspetti più
significativi che aprono piste interessanti.
Il CP offre una prima RIELABORAZIONE sul PIANO PEDAGOGICO delle tematiche
sollevare e le riconduce in una cornice teorica chiara ed esplicita, collegando
questi percorsi ai valori di riferimento del servizio, portando il gruppo ad una
elaborazione consapevole degli intenti educativi.
Conduce il gruppo di lavoro a CHIARIRSI E CONFRONTARSI sugli scopi educativi da
raggiungere, a IPOTIZZARE traguardi evolutivi RAGGIUNGIBILI.
ESEMPIO
1) VALORE del PP di servizio: “ Si ritiene il Nido un luogo
privilegiato di interazione sociale in cui i bambini hanno
l’opportunità di comprendere se stessi grazie
all’incontro con altri bambini ed adulti. “
2) Progetto educativo di una ipotetica sezione di due anni:
in congruenza con gli obiettivi generali del servizio e
dopo aver osservato i bambini di sezione che
esprimono molto interesse a relazionarsi coi pari ma
anche modalità non sempre funzionali il gruppo di
lavoro individua il progetto specifico di sezione ne: “ Le
relazioni dei bambini tra incontri e scontri.”
3) Cosa ci dicono le teorie pedagogiche, sociali e
psicologie sull’Io sociale? Quali sono i traguardi
evolutivi dei bambini di questa età? Quali significati
hanno gli scontri ed i litigi, come si può sostenere il
Limite ed il riconoscimento dell’altro con proprie
esigenze e necessità? Perché i bambini di questa età
ricorrono più spesso all’azione che alla parola?
4) Individuiamo alcuni traguardi evolutivi che riteniamo
importanti per i bambini di 2 anni: riconoscersi per il
nome, i propri oggetti, la storia, le immagini di sé;
capacità di distinguersi dagli altri per caratteristiche,
gusti, preferenze; saper stare da soli, completare
un’attività da solo; saper collaborare nello svolgimento
di alcune semplici attività; saper aspettare il proprio
turno; esprimersi con il linguaggio e non solo con
l’azione……..ecc
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PUNTO 2: La pianificazione dello specifico percorso di sezione
Il CP, dopo aver lavorato per esplicitare le motivazioni pedagogiche che le
educatrici intendono sviluppare ed averle ricomposte in una cornice teorica
colta, sostiene il gruppo nella declinazione degli interventi che
complessivamente, dai momenti di routines a quelli di gioco libero possono
sviluppare le competenze relazionali e sociali dei bambini di sezione.
Inoltre il gruppo di lavoro ipotizza di sviluppare lo specifico progetto di
sezione anche attraverso particolari attività e percorsi
Il CP e le educatrici propongono una scaletta di offerte, con materiale
strutturato, e\o di recupero, e\o informale ecc, coerente con lo specifico
percorso ipotizzato.
ESEMPIO:
come accogliamo i B. in modo da
favorire la costruzione di piccoli gruppi
di gioco spontaneo? Negli spazi cosa
possiamo predisporre per favorire il
gioco cooperativo? Quali letture e
proposte di libro trattano questo tema?
Che linguaggio possiamo utilizzare per
sostenere ed incentivare le relazioni?
In caso di scontri quali regole ci diamo?
“ la costruttività: micro e macro
costruzioni dei bambini.” Come ipotesi
di percorso specifico
Le educatrici decidono di offrire corde,
legni, materiali di recupero e chiedono
ai bambini di costruire insieme un
recinto…un ponte….una torre ecc
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SINTESI
Alcune competenze pedagogiche, relazionali e metodologiche sembrano efficaci per il lavoro del CP, allo scopo di supportare il
gruppo di lavoro alla realizzazione degli obiettivi educativi espressi nel Progetto Pedagogico.
A. Sul piano del contenuto, essendo la competenza costruzione sociale, gli operatori hanno necessariamente bisogno di
confrontarsi e condividere gli intenti che vogliono raggiungere, sforzandosi di dirsi come leggono i bambini e quali traguardi
evolutivi ritengono prioritari. Sul piano del metodo il CP governa questa fase del confronto , proponendo una RICOGNIZIONE
GUIDATA dei punti di vista, avendo cura che ci si ASCOLTI in funzione del raggiungimento dell'obiettivo, cioè l’individuazione
dei traguardi evolutivi dei bambini.
B. Dal confronto solitamente, sul piano dei contenuti, emergono molti contributi a volte convergenti ed altre discordanti. Il CP
SELEZIONA e PROPONE quelli che si rivelano più utili, CORRELATI e PERTINENTI all’obiettivo educativo individuato, no
necessariamente i più suggestivi ed affascinanti. Sul piano del metodo sostiene il gruppo a mantenere la coerenza tra quanto
dichiarato come scopo ed il percorso per realizzarlo.
C. Uno dei compiti più significativi del CP è quello di SIGNIFICARE pedagogicamente gli intenti che si vogliono realizzare,
soffermandosi sui perché educativi e non solo sugli strumenti per raggiungerli. Sul piano metodologico occorre sostenere il
gruppo di lavoro nell’individuazione e nel mantenimento della FUNZIONE educativa da perseguire.
D. Nel momento della scelta dei percorsi operativi possibili e delle attività da proporre, il CP dovrà sostenere il gruppo nella
SCELTA di quelli che sono COERENTI E UTILI, non necessariamente seduttivi od inconsueti. Sul piano del metodo avere cura
di offrire occasioni colte, ampie ma anche collegaste alle caratteristiche evolutive dei bambini.
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SECONDA FASE PROGETTUALE :
SCELTA DEGLI SCOPI EDUCATIVI SPECIFICI, ATTIVIA’ CONGRUENTI,
STRUMENTI DI LAVORO
PUNTO 1: Ipotesi e strumenti di osservazione
Le osservazioni, declinate al plurale, si snodano nel percorso di
proposizione del PE, perciò sono finalizzare a rilevare, individuare,
evidenziare, cogliere lo specifico percorso educativo prescelto. Non
genericamente indirizzate, ma specificatamente
direzionate.L’osservazione è un comportamento specifico di
attenzione ad un particolare fenomeno, quesito, interesse,
situazione, evento. Non è semplice guardare ma sguardo mirato,
intenzionale e finalizzato a mettere a fuoco ciò che ci si è prefigurati
di rilevare.
Le osservazioni hanno lo scopo di chiarire, investigare, verificare il
“problema” e le ipotesi di soluzioni pianificate.
Servono a sollecitare azioni di interpretazione, rilevazione, revisione
delle offerte progettuali che sono state ipotizzate per la soluzione
del “ problema”.
Il progetto si origina in riferimento ad un problema da
risolvere, che nasce da un bisogno e si sviluppa e articola con
un processo di ricerca, che richiede un pensiero rigoroso,
procedure scientifiche, mcreatività e metodologie ( Munari)
L’elemento che definisce il progetto come tale è la presenza
di un proposito dominante, ed il suo carattere essenziale è
quello di essere un processo di natura intersoggettiva. (
Kilpatrik)
Il progetto ha una precisa motivazione intellettuale che è
costituita dal problema imposto da una situazione. ( Dewey)
Lavorare per progetti significa rintracciare e condividere un
problema inteso come “ scarto interessante”, pianificare ed
ipotizzare delle soluzioni, sperimentare e valutare l’esito di
questa pianificazione. L’attività di pianificazione dei percorsi
educativi fa leva sull’interesse come spinta all’azione ed alla
conoscenza. Pertanto il Progetto Educativo è la
pianificazione di itinerari investigativi e di ricerca che
rimanda costantemente e con flessibilità ad esperienze e
riflessioni, pensieri
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Pertanto una ipotetica scheda di osservazione dovrebbe contenere le voci:
Finalità specifica del PE:
es: organizzare proposte di gioco che sostengono la cooperazione e lo
scambio costruttivo……
Tipo di proposta offerta :
es: la costruzione di un recinto per animali con materiali di recupero.
gruppo \ periodo \ contesto:
es: tre bambini di diversa età e competenza, dopo l’inserimento,
nell’angolo delle costruzioni.
Scopo della proposta: ipotesi di soluzioni per verificare il problema
Es : lo scopo è verificare se nel piccolo gruppo e con una consegna
specifica le relazioni tra b sono + finalizzate, con scambi di competenze
tra loro, maggiore collaborazione, durata e coinvolgimento.
Pianificazione della proposta: descrizione dell’offerta
Es: si mettono a disposizione su un tappeto legnetti, corde, mattoncini,
foglie…..
Osservazioni: Es : prima si avvicina M. con irruenza e dice” questo lo
prendo io.” L. si defila e sta a guardare ma suggerisce ad A che con le
corde si potrebbe fare un recinto……M non ascolta e continua a giocare da solo accaparrando gli oggetti…….A gli chiede se per favore
gli da…….
Riflessioni di sintesi: interpretazioni. Es: le interazioni tra i b. sono state complessivamente positive, ma si sono verificati scontri
tra…..l’evoluzione del gioco è stata orchestrata da.. la presenza di b. con linguaggio ha aiutato a il materiale non si è prestato per…………
Ipotesi di rilancio: nuove ipotesi e pianificazioni
Es: per sviluppare maggiormente le interazioni costruttive occorre utilizzare materiali già conosciuti e sperimentati dai bambini
perciò…. Il gruppo deve essere composto da b con più manualità……, l’attività deve essere più accattivante, con consegna aperta………
Le osservative potrebbero essere strutturate in modo
più definito, andando ad ipotizzare maggiormente le
attività, in modo da facilitare la riflessione.
ESEMPIO:
comportamenti cooperativi
I b si scambiano i materiali e costruiscono insieme
Aspettano il proprio turno per completare il lavoro
Utilizzano il linguaggio per chiarirsi
comportamenti non cooperativi
Si dividono il materiale ed ognuno usa il proprio
Si litigano gli oggetti e gli spazi
Non si confrontano e non si guardano tra loro
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PUNTO 2: monitoraggio delle osservazioni:
Le varie osservazioni, fatte da + persone, in + momenti e situazioni, vanno rilette e commentate insieme.
Lo scopo della rilettura delle osservazioni è: ( criteri)
Trovare riscontrabilità \ coerenza con lo scopo della proposta\ oss.
Ravvisarne la significatività, facilitano l’interpretazione delle ipotesi
Mantenere una certa continuità con le altre proposte \ oss
PUNTO 3: interpretazioni
Resta da chiarire come interpreto sia le osservazioni che le riflessioni, non solo perché ogni osservazione è necessariamente soggettiva e
contestuale, ma soprattutto perché il gruppo può avere rappresentazioni concettuali differenti e attese divergenti su:
Comportamenti del b.
esiti dell’attività
Relazioni tra pari
ecc
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TERZA FASE PROGETTUALE:
DALLE INTERPRETAZIONI ALLE SCELTE DEI PERCORSI EDUCATIVI SPECIFICI DA RILANCIARE
PUNTO 1: interpretazioni
La fase della rilettura delle osservazioni e dell’analisi dei significati che tali osservazioni consentono è una operazione complessa che
richiede un’attenta supervisione del CP. In genere vi è una prima rilettura da parte dell’educatrice che la realizza, ed in seconda fase una
condivisione e confronto nel gruppo di educatrici.
È importante esercitare una cura metodologica nel leggere ed interpretare le osservazioni, infatti talvolta esse vengono ritenute tutte
ugualmente significative, od al contrario non particolarmente interessanti.
Dalle osservazioni si dovrebbero tratte informazioni per mettere a punto l’offerta delle nuove attività, ed altre considerazioni rispetto la
congruenza delle ipotesi fatte per sostenere l’avanzamento desiderato( la soluzione del problema).
Le osservazioni sono documenti che portano prove, EVIDENZE CONCRETE, testimonianze, informazioni, dati che devono essere significati.
La guida per cogliere la rilevanza delle osservazioni può essere la loro capacità di produrre informazioni per conoscere e capire.
Ma come si trattano, rileggono i suggerimenti dati dalle osservazioni per ipotizzare un cambio di rotta, una riprogettazione significativa del
progetto? Quali interpretazioni si selezionano allo scopo di rilanciare lo specifico percorso educativo?
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PUNTO 2: rilanciare per aprire nuove mete
Rilanciare significa non solo riposizionare l’offerta, azione che in genere viene costantemente realizzata per adeguarsi ai cambiamenti del gruppo
od alle particolari modalità con cui i bambini vi partecipano, bensì significa ipotizzare e progettare un avanzamento significativo tale da aprire una
nuova finestra evolutiva. Non è una semplice azione di approfondimento, ma lo studio di una nuova ipotesi per “avanzare nella soluzione del
problema”.
Il rilancio dell’attività si può ipotizzare ad un
doppio livello di significato:
Il primo si attiva per aggiustare, recuperare delle
disincronie che si sono osservate nell’offerta di
pianificazione per la soluzione del problema
ipotizzato.
Il secondo quando si registra un sostanziale
consolidamento della tappa evolutiva prevista e si
rende necessario spostare in avanti il traguardo. Es
cooperativi)
Per svolgere questo piano d’azione occorre riprendere le
fila dello scopo della proposta iniziale e verificare se,
come e quanto è stata esplorata. Nel caso l’esito sia
soddisfacente si rilancia dandosi un altro scopo che abbia
altre valenze di significatività.
ESEMPIO:
se nel gruppo c’è un bambino che ha un buon linguaggio provo ad
affiancargli un bambino che si esprime solo con l’azione ed osservo le
reciproche interazioni per comprendere quali comportamenti influenzano
l’evoluzione del gioco.
predispongo contesti di gioco senza condizionare l’organizzazione del
gruppo e senza dare specifica consegna ( ipotizzo che vi sia
un’interiorizzazione dei comportamenti
il primo scopo era finalizzato a verificare se nel piccolo gruppo le consegne
specifiche orientano alla collaborazione. A seguito delle osservazioni si evidenzia
una traccia significativa ricorrente: la presenza di bambini con competenza
relazionale alta orienta l’evoluzione delle relazioni; oppure: la presentazione di
situazioni inconsuete condiziona positivamente gli scambi cooperativi… ????
Scelta della nuova finestra evolutiva e scopo della nuova proposta: generalizzare
gli scambi cooperativi anche quando non ci sono determinati bambini…oppure
anche quando non vi sono situazioni inconsuete.
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PUNTO 3: la scelta, come individuare il nuovo traguardo
Nella massa delle osservazioni e delle interpretazioni che emergono dal confronto e dallo scambio di punti di vista nel gruppo di lavoro,
può risultare particolarmente difficile rintracciare il filo conduttore che leghi le intenzioni iniziali del progetto con le molte piste che
potrebbero aprirsi dalle sollecitazioni dei bambini. È giusto abbandonare alcuni interessi? Cosa si sceglie tra le tante ipotesi stimolanti?
Soprattutto come si motiva la scelta?
La scelta potrebbe essere guidata da un doppio binario di indirizzo, da un lato la coerenza con lo scopo iniziale, dall’altro le “ evidenze” che
rendono comprensibile \ valutabile lo scarto tra lo scopo ed il suo raggiungimento.
Il rilancio come avanzamento di una nuova tappa evolutiva presuppone una riflessione che approfondisce:
Il collegamento con lo scopo iniziale che è sempre di largo respiro, esso rappresenta un valore educativo significativo su cui si
costruisce lo specifico progetto educativo;
La ricognizione, tramite le osservazioni ed interpretazioni, degli elementi significativi che hanno prodotto avanzamenti nel
raggiungimento dello scopo educativo specifico;
L’individuazione di evidenze che rendono chiaro e riscontrabile l’avanzamento nella realizzazione delle ipotesi progettuali;
La scelta di una nuova tappa evolutiva significativa che sposta in avanti il raggiungimento dello scopo educativo specifico;
La definizione di nuove ipotesi di offerte ed attività per sostenere la realizzazione del nuovo traguardo.
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PUNTO 4 : Come selezionare
Prendere decisioni, scegliere un indirizzo per avanzare nel progetto è un’operazione che richiede competenza professionale, condivisione degli
scopi e dei valori educativi, capacità di concertazione per individuare e selezionare le nuove offerte
Il rilancio presuppone sempre un’azione di selezione, guidata da possibili criteri di:
Avanzamento nel perseguimento dello scopo,
Intenzionalità nel perseguimento della nuova tappa,
Condivisione nel gruppo di lavoro.
Come si può realizzare, quale metodologia risulta facilitante?
Il meccanismo interrogativo prima di concentrarsi su “cosa si potrebbe fare” si domanda “ cosa voglio ottenere?”
PUNTO 5 : Le attese di cambiamento e la valutazione degli esiti
Le attese del personale sono sempre condizionanti le letture degli esiti, necessariamente orientano lo sguardo e l’interpretazione dei significati
Tuttavia il CP dovrebbe porre attenzione ed evitare le scelte di rilancio che:
Vengono guidate dalla mera seduzione estetica,
dal solo divertimento, entusiasmo dei bambini,
dalla sequenza cronologica dei fatti,
dal desiderio di tenere legati tutti i linguaggi, campi, competenze.
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QUARTA FASE PROGETTUALE:
DALL’OSSERVAZIONE - ALLA DOCUMENTAZIONE -ALLA VALUTAZIONE
La relazione tra osservazione, documentazione e valutazione è evidente, tuttavia non sempre sono rintracciabili i legami con cui vengono messe in
relazione. Ognuno di questi processi ha una sua autonomia, ma è dalle loro connessioni che si traggono le maggiori significatività, questa
competenza professionale complessa consente di rielaborare riflessioni di secondo livello. La loro reciprocità è strumentale alla realizzazione del
progetto.
L’osservazione è una pratica professionale volta alla ricerca, alla messa a fuoco, di evidenze concrete sul tema individuato dal progetto. Implica
consapevolezza della scelta sullo scopo osservativo individuato, intenzionalità, capacità di lettura ed analisi degli eventi, costruzione di ipotesi
interpretative. Il presupposto che guida la pratica osservativa è la scelta che il gruppo di lavoro si è dato sugli scopi da realizzare, perciò sugli
elementi da analizzare per raggiungerli.
La documentazione e la valutazione si basano sulle osservazioni prodotte. Sono elaborate in base ai dati reperiti ed alle interpretazioni espresse su
quei dati, maggiore è la riscontrabilità e la condivisione delle osservazioni, maggiore sarà la possibilità di documentarle e valutarle in modo
coerente ed esplicito. Sia la documentazione che la valutazione hanno perciò bisogno:
Di evidenze concrete,
Di analisi dei dati delle evidenze,
Di assegnazione di un significato dei dati,
Di una scelta tra quali siano di maggiore rilevanza e pertinenza per il progetto.
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La documentazione è un traguardo culturale dell’umanità. Nasce e si fonda sul desiderio \ bisogno dell’uomo si testimoniare la propria presenza,
da lasciare traccia di sé, di mantenere memoria nel tempo. È un lascito ad alta densità simbolica. La cultura pedagogica dei servizi ne ha, da
tempo, messo in evidenza l’importanza.
Tuttavia vi sono state, ed ancora permangono, forti resistenze e disomogeneità sul suo utilizzo e soprattutto sul suo significato. Molte difficoltà di
tipo oggettivo ne impediscono una produzione di buon livello: la mancanza di tempo, la padronanza delle tecniche, il timore di essere
scarsamente significativa, l’esigenza di dedicare tutto il tempo possibile ai bambini e non ad altre attività. Spesso vengono privilegiate
documentazioni volte a mostrare gli aspetti del servizio o della vita dei bambini nel servizio, con lo scopo prioritario di mostrare, narrare,
affascinare.
La documentazione del progetto educativo E’ UN ATTO PROFESSIONALE CHE HA LO SCOPO DI FARE RIGOROSA RICERCA PEDAGOGICA, AL FINE DI
INDAGARE E METTERE IN EVIDENZA I PROCESSI DI SCOPERTA ELABORATI NEL CORSO DELLE ATTIVITA’ PROPOSTE.
Perciò la cultura pedagogica della documentazione deve passare dal 1° livello di significato: testimonianza, mantenimento della memoria,
narrazione di esperienze; ad un 2° livello: indagine ed annotazione di processi di esplorazione e conoscenza messi in atto con le offerte del
progetto educativo, e rielaborazione significativa di queste annotazioni.
Si pone il problema degli STRUMENTI per raccogliere e rielaborare le documentazioni, il cui utilizzo, da scegliere in modo collegiale dal gruppo di
lavoro, è fondamentale per poter mettere in atto quel confronto e quella rielaborazione ed interpretazione dei dati che è lo scopo finale della
documentazione.
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PUNTO 1: il processo di documentazione del progetto educativo
Quando si attiva un processo di documentazione occorre prioritariamente fare una doppia scelta: quale sia lo scopo, la finalità prevalente ed a chi
si rivolge, a quali soggetti vuole parlare. Pertanto il gruppo di lavoro che si appresta a riflettere sulle modalità del proprio lavoro quando realizza il
progetto educativo, deve necessariamente fare una scelta “ esclusiva”: la finalità della documentazione è la ricerca educativa sugli obiettivi del
progetto educativo individuato e parla fondamentalmente al gruppo stesso, al fine di aumentarne la consapevolezza professionale.
Pertanto i criteri di qualità di questo aspetto della documentazione potrebbero essere:
Attenzione agli aspetti di processo delle attività proposte ai bambini, e non solamente di prodotto,
Messa in evidenza degli elementi ricorsivi di maggiore rilevanza e significatività,
Introduzione di aspetti di riflessività del gruppo di lavoro,
Aumento delle capacità di confronto, consapevolezza e d esplicitazione da parte del personale.
Si potrebbero sintetizzare le fasi tematiche che la documentazione del progetto educativo dovrebbe contenere:
L’esplicitazione degli scopi del progetto educativo: i problemi\ le curiosità di partenza, le motivazioni che hanno portato a scegliere questi
temi, la rilevanza e significatività sul piano pedagogico, la relazione con i bisogni evolutivi dei bambini ecc;
La metodologia utilizzata: le azioni, attività, linguaggi utilizzati, le modalità con cui sono state proposte, ecc;
Le evidenze che queste proposte hanno prodotto: le riletture e le riflessioni generate, i rilanci e gli aggiustamenti prodotti, gli elementi di
processo ed evoluzione più significativi evidenziati, ecc;
Gli esiti a cui il gruppo di lavoro è arrivato: le riflessioni di sintesi e le valutazioni sulla coerenza e produttività delle offerte fornite dal
progetto educativo rispetto ai problemi che voleva risolvere, ecc.
Attenzione che vi sia una coerenza, scorrevolezza di senso, tra le varie parti, in modo che se ne comprenda il senso complessivo.
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Accortezze
Produrre materiali per informare, coinvolgere, mostrare, o fare ricerca pedagogica significa elaborare documenti differenti, con piani logici
diversi. Inoltre produrre documentazioni per bambini, famiglie od operatori significa scegliere materiali e linguaggi differenti.
Quando lo scopo è il confronto con il gruppo di lavoro, al fine di aumentare la competenza professionale, la guida, l’atteggiamento per la
scelta dei processi da evidenziare e la formula comunicativa da utilizzare è LO SPIRITO DI INDAGINE ED IL CONFRONTO TRA IPOTESI
PEDAGOGICHE, portando documentazioni a sostegno delle scelte educative più interessanti, argomentandone le significatività ed
ipotizzandone la trasferibilità in altri tipi di proposte ed attività.
Non sempre e non su tutto si può movimentare questo processo di ricerca, occorre anche in questo caso fare scelte di priorità, darsi tempi
per il confronto e per consentire al processo di estendersi con un certo agio, oltre che strumenti di lavoro adeguati e condivisi.
Ricordiamo che “ il progetto non è la sua documentazione”
Teniamo inoltre in attenzione che nella società dell’immagine molto spesso documentare vuol dire emozionare, evocare, suggestionare,
perdendo di vista che lo scopo del PE è DIMOSTRARE. Spesso di tende a lasciare impliciti, non detti i motivi che portano a produrre la
documentazione, come se questi fossero meno significativi, se non ininfluenti, rispetto al prodotto stesso della documentazione, che per la
sua natura suggestiva e metaforica si spiega da sola.
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PUNTO 2 : dalla documentazione alla valutazione
La documentazione del progetto educativo ha come finalità la capacità di trarre significato dagli eventi (EVIDENZE) per esprimere un
giudizio relativo al processo di sostegno alla scoperta messo in atto dalle offerte del PE. Il giudizio è espressione di valutazione sulla
significatività \ EFFICACIA delle offerte proposte, non sulle competenze raggiunte dai bambini.
La valutazione si esprime pertanto:
Sulla significatività delle offerte predisposte
Sulla loro completezza, esaustività e coerenze.
Sulla riproducibilità e riflessività del gruppo di lavoro,
Sulla sua sostenibilità
La valutazione richiede dunque procedure basate sulla documentazione e deve connettere i dati da essa prodotti con una azione di responsabilità
consapevole, condivisa, coerente. La valutazione che il gruppo di lavoro esprime sull’efficacia del progetto educativo e\o sulle sue fragilità
permette di individuare le aree di miglioramento su cui ipotizzare i progetti futuri.
Pertanto la pratica osservativa è fondamentale per cogliere, leggere e interpretare i significati, la documentazione consente di annotare,
evidenziare confrontare gli elementi di rilevanza e riproducibilità del progetto e la valutazione di individuarne punti di forza e debolezza per
posizionare le azioni di miglioramento.
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PRINCIPALI FUNZIONI DEL CP:
Domandare, ascoltare le educatrici e farsi dire le ragioni che le muovono,
cercare di far emergere i pensieri sottesi.
Esplicitare, condividere, correlare i significati che emergono, mettere in
rilievo le significatività.
Tradurre le motivazioni in operatività coerenti, finalizzate alla scelte
individuata.
Ricondurre le motivazioni ad una cornice pedagogica e teorica che sappia
valorizzare le scelte operative.
Nb procedere per piccoli passi, contenere le attese.
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DOMANDE APERTE
Il CP deve prepararsi e sostenere il gruppo con relazioni
scritte?
Quanto la progettazione deve entrare nel particolare?
Quanto stare sul singolo bambino e quanto sul gruppo?
Se la progettazione è aperta significa che la possiamo
rinegoziarla continuamente?
L’accoglienza dell’imprevisto fino a che punto si spinge?
Nelle proposte di attività la novità e l’eccezionale che spazio
hanno?
Come organizziamo la valutazione: stiamo sui risultati? Sulle
opportunità?
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ALCUNI NODI
Come si ordinano le evidenze?
Come si valutano le significatività?
Quanto si ascoltano gli interessi dei Bambini?
Come si tengono collegate le varie proposte?
Quando è il momento di interrompere un percorso ed iniziarne un
altro?
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