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IMPATTI AMBIENTALI
MISURE DI TUTELA E
- primo report-
ATO 11
IMPATTI AMBIENTALI
Ing. Raffaele Migliori
Ing. Mariangela Montemurro
RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA
MISURE DI TUTELA E
CONSERVAZIONE
IMPATTI AMBIENTALI
Ing. Raffaele Migliori
Ing. Mariangela Montemurro
Nome
MIGLIORI Raffaele MONTEMURRO Mariangela
Tematiche
Impatti ambientali - Gravina di Matera:
ASPETTI CRITICI: Nessuno (ottima collaborazione/disponibilità sia con i Capi e Responsabili
SIC che con l’intero Staff della Cabina di Regia
RICHIESTE SPECIFICHE: I problemi ambientali e i rischi di inquinamento sono reali.
essere continuamente monitorata
attività che generano sostanze inquinanti: a partire dall’i
polveri dell’estrazione e movimentazione di materiale di cava, alle sostanze
inquinanti volatili del cementificio fino all’abbandono di rifiuti in una zona che
riveste notevole interesse a livello floro
AUTOVALUTAZIONE In questa prima fase sono stati approfonditi alcuni elementi di interesse naturalistico-ambientale. L’approfondimento è stato effettuato seguendo le linee guida proposte dalla Cabina di Regia, A. Elaborazione/analisi dell’inventario normativo riferito ai SIC. B. Elaborazione dello stato di conservazione e lo studio/analisi di una matrice di indicatori secondo il modello DIPSR; Durante questa prima fase di attività i problemi riscontrati sono stati:
- trasferimento dei dati acquisiti in fase di monitoraggio per poi essere utilizzati nella fase di misure
- reperibilità di documenti e dati ambientali presso enti.
Sito Ruolo
Gravina di Matera IT9220135
Ingegnere Ambientale
Uscite – Data
Gravina di Matera:
Nessuno (ottima collaborazione/disponibilità sia con i Capi e Responsabili
SIC che con l’intero Staff della Cabina di Regia – Regione Bas
RICHIESTE SPECIFICHE:
I problemi ambientali e i rischi di inquinamento sono reali. La situazione dovrebbe
essere continuamente monitorata poiché ci troviamo in presenza di impianti ed
attività che generano sostanze inquinanti: a partire dall’impatto di emissioni di
polveri dell’estrazione e movimentazione di materiale di cava, alle sostanze
inquinanti volatili del cementificio fino all’abbandono di rifiuti in una zona che
riveste notevole interesse a livello floro-faunistico.
AUTOVALUTAZIONE SUL LAVORO SVOLTO:
In questa prima fase sono stati approfonditi alcuni elementi di interesse ambientale. L’approfondimento è stato effettuato seguendo le linee
proposte dalla Cabina di Regia, ed ha implicato le seguenti fasi:
borazione/analisi dell’inventario normativo riferito ai SIC.
Elaborazione dello stato di conservazione e lo studio/analisi di una matrice di indicatori secondo il modello DIPSR;
Durante questa prima fase di attività i problemi riscontrati sono stati:trasferimento dei dati acquisiti in fase di monitoraggio per poi essere utilizzati
reperibilità di documenti e dati ambientali presso enti.
Ruolo
Ingegnere Ambientale
Nessuno (ottima collaborazione/disponibilità sia con i Capi e Responsabili
Regione Basilicata).
La situazione dovrebbe
poiché ci troviamo in presenza di impianti ed
mpatto di emissioni di
polveri dell’estrazione e movimentazione di materiale di cava, alle sostanze
inquinanti volatili del cementificio fino all’abbandono di rifiuti in una zona che
In questa prima fase sono stati approfonditi alcuni elementi di interesse ambientale. L’approfondimento è stato effettuato seguendo le linee
ed ha implicato le seguenti fasi:
Elaborazione dello stato di conservazione e lo studio/analisi di una matrice di
Durante questa prima fase di attività i problemi riscontrati sono stati: trasferimento dei dati acquisiti in fase di monitoraggio per poi essere utilizzati
METODOLOGIA La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio, nonché con quelli elaborati a livello regionale, ed in particolare:
- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione della Natura. Manuale per gestione
- Documenti Comunità Europea, 2000. 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva «Habitat» 92/43/CEE;
- DGR n. 978 del 4/06/2003 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del POR Basilicata 2000/ 2006;
- Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1 2000/2006 Risorse Naturali) - Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi ecriteri di attuazione -
Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (dell’area in oggetto) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e de
La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti ’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio,
nonché con quelli elaborati a livello regionale, ed in particolare:
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione Manuale per gestione dei Siti Natura 2000;
Documenti Comunità Europea, 2000. La gestione dei siti della rete Natura 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva «Habitat»
DGR n. 978 del 4/06/2003 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del POR Basilicata 2000/ 2006; Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1 2000/2006 -
Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi e
Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (di monitoraggio
) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e del comune.
La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti ’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio,
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione
La gestione dei siti della rete Natura 2000. Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva «Habitat»
DGR n. 978 del 4/06/2003 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del
- (QCS 3.2 Asse I – Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi e
Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata
di monitoraggio ambientale ) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni
Vincoli territoriali e ambientali
Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente, avvertite sin dai decenni del secolo scorso, si sono andate via via sviluppando ed affinando, di talché oggi il quadro normativo di riferimento appare piuttosto articolato.Giova, peraltro, rammentare, che il territorio in argomento, valorizzato dal Parco Regionale archeologico - storico stato inserito nel 1993 nell’Elenco del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la Cultura). In tale ordi ne di idee i vigenti regimi vincolisticiassicurare con rigore e lungimiranza sia la tutela delle peculiari caratteristiche morfologiche, geologiche, idrogeologiche edsviluppo equilibrato e razionale delle attività antropiche.
Classificazione del territorio del Parcodi indirizzo (Piano del Parco)
Il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R. 11/90:
A - zona di riserva integrale comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, naturalistico, storico - antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in riferimento alla Gravina di Picciano, inclusa nel Parco, la zona di oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato roccioso carbonatico;
B - zona di riserva generale comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale dell’Altopiano e le aree a macchia e gariga costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico;
C - zona di protezione comprendente le aree boscate o macchia antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia perimetrale esterna al parco, e le aree dei coltivi.
Il Piano prevede infine, all’esterno de D - zona di controllo, comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il territorio comunale di Montescaglioso.
Vincoli territoriali e ambientali
Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente, avvertite sin dai decenni del secolo scorso, si sono andate via via sviluppando ed affinando, di talché oggi il quadro normativo di riferimento appare piuttosto articolato.Giova, peraltro, rammentare, che il territorio in argomento, valorizzato dal Parco
storico - naturale delle chiese rupestri del materano, è stato inserito nel 1993 nell’Elenco del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la
ne di idee i vigenti regimi vincolistici , di seguito compendiati, devono lungimiranza sia la tutela delle peculiari caratteristiche
morfologiche, geologiche, idrogeologiche ed ambientali della località in esame, sia lo librato e razionale delle attività antropiche.
Classificazione del territorio del Parco e Normativa di indirizzo (Piano del Parco)
Il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R.
comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in
riferimento alla Gravina di Picciano, inclusa nel Parco, la zona di riserva integrale è estesa oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato
comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale ell’Altopiano e le aree a macchia e gariga - steppa degli altipiani e dei costoni calcarei,
costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico;
comprendente le aree boscate o macchia – gariga fortemente degradate per pressione antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia perimetrale esterna al parco, e le aree dei coltivi.
Il Piano prevede infine, all’esterno del perimetro del Parco, la zona:
comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il territorio comunale di Montescaglioso.
Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente, avvertite sin dai primi decenni del secolo scorso, si sono andate via via sviluppando ed affinando, di talché oggi il quadro normativo di riferimento appare piuttosto articolato. Giova, peraltro, rammentare, che il territorio in argomento, valorizzato dal Parco
naturale delle chiese rupestri del materano, è stato inserito nel 1993 nell’Elenco del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la
, di seguito compendiati, devono lungimiranza sia la tutela delle peculiari caratteristiche
ambientali della località in esame, sia lo
e Normativa
Il Piano suddivide il territorio del Parco nelle seguenti “zone omogenee”, ai sensi della L.R.
comprendente l’intero inviluppo delle “gravine”, considerato l’elemento geo morfologico, antropico di maggiore qualità e caratterizzazione del Parco;in
riserva integrale è estesa oltre che per la sezione della forra anche sul piano per l’area di affioramento del substrato
comprendente le due aree boscate residuo dell’originaria copertura vegetazionale steppa degli altipiani e dei costoni calcarei,
costituenti il più rilevante connotato paesaggistico dell’ambiente Murgico;
adate per pressione antropica (zootecnica, estrazione materiali lapidei), dislocate per lo più lungo la fascia
comprendente porzioni del territorio limitrofo al Parco fortemente correlate negli aspetti morfologici, paesaggistici e ambientali al Parco stesso, solo per il
Norme di indirizzo urbanistico Nei territori compresi nel Parco, qualsiasi attività edilizia è ammessa solo per far fronte alle necessità delle produzioni agricolo ed a quelle rientrati nei fini istitutivi del Parco Queste necessità dovranno risaziendale”(P.p.U.A.) che, sulla base dei risultati colturali, zootecnici e/o di trasformazione economica che si intendono conseguire, evidenzi l’utilizzazione delle costruzioni esistenti e la indispensabilità delle nuove costruzioni.
“Categorie d’intervento” delle trasformazioni edili zie consentite L’attività edilizia si esplica attraverso una casistica di interventi, denominati “categorie d’intervento”, così definite: Categoria 1)-scavo archeologico e m
• opere di conservazione integrale dei reperti archeologici o antropici nello stato attuale, sia dal punto di vista strutturale che delle qualità costitutive e percettive dei manufatti e dei resti; opere di protezione e presidio d
Categoria 2)- manutenzione ordinaria e straordinaria Categoria 3)-restauro e risanamento conservativo Categoria 4) - ristrutturazione edilizia Categoria 5)- ricomposizione tipologica:
• interventi di cui alla categoria 3), quando compdell’edificio, in tutto o in parte scomparsi, sulla base di matrici tipologiche desunte dalla casistica consolidata dei “tipi”.
Categoria 6) – ampliamenti :
• 6 a) - ampliamenti di strutture storiche tipizzate, di valore “eccezionale”: - laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a servizi della struttura principale (o a potenziamento delle sue capacità funzionali), b“tipi” e materiali omogenei alla stessa. -Gli ampliamenti non potranno eccedere il 20% della superficie utile preesistente, con esclusione delle superfici “rupestri” in ipogeo.
Norme di indirizzo urbanistico
mpresi nel Parco, qualsiasi attività edilizia è ammessa solo per far fronte alle necessità delle produzioni agricolo - zootecniche aziendali, ivi comprese quelle abitative, ed a quelle rientrati nei fini istitutivi del Parco.
Queste necessità dovranno risultare da un “piano pluriennale di utilizzazione aziendale”(P.p.U.A.) che, sulla base dei risultati colturali, zootecnici e/o di trasformazione economica che si intendono conseguire, evidenzi l’utilizzazione delle costruzioni esistenti
à delle nuove costruzioni.
“Categorie d’intervento” delle trasformazioni edili zie consentite
L’attività edilizia si esplica attraverso una casistica di interventi, denominati “categorie
scavo archeologico e mantenimento testimoniale:
opere di conservazione integrale dei reperti archeologici o antropici nello stato attuale, sia dal punto di vista strutturale che delle qualità costitutive e percettive dei manufatti e dei resti; opere di protezione e presidio dei manufatti;
manutenzione ordinaria e straordinaria
restauro e risanamento conservativo
ristrutturazione edilizia
ricomposizione tipologica:
interventi di cui alla categoria 3), quando comportano il ripristino di elementi dell’edificio, in tutto o in parte scomparsi, sulla base di matrici tipologiche desunte dalla casistica consolidata dei “tipi”.
ampliamenti di strutture storiche tipizzate, di valore paesaggistico “elevato” o
laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a servizi della struttura principale (o a potenziamento delle sue capacità funzionali), ben distinguibile da questa, ma realizzati secondo “tipi” e materiali omogenei alla stessa.
Gli ampliamenti non potranno eccedere il 20% della superficie utile preesistente, con esclusione delle superfici “rupestri” in ipogeo.
mpresi nel Parco, qualsiasi attività edilizia è ammessa solo per far fronte alle zootecniche aziendali, ivi comprese quelle abitative,
ultare da un “piano pluriennale di utilizzazione aziendale”(P.p.U.A.) che, sulla base dei risultati colturali, zootecnici e/o di trasformazione economica che si intendono conseguire, evidenzi l’utilizzazione delle costruzioni esistenti
“Categorie d’intervento” delle trasformazioni edili zie consentite
L’attività edilizia si esplica attraverso una casistica di interventi, denominati “categorie
opere di conservazione integrale dei reperti archeologici o antropici nello stato attuale, sia dal punto di vista strutturale che delle qualità costitutive e percettive dei
ei manufatti;
ortano il ripristino di elementi dell’edificio, in tutto o in parte scomparsi, sulla base di matrici tipologiche desunte
paesaggistico “elevato” o
laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a servizi della struttura principale (o a potenziamento
en distinguibile da questa, ma realizzati secondo
Gli ampliamenti non potranno eccedere il 20% della superficie utile preesistente,
• 6 b) - ampliamenti di cebasso:
-laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a potenziare la struttura aziendale sotto l’aspetto produttivo e della residenza del conduttore, realizzati nel rispetto delle norme vigenti in materia, e dei parametri individuati agli articoli seguenti, detti nuovi corpi edilizi saranno realizzati riproponendo, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie distributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.
Categoria 7) - nuove costruzioni:
ai fini delle presenti Norme, si definiscono “nuove costruzioni”, i complessi edilizi riconducibili tipologicamente a “centri aziendali”, da realizzarsi in siti da edificazione; le “nuove costruzioni” saranno consentite, esclusivamente, sulla base delle specifiche previsioni del Piano Quadro, e/o della costituzione di nuovi “centri aziendali” a condizione che:
- si collochino in siti morfologicapaesaggistici dell’Altipiano, o comunque organicamente ricomposti in tale contesto;
- vengano verificate sulla base di studio di impatto ambientale (art. 61), che dovrà definire, oltre alle volumetrie compatarbusti) di raccordo paesaggistico e ambientale;
- non superino i parametri di compatibilità, produttiva, insediativa ed edilizia previsti agli articoli seguenti;
- i nuovi insediamenti ripropongano, sia neldistributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.
Nei territori ricadenti nei confini del Parco, fatta eccezione per le zone “zone A” di riserva integrale, è ammessa la realizzazelettrica, telefonica, TV, gas ecc., a condizione che le stesse vengano realizzate sulla base di uno studio di Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.)leggi in materia “e siano prevalentemente interrate lungo la viabilità esistente”.(Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco)
Destinazioni d’uso compatibili con i fini istitutivi del Parco Nei territori ricadenti nel perimetro del Parco sono, di norma, ammessi:
a ) -attività di conservazione e gestione degli ambienti naturali di pregio (boschi, macchie, gariga e steppe); b ) -attività agro/silvo/pastorali e zootecniche; c ) -attività artigianali; d ) -attività turistico ricreative e culturali; e ) -attività di organizzazione e gestione del Parco (centri visita, servizi, parcheggi ecc.) f ) -attività didattiche e di ricerca scientifica. g ) -residenza, nei limiti indicati all’art.20.
ampliamenti di centri aziendali recenti e/o di valore paesaggistico medio o
laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a potenziare la struttura aziendale sotto l’aspetto
ella residenza del conduttore, realizzati nel rispetto delle norme vigenti in materia, e dei parametri individuati agli articoli seguenti, detti nuovi corpi edilizi saranno realizzati riproponendo, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie
e, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.
nuove costruzioni:
ai fini delle presenti Norme, si definiscono “nuove costruzioni”, i complessi edilizi riconducibili tipologicamente a “centri aziendali”, da realizzarsi in siti da edificazione; le “nuove costruzioni” saranno consentite, esclusivamente, sulla base delle specifiche previsioni del Piano Quadro, e/o della costituzione di nuovi “centri aziendali” a condizione che:
si collochino in siti morfologicamente defilati rispetto ai prevalenti orizzonti paesaggistici dell’Altipiano, o comunque organicamente ricomposti in tale contesto;
vengano verificate sulla base di studio di impatto ambientale (art. 61), che dovrà definire, oltre alle volumetrie compatibili, anche le masse vegetazionali (alberi ed arbusti) di raccordo paesaggistico e ambientale;
non superino i parametri di compatibilità, produttiva, insediativa ed edilizia previsti
i nuovi insediamenti ripropongano, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie distributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.
Impianti pubblici
Nei territori ricadenti nei confini del Parco, fatta eccezione per le zone “zone A” di riserva integrale, è ammessa la realizzazione di impianti pubblici quali rete acqua e fogna, elettrica, telefonica, TV, gas ecc., a condizione che le stesse vengano realizzate sulla
Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) ai sensi delle vigenti evalentemente interrate lungo la viabilità esistente”.(Del. CR
927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco)
Destinazioni d’uso compatibili con i fini istitutivi del Parco
Nei territori ricadenti nel perimetro del Parco sono, di norma, ammessi:
ività di conservazione e gestione degli ambienti naturali di pregio (boschi, macchie,
attività agro/silvo/pastorali e zootecniche;
attività turistico ricreative e culturali; zzazione e gestione del Parco (centri visita, servizi, parcheggi ecc.)
attività didattiche e di ricerca scientifica. residenza, nei limiti indicati all’art.20.
ntri aziendali recenti e/o di valore paesaggistico medio o
laddove consentiti, sulla base dei piani di utilizzazione aziendale, saranno costituiti da nuovi corpi edilizi, destinati a potenziare la struttura aziendale sotto l’aspetto
ella residenza del conduttore, realizzati nel rispetto delle norme vigenti in materia, e dei parametri individuati agli articoli seguenti, detti nuovi corpi edilizi saranno realizzati riproponendo, sia nell’uso dei materiali che nelle tipologie
e, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.
ai fini delle presenti Norme, si definiscono “nuove costruzioni”, i complessi edilizi riconducibili tipologicamente a “centri aziendali”, da realizzarsi in siti allo stato liberi da edificazione; le “nuove costruzioni” saranno consentite, esclusivamente, sulla base delle specifiche previsioni del Piano Quadro, e/o della costituzione di nuovi
mente defilati rispetto ai prevalenti orizzonti paesaggistici dell’Altipiano, o comunque organicamente ricomposti in tale contesto;
vengano verificate sulla base di studio di impatto ambientale (art. 61), che dovrà ibili, anche le masse vegetazionali (alberi ed
non superino i parametri di compatibilità, produttiva, insediativa ed edilizia previsti
l’uso dei materiali che nelle tipologie distributive, gli esempi tradizionali presenti nel contesto murgico.
Nei territori ricadenti nei confini del Parco, fatta eccezione per le zone “zone A” di riserva ione di impianti pubblici quali rete acqua e fogna,
elettrica, telefonica, TV, gas ecc., a condizione che le stesse vengano realizzate sulla ai sensi delle vigenti
evalentemente interrate lungo la viabilità esistente”.(Del. CR
Destinazioni d’uso compatibili con i fini istitutivi del Parco
Nei territori ricadenti nel perimetro del Parco sono, di norma, ammessi:
ività di conservazione e gestione degli ambienti naturali di pregio (boschi, macchie,
zzazione e gestione del Parco (centri visita, servizi, parcheggi ecc.)
Attività di organizzazione e gestione del Parco Il Piano Quadro prevede i siti e organizzazione e gestione del Parco. Tali attività sono così individuate: a) centri visita b) aree di parcheggio e relativi servizi c) aree pic-nic o di sosta lungo gli itinerari di visita. Sono individuati quali “centri visita”, antiche strutture rurali non più utilizzate a fini agro silvo - pastorali, suscettibili di riqualificazione quali punti di aggregazione, documentazione per i visitatori e gli utenti del Parco. I centri visita potranno essere a gestione pubblica (Comune od Ente Parco) o privata. Il centro visita sarà allestito mediante un progetto unitario d’iniziativa pubblica o privata prevedente:
• una o più sale di accoglienza degli utenti • una sala per proiezioni • una o più sale di documentazione tematica sulle caratteristiche storico
naturalistiche del parco • piccoli punti di ristoro o aree di sosta adiacenti.
Nel caso di “centri visita” di proprietà ed a gestione privata, sarà consentito integrare alle summenzionate strutture quelle di ospitalità turistico Le aree di parcheggio di cui al punto b) precedente sono di norma collocate in adiacenza o a breve distanza dai “centri visita”, o da altre strutture compatibili con iparco; esse rappresentano i luoghi obbligatori di parcheggio degli autoveicoli privati e di partenza degli itinerari alternativi (pedonali, equestri, ciclabili, ecc.) di percorrenza del territorio del Parco. Le aree di parcheggio saranno realizzate, ove previste dal Piano Quadro, sulla base di progetto esecutivo prevedente:
• numero di posti auto compatibile con le caratteristiche morfologiche dei luoghi, non essendo consentite significative alterazioni delle stesse, ma solo opportune sistemazioni;
• adeguata piantumazione con siepi ed alberatura dei siti, al duplice scopo di creare ombra e mascherare la presenza di veicoli;
• nuclei di servizi igienici; • punto minimo di ristoro bar (20 mq. utili massimo).
Le aree di parcheggio saranno realizzate ad iniziativa pubblica, o ad iniziativa privata, nell’ambito dei programmi biennali di attuazione del Piano Quadro gestiti dall’Ente Parco. Nel caso di realizzazione ad iniziativa privata saranno definite, in apposite convenzioni stipulare tra soggetto attuatore ed Ente Parco, le modalità di gestione, i servizi, i costi, l’eventuale rientro economico per l’Ente concedente.
Attività di organizzazione e gestione del Parco
Il Piano Quadro prevede i siti e le strutture nelle quali saranno collocate le attività di organizzazione e gestione del Parco.
Tali attività sono così individuate:
b) aree di parcheggio e relativi servizi nic o di sosta lungo gli itinerari di visita.
Sono individuati quali “centri visita”, antiche strutture rurali non più utilizzate a fini agro pastorali, suscettibili di riqualificazione quali punti di aggregazione, documentazione
per i visitatori e gli utenti del Parco.
nno essere a gestione pubblica (Comune od Ente Parco) o privata. Il centro visita sarà allestito mediante un progetto unitario d’iniziativa pubblica o privata
una o più sale di accoglienza degli utenti
e di documentazione tematica sulle caratteristiche storico naturalistiche del parco piccoli punti di ristoro o aree di sosta adiacenti.
Nel caso di “centri visita” di proprietà ed a gestione privata, sarà consentito integrare alle nate strutture quelle di ospitalità turistico - ricreativa di cui al precedente art.16.
Le aree di parcheggio di cui al punto b) precedente sono di norma collocate in adiacenza o a breve distanza dai “centri visita”, o da altre strutture compatibili con iparco; esse rappresentano i luoghi obbligatori di parcheggio degli autoveicoli privati e di partenza degli itinerari alternativi (pedonali, equestri, ciclabili, ecc.) di percorrenza del
nno realizzate, ove previste dal Piano Quadro, sulla base di progetto esecutivo prevedente:
numero di posti auto compatibile con le caratteristiche morfologiche dei luoghi, non essendo consentite significative alterazioni delle stesse, ma solo opportune
adeguata piantumazione con siepi ed alberatura dei siti, al duplice scopo di creare ombra e mascherare la presenza di veicoli; nuclei di servizi igienici; punto minimo di ristoro bar (20 mq. utili massimo).
eggio saranno realizzate ad iniziativa pubblica, o ad iniziativa privata, nell’ambito dei programmi biennali di attuazione del Piano Quadro gestiti dall’Ente Parco. Nel caso di realizzazione ad iniziativa privata saranno definite, in apposite convenzioni stipulare tra soggetto attuatore ed Ente Parco, le modalità di gestione, i servizi, i costi, l’eventuale rientro economico per l’Ente concedente.
Attività di organizzazione e gestione del Parco
le strutture nelle quali saranno collocate le attività di
Sono individuati quali “centri visita”, antiche strutture rurali non più utilizzate a fini agro pastorali, suscettibili di riqualificazione quali punti di aggregazione, documentazione
nno essere a gestione pubblica (Comune od Ente Parco) o privata. Il centro visita sarà allestito mediante un progetto unitario d’iniziativa pubblica o privata
e di documentazione tematica sulle caratteristiche storico - antropico -
Nel caso di “centri visita” di proprietà ed a gestione privata, sarà consentito integrare alle ricreativa di cui al precedente art.16.
Le aree di parcheggio di cui al punto b) precedente sono di norma collocate in adiacenza o a breve distanza dai “centri visita”, o da altre strutture compatibili con i fini istitutivi del parco; esse rappresentano i luoghi obbligatori di parcheggio degli autoveicoli privati e di partenza degli itinerari alternativi (pedonali, equestri, ciclabili, ecc.) di percorrenza del
nno realizzate, ove previste dal Piano Quadro, sulla base di
numero di posti auto compatibile con le caratteristiche morfologiche dei luoghi, non essendo consentite significative alterazioni delle stesse, ma solo opportune ed articolate
adeguata piantumazione con siepi ed alberatura dei siti, al duplice scopo di creare
eggio saranno realizzate ad iniziativa pubblica, o ad iniziativa privata, nell’ambito dei programmi biennali di attuazione del Piano Quadro gestiti dall’Ente Parco. Nel caso di realizzazione ad iniziativa privata saranno definite, in apposite convenzioni da stipulare tra soggetto attuatore ed Ente Parco, le modalità di gestione, i servizi, i costi,
Le aree di sosta o di pic-nic di cui al punto c) precedente saranno individuate nell’ambito dei programmi di attuazione del Piano Quadro, di norma in adiacenza alle strutture turistico ricreative ,o in funzione delle percorribilità degli itinerari di visita del Parco. Esse consisteranno in piccoli spazi alberati ed arredati con strutture minime (panche in legno, barbecues in pietra, tabelle di segnaletica), senza particolari sistemazioni dello stato dei luoghi originari.
All’interno del Parco sono consentite attività artigianali del tipo “artistico” e riferite a materiali tradizionali: pietra, cartapesta, ceramica, legno, metalli.
Attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica Le attività didattiche, di documentazione scientifica, e di educazione ambientale saranno di norma collocate all’interno dei Centri Visita, ordall’Ente Parco. “Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati, all’interno del perimetro del Parco” (Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco), Centri di Ricerca Scientifica su tematismi attinenti le finalità istitutive del Parco. Le relative strutture dovranno trovare ospitalità in edifici rurali (masserie, ecc.) preesistenti, opportunamente restaurate ed adeguate nel rispetto delle presenti Norme.L’Ente Parco potrà inoltre individuare, a particolare interesse storico/naturalistico/ambientale, attrezzandoli con opportuna segnaletica.
Le residenze sono ammesse all’interno del perimetro del Parco nei seguenti casi:
• residenze preesistenti alla data di approvazione del Piano Quadro; • residenze a servizio delle attività di cui ai punti a/e del precedente art.14, nei limiti
consentiti dalle norme specifiche; • residenze connesse agli interventi di “riqualificazione urbanistica” ,nei limit
consentiti.
Tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Parco vanno tutelati e ricondotti alle caratteristiche quali-quantitative necessarie per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, ed in generale dell’equilibrio ec
nic di cui al punto c) precedente saranno individuate nell’ambito i di attuazione del Piano Quadro, di norma in adiacenza alle strutture
o in funzione delle percorribilità degli itinerari di visita del Parco.
Esse consisteranno in piccoli spazi alberati ed arredati con strutture minime (panche in legno, barbecues in pietra, tabelle di segnaletica), senza particolari sistemazioni dello
Attività artigianali
All’interno del Parco sono consentite attività artigianali del tipo “artistico” e riferite a : pietra, cartapesta, ceramica, legno, metalli.
Attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica
Le attività didattiche, di documentazione scientifica, e di educazione ambientale saranno di norma collocate all’interno dei Centri Visita, organizzati secondo i tematismi definiti
“Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati, all’interno del perimetro del Parco” (Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco), Centri di Ricerca
tinenti le finalità istitutive del Parco. Le relative strutture dovranno trovare ospitalità in edifici rurali (masserie, ecc.) preesistenti, opportunamente restaurate ed adeguate nel rispetto delle presenti Norme. L’Ente Parco potrà inoltre individuare, a fini didattici, “sentieri natura” in luoghi di particolare interesse storico/naturalistico/ambientale, attrezzandoli con opportuna
Residenze
Le residenze sono ammesse all’interno del perimetro del Parco nei seguenti casi:
tenti alla data di approvazione del Piano Quadro; residenze a servizio delle attività di cui ai punti a/e del precedente art.14, nei limiti consentiti dalle norme specifiche; residenze connesse agli interventi di “riqualificazione urbanistica” ,nei limit
Tutela delle Acque
Tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Parco vanno tutelati e ricondotti alle quantitative necessarie per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici,
ed in generale dell’equilibrio ecologico del Parco.
nic di cui al punto c) precedente saranno individuate nell’ambito i di attuazione del Piano Quadro, di norma in adiacenza alle strutture
o in funzione delle percorribilità degli itinerari di visita del Parco.
Esse consisteranno in piccoli spazi alberati ed arredati con strutture minime (panche in legno, barbecues in pietra, tabelle di segnaletica), senza particolari sistemazioni dello
All’interno del Parco sono consentite attività artigianali del tipo “artistico” e riferite a
Attività didattiche, di documentazione e di ricerca scientifica
Le attività didattiche, di documentazione scientifica, e di educazione ambientale saranno di ganizzati secondo i tematismi definiti
“Su previsione del Piano del Parco, possono essere collocati, all’interno del perimetro del Parco” (Del. CR 927 del 15/02/2005 di approvazione del Parco), Centri di Ricerca
tinenti le finalità istitutive del Parco. Le relative strutture dovranno trovare ospitalità in edifici rurali (masserie, ecc.) preesistenti, opportunamente
fini didattici, “sentieri natura” in luoghi di particolare interesse storico/naturalistico/ambientale, attrezzandoli con opportuna
Le residenze sono ammesse all’interno del perimetro del Parco nei seguenti casi:
tenti alla data di approvazione del Piano Quadro; residenze a servizio delle attività di cui ai punti a/e del precedente art.14, nei limiti
residenze connesse agli interventi di “riqualificazione urbanistica” ,nei limit i ivi
Tutti i corpi idrici ricadenti nel territorio del Parco vanno tutelati e ricondotti alle quantitative necessarie per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici,
Interventi a carattere naturalistico Risanamento ambientale complessivo della zona attraverso:
a) eliminazione delle micro
b) riordino dei coltivi, attraversoParco, di ripristino e/o riconversione delle coltivazioni ivi praticate;
c) tutela delle aree a coperture vegetale e/o floristica spontanea
d) riordino e rifacimento dei muretti a secco di delimitazione
Per tutti gli interventi consentiti dalle presenti Norme è fatto obbligo adeguare i sistemi di raccolta e smaltimento dalle acque reflue alle vigenti leggi in materia (s.m.i.). Il quadro conoscitivo del SICstati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, florofaunistici ed agronomici) e strumenti damministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i sopralluoghi in campo o fornite da esperti e professionisti
Interventi a carattere naturalistico-ambientale
Risanamento ambientale complessivo della zona attraverso:
eliminazione delle micro-discariche abusive ai margini delle viabilità e dei pendii;
riordino dei coltivi, attraverso un progetto unitario organico, ad iniziativa dell’Ente Parco, di ripristino e/o riconversione delle coltivazioni ivi praticate;
tutela delle aree a coperture vegetale e/o floristica spontanea
riordino e rifacimento dei muretti a secco di delimitazione dei lotti e dei coltivi.
Per tutti gli interventi consentiti dalle presenti Norme è fatto obbligo adeguare i sistemi di raccolta e smaltimento dalle acque reflue alle vigenti leggi in materia (T.U.A. n. 152/2006 e
Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, florofaunistici ed agronomici) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i sopralluoghi in campo o fornite da esperti e professionisti.
ambientale
discariche abusive ai margini delle viabilità e dei pendii;
un progetto unitario organico, ad iniziativa dell’Ente Parco, di ripristino e/o riconversione delle coltivazioni ivi praticate;
dei lotti e dei coltivi.
Per tutti gli interventi consentiti dalle presenti Norme è fatto obbligo adeguare i sistemi di T.U.A. n. 152/2006 e
e la valutazione dello stato di conservazione sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, floro-vegetazionali,
i pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i
Normative Comunitarie
ACQUA
Livello Comunitario
NORMATIVE Direttiva 76/464/CEE del Consiglio del 4 maggio 1976 concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunit(Gazzetta ufficiale 18 maggio 1976 n. L 129)
NORMATIVE Direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane (Gazzetta ufficiale n. L 135 del 30/05/1991)
NORMATIVE Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale ndel 31/12/1991).
NORMATIVE Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375 del 31/12/1991).
NORMATIVE Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque
Livello Nazionale_sub peninsulare NORMATIVE
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del "Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Apfase di consultazione ex art. 14 D.Lgs. 4/2008
NORMATIVE Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005
NORMATIVE Piano stralcioVigente
NORMATIVE Relazioni annuali sull'uso del suolo e delle acque
NORMATIVE
D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. ambientale. Parte terza lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche
Livello Regionale
Legge Regionale 17 gennaio 1994, n. 3. REGIONE BASILICATA “Piano di risanamento delle acque. Tutela, uso e risanamento delle risorse idriche”
D.Lgs. 152/06 ACQUE (PRTA)
PIANI Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005 con delibera n. 20)
PIANI PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA)
PIANI
Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), approvato dal proprio comitato istituzionale in data 5/12/2001 con delibera n. 26 e aggiornato annualmente
“Piano Antincendio Regionale” (PAR). Redatto ai sensi dell’art. 2 comma 1 della Legge Regionale n. 13 del 22 febbraio 2005 secondo le indicazioni cLegge Quadro n. 353 del 21 novembre 2000
RELAZIONI Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale
Normative Comunitarie-Nazionali e Regionali
Direttiva 76/464/CEE del Consiglio del 4 maggio 1976 concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunità (Gazzetta ufficiale 18 maggio 1976 n. L 129) Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane (Gazzetta ufficiale n. L 135 del 30/05/1991) Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375 del 31/12/1991). Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa a protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai
nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375 del 31/12/1991). Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del "Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale"Avvio della fase di consultazione ex art. 14 D.Lgs. 4/2008
Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005)
Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI) -
Relazioni annuali sull'uso del suolo e delle acque D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. “Norme in materia ambientale. Parte terza - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque
uinamento e di gestione delle risorse idriche
Legge Regionale 17 gennaio 1994, n. 3. REGIONE BASILICATA -“Piano di risanamento delle acque. Tutela, uso e risanamento delle risorse idriche”. B.U. n.4 del 22 gennaio 1994. Titolo II
D.Lgs. 152/06 - Art. 121. PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA)
Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (Approvato dal C.I il 17/10/2005 con delibera n. 20)
PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (PRTA) Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), approvato dal proprio comitato istituzionale in data 5/12/2001 con delibera n. 26 e aggiornato annualmente “Piano Antincendio Regionale” (PAR). Redatto ai sensi dell’art. 2 comma 1 della Legge Regionale n. 13 del 22 febbraio 2005 secondo le indicazioni contenute nel comma 3 dell’art. 3 della Legge Quadro n. 353 del 21 novembre 2000 - Anno 2009-2011.
Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale
Nazionali e Regionali
Direttiva 76/464/CEE del Consiglio del 4 maggio 1976 concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze
à
http://www.arpalazio.net/main/normativa/Acqua/1976/Direttiva%2076_464_CEE.htm
91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane
http://www.atoumbria2.it/normativa/comunitaria/direttiva_91_271_CEE.pdf
Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai
. L 375
www.arpa.emr.it/cms3/documenti/acqua/direttiva91_676.pdf
Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa a protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai
nitrati provenienti da fonti agricole (Gazzetta ufficiale n. L 375
http://ec.europa.eu/environment/water/water-nitrates/pdf/91_676_eec_it.pdf
Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione
http://www.gruppo183.org/acqua/legislazione/direttiva.pdf
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del "Piano di Gestione pennino Meridionale"Avvio della
http://www.minambiente.it/
Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp
-http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp
http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp
“Norme in materia Norme in materia di difesa del suolo e
lotta alla desertificazione, di tutela delle acque
-
“Piano di risanamento delle acque. Tutela, uso e risanamento
Art. 121. PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE
http://www.regione.basilicata.it/dipambiente/default.cfm?fuseaction=linkdir&dir=1&doc=&link=1840
Piano stralcio del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp http://www.arbea.basilicata.it/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=723
Piano stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), approvato dal proprio comitato istituzionale in data 5/12/2001 http://www.adb.basilicata.it/ad
b/pStralcio/piano2010_vig.asp
Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino http://www.adb.basilicata.it/adb/pStralcio/pianoacque.asp
PIANI
Piani di eventuali Autorità di Bacino che interessino i fiumi/laghi di interesse di ciascuna singola ATO e affluenti (se esistono dovrebbero essere reperibili presso AssessoratAmbiente o Assessorato Opere Pubbliche/Difesa Suolo
SUOLO E RIFIUTI
Livello Nazionale
Decreto interministeriale 7 aprile 2006: “Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allegislativo 11 maggio 1999, n. 152”
NORMATIVE
D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. ambientale. Parte quarta rifiuti e di bonifica dei siti inquinati
NORMATIVE
D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, e art. 93 del decreto legislativo 152/2006 in materia di individuazione delle zone vulnerabili da fitosanitari: dcorpi idrici o di altri luoghi sensibili
NORMATIVE
D.Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59: “Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CEE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, in materia di riduzione integrata dell’inquinamento degli allevamenti intensivi indicati nell’Allegat
NORMATIVE
legge 18 maggio 1989, n. 183. "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"(Testo della legge 183/89 integrata con la legge 253/90, con il decreto legge 398/93 convertito con la legge 4961/94, con la legge 584/94
Livello Regionale Inquadramento normativo siti contaminati
consultare il sito ARPAB con tutte le leggi su (discariche, estrazione inerti, etc)
NORMATIVE
Legge Regionale 27 aprile 1999, nproduzioni biologiche regionali (*) (B.U. Regione Basilicata n. 28 del 6 maggio 1999)
NORMATIVE
Legge Regionale n. 6 DEL 2gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano
NORMATIVE
Deliberazione della Giunta Regionale 18 marzo 2002, n. 476: Individuazione delle aree naturali destinate al pascolo ai fini delle produzioni zootecniche biologiche.
NORMATIVE
DGR n. 1985 del 19/12/2006: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati
NORMATIVE
DGR n. 293 del 17 luglio 2007 e DGR n. 413 del 28/02/2007: Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o non vulnerabili ai nitrati di origine agrico
PROVINCIA DI della gestione dei rifiuti”
Piani di eventuali Autorità di Bacino che interessino i fiumi/laghi di interesse di ciascuna singola ATO e affluenti (se esistono dovrebbero essere reperibili presso Assessorato regionale Ambiente o Assessorato Opere Pubbliche/Difesa Suolo
Decreto interministeriale 7 aprile 2006: “Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152” D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i.. “Norme in materia ambientale. Parte quarta - Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati
D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, e art. 93 del decreto legislativo 152/2006 in materia di individuazione delle zone vulnerabili da fitosanitari: disposizioni sull’uso di pesticidi nelle vicinanze di corpi idrici o di altri luoghi sensibili
D.Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59: “Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CEE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, in materia di riduzione integrata dell’inquinamento degli allevamenti intensivi indicati nell’Allegato 1 del medesimo decreto
legge 18 maggio 1989, n. 183. "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"(Testo della legge 183/89 integrata con la legge 253/90, con il decreto legge 398/93 convertito con la legge 493/93, con la legge 61/94, con la legge 584/94
Inquadramento normativo siti contaminati
consultare il sito ARPAB con tutte le leggi su (discariche, estrazione inerti, etc) Legge Regionale 27 aprile 1999, n. 14: Disciplina delle produzioni biologiche regionali (*) (B.U. Regione Basilicata n. 28 del 6 maggio 1999) Legge Regionale n. 6 DEL 2-02-2001. Disciplina delle attività di gestione dei rifiuti ed approvazione del relativo piano
Deliberazione della Giunta Regionale 18 marzo 2002, n. 476: Individuazione delle aree naturali destinate al pascolo ai fini delle produzioni zootecniche biologiche.
DGR n. 1985 del 19/12/2006: Designazione delle zone vulnerabili da nitrati
DGR n. 293 del 17 luglio 2007 e DGR n. 413 del 28/02/2007: Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o non vulnerabili ai nitrati di origine agricola,.
PROVINCIA DI MATERA – “Piano Provinciale di Organizzazione della gestione dei rifiuti”. D.Lgs 152/2006
Piani di eventuali Autorità di Bacino che interessino i fiumi/laghi di interesse di ciascuna singola ATO e affluenti (se esistono
o regionale
Decreto interministeriale 7 aprile 2006: “Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli
levamento, di cui all’articolo 38 del decreto
“Norme in materia Norme in materia di gestione dei
D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, e art. 93 del decreto legislativo 152/2006 in materia di individuazione delle zone vulnerabili da
isposizioni sull’uso di pesticidi nelle vicinanze di
D.Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59: “Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CEE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, in materia di riduzione integrata dell’inquinamento degli allevamenti intensivi indicati
legge 18 maggio 1989, n. 183. "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"(Testo della legge 183/89 integrata con la legge 253/90, con il decreto
3/93, con la legge http://www.adbve.it/Documenti/legge18389.htm
http://www.arpal.org/Temi/Suolo/normativa.htm
consultare il sito ARPAB con tutte le leggi su (discariche, http://www.arpab.it/
. 14: Disciplina delle produzioni biologiche regionali (*) (B.U. Regione Basilicata n. 28
2001. Disciplina delle attività di http://minisiti.basilicatanet.it/giu
nta/files/docs/DOCUMENT_FILE_242347.pdf
DGR n. 1985 del 19/12/2006: Designazione delle zone vulnerabili
DGR n. 293 del 17 luglio 2007 e DGR n. 413 del 28/02/2007: Programma d’azione della Basilicata per le zone ordinarie o
“Piano Provinciale di Organizzazione
STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI L’analisi dello stato di conservazione degli habitat e delle fitocenosi presennell’area oggetto di studio, è stata effettuata sulla base delle informazioni contenute nel Sistema Ecologico FunzionaleBasilicata ma soprattutto sulla base delle informazioni presenti nei formulari standard aggiornati al 2010 e sulle informazioni presenti nei report della fase di “Monitoraggio” ritenuta propedeutica alla fase di redazione delle misure di conservazione. Tra l’altro per avere un quadro delle esigenze ecologiche (fattori biotici ed abiotici) degli habitat e delle specie e valutare/monitorare le criticità ambientali dell’area è stato usato il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) mettendo in relazione le pressioni esercitate sulla matrice ambientale, lo stato della matrice stessa e le risposte presenti ed ipotizzabili ASSETTO IDROBIOLOGICO La presente relazione rappresenta un sunto della della tesi di dottorato dal titolo “Qualità ecologica dei corpi idrici del Parco della Murgia Materana” discussa dal Dott. Vito Santarcapresso l'Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi AgroZootecnici e Forestali, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria del Territorio e dell'Ambiente Agro-Forestale. I torrenti Gravina di MateraBradano, ed in particolare il Torrente Jesce è un affluente di sinistra del Torrente Gravina, il quale a sua volta si immette nel Fiume Bradano in sinistra idrografica.Il Torrente Gravina di Matera codell’invaso di San Giuliano, dopo aver raccolto le acque dello Jesce in concomitanza della sua confluenza di fronte all’abitato di Matera.I corsi d’acqua superficiali, che scorrono all’interno del SICMatera”, sono a carattere torrentizio, con scarse portate anche a causa della natura stessa del substrato. La roccia calcarea fessurata e permeabile dà luogo a modesti ruscellamenti lungo le gravine che intersecano l’intero altopiano e si trasformano in torrenti solo nel caso di violente precipitazioni. Le alluvioni, anche se di breve durata, percorrendo le depressioni delle “lame”, trascinano via forti quantità di limo impoverendo il suolo. Il carattere torrentizio dei corsi d’acqua presentcontinui e talvolta anche notevoli, apporti idrici di diversi depuratori di acque reflue urbane ed industriali che si immettono lungo tutto il loro percorso. Questi scarichi rappresentano, in alcuni periodi dell’anno, l’unialvei, che altrimenti rimarrebbero asciutti per effetto della stagione secca, talvolta prolungata in questo contesto geografico.Il Torrente Gravina di Materacomplessivamente circa 32 Km, la sua quota massima è posta a 430 m s.l.m., quella minima a circa 90 m s.l.m. alla confluenza con il Bradano.
STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI
L’analisi dello stato di conservazione degli habitat e delle fitocenosi presennell’area oggetto di studio, è stata effettuata sulla base delle informazioni contenute nel Sistema Ecologico Funzionale Territoriale realizzato dalla regione Basilicata ma soprattutto sulla base delle informazioni presenti nei formulari
rnati al 2010 e sulle informazioni presenti nei report della fase di “Monitoraggio” ritenuta propedeutica alla fase di redazione delle misure di
Tra l’altro per avere un quadro delle esigenze ecologiche (fattori biotici ed abitat e delle specie e valutare/monitorare le criticità ambientali
dell’area è stato usato il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) mettendo in relazione le pressioni esercitate sulla matrice ambientale, lo
stessa e le risposte presenti ed ipotizzabili.
La presente relazione rappresenta un sunto della della tesi di dottorato dal titolo “Qualità ecologica dei corpi idrici del Parco della Murgia Materana” discussa dal Dott. Vito Santarcapresso l'Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi AgroZootecnici e Forestali, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria del Territorio e
I torrenti Gravina di Matera e Jesce sono inclusi nel bacino idrografico del Fiume Bradano, ed in particolare il Torrente Jesce è un affluente di sinistra del Torrente Gravina, il quale a sua volta si immette nel Fiume Bradano in sinistra idrografica.Il Torrente Gravina di Matera confluisce nel Fiume Bradano alcuni chilometri a valle dell’invaso di San Giuliano, dopo aver raccolto le acque dello Jesce in concomitanza della sua confluenza di fronte all’abitato di Matera.I corsi d’acqua superficiali, che scorrono all’interno del SICMatera”, sono a carattere torrentizio, con scarse portate anche a causa della natura stessa del substrato. La roccia calcarea fessurata e permeabile dà luogo a modesti ruscellamenti lungo le gravine che intersecano l’intero altopiano e si asformano in torrenti solo nel caso di violente precipitazioni. Le alluvioni, anche se di breve durata, percorrendo le depressioni delle “lame”, trascinano via forti quantità di limo impoverendo il suolo.
Il carattere torrentizio dei corsi d’acqua presenti in area Parco, è inficiato dai continui e talvolta anche notevoli, apporti idrici di diversi depuratori di acque reflue urbane ed industriali che si immettono lungo tutto il loro percorso. Questi scarichi rappresentano, in alcuni periodi dell’anno, l’unica quota affluente negli alvei, che altrimenti rimarrebbero asciutti per effetto della stagione secca, talvolta prolungata in questo contesto geografico. Torrente Gravina di Matera, costeggia il lato orientale della città, ed è lungo
rca 32 Km, la sua quota massima è posta a 430 m s.l.m., quella minima a circa 90 m s.l.m. alla confluenza con il Bradano.
STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI
L’analisi dello stato di conservazione degli habitat e delle fitocenosi presenti nell’area oggetto di studio, è stata effettuata sulla base delle informazioni
Territoriale realizzato dalla regione Basilicata ma soprattutto sulla base delle informazioni presenti nei formulari
rnati al 2010 e sulle informazioni presenti nei report della fase di “Monitoraggio” ritenuta propedeutica alla fase di redazione delle misure di
Tra l’altro per avere un quadro delle esigenze ecologiche (fattori biotici ed abitat e delle specie e valutare/monitorare le criticità ambientali
dell’area è stato usato il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) mettendo in relazione le pressioni esercitate sulla matrice ambientale, lo
La presente relazione rappresenta un sunto della della tesi di dottorato dal titolo “Qualità ecologica dei corpi idrici del Parco della Murgia Materana” discussa dal Dott. Vito Santarcangelo presso l'Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi Agro-Zootecnici e Forestali, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria del Territorio e
e Jesce sono inclusi nel bacino idrografico del Fiume Bradano, ed in particolare il Torrente Jesce è un affluente di sinistra del Torrente Gravina, il quale a sua volta si immette nel Fiume Bradano in sinistra idrografica.
nfluisce nel Fiume Bradano alcuni chilometri a valle dell’invaso di San Giuliano, dopo aver raccolto le acque dello Jesce in concomitanza della sua confluenza di fronte all’abitato di Matera. I corsi d’acqua superficiali, che scorrono all’interno del SIC-ZPS “Gravine di Matera”, sono a carattere torrentizio, con scarse portate anche a causa della natura stessa del substrato. La roccia calcarea fessurata e permeabile dà luogo a modesti ruscellamenti lungo le gravine che intersecano l’intero altopiano e si asformano in torrenti solo nel caso di violente precipitazioni. Le alluvioni, anche se di breve durata, percorrendo le depressioni delle “lame”, trascinano via forti
i in area Parco, è inficiato dai continui e talvolta anche notevoli, apporti idrici di diversi depuratori di acque reflue urbane ed industriali che si immettono lungo tutto il loro percorso. Questi
ca quota affluente negli alvei, che altrimenti rimarrebbero asciutti per effetto della stagione secca, talvolta
, costeggia il lato orientale della città, ed è lungo rca 32 Km, la sua quota massima è posta a 430 m s.l.m.,
quella minima a circa 90 m s.l.m. alla confluenza con il Bradano.
Il suo bacino, alla sezione di chiusura considerata (confluenza con il Torrente Jesce), sottende un’area di circa 489,56 Km2, caratterprevalentemente agricolo, dedicato alla coltivazione di estese piantagioni cerealicole in aree non irrigue, destinate sia alla produzione alimentare umana, che alla produzione di foraggio per gli allevamenti zootecnici presenti iLa netta prevalenza di colture cerealicole, fa sì che per parte dell’anno i suoli siano privi di vegetazione, con conseguente aumento dei fenomeni erosivi.La produzione cerealicola comporta l’uso di diverse sostanze di sintesi che vengono applicate in brevi periodi dell’anno, comportando processi di dilavamento in caso di pioggia, che potrebbe veicolare queste sostanze nel reticolo idrografico superficiale.Il Torrente Gravina nasce nel territorio comunale di Altamura, e precisamente a Nord-Ovest del centro abitato, attraversa per alcuni chilometri la parte settentrionale dell’agro materano come Canale del Pantano, raccogliendo le acque di scolo confluenti da altri fossi e canali, assume, dopo il Ponte della Palomba, l’aspetto vero e proprio della gprima in maniera lieve e man mano sempre più profondi (profondità massima di 200 m a Sud di Matera nella valle S.Campo). Dopo circa 1 Km lambisce il Rione Sassi di Matera che occupa la parte alta del versante destro tributi del Torrente Jesce e di due solchi di erosione fluviale, localmente definiti “grabiglioni”, oggi non più visibili perché canalizzati dalla rete fognaria del Rione Sassi. Successivamente, procedendo in direzione Sudidrici di altri canali o solchi di incisione torrentizia minori, collocati in sinistra orografica, provenienti dall’altopiano calcareo prospicente; procedendo nel territorio di Montescaglioso riceve dapprima i tributi di altri canle caratteristiche di un corso incassato in canyon, dove prende il nome di Torrente Fiumicello, che confluisce dopo 15 Km nel fiume Bradano.Il Torrente Gravina presenta generalmente lungo tutto il suo sviluppo una debole pendenza; l’alveo che, per alcuni tratti della parte alta, si presenta canalizzato, nella parte bassa è interessato da turbolenze formando laghetti, vasche, marmitte, intervallati da piccoli salti e cascatelle. Il Torrente Jesce, in area SICorigina anch’esso in territorio comunale di Altamura, e precisamente a Norddell’abitato, il suo percorso si sviluppa totalmente nella depressione tettonica posta a Nord della città di Matera, incuneandosi per circa un chilomnell’altipiano calcareo, dove alimenta, nel suo tratto terminale, un ampio bacino incavato nella roccia chiamato nel gergo locale “Jurio” (gorgo), per poi confluire nel Torrente Gravina di Matera, rappresentandone così un affluente di sinistra.Vale la pena osservare che i torrenti oggetto del presente studio, costituiscono il recapito finale di tutti gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, gestiti dall’Acquedotto Lucano, e di parte di quelli della Città di Altamura, degli impianti di trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di depurazione di reflui civili e industriali privati.
Il suo bacino, alla sezione di chiusura considerata (confluenza con il Torrente Jesce), sottende un’area di circa 489,56 Km2, caratterizzata da un uso del suolo prevalentemente agricolo, dedicato alla coltivazione di estese piantagioni cerealicole in aree non irrigue, destinate sia alla produzione alimentare umana, che alla produzione di foraggio per gli allevamenti zootecnici presenti iLa netta prevalenza di colture cerealicole, fa sì che per parte dell’anno i suoli siano privi di vegetazione, con conseguente aumento dei fenomeni erosivi.La produzione cerealicola comporta l’uso di diverse sostanze di sintesi che
e in brevi periodi dell’anno, comportando processi di dilavamento in caso di pioggia, che potrebbe veicolare queste sostanze nel reticolo idrografico superficiale. Il Torrente Gravina nasce nel territorio comunale di Altamura, e precisamente a
el centro abitato, attraversa per alcuni chilometri la parte settentrionale dell’agro materano come Canale del Pantano, raccogliendo le acque di scolo confluenti da altri fossi e canali, assume, dopo il Ponte della Palomba, l’aspetto vero e proprio della gravina con calcareniti e calcari incisi prima in maniera lieve e man mano sempre più profondi (profondità massima di 200 m a Sud di Matera nella valle S.Campo). Dopo circa 1 Km lambisce il Rione Sassi di Matera che occupa la parte alta del versante destro del Torrente e riceve i tributi del Torrente Jesce e di due solchi di erosione fluviale, localmente definiti “grabiglioni”, oggi non più visibili perché canalizzati dalla rete fognaria del Rione
Successivamente, procedendo in direzione Sud-Est, raccoglie gli scarsi apporti idrici di altri canali o solchi di incisione torrentizia minori, collocati in sinistra orografica, provenienti dall’altopiano calcareo prospicente; procedendo nel territorio di Montescaglioso riceve dapprima i tributi di altri canali per poi perdere le caratteristiche di un corso incassato in canyon, dove prende il nome di Torrente Fiumicello, che confluisce dopo 15 Km nel fiume Bradano. Il Torrente Gravina presenta generalmente lungo tutto il suo sviluppo una debole
veo che, per alcuni tratti della parte alta, si presenta canalizzato, nella parte bassa è interessato da turbolenze formando laghetti, vasche, marmitte, intervallati da piccoli salti e cascatelle.
, in area SIC-ZPS, percorre l’omonima Gravina, il bacino imbrifero origina anch’esso in territorio comunale di Altamura, e precisamente a Norddell’abitato, il suo percorso si sviluppa totalmente nella depressione tettonica posta a Nord della città di Matera, incuneandosi per circa un chilomnell’altipiano calcareo, dove alimenta, nel suo tratto terminale, un ampio bacino incavato nella roccia chiamato nel gergo locale “Jurio” (gorgo), per poi confluire nel Torrente Gravina di Matera, rappresentandone così un affluente di sinistra.
a pena osservare che i torrenti oggetto del presente studio, costituiscono il recapito finale di tutti gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, gestiti dall’Acquedotto Lucano, e di parte di quelli della Città di Altamura, degli impianti trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di
depurazione di reflui civili e industriali privati.
Il suo bacino, alla sezione di chiusura considerata (confluenza con il Torrente izzata da un uso del suolo
prevalentemente agricolo, dedicato alla coltivazione di estese piantagioni cerealicole in aree non irrigue, destinate sia alla produzione alimentare umana, che alla produzione di foraggio per gli allevamenti zootecnici presenti in zona. La netta prevalenza di colture cerealicole, fa sì che per parte dell’anno i suoli siano privi di vegetazione, con conseguente aumento dei fenomeni erosivi. La produzione cerealicola comporta l’uso di diverse sostanze di sintesi che
e in brevi periodi dell’anno, comportando processi di dilavamento in caso di pioggia, che potrebbe veicolare queste sostanze nel
Il Torrente Gravina nasce nel territorio comunale di Altamura, e precisamente a el centro abitato, attraversa per alcuni chilometri la parte
settentrionale dell’agro materano come Canale del Pantano, raccogliendo le acque di scolo confluenti da altri fossi e canali, assume, dopo il Ponte della
ravina con calcareniti e calcari incisi prima in maniera lieve e man mano sempre più profondi (profondità massima di 200 m a Sud di Matera nella valle S.Campo). Dopo circa 1 Km lambisce il Rione
del Torrente e riceve i tributi del Torrente Jesce e di due solchi di erosione fluviale, localmente definiti “grabiglioni”, oggi non più visibili perché canalizzati dalla rete fognaria del Rione
coglie gli scarsi apporti idrici di altri canali o solchi di incisione torrentizia minori, collocati in sinistra orografica, provenienti dall’altopiano calcareo prospicente; procedendo nel
ali per poi perdere le caratteristiche di un corso incassato in canyon, dove prende il nome di Torrente
Il Torrente Gravina presenta generalmente lungo tutto il suo sviluppo una debole veo che, per alcuni tratti della parte alta, si presenta canalizzato,
nella parte bassa è interessato da turbolenze formando laghetti, vasche,
avina, il bacino imbrifero origina anch’esso in territorio comunale di Altamura, e precisamente a Nord-Est dell’abitato, il suo percorso si sviluppa totalmente nella depressione tettonica posta a Nord della città di Matera, incuneandosi per circa un chilometro nell’altipiano calcareo, dove alimenta, nel suo tratto terminale, un ampio bacino incavato nella roccia chiamato nel gergo locale “Jurio” (gorgo), per poi confluire nel Torrente Gravina di Matera, rappresentandone così un affluente di sinistra.
a pena osservare che i torrenti oggetto del presente studio, costituiscono il recapito finale di tutti gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, gestiti dall’Acquedotto Lucano, e di parte di quelli della Città di Altamura, degli impianti trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di
Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nella Gravina di Matera, sono per lunghi periodi delesclusiva, dagli scarichi degli impianti di depurazione.In base a quanto detto, la qualità delle acque dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti redue torrenti. Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla diluizione degli effluenti. Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che i depuratori della Città di Matera, sono all’attualle ordinarie condizioni di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di sversamenti irregolari nella rete fognaria, quali le acque di vegetazione dei frantoi oleari, o le acque derivanti da precipitazirilevante entità. Gli impianti di depurazione comunali, in genere dotati di trattamento primario e secondario dei reflui, risultano spesso non funzionanti o mal funzionanti. E’ stato così eseguito un censimento degli scarichi recapitanstudio, al fine di poter valutare, il carico inquinante recapitato nel Torrente Gravina di Matera. Procedendo da Nord a Sud:- depuratore Pantano Vecchioa monte del perimetro del Pa- depuratore Pantano Nuovomonte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 50.000 AbE;- scarichi diretti dei reflui civili (Comune di Matera); - scarichi diretti o su suolo dei reflui civili di Borgo Venusio- scarichi del Centro Commerciale Carrefour in Borgo Venusiodepurazione attraverso il canale del Consorzio d- depuratore dei reflui urbani del Comune di AltamuraTorrente Jesce a circa 15 km dal perimetro del Parco e di dubbio funzionamento;- depuratore Lamione dei reflui urbani del Comune di Matera, zona Agna, con potenzialità pari a 10.000 AbE;- diversi scarichi di aziende agricole e zootecniche dislocate lungo il corso dei Torrenti. La presente Tesi, ha avuto lo scopo di indagare sulla qualità delle acque convogliate dai due torrenti all’interno del SICè stato scelto di considerare il bacino idrografico del Torrente Gravina di Matera, alla sezione di chiusura posta immediatamente a valle della confluenza del Torrente Jesce nel Torrente Gravina di Matera.Per la determinazione dello sstati applicati alcuni indici sintetici di qualità, che considerano i parametri chimico
Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nella Gravina di Matera, sono per lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva, dagli scarichi degli impianti di depurazione. In base a quanto detto, la qualità delle acque dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti re
Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla
Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che i depuratori della Città di Matera, sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie condizioni di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di sversamenti irregolari nella rete fognaria, quali le acque di vegetazione dei frantoi oleari, o le acque derivanti da precipitazi
Gli impianti di depurazione comunali, in genere dotati di trattamento primario e secondario dei reflui, risultano spesso non funzionanti o mal funzionanti. E’ stato così eseguito un censimento degli scarichi recapitanti nei corpi idrici in studio, al fine di poter valutare, il carico inquinante recapitato nel Torrente Gravina
Procedendo da Nord a Sud: depuratore Pantano Vecchio dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante a monte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 5.000 AbE;depuratore Pantano Nuovo dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante a monte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 50.000 AbE;scarichi diretti dei reflui civili delle abitazioni di Via S.Stefano e di Via Casalnuovo
scarichi diretti o su suolo dei reflui civili di Borgo Venusio, parte nuova e vecchia;scarichi del Centro Commerciale Carrefour in Borgo Venusio
depurazione attraverso il canale del Consorzio di Bonifica; depuratore dei reflui urbani del Comune di Altamura recapitante a monte del Torrente Jesce a circa 15 km dal perimetro del Parco e di dubbio funzionamento;
dei reflui urbani del Comune di Matera, zona Agna, con ità pari a 10.000 AbE;
diversi scarichi di aziende agricole e zootecniche dislocate lungo il corso dei
La presente Tesi, ha avuto lo scopo di indagare sulla qualità delle acque convogliate dai due torrenti all’interno del SIC-ZPS “Gravine di Mè stato scelto di considerare il bacino idrografico del Torrente Gravina di Matera, alla sezione di chiusura posta immediatamente a valle della confluenza del Torrente Jesce nel Torrente Gravina di Matera. Per la determinazione dello stato ecologico dei corpi idrici oggetto di studio, sono stati applicati alcuni indici sintetici di qualità, che considerano i parametri chimico
Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nella Gravina di l’anno rappresentate, in via prevalente se non
In base a quanto detto, la qualità delle acque dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei
Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla
Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che alità appena in grado di sopperire
alle ordinarie condizioni di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di sversamenti irregolari nella rete fognaria, quali le acque di vegetazione dei frantoi oleari, o le acque derivanti da precipitazioni meteoriche di
Gli impianti di depurazione comunali, in genere dotati di trattamento primario e secondario dei reflui, risultano spesso non funzionanti o mal funzionanti.
ti nei corpi idrici in studio, al fine di poter valutare, il carico inquinante recapitato nel Torrente Gravina
dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante rco, con potenzialità pari a 5.000 AbE; dei reflui urbani del Comune di Matera recapitante a
monte del perimetro del Parco, con potenzialità pari a 50.000 AbE; no e di Via Casalnuovo
, parte nuova e vecchia; scarichi del Centro Commerciale Carrefour in Borgo Venusio da impianto di
recapitante a monte del Torrente Jesce a circa 15 km dal perimetro del Parco e di dubbio funzionamento;
dei reflui urbani del Comune di Matera, zona Agna, con
diversi scarichi di aziende agricole e zootecniche dislocate lungo il corso dei
La presente Tesi, ha avuto lo scopo di indagare sulla qualità delle acque ZPS “Gravine di Matera”, e a tal fine
è stato scelto di considerare il bacino idrografico del Torrente Gravina di Matera, alla sezione di chiusura posta immediatamente a valle della confluenza del
tato ecologico dei corpi idrici oggetto di studio, sono stati applicati alcuni indici sintetici di qualità, che considerano i parametri chimico-
fisici e microbiologici delle acque (L.I.M.), le popolazioni di macroinvertebrati presenti nell’alveo dei torrenfluviali (I.F.F.). Dall’applicazione del L.I.M. (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), risulta che il torrente Jesce è fortemente compromesso da un inquinamento di origine organica, presentando un Livello di inquinamento pari alla Classe 5 dell’indice.La Classe 5 del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, scaturisce dai valori dei differenti parametri presi in considerazione ai fini del calcolo e rappresenta la peggiore classe di qualità contemplata dal metodo.In tutte e due le sezioni di rilievo, i parametri assumono valori fortemente negativi, solo nel caso dell’unico parametro microbiologico (Escherichia coli), si registra un apprezzabile miglioramento dei valori, passando dalla squella più a valle, dovuto al fatto che tale parametro è sintomo di inquinamento recente dovuto a deiezioni animali ed è facilmente degradabile con il tempo. Difatti le sezioni di campionamento sono poste a qualche chilometro dal puntocui il depuratore di Altamura scarica le sue acque.Per tutti gli altri parametri, confrontando i valori della sezione a monte con quelli della sezione a valle, si riscontra un lieve decremento dei valori dovuto alla limitata capacità di auto depurazioPer il Torrente Gravina di Matera, non è stato possibile reperire dati chimicomicrobiologici tali da poter applicare la metodologia di calcolo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori. I dati riguardanti il Torrente Jesce,presso l’Ente Parco della Murgia Materana, frutto di una convenzione stipulata tra il Comune di Matera e ARPABagli anni 2001-2002-2003, e non esistono dati ufficiali di periodi più recenti.L’applicazione dell’I.B.E. (Indice Biotico Esteso), ha messo in evidenza la presenza di una comunità macrobentonica tollerante all’inquinamento, quantitativamente ben rappresentata. Tutte le sezioni indagate hanno restituito un valore dell’indice pari alla Cldefinita dal manuale di applicazione (Ghetti, 2001) come “Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato”, anche se la distribuzione di alcuni taxa nelle stazioni di campionamento farebbe pensare ad una qualità migliore per le sezioni a monte della confluenza del Torrente Gravina di Matera con il Torrente Jesce, rispetto alle stazioni a valle e a quelle ubicate lungo il Torrente Jesce stesso.La Classe IV dell’I.B.E. configura un ambiente fortemente alterato, ma comunque entro i margini della resilienza tipici degli ambienti fluviali; in questo caso la cessazione delle cause del degrado ed il ripristino dell’ambiente fluviale potrebbero portare ad un netto miglioramento dell’indice, grazie all’instaurarsi di condizioni favorevoli alla vita di spL’I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale), calcolato per i tratti insistenti nel territorio del SIC-ZPS “Gravine di Matera” e per i tratti immediatamente a monte, ha restituito valori perfettamente concordanti con laindicatori, ossia uno stato di forte inquinamento organico, associato ad una scarsa funzionalità dei Torrenti , che si esplica nella limitata capacità auto depurativa dei Torrenti stessi.
fisici e microbiologici delle acque (L.I.M.), le popolazioni di macroinvertebrati presenti nell’alveo dei torrenti (I.B.E.), ed il livello di funzionalità degli ecosistemi
Dall’applicazione del L.I.M. (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), risulta che il torrente Jesce è fortemente compromesso da un inquinamento di origine
tando un Livello di inquinamento pari alla Classe 5 dell’indice.La Classe 5 del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, scaturisce dai valori dei differenti parametri presi in considerazione ai fini del calcolo e rappresenta la
lità contemplata dal metodo. In tutte e due le sezioni di rilievo, i parametri assumono valori fortemente negativi, solo nel caso dell’unico parametro microbiologico (Escherichia coli), si registra un apprezzabile miglioramento dei valori, passando dalla sezione più a monte a quella più a valle, dovuto al fatto che tale parametro è sintomo di inquinamento recente dovuto a deiezioni animali ed è facilmente degradabile con il tempo. Difatti le sezioni di campionamento sono poste a qualche chilometro dal puntocui il depuratore di Altamura scarica le sue acque. Per tutti gli altri parametri, confrontando i valori della sezione a monte con quelli della sezione a valle, si riscontra un lieve decremento dei valori dovuto alla limitata capacità di auto depurazione del torrente. Per il Torrente Gravina di Matera, non è stato possibile reperire dati chimicomicrobiologici tali da poter applicare la metodologia di calcolo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori. I dati riguardanti il Torrente Jesce,presso l’Ente Parco della Murgia Materana, frutto di una convenzione stipulata tra il Comune di Matera e ARPAB-Dipartimento Provinciale di Matera, si riferiscono
2003, e non esistono dati ufficiali di periodi più recenti.pplicazione dell’I.B.E. (Indice Biotico Esteso), ha messo in evidenza la presenza
di una comunità macrobentonica tollerante all’inquinamento, quantitativamente
Tutte le sezioni indagate hanno restituito un valore dell’indice pari alla Cldefinita dal manuale di applicazione (Ghetti, 2001) come “Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato”, anche se la distribuzione di alcuni taxa nelle stazioni di campionamento farebbe pensare ad una qualità migliore per le
della confluenza del Torrente Gravina di Matera con il Torrente Jesce, rispetto alle stazioni a valle e a quelle ubicate lungo il Torrente Jesce stesso.La Classe IV dell’I.B.E. configura un ambiente fortemente alterato, ma comunque
esilienza tipici degli ambienti fluviali; in questo caso la cessazione delle cause del degrado ed il ripristino dell’ambiente fluviale potrebbero portare ad un netto miglioramento dell’indice, grazie all’instaurarsi di condizioni favorevoli alla vita di specie meno tolleranti all’inquinamento.L’I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale), calcolato per i tratti insistenti nel territorio del
ZPS “Gravine di Matera” e per i tratti immediatamente a monte, ha restituito valori perfettamente concordanti con la situazione illustrata dai precedenti indicatori, ossia uno stato di forte inquinamento organico, associato ad una scarsa funzionalità dei Torrenti , che si esplica nella limitata capacità auto depurativa dei
fisici e microbiologici delle acque (L.I.M.), le popolazioni di macroinvertebrati ti (I.B.E.), ed il livello di funzionalità degli ecosistemi
Dall’applicazione del L.I.M. (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), risulta che il torrente Jesce è fortemente compromesso da un inquinamento di origine
tando un Livello di inquinamento pari alla Classe 5 dell’indice. La Classe 5 del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, scaturisce dai valori dei differenti parametri presi in considerazione ai fini del calcolo e rappresenta la
In tutte e due le sezioni di rilievo, i parametri assumono valori fortemente negativi, solo nel caso dell’unico parametro microbiologico (Escherichia coli), si registra un
ezione più a monte a quella più a valle, dovuto al fatto che tale parametro è sintomo di inquinamento recente dovuto a deiezioni animali ed è facilmente degradabile con il tempo. Difatti le sezioni di campionamento sono poste a qualche chilometro dal punto in
Per tutti gli altri parametri, confrontando i valori della sezione a monte con quelli della sezione a valle, si riscontra un lieve decremento dei valori dovuto alla limitata
Per il Torrente Gravina di Matera, non è stato possibile reperire dati chimico-fisici e microbiologici tali da poter applicare la metodologia di calcolo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori. I dati riguardanti il Torrente Jesce, reperiti presso l’Ente Parco della Murgia Materana, frutto di una convenzione stipulata tra
Dipartimento Provinciale di Matera, si riferiscono 2003, e non esistono dati ufficiali di periodi più recenti.
pplicazione dell’I.B.E. (Indice Biotico Esteso), ha messo in evidenza la presenza di una comunità macrobentonica tollerante all’inquinamento, quantitativamente
Tutte le sezioni indagate hanno restituito un valore dell’indice pari alla Classe IV, definita dal manuale di applicazione (Ghetti, 2001) come “Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato”, anche se la distribuzione di alcuni taxa nelle stazioni di campionamento farebbe pensare ad una qualità migliore per le
della confluenza del Torrente Gravina di Matera con il Torrente Jesce, rispetto alle stazioni a valle e a quelle ubicate lungo il Torrente Jesce stesso. La Classe IV dell’I.B.E. configura un ambiente fortemente alterato, ma comunque
esilienza tipici degli ambienti fluviali; in questo caso la cessazione delle cause del degrado ed il ripristino dell’ambiente fluviale potrebbero portare ad un netto miglioramento dell’indice, grazie all’instaurarsi di
ecie meno tolleranti all’inquinamento. L’I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale), calcolato per i tratti insistenti nel territorio del
ZPS “Gravine di Matera” e per i tratti immediatamente a monte, ha restituito situazione illustrata dai precedenti
indicatori, ossia uno stato di forte inquinamento organico, associato ad una scarsa funzionalità dei Torrenti , che si esplica nella limitata capacità auto depurativa dei
La funzionalità dei Torrenti èdalle opere di sistemazione idraulica, rappresentate dalla canalizzazione dei Torrenti tramite la posa in alveo di cunettoni in cemento a sezione trapezoidale.La rinaturazione dell’alveo dei Torrenti aumenauto depurative dei tratti interessati, fornendo la possibilità di rivegetare gli argini con evidente aumento, anche del valore paesaggistico del territorio. L’analisi del bacino imbrifero del Torrente Gravina di Matera, ml’eccessivo sfruttamento agricolo per le coltivazioni estensive di cereali. Le monocolture estensive riducono la diversità degli habitat presenti sul territorio, banalizzando gli agro-ecosistemi, i quali se ben strutturati assumono un’ottima valenza ecologica nei confronti degli habitat e delle connessioni ecologiche tra le diverse zone naturali presenti sul territorio.La maggiore causa di degrado dei Torrenti è rappresentata dagli scarichi dei depuratori delle acque reflue urbane dei Comuni dIn base a quanto detto, la qualità delle acque dei Torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei due Torrenti. Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali imalfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contridiluizione degli effluenti. La qualità degli ambienti fluviali che scorrono all’interno del SICMatera”, influisce notevolmente sulla qualità delle risorse naturalistiche e turistiche dell’area Parco, in quanto i corsi d’acqua ppreferenziali di fruizione turistica e di sviluppo delle biocenosi presenti in tutto il territorio. Per i Torrenti Gravina di Matera e Jesce urgono azioni di ripristino, finalizzate al miglioramento delle rese depurative degli idue Torrenti, ed all’aumento della capacità auto depurativa dei tratti fortemente artificializzati. L'applicazione delle più innovative metodologie di intervento per il ripristino di ambienti fluviali, e di depurazione delle acque dei Torrenti, e avrebbero una forte ricaduta sui sistemi naturali e sulle possibilità di fruizione del territorio. La creazione di fasce perifluviali vegetate tamponerebbe l’apporto inquinante proveniente dai numerosi campi coltivati presenti lungo tutto il percorso dei torrenti. Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, si potrebbero associare impianti di depurazione naturale, come postcompito di finissaggio e svolgimento di un’azione tampone rispetto agli eventuali malfunzionamenti degli impianti tecnologici.Ulteriori sviluppi della presente Tesi, potrebbero essere rappresentati dallo studio di dettaglio finalizzato alla verifica dell’applicabilacque di scarico dei depuratori, e di conseguenza ad una valutazione delle potenzialità depurative degli intervent
La funzionalità dei Torrenti è gravemente compromessa sia dall’inquinamento sia dalle opere di sistemazione idraulica, rappresentate dalla canalizzazione dei Torrenti tramite la posa in alveo di cunettoni in cemento a sezione trapezoidale.La rinaturazione dell’alveo dei Torrenti aumenterebbe notevolmente le capacità auto depurative dei tratti interessati, fornendo la possibilità di rivegetare gli argini con evidente aumento, anche del valore paesaggistico del territorio.L’analisi del bacino imbrifero del Torrente Gravina di Matera, ml’eccessivo sfruttamento agricolo per le coltivazioni estensive di cereali. Le monocolture estensive riducono la diversità degli habitat presenti sul territorio,
ecosistemi, i quali se ben strutturati assumono un’ottima alenza ecologica nei confronti degli habitat e delle connessioni ecologiche tra le diverse zone naturali presenti sul territorio. La maggiore causa di degrado dei Torrenti è rappresentata dagli scarichi dei depuratori delle acque reflue urbane dei Comuni di Altamura e Matera.In base a quanto detto, la qualità delle acque dei Torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei
Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali imalfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contri
La qualità degli ambienti fluviali che scorrono all’interno del SICMatera”, influisce notevolmente sulla qualità delle risorse naturalistiche e turistiche dell’area Parco, in quanto i corsi d’acqua potrebbero rappresentare vie preferenziali di fruizione turistica e di sviluppo delle biocenosi presenti in tutto il
Per i Torrenti Gravina di Matera e Jesce urgono azioni di ripristino, finalizzate al miglioramento delle rese depurative degli impianti di depurazione sversanti nei due Torrenti, ed all’aumento della capacità auto depurativa dei tratti fortemente
L'applicazione delle più innovative metodologie di intervento per il ripristino di ambienti fluviali, e di depurazione naturale delle acque, migliorerebbero la qualità delle acque dei Torrenti, e avrebbero una forte ricaduta sui sistemi naturali e sulle possibilità di fruizione del territorio. La creazione di fasce perifluviali vegetate tamponerebbe l’apporto inquinante roveniente dai numerosi campi coltivati presenti lungo tutto il percorso dei
Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, si potrebbero associare impianti di depurazione naturale, come post-trattamento delle acque in uscita, con il
finissaggio e svolgimento di un’azione tampone rispetto agli eventuali malfunzionamenti degli impianti tecnologici. Ulteriori sviluppi della presente Tesi, potrebbero essere rappresentati dallo studio di dettaglio finalizzato alla verifica dell’applicabilità degli interventi sui Torrenti e sulle acque di scarico dei depuratori, e di conseguenza ad una valutazione delle potenzialità depurative degli interventi stessi.
gravemente compromessa sia dall’inquinamento sia dalle opere di sistemazione idraulica, rappresentate dalla canalizzazione dei Torrenti tramite la posa in alveo di cunettoni in cemento a sezione trapezoidale.
terebbe notevolmente le capacità auto depurative dei tratti interessati, fornendo la possibilità di rivegetare gli argini con evidente aumento, anche del valore paesaggistico del territorio. L’analisi del bacino imbrifero del Torrente Gravina di Matera, mette in luce l’eccessivo sfruttamento agricolo per le coltivazioni estensive di cereali. Le monocolture estensive riducono la diversità degli habitat presenti sul territorio,
ecosistemi, i quali se ben strutturati assumono un’ottima alenza ecologica nei confronti degli habitat e delle connessioni ecologiche tra le
La maggiore causa di degrado dei Torrenti è rappresentata dagli scarichi dei i Altamura e Matera.
In base a quanto detto, la qualità delle acque dei Torrenti Gravina di Matera e Jesce, è strettamente legata alle rese di depurazione degli impianti recapitanti nei
Quanto detto è aggravato da diverse situazioni, quali il probabile malfunzionamento di alcuni dei suddetti impianti, l’artificialità di lunghi tratti degli alvei dei due torrenti, che non consentono la continuità idrica con la sottostante zona iporreica, e la carenza idrica della stagione calda, che non contribuisce alla
La qualità degli ambienti fluviali che scorrono all’interno del SIC-ZPS “Gravine di Matera”, influisce notevolmente sulla qualità delle risorse naturalistiche e turistiche
otrebbero rappresentare vie preferenziali di fruizione turistica e di sviluppo delle biocenosi presenti in tutto il
Per i Torrenti Gravina di Matera e Jesce urgono azioni di ripristino, finalizzate al mpianti di depurazione sversanti nei
due Torrenti, ed all’aumento della capacità auto depurativa dei tratti fortemente
L'applicazione delle più innovative metodologie di intervento per il ripristino di naturale delle acque, migliorerebbero la qualità
delle acque dei Torrenti, e avrebbero una forte ricaduta sui sistemi naturali e sulle
La creazione di fasce perifluviali vegetate tamponerebbe l’apporto inquinante roveniente dai numerosi campi coltivati presenti lungo tutto il percorso dei
Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, si potrebbero associare impianti di trattamento delle acque in uscita, con il
finissaggio e svolgimento di un’azione tampone rispetto agli eventuali
Ulteriori sviluppi della presente Tesi, potrebbero essere rappresentati dallo studio di ità degli interventi sui Torrenti e sulle
acque di scarico dei depuratori, e di conseguenza ad una valutazione delle
FATTORI DI DISTURBO E DI ALTERAZIONE AMBIENTALI
Fenomeni ed attività nel sito:
409 Altri tipi di
insediamenti
410 Aree Commerciali
o Industriali
420 Discariche
424 Altre discariche
502 Strade,
Autostrade
701 Inquinamento
dell’Acqua
702 Inquinamento
dell’Aria
703 Inquinamento del
Suolo
709
Altre forme semplici o
complesse di Inquinamento
710 Disturbi Sonori
720 Calpestio eccessivo
740 Vandalismo
860 Scarico , deposito
di materiali dragati
890
Altre modifiche nelle condizioni
idrauliche indotte dell’uomo
900 Erosione
941 Inondazione
952 Eutrofizzazione
Codice
FATTORI DI DISTURBO E DI ALTERAZIONE AMBIENTALI
Gravina di Matera IT9220135
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
A B C
Intensità % del Sito
1
+ 0 -
1
+ 0 -
3
+ 0 -
1
+ 0 -
1
+ 0 -
1
+ 0 -
20
+ 0 -
10
+ 0 -
5
+ 0 -
10
+ 0 -
10
+ 0 -
5
+ 0 -
10
+ 0 -
1
+ 0 -
10
+ 0 -
1
+ 0 -
1
+ 0 -
% del Sito Influenza
Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito:
400 Aree Urbane, insediamenti
umani
490 Altre attività urbanistiche
industriali e simili
700 Inquinamento
710 Disturbi sonori
Urbanizzazione, industrializzazione ed attività similari
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “urbanizzazione, industrial
similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
� codice 409: altri tipi di insediamenti;
� codice 410: aree commerciali o industriali;
� codice 420: discariche;
� codice 424: altre discariche;
FENOMENO ALTRI TIPI DI INSEDIAMENTI (codice 409)
DETERMINANTI: Insediamenti e pseudo strutture turistiche ricettive
Sono presenti ,all’interno del SIC, insediamenti
che sono soprattutto concentrare n
Timone” e nel comprensorio delle Cave de La Vaglia
Codice
Gravina di MateraIT9220135
A B C
+
A B C
+
A B C
+
A B C
+
rbanizzazione, industrializzazione ed attività similari
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “urbanizzazione, industrial
similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
codice 409: altri tipi di insediamenti;
codice 410: aree commerciali o industriali;
codice 420: discariche;
codice 424: altre discariche;
OMENO ALTRI TIPI DI INSEDIAMENTI (codice 409)
DETERMINANTI: Insediamenti e pseudo strutture turistiche ricettive
no del SIC, insediamenti e pseudo strutture turistico
che sono soprattutto concentrare nell’area dell’Alta Murgia, detta “Murgia
Timone” e nel comprensorio delle Cave de La Vaglia.
Intensità
Gravina di Matera
+ 0 -
+ 0 -
+ 0 -
+ 0 -
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “urbanizzazione, industrializzazione ed attività
similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
DETERMINANTI: Insediamenti e pseudo strutture turistiche ricettive
strutture turistico-ricettive
Murgia, detta “Murgia
Influenza
PRESSIONI: degrado urbanistico
fognatura
L’area, per la sua particolarissima morfologia semi
componente di degrado ambientale, poiché il sistema dell’urbanizzazione
novecentesca ha portato una progressiva espansione della città in direzione dei
rilievi collinari adiacenti ed, inoltre, la p
statico (vasche biologiche convenz
funzionanti può causare inquinamento a livello del suolo e delle acque. Tali sistemi
di fognatura sono dovute alla p
turistiche ricettive nell’area e adiacenti
STATO: degrado e inquinamento suolo ed acque
Disordinato processo di urbanizzazione e d
IMPATTI: problematiche naturalistico
L’Area si presenta molto compromessa per il processo di urbanizzazione
destinazioni d’uso estranee al paesaggio e p
contaminazione delle acque
chimiche, viene provocata, in estate da evapotraspiraz
RISPOSTE: riqualificazione dell’area e vigilanza di organi competenti
Nonostante l’intensità dell’attività sia debole nel SIC, avendo influenza
negativa, si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno
mediante il rispetto della normativa di settore
interessata = 1%. Non dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da
parte degli di organi competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico
Venatorie).
Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento e tra
degradata da punto di vista urbanistico
esistenti verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.
PRESSIONI: degrado urbanistico-ambientale e scarsa efficienza dei sistemi di
L’area, per la sua particolarissima morfologia semi-naturale, assume una forte
egrado ambientale, poiché il sistema dell’urbanizzazione
novecentesca ha portato una progressiva espansione della città in direzione dei
rilievi collinari adiacenti ed, inoltre, la presenza di sistemi di fognatura di tipo
statico (vasche biologiche convenzionali, Imhoff) e pozzi neri non mantenuti o mal
causare inquinamento a livello del suolo e delle acque. Tali sistemi
di fognatura sono dovute alla presenza di insediamenti e
turistiche ricettive nell’area e adiacenti.
TATO: degrado e inquinamento suolo ed acque
Disordinato processo di urbanizzazione e dispersione di acque nere
IMPATTI: problematiche naturalistico-ambientali e contaminazione acque
L’Area si presenta molto compromessa per il processo di urbanizzazione
destinazioni d’uso estranee al paesaggio e presenza del fenomeno di
contaminazione delle acque che oltre ad essere causata dalle concimazioni
chimiche, viene provocata, in estate da evapotraspirazione e scarichi organici
e dell’area e vigilanza di organi competenti
Nonostante l’intensità dell’attività sia debole nel SIC, avendo influenza
negativa, si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno
mediante il rispetto della normativa di settore. Intensità b
Non dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da
parte degli di organi competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico
Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento e tra
degradata da punto di vista urbanistico-ambientale, riconvertendo le strutture
esistenti verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.
ambientale e scarsa efficienza dei sistemi di
naturale, assume una forte
egrado ambientale, poiché il sistema dell’urbanizzazione
novecentesca ha portato una progressiva espansione della città in direzione dei
resenza di sistemi di fognatura di tipo
, Imhoff) e pozzi neri non mantenuti o mal
causare inquinamento a livello del suolo e delle acque. Tali sistemi
resenza di insediamenti e pseudo strutture
one di acque nere.
ambientali e contaminazione acque
L’Area si presenta molto compromessa per il processo di urbanizzazione e da
resenza del fenomeno di
oltre ad essere causata dalle concimazioni
ione e scarichi organici.
e dell’area e vigilanza di organi competenti
Nonostante l’intensità dell’attività sia debole nel SIC, avendo influenza neutra e
negativa, si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno
ità bassa. % del sito
Non dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da
parte degli di organi competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico-
Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento e trasformare l’area
ambientale, riconvertendo le strutture
esistenti verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.
FENOMENO AREE COMMERCIALI O INDUSTRIALI (codice 410)
DETERMINANTI: Insediamenti
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono
rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la
principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic.
PRESSIONI: area industrializzata
Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura fortemente industrializzata.
Il cementificio si estende su un’area
STATO: Emissioni in atmosfera di polveri e particelle inquinanti
Anche se, tuttavia, il cementificio si trova al di fuori del sic (ai suoi confini),
l’emissione di polveri e di particelle inquinanti, prodotti dall’
industriale, risulta di notevole importanza, poiché determina inquinamento
atmosferico, dovuto all’imm
inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri,
anche se tutti i punti di emissione in atmosfera sono presidiati da filtri a tessuto per
l’abbattimento delle emissioni
I principali inquinanti sono:
Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3
IMPATTI: Inquinamento aria e suolo
Le particelle inquinanti e le emissioni di polveri nell’ambiente, se non trattate e
regolamentate causano
compromesse la salute umana e la qualità degli ecosistemi
RISPOSTE: misure di contenimento e monitoraggio del fenomeno
Essendo l’intensità dell’attività nel SIC alta, influenza
interessata = 1%, tali strutture necessitano di essere
FENOMENO AREE COMMERCIALI O INDUSTRIALI (codice 410)
DETERMINANTI: Insediamenti industriali
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono
rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la
principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic.
: area industrializzata
Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura fortemente industrializzata.
si estende su un’area di circa 30 ettari (324113 m2).
STATO: Emissioni in atmosfera di polveri e particelle inquinanti
, tuttavia, il cementificio si trova al di fuori del sic (ai suoi confini),
l’emissione di polveri e di particelle inquinanti, prodotti dall’
industriale, risulta di notevole importanza, poiché determina inquinamento
atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria, e
inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri,
utti i punti di emissione in atmosfera sono presidiati da filtri a tessuto per
delle emissioni.
Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3
IMPATTI: Inquinamento aria e suolo
Le particelle inquinanti e le emissioni di polveri nell’ambiente, se non trattate e
regolamentate causano inquinamento dell’aria e del suolo
mpromesse la salute umana e la qualità degli ecosistemi.
RISPOSTE: misure di contenimento e monitoraggio del fenomeno
nsità dell’attività nel SIC alta, influenza negati
ali strutture necessitano di essere monitorate dal punto di vista
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono
rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la
principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic.
Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura fortemente industrializzata.
di circa 30 ettari (324113 m2).
, tuttavia, il cementificio si trova al di fuori del sic (ai suoi confini),
l’emissione di polveri e di particelle inquinanti, prodotti dall’insediamento
industriale, risulta di notevole importanza, poiché determina inquinamento
issione diretta di sostanze nocive in aria, e
inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri,
utti i punti di emissione in atmosfera sono presidiati da filtri a tessuto per
Le particelle inquinanti e le emissioni di polveri nell’ambiente, se non trattate e
namento dell’aria e del suolo. Vengono
RISPOSTE: misure di contenimento e monitoraggio del fenomeno
negativa e % del sito
monitorate dal punto di vista
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,
facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);
FENOMENO DISCARICHE (codice 420
DETERMINANTI: discariche abusive
Presenza di discariche abusive che causano inquinamento del suolo.
In alcune aree del SIC la pressione an
dell’anno, in concomitanza con le festività e soprattutto i giorni domenicali, dove
si nota la presenza di un flu
PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente
L’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di
scarto, nonché dispersione di rifiuti non degradabili, soprattutto nella zona Alta
della Murgia, detta Murgia Timone e Murgecchia.
L’abbandono di rifiuti è dovuto sia ad atti di vandalismo da parte di giovani che
insiedano le suddette zone del sic, anche nelle ore notturne, sia al fatto che n
ultimi anni l’attività legata al tu
regolarmente disciplinata. Attualmente non disponiamo di dati statistici in merito,
tuttavia durante uscite di campo
fenomeni.
STATO: degrado e inquinamento suolo
Durante le numerose uscite effettuate nella fase di monitoraggio di questo
progetto sono state rilevate molte aree
(scarti di cibi, lattine di alluminio, bottiglie di vetro e di plastica)
edile, rifiuti ingombranti e beni durevoli
pedonali e turistici, che oltre ad avere un impatto visivo negativo possono essere
causa di intossicazioni per piccoli mammiferi ed uccelli. L’abbandono di rifiu
cibo risultano punti pericolosi per la
specie che interagiscono con la fauna locale.
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,
facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);
FENOMENO DISCARICHE (codice 420-424)
DETERMINANTI: discariche abusive
nza di discariche abusive che causano inquinamento del suolo.
In alcune aree del SIC la pressione antropica aumenta notevolmente nei periodi
nno, in concomitanza con le festività e soprattutto i giorni domenicali, dove
si nota la presenza di un flusso di turisti che frequenta l’area Sic.
PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente
’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di
, nonché dispersione di rifiuti non degradabili, soprattutto nella zona Alta
Murgia, detta Murgia Timone e Murgecchia.
L’abbandono di rifiuti è dovuto sia ad atti di vandalismo da parte di giovani che
insiedano le suddette zone del sic, anche nelle ore notturne, sia al fatto che n
ultimi anni l’attività legata al turismo sta notevolmente aumentando senza essere
regolarmente disciplinata. Attualmente non disponiamo di dati statistici in merito,
di campo sono avvenute numerose osservazioni su tali
STATO: degrado e inquinamento suolo
numerose uscite effettuate nella fase di monitoraggio di questo
progetto sono state rilevate molte aree con presenza di micro-
cibi, lattine di alluminio, bottiglie di vetro e di plastica),
uti ingombranti e beni durevoli, soprattutto in prossimità di percorsi
che oltre ad avere un impatto visivo negativo possono essere
causa di intossicazioni per piccoli mammiferi ed uccelli. L’abbandono di rifiu
pericolosi per la concentrazione di volpi, oltre a ratti di ogni
specie che interagiscono con la fauna locale. É usuale, anche, trovare aut
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,
facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);
nza di discariche abusive che causano inquinamento del suolo.
tropica aumenta notevolmente nei periodi
nno, in concomitanza con le festività e soprattutto i giorni domenicali, dove
’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di
, nonché dispersione di rifiuti non degradabili, soprattutto nella zona Alta
L’abbandono di rifiuti è dovuto sia ad atti di vandalismo da parte di giovani che
insiedano le suddette zone del sic, anche nelle ore notturne, sia al fatto che negli
otevolmente aumentando senza essere
regolarmente disciplinata. Attualmente non disponiamo di dati statistici in merito,
sono avvenute numerose osservazioni su tali
numerose uscite effettuate nella fase di monitoraggio di questo
-rifiuti solidi e liquidi
, inerti di carattere
, soprattutto in prossimità di percorsi
che oltre ad avere un impatto visivo negativo possono essere
causa di intossicazioni per piccoli mammiferi ed uccelli. L’abbandono di rifiuti di
, oltre a ratti di ogni
usuale, anche, trovare automobili
parcheggiate in aree privat
botaniche.
IMPATTI: inquinamento e deturpamento visivo dell’ambiente
Le attività turistiche spesso incontrollate provocano notevoli danni agli habitat ed
alle specie a partire dal danne
compattamento del suolo ed all’inquinamento acus
importante è l’accumulo di rifiuti non degradabili rilasciati dai turisti dopo pic
ed attività ricreative.
RISPOSTE: politica di conservazione e sviluppo sostenibile
vigilanza di organi competenti
Una politica di conservazione attiva ed uno sviluppo sostenibile vede i modelli di
governance del territorio, con approcci partecipativi, concertativi e di
coinvolgimento degli attori locali
impatti ambientali, quanto nella presa in carico
diminuire tali impatti.
L’intensità nel SIC è media per il codice 420, relativamente bassa per il codice 424
% del sito interessata= 3% per il codice 420 e 1% per il codice 424, influenza
negativa per entrambi i codici.
Si auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno
della normativa di settore con
dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da parte degl
competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico
ate, anche in prossimità di zone ove vi sono alcune rarità
inquinamento e deturpamento visivo dell’ambiente
Le attività turistiche spesso incontrollate provocano notevoli danni agli habitat ed
alle specie a partire dal danneggiamento meccanico della flora
compattamento del suolo ed all’inquinamento acustico e luminoso. Non meno
importante è l’accumulo di rifiuti non degradabili rilasciati dai turisti dopo pic
RISPOSTE: politica di conservazione e sviluppo sostenibile - normativa di settore e
vigilanza di organi competenti
a politica di conservazione attiva ed uno sviluppo sostenibile vede i modelli di
del territorio, con approcci partecipativi, concertativi e di
coinvolgimento degli attori locali, non tanto come una riduzione passiva d
nto nella presa in carico diretta dei meccanismi atti a
è media per il codice 420, relativamente bassa per il codice 424
% del sito interessata= 3% per il codice 420 e 1% per il codice 424, influenza
r entrambi i codici.
i auspica l’adozione di misure di contenimento del fenomeno mediante il rispetto
della normativa di settore con operazioni di rimozione/bonifica ambiental
dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da parte degl
competenti (CFS, Guardia Parco, Guardie Ecologico-Venatorie).
, anche in prossimità di zone ove vi sono alcune rarità
Le attività turistiche spesso incontrollate provocano notevoli danni agli habitat ed
ggiamento meccanico della flora, fino al
tico e luminoso. Non meno
importante è l’accumulo di rifiuti non degradabili rilasciati dai turisti dopo pic-nic
normativa di settore e
a politica di conservazione attiva ed uno sviluppo sostenibile vede i modelli di
del territorio, con approcci partecipativi, concertativi e di
una riduzione passiva degli
diretta dei meccanismi atti a
è media per il codice 420, relativamente bassa per il codice 424,
% del sito interessata= 3% per il codice 420 e 1% per il codice 424, influenza
mediante il rispetto
operazioni di rimozione/bonifica ambientale. Non
dovranno tuttavia mancare azioni di vigilanza e controllo da parte degli di organi
).
Trasporti e comunicazioni
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “trasporti e comunicazioni”
� codice 502: strade, autostrade;
FENOMENO STRADE, AUTOSTRADE
DETERMINANTI: Infrastrutture viarie
Presenza di una buona rete di infrastrutture viarie all’interno dell’area Sic.
PRESSIONI: Traffico veicolare
La presenza di bellezze naturali all’interno del Sic e di un buon flusso turistico
determinano la presenza di traffico veicolare che in alcuni periodi giorni dell’anno
raggiunge anche picchi alquanto elevati
STATO: Qualità dell'aria
L’ immissione diretta di sostanze nocive, causate dalla presenza di traffico
veicolare, determina degli effetti sulla qu
interno centraline di rilevamento dati dell’A.R.P.A.B.
IMPATTI: Inquinamento acustico, dell'aria e del suolo
- inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria,
causato da traffico veicolare
- inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri
produzione e smaltimento di rifiuti
- Inquinamento acustico.
- Rischi per la sicurezza (malfunzionamento o incidente)
Inoltre, la presenza di strade in un SI
frammentazione degli ecosistemi.
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “trasporti e comunicazioni”
codice 502: strade, autostrade;
FENOMENO STRADE, AUTOSTRADE (codice 502)
DETERMINANTI: Infrastrutture viarie
Presenza di una buona rete di infrastrutture viarie all’interno dell’area Sic.
PRESSIONI: Traffico veicolare
La presenza di bellezze naturali all’interno del Sic e di un buon flusso turistico
resenza di traffico veicolare che in alcuni periodi giorni dell’anno
raggiunge anche picchi alquanto elevati.
L’ immissione diretta di sostanze nocive, causate dalla presenza di traffico
veicolare, determina degli effetti sulla qualità dell’aria. Il sito non presenta al suo
interno centraline di rilevamento dati dell’A.R.P.A.B.
IMPATTI: Inquinamento acustico, dell'aria e del suolo
inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria,
ffico veicolare
inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri
roduzione e smaltimento di rifiuti
Rischi per la sicurezza (malfunzionamento o incidente)
Inoltre, la presenza di strade in un SIC produce come ulteriore effetto negativo la
frammentazione degli ecosistemi.
Presenza di una buona rete di infrastrutture viarie all’interno dell’area Sic.
La presenza di bellezze naturali all’interno del Sic e di un buon flusso turistico
resenza di traffico veicolare che in alcuni periodi giorni dell’anno
L’ immissione diretta di sostanze nocive, causate dalla presenza di traffico
sito non presenta al suo
inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di sostanze nocive in aria,
inquinamento del suolo, dovuto alle deposizioni di agenti inquinanti e polveri e da
C produce come ulteriore effetto negativo la
RISPOSTE: Centraline di rilevamento dati
Il fenomeno a parere dello scrivente ha influenza neutra e intensità debole con
una percentuale del sito interessata pari al 1%. S
autorità competenti di installare dei rilevatori dati sensibili ai fenomeni d
inquinamento appena descritti e il tutto deve
152/2006 e s.m.i.);
Inquinamento e altre attività umane
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “inquinamento e altre attività umane” (Gazzetta
ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
� codice 701: inquinamento dell’acqua;
� codice 702: inquinamento dell’aria;
� codice 703: inquina
� codice 709: altre forme semplici o complesse di inquinamento;
� codice 710: disturbi sonori;
� codice 720: calpestio eccessivo;
� codice 740: vandalismo.
FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ACQUA
DETERMINANTI: scarico di inquinanti,util
conseguenza fenomeno di eutrofizzazione
Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente
all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito
gli impianti di depurazione dei reflui civili di Matera, compresi quelli di Borgo
Venusio e Borgo La Martella, gestiti dall’Acquedotto Lucano, degli impianti di
trattamento degli effluenti a
depurazione di reflui civili e industriali
RISPOSTE: Centraline di rilevamento dati
a parere dello scrivente ha influenza neutra e intensità debole con
una percentuale del sito interessata pari al 1%. Sarebbe auspicabile chiedere alle
autorità competenti di installare dei rilevatori dati sensibili ai fenomeni d
inquinamento appena descritti e il tutto deve fare riferimento alla Legge
nquinamento e altre attività umane
fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “inquinamento e altre attività umane” (Gazzetta
ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
codice 701: inquinamento dell’acqua;
codice 702: inquinamento dell’aria;
codice 703: inquinamento del suolo;
codice 709: altre forme semplici o complesse di inquinamento;
codice 710: disturbi sonori;
codice 720: calpestio eccessivo;
codice 740: vandalismo.
FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ACQUA (codice 701)
DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con
conseguenza fenomeno di eutrofizzazione
Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente
all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito
purazione dei reflui civili di Matera, compresi quelli di Borgo
La Martella, gestiti dall’Acquedotto Lucano, degli impianti di
trattamento degli effluenti a servizio delle aree industriali e di taluni impianti di
i e industriali privati.
a parere dello scrivente ha influenza neutra e intensità debole con
ebbe auspicabile chiedere alle
autorità competenti di installare dei rilevatori dati sensibili ai fenomeni di
fare riferimento alla Legge (T.U.A. n.
fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “inquinamento e altre attività umane” (Gazzetta
codice 709: altre forme semplici o complesse di inquinamento;
izzo prodotti chimici a fini agronomici con
Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente
all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito finale di tutti
purazione dei reflui civili di Matera, compresi quelli di Borgo
La Martella, gestiti dall’Acquedotto Lucano, degli impianti di
servizio delle aree industriali e di taluni impianti di
Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,
soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per
attività produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione c
Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nelle gravine sono
per lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva,
dagli scarichi degli impianti di depurazione.
Anche il fenomeno dell’eutrofizzazi
fenomeno oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene
in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle
PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione e possib
circostanze anossiche
Il torrente Gravina presenta
dispersione di prodotti provenienti da attività agricole
determinare problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.
STATO: inquinamento dell’acqua
Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che
i depuratori cittadini sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie
condizioni di esercizio, risultando assolutamente inad
sversamenti irregolari nella rete fognaria, spesso rappresentati da acque di
vegetazione di frantoi oleari.
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
ossigeno nelle acque.
IMPATTI: fenomeno dell’inquinamento e torbidità dell’acqua
Accumulo e dispersione rifiuti non degrad
il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre all’attività
agricola concentrata pressoché nella parte sett
corrispondenza della valle del torrente Jesce.
Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,
soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per
produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.
Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nelle gravine sono
lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva,
degli impianti di depurazione.
’eutrofizzazione determina problemi di inquinamento, il cui
oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene
in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle strutture.
PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione e possib
Il torrente Gravina presenta versamenti provenienti dagli impianti di depurazione e
dispersione di prodotti provenienti da attività agricole
problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.
STATO: inquinamento dell’acqua
Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che
depuratori cittadini sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie
di esercizio, risultando assolutamente inadeguati in occasione di
nella rete fognaria, spesso rappresentati da acque di
vegetazione di frantoi oleari.
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
l’inquinamento e torbidità dell’acqua
Accumulo e dispersione rifiuti non degradabili nei pressi del Torrente. Sicuramente
il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre all’attività
agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic, in
corrispondenza della valle del torrente Jesce.
Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,
soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per
arburanti.
Siffatte circostanze suggeriscono che le portate idriche fluenti nelle gravine sono
lunghi periodi dell’anno rappresentate, in via prevalente se non esclusiva,
determina problemi di inquinamento, il cui
oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene provocata,
strutture.
PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione e possibile sviluppo di
provenienti dagli impianti di depurazione e
che potrebbero
Sulla base delle informazioni acquisite presso l’Acquedotto Lucano, si segnala che
depuratori cittadini sono all’attualità appena in grado di sopperire alle ordinarie
eguati in occasione di
nella rete fognaria, spesso rappresentati da acque di
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
abili nei pressi del Torrente. Sicuramente
il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre all’attività
entrionale del nostro sic, in
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
dell’inquinamento dell’acqua, visto che il fenomeno p
influenza negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al
1%. Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante
le analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificandone la risp
con i limiti normativi previsti in Allegato 5
Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da
interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o
adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.
Per quanto si riferisce allo smaltimento delle precipitazioni piovose, la Regione
Basilicata non ha ancora emanato specifici provvedimenti normativi in materia di
acque di prima pioggia e di lavaggi
113 del D. Lgs. 152/2006 che ha abrogato e sostituito l’art. 39 del D. Lgs. 152/99 e
novellato dal D. Lgs. 258/2000.
Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo
sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano
comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi
idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.
Le Aziende, invece, necessitano di essere monitorate dal punto di vista
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree
limitrofe,sempre che scarichino reflui sul suolo o in corpo idrico senza le relative
autorizzazioni e senza rispettare la nor
152/2006 e s.m.i.);
FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ARIA
DETERMINANTI: attività estrattiva da cava, impianto di produzione di cementi,
telecomunicazioni e traffico veicolare
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
dell’inquinamento dell’acqua, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta,
influenza negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al
Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante
le analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificandone la rispondenza tabellare
con i limiti normativi previsti in Allegato 5 – parte III – D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);
Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da
interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o
adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.
Per quanto si riferisce allo smaltimento delle precipitazioni piovose, la Regione
Basilicata non ha ancora emanato specifici provvedimenti normativi in materia di
acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, come richiesto dall’art.
113 del D. Lgs. 152/2006 che ha abrogato e sostituito l’art. 39 del D. Lgs. 152/99 e
novellato dal D. Lgs. 258/2000.
Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo
i collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano
comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi
idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.
invece, necessitano di essere monitorate dal punto di vista
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree
limitrofe,sempre che scarichino reflui sul suolo o in corpo idrico senza le relative
autorizzazioni e senza rispettare la normativa ambientale vigente (T.U.A. n.
FENOMENO INQUINAMENTO DELL’ARIA (codice 702)
DETERMINANTI: attività estrattiva da cava, impianto di produzione di cementi,
telecomunicazioni e traffico veicolare
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
resenta un’intensità Alta,
influenza negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al
Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante
ondenza tabellare
D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);
Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da
interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o di
Per quanto si riferisce allo smaltimento delle precipitazioni piovose, la Regione
Basilicata non ha ancora emanato specifici provvedimenti normativi in materia di
o delle aree esterne, come richiesto dall’art.
113 del D. Lgs. 152/2006 che ha abrogato e sostituito l’art. 39 del D. Lgs. 152/99 e
Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo
i collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano
comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi
idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.
invece, necessitano di essere monitorate dal punto di vista
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree
limitrofe,sempre che scarichino reflui sul suolo o in corpo idrico senza le relative
mativa ambientale vigente (T.U.A. n.
DETERMINANTI: attività estrattiva da cava, impianto di produzione di cementi,
Di attività impattanti è presente
Matera Inerti, anche l’impianto di produzione di cementi con relative due cave di
approvvigionamento materiali.
Presenza sul territorio dell’area Sic di tralicci con antenne di trasmissione per
teleradiocomunicazione e telefonia cellulare
comunicazione all’interno del sic.
PRESSIONI: Emissione di polveri e altre sostanze inquinanti volatili, radiazioni non
ionizzanti
All’interno del cantiere si evidenzia la produzione di una certa quant
dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del materiale
estratto, oltre la produzione delle inevitabili emissioni gassose da motore diesel.
L’emissione dei principali prodotti della combustione del gasolio derivano
esclusivamente dal gruppo elettrogeno, dai mezzi meccanici di escavazione
trasporto e dai mezzi che accedono nella cava per il carico di materiale estratto,
del calcestruzzo e degli altri prodotti aziendali.
Presenza di radiazioni non ionizzanti d
telecomunicazioni , inoltre la presenza di strade in
la discontinuità degli habitat.
STATO: inquinamento dell’aria e qualità associata all'elettro
Emissioni in atmosfera di polveri e sostanze
Il fenomeno potrebbe arrecare interferenze con il sistema ecologico (flora e
fauna) e per la salute dell’uomo.
La presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle
telecomunicazioni incidono sulla qualità aria ass
mentre la presenza di traffico veicolare all’interno del sic e nelle immediate
vicinanze, determina inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di
sostanze nocive in aria;
Di attività impattanti è presente oltre all’attività di estrazione eseguita dalla
Matera Inerti, anche l’impianto di produzione di cementi con relative due cave di
approvvigionamento materiali.
Presenza sul territorio dell’area Sic di tralicci con antenne di trasmissione per
icazione e telefonia cellulare, presenza di
comunicazione all’interno del sic.
PRESSIONI: Emissione di polveri e altre sostanze inquinanti volatili, radiazioni non
All’interno del cantiere si evidenzia la produzione di una certa quant
dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del materiale
estratto, oltre la produzione delle inevitabili emissioni gassose da motore diesel.
L’emissione dei principali prodotti della combustione del gasolio derivano
usivamente dal gruppo elettrogeno, dai mezzi meccanici di escavazione
trasporto e dai mezzi che accedono nella cava per il carico di materiale estratto,
del calcestruzzo e degli altri prodotti aziendali.
Presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle
la presenza di strade in aree circostanti il
discontinuità degli habitat.
STATO: inquinamento dell’aria e qualità associata all'elettro-magnetismo
Emissioni in atmosfera di polveri e sostanze inquinanti in situ.
Il fenomeno potrebbe arrecare interferenze con il sistema ecologico (flora e
fauna) e per la salute dell’uomo.
La presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle
telecomunicazioni incidono sulla qualità aria associata all'elettro
mentre la presenza di traffico veicolare all’interno del sic e nelle immediate
vicinanze, determina inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di
oltre all’attività di estrazione eseguita dalla
Matera Inerti, anche l’impianto di produzione di cementi con relative due cave di
Presenza sul territorio dell’area Sic di tralicci con antenne di trasmissione per
resenza di strade di
PRESSIONI: Emissione di polveri e altre sostanze inquinanti volatili, radiazioni non
All’interno del cantiere si evidenzia la produzione di una certa quantità di polvere
dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del materiale
estratto, oltre la produzione delle inevitabili emissioni gassose da motore diesel.
L’emissione dei principali prodotti della combustione del gasolio derivano
usivamente dal gruppo elettrogeno, dai mezzi meccanici di escavazione
trasporto e dai mezzi che accedono nella cava per il carico di materiale estratto,
llo sviluppo delle
aree circostanti il SIC produce
magnetismo
Il fenomeno potrebbe arrecare interferenze con il sistema ecologico (flora e
La presenza di radiazioni non ionizzanti determinate dallo sviluppo delle
ociata all'elettro-magnetismo;
mentre la presenza di traffico veicolare all’interno del sic e nelle immediate
vicinanze, determina inquinamento atmosferico, dovuto all’immissione diretta di
IMPATTI: influenza sulla qualità dell’a
Tutti i punti di emissione in atmosfera
tessuto per l’abbattimento delle emissioni di polveri.
Tuttavia i principali inquinanti
Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3
Gli impatti del fenomeno delle telecomunicazioni
sugli organismi; si tratta di danno da elettrosmog oltre che all’impatto arrecato al
valore paesaggistico del sito.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere g
elettrosmog
Tali strutture, necessitano
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,
facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.
un’intensità Alta, percentuale del sito interessata pari al 20% e un’influenza
negativa. Sarebbe necessario, inoltre,
fenomeni di inquinamento elettromagnetico
FENOMENO INQUINAMENTO DEL
DETERMINANTI: dispersione di rifiuti nell’ambiente, calpestio eccessivo, ricaduta
delle polveri da attività nell’area di interesse e nelle immediate vicinanze,
versamento di reflui sul suolo e traffico veicolare.
Il suolo, come anche l’acqua, è una delle risorse naturali rinnovabile, essenziale
per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che risulta essere minacciata a causa
dell’inquinamento dovuto a molteplici fattori:
- Presenza di micro-discariche abusive che causano inquinamento de
- calpestio dovuto ad un numero eccessivo di capi di bestiame
d’allevamento e l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti;
- Attività estrattiva con il suo processo di movimentazione del materiale e di
riporto dello scarto all’interno dell’are
IMPATTI: influenza sulla qualità dell’aria ed effetti negativi sugli organismi
Tutti i punti di emissione in atmosfera del cementificio sono presidiati da filtri a
delle emissioni di polveri.
rincipali inquinanti impattanti sono:
C (come C); CO; NH3
Gli impatti del fenomeno delle telecomunicazioni determinano ef
si tratta di danno da elettrosmog oltre che all’impatto arrecato al
valore paesaggistico del sito.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti e normativa in materia di
, necessitano di essere monitorate sempre dal punto di vista
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,
facendo dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.), avendo
un’intensità Alta, percentuale del sito interessata pari al 20% e un’influenza
negativa. Sarebbe necessario, inoltre, installare dei rilevatori dati sensibili ai
elettromagnetico
FENOMENO INQUINAMENTO DEL SUOLO (codice 703)
DETERMINANTI: dispersione di rifiuti nell’ambiente, calpestio eccessivo, ricaduta
delle polveri da attività nell’area di interesse e nelle immediate vicinanze,
versamento di reflui sul suolo e traffico veicolare.
acqua, è una delle risorse naturali rinnovabile, essenziale
per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che risulta essere minacciata a causa
dell’inquinamento dovuto a molteplici fattori:
discariche abusive che causano inquinamento de
calpestio dovuto ad un numero eccessivo di capi di bestiame
d’allevamento e l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti;
Attività estrattiva con il suo processo di movimentazione del materiale e di
riporto dello scarto all’interno dell’area di cava, dei mezzi utilizzati e quelli di
ffetti negativi sugli organismi
sono presidiati da filtri a
determinano effetti negativi
si tratta di danno da elettrosmog oltre che all’impatto arrecato al
li impatti e normativa in materia di
dal punto di vista
dell'impatto ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe,
2/2006 e s.m.i.), avendo
un’intensità Alta, percentuale del sito interessata pari al 20% e un’influenza
installare dei rilevatori dati sensibili ai
DETERMINANTI: dispersione di rifiuti nell’ambiente, calpestio eccessivo, ricaduta
delle polveri da attività nell’area di interesse e nelle immediate vicinanze,
acqua, è una delle risorse naturali rinnovabile, essenziale
per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che risulta essere minacciata a causa
discariche abusive che causano inquinamento del suolo;
calpestio dovuto ad un numero eccessivo di capi di bestiame
d’allevamento e l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti;
Attività estrattiva con il suo processo di movimentazione del materiale e di
a di cava, dei mezzi utilizzati e quelli di
- trasporto del materiale, nonché presenza di traffico veicolare all’interno del
sic, portano alla deposizione delle polveri e di altre sostanze inquinanti sul
suolo. Inoltre, l’area di ingombro della cava viene so
specie vegetali e animali e vengono compromessi i micro
- Possibile versamento di reflui sul suolo da parte di attività agricole e da
alcune attività artigianali e industriali poste sia nel sic, sia nelle immediate
vicinanze.
PRESSIONI: deposizione di polveri e altre sostanze inquinanti.
Dispersione di rifiuti organici e non
qualità degli ecosistemi.
All’interno dell’area di cava si evidenzia la produzione di una certa quantità di
polvere dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del
materiale estratto, che depositandosi sul suolo ne creano un’azione impattante.
Inoltre, un numero eccessivo di capi di bestiame
determinato appezzamento (ca
macchinari agricoli pesanti e la lavorazione di un terreno troppo umido
esempi di tale comportamento inadeguato.
STATO: inquinamento del suolo
L’area sic risulta essere compromesso da un disordinato process
coinvolti diversi fattori che inducono ad un uso inappropriato del suolo a seguito di
attività industriali, estrattive, abbandono di rifiuti ed altro.
- Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili
- Emissioni in atmosfera di polve
all’attività di estrazione eseguita dalla Matera Inerti, sia all’impianto di
produzione di cementi;
- Il pascolo causa il calpestio che origina il compattamento del terreno e di
conseguenza, la riduzione della capa
ruscellamento delle acque aumenta, i rendimenti diminuiscono e il suolo
diventa più vulnerabile all’erosione;
trasporto del materiale, nonché presenza di traffico veicolare all’interno del
sic, portano alla deposizione delle polveri e di altre sostanze inquinanti sul
suolo. Inoltre, l’area di ingombro della cava viene sottratta allo sviluppo di
specie vegetali e animali e vengono compromessi i micro
Possibile versamento di reflui sul suolo da parte di attività agricole e da
alcune attività artigianali e industriali poste sia nel sic, sia nelle immediate
PRESSIONI: deposizione di polveri e altre sostanze inquinanti.
ispersione di rifiuti organici e non che compromettono la salute umana e la
All’interno dell’area di cava si evidenzia la produzione di una certa quantità di
lvere dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del
materiale estratto, che depositandosi sul suolo ne creano un’azione impattante.
n numero eccessivo di capi di bestiame, per le dimensioni di un
determinato appezzamento (carico di bestiame) e l’uso inappropriato di
macchinari agricoli pesanti e la lavorazione di un terreno troppo umido
esempi di tale comportamento inadeguato.
STATO: inquinamento del suolo
L’area sic risulta essere compromesso da un disordinato process
coinvolti diversi fattori che inducono ad un uso inappropriato del suolo a seguito di
attività industriali, estrattive, abbandono di rifiuti ed altro.
Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili
Emissioni in atmosfera di polveri e sostanze inquinanti in situ
all’attività di estrazione eseguita dalla Matera Inerti, sia all’impianto di
produzione di cementi;
Il pascolo causa il calpestio che origina il compattamento del terreno e di
conseguenza, la riduzione della capacità di ritenzione idrica dello stesso. Il
ruscellamento delle acque aumenta, i rendimenti diminuiscono e il suolo
a più vulnerabile all’erosione;
trasporto del materiale, nonché presenza di traffico veicolare all’interno del
sic, portano alla deposizione delle polveri e di altre sostanze inquinanti sul
ttratta allo sviluppo di
ecosistemi.
Possibile versamento di reflui sul suolo da parte di attività agricole e da
alcune attività artigianali e industriali poste sia nel sic, sia nelle immediate
compromettono la salute umana e la
All’interno dell’area di cava si evidenzia la produzione di una certa quantità di
lvere dovuta ai lavori di escavazione, frantumazione e movimentazione del
materiale estratto, che depositandosi sul suolo ne creano un’azione impattante.
per le dimensioni di un
rico di bestiame) e l’uso inappropriato di
macchinari agricoli pesanti e la lavorazione di un terreno troppo umido, sono
L’area sic risulta essere compromesso da un disordinato processo che vede
coinvolti diversi fattori che inducono ad un uso inappropriato del suolo a seguito di
Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili;
ri e sostanze inquinanti in situ dovute sia
all’attività di estrazione eseguita dalla Matera Inerti, sia all’impianto di
Il pascolo causa il calpestio che origina il compattamento del terreno e di
cità di ritenzione idrica dello stesso. Il
ruscellamento delle acque aumenta, i rendimenti diminuiscono e il suolo
- Le pratiche agricole (seminativi usati come erbai di leguminose e
graminacee, prati stabili poliennal
prodotti chimici, oltre a provocare l’erosione, insieme ai cumuli di letame
determinano inquinamento da nitrati e quindi acidificazione del suolo.
L’acidità del suolo comporta facilità per i nutrienti a ragg
profondi, si determina la perdita di fertilità e produttività del suolo.
IMPATTI: influenza sulla qualità del suolo
Accumulo e dispersione rifiuti non degrad
Timone, nel cuore del Parco, dove
Ambientale) e nella località Murgecchia, e soprattutto ai margini della sede
stradale che conduce alle località innanzi richiamate.
materiale di scarto. Sicuramente il danno è legato al
oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e all’effetto
provoca all’interno del microecosistema in cui il deposito è inserito
Gli impatti del fenomeno “calpestio”,
capacità del suolo di trattenere l’acqua e di ossigenare le radici delle piante.
Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, le rese
diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più
vulnerabile all’erosione.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
Il fenomeno presenta un’intens
del sito interessata pari al 1
Essendo il territorio oggetto di studio di elevato ed insostituibile valore nat
per quanto attiene le peculiarità paesaggistiche e le caratteristiche floro
faunistiche, e, dai dati emersi, essendo diffusamente interessato da attività
antropiche che recano impatti ambientali, s
gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste
Le pratiche agricole (seminativi usati come erbai di leguminose e
graminacee, prati stabili poliennali) a causa degli utilizzi di mezzi agricoli e
prodotti chimici, oltre a provocare l’erosione, insieme ai cumuli di letame
determinano inquinamento da nitrati e quindi acidificazione del suolo.
L’acidità del suolo comporta facilità per i nutrienti a raggiungere gli strati più
profondi, si determina la perdita di fertilità e produttività del suolo.
IMPATTI: influenza sulla qualità del suolo
Accumulo e dispersione rifiuti non degradabili nei pressi della località Murgia
Timone, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA (Centro di Educazione
Ambientale) e nella località Murgecchia, e soprattutto ai margini della sede
stradale che conduce alle località innanzi richiamate. Si nota anche la presenza
icuramente il danno è legato al tipo di materiale riversato,
cie sottratta alla vegetazione e all’effetto che la sua presenza
provoca all’interno del microecosistema in cui il deposito è inserito
“calpestio”, fanno si che la compattazione
capacità del suolo di trattenere l’acqua e di ossigenare le radici delle piante.
Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, le rese
diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza negativa ed
del sito interessata pari al 10%.
Essendo il territorio oggetto di studio di elevato ed insostituibile valore nat
per quanto attiene le peculiarità paesaggistiche e le caratteristiche floro
faunistiche, e, dai dati emersi, essendo diffusamente interessato da attività
antropiche che recano impatti ambientali, sarebbe opportuno un piano di
turato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste
Le pratiche agricole (seminativi usati come erbai di leguminose e
i) a causa degli utilizzi di mezzi agricoli e
prodotti chimici, oltre a provocare l’erosione, insieme ai cumuli di letame
determinano inquinamento da nitrati e quindi acidificazione del suolo.
iungere gli strati più
profondi, si determina la perdita di fertilità e produttività del suolo.
abili nei pressi della località Murgia
è situato anche il CEA (Centro di Educazione
Ambientale) e nella località Murgecchia, e soprattutto ai margini della sede
Si nota anche la presenza
tipo di materiale riversato,
che la sua presenza
provoca all’interno del microecosistema in cui il deposito è inserito.
fanno si che la compattazione riduce la
capacità del suolo di trattenere l’acqua e di ossigenare le radici delle piante.
Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, le rese
diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più
ità Alta, influenza negativa ed una percentuale
Essendo il territorio oggetto di studio di elevato ed insostituibile valore naturalistico,
per quanto attiene le peculiarità paesaggistiche e le caratteristiche floro-
faunistiche, e, dai dati emersi, essendo diffusamente interessato da attività
arebbe opportuno un piano di
turato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste
provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle
autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore
afflusso turistico, non soltanto m
controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni.
Inoltre sarebbe auspicabile l’assunzione della sostenibilità come modello di
sviluppo di una comunità, in cui lo sviluppo sostenibile è
nel quale l’uso delle risorse, la direzione degli investimenti, la traiettoria del
processo tecnologico ed i cambiamenti istituzionali concorrono tutti assieme ad
accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni dell’umanità, non
anche in futuro”.
FENOMENO ALTRE FORME SEMPLICI O COMPLESSE DI INQUINAMENTO
DETERMINANTI: attività turistiche ricreative e culturali
Presenza di attività turistico
prossimità della località Murgia, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA
(Centro di Educazione Ambientale) e nella località Murgecchia.
PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente
L’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e
scarto disposti nella parte periferica del Sic ed inoltre dispersione rifiuti non
degradabili nei pressi degli insediamenti ricettiv
STATO: inquinamento da rifiuti non degradabili
Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili
deturpamento ambientale.
provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle
autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore
afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di
controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni.
Inoltre sarebbe auspicabile l’assunzione della sostenibilità come modello di
sviluppo di una comunità, in cui lo sviluppo sostenibile è definito come
nel quale l’uso delle risorse, la direzione degli investimenti, la traiettoria del
processo tecnologico ed i cambiamenti istituzionali concorrono tutti assieme ad
accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni dell’umanità, non
FENOMENO ALTRE FORME SEMPLICI O COMPLESSE DI INQUINAMENTO
DETERMINANTI: attività turistiche ricreative e culturali
Presenza di attività turistico-ricreative all’interno dell’area sic, specialmente in
simità della località Murgia, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA
(Centro di Educazione Ambientale) e nella località Murgecchia.
PRESSIONI: abbandono rifiuti nell’ambiente
’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e
scarto disposti nella parte periferica del Sic ed inoltre dispersione rifiuti non
degli insediamenti ricettivi.
STATO: inquinamento da rifiuti non degradabili
Inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti non degradabili ed un conseguenze
deturpamento ambientale.
provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle
autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore
ediante l’ausilio di un maggior numero di unità di
controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni.
Inoltre sarebbe auspicabile l’assunzione della sostenibilità come modello di
definito come “processo
nel quale l’uso delle risorse, la direzione degli investimenti, la traiettoria del
processo tecnologico ed i cambiamenti istituzionali concorrono tutti assieme ad
accrescere le possibilità di rispondere ai bisogni dell’umanità, non solo di oggi, ma
FENOMENO ALTRE FORME SEMPLICI O COMPLESSE DI INQUINAMENTO (codice 709)
ricreative all’interno dell’area sic, specialmente in
simità della località Murgia, nel cuore del Parco, dove è situato anche il CEA
’area presenta al suo interno versamenti di rifiuti solidi urbani e materiale di
scarto disposti nella parte periferica del Sic ed inoltre dispersione rifiuti non
ed un conseguenze
IMPATTI: accumulo di rifiuti non degradabili
Accumulo e dispersione rifiuti non degrad
Si nota anche la presenza materiale di
tipo di materiale riversato, oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e
all’effetto che la sua presenza provoca all’interno del microecosistema in cui il
deposito è inserito.
RISPOSTE: Risulta indispensabile evitare o ridurre la produzione
particolare rifiuti pericolosi, attraverso uno sviluppo sostenibile adottando sistemi di
gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento da parte di organi competenti.
La consapevolezza dei problemi è d’importanza decisiva: l’informaz
l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono
elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile.
Intensità fenomeno bassa,
FENOMENO DISTURBI SONORI
DETERMINANTI: Turismo e attività estrattiva da cava
Presenza di turismo all’interno dell’area sic
frantumazione e di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno
della cava.
PRESSIONI: Emissione di suo
Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari
registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.
STATO : Rumore
L’attività turistico-ricettiva
costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici costituiscono sorgenti
sonore mobili.
IMPATTI: accumulo di rifiuti non degradabili
Accumulo e dispersione rifiuti non degradabili nei pressi delle località innanzi citati.
Si nota anche la presenza materiale di scarto. Sicuramente il danno è legato
tipo di materiale riversato, oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e
all’effetto che la sua presenza provoca all’interno del microecosistema in cui il
Risulta indispensabile evitare o ridurre la produzione
particolare rifiuti pericolosi, attraverso uno sviluppo sostenibile adottando sistemi di
gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento da parte di organi competenti.
La consapevolezza dei problemi è d’importanza decisiva: l’informaz
l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono
elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile.
% del sito interessata = 5 %. Influenza negativa.
FENOMENO DISTURBI SONORI (codice 710)
DETERMINANTI: Turismo e attività estrattiva da cava
Presenza di turismo all’interno dell’area sic e funzionamento dell’impianto di
frantumazione e di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno
PRESSIONI: Emissione di suono
Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari
registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.
ricettiva determina disturbi di tipo sonoro e gli impianti
uiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici costituiscono sorgenti
abili nei pressi delle località innanzi citati.
icuramente il danno è legato al
tipo di materiale riversato, oltre che alla superficie sottratta alla vegetazione e
all’effetto che la sua presenza provoca all’interno del microecosistema in cui il
Risulta indispensabile evitare o ridurre la produzione di rifiuti, e in
particolare rifiuti pericolosi, attraverso uno sviluppo sostenibile adottando sistemi di
gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento da parte di organi competenti.
La consapevolezza dei problemi è d’importanza decisiva: l’informazione,
l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono
%. Influenza negativa.
e funzionamento dell’impianto di
frantumazione e di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno
Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari, e rumorosità
determina disturbi di tipo sonoro e gli impianti
uiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici costituiscono sorgenti
IMPATTI: Inquinamento acustico
L’attività del turismo e l’attività estrattiva da cava provoca
ed acustico.
RISPOSTE: regolamentazione d
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di r
disturbi sonori (influenza neutra e negativa) con
10%. Tale riduzione non può prescindere da
parte dei turisti dell’area sic descritta
FENOMENO CALPESTIO ECCESSIVO
DETERMINANTI: pascolo
Sia all’interno che all’esterno del SIC sono evidenti i segni del pascolo (e relativo
calpestio dovuto probabilmente ad una gestione inadeguata de
PRESSIONI: carico di bestiame, uso macchinari agricoli pesanti, lavorazione
terreno umido
Un numero eccessivo di capi di bestiame per le dimensioni di un determinato
appezzamento, l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti e la lavora
di un terreno troppo umido sono causa del calpestio.
STATO: compattamento terreno
Il calpestio induce compattamento del terreno.
IMPATTI: Inquinamento acustico
L’attività del turismo e l’attività estrattiva da cava provoca inquinamento dell’aria
RISPOSTE: regolamentazione del rumore
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di regolamentare
neutra e negativa) con intensità alta. % sito interessata
%. Tale riduzione non può prescindere da una corretta educazione civica da
parte dei turisti dell’area sic descritta
FENOMENO CALPESTIO ECCESSIVO (codice 720)
Sia all’interno che all’esterno del SIC sono evidenti i segni del pascolo (e relativo
calpestio dovuto probabilmente ad una gestione inadeguata de
PRESSIONI: carico di bestiame, uso macchinari agricoli pesanti, lavorazione
Un numero eccessivo di capi di bestiame per le dimensioni di un determinato
appezzamento, l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti e la lavora
di un terreno troppo umido sono causa del calpestio.
compattamento terreno
Il calpestio induce compattamento del terreno.
inquinamento dell’aria
egolamentare il fenomeno del
. % sito interessata =
una corretta educazione civica da
Sia all’interno che all’esterno del SIC sono evidenti i segni del pascolo (e relativo
calpestio dovuto probabilmente ad una gestione inadeguata del terreno).
PRESSIONI: carico di bestiame, uso macchinari agricoli pesanti, lavorazione
Un numero eccessivo di capi di bestiame per le dimensioni di un determinato
appezzamento, l’uso inappropriato di macchinari agricoli pesanti e la lavorazione
IMPATTI: riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento
delle acque, diminuzione del rendime
La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua e di
ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di
ritenzione idrica, le rese diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta
suolo diventa più vulnerabile all’erosione.
RISPOSTE: gestione e regolamentazione legislativa pascolo
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio
(influenza negativa) sebbene abbia un’intensità
interessata= 10%. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e
regolamentazione legislativa del pascolo.
FENOMENO VANDALISMO (codice 740)
DETERMINANTI: attività antropiche
La gestione del territorio nella zona della Murgia è mo
presenti fenomeni di vandalismo ,dov
primaverili ed estivi e durante le festività
PRESSIONI: turismo
La manomissione dell’area per lo sfruttamento del turismo e l’abbandono di rifiu
nell’ambiente, specie nei mesi primaverili ed
naturale evoluzione delle biocenosi ivi presenti.
STATO: atti vandalici e inquinamento da rifiuti non degradabili
Le zone oggetto di atti vandalici e di inquinamento da
in zone molto circoscritte e presenti soprattutto in prossimità del
Parco e, specialmente nei periodi di picco del turismo, non si limitano a quelle
prossime ai cassonetti ed ai contenitori per la raccolta dei rifiuti.
riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento
delle acque, diminuzione del rendimento del terreno, erosione
La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua e di
ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di
ritenzione idrica, le rese diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta
suolo diventa più vulnerabile all’erosione.
RISPOSTE: gestione e regolamentazione legislativa pascolo
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio
(influenza negativa) sebbene abbia un’intensità non alta (bas
%. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e
regolamentazione legislativa del pascolo.
(codice 740)
DETERMINANTI: attività antropiche
territorio nella zona della Murgia è molto complessa, poiché sono
fenomeni di vandalismo ,dovuti alla presenza di turisti,
estivi e durante le festività.
La manomissione dell’area per lo sfruttamento del turismo e l’abbandono di rifiu
nell’ambiente, specie nei mesi primaverili ed estivi, è di certo un ostacolo alla
naturale evoluzione delle biocenosi ivi presenti.
STATO: atti vandalici e inquinamento da rifiuti non degradabili
Le zone oggetto di atti vandalici e di inquinamento da rifiuti non degradabili
molto circoscritte e presenti soprattutto in prossimità del
e, specialmente nei periodi di picco del turismo, non si limitano a quelle
prossime ai cassonetti ed ai contenitori per la raccolta dei rifiuti.
riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento
La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua e di
ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di
ritenzione idrica, le rese diminuiscono, il ruscellamento delle acque aumenta e il
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio
non alta (bassa). % sito
%. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e
lto complessa, poiché sono
uti alla presenza di turisti, specie nei mesi
La manomissione dell’area per lo sfruttamento del turismo e l’abbandono di rifiuti
estivi, è di certo un ostacolo alla
rifiuti non degradabili
molto circoscritte e presenti soprattutto in prossimità del cuore del
e, specialmente nei periodi di picco del turismo, non si limitano a quelle
IMPATTI: degrado dell’area e alterazione equilibrio catena trofica
Tale fenomeno produce due tipologie di impatto:- visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti,
soprattutto in considerazione della naturalità dei luoghi;
- sulla fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui
alimentari abbandonati alterano l’equilibrio della catena trofica e
contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici.
RISPOSTE: Il fenomeno ha influenza negativa e i
percentuale del sito interessata pari al 5%.
gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste
provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte dell
autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore
afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di
controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni. Al fine di
evitare il protrarsi di tale stato di incuria dell’area turistica, sarebbe opportuno
inoltre incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più
solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell’area tramite opportuni
cartelli e segnalazioni.
Modifiche umane delle condizioni idrauliche
SCARICO, DEPOSITO DI MATERIALI DRAGATI (
E’ evidente quindi che in caso di esondazioni, si potrebbe avere trasporto solido,
dovuto alla movimentazione dei terreni con conseguente
I materiali che si accumulano, si spostano lungo il torrente.
Bisognerebbe intraprendere delle azioni per una gestione ecosostenibile della
materia relativa alla movimentazione di materiale sedimentario.
Peraltro, com’è noto, si tratta di una attività
livelli, ma soprattutto sul piano ambientale; è infatti ormai
MPATTI: degrado dell’area e alterazione equilibrio catena trofica
Tale fenomeno produce due tipologie di impatto: visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti,
soprattutto in considerazione della naturalità dei luoghi;
fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui
alimentari abbandonati alterano l’equilibrio della catena trofica e
contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici.
ha influenza negativa e intensità bassa con una
percentuale del sito interessata pari al 5%. Sarebbe opportuno un piano di
gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste
provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte dell
autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore
afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di
controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni. Al fine di
e il protrarsi di tale stato di incuria dell’area turistica, sarebbe opportuno
inoltre incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più
solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell’area tramite opportuni
odifiche umane delle condizioni idrauliche
DI MATERIALI DRAGATI (codice 860)
E’ evidente quindi che in caso di esondazioni, si potrebbe avere trasporto solido,
dovuto alla movimentazione dei terreni con conseguente carico di sedimenti.
I materiali che si accumulano, si spostano lungo il torrente.
Bisognerebbe intraprendere delle azioni per una gestione ecosostenibile della
materia relativa alla movimentazione di materiale sedimentario.
ltro, com’è noto, si tratta di una attività che presenta rilevanti effetti a vari
livelli, ma soprattutto sul piano ambientale; è infatti ormai pienamente accertato
MPATTI: degrado dell’area e alterazione equilibrio catena trofica
visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall’abbandono dei rifiuti,
fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui
alimentari abbandonati alterano l’equilibrio della catena trofica e
contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici.
ntensità bassa con una
Sarebbe opportuno un piano di
gestione ben strutturato con controlli massicci sulle attività e i danni da queste
provocati. E’ auspicabile programmare un maggior controllo da parte delle
autorità competenti, specialmente durante i periodi in cui si prevede un maggiore
afflusso turistico, non soltanto mediante l’ausilio di un maggior numero di unità di
controllo ma bensì coordinandole al fine di prevenire tali fenomeni. Al fine di
e il protrarsi di tale stato di incuria dell’area turistica, sarebbe opportuno
inoltre incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più
solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell’area tramite opportuni
E’ evidente quindi che in caso di esondazioni, si potrebbe avere trasporto solido,
carico di sedimenti.
Bisognerebbe intraprendere delle azioni per una gestione ecosostenibile della
materia relativa alla movimentazione di materiale sedimentario.
che presenta rilevanti effetti a vari
pienamente accertato
che l’escavazione dei terreni e l’eventuale scarico in mare dei materiali di
costituisce un’attività di notevole rischio per la diffusa presenza dei contaminanti
contenuti nei sedimenti, soprattutto a causa delle diverse attività svolte nell’area
del sic e nelle zone circostanti.
sottolineata l’importanza di attuare un piano
preveda un continuo monitoraggio delle aree interessate, una
programmazione e l’attuazione di quello che dovrebbe essere lo strumento di
gestione fondamentale. E’ chiaro, dunque, ch
una corretta gestione del materiale dragato
sue caratteristiche. Infatti, solo una
dell’origine dei sedimenti e un’attenta analisi delle loro
fisiche e biologiche permette di valutare correttamente gli impatti
possono derivare dall’attività di dragaggio e poter gestire il materiale nel pieno
rispetto dell’ambiente.
In relazione alla tipologia del materiale draga
delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei
può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali
impatti possono riguardare l’ambiente fisico (alter
delle caratteristiche generali del fondale), le caratteristiche chimiche della
colonna d’acqua (aumento del contenuto
contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a
e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare
ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono
accettabili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e, in caso
contrario, è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.
che l’escavazione dei terreni e l’eventuale scarico in mare dei materiali di
uisce un’attività di notevole rischio per la diffusa presenza dei contaminanti
contenuti nei sedimenti, soprattutto a causa delle diverse attività svolte nell’area
del sic e nelle zone circostanti. Per tutte queste ragioni viene, in primo luogo,
ta l’importanza di attuare un piano di gestione dei sedimenti che
preveda un continuo monitoraggio delle aree interessate, una
programmazione e l’attuazione di quello che dovrebbe essere lo strumento di
gestione fondamentale. E’ chiaro, dunque, che la premessa indispensabile per
una corretta gestione del materiale dragato è una dettagliata conoscenza delle
sue caratteristiche. Infatti, solo una approfondita conoscenza della natura e
dell’origine dei sedimenti e un’attenta analisi delle loro caratte
fisiche e biologiche permette di valutare correttamente gli impatti
possono derivare dall’attività di dragaggio e poter gestire il materiale nel pieno
In relazione alla tipologia del materiale dragato, delle modalità di
delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei
può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali
possono riguardare l’ambiente fisico (alterazione del livello di torbidità e
generali del fondale), le caratteristiche chimiche della
colonna d’acqua (aumento del contenuto di sostanza organica e dei
contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a
e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare
ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono
vista ambientale, sociale ed economico e, in caso
è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.
che l’escavazione dei terreni e l’eventuale scarico in mare dei materiali di risulta
uisce un’attività di notevole rischio per la diffusa presenza dei contaminanti
contenuti nei sedimenti, soprattutto a causa delle diverse attività svolte nell’area
Per tutte queste ragioni viene, in primo luogo,
di gestione dei sedimenti che
preveda un continuo monitoraggio delle aree interessate, una corretta
programmazione e l’attuazione di quello che dovrebbe essere lo strumento di
e la premessa indispensabile per
è una dettagliata conoscenza delle
approfondita conoscenza della natura e
caratteristiche chimiche,
fisiche e biologiche permette di valutare correttamente gli impatti ambientali che
possono derivare dall’attività di dragaggio e poter gestire il materiale nel pieno
to, delle modalità di sversamento e
delle caratteristiche dell’area di destinazione, l’attività di immersione dei sedimenti
può creare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Tali
azione del livello di torbidità e
generali del fondale), le caratteristiche chimiche della
di sostanza organica e dei
contaminanti) e le caratteristiche biologiche (possibili alterazioni a livello di specie
e a livello di comunità bentoniche) dell’area. E’ fondamentale, quindi, formulare
ipotesi di impatto e valutare caso per caso se le alterazioni previste sono
vista ambientale, sociale ed economico e, in caso
è necessario introdurre specifiche misure di mitigazione.
ALTRE MODIFICHE NELLE CONDIZIONI IDRAULICHE INDOTTE D
I torrenti Gravina di Matera e Jesce rispettivamente nelle località Palomba
Pantano e Tre ponti rappresentano situazioni
ragione del restringimento dei propri letti in ingresso nella Città.
Lungo la Gravina di Matera, dalla località Venusio ed affiancando sempre il
torrente canalizzato in prosieguo sino alla Palomba, in aree di pertinenza id
si sono realizzati un gran numero di attività commerciali, logistiche ed artigianali
che sono gravemente esposte a rischio allagamenti.
Il passaggio della SS.7 in località La
numerose altre interconnessi
superficie all’intorno, la vastità del bacino sotteso, rischiano di produrre in
occasione di precipitazioni meteorologiche appena più prolungate od intense
(per effetto del trascinamento di rifiuti o d
effetto diga con immediato incremento del livello d’acqua a monte, un aumento
della pressione sulla struttura viaria della quale non è nota la capacità di
sopportazione.
E’ nota la presenza di una traversa idraulica p
Le traverse appartengono alle opere che hanno il compito di regolare la portata
liquida o la portata solida e consistono in opere e interventi lungo sia lungo il corso
d'acqua che nei terreni che ne costituiscono il bacino.
Vengono realizzate per stabilizzare l’alveo.
sbarramento volto principalmente a regolare il livello dell’acqua a monte, anche
se esso determina comunque un invaso a monte, solitamente di volume
Generalmente la regolazione del livello è necessaria per il
di un’opera di presa realizzata a monte o
Il suo compito è quello di realizzare un 'tirante d'acqua"
altezza minima nel corso d'a
l'acqua in un canale laterale o frontale o
peli liberi di monte e di valle
CONDIZIONI IDRAULICHE INDOTTE DELL’UOMO (
I torrenti Gravina di Matera e Jesce rispettivamente nelle località Palomba
Pantano e Tre ponti rappresentano situazioni di elevata pericolosità anche in
ragione del restringimento dei propri letti in ingresso nella Città.
Lungo la Gravina di Matera, dalla località Venusio ed affiancando sempre il
torrente canalizzato in prosieguo sino alla Palomba, in aree di pertinenza id
si sono realizzati un gran numero di attività commerciali, logistiche ed artigianali
che sono gravemente esposte a rischio allagamenti.
Il passaggio della SS.7 in località La Palomba sul ponte di limitata ampiezza, le
numerose altre interconnessioni di reti, la impermeabilizzazione di una vastissima
superficie all’intorno, la vastità del bacino sotteso, rischiano di produrre in
occasione di precipitazioni meteorologiche appena più prolungate od intense
(per effetto del trascinamento di rifiuti o di alberature e ramaglie) un pericoloso
effetto diga con immediato incremento del livello d’acqua a monte, un aumento
della pressione sulla struttura viaria della quale non è nota la capacità di
E’ nota la presenza di una traversa idraulica per ovviare a tali problemi.
Le traverse appartengono alle opere che hanno il compito di regolare la portata
solida e consistono in opere e interventi lungo sia lungo il corso
d'acqua che nei terreni che ne costituiscono il bacino.
ono realizzate per stabilizzare l’alveo. Con il termine traversa
principalmente a regolare il livello dell’acqua a monte, anche
determina comunque un invaso a monte, solitamente di volume
golazione del livello è necessaria per il funzionamento ottimale
di un’opera di presa realizzata a monte o direttamente nello sbarramento stesso.
quello di realizzare un 'tirante d'acqua", cioè una determinata
altezza minima nel corso d'acqua atta a realizzare le condizioni per poter deviare
n canale laterale o frontale o comunque per realizzare un "salto" tra i
peli liberi di monte e di valle.
LL’UOMO (codice 890)
I torrenti Gravina di Matera e Jesce rispettivamente nelle località Palomba-
di elevata pericolosità anche in
Lungo la Gravina di Matera, dalla località Venusio ed affiancando sempre il
torrente canalizzato in prosieguo sino alla Palomba, in aree di pertinenza idraulica,
si sono realizzati un gran numero di attività commerciali, logistiche ed artigianali
Palomba sul ponte di limitata ampiezza, le
oni di reti, la impermeabilizzazione di una vastissima
superficie all’intorno, la vastità del bacino sotteso, rischiano di produrre in
occasione di precipitazioni meteorologiche appena più prolungate od intense
i alberature e ramaglie) un pericoloso
effetto diga con immediato incremento del livello d’acqua a monte, un aumento
della pressione sulla struttura viaria della quale non è nota la capacità di
er ovviare a tali problemi.
Le traverse appartengono alle opere che hanno il compito di regolare la portata
solida e consistono in opere e interventi lungo sia lungo il corso
traversa si intende uno
principalmente a regolare il livello dell’acqua a monte, anche
determina comunque un invaso a monte, solitamente di volume modesto.
funzionamento ottimale
direttamente nello sbarramento stesso.
cioè una determinata
condizioni per poter deviare
comunque per realizzare un "salto" tra i
Processi naturali
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “processi naturali
ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
� codice 900: erosione;
� codice 941: inondazione;
� codice 952: eutrofizzazione;
FENOMENO EROSIONE (codice 900)
DETERMINANTI: Agenti atmosferici (acqua, vento
biotici
L’aspetto idrogeologico è caratterizzato da modificazioni della permeazione della
roccia dovuto al modellamento della superficie per lo sgretolamento della pietra
che lo compone.
PRESSIONI: Sgretolamento natural
biotici.
L’erosione della roccia oltre ad essere
agenti biotici vi sono le stesse piante.
STATO: erosione naturale della roccia murgica.
I terreni calcarei hanno la proprietà di essere resi teneri dall’umidità, e ciò rende
possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di
portata modesta. L’erosione espone il terreno a fenomeni franosi e può dunque
essere la causa di un aumentato ris
IMPATTI: Fenomeni di erosione dell’area murgica
Il fenomeno dell’erosione agisce sul substrato secondo le leggi dell’entropia,
disgregando la roccia con l’effetto di subire variazioni morfologiche.
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “processi naturali biotici e abiotici” (Gazzetta
ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice E) sono:
codice 900: erosione;
codice 941: inondazione;
codice 952: eutrofizzazione;
(codice 900)
DETERMINANTI: Agenti atmosferici (acqua, vento, freddo, etc) e/o agenti abiotici e
L’aspetto idrogeologico è caratterizzato da modificazioni della permeazione della
roccia dovuto al modellamento della superficie per lo sgretolamento della pietra
Sgretolamento naturale operato da agenti atmosferici e/o abiotici e
oltre ad essere causata da agenti innanzi citati, tra gli
agenti biotici vi sono le stesse piante.
STATO: erosione naturale della roccia murgica.
proprietà di essere resi teneri dall’umidità, e ciò rende
possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di
portata modesta. L’erosione espone il terreno a fenomeni franosi e può dunque
essere la causa di un aumentato rischio idrogeologico.
IMPATTI: Fenomeni di erosione dell’area murgica
Il fenomeno dell’erosione agisce sul substrato secondo le leggi dell’entropia,
disgregando la roccia con l’effetto di subire variazioni morfologiche.
biotici e abiotici” (Gazzetta
, freddo, etc) e/o agenti abiotici e
L’aspetto idrogeologico è caratterizzato da modificazioni della permeazione della
roccia dovuto al modellamento della superficie per lo sgretolamento della pietra
e operato da agenti atmosferici e/o abiotici e
causata da agenti innanzi citati, tra gli
proprietà di essere resi teneri dall’umidità, e ciò rende
possibile l’erosione del letto della gravina anche in presenza di corsi d’acqua di
portata modesta. L’erosione espone il terreno a fenomeni franosi e può dunque
Il fenomeno dell’erosione agisce sul substrato secondo le leggi dell’entropia,
disgregando la roccia con l’effetto di subire variazioni morfologiche.
RISPOSTE: Interventi che prevedono o
ambientale.
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
(influenza negativa) attraverso opere di stabilizzazione visto che il fenomeno
presenta un’intensità media ed una per
Sulla base di queste considerazioni si può chiaramente intendere che la prima
azione di difesa preventiva che l’uomo può attuare è la riduzione al minimo della
possibilità di spostamento delle particelle solide
una regolazione diffusa ed organica delle acque dilavanti. La funzione di tali
bonifiche risulta essere di grande interesse in quanto proprio dai fenomeni
erosionali inizia la lenta e progressiva azione modellatrice della
fino alla rottura degli equilibri naturali. In altre parole l’intervento preventivo
dell’uomo, non potendo arrestare i processi morfoevolutivi, può tendere a
controllarne e ritardarne gli effetti disastrosi. Questo tipo di opere di i
deve comprendere prevalentemente interventi indiretti, in grado cioè di ri
controllare le cause del fenomeno di erosione
Tra queste si ricordano:
• raccolta, canalizzazione e smaltimento delle acque sup
• terrazzamento dei versanti;
• drenaggi sotterranei;
• ripristino di adeguata copertura vegetale.
FENOMENO INONDAZIONE (codice 941)
DETERMINANTI: precipitazioni meteoriche eccessive che si verificano in occasioni
straordinarie.
Nell’area in esame le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente
piuttosto ridotte per il sensibile assorbimento esercit
ma talvolta si potrebbero verificare eventi eccezionali in cui a seguito di violenti
nubifragi, il livello dei fiumi potrebbe aumentare provocando così esondazioni.
RISPOSTE: Interventi che prevedono operazioni di recupero e di ripristino
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
attraverso opere di stabilizzazione visto che il fenomeno
media ed una percentuale del sito interessata pari al
Sulla base di queste considerazioni si può chiaramente intendere che la prima
azione di difesa preventiva che l’uomo può attuare è la riduzione al minimo della
possibilità di spostamento delle particelle solide che costituiscono il versante, con
una regolazione diffusa ed organica delle acque dilavanti. La funzione di tali
bonifiche risulta essere di grande interesse in quanto proprio dai fenomeni
erosionali inizia la lenta e progressiva azione modellatrice della superficie terrestre,
fino alla rottura degli equilibri naturali. In altre parole l’intervento preventivo
dell’uomo, non potendo arrestare i processi morfoevolutivi, può tendere a
controllarne e ritardarne gli effetti disastrosi. Questo tipo di opere di i
deve comprendere prevalentemente interventi indiretti, in grado cioè di ri
controllare le cause del fenomeno di erosione e quindi i loro effetti modellatori.
raccolta, canalizzazione e smaltimento delle acque superficiali;
terrazzamento dei versanti;
ripristino di adeguata copertura vegetale.
FENOMENO INONDAZIONE (codice 941)
DETERMINANTI: precipitazioni meteoriche eccessive che si verificano in occasioni
le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente
piuttosto ridotte per il sensibile assorbimento esercitato dalle formazioni affioranti;
ma talvolta si potrebbero verificare eventi eccezionali in cui a seguito di violenti
iumi potrebbe aumentare provocando così esondazioni.
perazioni di recupero e di ripristino
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno dell’erosione
attraverso opere di stabilizzazione visto che il fenomeno
centuale del sito interessata pari al 10%.
Sulla base di queste considerazioni si può chiaramente intendere che la prima
azione di difesa preventiva che l’uomo può attuare è la riduzione al minimo della
che costituiscono il versante, con
una regolazione diffusa ed organica delle acque dilavanti. La funzione di tali
bonifiche risulta essere di grande interesse in quanto proprio dai fenomeni
superficie terrestre,
fino alla rottura degli equilibri naturali. In altre parole l’intervento preventivo
dell’uomo, non potendo arrestare i processi morfoevolutivi, può tendere a
controllarne e ritardarne gli effetti disastrosi. Questo tipo di opere di intervento
deve comprendere prevalentemente interventi indiretti, in grado cioè di ridurre o
e quindi i loro effetti modellatori.
erficiali;
DETERMINANTI: precipitazioni meteoriche eccessive che si verificano in occasioni
le portate idriche dei corsi d’acqua sono generalmente
ato dalle formazioni affioranti;
ma talvolta si potrebbero verificare eventi eccezionali in cui a seguito di violenti
iumi potrebbe aumentare provocando così esondazioni.
PRESSIONI: volumi idrici non adeguati al letto del fiume
Il torrente Gravina in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente
intense o prolungate ha raccolto
sua portata, rompendo gli argini.
STATO: esondazione del torrente Gravina
Le aree più vulnerabili del torrente sono state soggette al fenomeno
dell’inondazione provocando lo straripamento del corso d’acqua, dal suo letto o
bacino usuale, in maniera violenta e devastante.
IMPATTI: fenomeno inondazione
L’esondazione del Torrente Gravina ha provocato dissesti idrogeologici, nonché
rischi per tutto il territorio, dal settore forestale a quello agronomo.
RISPOSTE: Azioni e misure per contener
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenom
dell’inondazione, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza
negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al 1%.
Tuttavia, anche se tali eventi si manifestano in maniera del tutto eccezionale,
manifesta la necessità di mettere in campo azioni in grado di poter fronteggiare
l’emergenza maltempo, piuttosto che programmare azioni di difesa del suolo e di
prevenzione del dissesto idrogeologico che invece dovevano rappresentare la
priorità dell’agenda politica nazionale e regionale negli ultimi decenni.
Non rimane che prendere atto di
tutto il territorio lucano e avviare una seria rifles
fenomeno, per giungere alla conclusione che bisogna guardare con attenzione
alle figure professionali che devono essere chiamate per intervenire sul territorio.
E’necessario, pertanto, avviare sopralluoghi, con il coinv
professionisti, dai quali possano emergere le cause del dissesto idrogeologico che
oggi esiste in Basilicata.
PRESSIONI: volumi idrici non adeguati al letto del fiume
in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente
intense o prolungate ha raccolto apprezzabili volumi idrici, con l
sua portata, rompendo gli argini.
STATO: esondazione del torrente Gravina
Le aree più vulnerabili del torrente sono state soggette al fenomeno
dell’inondazione provocando lo straripamento del corso d’acqua, dal suo letto o
n maniera violenta e devastante.
IMPATTI: fenomeno inondazione
L’esondazione del Torrente Gravina ha provocato dissesti idrogeologici, nonché
rischi per tutto il territorio, dal settore forestale a quello agronomo.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenom
, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza
negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al 1%.
e se tali eventi si manifestano in maniera del tutto eccezionale,
manifesta la necessità di mettere in campo azioni in grado di poter fronteggiare
piuttosto che programmare azioni di difesa del suolo e di
drogeologico che invece dovevano rappresentare la
priorità dell’agenda politica nazionale e regionale negli ultimi decenni.
Non rimane che prendere atto di una situazione che ha causato
tutto il territorio lucano e avviare una seria riflessione, che parta dalle cause di tale
per giungere alla conclusione che bisogna guardare con attenzione
alle figure professionali che devono essere chiamate per intervenire sul territorio.
E’necessario, pertanto, avviare sopralluoghi, con il coinv
professionisti, dai quali possano emergere le cause del dissesto idrogeologico che
in occasione di precipitazioni meteoriche particolarmente
apprezzabili volumi idrici, con l’aumento della
Le aree più vulnerabili del torrente sono state soggette al fenomeno
dell’inondazione provocando lo straripamento del corso d’acqua, dal suo letto o
L’esondazione del Torrente Gravina ha provocato dissesti idrogeologici, nonché
rischi per tutto il territorio, dal settore forestale a quello agronomo.
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
, visto che il fenomeno presenta un’intensità Alta, influenza
negativa ed anche se ha una percentuale del sito interessata pari al 1%.
e se tali eventi si manifestano in maniera del tutto eccezionale, si
manifesta la necessità di mettere in campo azioni in grado di poter fronteggiare
piuttosto che programmare azioni di difesa del suolo e di
drogeologico che invece dovevano rappresentare la
priorità dell’agenda politica nazionale e regionale negli ultimi decenni.
una situazione che ha causato danni ingenti a
che parta dalle cause di tale
per giungere alla conclusione che bisogna guardare con attenzione
alle figure professionali che devono essere chiamate per intervenire sul territorio.
E’necessario, pertanto, avviare sopralluoghi, con il coinvolgimento dei
professionisti, dai quali possano emergere le cause del dissesto idrogeologico che
Da tali azioni, si spera, si potrà avviare una nuova forma di pianificazione del
territorio che porti a superare le criticità che s
avviare un processo propositivo che porti a risolvere la questioni che minacciano il
territorio avviando nuovi interventi di sistemazione idraulico forestali di massima
efficacia e di elevato spessore tecnico nel breve per
In basso: danni provocati dal passaggio dell’ondata di piena (marzo 2011) nel settore meridionale del SIC, in corrispondenza della porzione terminale della gravina
FENOMENO EUTROFIZZAZIONE
DETERMINANTI: Attività turistico
L’utilizzo di concimazioni chimiche e la presenza di attività turistico
all’interno del sic determina la presenza del fenomeno di eutrofizzazione.
Da tali azioni, si spera, si potrà avviare una nuova forma di pianificazione del
territorio che porti a superare le criticità che si manifestano. Sarebbe necessario
avviare un processo propositivo che porti a risolvere la questioni che minacciano il
territorio avviando nuovi interventi di sistemazione idraulico forestali di massima
efficacia e di elevato spessore tecnico nel breve periodo.
In basso: danni provocati dal passaggio dell’ondata di piena (marzo 2011) nel settore meridionale del SIC, in corrispondenza della porzione terminale della gravina
FENOMENO EUTROFIZZAZIONE (codice 952)
DETERMINANTI: Attività turistico- ricreative e agricoltura
L’utilizzo di concimazioni chimiche e la presenza di attività turistico
all’interno del sic determina la presenza del fenomeno di eutrofizzazione.
Da tali azioni, si spera, si potrà avviare una nuova forma di pianificazione del
i manifestano. Sarebbe necessario
avviare un processo propositivo che porti a risolvere la questioni che minacciano il
territorio avviando nuovi interventi di sistemazione idraulico forestali di massima
In basso: danni provocati dal passaggio dell’ondata di piena (marzo 2011) nel settore
L’utilizzo di concimazioni chimiche e la presenza di attività turistico-ricreative
all’interno del sic determina la presenza del fenomeno di eutrofizzazione.
PRESSIONI: Abbandono rifiuti nell'ambiente. Utilizzo prodotti chimici a
agronomici
L’eutrofizzazione oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene
provocata, in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle
turistico-ricettive.
STATO: inquinamento dell’acqua
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
ossigeno nelle acque.
IMPATTI: Fenomeni di eutrofizzazione
A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è
spesso elevata concorrenza per le risorse. Tale elevato grado
stress fisico o chimico a volte elevato rende particolarmente difficoltosa la lotta
per la sopravvivenza nei sistemi eutrofici
sono:
1)Riduzione della diversità delle specie ;
2.)Aumento della biomassa animale e vegetale
3)Aumento di torbidità;
4)Aumento della velocità di sedim
5)Possibile sviluppo di circostanze anossiche
RISPOSTE: Interventi e vigilanza da parte degli organi competenti
Dai dati di monitoraggio, si evince la neces
dell’eutrofizzazione (influenza negativa)
un’intensità media ed una percentuale del sito interessata pari al 1
Per contrastare l'eutrofizzazione sono necessari interventi
organi competenti al fine di
Abbandono rifiuti nell'ambiente. Utilizzo prodotti chimici a
L’eutrofizzazione oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene
provocata, in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle
STATO: inquinamento dell’acqua
di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
IMPATTI: Fenomeni di eutrofizzazione
A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è
spesso elevata concorrenza per le risorse. Tale elevato grado di concorrenza e lo
stress fisico o chimico a volte elevato rende particolarmente difficoltosa la lotta
per la sopravvivenza nei sistemi eutrofici. Gli impatti che il fenomeno comporta
della diversità delle specie ;
assa animale e vegetale;
Aumento della velocità di sedimentazione;
Possibile sviluppo di circostanze anossiche.
RISPOSTE: Interventi e vigilanza da parte degli organi competenti
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno
(influenza negativa) visto che il fenomeno presenta
media ed una percentuale del sito interessata pari al 1
Per contrastare l'eutrofizzazione sono necessari interventi e vigilanza da parte
organi competenti al fine di ridurre gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici (riduzione
Abbandono rifiuti nell'ambiente. Utilizzo prodotti chimici a fini
L’eutrofizzazione oltre ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene
provocata, in estate da: evapotraspirazione e scarichi organici delle strutture
di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è
di concorrenza e lo
stress fisico o chimico a volte elevato rende particolarmente difficoltosa la lotta
. Gli impatti che il fenomeno comporta
RISPOSTE: Interventi e vigilanza da parte degli organi competenti
sità di ridurre il fenomeno
visto che il fenomeno presenta
media ed una percentuale del sito interessata pari al 1%.
e vigilanza da parte degli
gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici (riduzione
dei fertilizzanti in agricoltura
trattamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed
impianti di fitodepurazione
peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque
superficiali, infatti, fa diminuire la
Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito
Urbanizzazione, Industrializzazione e Attività similari
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “
Attività similari” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997
appendice E) sono:
� codice 400: aree urbane, insediamenti umani;
� codice 490: altre attività urbanistiche, indu
FENOMENO AREE URBANE, INSEDIAMENTI UMANI (codice 400)
DETERMINANTI: aree urbane ed insediamenti umani
Tali aree, essendo prossime, e quindi, circostanti l’area oggetto di studio, ed
avendo anche una particolarissima morfologia semi
componente di degrado urbanistico ambientale.
PRESSIONI: degrado urbanistico
Il sistema dell’urbanizzazione novecentesca ha portato una progressiva
espansione della città in direzione dei rilievi collinari adiacenti
di Matera.
agricoltura, depurazione degli scarichi civili ed industriali,
attamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed
fitodepurazione). Si ritiene che il riscaldamento globale
peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque
superficiali, infatti, fa diminuire la solubilità dei gas (e quindi anche dell'
Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito
Urbanizzazione, Industrializzazione e Attività similari
ricadenti nella categoria “Urbanizzazione, Industrializzazione e
” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997
codice 400: aree urbane, insediamenti umani;
codice 490: altre attività urbanistiche, industriali e simili;
FENOMENO AREE URBANE, INSEDIAMENTI UMANI (codice 400)
DETERMINANTI: aree urbane ed insediamenti umani
Tali aree, essendo prossime, e quindi, circostanti l’area oggetto di studio, ed
avendo anche una particolarissima morfologia semi-naturale, assumono una forte
componente di degrado urbanistico ambientale.
PRESSIONI: degrado urbanistico-ambientale
Il sistema dell’urbanizzazione novecentesca ha portato una progressiva
espansione della città in direzione dei rilievi collinari adiacenti l’area della Gravina
, depurazione degli scarichi civili ed industriali,
attamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed
riscaldamento globale contribuirà a
peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione. Il riscaldamento delle acque
dei gas (e quindi anche dell'ossigeno).
Fenomeni ed attività nell'area circostante il sito
Urbanizzazione, Industrializzazione e
” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997
striali e simili;
Tali aree, essendo prossime, e quindi, circostanti l’area oggetto di studio, ed
urale, assumono una forte
Il sistema dell’urbanizzazione novecentesca ha portato una progressiva
l’area della Gravina
STATO: degrado
Disordinato processo di urbanizzazione
IMPATTI: problematiche naturalistico
Dette aree urbane presentano problematiche naturalistico
particolari qualità, ed essendo collocate
zona sic, città, assi stradali di collegamento interregionale.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
L’intensità del fenomeno è alta ed,
l’adozione di misure di contenimento del fenomeno
normativa di settore.
Per dette aree sarebbe necessario una radicale operazione di riqualificazione
ambientale finalizzata, e supportata, da un’altrettanto radicale riconversione e
riqualificazione funzionale.
verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.
FENOMENO ALTRE ATTIVITA’ URBANISTICHE, INDUSTRIALI E SIMILI (codice 490)
DETERMINANTI: attività industriali, attivi
artigianali e attività ricreative
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono
rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la
principale è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic, e da attività
artigianali e ricreative.
PRESSIONI: aree agricole, commerciali, industriali e artigianali
Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura agricola, commerciale e
industrializzata. Ma l’area che presenta maggiori pressioni è quella industriale,
Disordinato processo di urbanizzazione
IMPATTI: problematiche naturalistico-ambientali
Dette aree urbane presentano problematiche naturalistico- ambientali, avendo
particolari qualità, ed essendo collocate in posizione territoriale “strategica”, tra
zona sic, città, assi stradali di collegamento interregionale.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
nsità del fenomeno è alta ed, avendo influenza neutra e negativa, si auspica
i misure di contenimento del fenomeno mediante il rispetto della
Per dette aree sarebbe necessario una radicale operazione di riqualificazione
ambientale finalizzata, e supportata, da un’altrettanto radicale riconversione e
Inoltre bisognerebbe riconvertire le strutture esistenti
verso forme compatibili con le finalità istitutive del parco.
FENOMENO ALTRE ATTIVITA’ URBANISTICHE, INDUSTRIALI E SIMILI (codice 490)
DETERMINANTI: attività industriali, attività agro/silvo/pastorali e zootecniche, attività
artigianali e attività ricreative
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono
rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la
è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic, e da attività
PRESSIONI: aree agricole, commerciali, industriali e artigianali
Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura agricola, commerciale e
alizzata. Ma l’area che presenta maggiori pressioni è quella industriale,
ambientali, avendo
in posizione territoriale “strategica”, tra
negativa, si auspica
mediante il rispetto della
Per dette aree sarebbe necessario una radicale operazione di riqualificazione
ambientale finalizzata, e supportata, da un’altrettanto radicale riconversione e
Inoltre bisognerebbe riconvertire le strutture esistenti
FENOMENO ALTRE ATTIVITA’ URBANISTICHE, INDUSTRIALI E SIMILI (codice 490)
tà agro/silvo/pastorali e zootecniche, attività
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che sono
rappresentate da quella agricola, ma soprattutto da attività industriali, di cui la
è rappresentata dal Cementificio posto ai confini del sic, e da attività
Nell’area circostante il sic sono presenti aree di natura agricola, commerciale e
alizzata. Ma l’area che presenta maggiori pressioni è quella industriale,
rappresentata dal cementificio che
m2).
STATO: inquinamento
Tali attività determinano il fenomeno dell’inquinamento con
di polveri e particelle inquinanti
dovuto ai processi di lavorazione delle varie attività.
IMPATTI: compromissione della qualità dell’ambiente locale
Si evidenzia la compromissione della qualità
dalla qualità dell’aria, dal rumore ambientale, dalla gradevolezza visiva e
generale. La qualità dell’ambiente circostante il sic può cambiare rapidamente a
seguito di cambiamenti di traffico, delle attività industriali,
aumenti generali del livello di attività.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
L’intensità dell’attività nel SIC è media ed ha influenza
strutture necessitano di essere monitorate dal punto
ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe, facendo
dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);
Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento dell’area dal punto di
vista urbanistico-ambientale, riconvertendo le strutture esistenti verso forme più
compatibili, essendo prossime al parco.
cementificio che si estende su un’area di circa 30 ettari (324113
il fenomeno dell’inquinamento con emissioni i
di polveri e particelle inquinanti, versamenti di reflui sul suolo, nonché rumore
dovuto ai processi di lavorazione delle varie attività.
IMPATTI: compromissione della qualità dell’ambiente locale
Si evidenzia la compromissione della qualità dell’ambiente, che viene definita
dalla qualità dell’aria, dal rumore ambientale, dalla gradevolezza visiva e
generale. La qualità dell’ambiente circostante il sic può cambiare rapidamente a
seguito di cambiamenti di traffico, delle attività industriali, di attività edilizie e da
aumenti generali del livello di attività.
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
nsità dell’attività nel SIC è media ed ha influenza negati
strutture necessitano di essere monitorate dal punto di vista
ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe, facendo
dovuto riferimento alla Legge (T.U.A. n.152/2006 e s.m.i.);
Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento dell’area dal punto di
ambientale, riconvertendo le strutture esistenti verso forme più
compatibili, essendo prossime al parco.
di circa 30 ettari (324113
emissioni in atmosfera
, versamenti di reflui sul suolo, nonché rumore
dell’ambiente, che viene definita
dalla qualità dell’aria, dal rumore ambientale, dalla gradevolezza visiva e
generale. La qualità dell’ambiente circostante il sic può cambiare rapidamente a
di attività edilizie e da
negativa, pertanto tali
di vista dell'impatto
ambientale che generano o potrebbero generare nelle aree limitrofe, facendo
Sarà necessario procedere alla riqualificazione, risanamento dell’area dal punto di
ambientale, riconvertendo le strutture esistenti verso forme più
Inquinamento ed altre attività umane
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “
umane” (Gazzetta ufficiale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice
E) sono:
� codice 700: inquinamento;
� codice 710: disturbi sonori;
FENOMENO INQUINAMENTO
DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con
conseguenza fenomeno di eutrofizzazione, attività estrattiva da cava, traffico
veicolare ed impianto di produzione cementi
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che determinano
il fenomeno dell’inquinamento a vari livelli ed in varie f
dell’acqua, dell’ suolo e dell’aria.
PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione, possibile sviluppo di circostanze
anossiche, emissione di polveri e altre sostanze inquinanti
Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto prin
all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito
gli impianti di depurazione dei reflui civili di M
Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,
soprattutto nelle aree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per
attività produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.
Problemi di inquinamento sono dovuti a: fenomeno dell’eutrofizzazione, che
ad essere causata dalle concimazi
evapotraspirazione e scarichi organici delle
cave, impianto di produzione di cementi con relative due cave di
Inquinamento ed altre attività umane
I fenomeni nel sito ricadenti nella categoria “Inquinamento ed altre attività
ale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice
codice 700: inquinamento;
codice 710: disturbi sonori;
FENOMENO INQUINAMENTO (codice 700)
DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con
enomeno di eutrofizzazione, attività estrattiva da cava, traffico
veicolare ed impianto di produzione cementi
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che determinano
il fenomeno dell’inquinamento a vari livelli ed in varie forme: inquinamento
dell’acqua, dell’ suolo e dell’aria.
PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione, possibile sviluppo di circostanze
anossiche, emissione di polveri e altre sostanze inquinanti
Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto prin
all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito
impianti di depurazione dei reflui civili di Matera.
Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,
ree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per
produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.
Problemi di inquinamento sono dovuti a: fenomeno dell’eutrofizzazione, che
ad essere causata dalle concimazioni chimiche, viene provocata, in estate da:
evapotraspirazione e scarichi organici delle strutture; attività di estrazione da
cave, impianto di produzione di cementi con relative due cave di
Inquinamento ed altre attività
ale della Comunità europea del 24 aprile 1997 appendice
DETERMINANTI: scarico di inquinanti,utilizzo prodotti chimici a fini agronomici con
enomeno di eutrofizzazione, attività estrattiva da cava, traffico
L’area circostante il sic risulta interessata da attività antropiche, che determinano
orme: inquinamento
PRESSIONI: scarichi degli impianti di depurazione, possibile sviluppo di circostanze
Il fenomeno dell’inquinamento dell’acqua è dovuto principalmente
all’inquinamento del torrente Gravina, il quale costituisce il recapito finale di tutti
Oltre a ciò, si ha notizia di numerosi scarichi autorizzati di acque meteoriche,
ree extraurbane, riguardanti in qualche caso siti utilizzati per
produttive quali, ad esempio, impianti di distribuzione carburanti.
Problemi di inquinamento sono dovuti a: fenomeno dell’eutrofizzazione, che oltre
provocata, in estate da:
strutture; attività di estrazione da
cave, impianto di produzione di cementi con relative due cave di
approvvigionamento materiali, situate ai limiti del sic Gravina
di assi stradali di collegamento interregionale.
STATO: inquinamento
Il torrente Gravina presenta
dispersione di prodotti provenienti da attività agricole
determinare problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
ossigeno nelle acque.
Emissioni di sostanze inquinanti e di polveri provenienti da traffico veicolare, attività
di cave e cementeria.
IMPATTI: influenza sulla qualità degli ecosistemi
Sicuramente il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre
all’attività agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic,
in corrispondenza della valle del torrente Jesce.
Presenza di inquinanti impattanti, derivanti dalle diverse attività, di cui possiamo
menzionare: Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
Dai dati di monitoraggio, si
dell’inquinamento, visto che presenta un’intensità Alta ed
Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante le
analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificando
limiti normativi previsti in Allegato 5
Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da
interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di dep
adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.
Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo
sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano
approvvigionamento materiali, situate ai limiti del sic Gravina di Matera; presenza
di assi stradali di collegamento interregionale.
Il torrente Gravina presenta versamenti provenienti dagli impianti di depurazione e
dispersione di prodotti provenienti da attività agricole
problematiche di carenza di ossigeno nelle acque.
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
Emissioni di sostanze inquinanti e di polveri provenienti da traffico veicolare, attività
IMPATTI: influenza sulla qualità degli ecosistemi
Sicuramente il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre
all’attività agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic,
della valle del torrente Jesce.
impattanti, derivanti dalle diverse attività, di cui possiamo
Polveri; SO2; NOx; HCl; TOC (come C); CO; NH3
RISPOSTE: Azioni e misure per contenere gli impatti
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenom
dell’inquinamento, visto che presenta un’intensità Alta ed influenza nega
Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante le
analisi dei reflui IN/OUT dell’Impianto, verificandone la rispondenza tabellare con i
limiti normativi previsti in Allegato 5 – parte III – D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);
Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da
interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di dep
adeguamento e potenziamento degli impianti esistenti.
Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo
sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano
di Matera; presenza
provenienti dagli impianti di depurazione e
che potrebbero
Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di
Emissioni di sostanze inquinanti e di polveri provenienti da traffico veicolare, attività
Sicuramente il danno è dovuto soprattutto agli scarichi versati dagli impianti, oltre
all’attività agricola concentrata pressoché nella parte settentrionale del nostro sic,
impattanti, derivanti dalle diverse attività, di cui possiamo
evince la necessità di ridurre il fenomeno
influenza negativa.
Sarebbe auspicabile interessarsi per acquisire la Documentazione riguardante le
ne la rispondenza tabellare con i
D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.);
Lo Sviluppo Urbanistico di Matera, pertanto, dovrà essere accompagnato da
interventi finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti di depurazione o di
Si ha motivo di ritenere che le carenze normative, per un verso, e lo scarsissimo
sviluppo di collettori pluviali o di tipo misto nell’area urbana, per l’altro, inducano
comportamenti non sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi
idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.
Le diverse Attività presenti nell’area circostante il sic
monitorate dal punto di vista dell'impat
rispettino la normativa ambientale vigente (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.);
FENOMENO DISTURBI SONORI (codice 710)
DETERMINANTI: traffico veicolare e attività antropiche
La presenza di traffico veicolare e funzionamento dell’impianto di frantumazione e
di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno della cava,
determinano disturbi all’ecosistema.
PRESSIONI: Emissione di suono
Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turisti
registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.
STATO : Rumore
Gli impianti costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici
costituiscono sorgenti sonore mobili.
IMPATTI: Inquinamento acusti
Il traffico veicolare e l’attività estrattiva da cava provocano
dell’aria ed acustico.
RISPOSTE: regolamentazione del rumore
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di r
disturbi sonori (influenza neutr
presenta intensità bassa.
sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi
idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.
Le diverse Attività presenti nell’area circostante il sic, invece, necessitano di essere
to di vista dell'impatto ambientale e assicurandosi che
la normativa ambientale vigente (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.);
FENOMENO DISTURBI SONORI (codice 710)
DETERMINANTI: traffico veicolare e attività antropiche
colare e funzionamento dell’impianto di frantumazione e
di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno della cava,
determinano disturbi all’ecosistema.
Emissione di suono
Emissioni sonore dovute alla presenza di flussi turistici e veicolari
registrata nell’area circostante gli impianti estrattivi da cava.
Gli impianti costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici
costituiscono sorgenti sonore mobili.
IMPATTI: Inquinamento acustico
Il traffico veicolare e l’attività estrattiva da cava provocano
RISPOSTE: regolamentazione del rumore
Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di regolamentare
neutra e negativa) ed anche se nell’area circostante il sic
sempre appropriati riguardo la corretta immissione nei corpi
idrici superficiali delle acque meteoriche di dilavamento, sul suolo e nel sottosuolo.
, invece, necessitano di essere
assicurandosi che
la normativa ambientale vigente (T.U.A. n. 152/2006 e s.m.i.);
colare e funzionamento dell’impianto di frantumazione e
di calcestruzzo e dei mezzi meccanici all’interno e all’esterno della cava,
ci e veicolari, e rumorosità
Gli impianti costituiscono sorgenti sonore fisse, mentre i mezzi meccanici
Il traffico veicolare e l’attività estrattiva da cava provocano inquinamento
egolamentare il fenomeno del
a e negativa) ed anche se nell’area circostante il sic
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