avanguardie e città

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Avanguardie figurative e città nel primo '900. Bauhaus.

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ARTE e CITTA'dal primo '900 al 2000

Thomas Edison, Fonografo, 1878

Thomas Edison e W. Dickson, Cinetoscopio, 1890

Fratelli Lumière, Arrivo di un treno alla stazione, 1896

Georges Méliès, Voyage dans la Lune, 1902

“... bisogna realizzare l'impossibile (…). Il cinema come il luogo dove l'uomo realizza il proprio impossibile”“...essendo stato dapprima caricaturista, pittore, disegnatore e uomo di teatro, avevo intravisto subito nel cinema, quand'era ai suoi inizi, un nuovo mezzo atto ad esprimere e a realizzare le fantasie che mi nascevano dallo spirito, e soprattutto un mezzo onde realizzare tutto quanto era impossibile a teatro”Georges Méliès

Eadweard Muybridge, Studies in Animal Locomotion, 1884-1885

Eadweard Muybridge, Studies in Animal Locomotion, 1884-1885

Etienne-Jules Marey

Giacomo Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912

Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier, 1912

“Quando nel 1888 George Eastman lancia i nuovi modelli di macchina fotografica di uso facile e universale pubblicizzati con lo slogan ‘Voi premete il bottone, noi facciamo il resto’ finisce il monopolio artigianale e specialistico della ‘rappresentazione’ e inizia la riproduzione dell’immagine a livello industriale: milioni di persone la realizzano, la manipolano, la scambiano, la spediscono, la vendono, la espongono o la incorniciano come nuova icona della mimesis, della memoria e dell’estetica”

Lorenzo Taiuti, Arte e media. Avanguardie e comunicazione di massa, 1996

Vetrina di Parigi nel 1927

Flacone Odol dentro il paesaggio urbano di Berlino, Annuncio pubblicitario, 1903

Cabina telefonica con pubblicità luminosa Persil, Francoforte 1927

Pubblicità murale per la compagnia petrolifera Dapolin, Francoforte 1926-1927

Jossip Seissel, Chiosco, 1923

Herbert Bayer e studenti, progetto di elevazione per chiosco, 1924

La città stessa diventa un gigantesco apparato espositivo attrezzato per la mostra delle merci, il fluire delle comunicazioni e la velocità dei movimenti.Attraverso le edicole la stampa inonda la città… le vetrine mutano l’aspetto delle strade rendendo onnipresenti gli oggetti del design industriale… i manifesti con la loro presenza iterativa e fuori scala collocano nel quotidiano la percezione del grande numero e del dettaglio ingrandito…dall’inizio del secolo il cinema cresce vertiginosamente: nel 1913 si contano più di 200 sale a Parigi, quasi 500 a New York.

- 1770 Joseph Cugnot inventa il primo veicolo semovente a tre ruote con motrice a vapore;- 1802 R. Trevithick costruisce la prima quattro ruote (velocità massima: 15 km/h);- 1821 J. Griffith brevetta il primo autobus;- (…)

Joseph Paxton, Crystal Palace, Londra 1851

Henri Labrouste, Biblioteca Nazionale, Parigi, 1868

Mengoni, Galleria Vittorio Emanuele II, Milano, 1865

Gustave Eiffel, Torre, Parigi 1887-89

Alessandro Antonelli, Mole, Torino 1878

Parigi, piano di Haussmann, 1853-96

Haussmann, Boulevard Saint Denis, Parigi

Robert Owen, New Lanark, 1800

Robert Owen, New Harmony, 1820

Charles Fourier, Falansterio, 1841

Charles Fourier, veduta ideale di un falansterio, 1847

Ebenezer Howard, schema per Garden City, 1898 - 1902

Tony Garnier, Cité Industrielle, 1901-1904

Parigi, ingresso del “métro”

“Anche l’arte deve marciare di pari passo all’industria, alla scienza, alla politica, alla moda del tempo glorificandole –tale arte glorificatrice venne iniziata dal futurismo e dall’arte pubblicitaria- l’arte della pubblicità è un arte decisamente colorata obbligata alla sintesi - arte fascinatrice che audacemente si piazzò sui muri, sulle facciate dei palazzi, nelle vetrine, nei treni, sui pavimenti delle strade, dappertutto: si tentò persino di proiettarla sulle nubi".

Depero, 1931

Fortunato Depero, Distributore Automatico Campari, 1933 - 1934

Depero, Cicli Bianchi 1924 1925, collage

Depero, Vanity Fair, 1930 c.a. progetto di copertina

Depero, Progetto per il Padiglione Campari, 1933

"Nella società attuale la pubblicità è diventata una necessità, una conseguenza della concorrenza. Questa agisce sul pubblico per informare ma ancora di più che per questioni di propaganda la pubblicità agisce per le sue suggestioni. Per poter riuscire come pubblicità questa deve avere idee chiare sul prodotto e sulle sue caratteristiche psichiche".

Mart Stam e El Lissitzky, 1925

El Lissitzky, etichetta per imballaggio del tampone Pelikan, 1925

“Siamo stati educati nell’epoca delle invenzioni. A cinque anni ho sentito il fonografo di Edison, a otto il primo tram, a dieci il primo cinema, poi il dirigibile, l’aeroplano, la radio. La sensibilità si munisce di strumenti per ingrandire e rimpicciolire".

El Lissitzky, 1932

Alexandre Rodchenko, Pubblicità, 1923

Alexandre Rodchenko, Pubblicità, 1923

Piet Zwart, manifesto per l'esposizione internazionale del Cinema, 1928

René Magritte, Alfa Romeo, 1924, Englebert Magazine

René Magritte, Sous la lune, Une robe du soir creée par Norine, 1925

René Magritte, Gaity Bar, 1925

Giovanni Pintori, Olivetti, annuncio 1958

Depero, Marinetti, 1923

Marinetti, Les mots en liberté futuristes, 1919

Umberto Boccioni, Officine a Porta Romana, 1908

“Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le marce multicolore e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi…"

Marinetti, Fondazione e Manifesto del futurismo, 1909

Carlo Carrà, Funerali dell’anarchico Galli, 1911

Umberto Boccioni, Dinamismo di un ciclista, 1913

Carlo Carrà, Manifestazione interventista, 1914

“Oggi gli scienziati non si attengono più alle tre dimensioni della geometria euclidea. I pittori sono stati portati naturalmente e, per così dire, intuitivamente a preoccuparsi di nuove misure possibili dello spazio che, nel linguaggio figurativo dei moderni, si indicano tutte insieme brevemente col termine di quarta dimensione.”

Guillaume Apollinaire, Méditations estétiques. Les peintres cubistes, 1913

Picasso, Ritratto di Kanweiller, 1910

Picasso, Bombardamento di Guernica, 1937

Johannes Baader, Omaggio a Gutenberg, collage 1920

Raoul Hausmann, ABCD 1923-1924, collage

Kurt Schwitters, collage, 1939

Fernand Léger, Les disques dans le ville, 1920-1921

Fernand Léger, Les 4 chapeaux, 1927

“Tutto l’alfabeto linguistico delle avanguardie si somma a velocità altissima, sfilano forme plastiche primarie come nei quadri suprematisti, giganteschi dettagli di ingranaggi meccanici come nell’iconografia futurista, volti umani robotizzati… ma anche le tematiche dadaiste dell’assurdo e del caso, dell’ironia e della provocazione. Il senso complessivo del film è quello di una concreta esperienza che metta in questione i dati percettivi, confronta il codice pittorico con quello cinematografico ed esplora puntigliosamente le opportunità di indagine e di trasformazione dell’occhio della macchina da presa. A questo fine tutte le possibilità tecniche sono esplorate: lenti prismatiche, passaggio al negativo, distorsioni, rovesciamenti di prospettiva, animazioni di oggetti, accelerazioni. Ma soprattutto il potere di manipolazione del montaggio...” Lorenzo Taiuti

“Le ricerche sul cinema astratto… si sviluppano un pò ovunque in Eruopa e si basano sulla suggestiva ipotesi di fondere nella dimensione spazio-temporale del film i valori plastico-visivi della pittura e quelli ritmici della musica, insomma sull’idea di un radicale superamento della tradizionale separazione tra arti dello spazio e arti del tempo.”Antonio Costa, Il cinema e le arti visive

Annuncio della serata dadaista Coeur à barbe, 1923

“Dada nacque da un’esigenza morale, da una volontà implacabile d’attingere un assoluto morale… Dada nacque da una rivolta che era allora comune a tutti i giovani, una rivolta che esigeva un’adesione completa dell’individuo alle necessità della sua natura, senza riguardi per la storia, la logica, la morale comune, l’Onore, la Patria, la Famiglia, l’Arte, la Religione, la Libertà, la Fratellanza… La frase di Cartesio: Non voglio neppure sapere se prima di me vi sono stati altri uomini, l’avevamo messa in esergo in una delle nostre pubblicazioni."

Tristan Tzara, Le surréalism et l’aprés-guerre, 1948

Tzara, Copertina di Une nuit d'Echecs Gras

“Coloro che sono con noi conservano la loro libertà. Noi non riconosciamo alcuna teoria. Basta con le accademia cubiste e futuriste, laboratori di idee formali. L’arte serve forse per ammucchiar denari e accarezzare i gentili borghesi?... Io distruggo i cassetti del cervello e quelli dell’ordine sociale… C’è un grande lavoro distruttivo, negativo, da compiere. Spazzare, ripulire… Dada è l’abolizione di ogni gerarchia… abolizione dell’archeologia… abolizione dei profeti… abolizione del futuro… fiducia indiscutibile i ogni dio prodotto immediato della spontaneità… Dada… Libertà"

Tristan Tzara, Manifesto Dada, 1918

“Per fare una poesia dadaista” :“Prendete un giornale.Prendete un paio di forbici.Scegliete nel giornale un articolo che abbia la lunghezza che voi desiderate dare alla vostra poesia.Ritagliate l’articolo.Tagliate ancora con cura ogni parola… e mettetele tutte in un sacchetto.Agitate dolcemente.Tirate fuori le parole una dopo l’altra disponendole nell’ordine con cui le estrarrete.Copiatele coscienziosamente.La parola vi rassomiglierà.Eccovi diventato ‘uno scrittore infinitamente originale e fornito di sensibilità incantevole’…”Tristan Tzara, Manifesto sull’amore debole e l’amore amaro, 1920

Marcel Duchamp, Ruota di bicicletta, 1913

Duchamp, Fontana, 1917

Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919

Duchamp, Rotorelief

Duchamp, Anémic Cinéma, 1926

Man Ray, Retour à la raison, 1923

Man Ray, Jacqueline Goddard, 1930

René Clair; Picabia e Satie in Entr’acte, 1924

René Clair; Ray e Duchamp in Entr’acte,

“Relache è la vita, la vita come io l’amo; la vita senza domani, la vita d’oggi, tutto per oggi, niente per ieri, niente per domani. I fari delle automobili, i colliers di perle, le forme curve e sottili delle donne, la pubblicità, la musica, l’automobile, qualche uomo in nero, il movimento, il rumore, il gioco, l’acqua trasparente e chiara, il piacere di ridere, ecco Relache (…) E’ il movimento senza scopo, né in avanti né indietro, né a destra né a sinistra. Relache non gira, ma non va neppure indietro: Relache va a zonzo per la strada con una grande esplosione di risa.”

Francis Picabia, presentazione al programma di Relache

“Per quanto Entr’acte venga poi presentato come opera autonoma, il suo significato può essere colto solo in relazione al contesto della sua prima rappresentazione, caratterizzato da questa programmatica volontà di superare le barriere tra arte e vita e di dissolverle nella frenesia del presente, della modernità di cui il cinema è –assieme alla moda, all’automobile, al Luna Park- una delle manifestazioni.”

Antonio Costa, Il cinema e le arti visive, 2002

“Trasformare il mondo, ha detto Marx; Cambiare la vita, ha detto Rimbaud; queste due parole d’ordine sono per noi una sola.”

“Bisogna sognare, ha detto Lenin; Bisogna agire, ha detto Goethe. Il surrealismo non ha mai voluto altra cosa, il suo sforzo è teso a risolvere dialetticamente questa opposizione.”

André Breton, Position politique du russealisme, 1935

“Surrealismo è automatismo psichico puro mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altre maniere, il funzionamento reale del pensiero; è il dettato del pensiero con l’assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale.”

A. Breton, Primo manifesto del surrealismo, 1924

Magritte, L’impero della luce, 1956

Luis Bunuel con Salvator Dalì, Un chien andalou, 1928

Gropius e il Bauhaus di Dessau nel 1926

1919

The ultimate aim of all creative activity is a building! The decoration of buildings was once the noblest function of fine arts, and fine arts were indispensable to great architecture. Today they exist in complacent isolation, and can only be rescued by the conscious co-operation and collaboration of all craftsmen. Architects, painters, and sculptors must once again come to know and comprehend the composite character of a building, both as an entity and in terms of its various parts. Then their work will be filled with that true architectonic spirit which, as "salon art", it has lost.

The old art schools were unable to produce this unity; and how, indeed, should they have done so, since art cannot be taught? Schools must return to the workshop. The world of the pattern-designer and applied artist, consisting only of drawing and painting must become once again a world in which things are built. If the young person who rejoices in creative activity now begins his career as in the older days by learning a craft, then the unproductive "artist" will no longer be condemned to inadequate artistry, for his skills will be preserved for the crafts in which he can achieve great things.

Architects, painters, sculptors, we must all return to crafts! For there is no such thing as "professional art". There is no essential difference between the artist and the craftsman. The artist is an exalted craftsman. By the grace of Heaven and in rare moments of inspiration which transcend the will, art may unconsciously blossom from the labour of his hand, but a base in handicrafts is essential to every artist. It is there that the original source of creativity lies.

Let us therefore create a new guild of craftsmen without the class-distinctions that raise an arrogant barrier between craftsmen and artists! Let us desire, conceive, and create the new building of the future together. It will combine architecture, sculpture, and painting in a single form, and will one day rise towards the heavens from the hands of a million workers as the crystalline symbol of a new and coming faith.

Walter Gropius, Bauhaus Manifesto,1919

Da sinistra: Josef Albers, Hinnerk Scheper, Georg Muche, László Moholy-Nagy, Herbert Bayer, Joost Schmidt, Walter Gropius, Marcel Breuer, Vassily Kandinsky, Paul Klee, Lyonel Feininger, Gunta Stölzl and Oskar Schlemmer

“L'insegnamento dell'artigianato si propone di preparare alla progettazione per la produzione di massa... Il Bauhaus è consciamente alla ricerca di contatti con le imprese industriali esistenti in vista di uno stimolo reciproco.”

Walter Gropius, La teoria e l'organizzazione del Bauhaus statale di Weimer,1923

Klee, Strade principali e secondarie,

Kandinskij, Composizione, 1924

Bauhaus, laboratorio del metallo, Weimar 1923

Joost Schmidt, manifesto per l'esposizione del Bauhaus, 1923

Bauhaus expermental house “Am Horn”, Weimar, 1923

Bauhaus expermental house “Am Horn”, Weimar, 1923

Jucker, lampada regolabile da tavolo, 1923

Design Bauhaus

Oskar Schlemmer, Triadic Ballet costumes, 1926

Oskar Schlemmer, Hoop Dance, 1928-29

Kandinskij, bozzetti per Quadri di un’esposizione, 1928

“Al seguente espressivo entra da destra il grande fondale rosso a due colori. Poi da sinistra viene fatto avanzare anche il fondale verde. Dalla botola appare poi la figura centrale, che viene intensamente illuminata con luce colorata”

Kandinskij, 1930

László Moholy-Nagy, Light Space Modulator, 1922-1930, Model

“…le possibilità dell’obiettivo (…) forniscono invece una visione ottica senza pregiudizi, cosa che i nostri occhi, vincolati a leggi associative, non riescono a fare”

“Si allarga così l’orizzonte tecnico dell’articolazione di uno spazio-luce, obiettivo sin ora difficilmente raggiungibile”

Moholy-Nagy, Pittura, Fotografia, Cinema, 1925

László Moholy-Nagy, Photogram: Hands and Paintbrush, 1926

Secondo Moholy-Nagy la visione fotografica offriva all'uomo contemporaneo otto diverse possibilità:

1) la visione astratta che si poteva ottenere col fotogramma, cioè stampando tracce di oggetti direttamente con la luce su carta sensibile, senza obiettivo;2) la visione esatta attraverso la foto di reportage;3) la visione rapida, che si ottiene fissando un movimento velocissimo, nel più breve tempo possibile (frazioni di secondo) come in certe foto di sport;

4) la visione rallentata -per esempio le tracce lasciate dai fari delle automobili nelle foto notturne; ancora, una visione potenziata attraverso 5) la microfotografia o la visione con filtri particolari, oppure con la foto a raggi infrarossi per riprese notturne;6) la visione "penetrante" della radiografia o dei raggi X;7) la visione simultanea ottenuta attraverso sovrapposizioni (Moholy-Nagy cita il futuro processo del "fotomontaggio automatico");8) la visione distorta ottenuta con obiettivi modificati o attraverso la manipolazione meccanica o chimica dei negativi.

The Attack on the Bauhaus. Collage by Iwao Yamawaki, 1932

Fritz Lang, Metropolis, 1926

Alberto Burri, Sacco e rosso, 1954

Willem de Kooning, Woman V, 1952-53

Jackson Pollock, Pali blu, 1953

Mark Rothko, Orange and Yellow, 1956

Robert Rauschenberg, Bed, 1955

Robert Rauschenberg, Rebus

Jasper Johns, Flag, 1954

Roy Lichtenstein

Claes Oldenburg, Hamburger, 1963

Claes Oldenburg, Bedroom Ensemble

George Segal

Andy Warhol, Marylin Monroe (Twenty Times), 1962

Allan Kaprow, «18 Happenings in 6 Parts», 1959

“E’ apparso a New York recentemente un nuovo e ancora esoterico tipo di spettacolo. A prima vista apparentemente un incrocio tra mostra d’arte e performance teatrale, questi eventi hanno preso il modesto e stimolante nome di happening. Hanno avuto luogo in studi, piccole gallerie d’arte, cortili e piccoli teatri davanti ad un pubblico di trenta o cento persone.”

Susan Sontag

“Possono essere descritti come ‘pitture anmate’, o più precisamente come ‘collage animati’ o ‘trompe l’oeil’ portati in vita (…). La dimensione gigantesca dei quadri dipinti a New York nell’ultimo decennio, progettati per sopraffare e avviluppare lo spettatore, più il crescente uso di materiali diversi dalla pittura inseriti sulla tela e più tardi estesi oltre i suoi limiti, indicano la latente intenzione di questo tipo di pittura di proiettarsi in una dimensione tridimensionale. Che è esattamente ciò che alcuni artisti hanno iniziato a fare”

Susan Sontag

Paolozzi, Drink Dr.Pepper, collage 1948

Richard Hamilton, Just what is it that makes today's homes so different, so appealing?, 1956

“La costruzione di situazioni comincia al di là del crollo moderno della nozione di spettacolo. E’ facile vedere in che misura sia legato all’alienazione del vecchio mondo il principio stesso dello spettacolo: il non-intervento”

Guy Debord, 1957

Constant, New Babylon, 1959

Constant, New Babylon, 1959

“Hanno moltissime stanze, spazi vuoti, e cul-de-sac. Si attraversano avventurosamente. Ci si può trovare nella stanza perfettamente insonorizzata, dove domina il silenzio, oppure nella stanza stridente, dagli intensi colori e forti suoni, oppure nella stanza degli echi (giochi con emittenti radio); la stanza delle immagini (giochi cinematografici); la stanza dei riflessi; la stanza del riposo; la stanza dei giochi (influenze psicogeografiche, giochi erotici); la stanza delle coincidenze… ”

Constant, New Babylon descrizione del settore giallo dei giochi, 1959

Superstudio, Monumento Continuo, 1971

“La superarchitettura è l'architettura della superproduzione, del superconsumo, della superinduzione al consumo, del supermarket, del superman e della benzina super. La superarchitettura accetta la logica della produzione e del consumo e vi esercita un'azione demisitificante.”

Dal Manifesto della II° mostra di Superarchitettura, Modena 1967

“Brani di film sono proiettati su tutte le pareti e sul palcoscenico, insieme a diapositive e a luci stroboscopiche, altri effetti sono ottenuti con soluzioni oleose galleggianti in vaschette collegate elettricamente con l’impianto generale di amplificazione… Il film-maker diventa qui un direttore d’orchestra che manovra non solo tutte le diverse componenti creative (come amplificatori sonori, un gruppo rock, proiettori di diapositive, proiettori cinematografici, luci)… Warhol manipolava tutto, suono, immagine e sinfonie luminose di enorme livello emotivo e intellettuale che toccano in profondità il cuore della nuova generazione ”

Jonas Mekas

Fuori dal quadro dentro lo schermo fuori dallo schermo…

Wolf Vostell, Schwarzes Zimmer, 1958

Wolf Vostell, Endogen Depression, 1975

“Sedetevi vicinissimi allo schermo e lavatevi i denti”

“correte o strisciate nella vostra stanza e ripetete tutto ciò che viene detto in televisione”

“baciate un volto sullo schermo”

“ritagliate una bottiglia di cognac dalla pagina pubblicitaria di una rivista e guardate la televisione attraverso la forma vuota della bottiglia”

Wolf Vostell, Tv Dé-coll/ages, azioni per un happening teletrasmesso, 1959

Nam June Paik, Exposition of Music-Electronic Television, Wuppertal, 1963

“Nella mia elettro-visione su nastro magnetico vedete non solo la vostra immagine istantaneamente (…) ma vi vedete deformati in dodici modi diversi, cosa che non si può fare che grazie all’elettronica (…). Come la tecnica del collage ha rimpiazzato la pittura ad olio, allo stesso modo il tubo a raggi catodici rimpiazzerà la tela. Un giorno gli artisti lavoreranno con i condensatori, le resistenze, i semiconduttori come oggi lavorano con i pennelli, i violini e materiali vari.”

Nam June Paik

Nam June Paik, Tv Bra for a Living Sculpture, 1969

Nam June Paik, Tv Buddha, 1974

Nam June Paik, Magnet Tv, 1982

“Sull’essenza del silenzio: dunque si sa che io ho scritto un pezzo dal titolo 4’33 il quale non contiene nessun suono predeterminato da me, e che Robert Rauschenberg ha dipinto quadri nei quali non è rappresentato nulla, semplici tele dipinte di bianco con niente sopra, e che Num June Paik, il compositore coreano, ha fatto un film di un’ora che non mostra immagini di sorta [Zen for film, 1964]… Il mio pezzo 4’33 nell’esecuzione è identico ai rumori dell’ambiente. Nella musica i rumori dell’ambiente rimangono per così dire lì dove sono, mentre nel caso di Rauschenberg la polvere e le ombre, i cambiamenti di luce eccetera… non rimangono lì dove sono, bensì vengono al quadro. E nel caso del film di Nam June Paik che non mostra nessuna immagine, lo spazio viene oscurato, il film viene proiettato, e quello che si vede è la polvere che si è posata sulla pellicola. Questo, credo, ha qualche somiglianza con il quadro di Rauschenberg, benchè con maggiore acume. Nel film c’è più dell’essenza dell’ambiente.” Cage, 1968

Nam June Paik, Good Morning Mr.Orwell, 1984

Laurie Anderson e Peter Gabriel in Good Morning Mr.Orwell

Joseph Beuys da Parigi in Good Morning Mr.Orwell

Allen Ginsberg da New York Good Morning Mr.Orwell

John Cage da New York in Good Morning Mr.Orwell

Merce Cunningam in Good Morning Mr.Orwell

Multiplescreen

Bruce Nauman, Performance Corridor, 1968

Bruce Nauman, Wall/Floor Positions, 1969

Gina Pane, Azione sentimentale, 1972

Gina Pane, Death control, 1975

“Io vivevo un 'tempo postumo'. Ricoperta di bacarozzi, la mia carne veniva staccata da uno di essi: carne della mia carne, due carni che vivevano l'una nutrendosi dell'altra: processo di vita in un continuum di tempo. L'altro video mostrava una festa di compleanno. Era dunque la giustapposizione di due spazi di tempo: morte e festeggiamento di un compleanno che celebra il passare del tempo. La rivolta contro la morte è quella di porterla controllare. Vivere coscientemente la sua precarietà, fragilità e la sua relazione con l'altro, vuol dire sbarazzarsi di un tabù che ci obnubila: il dolore, la morte; è anche integrare alla propria vita le sue esperienze di dolore, malattia, morte, in un modo lucido, rifiutando l'anestesia, rifiutando la manipolazione che ci impedisce di guardare all'ingiustizia della morte.”

Gina Pane

Vito Acconci, Conversation, 1971

Sophie Call, la Filature, 1981

Richard Long, Line in Ireland, 1974

Richard Long, Line in Himalayas, 1975

Richard Long, Line in japan mount, 1979

Richard Long, Asia circle stones, 1996

Richard Long, Gobi desert circle mongolia, 1996

Richard Long, River Po line, 2001

Christo, Wrapped cans, 1958

Christo, Wrapped coast, 1968

Christo, Pont Neuf wrapped, 1975-85

Christo, Wrapped Reichstag, 1971-95

Christo, The Gates, 1979-2005

The Kitchen

Steina Vasulka, Machine Vision, 1978

Bill Viola, A Portrait in Light and Heat, 1979

Bill Viola, I Do Not Know What It Is I Am Like, 1986

Bill Viola, Passage, 1987

Bill Viola, The Veiling, 1991

Bill Viola, Nantes Triptych, 1992

Bill Viola, Stations, 1994

The Messenger, 1996

Bill Viola, The Crossing, 1996

Shirin Neshat, Women of Allah, “Offered Eyes”, 1993-97

Shirin Neshat, Rapture, 1998

Shirin Neshat, Turbulent, 1998

Shirin Neshat, Turbulent, 1998

Studio Azzurro, Il Nuotatore, 1984

Tony Oursler, Hello?, 1996

Marina Abramovic, Balkan Baroque, 1997

Oliviero Toscani, Campagna pubblicitaria per Benetton, 1984-2000

Dopo aver scioccato il mondo con le campagne su razzismo, aids, ambiente, mafia, fame nel mondo, dopo aver rivoluzionato il linguaggio della pubblicità portando sui cartelloni delle città e sulle pagine dei giornali un malato terminale di Aids, un neonato attaccato al cordone ombelicale, una suora e un prete che si baciano, la guerre in Bosnia e Liberia e l'esodo degli albanesi, la scelta di mostrare i volti di 28 condannati a morte rinchiusi nei bracci della morte americani ha portato ad un boicottaggio del marchio sul mercato americano... generando la rottura Toscani e Benetton.

Oliviero Toscani, Pubblicità per Nolita, 2007

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